Questo opuscolo è indirizzato primariamente ai datori di lavoro che siano interessati all’utilizzo delle tecnologie di ausilio per l’impiego di lavoratori con disabilità motoria. Più in generale, è uno strumento conoscitivo utile per chi si accosta per la prima volta al tema degli ausili tecnologici per il lavoro. Il messaggio è semplice: le tecnologie per la disabilità possono rendere l’inserimento di una persona con disabilità in un’azienda un processo più gestibile, più gratificante, più arricchente per tutti. Molti problemi legati alle mansioni, all’accesso alla struttura, agli strumenti di lavoro possono essere risolti con l’aiuto della tecnologia. I protagonisti del libretto sono tre: il lavoratore, il datore di lavoro e le tecnologie. Altri attori sono: gli enti pubblici, le strutture di supporto, i formatori, i tutor e i tecnici. Se tutti collaborano, possono esserci dei buoni risultati: lavoratori più gratificati, datori di lavoro più soddisfatti, mansioni più interessanti. Questo opuscolo spiega quale potrebbe essere il ruolo della tecnologia per un lavoratore disabile, ma parla anche del ruolo degli attori che ne supportano la scelta e l’introduzione in azienda. Come tutte le tecnologie, anche le tecnologie per la disabilità vanno calate in un contesto preparato e predisposto. La lettura di questo testo può essere un primo passo! Pubblicazione finanziata nell’ambito del progetto: Ausili tecnologici e inserimento lavorativo: servizi di supporto a tutors di persone con disabilità in Emilia-Romagna (Fondo Sociale Europeo, Ob. 3C1 con finanziamento 2003-0373) © AIAS Bologna onlus, 2005 Testo a cura di: Claudio Bitelli, Giorgia Brusa, Evert-Jan Hoogerwerf Progetto grafico: Miranda Di Pietro Stampa: Tipografia Negri - Bologna UN PROGETTO DI AUSILIOTECA AIAS Bologna onlus In collaborazione con ENAIP Emilia Romagna ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DI BOLOGNA SERVIZIO PER GLI STUDENTI DISABILI Lavoro, disabilità e ausili tecnologici Il ruolo della tecnologia nel migliorare la partecipazione del lavoratore con disabilità motoria ai processi aziendali Lavoro, disabilità e ausili tecnologici S > SOMMARIO > INTRODUZIONE 2 • A chi è indirizzato questo libretto? • Perché è stato scritto? 1 > I TEMI SULLO SFONDO 4 • Il lavoro inclusivo • Il lavoratore con disabilità • L’innovazione tecnologica 2 > GLI AUSILI TECNOLOGICI 6 • Cosa sono gli ausili tecnologici? • Principali categorie di ausili tecnologici 3 > L’INSERIMENTO LAVORATIVO E GLI AUSILI TECNOLOGICI 8 • Un approccio globale • Fattori da considerare • Avviare il percorso per gli ausili tecnologici 4 > ALCUNE ESPERIENZE 13 > IL PROGETTO 15 > LA NORMATIVA 16 Lavoro, disabilità e ausili tecnologici > INTRODUZIONE > Perché è stato scritto? > A chi è indirizzato questo libretto? Questo libretto contiene informazioni utili per le aziende che danno impiego a persone con disabilità motoria o che intendono assumerle; più in generale, questa pubblicazione può costituire un utile strumento conoscitivo anche per chi si accosta per la prima volta al tema degli ausili tecnologici per il lavoro. Nel caso delle aziende se ne consiglia la lettura a chi effettua scelte strategiche relativamente al personale. In questa pubblicazione abbiamo cercato di far emergere la valenza straordinaria delle tecnologie come fattori che consentono o facilitano l’esercizio della funzione lavorativa per le persone con disabilità. L’inserimento lavorativo delle persone disabili è un tema sempre attuale, tanto più da quando con la Legge 68/’99 la modalità del collocamento obbligatorio è stata sostituita dalla modalità del collocamento mirato. Tuttavia l’incontro fra domanda e offerta non è cosa facile: nella gran parte dei casi ci sono spazi per migliorare la qualità dell’inserimento dei lavoratori con disabilità. Migliorare i progetti di inserimento lavorativo va a beneficio del lavoratore e dell’azienda. Come tanti casi dimostrano, le tecnologie possono giocare un ruolo importante; soluzioni tecnologiche mirate possono fare sì che molte persone disabili diventino di fatto lavoratori abili. Questo libretto parla in modo diretto e concreto delle condizioni necessarie affinché questo accada. Ci auguriamo che la sua lettura porti il lettore a porsi delle domande sulla propria situazione aziendale e ad acquisire alcune conoscenze “di processo”. 3 Lavoro, disabilità e ausili tecnologici 1 > I TEMI SULLO SFONDO La Legge sull’inserimento lavorativo 1 > Il lavoro inclusivo Perché lavoriamo? a Legge 68/’99. Cfr. p. 16 per gli articoli più rilevanti oppure www.at4inclusion.org/fselavoro Sono molteplici le motivazioni di chi lavora: migliorare la propria situazione, non dipendere da altri, essere utili, sentirsi gratificati, realizzare un progetto personale, far crescere l’economia del nostro Paese… Spesso si tratta di un insieme di tutti questi fattori. Lavorare fa bene, soprattutto se le mansioni sono adeguate. Tutti dovrebbero o vorrebbero lavorare! Anche le persone con disabilità. In Italia è in vigore una legge sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità (1). La Legge protegge alcune categorie di persone contro l’esclusione dal mercato del lavoro e responsabilizza datori di lavoro con più di 15 dipendenti. Rispetto alla normativa precedente, è rimasto l’obbligo di assunzione per le aziende; da qualche anno però, seppure con tanti problemi, è cambiato il modo di concepire il collocamento obbligatorio: non si parla più di liste da scorrere per occupare i disabili, ma di incrociare domanda e offerta, le caratteristiche della persona con quelle della mansione e dell’azienda. È un notevole passo avanti, dal punto di vista culturale, sociale e lavorativo. Bisogna far sì che l’inserimento lavorativo sia efficace e soddisfacente per tutti; occorre evitare, quindi, quelle forme di occupazione che diventano di fatto un “non lavoro” o un “parcheggio”, perché così l’azienda ha adempiuto agli obblighi di legge. L’improduttività ha un costo che viene pagato sia dall’azienda che dal lavoratore, anche se in modo diverso. La responsabilità sociale dell’impresa Per alcuni questo concetto consiste essenzialmente in una donazione per Natale; in realtà la responsabilità sociale dell’impresa è espressione delle società più evolute, nelle quali c’è interazione e rispetto reciproco fra iniziativa privata e la collettività. L’idea di fondo è che si lavora e si produce meglio quando tutti stanno meglio. È come innescare una spirale. Le aziende possono contribuire al miglioramento delle condizioni della società anche con azioni mirate. Rispettare la legge sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità fa parte della responsabilità sociale dell’impresa. Non considerare le persone con disabilità parte integrante del sistema produttivo significa inoltre non promuovere fino in fondo la qualità del sistema e, in molti casi, sprecare risorse umane e produttive. 4 1 I temi sullo sfondo > L’innovazione tecnologica Sfida per le imprese > Il lavoratore con disabilità Prima di tutto un lavoratore Assumere una persona con disabilità significa prima di tutto assumere un lavoratore. Come tutti i lavoratori dispone di competenze, motivazioni, aspettative, potenzialità e limiti. Si tratta di capire come collocare al meglio il nuovo collaboratore nei processi e nelle dinamiche aziendali. Il processo di inserimento Ogni processo di inserimento di un nuovo lavoratore richiede attenzione. Quello dei lavoratori con disabilità ancora di più. Mettere una persona con disabilità nelle condizioni di diventare un lavoratore “diversamente abile” richiede una mediazione fra la persona e le mansioni, la postazione, gli strumenti di lavoro, il contesto. L’ottica corretta, che può aiutare a gestire meglio questo processo, è quella che non si limita a vedere la persona disabile nel contesto, ma quella che ci permette di vedere anche ciò che nel contesto rende la persona disabile. Può succedere che alcune piccole modifiche al contesto rendano la vita più facile a tutti i lavoratori e non soltanto al lavoratore da inserire. L’inserimento di un lavoratore con “esigenze speciali” può quindi diventare un’opportunità per migliorare la situazione di tutti. Le tecnologie si sviluppano molto rapidamente. Per stare al passo bisogna continuamente innovarsi. Nuovi prodotti, ma anche nuovi strumenti di lavoro e di comunicazione. Lo sviluppo tecnologico ha da sempre aperto nuove prospettive per l’impresa. Si tratta di usare la tecnologia nel rispetto e nella promozione non solo della produttività ma anche della qualità del lavoro. Sfida per i lavoratori Grazie all’innovazione tecnologica – il computer, il cellulare, internet – molti lavori sono cambiati Nell’impresa, usati bene, questi strumenti rendono i lavoratori più autonomi, più veloci, più produttivi. Il loro utilizzo richiede comunque investimento, formazione e a volte occorre superare delle resistenze. Anche per le persone disabili che lavorano la tecnologia evolve continuamente: tecnologie speciali e dispositivi standard concorrono sempre più a favorire le attività e la partecipazione. Le tecnologie di ausilio sono oggi sempre meno “speciali” e perlopiù sono in grado di “dialogare” naturalmente con l’ambiente tecnologico aziendale. 5 Lavoro, disabilità e ausili tecnologici 2 > GLI AUSILI TECNOLOGICI 2 > Cosa sono gli ausili tecnologici? L’uomo usa strumenti per svolgere certe funzioni. In alcuni casi sono oggetti che possono essere usati da tutti (design for all). Molti strumenti invece sono progettati, più o meno consapevolmente, per gruppi che hanno maggiore attitudine ad usarli. Le persone anziane e le persone con disabilità sono spesso le prime ad avere difficoltà nell’uso di apparecchiature. In alcuni casi gli strumenti standard possono essere modificati per l’uso da parte di persone con limitazioni funzionali; in altri casi occorre una progettazione specifica per venire incontro ad alcune particolari esigenze di utilizzo legate ad una disabilità. Parliamo di ausili ogni volta che indichiamo delle attrezzature o dei dispositivi che consentono alla persona con disabilità di fare o di fare meglio. Sono ausili sia le attrezzature “speciali” che quelle di comune commercio. Anche nel mondo degli ausili le tecnologie si sviluppano molto rapidamente. Alcuni ausili sfruttano in pieno le tecnologie elettroniche e informatiche. In questo caso parliamo di ausili tecnologici. Sono utilissimi, se scelti con cura e proposti nel modo giusto. > Principali categorie di ausili tecnologici Le tecnologie a sostegno di una buona integrazione lavorativa sono molte e sempre più disponibili. Con l’aiuto di esperti si può costruire un sistema tecnologico di ausilio su misura. Tastiere: l’uso di semplici accorgimenti, come il posizionamento di uno scudo forato (fig. 1), in molti casi può consentire l’utilizzo della tastiera standard. In alternativa, a seconda del caso, si possono utilizzare tastiere espanse (fig. 2), ridotte (fig. 3) o riconfigurabili. Sistemi di puntamento: il mouse non è il solo sistema possibile: esistono diversi tipi di trackball (fig. 4), joystick (fig. 5), tavolette o schermi tattili (touch screen fig. 6), mouse comandabili con il capo (fig. 7), che svolgono la stessa funzione del mouse standard, ma richiedono diverse abilità per l’azionamento. Sensori: i sensori sono pulsanti di diversa forma, dimensione e forza di azionamento (figg. 8a e 8b), che possono essere azionati con qualsiasi movimento. Attraverso l’uso di un solo sensore e di un opportuno software si può utilizzare appieno un PC, così come controllare altri dispositivi elettronici e informatici. Software speciali: il lavoratore disabile che impieghi una periferica di input alternativa (come quelle sopra indicate) può utilizzare, attraverso speciali programmi, tutti i software standard usati in azienda (fig. 9). Input vocale: attraverso l’uso di un apposito software e di un microfono è possibile utilizzare completamente il PC con la voce per scrivere, usare i programmi e anche emulare il mouse. I sistemi di input vocale riconoscono però un parlato preciso e costante, ed è ovviamente necessaria una valutazione della compatibilità con l’ambiente di lavoro (fig. 10). Sistemi di controllo d’ambiente: in generale, nella dimensione aziendale non sono molte le necessità di controllo dell’ambiente. È però bene sapere che è possibile controllare a distanza in modo efficace e facilitato le funzioni elettriche e elettromeccaniche di dispositivi dell’ambiente (accensione/spegnimento di luci o altri dispositivi, aperture motorizzate, ecc.). Postazione di lavoro: è di fatto uno degli elementi più importanti: a poco vale disporre di ausili sofisticati se la persona non si trova nelle condizioni ergonomicamente giuste per utilizzarli. Da tenere in considerazione sono: il tavolo (altezza, dimensione, piano d’appoggio), la seduta (assetto posturale) e l’ambiente nel suo complesso (illuminazione, clima) (fig. 11). 6 2 Gli ausili tecnologici >1 >7 Lo scudo può essere applicato Mouse con il capo sia alla tastiera che alla trackball per un utilizzo più preciso e meno faticoso >2 > 8a Tastiera espansa In commercio esistono centinaia di sensori di diversa forma, dimensione e funzionalità >3 > 8b Tastiere ridotte I sensori possono essere azionati con qualsiasi parte del corpo >4 >9 Trackballs di diverse dimensioni Software di emulazione di e forme tastiera in combinazione con un sensore >5 > 10 Joystick che emula le funzioni Sistema di input vocale del mouse >6 > 11 Touch Screen – schermo tattile: Postazione di lavoro richiede precisione di movimenti, ma è veloce e intuitivo 7 Lavoro, disabilità e ausili tecnologici 3 > L’INSERIMENTO LAVORATIVO E GLI AUSILI TECNOLOGICI 3 > Un approccio globale Con l’arrivo della persona disabile in azienda si introducono elementi di novità in un sistema strutturato. La persona stessa, i colleghi e l’azienda si trovano a fare i conti con problematiche più o meno consistenti legate alla compatibilità fra persona-mansione-contesto lavorativo. L’esperienza ci insegna che non sempre queste problematiche sono b Una persona con disabilità non è un “lavoratore menomato”. Realizzare le condizioni per una sua produttività soddisfacente significa in molti casi attuare soluzioni che facilitano la dimensione lavorativa anche ai colleghi: questo si può ottenere se si prende in esame il “sistema ambiente lavorativo” all’interno del quale si sviluppa la mansione. c Con “percorso-ausili” si intende l’insieme di valutazioni e azioni, necessario per individuare, acquisire e utilizzare un ausi- lio o un insieme di ausili. d Trascurare le potenzialità degli ausili tecnologici può significare rinunciare ad opportunità importanti sia per la persona che per l’azienda. Un esempio per tutti: nella fase di selezione si tende ad escludere le persone che hanno difficoltà motorie tali da rendere problematico l’uso della tastiera e del mouse. Chi conosce gli ausili però sa che in molti casi l’adozione di una tastiera speciale e/o di un emulatore di mouse può consentire una produttività adeguata. penalizzanti per l’azienda: la loro risoluzione può anzi dimostrarsi un fattore di ottimizzazione delle risorse e dei processi produttivi; la disabilità può essere un elemento di evoluzione per tutto l’ambiente (2). Affinché questo accada vari fattori devono essere analizzati e convogliati in un processo unico. All’interno di questo processo di integrazione lavorativa si sviluppa il percorso-ausilio (3). L’approccio corretto è quello di non scindere i due processi e quindi di ricercare soluzioni (ausili) per una determinata persona (con le sue disabilità ma anche potenzialità), inserita in un certo contesto (umano, ambientale, strumentale), con specifici obbiettivi (dell’azienda e della persona stessa). Questo “approccio globale” mira quindi a cercare una situazione di lavoro soddisfacente per tutti, anche con l’utilizzo delle tecnologie. > Fattori da considerare La valutazione mansioni-competenze Questa valutazione riguarda le competenze dell’operatore, le sue risorse e motivazioni, in rapporto alle mansioni individuate. Strumenti metodologici, come il bilancio di competenze, sono di grande aiuto per definire delle ipotesi di inserimento. Alcuni enti della rete di supporto alla persona e all’azienda (cfr. www.at4inclusion.org/fselavoro per alcuni esempi nella Provincia di Bologna) sono in grado di intervenire su questo tema. Il tema del bilancio di competenze qui non viene ulteriormente approfondito; ciò che si vuole evidenziare è che nel momento in cui si valuta la compatibilità fra una persona e una mansione è molto importante tenere presente il possibile apporto che potrebbe essere fornito da una adeguata soluzione tecnica (4). La scelta e l’introduzione degli ausili Per ciò che riguarda il ruolo degli ausili tecnologici, sarebbe importante che la loro individuazione fosse condotta prima o in parallelo alla fase di inserimento della persona con disabilità in azienda. Ma non è mai troppo tardi per intervenire. È utile tenere presente che: • non esistono soluzioni ”standard” per certe disabilità, ma va sempre condotta una analisi personalizzata; non è la potenza tecnologica che determina l’efficacia dell’ausilio, né esistono soluzioni “chiavi in mano”; • non bisogna legare l’idea di ausilio alla patologia: gli ausili non sono “medicine” da correlare a un sintomo, ma soluzioni complesse a bisogni complessi; • l’ausilio non è solo lo strumento tecnico/tecnologico ma anche un insieme di condizioni che garantiscono l’efficacia della funzione lavorativa; • esistono strutture specializzate in grado di supportare la ricerca e la 8 3 proposta dell’ausilio giusto: i centri ausili; • il percorso-ausili non si conclude con la scelta del sistema tecnologico più adatto, ma nel momento in cui l’ausilio sarà utilizzato al meglio e con autonomia nel luogo di lavoro. In definitiva, per fare la differenza, cioè per essere davvero efficace, la proposta di ausili necessita di un approccio metodologicamente corretto e della consapevolezza circa le condizioni per la sua attuabilità. Gli ausili e l’ambiente in azienda L’ausilio tecnologico è normalmente solo una parte di un insieme più ampio di soluzioni fra loro complementari. A seconda dei casi, le soluzioni che concorrono a rendere possibile e efficace il lavoro della persona disabile possono essere: L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici • garantire l’accessibilità ambientale e tecnologica (barriere architettoniche, difficoltà nell’uso delle strumentazioni legate alla mansione, ecc.); • curare l’ergonomia della postazione di lavoro (tavolo, seduta, posizionamento strumenti, ecc.); • adeguare alcune dinamiche relazionali o modalità di svolgimento delle attività (prassi operative e logistiche per il lavoro di team, utilizzo di particolari tecniche di comunicazione diretta o remota, ecc.); • assicurare la presenza di un collega o di un operatore di riferimento. Lavorare in azienda o a distanza Il progresso tecnologico ha aperto la strada per il telelavoro. Esistono esperienze di aziende che lavorano con personale “a distanza”. Nel caso di un operatore con disabilità il lavorare da casa può essere una soluzione per diminuire l’impatto delle difficoltà legate al trasporto e all’accesso alla struttura e l’ambiente di lavoro. Al telelavoro “da casa” si affianca la modalità di lavoro “a distanza” come modello organizzativo, in cui più telelavoratori si riuniscono condividendo ambienti e parte delle strumentazioni. La postazione del lavoratore “a distanza” con gli eventuali ausili tecnologici deve essere naturalmente curata, con una grande attenzione alla compatibilità delle interfacce e dei sistemi applicativi con l’utilizzo telematico. Va sottolineato che il telelavoro richiede, da parte del lavoratore, la presenza di abilità cognitive/fun- 9 zionali di livello elevato e implica anche, nella gran parte dei casi, la disponibilità di tecnologie potenti e aggiornate. Nella valutazione della opportunità o meno di proporre un lavoro “a distanza” occorre considerare anche l’importanza degli aspetti sociali legati all’integrazione lavorativa. La rete a sostegno del processo di integrazione lavorativa I processi di integrazione lavorativa delle persone con disabilità sono normalmente supportati da professionisti di enti o istituzioni deputati a seguire la persona in ambiti diversi: dalla formazione (Enti della Formazione Professionale), al collocamento in attuazione della L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici e CENTRI PROVINCIALI PER L’IMPIEGO In ogni provincia dell’Emilia-Romagna esiste un Centro per l’impiego dell’Amministrazione provinciale. I Centri per l’impiego gestiscono gli aspetti normativi, amministrativi e tecnici legati ai nuovi adempimenti conseguenti alla Legge 68/’99 e alla Legge regionale 17/2005, sia in riferimento a chi cerca lavoro sia alle imprese. Provvedono – in raccordo con i servizi sociali, sanitari e formativi del territorio, secondo le specifiche competenze loro attribuite – alla programmazione, all’attuazione, alla verifica degli interventi volti a favorire l’inserimento dei soggetti di cui alla presente Legge, nonché all’avviamento lavorativo, alla tenuta delle liste, al rilascio dei provvedimenti di autorizzazione, alla stipula delle convenzioni e all’attuazione del collocamento mirato. Cfr. www.at4inclusion.org/fselavoro per un elenco dei loro siti in Emilia-Romagna. f CENTRI AUSILI I centri ausili sono strutture che non commercializzano ausili ma erogano servizi di consulenza e supporto per la proposta e l’implementazione delle soluzioni. I centri sugli ausili tecnologici che operano sul territorio nazionale sono riuniti nella rete GLIC e hanno in comune una composizione multidisciplinare dell’équipe, tipicamente nelle aree disciplinari sanitaria-riabilitativa, psico-socio-educativa e tecnologica. Per la mappa dei centri ausili in Italia: www.centriausili.it Un esempio di un centro ausili è il Centro Ausili Tecnologici dell’AUSL di Bologna, che offre il suo contributo a persone disabili e operatori che si confrontano con l’ambito formativo e lavorativo, nel territorio della Provincia di Bologna. L’attività di consulenza ha come obiettivi la ricerca di strumentazioni finalizzate a migliorare la produttività della persona o a consentirle di svolgere determinate mansioni e può comprendere una valutazione della postazione di lavoro o delle caratteristiche del contesto lavorativo nel quale la persona si troverà ad operare. In questi ultimi casi si renderà necessario un sopralluogo in azienda. A monte della consulenza potranno rendersi necessari incontri con gli operatori del territorio o dei servizi per l’impiego e, in alcuni casi, con referenti aziendali. Al momento dell’arrivo della richiesta di consulenza, che può essere fatta dalla persona disabile stessa, dagli operatori o dal personale aziendale, verrà inviata una scheda di raccolta dati preliminari (specificamente costruita per persone adulte coinvolte in attività di formazione o lavorative) finalizzata a raccogliere informazioni sul lavoratore, sull’ambito nel quale verranno impiegati gli strumenti (mansioni, contesto, ecc.) e sugli obiettivi per i quali si richiede la consulenza stessa. La scheda di raccolta dati dovrà essere compilata in parte dalla persona disabile e in parte dagli operatori. Anche l’attività del supporto è caratterizzata dall’ambito specifico: la possibilità di essere presenti in azienda infatti consente di collaborare con gli operatori di riferimento per un’eventuale ridefinizione della mansione e di costruire i primi legami con le figure di riferimento all’interno dell’azienda. L’intervento tecnico ha principalmente lo scopo di realizzare la massima compatibilità tra la soluzione informatica individuata (software di speciali input e/o particolari periferiche) e la tecnologia presente in azienda. 10 Legge 68/’99 (Centri per l’Impiego o uffici appositi dell’enteProvincia) (5), all’assistenza socio-sanitaria (Servizi Handicap Adulto, altri servizi o progetti dell’Az. USL o del Comune, ecc.), all’integrazione sociale (enti o associazioni private), ecc. Queste risorse sono importanti partner nel percorso-ausili; esse si rapportano, insieme all’azienda, con un attore fondamentale, il centro ausili, dalla cui consulenza possono scaturire le indicazioni pratiche e metodologiche per la proposta delle tecnologie più adeguate (6). Lavorare in rete può apparire più complesso, ma se si definiscono in partenza ruoli e responsabilità, l’efficacia dell’intervento è certamente moltiplicata e maggiormente garantita. > Avviare il percorso per gli ausili tecnologici Chi attiva il percorso-ausili? L’iniziativa può essere della persona con disabilità, dell’azienda o degli operatori che seguono professionalmente il processo di integrazione lavorativa. Indipendentemente da chi prende l’iniziativa, il percorso si può articolare secondo i passi che seguono. Valutare la situazione Anzitutto va approfondita la conoscenza della situazione lavorativa, nella logica dell’approccio globale: 3 è bene avere un atteggiamento attento e realistico, ma al contempo aperto alle possibili soluzioni che possano rendere fattibile l’inserimento lavorativo. La conoscenza della persona è un punto delicato: essendo la principale protagonista del percorso, in prima istanza è nel confronto con essa che se ne definiscono le potenzialità e i limiti. Come per tutte le persone, vi sono alcune variabili importanti oltre all’abilità funzionale, quali la motivazione, l’attitudine, la predisposizione, l’esperienza, le competenze, ecc. In alcune situazioni in cui siano presenti particolari problematiche (per esempio di tipo cognitivo o psichico), i servizi socio-sanitari che seguono la persona disabile forniscono un apporto di conoscenze specialistiche fondamentali per orientare il percorso-ausili. In altre situazioni, viceversa, può essere utile o necessario effettuare un bilancio di competenze, per ricavare un profilo funzionale della persona con disabilità che possa aiutare la valutazione di compatibilità con la mansione e l’ambiente. Allo stesso modo è necessario svolgere una lettura sistematica e il più possibile completa della mansione e delle caratteristiche dell’azienda. Vanno presi in esame le problematiche di accessibilità (percorsi, barriere, ecc.), le strumentazioni necessarie per lo svolgimento della mansione e le caratteristiche dei processi produttivi in cui è coinvolta la persona con disabilità (modalità di svolgimento, tempi, relazioni, ecc.). L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici Individuare gli ausili Il modo più semplice per individuare gli ausili tecnologici potrebbe apparire quello di delegarne la ricerca ad un esperto di tecnologie. Sulla scorta di quanto enunciato fino a ora, però, appare evidente che si tratterebbe di una visione eccessivamente semplificata, non efficace e, anzi, rischiosa. Infatti occorre scegliere gli ausili giusti in rapporto alle caratteristiche della persona, del contesto e delle mansioni: per fare questo le competenze tecnologiche sono solo una parte del know-how necessario. Occorrono competenze multidisciplinari e una progettualità concordata: soprattutto nei casi più complessi, è importante che vi sia una buona collaborazione fra tutti gli attori coinvolti, condivisione degli obbiettivi e dei percorsi da intraprendere. Per supportare la proposta di ausili tecnologici è utile potersi giovare del contributo di esperti in più aree, tipicamente in quella riabilitativa, sociale, tecnologica. Queste competenze possono essere ritrovate nei tutors della transizione lavorativa (enti di formazione, coop. sociali, ecc.), negli operatori socio-sanitari dei Servizi (es. Servizio Handicap Adulto dell’Az. USL) e negli operatori del centro ausili. L’intervento del centro ausili ha contenuti tecnico-me- 11 todologici: indica quali sono gli ausili più adeguati per raggiungere gli obbiettivi, ma anche quali sono le modalità più adeguate per il loro utilizzo nel contesto aziendale. Fa parte di questa logica di intervento a più voci il fatto che l’azienda ricerchi il dialogo con gli esperti esterni e consenta loro, se necessario, di intervenire sul posto di lavoro per le necessarie valutazioni e per fornire un supporto personalizzato. Avviare l’uso degli ausili in azienda Quando le soluzioni sono state individuate e acquisite, può essere necessario un supporto tecnico per la loro implementazione e per l’avviamento all’uso. L’intervento di addestramento e di supporto mira a rendere la persona disabile autonoma nell’uso efficiente e efficace delle soluzioni tecnologiche. Si tratta di uno dei passi decisivi per il successo del percorso-ausili: questa fase può essere effettuata da operatori del centro ausili (ove possibile) e più frequentemente da un tutor, aziendale o esterno, opportunamente formato. L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici Va infine tenuto presente che l’intervento sugli ausili può necessitare di una revisione periodica, in rapporto al mutamento delle situazioni, delle mansioni o delle tecnologie. L’azienda e la persona disabile, in questi casi, possono contare sugli interventi di follow-up del centro ausili o degli altri attori della transizione lavorativa. Chi paga il percorso e gli ausili? A fronte di un percorso che può essere articolato e complesso, quali sono i costi? E chi li sostiene? L’intervento verso gli ausili può prevedere diversi capitoli di spesa: 1. Prestazioni di servizio erogate da enti esterni all’azienda a. La consulenza ausili: i Centri Ausili agiscono con diverse modalità, ma prevalentemente senza costo per l’utente finale. b. Il tutoring di transizione al lavoro: può comprendere sia la fase di orientamento, sia il supporto in situazione. Gli attori possono essere i Centri di Formazione Professionale nell’ambito delle loro funzioni istituzionali o nell’ambito di progetti finalizzati, oppure i Servizi Handicap Adulto e/o servizi sociali dei Comuni; anche in questi casi non ci sono costi per l’azienda. 2. Acquisto degli ausili e adattamento della postazione di lavoro a. La Legge 68/’99 introduce alcune forme di supporto per l’azienda che intenda attuare il collocamento mirato di persone con disabilità: “Attraverso le convenzioni […] gli uffici competenti (ndr.: leggi ‘Servizi per l’Impiego delle Province’) possono concedere ai datori di lavoro privati, sulla base dei programmi presentati e nei limiti delle disponibilità del Fondo […] il rimborso forfettario parziale delle spese necessarie alla trasformazione del posto di lavoro per renderlo adeguato alle possibilità operative dei disabili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 50 per cento o per l'apprestamento di tecnologie di telelavoro ovvero per la rimozione delle barriere architettoniche che limitano in qualsiasi modo l'integrazione lavorativa del disabile.” Legge 68/’99 art. 13 c.1. b. La Legge Regionale RER 17/2005 (Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro), prevede che la Regione e le Province promuovano e sostengano l'inserimento e la stabilizzazione nel lavoro dipendente dei disabili e l'avviamento e consolidamento di attività autonome da parte degli stessi. Gli strumenti per l'attuazione di questi obiettivi sono: incentivi all'assunzione per le imprese, anche attraverso l'istituzione di un fondo regionale per i disabili; convenzioni con i datori di lavoro per realizzare inserimenti lavora- 12 tivi adeguati, "mirati" ed accompagnati nel tempo; finanziamenti per le modifiche della postazione di lavoro e l’abbattimento delle barriere architettoniche sui luoghi di lavoro e per l'introduzione dei tutor nelle aziende; ampliamento delle opportunità di lavoro nelle pubbliche amministrazioni. 3. Attività interne all’azienda Il percorso-ausili non può essere delegato interamente all’esterno. Come ogni integrazione lavorativa, richiede che all’interno dell’azienda si attivino alcune funzioni di tutoraggio e supervisione del nuovo assunto, almeno nella fase iniziale. Nel caso di persone disabili con particolari problematiche funzionali e con una dotazione di ausili tecnologici, questo può significare per l’azienda l’individuazione di un referente in grado di supportare la persona disabile nella fase di avviamento alla mansione e, se necessario, per la gestione di alcuni aspetti della vita quotidiana. Va comunque ricordato il fatto che l’azienda ha la possibilità di richiedere interventi di assistenza presso gli enti del territorio. Lavoro, disabilità e ausili tecnologici 4 > ALCUNE ESPERIENZE 4 > Antonio Un ambiente ideale Antonio ha 35 anni ed è affetto da tetraparesi spastica. Da 10 anni lavora come impiegato presso un’importante azienda di Bologna. L’abbiamo incontrato nel suo ufficio e abbiamo colto l’occasione per fargli qualche domanda e conoscere meglio la sua storia. Che studi hai fatto? Ho frequentato il liceo scientifico e dopo il diploma mi sono iscritto ad un corso di informatica a Milano organizzato dall’associazione ASPHI. Quali sono le tue esperienze lavorative? Dopo il corso ho lavorato per un certo periodo in Comune e alla Asl qui a Bologna, ma sempre con borse lavoro, quindi per tempi determinati. Desideravo trovare un lavoro più stabile e gratificante e così, grazie all’aiuto di mia madre e dell’assistente sociale che mi seguiva a quei tempi, ho cominciato a spe- dire curriculum a destra e a manca fino a che, un bel giorno, l’assistente sociale ha preso contatti con la ditta in cui ancora adesso lavoro. L’allora direttore generale si è subito mostrato disponibile e soprattutto “capace” di inserirmi nell’ufficio che più si confaceva a me e alle mie caratteristiche; e ora eccomi qui… Che tipo di mansione svolgi? In questo ufficio ci occupiamo di statistiche relative ai nostri clienti, alle vendite, agli acquisti, alle spedizioni, ecc. Un lavoro molto interessante. Quando sei stato assunto, sei stato affiancato da qualcuno? Un tutor interno, un educatore… No, solo dai miei colleghi che ancora adesso mi aiutano quando ho bisogno di qualcosa. Hai incontrato difficoltà a livello di inserimento lavorativo? Non particolarmente: sicuramente con l’andare del tempo ho dovuto usare sempre più spesso e con maggiore frequenza il PC e il mouse, però sono sempre riuscito a trovare delle strategie che mi hanno aiutato a superare le difficoltà dovute alle mie problematiche motorie. Perché ti sei rivolto all’Ausilioteca per una consulenza? Mi è stato consigliato dalla ragazza che mi accompagna al lavoro e che conosce l’Ausilioteca. Sapendo che utilizzo spesso il mouse per il mio lavoro, mi ha consigliato di rivolgermi a voi per vedere e sperimentare alternative a questo strumento che mi agevolassero il lavoro al 13 PC. E così è stato: grazie alle prove fatte durante la consulenza ho potuto sperimentare un joystick che ha cambiato radicalmente il mio modo di lavorare. In che senso? L’ausilio mi ha permesso una maggiore velocità nell’esecuzione delle mie mansioni, una maggiore praticità d’uso – anche per navigare in internet, che nel mio lavoro è fondamentale –, e senza dubbio un minore affaticamento a livello motorio. Il tuo responsabile era a conoscenza della tua decisione di rivolgerti all’Ausilioteca? Sì, l’azienda è sempre stata al corrente, fin dall’inizio, della mia volontà di trovare un ausilio alternativo al mouse e mi ha appoggiato in pieno, passo dopo passo, dandomi la completa disponibilità per l’acquisto di qualsiasi strumentazione fosse risultata necessaria. Quindi il tuo ambiente di lavoro ti ha aiutato? Sempre. Fin dalla mia assunzione ho trovato colleghi pronti e disponibili per qualsiasi mia esigenza. Dopo la consulenza hanno avviato immediatamente la richiesta per l’acquisto del joystick, che infatti mi è arrivato dopo soli 10 giorni. Sono stato fortunato, ho trovato un ambiente ideale per lavorare, da tutti i punti di vista. Alcune esperienze > Cinzia Non è mai troppo tardi Cinzia è affetta da tetraparesi distonica e presenta seri problemi agli arti superiori e inferiori. Tre anni fa è stata assunta da un’associazione non profit dove svolge mansioni di tipo impiegatizio come la gestione del centralino e l’inserimento di dati al PC. Da subito Cinzia si dimostra contenta del suo lavoro – e anche il suo responsabile lo è – anche se rispondere al telefono la costringe a movimenti faticosi e complessi. Dopo due anni dalla sua assunzione, su indicazioni di un amico che la vede al lavoro, Cinzia richiede una consulenza presso il Centro Ausili Tecnologici. Al termine delle prove vengono consigliati alcuni ausili tecnologici per facilitare l’accesso al PC (nello specifico una trackball al posto del mouse standard) e rendere più agevole la gestione del telefono (attraverso una semplice cuffia abbinata al sistema Zi Phone da collegare al PC con tastiera su video). Gli ausili e il supporto ricevuto dal centro ausili hanno cambiato radicalmente il lavoro di Cinzia: gli ausili le consentono di svolgere le sue mansioni in modo più veloce, ma soprattutto più agevole e meno faticoso dal punto di vista fisico. Il caso di Cinzia mette in evidenza come molti problemi legati all’autonomia della persona sono sottovalutati: a volte accorgimenti anche semplici non vengono neppure pensati per la difficoltà di immaginarsi o di immaginare la situazione diversamente. Se a questo si aggiunge una scarsa conoscenza delle opportunità offerte dagli ausili, casi simili possono perdurare per anni, finché, spesso per caso, un intervento non migliora la situazione. 14 Lavoro, disabilità e ausili tecnologici P > IL PROGETTO P Il progetto Ausili tecnologici e inserimento lavorativo: servizi di supporto a tutors di persone con disabilità in Emilia-Romagna è promosso dall’AIAS Bologna onlus, un’associazione di persone con disabilità e i loro familiari, che dall’inizio degli anni ’80 lavora sul tema degli ausili tecnologici e ha fatto nascere il servizio Ausilioteca. L’équipe dell’Ausilioteca gestisce a Bologna, per conto dell’Azienda USL di Bologna, il Centro Ausili Tecnologici e, per conto della Regione Emilia Romagna, il Centro Regionale Ausili. Collabora inoltre con la Provincia di Bologna, il Comune di Bologna e l’Università di Bologna, sempre con l’obiettivo di trovare soluzioni adeguate per persone con disabilità. Per maggiori informazioni: www.ausilioteca.org e www.at4inclusion.org/fselavoro Hanno collaborato alla realizzazione del progetto: • ENAIP Emilia-Romagna Enaip opera nel campo della formazione professionale su finanziamento pubblico e su commessa di imprese, enti, associazioni e pubblica amministrazione, offrendo molteplici interventi nelle varie fasi del processo formativo. ENAIP interviene attivamente a favore delle fasce deboli compreso le persone con disabilità. Per maggiori informazioni: www.enaiper.it • Il Servizio per gli studenti disabili dell’Università di Bologna Il servizio è stato istituito per rispondere alle esigenze degli studenti disabili iscritti all'Università di Bologna e offre, al termine degli studi, attività di orientamento, bilancio di competenze e opportunità di stage in azienda (da solo o in convenzione con l’ARSTUD, l’azienda regionale per il diritto allo studio universitario). Per maggiori informazioni: www.unibo.it\disabili o www.arstud.unibo.it • Unità Operativa Handicap Adulti Azienda USL di Bologna L’Unità operativa handicap adulti (U.O.H.A.) del Distretto di Bologna ha come finalità la tutela della salute e l’integrazione sociale delle persone disabili adulte. All’interno dell’U.O.H.A. lavorano assistenti sociali, educatori professionali e operatori socioeducativi che, attraverso progetti costruiti su misura del singolo e concordati con l’interessato, forniscono, fra altri, interventi di orientamento e transizione al lavoro. 15 • Opera dell’Immacolata onlus L’Opera dell’Immacolata (OPIMM) è un ente formativo accreditato dalla Regione Emilia Romagna che opera negli ambiti dell’obbligo formativo, formazione superiore, formazione continua e permanente, delle utenze speciali e dell’apprendistato. L’Ente si avvale di una rete di relazioni territoriali che favoriscono anche azioni di studio e ricerca. Gli interventi, sempre più personalizzati, impiegano personale esperto e sono frutto di progettazioni congiunte con le scuole, i servizi territoriali, le aziende, altri CFP, gli anti locali, le associazioni, le cooperative sociali. Per maggiori informazioni: www.opimm.it • Cooperativa ANASTASIS Le principali aree operative della Cooperativa Anastasis sono quelle relative alla produzione e distribuzione di software didattico e riabilitativo (azienda leader in Italia nel mercato di riferimento), l'erogazione di corsi di formazione professionale (nel campo delle nuove professioni) rivolti a persone disabili e/o in situazione di svantaggio, la realizzazione di innovativi servizi web nel campo della cooperazione educativa, dell'orientamento professionale e lo svantaggio linguistico. Per maggiori informazioni: www.anastasis.it Lavoro, disabilità e ausili tecnologici N LA LEGGE N. 68/’99 E GLI INTERVENTI PER GLI AUSILI L’inserimento delle persone disabili nel mondo del lavoro supera le precedenti logiche del collocamento obbligatorio che era svincolato da criteri di valutazione e persegue un criterio di valorizzazione delle abilità della persona: si parla perciò di "collocamento mirato"(1). Si propone un breve estratto della Legge n. 68/’99 con particolare riferimento a quanto concerne i percorsi di inserimento e gli interventi di adeguamento del posto di lavoro. Articolo 1. (Collocamento dei disabili) 1. La presente legge ha come finalità la promozione dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato. [...] Sono interessate le persone con minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e portatori di handicap intellettivo con una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%; gli invalidi del lavoro, con una minorazione superiore al 33% (accertata dall’Inail), le persone non vedenti, i sordomuti, gli invalidi per causa di servizio. Esse devono iscriversi nell’apposita graduatoria tenuta dalle Province (Centri per l’impiego, Sezione Disabili). L’iscrizione avviene dopo la visita di accertamento della disabilità da parte della Commissione medica integrata da un operatore sociale e da uno specialista (individuato a seconda della disabilità della persona), operante presso l’Azienda USL. Articolo 2. (Collocamento mirato) 1. Per collocamento mirato dei disabili si intende quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione. Articolo 3. (Assunzioni obbligatorie…) 1. I datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1 nella seguente misura: a) sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti; b) due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti; c) un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti. Articolo 11 (Convenzioni e convenzioni di integrazione lavorativa) comma 2: Nella convenzione sono stabiliti i tempi e le > LA NORMATIVA modalità delle assunzioni che il datore di lavoro si impegna ad effettuare. Tra le modalità che possono essere convenute vi sono anche la facoltà della scelta nominativa, lo svolgimento di tirocini con finalità formative o di orientamento, l'assunzione con contratto di lavoro a termine, lo svolgimento di periodi di prova più ampi di quelli previsti dal contratto collettivo, purché l'esito negativo della prova, qualora sia riferibile alla menomazione da cui è affetto il soggetto, non costituisca motivo di risoluzione del rapporto di lavoro. comma 7: Oltre a quanto previsto al comma 2, le convenzioni di integrazione lavorativa devono: a) indicare dettagliatamente le mansioni attribuite al lavoratore disabile e le modalità del loro svolgimento; b) prevedere le forme di sostegno, di consulenza e di tutoraggio da parte degli appositi servizi regionali o dei centri di orientamento professionale e degli organismi di cui all'articolo 18 della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, al fine di favorire l'adattamento al lavoro del disabile; c) prevedere verifiche periodiche sull'andamento del percorso formativo inerente la convenzione di integrazione lavorativa, da parte degli enti pubblici incaricati delle attività di sorveglianza e controllo. Articolo 13 (Agevolazioni per le assunzioni) comma 1: Attraverso le convenzioni di cui all'articolo 11, gli uffici competenti possono concedere ai datori di lavoro privati, sulla base dei programmi presentati e nei limiti delle disponibilità del Fondo di cui al comma 4 del presente articolo: c) il rimborso forfettario parziale delle spese necessarie alla trasformazione del posto di lavoro per renderlo adeguato alle possibilità operative dei disabili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 50 per cento o per l'apprestamento di tecnologie di telelavoro ovvero per la rimozione delle barriere architettoniche che limitano in qualsiasi modo l'integrazione lavorativa del disabile. LEGGE REGIONALE 01 agosto 2005 N. 17 Recentemente la Regione Emilia Romagna ha promulgato questa normativa “per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro”. Articolo 17. (Promozione dell’integrazione lavorativa delle persone con disabilità) 1. La Regione e le Province, nell’ambito delle rispettive competenze, promuovono e sostengono, nel rispetto delle scelte dei singoli destinatari, l’inserimento e la stabilizzazione nel lavoro dipendente delle persone con disabilità, nonché l’avviamento ed il consolidamento di attività autonome da parte degli stessi, attraverso azioni di avvio al lavoro, primo inserimento e di accompagnamento ad una positiva e stabile integrazione nell’ambiente di lavoro anche in forma autoimprenditoriale. 16 2. A tal fine le programmazioni regionale e provinciali sono attuate nel rispetto dei seguenti principi e metodologie: a) partecipazione attiva dei destinatari degli interventi, con il coinvolgimento, anche attraverso accordi di programma territoriali, delle loro famiglie, delle associazioni rappresentative dei loro interessi, delle parti sociali, delle istituzioni, ivi comprese quelle del sistema educativo, delle cooperative sociali operanti in materia di integrazione lavorativa delle persone con disabilità e dei loro consorzi; b) integrazione fra attività formative, misure di accompagnamento e tutoraggio, nonché azioni di politica attiva per il lavoro; c) integrazione fra le attività di cui alla lettera b) ed i servizi sociali e sanitari, al fine di realizzare, con un progetto unitario, forme di sostegno personalizzato 3. La Giunta regionale, al fine di consentire pari opportunità sul territorio regionale nella fruizione da parte delle persone con disabilità dei servizi per l’integrazione lavorativa, definisce: a) criteri generali e requisiti delle convenzioni per l’inserimento delle persone con disabilità; b) criteri per la formazione degli elenchi e delle graduatorie delle persone con disabilità; c) criteri per la concessione di agevolazioni ed incentivi ai datori di lavoro, nonché per la concessione ai lavoratori con disabilità impegnati in attività autonome degli assegni di servizio e formativi e di contributi per l’adeguamento dei posti di lavoro, tenendo conto delle specifiche peculiarità organizzative delle piccole e medie imprese; d) le modalità di pagamento, riscossione e versamento di esoneri e sanzioni 4. La Regione esercita, con il supporto delle Province, anche il collaborazione con le associazioni delle persone con disabilità comparativamente più rappresentative, nonché con le loro federazioni, funzioni di osservatorio degli interventi di integrazione al lavoro delle persone con disabilità e delle azioni attuate ai sensi della presente Legge e ne mette a disposizione i risultati. Per approfondimenti: www.at4inclusion.org/fselavoro (1) Legge 68/’99 Art. 2 c.1: “Per collocamento mirato dei disabili si intende quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione”.