INTERIORITÀ “ALL INCLUSIVE” Materiali utili per l’animazione del gruppo CANZONI Meraviglioso, Negramaro È l’emozionante e intensa canzone di Modugno, riproposta dai Negramaro. Un autentico inno alla vita e alla gratitudine per il dono che la vita è. Può servire da spunto per riflettere su certe situazioni limite (non così rare) che sfociano nella disperazione e nel suicidio. Il mondo, il sole, la vita, l’amicizia, l’amore… tutto questo è per te, è meraviglioso, è motivo di speranza. Sempre. Meraviglioso ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso Meraviglioso perfino il tuo dolore potrà guarire poi meraviglioso Ma guarda intorno a te che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare eh! Tu dici non ho niente Ti sembra niente il sole! La vita l’amore La morte (non esiste più), Baustelle La morte, questa comune realtà che a noi sempre definitiva, non è l’ultima parola. È parola penultima. C’è qualcosa di più grande, che le sopravvive. L’ultima parola spetta infatti all’amore. In ottica cristiana possiamo ricordare le parole di Paolo alla comunità di Corinto: «Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità. Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov'è, o morte, la tua vittoria?Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?» (1Cor 15,-51-55) Certe notti da nevrastenia Da soffocare Apro la finestra e volo via (Si fa per dire) Come la ginestra nata sulla pietra lavica Mi vedo lottare Come mosca nel bicchiere Eppure Dio Lo lascio fare La morte non esiste più Non parla più Non vende più Mio folle amore La vita non uccide più I nostri baci I nostri sogni La prima volta che sono morto, Simone Cristicchi Il testo va letto con un certo senso critico. Contiene tuttavia dei passaggi che possono essere interessanti nella considerazione della morte come maestra di vita. È così che sono finito in quello che chiamano “sonno eterno”, non è vero che c’è il paradiso, il purgatorio, e nemmeno l’inferno. Sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento dove si impara ad amare al vita in ogni singolo momento. Quante cose avrei voluto fare che non ho fatto, parlare di più con mio figlio, girare il mondo con mia moglie lasciare quel posto alla Regione e vivere finalmente su un’isola… LIBRI Alice Sturiale, Il libro di Alice, Rizzoli, 1998 Alice Sturiale, è una ragazza affetta da una malattia congenita che le impedisce di camminare e che la vede costretta sulle “quattro ruote”. Morta improvvisamente sul suo banco di scuola (seconda media), nel 1996. Il libro di Alice è un compendio di poesie, pensieri, racconti veri e di fantasia scritti da Alice Sturiale, che rappresenta una gioiosa e autentica testimonianza di vita e di entusiasmo anche davanti al limite della malattia. «...perchè la morte non è solo che l'inizio di un'altra bellissima vita. Il problema è che non sappiamo ancora cos'è e le cose che non conosciamo ci fanno un sacco paura». Giulia Gabrieli, Un gancio in mezzo al cielo, Edizioni Paoline, 2012. Questo è il diario di Giulia Gabrieli, quattordici anni, malata di tumore, morta la sera del 19 agosto 2011, che ha saputo trasformare i suoi due anni di malattia in un inno alla vita, in un crescendo spirituale. Giulia era una ragazza normale, bella, solare, amava viaggiare, vestirsi bene e adorava lo shopping. Un’esplosione di raffinata vitalità, che la malattia, misteriosamente, non ha stroncato, ma amplificato. Nelle pagine del diario narra la sua lotta per affrontare la malattia e la sua speranza di guarire ma anche l’abbandono alla volontà di Dio. W. Kostner, Gibì e Doppiaw, Alle prese con la vita, Citta Nuova Editrice, 1998. Questo simpatico opuscolo presenta una serie di interessanti vignette che possono essere utilizzate per riflettere in modo leggero, ma sempre profondo, su alcuni temi che riguardano la vita e i suoi limiti. Alcune vignette sono reperibili anche sul web, nell’omonimo sito o nella sezione immagini di Google. RACCONTI E TESTI VARI Breve racconto di fantasia che può essere utile per introdursi al tema. Ben Sadok, un uomo malvagio, passò per un’oasi. Aveva un carattere così stizzoso che non riusciva a stare a guardare niente di buono o di bello senza poi guastarlo. Al margine dell’oasi c’era una giovane palma nella fase più bella della sua crescita. Allora questi prese una pietra pesante e la pose sulla corona della giovane palma. Dopo questa prodezza se ne andò con un sorriso malvagio. La giovane palma si scrollò, si piegò, cercò di liberarsi dal peso. Ma invano. Il masso era proprio incastrato nella corona. Allora il giovane albero si ancorò più profondamente al suolo e spinse contro il masso di pietra. Affondò talmente tanto le sue radici che raggiunse una sorgente d’acqua nascosta, sollevò così il masso talmente in alto, che la sua corona superò ogni ombra. L’acqua dal basso e il calore del sole dall’alto fecero del giovane albero una palma maestosa. Dopo alcuni anni Ben Sadok ritornò, per rallegrarsi malvagiamente della palma nana. Cercò invano. Allora la palma più superba inchinò la sua corona mostrando il masso e disse “Ben Sadok, ti devo ringraziare, il tuo masso mi ha reso forte”. (Favola Africana) Beati voi Indicato il celebre testo delle beatitudini, come riferimento importante per una riflessione sul tema limite-speranza. La presenza di Dio è luce di senso e motivo di gioia e speranza anche in quelle situazioni che a noi paiono disperate. Si potrebbe invitare i giovanissimi a leggerle questo testo, a meditarlo con attenzione, ad assumerlo come riferimento, a concretizzarlo e farlo proprio formulando una beatitudine per la propria vita. Dal Vangelo di Matteo 5, 1 -12 Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.” POESIE Giacomo Leopardi, L’infinito. Finito e infinito, limite e spazio, realtà ed eternità, si incontrano in questa celebre poesia di Leopardi. Il testo si presta a molteplici spunti ed approfondimenti. Ad esempio la siepe, da ostacolo e limite alla vista materiale, diviene incentivo che spinge il pensiero e l’ immaginazione in spazi sterminati. Il limite delle cose e della realtà, non è solo costrizione, ma può essere superato e spalancare ad un oltre che attira il cuore dell’uomo, e lo immerge in una vertiginosa vastità. Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quïete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare. Ugo Foscolo, Alla sera La sera, momento di quiete, di raccoglimento e di pace dell’intera giornata, è vista qui come immagine della morte («fatal quiete»). Rivolgendosi direttamente ad essa, l'autore confida che l'apparizione della sera lo induce a meditare sulla vita e sul suo significato. La morte è dunque insieme attesa e temuta. Guardando a questo tramonto, si illumina il giorno vissuto e si attende la pace.. Forse perché della fatal quiete Tu sei l’immago a me sí cara vieni, O sera! E quando ti corteggian liete Le nubi estive e i zeffiri sereni, E quando dal nevoso aere inquïete Tenebre e lunghe all’universo meni Sempre scendi invocata, e le secrete Vie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge Questo reo tempo, e van con lui le torme Delle cure onde meco egli si strugge; E mentre io guardo la tua pace, dorme Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge. VIDEO E LINK UTILI A. D’Avenia, video incontro al Sermig…. http://giovanipace.sermig.org/index.php?option=com_content&view=article&id=10370&Itemid=65 2&lang=it L’illusione di una vita perfetta (14enni). Di seguito sono indicati alcuni link esemplificativi per l’attività relativa al fotoritocco. Gli esempi riguardano per lo più la persona e il volto in particolare, ma si possono facilmente reperire in rete anche esempi di fotoritocco di oggetti o di paesaggi. http://www.youtube.com/watch?v=aRDCXTE2P6w http://www.youtube.com/watch?v=23MlNwYnxso http://www.youtube.com/watch?v=9wfTd-2MPE4&list=UU-rDDOM