6 MERCOLEDÌ 22 MAGGIO 2013 GIANNI ALEMANNO MARCELLO DE VITO «Sulla famiglia non si torna indietro» A Roma è stato istituito lo scorso anno il quoziente familiare applicato a Roma sulla tariffa dei rifiuti urbani, che comporta l’esenzione completa per le famiglie sotto un determinato reddito, e una graduazione dell’importo dell’abbonamento ai trasporti pubblici in base ai componenti il nucleo familiare. Il quoziente Roma ha anche consentito l’esenzione completa dall’Imu sulla prima casa per oltre 376mila famiglie, prima delle decisioni in merito del governo. Un programma che il sindaco uscente Gianni Alemanno, intende proseguire e rafforzare. Con il piano "famiglia 2.0" la piattaforma che mette in rete servizi e informazioni per coppie in procinto di sposarsi. In fase di introduzione anche la "family card" con varie agevolazioni e convenzioni. Alemanno ha firmato la petizione del Forum delle associazioni familiari e si è impegnato .a introdurre la valutazione di impatto familiare per ogni provvedimento e l’Agenzia per la famiglia. «Unioni civili e piano casa» «Noi siamo favorevoli alle unioni civili, è previsto dal nostro programma», si schiera il candidato di M5S Marcello De Vito. «È una questione che per motivi politici non è stata mai affrontata, o è stata affrontata solo per fare propaganda, ma riguarda milioni di italiani, credo che anche Roma debba adeguarsi, molti Comuni l’hanno fatto». Sulla famiglia propone un piano casa «serio», visto che le «nuove invendute superano il fabbisogno dei cittadini senza abitazione». Quanto alle politiche fiscali chiede un innalzamento al massimo delle aliquote Imu sulle prima case sfitte, «da abbassare in caso di locazione». Sul testamento biologico propone un «referendum con i cittadini». E promette: «Se sarò sindaco combatterò l’omofobia». De Vito ha sottoscritto il documento programmatico del Forum delle associazioni familiari del Lazio. ALFIO MARCHINI IGNAZIO MARINO «Nel 2013 unioni gay senza discussione» È esplicito Alfio Marchini, sul tema delle unioni civili: «Se nel 2013 dobbiamo ancora preoccuparci di questi temi allora la nostra società è indietro anni luce. Il tema del rispetto dei diritti di tutti, nessuno escluso, è fondamentale, quindi su questo mi batterò con tutte le forze che ho». Si riferisce a «doveri e dei diritti non negoziabili», dei quali «non si dovrebbe neanche discutere». E include tra questi il riconoscimento pubblico delle unioni civili. Sulla famiglia vera a propria, invece, propone una attenzione particolare per quelle che hanno persone disabili tra i loro componenti. Marchini propone poi la carta di credito del cittadino, con una dotazione di 200 euro al mese per i nuclei più in difficoltà. «Rappresenta la nostra alternativa - dice - al reddito di cittadinanza». Alfio Marchini non ha firmato il documento programmatico del Forum delle associazioni familiari del Lazio. Aiuti per i bambini, famiglia sullo sfondo Se vincerà Ignazio Marino Roma avrà il «Certificato di Unione per riconoscere amministrativamente le coppie di fatto». Nel suo programma «Roma è vita» indica le sue priorità. Fra le quali il potenziamento di consultori e sportelli d’ascolto. «Una città a misura di bambino», è un suo slogan. Scuole aperte anche di pomeriggio e nei mesi estivi. L’accesso ai nidi e alle scuole dell’infanzia «deve essere garantito a tutti i bambini». La famiglia resta però sullo sfondo, e "no comment" sul quoziente familiare che è stato avviato in via sperimentale nella Capitale. Per l’emergenza casa Marino promette un buono di 700 euro al mese per ogni famiglia sfrattata, vincolato a un contratto di affitto. Marino non ha firmato il documento del Forum delle famiglie. Famiglia e valori, sfida per il Campidoglio DA ROMA ANGELO PICARIELLO a raccontano tutti come una campagna elettorale in sordina. In realtà, in sordina più che altro è la sua rappresentazione televisiva, con la politica che di questi tempi non tira granché, in video, e con i problemi che comporta l’allestimento di tribune elettorali in un simile ginepraio. Per una sorta di convenzione mediatica è passata l’idea semplificata di una competizione a quattro, col tri-polarismo sancito in Parlamento che a Roma vede in aggiunta la figura di Alfio Marchini, soprannominato Ridge, per la somiglianza col protagonista di Beautiful, o più romanescamente "Arfio". Gli altri due sfidanti dell’uscente Gianni Alemanno sono il vincitore delle primarie del Pd Ignazio Marino, e quello delle risicate (solo 3mila iscritti) consultazioni di Cinquestelle, l’avvocato Marcello De Vito. Ma la semplificazione non è indolore, ne sanno qualcosa quelli di La 7 che mentre andava in onda Piazza Pulita all’ingresso degli studi hanno dovuto fronteggiare i militanti di Casapound, indignati per il mancato invito del loro candidato. Sarà anche per questo che la campagna per il Campidoglio non funziona come format televisivo, e i candidati tornano a fare le trottole come ai vecchi tempi per 18 ore al giorno, "mo- L De Santis (Famiglie numerose): «Non basta parlare di bambini, senza coinvolgere i genitori». Pasquini (Csi): «Sport e cultura, ambiti fondamentali» netizzando" anche le ore della notte. Ma non è che manchino i temi, e quelli sul tappeto (lavoro, fisco, servizi sociali, aiuto alle povertà) gira e rigira ruotano tutti su un valore unificante: la famiglia. Famiglia che, Costituzione alla mano, è e resta quella fondata sull’unione fra uomo e donna aperta alla procreazione, che invece gran parte dei candidati sembrano mettere in discussione con l’apertura al surrogato delle "unioni civili". Anche se il candidato di 5 Stelle, un po’ a sorpresa, al pari di Alemanno, ha firmato il documento programmatico del Forum regionale delle associazioni familiari. Mentre - come ha ricordato l’editoriale di Roma sette, settimanale della Diocesi di Roma - la priorità «è quella di aiutare la famiglia fondata sul matrimonio fra uomo e donna, prima e insostituibile cellula della società». Evitando provvedimenti che, peraltro, «non avrebbero alcun valore legale», e finirebbero per rappresentare solo «uno slogan elettorale per conquistare voti». In una situazione che, fanno notare Alemanno: avanti col quoziente Roma. Marino e Marchini per le unioni civili Le associazioni: nuclei con figli a rischio povertà, adesso serve più coraggio ono ben 19 i candidati a sindaco della Capitale, 40 le liste collegate. E la scheda elettorale sarà lunga circa un metro. I romani chiamati alle urne domenica e lunedì prossimi per rinnovare il Consiglio comunale del Campidoglio non si son fatti mancare niente. Sono dieci solo le liste a sostegno dell’immancabile Alfonso Luigi Marra, l’avvocato anti banche, che arruola fra le altre "Viva l’Italia" e "Forza Roma". Oltre all’uscente Gianni Alemanno e i principali sfidanti Ignazio Marino (centrosinistra) Marcello De Vito (M5S) e Alfio Marchini (due le civiche a lui collegate, Cambiamo con Roma e Alfio Marchini sindaco ) e al col- S le associazioni familiari, vede aumentare del 30 per cento il rischio povertà, anche nella Capitale, per le famiglie con tre figli. Il contrasto allo stato di indigenza è quindi il tema di fondo di questa campagna eletto- rale. Alemanno assicura che la ripresa a Roma sarà realtà, una volta sbloccate le 223 delibere affossate dell’ostruzionismo delle opposizioni. Marchini promette risparmi sulle bollette per 450 euro l’anno, ed an- lezionista di liste Marra, correranno Edoardo De Blasio; Sandro Medici (sostenuto fra gli altri da Rifondazione e Comunisti italiani); Armando Mantuano (Militia Christi); Valerio De Masi; Stefano Tersigni; Alessandro Bianchi; Gerardo Valentini; Luca Romagnoli (sostenuto da Fiamma tricolore e Destra sociale); Fabrizio Verduchi (Italia cristiana); Matteo Corsini; Giovanni Palladino; Gianguido Saletnich (di Forza nuova) e Simone Di Stefano (di Casapound). In caso di ballottaggio, ritenuto altamente probabile visti i precedenti e l’elevatissimo numero di candidati, si tornerà al voto dopo due settimane (il 9 e 10 giugno). nuncia – lui che può, erede di una storica famiglia di costruttori della capitale, un tempo vicini al Pci – che i fondi della sua campagna elettorale ce li ha messi lui, nella misura dell’ottanta per cento. Di Vito scom- mette invece sulla potenzialità anche occupazionale della differenziata porta a porta. Marino promette infine 700 euro al mese per gli sfrattati e una città a a misura di bambino. Costalli (Mcl) Casini (Mov. Vita) Ciccarelli (Forum) «No a derive zapateriste A Roma non serve un ideologo radicale» «Volontari nei consultori, adozioni, sussidi alle madri: un sindaco può fare molto» «Bene il Quoziente Roma: un segnale importante va allargato a ogni servizio» DA ROMA LUCA LIVERANI a chi l’ha detto che sui temi della vita un sindaco non ha voce in capitolo? Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, smentisce chi minimizza il ruolo degli amministratori locali sui grandi temi non negoziabili: «Da sempre ribadisco la centralità politica del diritto alla vita, nelle elezioni politiche nazionali come in quelle amministrative». Come può, un sindaco, sostenere la cultura della vita? Oppure ostacolarla? È chiaro che una riforma della legge 194 sull’aborto è solo di pertinenza del Parlamento. Ma i consultori, ad esempio, sono gestiti a livello locale. E un’amministrazione comunale può favorire l’ingresso dei volontari dei Centri di aiuto alla vita per sostenere le donne in difficoltà, evitando che questi servizi siano anticamere dell’aborto. Può stanziare sussidi per queste madri, come in Lombardia il "Progetto Nasco" ispirato al nostro "Progetto Gemma". Può dare impulso alle "culle per la vita", per affidare i bambini non voluti a mani che li accolgono, nell’anonimato più assoluto, perche l’adozione sia un vero antidoto all’aborto. Roma non è una città qualsiasi. È la Capitale, la sede del successore di Pietro, una fiaccola nel mondo. Quello che si fa a Roma ha cioè un peso politico e culturale più ampio? È così. Che effetto-eco avrebbe l’inserimento nello statuto comunale della difesa della vita, dall’inizio alla fine? O, all’opposto, l’adozione di registri per le coppie di fatto o per il testamento biologico? Qualsiasi decisione presa a Roma sul fronte dei valori non negoziabili ha un grande riscontro. Se il Campidoglio promuovesse nelle scuole il nostro opuscolo "La vita, umana, prima meraviglia", già diffuso in 13 milioni di copie? Sono convinto che bisogna porre molta attenzione su chi sarà sindaco e sulla sua storia politica. (L.Liv.) M l quoziente familiare adottato dal Campidoglio è stato un segnale importante. Ora però serve un ampliamento della base, perché si ferma alla soglia dei 15 mila euro di Isee, intervenendo sulla tassa dei rifiuti e sull’abbonamento ai mezzi». Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle associazioni familiari del Lazio, chiede al Campidoglio di proseguire sulla strada intrapresa: passando da politiche di contrasto alla povertà a vere politiche per le famiglie.Tutte, anche quelle non poverissime. «La scorsa settimana abbiamo invitato tutti i candidati sindaci a sottoscrivere pubblicamente un patto per le famiglie romane. Si sono presentati, tra gli altri, Alemanno per il centrodestra e Marcello Di Vito di M5s». E gli altri? Perché non hanno firmato? Marino del Pd ci ha mandato una lettera col suo programma dicendo che gli dispiaceva non esserci, senza esprimere giudizi. Alfio Marchini nulla: siamo noi che abbiamo dovuto chiedere alla sua segreteria se veniva o no. Come se la famiglia fosse un tema legato a orientamenti politici. È grave: rappresentiamo 200 mila famiglie, 450 mila persone nel Lazio. E l’80% delle nostre associazioni è impegnate su Roma. Cosa dovrà fare il sindaco della Capitale? Le famiglie romane hanno bisogno di risollevarsi: hanno fatto sacrifici economici, pagano la crisi del lavoro, non hanno supporti per chi ha persone autosufficienti. Il "Quoziente Roma" va nella direzione giusta, ma a soffrire è anche la famiglia media, non basta pensare solo all’emarginazione. Dev’essere il metro per tutti i servizi comunali, asili nido in primis. Anche Di Vito è favorevole. Ma a Parma il grillino Pizzarotti non l’aveva abolito? Ci ha risposto che è stato un problema di bilancio, ma se a Roma è questa la volontà dei cittadini, lui si impegna a sostenerlo. Chiunque vincerà, comunque, noi vigileremo. (L.Liv.) «R oma ha bisogno di un amministratore, non di un ideologo. Quello che serve alla Capitale, ora, è rimettere in moto il terziario, il turismo, i servizi. Non istituire registri per le coppie di fatto e omosessuali o altre derive zapateriane. In Spagna i cosiddetti "diritti civili" non hanno certo messo il Paese al riparo da una crisi durissima». Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori, analizza senza pregiudizi i candidati al Campidoglio. Intende dire che il candidato del centrosinistra, Ignazio Marino, non corrisponde alle necessità della città? Non ho assolutamente nulla contro la persona del senatore Marino. Ma è un politico calato dall’alto. E soprattutto sponsorizza derive antropologiche antitetiche ad un agire politico in sintonia con la dottrina sociale. Ricordo le sue battaglie in Parlamento a sostegno di Beppino Englaro, a favore del testamento biologico, delle coppie gay... Il suo slogan «Cambiare tutto» sa tanto di propaganda elettorale. Cambiare anche ciò che c’è di buono? Come a Parma dove il grillino Pizzarotti ha cancellato il quoziente familiare? A Roma il quoziente c’è. Piuttosto va ampliato. Quindi il bilancio di questi quattro anni di Alemanno è positivo? Bisogna riconoscere al sindaco un impegno generoso. Confcommercio dice che nel 2012 il turismo è incrementato del 25%. Alemanno però non è stato esente da errori, vedi le inchieste sulle municipalizzate o il caso "parentopoli". Per questo gli chiediamo impegni precisi sulla trasparenza amministrativa e la lotta alla corruzione. La lista civica "Cittadini per Roma" che sosteniamo sarà un pungolo per il Campidoglio. Non firmiamo cambiali in bianco. ' RIPRODUZIONE RISERVATA ' RIPRODUZIONE RISERVATA «I ' RIPRODUZIONE RISERVATA Programma che non convince Angelo De Santis, presidente dell’associazione famiglie numerose del Lazio: «Troppi parlano di bambini, non di famiglia – nota –, mentre l’alleanza educativa genitori-scuola è imprescindibile». E c’è anche un’altra preoccupazione: «Che cosa s’intende, quando si dice "se vinciamo noi, cambiamo tutto"?». Il dubbio è in riferimento al "quoziente Roma". «Per la prima volta abbiamo visto riconosciuto il principio dei carichi familiari – spiega De Santis –. Vogliamo che si passi con più decisione dalle parole ai fatti e non faremo sconti a nessuno, ma non si può rimettere in discussione scelte che segnalano comunque una chiara inversione di tendenza verso il "fattore famiglia"». Roma sette indica anche il discrimine del valore della vita, dal concepimento alla morte naturale, e in tal senso non è ininfluente la visione antropologica che i candidati manifestano, per le implicazioni sulle politiche sociali e sul ruolo dell’associazionismo, sia nella prevenzione dell’interruzione di gravidanza sia nell’assistenza ai malati terminali. «Non basta dire che si potenzieranno gli asili nido senza avere un’idea di coinvolgimento dell’associazionismo. I servizi sociali – conclude amaro De Santis – a volte fanno anche disastri». «Il dato positivo – nota Daniele Pasquini, presidente del Centro Spor- Il settimanale diocesano: «Priorità è l’unione fra uomo e donna, prima cellula della società. Altri provvedimenti, privi di valore legale, servono solo a fare propaganda» tivo italiano di Roma – è il coinvolgimento di tante "civiche", accanto ai partiti tradizionali». Poderoso antidoto all’antipolitica e al populismo. «Un aiuto a riportare l’attenzione sui temi concreti. Che in una città come Roma sono anche l’attività sportiva, la cultura, realtà a torto ritenute estranee all’emergenza occupazione, mentre rappresentano – segnala Pasquini – una doppia opportunità, sul versante educativo e su quello della creazione di nuovi posti di lavoro». Sullo sport il grillino De Vito studia in grande, propone la partecipazione dei cittadini per realizzare un nuovo, «o anche due» nuovi stadi cittadini, vista la tradizionale dicotomia capitolina. Proposte col botto, pare infatti che M5S perda colpi nei sondaggi, la traversata del Tevere di Beppe Grillo, iniziativa temeraria, avrebbe potuto aiutare ma non ci sarà. E c’è chi dice che Marino (che non ha votato la fiducia al governo Letta) strizzi già l’occhio a M5S. Perché con tutta probabilità ci sarà un secondo round, e ognuno, dopo il voto di bandiera, sarà chiamato a scegliere. © RIPRODUZIONE RISERVATA