Aless@ndria
I.P.A.S.V.I.
Periodico d’informazione
della professione infermieristica
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Numero 1-2 - Anno VII - Gennaio 2010
Aut. Trib. n. 561 del 19/3/2004 Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL
Aless@ndria I.P.A.S.V.I.
Periodico d’informazione della professione infermieristica
Autorizzazione del Tribunale n. 561 del 19/3/2004 • Numero 1-2 - Anno VII - GENNAIO 2010
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2, DCB/AL
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Redazione
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CHIUSO IN TIPOGRAFIA IL 19 GENNAIO 2010
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La redazione di Aless@ndriaIPASVi ricorda a tutti i colleghi infermieri, vigilatrici di infanzia e assistenti sanitari, che è possibile offrire il
proprio contributo alla redazione del periodico Aless@ndriaIPASVI;
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diverse figure come: il presidente, l’avvocato, il commercialista, infermieri esperti in particolari tematiche, i membri del consiglio per quanto
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All’interno della rivista potranno essere inseriti , a seconda della disponibilità, brevi racconti, aneddoti, poesie, vignette inerenti la professione.
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Gli articoli saranno visionati e valutati dal direttore responsabile e dal
gruppo di redazione, sottoposti al presidente del collegio e, dopo essere stati validati saranno pubblicati sul primo numero disponibile.
SOMMARIO
LUCE SULLE LANTERNE - PERCORSI DI RICERCA
DEGLI INFERMIERI SUGLI INFERMIERI
3
IL SIGNIFICATO DELLE DISCIPLINE UMANISTICHE
5
NELLA RELAZIONE D’AIUTO
LA DEONTOLOGIA PROFESSIONALE DEGLI
8
INFERMIERI ITALIANI E LA LEGGE SUL “FINE VITA”
“LA PERSONA NEL FINE VITA”
9
L’ANGOLO DELLE EMOZIONI
10
L’ATTIVITA’ DI ENPAPI
11
LA GESTIONE EFFICACE DELLA COMUNICAZIONE
13
CON L’UTENTE IN UN CENTRO TAO
CANCELLAZIONE MOROSI E
15
AZIONE DI RECUPERO CREDITI
POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA (PEC)
16
PROGRAMMAZIONE ATTIVITA’ FORMATIVE 2010 17
SCOPRIRE IL BAMBINO IN NOI E
18
IL SUO RESPIRO DI VITA (MERCOLEDI 10 FEBBRAIO)
SEMINARIO SU: LUCE SULLE LANTERNE
19
SCOPRIRE IL BAMBINO IN NOI E
20
IL SUO RESPIRO DI VITA (SABATO 17 APRILE)
CORSO DI FORMAZIONE SU: TRAPIANTI E DONAZIONE
21
D’ORGANI: UNA SFIDA CULTURALE
CORSO DI FORMAZIONE SU:
22
LA PERSONA ALLA FINE DELLA VITA
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ANNUALE
ORDINARIA DEGLI ISCRITTI AL COLLEGIO IPASVI 24
Aless@ndriaIPASVI è il NOSTRO periodico, il periodico di informazione
degli iscritti al collegio della provincia di Alessandria, ci aspettiamo
quindi un grosso contributo da tutti Voi che quotidianamente vivete
esperienze di lavoro interessantissime, scrivetele ed inviatele alla redazione, saranno pubblicate sui prossimi numeri; condividere esperienze è un grosso arricchimento professionale per tutti noi!!!
Il comitato di redazione
Sede del Collegio IPASVI,
Via Buonarroti, 12 - ALESSANDRIA
Tel. 0131 218113 - Fax 0131 240208
E-mail: [email protected] - Sito: www.ipasvialessandria.it
Pagina 2
Rapporto della ricerca
sulla professione infermieristica
nella Provincia di Alessandria
Luce sulle lanterne
Percorsi di ricerca degli infermieri sugli infermieri
A cura di: Bellinceri Salvatore - Cataldo
Alessandro – Casella Michela - De Pieri
Claudio – Del Papa Marcello
Obiettivo
Lo studio vuole descrivere il profilo
d’identità dell’infermiere iscritto al
Collegio IPASVI della Provincia di
Alessandria analizzandone la dimensione individuale, relazionale,
sociale e professionale.
Aree indagate
Aspetti demografici generali
La collocazione lavorativa
Dati sul rapporto con la formazione
di base e continua
Benessere fisico:
ritmi circadiani
attività sportiva/esercizio fisico
limitazioni fisiche
problemi di salute
esaurimento fisico
Benessere psichico:
felicità e speranza
futuro e progettualità
esaurimento psichico
mobbing
Benessere familiare:
amore coniugale
amore filiale
sensi di colpa
Benessere sociale:
rapporti amicali
partecipazione socio-politica
benessere lavorativo
adeguatezza psichica (coping)
adeguatezza culturale
riconoscimento economico
mastering e status
appartenenza al gruppo
Soddisfazione lavorativa globale
Relazione con l’utenza
Pagina 3
Il rapporto vuole essere un contributo agli infermieri che operano nella
provincia di Alessandria, al mondo
della salute e in particolare alla cittadinanza affinché possa conoscerci
meglio.
Lo scopo che ci si è prefissati nel
promuovere l'indagine era di produrre una sorta di “libro bianco” che
aiutasse e capire quali aspetti caratterizzano e quali sono gli elementi significativi da considerare
per orientarne la formazione, l’aggiornamento, l’organizzazione, la
programmazione del fabbisogno,
le condizioni lavorative di una figura
professionale ritenuta scarsa e preziosa per il Servizio Sanitario e fosse
utile a far conoscere appieno il ruolo, le potenzialità, le competenze e
l'umanità di questo professionista.
Il lavoro ha voluto dare un ulteriore
impulso ai nostri iscritti, alla loro voglia di crescere costantemente, per
essere professionisti a 360 gradi e
promuoverne l’immagine ma soprattutto la ricerca, inoltre, nasce
dall'esigenza, emersa all'interno del
Collegio IPASVI della Provincia di
Alessandria, di conoscere i propri
iscritti, raccogliendo informazioni
sulle loro caratteristiche individuali e
sul rapporto che essi hanno con il
lavoro e con la vita sociale.
Tra gli ulteriori scopi vi era anche
quello di analizzare e di comparare i
risultati prodotti con quelli di altre ricerche condotte dalla Federazione
Nazionale Collegi IPASVI o da altri
soggetti.
L’indagine ha preso il via da un
evento formativo ECM sulla “Metodologia della Ricerca”, il cui scopo
era quello di formare un gruppo di
Referenti esperti di ricerca infermieristica. Lo sviluppo del progetto ha
permesso ai partecipanti di poter
sperimentare dal vivo la progettazione e conduzione di una indagine.
Lo sforzo organizzativo è stato rilevante.
La ricerca ha visto coinvolti, un gruppo di ricercatori, l’Azienda Ospedaliera, l’Azienda Sanitaria della provincia di Alessandria, il Collegio IPASVI, i referenti della ricerca, alcuni
esperti dell’Università degli studi di
Genova, infine, ma non per minor
importanza, oltre trecento colleghi
estratti come campione che hanno
accettato di rispondere all’intervista
semi-strutturata.
I risultati dello studio, forniscono uno
spaccato vivido delle caratteristiche
pregnanti dell’infermiere del territorio alessandrino.
La presentazione, restituisce principalmente un'analisi descrittiva dell'ingente volume di dati rilevati. Si
consideri solo che ciascun soggetto
ha risposto a circa 350 domande.
Sono state anche condotte ulteriori
analisi ricercando le relazioni sottostanti tra le diverse variabili e ricavandone così profili e tipologie diversificati di una popolazione di infermieri, ricca di espressioni e diversificata.
L’esperienza evidenzia che è possibile far si che lo strumento formativo possa diventare un’occasione importante per promuovere
la cultura della ricerca e che, nonostante le risorse limitate, attraverso la “molla” della motivazione
e dell’entusiasmo si può fare buo-
na ricerca.
Esprimo l'auspicio che la pubblicazione di questi risultati, oltre a rappresentare un contributo alla conoscenza degli aspetti meno noti di
questa professione rappresenti anche un forte stimolo a proseguire nel
campo della ricerca e dello sviluppo
della disciplina infermieristica.
Nei prossimi mesi verrà data am-
pia diffusione, discussione e verrà
presentato il volume a tutti i colleghi e le istituzioni.
Salvatore Bellinceri
Presidente Collegio IPASVI
Pagina 4
Maria Grazia Bacchini (1)
Milena Vespignani (2)
SEU, Roma, 2009
pp. 178, € 33,00
Questo volume, nato dalla volontà
di riconsiderare le discipline che si
occupano dell’Uomo partendo dal
presupposto che esse possano essere viste attraverso uno sguardo
critico-riflessivo che ne evidenzi
l’intreccio interdisciplinare che fra
di loro esiste, è dedicato alle diverse figure che operano nel campo
della relazione di aiuto: operatori
sanitari, insegnanti, tutori dell’ordine, consulenti, e tutti coloro, insomma, che nell’espletare il proprio
ruolo lavorativo sono chiamati a
mettere in campo quotidianamente non solo il sapere inerente la
professione, ma anche l’essere caratterizzante la professionalità.
E a questo titolo si rivolge anche a
tutti gli studenti universitari che sono chiamati ad implementare la loro formazione con competenze
professionali capaci di sostenere la
persona e fornirle strumenti concettuali che le permettano di individuare quei criteri secondo i quali
poter compiere scelte di valore.
La scelta di approfondire il concetto
di relazione d’aiuto, individuandone i caratteri e sostenendone uno
sviluppo capace di attivare nuove
metodologie di intervento sull’uomo – in quanto persona con una
propria specificità, unicità, individualità – parte dalla constatazione
che in tutti i contesti, sia educativi
che professionali, si avverte in maniera sempre più incalzante la necessità di poter contare su professionisti capaci di dare vita ad interazioni caratterizzate dalla non-direttività, dalla comprensione, dall’autenticità, e – soprattutto – dalla
capacità di calarsi nella situazione
altrui.
Nella società contemporanea –
definita come società postindustriale, e pertanto distaccata dai
tempi in cui la gerarchia dei saperi
creava nette divisioni fra le cono-
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Il significato delle discipline
umanistiche nella relazione d’aiuto
scenze culturali e quelle professionali – si è maturata la consapevolezza dell’importanza, all’interno di
un’interazione di questo tipo, di riconoscere come strumenti operativi i diversi saperi frutto delle diverse
discipline che hanno come oggetto
di studio l’uomo, utilizzandoli a
ruota libera, senza costrizioni né timori, secondo una interdisciplinarietà che permetta e faciliti la commistione delle conoscenze e delle
competenze.
La prima parte del libro è costituita
da due sezioni: la prima, scritta da
Maria-Grazia Bacchini, delinea i
tratti principali della psicologia, riporta elementi di storia della psicologia, con particolare riferimento
all’ultimo secolo, periodo in cui la
fioritura delle scuole e degli indirizzi è stata ricca ed affascinante. La
seconda sezione, scritta da Milena
Vespignani, affronta in un breve
excursus i passi fatti dalla pedagogia, nata come derivazione del
pensare filosofico ed approdata
nel corso dei secoli ad una propria
identità ed autonomia.
La seconda parte del libro, invece,
pur essendo il prodotto di due distinti saperi, vuole rappresentare,
in prima istanza, quanto già
preannunciato, ovvero l’interdisciplinarietà che intercorre fra la totalità delle scienze che si occupano
dell’uomo, e sulla scia di questa
volontà le penne delle autrici si sono rincorse, raggiunte, intrecciate
per far sì che l’obiettivo auspicato
si realizzasse già a partire da queste pagine.
Per meglio comprendere questa
affermazione può risultare interessante proporre una metafora che,
a sua volta, si lega alla Gestalt: il
pensiero-chiave della psicologia
della forma, si racchiude nella formula che recita “Il tutto è maggiore
della somma delle parti” e può es-
sere velocemente compreso se si
pensa ai suoni prodotti dalle corde
di un singolo violino, dalle note
emesse da un solitario pianoforte
o, ancora, dalle vibrazioni prodotte
da una pizzicata d’arpa, in confronto all’armonia che pervade l’aria nel momento in cui tutti gli strumenti appartenenti all’orchestra
vengono suonati contemporaneamente.
O, ancora, può essere rappresentata da questa immagine: individui
che formano una danza: c’è individualità e gruppalità. La danza è
l’espressione di un risultato che va
oltre l’individuo ma senza l’individuo non sarebbe possibile.
Ecco, attraverso questa duplice immagine è certamente più comprensibile il pensiero che sottende
all’impostazione di questo libro:
non è possibile dividere ed interpretare l’esperienza umana nei
suoi aspetti elementari, piuttosto si
rivela utile considerare il comportamento della persona come frutto
della sua storia e, quindi, come risultato di un’organizzazione complessa.
L’interpretazione psicologica di un
determinato fenomeno ha indubbiamente un suo altissimo valore –
così come lo ha l’interpretazione
pedagogica – ma l’attribuzione di
significato che entrambe assumono se considerate come parte di
un tutto, come incontro e dialogo
fra saperi diversi che insieme si arricchiscono e completano, è di
gran lunga superiore alla sommatoria funzionale delle loro parti.
Il messaggio contenuto all’interno
di questa seconda parte del libro si
basa sulla possibilità di affrontare
le diverse situazioni attraverso molteplici “punti di vista” – di cui nessuno è perfetto o sbagliato in assoluto – e vuole essere un richiamo per
soffermarsi a riflettere sull’impor-
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tanza che rivestono il linguaggio e
la comunicazione all’interno di una
qualsiasi relazione.
Questa riflessione è stata affrontata anche dalle due autrici e, sulla
scia delle loro considerazioni, viene proposta al lettore attraverso un
doppio sguardo: quello psicologico
– che focalizza la dimensione più
intima dell’essere umano volgendo
attenzione al suo mondo interno
ed alle relazioni interiorizzate – e
quello pedagogico – che si sofferma sulla dinamica educativa e sulla facilitazione della relazione per
disegnare una prospettiva formativa consapevole dei significati racchiusi nell’ascolto e nel dialogo.
Di fatto, è importante sottolineare
che questi punti di vista non intendono prevaricarsi a vicenda né,
tanto meno, l’uno vuole sopprimere le caratteristiche dell’altro, bensì
debbono essere interpretati come
complementari, parte, cioè, di un
intreccio capace di palesarsi secondo un identikit che porta alla luce dei riflettori un profilo piuttosto
che un altro, a seconda delle necessità che emergono di volta in
volta.
Per cui ogni operatore ha il suo
compito professionale su cui si
concentra ma con lo sguardo all’insieme; possiede una sua competenza tecnica che lo differenzia e
lo definisce, ma tenere conto e
avere in mente gli altri operatori, le
loro risorse e i loro contributi ne incrementa il sapere, la cultura e il
processo lavorativo.
L’integrazione si costruisce attraverso un percorso che permette di
conoscere nuovamente il problema mettendo insieme tutti i punti di
vista, è la costruzione di un processo di conoscenza; non c’è un solo
sapere che tiene in mano la complessità, ci sono tanti saperi che
vanno tenuti insieme all’interno di
un gruppo di lavoro; è il gruppo di
lavoro interprofessionale che costituisce il contenitore della complessità, che può e deve far spazio
alla dimensione non solo razionale
ma anche emozionale che sostiene il pensare.
Occorre uno spazio e un tempo
per poter stare insieme e pensare,
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uno spazio ed un tempo che vanno monitorati e curati perché non
si può pensare di potersi prendere
cura dell’esterno, non si può pensare di potersi occupare degli altri
se prima non ci si prende cura dei
propri luoghi del pensiero.
La dimensione biopsicosociale che
caratterizza l’attuale concetto di salute comporta come imprescindibile conseguenza il tema dell’integrazione come “orchestrazione” di
una complessità di interventi necessari a promuovere la salute
delle persone.
L’integrazione prevede e richiede
la costruzione e lo sviluppo di un
pensiero complesso che può tuttavia provocare ansietà perché tocca
il tema dell’identità personale, dell’identità professionale e dell’identità di servizio.
L’identità, a sua volta, non è un dato, è essa pure una costruzione ed
è un’idea di relazione, tra sé e sé,
tra sé e gli altri, di movimento che
ha un passato, un presente e un
futuro con cui colloquiare; è essa
pure un concetto complesso che
esprime il permanere uguali a se
stessi nel tempo pur nella trasformazione di se stessi nel corso della
vita; all’identità sono associati il bisogno di definirla e la paura di
perderla.
Il confronto con gli altri può attivare
il timore di disperdersi e di indebolire i propri confini, ma insieme è
un bisogno e comporta un arricchimento personale, culturale e professionale; e la natura stessa dell’oggetto di lavoro delle scienze
umane richiede e necessita dell’integrazione e dell’interprofessionalità perché è un ”oggetto complesso” che richiede e richiama complessità.
Bisogna rinunciare a qualcosa di
sé per rendere possibile l’integrazione, ma in qualsiasi comunicazione e relazione si cede qualcosa
per averne altre e nel gruppo di lavoro i saperi non devono avere
delle gerarchie, sono tutti fondamentali, e tutti danno degli apporti
sostanziali.
Inoltre esiste un’area trasversale
che riguarda tutti e sempre i professionisti impegnati in una rela-
zione di aiuto: è un profondo ed
autentico interesse per l’uomo e
per i problemi che lo possono affliggere ed è questo interesse che
si coniuga con l’uso delle tecniche
che devono quindi essere pensate
come finalizzate all’essere umano,
e non tanto e non solo finalizzate
al sintomo né tanto meno finalizzate a se stesse, alla propria conferma o alla propria smentita.
Le tecniche non bastano e questa
è una certezza. Il valore della
scienza e delle tecniche deve essere giudicato in relazione al servizio
che rendono all’uomo perché prioritario è e resta il rispetto incondizionato della dignità dell’uomo e
questo deve almeno regolare e
prevenire il danno di una scienza e
di una tecnica preoccupate più di
se stesse che dell’uomo a cui devono servire.
L’uomo è il punto di attenzione da
cui si parte per progettare ed impostare percorsi professionali ed è
il punto di arrivo che consente di
misurare l’efficacia di quei percorsi;
l’individuo è il primo e principale
“oggetto” di un interesse che è
umano prima che scientifico; e
l’uomo allora va sempre ascoltato
con rispetto e anche con quella
umiltà scientifica che appartiene a
chi si avvicina all’uomo come ad
un mistero, certamente il più grande …
1 Maria-Grazia Bacchini - Psicologa, dirigente dell’Ausl di Ravenna
Psicoterapeuta specializzata in psicoterapia dei disturbi psicosomatici
Docente di Psicologia Generale
presso la Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università di Ferrara
2 Milena Vespignani - Pedagogista, dipendente dell’Azienda USL di
Ravenna
Collabora come Progettista e Formatore con diverse Agenzie che si
occupano di Formazione e di
Orientamento
Docente di Pedagogia generale e
sociale presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di
Ferrara
Dalla Federazione Nazionale
dei Collegi IPASVI
La Federazione dei Collegi Ipasvi, richiamandosi al proprio Codice di
deontologia professionale manifesta, attraverso un Pronunciamento,
la posizione degli infermieri italiani
sul ‘fine vita’.
Il Codice deontologico costituisce
per gli infermieri punto di riferimento etico e valoriale, guida per lo
svolgimento delle proprie funzioni e
orientamento per i rapporti con gli
altri operatori e con l’organizzazione.
Attraverso l’adesione al proprio Codice deontologico gli infermieri
esprimono la propria identità professionale e manifestano la loro responsabilità nei confronti degli assistiti.
Evidente è la distanza che separa il
Codice deontologico da alcune norme contenute nella proposta di legge sulle “Disposizioni in materia di
alleanza terapeutica, di consenso
informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”.
COMUNICATO STAMPA
Roma 16 dicembre – “Una legge
che, così come è formulata, appare
in contrasto con la nostra deontologia professionale, non riconosce la
centralità della persona e delle sue
volontà e non tiene conto del coinvolgimento dell’intera équipe assistenziale”.
Così Annalisa Silvestro, presidente
della Federazione nazionale dei
Collegi Ipasvi, sintetizza la posizione
degli infermieri italiani in merito alla
legge sul testamento biologico e sul
‘fine vita’. Posizione espressa attraverso un Pronunciamento reso pubblico proprio mentre alla Camera
entra nel vivo la discussione sul cosiddetto ddl Calabrò.
Lo scorso 10 dicembre la Commissione Affari Sociali di Montecitorio
ha infatti iniziato l'esame degli
La deontologia professionale
degli infermieri italiani e
la legge sul “fine vita”
emendamenti, adottando come testo base la proposta di legge 2350,
approvata dal Senato a marzo.
“Il Pronunciamento non nasce certo
oggi – afferma Silvestro – è, infatti, il
punto di arrivo di una riflessione avviata dal nostro gruppo professionale già nel 2008, quando abbiamo avviato il percorso di revisione
del nostro Codice deontologico. La
riflessione etica non poteva non toccare tematiche di particolare sensibilità e rilevanza quali la terminalità
di vita, il rispetto delle volontà nell’assistito e il suo accompagnamento al ‘fine vita’. Da qui la decisione di
rendere pubbliche le nostre valutazioni”.
Nel loro Pronunciamento gli infermieri, professionisti che svolgono
una insostituibile funzione nella fase
terminale della vita delle persone, si
richiamano alle norme espresse nel
loro Codice deontologico per valutare l’articolato della proposta di
legge 2350: “Durante l’evoluzione
terminale della malattia e nel fine
vita – si legge nel Pronunciamento –
i rapporti tra l’assistito, le sue persone di riferimento, il medico, l’infermiere e l’équipe assistenziale non
possono essere rigidamente definiti
da una legge potenzialmente fonte
di dilemmi etici, difficoltà relazionali
e criticità professionali, ma devono
essere vissuti e sviluppati secondo
le norme dei Codici di deontologia
professionale”.
Norme deontologiche che contrastano con l’attuale formulazione
della legge. “Nel testo approdato
alla Camera – osserva Silvestro –
non si rileva il valore della centralità
della persona e del rispetto delle
sue volontà che non possono che
essere il perno del processo di cura
e di assistenza: il testo attuale infatti, se prevede che l’assistito possa
manifestare ed esprimere le proprie
volontà, definisce anche che tali volontà non abbiano cogenza per il
medico che, oltre a tutto, viene indicato come l’unico detentore di ogni
decisione che riguarda l’assistito indipendentemente dal parere di altri
professionisti inseriti con lui nell’équipe assistenziale”.
L’articolo 3 del Codice deontologico
degli infermieri recita “la responsabilità dell’infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi
cura della persona nel rispetto della
vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo”.
L’articolo 36 recita: “L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre
dei limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità
di vita”.
L’articolo 37 recita: “L’infermiere
quando l’assistito non è in grado di
manifestare la propria volontà, tiene
conto di quanto da lui chiaramente
espresso in precedenza e documentato”.
“Il nostro Codice deontologico –
commenta Silvestro – esprime un
indirizzo chiaro e a cui ci sentiamo
fortemente vincolati: se il testo della legge dovesse rimanere inalterato e se vi fosse e persistesse
una richiesta di attività in contrasto
con i principi etici della professione e con i nostri valori, si potrebbero determinare situazioni in cui
gli infermieri sarebbero indotti ad
appellarsi alla clausola di coscienza. Crediamo sia importante trovare altri percorsi. Noi vogliamo
continuare ad assistere i nostri pazienti nella fase del ‘fine vita’, nel
rispetto della loro dignità e volontà
e attraverso atteggiamenti e gesti
che vogliono e sanno accogliere,
ascoltare, assistere, comunicare e
lenire”.
Pagina 8
PRONUNCIAMENTO della Federazione Nazionale
dei Collegi Infermieri
Gli infermieri da sempre e quotidianamente accompagnano l’assistito “nell’evoluzione terminale della
malattia” e le persone a lui vicine “nel momento della perdita e della elaborazione del lutto” attraverso
modalità relazionali, atteggiamenti e gesti che vogliono accogliere, ascoltare, assistere, comunicare,
lenire.
L’8 novembre 2009, il Consiglio nazionale della Federazione dei Collegi Infermieri, riunitosi in una seduta aperta anche ai rappresentanti delle Associazioni infermieristiche italiane, dopo avere analizzato
il testo della proposta di legge sulle “Disposizioni in
materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”,
anche in ragione del patrimonio esperienziale costruito accompagnando i propri assistiti nell’evoluzione terminale della malattia e nel fine vita, fasi che
sono per tutti, assistiti e professionisti, ad alta intensità relazionale, emozionale e spirituale
coerenti con la concezione da lui espressa
della qualità di vita.
art. 38 L’infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a provocare la morte, anche
se la richiesta proviene dall’assistito.
PER QUANTO ATTIENE L’INFORMAZIONE ALLA PERSONA, RECITA:
art. 20 L’infermiere ascolta, informa, coinvolge l’assistito e valuta con lui i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare il livello di assistenza
garantito e facilitarlo nell’esprimere le proprie
scelte.
art. 24 L’infermiere aiuta e sostiene l’assistito nelle
scelte, fornendo informazioni di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnosticoterapeutici e adeguando la comunicazione
alla sua capacità di comprendere.
art. 37 L’infermiere quando l’assistito non è in grado
di manifestare la propria volontà, tiene conto
di quanto da lui chiaramente espresso in precedenza e documentato.
esprime il seguente PRONUNCIAMENTO
Durante l’evoluzione terminale della malattia e nel fine vita i rapporti tra l’assistito, le sue persone di riferimento, il medico, l’infermiere e l’équipe assistenziale non possono essere rigidamente definiti da una
legge potenzialmente fonte di dilemmi etici, difficoltà
relazionali e criticità professionali, ma devono essere
vissuti e sviluppati secondo le norme dei Codici di
deontologia professionale. Il Codice di deontologia
professionale degli Infermieri italiani.
PER QUANTO ATTIENE LA RELAZIONE CON LA PERSONA, RECITA:
art. 3 La responsabilità dell’infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura
della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell’individuo.
art. 35 L’infermiere presta assistenza qualunque sia
la condizione clinica e fino al termine della vita dell’assistito, riconoscendo l’importanza
della palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale.
art. 36 L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di
porre dei limiti agli interventi che non siano
proporzionati alla sua condizione clinica e
Pagina 9
PER QUANTO ATTIENE LA MODALITÀ DI ASSISTENZA ALLA PERSONA, RECITA:
art. 14 L’infermiere riconosce che l’interazione tra
professionisti e l’integrazione interprofessionale sono modalità fondamentali per far fronte ai bisogni dell’assistito.
art. 27 L’infermiere garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo alla realizzazione
di una rete di rapporti interprofessionali e di
una efficace gestione degli strumenti informativi.
art. 39 L’infermiere sostiene i familiari e le persone di
riferimento dell’assistito, in particolare nella
evoluzione terminale della malattia e nel momento della perdita e della elaborazione del
lutto.
I Presidenti dei Collegi provinciali IPASVI, riuniti in
Consiglio nazionale e a nome degli oltre 377 mila
infermieri italiani che rappresentano, in ottemperanza al proprio Codice di deontologia professionale,
SI IMPEGNANO
- a rispettare le scelte dell’assistito anche quando
-
non vi fosse la capacità di manifestarle, tenendo
in conto quanto espresso in precedenza e documentato;
a sostenere la palliazione e la lotta al dolore;
a respingere l’accanimento terapeutico.
AFFERMANO
- che l’alleanza tra l’assistito e l’intera équipe assistenziale acquista ancor più peculiare valore nell’evoluzione terminale della malattia e nella fase
del fine vita.
RIBADISCONO
- che l’integrazione multi professionale è la modalità fondamentale per un’empatica risposta ai bisogni dell’assistito.
CHIEDONO
- che, qualora non vi fossero modifiche al testo della proposta di legge sulle “Disposizioni in materia
di alleanza terapeutica, di consenso informato e
di dichiarazioni anticipate di trattamento”, sia data agli infermieri la possibilità di potersi richiamare a quanto previsto nell’art. 8 del loro Codice di
deontologia professionale che recita: “L’infermiere
nel caso di conflitti determinati da diverse visioni
etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una
richiesta di attività in contrasto con i principi etici
della professione e con i propri valori, si avvale
della clausola di coscienza, facendosi garante
delle prestazioni necessarie per l’incolumità e la
vita dell’assistito”.
Annalisa Silvestro
Presidente della Federazione Nazionale
Collegi IPASVI
Il Comitato Centrale della Federazione Nazionale
Ipasvi e i Collegi Provinciali Ipasvi di: Agrigento,
Alessandria, Ancona, Aosta, Arezzo, Ascoli Piceno,
Asti, Avellino, Bari, Barletta-Andria-Trani, Belluno, Benevento, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia,
Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso-Isernia,
Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Como, Cosenza,
Cremona, Crotone, Cuneo, Enna, Ferrara, Firenze,
Foggia, Forlì-Cesena, Frosinone, Genova, Gorizia,
Grosseto, Imperia, L’Aquila, La Spezia, LatIna, Lecce,
Lecco, Livorno, Lucca, Macerata, Mantova, Massa
Carrara, Matera, Messina, Milano-Lodi, Modena,
Napoli, Novara-Verbania, Nuoro, Oristano, Padova,
Palermo, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro-Urbino, Pescara, Piacenza, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza,
Prato, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio
Emilia, Rieti, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari,
Savona, Siena, Siracusa, Sondrio, Taranto, Teramo,
Terni, Torino, Trapani, Trento, Treviso, Trieste, Udine,
Varese, Venezia, Vercelli, Verona, Vibo Valentia, Vicenza, Viterbo
L’angolo delle emozioni
STREGA
Ho cercato il perdono
l'ho cercato in chi voleva solo condannarmi....
da sempre veniamo considerate
streghe
come lei
MEDEA
.................diversa..........straniera.....
lei accusata di aver ucciso i suoi figli
perchè veniva da colchide
perchè là le donne avevano il potere...
le donne da sempre sono coloro
che pagano
le colpe altrui
le donne che curano, che danno la
vita, che danno il riposo
le donne che aborriscono la violenza
le donne che rispettano il corpo
le donne che hanno fiducia
perchè continuano a dare la vita
a chi poi
un giorno
le tradirà.
Medea non poteva aver ucciso i suoi
figli
la donna che cura ama la vita
la donna che conosce il segreto della magia
non poteva volere la morte...
ma era diversa,
lei veniva da una terra dove le donne rifiutavano la violenza...
ma siamo diverse
il mistero l'abbiamo nel corpo
il mistero l'abbiamo nel nostro sapere...
è tutto andato in pezzi
l'ho permesso dimenticando chi ero
e da dove venissi...
ho confuso il presente con il passato
e vi ho dato la mia vita nelle mani...
mi avete umiliata...come lei...
ma non vi permetterò ....
di spegnere i miei pensieri....
non diventerò una schiava,
e giorni ancora verranno
ed io sarò presente
con tutte le amiche che mi hanno
preso per mano
e mi hanno aiutato a sentire ....ancora....il profumo dei fiori....
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L’attività di Enpapi
di Mario Schiavon
L’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica
ha raggiunto, proprio nel corso del
2009, il suo undicesimo anno di “vita”.
Nel corso di questo periodo, così lungo
ma, allo stesso tempo, così breve, l’Ente,
ha, progressivamente, maturato una
forte consapevolezza delle esigenze dei
propri Assicurati, orientandosi, soprattutto di recente, verso un approccio “al
servizio” che tenesse conto delle esigenze e dei bisogni degli Assicurati.
Nel corso degli ultimi due anni di attività
gli Organi, infatti, hanno concretizzato
alcune decisioni, attuando gli obiettivi, le
strategie, le azioni e gli interventi tendenti, tutti, a riaffermare il ruolo primario
dell’Ente nell’esercizio della funzione di
protezione sociale svolta in favore della
categoria.
Si è trattato, prioritariamente, di un processo riformatore che ha avuto il senso
di introdurre elementi che favorissero il
rapporto tra gli Iscritti e l’Ente, depurandolo, per quanto possibile, da appesantimenti di tipo burocratico. Per mezzo di tale processo: sono state introdotte
nuove modalità di riscossione; è stata
resa possibile una diversa modulazione
delle aliquote per la determinazione del
contributivo soggettivo; è stato previsto
un diverso trattamento contributivo per i
Professionisti Infermieri che, contestualmente, esercitano in forma subordinata;
è entrato in vigore un nuovo regime
sanzionatorio.
Le nuove modalità di riscossione consentono agli Assicurati una maggiore
dilazione dei versamenti della contribuzione dovuta, per mezzo del versamento del dovuto in complessive sei rate bimestrali, a partire dal mese di febbraio,
di cui cinque di pari importo, pari alla
somma della contribuzione minima annuale e di un parziale anticipo della
contribuzione dovuta per l’anno successivo, con sesta rata a conguaglio e con
la possibilità, lasciata agli Assicurati, di
versare la contribuzione dovuta in unica
soluzione. Questa nuova soluzione, peraltro, sottrae agli Assicurati l’adempi-
Pagina 11
mento del calcolo della contribuzione
dovuta a saldo per l’anno precedente.
La modulazione delle aliquote per la
determinazione del contributo soggettivo permette la commisurazione, previa
opzione annuale, del contributo soggettivo a percentuali superiori a quella obbligatoria del 10% (dal 12%, con incrementi di due punti percentuali, fino al
20%), si pone l’obiettivo di contribuire al
miglioramento delle prestazioni pensionistiche calcolate con il metodo contributivo, per mezzo di un incremento della base di calcolo, costituita dai montanti contributivi rivalutati.
Con l’introduzione di un diverso trattamento contributivo, i professionisti che
esercitano la libera professione contestualmente ad una forma subordinata
possono essere esonerati dal versamento della contribuzione minima, soggettiva e integrativa, ove titolari di rapporto di lavoro dipendente a tempo
parziale, con prestazione lavorativa fissata in misura superiore alla metà del
tempo pieno. Un’ulteriore parte della
riforma prevede l’incremento della tutela della maternità in favore delle Professioniste iscritte che esercitano, contestualmente, in forma subordinata ed
autonoma.
La riformulazione degli articoli del Regolamento di Previdenza che dispongono
in materia di sanzioni per inadempimento agli obblighi di iscrizione, contribuzione e dichiarazione ha avuto il presupposto di realizzare, attraverso un sistema più equo, un principio di omogeneità con gli analoghi sistemi degli altri
Enti istituiti ai sensi del decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103.
Accanto al processo riformatore sopra
descritto, due azioni molto importanti
hanno connotato l’attività dell’Ente: quelle del recupero dei crediti contributivi e
del trasferimento delle posizioni previdenziali dalla Gestione Separata INPS.
L’azione di recupero dei crediti contributivi si pone l’obiettivo di riaffermare il
principio secondo il quale i rapporti di
iscrizione e contribuzione obbligatoria
esistenti tra l’Ente ed i propri iscritti sono
regolati da norme certe ed uguali per
tutti, soprattutto in quanto riguardano
un ambito così delicato, come quello
della previdenza. Ciò si concretizza negli obiettivi del recupero della contribuzione dovuta e non versata, nonché delle iscrizioni obbligatorie, ai quali andrà
affiancato, di seguito, l’annullamento
delle posizioni dei Professionisti non in
possesso dei requisiti di iscrizione obbligatoria.
L’analisi delle singole posizioni contributive è realizzata su più livelli, per mezzo
di un controllo incrociato del data base
della popolazione Assicurata, attiva e
silente, con i dati rinvenuti dalle dichiarazioni reddituali di tutti gli Iscritti agli Albi tenuti presso i Collegi Provinciali IPASVI, ottenuti da parte dell’Agenzia dell’Entrate. Si tratta di un’azione che non
solo consentirà di recuperare la contribuzione non versata, ancorché dovuta
ma, soprattutto, offrirà l’opportunità di
ampliare e ottimizzare la platea degli
Assicurati, recuperando iscrizioni obbligatorie ed annullando quelle posizioni
che, erroneamente, risultano iscritte all’Ente.
Nel corso del 2008 è iniziato il trasferimento delle somme relative alle posizioni previdenziali erroneamente iscritte
alla Gestione Separata INPS per gli autonomi e per i parasubordinati. Le sedi
provinciali INPS, in forza della convenzione stipulata con ENPAPI il 20 novembre 2007, hanno avviato, a partire dal
mese di dicembre 2008, il materiale trasferimento dei flussi contributivi. La convenzione medesima prevede che per i
soggetti iscritti alla Gestione separata
dell’INPS come collaboratori coordinati e
continuativi si trasferisce l’importo pari
ad un terzo (1/3) del contributo versato
dal committente (corrispondente alla
quota a carico del collaboratore) maggiorato del due per cento (2%) del reddito imponibile (corrispondente al contributo integrativo). ENPAPI, peraltro, si sta
adoperando, in tutte le sedi, tecniche e
politiche, affinché tutta la contribuzione
versata a tale gestione, anche quella a
carico dei committenti, sia trasferita.
Un’ulteriore componente delle azioni
svolte è rivolta al miglioramento dell’adeguatezza delle prestazioni. Questo,
come è noto, continua ad essere un forte elemento di criticità nella gestione degli Enti di “nuova generazione”, quale
ENPAPI, sul quale si fonda gran parte
dell’interlocuzione politica con i Ministeri
Vigilanti, le Istituzioni, il mondo politico
in genere. ENPAPI, anche in questo caso, ha voluto offrire un’opportunità ai
propri Assicurati, consentendo loro di
poter aderire ad un fondo di previdenza
complementare, cioè il Fondo Sanità,
costituito tra alcune Professioni sanitarie
(medici chirurghi ed odontoiatri, medici
dentisti, infermieri, farmacisti). L’obiettivo
è di affiancare, alla tutela previdenziale
obbligatoria, una rendita pensionistica
ulteriore, di tipo complementare a quella obbligatoria. L’Ente, in questo senso,
ha messo in campo, fin da subito, tutte
le risorse necessarie ad estendere tale
ulteriore forma di tutela anche ai Professionisti iscritti agli Albi tenuti presso Collegi Provinciali IPASVI, a prescindere
dall’esercizio della professione in forma
autonoma e, quindi, dall’iscrizione ad
ENPAPI. Diretta conseguenza è stata l’adesione della Federazione Nazionale
dei Collegi Provinciali IPASVI, intervenuta
nel mese di dicembre 2007, che ha
concretizzato tale possibilità.
L’ottica con la quale ENPAPI ha operato
si è posta l’obiettivo di favorire, verso la
categoria infermieristica e, per estensione, verso tutti i Professionisti dell’area
sanitaria, proprio quella consapevolezza necessaria a considerare la forma di
tutela previdenziale come una forma di
risparmio.
Altre misure, che vadano verso questa
direzione, sono, più che altro, proposte
di soluzioni legislative che si pongono
l’obiettivo di incrementare i “montanti
contributivi”, che costituiscono la base
di calcolo delle prestazioni: la possibilità, per gli Enti, di fissare la misura del
contributo integrativo, con l’applicazione, al fatturato lordo, di un’aliquota
non inferiore al 2% e la destinazione
delle maggiori risorse o verso i montanti contributivi, proprio al fine di migliorare l’adeguatezza delle prestazioni, o verso nuove tipologie di prestazioni di assistenza in favore degli Assicurati; l’opportunità di utilizzare le
eventuali somme accumulate a riserva
per distribuirle ai montanti contributivi,
con finalità esclusivamente previdenziali; l’introduzione di un principio che
renda gli Enti in grado di intervenire
sull’organizzazione del piano pensionistico dei propri Assicurati, conferendogli la possibilità di deliberare in merito a qualsiasi provvedimento, anche
sotto forma di Regolamento, finalizzato, oltre che al miglioramento dell’adeguatezza delle prestazioni obbligatorie, soprattutto al rafforzamento della
funzione assistenziale e solidaristica.
È opportuno sottolineare come l’Ente,
nell’ambito del proprio progetto politico,
ponga particolare enfasi su questo particolare elemento del proprio ruolo. Gli
ultimi provvedimenti approvati in tal
senso prevedono, peraltro, interventi
che, da un lato, si pongono come catalizzatori dello sviluppo dell’esercizio libero – professionale, dall’altro, sono
destinati a categorie particolarmente disagiate, tendendo a colmare il vuoto
che esiste tra l’attuale sistema pensionistico, nel quale ENPAPI deve, secondo
la legge, operare e le reali esigenze di
vita. È con questa ottica che l’Ente vuole
proseguire, in futuro, la propria azione
di carattere assistenziale cercando, anche in tale ambito, di individuare tutte le
soluzioni possibili per soddisfare i bisogni degli Assicurati e, se del caso, anche di tutta la categoria.
L’Ente, come è noto, svolge un’attività di
investimento, strumentale a quella istituzionale, con l’obiettivo di assicurare la
rivalutazione dovuta, per legge, sui
montanti contributivi. Tale attività si è
svolta, da sempre e continua a svolgersi
nella duplice ottica di perseguire la redditività del patrimonio, da un lato, preservare il capitale investito, dall’altro. Ciò
per mezzo dell’applicazione, in sede di
definizione annuale dei criteri generali
di investimento, di principi di diversificazione e frazionamento del rischio, che si
concretizza in scelte di investimento caratterizzate da un basso rapporto rischio/rendimento.
L’Ente, fin dallo scorso 2007, aveva attuato, all’avvio della crisi del mercato
immobiliare statunitense, una politica di
particolare prudenza, riconvertendo la
quasi totalità del portafoglio allora esistente, in strumenti appartenenti al mercato monetario. Questa politica è proseguita anche nel corso del 2008, nel
quale è stata ripresa l’attività di investimento, con un orientamento verso una
scelta che, peraltro, ha tenuto a distanza il portafoglio dalla profonda crisi che,
a livello globale, ha colpito tutti i mercati
finanziari.
Il Rendimento netto complessivo del
portafoglio investito è stato, nel 2008,
pari al 7,3% superiore al tasso di rivalutazione dei montanti contributivi che,
per l’anno 2008, è stato pari al 3,5%. La
rivalutazione obbligatoria dei montanti
per l’anno 2008 è stata, quindi, interamente coperta dai rendimenti del portafoglio investito. Tale situazione, registrata per la prima volta dalla data di
istituzione dell’Ente, ha consentito l’accantonamento al Fondo di riserva, previsto dall’articolo 39 del predetto Regolamento di Previdenza, di una somma
superiore ad Euro 2,5 milioni.
ENPAPI ha, inoltre, posto in essere una
successiva serie di interventi, finalizzata,
soprattutto, a mettere in pratica gli elementi che sono stati condivisi con le Istituzioni e con il mondo politico, al fine di
permettere alla previdenza dei liberi
professionisti di poter esercitare la propria funzione al meglio. Proprio per accompagnare questo processo di consolidamento, l’Ente ha attuato due importanti azioni: l’acquisizione di un immobile, da destinare a nuova sede dell’Ente,
per la quale è stata avviata l’attività di ristrutturazione che, nell’arco di circa un
anno, condurrà ENPAPI a trasferire la
propria sede; l’acquisizione della maggioranza delle quote azionarie della società Sipre 103 S.p.A., operazione, questa, che ha il presupposto di trasformare la società in uno strumento di operatività al servizio di ENPAPI, con forti potenzialità di svolgere attività strumentali
alla gestione dell’Ente, allo scopo di
raggiungere un livello di sviluppo del sistema informativo ancora di più in linea
con le esigenze dell’Ente.
L’apporto di tutte le componenti, politiche e tecniche, così come amministrative e di controllo, insieme con il sostegno
della categoria, ha favorito il conseguimento di risultati positivi così rilevanti e
consentirà, in futuro, di raggiungere
obiettivi ancora più ambiziosi, che costituiranno il presupposto per svolgere al
meglio la funzione che lo Stato ha posto
in capo all’Ente Nazionale di Previdenza
e Assistenza della Professione Infermieristica.
Pagina 12
Abstract di tesi
in Management infermieristico
Università degli Studi di Genova
Facoltà di Medicina e chirurgia
Relatore dott.ssa Anna Maria Bagnasco
Autrice della tesi C.P.S.I.
Antonella Zunino
L’Infermiere per la sua formazione ed
esperienza professionale sviluppa la
capacità di osservare e comprendere
le infinite maniere di affrontare e vivere la malattia, la sofferenza, il dolore e
la morte.
Diviene così il professionista più
esperto ad “allenare” il paziente nella
malattia. Acquisisce nel tempo un bagaglio ineguagliabile di esperienza
nell’arte di comunicare ed ascoltare in
situazioni estreme. Riesce ad usare sé
stesso, la propria postura, il tono della
voce e talvolta anche il senso dell’umorismo nell’approccio con il paziente. Diviene quindi responsabilità dell’infermiere consentire alla persona
ammalata di esprimere le emozioni
correlate alla propria condizione.
Questa evoluzione del rapporto infermiere – paziente viene espressa con il
termine inglese “coaching”.
L’abilità dell’infermiere esperto consiste proprio in questo: discernere di
quanta e quale parte di educazione
terapeutica necessiti l’utente, modulando il linguaggio comunicativo alle
capacità culturali, sociali ed intellettuali del paziente.
I pazienti che soffrono di una malattia
ischemica coronarica o cerebrale, tale
da rendere necessario il trattamento
con TAO (terapia anticoagulante orale), sono individui che vivono in una
condizione di fragilità. Diviene per loro
una necessità ricorrere continuamente alle strutture sanitarie ed adottare
misure preventive che limitino o ritardino il più possibile l’insorgenza di
complicanze. Sempre più indispensabile diviene l’aspetto comunicativo ed
educativo sia in ambito preventivo
(educazione sanitaria) che nel campo della gestione delle cronicità (educazione terapeutica). L’atto educativo
richiede quindi un approccio olistico
alla persona e alla sua famiglia ed è
in questo ambito che l’infermiere ha la
maggior possibilità di incidere nei
confronti della popolazione assistita.
Pagina 13
La gestione efficace della comunicazione
con l’utente in un centro TAO
Presentazione di un progetto nell’ASL AL di Novi Ligure
La salute si avvicina quindi al concetto
di benessere come qualcosa di personalmente attingibile attraverso un
vero e proprio “lavoro educativo”, aiutando le persone in condizione di malattia a ricorrere alle proprie risorse e
a far leva sulle proprie potenzialità.
L’infermiere e il paziente divengono i
due attori che mettono in atto e sviluppano strategie mirate a ridefinire i
confini del benessere fisico, mentale
ed emozionale. Il glossario inglese ormai presente nel nostro ambito professionale definisce sinteticamente il
processo educativo volto al potenziamento delle capacità personali di auto-cura con la parola “enpowerment”.
L’utenza che afferisce in un centro TAO
(terapia anticoagulante orale) è lo
specchio di uno scenario demografico
ed epidemiologico fortemente mutato
negli ultimi trent’anni che ha visto incrementare la presenza di una popolazione anziana affetta da patologie
croniche e la complessità delle procedure diagnostico terapeutiche ad esse
correlate.
Con assoluto spirito pragmatico e forse anche un po’ cinico, se valutato
con occhi europei e soprattutto italiani, dove da sempre la cultura umanistica fa scuola e crea modelli, i servizi
sanitari americani e, a voler essere
completamente sinceri le compagnie
assicurative, fanno i conti velocemente
sui costi necessari per accudire una
popolazione anziana e cronicamente
ammalata.
Da qui la necessità di creare un modello assistenziale che assicuri la centralità dell’utente, il soddisfacimento
dei suoi bisogni e il controllo dei costi
nell’erogazione delle prestazioni sanitarie.
“Dall’analisi del problema” si passa
ad attuare un piano di interventi cuciti
addosso alle esigenze sanitarie dell’utente. Senza troppi ridondanti intellettualismi La “Gestione del caso”, in inglese “Case Management” è proprio
questa: coordinare gli interventi sanitari e assistenziali fornendo il miglior
risultato possibile per l’utente e con il
minor costo possibile a carico del sistema sanitario. Oggi il case management è la fotografia innovativa del
presente delle varie attività sanitarie
da cui attingere per costruire il futuro
assistenziale in ogni branca della medicina specialistica. Questo per dare
all’utente, come già espresso, una sanità migliore e a misura d’uomo.
La parola “Case Management” non
deve spaventare nessuno, non è un
concetto astratto, non è appannaggio
esclusivo di strutture sanitarie satellite
dove si fa ricerca e si creano modelli
assistenziali inapplicabili in “un ospedale di provincia” o nell’ambulatorio di
periferia”. Nella sua essenza la “gestione del caso” si esprime in ciò in cui
da sempre gli infermieri sanno eccellere: comunicazione, informazione efficace, semplici, ma non semplicistici
insegnamenti per vivere meglio. Ogni
volta che ognuno di noi professionisti
infermieri insegna ad un paziente a
farsi una piccola medicazione, fornisce un’indicazione corretta sul giusto
orario e sull’ubicazione di un servizio
ha iniziato a “gestire un caso”. Anche
un castello si costruisce così mattone
dopo mattone senza facili illusioni, ma
con la certezza che scegliere di vivere
in una reggia inizia con un atto di volontà. Prima ed insieme ad ogni attività che svolgiamo comunichiamo
quindi; lasciamo traccia scritta dei nostri insegnamenti e dei nostri rapporti
relazionali con gli utenti. Pazienti ed
infermieri nel loro complesso possono
considerarsi un gruppo che danno vita ad una rete relazionale complessa
e […] “non è esagerato sostenere che
la comunicazione fa il gruppo, ovvero
che il gruppo si fonda soprattutto come territorio comunicazionale” […] ed
è il mezzo con il quale si lavora insieme e che consente di trasmettere
idee, informazioni, proposte ed espe-
rienze. La comunicazione sarà tanto
più efficace quanto più si mostrerà: finalizzata, pragmatica, trasparente e
adeguata alla situazione. E’ necessario che l’utente comprenda bene i nostri messaggi verbali o scritti che siano, che questi siano applicabili nella
sua vita, nella realtà sanitaria dove
operiamo e adeguati alle sue condizioni emozionali e culturali. Essere
versatili ed empatici nel comunicare è
in buona fine questo: parlare al “cuore”, alla “pancia” delle persone ed insegnare cose anche piccole ma attuabili e in sintonia con il quotidiano dei
nostri pazienti. La parola educare ha
un’ origine etimologica “ex” e “ducere”, letteralmente tradotti con l’espressione “trarre fuori”. L'etimologia stessa
della parola ci indica la strada da seguire. Trarre fuori quindi, far emergere
dall’animo umano tutte le risorse attingibili per vivere con dignità e decoro
sia fisico che mentale senza mai indurre all’automedicazione.
Gli utenti di un centro TAO e gli infermieri che vi operano possono dunque, sulla base di quanto esposto,
considerarsi un gruppo eterogeneo di
persone che si “ fonda su un territorio
comunicazionale” e condivide un problema di malattia cronica. Partendo
da questa semplice, ma non banale
constatazione, unita ai numeri statistici sui controlli effettuati annualmente
dal centro TAO dell’A.S.L. AL di Novi ligure (Oltre 15000 controlli effettuati da
Gennaio a fine Ottobre 2008), è così
iniziata l’elaborazione di un opuscolo
informativo che sia di facile lettura, stimoli la curiosità del lettore e faccia
correre, espandere l’informazione su
quanto è necessario conoscere quando si assume una terapia anticoagulante. Questo strumento informativo
contiene tutte le indicazioni inerenti al
personale che opera nel centro, gli
orari delle prestazioni sanitarie relative alla TAO e cerca di rispondere in
maniera semplice, ma attingendo
dalla migliore evidenza scientifica alle
domande più frequenti degli utenti.
L’informazione scritta è di fatto uno
degli strumenti storici dell’educazione
alla salute ed inoltre l’elaborazione di
informazioni scritte offre molteplici
vantaggi quali: la riduzione delle possibilità di fraintendimento, il risparmio
di tempo e la presenza di un docu-
mento scritto a disposizione dell’utente che può essere consultato nei momenti di bisogno.
La costruzione della componente educativa dell’opuscolo, là dove si risponde ai quesiti degli utenti, è iniziata,
non essendo disponibile una fonte
ospedaliera valutativa degli accessi
impropri e delle esigenze informative
dell’utenza del centro TAO di Novi Ligure, da una prima analisi percettiva
seguita da un’indagine conoscitiva
monitorata nell’arco di un periodo lavorativo. Sostanzialmente, in maniera
fisica, sono stati numerati i rientri non
programmati nel nostro centro e sono
state riportate carta e penna alla mano le domande più frequenti dei nostri
utenti.
Si riporta qui di seguito il grafico descrittivo di tale indagine e i quesiti a
cui si è risposto al fine di fornire uno
strumento di educazione terapeutica.
Le vostre domande più frequenti
Sono appena stato dimesso dall’ospedale. Non sto prendendo il coumadin. Cosa devo fare?
Vieni nella segreteria del nostro centro
ti daremo tutte le informazioni per iniziare a prendere la terapia.
Ogni quanti giorni dovrò fare il controllo?
Di solito ogni quattro settimane. Se saranno necessari controlli più vicini riceverai tutte le istruzioni necessarie.
Se non posso ritirare la scheda della
terapia il giorno del controllo cosa
devo fare?
Puoi mandare un parente o una persona di fiducia a ritirare la tua scheda
terapeutica. Puoi riceverlo al tuo domicilio tramite fax o mail.
Se nessuna di queste cose ti è possibile telefonaci.
A che ora devo prendere la pastiglia
di coumadin?
Scegli pure tu l’orario e mantieni ogni
giorno lo stesso. Possibilmente lontano dai pasti. Se ti capita di dimenticare di prendere la terapia o di non essere certo di averla assunta ricorda:
non rischiare. Per quel giorno lascia
stare il coumadin.
A volte capita soffiandomi il naso di
trovare del sangue nel fazzoletto oppure di vedere in alcune parti del corpo degli ematomi. Cosa devo fare?
La cosa migliore è venire da noi appena ti è possibile ti faremo subito il pre-
lievo del sangue.
Devo essere operato o togliere un
dente cosa devo fare?
Comunicaci dieci giorni prima la data
esatta dell’intervento. Riceverai tutte le
istruzioni per sospendere il coumadin
e assumere una medicina sostitutiva.
Se devo prendere altre medicine oltre al coumadin, cosa devo fare?
Ricorda questa semplice regola:
prendi solo farmaci prescritti dai medici che ti seguono (cardiologo,medico
di famiglia ecc.). Entro cinque giorni
dall’assunzione del nuovo farmaco
vieni da noi a fare il prelievo del
sangue.
Se mi viene mal di testa cosa posso
prendere?
Esistono tre farmaci analgesici che
puoi utilizzare da solo a casa: Paracetamolo, Ibuprofene, Naprossene.
Però ricorda: non prolungare l’uso oltre una settimana senza rivolgerti al
nostro centro.
Posso mangiare tutto?
Segui un alimentazione varia e con
pochi grassi (burro, salumi, dolci ecc.).
Ricorda però una cosa: ci sono alcune verdure che contengono una vitamina che può diminuire l’effetto della
medicina che stai prendendo.
Questa vitamina si chiama: “Vitamina K”.
Ti diamo un elenco di alimenti che
contengono alte concentrazioni di
questa vitamina. Questi alimenti se ti
piacciono puoi continuare a consumarli facendone però un uso moderato.
Patricia Benner. L’eccellenza nella pratica clinica dell’infermiere. Edizioni McGraw – Hill. Milano Luglio 2003
Quaglino G.P. Casagrande S. Castellano A. Gruppo di lavoro, lavoro di
gruppo Raffaello Cortina Editore
Tutti i contenuti scientifici all’interno del
Questioning sono stati redatti dopo
consultazione. Guida alla terapia con
anticoagulanti orali. F.C.S.A. Federazione centri per la diagnosi della
trombosi e la sorveglianza delle terapie antitrombotiche. Anno 2008. –
MedlinePlus. Drug and food information. Coumadin and vitamin K. Clinical
Center Behesada, Maryland. March
2008
Pagina 14
Comunicazioni importanti dal Collegio IPASVI
Cancellazione morosi e
azione di recupero crediti
Azione di recupero dei
contributi ordinari non versati da parte degli iscritti e
cancellazione dall’albo.
Il direttivo del Collegio in
ottemperanza alle normative ha intrapreso
un’azione di recupero
cancellazione dei morosi
e di recupero credito.
Circa 40 infermieri sono
stati cancellati dall’albo a
seguito del mancato pagamento delle quote di
iscrizione dovute.
Nei prossimi mesi verranno intraprese tutte le
azioni legali a tutela dei
Bollino anno 2010 da ritagliare e incollare sul tesserino
identificativo
Pagina 15
Collegio
IPASVI
2010
AL
paganti e verrà incaricata una società di recupero crediti rispetto al pagamento delle quote dovute e non pagate.
La cancellazione dall’albo comporta per gli interessati la perdita di uno
dei requisiti necessari
per esercitare la professione (sia come dipendente che libero professionista) e viene quindi a
connotarsi la condizione
di abuso di professione
(reato perseguibile penalmente).
L’infermiere cancellato
dall’albo, per reiscriversi
deve provvedere al versamento delle quote non
pagate e provvedere al
versamento della quota
dell’anno in corso oltre alla quota governativa dovuta per la reiscrizione.
Si invitano pertanto i colleghi (che non hanno
ancora provveduto) a voler regolarizzare la propria posizione onde evitare di mettere in condizioni il Consiglio Direttivo
ad intraprendere “sgradite iniziative” ed incorrere
nelle citate sanzioni.
Bollino anno 2010
Posta Elettronica
Certificata (PEC)
La Posta Elettronica Certificata, è un sistema di comunicazione simile alla posta
elettronica standard con in
più alcune caratteristiche di
sicurezza e di certificazione
della trasmissione che rendono i messaggi opponibili a
terzi.
Queste caratteristiche sono
state definite nel Decreto del
Presidente della Repubblica
11 febbraio 2005 n. 68, e nei
collegati documenti tecnici.
Si comunica a tutti gli iscritti
che è pervenuta, da parte
della Federazione Nazionale
Collegi IPASVI, la circolare
inerente gli adempimenti in
materia di Posta Elettronica
Certificata (PEC) a carico di
tutti i professionisti iscritti agli
albi professionali. A questo
proposito si coglie l'occasione per ricordare a tutti gli
iscritti che la Legge numero 2
del 28 gennaio del 2009
"Conversione in legge, con
modificazioni, del decretolegge 29 novembre 2008, n.
185, recante misure urgenti
per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa
e per ridisegnare in funzione
anti-crisi il quadro strategico
nazionale", all'art. 16 comma
7 stabilisce che:
"I professionisti iscritti in albi
ed elenchi istituiti con legge
dello Stato comunicano ai rispettivi ordini o collegi il pro-
prio indirizzo di posta elettronica certificata o analogo indirizzo di posta elettronica di
cui al comma 6 entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
Gli ordini e i collegi pubblicano in un elenco riservato,
consultabile in via telematica
esclusivamente dalle pubbliche amministrazioni, i dati
identificativi degli iscritti con il
relativo indirizzo di posta
elettronica certificata."
All'atto pratico, la PEC non è
altro che un sistema di posta
elettronica con valenza legale, dotato di caratteristiche di
sicurezza e di certificazione
della trasmissione dei dati e
il servizio è stato concepito
con l'idea di attribuire al contenuto di una e-mail lo stesso valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno di
tipo tradizionale.
A far data dal 29 novembre
2009, quindi, stando alla
normativa vigente, anche
tutti gli infermieri dovranno
provvedere ad aprire un account di PEC e comunicarlo
tempestivamente al Collegio
IPASVI di appartenenza.
Viste le numerose of ferte
presenti sul mercato, la Federazione ha provveduto a
stipulare una convenzione
con un provider, in modo tale da garantire le tariffe migliori ai propri iscritti. Il costo
stimato si aggira da 8 a 22
euro annui per ogni casella
di posta elettronica certificata
(in funzione del numero dei
richiedenti).
Come già avvenuto per la
stipula della polizza assicurativa, tutti gli iscritti che intendessero attivare la casella
di PEC avvalendosi di tali
condizioni, sono pregati di
inviare una e-mail all’indirizzo [email protected].
Si comunica inoltre che il Direttivo sta valutando la possibilità di contribuire ad una
parte delle spese sostenute
dall’iscritto per l’attivazione
della PEC.
Per i liberi professionisti: l'ENPAPI fornirà gratis ai propri
iscritti la PEC, seguirà comunicazione scritta.
Per coloro che invece volessero provvedere in completa autonomia all'acquisto di
un account, possono fare riferimento al CNIPA (Centro
Nazionale per l’Informatica
nella Pubblica Amministrazione) in cui figura la lista di
tutti i providers abilitati alla
fornitura di tale ser vizio.
www.cnipa.gov.it/site/itIT/Attività/Posta_Elettronica_
Certificata_(PEC)/Elenco_
pubblico_dei_gestori/
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Programmazione attività formative 2010
ARGOMENTI:
N. 1
N. 2
N. 3
N. 4
N. 5
N. 6
N. 7
N. 8
N. 9
N. 10
N. 11
N. 12
N. 13
N. 14
N. 15
N. 16
N. 17
N. 18
N. 19
N. 20
La deontologia professionale degli infermieri italiani e la legge sul "fine vita"
Luce sulle lanterne. La professione infermieristica nella Provincia di Alessandria- Ricerca
La gestione del rischio clinico
Responsabilità etico deontologiche nel gestire, monitorare e analizzare le cause degli eventi avversi
Etica e ricerca infermieristica
Profilo professionale, Deontologia e Sistemi Qualità in sanità
Governare l’Assistenza tra Responsabilità, Etica e Deontologia Corso di Formazione Coordinatori
“Strumenti e Metodologie del Nursing Moderno”
Gli infermieri oggi: i nuovi leader della salute
L’apprendimento attraverso la metodologia del problem based learning (pbl)
nei percorsi formativi per le professioni sanitarie
Scoprire il bambino in noi e il suo respiro di vita alla scoperta della personalità creativa e vitale
Il Servizio Infermieristico
Management delle ulcere cutanee
Quali strumenti e metodi operativi per gestire il miglioramento
L’attività assistenziale nelle strutture assistenziali
Sviluppo e progettazione del PAI
Metodologia dell’Indice di Complessità Assistenziale (I.C.A.):
un sistema integrato per misurare l’assistenza
La costruzione delle Job Description e il modello delle competenze
L’organizzazione dell’ospedale per intensità di cura
I trapianti, l’infermiere e il codice deontologico
Comunicaci il corso di tuo interesse, sarai avvisato appena il corso verrà messo in programmazione:
La/Il sottoscritta/o _______________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________________________
Manifesta il proprio interesse per il corso: ____________________________________________________________
Email: _________________________________________________________________________________________
Se vuoi suggerirci qualche argomento il Collegio è al tuo servizio:
argomento proposto/interesse: ____________________________________________________________________
Inviare al collegio IPASVI di Alessandria via email/posta/fax
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Seminario dei Collegi Ostetriche e Infermieri Provincia di Alessandria
In collaborazione con l’Associazione PASSI DI VITA
CORSO PER IL PERSONALE MEDICO, OSTETRICO, INFERMIERISTICO E PEDIATRICO
ALLA SCOPERTA DELLA PERSONALITA’ CREATIVA E VITALE
MERCOLEDI 10 FEBBRAIO
Dalle ore 9,00 alle 18,30
c/o COLLEGIO IPASVI
Via Buonarroti 16 Alessandria
Il bambino interiore è in ciascuno di noi. E’ il nostro “vero io”, autentico e spontaneo,
la nostra personalità creativa e vitale.
Al momento della nascita facciamo il nostro primo respiro
e iniziamo a formare una identità separata dalla madre.
Respiriamo e ci nutriamo di quanto ci circonda:
aria/ossigeno, cibo, relazioni, pensieri...
Il nostro bambino interiore inizia a essere soffocato, rinnegato a causa
di condizionamenti esterni e, spesso, non gli viene data la possibilità
di esprimersi liberamente e pienamente.
Questo bambino può, senza che ce ne rendiamo conto,
condizionarci nei comportamenti e nelle relazioni affettive importanti della vita adulta.
Attraverso strumenti differenti, prenderemo coscienza di alcuni nostri atteggiamenti,
spesso retaggio del fanciullo che siamo stati,
e di problematiche ancora irrisolte che condizionano la nostra vita.
Il respiro consapevole ci accompagnerà in questa esperienza.
In particolare utilizzeremo la tecnica Transformational Breath che abbina
l’uso del respiro consapevole a quella della pratica del pensiero positivo-creativo.
10 CREDITI
LE ISCRIZIONI SARANNO ACCETTATE
FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI
Condotto da Marzia Righetti e Marco Lotti - Facilitatore di Transformational Breath
www.passidivita.it
INFO E ISCRIZIONI
Marzia 3471258172 [email protected] MARCO 3338318790
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IPASVI COLLEGIO DI ALESSANDRIA
Seminario su:
Luce sulle lanterne
Percorsi di ricerca degli infermieri sugli infermieri
La Professione Infermieristica nella Provincia di Alessandria
1° ANNUNCIO
Alessandria 5 marzo
(orario 8,00 - 18,30)
Obiettivo
Lo studio vuole descrivere il profilo d’identità dell’infermiere iscritto al Collegio IPASVI della Provincia di
Alessandria analizzandone la dimensione individuale, relazionale, sociale e professionale.
PROGRAMMA:
­ Presentazione della ricerca
Relatore: Alessandro Cataldo
­ I dati e il campione
Metodologia protocollo di ricerca
Flow chart della ricerca
Risultati normalizzati alle domande
L’analisi bibliografica
La collocazione lavorativa
La formazione di base e continua
Il benessere fisico. Il benessere psichico
La vita familiare
Il benessere sociale
Il benessere lavorativo e le tecnologie
Le relazioni professionali
Le relazioni con l’utenza
L’opinione degli infermiere su se stessi e il mondo del lavoro
Relatori:
Salvatore Bellinceri - Alessandro Cataldo - Claudio De Pieri - Marcello Del Papa - Michela Casella
crediti richiesti
Discussione Moderatore: Alessandro Cataldo
Proposte e sviluppi futuri Salvatore Bellinceri
Interverrà Annalisa Silvestro Presidente Federazione IPASVI Roma
Per conoscere il programma dei corsi
visitate il nostro sito web
http://www.ipasvialessandria.it
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Seminario dei Collegi Ostetriche e Infermieri Provincia di Alessandria
In collaborazione con l’Associazione PASSI DI VITA
CORSO PER IL PERSONALE MEDICO, OSTETRICO, INFERMIERISTICO E PEDIATRICO
ALLA SCOPERTA DELLA PERSONALITA’ CREATIVA E VITALE
SABATO 17 APRILE
Dalle ore 9,00 alle 18,30
c/o COLLEGIO IPASVI
Via Buonarroti 16 Alessandria
Il bambino interiore è in ciascuno di noi. E’ il nostro “vero io”, autentico e spontaneo,
la nostra personalità creativa e vitale.
Al momento della nascita facciamo il nostro primo respiro
e iniziamo a formare una identità separata dalla madre.
Respiriamo e ci nutriamo di quanto ci circonda:
aria/ossigeno, cibo, relazioni, pensieri...
Il nostro bambino interiore inizia a essere soffocato, rinnegato a causa
di condizionamenti esterni e, spesso, non gli viene data la possibilità
di esprimersi liberamente e pienamente.
Questo bambino può, senza che ce ne rendiamo conto,
condizionarci nei comportamenti e nelle relazioni affettive importanti della vita adulta.
Attraverso strumenti differenti, prenderemo coscienza di alcuni nostri atteggiamenti,
spesso retaggio del fanciullo che siamo stati,
e di problematiche ancora irrisolte che condizionano la nostra vita.
Il respiro consapevole ci accompagnerà in questa esperienza.
In particolare utilizzeremo la tecnica Transformational Breath che abbina
l’uso del respiro consapevole a quella della pratica del pensiero positivo-creativo.
10 CREDITI
LE ISCRIZIONI SARANNO ACCETTATE
FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI
Condotto da Marzia Righetti e Marco Lotti - Facilitatore di Transformational Breath
www.passidivita.it
INFO E ISCRIZIONI
Marzia 3471258172 [email protected] MARCO 3338318790
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Associazione Italiana Donatori Organi
Gruppo Comunale Sergio Piccinin Acqui Terme
COLLEGIO DI ALESSANDRIA
Infermieri Professionali Assistenti Sanitari Vigilatrici d’Infanzia
Corso di formazione su:
Trapianti e donazione d’organi:
una sfida culturale
1° Annuncio
Sede del corso: Acqui Terme
Obiettivi
I Codici Deontologici degli operatori sanitari prevedono una specifica funzione di “promozione
della cultura della donazione di organi, tessuti e cellule e fornire l’idonea informazione ai cittadini.”
Questo compito di natura culturale non è appannaggio esclusivo di un singolo operatore ma compete, con pari dignità, a tutti gli operatori sanitari.L’incontro, aperto a tutte le professioni sociosanitarie, intende fornire, con un linguaggio chiaro, semplice, basato sui dati di fatto, gli strumenti
fondamentali per assolvere efficacemente questo compito di promozione efficace della cultura della donazione.
DESTINATARI
Operatori socio-sanitari
PROGRAMMA:
­ prospettive per la medicina dei trapianti
­ Struttura e funzionamento della rete trapiantologica: il centro regionale trapianti
­ Protocolli e linee guida
­ La psicologia dei trapianti
­ I trapianti:
- rene
- fegato / pancreas
- cuore
- polmoni
­ Presentazione di casi
­ La cultura della donazione
crediti richiesti
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IPASVI COLLEGIO DI ALESSANDRIA
Assemblea Iscritti 12 febbraio ore 14,00 - 16,00
e
Corso di formazione su:
La persona alla fine della vita ore 8,00
Sede del Corso: Collegio IPASVI - Via Buonarroti, 16
Alessandria 12 febbraio
(orario 8,00 - 18,30)
PRONUNCIAMENTO
Federazione Nazionale dei Collegi Infermieri
Gli infermieri da sempre e quotidianamente accompagnano l’assistito “nell’evoluzione terminale della malattia” e le
persone a lui vicine “nel momento della perdita e della elaborazione del lutto” attraverso modalità relazionali, atteggiamenti e gesti che vogliono accogliere, ascoltare, assistere, comunicare, lenire.
L’8 novembre 2009, il Consiglio nazionale della Federazione dei Collegi Infermieri, riunitosi in una seduta aperta anche ai rappresentanti delle Associazioni infermieristiche italiane, dopo avere analizzato il testo della proposta di legge
sulle “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”, anche in ragione del patrimonio esperienziale costruito accompagnando i propri assistiti nell’evoluzione terminale
della malattia e nel fine vita, fasi che sono per tutti, assistiti e professionisti, ad alta intensità relazionale, emozionale e
spirituale
Contenuti
• Presentazione del corso
Dr. Salvatore Bellinceri
• Pronunciamento della Federazione IPASVI
Dr.ssa Carla Repetto
• La vita e il fine vita: tra bioetica e filosofia
Prof. Maurizio Mori
• I professionisti che lavorano nelle rianimazioni: alcune riflessioni
Dott. Giacomo Orlando
• Le professioni d'aiuto: tra doveri, deontologia e bioetica.
Dr. Francesco Casile
• Casi studio: riflessioni in piccoli gruppi
Moderatore:
Dr. Alessandro Cataldo
5 crediti
Corso riservato solo agli iscritti al Collegio IPASVI di Alessandria
­ Le iscrizioni si riceveranno fino alla copertura del numero massimo di posti disponibili.
Non è prevista quota di partecipazione
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COLLEGIO IPASVI
Provincia di Alessandria
Via Buonarroti, 16 - 15100 – ALESSANDRIA
Cod. Fisc. 80006900064 - e-mail [email protected]
CONVOCAZIONE ASSEMBLEA ANNUALE ORDINARIA
DEGLI ISCRITTI AL COLLEGIO IPASVI
In ottemperanza al DPR n. 221 del 5.4.1950 avrà luogo in prima convocazione l’11/02/2010 alle ore
23.30 presso la sede del Collegio. Per disposizione legislativa, l’Assemblea in prima convocazione
è valida solo se registra almeno un quarto degli iscritti.
Se non si raggiungerà tale percentuale, verrà tenuta in seconda convocazione il giorno:
VENERDI’ 12/02/2010 ore 14
presso la sede del collegio.
Ordine del Giorno:
1. Lettura ed approvazione verbali precedenti;
2. Relazione programmatica del Presidente;
3. Presentazione ed approvazione conto consuntivo 2009;
4. Presentazione ed approvazione bilancio preventivo 2010.
Il Collegio IPASVI realizza nella stessa giornata, con inizio alle ore 8, un Evento Formativo (5 crediti
ECM per i primi 40 iscritti) per i propri iscritti dal titolo: La persona alla fine della vita.
Contenuti: Pronunciamento della Federazione IPASVI Dr.ssa Carla Repetto; La vita e il fine vita: tra bioetica e filosofia Prof. Maurizio Mori; I professionisti che lavorano nelle rianimazioni: alcune riflessioni Dott.
Giacomo Orlando; Le professioni d’aiuto: tra doveri, deontologia e bioetica. Dr. Francesco Casile.
Casi studio: riflessioni in piccoli gruppi
Moderatore: Dr. Alessandro Cataldo
Ulteriori informazioni e la scheda di adesione li potete visionare e scaricare sul sito
www.ipasvialessandria.it.
Il Presidente Collegio IPASVI
Dr. Salvatore Bellinceri
Chi non potesse partecipare all’Assemblea può delegare un Collega servendosi del modulo qui in calce. Nessun iscritto può essere investito di più di due deleghe (art. 24, comma 3, del Regolamento).
DELEGA
Io sottoscritto ____________________________________________________________________
Delego l’iscritto/a _________________________________________________________________
A rappresentarmi nell’Assemblea Ordinaria 2010.
In fede
Lì, ___________________
Firma
____________________________
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Collegio IPASVI - Francesco della Volpe