La valutazione di alcuni rischi specifici in relazione alla relativa normativa di igiene del lavoro MICROCLIMA Corso per ASPP/RSPP modulo A Il benessere termoigometrico 2 definizione …”quello stato della mente che esprime la soddisfazione verso l’ambiente termico”(ISO 7730). ….non solo attenzione alla “salute” degli occupanti, ma anche alla loro “soddisfazione”. 3 giurisprudenza DPR 303 del 27 aprile 1956 • Art. 11. TEMPERATURA DEI LOCALI • La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori. • Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essi il grado di umidità e il movimento dell'aria concomitanti. • La temperatura dei locali di riposo, dei locali per il personale di sorveglianza, dei servizi igienici, delle mense e dei locali di pronto soccorso deve essere conforme alla destinazione specifica di questi locali. • Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate devono essere tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e della natura del luogo di lavoro. • Quando non é conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione. 4 DPR 303 del 27 aprile 1956 Art. 12. APPARECCHI DI RISCALDAMENTO. • Gli apparecchi a fuoco diretto destinati al riscaldamento dell'ambiente nei locali chiusi di lavoro di cui al precedente articolo, devono essere muniti di condotti del fumo privi di valvole regolatrici ed avere tiraggio sufficiente per evitare la corruzione dell'aria con i prodotti della combustione, ad eccezione dei casi in cui, per l'ampiezza del locale, tale impianto non sia necessario. Art. 13. UMIDITÀ. • Nei locali chiusi di lavoro delle aziende industriali nei quali l'aria è soggetta ad inumidirsi notevolmente per ragioni di lavoro, si deve evitare, per quanto è possibile, la formazione della nebbia, mantenendo la temperatura e l'umidità nei limiti minimi compatibili con le esigenze tecniche. 5 • Con l'entrata in vigore dei D.L.vi 626/94 e 242/96 i problemi di comfort e di sicurezza negli ambienti hanno assunto una rilevanza maggiore di quella avuta in precedenza. • Va detto che, per quanto riguarda gli aspetti termici, i decreti citati forniscono solo indicazioni del tutto generali (cfr. gli artt. 3, 9 e 33 del D.L.vo 626/94 e gli artt. 27 e 29 del D.L.vo 242/96), rimandando di fatto alla normativa tecnica che in questo settore è particolarmente abbondante e dettagliata ed in continuo sviluppo. 6 D.L.vo 242/96 Art. 27. • Integrazioni all'allegato IV del decreto legislativo n.626/1994 1. All'allegato IV al decreto legislativo n. 626/1994, sono aggiunti, in fine, i seguenti paragrafi: ...Scarpe e soprascarpe con suola anticalore; Scarpe, stivali e soprastivali di protezione contro il calore; Scarpe, stivali e soprastivali di protezione contro il freddo; Ghette; Suole amovibili (anticalore, antiperforazione o antitraspirazione); Ramponi amovibili per ghiaccio, neve, terreno sdrucciolevole. Giubbotti termici; Indumenti di protezione contro il calore; Indumenti di protezione contro il freddo;... ". 7 D.L.vo 242/96 Art. 29. • Integrazioni all'allegato VII del decreto legislativo n. 626/1994 1. Nell'allegato VII al decreto legislativo n. 626/1994, sono aggiunti, in fine i seguenti paragrafi: "2. AMBIENTE … e) Calore Le attrezzature appartenenti al/ai posto/i di lavoro non devono produrre un eccesso di calore che possa essere fonte di disturbo per i lavoratori. f) Radiazioni Tutte le radiazioni, eccezion fatta per la parte visibile dello spettro elettromagnetico, devono essere ridotte a livelli trascurabili dal punto di vista della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori. g)Umidita' Si deve fare in modo di ottenere e mantenere un'umidita' soddisfacente. 8 Il comfort termico ha un impatto sull’efficienza del nostro lavoro. • il comfort termico è una questione che riguarda una serie di parametri fisici e non solo la temperatura dell’aria. • L’ambiente termico inoltre è considerato insieme ad altri fattori: • Qualità dell’aria • Luce • Rumore 9 10 Termoregolazione del corpo umano Il sistema di termoregolazione è costituito da sensori sia per il freddo e per il caldo. I ricettori sono terminazioni nervose e risultano sensibili oltre che alla temperatura anche alla sua velocità di variazione. Essi inviano segnali all’ipotalamo, che li confronta con i valori di riferimento delle temperature ed attiva qualsiasi meccanismo in grado di mantenere l’omeotermia del corpo (il corpo è regolato da una temperatura costante). Esistono due tipi di termoregolazione: vasomotoria (contro il caldo e contro il freddo); comportamentale (contro il caldo e contro il freddo). L’energia termica generata all’interno del corpo umano viene dispersa nell’ambiente essenzialmente attraverso la pelle: convezione e irraggiamento e conduzione evaporazione Un aumento della temperatura corporea provoca la necessità di farci smaltire più calore verso l’esterno, una diminuzione invece di farcene smaltire meno. 11 Il metabolismo del corpo umano I processi metabolici, consistendo essenzialmente in processi di ossidazione, sono complessivamente esoenergetici. L’energia potenziale chimica dei cibi e delle bevande si trasforma in: energia termica, energia elettrica (utilizzata per la trasmissione degli impulsi nervosi e per l’attività elettrica dei muscoli), energia meccanica interna (utilizzata per l’attività muscolare), sostanze di riserva, sotto forma di energia potenziale chimica. L’energia meccanica, quella elettrica e quella chimica successivamente si trasformano in energia termica. L’energia termica prodotta viene quindi dispersa nell’ambiente circostante sotto forma di lavoro meccanico verso l’esterno e di calore dissipato 12 Il metabolismo basale (legato esclusivamente al mantenimento dell’attività cellulare e al funzionamento degli organi principali) di ogni individuo dipende essenzialmente da: i cicli circadiani, il sesso, la massa e l’altezza, l’età. un valore medio di tale valore è assunto pari a 43 W/m2. Il metabolismo di riposo comprende le funzioni relative alla digestione, alla termoregolazione, in completa assenza di lavoro muscolare n all’energia metabolica di riposo corrisponde un valore di circa 55-65 W/m2. Metabolismo di lavoro (legato direttamente all’attività muscolare svolta). Come si vede il metabolismo è una potenza termica riferita all’unità di superficie corporea. 13 L’unità di misura del metabolismo (che si indica con il simbolo M) è W/m2, anche se esso viene spesso misurato nell’unità incoerente met, essendo: 1 met = 58,2 W/m2 = 50,0 kcal/h m2 La quantità di 1 met corrisponde al metabolismo di una persona in attività sedentaria 14 The Comfort Equation L’equazione per la temperatura per il comfort della pelle e la produzione di calore può essere combinata con l’equazione per il bilancio dell’energia corporea dalla quale deriva l’equazione del comfort. Questa equazione descrive la connessione tra parametri fisici misurabili e la sensazione termicamente neutra. L’equazione con una operazione che misura i parametri fisici ci consente di valutare quale devono essere le condizioni termiche di comfort in un luogo di lavoro. 15 La quantità di calore per unità di tempo (potenza termica) dispersa dal corpo verso l’esterno o assunta dal corpo dall’esterno dipende dalla temperatura del corpo rispetto a quella dell’ambiente dalle modalità della trasmissione del calore e dai coefficienti di ricambio termico. L’abbigliamento riduce la perdita di calore, per questo viene classificato a seconda della sua capacità isolante. L’unità usata per misurare la capacità isolante dell’abbigliamento è l’unità Clo, oppure l’unità m2 °C/W, più tecnica (1 Clo = 0.155 m2 °C/W). La temperatura interna del corpo è pari a: 34°C La temperatura superficiale del corpo è quella della pelle (tsk = tskin) La temperatura superficiale dell’abbigliamento è tclo=tcloth 16 Quando si definisce il comfort termico è importante ricordare che l’uomo non sente la temperatura dell’ambiente in cui vive e lavora, ma sente l’energia che perde il suo corpo. I parametri da misurare sono quelli checausano una perdita di energia: 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Fattori di disagio locali 26 Un approccio globale per il comfort termico 27