Aless@ndria I.P.A.S.V.I. Periodico d’informazione della professione infermieristica Foto D.M. Numero 1-2 - Anno VII - Gennaio 2010 Aut. Trib. n. 561 del 19/3/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL Aless@ndria I.P.A.S.V.I. Periodico d’informazione della professione infermieristica Autorizzazione del Tribunale n. 561 del 19/3/2004 • Numero 1-2 - Anno VII - GENNAIO 2010 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL Direttore Responsabile Antonio Agosti Redazione Nadia Cermelli Franco Piccio Progetto Grafico e Stampa Litocoop Srl Via Calcinara 13 - Tel. 0131 861586 Tortona (AL) Diritti Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione dell’Editore. CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 19 GENNAIO 2010 NORME EDITORIALI La redazione di Aless@ndriaIPASVi ricorda a tutti i colleghi infermieri, vigilatrici di infanzia e assistenti sanitari, che è possibile offrire il proprio contributo alla redazione del periodico Aless@ndriaIPASVI; è un periodico di aggiornamento professionale, informazione infermieristica e giuridico-legislativa, pertanto gli articoli che si intendono pubblicare dovranno rispondere ai seguenti criteri: Articolo a carattere scientifico: dovrà essere fornito integralmente, con abstract e bibliografia Articolo Informativo: di carattere professionale, aggiornamento (es. commento a eventi formativi, normativa ECM ect.), giuridico-legislativo. Risposta a Quesiti: come “lettera al…” oppure ” l’infermiere …. risponde”; risposte a quesiti posti dai lettori di Aless@ndriaIPASVI dove, diverse figure come: il presidente, l’avvocato, il commercialista, infermieri esperti in particolari tematiche, i membri del consiglio per quanto di loro competenza (università, dirigenza infermieristica, libera professione, normativa extracomunitari, ricerca infermieristica ecc), rispondono ai colleghi. All’interno della rivista potranno essere inseriti , a seconda della disponibilità, brevi racconti, aneddoti, poesie, vignette inerenti la professione. Sarà inoltre possibile inserire comunicazioni ( sia da singoli iscritti, che da associazioni, enti etc.) relative a eventi formativi, ( congressi, convegni, eventi ECM specifici a tematiche di natura professionale). Gli articoli dovranno pervenire alla redazione di Alessa@ndriaIPASVI in supporto informatizzato (C.D., floppy) al seguente indirizzo: Collegio Provinciale IPASVI, Via Buonarroti n. 12 15100 Alessandria oppure attraverso e-mail all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] Gli articoli saranno visionati e valutati dal direttore responsabile e dal gruppo di redazione, sottoposti al presidente del collegio e, dopo essere stati validati saranno pubblicati sul primo numero disponibile. SOMMARIO LUCE SULLE LANTERNE - PERCORSI DI RICERCA DEGLI INFERMIERI SUGLI INFERMIERI 3 IL SIGNIFICATO DELLE DISCIPLINE UMANISTICHE 5 NELLA RELAZIONE D’AIUTO LA DEONTOLOGIA PROFESSIONALE DEGLI 8 INFERMIERI ITALIANI E LA LEGGE SUL “FINE VITA” “LA PERSONA NEL FINE VITA” 9 L’ANGOLO DELLE EMOZIONI 10 L’ATTIVITA’ DI ENPAPI 11 LA GESTIONE EFFICACE DELLA COMUNICAZIONE 13 CON L’UTENTE IN UN CENTRO TAO CANCELLAZIONE MOROSI E 15 AZIONE DI RECUPERO CREDITI POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA (PEC) 16 PROGRAMMAZIONE ATTIVITA’ FORMATIVE 2010 17 SCOPRIRE IL BAMBINO IN NOI E 18 IL SUO RESPIRO DI VITA (MERCOLEDI 10 FEBBRAIO) SEMINARIO SU: LUCE SULLE LANTERNE 19 SCOPRIRE IL BAMBINO IN NOI E 20 IL SUO RESPIRO DI VITA (SABATO 17 APRILE) CORSO DI FORMAZIONE SU: TRAPIANTI E DONAZIONE 21 D’ORGANI: UNA SFIDA CULTURALE CORSO DI FORMAZIONE SU: 22 LA PERSONA ALLA FINE DELLA VITA CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ANNUALE ORDINARIA DEGLI ISCRITTI AL COLLEGIO IPASVI 24 Aless@ndriaIPASVI è il NOSTRO periodico, il periodico di informazione degli iscritti al collegio della provincia di Alessandria, ci aspettiamo quindi un grosso contributo da tutti Voi che quotidianamente vivete esperienze di lavoro interessantissime, scrivetele ed inviatele alla redazione, saranno pubblicate sui prossimi numeri; condividere esperienze è un grosso arricchimento professionale per tutti noi!!! Il comitato di redazione Sede del Collegio IPASVI, Via Buonarroti, 12 - ALESSANDRIA Tel. 0131 218113 - Fax 0131 240208 E-mail: [email protected] - Sito: www.ipasvialessandria.it Pagina 2 Rapporto della ricerca sulla professione infermieristica nella Provincia di Alessandria Luce sulle lanterne Percorsi di ricerca degli infermieri sugli infermieri A cura di: Bellinceri Salvatore - Cataldo Alessandro – Casella Michela - De Pieri Claudio – Del Papa Marcello Obiettivo Lo studio vuole descrivere il profilo d’identità dell’infermiere iscritto al Collegio IPASVI della Provincia di Alessandria analizzandone la dimensione individuale, relazionale, sociale e professionale. Aree indagate Aspetti demografici generali La collocazione lavorativa Dati sul rapporto con la formazione di base e continua Benessere fisico: ritmi circadiani attività sportiva/esercizio fisico limitazioni fisiche problemi di salute esaurimento fisico Benessere psichico: felicità e speranza futuro e progettualità esaurimento psichico mobbing Benessere familiare: amore coniugale amore filiale sensi di colpa Benessere sociale: rapporti amicali partecipazione socio-politica benessere lavorativo adeguatezza psichica (coping) adeguatezza culturale riconoscimento economico mastering e status appartenenza al gruppo Soddisfazione lavorativa globale Relazione con l’utenza Pagina 3 Il rapporto vuole essere un contributo agli infermieri che operano nella provincia di Alessandria, al mondo della salute e in particolare alla cittadinanza affinché possa conoscerci meglio. Lo scopo che ci si è prefissati nel promuovere l'indagine era di produrre una sorta di “libro bianco” che aiutasse e capire quali aspetti caratterizzano e quali sono gli elementi significativi da considerare per orientarne la formazione, l’aggiornamento, l’organizzazione, la programmazione del fabbisogno, le condizioni lavorative di una figura professionale ritenuta scarsa e preziosa per il Servizio Sanitario e fosse utile a far conoscere appieno il ruolo, le potenzialità, le competenze e l'umanità di questo professionista. Il lavoro ha voluto dare un ulteriore impulso ai nostri iscritti, alla loro voglia di crescere costantemente, per essere professionisti a 360 gradi e promuoverne l’immagine ma soprattutto la ricerca, inoltre, nasce dall'esigenza, emersa all'interno del Collegio IPASVI della Provincia di Alessandria, di conoscere i propri iscritti, raccogliendo informazioni sulle loro caratteristiche individuali e sul rapporto che essi hanno con il lavoro e con la vita sociale. Tra gli ulteriori scopi vi era anche quello di analizzare e di comparare i risultati prodotti con quelli di altre ricerche condotte dalla Federazione Nazionale Collegi IPASVI o da altri soggetti. L’indagine ha preso il via da un evento formativo ECM sulla “Metodologia della Ricerca”, il cui scopo era quello di formare un gruppo di Referenti esperti di ricerca infermieristica. Lo sviluppo del progetto ha permesso ai partecipanti di poter sperimentare dal vivo la progettazione e conduzione di una indagine. Lo sforzo organizzativo è stato rilevante. La ricerca ha visto coinvolti, un gruppo di ricercatori, l’Azienda Ospedaliera, l’Azienda Sanitaria della provincia di Alessandria, il Collegio IPASVI, i referenti della ricerca, alcuni esperti dell’Università degli studi di Genova, infine, ma non per minor importanza, oltre trecento colleghi estratti come campione che hanno accettato di rispondere all’intervista semi-strutturata. I risultati dello studio, forniscono uno spaccato vivido delle caratteristiche pregnanti dell’infermiere del territorio alessandrino. La presentazione, restituisce principalmente un'analisi descrittiva dell'ingente volume di dati rilevati. Si consideri solo che ciascun soggetto ha risposto a circa 350 domande. Sono state anche condotte ulteriori analisi ricercando le relazioni sottostanti tra le diverse variabili e ricavandone così profili e tipologie diversificati di una popolazione di infermieri, ricca di espressioni e diversificata. L’esperienza evidenzia che è possibile far si che lo strumento formativo possa diventare un’occasione importante per promuovere la cultura della ricerca e che, nonostante le risorse limitate, attraverso la “molla” della motivazione e dell’entusiasmo si può fare buo- na ricerca. Esprimo l'auspicio che la pubblicazione di questi risultati, oltre a rappresentare un contributo alla conoscenza degli aspetti meno noti di questa professione rappresenti anche un forte stimolo a proseguire nel campo della ricerca e dello sviluppo della disciplina infermieristica. Nei prossimi mesi verrà data am- pia diffusione, discussione e verrà presentato il volume a tutti i colleghi e le istituzioni. Salvatore Bellinceri Presidente Collegio IPASVI Pagina 4 Maria Grazia Bacchini (1) Milena Vespignani (2) SEU, Roma, 2009 pp. 178, € 33,00 Questo volume, nato dalla volontà di riconsiderare le discipline che si occupano dell’Uomo partendo dal presupposto che esse possano essere viste attraverso uno sguardo critico-riflessivo che ne evidenzi l’intreccio interdisciplinare che fra di loro esiste, è dedicato alle diverse figure che operano nel campo della relazione di aiuto: operatori sanitari, insegnanti, tutori dell’ordine, consulenti, e tutti coloro, insomma, che nell’espletare il proprio ruolo lavorativo sono chiamati a mettere in campo quotidianamente non solo il sapere inerente la professione, ma anche l’essere caratterizzante la professionalità. E a questo titolo si rivolge anche a tutti gli studenti universitari che sono chiamati ad implementare la loro formazione con competenze professionali capaci di sostenere la persona e fornirle strumenti concettuali che le permettano di individuare quei criteri secondo i quali poter compiere scelte di valore. La scelta di approfondire il concetto di relazione d’aiuto, individuandone i caratteri e sostenendone uno sviluppo capace di attivare nuove metodologie di intervento sull’uomo – in quanto persona con una propria specificità, unicità, individualità – parte dalla constatazione che in tutti i contesti, sia educativi che professionali, si avverte in maniera sempre più incalzante la necessità di poter contare su professionisti capaci di dare vita ad interazioni caratterizzate dalla non-direttività, dalla comprensione, dall’autenticità, e – soprattutto – dalla capacità di calarsi nella situazione altrui. Nella società contemporanea – definita come società postindustriale, e pertanto distaccata dai tempi in cui la gerarchia dei saperi creava nette divisioni fra le cono- Pagina 5 Il significato delle discipline umanistiche nella relazione d’aiuto scenze culturali e quelle professionali – si è maturata la consapevolezza dell’importanza, all’interno di un’interazione di questo tipo, di riconoscere come strumenti operativi i diversi saperi frutto delle diverse discipline che hanno come oggetto di studio l’uomo, utilizzandoli a ruota libera, senza costrizioni né timori, secondo una interdisciplinarietà che permetta e faciliti la commistione delle conoscenze e delle competenze. La prima parte del libro è costituita da due sezioni: la prima, scritta da Maria-Grazia Bacchini, delinea i tratti principali della psicologia, riporta elementi di storia della psicologia, con particolare riferimento all’ultimo secolo, periodo in cui la fioritura delle scuole e degli indirizzi è stata ricca ed affascinante. La seconda sezione, scritta da Milena Vespignani, affronta in un breve excursus i passi fatti dalla pedagogia, nata come derivazione del pensare filosofico ed approdata nel corso dei secoli ad una propria identità ed autonomia. La seconda parte del libro, invece, pur essendo il prodotto di due distinti saperi, vuole rappresentare, in prima istanza, quanto già preannunciato, ovvero l’interdisciplinarietà che intercorre fra la totalità delle scienze che si occupano dell’uomo, e sulla scia di questa volontà le penne delle autrici si sono rincorse, raggiunte, intrecciate per far sì che l’obiettivo auspicato si realizzasse già a partire da queste pagine. Per meglio comprendere questa affermazione può risultare interessante proporre una metafora che, a sua volta, si lega alla Gestalt: il pensiero-chiave della psicologia della forma, si racchiude nella formula che recita “Il tutto è maggiore della somma delle parti” e può es- sere velocemente compreso se si pensa ai suoni prodotti dalle corde di un singolo violino, dalle note emesse da un solitario pianoforte o, ancora, dalle vibrazioni prodotte da una pizzicata d’arpa, in confronto all’armonia che pervade l’aria nel momento in cui tutti gli strumenti appartenenti all’orchestra vengono suonati contemporaneamente. O, ancora, può essere rappresentata da questa immagine: individui che formano una danza: c’è individualità e gruppalità. La danza è l’espressione di un risultato che va oltre l’individuo ma senza l’individuo non sarebbe possibile. Ecco, attraverso questa duplice immagine è certamente più comprensibile il pensiero che sottende all’impostazione di questo libro: non è possibile dividere ed interpretare l’esperienza umana nei suoi aspetti elementari, piuttosto si rivela utile considerare il comportamento della persona come frutto della sua storia e, quindi, come risultato di un’organizzazione complessa. L’interpretazione psicologica di un determinato fenomeno ha indubbiamente un suo altissimo valore – così come lo ha l’interpretazione pedagogica – ma l’attribuzione di significato che entrambe assumono se considerate come parte di un tutto, come incontro e dialogo fra saperi diversi che insieme si arricchiscono e completano, è di gran lunga superiore alla sommatoria funzionale delle loro parti. Il messaggio contenuto all’interno di questa seconda parte del libro si basa sulla possibilità di affrontare le diverse situazioni attraverso molteplici “punti di vista” – di cui nessuno è perfetto o sbagliato in assoluto – e vuole essere un richiamo per soffermarsi a riflettere sull’impor- Pagina 6 tanza che rivestono il linguaggio e la comunicazione all’interno di una qualsiasi relazione. Questa riflessione è stata affrontata anche dalle due autrici e, sulla scia delle loro considerazioni, viene proposta al lettore attraverso un doppio sguardo: quello psicologico – che focalizza la dimensione più intima dell’essere umano volgendo attenzione al suo mondo interno ed alle relazioni interiorizzate – e quello pedagogico – che si sofferma sulla dinamica educativa e sulla facilitazione della relazione per disegnare una prospettiva formativa consapevole dei significati racchiusi nell’ascolto e nel dialogo. Di fatto, è importante sottolineare che questi punti di vista non intendono prevaricarsi a vicenda né, tanto meno, l’uno vuole sopprimere le caratteristiche dell’altro, bensì debbono essere interpretati come complementari, parte, cioè, di un intreccio capace di palesarsi secondo un identikit che porta alla luce dei riflettori un profilo piuttosto che un altro, a seconda delle necessità che emergono di volta in volta. Per cui ogni operatore ha il suo compito professionale su cui si concentra ma con lo sguardo all’insieme; possiede una sua competenza tecnica che lo differenzia e lo definisce, ma tenere conto e avere in mente gli altri operatori, le loro risorse e i loro contributi ne incrementa il sapere, la cultura e il processo lavorativo. L’integrazione si costruisce attraverso un percorso che permette di conoscere nuovamente il problema mettendo insieme tutti i punti di vista, è la costruzione di un processo di conoscenza; non c’è un solo sapere che tiene in mano la complessità, ci sono tanti saperi che vanno tenuti insieme all’interno di un gruppo di lavoro; è il gruppo di lavoro interprofessionale che costituisce il contenitore della complessità, che può e deve far spazio alla dimensione non solo razionale ma anche emozionale che sostiene il pensare. Occorre uno spazio e un tempo per poter stare insieme e pensare, Pagina 7 uno spazio ed un tempo che vanno monitorati e curati perché non si può pensare di potersi prendere cura dell’esterno, non si può pensare di potersi occupare degli altri se prima non ci si prende cura dei propri luoghi del pensiero. La dimensione biopsicosociale che caratterizza l’attuale concetto di salute comporta come imprescindibile conseguenza il tema dell’integrazione come “orchestrazione” di una complessità di interventi necessari a promuovere la salute delle persone. L’integrazione prevede e richiede la costruzione e lo sviluppo di un pensiero complesso che può tuttavia provocare ansietà perché tocca il tema dell’identità personale, dell’identità professionale e dell’identità di servizio. L’identità, a sua volta, non è un dato, è essa pure una costruzione ed è un’idea di relazione, tra sé e sé, tra sé e gli altri, di movimento che ha un passato, un presente e un futuro con cui colloquiare; è essa pure un concetto complesso che esprime il permanere uguali a se stessi nel tempo pur nella trasformazione di se stessi nel corso della vita; all’identità sono associati il bisogno di definirla e la paura di perderla. Il confronto con gli altri può attivare il timore di disperdersi e di indebolire i propri confini, ma insieme è un bisogno e comporta un arricchimento personale, culturale e professionale; e la natura stessa dell’oggetto di lavoro delle scienze umane richiede e necessita dell’integrazione e dell’interprofessionalità perché è un ”oggetto complesso” che richiede e richiama complessità. Bisogna rinunciare a qualcosa di sé per rendere possibile l’integrazione, ma in qualsiasi comunicazione e relazione si cede qualcosa per averne altre e nel gruppo di lavoro i saperi non devono avere delle gerarchie, sono tutti fondamentali, e tutti danno degli apporti sostanziali. Inoltre esiste un’area trasversale che riguarda tutti e sempre i professionisti impegnati in una rela- zione di aiuto: è un profondo ed autentico interesse per l’uomo e per i problemi che lo possono affliggere ed è questo interesse che si coniuga con l’uso delle tecniche che devono quindi essere pensate come finalizzate all’essere umano, e non tanto e non solo finalizzate al sintomo né tanto meno finalizzate a se stesse, alla propria conferma o alla propria smentita. Le tecniche non bastano e questa è una certezza. Il valore della scienza e delle tecniche deve essere giudicato in relazione al servizio che rendono all’uomo perché prioritario è e resta il rispetto incondizionato della dignità dell’uomo e questo deve almeno regolare e prevenire il danno di una scienza e di una tecnica preoccupate più di se stesse che dell’uomo a cui devono servire. L’uomo è il punto di attenzione da cui si parte per progettare ed impostare percorsi professionali ed è il punto di arrivo che consente di misurare l’efficacia di quei percorsi; l’individuo è il primo e principale “oggetto” di un interesse che è umano prima che scientifico; e l’uomo allora va sempre ascoltato con rispetto e anche con quella umiltà scientifica che appartiene a chi si avvicina all’uomo come ad un mistero, certamente il più grande … 1 Maria-Grazia Bacchini - Psicologa, dirigente dell’Ausl di Ravenna Psicoterapeuta specializzata in psicoterapia dei disturbi psicosomatici Docente di Psicologia Generale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Ferrara 2 Milena Vespignani - Pedagogista, dipendente dell’Azienda USL di Ravenna Collabora come Progettista e Formatore con diverse Agenzie che si occupano di Formazione e di Orientamento Docente di Pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Ferrara Dalla Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI La Federazione dei Collegi Ipasvi, richiamandosi al proprio Codice di deontologia professionale manifesta, attraverso un Pronunciamento, la posizione degli infermieri italiani sul ‘fine vita’. Il Codice deontologico costituisce per gli infermieri punto di riferimento etico e valoriale, guida per lo svolgimento delle proprie funzioni e orientamento per i rapporti con gli altri operatori e con l’organizzazione. Attraverso l’adesione al proprio Codice deontologico gli infermieri esprimono la propria identità professionale e manifestano la loro responsabilità nei confronti degli assistiti. Evidente è la distanza che separa il Codice deontologico da alcune norme contenute nella proposta di legge sulle “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”. COMUNICATO STAMPA Roma 16 dicembre – “Una legge che, così come è formulata, appare in contrasto con la nostra deontologia professionale, non riconosce la centralità della persona e delle sue volontà e non tiene conto del coinvolgimento dell’intera équipe assistenziale”. Così Annalisa Silvestro, presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi, sintetizza la posizione degli infermieri italiani in merito alla legge sul testamento biologico e sul ‘fine vita’. Posizione espressa attraverso un Pronunciamento reso pubblico proprio mentre alla Camera entra nel vivo la discussione sul cosiddetto ddl Calabrò. Lo scorso 10 dicembre la Commissione Affari Sociali di Montecitorio ha infatti iniziato l'esame degli La deontologia professionale degli infermieri italiani e la legge sul “fine vita” emendamenti, adottando come testo base la proposta di legge 2350, approvata dal Senato a marzo. “Il Pronunciamento non nasce certo oggi – afferma Silvestro – è, infatti, il punto di arrivo di una riflessione avviata dal nostro gruppo professionale già nel 2008, quando abbiamo avviato il percorso di revisione del nostro Codice deontologico. La riflessione etica non poteva non toccare tematiche di particolare sensibilità e rilevanza quali la terminalità di vita, il rispetto delle volontà nell’assistito e il suo accompagnamento al ‘fine vita’. Da qui la decisione di rendere pubbliche le nostre valutazioni”. Nel loro Pronunciamento gli infermieri, professionisti che svolgono una insostituibile funzione nella fase terminale della vita delle persone, si richiamano alle norme espresse nel loro Codice deontologico per valutare l’articolato della proposta di legge 2350: “Durante l’evoluzione terminale della malattia e nel fine vita – si legge nel Pronunciamento – i rapporti tra l’assistito, le sue persone di riferimento, il medico, l’infermiere e l’équipe assistenziale non possono essere rigidamente definiti da una legge potenzialmente fonte di dilemmi etici, difficoltà relazionali e criticità professionali, ma devono essere vissuti e sviluppati secondo le norme dei Codici di deontologia professionale”. Norme deontologiche che contrastano con l’attuale formulazione della legge. “Nel testo approdato alla Camera – osserva Silvestro – non si rileva il valore della centralità della persona e del rispetto delle sue volontà che non possono che essere il perno del processo di cura e di assistenza: il testo attuale infatti, se prevede che l’assistito possa manifestare ed esprimere le proprie volontà, definisce anche che tali volontà non abbiano cogenza per il medico che, oltre a tutto, viene indicato come l’unico detentore di ogni decisione che riguarda l’assistito indipendentemente dal parere di altri professionisti inseriti con lui nell’équipe assistenziale”. L’articolo 3 del Codice deontologico degli infermieri recita “la responsabilità dell’infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo”. L’articolo 36 recita: “L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre dei limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di vita”. L’articolo 37 recita: “L’infermiere quando l’assistito non è in grado di manifestare la propria volontà, tiene conto di quanto da lui chiaramente espresso in precedenza e documentato”. “Il nostro Codice deontologico – commenta Silvestro – esprime un indirizzo chiaro e a cui ci sentiamo fortemente vincolati: se il testo della legge dovesse rimanere inalterato e se vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i nostri valori, si potrebbero determinare situazioni in cui gli infermieri sarebbero indotti ad appellarsi alla clausola di coscienza. Crediamo sia importante trovare altri percorsi. Noi vogliamo continuare ad assistere i nostri pazienti nella fase del ‘fine vita’, nel rispetto della loro dignità e volontà e attraverso atteggiamenti e gesti che vogliono e sanno accogliere, ascoltare, assistere, comunicare e lenire”. Pagina 8 PRONUNCIAMENTO della Federazione Nazionale dei Collegi Infermieri Gli infermieri da sempre e quotidianamente accompagnano l’assistito “nell’evoluzione terminale della malattia” e le persone a lui vicine “nel momento della perdita e della elaborazione del lutto” attraverso modalità relazionali, atteggiamenti e gesti che vogliono accogliere, ascoltare, assistere, comunicare, lenire. L’8 novembre 2009, il Consiglio nazionale della Federazione dei Collegi Infermieri, riunitosi in una seduta aperta anche ai rappresentanti delle Associazioni infermieristiche italiane, dopo avere analizzato il testo della proposta di legge sulle “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”, anche in ragione del patrimonio esperienziale costruito accompagnando i propri assistiti nell’evoluzione terminale della malattia e nel fine vita, fasi che sono per tutti, assistiti e professionisti, ad alta intensità relazionale, emozionale e spirituale coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di vita. art. 38 L’infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall’assistito. PER QUANTO ATTIENE L’INFORMAZIONE ALLA PERSONA, RECITA: art. 20 L’infermiere ascolta, informa, coinvolge l’assistito e valuta con lui i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza garantito e facilitarlo nell’esprimere le proprie scelte. art. 24 L’infermiere aiuta e sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo informazioni di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnosticoterapeutici e adeguando la comunicazione alla sua capacità di comprendere. art. 37 L’infermiere quando l’assistito non è in grado di manifestare la propria volontà, tiene conto di quanto da lui chiaramente espresso in precedenza e documentato. esprime il seguente PRONUNCIAMENTO Durante l’evoluzione terminale della malattia e nel fine vita i rapporti tra l’assistito, le sue persone di riferimento, il medico, l’infermiere e l’équipe assistenziale non possono essere rigidamente definiti da una legge potenzialmente fonte di dilemmi etici, difficoltà relazionali e criticità professionali, ma devono essere vissuti e sviluppati secondo le norme dei Codici di deontologia professionale. Il Codice di deontologia professionale degli Infermieri italiani. PER QUANTO ATTIENE LA RELAZIONE CON LA PERSONA, RECITA: art. 3 La responsabilità dell’infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo. art. 35 L’infermiere presta assistenza qualunque sia la condizione clinica e fino al termine della vita dell’assistito, riconoscendo l’importanza della palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale. art. 36 L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre dei limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e Pagina 9 PER QUANTO ATTIENE LA MODALITÀ DI ASSISTENZA ALLA PERSONA, RECITA: art. 14 L’infermiere riconosce che l’interazione tra professionisti e l’integrazione interprofessionale sono modalità fondamentali per far fronte ai bisogni dell’assistito. art. 27 L’infermiere garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo alla realizzazione di una rete di rapporti interprofessionali e di una efficace gestione degli strumenti informativi. art. 39 L’infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento dell’assistito, in particolare nella evoluzione terminale della malattia e nel momento della perdita e della elaborazione del lutto. I Presidenti dei Collegi provinciali IPASVI, riuniti in Consiglio nazionale e a nome degli oltre 377 mila infermieri italiani che rappresentano, in ottemperanza al proprio Codice di deontologia professionale, SI IMPEGNANO - a rispettare le scelte dell’assistito anche quando - non vi fosse la capacità di manifestarle, tenendo in conto quanto espresso in precedenza e documentato; a sostenere la palliazione e la lotta al dolore; a respingere l’accanimento terapeutico. AFFERMANO - che l’alleanza tra l’assistito e l’intera équipe assistenziale acquista ancor più peculiare valore nell’evoluzione terminale della malattia e nella fase del fine vita. RIBADISCONO - che l’integrazione multi professionale è la modalità fondamentale per un’empatica risposta ai bisogni dell’assistito. CHIEDONO - che, qualora non vi fossero modifiche al testo della proposta di legge sulle “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”, sia data agli infermieri la possibilità di potersi richiamare a quanto previsto nell’art. 8 del loro Codice di deontologia professionale che recita: “L’infermiere nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, si avvale della clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni necessarie per l’incolumità e la vita dell’assistito”. Annalisa Silvestro Presidente della Federazione Nazionale Collegi IPASVI Il Comitato Centrale della Federazione Nazionale Ipasvi e i Collegi Provinciali Ipasvi di: Agrigento, Alessandria, Ancona, Aosta, Arezzo, Ascoli Piceno, Asti, Avellino, Bari, Barletta-Andria-Trani, Belluno, Benevento, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso-Isernia, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Como, Cosenza, Cremona, Crotone, Cuneo, Enna, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì-Cesena, Frosinone, Genova, Gorizia, Grosseto, Imperia, L’Aquila, La Spezia, LatIna, Lecce, Lecco, Livorno, Lucca, Macerata, Mantova, Massa Carrara, Matera, Messina, Milano-Lodi, Modena, Napoli, Novara-Verbania, Nuoro, Oristano, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro-Urbino, Pescara, Piacenza, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Prato, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Siena, Siracusa, Sondrio, Taranto, Teramo, Terni, Torino, Trapani, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Vercelli, Verona, Vibo Valentia, Vicenza, Viterbo L’angolo delle emozioni STREGA Ho cercato il perdono l'ho cercato in chi voleva solo condannarmi.... da sempre veniamo considerate streghe come lei MEDEA .................diversa..........straniera..... lei accusata di aver ucciso i suoi figli perchè veniva da colchide perchè là le donne avevano il potere... le donne da sempre sono coloro che pagano le colpe altrui le donne che curano, che danno la vita, che danno il riposo le donne che aborriscono la violenza le donne che rispettano il corpo le donne che hanno fiducia perchè continuano a dare la vita a chi poi un giorno le tradirà. Medea non poteva aver ucciso i suoi figli la donna che cura ama la vita la donna che conosce il segreto della magia non poteva volere la morte... ma era diversa, lei veniva da una terra dove le donne rifiutavano la violenza... ma siamo diverse il mistero l'abbiamo nel corpo il mistero l'abbiamo nel nostro sapere... è tutto andato in pezzi l'ho permesso dimenticando chi ero e da dove venissi... ho confuso il presente con il passato e vi ho dato la mia vita nelle mani... mi avete umiliata...come lei... ma non vi permetterò .... di spegnere i miei pensieri.... non diventerò una schiava, e giorni ancora verranno ed io sarò presente con tutte le amiche che mi hanno preso per mano e mi hanno aiutato a sentire ....ancora....il profumo dei fiori.... Pagina 10 L’attività di Enpapi di Mario Schiavon L’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica ha raggiunto, proprio nel corso del 2009, il suo undicesimo anno di “vita”. Nel corso di questo periodo, così lungo ma, allo stesso tempo, così breve, l’Ente, ha, progressivamente, maturato una forte consapevolezza delle esigenze dei propri Assicurati, orientandosi, soprattutto di recente, verso un approccio “al servizio” che tenesse conto delle esigenze e dei bisogni degli Assicurati. Nel corso degli ultimi due anni di attività gli Organi, infatti, hanno concretizzato alcune decisioni, attuando gli obiettivi, le strategie, le azioni e gli interventi tendenti, tutti, a riaffermare il ruolo primario dell’Ente nell’esercizio della funzione di protezione sociale svolta in favore della categoria. Si è trattato, prioritariamente, di un processo riformatore che ha avuto il senso di introdurre elementi che favorissero il rapporto tra gli Iscritti e l’Ente, depurandolo, per quanto possibile, da appesantimenti di tipo burocratico. Per mezzo di tale processo: sono state introdotte nuove modalità di riscossione; è stata resa possibile una diversa modulazione delle aliquote per la determinazione del contributivo soggettivo; è stato previsto un diverso trattamento contributivo per i Professionisti Infermieri che, contestualmente, esercitano in forma subordinata; è entrato in vigore un nuovo regime sanzionatorio. Le nuove modalità di riscossione consentono agli Assicurati una maggiore dilazione dei versamenti della contribuzione dovuta, per mezzo del versamento del dovuto in complessive sei rate bimestrali, a partire dal mese di febbraio, di cui cinque di pari importo, pari alla somma della contribuzione minima annuale e di un parziale anticipo della contribuzione dovuta per l’anno successivo, con sesta rata a conguaglio e con la possibilità, lasciata agli Assicurati, di versare la contribuzione dovuta in unica soluzione. Questa nuova soluzione, peraltro, sottrae agli Assicurati l’adempi- Pagina 11 mento del calcolo della contribuzione dovuta a saldo per l’anno precedente. La modulazione delle aliquote per la determinazione del contributo soggettivo permette la commisurazione, previa opzione annuale, del contributo soggettivo a percentuali superiori a quella obbligatoria del 10% (dal 12%, con incrementi di due punti percentuali, fino al 20%), si pone l’obiettivo di contribuire al miglioramento delle prestazioni pensionistiche calcolate con il metodo contributivo, per mezzo di un incremento della base di calcolo, costituita dai montanti contributivi rivalutati. Con l’introduzione di un diverso trattamento contributivo, i professionisti che esercitano la libera professione contestualmente ad una forma subordinata possono essere esonerati dal versamento della contribuzione minima, soggettiva e integrativa, ove titolari di rapporto di lavoro dipendente a tempo parziale, con prestazione lavorativa fissata in misura superiore alla metà del tempo pieno. Un’ulteriore parte della riforma prevede l’incremento della tutela della maternità in favore delle Professioniste iscritte che esercitano, contestualmente, in forma subordinata ed autonoma. La riformulazione degli articoli del Regolamento di Previdenza che dispongono in materia di sanzioni per inadempimento agli obblighi di iscrizione, contribuzione e dichiarazione ha avuto il presupposto di realizzare, attraverso un sistema più equo, un principio di omogeneità con gli analoghi sistemi degli altri Enti istituiti ai sensi del decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103. Accanto al processo riformatore sopra descritto, due azioni molto importanti hanno connotato l’attività dell’Ente: quelle del recupero dei crediti contributivi e del trasferimento delle posizioni previdenziali dalla Gestione Separata INPS. L’azione di recupero dei crediti contributivi si pone l’obiettivo di riaffermare il principio secondo il quale i rapporti di iscrizione e contribuzione obbligatoria esistenti tra l’Ente ed i propri iscritti sono regolati da norme certe ed uguali per tutti, soprattutto in quanto riguardano un ambito così delicato, come quello della previdenza. Ciò si concretizza negli obiettivi del recupero della contribuzione dovuta e non versata, nonché delle iscrizioni obbligatorie, ai quali andrà affiancato, di seguito, l’annullamento delle posizioni dei Professionisti non in possesso dei requisiti di iscrizione obbligatoria. L’analisi delle singole posizioni contributive è realizzata su più livelli, per mezzo di un controllo incrociato del data base della popolazione Assicurata, attiva e silente, con i dati rinvenuti dalle dichiarazioni reddituali di tutti gli Iscritti agli Albi tenuti presso i Collegi Provinciali IPASVI, ottenuti da parte dell’Agenzia dell’Entrate. Si tratta di un’azione che non solo consentirà di recuperare la contribuzione non versata, ancorché dovuta ma, soprattutto, offrirà l’opportunità di ampliare e ottimizzare la platea degli Assicurati, recuperando iscrizioni obbligatorie ed annullando quelle posizioni che, erroneamente, risultano iscritte all’Ente. Nel corso del 2008 è iniziato il trasferimento delle somme relative alle posizioni previdenziali erroneamente iscritte alla Gestione Separata INPS per gli autonomi e per i parasubordinati. Le sedi provinciali INPS, in forza della convenzione stipulata con ENPAPI il 20 novembre 2007, hanno avviato, a partire dal mese di dicembre 2008, il materiale trasferimento dei flussi contributivi. La convenzione medesima prevede che per i soggetti iscritti alla Gestione separata dell’INPS come collaboratori coordinati e continuativi si trasferisce l’importo pari ad un terzo (1/3) del contributo versato dal committente (corrispondente alla quota a carico del collaboratore) maggiorato del due per cento (2%) del reddito imponibile (corrispondente al contributo integrativo). ENPAPI, peraltro, si sta adoperando, in tutte le sedi, tecniche e politiche, affinché tutta la contribuzione versata a tale gestione, anche quella a carico dei committenti, sia trasferita. Un’ulteriore componente delle azioni svolte è rivolta al miglioramento dell’adeguatezza delle prestazioni. Questo, come è noto, continua ad essere un forte elemento di criticità nella gestione degli Enti di “nuova generazione”, quale ENPAPI, sul quale si fonda gran parte dell’interlocuzione politica con i Ministeri Vigilanti, le Istituzioni, il mondo politico in genere. ENPAPI, anche in questo caso, ha voluto offrire un’opportunità ai propri Assicurati, consentendo loro di poter aderire ad un fondo di previdenza complementare, cioè il Fondo Sanità, costituito tra alcune Professioni sanitarie (medici chirurghi ed odontoiatri, medici dentisti, infermieri, farmacisti). L’obiettivo è di affiancare, alla tutela previdenziale obbligatoria, una rendita pensionistica ulteriore, di tipo complementare a quella obbligatoria. L’Ente, in questo senso, ha messo in campo, fin da subito, tutte le risorse necessarie ad estendere tale ulteriore forma di tutela anche ai Professionisti iscritti agli Albi tenuti presso Collegi Provinciali IPASVI, a prescindere dall’esercizio della professione in forma autonoma e, quindi, dall’iscrizione ad ENPAPI. Diretta conseguenza è stata l’adesione della Federazione Nazionale dei Collegi Provinciali IPASVI, intervenuta nel mese di dicembre 2007, che ha concretizzato tale possibilità. L’ottica con la quale ENPAPI ha operato si è posta l’obiettivo di favorire, verso la categoria infermieristica e, per estensione, verso tutti i Professionisti dell’area sanitaria, proprio quella consapevolezza necessaria a considerare la forma di tutela previdenziale come una forma di risparmio. Altre misure, che vadano verso questa direzione, sono, più che altro, proposte di soluzioni legislative che si pongono l’obiettivo di incrementare i “montanti contributivi”, che costituiscono la base di calcolo delle prestazioni: la possibilità, per gli Enti, di fissare la misura del contributo integrativo, con l’applicazione, al fatturato lordo, di un’aliquota non inferiore al 2% e la destinazione delle maggiori risorse o verso i montanti contributivi, proprio al fine di migliorare l’adeguatezza delle prestazioni, o verso nuove tipologie di prestazioni di assistenza in favore degli Assicurati; l’opportunità di utilizzare le eventuali somme accumulate a riserva per distribuirle ai montanti contributivi, con finalità esclusivamente previdenziali; l’introduzione di un principio che renda gli Enti in grado di intervenire sull’organizzazione del piano pensionistico dei propri Assicurati, conferendogli la possibilità di deliberare in merito a qualsiasi provvedimento, anche sotto forma di Regolamento, finalizzato, oltre che al miglioramento dell’adeguatezza delle prestazioni obbligatorie, soprattutto al rafforzamento della funzione assistenziale e solidaristica. È opportuno sottolineare come l’Ente, nell’ambito del proprio progetto politico, ponga particolare enfasi su questo particolare elemento del proprio ruolo. Gli ultimi provvedimenti approvati in tal senso prevedono, peraltro, interventi che, da un lato, si pongono come catalizzatori dello sviluppo dell’esercizio libero – professionale, dall’altro, sono destinati a categorie particolarmente disagiate, tendendo a colmare il vuoto che esiste tra l’attuale sistema pensionistico, nel quale ENPAPI deve, secondo la legge, operare e le reali esigenze di vita. È con questa ottica che l’Ente vuole proseguire, in futuro, la propria azione di carattere assistenziale cercando, anche in tale ambito, di individuare tutte le soluzioni possibili per soddisfare i bisogni degli Assicurati e, se del caso, anche di tutta la categoria. L’Ente, come è noto, svolge un’attività di investimento, strumentale a quella istituzionale, con l’obiettivo di assicurare la rivalutazione dovuta, per legge, sui montanti contributivi. Tale attività si è svolta, da sempre e continua a svolgersi nella duplice ottica di perseguire la redditività del patrimonio, da un lato, preservare il capitale investito, dall’altro. Ciò per mezzo dell’applicazione, in sede di definizione annuale dei criteri generali di investimento, di principi di diversificazione e frazionamento del rischio, che si concretizza in scelte di investimento caratterizzate da un basso rapporto rischio/rendimento. L’Ente, fin dallo scorso 2007, aveva attuato, all’avvio della crisi del mercato immobiliare statunitense, una politica di particolare prudenza, riconvertendo la quasi totalità del portafoglio allora esistente, in strumenti appartenenti al mercato monetario. Questa politica è proseguita anche nel corso del 2008, nel quale è stata ripresa l’attività di investimento, con un orientamento verso una scelta che, peraltro, ha tenuto a distanza il portafoglio dalla profonda crisi che, a livello globale, ha colpito tutti i mercati finanziari. Il Rendimento netto complessivo del portafoglio investito è stato, nel 2008, pari al 7,3% superiore al tasso di rivalutazione dei montanti contributivi che, per l’anno 2008, è stato pari al 3,5%. La rivalutazione obbligatoria dei montanti per l’anno 2008 è stata, quindi, interamente coperta dai rendimenti del portafoglio investito. Tale situazione, registrata per la prima volta dalla data di istituzione dell’Ente, ha consentito l’accantonamento al Fondo di riserva, previsto dall’articolo 39 del predetto Regolamento di Previdenza, di una somma superiore ad Euro 2,5 milioni. ENPAPI ha, inoltre, posto in essere una successiva serie di interventi, finalizzata, soprattutto, a mettere in pratica gli elementi che sono stati condivisi con le Istituzioni e con il mondo politico, al fine di permettere alla previdenza dei liberi professionisti di poter esercitare la propria funzione al meglio. Proprio per accompagnare questo processo di consolidamento, l’Ente ha attuato due importanti azioni: l’acquisizione di un immobile, da destinare a nuova sede dell’Ente, per la quale è stata avviata l’attività di ristrutturazione che, nell’arco di circa un anno, condurrà ENPAPI a trasferire la propria sede; l’acquisizione della maggioranza delle quote azionarie della società Sipre 103 S.p.A., operazione, questa, che ha il presupposto di trasformare la società in uno strumento di operatività al servizio di ENPAPI, con forti potenzialità di svolgere attività strumentali alla gestione dell’Ente, allo scopo di raggiungere un livello di sviluppo del sistema informativo ancora di più in linea con le esigenze dell’Ente. L’apporto di tutte le componenti, politiche e tecniche, così come amministrative e di controllo, insieme con il sostegno della categoria, ha favorito il conseguimento di risultati positivi così rilevanti e consentirà, in futuro, di raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi, che costituiranno il presupposto per svolgere al meglio la funzione che lo Stato ha posto in capo all’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica. Pagina 12 Abstract di tesi in Management infermieristico Università degli Studi di Genova Facoltà di Medicina e chirurgia Relatore dott.ssa Anna Maria Bagnasco Autrice della tesi C.P.S.I. Antonella Zunino L’Infermiere per la sua formazione ed esperienza professionale sviluppa la capacità di osservare e comprendere le infinite maniere di affrontare e vivere la malattia, la sofferenza, il dolore e la morte. Diviene così il professionista più esperto ad “allenare” il paziente nella malattia. Acquisisce nel tempo un bagaglio ineguagliabile di esperienza nell’arte di comunicare ed ascoltare in situazioni estreme. Riesce ad usare sé stesso, la propria postura, il tono della voce e talvolta anche il senso dell’umorismo nell’approccio con il paziente. Diviene quindi responsabilità dell’infermiere consentire alla persona ammalata di esprimere le emozioni correlate alla propria condizione. Questa evoluzione del rapporto infermiere – paziente viene espressa con il termine inglese “coaching”. L’abilità dell’infermiere esperto consiste proprio in questo: discernere di quanta e quale parte di educazione terapeutica necessiti l’utente, modulando il linguaggio comunicativo alle capacità culturali, sociali ed intellettuali del paziente. I pazienti che soffrono di una malattia ischemica coronarica o cerebrale, tale da rendere necessario il trattamento con TAO (terapia anticoagulante orale), sono individui che vivono in una condizione di fragilità. Diviene per loro una necessità ricorrere continuamente alle strutture sanitarie ed adottare misure preventive che limitino o ritardino il più possibile l’insorgenza di complicanze. Sempre più indispensabile diviene l’aspetto comunicativo ed educativo sia in ambito preventivo (educazione sanitaria) che nel campo della gestione delle cronicità (educazione terapeutica). L’atto educativo richiede quindi un approccio olistico alla persona e alla sua famiglia ed è in questo ambito che l’infermiere ha la maggior possibilità di incidere nei confronti della popolazione assistita. Pagina 13 La gestione efficace della comunicazione con l’utente in un centro TAO Presentazione di un progetto nell’ASL AL di Novi Ligure La salute si avvicina quindi al concetto di benessere come qualcosa di personalmente attingibile attraverso un vero e proprio “lavoro educativo”, aiutando le persone in condizione di malattia a ricorrere alle proprie risorse e a far leva sulle proprie potenzialità. L’infermiere e il paziente divengono i due attori che mettono in atto e sviluppano strategie mirate a ridefinire i confini del benessere fisico, mentale ed emozionale. Il glossario inglese ormai presente nel nostro ambito professionale definisce sinteticamente il processo educativo volto al potenziamento delle capacità personali di auto-cura con la parola “enpowerment”. L’utenza che afferisce in un centro TAO (terapia anticoagulante orale) è lo specchio di uno scenario demografico ed epidemiologico fortemente mutato negli ultimi trent’anni che ha visto incrementare la presenza di una popolazione anziana affetta da patologie croniche e la complessità delle procedure diagnostico terapeutiche ad esse correlate. Con assoluto spirito pragmatico e forse anche un po’ cinico, se valutato con occhi europei e soprattutto italiani, dove da sempre la cultura umanistica fa scuola e crea modelli, i servizi sanitari americani e, a voler essere completamente sinceri le compagnie assicurative, fanno i conti velocemente sui costi necessari per accudire una popolazione anziana e cronicamente ammalata. Da qui la necessità di creare un modello assistenziale che assicuri la centralità dell’utente, il soddisfacimento dei suoi bisogni e il controllo dei costi nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. “Dall’analisi del problema” si passa ad attuare un piano di interventi cuciti addosso alle esigenze sanitarie dell’utente. Senza troppi ridondanti intellettualismi La “Gestione del caso”, in inglese “Case Management” è proprio questa: coordinare gli interventi sanitari e assistenziali fornendo il miglior risultato possibile per l’utente e con il minor costo possibile a carico del sistema sanitario. Oggi il case management è la fotografia innovativa del presente delle varie attività sanitarie da cui attingere per costruire il futuro assistenziale in ogni branca della medicina specialistica. Questo per dare all’utente, come già espresso, una sanità migliore e a misura d’uomo. La parola “Case Management” non deve spaventare nessuno, non è un concetto astratto, non è appannaggio esclusivo di strutture sanitarie satellite dove si fa ricerca e si creano modelli assistenziali inapplicabili in “un ospedale di provincia” o nell’ambulatorio di periferia”. Nella sua essenza la “gestione del caso” si esprime in ciò in cui da sempre gli infermieri sanno eccellere: comunicazione, informazione efficace, semplici, ma non semplicistici insegnamenti per vivere meglio. Ogni volta che ognuno di noi professionisti infermieri insegna ad un paziente a farsi una piccola medicazione, fornisce un’indicazione corretta sul giusto orario e sull’ubicazione di un servizio ha iniziato a “gestire un caso”. Anche un castello si costruisce così mattone dopo mattone senza facili illusioni, ma con la certezza che scegliere di vivere in una reggia inizia con un atto di volontà. Prima ed insieme ad ogni attività che svolgiamo comunichiamo quindi; lasciamo traccia scritta dei nostri insegnamenti e dei nostri rapporti relazionali con gli utenti. Pazienti ed infermieri nel loro complesso possono considerarsi un gruppo che danno vita ad una rete relazionale complessa e […] “non è esagerato sostenere che la comunicazione fa il gruppo, ovvero che il gruppo si fonda soprattutto come territorio comunicazionale” […] ed è il mezzo con il quale si lavora insieme e che consente di trasmettere idee, informazioni, proposte ed espe- rienze. La comunicazione sarà tanto più efficace quanto più si mostrerà: finalizzata, pragmatica, trasparente e adeguata alla situazione. E’ necessario che l’utente comprenda bene i nostri messaggi verbali o scritti che siano, che questi siano applicabili nella sua vita, nella realtà sanitaria dove operiamo e adeguati alle sue condizioni emozionali e culturali. Essere versatili ed empatici nel comunicare è in buona fine questo: parlare al “cuore”, alla “pancia” delle persone ed insegnare cose anche piccole ma attuabili e in sintonia con il quotidiano dei nostri pazienti. La parola educare ha un’ origine etimologica “ex” e “ducere”, letteralmente tradotti con l’espressione “trarre fuori”. L'etimologia stessa della parola ci indica la strada da seguire. Trarre fuori quindi, far emergere dall’animo umano tutte le risorse attingibili per vivere con dignità e decoro sia fisico che mentale senza mai indurre all’automedicazione. Gli utenti di un centro TAO e gli infermieri che vi operano possono dunque, sulla base di quanto esposto, considerarsi un gruppo eterogeneo di persone che si “ fonda su un territorio comunicazionale” e condivide un problema di malattia cronica. Partendo da questa semplice, ma non banale constatazione, unita ai numeri statistici sui controlli effettuati annualmente dal centro TAO dell’A.S.L. AL di Novi ligure (Oltre 15000 controlli effettuati da Gennaio a fine Ottobre 2008), è così iniziata l’elaborazione di un opuscolo informativo che sia di facile lettura, stimoli la curiosità del lettore e faccia correre, espandere l’informazione su quanto è necessario conoscere quando si assume una terapia anticoagulante. Questo strumento informativo contiene tutte le indicazioni inerenti al personale che opera nel centro, gli orari delle prestazioni sanitarie relative alla TAO e cerca di rispondere in maniera semplice, ma attingendo dalla migliore evidenza scientifica alle domande più frequenti degli utenti. L’informazione scritta è di fatto uno degli strumenti storici dell’educazione alla salute ed inoltre l’elaborazione di informazioni scritte offre molteplici vantaggi quali: la riduzione delle possibilità di fraintendimento, il risparmio di tempo e la presenza di un docu- mento scritto a disposizione dell’utente che può essere consultato nei momenti di bisogno. La costruzione della componente educativa dell’opuscolo, là dove si risponde ai quesiti degli utenti, è iniziata, non essendo disponibile una fonte ospedaliera valutativa degli accessi impropri e delle esigenze informative dell’utenza del centro TAO di Novi Ligure, da una prima analisi percettiva seguita da un’indagine conoscitiva monitorata nell’arco di un periodo lavorativo. Sostanzialmente, in maniera fisica, sono stati numerati i rientri non programmati nel nostro centro e sono state riportate carta e penna alla mano le domande più frequenti dei nostri utenti. Si riporta qui di seguito il grafico descrittivo di tale indagine e i quesiti a cui si è risposto al fine di fornire uno strumento di educazione terapeutica. Le vostre domande più frequenti Sono appena stato dimesso dall’ospedale. Non sto prendendo il coumadin. Cosa devo fare? Vieni nella segreteria del nostro centro ti daremo tutte le informazioni per iniziare a prendere la terapia. Ogni quanti giorni dovrò fare il controllo? Di solito ogni quattro settimane. Se saranno necessari controlli più vicini riceverai tutte le istruzioni necessarie. Se non posso ritirare la scheda della terapia il giorno del controllo cosa devo fare? Puoi mandare un parente o una persona di fiducia a ritirare la tua scheda terapeutica. Puoi riceverlo al tuo domicilio tramite fax o mail. Se nessuna di queste cose ti è possibile telefonaci. A che ora devo prendere la pastiglia di coumadin? Scegli pure tu l’orario e mantieni ogni giorno lo stesso. Possibilmente lontano dai pasti. Se ti capita di dimenticare di prendere la terapia o di non essere certo di averla assunta ricorda: non rischiare. Per quel giorno lascia stare il coumadin. A volte capita soffiandomi il naso di trovare del sangue nel fazzoletto oppure di vedere in alcune parti del corpo degli ematomi. Cosa devo fare? La cosa migliore è venire da noi appena ti è possibile ti faremo subito il pre- lievo del sangue. Devo essere operato o togliere un dente cosa devo fare? Comunicaci dieci giorni prima la data esatta dell’intervento. Riceverai tutte le istruzioni per sospendere il coumadin e assumere una medicina sostitutiva. Se devo prendere altre medicine oltre al coumadin, cosa devo fare? Ricorda questa semplice regola: prendi solo farmaci prescritti dai medici che ti seguono (cardiologo,medico di famiglia ecc.). Entro cinque giorni dall’assunzione del nuovo farmaco vieni da noi a fare il prelievo del sangue. Se mi viene mal di testa cosa posso prendere? Esistono tre farmaci analgesici che puoi utilizzare da solo a casa: Paracetamolo, Ibuprofene, Naprossene. Però ricorda: non prolungare l’uso oltre una settimana senza rivolgerti al nostro centro. Posso mangiare tutto? Segui un alimentazione varia e con pochi grassi (burro, salumi, dolci ecc.). Ricorda però una cosa: ci sono alcune verdure che contengono una vitamina che può diminuire l’effetto della medicina che stai prendendo. Questa vitamina si chiama: “Vitamina K”. Ti diamo un elenco di alimenti che contengono alte concentrazioni di questa vitamina. Questi alimenti se ti piacciono puoi continuare a consumarli facendone però un uso moderato. Patricia Benner. L’eccellenza nella pratica clinica dell’infermiere. Edizioni McGraw – Hill. Milano Luglio 2003 Quaglino G.P. Casagrande S. Castellano A. Gruppo di lavoro, lavoro di gruppo Raffaello Cortina Editore Tutti i contenuti scientifici all’interno del Questioning sono stati redatti dopo consultazione. Guida alla terapia con anticoagulanti orali. F.C.S.A. Federazione centri per la diagnosi della trombosi e la sorveglianza delle terapie antitrombotiche. Anno 2008. – MedlinePlus. Drug and food information. Coumadin and vitamin K. Clinical Center Behesada, Maryland. March 2008 Pagina 14 Comunicazioni importanti dal Collegio IPASVI Cancellazione morosi e azione di recupero crediti Azione di recupero dei contributi ordinari non versati da parte degli iscritti e cancellazione dall’albo. Il direttivo del Collegio in ottemperanza alle normative ha intrapreso un’azione di recupero cancellazione dei morosi e di recupero credito. Circa 40 infermieri sono stati cancellati dall’albo a seguito del mancato pagamento delle quote di iscrizione dovute. Nei prossimi mesi verranno intraprese tutte le azioni legali a tutela dei Bollino anno 2010 da ritagliare e incollare sul tesserino identificativo Pagina 15 Collegio IPASVI 2010 AL paganti e verrà incaricata una società di recupero crediti rispetto al pagamento delle quote dovute e non pagate. La cancellazione dall’albo comporta per gli interessati la perdita di uno dei requisiti necessari per esercitare la professione (sia come dipendente che libero professionista) e viene quindi a connotarsi la condizione di abuso di professione (reato perseguibile penalmente). L’infermiere cancellato dall’albo, per reiscriversi deve provvedere al versamento delle quote non pagate e provvedere al versamento della quota dell’anno in corso oltre alla quota governativa dovuta per la reiscrizione. Si invitano pertanto i colleghi (che non hanno ancora provveduto) a voler regolarizzare la propria posizione onde evitare di mettere in condizioni il Consiglio Direttivo ad intraprendere “sgradite iniziative” ed incorrere nelle citate sanzioni. Bollino anno 2010 Posta Elettronica Certificata (PEC) La Posta Elettronica Certificata, è un sistema di comunicazione simile alla posta elettronica standard con in più alcune caratteristiche di sicurezza e di certificazione della trasmissione che rendono i messaggi opponibili a terzi. Queste caratteristiche sono state definite nel Decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 2005 n. 68, e nei collegati documenti tecnici. Si comunica a tutti gli iscritti che è pervenuta, da parte della Federazione Nazionale Collegi IPASVI, la circolare inerente gli adempimenti in materia di Posta Elettronica Certificata (PEC) a carico di tutti i professionisti iscritti agli albi professionali. A questo proposito si coglie l'occasione per ricordare a tutti gli iscritti che la Legge numero 2 del 28 gennaio del 2009 "Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 29 novembre 2008, n. 185, recante misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale", all'art. 16 comma 7 stabilisce che: "I professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi ordini o collegi il pro- prio indirizzo di posta elettronica certificata o analogo indirizzo di posta elettronica di cui al comma 6 entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Gli ordini e i collegi pubblicano in un elenco riservato, consultabile in via telematica esclusivamente dalle pubbliche amministrazioni, i dati identificativi degli iscritti con il relativo indirizzo di posta elettronica certificata." All'atto pratico, la PEC non è altro che un sistema di posta elettronica con valenza legale, dotato di caratteristiche di sicurezza e di certificazione della trasmissione dei dati e il servizio è stato concepito con l'idea di attribuire al contenuto di una e-mail lo stesso valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno di tipo tradizionale. A far data dal 29 novembre 2009, quindi, stando alla normativa vigente, anche tutti gli infermieri dovranno provvedere ad aprire un account di PEC e comunicarlo tempestivamente al Collegio IPASVI di appartenenza. Viste le numerose of ferte presenti sul mercato, la Federazione ha provveduto a stipulare una convenzione con un provider, in modo tale da garantire le tariffe migliori ai propri iscritti. Il costo stimato si aggira da 8 a 22 euro annui per ogni casella di posta elettronica certificata (in funzione del numero dei richiedenti). Come già avvenuto per la stipula della polizza assicurativa, tutti gli iscritti che intendessero attivare la casella di PEC avvalendosi di tali condizioni, sono pregati di inviare una e-mail all’indirizzo [email protected]. Si comunica inoltre che il Direttivo sta valutando la possibilità di contribuire ad una parte delle spese sostenute dall’iscritto per l’attivazione della PEC. Per i liberi professionisti: l'ENPAPI fornirà gratis ai propri iscritti la PEC, seguirà comunicazione scritta. Per coloro che invece volessero provvedere in completa autonomia all'acquisto di un account, possono fare riferimento al CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione) in cui figura la lista di tutti i providers abilitati alla fornitura di tale ser vizio. www.cnipa.gov.it/site/itIT/Attività/Posta_Elettronica_ Certificata_(PEC)/Elenco_ pubblico_dei_gestori/ Pagina 16 Programmazione attività formative 2010 ARGOMENTI: N. 1 N. 2 N. 3 N. 4 N. 5 N. 6 N. 7 N. 8 N. 9 N. 10 N. 11 N. 12 N. 13 N. 14 N. 15 N. 16 N. 17 N. 18 N. 19 N. 20 La deontologia professionale degli infermieri italiani e la legge sul "fine vita" Luce sulle lanterne. La professione infermieristica nella Provincia di Alessandria- Ricerca La gestione del rischio clinico Responsabilità etico deontologiche nel gestire, monitorare e analizzare le cause degli eventi avversi Etica e ricerca infermieristica Profilo professionale, Deontologia e Sistemi Qualità in sanità Governare l’Assistenza tra Responsabilità, Etica e Deontologia Corso di Formazione Coordinatori “Strumenti e Metodologie del Nursing Moderno” Gli infermieri oggi: i nuovi leader della salute L’apprendimento attraverso la metodologia del problem based learning (pbl) nei percorsi formativi per le professioni sanitarie Scoprire il bambino in noi e il suo respiro di vita alla scoperta della personalità creativa e vitale Il Servizio Infermieristico Management delle ulcere cutanee Quali strumenti e metodi operativi per gestire il miglioramento L’attività assistenziale nelle strutture assistenziali Sviluppo e progettazione del PAI Metodologia dell’Indice di Complessità Assistenziale (I.C.A.): un sistema integrato per misurare l’assistenza La costruzione delle Job Description e il modello delle competenze L’organizzazione dell’ospedale per intensità di cura I trapianti, l’infermiere e il codice deontologico Comunicaci il corso di tuo interesse, sarai avvisato appena il corso verrà messo in programmazione: La/Il sottoscritta/o _______________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________________ Manifesta il proprio interesse per il corso: ____________________________________________________________ Email: _________________________________________________________________________________________ Se vuoi suggerirci qualche argomento il Collegio è al tuo servizio: argomento proposto/interesse: ____________________________________________________________________ Inviare al collegio IPASVI di Alessandria via email/posta/fax Pagina 17 Seminario dei Collegi Ostetriche e Infermieri Provincia di Alessandria In collaborazione con l’Associazione PASSI DI VITA CORSO PER IL PERSONALE MEDICO, OSTETRICO, INFERMIERISTICO E PEDIATRICO ALLA SCOPERTA DELLA PERSONALITA’ CREATIVA E VITALE MERCOLEDI 10 FEBBRAIO Dalle ore 9,00 alle 18,30 c/o COLLEGIO IPASVI Via Buonarroti 16 Alessandria Il bambino interiore è in ciascuno di noi. E’ il nostro “vero io”, autentico e spontaneo, la nostra personalità creativa e vitale. Al momento della nascita facciamo il nostro primo respiro e iniziamo a formare una identità separata dalla madre. Respiriamo e ci nutriamo di quanto ci circonda: aria/ossigeno, cibo, relazioni, pensieri... Il nostro bambino interiore inizia a essere soffocato, rinnegato a causa di condizionamenti esterni e, spesso, non gli viene data la possibilità di esprimersi liberamente e pienamente. Questo bambino può, senza che ce ne rendiamo conto, condizionarci nei comportamenti e nelle relazioni affettive importanti della vita adulta. Attraverso strumenti differenti, prenderemo coscienza di alcuni nostri atteggiamenti, spesso retaggio del fanciullo che siamo stati, e di problematiche ancora irrisolte che condizionano la nostra vita. Il respiro consapevole ci accompagnerà in questa esperienza. In particolare utilizzeremo la tecnica Transformational Breath che abbina l’uso del respiro consapevole a quella della pratica del pensiero positivo-creativo. 10 CREDITI LE ISCRIZIONI SARANNO ACCETTATE FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI Condotto da Marzia Righetti e Marco Lotti - Facilitatore di Transformational Breath www.passidivita.it INFO E ISCRIZIONI Marzia 3471258172 [email protected] MARCO 3338318790 Pagina 18 IPASVI COLLEGIO DI ALESSANDRIA Seminario su: Luce sulle lanterne Percorsi di ricerca degli infermieri sugli infermieri La Professione Infermieristica nella Provincia di Alessandria 1° ANNUNCIO Alessandria 5 marzo (orario 8,00 - 18,30) Obiettivo Lo studio vuole descrivere il profilo d’identità dell’infermiere iscritto al Collegio IPASVI della Provincia di Alessandria analizzandone la dimensione individuale, relazionale, sociale e professionale. PROGRAMMA: Presentazione della ricerca Relatore: Alessandro Cataldo I dati e il campione Metodologia protocollo di ricerca Flow chart della ricerca Risultati normalizzati alle domande L’analisi bibliografica La collocazione lavorativa La formazione di base e continua Il benessere fisico. Il benessere psichico La vita familiare Il benessere sociale Il benessere lavorativo e le tecnologie Le relazioni professionali Le relazioni con l’utenza L’opinione degli infermiere su se stessi e il mondo del lavoro Relatori: Salvatore Bellinceri - Alessandro Cataldo - Claudio De Pieri - Marcello Del Papa - Michela Casella crediti richiesti Discussione Moderatore: Alessandro Cataldo Proposte e sviluppi futuri Salvatore Bellinceri Interverrà Annalisa Silvestro Presidente Federazione IPASVI Roma Per conoscere il programma dei corsi visitate il nostro sito web http://www.ipasvialessandria.it Pagina 19 Seminario dei Collegi Ostetriche e Infermieri Provincia di Alessandria In collaborazione con l’Associazione PASSI DI VITA CORSO PER IL PERSONALE MEDICO, OSTETRICO, INFERMIERISTICO E PEDIATRICO ALLA SCOPERTA DELLA PERSONALITA’ CREATIVA E VITALE SABATO 17 APRILE Dalle ore 9,00 alle 18,30 c/o COLLEGIO IPASVI Via Buonarroti 16 Alessandria Il bambino interiore è in ciascuno di noi. E’ il nostro “vero io”, autentico e spontaneo, la nostra personalità creativa e vitale. Al momento della nascita facciamo il nostro primo respiro e iniziamo a formare una identità separata dalla madre. Respiriamo e ci nutriamo di quanto ci circonda: aria/ossigeno, cibo, relazioni, pensieri... Il nostro bambino interiore inizia a essere soffocato, rinnegato a causa di condizionamenti esterni e, spesso, non gli viene data la possibilità di esprimersi liberamente e pienamente. Questo bambino può, senza che ce ne rendiamo conto, condizionarci nei comportamenti e nelle relazioni affettive importanti della vita adulta. Attraverso strumenti differenti, prenderemo coscienza di alcuni nostri atteggiamenti, spesso retaggio del fanciullo che siamo stati, e di problematiche ancora irrisolte che condizionano la nostra vita. Il respiro consapevole ci accompagnerà in questa esperienza. In particolare utilizzeremo la tecnica Transformational Breath che abbina l’uso del respiro consapevole a quella della pratica del pensiero positivo-creativo. 10 CREDITI LE ISCRIZIONI SARANNO ACCETTATE FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI Condotto da Marzia Righetti e Marco Lotti - Facilitatore di Transformational Breath www.passidivita.it INFO E ISCRIZIONI Marzia 3471258172 [email protected] MARCO 3338318790 Pagina 20 Associazione Italiana Donatori Organi Gruppo Comunale Sergio Piccinin Acqui Terme COLLEGIO DI ALESSANDRIA Infermieri Professionali Assistenti Sanitari Vigilatrici d’Infanzia Corso di formazione su: Trapianti e donazione d’organi: una sfida culturale 1° Annuncio Sede del corso: Acqui Terme Obiettivi I Codici Deontologici degli operatori sanitari prevedono una specifica funzione di “promozione della cultura della donazione di organi, tessuti e cellule e fornire l’idonea informazione ai cittadini.” Questo compito di natura culturale non è appannaggio esclusivo di un singolo operatore ma compete, con pari dignità, a tutti gli operatori sanitari.L’incontro, aperto a tutte le professioni sociosanitarie, intende fornire, con un linguaggio chiaro, semplice, basato sui dati di fatto, gli strumenti fondamentali per assolvere efficacemente questo compito di promozione efficace della cultura della donazione. DESTINATARI Operatori socio-sanitari PROGRAMMA: prospettive per la medicina dei trapianti Struttura e funzionamento della rete trapiantologica: il centro regionale trapianti Protocolli e linee guida La psicologia dei trapianti I trapianti: - rene - fegato / pancreas - cuore - polmoni Presentazione di casi La cultura della donazione crediti richiesti Pagina 21 IPASVI COLLEGIO DI ALESSANDRIA Assemblea Iscritti 12 febbraio ore 14,00 - 16,00 e Corso di formazione su: La persona alla fine della vita ore 8,00 Sede del Corso: Collegio IPASVI - Via Buonarroti, 16 Alessandria 12 febbraio (orario 8,00 - 18,30) PRONUNCIAMENTO Federazione Nazionale dei Collegi Infermieri Gli infermieri da sempre e quotidianamente accompagnano l’assistito “nell’evoluzione terminale della malattia” e le persone a lui vicine “nel momento della perdita e della elaborazione del lutto” attraverso modalità relazionali, atteggiamenti e gesti che vogliono accogliere, ascoltare, assistere, comunicare, lenire. L’8 novembre 2009, il Consiglio nazionale della Federazione dei Collegi Infermieri, riunitosi in una seduta aperta anche ai rappresentanti delle Associazioni infermieristiche italiane, dopo avere analizzato il testo della proposta di legge sulle “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”, anche in ragione del patrimonio esperienziale costruito accompagnando i propri assistiti nell’evoluzione terminale della malattia e nel fine vita, fasi che sono per tutti, assistiti e professionisti, ad alta intensità relazionale, emozionale e spirituale Contenuti • Presentazione del corso Dr. Salvatore Bellinceri • Pronunciamento della Federazione IPASVI Dr.ssa Carla Repetto • La vita e il fine vita: tra bioetica e filosofia Prof. Maurizio Mori • I professionisti che lavorano nelle rianimazioni: alcune riflessioni Dott. Giacomo Orlando • Le professioni d'aiuto: tra doveri, deontologia e bioetica. Dr. Francesco Casile • Casi studio: riflessioni in piccoli gruppi Moderatore: Dr. Alessandro Cataldo 5 crediti Corso riservato solo agli iscritti al Collegio IPASVI di Alessandria Le iscrizioni si riceveranno fino alla copertura del numero massimo di posti disponibili. Non è prevista quota di partecipazione Pagina 22 Pagina 23 COLLEGIO IPASVI Provincia di Alessandria Via Buonarroti, 16 - 15100 – ALESSANDRIA Cod. Fisc. 80006900064 - e-mail [email protected] CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ANNUALE ORDINARIA DEGLI ISCRITTI AL COLLEGIO IPASVI In ottemperanza al DPR n. 221 del 5.4.1950 avrà luogo in prima convocazione l’11/02/2010 alle ore 23.30 presso la sede del Collegio. Per disposizione legislativa, l’Assemblea in prima convocazione è valida solo se registra almeno un quarto degli iscritti. Se non si raggiungerà tale percentuale, verrà tenuta in seconda convocazione il giorno: VENERDI’ 12/02/2010 ore 14 presso la sede del collegio. Ordine del Giorno: 1. Lettura ed approvazione verbali precedenti; 2. Relazione programmatica del Presidente; 3. Presentazione ed approvazione conto consuntivo 2009; 4. Presentazione ed approvazione bilancio preventivo 2010. Il Collegio IPASVI realizza nella stessa giornata, con inizio alle ore 8, un Evento Formativo (5 crediti ECM per i primi 40 iscritti) per i propri iscritti dal titolo: La persona alla fine della vita. Contenuti: Pronunciamento della Federazione IPASVI Dr.ssa Carla Repetto; La vita e il fine vita: tra bioetica e filosofia Prof. Maurizio Mori; I professionisti che lavorano nelle rianimazioni: alcune riflessioni Dott. Giacomo Orlando; Le professioni d’aiuto: tra doveri, deontologia e bioetica. Dr. Francesco Casile. Casi studio: riflessioni in piccoli gruppi Moderatore: Dr. Alessandro Cataldo Ulteriori informazioni e la scheda di adesione li potete visionare e scaricare sul sito www.ipasvialessandria.it. Il Presidente Collegio IPASVI Dr. Salvatore Bellinceri Chi non potesse partecipare all’Assemblea può delegare un Collega servendosi del modulo qui in calce. Nessun iscritto può essere investito di più di due deleghe (art. 24, comma 3, del Regolamento). DELEGA Io sottoscritto ____________________________________________________________________ Delego l’iscritto/a _________________________________________________________________ A rappresentarmi nell’Assemblea Ordinaria 2010. In fede Lì, ___________________ Firma ____________________________ Pagina 24