Glocale. Rivista molisana di storia e scienze sociali
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Antonio Ruggieri, Saverio Russo, Ilaria Zilli
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2-3
Economie
NOVEMBRE 2010 – MAGGIO 2011
Andreassi / Barba / Bellomo / Bindi / Chimisso / Cocozza / Corona /
Crisci / di Laura Frattura / Fanelli / Iarossi / Lombardi / Marracino /
Martelli / Massullo / Nardelli / Palmieri / Parisi / Pasquale /
Pasquetti / Pazzagli / Petrocelli /Presenza / Ruggieri / Zilli
In copertina:
Cristiano Carotti, Whales in the sky, acriclico, 150x120, 2007
© 2011 Glocale. Rivista molisana di storia e scienze sociali, Edizioni Il Bene Comune
Tutti i diritti riservati
Registrazione al Tribunale di Campobasso 5/2009 del 30 aprile 2009
/ 2-3 / 2011
Indice
11
Economie
IN ITALIA
21
Economia e conoscenza. Scuola e agricoltura nel Mezzogiorno a
cavallo dell’Unità
di Rossano Pazzagli
37
Fabbriche e territorio: il ruolo dell’industria edilizia nel Mezzogiorno
di Roberto Parisi
1.
2.
3.
4.
59
Produzione edilizia e paesaggi dell’industria
Prodromi edilizi della “questione meridionale”
Acque e cemento. Percorsi edilizi verso la modernizzazione assistita
L’edilizia “organizzata” per la costruzione totale del paesaggio e delle
comunità
Gli urbanisti, l’ambiente e la città. Tecnica e politica in Italia negli
ultimi quarant’anni del Novecento
di Gabriella Corona
1.
2.
3.
4.
La pianificazione contro le implicazioni distruttive del mercato
Il recupero dei centri storici
Urbanistica e austerità
La città come ecosistema
IN MOLISE
73
Questioni agricole
di Gino Massullo
1. Dalla ripresa settecentesca alla crisi agraria
2. Novecento
3. Oggi e domani: la questione agricola come questione glocale
5
/ 2-3 / 2011
91
L’industria alimentare
di Rosa Maria Fanelli
1.
2.
3.
4.
Il sistema agroalimentare molisano
Il tessuto produttivo del settore agricolo
Struttura, importanza e dinamiche dell’industria alimentare
La dimensione territoriale quale leva strategica di sviluppo dell’industria
alimentare
5. Una lettura di sintesi delle principali filiere a tipicità regionale
109
Alla ricerca di una vocazione industriale
di Ilaria Zilli
1. Premessa
2. Fra vincoli ambientali e vincoli culturali: pecore, grano ed emigranti
3. L’’industrializzazione assistita: i vantaggi del ritardatario?
125
La modernizzazione del Molise nel secondo dopoguerra attraverso i
documenti della Svimez
di Ilenia Pasquetti
1. La realtà socio-economica del Molise negli anni cinquanta
2. L’industrializzazione guidata
3. Alcuni considerazioni in merito al piano di sviluppo
143
I primi passi del turismo molisano: l’epoca fascista
di Marinangela Bellomo
1.
2.
3.
4.
167
Primi intenti
Nuovi progetti di sviluppo turistico negli anni trenta
La propaganda nella promozione territoriale
Qualche riflessione finale
Il turismo. Volano per lo sviluppo locale
di Angelo Presenza
1.
2.
3.
4.
5.
6
Competitività: tutto parte da qui
Destination building: impianto teorico di riferimento
Le condizioni di competitività per la destinazione turistica
Pisu di Termoli: un esperimento di sviluppo turistico su base co-evolutiva
Conclusioni
Indice
185
Rompere l’isolamento: la rete dei trasporti fra Otto e Novecento
di Maria Iarossi
1. Una visione d’insieme
2. Tra pubblico e privato: la strada comunale obbligatoria di Castelverrino
203
Vendere patrimoni, consumare luoghi
di Letizia Bindi
213
Il Molise: condizione economico-sociale e prospettive di sviluppo
territoriale
di Paolo di Laura Frattura
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Lo scenario economico
Il mercato del lavoro
Istruzione e formazione
Formazione, ricerca e sviluppo e innovazione
Il sistema imprenditoriale
Sistema delle infrastrutture
Scenari di sviluppo
Conclusioni
IERI, OGGI E DOMANI
233
Il Molise e “la cura” della crisi
Tavola rotonda con Giovanni Cannata, Gianfranco De Gregorio, Franco Di Nucci,
Norberto Lombardi, Erminia Mignelli, Gianfranco Vitagliano, Ilaria Zilli
a cura di Antonio Ruggieri
OSSERVATORIO DEMOGRAFICO
269
La popolazione molisana in età lavorativa: quale futuro?
di Massimiliano Crisci
1. Tendenze recenti dell’occupazione molisana: alcuni cenni
2. La popolazione in età lavorativa: invecchiamento dei lavoratori autoctoni
e inserimento dei migranti stranieri
3. Le migrazioni temporanee dei giovani molisani
4. L’evoluzione futura delle forze di lavoro: invecchiamento e flessione
7
/ 2-3 / 2011
STUDI E RICERCHE
279
Critica dell’ “Isola felice”. Il percorso carsico di «Proposte» nella
modernizzazione molisana
di Norberto Lombardi
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
315
Un osservatorio sulla transizione
Lettera dalla provincia
Ultima generazione
«Proposte Molisane» e la crisi della società regionale
Vita di contadini
«Molise», il confronto sul cambiamento regionale
Le nuove «Proposte Molisane»
Una diversa modernizzazione
Il Molise dopo la crisi del modello di sviluppo degli anni settanta
di Edilio Petrocelli
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
329
Alcuni settori da rivisitare e riprogrammare
L’identità regionale come autoritratto
Le indagini e le proposte degli anni sessanta
Le scelte programmatiche dopo l’istituzione dell’Ente Regione
Gli anni del cambiamento e della congiuntura economica
Le infrastrutture europee e i nuovi assetti interregionali
Il “complesso” della popolazione e la rottura dei confini territoriali
Venticinque anni di narrativa
di Sebastiano Martelli
351
Commercianti di bestiame e agricoltori: note sugli zingari in Molise
tra Sette e Ottocento
di Valeria Cocozza
INTERVISTE
367
Il caso de La Molisana: conversazione con l’ing. Carlone
di Maddalena Chimisso
373
Quale turismo? Il caso della Piana dei mulini
di Camillo Marracino
387
Percorsi di internazionalizzazione: il caso Oleifici Colavita s.p.a.
di Andrea Quintiliani
8
Indice
DIDATTICA
395
L’Atlante delle Storie. Intervista ad Antonio Brusa sul suo nuovo
manuale di storia per la scuola secondaria di II grado
di Selene Barba
399
Le mani in pasta: mulini e pastifici nella storia del Molise
di Rossella Andreassi e Gianna Pasquale
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Premessa
Scheda descrittiva
Finalità, obiettivi e scelte di contenuto
Strumenti e materiali utilizzati
Attività proposte: fase di apprendimento
Laboratori
STORIOGRAFICA
411
Percorsi di storia del libro: l’Abruzzo nell’Ottocento. A proposito di
un recente lavoro di Luigi Ponziani
di Giorgio Palmieri
1. Fra luci e ombre: il panorama nazionale
2. L’Abruzzo tipografico
3. Le ricerche sull’Ottocento di Luigi Ponziani
MOLISANA
427
La Società operaia di San Martino in Pensilis
Antonello Nardelli legge Michele Mancini
431
Abstracts
441
Gli autori di questo numero
9
/ 2-3 / 2011 / Didattica
Le mani in pasta: mulini e pastifici nella storia del Molise
di Rossella Andreassi e Gianna Pasquale
1. Premessa
L’età contemporanea è oggi comunemente riconosciuta come epoca della
globalizzazione, che racchiude in sé molti aspetti problematici tra i quali
quello di un nuovo riconoscimento identitario che deve però fare i conti con
una cultura globalizzata, appunto, e spesso omologante.
Contro questo pericolo, a nostro avviso, è possibile fare appello alla
recente legislazione italiana riguardante i beni culturali e ambientali. Come
viene chiaramente espresso dalla definizione presente nel Codice dei beni
culturali e del paesaggio, questi beni sono tali in quanto «testimonianze
aventi valore di civiltà»1, in altri termini, esiste un valore insito nel bene che
è rappresentato dalla sua «funzione sociale», in quanto «fattore di sviluppo
intellettuale della collettività e come elemento storico attorno a cui si definisce l’identità delle collettività locali»2. In questa stessa direzione, si possono
menzionare le ultime convenzioni dell’Unesco3 secondo le quali i beni culturali e paesaggistici rappresentano un prezioso patrimonio mondiale e, contemporaneamente, hanno un’importanza educativa per le comunità locali: in
quanto espressione delle specifiche identità territoriali, questo patrimonio
contribuisce a creare la consapevolezza dell’identità storico-culturale delle
1
Cfr. d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 - Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi
dell’art.10 della l. 6 luglio 2002, n. 137 (3) (4); per la definizione di bene culturale, si rimanda all’art. 2.
2
Giovanni Pitruzzella, Articolo 2. Patrimonio storico, artistico, demo-etno-antropologico,
archeologico, archivistico, librario, in Marco Cammelli (a cura di), La nuova disciplina dei
beni culturali e ambientali. Testo Unico approvato con decreto legislativo 29 ottobre 1999, n.
490, Il Mulino, Bologna 2000, p. 32-33.
3
Si fa riferimento alle convenzioni dell’Unesco sulla Salvaguardia per il Patrimonio Culturale Immateriale, del 17 ottobre 2003, e sulla Protezione e la Promozione della Diversità delle
Espressioni Culturali, del 20 ottobre 2005. A riguardo si rimanda al sito istituzionale:
http://www.unesco.beniculturali.it/index.php?it/55/altre-convenzioni-unesco, consultazione del 1
febbraio 2011.
399
/ 2-3 / 2011 / Didattica
stesse comunità locali, permettendo poi di guardare verso le realtà altre con
un’attenzione e una consapevolezza maggiore.
Il Molise è una regione per definizione “ruralissima”4 poiché, nella storia, è
stata caratterizzata in larga misura dalla produzione agricola di cereali e, solo
in misura minore, di legumi, olio, vino e frutta5. I cereali, dunque, e il grano in
primo luogo, hanno rappresentato per secoli il prodotto più coltivato che ha
fortemente disegnato i tratti del paesaggio molisano. Le colture cerealicole
hanno scandito la vita dei contadini e hanno fatto da pretesto e sfondo ad un
inestimabile patrimonio, materiale e immateriale (quali utensili, riti, feste, canti, etc.), che merita di essere conosciuto e salvaguardato. Per giunta, i cereali
hanno per lungo tempo rappresentato la merce di scambio privilegiata nei
mercati e nelle fiere e persino nelle esportazioni fuori regione, vantando una
posizione di spicco nelle dinamiche economiche della regione.
Non bisogna, tuttavia, dimenticare né sottovalutare, le attività di lavorazione di questa materia prima, ossia l’attività molitoria e l’arte della pastificazione.
«Il nome stesso di Molise, che alcuni fanno risalire a Molenses, ovvero al
plurale del termine mola (macina), sembra richiamare il ruolo determinante
dell’industria molitoria nell’economia locale e, quindi, suggerisce una connessa capillare presenza di mulini su tutto il territorio»6.
Se questo è stato ampiamente attestato e ricostruito di recente da Ilaria Zilli7,
è proprio la studiosa a sottolineare l’ancora scarsa conoscenza e le gravi condizioni di abbandono in cui versano oggi gli antichi mulini, ma anche centrali
idroelettriche, fornaci, ramiere e tutto ciò che rappresenta un importante patrimonio di archeologia industriale8, in quanto preziosa memoria tangibile del
lavoro, quest’ultimo inteso, di per sé, come «bene culturale»9.
Infine, di grande rilievo storico-economico per il Molise, oltre che di valore
culturale, risulta la pasta, alimento primario della cucina italiana, anticamente
fatta a mano, che ancora oggi costituisce uno dei settori più importanti per
l’industria locale anche per le esportazioni all’estero del prodotto molisano.
4
Cfr. Ilaria Zilli Il patrimonio archeologico-industriale in Id. (a cura di), Atlante delle emergenze culturali del Molise. Risultati, riflessioni e implicazioni di un primo censimento, (in
corso di pubblicazione), p. 50.
5
Cfr. Maria Iarossi, Mercato e commercio fra Otto e Novecento, in Gino Massullo (a cura
di), Storia del Molise in età contemporanea, Donzelli, Roma 2006, pp. 147-184.
6
Cfr. Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza archivistica per il Molise,
Nascita e sviluppo dell’industria idroelettrica, Mostra documentaria e fotografica, Tip.
L’Economica, Campobasso 2002, p. 24.
7
Cfr. Ilaria Zilli, L’economia nell’Ottocento, in G. Massullo Storia del Molise in età contemporanea, cit., pp. 99-146.
8
Cfr. Id., Il patrimonio archeologico-industriale, cit., p. 51.
9
Cfr. Roberto Parisi, Architetture e paesaggi del lavoro in Molise, in Id. (a cura di) Paesaggio del
lavoro in Molise, Itinerari culturali tra storia e valorizzazione, Aracne, Roma 2009, pp. 13-62.
400
Andreassi, Pasquale, Le mani in pasta: mulini e pastifici nella storia del Molise
Questi, dunque, gli aspetti del mondo contadino e produttivo molisano che si è
deciso di trattare e approfondire mediante il percorso laboratoriale progettato.
Tale percorso consentirà di fare un viaggio nella storia del Molise, al fine di conoscere, per tappe, prima il grano, poi la farina e le tecniche di macinazione, ed
infine la pasta e le sue diverse fasi di lavorazione; un processo di conoscenza
che diventa carico di valore perché vuole contribuire a sviluppare, negli alunni
delle scuole molisane, una maggiore consapevolezza dell’identità storicoculturale locale, mediante il recupero delle tradizioni e anche attraverso il coinvolgimento diretto della comunità; quest’ultima farà da tramite per la trasmissione diretta di conoscenze e valori culturali tradizionali.
Va, infine, aggiunto che le attività laboratoriali, al momento, sono state solo
progettate e non sono ancora state sperimentate. Pertanto, quanto di seguito
esposto costituisce una proposta didattica, per le scuole primarie e secondarie
di primo grado del Molise che, mediante attività interattive e laboratoriali,
permetterà agli alunni di essere i veri protagonisti di questo viaggio nella storia
e di sperimentare, in prima persona, il valore e la ricchezza della produzione e
della tradizione molisana.
2. Scheda descrittiva
Scuola: Primarie e Secondarie di primo Grado del Molise
Destinatari: alunni delle classi quarta e quinta della scuola Primaria e delle
classi prima e seconda della Scuola secondaria di primo Grado.
Tempi: il laboratorio è suddiviso in 5 attività didattiche – da svolgere in
qualsiasi periodo dell’anno scolastico – ciascuna delle quali richiede 4 ore.
Sono previste 3 attività in classe e 2 visite guidate, per un totale di 20 ore,
per ogni classe.
Titolo: LE MANI IN PASTA: MULINI E PASTIFICI NELLA STORIA
DEL MOLISE
Sintesi del progetto
Il progetto è incentrato sulla storia dei mulini e dei pastifici molisani, dalla seconda metà dell’Ottocento ad oggi, e si articola in cinque momenti o fasi: a partire dall’acquisizione di fonti antiche – opportunamente rielaborate dall’insegnate – gli alunni ricostruiranno la storia di Antonio, pastaio campobassano, e
della sua famiglia. Tale storia farà da sfondo alle fasi successive del percorso
laboratoriale che prevede l’acquisizione di conoscenze teorico-pratiche e competenze relative alla tradizione storico-produttiva e culturale della coltivazione
del grano, della lavorazione della farina e della pasta in Molise.
Parole chiave per definire il progetto: colture cerealicole, attività molitoria,
processo produttivo della pasta, storia locale, economia cerealicola molisana
dell’Ottocento e Novecento, recupero della memoria contadina.
401
/ 2-3 / 2011 / Didattica
Quadro di riferimento e motivazioni
Le linee di riferimento (legislative e storico-culturali), entro cui si muovono
le attività laboratoriali, nonché le motivazioni che hanno ispirato la loro progettazione, sono state ampiamente esposte nella Premessa a cui si rimanda.
3. Finalità, obiettivi e scelte di contenuto
3.1 Finalità
Le attività laboratoriali proposte sono state ideate con l’obiettivo di creare un
percorso in cui gli alunni contribuiscono in modo diretto alla costruzione delle
loro conoscenze e competenze. Più precisamente, si tratta di un processo attraverso il quale gli alunni acquisiranno conoscenze teorico-pratiche relative alla coltivazione del grano, la macinazione della farina e la produzione della pasta e soprattutto saranno stimolati alla riflessione sul valore della tradizione locale in ambito sia economico-produttivo sia culturale. In questa prospettiva, i ragazzi impareranno ad interrogare i documenti storici e a ricavare da essi le informazioni volute; inoltre, nell’incontro diretto con persone della comunità locale (persona anziane o eventuali accompagnatori nelle visite guidate) dovranno saper opportunamente interagire con esse. Tutto ciò contribuirà a sviluppare la conoscenza
dell’identità storico-culturale del Molise, ma anche ad elaborare una coscienza
volta a salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale locale.
3.2 Obiettivi di competenza
- apprendere le tecniche e le tradizioni storico-produttive del grano, della
farina e della pasta nel Molise;
- stabilire nessi concettuali tra il passato e il presente;
- saper interrogare più tipologie di fonti storiche;
- acquisire capacità manuali nella lavorazione della pasta;
- sapersi orientare nello spazio;
- sviluppare spirito di osservazione;
- potenziare capacità di descrizione, di sintesi, di rielaborazione ed anche
di esprimere di giudizi personali;
- imparare a rispettare le regole e l’opinione dei compagni;
- incentivare lo spirito di collaborazione e la socializzazione all’interno
della classe.
3.3 Scelte di contenuto
Vita contadina; fasi e utensili per la coltivazione del grano (tecniche, unità di
misura, tipologia di cereali, ma anche feste e riti legati al ciclo della terra); e-
402
Andreassi, Pasquale, Le mani in pasta: mulini e pastifici nella storia del Molise
conomia e società agricola del Molise tra Otto e Novecento (con riferimenti,
per le classi di grado superiore, al circuito di fiere e mercati, alle tasse sul macinato e alle forme di credito); processo di macinazione del grano, con approfondimenti sui macchinari dei mulini ad acqua e la successiva introduzione
delle centrali idroelettriche; fasi della produzione della pasta; il lento processo
di automazione delle macchine produttive; l’importanza di preservare il patrimonio di archeologia industriale; il valore della tradizione dell’arte molitoria e
della pastificazione e il ruolo, ancora oggi rilevante, di quest’ultimo settore
produttivo per l’economia locale.
L’uso della metodologia laboratoriale consente di stimolare non solo meccanismi di apprendimento efficaci, ma anche l’interesse dei ragazzi stessi a
partecipare direttamente alle attività proposte. Essi si accosteranno in prima
persona ai testi e documenti storici, per analizzarli e interpretarli con l’ausilio
dell’insegnante. I sopralluoghi previsti, inoltre, permetteranno anche di fare
esperienze pratiche di luoghi poco noti e di raccordarle con le conoscenze teoriche precedentemente acquisite. Questi i presupposti basilari per le fasi laboratoriali, ciascuna delle quali sarà principalmente incentrata su una delle specifiche metodologie di seguito elencate:
- laboratorio storico con archivio simulato10;
- laboratorio manuale;
- visite guidate;
- lavori di gruppo.
4. Strumenti e materiali utilizzati
Il laboratorio prevede diverse tipologie di materiali: verranno proposti utensili, prodotti agroalimentari (cereali, farina e pasta), e tradizioni legate alla vita
contadina (canti, testimonianze di feste o mercati, etc.), ma saranno adottati
anche documenti e fotografie d’archivio, opportunamente rielaborati per fini
didattici. Alcuni di questi sono stati selezionati dal fondo della Camera di
commercio dell’Archivio di Stato di Campobasso (ASCB) e dal fondo dell’Archivio Storico Comunale di Larino (ASCL): si tratta della “Licenza per
l’esercizio della macinazione”, rilasciata dalla Camera di commercio di Cam10
L’archivio simulato è una metodologia laboratoriale messa a punto per l’acquisizione, da
parte degli alunni, in una situazione simulata, del metodo di lavoro adottato normalmente dagli storici: attraverso quattro fasi (lettura, interrogazione, interpretazione, scrittura), gli alunni
imparano ad analizzare una fonte storica, all’interno di un percorso di simulazione preconfezionato dal docente che ha preventivamente selezionato il materiale storico per il laboratorio. Per approfondimenti, si veda Luciana Bresil, Antonio Brusa, Laboratorio 1,2,3, Bruno
Mondadori, Milano 1994-95.
403
/ 2-3 / 2011 / Didattica
pobasso nel 1973 ed anche del “Contratto di appalto dell’illuminazione elettrica della Città di Larino”, concessa alla ditta dei fratelli Battista, proprietari di
mulino, pastificio e centrale idroelettrica. Altri materiali, quali ad esempio
piantine o elenchi, sono stati ideati o rivisitati alla luce di alcuni testi di approfondimento per gli insegnanti (si veda la bibliografia per l’insegnante). Di particolare rilievo sono la Reintegra dei tratturi, cartografia sulla quale sono dislocati numerosi mulini molisani, nonché le Inchieste Jacini e Jarach che riportano le tipologie di cereali coltivati e l’alimentazione dei contadini molisani
negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento. Tutte le fonti storiche (reali o
rivisitate) serviranno per l’archivio storico simulato e saranno distribuiti agli
alunni che li utilizzeranno nel corso dei successivi laboratori.
Per quanto riguarda, invece le visite guidate, gli alunni saranno dotati di
due distinti Diari di Campo, rispettivamente per la visita al mulino e al pastificio, anch’essi creati sulla base delle informazioni acquisite nella bibliografia per l’insegnante11.
11
Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola, V. 12.,
fasc. 2., relazione del Commissario Barone Giuseppe Andrea Angeloni, deputato al Parlamento, sulla Quarta Circoscrizione (Provincie di Foggia, Bari, Lecce, L’Aquila, Chieti, Teramo e
Campobasso), Forzani e C., Roma 1885.
Archivio storico comunale di Larino (ASCL), b. 219, fasc. 706, in particolare “Contratto di
appalto dell’illuminazione elettrica della Città di Larino”.
Archivio di Stato di Campobasso (ASCB), Camera di commercio I e II, b. 41, fasc. 896, in
particolare “Licenza per l’esercizio della macinazione”.
ASCB, Intendenza di Finanza, sezione Danni di Guerra.
Maddalena Chimisso, La tradizione dei pastai, in Renato Lalli, Norberto Lombardi, G.
Palmieri (a cura di), Campobasso capoluogo del Molise, Palladino Editore, Campobasso
2008, pp. 385-404.
Pasquale Di Cicco, Il Molise e la Transumanza, documenti dell’archivio di Stato di Foggia
(secoli XVI-XX), Cosmo Iannone Editore, Isernia 1997.
Maria Iarossi, Mercato e commercio fra Otto e Novecento, in G. Massullo (a cura di), Storia
del Molise in età contemporanea, cit., pp. 147-184.
Cesare Jarach, Relazione del delegato tecnico, in Inchiesta parlamentare sulle condizioni
dei contadini nelle provincie meridionali e nella Sicilia, II, Abruzzi e Molise, tomo I, Tipografia di Giovanni Bertero e C., Roma 1909;
Gino Massullo, Dalla periferia alla periferia. L’economia nel Novecento, in Id. (a cura di)
Storia del Molise in età contemporanea, cit., pp. 459-509;
Ministero dei beni e le Attività culturali, Soprintendenza archivistica per il Molise, Nascita
e sviluppo dell’industria idroelettrica, cit.
Roberto Parisi (a cura di), Paesaggio del lavoro in Molise, Itinerari culturali tra storia e valorizzazione, Aracne, Roma 2009.
Roberto Parisi, Ilaria Zilli (a cura di), Il patrimonio archeologico-industriale del Molise,
CRACE, Terni 2010 (in corso di pubblicazione).
Rossano Pazzagli, Dalla terra alla tavola. Il patrimonio agroalimentare del Molise tra storia e
turismo in Ilaria Zilli (a cura di), Atlante delle emergenze culturali del Molise. Risultati, riflessioni e
implicazioni di un primo censimento, Palladino Editore, Campobasso (in corso di pubblicazione).
404
Andreassi, Pasquale, Le mani in pasta: mulini e pastifici nella storia del Molise
5. Attività proposte: fase di apprendimento
Il percorso laboratoriale si sviluppa a partire da un preciso espediente didattico, ossia, dalla storia, appositamente ideata e liberamente ispirata a fonti
e documenti d’archivio, di un proprietario di un pastificio di Campobasso di
nome Antonio. La vicenda, ambientata agli inizi del Novecento, sarà ricostruita dagli alunni stessi, mediante l’acquisizione di foto d’epoca e documenti antichi in possesso degli eredi di Antonio. I ragazzi, saranno inoltre
chiamati a fare un viaggio a ritroso nel tempo, nel tentativo di recuperare la
memoria della famiglia di Antonio che vanta una solida tradizione nell’arte
molitoria e della pastificazione. Attraverso questo espediente, nelle attività
successive gli alunni approfondiranno diversi aspetti della storia, ‘toccheranno con mano’ i prodotti agricoli (cereali e grano) e conosceranno i metodi
per la lavorazione manuale o industriale della farina e della pasta (processi
produttivi, nonché i macchinari utilizzati).
6. Laboratori
6.1 Laboratorio introduttivo
Verrà proposto agli alunni un archivio simulato, costituito da documenti
storici, foto d’epoca, cartografie, piantine, etc. Mediante l’interpretazioni di
tali fonti, gli alunni, guidati dall’insegnante, saranno in grado di ricostruire la
storia di Antonio. Una volta compresa, gli alunni proverranno a rielaborarla
e riassumerla mediante lavoro di gruppo.
Per utilità dell’insegnante viene di seguito proposta una breve sintesi della
storia: essa rappresenta una trama intorno alla quale è possibile ipotizzare
variazioni a seconda della creatività del docente.
Edilio Petrocelli (a cura di), La civiltà della transumanza, Storia, cultura e valorizzazione
dei tratturi e del mondo pastorale in Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata, Cosmo
Iannone Editore, Isernia 1999.
Ilaria Zilli, Il patrimonio archeologico-industriale in Id. (a cura di), Atlante delle emergenze
culturali del Molise, cit.
Id., L’economia nell’Ottocento, in G. Massullo (a cura di), Storia del Molise in età contemporanea, cit., pp. 99-146.
Id., L’industria in campagna. Per un itinerario del patrimonio industriale nelle aree rurali
in R. Parisi, Il patrimonio archeologico-industriale del Molise, cit.
Id., Percorsi economici e identità locale dal Settecento a oggi, «Glocale. Rivista molisana
di storia e scienze sociali», 2010, 1, pp. 135-151.
405
/ 2-3 / 2011 / Didattica
La Storia di Antonio, pastaio di antica tradizione
La vicenda ha inizio con il ritrovamento di documenti e fotografie da parte di Giovanni e Pietro, figli dell’ormai anziano pastaio Antonio. Attraverso il racconto del
padre, Giovanni e Pietro e gli alunni con loro, ricostruiranno la storia di vita di Antonio e le antiche tecniche di produzione della pasta che egli imparò da suo nonno.
Fu, infatti, il nonno di Antonio, nato e vissuto a Larino, tra la fine del XIX secolo e i
primi decenni del XX secolo, il primo della famiglia a possedere un mulino ad acqua, di modeste dimensioni, che consentiva la macinazione di cereali e che col
tempo fu anche adibito alla lavorazione della pasta. A seguito delle devastazioni dei
campi agricoli e la crisi economico-produttiva, all’indomani della Prima Guerra
Mondiale, ma soprattutto a causa della concorrenza del mulino e pastificio dei fratelli Battista, che nel 1900 costruirono una centrale idroelettrica sul fiume Biferno –
divenendo l’unico vero pastificio industriale dell’epoca –, il nonno di Antonio fu
costretto a cessare la sua attività e vendere i locali del mulino e pastificio. Questo
triste epilogo costrinse lo zio di Antonio ad emigrare in America e il padre, Fernando, a trasferirsi, insieme alla famiglia, a Campobasso, per trovare lavoro presso uno
dei pastifici più produttivi della città. Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale, i pastifici di Campobasso vennero distrutti dai bombardamenti, compreso quello
dove lavorava Fernando. Eppure da questo episodio nefasto, nacque la fortuna di
Antonio che, insieme al padre, nel 1944 acquistò il pastificio in rovina ad un prezzo
irrisorio e lentamente, prima mediante il recupero di macchinari fuori uso, poi con
l’acquisto di nuovi macchinari, riuscì a riprendere la produzione della pasta che fu 3
volte superiore a quella precedente alla guerra. Nel 1951, i macchinari vennero trasferiti in un nuovo fabbricato appositamente edificato e con grandi sacrifici economici da parte della famiglia di Antonio. Con gli anni vennero poi gradualmente introdotti le prime impastatrici, trafilatrici e presse automatiche che aumentarono notevolmente la produzione di pasta la quale venne esportata non solo fuori dal Molise, ma anche all’estero. Ancora oggi, i figli di Antonio, Giovanni e Pietro, proseguono l’attività paterna, utilizzando macchinari ormai automatizzati; fino al momento del ritrovamento di quegli antichi documenti, essi avevano quasi dimenticato
le origini della loro azienda e ignorato le antiche tecniche di produzione. Erano
troppo impegnati a portare avanti la produzione, ad incrementarla e a far fronte ai
momenti di grave crisi che pure l’azienda ha avuto in diversi periodi. Senza dubbio
il momento più difficile che l’azienda dovette superare fu la fine degli anni sessanta,
quando fu approvato il Piano regolatore del Comune di Campobasso nel quale si
stabilì che tutti i pastifici della città si sarebbero dovuti trasferire nella nascente zona
industriale e che avrebbero dovuto realizzare la conversione della produzione da artigianale a industriale. Ancora è vivo il ricordo di Giovanni e Pietro, ma soprattutto
di Antonio; egli ha assistito alla chiusura di molti pastifici della città che non avevano sufficienti capitali per affrontare tale cambiamento, con la profonda preoccupazione che anche a lui sarebbe potuto accadere di vivere il dramma del fallimento,
finendo, così, per ripetere la stessa triste storia di suo nonno. Fortunatamente, Antonio e i suoi figli riuscirono a far fronte anche a questa crisi e ad oggi la loro azienda,
una dei migliori esempi dell’industria locale, continua l’esportazione della pasta
molisana in Italia e all’estero12.
12
Questa vicenda è stata in gran parte ideata alla luce delle notizie riportate nei contributi di
Maddalena Chimisso, La tradizione dei pastai, cit., e I. Zilli, L’economia nell’Ottocento, cit.
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Andreassi, Pasquale, Le mani in pasta: mulini e pastifici nella storia del Molise
6.2 Laboratorio pratico
Dopo il primo laboratorio introduttivo, gli alunni sperimenteranno concretamente la lavorazione del grano, della farina e della pasta, secondo la teoria delle
hands-on (che in questo caso è traducibile liberamente “le mani in pasta”). In
primo luogo, verranno mostrate le molteplici varietà dei cereali (frumento,
granturco, riso, segale, orzo, avena, farro, miglio, etc.). A partire da ciò, saranno approfonditi diversi aspetti della vita contadina: gli strumenti di lavoro della
terra utilizzati per coltivare il grano, le tecniche di coltivazione (in primo luogo
la rotazione), le procedure per la raccolta del grano (mietitura, trebbiatura e
spulatura), nonché le tradizioni popolari (riti, feste, canzoni, costumi legati al
mondo contadino e alla raccolta del grano). Per gli alunni più grandi è previsto
anche un ulteriore approfondimento sull’unità di misura adottata per i cereali,
sul sistema economico che ruotava intorno alla vendita di tali beni (il circuito di
mercati e fiere, nonché le esportazioni fuori dal Molise del grano prodotto).
Dopo il momento legato alla coltura cerealicoltura, si passerà alla spiegazione e sperimentazione, in misura ridotta, della macinazione artigianale della farina, all’esposizione e utilizzo di diverse tipologie di farina.
Si giungerà, infine, alla produzione manuale della pasta. In questa fase, è
vivamente consigliato il coinvolgimento di familiari degli alunni che conoscono tecniche di lavorazione del grano, della farina o della pasta ed eventuali semplici ricette popolari con il grano.
6.3 Visita ad un mulino in disuso
I ragazzi saranno condotti alla visita di un mulino che ha cessato la sua attività molitoria da almeno cinquant’anni o che conserva gli antichi macchinari13. Essi avranno in dotazione un Diario di Campo che sarà approntato
dall’insegnante e che accompagnerà gli alunni per tutto il percorso esplorativo e conoscitivo. Il Diario dovrà contenere:
- Premessa storica, con documenti, fotografie, piantine analizzati nel primo
laboratorio;
- Prima Parte, dedicata all’esplorazione percettiva e osservazione sul campo dei ragazzi, che sarà compilata durante la visita;
- Seconda Parte, di illustrazione e spiegazione del mulino, come impianto
che trasforma l’acqua in forza motrice in grado di muovere la macina
13
I mulini sono distribuiti su tutto il territorio regionale, pertanto, è solo per fare qualche
nome che si segnalano i mulini Ferrante (Castellino del Biferno), Corona (Baranello), ed anche il già menzionato mulino e pastificio Battista (Larino).
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/ 2-3 / 2011 / Didattica
(mola) per lo sfarinamento dei cereali. I ragazzi potranno anche fotografare i macchinari ormai inattivi.
- Terza parte, riservata alle riflessioni degli alunni, da completare dopo la
visita, che consenta soprattutto di sottolineare il valore e l’importanza
della conservazione di tale patrimonio industriale.
6.4 Visita ad un pastificio
Questa attività prevede la visita ad un pastificio di Campobasso14 nel quale
gli alunni saranno guidati da un altro Dario di Campo. La struttura, analoga
a quella del Diario per la visita al mulino, sarà composto da:
- Premessa storica, con altre fonti storiche analizzate nel primo laboratorio;
- Prima Parte, concernente l’osservazione sul campo e l’esperienza percettiva dei ragazzi, che verrà compilata durante la visita;
- Seconda Parte, che descriva le diverse fasi, in sequenza, della lavorazione
della pasta (impastatura, gramolazione, raffinazione, formatura, essiccazione) e della sua distribuzione. Al riguardo è possibile ideare un diagramma di flusso, disegni o fotografie dei macchinari di produzione.
- Terza parte, riservata alle riflessioni degli alunni, da redigere dopo la visita, che metta in risalto l’importanza, ancora oggi, della produzione della
pasta per l’economia locale.
6.5 Laboratorio creativo
Al termine del percorso didattico, è prevista la realizzazione di un opuscolo
divulgativo sulla storia dei mulini e pastifici molisani. I ragazzi saranno divisi in gruppi ognuno dei quali si dedicherà all’approfondimento di uno degli
argomenti affrontati nelle attività precedenti e che andranno a costituire parti
dell’opuscolo, il quale verrà alla fine assemblato e possibilmente distribuito
alla scuola. È auspicabile che l’opuscolo venga personalizzato a seconda degli interessi maturati dagli alunni e dalla disponibilità dei docenti coinvolti.
Valutazione
Verifiche in itinere:
- Lavori di gruppo per la rielaborazione della storia iniziale e per la realizzazione dell’opuscolo, alla fine delle attività;
14
Si suggerisce la visita ad uno dei seguenti pastifici: Carlone, Colavita, Ferrante, Fontana
Vecchia, Guacci, Martino.
408
Andreassi, Pasquale, Le mani in pasta: mulini e pastifici nella storia del Molise
- Compilazione dei Diari di Campo durante le visite guidate;
- Allestimento della Mostra (si veda oltre).
Verifiche sommative:
A conclusione delle attività, verrà somministrato ai ragazzi un questionario
semi strutturato, con campi aperti e chiusi.
Risultati attesi:
- Sviluppare la partecipazione attiva degli alunni nel processo di acquisizione di conoscenze e competenze teorico-partiche;
- Suscitare interesse e potenziare capacità nell’interrogare le fonti antiche,
alla luce delle quali ricostruire i processi storici;
- Incentivare lo spirito critico e la consapevolezza del valore della tradizione per la costruzione dell’identità locale;
- Stimolare una coscienza condivisa riguardo l’importanza della salvaguardia
e della valorizzare del patrimonio culturale molisano.
Ricadute didattiche
Le attività laboratoriali consentono di approfondire aspetti di storia locale e
della tradizione molisana che non sempre sono contemplati nei libri di testo.
Inoltre, attraverso la sperimentazione di diverse metodologie, gli alunni acquisiranno o svilupperanno competenze e abilità trasversali e interdisciplinari,
quali ad esempio, la ricerca d’archivio, la conoscenza diretta dei processi di
lavorazione e di produzione di grano, farina e pasta, ma anche l’interazione
con i compagni di classe e con persone della comunità locale.
Elaborati finali:
- Opuscolo da distribuire all’interno della scuola (si veda il laboratorio creativo);
- Mostra sui mulini e pastifici del Molise. I ragazzi sceglieranno e allestiranno il materiale espositivo alla luce di quanto prodotto durante le diverse
attività (ad esempio, potranno utilizzare le foto d’epoca, i documenti di archivio, ma anche le foto scattate da loro durante le visite, i diagrammi di
flusso, disegni e piantine, etc.). È ipotizzabile, nel giorno dell’inaugurazione della mostra, che venga distribuito a tutti i visitatori l’opuscolo realizzato e che venga riproposta la lavorazione manuale della pasta, coinvolgendo la comunità locale.
Trasferibilità
Le attività proposte sono state elaborate come tappe imprescindibili di un unico percorso di apprendimento che può essere realizzato da qualsiasi insegnante.
A riguardo sono stati opportunamente forniti i riferimenti per reperire alcuni ma-
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Finito di stampare
nel mese di agosto 2011
da Morconia Print s.r.l. - Morcone (Bn)
per conto
delle Edizioni Il Bene Comune
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Testo completo - Glocale Rivista molisana di storia e studi sociali