Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura Presentazione La difesa delle colture è un argomento di fondamentale importanza per l’agricoltura moderna, con risvolti rilevanti anche per l’ambiente. Con questo opuscolo divulgativo si è cercato di fornire un agile strumento di consultazione nel quale trovare le informazioni essenziali sul corretto utilizzo dei prodotti fitosanitari. Attraverso l’impiego di tavole illustrate, si è cercato di rendere il manuale di facile ed immediata lettura a tutti gli operatori del mondo agricolo. L’agricoltura del nostro territorio, realizzata prevalentemente con modalità convenzionali, non può prescindere dall’utilizzo dei prodotti fitosanitari che devono però essere impiegati nel rispetto delle norme vigenti, finalizzate a minimizzare i rischi legati all’ambiente, alla sicurezza alimentare e alla salute degli operatori. La sua consultazione è indirizzata a tutti coloro - imprenditori agricoli, tecnici e operatori del settore agricolo - che nel corso della loro attività professionale devono affrontare i temi relativi alla difesa delle piante e all’utilizzo dei mezzi tecnici di difesa necessari a tale scopo. Gianluca Pinotti Assessore Agricoltura, Ambiente, Caccia e Pesca 1 2 Indice 1 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 La difesa Il perché della difesa delle colture I perché di un’agricoltura sostenibile L’agricoltura convenzionale La produzione integrata L’agricoltura biologica I metodi di difesa pag. 5 pag. 5 pag. 6 pag. 6 pag. 6 pag. 7 2 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 2.9 2.10 2.11 2.12 I Prodotti Fitosanitari Le caratteristiche chimiche e funzionali Lo spettro d’azione e la selettività Le categorie dei Prodotti Fitosanitari Modalità di azione Le classi tossicologiche e l’etichetta I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) Gli aspetti legislativi dell’uso Le responsabilità e gli obblighi La scheda di sicurezza Gli obblighi derivanti dalla condizionalità I locali per la conservazione Le norme igienico-sanitarie pag. 11 pag. 11 pag. 12 pag. 12 pag. 13 pag. 14 pag. 18 pag. 19 pag. 19 pag. 25 pag. 26 pag. 26 pag. 28 3 3.1 3.2 3.3 Le attrezzature per la difesa delle colture Le caratteristiche tecnico-funzionali Le modalità di impiego e i criteri di scelta La taratura e la manutenzione pag. 29 pag. 29 pag. 30 pag. 33 4 4.1 4.2 4.3 Le buone pratiche Alcune avvertenze importanti Prodotti Fitosanitari: l’ambiente e la salute I Centri antiveleni in Lombardia pag. 36 pag. 36 pag. 37 pag. 37 Le regole da rispettare pag. 38 Come si legge l’etichetta dei Prodotti Fitosanitari Bibliografia Glossario Indirizzi utili pag. 41 pag. 42 pag. 43 pag. 47 3 4 1 La difesa 1.1 Il perché della difesa delle colture L'agricoltura spesso non riesce a prescindere dall'utilizzo di Prodotti Fitosanitari (in seguito PF) per la difesa delle colture. Questo però deve avvenire nel rispetto delle regole per contenere gli effetti negativi sull'uomo, sugli animali e in generale su tutti gli organismi che contribuiscono alla biodiversità ed al mantenimento di un equilibrio biologico nei campi. 1.2 I perché di un'agricoltura sostenibile L'agricoltura è la prima amica dell'ambiente, perché contribuisce alla salvaguardia di risorse naturali fondamentali e limitate, come il suolo e l'acqua. Ciò avviene attraverso metodi di lavorazione e di difesa delle colture a basso impatto (agricoltura conservativa, produzione integrata, agricoltura biologica). Il bravo imprenditore agricolo è pertanto colui che persegue un equilibrio economico fra costi e ricavi, riducendo al minimo non soltanto gli eccessi di fertilizzanti, ma anche l'utilizzo di PF e di lavorazioni, con l'obiettivo di prodotti sani e apprezzati dai consumatori. L'agricoltura sostenibile è una forma di coltivazione che cerca di ridurre il più possibile gli impatti ambientali e si traduce nell'utilizzo di tecniche agricole in grado di rispettare l'ambiente e la biodiversità. Un utilizzo consapevole di PF mira a ridurre le quantità di materiale distribuito, contribuendo a contenere i residui chimici sul prodotto finale che, in una valutazione igienico-sanitaria, hanno un peso rilevante. E' noto che alla qualità dei prodotti agroalimentari concorrono anche altri fattori: la varietà botanica, la pezzatura e il contenuto zuccherino per quanto riguarda i prodotti ortofrutticoli; il contenuto in proteine, grassi o zuccheri per quanto riguarda le produzioni cerealicole o industriali. Una buona qualità delle acque, del suolo, dell'aria contribuiscono a produzioni eccellenti (a questo scopo anche la conoscenza delle condizioni climatiche può diventare una preziosa risorsa). Parlando di lotta guidata, si capirà anche l'importanza dell'agro-meteorologia a supporto di un'agricoltura moderna. Le previsioni meteorologiche di breve e medio periodo (da uno a cinque giorni) sono diventate uno strumento utilissimo nella programmazione dei lavori agricoli (irrigazioni, raccolte e semine, trattamenti, diserbi, taglio di fieni, spandimento di liquami, ecc.). La conoscenza delle caratteristiche dell'ambiente di coltivazione (temperatura, umidità e precipitazioni) permette di prevedere lo sviluppo di muffe, funghi e insetti dannosi e di attivarsi per evitarne i danni. 5 Purtroppo, poiché non sempre è possibile evitare l'utilizzo di PF, è necessario porre la massima attenzione al loro impiego nel rispetto delle regole date dalla U.E. e dal nostro Paese. 1.3 L'agricoltura convenzionale L'agricoltura convenzionale è quella che viene condotta ricorrendo al prodotto chimico ogni volta che si riscontra un problema parassitario. Il prodotto può essere utilizzato secondo modalità diverse, ma è quasi esclusivamente l'unica arma utilizzata nella difesa delle proprie colture. 1.4 La produzione integrata L'evoluzione nella difesa delle colture si chiama produzione integrata. La coltivazione viene affrontata e gestita in modo da minimizzare l'impatto chimico. Diverse sono le decisioni manageriali importanti: la scelta varietale, l'epoca e le modalità di semina o di impianto, le lavorazioni del terreno, le rotazioni colturali, le concimazioni, il controllo delle infestanti, la potatura, l'irrigazione. L'obiettivo consiste nell'ottimizzare quantità e qualità delle produzioni agricole nel pieno rispetto del lavoro e della redditività dell'azienda, dell'ambiente e della salute umana. 1.5 L'agricoltura biologica L'agricoltura biologica è un metodo di coltivazione che ammette solo l'impiego di sostanze presenti in natura, escludendo l'utilizzo di concimi, diserbanti e insetticidi di sintesi chimica. Essa si basa sulla conservazione della naturale fertilità del suolo e punta a mantenere e ricostruire la biodiversità dell'agro-ecosistema, rifiutando l'utilizzo di organismi geneticamente modificati. Si usano esclusivamente i PF specificatamente ammessi dalla normativa comunitaria (Reg. Cee 2092/91,1804/99 e s.m.i.). Nella pratica biologica sono centrali gli aspetti agronomici: la fertilità del terreno, che viene salvaguardata mediante l'utilizzo di fertilizzanti organici, le rotazioni colturali e le lavorazioni, che devono aver cura non solo della performance produttiva immediata, ma anche della struttura del suolo. La lotta alle avversità delle piante è consentita solamente con preparati di origine vegetale, minerale e animale, non di sintesi chimica (tranne alcuni prodotti considerati "tradizionali"), privilegiando la lotta biologica ed il mantenimento dei competitori naturali. 6 1.6 I metodi di difesa Di seguito vengono descritti i principali approcci alla difesa delle colture. Nella pratica agricola, accade che essi già naturalmente si integrino e che, ad esempio, un parassita venga trattato a calendario, mentre altri siano oggetto di difesa integrata. Lotta a calendario Lotta guidata Metodologie di difesa Lotta biologica Lotta integrata Lotta chimica semplice (a calendario), prevede l'utilizzo di prodotti fitosanitari (PF) secondo uno schema fisso prestabilito La lotta a calendario è basata unicamente sull'utilizzo di PF in una determinata fase fenologica della coltura, indipendentemente dalla presenza effettiva del parassita da combattere. In questo caso, l'agricoltore tratta la coltura, facendo riferimento esclusivamente alle caratteristiche del prodotto (sistemico, a largo spettro,…), prevedendo la sequenza degli interventi anche in funzione della persistenza del PF. Le conseguenze negative sono numerose e si possono così riassumere: ! molti insetti fitofagi (oltre 400) sono diventati resistenti ai PF impiegati; ! alcune specie fitofaghe di secondaria importanza sono diventate improvvisamente dannose per la mancanza di predatori conseguente alla rottura degli equilibri biologici; ! impoverimento e scomparsa di numerose specie utili presenti nelle coltivazioni più intensamente trattate; ! moria di insetti pronubi (impollinatori), in particolare le api; ! aumento dei casi di intossicazione da PF per gli utilizzatori, dei rischi igienico sanitari per la salute pubblica e dei pericoli d'inquinamento ambientale; ! rilevante aumento delle spese aziendali e dei costi sociali della difesa fitosanitaria. 7 Lotta chimica guidata, prevede l'utilizzo di PF al superamento di una soglia di tolleranza. Si utilizzano servizi di avvertimento e bollettini informativi. I PF sono scelti tenendo conto degli effetti secondari e della tossicità per l'uomo. Tale metodo fa ancora ricorso solo ai PF per la lotta ai parassiti dei vegetali, ma secondo un criterio di maggiore razionalità. Si cercano tutte le informazioni che possono essere utili nella lotta: trappole a feromoni o cromotropiche per il monitoraggio degli insetti, informazioni meteorologiche per valutare l'incidenza delle malattie fungine. In questo modo si limita l'utilizzo del prodotto chimico allo stretto indispensabile, riservandolo alle situazioni in cui la probabilità dell'attacco è più alta. In quest'ottica, si è certi di non fare spese inutili: si interviene al superamento della soglia economica. Il costo del trattamento, infatti, è inferiore al valore economico della perdita di produzione che si avrebbe se non si trattasse la coltura. Le trappole sono uno strumento utile per razionalizzare la difesa antiparassitaria. Esse vengono usate come mezzi di monitoraggio per stimare la densità di popolazione degli insetti dannosi e per individuare i momenti nei quali intervenire efficacemente con trattamenti insetticidi. Solo per alcune specie in determinate condizioni, le trappole diventano un metodo di lotta perché, con la cattura massiva, riducono le popolazioni. Questo si può verificare ad esempio per le Tignole delle derrate alimentari immagazzinate, per i Rodilegno e per alcuni Lepidotteri di interesse forestale. T. a feromoni: attirano il maschio con la sostanza odorosa emessa dalle femmine (attrattivo sessuale). T. cromotropiche: una superficie colorata e adesiva attrae e cattura gli insetti che ci “sbattono” contro e restano imprigionati (colore giallo utilizzato per afidi, aleurodidi e la diabrotica, colore blu per i tripidi). Nel caso del diserbo, bisogna tenere ben presente che l'obiettivo da perseguire non è quello di avere una coltivazione completamente priva di malerbe, ma di fare in modo che il loro grado di infestazione non superi quella che viene definita "soglia di tolleranza", cioè quel livello oltre il quale si determina un danno economico per la coltura praticata. 8 La Lotta biologica prevede l'utilizzo di mezzi biologici, biotecnici, metodi colturali e varietà resistenti, mentre esclude l'impiego di prodotti chimici di sintesi. L'idea di trarre beneficio dall'antagonismo delle diverse specie nella lotta contro i fitofagi e i patogeni nemici delle piante è alla base della lotta biologica (letteralmente “lotta fatta usando organismi vivi”). La realizzazione di questo metodo, che a prima vista sembrerebbe semplice, presenta numerose difficoltà, in quanto coinvolge le interazioni tra le specie animali e vegetali. La lotta biologica rappresenta, perciò, uno strumento della produzione integrata e dell'agricoltura biologica. Consiste nell'uso di antagonisti naturali per contenere le popolazioni degli organismi dannosi. Questi possono essere naturalmente presenti sulla coltura e allora vanno salvaguardati, oppure esservi immessi artificialmente provenienti da allevamenti specializzati (biofabbriche). La Chrysoperla carnea (crisopa) è, insieme alla coccinella, il simbolo della lotta biologica. È un predatore di afidi molto attivo, allo stato di larva. Questa è la differenza più evidente tra crisopa e coccinella: la coccinella è predatore anche da adulto, mentre la crisopa solo da larva. Da diversi anni la crisopa è sul mercato, viene prodotta nelle biofabbriche e utilizzata in coltura protetta per la lotta agli afidi. La Lotta integrata prevede l'utilizzo integrato di diversi mezzi biologici, biotecnici e metodi colturali. Gli interventi chimici si effettuano al superamento della soglia di tolleranza, con prodotti rispettosi degli ausiliari. Nella lotta integrata, all'utilizzo razionale del prodotto chimico (lotta guidata), si abbina anche la valutazione di alcune altre condizioni relative alla coltivazione. In particolare: ! lo stato nutrizionale e la relativa concimazione; ! lo stato idrico e lo stress che le colture manifestano; 9 ! la presenza o meno di fattori naturali di controllo (soprattutto nella lotta agli insetti); ! l'utilizzo di mezzi alternativi alla chimica, come ad esempio l'acquisto e la distribu- zione di predatori o parassitoidi naturali, con l'avvertenza di non utilizzare prodotti tossici nei loro confronti; ! mezzi meccanici possono coadiuvare la difesa, in particolare contro le erbe infestanti. In quest'ottica, anche il diserbo chimico va integrato con appropriate tecniche agronomiche (diserbo meccanico tra le file, falsa semina, pacciamatura, ecc.), attraverso modalità di applicazione dei formulati (diserbo localizzato sulla fila, utilizzazione di prodotti a bassa persistenza e nella fase di post-emergenza delle infestanti, ecc.). Tali tecniche, unitamente all'introduzione di nuove molecole ad azione erbicida dotate di maggiore selettività e bassa persistenza, possono contribuire sia a ridurre l'impatto ambientale, sia a ridurre la spesa per PF. I vantaggi della lotta integrata, pertanto, si possono così riassumere: ! per l'ambiente: meno prodotti, meno residui; ! per gli operatori: condizioni di lavoro migliori, grazie alla minor quantità di sostanze tossiche distribuite, meno rischi di intossicazione; ! per i consumatori: prodotti più salubri sulle loro tavole, perché meno trattati; ! per l’imprenditore: contenimento dei costi. Un esempio, che è ormai realtà nella coltivazione del pomodoro, è l'utilizzo di un modello previsionale per la lotta alle malattie fungine (peronospora e alternaria). Attraverso capannine meteorologiche si registrano i dati di temperatura, umidità dell'aria e piovosità. Questi vengono elaborati secondo un algoritmo (una particolare funzione matematica che correla questi parametri) che produce l'indice IPI (Indice Probabilità di Infezione). Successivamente, all'indice IPI viene abbinata la lettura delle spore dei funghi presenti nell'aria. L'abbinamento tra questo indice, che esprime le condizioni favorevoli per un probabile attacco e la presenza di spore nell'aria, offre un quadro preciso rispetto alla necessità o meno di intervenire. Questa informazione può essere poi messa a disposizione degli interessati tramite una segreteria telefonica o un sito internet. 10 2 I Prodotti Fitosanitari 2.1 Le caratteristiche chimiche e funzionali Il decreto legislativo n. 290/01 è il testo di riferimento per l'attuale classificazione. Il termine Prodotto Fitosanitario (PF) introdotto da esso, si applica sia agli ex “presidi sanitari”, altrimenti detti fitofarmaci, agrofarmaci, pesticidi o antiparassitari destinati alle colture agrarie, sia agli ex “presidi medico-chirurgici” destinati al trattamento di piante ornamentali, da appartamento e da giardino e di fiori da balcone, ora definiti “PF per piante ornamentali” (PPO). L'uso dei PF è legato alle seguenti finalità: ! proteggere i vegetali o i prodotti vegetali dagli organismi dannosi o prevenirne gli effetti negativi; ! favorire o regolare il metabolismo dei vegetali; ! conservare i prodotti vegetali, con esclusione dei conservanti appositamente disciplinati; ! eliminare le piante infestanti e indesiderate dalle colture; ! controllare l'accrescimento dei vegetali ed eliminarne alcuni porzioni indesiderate. Il PF è caratterizzato da tre componenti: la sostanza attiva, (in passato detto ”principio attivo”), i coadiuvanti e i coformulanti; PRINCIPI ATTIVI + COADIUVANTI + COFORMULANTI PRODOTTO FITOSANITARIO Questi, mescolati, vanno a costituire il formulato commerciale che può essere acquistato e distribuito sulle coltivazioni. La sostanza attiva è una molecola chimica, o un microrganismo (compreso un virus), 11 che possiede un'attività nei confronti degli organismi nocivi o dei vegetali. Essa è la parte del prodotto che agisce contro il parassita. Per preparati si intendono i formulati commerciali che contengono: ! una o più sostanze attive, con attività complementare; ! uno o più coadiuvanti. Si chiama coadiuvante il prodotto che aumenta l'efficacia della sostanza attiva, migliorandone la distribuzione sui tessuti vegetali e la penetrazione e circolazione in essi (si tratta di molecole chimiche o naturali che hanno funzioni diverse: solventi, sospensivanti, emulsionanti, bagnanti, adesivanti, antideriva, antievaporanti e antischiuma); ! uno o più coformulanti, sostanze inerti che servono a ridurre la concentrazione della sostanza attiva per permetterne una più agevole manipolazione e distribuzione. 2.2 Lo spettro d'azione e la selettività Si dice spettro di azione l'insieme delle avversità controllate da un PF. Un prodotto insetticida, ad esempio, può controllare afidi, larve di lepidotteri e mosche: in questo caso è un PF a largo spettro d'azione perché colpisce indiscriminatamente tutti gli insetti, anche quelli utili o i pronubi (impollinatori). I prodotti selettivi, invece sono normalmente più specifici (ad esempio sono efficaci o contro gli afidi o contro i lepidotteri), e salvaguardano gli altri, gli ausiliari e gli altri esseri viventi importanti negli equilibri biologici degli agro-ecosistemi. La selettività di un PF può essere di due tipi: ! fisiologica, come quella di Bacillus thuringiensis, che agisce nell'intestino dei lepidotteri dove c’è un pH tale da attivare la tossina insetticida. ! di posizione o temporale, l'insetto si salva perchè è protetto in uno stadio non ricettivo (pupa o crisalide) quando viene distribuito il trattamento. 2.3 Le categorie dei Prodotti Fitosanitari I PF vengono suddivisi anche in base al bersaglio della loro azione, pertanto essi possono essere: ! anticrittogamici o fungicidi, impiegati per la lotta alle malattie provocate da funghi (es. oidio, peronospora); ! insetticidi, prodotti attivi contro gli insetti (afidi, bruchi, insetti terricoli); rientrano in questa categoria anche i geodisinfestanti; ! acaricidi, efficaci nella lotta contro gli acari (ragnetto rosso); ! molluschicidi o limacidi, utilizzati per la lotta contro le lumache senza guscio (limacce) e quelle con il guscio (chiocciole); 12 ! nematocidi, prodotti utili per la lotta ai nematodi; ! rodenticidi, utilizzati nella lotta attiva contro i roditori (topi, ratti, arvicole); ! battericidi, sostanze attive contro i batteri (antibiotici); nessun prodotto battericida è registrato in Italia, si usano alcune sostanze attive con funzione batterio - statica; ! diserbanti o erbicidi, prodotti utili per controllare le erbe infestanti, in aree agricole e non; ! fitoregolatori, prodotti di sintesi, a base ormonale, che influenzano o interferiscono con alcuni processi fisiologici dei vegetali; ! repellenti, sono prodotti in grado di tenere lontani gli animali (es. selvaggina o insetti) dalle piante da proteggere; ! modificatori del comportamento, sono prodotti che puntano ad alterare il comportamento degli insetti (attrattivi sessuali, feromoni di disorientamento e per cattura massale). 2.4 Modalità di azione In relazione alla modalità di azione i PF si suddividono in: ! PF di copertura: il prodotto si deposita sulla superficie del vegetale, ma non penetra nei tessuti e non entra nel circolo linfatico; non protegge la vegetazione che si sviluppa dopo l'esecuzione del trattamento; ! PF citotropici e PF translaminari: penetrano nei tessuti, nei primissimi strati di cellule (citotropici) o riescono ad arrivare anche alla lamina fogliare opposta (translaminari) e sviluppano un’azione protettiva locale; ! PF sistemici: si muovono nella pianta attraverso il sistema linfatico ascendente e/o discendente, proteggendola completamente. Si riportano di seguito le principali modalità di azione dei PF maggiormente usati in agricoltura. Fungicidi Questi prodotti possono avere diverse modalità d'azione: ! azione preventiva: previene l'attacco parassitario impedendo la germinazione di spore. Sono in generale prodotti di copertura; ! azione curativa: consente di combattere la malattia durante il periodo di incubazione della stessa (essenzialmente nei primi giorni), arrestandone il processo di sviluppo ed evitando la comparsa dei sintomi. Sono prodotti prevalentemente citotropici o sistemici; ! azione eradicante: blocca la malattia fungina nei primi stadi di sviluppo. Sono prodotti con buona capacità di penetrazione nella pianta (sistemico o citotropico). 13 Insetticidi, acaricidi, molluschicidi, rodenticidi Questi prodotti possono agire in diversi modi: ! azione per contatto: si esplica sia per contatto diretto sui fitofagi al momento del trattamento, sia per contatto fra la superficie vegetale trattata e il corpo dei medesimi. I prodotti che agiscono in questo modo sono relativamente selettivi nei confronti degli organismi utili; ! azione per ingestione: causa la morte dei fitofagi per ingestione di parti di vegetali contenenti una sufficiente quantità di prodotto distribuito con il trattamento. Nella maggior parte dei casi sono selettivi nei confronti degli organismi utili; ! azione per asfissia: provoca la morte dei fitofagi bloccando gli scambi gassosi con l'esterno attraverso le vie respiratorie. Non sono selettivi nei confronti degli organismi utili. Diserbanti In base alla loro azione, possono essere così suddivisi: ! di contatto, quando agiscono prevalentemente disseccando le parti verdi delle piante infestanti irrorate; ! di traslocazione, quando svolgono la loro azione all'interno della pianta entrando nel circolo linfatico. L'assorbimento può avvenire attraverso le foglie o le radici; ! residuale o antigerminello, quando applicati al terreno (solitamente in presemina o pretrapianto) si distribuiscono nello strato superficiale dove persistono per un tempo più o meno lungo. L'azione diserbante viene svolta per assorbimento della sostanza chimica da parte dei semi in germinazione e dalle radici delle giovani plantule. Talvolta il loro effetto “residuale” può causare danni alle colture successive. 2.5 Le classi tossicologiche e l'etichetta La tossicità di un PF è valutata attraverso la: ! tossicità acuta, espressa come DL50 (Dose Letale 50 - cfr. glossario) per preparati solidi e liquidi e come CL 50 (Concentrazione Letale 50 - cfr. glossario) per preparati gassosi, fumiganti e aerosol. Gli effetti dannosi di una sostanza tossica possono comparire in maniera acuta, e cioè a distanza di poco tempo, al massimo 24 ore dall'assorbimento. ! tossicità cronica che descrive una caratteristica più difficilmente misurabile perché funzione del livello di rischio per l'operatore, per il consumatore e l'ambiente. In questa valutazione c'è una dimensione di soggettività molto elevata. Ogni individuo reagisce in modo diverso e difficilmente prevedibile ad una contaminazione anche minimale, i cui effetti possono manifestarsi dopo diversi anni dalla penetrazione nell'organismo. 14 PER QUESTO LE PRECAUZIONI NON SONO MAI ABBASTANZA! Le modalità di intossicazione sono varie. L'assorbimento può avvenire infatti attraverso la pelle, le vie respiratorie, la bocca e l'apparato digerente. ! L'assorbimento cutaneo, cioè attraverso la pelle, è la causa più frequente di intossicazione professionale. Il contatto può essere diretto o avvenire anche attraverso gli abiti da lavoro sporchi e attraverso la pelle intatta (priva di ferite); ! L'assorbimento per inalazione, cioè attraverso l'apparato respiratorio, avviene in maniera diversa, a seconda che i PF utilizzati siano aerosol, polveri o gas; ! L'assorbimento per via orale (bocca e apparato digerente), rappresenta una via di penetrazione secondaria, ma talora sottovalutata quando, durante la manipolazione si sporcano le mani con cui si possono contaminare il cibo o altri oggetti (comprese le sigarette) che si portano alla bocca. 15 In base alla tossicità acuta i prodotti fitosanitari vengono così classificati: prodotti molto tossici identificati con la lettera T+, con l'immagine di un teschio sovrapposto a due tibie incrociate su sfondo giallo-arancio (erano i prodotti della ex 1a classe tossicologica); prodotti “tossici” identificati con la lettera T e con l'immagine di un teschio sovrapposto a due tibie incrociate su sfondo giallo-arancio (appartenevano alla ex 1a classe tossicologica); prodotti “nocivi” identificati con la lettera Xn e con la croce di Sant'Andrea su fondo giallo-arancio (appartenevano alla ex 2 a classe tossicologica); comprendono i prodotti fitosanitari che possono provocare gravi intossicazione per l'uomo in seguito ad assorbimento per qualsiasi via. 16 prodotti non classificati: prodotti “irritanti” identificati con la lettera Xi e la croce di Sant'Andrea su fondo gialloarancio (appartenevano alla ex 3a e a 4 classe tossicologica); prodotti non classificati e non identificati con simboli o lettere contraddistinti dalla dicitura “Attenzione: manipolarea cona prudenza” (appartenevano alla ex 3 e 4 classe tossicologica). I prodotti fitosanitari devono essere impiegati esclusivamente per la cura delle piante, secondo quanto riportato in etichetta; non vanno assolutamente utilizzati per altri scopi. 17 Esistono anche dei prodotti destinati alla protezione delle piante ornamentali, dei fiori da balcone, delle piante da appartamento e da giardino. Sono i Prodotti Fitosanitari per piante ornamentali (PPO). Sono in vendita in esercizi commerciali comuni e destinati ad un largo pubblico. Tuttavia il loro impiego è limitato alle piante ornamentali in ambito domestico. Ciò non ne diminuisce la pericolosità, spesso si tratta di sostanze attive che vanno manipolate con molta prudenza, mentre la vendita al supermercato rischia di farle percepire come sostanze banali e non pericolose. È assolutamente necessario che anche in questi casi si proceda all'utilizzo dopo aver consultato con attenzione le istruzioni per l'uso, allo scopo di evitare gravi intossicazioni. 2.6 I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) L'uso di DPI è uno dei capisaldi per la difesa della salute degli operatori che manipolano e distribuiscono PF. I DPI consigliati per la preparazione della miscela con Prodotti Fitosanitari sono: tuta a due pezzi in materiale plastico, guanti lunghi, stivali, maschera a facciale completo, filtro A2P2. I DPI consigliati per la distribuzione della miscela contenente Prodotti Fitosanitari sono: tuta intera in tyvek, guanti lunghi, stivali, casco o trattrice con cabina chiusa, filtro A2P2. 18 I filtri maggiormente utilizzati sono i seguenti: A MARRONE Gas e vapori organici B GRIGIO Gas e vapori inorganici E GIALLO Anidride solforosa K VERDE Ammoniaca e derivati BIANCO Polveri A1 P2 MARRONE-BIANCO Aerosol e polveri La protezione può essere per ciascuno di essi, bassa, media o alta. Dopo l'utilizzo è necessario provvedere alla pulizia personale e dei DPI. 2.7 Gli aspetti legislativi dell'uso Ogni PF per essere commercializzato necessita di un'autorizzazione del Ministero del Lavoro, della Salute delle Politiche Sociali sulla base della periodica revisione della UE che valuta le singole sostanze attive proposte dalle ditte produttrici. 2.8 Le responsabilità e gli obblighi Il bravo imprenditore agricolo sa che è necessaria una formazione continua sul corretto utilizzo dei PF, che non si esaurisce con la preparazione all'esame per conseguire l'autorizzazione all'acquisto, al trasporto, alla conservazione e all'utilizzo dei PF molto tossici, tossici e nocivi (il patentino). Il patentino non è necessario per l'acquisto e l'uso dei prodotti Irritanti. Viene rilasciato dalla Provincia di residenza, ha validità di cinque anni dalla data di emissione e si consegue dopo aver superato un esame. Attualmente è obbligatorio aver partecipato ad un corso di formazione prima di accedere all'esame; sono esentati dal corso i diplomati e i laureati in materie agrarie. Il rinnovo dell'autorizzazione non è automatico. Alla scadenza, l'autorizzazione deve essere rinnovata con le stesse modalità previste per il primo rilascio: frequentare un corso di aggiornamento e sottoporsi ad una nuova valutazione di idoneità (esame). I PF devono essere acquistati solo da rivenditori autorizzati. Il titolare del patentino è sempre responsabile dell'acquisto e dell'uso dei PF. L'autorizzazione all'acquisto è strettamente personale; il documento non può essere lasciato in giacenza presso il rivenditore o affidato ad altri. Chi acquista un PF è direttamente responsabile di tutto ciò che può capitare dal momento della presa in consegna: durante il trasporto, nella conservazione e nel corso dell'utilizzo. È assolutamente vietato cedere ad altri PF classificati “molto tossici”, “tossici” e“nocivi”. 19 L'art. 42 del DPR n. 290/01 prescrive che gli acquirenti e gli utilizzatori di prodotti fitosanitari e di coadiuvanti debbano conservare, presso l'azienda, un registro dei trattamenti nel quale annotare ogni intervento eseguito sulle colture, specificando la dose utilizzata, il bersaglio del trattamento e la superficie trattata. I trattamenti effettuati devono essere annotati sul registro immediatamente, non oltre trenta giorni dall'utilizzo. Inoltre, è necessario conservare per almeno un anno, le fatture di acquisto di tutti i prodotti fitosanitari, nonché la copia dei moduli di acquisto dei prodotti fitosanitari classificati “molto tossici”, “tossici” e “nocivi”. Il registro dei trattamenti è obbligatorio dal 1° gennaio 2003. Le schede relative a ciascun anno dovranno essere conservate per i tre anni successivi a quello di compilazione. 20 Nel caso in cui l'agricoltore si avvalga di un contoterzista, esso dovrà comparire sul registro, pur restando al titolare dell'azienda l'obbligo di compilare il registro. Il contoterzista potrà annotare direttamente i trattamenti nel caso in cui sia in possesso di una delega scritta del titolare, che va allegata al registro stesso. È necessaria la delega anche nel caso in cui il prodotto non sia acquistato dal titolare, questi deve essere delegato direttamente, e la delega va conservata con il registro. 21 Sul registro devono essere annotate le seguenti informazioni: ! data e nome del prodotto commerciale utilizzato; ! la quantità impiegata; ! la superficie trattata; ! l'avversità combattuta; ! la coltura trattata; ! la fase fenologica in cui si trova la coltura; ! l'indicazione di chi ha eseguito il trattamento; ! la firma dell'utilizzatore; ! la firma del titolare dell'impresa che sottoscrive il registro da apporre entro e non oltre il 31 dicembre. Ecco un fac-simile del modulo di acquisto o vendita, esso deve essere compilato sotto la responsabilità dell'esercizio di vendita, anche per i prodotti utilizzati negli orti familiari il cui prodotto è destinato al consumo proprio. Solo la vendita di PPO è esclusa dal rilascio del modulo. MODULO PER L'ACQUISTO DI PRODOTTI FITOSANITARI MOLTO TOSSICI, TOSSICI E NOCIVI E COADIUVANTI MOLTO TOSSICI, TOSSICI E NOCIVI. Generalità del titolare dell'autorizzazione all'acquisto di prodotti molto tossici, tossici e nocivi Indirizzo Autorizzazione rilasciata da in data Documento di riconoscimento PRODOTTI FITOSANITARI MOLTO TOSSICI TOSSICI E NOCIVI E COADIUVANTI MOLTO TOSSICI, TOSSICI E NOCIVI Nome del prodotto commerciale Numero di registrazione Quantità Destinazione agricola o commerciale FIRMA DELL’ACQUIRENTE 22 LA NORMATIVA VIGENTE La Dir. 91/414/CEE ha riordinato la materia in Europa: da essa, in fase di recepimento, ogni Stato ha rielaborato le proprie regole. In Italia sono stati pubblicati: DPR n. 290, 23/4/2001 - Regolamento di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione alla produzione, alla immissione in commercio e alla vendita di prodotti fitosanitari e relativi coadiuvanti. D.Lgs n. 65 14/3/2003,“Attuazione delle Direttive 1999/45/CE e 2001/60/CE relative alla classificazione, all'imballaggio e all'etichettatura dei preparati pericolosi”. DM 27/4/2004 “Prodotti fitosanitari: limiti massimi di residui delle sostanze attive nei prodotti destinati all'alimentazione”. L'autorizzazione all'acquisto e all'utilizzo dei prodotti fitosanitari (il patentino) ha validità di cinque anni dalla data di emissione. Il rinnovo dell'autorizzazione non è automatico. Al termine dei cinque anni l'autorizzazione deve essere rinnovata con le stesse modalità previste per il primo rilascio; è necessario frequentare un corso di aggiornamento e sottoporsi ad una nuova valutazione di idoneità (esame). 23 Attenzione! Anche i prodotti fitosanitari sono, sempre più, oggetto di truffe e contraffazioni. In commercio, non autorizzati, si possono trovare confezioni molto simili a quelle originali, con prezzi decisamente inferiori e nessuna informazione sul reale contenuto. L’ologramma sulla confezione è garanzia di autenticità. Questi prodotti possono essere molto pericolosi per l'uomo e per l'ambiente e pertanto non vanno utilizzati. Farlo è un reato: alimenta attività malavitose e può recare danni alla salute degli operatori e dei consumatori. Agrofarma ha attivato un numero verde cui possono essere depositate segnalazioni anche anonime di prodotti contraffatti 800913083 24 2.9 La scheda di sicurezza Va conservata in azienda in modo che sia facilmente reperibile in caso di intossicazioni o sversamenti accidentali di prodotto. Deve essere rilasciata obbligatoriamente dal venditore per i prodotti in classe, all'atto dell'acquisto, e deve contenere le seguenti informazioni: ! identificazione del preparato e della società produttrice; ! composizione/informazioni sulle sostanze contenute nel preparato; ! identificazione dei pericoli; ! misure di primo soccorso; ! misure antincendio; ! misure in caso di fuoriuscita accidentale; ! manipolazione e stoccaggio; ! controllo dell'esposizione/protezione individuale; ! proprietà fisiche e chimiche; ! stabilità e reattività; ! informazioni tossicologiche; ! informazioni ecologiche; ! considerazioni sullo smaltimento; ! informazioni sul trasporto; ! informazioni sulla regolamentazione; ! altre informazioni. L'attenta lettura di questa scheda permette una maggiore conoscenza del prodotto utilizzato circa: 1. l'efficacia contro l'avversità da combattere; 2. la sua pericolosità; 3. le precauzioni cui attenersi. Non si deve mai minimizzare il rischio di intossicazione, l'attenzione deve essere sempre alta, è sufficiente una distrazione per provocare danni irreparabili a noi, ai nostri famigliari o dipendenti, alle nostre colture e ai nostri animali domestici. 25 2.10 Gli obblighi derivanti dalla condizionalità Dal 1 gennaio 2005 è stato varato dall'Unione Europea, il regime della “condizionalità” (Reg CE 1782/03). Esso stabilisce che, nell'ambito dei regimi di sostegno all'agricoltura, il pagamento diretto dei contributi sia “condizionato” al rispetto di alcune regole in materia di sanità pubblica, salute degli animali e delle piante, salvaguardia dell'ambiente e del benessere animale e alle cosiddette “Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali”. Nel caso in cui gli Organi competenti (in Lombardia gli Enti delegati ai controlli sono le Province secondo le indicazioni fornite dalla Regione stessa e dall'OPR) procedano ad accertare l'inadempienza rispetto a qualcuna di queste norme, i contributi comunitari verranno proporzionalmente ridotti o addirittura azzerati, in funzione della gravità della violazione. Sono 18 gli atti, tutti già da tempo in vigore, che l'imprenditore agricolo deve rispettare e sui quali verterà il controllo. Per essere costantemente informati, è bene consultare con frequenza le pagine Internet della Provincia di Cremona - www.provincia.cremona.it – oppure il sito della Regione Lombardia www.agricoltura.regione.lombardia.it. Il manuale dell'OPR (Organismo Pagatore Regionale) redatto in funzione dei controlli per la condizionalità prevede che il registro sia aggiornato e conservato con i documenti di acquisto dei prodotti (fatture o ddt), con le schede di sicurezza dei prodotti in classe e con il “modulo di vendita” rilasciato dal rivenditore. I dati del registro saranno oggetto di controllo da parte delle Province, che eseguono i controlli di condizionalità e sul rispetto degli obblighi derivanti dall'adesione ad alcune misure del PSR. 2.11 I locali per la conservazione La norma definisce le caratteristiche dei locali per la conservazione, per l'utilizzo e la manipolazione dei PF. Il luogo di conservazione deve essere: ! un locale apposito, distante da abitazioni o stalle; la porta di accesso deve essere sempre chiusa a chiave e sulla porta va collocata la scritta “veleno” con l'immagine di un teschio sovrapposto a due tibie incrociate su fondo giallo-arancio; il locale deve essere arieggiato e asciutto; ! l’arieggiamento dei locali è necessario per evitare il ristagno di vapori nocivi; ! i pavimenti e le pareti devono essere lavabili fino all'altezza di stoccaggio per favorire la pulizia in caso di sversamenti accidentali; ! impianto elettrico protetto (grado di protezione minimo IP44); ! in questi locali è vietato fumare ed accendere fuochi, in quanto alcuni PF sono 26 Qualora non si disponga di un locale esclusivamente adibito alla conservazione dei prodotti fitosanitari, si possono conservare nei seguenti modi: entro un recinto, munito di porta e serratura, all'interno del magazzino, dove però non possono essere conservati alimenti, bevande, mangimi, ecc.; chiusi a chiave in un armadio di metallo con idonee feritoie per l'arieggiamento. Anche sulla porta del recinto o dell'armadio è necessario porre la scritta “veleno” e l'immagine del teschio sovrapposto a due tibie incrociate su fondo giallo-arancio. 27 infiammabili (etichetta con fiamma su sfondo arancione) ed a rischio di autocombustione per surriscaldamento; ! non utilizzare mai ambienti nei quali vengano immagazzinate sostanze alimentari (frutta, ortaggi, salumi, ecc.), compresi i mangimi. La stessa precauzione vale anche per il trasporto. 2.12 Le norme igienico-sanitarie Tempo di carenza o intervallo di sicurezza Il tempo di carenza indica il numero di giorni che devono trascorrere tra la data in cui è stato eseguito il trattamento con il PF e la data in cui il prodotto verrà raccolto, in caso di prodotti freschi. Qualora il trattamento venga eseguito nella fase di post-raccolta su derrate immagazzinate (il PF deve essere autorizzato per i trattamenti di post-raccolta), l'intervallo è calcolato tra la data del trattamento e quella della commercializzazione. Tempo di rientro È l’intervallo di tempo fra il trattamento e il rientro nelle aree trattate per svolgere attività legate alla coltivazione della coltura stessa (potatura, diradamento, raccolta, ecc.) senza le protezioni previste per l'esecuzione dei trattamenti. Il tempo di rientro non risulta ancora indicato in etichetta nella maggior parte dei formulati, tuttavia è previsto dalla normativa e verrà progressivamente introdotto. Prima che esso venga indicato, a livello cautelativo, si consiglia di attendere almeno 48 ore prima di rientrare nella coltura. I PF hanno un comportamento variabile, esistono formulati che si degradano rapidamente nell’ambiente, originando metaboliti innocui per gli organismi viventi; altri che si conservano a lungo e interagiscono con l'intera biosfera, dall’ambiente all’uomo, attraverso i vari anelli della catena alimentare. Ciò si traduce in un aumento del rischio per l'uomo, elemento terminale della catena alimentare (in cui si accumulano i residui) e per l'ambiente dove si possono creare alterazioni dell’equilibrio, precario, presente negli agroecosistemi. 28 3 Le attrezzature per la difesa delle colture 3.1 Le caratteristiche tecnico-funzionali In base ai principi di funzionamento, le macchine per la distribuzione si suddividono in: ! irroratrici: distribuiscono con pressione una miscela formata da acqua e PF che arriva sul bersaglio per caduta; ! atomizzatori: distribuiscono una miscela formata da acqua e PF trasportata da un flusso d'aria; ! generatori di aerosol: apparecchi simili agli atomizzatori che producono goccioline di piccolissimo diametro e uniformi (aerosol) che rimangono per lungo tempo sospese in aria. Si utilizzano principalmente nelle colture in serra; ! impolveratrici: distribuiscono polveri veicolate da aria in pressione; ! fumigatrici: sono costituite da una barra portante dei pali iniettori, mediante i quali il prodotto viene interrato. Le macchine più diffuse sono le irroratrici a barra e gli atomizzatori. Le prime sono impiegate principalmente nel diserbo e nella difesa delle colture erbacee, mentre gli atomizzatori si usano prevalentemente nelle colture arboree. Gli atomizzatori si suddividono in vari tipi a seconda delle caratteristiche meccaniche: ! atomizzatore ad aeroconvezione: la polverizzazione del liquido avviene per via meccanica ed il trasporto delle gocce (200-400 micron) avviene ad opera di una corrente d'aria generata da un ventilatore assiale alla velocità di 2550 metri al secondo; ! atomizzatore pneumatico: la polverizzazione del liquido ed il trasporto delle goccioline avvengono per effetto di una forte corrente d'aria generata da un ventilatore centrifugo e le dimensioni delle goccioline (80150 micron) sono inversamente proporzionali alla velocità dell'aria (80-150 metri al secondo); 29 ! polverizzazione centrifuga: la polverizzazione del liquido avviene per via meccanica ad opera di particolari ugelli rotativi dotati di dischi con bordi dentati che ruotano a velocità variabile fra i 2.000 e i 15.000 giri al minuto. Le dimensioni delle goccioline (50-70 micron) dipendono dal disco e dalla sua velocità di rotazione. Il trasporto delle gocce avviene con una corrente d'aria generata da un ventilatore assiale; ! polverizzazione con dispositivo elettrostatico: le goccioline ottenute con uno dei tre sistemi precedenti, vengono caricate elettrostaticamente e vengono “attirate” sulla pianta (che risulta carica negativamente) fornendo una migliore copertura ed una minor dispersione della miscela irrorata. La manutenzione dell'attrezzatura di irrorazione non costituisce solo un elemento fondamentale per una corretta riuscita dei trattamenti, ma è anche un'importante norma di sicurezza per l'operatore e per la certezza del rispetto sostanziale dei tempi di carenza e di rientro. Un'attrezzatura non revisionata regolarmente, infatti, non garantisce un'irrorazione uniforme e omogenea sulle superfici bersaglio. Il mal funzionamento può derivare sia dall'assenza di controllo delle pressioni di erogazione, sia dalla deformazione, usura e/o parziale otturazione degli ugelli delle attrezzature utilizzate o da altri difetti meccanici. Le conseguenze possono essere la fitotossicità per le piante, tempi più lunghi di degradazione del prodotto, residui superiori a quelli ammessi al termine del periodo di carenza, aumento del tempo di rientro. 3.2 Le modalità di impiego e i criteri di scelta Per prevenire l'inquinamento delle acque da PF, è fondamentale utilizzare dispostivi idonei per limitare il più possibile la dispersione della miscela fitoiatrica al di fuori dell'area trattata. L'inquinamento diffuso, è dovuto principalmente alla deriva del PF, ossia la dispersione di parte della miscela erogata dall'irroratrice al di fuori dell'area trattata e in parte causata dalle correnti d'aria (da qui la necessità di trattare in assenza di vento) e da una mancata manutenzione dell'irroratrice stessa. La deriva può determinare elevati livelli di contaminazione delle aree prossime a quella trattata, per questo è necessario prestare molta attenzione. Da diversi anni, in numerosi Paesi del Nord Europa (Germania, Olanda, Regno Unito, Svezia), sono state adottate delle misure legislative che obbligano gli agricoltori a rispettare delle “distanze di sicurezza” (buffer zones), tra il margine dell'area trattata e le aree adiacenti. L'ampiezza di queste aree è definita in base al tipo di formulato applicato (livello di tossicità, dose di impiego), alle caratteristiche del sito adiacente all'appezzamento trattato (presenza di corsi d'acqua superficiali, di aree urbanizzate, di altre colture sensibili, ecc.) ed al tipo di attrezzature impiegate per la distribuzione dei PF. Una seconda modalità di controllo della deriva riguarda la messa a punto delle macchine irroratrici in funzione del contenimento di essa (ugelli antideriva, ugelli di fine barra, 30 schermature per barre ed atomizzatori, maniche d'aria). La loro efficacia rispetto alla configurazione tradizionale della macchina irroratrice può, tuttavia, variare considerevolmente in funzione dell'architettura della coltura sulla quale si opera, del tipo di irroratrice impiegata e, soprattutto, del tipo di regolazione di quest'ultima. Dal punto di vista operativo, la deriva è contenuta se si esegue il trattamento modulando i vari parametri (velocità d'avanzamento, dimensione degli ugelli, pressioni d'esercizio ecc.); in questo modo si ottimizzano la copertura della vegetazione e l'uniformità di distribuzione evitando dispersioni indesiderate che causano, oltre che inquinamenti, anche una riduzione dell'efficacia del trattamento e un aumento dei costi. La distribuzione delle goccioline sulla foglia è un parametro da valutare con attenzione al momento della verifica dell'efficacia del trattamento eseguito. A parità di volume di acqua distribuito è possibile avere un numero di gocce in funzione del tipo di ugello e del funzionamento della macchina irroratrice. L'immagine a piè pagina raffigura un insetto su cui cade una certa quantità di miscela, suddivisa in 1, 8, 64 e 512 goccioline. Cambia drasticamente il diametro delle gocce, ma non la quantità del prodotto. È lampante quanto anche la distribuzione cambi e diventi sempre più omogenea, al diminuire del diametro della gocciolina, ma parallelamente aumenti la probabilità di deriva. È una schematizzazione, ma rende bene l'idea. In tabella 1 a pag. 35 sono riunite le indicazioni che vengono fornite rispetto alla dimensione della goccia ed al suo utilizzo privilegiato. Le possibili fonti di inquinamento puntiforme riguardano tutte le attività connesse alla manipolazione dei PF da parte degli operatori: le perdite durante il trasporto, lo stoccaggio, la preparazione della miscela, lo smaltimento della miscela residua nell'irroratrice a fine trattamento, quello delle acque per il lavaggio interno ed esterno delle macchine e dei contenitori vuoti dei PF. L'agricoltore dovrebbe considerare queste problematiche apportando opportune modifiche ai propri comportamenti, agli strumenti utilizzati e alle pratiche adottate in azienda. Prioritariamente, si deve fare in modo che nella macchina irroratrice resti la minor quantità possibile di miscela inutilizzata. Questo residuo, estratto e raccolto in un contenitore adatto, potrà essere utilizzato una volta successiva, se la sua conservazione è avvenuta correttamente. 31 Si deve fare in modo che nella macchina irroratrice resti la minor quantità possibile di miscela inutilizzata. Questo residuo, estratto e raccolto in un contenitore adatto, potrà essere utilizzato in una volta successiva, reimmettendolo nella miscela, se la sua conservazione è avvenuta correttamente. Anche i residui e le acque di lavaggio devono essere raccolti e conservati e conferiti per il successivo smaltimento: sono da considerarsi rifiuti pericolosi, perciò non possono essere immessi direttamente in fognatura o in un corpo idrico ricettore … …ma vanno conferiti a trasportatori iscritti all'Albo nazionale delle imprese che effettuano la gestione dei rifiuti, per essere correttamente smaltiti secondo le procedure definite dalla vigente normativa. 32 3.3 La taratura e la manutenzione Una irroratrice ben tarata migliora l'efficacia del trattamento, assicurando una omogenea distribuzione della miscela fitoiatrica, ottimizzando la quantità di prodotto che raggiunge il bersaglio senza dispersioni e/o dilavamenti, riducendo anche lo spreco dei quantitativi residui. Le fasi fondamentali nella taratura di un'irroratrice sono: ! verifica della velocità di avanzamento; ! calcolo della portata degli ugelli; ! calcolo del volume d'acqua da distribuire. VERIFICA DELLA VELOCITÀ DI AVANZAMENTO Conoscere la velocità di avanzamento ci permette di sapere la quantità corretta di liquido da distribuire 1. Misurare il tempo in secondi necessario alla macchina per percorrere una distanza nota. 2. Eseguire 2-3 ripetizioni e annotare i risultati. V (km/h) = distanza percorsa (m) x 3,6 Tempo in secondi (s) CALCOLO DELLA PORTATA DEGLI UGELLI Nota la velocità di avanzamento e la larghezza di lavoro, possiamo calcolare la portata dell’uggello Velocità (km/h) x largh. di lavoro* (m) x Volume da distribuire(l/ha) Portata di ogni ugello = 600 x numero di ugelli *per larghezza di lavoro si intende: lunghezza barre per colture erbacee; larghezza interfila per colture arboree. La portata dell'ugello così determinata serve per la scelta successiva del tipo di ugello e della pressione di esercizio. VOLUME D’ACQUA DA DISTRIBUIRE Procedura A Questa procedura ha lo scopo di verificare se la portata degli ugelli già presenti sulla irroratrice corrisponde a quella calcolata teoricamente. 33 Il calcolo è necessario per determinare il volume di acqua da distribuire ad ettaro, essendo note la larghezza di lavoro* e la velocità di avanzamento del mezzo utilizzato. 1. Inserire tubi di gomma sul corpo degli ugelli della macchina. 2. A trattore fermo, utilizzando un regime del motore uguale a quello utilizzato per la verifica della velocità di avanzamento, mettere in funzione l'irroratrice escludendo il ventilatore. Regolare inoltre la pressione di esercizio. 3. Raccogliere, per 1 minuto, l'acqua che esce da ogni singolo ugello (usare recipiente graduato e cronometro). 4. Confrontare la portata così misurata con quella calcolata teoricamente in precedenza. 5. Se i valori individuali sono troppo alti o troppo bassi rispetto a quelli ottenuti con calcolo teorico, rifare la misurazione cambiando la pressione di esercizio. In caso di forte differenza tra gli ugelli verificare se: Ugelli occlusi, filtro occluso = Pulire Ugelli deteriorati, ugelli non conformi = Cambiare Dispositivo antigoccia troppo vecchio = Cambiare Procedura B (Test di 5 minuti) Questa procedura può essere utilizzata per le irroratrici che non possono essere sottoposte alla valutazione pratica della portata dei singoli ugelli. 1. Sistemare l'irroratrice su una superficie piana. Riempire la botte a metà. 2. A trattore fermo, utilizzando un regime del motore uguale a quello utilizzato per la verifica della velocità di avanzamento e regolando la pressione di esercizio in modo conforme, mettere in funzione l'irroratrice. Per 5 minuti lasciare operare la macchina facendo fuoriuscire l'acqua da tutti gli ugelli. 3. Con l'utilizzo di un recipiente graduato determinare la quantità di acqua fuoriuscita 4. Se i valori della portata di tutti gli ugelli sono troppo alti o troppo bassi rispetto a quelli ottenuti con calcolo teorico, seguendo la formula qui sotto riportata, rifare la misurazione cambiando la pressione. Portata ugelli = Velocità km/h x larghezza di lavoro* x Volume l/ha x 5 min 600 *per larghezza di lavoro si intende: lunghezza barre per colture erbacee larghezza interfila per colture arboree 34 Infine è possibile valutare l'omogeneità della copertura da parte della miscela fitoiatrica disponendo nella vegetazione, e prima del trattamento, delle cartine idrosensibili che si colorano a contatto con le gocce. Caratteristiche delle gocce Dimensioni delle gocce in µ (VMD) Ritenzioni su superfici fogliari Impiego Potenziale rischio di deriva Molto fini Inferiori a 100 Buona Solo in casi particolari Molto elevato Buona Quando richiesto buona copertura (esempio acaricidi insetticidi fungicidi) Elevato Medio Fini 100-200 Medie 200-300 Buona Per la maggior parte di insetticidi e erbicidi Grosse 300-450 Mediocre Erbicidi da incorporare nel terreno Ridotto Molto grosse Superiori a 450 Scadente Concimi liquidi Molto ridotto tabella 1 35 4 Le buone pratiche 4.1 Alcune avvertenze importanti ! Non prelevare l'acqua per la preparazione della miscela direttamente dai corpi idrici (canali, fossi) con l'eiettore del mezzo di distribuzione; ! gli ugelli impiegati devono essere provvisti di dispositivi antigoccia e, possibilmente, di centralina di controllo; ! tenere conto che, anche in condizioni climatiche ideali, si ha un effetto “deriva” (nube antiparassitaria che deborda di 5-10 metri dall'appezzamento), soprattutto se i campi confinano con colture destinate all'alimentazione umana o animale; ! non trattare nelle “aree di rispetto” di punti di prelievo di acque destinate al consumo umano; la legge prevede, infatti, che intorno a pozzi o sorgenti di acque destinate al consumo umano è vietato eseguire qualunque tipo di trattamento con PF entro un raggio di 200 metri; ! rispettare le distanze dai corpi idrici prescritte in alcune etichette di PF; ! se si effettuano trattamenti nelle vicinanze di abitazioni, strade e colture confinanti, verificare che la nube irrorante non esca dall'appezzamento trattato; ! segnalare il trattamento in atto ed esporre, ai bordi degli appezzamenti trattati, cartelli con scritto in caratteri ben visibili “coltura trattata con PF” o frasi simili. Quando occorre trattare in prossimità di abitazioni, è opportuno avvertire i residenti affinché abbiano il tempo necessario per adottare le precauzioni del caso (chiudere porte e finestre, raccogliere i panni stesi, coprire l'orto con teli, non sostare nelle vicinanze dell'appezzamento da trattare); ! a fine lavoro lavare accuratamente la macchina (ed i materiali impiegati per la preparazione e distribuzione delle miscele) facendola funzionare con acqua pulita prelevata dal serbatoio lavacircuito; ! eventuali residui di miscela devono essere tolti dal serbatoio e conservati in appositi contenitori indicando il prodotto contenuto e la sua concentrazione. Potrà essere utilizzato sulla stessa coltura, o su un'altra per cui è registrato in un momento successivo purchè sia conservato in modo idoneo e in un ambiente protetto, secondo le indicazioni fornite per i locali (§ 2.11); ! I contenitori vuoti di PF, nonché le confezioni di quelli non più utilizzabili devono essere accuratamente lavati, l'acqua di lavaggio reimmessa nel serbatoio con la 36 miscela fitoiatrica, e successivamente smaltiti nel rispetto della normativa vigente attraverso ditte autorizzate. 4.2 Prodotti Fitosanitari: l'ambiente e la salute In caso di contaminazione accidentale dell'ambiente: si ricorda che nel caso di sversamento nell'ambiente di un PF, è opportuno avvertire immediatamente l'ASL e/o i Vigili del Fuoco, cercando nel frattempo di limitare il più possibile la dispersione del prodotto. In caso di incidente: qualora vi sia un caso di intossicazione o avvelenamento ci si deve rivolgere al Pronto Soccorso. È fondamentale individuare il PF responsabile e la sua via di penetrazione nell'organismo, così il medico può procedere ad una corretta diagnosi e terapia. Vigili del Fuoco Pronto soccorso 118 115 In caso di intossicazione occorre mostrare al medico del Pronto Soccorso l'etichetta originale del PF oppure, meglio ancora, la scheda di sicurezza che il fornitore deve consegnare all'acquirente nel momento dell'acquisto. È bene evitare di ricopiare l'etichetta o di memorizzarne il contenuto per non provocare equivoci o perdite di tempo. 4.3 I Centri antiveleni in Lombardia Per quanto riguarda informazioni dettagliate e precise rispetto ad alcune sintomatologie i Centri Antiveleni operanti in Regione Lombardia sono: Centro Ospedale Niguarda Fondazione S. Maugeri Ospedali Riuniti Unità Tossicologia Clinica Provincia MI PV BG 37 Telefono 02 644 470 53 0382 244 44 800 883 300 LE REGOLE DA RISPETTARE Riassumendo le istruzioni contenute in questo volume relative al momento del trattamento e della scelta del prodotto: osservare attentamente la coltura e identificare il tipo di avversità o parassita che si vuole combattere; valutare la fase più idonea per trattare (fase di crescita della pianta, stadio di sviluppo del parassita, consistenza dell'infestazione, ecc.); ipotizzare l'epoca di raccolta del prodotto al fine del rispetto dei tempi di carenza; 38 LE REGOLE DA RISPETTARE scegliere il prodotto meno tossico sia per l'uomo che per le api; esaminare il disciplinare di produzione previsto per le Misure Agroambientali o dai Piani Operativi cui eventualmente si aderisce; quantificare la superficie da trattare e la dose del prodotto scelto; 39 LE REGOLE DA RISPETTARE acquistare il prodotto in quantità adeguata alle necessità; scegliere i formulati più idonei, tenendo conto che le colture e le dosi di impiego sono solamente quelle riportate in etichetta; ricordare che un eccessivo dosaggio può determinare fitotossicità temporanea o permanente e/o blocco dell'accrescimento. 40 Come si legge l'etichetta dei Prodotti Fitosanitari 41 Bibliografia Per il corretto impiego dei prodotti fitosanitari - Regione Veneto e Veneto Agricoltura 2006 Uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci: le linee guida topps per la prevenzione dell'inquinamento puntiforme da agrofarmaci - A cura di Paolo Balsari, Paolo Marucco, Gianluca Oggero - DEIAFA meccanica - Università di Torino Agrofarmaci: residui e sicurezza alimentare per i consumatori Syngenta 2004 La scheda di sicurezza istruzioni per l'uso - Gilberto Bonetti - Agricoltura, giugno 2006 Sicurezza delle attrezzature e controlli sulla qualità - Terra e Vita, n. 2/2009 42 Glossario Acari Battericida: piccoli ragni che possono infestare le colture agrarie, poco visibili a occhio nudo. sostanza attiva contro i batteri, è sinonimo di antibiotico. Acaricida Biodiversità: sostanza attiva che ha la funzione di combattere e contenere gli acari. varietà delle forme viventi in un ambiente. Biosfera Adesivante sostanza che nel formulato commerciale favorisce l'adesione del PF ai tessuti vegetali. insieme delle zone della Terra in cui le condizioni ambientali permettono lo sviluppo della vita. Aficida Citotropico sostanza attiva che ha la funzione di combattere e contenere gli afidi, i pidocchi delle piante. prodotto in grado di penetrare nei primi strati di cellule di un tessuto vegetale. CL50 (Concentrazione Letale 50) Anticrittogamico esprime la concentrazione di sostanza attiva che causa la morte del 50% degli animali da test esposti al prodotto in laboratorio. Viene espressa in parti per milione (ppm). sostanza attiva che ha la funzione di combattere e contenere i funghi, è sinonimo di fungicida. Antideriva Classe tossicologica coadiuvante utilizzato per la preparazione della miscela antiparassitaria per contenerne la deriva. suddivisione dei PF sulla base delle loro DL50 o CL50. Antiparassitari Coadiuvante PF indicati per il controllo delle avversità biotiche parassitarie. Sono ripartiti in funzione del bersaglio: anticrittogamici, insetticidi, acaricidi, nematocidi, molluschicidi, rodenticidi. sostanza inserita nel formulato commerciale, priva di attività biologica, che incrementa l'efficacia della sostanza attiva, migliorando distribuzione e persistenza del PF utilizzato. Ausiliari Colture ammesse organismi utili che ostacolano lo sviluppo delle popolazioni di insetti ed acari dannosi, per questo, ausiliari dell'uomo nella protezione delle colture. elenco delle colture su cui si può impiegare un determinato PF. Compatibilità indica la possibilità di usare in miscela due o più PF senza rischi per le colture, l'operatore, l'ambiente. Bagnante coadiuvante che migliora la distribuzione della miscela antiparassitaria sulle superfici vegetali, come pellicola sottile e continua. È indispensabile consultare, prima del 43 trattamento, le tabelle di compatibilità o miscibilità e leggere attentamente le indicazioni riportate in proposito sull'etichetta dei prodotti utilizzati. territorio, per comunicare la presenza di cibo e come richiamo sessuale. Questi ultimi possono essere riprodotti in laboratorio ed utilizzati nella lotta biologica integrata per alterare l'attività sessuale degli insetti dannosi (confusione sessuale) o attirarli in specifiche trappole. DL50 (Dose Letale 50) quantità di sostanza attiva in grado di uccidere il 50% degli animali da test in laboratorio. Si esprime in milligrammi di sostanza attiva per ogni kg di peso vivo dell'animale. Fitofago organismo animale (anche insetto) che vive a spese dei vegetali. DPI (dispositivi di protezione individuale) Fitoregolatore insieme di strumenti e indumenti necessari per proteggere, l'operatore che manipola PF, dalle intossicazioni (es. tuta, maschera, guanti, ecc.). sostanza in grado di modificare alcuni processi fisiologici dei vegetali. Fitotossicità azione dannosa (per es. ustione) che il PF può provocare sui tessuti vegetali. Può essere temporanea, quando la coltura, passato il periodo di intossicazione, riesce a riprendersi e a vegetare, oppure permanente quando si assiste ad un blocco della crescita che priva la pianta della possibilità di completare il suo ciclo. Ecosistema l'insieme degli essere viventi presenti in un certo ambiente, da quelli di maggior dimensione a quelli più piccoli (microorganismi). Ognuno di essi ha un ruolo importante negli equilibri biologici. Erbicida Formulato commerciale prodotto che agisce sui vegetali, facendoli morire. È sinonimo di diserbante, può avere modalità di azione diverse. miscela di una o più sostanze attive con coadiuvanti e coformulanti finalizzata ad un determinato target (obiettivo). Fase fenologica Fungicida fase di sviluppo della coltura. Nel mais le fasi fenologiche sono: germinazione, emergenza, emissione prime foglie, fioritura etc. vedi anticrittogamico. Insetticida Feromone ( o ferormone) sostanza attiva che ha la funzione di combattere e contenere gli insetti. sostanza chimica prodotta da alcuni esseri viventi (mammiferi ed alcuni insetti) che liberata nell'ambiente determina uno specifico comportamento nei membri della stessa specie. Intervallo di sicurezza tempo, espresso in giorni, che deve intercorrere tra l'ultimo trattamento e la raccolta o, per le derrate alimentari, tra l'ultimo trattamento ed il consumo. Lo si definisce anche tempo di carenza. Il suo rispetto consente di I feromoni sono dei ”messaggeri chimici” che regolano i rapporti sociali tra animali: vengono secreti con lo scopo di marcare il 44 ! gli insetti pronubi, trasportano il polline rientrare entro i Residui Massimi Ammessi (RMA). da un fiore all'altro, facilitano l'impollinazione delle piante e la successiva fruttificazione (api, bombi); Intossicazione danno all'organismo dell’uomo derivante dall’assunzione di una sostanza tossica come può essere il PF. L'assunzione può avvenire per via orale, cutanea o inalatoria ed essere acuta o cronica. ! i parassitoidi, vivono a spese delle specie dannose (uova deposte nel corpo degli ospiti), sviluppandosi ne causano spesso la morte ; ! i predatori,(uccelli, rettili, insetti utili): si Intossicazione acuta: si manifesta entro le 24 ore dall'assunzione della sostanza e i sintomi di intossicazione sono evidenti. nutrono dei parassiti delle piante, cacciandoli attivamente. Intossicazione cronica: si manifesta dopo una contaminazione prolungata nel tempo, anche a basse concentrazioni di prodotto. I sintomi sono poco evidenti e aspecifici, si evidenziano molti anni dopo, rendendo difficile o impossibile risalire all’agente causale. PPO Prodotto per Piante Ornamentali. Parassita organismo animale o vegetale che sviluppa a spese di altri organismi detti ospiti, pregiudicandone la loro crescita. Limacida Parassitoide sostanza attiva in grado di combattere e contenere lumache e limacce. Sinonimo di molluschicida. organismo che sviluppa a spese di altri esseri viventi, portandoli a morte. Liposolubile Persistenza sostanza che si scioglie nei grassi, non in acqua. è il tempo, normalmente espresso in giorni, entro il quale il PF si mantiene efficace nei confronti del parassita da combattere. Modalità di azione PF - Prodotto Fitosanitario è il modo con cui il PF agisce nei confronti del bersaglio contro cui è diretto. sostanza attiva in grado di combattere i nematodi. definizione che ha sostituito le precedenti (antiparassitario, fitofarmaco, pesticida, presidio fitosanitario, agrofarmaco), ai sensi del D.Lgs. n.194/95 e del DPR 290/01. Nematode Predatore piccolissimi vermi, presenti nel terreno (anguillule), tra cui si trovano specie dannose alle colture agrarie. essere vivente il cui regime alimentare prevede di nutrirsi di altri organismi, che attacca e uccide le prede. Organismi utili Principio attivo esseri viventi preziosi per l'agricoltura: vedi sostanza attiva. Nematocida 45 Registro dei trattamenti bita dai tessuti vegetali ed entrare nel sistema vascolare. Questa le permette di trovarsi integra ed efficace lontano dal punto di applicazione, anche in parti vegetali formatesi dopo il trattamento (tessuti nuovi). istituito dal DPR 290/01. Ogni utilizzatore deve annotare l'uso dei PF, preferibilmente entro 48 ore e comunque non oltre i 30 gg. dall'utilizzo. Tale registro va conservato in azienda per almeno 3 anni. Sostanza attiva la molecola che, nel PF, produce l'azione tossica contro il patogeno. Repellente sostanza o prodotto che, distribuito sulla pianta, a causa del suo particolare odore, colore o effetto meccanico ecc., allontana gli animali dalla parte trattata, evitando danni alla stessa. Spettro di azione bersaglio dell'azione del PF, può essere ampio (quando agisce su più gruppi di organismi) oppure ristretto (allora il prodotto è detto selettivo perché agisce su un target limitato, salvaguardando alcune specie). Residuo Massimo Ammesso (RMA) quantità massima di sostanza attiva, che può essere ritrovata nei prodotti alimentari posti in commercio e destinati all’alimentazione. È la quantità massima di sostanza attiva che in fase di sperimentazione ha dimostrato di non arrecare danno alla salute. Viene stabilita al momento della registrazione del PF. Translaminare capacità di un PF di penetrare nelle foglie ed essere traslocato fino all'altra lamina. Resistenza caratteristica di un parassita o di un’infestante che vede una sensibilità ridotta nei confronti di una certa sostanza attiva; può essere il frutto di un cambiamento genetico. Rodenticida sostanza attiva che ha la funzione di combattere i roditori (topi, ratti, ecc.). Scheda di sicurezza scheda, fornita dalla Società produttrice del PF che contiene le informazioni, relative alle sostanze pericolose, che consentono di prevenire i rischi connessi al loro utilizzo e manipolazione. Sistemicità la capacità di una molecola di essere assor- 46 Indirizzi utili Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura Servizio Fitosanitario Regionale Via Pola n. 12-14 - 20124 Milano www.agricoltura.regione.lombardia.it ERSAF Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste Via Copernico n. 38 - 20125 Milano www.ersaf.lombardia.it A.S.L. della provincia di Cremona Servizio Igiene e Prevenzione Ambienti di Vita SIPAV Via S. Sebastiano n. 14 - 26100 Cremona www aslcremona.it ARPA Dipartimento provinciale di Cremona Via S. Maria in Betlem n. 1 - 26100 Cremona http://.ita.arpalombardia.it Provincia di Cremona Settore Agricoltura, Ambiente, Caccia e Pesca Via Dante n.136 - 26100 Cremona www.provincia.cremona.it [email protected] 47 Finito di stampare nel mese di ottobre 2009 48 Realizzazione Provincia di Cremona Assessorato Agricoltura, Ambiente, Caccia e Pesca Coordinamento editoriale: Andrea Azzoni Dirigente Settore Agricoltura, Caccia e Pesca Massimo Delle Noci Responsabile Servizio Sviluppo Agricolo Settore Agricoltura, Caccia e Pesca Redazione testi: Gabriele Panena Predisposizione immagini: Pietro Rizzi Per info: Servizio Sviluppo Agricolo Settore Agricoltura, Caccia e Pesca Provincia di Cremona Via Dante 134, 26100 Cremona tel. 0372/406583-584 - Fax 0372/406626 [email protected]