CENTRO ANTIVIOLENZA LA NARA Via Verdi, 13 - Prato - Tel. 0574 34472 www.alicecoop.it - [email protected] Agire per Ri costruire: Percorsi di rete per il contrasto alla violenza di genere NOTE: CREDITS Riconoscere la violenza sulle donne. Guida Si ringraziano tutti coloro che hanno pratica per gli operatori - 1° volume collaborato Agire per Ricostruire. Percorsi di rete per il Prefettura / Procura / Tribunale / Arma dei contrasto alla violenza di genere - 2° volume Carabinieri della provincia / Polizia Municipale / Associazioni territoriali / Scuole secondarie di I° e II° Si ringraziano per la realizzazione del progetto Si ringraziano inoltre ministeriale Percorsi di Libertà, finanziato dal Comitato di Pilotaggio - L. Leonardi e A. Dipartimento per le Pari Opportunità della Tonarelli, Università degli studi di Firenze, G. Presidenza del Consiglio dei Ministri, capofila Maino, Pares Società Cooperativa Comune di Prato, con la gestione del Centro Ricercatrici - D. Bagattini e V. Pedani, antiviolenza La Nara - Alice cooperativa sociale Osservatorio Sociale Provinciale; A. Omodei onlus: Pares Società Cooperativa Altab.net srl / Tipografia Rindi I partners 2 Società della Salute Pratese / Azienda USL Hanno contribuito alla stesura 4 di Prato / Provincia di Prato - Osservatorio dell’opuscolo le operatrici del Centro Provinciale / Comune di Cantagallo / Comune Antiviolenza La Nara di Carmignano / Comune di Montemurlo Angioni Valentina - Cecconi Laura - Cuccarese / Comune di Poggio a Caiano / Comune di Francesca - Dragoni Loredana - La Greca Vaiano / Comune di Vernio / Polizia di Stato Elena - Papi Anna Maria - Ranaldi Francesca 1 INDICE »» Introduzionepag. 4 »» Le Ragioni dell’Opuscolopag. 6 »» Le Azioni del Progettopag. 9 »» Sportelli Territoriali pag. 10 »» Lavoro e Cohousingpag. 12 »» Sportello Onlinepag. 15 »» Le Politiche Rivolte a Donne Vittime di Violenza pag. 18 »» Fare Rete non è una Cosa da Nulla pag. 28 »» Le Donne che si sono Rivolte al Centro Antiviolenza La Nara pag. 34 »» Evoluzioni possibilipag. 41 »» A Chi Rivolgersipag. 48 2 3 INTRODUZIONE Il Centro, di prassi viene collegato al numero di pubblica utilità 1522, un servizio di accoglienza telefonica specificatamente rivolto alle donne che subiscono violenza oltre al coordinamento di un sistema che realizza lo sviluppo di una rete nazionale tutt’ora operante. L’idea del Centro Antiviolenza La Nara nasce da un gruppo di donne all’interno della Nel 2007 viene firmato un secondo Protocollo “Rete di sostegno e protezione nella Provincia Cooperativa Alice onlus che nel 1997, in seguito all’approvazione delle legge 15 febbraio di Prato”, promosso dalla Commissione Pari Opportunità, a cui hanno aderito Provincia, 1997 n. 66 Norme contro la violenza sessuale, presenta un progetto insieme al Comune Comune, Prefettura, Asl, Questura, Polizia di Stato di Prato, Centro Antiviolenza La Nara e la Provincia di Prato, che si concretizza con fondi stanziati dalla Regione Toscana, - Cooperativa Alice, Solidarietà Caritas Onlus, San Vincenzo de Paoli, Cooperativa Ester. erogabili attraverso le istituzioni locali, per l’apertura dei centri antiviolenza. Il protocollo è stato rinnovato l’8 marzo 2010 ed è tutt’ora in vigore. Il Comune di Prato da sempre si è fatto promotore di quest’attività sostenendola in Il progetto ministeriale (2008 - 2011) File e Trame, contro la violenza intrafamiliare verso modo prevalente, con un contributo che copre oltre il 70% dei costi del servizio, oltre ad donne e bambini. Costruzione di reti e integrazione degli interventi, capofila Associazione un contributo aggiuntivo annuo della Provincia di Prato, finanziamenti privati, donazioni, Artemisia di Firenze, di cui il Comune di Prato è stato partner con La Nara, ha permesso autofinanziamenti. agli operatori multiprofessionali, facenti parte del protocollo ed altri dei servizi socio- Il centro La Nara fin dalla sua nascita ha intessuto relazioni, scambi di prassi e sanitari (psichiatria, psicologia, Ser.T.), di valutare e approfondire le criticità ed i punti di comunicazioni con i servizi del territorio, contribuendo a rafforzare e migliorare una rete forza sperimentati, per contrastare il fenomeno della violenza. territoriale d’interventi che garantisse una tempestiva ed efficace risposta alle donne e Infine ha contribuito a far emergere la necessità di arrivare alla definizione di una ai bambini che vogliono intraprendere un percorso di uscita dalla violenza. metodologia di lavoro La prima esperienza concreta di rete risale al 2003, quando intorno allo stesso tavolo, (schede rilevazione del rischio). con il Centro Antiviolenza La Nara si sono seduti enti ed istituzioni, quali l’Ospedale, Il finanziamento ministeriale (2012 – 2014) del progetto Percorsi di Libertà ha consentito la Psichiatria, l’Assistenza sociale, la Procura della Repubblica, la Medicina Legale al Comune di Prato e al centro la Nara di dare maggior valore e continuità ad un lavoro Generale le Forze dell’Ordine, l’u.f. salute mentale adulti/adolescenza e infanzia. che operatori pubblici e privati hanno perseguito in questi anni di confronto, rafforzando Nel 2005 viene stilato il primo Protocollo contenente procedure d’intervento e, le reti locali di scambio e mettendo a punto procedure di intervento ma soprattutto ha successivamente, grazie a tale Protocollo il Comune di Prato, capofila rappresentante dato l’opportunità di migliorare la capacità di risposta e la messa in atto di strumenti il Centro antiviolenza La Nara, entra come città pilota nel progetto ministeriale Arianna. efficaci per contrastare il fenomeno della violenza. condivisa e all’elaborazione di strumenti operativi condivisi Comune di Prato 4 5 LE RAGIONI DELL’OPUSCOLO un lavoro di valutazione e di rilevazione delle criticità del lavoro comune intrapreso dai soggetti della rete, affinando la metodologia d’intervento. Questa, tuttavia, necessitava di essere formalizzata e consolidata come prassi quotidiana, da trasmettere anche agli 6 Fin dalla nascita del Centro Antiviolenza La Nara, che risale al 1997, le operatrici si sono operatori di nuovo ingresso. interrogate sulle questioni operative legate alla complessità del lavoro quotidiano con le A tal proposito, il progetto ministeriale Percorsi di Libertà ci ha consentito di analizzare donne maltrattate, consapevoli della pluralità di aspetti che caratterizzano il fenomeno il nostro operato e di concretizzare l’esperienza ed i saperi di questo lungo percorso, della violenza di genere: psicologico, legale, giuridico, sanitario.Questa riflessione nel ottenendo uno strumento operativo condivisibile. Una delle azioni previste nel progetto, tempo ha fatto emergere la necessità di consolidare il rapporto con i soggetti del territorio infatti, ha riguardato l’elaborazione sinergica di procedure standard d’intervento che si occupano, da più punti di vista di violenza sulle donne. Con i Servizi Sociali, le interdisciplinare e multidisciplinare, rispetto alle varie fasi della presa in carico della Forze dell’Ordine, la Procura della Repubblica e il terzo settore si è avviato un processo donna coinvolta in situazioni di violenza. Questo ha dato luogo a momenti di confronto di condivisione e scambio di buone pratiche, anche se in maniera non strutturata, volto finalizzati alla valutazione di quanto fosse stato realizzato e condiviso fin ad oggi e alla a creare sinergia, linguaggi comuni, modalità operative condivise e relazioni di fiducia. rilevazione delle criticità per migliorare la rete e il suo intervento. Il lavoro di confronto Ciascun soggetto coinvolto ha preso coscienza dei limiti di un lavoro autoreferenziale è risultato particolarmente interessante, dando a noi operatori e operatrici dei diversi a favore di un’apertura e di uno scambio di saperi e conoscenze che, nel tempo, ha enti, l’opportunità di incontrarsi in sottogruppi, per individuare le vecchie e le nuove consentito di dare risposte più efficaci ai bisogni delle donne vittima di violenza. esigenze operative di ciascuno. Il confronto ha consentito di evidenziare gli aspetti La rete ha ampliato il suo raggio d’azione, coinvolgendo anche nuovi servizi quali il carenti e, nel contempo, di trovare soluzioni concrete ad alcuni strappi della rete (per Pronto Soccorso, la Psichiatria, il Ser.T., e dando vita fin dal 2007, a protocolli d’intesa esempio la possibilità di spostare le donne per la messa in sicurezza in altre città con promossi dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia, allo scopo di favorire risorse aggiuntive, maggior soluzioni per il reinserimento lavorativo, ecc.). Tutto ciò procedure imparziali e omogenee e di attivare l’immediato intervento dei soggetti poggia le proprie basi sulla consapevolezza che ogni soggetto coinvolto mantenga predisposti e competenti. attiva una riflessione sul proprio agire, contestualizzando le proprie modalità operative Attraverso momenti di formazione, realizzati nel corso degli anni grazie a progetti locali, alle attuali condizioni socio-economico-cultuali, tenendo conto della rapidità con cui regionali e ministeriali come il progetto Fili e Trame realizzato sull’area vasta Firenze-Prato- avvengono i cambiamenti e le evoluzioni e mantendo sempre la donna al centro, con le Pistoia, capofila l’Associazione Artemisia (2009/2011), è stato possibile approfondire sue caratteristiche ed i suoi bisogni. 7 Per chi Il presente opuscolo si rivolge principalmente agli operatori e alle operatrici in servizio, o LE AZIONI DEL PROGETTO di prossimo ingresso, che quotidianamente si occupano del fenomeno della violenza di Il progetto ministeriale Percorsi di Libertà ha avuto come principale obiettivo quello genere, ma anche a tutti/e coloro che sentendosi responsabili della costruzione di una di rafforzare le azioni di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza di genere società con più diritti e giustizia, vogliano farsi un’idea rispetto alle modalità con cui il attraverso la creazione di una rete sinergica, formale e operativa, tra istituzioni, enti problema viene affrontato dai soggetti del territorio. pubblici e privato sociale. Il perseguimento di tale obiettivo ha seguito una logica di presa in carico globale della Che Cosa e Perché donna che subisce violenza familiare, tenendo in considerazione il piano sociale, Il presente opuscolo si propone come strumento di sintesi del lavoro degli/lle operatori/ tempestive, concrete e sistemiche. All’interno del progetto sono state realizzate azioni trici dei diversi enti dell’ambito territoriale: uno strumento operativo quotidiano, che mirate al potenziamento della rete di contrasto già esistente, con un incremento della indica in maniera chiara e dettagliata una modalità d’azione condivisa, all’interno delle qualità e delle prestazioni offerte. educativo, clinico, sanitario e giudiziario, al fine di fornire risposte efficaci, qualificate, quale vengono trasmessi conoscenze e saperi. Allo stesso tempo è uno strumento formativo, che consente di riconoscere ed identificare il ruolo e l’impegno concreto Le principali azioni svolte sono state: degli operatori coinvolti e, non da ultimo, è una guida pratica per i nuovi addetti che »» apertura di sportelli di ascolto decentrati del Centro Antiviolenza La Nara presso i s’inseriranno in questi servizi. restanti Comuni della Provincia di Prato; »» orientamento, tutoring e accompagnamento alla ricerca del lavoro e della casa; »» attivazione di uno sportello online rivolto agli studenti delle scuole di istruzione secondaria di secondo grado; »» elaborazione sinergica di procedure standard di intervento interdisciplinare e multidisciplinare per le varie fasi di presa in carico della donna vittima di violenza 8 9 SPORTELLI TERRITORIALI di approfondimento delle attività reciproche e delle possibili collaborazioni. Con alcuni soggetti non è stato necessario uno scambio di informazioni sulle attività svolte, grazie ad un rapporto ormai consolidato di conoscenza e collaborazione; con altri, invece, Obiettivi l’incontro ha creato l’opportunità per una reciproca conoscenza. »» Attività di funzionamento degli sportelli: svolgimento di colloqui e consulenze legali La dislocazione sul territorio provinciale degli sportelli territoriali ha avuto come scopo, realizzate nelle sedi degli sportelli o presso il Centro di Ascolto di Prato; contatti telefonici non solo quello di fornire una maggiore accessibilità ai servizi offerti dal Centro La Nara, con vari soggetti della rete, prevalentemente Servizi Sociali e Forze dell’Ordine; attività ma anche di creare preziose opportunità di sensibilizzazione dei soggetti che partecipano di accompagnamento della donna vittima di violenza presso i vari servizi del territorio. alla rete territoriale, riguardo alle tematiche della violenza di genere in tutte le sue forme. Azioni Intraprese »» Contatto con i referenti operativi di ciascun comune per concordare le modalità Esiti e Prospettive Sebbene gli accessi delle donne agli sportelli abbiano raccolto livelli disomogenei di partecipazione, in generale, durante il periodo di apertura, sono state accolte 56 richieste organizzative degli sportelli e per la costruzione di una mappatura delle associazioni d’aiuto, da parte sia di donne italiane che straniere. e dei servizi potenzialmente interessati al contrasto della violenza di genere in modo L’attivazione, per il periodo di un anno, di sportelli del Centro Antiviolenza La Nara da attivare, in sinergia con essi, percorsi di conoscenza, collaborazione e diffusione dislocati su tutto il territorio della Provincia, può essere considerata solo un punto di dell’iniziativa. partenza: riteniamo infatti che sia necessario ulteriore tempo affinché la presenza di tale »» Organizzazione di incontri collettivi con i soggetti delle varie reti locali al fine di servizio possa avere l’opportunità di essere conosciuta e riconosciuta, diffusa e radicata instaurare una reciproca conoscenza, sondare l’interesse a collaborare con il Centro, sul territorio; al Centro stesso sono serviti anni di sensibilizzazione e contatti con la rete, e raccogliere eventuali segnalazioni rispetto a situazioni di violenza domestica. prima di ottenere la visibilità ed il riconoscimento che ad oggi lo contraddistinguono. »» Promozione dell’attivazione degli sportelli attraverso un comunicato stampa, materiale pubblicitario, brochure e locandine, curate nella parte grafica dagli studenti e dalle studentesse dell’Istituto F. Datini di Prato. »» Contatto telefonico con enti e associazioni del territorio per proporre incontri individuali 10 11 LAVORO E COHOUSING »» attività di orientamento rispetto all’invio del curriculum vitae, sia di carattere generale (agenzie interinali, centro per l’impiego, cooperative di produzione lavoro e servizi) sia di carattere più specifico, quindi selezionate in base alle esperienze e capacità della Obiettivi singola donna (ad esempio chi ha esperienza nella ristorazione viene inviato a tutti quei servizi che rientrano in questo ambito, come mense, ristoranti, ecc.); Uno dei passi prioritari nel percorso di uscita dalla violenza è, in molti casi, il raggiungimento »» laddove si sia reso necessario e le donne si siano mostrate disponibili, sono state da parte della donna di un’autonomia economica ed abitativa, quindi molta importanza date indicazioni sull’iscrizione a corsi di formazione professionale o di aggiornamento, è stata data all’interno del progetto agli aspetti di lavoro e co-housing. segnalando le agenzie formative preposte (ad esempio corsi di ADB, Pasticceria o di Per quanto riguarda l’aspetto del lavoro, all’interno del Centro Antiviolenza esiste già un HACCP necessario per lavorare nella ristorazione, etc.). servizio dedicato all’orientamento lavorativo, uno spazio nel quale un’operatrice supporta le donne a stilare il proprio curriculum vitae, e offre un accompagnamento alla ricerca del lavoro. Di seguito si presentano le azioni rivolte al territorio: Grazie al progetto è stato possibile ampliare e ristrutturare tale servizio, che si è sviluppato »» creazione di una rete costituita da varie agenzie che si occupano di ricerca del lavoro, in due direzioni: una rivolta alle donne vittime di violenza ed una rivolta alla rete territoriale. per sviluppare una collaborazione nel percorso di orientamento lavorativo. In particolare Azioni Intraprese è stato aperto un canale tra le operatrici del Centro La Nara e la responsabile della Di seguito si presentano le azioni rivolte alle donne: cui proporre formazione specifica o contratti di lavoro; »» implementazione di uno spazio dedicato all’attività di supporto e sostegno alla ricerca del lavoro; »» attraverso il servizio di inclusione sociale del Comune di Prato, sono state riservate dieci »» individuazione di competenze personali e professionali propedeutica all’accesso allo “borse lavoro” (percorsi di inclusione sociale e lavorativa, in aziende o associazioni, sportello stesso e lavoro di monitoraggio successivo alle consulenze; »» supporto nella creazione di un proprio bilancio di competenze acquisite, sia durante l’esperienza professionale e formativa, sia nei vari ambiti della vita quotidiana; »» aiuto nella compilazione del proprio curriculum vitae in formato europeo e nell’aggiornamento dello stesso nel tempo; 12 sede pratese di una storica agenzia interinale, al fine di selezionare insieme donne a che prevedono un rimborso economico legato alla frequenza, erogato dal comune di residenza del soggetto per cui viene attivato) a donne indirizzate dal Centro La Nara attraverso canali preferenziali, stabiliti all’interno delle procedure; »» è stata rinnovata la collaborazione con la Caritas diocesana di Prato, che gestisce un servizio di reperimento di badanti; 13 »» è stata avviata una collaborazione con alcune aziende private della provincia di Prato per favorire inserimenti lavorativi mirati (stage formativi, contratti a termine per SPORTELLO ONLINE sostituzione di personale, etc.). Per quanto concerne, invece, la questione abitativa, si è cercato di creare contatti territoriali per agevolare il reperimento di alloggi, favorendo l’eventuale La sensibilizzazione sul fenomeno della violenza domestica e, più in generale, della coabitazione tra due o più donne. In particolare: violenza di genere rivolta alle giovani generazioni, è di fondamentale importanza poiché »» Sono stati presi contatti con due “agenzie” del territorio che si occupano, in un caso si sviluppa nell’ottica della promozione di un cambiamento socio-culturale che parta dai di individuare abitazioni in affitto caratterizzate da situazioni di coabitazione che banchi di scuola. favoriscano il superamento delle difficoltà economiche della donna vittima di violenza, Nell’ambito del progetto Percorsi di Libertà, sono stati individuati come destinatari nell’altro caso di immettere sul mercato alloggi a canone calmierato. Con entrambe dell’azione “formazione e sensibilizzazione”, adolescenti, studenti e studentesse degli le “agenzie” sono stati presi accordi per una collaborazione che si attua con l’invio, istituti d’istruzione secondaria di secondo grado, ai quali ci siamo rivolti attraverso da parte del Centro La Nara, di donne con risorse economiche e situazioni lavorative interventi mirati in occasione delle assemblee d’istituto. Il contatto diretto con i ragazzi rispondenti ai criteri di selezione delle “agenzie” stesse. e le ragazze ci ha permesso di suscitare interesse e riflessioni sulle tematiche di genere Esiti e Prospettive Le azioni messe in atto durante il progetto sono destinate a rimanere rapporti solidi nel tempo e in via di continuo sviluppo ed incremento, collaborazioni di cui il Centro può avvalersi nel 14 Obiettivi e sul fenomeno della violenza sulle donne, attraverso la presentazione di vari strumenti (video, letture, ecc.) e la promozione della pagina Facebook “percorsidiliberta”. Azioni Intraprese suo quotidiano lavoro di sostegno alle donne nel raggiungimento dell’autonomia finalizzata al Considerando che numerosi studi dimostrano il reiterarsi della violenza nelle generazioni percorsi di uscita dalla violenza. e quindi che l’aver subito violenza assistita costituisce un fattore di rischio nel riproporre Purtroppo la questione abitativa rimane un nodo tanto cruciale quanto difficile da sciogliere, modelli di vittima ed autore di maltrattamenti nelle relazioni in età adulta, nell’ambito a causa di un mercato degli affitti ancora troppo oneroso, che si lega a richieste di garanzie del progetto Percorsi di Libertà, si è scelto di instaurare contatti con gli/le adolescenti che spesso superano le possibilità delle donne che sono in percorso presso il Centro La Nara. proprio attraverso i social network. In questo modo si è utilizzato uno strumento e un 15 linguaggio a loro proprio, promuovendo l’uso critico delle nuove tecnologie e diffondendo riferimento, di cui il bambino può fare esperienza direttamente (quando avviene nel suo la conoscenza delle tematiche di genere e della violenza sulle donne, in maniera non campo percettivo), indirettamente (quando il minore è a conoscenza della violenza) e/o retorica e stereotipata. percependone gli effetti (Definizione C.I.S.M.A.I. – 2005). La maggior parte delle donne »» È stato quindi deciso di creare una pagina Facebook, chiamata “percorsidiliberta”, in che negli anni si sono rivolte al Centro La Nara ha figli minori, che, in maniera diretta o riferimento al progetto, dedicato ai giovani. indiretta, subiscono la violenza perpetrata sulle loro madri. Parlare con i ragazzi delle »» La pagina Facebook è stata arricchita dei contenuti più vari, come video, canzoni, scuole superiori spesso significa anche rivolgersi a quei figli, le cui madri sono in percorso citazioni, immagini, in modo da veicolare nella maniera più chiara e motivante possibile presso il Centro Antiviolenza o che subisco violenza ed ancora non hanno avuto la forza tali tematiche, avvalendosi anche di link e post suggeriti proprio dai ragazzi e dalle di chiedere aiuto. Parlando loro, ed insieme a loro, di violenza assistita, si riconosce ragazze, affinché la pagina assumesse una dimensione più interattiva possibile. e si legittima la situazione di profondo disagio che stanno vivendo, mettendoli nella »» Collegato alla pagina Facebook, è stato creato un altro strumento costruito ad hoc: si tratta di un form, i cui campi, riguardanti i dati personali, sono compilabili in maniera condizione di sentirsi meno soli davanti al proprio dolore e di potersi aprire, dandogli l’opportunità di affidarsi, raccontando le proprie storie e sofferenze. del tutto volontaria, affinché vengano garantiti riservatezza e anonimato di coloro che intendono raccontare la propria storia o quella riguardante una persona a loro vicina, I feedback che ci hanno rimandato i ragazzi e le ragazze in merito al nostro intervento, senza che si sentano costretti a rivelare la loro identità. Questo mezzo ha la preziosa ci dimostrano quanto sia importante e necessario affrontare con loro queste tematiche; funzione di favorire l’emersione del fenomeno, fornendo ai ragazzi e alle ragazze, uno i contatti sulla pagina Facebook e sul form rimandano con chiarezza la voglia di spazio di ascolto e supporto, nel tentativo di cercare insieme una possibile soluzione conoscenza ed il bisogno che si parli di violenza. di uscita dalla violenza o comunque da una situazione che crea loro disagio all’interno Riteniamo che sia necessario dare ai ragazzi e alle ragazze del tempo per metabolizzare della propria famiglia, del gruppo dei pari o della relazione di coppia. gli argomenti affrontati e riflettere sugli stessi, data la delicatezza e complessità Esiti e Prospettive delle tematiche. Il nostro intento dunque è stato quello di attivare e mantenere una comunicazione continuativa con gli/le adolescenti del territorio pratese, affinché la La nostra esperienza con le donne che subiscono violenza domestica evidenzia i numeri promozione della coscienza critica in merito a ruoli, stereotipi e violenza di genere possa della violenza assistita. Con l’espressione ‘violenza assistita’ si indicano tutti quegli atti passare anche dai quei social network, da loro tanto utilizzati. di violenza fisica, psicologica, sessuale ed economica compiuti su figure affettive di 16 17 LE POLITICHE RIVOLTE A DONNE VITTIME DI VIOLENZA Il Ruolo delle Politiche Questo modo pratico di guardare alle politiche consente, nell’analisi e nella ricostruzione delle pratiche adottate dai differenti attori, di tenere insieme l’intervento pubblico, le relazioni informali e quelle formali, le risorse tacite, oltre quelle esplicite, così da poterne valutare gli effetti reali, sia positivi sia negativi, in funzione di un loro miglioramento. Le Politiche Sociali Le azioni rivolte alle donne vittime di violenza hanno la caratteristica di ricadere in un Quando si parla di politiche (policy), ci si riferisce ad “un insieme di intenzioni e di atti ambito particolare, quello delle politiche sociali, che sono volte ad affrontare problemi volti a risolvere un problema sentito come rilevante da molti”. In questo senso, secondo e a raggiungere obiettivi che riguardano direttamente le condizioni di vita e il benessere la definizione di Gloria Regonini, una politica si concretizza in un processo che include: delle persone. Per raggiungere questi obiettivi, attraverso le politiche sociali si mettono A.una serie di cause collegate tra loro in modo non lineare; a disposizione risorse e opportunità, in modo da colmare quelle carenze e deprivazioni B.una fitta rete di attori, ciascuno con i suoi interessi e la sua cultura; che mettono le persone in condizioni di non essere libere, di non poter esercitare C.un elenco di possibili interventi, spesso riferiti a pratiche già sperimentate in altre pienamente i propri diritti, anche quelli più elementari, come la garanzia dell’incolumità situazioni, che a volte hanno mostrato efficacia (le buone pratiche); fisica, l’accesso al lavoro, ad un alloggio, o addirittura al cibo o al vestiario. Le politiche D.una serie di proposte, caratterizzate da diverse combinazioni di costi e benefici; sociali, quindi, soddisfano le condizioni di libertà delle persone; infatti, distribuendo E. una successione di decisioni adottate in ambiti istituzionali e non; risorse e opportunità garantiscono l’esercizio dei diritti sociali che, insieme ai diritti civili e F. un insieme di indicatori per il monitoraggio degli effetti, che consenta di capire se la politici, consentono di essere cittadine a pieno titolo. In questo senso, oltre a consentire politica ha raggiunto gli obiettivi per cui è stata ideata. il benessere, esse conferiscono potere e sono alla base di un processo di empowerment della persona. 18 Quando si parla di politiche che rispondono ad un problema sociale, come è il caso Questo processo presenta due aspetti: della violenza di genere, è utile partire da un’impostazione ‘pragmatica’, tenendo presente A.da una parte ha una componente soggettiva, riferita alla possibilità di accrescere che “un problema sociale nasce solo quando la gente guarda allo stato delle cose in un il potenziale individuale e, quindi, la possibilità di controllare attivamente e modo particolare, e precisamente con il desiderio di un suo miglioramento” (C. Lindblom). responsabilmente la propria vita; le azioni e gli interventi centrati sull’empowerment 19 mirano a rafforzare il potere personale di scegliere in autonomia, migliorando le competenze e le conoscenze; Le Caratteristiche delle Politiche B.dall’altra, incorpora una componente oggettiva, relativa al tipo di risorse che la Nonostante questo, l’ampia documentazione disponibile ai livelli internazionale, società mette a disposizione delle persone per poter vivere in modo dignitoso, per nazionale, regionale e locale (anche pratese), e la maturazione di buone prassi in questo essere in grado di scegliere tra opzioni reali, condizione che si verifica soltanto se sono campo permettono di individuare alcune caratteristiche comuni nell’impianto delle disponibili opportunità e risorse adeguate per realizzare il proprio progetto di vita. politiche rivolte alle donne vittime di violenza, che possono essere assunte come punto di partenza per progettare gli interventi in questo settore, di valutarne l’impatto e di Quest’approccio alle politiche è prevalente nelle iniziative di carattere legislativo e di migliorane i processi di attuazione. intervento che si sono realizzate per affrontare il problema della violenza di genere, Queste caratteristiche comuni possono essere sintetizzate in alcuni punti salienti: sia a livello internazionale ed europeo, sia nazionale e locale. Infatti, accanto alla A.i percorsi di intervento sono necessariamente individualizzati, perché ciascun progettazione di politiche di ordine generale e strutturale, importanti per intervenire sulle caso presenta caratteristiche peculiari e, al di là di un quadro legislativo che garantisca condizioni di contesto che generano l’esclusione sociale delle donne in molti settori parità di tutela e di accesso alle risorse, e della standardizzazione delle procedure, (economico, sociale, culturale, giuridico) e le rendono soggetti deboli e a rischio di subire è necessario che le risposte siano tarate sui bisogni della persona che si trova in un violenza, troviamo la messa a punto di politiche sociali che prevedono la distribuzione di determinato contesto; servizi e risorse ad hoc. Lo scopo di queste politiche è sempre mettere in condizioni le B.si pongono obiettivi a breve termine, che cercano di affrontare e risolvere il donne di uscire dalla situazione di violenza per reinserirsi pienamente nella vita sociale, problema nella fase dell’emergenza fornendo servizi di assistenza e protezione per ricostruendo le condizioni di benessere personale e, quindi, di libertà. Si tratta di obiettivi far fronte alle situazioni contingenti, ma allo stesso tempo si assumono obiettivi a ambiziosi, anche perché prevedono la mobilitazione di risorse, umane ed economiche, medio-lungo termine, per consentire il pieno reinserimento sociale delle donne e materiali e immateriali, pubbliche e private, difficili da reperire e coordinare, dato che si l’uscita definitiva dalla condizione di soggezione alla violenza; presentano vincoli differenti nei diversi contesti. C.si assumono le destinatarie degli interventi come soggetti attivi e non passivi nella ricezione di servizi e risorse; per questo motivo le pratiche di attuazione delle politiche prevedono che esse vengano coinvolte e rese consapevoli, attraverso un processo di empowerment, circa la soluzione dei loro problemi; 20 21 D.la pluralità degli attori coinvolti, operatori pubblici e privati, specialisti e professionisti, volontari, forze dell’ordine, costituiscono anch’essi dei soggetti attivi, I Contenuti delle Politiche che devono essere inclusi fin dalle fasi iniziali di analisi dei problemi e di progettazione Per quanto riguarda i contenuti delle politiche, concernenti il tipo di servizi e interventi delle politiche, non solo nei momenti successivi di intervento e attuazione; erogati, troviamo una diversificazione in base ai fattori collegati sia alle caratteristiche E. la messa a punto di meccanismi istituzionali forti, che mettono in connessione del singolo caso (tipo di violenza subita e da parte di chi, età, istruzione, nazionalità, i livelli locale, regionale e nazionale per garantire l’attuazione, il coordinamento e il stato civile, condizione economica, stato di salute fisica e psichica, presenza/assenza controllo delle strategie messe in atto; di figli, reti familiari e amicali, presenza di svantaggi multipli) sia alle caratteristiche del F. il ricorso allo scambio di buone pratiche, nate nei contesti locali nazionali o contesto (quadro legislativo, tipologia di soggetti che intervengono nel processo di policy internazionali, per affrontare i problemi che si presentano, replicando esperienze che e modalità con cui si coordinano, caratteristiche della composizione e del mix pubblico/ già hanno dato buoni risultati, adattandole ai contesti in cui vengono trasferite; privato all’interno delle reti dei soggetti coinvolti, anche ai vari livelli territoriali, esistenza G.la messa a punto di sistemi di raccolta di dati che consentano il monitoraggio degli di protocolli d’intesa tra questi soggetti, natura, tipo e ammontare dei finanziamenti). interventi attuati e dei risultati ottenuti, sia nella fase di emergenza, sia nella fase di Gli elementi comuni che li caratterizzano sono il risultato dell’analisi dei bisogni che reinserimento e di consolidamento della situazione di benessere della persona. si presentano nei percorsi di intervento e reinserimento riguardanti le donne vittime di violenza. L’esame delle differenti risposte ai problemi comuni costituiscono un valido terreno su cui instaurare lo scambio di buone pratiche. In particolare ci soffermeremo su alcune questioni pratiche che vengono poste dagli operatori coinvolti in queste politiche: a) Come garantire nella pratica una sinergia degli interventi condotti dai differenti soggetti mirati a risolvere il singolo caso individuale, in modo da non disperdere energie e risorse, assicurarne l’efficacia, consentendo il monitoraggio e il follow up del percorso di uscita dalla violenza? Riguardo alla prima questione, infatti, pur nel quadro dei protocolli d’intesa, che pure costituiscono un valido supporto, e in presenza di una formalizzazione delle procedure, 22 23 24 appare decisivo poter garantire che i singoli interventi da parte dei differenti attori creazione di una condizione di indipendenza economica, una delle basi fondamentali (sanitari, servizi sociali, volontariato, forze dell’ordine) costituiscano una serie coerente per il reinserimento sociale e l’empowerment. e sinergica. Questo processo è possibile se i differenti soggetti vengono coinvolti fin da Spesso le donne vittime di violenza sono già vittime della dipendenza economica, devono subito nella costruzione delle politiche, nella loro implementazione e attuazione. Questa allontanarsi dalla propria abitazione, non hanno un reddito, o questo diventa insufficiente, esigenza è in parte soddisfatta dalla partecipazione alle decisioni in merito alla politica se hanno dei figli il problema si complica, anche perché in circa la metà dei casi si tratta da attuare ma trova una risposta soltanto nella condivisione delle conoscenze e delle di donne inattive; non di rado, la multiproblematicità dei casi richiede un ulteriore sforzo. pratiche durante tutto il percorso che caratterizza il caso individuale. Si tratta però di un Si tratta di un terreno emblematico per le politiche rivolte a questo target, in cui la terreno in cui vi sono molte carenze, poiché vengono segnalate asimmetrie informative buona volontà e l’impegno degli operatori a livello locale non possono avere un impatto tra i soggetti coinvolti. A questo scopo, una delle iniziative più interessanti è quella della strutturale e duraturo se non c’è una concertazione almeno con gli altri livelli provinciali piattaforma informativa della rete “Solidea”, che costituisce un sistema condiviso di e con il governo regionale, se possibile nazionale. Infatti, la testimonianza degli operatori conoscenze. Questo sistema non si ferma alla semplice banca dati di tipo anagrafico di dei centri antiviolenza, in base alla loro esperienza ormai consolidata, dimostra che cui si dispone ai vari livelli territoriali ma costruisce un vero e proprio percorso condiviso difficilmente le soluzioni ai problemi sono da ricercare soltanto nel territorio circoscritto in degli operatori che intervengono su un singolo caso in una prospettiva diacronica. Il cui la violenza viene denunciata, ma vanno cercate altrove: si richiede, quindi, di creare sistema informativo è accessibile con una password personale per tutti gli operatori reti ampie anche dal punto di vista territoriale. Questa esigenza comporta che debbano i quali possono, in ogni momento, monitorare personalmente il caso che seguono, esserci delle risposte ai vari livelli di governo, locali, regionali e nazionali, quando non trovando informazioni sul tipo di interventi eseguiti dagli altri soggetti coinvolti, e avendo internazionali (si pensi alle immigrate). possibilità di immettere informazioni fruibili dagli altri. Il sostegno finanziario e una rete almeno regionale si richiedono, per esempio, per b) Quali sono i servizi strategici (risorse e opportunità) che consentono di affrontare sia politiche nella fase dell’emergenza, per un intervento immediato o a breve ricostituire la condizione di benessere e libertà delle donne che hanno chiesto termine, come la disponibilità di case-rifugio, sia politiche di reinserimento a medio-lungo aiuto e come garantirli? termine, come l’accesso ad un reddito da lavoro o ad un reddito sostitutivo qualora la Riguardo a questa seconda questione, nel “Quinto Rapporto sulla violenza di genere in persona interessata non abbia capacità di lavorare. Toscana” (p. 96), quello del sostegno finanziario sembra tra i più pressanti da risolvere. Nel caso del reinserimento lavorativo, un valido supporto alla soluzione del problema Anche in questo caso le buone pratiche possono aiutare ad affrontare la questione della passa necessariamente dal riconoscimento della donna vittima di violenza come 25 soggetto debole nel mercato del lavoro e pertanto destinatario di politiche mirate, in alcune realtà regionali si è cercato di avviare politiche strutturate, da affiancare a cui vanno destinate risorse e servizi dedicati. In mancanza di una legge nazionale, in quelle eterogenee e sporadiche con cui soggetti locali cercano di farsene carico, in Umbria, per esempio, attraverso un protocollo d’intesa tra Enti provinciale e regionale, si assenza di finanziamenti sufficienti. La Regione Puglia, per esempio, nel marzo scorso, sono coinvolti gli Assessorati al lavoro e alla formazione per promuovere politiche attive si è impegnataad istituire un Tavolo di Lavoro con ANCI Puglia per la individuazione delle destinate alle donne vittime di violenza, individuate come categorie svantaggiate. In migliori soluzioni atte a sostenere una politica abitativa che consenta alle donne ospiti altre realtà si è fatto ricorso a partenariati più ampi, estesi alle parti sociali, per affrontare della casa rifugio di fruire del diritto alla casa, attraverso l’utilizzo della riserva destinata meglio il problema. Ciò permette la costruzione e l’implementazione di politiche, che ad alloggi per situazioni di emergenza abitativa, prevedendo anche la disponibilità coprono il territorio regionale e provinciale, di prevedere capitoli di spesa (finanziamenti degli immobili confiscati alla mafia. (“Assistenza economica e alloggiativa, inserimento dal FSE, o da altri fondi nazionali per l’occupazione e la formazione, pari opportunità) lavorativo, creazione di un fondo per il sostegno, anche economico, delle vittime”, e di poter fruire dei servizi per l’impiego per l’orientamento e l’inserimento lavorativo, Disegno di legge regionale, presentata il 7 marzo 2014 al Consiglio regionale, in fase di garantendo un flusso di risorse, in base ad una programmazione di medio periodo. Un approvazione). altro tentativo di rispondere ai bisogni di indipendenza delle donne non occupabili va In generale si nota, da parte delle differenti realtà regionali, una tendenza ad affrontare nella direzione di garantire un reddito minimo o indennità di disoccupazione, cercando il problema di definire un quadro normativo certo e di un supporto finanziario strutturale di definire, anche in questo caso, lo stato di bisogno indipendentemente dal reddito nei settori delle politiche sociali rivolte alle donne vittime di violenza. familiare accertato (attraverso l’ISEE) e tenendo conto che, anche in caso di donne Un approccio sicuramente da percorrere è quindi quello mainstream, in base al quale le occupate, l’allontanamento può voler dire dover lasciare il lavoro. Risultano inoltre politiche rivolte alle donne vittime di violenza vengono ricondotte nell’ambito di altre: per essenziali i servizi di conciliazione per le donne con figli che vogliono essere attive: in esempio, in quelle per l’occupazione, abitative o di inclusione sociale, permettendo di questo caso, in alcune realtà, si sono adottati criteri ad hoc per consentire l’accesso agli attingere da fonti finanziarie (come, tra gli altri, FESR, asse III per l’inclusione sociale, o asili nido, alle scuole a tempo pieno, alle ludoteche o ai campi estivi. FNPS) che diano continuità e sostegno alle iniziative del privato sociale, del volontariato Per quanto riguarda l’emergenza abitativa,in molte realtà, i fondi pubblici costituiscono e dei soggetti pubblici coinvolti ai diversi livelli, ma che dispongono di risorse scarse e la maggior parte dei finanziamenti per le case rifugio, ma si tratta di finanziamenti discontinue. diversificati e che si collegano spesso alle politiche pubbliche degli enti locali nel settore degli alloggi, in Italia poco sviluppate e limitate dai vincoli di bilancio. Nonostante questo, 26 27 FARE RETE NON È UNA COSA DA NULLA Quando Diciamo Fare Rete o in riferimento al nostro specifico caso, dei soggetti che partecipano ad un progetto, necessita di un coordinamento tra gli elementi che la compongono, e di una costante relazione tra le parti. Tanti Modi di Fare Rete Lo stato attuale dei servizi rende sempre più evidente la necessità di individuare modalità di integrazione tra servizi pubblici e agenzie pubbliche e private, e di sviluppare, tra i La rete è una metafora che esprime un concetto intuitivo e multidimensionale sia nel nodi di queste potenziali reti, relazioni non competitive ma complementari, in grado di linguaggio comune che nel campo dell’intervento sociale. Parliamo di reti per riferirci a offrire risposte diversificate ai bisogni della comunità. sistemi di circolazione, di comunicazione, di connessione di natura diversa. Il concetto Tuttavia esistono profonde differenze tra queste relazioni, in merito al tipo di contatto di rete si presta ad essere utilizzato per definire l’insieme generico delle relazioni tra che si viene a creare ma soprattutto agli attori coinvolti, al loro ruolo all’interno del soggetti, servizi, attori che operano in una medesima area. sistema. Per quanto riguarda il tipo di rapporto che si viene a stabilire tra due o più La rete, intesa come l’insieme delle relazioni che lega tra loro le parti che compongono enti si possono rilevare un gran numero di tipologie diverse: si va da contatti telefonici una collettività, o un suo particolare ambito, è ormai da tempo affermata e riconosciuta sporadici su temi marginali, a vere e proprie collaborazioni nella gestione del servizio. come una necessità in molti settori della società, dall’informazione all’industria, dal Tra questi due estremi stanno una molteplicità di modi di relazionarsi. È soprattutto commercio ai servizi sociali. Ognuno di questi settori, dunque, può essere rappresentato la multiproblematicità come quella che caratterizza le situazioni di violenza e abuso come un organismo composto da un insieme di attori, sostanzialmente interdipendenti rivolti a donne che pone, più che mai, gli operatori psicosociali di fronte alla difficoltà di tra di loro. In questo organismo il sistema delle comunicazioni assolve alla funzione di offrire interventi ad hoc, realmente efficaci al difuori di una relazione cooperativa e non “sistema nervoso”, ovvero di relazione e di coordinamento tra le parti, necessaria al competitiva con gli altri soggetti della rete. suo corretto funzionamento. Con il procedere del processo di specializzazione della società, e della sua conseguente frammentazione, questo ruolo di raccordo assume un’importanza sempre crescente. Secondo lo stesso principio anche una realtà più piccola, come quella dei servizi sociali, 28 29 Il Lavoro di Rete rete di relazioni, sia all’interno, tra gli attori che appartengono al sistema, sia verso Il “lavoro di rete” non è solo un modo di lavorare, è soprattutto una mentalità, la cui Un importante terreno di sperimentazione della capacità di stare “in rete” ha a che fare caratteristica dominante è quella di essere una prospettiva di pensiero integrata, che è in con il particolare modo di gestire l’informazione, secondo cui ogni servizio costruisce un grado di generare, o incardinare al suo interno, teorie, modelli, tecniche di lavoro di tipo proprio archivio degli interventi rivolti all’utenza, in modo tale che il lavoro di reperimento pluridimensionale. E particolarmente esso porta a superare molte antinomie concettuali di una particolare informazione venga svolto una volta soltanto. Una volta che la notizia che da sempre hanno lacerato – teoricamente e organizzativamente – il social work è stata ottenuta rimane a disposizione per nuovi altri interventi in modo praticamente (pubblico/privato; formale/informale; risorse tecniche/risorse umane; immediato. Questo modo di operare ha a che fare con un discorso di ottimizzazione del servizi specializzati/servizi de-specializzati; operatori professionali/operatori volontari; tempo e delle risorse, e non deve necessariamente essere riferito ad un solo servizio. operatori/utenti ecc. I Vantaggi della Rete A livello sistemico, il termine “rete”, oltre a descrivere l’insieme di rapporti tra persone, 30 l’esterno, ovvero con gli elementi dei servizi sociali e della pubblica amministrazione. viene utilizzato per rappresentare i rapporti che intercorrono tra organizzazioni e sistemi Il modello di rete è una forma di coordinamento adatta in tre specifiche situazioni: sociali del territorio; in questo caso, il termine fa riferimento a modalità operative di innanzitutto le attività che richiedono un know how basato su un tipo di conoscenza lavoro sul territorio che configurano un disegno organizzativo a rete. implicita, tacita o su informazioni difficilmente codificabili e comunicabili attraverso Se la necessità di collaborazione tra gli enti che compongono il variegato mondo relazioni di tipo gerarchico. L’aera dei servizi alla persona ne è un esempio in quanto dei servizi sociali è ormai da tempo assodata da parte degli operatori del settore. l’operatore deve avere le capacità di dare giudizi su situazioni che raramente si replicano Meno scontato è come, per rendere effettiva questa collaborazione all’interno del negli stessi termini. lavoro di rete, sia necessario condividere modelli organizzativi, risorse, tecniche ed Altre attività sono quelle che richiedono una notevole velocità. Le forme di organizzazione esperienze, accelerando il processo di crescita della qualità dei servizi erogati, ma basate sulla rete forniscono la base sia per un più rapido accesso e scambio delle anche le caratteristiche particolari di questo settore che necessita di avvalersi di molte informazioni, sia per una più rapida flessibilità e capacità di cambio in risposta ai collaborazioni in ambiti diversi: sociale assistenziale, sanitario, legale. mutamenti esterni. In tal modo Il modello di rete favorirebbe l’innovazione e dando Il caso specifico dell’insieme dei servizi rivolti alla presa in carico di donne vittima di priorità all’utente (o al cliente). Infine le reti emergono in contesti che promuovono e violenza presenta alcune particolarità che rafforzano ulteriormente la necessità di una richiedono fiducia come le associazioni non profit. 31 I Rischi della Rete parte dei partecipanti un elevato grado di importanza, tale da sopperire alle spinte Alcuni autori hanno elaborato il concetto di “fallimento del volontariato” individuando i diviene vittima di appartenenze plurime perdendo l’impegno degli appartenenti e limiti che le reti possono avere e quindi i rischi verso i quali un’organizzazione basata sul conseguentemente stabilità. Ma l’instabilità può verificarsi anche in seguito alla rottura modello della rete può andare incontro. Una prima osservazione concerne il fatto che della norma della reciprocità allorquando le relazioni sociali non si basano più sul mutuo le reti possano tendere verso una deriva particolaristica ovvero il prevalere di interessi e aiuto ma innescano un processo di ostilità per il quale avviene un danneggiamento identità particolari a scapito della solidarietà verso gli esterni e quindi del “bene comune” reciproco delle persone coinvolte. della società. Tale rischio di esclusività ed emarginazione di gruppi ed individui esterni Infine l’ultimo potenziale limite delle reti concerne l’oppressione normativa ovvero l’uso sulla base di differenti caratteristiche non è però una caratteristica distintiva delle reti in di norme e regole severe di comportamento al fine di garantire l’unità e l’efficienza del generale: infatti, nel caso del volontariato strutturato su rete, questo problema non gruppo. Questo tipo di soluzioni possono portare anch’esse a deficit nei legami interni dovrebbe sussistere in quanto esso richiede esplicitamente il valore della inclusività. dei partecipanti e conseguentemente ad una minore capacità ed efficienza operativa Una considerazione più realistica con l’ambiente del volontariato e della solidarietà riguarda della rete stessa. centrifughe esercitate dalle altre identità dei loro membri. In caso negativo la rete il rischio che diverse associazioni possano avere conflitti generati dalla competizione per l’acquisizione risorse scarse, dal controllo di un certo territorio, dalla competizione di tipo ideologico o ricercati per rafforzare l’identità e la coesione all’interno del gruppo. Altro fattore che può concorrere al fallimento delle reti in termini di una efficiente solidarietà consiste nella mancata trasparenza dell’operato e delle informazioni circolanti al suo interno. Tale fattore, a seconda dei valori e delle norme che orientano le scelte delle diverse reti, può esporre a problemi di corruzione e clientelismo. Dobbiamo poi considerare l’instabilità. Le società occidentali tardo-moderne sono caratterizzate dalla molteplicità delle identità degli individui, per cui ogni gruppo omogeneo può contenere al suo interno forti diversità. L’identità comune di un gruppo può tenere assieme queste differenze presenti se tale identità comune ha ottenuto da 32 33 LE DONNE CHE SI SONO RIVOLTE AL CENTRO ANTIVIOLENZA LA NARA La crescita delle utenti a cavallo tra il 2012 e il 2013 è un dato omogeneo a livello chi sono le donne che nel 2013 hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza? »» l’autoconsapevolezza della donna rispetto al fatto di star subendo una violenza; toscano, che a Prato si rafforza nel corso del 2013 grazie all’apertura degli sportelli nei territori provinciali. Per capire questi dati è necessario ricordare che ai centri antiviolenza non si rivolge un campione casuale di donne che subiscono violenza; scegliere di chiedere aiuto è un passaggio fondamentale che non può prescindere da alcuni fattori fondamentali: »» la conoscenza dell’esistenza del servizio, »» la fiducia in esso. Grazie al progetto “Percorsi di Libertà”, Il territorio pratese è l’unico in Toscana in cui ogni comune ha avuto, almeno per un giorno la settimana, uno sportello di ascolto gestito direttamente dal Centro Antiviolenza La Nara. Il numero di donne che si rivolgono a Le donne seguite dagli sportelli situati in provincia sono state in totale 56. La Nara è in continua crescita: dalle 196 del 2011 alle 276 del 2013: in tre anni si è dunque assistito ad un aumento del 41%. 196 nel 2011, 233 nel 2012, 276 nel 2013 34 196 233 276 2011 2012 2013 35 Il numero di donne residenti in provincia passa 5 Vernio da 41 a 47: l’apertura di punti di attenzione sul territorio ha portato ad un aumento delle donne soprattutto nei comuni di Montemurlo, 3 Cantagallo Un breve identikit delle donne che si rivolgono ai centri Carmignano e Poggio a Caiano. In numero di Più della metà delle donne sono sposate o conviventi (51,2%), mentre quasi un quarto contatti minori si ha invece in Vallata. (23,8%) sono separate o divorziate] La maggior parte delle utenti (58,9%) 24 Gli sportelli del territorio hanno però accolto sono in un’età compresa tra i 30 e i Vaiano anche donne residenti in altre province o 49 anni. • 30 - 49 anni 3 nel capoluogo, che gravitano sul comune in Solo nel 2013, sono stati 184 i • Sposata o convivente questione soprattutto per motivi di lavoro: minori testimoni della violenza • Diplomata e lavora un dato importante, che conferma quanto subita dalle loro madri. l’emersione delle violenza sia collegata anche Nell’ultimo anno sono leggermente alla effettiva presenza di servizi. aumentate le donne casalinghe, a Montemurlo 220 Prato scapito delle occupate. In leggero 11 calo, nonostante il periodo di crisi, anche le donne disoccupate. 10 Poggio a Caiano Carmignano Un dato molto interessante è l’aumento delle donne sotto i 30 anni, che passano da 29 a 44 (percentualmente si passa dal 13,9% al 17,9%). Raddoppiano le studentesse: due chiari segnali dell’importanza delle azioni di sensibilizzazione nelle scuole e, probabilmente, un primo ritorno nell’utilizzo dei social network. LEGENDA: I numeri in cartina rappresentano le donne accolte negli sportelli del territorio, indipendentemente della loro residenza 36 37 Tipi di violenza Il maltrattante categorizzarla. I dati possono darci un’idea, ma non rendono quel complesso intreccio o hanno avuto una relazione intima. Una tendenza perversa: quanto più le donne di maltrattamento in cui la donna vive quotidianamente. stabiliscono o hanno stabilito un legame intimo-affettivo con l’altro, tanto più sono La violenza subita dalle donne è generalmente una violenza multipla: difficile riuscire a Nella maggior parte dei casi le donne subiscono violenza dalla persona con cui hanno passibili di violenza. 63,3 Fisica e psicologica 19,9 Psicologica Molestia sessuale 27,5 Ex partner 14,1 Stalking Violenza sessuale 52,5 Partner 33,6 Economica 0,8 Abuso sessuale in età infantile 0,4 Mobbing 0,4 14,9 Parente 11,7 3,9 Conoscente 1,6 Sconosciuto 0 0 20 40 60 80 ( il totale supera 100 perché la voce è a risposta multipla) 10 20 30 40 50 60 La condizione professionale del maltrattante che vede una netta predominanza degli 38 L’aumento di casi del 2013 è anche un aumento di gravità degli stessi: nel corso del occupati - che insieme ai pensionati raggiungono il 94,8% dei casi – è un chiaro 2013, hanno trovato accoglienza in casa rifugio 10 donne e 15 bambini. Nel 2012 indicatore di come la violenza non sia legata, come spesso erroneamente sostenuto, esattamente la metà: 5 donne e 7 bambini. La maggior parte di queste donne sono al disagio economico: si pensi che rispetto al 2012, nel 2013 i disoccupati sono calati straniere. dall’8,1% al 5,2% 39 La cittadinanza La percentuale di donne straniere accolte dal Centro Lanara ha subito negli ultimi anni alcuni scostamenti: le donne con cittadinanza non italiana erano 33,5% nel 2011, 23,6% nel 2012 e sono di nuovo aumentate nel 2013: nell’ultimo anno esse rappresentano il 29,1% del totale. E’ importante sottolineare che la quasi totalità di queste donne soggiorna regolarmente in Italia: questo dovrebbe interrogarci sulla necessità di raggiungere anche le donne che vivono in clandestinità. EVOLUZIONI POSSIBILI Il progetto Percorsi di Libertà ha portato ad un ulteriore e fondamentale passo avanti nella costruzione di un modello di sostegno alle donne vittime di violenza. Da un lato, la codifica di procedure permetterà di portare l’esperienza di anni di lavoro di rete fuori dalla logica dell’informalità, andando a supplire ai problemi creati dal turn over nelle strutture che partecipano alla rete. Dall’altro l’attività di sensibilizzazione nelle scuole sta portando notevoli risultati: la richiesta di partecipazione dal basso denota un forte 300 250 200 150 196 5 64 100 50 0 127 2011 233 55 178 276 11 77 interesse per il tema, che si riverbera, anche grazie all’uso dei social network, in un Non rilevato maggior numero di accessi da parte delle giovani generazioni. Il Centro Antiviolenza Straniere diventa così una realtà che va ben oltre la propria sede fisica, contagiando i territori e il Italiane web. 188 Come soggetti della rete siamo pronti a rispondere in modo integrato alle domande dei giovani, a interagire con documentazioni e laboratori sul fenomeno della violenza cercando di comprendere i loro linguaggi, in continua trasformazione. E’ essenziale, 2012 2013 Oggetto di un’ulteriore riflessione dovrebbe essere la nazionalità del maltrattante: nel 2013 il numero dei maltrattanti italiani (197, corrispondente al 74,6% di casi per cui si ha questo dato) è stato maggiore rispetto al numero di donne italiane (188, che rappresentano il 70,9% del totale delle risposte valide): quanta violenza esiste nelle in generale, assumere nei confronti dei giovani un atteggiamento di accoglienza e di ascolto, libero da giudizi o pregiudizi. Si tratta di un impegno che richiede tempo, studio e riflessione: per questa ragione sono necessarie risorse nonché l’inserimento in programmi educativi da elaborare in sinergia con le scuole e gli insegnanti affinché posizioni e metodologie diverse di intervento non creino contraddizioni ed attriti. coppie miste? Quante donne straniere sono vittime di soprusi sul lavoro? 40 41 La sperimentazione degli sportelli nei sei Comuni della Provincia, durata un anno, ha rilevato, proprio negli ultimi mesi, un aumento di richieste di aiuto da parte delle donne. Proteggere Questo denota che il servizio offerto necessita di un periodo di rodaggio per acquisire La protezione della donna vittima di violenza e dei propri figli rappresenta la prima visibilità, diffusione e creare quella fiducia professionale che incoraggia le donne a emergenza che operatrici ed operatori devono affrontare. chiedere aiuto. Sarebbe dunque auspicabile poter riattivare gli sportelli anche nei territori La protezione prevede due tipi di intervento fondamentali: che si sono dimostrati meno attrattivi per le diverse cause e criticità che abbiamo ad »» il fronteggiamento della situazione di emergenza; oggi analizzato. »» la protezione a lungo termine in casa rifugio. La riconoscibilità e la fiducia nella rete territoriale, così come una maggior presenza Il lavoro di rete ha portato importanti risposte su entrambi i punti, con due buone pratiche e consapevolezza da parte delle donne, aumentano la possibilità che queste ultime in via di definizione, realizzate all’interno del progetto “Percorsi di Libertà”. decidano di uscire dal silenzio: per far fronte all’aumento di casi registrato, gli strumenti »» Situazione di emergenza: è avvenuto un confronto fra i dirigenti del Comune di Prato e per la buona riuscita di questo percorso hanno bisogno di un significativo potenziamento. il Comune di Firenze per un eventuale sviluppo progettuale riguardante la realizzazione di un servizio di emergenza attivo ventiquattro ore su ventiquattro per i Comuni delle I soggetti della rete hanno interagito nel lavoro di contrasto alla violenza in un accordo 42 due province. formale iniziato fin dal 2007 con un protocollo di interventi integrati promosso dalla »» Protezione a lungo termine: come garantire l’allontanamento delle donne in case commissione Pari opportunità della Provincia di Prato, con rinnovo biennale fino a rifugio extraprovinciali, quando la retta è a carico del Servizio Sociale? Il Comune giugno 2014. di Prato garantirà un fondo dedicato per le donne che dovranno essere trasferite Alla luce di nuove evoluzioni del lavoro di rete e con l’istituzione del Codice Rosa presso in altri territori. Sarà inoltre necessario per il Centro collaborare con i Servizi Sociali l’Ospedale di Prato USL4 – e la stipula di un ulteriore protocollo, fra USL4 e Procura, dei restanti Comuni sulle azioni da mettere in atto, nel caso in cui la donna vittima riteniamo sia necessario, alla scadenza, ridefinire un protocollo unico che comprenda di violenza non risieda nel capoluogo, e per la messa in protezione debba essere tutti i soggetti coinvolti. trasferita in altre città. Su questo punto rimane la richiesta di aprire un confronto a Oltre alla necessità di rinnovare IL PROTOCOLLO, possiamo individuare tre macrodirettrici livello regionale per poter gestire, senza oneri aggiuntivi da parte dei singoli enti, la sulle quali focalizzare l’attenzione. mobilità delle donne tra le case rifugio della Regione Toscana. 43 Non possiamo però dimenticare che mettere una donna in casa rifugio è un intervento “limite” che, di fatto, vincola anche la donna stessa. Ricominciare Perché deve essere sempre la donna ad essere spostata? Oltre alle azioni di empowerment, sono necessarie policies che aiutino la donna vittima Immaginare progetti che prevedano l’allontanamento del maltrattante, oltre ai casi di violenza a ricominciare. previsti dalla legge, costituirà una sfida per i prossimi anni. E’ prioritario ripensare un nuovo welfare, che superi gli attuali confini legati a disagi permanenti: la donna vittima di violenza è un soggetto temporaneamente svantaggiato che tuttavia troppo spesso non rientra nei parametri standard di disagio. Eppure, per ricostruire il proprio percorso di vita, ha bisogno di interventi mirati e tempestivi che le assicurino stabilità lavorativa e abitativa. In questo senso sia l’inserimento in percorsi formativi sia le borse lavoro del Comune di Prato costituiscono una buona pratica da implementare. Per supportare la stabilità abitativa, invece, nell’ambito del progetto sono stati intrapresi accordi, sebbene informali, con realtà locali che si occupano di edilizia, prevedendo percorsi che agevolano le donne nell’accesso ad abitazioni con affitti calmierati. Rimane quindi la necessità di riflettere sui parametri utilizzati per l’assegnazione di alloggi in emergenza e/o per le graduatorie delle case popolari, come sull’utilizzo dell’ISEE per i servizi a domanda individuale, nel caso di donne che stanno intraprendendo percorsi di uscita dalla violenza ma che ancora risultano, ad esempio, coniugate con un maltrattante, il cui reddito e le cui proprietà vengono considerate nella misurazione degli indicatori per accedere ai servizi. 44 45 Coltivare il Futuro Sebbene avessimo sempre considerato la sensibilizzazione nelle scuole un’importante azione di prevenzione, in occasione del progetto Percorsi di Libertà abbiamo avuto la conferma della necessità da parte dei ragazzi e delle ragazze di confrontarsi su questo «I bambini sono vittime di violenza domestica tema così complesso e diffuso. L’esperienza ha assunto in questo contesto maggior anche in quanto testimoni di violenze all’interno della famiglia» significato in quanto sono stati proprio gli studenti e le studentesse a richiedere il nostro (Convenzione di Istanbul) intervento alle loro assemblee. Altrettanto arricchente è stato per noi operatrici che a partire dalle loro riflessioni abbiamo potuto comprenderne i bisogni. Se un uomo è stato testimone di violenza nella propria famiglia di origine è più probabile che sia violento con la sua compagna (il 30% contro il 6%). Se una donna è stata testimone di violenza nella propria famiglia di origine è più probabile che subisca violenze dal partner (il 21% contro il 6%). (Fonte: Istat, La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia, 2007) Gli interventi concreti che il centro offre alle donne vittima di violenza, con figli, sono costituiti principalmente dal sostegno alla genitorialità e dall’accompagnamento in percorsi di consapevolezza rispetto alla necessità di interrompere la violenza subita oltre cha assistita dai figli. Prendersi cura oggi dei 502 minori pratesi, che solo negli ultimi tre anni sono stati testimoni di violenza, significa creare le basi per un futuro migliore. Su questo punto il lavoro di rete è ancora embrionale: è tempo di creare progetti mirati, che tengano insieme l’expertise dei centri antiviolenza, le pratiche e le politiche dei servizi sociali, anche nel caso di minori testimoni di violenza. 46 47 A CHI RIVOLGERSI 113 Polizia - 112 Carabinieri 118 Progetto Codice Rosa Pronto Soccorso In caso di ferite, contusioni o lividi la prima cosa da fare è indirizzare la donna al Pronto Soccorso di un ospedale e invitarla a dichiarare la verità. Presso l’ospedale di Prato è attivo il Polizia Municipale Codice Rosa, un percorso speciale riservato alle vittime di violenza - donne, bambini, anziani, Comune di Prato Comune di Montemurlo Il codice viene assegnato da personale specializzato nel riconoscere segnali non sempre Piazza dei Macelli, 8 - 59100 Prato Via A. Toscanini, 25 – 59013 Montemurlo (PO) evidenti di una violenza subita, anche se non dichiarata; non appena scatta, entra in funzione Tel 0574 077822 – Fax 0574 1836706 Tel 0574 558499 – Fax 0574 558424 una task force, basata su un lavoro di squadra che mette in rete tante competenze diverse - medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, magistratura, forze dell’ordine, associazioni, [email protected] Comuni della Val di Bisenzio centri antiviolenza - per fare un’azione coordinata a tutela e sostegno delle vittime. Comune di Carmignano (Vaiano,Vernio,Cantagallo) Piazza Matteotti, 4 – 59015 Carmignano (PO) Piazza del Comune, 2 - 59021 Vaiano (PO) Tel 055 8712279 Tel 0574 942432 – Fax 0574 942404 1522 - Numero Telefonico Unico “Antiviolenza Donna” [email protected] Piazza del Comune, 20 È il numero verde nazionale del Ministero delle Pari Opportunità attivo 24 ore su 24, 365 Comune di Poggio a Caiano 59024 S. Quirico di Vernio (PO) giorni l’anno. È un servizio di accoglienza telefonica (in più lingue: italiano, inglese, francese, Via Soffici, 52 – 59016 Poggio a Caiano (PO) Tel 0574 931031 – Fax 0574 930732 spagnolo, russo e arabo), gestito da personale esclusivamente femminile e specificatamente formato che, nel pieno anonimato, fornisce ascolto, assistenza, informazioni utili ed Tel 055 8796611 – Fax 055 877299 48 immigrati, vittime di omofobia - a cui è dedicata una stanza apposita del pronto soccorso. [email protected] Ufficio Mobile di Cantagallo (PO) accompagnamento verso le strutture pubbliche e private presenti sul territorio di residenza, caiano.po.it Tel 0574 942432 – Fax 0574 942404 in raccordo diretto con i servizi di emergenza delle forze dell’ordine e della sanità. 49 0574 34472 Centro Antiviolenza La Nara Le donne possono rivolgersi al Centro gratuitamente per: Presidi di Distretto USL4 di Prato Servizi Sanitari e Sociali di Base Sede Distrettuale Prato Centro Sede Distrettuale di Montemurlo »» informazioni Via Roma, 101 - 59100 Prato Via Lippi, 3 - 59013 Montemurlo (PO) »» ascolto telefonico Tel 0574 1835404 – Fax 0574 1837403 Tel 0574 652659 – Fax 0574 653341 »» sostegno nel percorso di uscita dalla violenza Sede Distrettuale Prato Ovest Sede Distrettuale di Poggio a Caiano »» informativa sulla rete dei servizi del territorio Via Clementi, 22 - 59100 Prato (San Paolo) Via Giotto, 1 - 59016 Poggio a Caiano (PO) »» formazione e sensibilizzazione Tel 0574 805999 – Fax 0574 805952 Tel 055 8779959-877522 Fax 055 8778436 Sede Distrettuale Prato Nord Sede Distrettuale di Vaiano Via Giubilei, 16/18 - 59100 Prato Via Val di Bisenzio, 205/D - 59021 Vaiano (PO) »» accoglienza in casa rifugio per la messa in protezione di donne e bambini/e Tel 0574 807628 – Fax 0574 807604 Tel 0574 946128-942467 Fax 0574 946151 SEDE CENTRALE Sede Distrettuale Prato Sud Sede Distrettuale di Vernio Via Verdi, 13 – 59100 Prato (PO) Via Roma, 427 - 59000 Prato Via di Bisenzio, 80 - 59024 Vernio (PO) Tel 0574 805836 – Fax 0574 805837 Tel 0574 950011/0574 931314 »» consulenze legali, affiancamento nell’iter processuale »» consulenza lavoro »» centro documentazione (aperto al pubblico il martedì dalle 15.00 alle 18.00 e il venerdì dalle 09.00 alle 12.00) Orario: Lunedì/Giovedì 9.00-13.00 / 15.00-18.00 Venerdì9.00 / 13.00 Fax 0574 950011 Sede Distrettuale di Carmignano Via Redi, 17 - 59015 Carmignano (PO) Tel 055 8712140-8711436 Fax 055 8712547 50 51 Consultori Familiari Presso i Consultori Familiari è possibile ottenere informazioni riguardo a: gravidanza, nascita, allattamento, contraccezione e interruzione volontaria di gravidanza Sede principale Presso il presidio distrettuale Via Roma, 427 - 59100 Prato Prato Ovest Tel 0574 805939 Via Muzio Clementi, 24 - 59100 Prato [email protected] Tel 0574 805962 - [email protected] Consultorio Giovani Le ragazze ed i ragazzi possono rivolgersi ai professionisti - ginecologo, ostetrica, psicologo e assistente sociale - del Consultorio Giovani, in modo assolutamente libero (senza prenotazioni), gratuito, riservato, da sole/i o accompagnate/i, per parlare di sessualità, contraccezione, affettività e relazioni con gli altri, e per ricevere informazioni su malattie sessualmente trasmissibili, conoscenza del proprio corpo, abusi. PRESSO IL PRESIDIO DISTRETTUALE PRATO OVEST Via Muzio Clementi, 24 - 59100 Prato Tel 0574 805962 - [email protected] 52