Questo spazio informativo, è stato prodotto grazie
all’impegno ed alla volontà di tante lavoratrici e lavoratori, collaborando con diverse modalità alla sua realizzazione, in maniera anonima o palese.
Per questo numero, desideriamo ringraziare:
Scauta Barbara
Sacco Monica
Rapillo Luigi
Petrucci Domenico
Parisi Valentina
Musto Antonio
Murolo Davide
Lombardo Marzia
Gnolo Giancarlo
Di Maio Giovanni
Cusano Veronica
Cordova Vincenzo
Conte Paola
Cavaliere Vincenzo
Canfora Massimo
Balzamo Luigi
Autiero Flavia
Progetto grafico a cura di : Fortunato Vincenzo
Se hai proposte, suggerimenti, voglia di collaborare
(anche in maniera anonima), critiche, scrivi ad:
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Appunti di democrazia
Anno 0 n° 4 - Aprile 2011
Perché la salute non è
monetizzabile
Buono a sapersi
Sommario
In questo numero ...
L’Editoriale - Le battaglie non si perdono, si vincono sempre
Mal d’Africa
Abile diversamente
In seduta stante
12 buone ragione per scioperare il 6 maggio
Il Rappresentante Sindacale Unitario
Per una giusta causa, per rendere concreta la solidarietà
I contributi figurativi sono accreditati ?
Quando andremo in pensione ?
Il lavoro non è una merce
Altro che morti bianche, spesso sono omicidi
Malattia prolungata
Crisi nelle TLC
L’editoriale
pag. 1
pag. 2
pag. 2
pag. 2
pag. 3
pag. 3
pag. 5
pag. 6
pag. 6
pag. 7
pag. 7
pag. 8
pag. 8
A cura di Gino Balzamo
:: Le battaglie non si perdono, si vincono sempre
Questa frase di E. Guevara mi rimbomba nella mente: penso a tutte quelle persone che davanti alle difficoltà, davanti al mondo che apparentemente non cambiava, non si sono arrese, né adeguate.
Spesso riteniamo che le battaglie che portiamo avanti debbano dare dei frutti immediatamente, dimenticando che
ci sono istanze che non hanno mai fine, che vanno difese oltre che estese.
Penso a coloro che lottarono contro i fascisti, a quanti sono morti anni prima che il fascismo capitolasse; ricordo
quante operaie ed operai sono morti sul lavoro, hanno subito fame, vessazioni, umiliazioni prima di poter giungere allo Statuto dei lavoratori o più semplicemente ottenuto un diritto.
Nessuno di loro aveva certezza che ce l’avrebbe fatta, che la loro idea si sarebbe concretizzata eppure non hanno
esitato, non hanno lesinato alcuna energia per rendere concreta la loro volontà, mossi da una visione della società che andava ben oltre “l’immediato” o “il subito”.
Le battaglie non si perdono, si vincono sempre …… si è così, anche quando il padrone mi vuole convincere che
tanto nulla cambierà, che abbiamo già perso, che se vuole ci toglierà quel diritto, che ci potrà esternalizzare e noi
non potremo fare nulla se non piegare la testa o magari elemosinare una migliore collocazione, un occhio di riguardo o peggio svendere i nostri diritti.
Una volta si diceva che i diritti fossero insindacabili, irrinunciabili e non contrattabili; in molti, proprio tra i
lavoratori, tra i cittadini, si sono abituati all’idea che invece possiamo svenderli, svendendo finanche noi stessi,
mercificando il nostro corpo e soprattutto la nostra anima.
NON E’ COSI’ e NON CONSENTIRO’ a NESSUNO di trattarmi come un numero, una matricola, una pezza.
Penso ad una frase tratta dal film “Baaria” nel quale il padrone ripete in siculo “Tutto cambia, nulla cambia” ed
invece il mondo cambia se lo vogliamo e soprattutto se riusciamo a portare avanti tra successo e sconfitte, tra
passioni sociali ed umane, l’idea di una società migliore, più equa, più giusta. Una battaglia che non avrà mai
fine ed alla quale non possiamo far mancare il nostro contributo, la nostra dedizione.
Solo così le battaglie non si perdono ma si vincono sempre perché, a prescindere dall’esito immediato, abbiamo
vinto per il solo fatto di non aver piegato la testa, sostenendo un’idea di libertà, di uguaglianza, di diritti.
“La rassegnazione è un suicidio quotidiano” (Honoré de Balzac)
-1-
A cura di Davide Murolo
:: Malattia prolungata
Nel caso di assenza per malattia al lavoratore assunto a tempo indeterminato sarà conservato il posto di lavoro per i
periodi di tempo e con la retribuzione sotto specificati:
- 180 giorni di calendario ad intera retribuzione;
- 185 giorni di calendario al 50% della retribuzione.
Qualora i suddetti periodi di conservazione vengano superati a causa di un evento morboso continuativo caratterizzato
da assenza ininterrotta, o interrotta da un’unica ripresa del lavoro per un periodo non superiore a due mesi, il periodo
di conservazione del posto ed il relativo trattamento retributivo sono prolungati sino ad un massimo di ulteriori 120
giorni di calendario.
In ogni caso ove si verifichino più assenze per malattia o infortunio non sul lavoro, i trattamenti si intendono riferiti
alle assenze complessivamente verificatesi nel periodo di tre anni precedente ogni nuovo ultimo episodio morboso.
Nei suddetti periodi l’anzianità decorre ad ogni effetto. Il FSW può intervenire nell'ambito della gestione straordinaria, secondo il disposto dell'art. 9 del Regolamento, quando vi è la cessazione totale della corresponsione della retribuzione e, in via eccezionale, , quando vi è una parziale riduzione della retribuzione stessa.
Il FSW interverrà comunque, in una misura che non potrà eccedere complessivamente l'85% della normale retribuzione mensile lorda, per i casi di quei dipendenti che siano sottoposti a trattamento di emodialisi, o affetti da morbo di Cooley o da neoplasie, nonché per le situazioni che
per prospettive prognostiche siano assimilabili a quelle precedentemente indicate nel
presente capoverso, sia nel caso di cessazione totale della corresponsione della retribuzione che nel caso di parziale riduzione della retribuzione stessa.
Nei casi di episodi morbosi significativi il FSW potrà integrare quanto il lavoratore ha
percepito mensilmente in base al disposto contrattuale, fino al raggiungimento del
75% della sua normale retribuzione mensile lorda.
Per poter usufruire dell'intervento il dipendente deve farne espressa richiesta, facendo
pervenire al FSW la documentazione, anche sanitaria, necessaria alla valutazione del
caso.
Crisi nelle TLC
A cura di Gino Balzamo
La vicenda Vodafone, ovvero la volontà aziendale di esternalizzare le attività lavorative dei tecnici è l’ennesimo segnale che la crisi, purtroppo già palesata in tantissimi settori della nostra società senza che siano state poste le basi per
uno sviluppo prossimo, oramai attanaglia anche un settore, quello delle TLC, che aveva subito meno gli effetti nefasti
del mercato creato ed alimentato dalle banche e dalle loro speculazioni.
Sia ben chiaro che segnali di debolezza erano già stati registrati in passato o recentemente (H3G, Eutelia, Alicos, Teleperformance) ma dopo gli esuberi in Telecom e qualche cessione di call center (proprio Vodafone e Wind), ecco il
primo strappo di una grossa società, che pur senza il “vento il poppa ” certamente non è in crisi economica.
Questo scenario, parzialissimo in questa breve analisi, è supportato anche dalle volute disattenzioni del Governo, che non solo ha eliminato o sminuito norme che dessero stabilità ai precari (tipico dei call center) ma non ha nemmeno sistemato, prospettato, progettato il futuro della rete, creando di fatto una separazione tra gli detiene la
rete fisica (Telecom ed in parte Fastweb) e soprattutto gli OLO (Infostrada, Vodafone, ecc), una separazione operata dal mercato senza regole e dunque a danno dei più
deboli, ovvero chi lavora.
Ed ovviamente la divisione tra le diverse sigle sindacali, abilmente superata nel
2010 relativamente al rinnovo del contratto 2009-2011, non fa precludere a nulla di buono. C’è la volontà di isolare la
SLC-CGIL dal rinnovo del contratto, prevedendo nello stesso deroghe e condizioni davvero capestro e quindi schiacciare a stessa SLC-CGIL tra due fuochi ovvero l’accettazione di norme palesemente contrarie agli interessi dei lavoratori oppure l’isolamento e quindi la mancata rappresentanza di tantissime lavoratrici e lavoratori.
Dunque lo scenario è complicato, delicato e si sviluppa su più fronti che s’interscambiano. La sensazione è che senza
una presa di coscienza forte da parte di chi lavora e produce, finiremo per essere schiacciati da mere scelte opportunistiche ed economiche.
8 ---10
Il lavoro non è una merce
Mal d’Africa
A cura di Gigi Rapillo
A cura di Valentina Parisi
La flessibilità è figlia primogenita della globalizzazione, ma cosa intendiamo per flessibilità?
Si usa definire flessibili quei lavori che richiedono
alla persona di adattare ripetutamente l'organizzazione della propria esistenza.
Per comodità è corretto parlare di 2 tipi di flessibilità: quella dell'occupazione e quella della prestazione.
La prima consiste nella possibilità da parte dell'azienda di far variare la forza lavoro in base al ciclo
produttivo e spesso essa si concretizza in tutti quei
contratti atipici che
sono previsti dal
diritto del lavoro.
Per flessibilità delle prestazioni per
contro si riferisce
l'eventuale modulazione da parte
dell'impresa di vari
parametri, dai salari, agli orari slittanti, ogni tot lavorare
il sabato o la domenica e bla bla.
Le improvvise variazioni di ritmo di luogo di lavoro
servono a far fronte alle "disfunzioni" dei cicli produttivi..
Ma a che serve questa flessibilità??a ridurre il costo
diretto o indiretto del lavoro in quanto nessun componente , nessun ausilio deve giungere nel punto fisico in cui deve venir lavorato montato o fornito solo
nel preciso momento in cui esso deve essere utilizzato e quindi si produce solo su domanda, la quale può
crescere o diminuire in base al periodo e quindi al ciclo produttivo (esempio la produzione di gelati!)
Le imprese possono modificare di loro iniziativa orari, retribuzioni assumere licenziare senza vincoli rappresentati dal
diritto del lavoro., i lavori flessibili sono una forma di erosione (IN ITALIA) a quello che è il diritto al lavoro.
Il lavoro o la prestazione è considerata una merce di scambio , ma vengono lese la dignità , le competenze professionali, la progettualità..non esiste più possibilità per chi è oggetto di contratti atipici la di creare i fare voli pindarici senza rete di protezione,si parla di ammortizzatori sociali nel
momento in cui un individuo che ha scambiato “la merce
lavoro” si trova per periodi medio lunghi senza lavori..certo
perché qua in Italia funzionano!! Gli orologi della storia del
lavoro sono tornati all’indietro
Ora mi chiedo dove dobbiamo arrivare, la precarietà oggettiva o soggettiva è sinonimo di insicurezza che diviene insicurezza di vita generata dal fatto che il lavoro, e con essa il
reddito è revocabile a discrezione del soggetto …bah
Una proposta semplice, immediata ed efficace è quella di
pagare maggiormente i lavoratori che non hanno un contratto a tempo indeterminato, incentivando la loro formazione continua .
Non per barattare
precarietà con soldi, sia ben chiaro
ma che il ricorso a
tali istituti non siano solo un vantaggio per le aziende.
Non abbiamo fatto in tempo ad evidenziare che il numero di morti ed infortuni fosse in
calo ed ecco la doccia gelata.
Prima di snocciolare dati e cifre, il pensiero va alle vittime della Thyssen ed alla condanna dell’A.D. a 16 anni per non aver coscienziosamente posto in sicurezza la fabbrica. Ciò
non restituirà alle famiglie i loro cari, ma rende meno amara la loro privazione e soprattutto le morti bianche non sono più tali, ma spesso sono veri e propri omicidi di chi per risparmiare espone la nostra
vita a pericolo.
Aumentano nuovamente, nei primi tre mesi dell'anno, le morti sul lavoro. Sono infatti 114 i decessi sul lavoro da
gennaio a marzo, contro i 91 del primo trimestre 2010. Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte sono le regioni
con più decessi. In rapporto al numero di occupati, invece, ad indossare la maglia nera è sempre la Valle D’Aosta.
Milano la provincia maggiormente colpita, seguita da Torino, Catania, Bologna e Napoli. Nel settore agricolo si è
verificato il 35,1% delle morti bianche, seguito da quello delle costruzioni (21,9 % delle vittime). La fascia d’età
maggiormente a rischio è invece quella che va dai 40 ai 49 anni con 29 vittime (25,7 % del totale). Dalla ricerca
poi emerge che le morti bianche non conoscono spazi vuoti neppure nel fine settimana perché tra venerdì e domenica viene accertato circa il 30% delle tragedie. Significativo il dato relativo a come avvengono gli incidenti mortali: il 28,1% sono causati dalla caduta di persone, mentre il 25,4% sono prodotti dallo schiacciamento conseguente
ad oggetti caduti dall'alto. Non arrendiamoci. Ogni morto sul lavoro è una ferita indimenticabile.
- 7-
Purtroppo è proprio così e dopo i moti rivoluzionari in Tunisia ed Egitto è ora il momento della Libia , anche se il reggente qui è molto più ostico dei suoi colleghi …
E allora interiene la forza internazionale, capeggiata da Francesi e Inglesi oltre che ai soliti esportatori di democrazia
quali gli Americani, e per fortuna che lo fanno a fin di bene e solo per salvaguardare i civili altrimenti ci sarebbe da
interrogarsi perché in Libia si e in altre parti del mondo no, vedi Ruanda e Somalia.
La situazione è ingarbugliata , certo non possiamo lasciare i civili inermi e alla merce di Gheddafi, però è anche vero
che un popolo deve meritarsi la propria libertà , questo a parer mio deve valere oggi come sarebbe dovuto valere in
passato (ogni riferimento è puramente casuale) e ancor di più per il futuro, se non avviene si corre il rischio di finire
dalla padella alla brace nel senso che se un popolo non è capace di conquistarsi la propria liberta tantomeno una volta
che questa gli viene regalata sarà capace di gestirla.
Come potete notare non ho impostato il discorso sul petrolio, sarebbe fin troppo facile giustificare l’intervento in Libia con gli interessi petroliferi, probabilmente ce ne sono di diversi e variegati, dal gas al turismo e al controllo sul Mediterraneo, quindi ritengo in questa fase inutile fossilizzarsi su argomenti noti
ai più “ma non avevamo un trattato con la Libia?”
La forma del verbo in questo caso è corretta”avevamo” , quindi l’Italia non
avrebbe dovuto partecipare agli attacchi? Ecco questo è uno dei problemi
legati alla gestione della propria libertà al quale facevo riferimento in precedenza, se mi liberi ma in cambio non ho più una mia dignità , non ho più la possibilità decisionale , non ho una mia
identità di stato , allora che libertà ho?
Forse quella di acquistare TV, auto, elettrodomestici o molto più facilmente di entrare a far parte del mondo capitalista, facendolo accrescere, ho sentore che questo sia anche il futuro dei popoli freschi liberi.
Oltre la beffa di aver stipulato un accordo con uno dei peggiori dittatori del secolo scorso , baciandogli anche le mani,
ora ci si trova perfino a non rispettare quell’accordo passando noi dalla parte dei non leali, ecco il danno. Non ci resta
che aspettare e vedere come va a finire come semplici spettatori che offrono ospitalità a chi parte per la guerra e a chi
fugge dalla guerra, quest’ultima azione molto più meritevole di rispetto e lo sarebbe ancora di più se non avessi il dubbio che si cercasse di scroccare soldi alla comunità europea per la gestione del transito di queste povere anime.
In seduta stante
ABILE diversamente
A cura di Marzia Lombardo
A cura di Venus
Un piccolo spazio da utilizzare per focalizzare grande attenzione su una questione che da undici anni (anni lavorativi in Wind) si insinua nell'animo di chi suo malgrado
da sempre e' -DIVERSAMENTE ABILELa mia non vuole essere una polemica ma una riflessione
ad ampio raggio rivolta a chi giorno per giorno ci da' la
certezza di appartenere ad una realtà lavorativa all'avanguardia e ci da la certezza di una vita migliore
In caso di pericolo per chi come me appartiene alla categoria di DIVERSAMENTE ABILI con difficoltà DEAMBULATORIE quali sono le primarie vie di fuga?
Scale ed ascensori sono la prima cosa da evitare eppure
nella realtà lavorativa del call center (2 piano) sembra non
ci siano alternative. Ci sono punti di raccolta, uscite di
sicurezza con scale, ma tutto per chi e' diversamente abile
SEMBRA ESSERE irraggiungibile e impraticabile.
Con forte voce pongo questo interrogativo a chi può far qualcosa perché 'il mio grido sia il grido di tutti
e ne scuota le coscienze affinché la
nostra categoria protetta non sia
categoria DISABILE ma ABILE
IN MODO DIVERSO
La mia non vuole essere una polemica ma solo una costatazione visti gli innumerevoli commenti che i colleghi
hanno fatto.
L'azienda ha finalmente provveduto di recente
alla sostituzione di monitor e sedie ormai considerate obsolete e sgangherate. Proprio in merito a queste ultime, le sedie, si sono sollevate
numerose critiche relative all'igiene ed alla comodità.
Per quanto riguarda la comodità può ritenersi anche un
dato soggettivo ed imputabile magari al fatto che essendo nuove non hanno ancora "fatto la faccia", ma la cosa
che più non è andata giù alle persone è che tali sedie sono rivestite di un materiale che attira notevolmente polvere sudore capelli e quant'altro.. direi decisamente poco
igieniche!!!
Credo sia opportuno da parte dell'azienda fornire delle
coperture o in plastica oppure di un qualsiasi materiale
che potrebbe essere lavato periodicamente.
In alternativa consiglierei ad ogni collega
di munirsi di una copertura personale in
maniera da preservare se stessi e gli altri.
-2-
12 buone ragioni per scioperare il 6 maggio
Il Rappresentante Sindacale Unitario
A cura della redazione
A cura di Gianni Rago
Rifinanziare adeguatamente il Servizio sanitario, il Fondo per le politiche sociali, il Fondo per la non autosufficienza
Definire un piano nazionale contro la povertà e l'esclusione sociale
6. Per un adeguato livello delle pensioni e del benessere oltre il lavoro
Meccanismi di rivalutazione delle pensioni, riconoscere
la 14^
Garantire alle future generazioni un reddito da pensione
adeguato
Ripristinare la flessibilità dell'età pensionabile
7. Per i giovani e per il futuro
Avviare interventi straordinari per creare occupazione,
sradicare la precarietà
Costruire un sistema di welfare che dia ai giovani autonomia dalla famiglia
8. Per le donne, una battaglia per la dignità
Introdurre incentivi fiscali all'occupazione
Garantire la tutela concreta della maternità, introdurre il
congedo obbligatorio di paternità
Una legge che impedisca il licenziamento "preventivo" come le dimissioni in
bianco
9. Per il lavoro pubblico
Rinnovo dei contratti nazionali e dei
contratti integrativi contro ogni accordo
separato
Immediato rinnovo delle RSU
Blocco dei licenziamenti dei precari e
definizione di un piano occupazionale
10. Per un a politica di accoglienza e
cittadinanza attiva dei migranti
Regolarizzare i lavoratori immigrati per
sconfiggere la piaga del lavoro nero
Fornire i livelli essenziali di welfare
Regolare i diritti di cittadinanza per superare le discriminazioni a partire dal diritto di voto
11. Per un federalismo solidale ed efficace a livello
regionale e comunale
Definire i livelli essenziali delle prestazioni sociali affinché il federalismo non divida ulteriormente il Paese
Garantire agli Enti Locali le risorse per i diritti sociali, il
welfare e l'equità della tassazione
Promuovere l'integrazione socio-sanitaria investendo
nei servizi territoriali e nella riqualificazione della rete
ospedaliera
12. Per più democrazia nei luoghi di lavoro
Eleggere ed estendere le RSU in tutti i settori privati
Misurare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali sulla base degli iscritti e dei voti ricevuti nelle elezioni delle RSU. Garantire ai lavoratori la possibilità di
esprimere un voto vincolante sugli indirizzi e sugli esiti
contrattuali
La RSU, per me rappresenta il generoso impegno di tanti uomini e tante donne, che ad una progressiva esperienza contrattuale che sono andati maturando hanno affiancato la non facile "arte" del sapersi rapportare con gli altri
lavoratori e che credono che la contrattazione rappresenta uno strumento fondamentale per garantire i diritti
fondamentali ed imprescindibili di lavoratrici e lavoratori, per assicurare la trasparenza nelle scelte nelle difficoltà.
I settori della conoscenza, pubblici e privati, si fermeranno per l'intera giornata.
Uno sciopero generale a sostegno di proposte concrete
per il lavoro e per il paese
1. Per uscire dalla crisi ed avviare la crescita
difendere il lavoro con un sistema di ammortizzatori sociali che copra tutti coloro che lo hanno perso, per promuovere "buona" occupazione e nuove occasioni di impiego; potenziare l'economia italiana, mediante investimenti, spesa in opere pubbliche, innovazione e ricerca,
controllo sui prezzi, qualificazione della Pubblica Amministrazione.
2. Per difendere i redditi
Un fisco più giusto, attraverso una vera lotta all'evasione
(che ogni anno sottrae circa 3.000 euro ad ogni contribuente onesto)
Un fisco più leggero per le famiglie di lavoratori e pensionati che porti mediamente 100 euro in più ogni mese
Un fisco più pesante su transazioni speculative, rendite e
grandi ricchezze
3. Per una nuova politica industriale e per rilanciare
gli investimenti
Riordino degli incentivi per un maggiore e migliore sviluppo, puntando sui programmi di ricerca e di innovazione industriale, con particolare attenzione al Mezzogiorno
Nuove misure per il sistema produttivo per portarlo verso
settori e prodotti sostenibili, ad alto valore tecnologico e
di conoscenza
Favorire la crescita dimensionale delle piccole e medie
imprese
4. Per la scuola pubblica, l'università, la ricerca
Investimenti sulla conoscenza e sul diritto allo studio
Sviluppo della qualità per la scuola pubblica, l'università
e la ricerca
Stabilizzazione del personale precario
Considerare la cultura come un investimento per la crescita civile, morale ed economica
Valorizzare il patrimonio storico, artistico, architettonico
e culturale del Paese
5. Per un welfare diffuso e di qualità
-3-
Sostenere la dignità del lavoro non solo nelle regole del contratto nazionale ma anche nelle decisioni che si prendono in ogni luogo di lavoro è un nostro continuo impegno. Tanto maggiore quanto più "pesanti" sono gli interventi Aziendali , rispetto ad un continuo ed implacabile impoverimento delle condizioni del mondo del lavoro
che abbiamo subito e che rischiamo di subire in un prossimo futuro .
I poteri e le competenze contrattuali nei luoghi di
lavoro vengono esercitati da noi RSU in accordo
con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria firmatarie del relativo
CCNL .Chi come noi è eletto nella RSU, tuttavia, non è un funzionario del sindacato, ma una
lavoratrice o un lavoratore che svolge un preciso
ruolo: rappresenta le esigenze dei lavoratori
senza con ciò diventare un sindacalista di professione.
La RSU, dunque, tutela i lavoratori collettivamente, controllando l'applicazione del contratto o trasformando in una vertenza un particolare problema.
Tra le competenze necessarie per svolgere il nostro ruolo vi sono, poi, quelle relazionali. La nostra forza, infatti,
non deriva solamente dal potere assegnatoci dal contratto e dalle leggi ma anche dalla capacità di creare consenso
intorno alle nostre proposte e azioni e una ampia condivisione degli obiettivi.
La RSU funziona come unico organismo che decide a maggioranza la linea di condotta e se firmare un accordo .Il
luogo dove tali funzionamento si concretizza è il Coordinamento Nazionale, luogo deputato alla dialettica e alla
gestione delle questione di ordine generale in rapporto con le Segreterie Nazionali. Le commissioni sono lo strumento tecnico del coordinamento che agiscono su temi specifici e su mandato preciso.
Colgo questa occasione per invitarvi a riflettere sul nostro ruolo , sul peso del coordinamento, sulla sua autonomia,sulla nostra proattività rispetto alle questioni e in funzione del ruolo delle Segreterie Nazionali nei rapporti e
nella gestione dei rapporti con l’Azienda.
Il mio è un invito a tutti affinché il coordinamento RSU riprenda il suo naturale ruolo, ne ricostituisca il nucleo
fondamentale della rappresentanza dei lavoratori di Wind. Saremo
chiamati a sfide importanti e difficili, possiamo rimanere a guardare ed essere chiamati solo a
gestire le ricadute o esserne parte
attiva e provare a modificarne gli
esiti
-6-
Think Pink !
I contributi figurativi sono accreditati ?
A cura di Paola Conte
:: Per una giusta causa, per rendere concreta la solidarietà
Questo mese ho pensato di dedicare il mio spazio ad una giusta causa.
Una mia amica e collega ha avuto problemi di salute con uno dei due suoi bellissimi bambini.
Ricoverato per diversi giorni al Policlinico nuovo, un bimbo di 6 anni, costretto in un letto, come trascorre la
giornata?
Aspetta e poi, aspetta e poi… si guarda un po’ in giro e poi… fa qualche domanda e poi si guarda un altro po’ in
giro e poi? Poi si annoia, le ore non passano, si intristisce…
Non ci sono giochi, o meglio, quelli che ci sono non sono sufficienti o non adatti ai bimbi di quell’età. I volontari sono gli angeli, i clown, gli animatori del giorno di festa, uno a settimana…
troppo poco per i bambini che giocherebbero e che dovrebbero
giocare tutto il giorno!
Non c’è neanche la TV che, per quanto diseducativa e bla, bla,
bla, in determinate situazioni tiene compagnia, distoglie da eventuali preoccupazioni o peggio dolori, e quanto meno fa passare qualche ora, che in ospedale durano sempre di più! Soprattutto se mancano anche libri o computer.
La mia amica “Laura”, dovendo trattenersi col suo bambino per
un periodo abbastanza lungo in ospedale e visto che il piccolo era
suo malgrado bloccato a letto, ha pensato di portare nella sua
stanza un televisore che in qualche modo lo aiutasse a distrarsi da
quello che era il suo malessere. Questo ha fatto si che altri bimbi
ricoverati si dessero il cambio nella stanza di “Simone” per guardare i cartoni, stando in compagnia senza pensare al fatto che si trovassero in un ospedale… Solo alcuni però…
gli altri che, come “Simone” per altre ragioni non potevano muoversi, non hanno potuto farlo, non sono potuti
andare nella stanza accanto e…
Dove voglio arrivare: è vero che così come ha fatto la mia amica probabilmente faranno altre mamme portando
da casa un piccolo televisore, ma magari non possono farlo, altrimenti non mi spiego il perché in un reparto di
bimbi non c’è neppure uno per i piccoli degenti e così a Laura è venuta un’idea: COMPRIAMOLI NOI! Facciamo una raccolta anche di pochi € a testa e facciamo questa buona azione!
Si è informata sul da farsi presso la struttura ospedaliera e le hanno detto che non accettano denaro, ma oggetti
in donazione si, quindi i televisori vanno più che bene!
E allora che ne pensate? Raccogliamo noi questi soldini e contribuiamo a rendere un po’ più sopportabili quei
giorni trascorsi in quelle stanze che ce la mettono tutta per ricordargli che sono le mura di un ospedale? I bimbi
in quell’ospedale, sono tutti nostri figli, i loro genitori sono presi da pensieri molto più pesanti, alleggeriamoli
per quel che possiamo.
Sono 6 stanze, servirebbero quindi 6 piccoli televisori con il digitale. Oggi si trovano a prezzi accessibilissimi ed
abbiamo già mobilitato un po’ di amici che lavorano presso alcuni centri commerciali.
Ora tocca a noi!
Da oggi che leggete parte la raccolta dei fondi per i piccoli del policlinico. Se riuscissimo a comprarli tutti sarebbe una bellissima cosa e se avanzasse qualcosa (MAGARI!) potremmo anche comprare altri giochini, libri,
album, colori ecc. A me sembra una cosa molto bella.
Onore al cuore di mamma della mia amica, per aver pensato, nonostante i suoi problemi, agli altri bambini che
erano e saranno ricoverati li.
Per la raccolta dei fondi abbiamo pensato di individuare alcuni volontari:
Mobile Consumer: Vincenzo Cordova – Barbara Scauta – Antonio Musto
Mobile Corporate: Monica Sacco – Veronica Cusano
Fisso/ADSL: Rino Polidoro – Flavia Autiero – Davide Murolo
Commerciale/Galileo Ferraris: Paola Conte – Gino Balzamo
Ovviamente, ad acquisto avvenuto, verranno pubblicati sul primo numero utile di Articolo 1, gli scontrini di acquisto e la copia del documento di donazione rilasciato dall’azienda ospedaliera.
Vi ringrazio fin d’ora a nome di tutti i bimbi che saranno certamente contenti di potersi distrarre un po’ durante
le lunghe degenze al Policlinico nuovo. Buona vita.
-5-
A cura di Veronica Cusano
C’è una prima volta per tutto… anche per un estratto conto contributivo!
Forse sono stata un poco precipitosa ma l’idea che il giorno in cui potrò andare in pensione possa avvenire qualche intoppo mi ha spaventata e così ho deciso di verificare che la mia situazione contributiva fosse regolare ai fini
pensionistici.
Come penso sappiate, oltre ai contributi obbligatori o di riscatto (ad es. corso
legale di laurea) esistono anche i contributi figurativi, che “sono definiti fittizi
(cioè non versati né dal datore di lavoro né dal lavoratore), che vengono accreditati dall’Inps sul conto assicurativo del lavoratore per periodi in cui si è verificata un’interruzione o riduzione dell’attività lavorativa e di conseguenza non c’è
stato versamento dei contributi obbligatori da parte del datore di lavoro”.
Sul sito dell’Inps è presente un interessante opuscolo che dettaglia i periodi per i quali si ha diritto ai contributi
figurativi.
Il mio obiettivo era verificare che i periodi che avevo richiesto mi fossero stati accreditati e potevo scegliere se
verificarlo dal sito o andare ad uno sportello.
Ovviamente ho preferito la soluzione più complicata e cioè decidere di fare la fila per qualche ora, ma ho potuto
parlare con una dipendente molto gentile, la quale non solo mi ha spiegato cosa avrei dovuto controllare ma mi ha
fatto osservare un’inesattezza sul mio estratto, fortunatamente risolvibile.
Sapete quale sarebbe stato il rischio? Andare in pensione una settimana più tardi…..
Dalla mia esperienza vorrei suggerirvi di non trascurare di fare anche questi controlli:potete scegliere anche di
farlo dal sito dell’Inps. Se avete smarrito,come me, il pin che vi è pervenuto a casa o non lo avete ricevuto, potete
richiederlo on line. Vi perverrà una prima parte del codice via e-mail o via sms e la seconda via posta.
Le settimane contributive dovranno essere 52, per dodici mesi lavorativi e al netto dei periodi per quali non si ha
diritto ai contributi (ad esempio l’aspettativa …….) e se ci sono dubbi potrete chiedere direttamente all’Inps tramite il numero verde (803164) o l’invio di un’e-mail.
Quando andremo in pensione ?
A cura di G. Balzamo
A meno di ulteriori modifiche alla legge (e
non sarebbe una novità viste le tante modifiche apportate in questi ultimi 15 anni) lo
schema laterale evidenzia i requisiti minimi
per andare in pensione.
Però due-tre considerazioni semplici e sintetiche devo farle visto che i media ed i politici ci allarmano sempre sullo stato delle
pensioni. La prima è che i conti dell’INPS
se togliessimo la parte assistenziale al lavoro (mobilità, cassa integrazione, sostegno
alla famiglia, ecc) sarebbero positivi.
La seconda è che senza gli immigrati, i contributi che questi versano allora la pensione sarebbe una chimera per
molti. Aggiungiamoci, per ultimo, che l’importo della pensione sarà sempre più basso per effetto del metodo
scelto (contributivo ovvero basato su tutti i contributi versati) nonché per tanti disincentivi economici implementati dai vari Governi.
Con l’ultima chicca del Governo Berlusconi …… maturati i requisiti per andare in pensione (come da tabella), si
potrà andare letteralmente in pensione dopo 12 mesi. Ci hanno allungato l’età pensionabile indirettamente, un
atto da vigliacchi che le lavoratrici ed i lavoratori non devono dimenticare.
-3-
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Giornale Articolo 1 numero di aprile