L’IMPRESA Cosa “definisce” un’impresa ? Chi si interessa alle vicende dell’impresa ? Quali sono le informazioni “interessanti” ? Quali informazioni sono comunicate e a chi? 1 UN CASO CONCRETO: BETTINI SpA Cosa FA ? Produce componenti metallici e ceramici per macchine di uso industriale, già presenti a catalogo (10.000 voci) o progettati su richiesta dei clienti Opera in un DISTRETTO INDUSTRIALE, quello metalmeccanico di Lecco, “tradizionale” ma con livelli elevati di QUALITA’ e di INNOVATIVITA’ dei prodotti Chi sono i CLIENTI ? Clienti “storici”: comparto meccano-tessile PROBLEMA: CRISI DEL TESSILE ! Nuovi clienti: tubifici, industria automobilistica, consumo, chirurgia, astronomia, macchine di misura ….. 2 I prodotti GUIDAFILI IN CERAMICA • guidafili, frenafili, tenditori • rulli alimentatori (per tessile e tubifici) • componenti metallici ad alta resistenza (cromo, titanio) • ceramiche: per sorgenti laser, macchine di fabbricazione di lattine • lame: uso casalingo, industriale, chirurgia • carburatori per auto, cromature per moto 3 La “scheda anagrafica” • età: fondata nel 1875 • dimensioni: fatturato 10 milioni di € dipendenti 150 • localizzazione: Monte Maranzo (Lecco) esportazione: circa 25% fatturato (nota: i suoi clienti esportano le macchine) • forma giuridica: Società per Azioni (non quotata) • proprietà: base ristretta (familiare) 4 La Struttura Organizzativa D.G. PRODUZIONE CERAMICA PRODUZIONE MECCANICA VENDITA RICERCA E SVILUPPO AMMINISTRAZIONE E FINANZA PERSONALE EDP 5 Che cosa sono gli schemi operativi di struttura Gli schemi operativi di struttura riguardano scelte concrete in materia di divisione, raggruppamento, coordinamento, decentramento del lavoro, specie ai livelli medio-alti della struttura organizzativa: 1) schema elementare 2) schema plurifunzionale 3) schema multidivisionale 4) schema a matrice 6 Struttura elementare Carattere Raggruppamento lavoro direzionale n. livelli-base Decentramento Coordinamento Organi di staff Meccanismi operativi Stile manageriale Vantaggi e svantaggi Forma assunta Poche macro-funzioni 2-3 Forte accentramento Prevale gerarchia Pochi o nessuno Poco sviluppati e informali Autoritario-paternalistico Flessibilità, ma anche vulnerabilità 7 Struttura elementare (esempio) D.G. Responsabile Produzione Responsabile Amministrazione 8 Struttura plurifunzionale Carattere Raggruppamento lavoro direzionale n. livelli-base Decentramento Coordinamento Organi di staff Meccanismi operativi Stile manageriale Vantaggi e svantaggi Forma assunta Per funzione 3 (più ulteriori livelli, a volte numerosi) Accentramento (in realtà decentramento “selettivo”) Coesistono vari meccanismi; difficoltà in struttura a “silos” Funzioni tecnostr./supporto Sviluppati e formalizzati, specie quelli di P&C Difficile generalizzare; il ricorso alla delega mitiga eventuali tendenze autoritarie Efficienza e specializzazione; problemi in caso di business diversificati e scarsa focalizzazione sul cliente 9 Struttura plurifunzionale (esempio) D.G. MKT Produzione Stabilimento 1 ......... AFC Personale ........... Stabilimento 2 ............ 10 Struttura multidivisionale Carattere Raggruppamento lavoro direzionale n. livelli-base Decentramento Coordinamento Organi di staff Meccanismi operativi Stile manageriale Vantaggi e svantaggi Forma assunta Per business (SBU) o altro output 4 (inclusi staff centrali, più altri livelli, a volte numerosi) Decentramento a favore SBU Coesistono vari meccanismi; fondamentali “centri di profitto” Staff centrali e “periferici” Sviluppati e formalizzati (valutazione e incentivazione performance di profitto SBU) Partecipativo a livelli alti (SBU) Presidio dell’output (es. cliente) Scarsa efficienza 11 Struttura multidivisionale (esempio) D.G. MKTG AFC SBU A Personale SBU C SBU B Prod. AFC Stab.1 ............ MKT Stab.2 12 Struttura a matrice Premessa: è una formula organizzativa che può racchiudere una pluralità di situazioni. Il denominatore comune alle varie forme matriciali è: un sistema di comando multiplo il presidio bilanciato di due (o più) variabili critiche; tipicamente queste sono: efficienza e “mercato” 13 Struttura a matrice (segue) Il presidio organizzativo della dimensione orizzontale della struttura è affidato a figure spesso etichettate “PM”: • Project mananger • Product manager • Process manager che sono ruoli di coordinamento interfunzionale privi di una vera e propria autorità gerarchica. 14 Struttura a matrice (segue) Carattere Raggruppamento lavoro direzionale n. livelli-base Decentramento Coordinamento Organi di staff Meccanismi operativi Stile manageriale Vantaggi e svantaggi Forma assunta Per funzione e per output 3 (inclusi “two boss manager”) Come plurifunzionale + delega ai PM Coesistono vari meccanismi; fondamentali i PM Come plurifunzionale Sviluppati e formalizzati (fondamentale il controllo PM) Come plurifunzionale Presidio bilanciato dell’input e dell’output Difficoltà di implementazione 15 Struttura a matrice (esempio) D.G. Progett. Produz. MKTG AFC P.M. 1 P.M. 2 = “two boss manager” 16 Learning organization,knowledge management, e-business & c: sono nuove configurazioni? I fattori “apprendimento” e “conoscenza”, così come lo strumento ICT ad essi intimamente collegato, consentono di individuare nuove configurazioni organizzative? In realtà la c.d. Learning Organization è un’organizzazione orientata ad apprendere con sistematicità, grazie al modo in cui gestisce la conoscenza (es. accesso diretto e organizzato dei professionisti alle informazioni, una sorta di knowledge web, presso una grande società di consulenza e revisione) . 17 Tuttavia, ciò non significa che emergano configurazioni nuove (rispetto alla tipologia prima analizzata), nel cui ambito non esistono confini, né gerarchie, né suddivisioni di responsabilità per linee funzionali, né conflitti o comportamenti opportunistici. Si può invece fare un’analogia con una squadra di calcio capace di cambiare nella stessa partita gli schemi di gioco a seconda del risultato, dell’avversario, di eventi imprevisti, passando facilmente da un assetto ad un altro. 18 Bettini: Integrazione verticale • Grado di integrazione verticale: quali “fasi” della lavorazione vengono svolte all’interno dell’impresa • per componenti ceramici: ELEVATO (lavorazione a partire dalle materie prime; solo alcune lavorazioni specifiche e costose appaltate all’esterno) • per componenti metallici: MENO ELEV. (utilizzo di semi-lavorati acquistati all’esterno; oltre ad “esternalizzazione” di alcune lavorazioni di rifinitura, etc.) 19 Rapporti con fornitori e clienti • rapporto con fornitori: CRITICITA’ – materie prime: basso potere contrattuale, perché volumi acquistati scarsi rispetto a produzione totale del fornitore – tempestività e qualità adeguate (commesse ad hoc) conseguenze: mantenere rapporti con molti fornitori e/o acquistare lotti più grandi rispetto alle necessità immediate 20 Aree di business e competizione 21 Una tipica impresa italiana • assetto proprietario: continuità (eredi di una stessa famiglia); coinvolgimento diretto nella gestione (azionista-manager) • dimensione: media; è legata al punto precedente: consente il controllo diretto • enfasi della produzione/competizione: soddisfazione bisogni dello specifico cliente (non su economie di scala); “customizzazione” (non prezzo basso) • innovazione tecnologica: abilità nell’applicazione di tecnologie sviluppate altrove • appartenenza ad un distretto industriale 22