Dott.Mario Bianchini Psicologo, Psicoterapeuta, Counselor Specializzato in Psicoterapia ad indirizzo Psicosomatico, Psiconcologia Mi sono formato presso l’Istituto RIZA di Milano soprattutto all’approccio psicosomatico. In particolare ricerco le correlazioni tra il mondo immaginario e di versi tipi di patologie psicosomatiche; dall’asma all’ulcera, dall’emicrania alla psoriasi. Lavoro a Rimini. ove conduco Psicoterapia ad indirizzo Psicoanalitico di scuola junghiana Training di Rilassamento secondo la Tecnica dell’Istituto RIZA (Distensione Immaginativa) Consulenze Psicologiche per singoli e coppie Presso l’Istituto RIZA sono accreditato come conduttore autorizzato per i Gruppi ☯ LA VIA DELL’AUTOSTIMA ☯LA RICERCA DEL TALENTO ☯L’ARTE DI COMUNICARE ☯ LA DIETA PSICOSOMATICA ☯LA MEDITAZIONE CORPOREA L’individuo, può anche affannarsi nell’aspirare alla perfezione, ma se vuole la completezza, deve ‘subire’ il contrario, per così dire, delle proprie intenzioni. C.G.Jung Lavoro e ricevo su appuntamento presso il mio studio Via Bissolati 16, Rimini. Telefono 0541/54445, cell.3488014950 e-mail [email protected], Studio di Psicologia e Psicoterapia Rimini Via Bissolati 16 Informazioni ed appuntamenti 054154445 3488014950 [email protected] DOTT.MARIO BIANCHINI PSICOLOGO, PSICOTERAPEUTA ALBO PSICOLOGI REGIONE EMILIA ROMAGNA N°1446 GLI ARTICOLI INFORMATIVI “Quando il dente si avvelena” aspetti psicologici del processo carioso (parte II) Terapeuta <<Ho visto che hai un disturbo ai denti dell’arcata superiore, che cosa ti è successo?>> Paziente <<Non mi è successo nulla, sono loro che hanno cominciato a cariarsi, prima i canini e poi gli incisivi. Allora sono andato dal dentista per farmeli curare; me li ha limati e poi rivestiti di argento per renderli più forti…in seguito avrebbe dovuto mettere quelli giusti, ma quando ho sentito la spesa che avrei dovuto sostenere e che mia moglie avrebbe dovuto pagare ho preferito lasciarli così>>. T <<Dunque l’hai fatto per tua moglie?>> P <<Non solo in verità, perché lei dice che con questa bocca faccio schifo e in fondo ci tiene che io me li curi>>. T <<Allora l’hai fatto per te?>> P Si, per me! Perché con questa bocca quando sorrido faccio paura alla gente…guarda non sembro un lupo che digrigna i denti? –stira le labbra in un ghigno veramente animalesco->> T <<Ma perché vuoi fare paura alla gente con i tuoi denti?>> P <<Perché così tutti mi lasciano tranquillo e se mi minacciano allora io posso morderli!>> E’ un uomo di mezza età a parlare; sposato con figli, da diverso tempo incapace di provvedere alla famiglia, tutta sulle spalle della moglie ormai alla soglie della disperazione. Una lunga storia matrimoniale fatta di difficoltà crescenti, iniziate con la nascita della figlia; poi l’abbandono del lavoro come Tecnico Elettronico e l’iscrizione ad una Facoltà Universitaria che però rimane un’intenzione pia e si trascina anch’essa tra problemi via via insormontabili e disturbi del comportamento sempre più evidenti, al limite del disturbo psicotico. Solo la decisione, finalmente, di curare una carie improvvisa e destruente sembra tamponare questa rovinosa discesa verso la malattia, la dissoluzione della famiglia ed un probabile ricovero. L’emergere del ghigno da lupo, grazie alla carie ed alla sua cura parziale, sembra per quest’uomo una possibile soluzione; ahimé sembra, perché intanto la sua condizione generale rimane grave e la famiglia in enorme difficoltà. L’ombra del lupo (Canis Lupus) Scrive Dominique Zahan (in “Societes d'initiation Bambara : Le N'Domo, Le Kore / - Paris ; Le Haye : Mouton, 1960) che i Bambara distinguono fra i denti tre gruppi con funzioni simboliche diverse: gli incisivi, i canini e i molari. <<Gli incisivi rappresentano la fama e la celebrità e, apparendo in primo piano quando le labbra si dischiudono per ridere, sono anche segno di gioia e si ritiene che conferiscano alla parola carattere di freschezza e di giovialità>>. I canini sono segno di lavoro, ma anche di accanimento e di odio. I molari, simbolo di protezione, sono segno di sopportazione e di perseveranza; si ritiene che le persone con molari forti siano tenaci e ostinate nelle parole.Certo il nostro uomo, che chiameremo Carlo per comodità, mai aveva letto nulla del significato dei denti presso questa popolazione africana tradizionale tra le più arcaiche esistenti; eppure è come se i suoi denti sapessero esattamente qualcosa di simile. La sua difficoltà inizia proprio con “La malattia generalizzata con guarigione” G.Canguilhem è reazione intenzione di ALTRI ARTICOLI DISPONIBILI ☯ PSICOSOMATICA, OGGI ☯ OLISMO ☯ RIDERE…È MEGLIO ☯ CIBO; IL GRANDE ANESTETICO ☯ IMMAGINI E BENESSERE l’impressione che la vita non gli dia abbastanza per quel che ritiene di meritare e l’iscrizione all’Università ha proprio il senso di soddisfare un grande desiderio di successo, di potenza. In tutta la sua storia si legge questo senso di una ingiustizia che lo perseguita, impedendogli di raccogliere quanto merita a causa di qualcuno o qualcosa sempre all’opera nell’ombra, contro di lui. Sembra di poter sentir suonare l’antico adagio che recita “Chi ha pane non ha denti!”, ad ammonire sull’ingiustizia della vita. E ora, con quella dentatura da lupo, Carlo sembra dire al mondo che dove non è riuscito con la tenacia, il lavoro (forse anche a causa di una vicenda infantile molto difficile e angosciosa) riuscirà con la paura ed il timore che ogni lupo sa incutere ad ognuno di noi mostrando dei canini lunghi e affilati. E’ come se il lavoro dei denti di afferrare, spezzettare, triturare il mondo per meglio digerirlo e poi più facilmente assimilarlo e trasformarlo in ciò di cui abbiamo bisogno, nella storia di Carlo, fosse stato improvvisamente “limitato” al lavoro degli incisivi e dei canini. Attraverso il sogno di una Laurea prestigiosa e autorevole, Carlo immagina giorni di gloria, di potere, di riscatto. La carie sembra quindi voler segnalare questo disponibilità e intenzione di Carlo di rifiutare quel lento lavorìo che la bocca compie quotidianamente, da millenni per permetterci di entrare in rapporto col mondo in maniera lenta, paziente, tenace. C’è, al suo posto, una feroce volontà di spezzare le cose, a brani e di farne “un sol boccone”, ricevendo in cambio di questa tendenza, il premio del tanto agognato riconoscimento sociale e affettivo. Amore, gloria, rispetto, per così dire, “brano a brano”. In natura “mostrare i denti, significa per l’animale in primo luogo minacciare chi gli stia di fronte. Così fa il mandrillo, abbassando gli angoli della bocca per mostrare i lunghi canini, così fanno la tigre ed il coccodrillo; così fanno anche il gatto e il cane di casa: i loro canini ☯ IL “GENIO” DELL’OBESITÀ ☯ TALENTO; LA SCINTILLA DELL’UNICITÀ ☯ RISORSE UMANE IN AZIENDA; QUALE GESTIONE? POTETE RICHIEDERE GLI ARTIICOLI ALL’INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA [email protected] sono certo meno aggressivi ma il rituale è il medesimo. Spesso al mostrare i denti si uniscono altri messaggi corporei: vi sono animali che si gonfiano, che aumentano il volume delle penne o dei peli, che rizzano aculei e creste. Molte altre bizzarre strutture, apparentemente non adattive, che comparivano sul corpo dei dinosauri nel Mesozoico (dunque in un era tra 180 e 60 milioni di anni fa), pare avessero funzioni esibizionistiche e rituali, di lotta e corteggiamento” (A.U.Caddeo RIZA Psicosomatica n°80, Ott 1987 <<I Denti; quando la carie annuncia il disagio psichico>> pag 30)”. E’ curioso, allora, notare quanto accadde a Carlo tempo prima dell’esordio della sua carie. Terapeuta << -osservando il fisico imponente di Carlo- Vedo che fa molti sports….atletica forse?>> Paziente << No, sollevamento pesi!>> T << Quando ha cominciato?>> P << Molti anni fa, quando facevo matematica, perché vede, non è vero che non facevo nulla allora…studiavo, mi occupavo della casa e al pomeriggio andavo in palestra, me lei, mia moglie, non mi ha mai capito>> T <<Come mai ha deciso di intraprendere un’attività sportiva così pesante come il sollevamento pesi?>> P <<Mah! Nono so, certo è che da quando ho iniziato a praticarla sono cresciuto di quasi venti chili e adesso mi sento più si curo del mio corpo>> In questa vicenda Carlo sembra mimare, attraverso la carie, il tentativo di affermarsi seguendo vie antiche, arcaiche; la minaccia, l’esibizione della forza, l’incutere timore, paura, rispetto. Una via antica come la materia di cui sono composti i denti. Ma questo arcaico predatore che in Carlo si rivela attraverso il suo sinistro ghigno sembra non aver possibilità di adattamento al di fuori della sua foresta; nella vita di oggi soffre ed ha bisogno di aiuto. Non è servito tentare la via dello studio, non quella dell’aumento di peso e di stazza; il Lupo che si mostra attraverso la dentatura argentata costituisce quindi l’estremo inconsapevole tentativo, da parte di Carlo, di costruirsi un’identità che regga, che sostenga l’angoscia di tutta una vita vissuta, in quanto maschio, con grandi difficoltà fin dall’infanzia. La mimesi; un’antica via di adattamento…in via di estinzione Quando attraverso un vestito alla moda, la macchina ultimo modello per prestazioni e finiture, la vacanza di grido o le amicizie che contano cerchiamo di mimetizzarci a nascondere le nostre fragilità, le difficoltà quotidiane, gli imbarazzi, le incapacità di esprimerci per timore di poter essere feriti, abbandonati, in realtà in tutti questi casi stiamo riesumando un arcaico meccanismo di difesa; la Mimesi. La natura ha dotato tantissime specie, al fine di consentire loro una maggiore probabilità di sopravvivenza, della capacità di mimetizzarsi nel proprio ambiente vitale. Insetti-stecco,, insetti-foglia, cavalli dal mantello simile alle rocce su cui si arrampicano, camaleonti capaci di prendere il colore del terreno o della pianta su cui si muovono, cacciano e vengono cacciati Lepre sulla neve Cavalli sulle rocce mondo la nostra presenza? Oggi, in questa società, come si dice, sempre più omologata, dove tutti ci assomigliamo sempre di più, avvolti da un globale processo di mimetizzazione collettiva (stesse abitudini, stessi cibi-spazzatura, stessi abiti, stessi hobby….), forse un modo residuo di percepire e valorizzare la nostra vita è proprio quello di rieducarci a dire le cose a modo nostro, con parole ed immagini nostre, con parole fuori dai denti forse a volte incomprensibili a molti, ma non a tutti e soprattutto chiare a noi stessi. Carlo, nella sua vicenda, sembrava aver deciso di abdicare a questa sua possibilità; aveva in qualche modo deciso di lasciare la parola al Lupo che lo divorava dall’interno, da tempo. Dopo un lavoro psicologico di una certa importanza, una cura farmacologica resasi necessaria per un certo periodo di tempo, Carlo e la moglie ripresero ad avere un rapporto più maturo e costruttivo per entrambi, certo utile soprattutto alla crescita della figlia. Presero assieme un negozio; il risultato primo fu che col denaro inizialmente guadagnato Carlo poté decidere di curare definitivamente i propri denti. Lasciò che il Lupo potesse tornare pian piano nell’Ombra dalla quale era emerso con i propri messaggi. Conclusioni Come detto nello scorso articolo, non abbiamo nessuna pretesa di dare ricette magiche contro la carie né sulle sue “cause” psicologiche (ammesso che esistano). Come detto è piuttosto sensato occuparsi di quale atteggiamento tenere durante le sedute al fine di aiutare il dentista ad ottenere il miglior risultato possibile per lui e per noi; e lo faremo in un prossimo opuscolo. Quello che si voleva mostrare è che le carie non sono tutte uguali, ma che ognuna può avere la propria storia, la propria evoluzione ed il proprio significato; a volte basta solo volerlo vedere ed ascoltare. In fondo ogni mattina mostriamo a noi stessi i denti ed il loro stato; possiamo allora, ogni tanto, chiederci a cosa ci fa assomigliare quella dentatura così rada o affollata, danneggiata nei molari o negli incisivi, ricostruita con ponti o dentiere più o meno provvisorie. Certo, forse questa auto-analisi non farà ricrescere la dentina, ma forse ci farà più consapevoli di quello che il nostro dente sta cercando di “dirci”. Mantide africana Così anche noi, ancora oggi, il più delle volte inconsapevolmente subendo l’intelligenza del corpo, “scegliamo” la via a noi più congeniale per segnalare al mondo la nostra presenza, la nostra sofferenza e la nostra feroce volontà di continuare a resistere, di vivere, di esistere. Al punto che anche nelle parole che usiamo, nelle frasi che utilizziamo per esprimerci (la funzione cui i denti partecipano più silenziosamente ma comunque in maniera decisiva) possono spesso essere un modo per mimetizzarci. La saggezza del dente Pane per i propri denti, la lingua batte dove il dente duole, battere i denti, il dente avvelenato, a denti stretti, chi ha pane non ha denti……ecc. Quanti modi di dire legati alla dentatura per esprimere forza o debolezza, fatalismo, acrimonia o risentimento, stizza o riluttanza, giustizia o ingiustizia. Non è forse anche questo un modo per paralare così come altri farebbero ma senza usare parole nostre? Eppure, alla fine del viaggio iniziato con un pezzo di pane, un filetto, un frutto succoso sta proprio la parola. Quel cibo, quel pezzo di mondo che abbiamo introdotto dentro di noi non aveva forse la funzione di poterci permettere di esistere al fine di esprimerci, di far conoscere al Diceva una simpatica pubblicità di una caramella svizzera: <<Se avete gotta mangiate nostra caramella; forse dopo voi ancora avete gotta a vostri piedi, ma almeno vostra gola meglio!!>> Come dargli torto!! Dott.Mario Bianchini