Questo opuscolo è indirizzato primariamente ai datori di lavoro che siano interessati
all’utilizzo delle tecnologie di ausilio per l’impiego di lavoratori con disabilità motoria.
Più in generale, è uno strumento conoscitivo utile per chi si accosta per la prima volta al tema
degli ausili tecnologici per il lavoro.
Il messaggio è semplice: le tecnologie per la disabilità possono rendere l’inserimento di una
persona con disabilità in un’azienda un processo più gestibile, più gratificante, più arricchente
per tutti. Molti problemi legati alle mansioni, all’accesso alla struttura, agli strumenti di lavoro
possono essere risolti con l’aiuto della tecnologia.
I protagonisti del libretto sono tre: il lavoratore, il datore di lavoro e le tecnologie.
Altri attori sono: gli enti pubblici, le strutture di supporto, i formatori, i tutor e i tecnici.
Se tutti collaborano, possono esserci dei buoni risultati: lavoratori più gratificati, datori di lavoro
più soddisfatti, mansioni più interessanti.
Questo opuscolo spiega quale potrebbe essere il ruolo della tecnologia per un lavoratore disabile,
ma parla anche del ruolo degli attori che ne supportano la scelta e l’introduzione in azienda.
Come tutte le tecnologie, anche le tecnologie per la disabilità vanno calate in un contesto
preparato e predisposto. La lettura di questo testo può essere un primo passo!
Pubblicazione finanziata nell’ambito del progetto:
Ausili tecnologici e inserimento lavorativo:
servizi di supporto a tutors di persone con disabilità
in Emilia-Romagna
(Fondo Sociale Europeo, Ob. 3C1 con finanziamento 2003-0373)
© AIAS Bologna onlus, 2005
Testo a cura di:
Claudio Bitelli, Giorgia Brusa, Evert-Jan Hoogerwerf
Progetto grafico: Miranda Di Pietro
Stampa: Tipografia Negri - Bologna
UN PROGETTO DI
AUSILIOTECA
AIAS Bologna onlus
In collaborazione con
ENAIP
Emilia Romagna
ALMA MATER STUDIORUM
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
SERVIZIO PER GLI STUDENTI DISABILI
Lavoro, disabilità e ausili tecnologici
Il ruolo della tecnologia nel migliorare la partecipazione
del lavoratore con disabilità motoria ai processi aziendali
Lavoro, disabilità e ausili tecnologici
S
> SOMMARIO
> INTRODUZIONE
2
• A chi è indirizzato questo libretto?
• Perché è stato scritto?
1 > I TEMI SULLO SFONDO
4
• Il lavoro inclusivo
• Il lavoratore con disabilità
• L’innovazione tecnologica
2 > GLI AUSILI TECNOLOGICI
6
• Cosa sono gli ausili tecnologici?
• Principali categorie di ausili tecnologici
3 > L’INSERIMENTO LAVORATIVO E GLI AUSILI TECNOLOGICI
8
• Un approccio globale
• Fattori da considerare
• Avviare il percorso per gli ausili tecnologici
4 > ALCUNE ESPERIENZE
13
> IL PROGETTO
15
> LA NORMATIVA
16
Lavoro, disabilità e ausili tecnologici
> INTRODUZIONE
> Perché è stato scritto?
> A chi è indirizzato
questo libretto?
Questo libretto contiene informazioni utili per le aziende che danno
impiego a persone con disabilità
motoria o che intendono assumerle; più in generale, questa pubblicazione può costituire un utile strumento conoscitivo anche per chi si
accosta per la prima volta al tema
degli ausili tecnologici per il lavoro.
Nel caso delle aziende se ne consiglia la lettura a chi effettua scelte
strategiche relativamente al personale.
In questa pubblicazione abbiamo
cercato di far emergere la valenza
straordinaria delle tecnologie come
fattori che consentono o facilitano
l’esercizio della funzione lavorativa
per le persone con disabilità.
L’inserimento lavorativo delle persone disabili è un tema sempre attuale,
tanto più da quando con la Legge 68/’99 la modalità del collocamento obbligatorio è stata sostituita dalla modalità del collocamento mirato.
Tuttavia l’incontro fra domanda e offerta non è cosa facile: nella gran parte dei casi ci sono spazi per migliorare la qualità dell’inserimento dei lavoratori con disabilità.
Migliorare i progetti di inserimento lavorativo va a beneficio del lavoratore
e dell’azienda.
Come tanti casi dimostrano, le tecnologie possono giocare un ruolo importante; soluzioni tecnologiche mirate possono fare sì che molte persone disabili diventino di fatto lavoratori abili.
Questo libretto parla in modo diretto e concreto delle condizioni necessarie affinché questo accada.
Ci auguriamo che la sua lettura porti il lettore a porsi delle domande sulla
propria situazione aziendale e ad acquisire alcune conoscenze “di processo”.
3
Lavoro, disabilità e ausili tecnologici
1
> I TEMI SULLO SFONDO
La Legge sull’inserimento lavorativo
1
> Il lavoro inclusivo
Perché lavoriamo?
a Legge 68/’99.
Cfr. p. 16 per gli articoli
più rilevanti oppure
www.at4inclusion.org/fselavoro
Sono molteplici le motivazioni di
chi lavora: migliorare la propria situazione, non dipendere da altri,
essere utili, sentirsi gratificati, realizzare un progetto personale, far
crescere l’economia del nostro
Paese… Spesso si tratta di un insieme di tutti questi fattori. Lavorare
fa bene, soprattutto se le mansioni
sono adeguate. Tutti dovrebbero o
vorrebbero lavorare! Anche le persone con disabilità.
In Italia è in vigore una legge sull’inserimento lavorativo delle persone con
disabilità (1). La Legge protegge alcune categorie di persone contro l’esclusione dal mercato del lavoro e responsabilizza datori di lavoro con più di
15 dipendenti.
Rispetto alla normativa precedente, è rimasto l’obbligo di assunzione per le
aziende; da qualche anno però, seppure con tanti problemi, è cambiato il
modo di concepire il collocamento obbligatorio: non si parla più di liste da
scorrere per occupare i disabili, ma di incrociare domanda e offerta, le caratteristiche della persona con quelle della mansione e dell’azienda.
È un notevole passo avanti, dal punto di vista culturale, sociale e lavorativo.
Bisogna far sì che l’inserimento lavorativo sia efficace e soddisfacente per
tutti; occorre evitare, quindi, quelle forme di occupazione che diventano di
fatto un “non lavoro” o un “parcheggio”, perché così l’azienda ha adempiuto agli obblighi di legge.
L’improduttività ha un costo che viene pagato sia dall’azienda che dal lavoratore, anche se in modo diverso.
La responsabilità sociale dell’impresa
Per alcuni questo concetto consiste essenzialmente in una donazione per
Natale; in realtà la responsabilità sociale dell’impresa è espressione delle
società più evolute, nelle quali c’è interazione e rispetto reciproco fra iniziativa privata e la collettività.
L’idea di fondo è che si lavora e si produce meglio quando tutti stanno meglio. È come innescare una spirale.
Le aziende possono contribuire al miglioramento delle condizioni della società anche con azioni mirate. Rispettare la legge sull’inserimento lavorativo delle persone con disabilità fa parte della responsabilità sociale dell’impresa.
Non considerare le persone con disabilità parte integrante del sistema produttivo significa inoltre non promuovere fino in fondo la qualità del sistema e, in molti casi, sprecare risorse umane e produttive.
4
1
I temi sullo sfondo
> L’innovazione
tecnologica
Sfida per le imprese
> Il lavoratore
con disabilità
Prima di tutto
un lavoratore
Assumere una persona con disabilità significa prima di tutto assumere un lavoratore.
Come tutti i lavoratori dispone di
competenze, motivazioni, aspettative, potenzialità e limiti.
Si tratta di capire come collocare
al meglio il nuovo collaboratore
nei processi e nelle dinamiche
aziendali.
Il processo di inserimento
Ogni processo di inserimento di un
nuovo lavoratore richiede attenzione. Quello dei lavoratori con disabilità ancora di più.
Mettere una persona con disabilità
nelle condizioni di diventare un lavoratore “diversamente abile” richiede una mediazione fra la persona e le mansioni, la postazione,
gli strumenti di lavoro, il contesto.
L’ottica corretta, che può aiutare a
gestire meglio questo processo, è
quella che non si limita a vedere la
persona disabile nel contesto, ma
quella che ci permette di vedere
anche ciò che nel contesto rende
la persona disabile.
Può succedere che alcune piccole
modifiche al contesto rendano la
vita più facile a tutti i lavoratori e
non soltanto al lavoratore da inserire. L’inserimento di un lavoratore
con “esigenze speciali” può quindi
diventare un’opportunità per migliorare la situazione di tutti.
Le tecnologie si sviluppano molto
rapidamente. Per stare al passo bisogna continuamente innovarsi.
Nuovi prodotti, ma anche nuovi
strumenti di lavoro e di comunicazione.
Lo sviluppo tecnologico ha da
sempre aperto nuove prospettive
per l’impresa.
Si tratta di usare la tecnologia nel
rispetto e nella promozione non
solo della produttività ma anche
della qualità del lavoro.
Sfida per i lavoratori
Grazie all’innovazione tecnologica
– il computer, il cellulare, internet –
molti lavori sono cambiati
Nell’impresa, usati bene, questi
strumenti rendono i lavoratori più
autonomi, più veloci, più produttivi. Il loro utilizzo richiede comunque investimento, formazione e a
volte occorre superare delle resistenze.
Anche per le persone disabili che
lavorano la tecnologia evolve continuamente: tecnologie speciali e
dispositivi standard concorrono
sempre più a favorire le attività e
la partecipazione.
Le tecnologie di ausilio sono oggi
sempre meno “speciali” e perlopiù
sono in grado di “dialogare” naturalmente con l’ambiente tecnologico aziendale.
5
Lavoro, disabilità e ausili tecnologici
2
> GLI AUSILI TECNOLOGICI
2
> Cosa sono gli
ausili tecnologici?
L’uomo usa strumenti per svolgere
certe funzioni. In alcuni casi sono
oggetti che possono essere usati da
tutti (design for all). Molti strumenti invece sono progettati, più o meno consapevolmente, per gruppi
che hanno maggiore attitudine ad
usarli. Le persone anziane e le persone con disabilità sono spesso le
prime ad avere difficoltà nell’uso di
apparecchiature.
In alcuni casi gli strumenti standard
possono essere modificati per l’uso
da parte di persone con limitazioni
funzionali; in altri casi occorre una
progettazione specifica per venire
incontro ad alcune particolari esigenze di utilizzo legate ad una disabilità.
Parliamo di ausili ogni volta che indichiamo delle attrezzature o dei
dispositivi che consentono alla persona con disabilità di fare o di fare
meglio. Sono ausili sia le attrezzature “speciali” che quelle di comune commercio.
Anche nel mondo degli ausili le
tecnologie si sviluppano molto rapidamente. Alcuni ausili sfruttano in pieno le tecnologie elettroniche e informatiche. In questo caso parliamo di
ausili tecnologici.
Sono utilissimi, se scelti con cura e proposti nel modo giusto.
> Principali categorie
di ausili tecnologici
Le tecnologie a sostegno di una buona integrazione lavorativa sono molte
e sempre più disponibili. Con l’aiuto di esperti si può costruire un sistema
tecnologico di ausilio su misura.
Tastiere: l’uso di semplici accorgimenti, come il posizionamento di uno
scudo forato (fig. 1), in molti casi può consentire l’utilizzo della tastiera
standard. In alternativa, a seconda del caso, si possono utilizzare tastiere
espanse (fig. 2), ridotte (fig. 3) o riconfigurabili.
Sistemi di puntamento: il mouse non è il solo sistema possibile: esistono
diversi tipi di trackball (fig. 4), joystick (fig. 5), tavolette o schermi tattili
(touch screen fig. 6), mouse comandabili con il capo (fig. 7), che svolgono
la stessa funzione del mouse standard, ma richiedono diverse abilità per
l’azionamento.
Sensori: i sensori sono pulsanti di diversa forma, dimensione e forza di
azionamento (figg. 8a e 8b), che possono essere azionati con qualsiasi movimento. Attraverso l’uso di un solo sensore e di un opportuno software si
può utilizzare appieno un PC, così come controllare altri dispositivi elettronici e informatici.
Software speciali: il lavoratore disabile che impieghi una periferica di input alternativa (come quelle sopra indicate) può utilizzare, attraverso speciali programmi, tutti i software standard usati in azienda (fig. 9).
Input vocale: attraverso l’uso di un apposito software e di un microfono è
possibile utilizzare completamente il PC con la voce per scrivere, usare i
programmi e anche emulare il mouse. I sistemi di input vocale riconoscono
però un parlato preciso e costante, ed è ovviamente necessaria una valutazione della compatibilità con l’ambiente di lavoro (fig. 10).
Sistemi di controllo d’ambiente: in generale, nella dimensione aziendale
non sono molte le necessità di controllo dell’ambiente. È però bene sapere
che è possibile controllare a distanza in modo efficace e facilitato le funzioni elettriche e elettromeccaniche di dispositivi dell’ambiente (accensione/spegnimento di luci o altri dispositivi, aperture motorizzate, ecc.).
Postazione di lavoro: è di fatto uno degli elementi più importanti: a poco
vale disporre di ausili sofisticati se la persona non si trova nelle condizioni
ergonomicamente giuste per utilizzarli. Da tenere in considerazione sono: il
tavolo (altezza, dimensione, piano d’appoggio), la seduta (assetto posturale) e l’ambiente nel suo complesso (illuminazione, clima) (fig. 11).
6
2
Gli ausili tecnologici
>1
>7
Lo scudo può essere applicato
Mouse con il capo
sia alla tastiera che alla
trackball
per un utilizzo più preciso
e meno faticoso
>2
> 8a
Tastiera espansa
In commercio esistono
centinaia di sensori di diversa
forma, dimensione e
funzionalità
>3
> 8b
Tastiere ridotte
I sensori possono essere azionati
con qualsiasi parte del corpo
>4
>9
Trackballs di diverse dimensioni
Software di emulazione di
e forme
tastiera in combinazione con un
sensore
>5
> 10
Joystick che emula le funzioni
Sistema di input vocale
del mouse
>6
> 11
Touch Screen – schermo tattile:
Postazione di lavoro
richiede precisione di
movimenti, ma è veloce e
intuitivo
7
Lavoro, disabilità e ausili tecnologici
3
> L’INSERIMENTO LAVORATIVO
E GLI AUSILI TECNOLOGICI
3
> Un approccio
globale
Con l’arrivo della persona disabile
in azienda si introducono elementi
di novità in un sistema strutturato.
La persona stessa, i colleghi e l’azienda si trovano a fare i conti con
problematiche più o meno consistenti legate alla compatibilità fra
persona-mansione-contesto lavorativo. L’esperienza ci insegna che non
sempre queste problematiche sono
b Una persona con disabilità non è un “lavoratore menomato”. Realizzare le condizioni
per una sua produttività soddisfacente significa in molti casi
attuare soluzioni che facilitano
la dimensione lavorativa anche
ai colleghi: questo si può ottenere se si prende in esame il “sistema ambiente lavorativo” all’interno del quale si sviluppa la
mansione.
c Con “percorso-ausili” si intende l’insieme di valutazioni e
azioni, necessario per individuare, acquisire e utilizzare un ausi-
lio o un insieme di ausili.
d Trascurare le potenzialità degli ausili tecnologici può significare rinunciare ad opportunità
importanti sia per la persona
che per l’azienda. Un esempio
per tutti: nella fase di selezione
si tende ad escludere le persone
che hanno difficoltà motorie tali
da rendere problematico l’uso
della tastiera e del mouse.
Chi conosce gli ausili però sa che
in molti casi l’adozione di una
tastiera speciale e/o di un emulatore di mouse può consentire
una produttività adeguata.
penalizzanti per l’azienda: la loro risoluzione può anzi dimostrarsi un fattore di ottimizzazione delle risorse e dei processi produttivi; la disabilità può
essere un elemento di evoluzione per tutto l’ambiente (2).
Affinché questo accada vari fattori devono essere analizzati e convogliati
in un processo unico. All’interno di questo processo di integrazione lavorativa si sviluppa il percorso-ausilio (3). L’approccio corretto è quello di non
scindere i due processi e quindi di ricercare soluzioni (ausili) per una determinata persona (con le sue disabilità ma anche potenzialità), inserita in
un certo contesto (umano, ambientale, strumentale), con specifici obbiettivi (dell’azienda e della persona stessa). Questo “approccio globale” mira
quindi a cercare una situazione di lavoro soddisfacente per tutti, anche
con l’utilizzo delle tecnologie.
> Fattori
da considerare
La valutazione mansioni-competenze
Questa valutazione riguarda le competenze dell’operatore, le sue risorse e
motivazioni, in rapporto alle mansioni individuate. Strumenti metodologici, come il bilancio di competenze, sono di grande aiuto per definire delle
ipotesi di inserimento.
Alcuni enti della rete di supporto alla persona e all’azienda
(cfr. www.at4inclusion.org/fselavoro per alcuni esempi nella Provincia di
Bologna) sono in grado di intervenire su questo tema. Il tema del bilancio
di competenze qui non viene ulteriormente approfondito; ciò che si vuole
evidenziare è che nel momento in cui si valuta la compatibilità fra una persona e una mansione è molto importante tenere presente il possibile apporto che potrebbe essere fornito da una adeguata soluzione tecnica (4).
La scelta e l’introduzione degli ausili
Per ciò che riguarda il ruolo degli ausili tecnologici, sarebbe importante
che la loro individuazione fosse condotta prima o in parallelo alla fase di
inserimento della persona con disabilità in azienda. Ma non è mai troppo
tardi per intervenire.
È utile tenere presente che:
• non esistono soluzioni ”standard” per certe disabilità, ma va sempre
condotta una analisi personalizzata; non è la potenza tecnologica che
determina l’efficacia dell’ausilio, né esistono soluzioni “chiavi in mano”;
• non bisogna legare l’idea di ausilio alla patologia: gli ausili non sono
“medicine” da correlare a un sintomo, ma soluzioni complesse a bisogni
complessi;
• l’ausilio non è solo lo strumento tecnico/tecnologico ma anche un insieme di condizioni che garantiscono l’efficacia della funzione lavorativa;
• esistono strutture specializzate in grado di supportare la ricerca e la
8
3
proposta dell’ausilio giusto:
i centri ausili;
• il percorso-ausili non si conclude
con la scelta del sistema tecnologico più adatto, ma nel momento in cui l’ausilio sarà utilizzato al meglio e con autonomia
nel luogo di lavoro.
In definitiva, per fare la differenza,
cioè per essere davvero efficace, la
proposta di ausili necessita di un
approccio metodologicamente corretto e della consapevolezza circa
le condizioni per la sua attuabilità.
Gli ausili e l’ambiente
in azienda
L’ausilio tecnologico è normalmente solo una parte di un insieme più
ampio di soluzioni fra loro complementari.
A seconda dei casi, le soluzioni che
concorrono a rendere possibile e
efficace il lavoro della persona disabile possono essere:
L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
• garantire l’accessibilità ambientale e tecnologica (barriere architettoniche, difficoltà nell’uso
delle strumentazioni legate alla
mansione, ecc.);
• curare l’ergonomia della postazione di lavoro (tavolo, seduta,
posizionamento strumenti, ecc.);
• adeguare alcune dinamiche relazionali o modalità di svolgimento delle attività (prassi operative
e logistiche per il lavoro di
team, utilizzo di particolari tecniche di comunicazione diretta o
remota, ecc.);
• assicurare la presenza di un collega o di un operatore di riferimento.
Lavorare in azienda
o a distanza
Il progresso tecnologico ha aperto
la strada per il telelavoro. Esistono
esperienze di aziende che lavorano
con personale “a distanza”. Nel caso di un operatore con disabilità il
lavorare da casa può essere una soluzione per diminuire l’impatto
delle difficoltà legate al trasporto e
all’accesso alla struttura e l’ambiente di lavoro. Al telelavoro “da
casa” si affianca la modalità di lavoro “a distanza” come modello organizzativo, in cui più telelavoratori
si riuniscono condividendo ambienti e parte delle strumentazioni.
La postazione del lavoratore “a distanza” con gli eventuali ausili tecnologici deve essere naturalmente
curata, con una grande attenzione
alla compatibilità delle interfacce e
dei sistemi applicativi con l’utilizzo
telematico.
Va sottolineato che il telelavoro richiede, da parte del lavoratore, la
presenza di abilità cognitive/fun-
9
zionali di livello elevato e implica
anche, nella gran parte dei casi, la
disponibilità di tecnologie potenti
e aggiornate.
Nella valutazione della opportunità o meno di proporre un lavoro
“a distanza” occorre considerare
anche l’importanza degli aspetti
sociali legati all’integrazione lavorativa.
La rete a sostegno del
processo di integrazione
lavorativa
I processi di integrazione lavorativa
delle persone con disabilità sono
normalmente supportati da professionisti di enti o istituzioni deputati a seguire la persona in ambiti diversi: dalla formazione (Enti
della Formazione Professionale), al
collocamento in attuazione della
L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
e CENTRI PROVINCIALI PER L’IMPIEGO
In ogni provincia dell’Emilia-Romagna esiste un
Centro per l’impiego dell’Amministrazione provinciale.
I Centri per l’impiego gestiscono gli aspetti normativi, amministrativi e tecnici legati ai nuovi adempimenti conseguenti alla Legge 68/’99 e alla Legge regionale 17/2005, sia in riferimento a chi cerca lavoro
sia alle imprese. Provvedono – in raccordo con i servizi sociali, sanitari e formativi del territorio, secondo
le specifiche competenze loro attribuite – alla programmazione, all’attuazione, alla verifica degli interventi volti a favorire l’inserimento dei soggetti di
cui alla presente Legge, nonché all’avviamento lavorativo, alla tenuta delle liste, al rilascio dei provvedimenti di autorizzazione, alla stipula delle convenzioni e all’attuazione del collocamento mirato.
Cfr. www.at4inclusion.org/fselavoro per un elenco
dei loro siti in Emilia-Romagna.
f CENTRI AUSILI
I centri ausili sono strutture che non commercializzano ausili ma erogano servizi di consulenza e supporto per la proposta e l’implementazione delle soluzioni. I centri sugli ausili tecnologici che operano
sul territorio nazionale sono riuniti nella rete GLIC e
hanno in comune una composizione multidisciplinare dell’équipe, tipicamente nelle aree disciplinari sanitaria-riabilitativa, psico-socio-educativa e tecnologica. Per la mappa dei centri ausili in Italia:
www.centriausili.it
Un esempio di un centro ausili è il Centro Ausili
Tecnologici dell’AUSL di Bologna, che offre il suo
contributo a persone disabili e operatori che si confrontano con l’ambito formativo e lavorativo, nel
territorio della Provincia di Bologna. L’attività di
consulenza ha come obiettivi la ricerca di strumentazioni finalizzate a migliorare la produttività
della persona o a consentirle di svolgere determinate mansioni e può comprendere una valutazione della postazione di lavoro o delle caratteristiche del
contesto lavorativo nel quale la persona si troverà
ad operare. In questi ultimi casi si renderà necessario
un sopralluogo in azienda. A monte della consulenza
potranno rendersi necessari incontri con gli operatori del territorio o dei servizi per l’impiego e, in alcuni
casi, con referenti aziendali.
Al momento dell’arrivo della richiesta di consulenza,
che può essere fatta dalla persona disabile stessa,
dagli operatori o dal personale aziendale, verrà inviata una scheda di raccolta dati preliminari (specificamente costruita per persone adulte coinvolte in
attività di formazione o lavorative) finalizzata a raccogliere informazioni sul lavoratore, sull’ambito nel
quale verranno impiegati gli strumenti (mansioni,
contesto, ecc.) e sugli obiettivi per i quali si richiede
la consulenza stessa.
La scheda di raccolta dati dovrà essere compilata in
parte dalla persona disabile e in parte dagli operatori.
Anche l’attività del supporto è caratterizzata dall’ambito specifico: la possibilità di essere presenti in
azienda infatti consente di collaborare con gli operatori di riferimento per un’eventuale ridefinizione
della mansione e di costruire i primi legami con le figure di riferimento all’interno dell’azienda.
L’intervento tecnico ha principalmente lo scopo di
realizzare la massima compatibilità tra la soluzione
informatica individuata (software di speciali input
e/o particolari periferiche) e la tecnologia presente
in azienda.
10
Legge 68/’99 (Centri per l’Impiego
o uffici appositi dell’enteProvincia)
(5), all’assistenza socio-sanitaria
(Servizi Handicap Adulto, altri servizi o progetti dell’Az. USL o del Comune, ecc.), all’integrazione sociale
(enti o associazioni private), ecc.
Queste risorse sono importanti
partner nel percorso-ausili; esse si
rapportano, insieme all’azienda, con
un attore fondamentale, il centro
ausili, dalla cui consulenza possono
scaturire le indicazioni pratiche e
metodologiche per la proposta delle tecnologie più adeguate (6).
Lavorare in rete può apparire più
complesso, ma se si definiscono in
partenza ruoli e responsabilità, l’efficacia dell’intervento è certamente
moltiplicata e maggiormente garantita.
> Avviare il percorso
per gli ausili
tecnologici
Chi attiva
il percorso-ausili?
L’iniziativa può essere della persona
con disabilità, dell’azienda o degli
operatori che seguono professionalmente il processo di integrazione lavorativa. Indipendentemente
da chi prende l’iniziativa, il percorso
si può articolare secondo i passi
che seguono.
Valutare la situazione
Anzitutto va approfondita la conoscenza della situazione lavorativa,
nella logica dell’approccio globale:
3
è bene avere un atteggiamento attento e realistico, ma al contempo
aperto alle possibili soluzioni che
possano rendere fattibile l’inserimento lavorativo.
La conoscenza della persona è un
punto delicato: essendo la principale protagonista del percorso, in
prima istanza è nel confronto con
essa che se ne definiscono le potenzialità e i limiti. Come per tutte
le persone, vi sono alcune variabili
importanti oltre all’abilità funzionale, quali la motivazione, l’attitudine, la predisposizione, l’esperienza, le competenze, ecc. In alcune
situazioni in cui siano presenti particolari problematiche (per esempio di tipo cognitivo o psichico), i
servizi socio-sanitari che seguono
la persona disabile forniscono un
apporto di conoscenze specialistiche fondamentali per orientare il
percorso-ausili. In altre situazioni,
viceversa, può essere utile o necessario effettuare un bilancio di
competenze, per ricavare un profilo funzionale della persona con disabilità che possa aiutare la valutazione di compatibilità con la
mansione e l’ambiente.
Allo stesso modo è necessario
svolgere una lettura sistematica e
il più possibile completa della
mansione e delle caratteristiche
dell’azienda. Vanno presi in esame
le problematiche di accessibilità
(percorsi, barriere, ecc.), le strumentazioni necessarie per lo svolgimento della mansione e le caratteristiche dei processi produttivi in
cui è coinvolta la persona con disabilità (modalità di svolgimento,
tempi, relazioni, ecc.).
L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
Individuare gli ausili
Il modo più semplice per individuare gli ausili tecnologici potrebbe apparire quello di delegarne la
ricerca ad un esperto di tecnologie.
Sulla scorta di quanto enunciato
fino a ora, però, appare evidente
che si tratterebbe di una visione
eccessivamente semplificata, non
efficace e, anzi, rischiosa. Infatti
occorre scegliere gli ausili giusti in
rapporto alle caratteristiche della
persona, del contesto e delle mansioni: per fare questo le competenze tecnologiche sono solo una parte del know-how necessario.
Occorrono competenze multidisciplinari e una progettualità concordata: soprattutto nei casi più complessi, è importante che vi sia una
buona collaborazione fra tutti gli
attori coinvolti, condivisione degli
obbiettivi e dei percorsi da intraprendere. Per supportare la proposta di ausili tecnologici è utile potersi giovare del contributo di
esperti in più aree, tipicamente in
quella riabilitativa, sociale, tecnologica. Queste competenze possono essere ritrovate nei tutors della
transizione lavorativa (enti di formazione, coop. sociali, ecc.), negli
operatori socio-sanitari dei Servizi
(es. Servizio Handicap Adulto
dell’Az. USL) e negli operatori del
centro ausili. L’intervento del centro ausili ha contenuti tecnico-me-
11
todologici: indica quali sono gli ausili più adeguati per raggiungere gli
obbiettivi, ma anche quali sono le
modalità più adeguate per il loro
utilizzo nel contesto aziendale.
Fa parte di questa logica di intervento a più voci il fatto che l’azienda ricerchi il dialogo con gli
esperti esterni e consenta loro, se
necessario, di intervenire sul posto
di lavoro per le necessarie valutazioni e per fornire un supporto
personalizzato.
Avviare l’uso degli ausili
in azienda
Quando le soluzioni sono state individuate e acquisite, può essere
necessario un supporto tecnico per
la loro implementazione e per l’avviamento all’uso.
L’intervento di addestramento e di
supporto mira a rendere la persona
disabile autonoma nell’uso efficiente e efficace delle soluzioni
tecnologiche. Si tratta di uno dei
passi decisivi per il successo del
percorso-ausili: questa fase può essere effettuata da operatori del
centro ausili (ove possibile) e più
frequentemente da un tutor,
aziendale o esterno, opportunamente formato.
L’inserimento lavorativo e gli ausili tecnologici
Va infine tenuto presente che l’intervento sugli ausili può necessitare di una revisione periodica, in
rapporto al mutamento delle situazioni, delle mansioni o delle tecnologie. L’azienda e la persona disabile, in questi casi, possono contare
sugli interventi di follow-up del
centro ausili o degli altri attori della transizione lavorativa.
Chi paga il percorso
e gli ausili?
A fronte di un percorso che può essere articolato e complesso, quali
sono i costi? E chi li sostiene?
L’intervento verso gli ausili può
prevedere diversi capitoli di spesa:
1. Prestazioni di servizio erogate
da enti esterni all’azienda
a. La consulenza ausili: i Centri
Ausili agiscono con diverse modalità, ma prevalentemente senza costo per l’utente finale.
b. Il tutoring di transizione al lavoro: può comprendere sia la fase di orientamento, sia il supporto in situazione. Gli attori possono essere i Centri di Formazione
Professionale nell’ambito delle
loro funzioni istituzionali o nell’ambito di progetti finalizzati,
oppure i Servizi Handicap Adulto
e/o servizi sociali dei Comuni;
anche in questi casi non ci sono
costi per l’azienda.
2. Acquisto degli ausili e adattamento della postazione di lavoro
a. La Legge 68/’99 introduce alcune forme di supporto per l’azienda che intenda attuare il collocamento mirato di persone con
disabilità:
“Attraverso le convenzioni […] gli
uffici competenti (ndr.: leggi
‘Servizi per l’Impiego delle
Province’) possono concedere ai
datori di lavoro privati, sulla base
dei programmi presentati e nei limiti delle disponibilità del Fondo
[…] il rimborso forfettario parziale
delle spese necessarie alla trasformazione del posto di lavoro
per renderlo adeguato alle possibilità operative dei disabili con riduzione della capacità lavorativa
superiore al 50 per cento o per
l'apprestamento di tecnologie di
telelavoro ovvero per la rimozione
delle barriere architettoniche che
limitano in qualsiasi modo l'integrazione lavorativa del disabile.”
Legge 68/’99 art. 13 c.1.
b. La Legge Regionale RER
17/2005 (Norme per la promozione dell’occupazione, della
qualità, sicurezza e regolarità del
lavoro), prevede che la Regione e
le Province promuovano e sostengano l'inserimento e la stabilizzazione nel lavoro dipendente dei disabili e l'avviamento e
consolidamento di attività autonome da parte degli stessi.
Gli strumenti per l'attuazione di
questi obiettivi sono: incentivi
all'assunzione per le imprese, anche attraverso l'istituzione di un
fondo regionale per i disabili;
convenzioni con i datori di lavoro
per realizzare inserimenti lavora-
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tivi adeguati, "mirati" ed accompagnati nel tempo; finanziamenti per le modifiche della postazione di lavoro e l’abbattimento
delle barriere architettoniche sui
luoghi di lavoro e per l'introduzione dei tutor nelle aziende;
ampliamento delle opportunità
di lavoro nelle pubbliche amministrazioni.
3. Attività interne all’azienda
Il percorso-ausili non può essere
delegato interamente all’esterno. Come ogni integrazione lavorativa, richiede che all’interno
dell’azienda si attivino alcune
funzioni di tutoraggio e supervisione del nuovo assunto, almeno
nella fase iniziale. Nel caso di
persone disabili con particolari
problematiche funzionali e con
una dotazione di ausili tecnologici, questo può significare per
l’azienda l’individuazione di un
referente in grado di supportare
la persona disabile nella fase di
avviamento alla mansione e, se
necessario, per la gestione di alcuni aspetti della vita quotidiana. Va comunque ricordato il
fatto che l’azienda ha la possibilità di richiedere interventi di assistenza presso gli enti del territorio.
Lavoro, disabilità e ausili tecnologici
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> ALCUNE ESPERIENZE
4
> Antonio
Un ambiente
ideale
Antonio ha 35 anni ed è affetto da
tetraparesi spastica. Da 10 anni lavora come impiegato presso un’importante azienda di Bologna.
L’abbiamo incontrato nel suo ufficio
e abbiamo colto l’occasione per fargli qualche domanda e conoscere
meglio la sua storia.
Che studi hai fatto?
Ho frequentato il liceo scientifico e
dopo il diploma mi sono iscritto ad
un corso di informatica a Milano
organizzato dall’associazione
ASPHI.
Quali sono le tue esperienze lavorative?
Dopo il corso ho lavorato per un
certo periodo in Comune e alla Asl
qui a Bologna, ma sempre con borse lavoro, quindi per tempi determinati. Desideravo trovare un lavoro più stabile e gratificante e così,
grazie all’aiuto di mia madre e dell’assistente sociale che mi seguiva
a quei tempi, ho cominciato a spe-
dire curriculum a destra e a manca
fino a che, un bel giorno, l’assistente sociale ha preso contatti con la
ditta in cui ancora adesso lavoro.
L’allora direttore generale si è subito mostrato disponibile e soprattutto “capace” di inserirmi nell’ufficio che più si confaceva a me e alle
mie caratteristiche; e ora eccomi
qui…
Che tipo di mansione svolgi?
In questo ufficio ci occupiamo di
statistiche relative ai nostri clienti,
alle vendite, agli acquisti, alle spedizioni, ecc. Un lavoro molto interessante.
Quando sei stato assunto, sei stato
affiancato da qualcuno? Un tutor
interno, un educatore…
No, solo dai miei colleghi che ancora adesso mi aiutano quando ho bisogno di qualcosa.
Hai incontrato difficoltà a livello di
inserimento lavorativo?
Non particolarmente: sicuramente
con l’andare del tempo ho dovuto
usare sempre più spesso e con maggiore frequenza il PC e il mouse,
però sono sempre riuscito a trovare
delle strategie che mi hanno aiutato a superare le difficoltà dovute alle mie problematiche motorie.
Perché ti sei rivolto all’Ausilioteca
per una consulenza?
Mi è stato consigliato dalla ragazza
che mi accompagna al lavoro e che
conosce l’Ausilioteca. Sapendo che
utilizzo spesso il mouse per il mio
lavoro, mi ha consigliato di rivolgermi a voi per vedere e sperimentare alternative a questo strumento che mi agevolassero il lavoro al
13
PC. E così è stato: grazie alle prove
fatte durante la consulenza ho potuto sperimentare un joystick che
ha cambiato radicalmente il mio
modo di lavorare.
In che senso?
L’ausilio mi ha permesso una maggiore velocità nell’esecuzione delle
mie mansioni, una maggiore praticità d’uso – anche per navigare in
internet, che nel mio lavoro è fondamentale –, e senza dubbio un
minore affaticamento a livello motorio.
Il tuo responsabile era a conoscenza
della tua decisione di rivolgerti
all’Ausilioteca?
Sì, l’azienda è sempre stata al corrente, fin dall’inizio, della mia volontà di trovare un ausilio alternativo al mouse e mi ha appoggiato
in pieno, passo dopo passo, dandomi la completa disponibilità per
l’acquisto di qualsiasi strumentazione fosse risultata necessaria.
Quindi il tuo ambiente di lavoro ti
ha aiutato?
Sempre. Fin dalla mia assunzione
ho trovato colleghi pronti e disponibili per qualsiasi mia esigenza.
Dopo la consulenza hanno avviato
immediatamente la richiesta per
l’acquisto del joystick, che infatti
mi è arrivato dopo soli 10 giorni.
Sono stato fortunato, ho trovato
un ambiente ideale per lavorare,
da tutti i punti di vista.
Alcune esperienze
> Cinzia
Non è mai troppo tardi
Cinzia è affetta da tetraparesi distonica e presenta seri problemi
agli arti superiori e inferiori. Tre anni fa è stata assunta da un’associazione non profit dove svolge mansioni di tipo impiegatizio come la
gestione del centralino e l’inserimento di dati al PC. Da subito
Cinzia si dimostra contenta del suo
lavoro – e anche il suo responsabile
lo è – anche se rispondere al telefono la costringe a movimenti faticosi e complessi.
Dopo due anni dalla sua assunzione, su indicazioni di un amico che
la vede al lavoro, Cinzia richiede
una consulenza presso il Centro
Ausili Tecnologici. Al termine delle
prove vengono consigliati alcuni
ausili tecnologici per facilitare l’accesso al PC (nello specifico una
trackball al posto del mouse standard) e rendere più agevole la gestione del telefono (attraverso una
semplice cuffia abbinata al sistema
Zi Phone da collegare al PC con tastiera su video).
Gli ausili e il supporto ricevuto dal
centro ausili hanno cambiato radicalmente il lavoro di Cinzia: gli ausili le consentono di svolgere le sue
mansioni in modo più veloce, ma
soprattutto più agevole e meno faticoso dal punto di vista fisico.
Il caso di Cinzia mette in evidenza
come molti problemi legati all’autonomia della persona sono sottovalutati: a volte accorgimenti anche
semplici non vengono neppure
pensati per la difficoltà di immaginarsi o di immaginare la situazione
diversamente. Se a questo si aggiunge una scarsa conoscenza delle
opportunità offerte dagli ausili, casi
simili possono perdurare per anni,
finché, spesso per caso, un intervento non migliora la situazione.
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Lavoro, disabilità e ausili tecnologici
P
> IL PROGETTO
P
Il progetto Ausili tecnologici e inserimento lavorativo: servizi di supporto a
tutors di persone con disabilità in Emilia-Romagna è promosso
dall’AIAS Bologna onlus, un’associazione di persone con disabilità e i
loro familiari, che dall’inizio degli anni ’80 lavora sul tema degli ausili tecnologici e ha fatto nascere il servizio Ausilioteca.
L’équipe dell’Ausilioteca gestisce a Bologna, per conto dell’Azienda USL di
Bologna, il Centro Ausili Tecnologici e, per conto della Regione Emilia
Romagna, il Centro Regionale Ausili. Collabora inoltre con la Provincia di
Bologna, il Comune di Bologna e l’Università di Bologna, sempre con l’obiettivo di trovare soluzioni adeguate per persone con disabilità.
Per maggiori informazioni:
www.ausilioteca.org e www.at4inclusion.org/fselavoro
Hanno collaborato alla realizzazione del progetto:
• ENAIP Emilia-Romagna
Enaip opera nel campo della formazione professionale su finanziamento
pubblico e su commessa di imprese, enti, associazioni e pubblica amministrazione, offrendo molteplici interventi nelle varie fasi del processo formativo. ENAIP interviene attivamente a favore delle fasce deboli compreso le persone con disabilità. Per maggiori informazioni: www.enaiper.it
• Il Servizio per gli studenti disabili dell’Università di Bologna
Il servizio è stato istituito per rispondere alle esigenze degli studenti disabili iscritti all'Università di Bologna e offre, al termine degli studi, attività di orientamento, bilancio di competenze e opportunità di stage in
azienda (da solo o in convenzione con l’ARSTUD, l’azienda regionale per il
diritto allo studio universitario).
Per maggiori informazioni: www.unibo.it\disabili o www.arstud.unibo.it
• Unità Operativa Handicap Adulti Azienda USL di Bologna
L’Unità operativa handicap adulti (U.O.H.A.) del Distretto di Bologna ha
come finalità la tutela della salute e l’integrazione sociale delle persone
disabili adulte. All’interno dell’U.O.H.A. lavorano assistenti sociali, educatori professionali e operatori socioeducativi che, attraverso progetti costruiti su misura del singolo e concordati con l’interessato, forniscono, fra
altri, interventi di orientamento e transizione al lavoro.
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• Opera dell’Immacolata onlus
L’Opera dell’Immacolata (OPIMM) è un ente formativo accreditato dalla Regione Emilia Romagna
che opera negli ambiti dell’obbligo formativo, formazione superiore, formazione continua e permanente, delle utenze speciali e dell’apprendistato.
L’Ente si avvale di una rete di relazioni territoriali
che favoriscono anche azioni di studio e ricerca.
Gli interventi, sempre più personalizzati, impiegano personale esperto e sono frutto di progettazioni congiunte con le scuole, i servizi territoriali, le
aziende, altri CFP, gli anti locali, le associazioni, le
cooperative sociali. Per maggiori informazioni:
www.opimm.it
• Cooperativa ANASTASIS
Le principali aree operative della Cooperativa
Anastasis sono quelle relative alla produzione e
distribuzione di software didattico e riabilitativo
(azienda leader in Italia nel mercato di riferimento), l'erogazione di corsi di formazione professionale (nel campo delle nuove professioni) rivolti a
persone disabili e/o in situazione di svantaggio, la
realizzazione di innovativi servizi web nel campo
della cooperazione educativa, dell'orientamento
professionale e lo svantaggio linguistico. Per maggiori informazioni: www.anastasis.it
Lavoro, disabilità e ausili tecnologici
N
LA LEGGE N. 68/’99 E GLI INTERVENTI
PER GLI AUSILI
L’inserimento delle persone disabili nel mondo del lavoro supera le precedenti logiche del collocamento obbligatorio che era svincolato da criteri di valutazione e
persegue un criterio di valorizzazione delle abilità della
persona: si parla perciò di "collocamento mirato"(1).
Si propone un breve estratto della Legge n. 68/’99 con
particolare riferimento a quanto concerne i percorsi di
inserimento e gli interventi di adeguamento del posto
di lavoro.
Articolo 1. (Collocamento dei disabili)
1. La presente legge ha come finalità la promozione
dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle
persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi
di sostegno e di collocamento mirato. [...]
Sono interessate le persone con minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e portatori di handicap intellettivo
con una riduzione della capacità lavorativa superiore al
45%; gli invalidi del lavoro, con una minorazione superiore al 33% (accertata dall’Inail), le persone non vedenti, i sordomuti, gli invalidi per causa di servizio. Esse
devono iscriversi nell’apposita graduatoria tenuta dalle
Province (Centri per l’impiego, Sezione Disabili).
L’iscrizione avviene dopo la visita di accertamento della
disabilità da parte della Commissione medica integrata
da un operatore sociale e da uno specialista (individuato a seconda della disabilità della persona), operante
presso l’Azienda USL.
Articolo 2. (Collocamento mirato)
1. Per collocamento mirato dei disabili si intende quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto
adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione.
Articolo 3. (Assunzioni obbligatorie…)
1. I datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad
avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1 nella seguente misura:
a) sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti;
b) due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti;
c) un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti.
Articolo 11 (Convenzioni e convenzioni di integrazione lavorativa)
comma 2: Nella convenzione sono stabiliti i tempi e le
> LA NORMATIVA
modalità delle assunzioni che il datore di lavoro si impegna ad effettuare. Tra le modalità che possono essere
convenute vi sono anche la facoltà della scelta nominativa, lo svolgimento di tirocini con finalità formative o
di orientamento, l'assunzione con contratto di lavoro a
termine, lo svolgimento di periodi di prova più ampi di
quelli previsti dal contratto collettivo, purché l'esito negativo della prova, qualora sia riferibile alla menomazione da cui è affetto il soggetto, non costituisca motivo di
risoluzione del rapporto di lavoro.
comma 7: Oltre a quanto previsto al comma 2, le convenzioni di integrazione lavorativa devono:
a) indicare dettagliatamente le mansioni attribuite al
lavoratore disabile e le modalità del loro svolgimento;
b) prevedere le forme di sostegno, di consulenza e di
tutoraggio da parte degli appositi servizi regionali o
dei centri di orientamento professionale e degli organismi di cui all'articolo 18 della Legge 5 febbraio
1992, n. 104, al fine di favorire l'adattamento al lavoro del disabile;
c) prevedere verifiche periodiche sull'andamento del
percorso formativo inerente la convenzione di integrazione lavorativa, da parte degli enti pubblici incaricati delle attività di sorveglianza e controllo.
Articolo 13 (Agevolazioni per le assunzioni)
comma 1: Attraverso le convenzioni di cui all'articolo 11,
gli uffici competenti possono concedere ai datori di
lavoro privati, sulla base dei programmi presentati e
nei limiti delle disponibilità del Fondo di cui al comma 4 del presente articolo:
c) il rimborso forfettario parziale delle spese necessarie alla trasformazione del posto di lavoro per renderlo adeguato alle possibilità operative dei disabili con
riduzione della capacità lavorativa superiore al 50 per
cento o per l'apprestamento di tecnologie di telelavoro ovvero per la rimozione delle barriere architettoniche che limitano in qualsiasi modo l'integrazione lavorativa del disabile.
LEGGE REGIONALE 01 agosto 2005 N. 17
Recentemente la Regione Emilia Romagna ha promulgato questa normativa “per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro”.
Articolo 17. (Promozione dell’integrazione lavorativa
delle persone con disabilità)
1. La Regione e le Province, nell’ambito delle rispettive
competenze, promuovono e sostengono, nel rispetto
delle scelte dei singoli destinatari, l’inserimento e la
stabilizzazione nel lavoro dipendente delle persone
con disabilità, nonché l’avviamento ed il consolidamento di attività autonome da parte degli stessi, attraverso azioni di avvio al lavoro, primo inserimento e
di accompagnamento ad una positiva e stabile integrazione nell’ambiente di lavoro anche in forma autoimprenditoriale.
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2. A tal fine le programmazioni regionale e provinciali
sono attuate nel rispetto dei seguenti principi e metodologie:
a) partecipazione attiva dei destinatari degli interventi, con il coinvolgimento, anche attraverso accordi di
programma territoriali, delle loro famiglie, delle associazioni rappresentative dei loro interessi, delle parti
sociali, delle istituzioni, ivi comprese quelle del sistema educativo, delle cooperative sociali operanti in
materia di integrazione lavorativa delle persone con
disabilità e dei loro consorzi;
b) integrazione fra attività formative, misure di accompagnamento e tutoraggio, nonché azioni di politica attiva per il lavoro;
c) integrazione fra le attività di cui alla lettera b) ed i
servizi sociali e sanitari, al fine di realizzare, con un
progetto unitario, forme di sostegno personalizzato
3. La Giunta regionale, al fine di consentire pari opportunità sul territorio regionale nella fruizione da parte
delle persone con disabilità dei servizi per l’integrazione lavorativa, definisce:
a) criteri generali e requisiti delle convenzioni per l’inserimento delle persone con disabilità;
b) criteri per la formazione degli elenchi e delle graduatorie delle persone con disabilità;
c) criteri per la concessione di agevolazioni ed incentivi ai datori di lavoro, nonché per la concessione ai
lavoratori con disabilità impegnati in attività autonome degli assegni di servizio e formativi e di contributi per l’adeguamento dei posti di lavoro, tenendo conto delle specifiche peculiarità organizzative delle piccole e medie imprese;
d) le modalità di pagamento, riscossione e versamento di esoneri e sanzioni
4. La Regione esercita, con il supporto delle Province,
anche il collaborazione con le associazioni delle persone con disabilità comparativamente più rappresentative, nonché con le loro federazioni, funzioni di osservatorio degli interventi di integrazione al lavoro
delle persone con disabilità e delle azioni attuate ai
sensi della presente Legge e ne mette a disposizione
i risultati.
Per approfondimenti: www.at4inclusion.org/fselavoro
(1) Legge 68/’99 Art. 2 c.1: “Per collocamento mirato dei
disabili si intende quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro,
forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi
connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione”.
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Questo opuscolo è indirizzato primariamente ai datori di lavoro che