CORSO SERALE
Anno Scolastico 2014/2015
IPAA SCIGLIANO
Sommario:
Prefazione
pag 2
A CURA DI:
Attualità
pag 3
Prof.ssa Paola Zumpano
La scuola al cinema
pag 9
Prof.ssa Gabriella Squilla
Passato e presente
pag 12
COLLABORATORE GRAFICO:
Scienza e ricerca
pag 15
Vincenzo Garofalo
PREFAZIONE
A conclusione della settima edizione del progetto “Scrittura creativa”, i
lavori realizzati dai corsisti sono stati raccolti in questo opuscoletto.
Con questa esperienza si è voluto dimostrare che la creatività fa parte
della personalità di ogni individuo al di là dell’ età anagrafica e che se
stimolata, determina il superamento degli stereotipi, delle paure, delle
incertezze, perciò porta a un benessere mentale. Inoltre si è voluto evidenziare che di fronte alla parola sia scritta che parlata, qualsiasi sia
l’argomento, si può esprimere se stessi nonché una personale visione
del mondo. I corsisti hanno potuto, così, sperimentare che le regole
grammaticali sono strumenti per essere creativi e non prigioni che impediscono di esprimersi; usare correttamente le parole significa saper
usare il pensiero. Il progetto ha avuto, quindi, come fine principale
quello di avvicinare e stimolare i corsisti alla produzione scritta, permettendo loro di esprimere idee e punti di vista, usando forme originali
e personali mediante varie tipologie di testi: recensioni, articoli, saggi .
Pagina 2
ATTUALITA’
Scrivere in versi sembra un’attività ormai superata
LA POESIA E IL NOSTRO TEMPO
La società odierna, definita dei
mass-media, ci offre un’enorme
quantità di immagini e informazioni da cui non si può sfuggire.
Negli ultimi anni del novecento
l’umanità ha generato tanti dati
quanti ne aveva accumulato dalle
origini della scrittura al 1970. In
seguito queste informazioni si
sono moltiplicate per altre cinquanta volte. Fino a qualche
anno fa il quotidiano stampato su
carta era il mezzo di informazione più veloce, stampato e distribuito la notte, veniva letto la
mattina, mentre la sera era già
vecchio. Oggi internet è senza
dubbio più veloce per cui se i
giornali freschi di stampa sono
inutili, figuriamoci come consi-
derare la poesia! Ancora si scrivono e stampano libri di poesie,
ma molti di essi passano inosservati e acquistati sempre di meno.
Il poco mercato di questi libri
rispecchia il fatto che scrivere
versi sia considerata un’attività
superata che poco si addice
all’ormai tecnologico mondo
moderno. Ma soffermandoci a
meditare possiamo non fare altro
che rivalutare questa attività: con
la poesia si può parlare di tutto
anche di quei temi che appassionano l’uomo contemporaneo. Il
mondo cambia velocemente e
pretende rapidità, ma è importante soffermarci e riflettere sulla
nostra vita, capirne i significati
più profondi. La buona poesia è
il risultato di meditazioni, così
come una canzone ascoltata più
volte, anche la poesia può dirci
qualcosa di nuovo ogni volta che
la rileggiamo. Con la poesia si
possono esprimere sentimenti,
emozioni, idee usando forme
originali e personali. Scrivere in
versi oltre che ad esprimere la
creatività di ciascuno, permette
di sviluppare l’originalità linguistica
necessaria
nella
“contemporaneità” dove, spesso ,
si fa uso di un codice linguistico
omologato e influenzato dai
mezzi di comunicazione moderni .
“La buona poesia è il
risultato di meditazioni”
Tommaso Salvatore Villella
Classe III Corso serale
IL CYBERBULLISMO
E’ necessario fermare tale fenomeno
“Il fenomeno della violenza
sta assumendo dimensioni
preoccupanti”
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Col
termine
cyperbullismo
(bullismo online) si intende un
attacco continuo e sistematico,
attuato mediante la rete, con lo
scopo di offendere , spaventare,
umiliare, una vittima. Il più delle
volte si tratta di adolescenti di
dodici - quattordici anni. Il
cyperbullo, nascosto dietro una
maschera digitale e non rilevando la propria identità, assume
atteggiamenti aggressivi e violenti, causando non un danno
fisico, ma morale a chi sta
dall’altra parte del web. Essere
vittime di questo tipo di violenza
significa rimanere intrappolati in
situazioni che possono fare molta paura e dalle quali è difficile,
quasi impossibile, uscirne. Sia
nel bullismo tradizionale che nel
cyperbullismo, il prevaricatore
prende di mira chi è “diverso”
per aspetto estetico, timidezza,
orientamento sessuale o politico,
abbigliamento ecc. Il cyperbullismo, però, ha caratteri propri
come: difficile reperibilità; anonimato del molestatore (anche se
in effetti è pur sempre rintracciabile); assenza di limiti spazio –
temporali nel senso che il bullismo tradizionale avviene in luoghi e momenti specifici, il cyperbullismo si ha ogni volta che la
vittima si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyperbullo.
Esistono varie tipologie di atti
che rientrano nella definizione di
cyperbullismo, ma il più diffuso
è l’invio di messaggi via internet
o col cellulare, dal contenuto
volgare e offensivo. Qualora vi
capitasse di ricevere questo messaggio, ricordatevi di non rispondere in modo da non invogliare il
cyperbullo. La rete offre
all’utente la possibilità di ritagliare un proprio spazio, è consigliato non inserire i propri dati
personali, ma utilizzare un nik
names di fantasia e non dare
troppa confidenza agli sconosciuti; bisogna ,quindi, fare molta attenzione nell’uso di internet.
E’ inoltre importante segnalare
il problema, rivolgendosi anche
solo per un dubbio a qualcuno
più grande come un genitore, un
insegnante o appositi siti .
Giancarlo Barbetta
Classe V corso serale
ATTUALITA’
LIBRIAMOCI
“Giornata di lettura nelle
scuole”
Giovedì 30 ottobre presso
l’IPAA (serale) di Scigliano si è
tenuta la giornata della lettura,
con questa attività ci si è proposto di riavvicinare gli alunni del
corso serale al libro tradizionale.
Prima di dare avvio alla lettura di
brani tratti da testi letterari e
scientifici ci si è soffermati a
riflettere sul valore inestimabile
del libro. Esso costituisce uno
strumento di crescita personale
allargando gli orizzonti, ma soprattutto è indispensabile nella
conquista della libertà in quanto
ci permette di evadere dalla realtà, di vincere le nostre paure e i
condizionamenti imposti dai
pregiudizi. La storia ci ha insegnato che la libertà ha cessato di
esistere ogni volta che regimi
dittatoriali hanno imposto la
distruzione di libri che esprimevano idee contrarie al potere
dominante. Oggi con le nuove
tecnologie il libro tradizionale
viene sostituito sempre più con
quello digitale, ma quest’ultimo
non potrà mai avere lo stesso
fascino di quello cartaceo, fascino che risiede non nel contenuto,
ma nella sua fisicità: il piacere di
toccarlo, sfogliarlo, sottolinearlo,
riporlo nello scaffale e riprenderlo ogni volta che si desidera. La
lettura attraverso il contatto fisico con la pagina, può rappresentare, anche, uno strumento utile
per ritrovare il proprio io, tanto
da essere usata a scopo terapeutico: la cosiddetta biblioterapia a
cui si fa ricorso in caso di disaggio psicologico e sociale. Certo è
che grazie alla lettura oggi siamo
culturalmente, socialmente ed
economicamente sviluppati; i
libri hanno rappresentato i primi
mezzi di diffusione di idee nel
tempo e nello spazio, pertanto
sono un patrimonio mondiale che
dobbiamo difendere e curare.
Soprattutto nella società odierna
dove si è perso il gusto per le
“piccole cose”, dove, si è sempre alla ricerca di nuove esperienze ed emozioni, la semplice
lettura di un libro ci può salvare
dalla frenetica e arida vita di tutti
i giorni.
Classe III corso serale
I giovani spesso sono immersi in un mondo di “idoli
I GIOVANI E I MODELLI CULTURALI A CUI SI ISPIRANO
Già dai lontani anni 60 ’ i giovani
hanno iniziato a seguire diversi
modelli culturali, come le prime
minigonne, i pantaloni a zampa
d’elefante, per poi finire con gli
“Hippy”, famosi per i colori sgargianti e le spiritose capigliature
cotonate e sistemate nei modi più
bizzarri. Se fino alla fine degli anni
80’ i giovani andavano vestiti con
colori molto vivi, agli inizi degli
anni 90’ improvvisamente sono
passati a colori più scuri. Oggi tra i
vari modi di vestirsi ci sono i cosiddetti “figli di papà” che indossano capi firmati: Dolce & gabbana, Armani, Versace e che non
appena compiono i 18 anni gli
viene regalata una bella macchina.
Poi ci sono quelli con scarponi,
capelli rasati per metà, felpe, tute,
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e Jeans portati arrotolati dentro le
scarpe ; molti di questi imitano i
rappers dell’America nera e amano
ballare ovunque anche per strada.
Essi ritengono “miti” i personaggi
famosi, perché considerati persone
che nella vita sono state in grado di
raggiungere determinati obiettivi
che da piccoli sognavano. I giovani , oggi, sembrano perdere la
propria identità ; trasformati e
sfruttati da una società basata sul
consumismo, dove chi non è alla
moda viene emarginato. Naturalmente esistono, anche, quelli che
non
rientrano
in
queste
“categorie”; si tratta di quei ragazzi definiti classici, con un normale
paio di jeans, un maglione o una
felpa, che restano indifferenti alle
mode del momento, dimostrando
una forte personalità e uno scetticismo nei confronti dei modelli imposti , ogni giorno, dai mass-media
che plasmano, purtroppo, le menti.
E’importante, quindi, sensibilizzare i giovani , far capire loro che
imitando personaggi famosi e amici si rischia di non sapere più chi si
è realmente, si appiattisce la propria personalità con quella di
un’altra persona, nascondendosi
dietro una “maschera” pirandelliana che fa sentire più forti e sicuri.
Flavio Scarpino
Classe IV corso serale
“Imitando personaggi
famosi si rischia di
non sapere più chi si
è realmente”
ATTUALITA’
I videogiochi nati negli anni ‘50 diventano sempre più diffusi
I VIDEOGIOCHI
Il videogioco è un gioco gestito da
un dispositivo elettronico che
consente di interagire con immagini dello schermo. Colui che
utilizza un videogioco viene chiamato “videogiocatore” e si serve
di una o più periferiche di imput,
quali il joypad ecc. Nato già negli
anni 50’ ha avuto un maggiore
sviluppo negli anni 70’, oggi è
diventato un fenomeno culturale
di massa diverso dagli altri media
tradizionali (film, letteratura teatro). Il linguaggio del gameplay è
unico , il videogioco possiede una
caratteristica che lo distingue
dagli altri media rendendolo più
attraente : l’interattività, inoltre un
gioco non racconta una storia, ma
sono i giocatori a raccontarla e a
crearla
attraverso
le
loro
“performance”, essi modificano
l’esito con ogni azione. Il videogioco spesso viene colpevolizzato
attraverso i mass-media, specie
quando si verificano efferati episodi di cronaca nera. Alcuni ritengono, infatti, che la ripetuta simulazione di sparatorie o atti di violenza, presenti in alcuni di essi,
possano in qualche modo influenzare il videogiocatore e spingerlo
a svolgere nella realtà tali gesta;
altre fonti sostengono invece che i
bambini siano normalmente capaci di distinguere finzione e realtà e
che singoli episodi di violenza
siano da ricondurre a sintomatologie pre-esistenti di tipo psicologico o di altra natura. Una ricerca è
giunta alla conclusione che chi
gioca con videogiochi violenti
diventa meno sensibile alla violenza presente nel mondo reale.
Utilizzare tali giochi porterebbe
non solo ad essere più violenti,
ma più aggressivi, intolleranti e
meno altruisti. Secondo alcuni
sociologi e psicologi il videogioco
stimola il cervello dei giocatori,
per altri crea dipendenza, danneggia la memoria e non favorisce
l’apprendimento scolastico. Certo
è che secondo l’ultimo report di
Newzoo, il mercato video ludico
internazionale toccherà i 91,5
miliardi di dollari nel 2015,
l’incremento più consistente si
registrerà in Cina. Ciò potrebbe
rendere la Cina la nazione con la
maggiore spesa video ludica in
assoluto.
Flavio Scarpino
Classe IV corso serale
L’inquinamento ha raggiunto livelli preoccupanti
STIAMO UCCIDENDO IL PIANETA TERRA
“L’ambiente è un bene
prezioso che va
rispettato e protetto
anche a costo di grandi
sacrifici”
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Dobbiamo trovare un modo per
salvare il nostro pianeta, le generazioni future hanno lo stesso
diritto di godere di aria pura, acqua limpida e foreste verdi. Questo diritto però è minacciato;
l’inquinamento ha raggiunto livelli pericolosi per i suoi abitanti,
emettiamo nell’atmosfera gas
nocivi che non fanno altro che
alterare il delicato equilibrio che
apparteneva al nostro pianeta fin
dai tempi della sua creazione. A
causare tutto ciò sono i rifiuti, il
rumore, le sostanze tossiche emanate dalle industrie e dalle auto.
Gli scienziati sono tutti d’accordo
sul fatto che il clima della terra sta
cambiando, la temperatura sale
inesorabilmente . Per alcuni il
motivo di questo aumento è dovuto ad un cambiamento naturale
verificatosi altre volte nella storia
del nostro pianeta, secondo altri il
cambiamento
è
accentuato
dall’inquinamento. La verità è che
la terra è ammalata e dobbiamo
aiutarla. Per anni annebbiati dal
progresso e dalla comodità non si
è prestata attenzione a quali conseguenze l’umanità andava incontro: oltre ai cambiamenti climatici già menzionati, aumento di
malattie cancerose, estinzioni di
specie di animali, cibi contaminati, tutto questo in nome del benessere e del dio denaro. Grazie agli
ambientalisti e a chi pensa che il
mondo è casa nostra e come tale
va protetto e rispettato, c’è un
risveglio delle coscienze. Da qui
campagne di sensibilizzazione,
spot, educazione ambientale nelle
scuole, macchine elettriche, raccolta differenziata dei rifiuti e
riciclo, sfruttamento delle energie
rinnovabili, trattati internazionali
sulle immissioni di gas, controlli
nei boschi e leggi che includono
nei reati anche quello ambientale.
La risoluzione al problema è ancora lontana, c’è tanto da fare;
non è facile modificare le abitudini come lasciare la macchina per
fare una passeggiata, usare i mezzi pubblici, non cedere alla tentazione di buttare i rifiuti alla rinfusa, investire molti soldi per cambiare un impianto obsoleto e altamente inquinante. Certo è che
bisogna cambiare affinché il nostro mondo inizi a guarire e torni
pulito.
Paolo Martini
Classe V corso serale
ATTUALITA’
Continua l’esodo degli immigrati
IMMIGRAZIONE REGOLARE ED IRREGOLARE IN EUROPA
Forte crescita nel nostro paese
Gli scenari di guerra aperti in questi ultimi
decenni, il boom demografico di paesi extracomunitari, le carestie, le epidemie e soprattutto i segnali dati dai mass-media sul benessere occidentale, ha spinto, in un vero e proprio esodo, masse di migranti regolari e non ,
alle porte dell’Europa. Paesi come la Grecia,
la Spagna, ma soprattutto l’Italia, trovandosi,
prova il fatto che paesi come il nostro sono
soggetti a costi economici ed organizzativi
immani, con politiche di accoglienza redatte
di volta in volta e spesso incapaci di affrontare
il problema alla fonte. Da rapporti della Caritas del 2006, gli immigrati regolari in Italia
erano 3.035.000, circa il 5,2% della popolazione; in quasi 10 anni, cosi come lo stesso
loro malgrado, come primi paesi di frontiera,
accolgono ed assorbono la quasi totalità del
flusso con picchi che rasentano il 100% del
totale degli immigrati. La piaga, perché così
dovrebbe essere chiamata, è rappresentata
dalla clandestinità; intere navi piene di emigrati clandestini vengono lasciate alla mercé
del mare, senza equipaggio e con pilota automatico inserito, libere di schiantarsi sulla costa, salvo l’intervento dei guardia coste della
marina che sventano, non senza rischi,
l’immane tragedia. Il problema viene affrontato a livello europeo in modo superficiale;
rapporto prevedeva, sono passati a quattro
milioni, confermati dall’ISTAT al 1 gennaio
2014. Questo continuo ed inesorabile flusso
ha portato dei cambiamenti radicali nei nostri
costumi, nel nostro modo di vivere, nel nostro
quotidiano. Un esempio è il distacco sempre
più evidente dalle nostre radici cristiane mediante la non presenza di simboli religiosi
nelle stanze istituzionali: scuole ed ospedali,
così come la soppressione di libertà individuali (vedi veli), l’esclusione di cibi a base di
maiale dalle mense pubbliche e quant’altro
per non offendere la morale di questi nuovi
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cittadini dell’Unione. Eppure, da come si
evince dal Decreto del Presidente della Repubblica del 13 maggio del 2005,
l’integrazione dei migranti dovrebbe consistere in diritti e doveri, con un processo bidirezionale basato in primis sul rispetto verso gli
usi e costumi del paese ospitante, adeguandosi
a quei valori e principi morali e sociali pagati
a duro prezzo da tanti italiani, che hanno dato
la vita per la libertà, la fratellanza e
l’uguaglianza. Un processo di integrazione , in
cui il rispetto reciproco non consiste nella
negazione della libertà acquisita in anni di
lotte e di guerre, non può basarsi nemmeno su
principi etici e morali dettati da regole religiose redatte in luoghi e tempi ancestrali, dove la
vita di un essere umano era ritenuta alla pari
di un animale. Queste visioni, agli antipodi
del modo di vivere di culture e popoli diversi,
portano poi, se non sviscerati e integrati, a
fenomeni di razzismo e xenofobi che riempiono ormai le pagine dei nostri quotidiani. Nel
sito www.stranieriitalia.it, troviamo due casi
di razzismo, figli di questa integrazione a
metà. Ragazzi di origine marocchina,fischiati
o derisi dai soliti “buh!”che si ascoltano tutte
le domeniche negli stadi, oppure episodi di
violenze nei locali come bar o discoteche.
Aggressioni, violenze, bande sono il frutto
della impreparazione di una Europa che si è
tappata le orecchie e gli occhi, pensando di
risolvere tutto con le “tre scimmiette”. I fatti
di Parigi hanno scosso l’opinione pubblica
europea, ora tutti corrono ai ripari e si guardano indietro pensando agli errori fatti, ma la
domanda ora è: ”siamo in tempo a riparare gli
errori commessi”?
Giacomo Magliocchi
Classe V corso serale
ATTUALITA’
L’ACQUA, RISORSA E FONTE DI VITA
L’acqua è il composto più diffuso in natura.
Esso è infatti presente allo stato liquido nei
mari, nei laghi nei fiumi; allo stato solido per
quanto riguarda i ghiacciai e neve; come vapore acqueo invece nell’atmosfera. Rappresenta inoltre il componente principale di tutti i
sistemi biologici e degli alimenti ad eccezion
fatta di alcuni prodotti come i grassi da condimento, cereali e zucchero. Anche l’organismo
umano è costituito per lo più dall’acqua, essa
infatti raggiunge circa il 60% del peso corporeo di cui 40% acqua intracellulare e 20%
acqua extracellulare, svolgendo importanti
funzioni regolatrici e di trasporto. Dal punto
di vista chimico essa è costituita da due molecole di idrogeno ed una di ossigeno, la cui
formula è quell’ H2O famoso che tutti conoscono. L’acqua, oltre ad essere la sostanza più
diffusa sulla Terra, è una delle fonti di energia
rinnovabili presenti su di essa che si rinnova
grazie al suo ciclo biogeochimico: il ciclo
dell’acqua. Infatti, per l’effetto del calore del
sole, l’acqua evapora in maniera costante
dagli oceani, dai mari, dai laghi, dai fiumi e
dal suolo. Ma non solo, anche le piante danno
il loro contributo nell’immettere vapore acqueo nell’atmosfera mediante la traspirazione.
Questa quota di acqua rilasciata per evaporazione e trasformata quindi in vapore acqueo,
salendo nell’atmosfera si raffredda, trasformandosi in minuscole gocce d’acqua liquida,
andando così, a formare le nuvole. L’ulteriore
abbassamento della temperatura determina
l’unione delle goccioline in gocce di pioggia
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oppure in cristalli di neve o chicchi di grandine, che riportano l’acqua sulla superficie terrestre mediante le precipitazioni. Essa, raggiunta
la Terra, può subire diversi destini: scorrere in
superficie alimentando fiumi, mari e oceani
per poi evaporare nuovamente e ricominciare
il ciclo; rimanere intrappolata sotto forma di
ghiaccio nei ghiacciai; infiltrarsi nel terreno
dove può alimentare le falde acquifere, alimentare sorgenti o essere assorbita dalle radici
delle piante per poi ricominciare il ciclo mediante la traspirazione. L’acqua non ha solo la
peculiarità di molecola rinnovabile ma assume
carattere di essenzialità in quanto la vita è
imprescindibile da essa, senza di essa nulla
può sopravvivere. Basti pensare che un essere
umano se ne è privato per pochi giorni, cessa
di vivere. E ciò è situazione comune anche per
le fasi vitali di organismi, animali e vegetali,
viventi. Purtroppo l’acqua, anche a causa della
sedentarietà moderna delle civiltà e della scarsa educazione sanitaria senza quindi misure
profilattiche, può nascondere delle insidie
veicolando per esempio agenti patogeni come
il colera, o essere parte integrante del ciclo
vitale, biologico di parassiti. Un esempio è il
nematode Dracunculus Medinensis, in cui
l’esemplare femmina, gravido, emette una
sostanza tossica che irrita i tessuti degli arti
dell’uomo a livello sottocutaneo, provocando
tumefazioni e vescicole. L’essere umano infestato si bagna gli arti per alleviare il dolore e il
nematode, a contatto con l’acqua, ulcera la
pelle rilasciando un essudato con migliaia di
larve. Esse successivamente verranno ingerite
da crostacei d’acqua dolce fungendo da ospite
paratenico e infestando in seguito l’ospite
definitivo, che bevendo ingerirà il crostaceo.
Ciò avviene in Asia e Africa dove sono presenti pozzi a scalinata che impongono
l’immersione
degli
arti
per
l’approvvigionamento idrico. Nonostante
l’acqua abbia un ruolo di primissimo ordine,
viene sprecata, sporcata e ignorata, non ricevendo il rispetto e il valore che merita. Erroneamente e superficialmente la si considera in
modo certo come una risorsa inesauribile, a
portata di mano, sempre disponibile. Ma non è
e non sarà sempre così se non se ne acquisirà
una migliore conoscenza e non si provvederà
ad una responsabile tutela. Basterebbero anche piccoli accorgimenti, evitando consumi
disattenti e sprechi , affinché l’acqua continui
ad avere il suo ruolo per la vita, per la salute,
per l’agricoltura, per le città e per una sana
alimentazione; senza il rischio di finire col
diventare una minaccia, motivo di preoccupazione, fattore di incertezza.
Vincenzo Garofalo
Classe IV corso serale
ATTUALITA’
Il FAIR PLAY COME STILE DI VITA
Il Fair Play non deriva da un atto singolo ma
da un comportamento di vita, non è mai un
bene acquisito per sempre, non nasce da teorie
filosofiche sviluppate in un ambiente chiuso,
ma dall’incontro, dal dialogo e dalla competizione. L’essenziale non è aver vinto, ma aver
dato il meglio di se stessi nella competizione.
Lo sport non è solo prestazione fisica, è al
tempo stesso prestazione morale ed è proprio
in questo contesto che interviene il Fair Play.
Il cittadino medio pensa di possedere cultura
sportiva perché va allo stadio, perché legge i
giornali sportivi oppure perché discute di
sport al bar con gli amici. Questa non è cultura, è tifo. Le Agenzie Educative che devono
promuovere questo tipo di cultura sono: – la
famiglia – la scuola – la società sportiva. Ogni
famiglia deve essere il centro dei valori umani, perché è da lì che essi nascono, sbocciano,
fioriscono e portano il giovane alle alte vette
di questo tipo di cultura. I genitori devono
essere sempre e in ogni occasione il “buon
esempio” per i loro figli, in tutti gli ambiti
(morale, sociale, educativo, motorio e sportivo). Nella Società Sportiva, il buon esempio
deve arrivare dai Dirigenti, dagli Istruttori e
dagli Allenatori, che non devono “curare” solo
i talenti, ma si devono interessare di tutti gli
atleti della società, anche i meno bravi, con
amore, comprensione, pazienza e educazione.
Devono insegnare loro come comportarsi in
campo (nei confronti degli avversari,
dell’arbitro e del pubblico), devono far capire
loro che si può anche perdere (e non sempre è
colpa dell’arbitro), devono far capire loro che
esistono delle regole di condotta da rispettare
durante il gioco, gli allenamenti, nella vita di
relazione. Il carattere, la personalità e il Fair
Play dei giovani atleti si formano con il passare del tempo, attraverso gli esempi e i modelli
da imitare. A scuola il “buon esempio” deve
arrivare dagli Insegnanti, in quanto da loro
dipende la formazione degli allievi e quindi
ognuno ha il dovere di porsi e di proporsi
come un buon esempio di condotta, di comportamento, di scelte, di pensieri e di Fair
Play. L’Insegnante deve essere un modello
(tra i tanti modelli) per i suoi allievi (in ambito
educativo, sociale, motorio e sportivo), un
ideale per loro, una meta da raggiungere. Il
mondo dello sport ha bisogno di Educatori,
Insegnanti, Allenatori veri.
Tommaso Salvatore Villella
Classe III corso serale
GLI EDUCATORI COME ESEMPIO DI FAIR PLAY
La cultura sportiva, il buon esempio e il Fair cati e sviluppati da persone con buon senso,
Play non nascono da soli, devono essere edu- competenti ed equilibrate. Lo sport gioca un
ruolo importante e decisivo nell’educazione
dei giovani, i suoi valori possono entrare,
assieme al Fair Play nella cultura dei cittadini
del domani, ma per poter fare tutto ciò occorrono genitori bravi e intelligenti, insegnanti al
passo con i tempi, istruttori e allenatori più
educatori e meno tecnici (se poi sono anche
dei bravi tecnici tanto meglio), dirigenti
all’altezza delle situazioni , operatori sportivi,
e giornalisti, consapevoli dell’importante ruolo che ricoprono. Passano gli anni, mutano le
generazioni, nascono le guerre, gli atti di terrorismo, i media amplificano sovente immagini ed echi degli eventi negativi, si parla tanto
di spettacolo sportivo, ma poco di Fair Play.
Eppure ogni anno in tutti i paesi appaiono e si
avvicendano i testimoni del Fair Play: Paolo
Di Canio in Inghilterra ne è l’esempio più
eclatante. Ma Fair Play non è solo questo:
comportarsi bene in campo, con cavalleria,
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rispettare gli avversari, gli arbitri, i compagni
di squadra, il pubblico. Un buon Educatore
deve educare i propri atleti sia alla vittoria che
alla sconfitta: questi sono buoni esempi di Fair
Play. Insegnare a perdere senza fare drammi,
insegnare a vincere senza esaltarsi troppo.
Umano è vincere, umano è perdere, ma la
sfida sta nel saper vivere con nobiltà e dignità
d’intenzione e di comportamento, l’uno e
l’altro momento della vita: entrambi sono
degni di memoria solo se riferiti al cammino
di crescita e di perfezione della persona.
Francesco Mancuso
Classe V corso serale
LA SCUOLA AL CINEMA
Il film è un concentrato di crudeltà, shock, disagio, ma anche
speranza
12 ANNI SCHIAVO
Il film di Steve Mc Queen è
tratto dalla memorabile autobiografia che a metà dell’ottocento
ha rivelato i retroscena dello
schiavismo. Racconta la storia di
Solomon Northup (Chiwetel
Ejiofor) violinista che nato libero
viene rapito da due negrieri che
lo vendono come schiavo: dopo
essere stato condotto con
l’inganno a Waschington, picchiato e drogato , viene impiegato nelle piantagioni di cotone. Da
quel momento Solomon conoscerà un mondo di violenze,
stenti, duro lavoro, umiliazioni e
condizioni di vita al limite delle
umane possibilità. Egli passa di
padrone in padrone, ma ogni
volta si rifiuta di soccombere alla
disperazione e all’assurda so-
praffazione di cui è caduto vittima, aggrappandosi a una sola
certezza: è stato e tornerà ad
essere un uomo libero. Grazie
all’incontro con Samuel Bass
(Brad Pitt), un carpentiere di
buon cuore che si interessa alla
sua storia finalmente Solomon
ritroverà la strada di casa e la
tanto desiderata libertà. I personaggi che agiscono nel film,
sono tutti effettivamente esistiti:
Solomon Northyp uomo libero
che divenuto schiavo, mantiene
intatta la sua dignità; Edwin
Epps, il secondo padrone di Solomon, un uomo crudele e tormentato che sfoga la sua rabbia
sugli esseri umani che gli appartengono; William Ford, il primo
padrone, un uomo dal tempera-
mento più gentile di Epps, un
predicatore che considera i suoi
schiavi “figli di Dio”; Patsey, la
giovane schiava, desiderata da
Epps; Freeman, il commerciante
di schiavi, quello più pericoloso
dal punto di vista sociale; Samuel Bass , il carpentiere che
aiuta Solomon comunicando agli
amici dove si trova. Il film non è
facile da guardare poiché numerose sono le scene cruenti al
limite della sopportazione umana, offre un concentrato di crudeltà, shock, disagio e a tratti
anche speranza.
“Un uomo vissuto per
trent’anni libero viene
rapito e venduto come
schiavo”
Mariella Ruffolo
Classe III corso serale
Le parole sono vita
STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI
“Liesel: la bambina che
rubava i libri per salvarli
dal rogo ”
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Film del 2013 diretto da Brian
Percival con protagonisti Sophie
Nélisse, Geoffrey Rush ed Emily
Watson. La pellicola è la trasposizione cinematografica del romanzo “Storia di una ladra di
libri” di Markus Zusak, scritto
nel 2005. Racconta la commovente storia di Liesel, una bambina sola che la madre non può o
non vuole mantenere, per cui
dopo la morte del fratellino viene affidata ad Hans Hubermann,
un uomo buono e gentile e a sua
moglie Rosa una donna autoritaria e prepotente. La vicenda è
ambientata nella Germania della
seconda guerra mondiale in pieno periodo nazista. Liesel poco
prima dell’arrivo a Molching
(vicino Monaco), cittadina dove
vivono i genitori adottivi, ha già
compiuto il suo primo furto libraio : “Il manuale del necroforo” sottratto ai becchini che seppellivano il suo fratellino morto
durante il viaggio in treno. La
bambina non può leggere il libro
rubato perché non sa leggere, ma
presto imparerà a leggere e ad
amare la sua nuova famiglia.
Importante diventerà l’amicizia
con un giovane vicino di casa
Rdy, che prende in giro Liesel
per la sua mania di rubare i libri,
ma intanto si innamora di lei.
Generosi e profondamente umani gli Hubermann decidono di
nascondere in casa Max Vandenburg, un giovane ebreo sfuggito
ai rastrellamenti tedeschi, colto e
sensibile. Max completa la formazione della bambina, invitandola a trovare le parole per
“dire” il mondo e le sue manifestazioni. ”Le parole sono vita”
spiega l’ebreo alla bambina, fra i
due si istaura così un rapporto
molto profondo dove lei riesce a
proiettare l’affetto per il fratello
minore perduto . Il film evidenzia come la libertà d’essere diverso viene soppressa dal regime
(Rudy, l’amico di Liesel, che si
tinge di nero volendo rassomigliare ad un atleta di colore) e
quanto fossero inconsapevoli
molti giovani di ciò che stava
realmente accadendo in quegli
anni. Nel film colpiscono alcuni
aspetti come: la signora Hubermann che inizialmente vuole
liberarsi di Max suggerendo al
marito di denunciarlo e successivamente si affeziona al ragazzo
proteggendolo e curandolo; i
LA SCUOLA AL CINEMA
rapporti della piccola Liesel con
i genitori, Max, Rudy, ma anche
con la moglie del gerarca nazista
che è vittima della situazione che
si è venuta a creare e che trova
nella bambina la sua valvola di
sfogo. Ogni rapporto con questa
persone ha un sentimento e una
sfumatura particolare, ma sono
tutti importanti segnando la sua
esistenza. Il rapporto da subito di
complicità con il padre adottivo,
il rapporto inizialmente conflittuale con Rosa che lei saprà
gestire nel tempo e i tre rapporti
d’amore vero e non semplicistico e sentimentale con Rudy , con
Max e la moglie del gerarca.
Quest’ultimi due in modo completamente diverso costituiranno
la spinta al suo interesse per le
parole e per la lettura. Un altro
personaggio importante della
storia è il narratore invisibile, la
morte, con le sue riflessioni sulla
condizione umana e sul ruolo
che ella riveste in essa. La scelta
della morte come elemento narrante ha un senso in quel periodo storico: gli anni 30 e 40 in
Germania sembrano appunto
fatti su misura per lei per cui le
sue osservazioni sono rivelatrici.
Di solito la morte non prende a
cuore le sue vittime: Liesel costituisce una eccezione. Come
afferma la stessa morte: “La mia
politica è quella di evitare gli
esseri viventi…beh, tranne qualche volta in cui non riesco a
trattenermi….. mi assale la curiosità …… Liesel Meminger mi
ha intrigato…… e mi sono interessata a lei”. Così spiega il regi-
sta Percival : “ La morte è in
ognuno di noi, non c’è scampo…… non è necessariamente
qualcosa di cui dobbiamo aver
paura. Questo non significa accoglierla con gioia, ma non vuol
dire nemmeno che debba essere
un’esperienza terrificante”. Il
film ci insegna come è importante prestare attenzione a ciò che ci
viene detto e dato per buono,
soprattutto da chi ha la presunzione di indicare le giuste strade
da percorrere.
Gregorio Piccoli
Classe III corso serale
Un film che tutti i genitori dovrebbero vedere con
i loro figli
DISCONNECT
Il film rispecchia i nostri giorni,
un’epoca in cui nessuno riesce
più a fare a meno di connettersi
alla rete da un computer, un
cellulare o un tablet, totalmente
assorbito da una realtà sempre
più virtuale . Seguendo alcune
storie parallele, il film illustra i
pericoli a cui porta l'uso di
Internet e dei vari servizi del
Web (soprattutto dei social
network). Le storie intrecciate si
evolvono in modo fluido e narrativamente efficace fino allo
scioglimento finale, che rappresenta un momento di riflessione
evitando il dramma estremo,
quasi a concedere ai personaggi
un'ulteriore possibilità di ravvedimento. IL film oltre a rappresentare scherzi informatici ai
danni degli scolari più deboli,
Pagina 10
scoup giornalistici , pornografia
minorile via Web e ricerca di un
conforto e di una voce amica
tramite i social network, si sofferma sui sempre più difficili
rapporti fra genitori e figli: generazioni che non si parlano,
che non condividono più nulla,
perché il Web e l'uso di computer e altre novità tecnologiche
riempiono le giornate che trascorrono silenziose, evitando di
discutere dei propri problemi,
della propria solitudine, del
proprio vuoto interiore. Il film
fa così riflettere, senza retorica,
su quanto sia ancora importante
la parola, "parlare" (e non
"chattare"!) guardandosi negli
occhi. Un giovane ragazzo timido e introverso ha la grande
passione per la musica e decide
di postare su Facebook la sua
nuova canzone. Due ragazzi lo
prendono di mira e decidono di
creare un falso profilo di una
ragazza con l'intento di fingere
che lei si sia innamorata di lui.
Una giovane coppia cerca di
rimettere insieme i pezzi della
loro vita dopo la morte del figlio
piccolissimo quando scoprono
di essere stati vittima di una
truffa che gli ha estinto la carta
di credito. Una giovane ed ambiziosa reporter decide di fare
un servizio su un gruppo di
adolescenti scappati da casa che
su internet si offrono a pagamento per giochi erotici. Un
film forte e commovente quello
messo in piedi da Rubin dove ci
si interroga non solo sul lato
oscuro del Web, ma anche sulla
“Un intreccio di storie
sulla ricerca del contatto
umano in una realtà
sempre più virtuale”
LA SCUOLA AL CINEMA
ossessiva e quasi compulsiva frenesia che
porta milioni di persone a non poter fare a
meno dei propri cellulari, tablet o computer
con tutto quello che ne deriva. Tanti psicologi,
sociologi e filosofi mettono da anni in guardia
la popolazione sul fatto che internet ha abbattuto le barriere dello spazio e del tempo ma ci
ha allontanato sempre di più dai rapporti umani facendoci isolare dietro un computer. Ovviamente il Web ha tantissimi lati positivi ma
ne ha altrettanti terribili. Sono ormai all'ordine
del giorno i casi di furti d'identità e di virus
che permettono di entrare nei nostri computer
per attingere i nostri dati sensibili. Così come
non mancano i siti che offrono intrattenimenti
piccanti a pagamento e poco importa a chi è
aldilà dello schermo se il ragazzo o la ragazza
di turno siano sfruttati o che futuro si presenti
Pagina 11
davanti a loro. Però come si può restare insensibili davanti al terribile scherzo di cui viene
fatto oggetto un ragazzino timido e introverso
che si vede passare di cellulare in cellulare la
sua foto nudo che lui ingenuamente pensava
di aver mandato a una ragazza. Naturalmente
tutto questo complica e non poco anche la vita
dei genitori che devono preoccuparsi anche
della vita virtuale dei propri figli oltre che di
quella reale. Comunque il punto nodale di
questo film è che bisogna ricominciare a parlarsi guardandosi negli occhi senza bisogno di
cercare nelle chat. Infatti i coniugi che non
riuscivano a superare la perdita del figlio non
dialogavano più così come nella famiglia del
giovane adolescente i cellulari facevano da
padrone anche a tavola. Ormai la vita di tanti
giovani si basa solo sui tag, sui feedback e su
un “mi piaci” in più o in meno (è terrificante a
volte uscire la sera e vedere tavoli dove sono
seduti tanti ragazzi in silenzio che non parlano
fra loro ma che sono intenti solo ad armeggiare con il telefono). Molto valida la scelta degli
attori dove non c'è un leader che tira il gruppo,
ma tutti insieme gli attori offrono un'ottima
prova. Bella e commovente anche la colonna
sonora. Un film come questo lancia un serio
allarme che speriamo venga compreso un po'
da tutti.
Irene Garofalo
Classe V corso serale
PASSATO E PRESENTE
Lo stato ha il compito di rieducare e non punire chi sbaglia
PENA CAPITALE O ERGASTOLO ?
La pena di morte non è altro che la guerra della nazione contro un cittadino
Oggi giorno vi sono molti problemi che preoccupano il mondo, dalle continue carestie nei
paesi sottosviluppati alle guerriglie molto
frequenti in paesi dove lo Stato non ha ancora
ben delineata la sua politica. Le cause di questi problemi mondiali sono svariate come le
soluzioni che migliaia di studiosi, politici e
filosofi propongono ogni giorno. Alcune di
queste soluzioni basano la loro forza su un
mezzo, ahimè! molto usato soprattutto contro
piccole minoranze etniche o contro esponenti
politici scomodi, in altre parole sulla violenza .Uno dei dibattiti principali del XXI secolo
riguarda l’abolizione della pena di morte in
alcuni Stati dove ancora questa pratica è presente. Essa rappresenta quindi una delle grandi questioni che preoccupano il mondo e che
nello stesso tempo dividono l’opinione pubblica in favorevoli e contrari. La mia educazione cristiana e le informazioni ricavate da
ricerche e dai media mi hanno convinto
dell’inutilità della pena di morte in quanto
penso che sia diritto di ogni essere umano
vivere e non vedo come un qualsiasi uomo
possa prendere decisioni sulla vita o sulla
morte di un suo simile. Lo Stato ha l’unico
compito di rieducare e non punire chi ha sbagliato. In paesi come Iran, Iraq, Cina, India e
inaspettatamente negli Stati Uniti, nonostante
un sistema giudiziario, assai evoluto, la pena
di morte è presente e anche molto usata per
punire omicidi o stupri, mentre in paesi politicamente meno avanzati come Iran o India
questa è usata per punire anche un banale
furto. Dai molti documenti e dai resoconti
degli anni passati è possibile evidenziare come i principi morali in questi paesi erano calpestati, infatti, le sentenze non costituivano
sola una violenza fisica, ma anche psicologica. Ad esempio chi era condannato alla sedia
elettrica era messo, tre giorni prima della sua
esecuzione, in una cella dalla quale si vedeva
la stanza dove era posto lo strumento di morte.
Non sono da sottovalutare gli errori giudiziari
che possono condannare e di conseguenza
uccidere un innocente o un vero pentito; molti
di questi casi sono avvenuti negli Stati Uniti
Pagina 12
dove centinaia di detenuti sono stati uccisi
ingiustamente. Per evitare di utilizzare la pena
di morte alcuni Stati , compresa l’Italia e tutta
l’Europa, hanno preferito l’ergastolo ritenuto
più educativo della pena capitale; a sostegno
di ciò un gruppo di criminologi hanno dimostrato che la pena capitale può addirittura in
certi casi avere effetti contrari e l’unico modo
per soffocare la violenza, non è altra violenza,
ma prevenirla aumentando la sorveglianza.
Gli stessi parenti e amici della vittima del
crimine hanno spesso dichiarato di non essere
soddisfatti se l’omicida fosse stato ucciso
dalla legge, ma di esserlo solo se tutto ciò
servisse a portare in vita la vittima. Tra i contrari alla pena di morte è indispensabile citare
il grande Cesare Beccaria, uno dei maggiori
esponenti dell’illuminismo italiano, a tal proposito si può prendere in esame il suo famoso
opuscolo “Dei delitti e delle pene”nel quale
l’autore fa una critica generale delle riforme
giuridiche italiane; nello specifico condanna
apertamente la pena capitale ritenendola come
qualcosa di assolutamente riprovevole , indice di una società non evoluta e apporta diverse
motivazioni a sostegno del suo pensiero come
ad esempio il fatto che si spera di ripulire la
popolazione dagli assassini mediante la pena
di morte, ma in questo modo diventiamo noi
stessi assassini e criminali poiché in questa
pratica barbara non c’è niente di razionale o
giusto; ci si trasforma soltanto da vittime in
carnefici. Inoltre tenendo fede alla sua anima
illuminista Beccaria oltre a criticare il sistema
allora attuale, propone anche alternative volte
a migliorare la società, prima fra tutte
l’abolizione di tale pratica. Egli stesso confida
nell’animo di pochi suoi sostenitori con queste
parole: ”La voce di un filosofo è troppo debole contro i tumulti e le grida di tanti che son
guidati dalla cieca consuetudine …. ”.
Dall’altra fazione l’argomentazione più frequente a favore della pena di morte è la deterrenza, cioè condannare a morte un trasgressore come esempio per tutti coloro che vorrebbero trasgredire anch’essi la legge, ma questa
affermazione è stata screditata più volte da
diversi studiosi del problema che hanno dimostrato la sua inefficacia. Molte persone, però,
pensano che sia compito fondamentale dello
Stato difendere ad ogni costo i singoli individui e la comunità. Questa tesi ha radici antiche, infatti, dal medioevo la pena di morte
oltre ad essere considerata legittima e necessaria, costituiva una vera “vendetta di Stato”
poiché era stata violata una legge del sovrano
oltraggiandolo. Le teorie su questa pratica si
dividono in due filoni: quello della prevenzione e quello della retribuzione, ma entrambi
affermano che la pena capitale è l’unico modo
per rieducare la popolazione. Tutto ciò non è
efficace basta pensare al terrorismo, dove le
punizioni consulte, compresa la pena di morte,
PASSATO E PRESENTE
non provocano alcun timore nei terroristi, i
quali sono ideologicamente motivati per amore della loro causa. Penso che la pena di morte
sia una sfida delle autorità alla criminalità che
senza timore l’accoglie a piene mani. Quindi
concludo riaffermando la mia posizione, cioè ca necessaria o utile la distruzione del suo
la mia disapprovazione alla pena di morte , essere”.
ricordando il ruolo che deve avere l’uomo.
Giuseppe Salfi
“La pena di morte non è altro che la guerra
Classe
IV corso serale
delle nazioni contro un cittadino perché giudi-
Sono gli adulti che devono trasmettere ai giovani i veri valori della vita
IERI E OGGI: CULTURE GIOVANILI A CONFRONTO
I modelli culturali imposti dai mass media plasmano le menti dei
giovani i quali imitano la massa fino a diventare un branco
Spesso gli adulti si lamentano del comportamento che hanno la maggior parte dei giovani
e non perdono occasione per puntualizzare
che in passato i giovani venivano educati già
da piccoli a rispettare gli invalidi, gli anziani,
le proprietà comuni. Oggi, invece, vengono
abituati alla maleducazione e al non rispetto
pecora bianca che si distingue, questa viene
esclusa poiché seguire la massa è una moda. I
modelli culturali proposti quotidianamente
finiscono, così, per plasmare le menti deboli
di parecchi giovani spingendoli al culto
dell’essere belli e alla moda. I giovani di oggi,
rispetto a quelli di ieri, vengono definiti più
delle regole, si insegna loro che la strada giusta da prendere è quella più facile, priva di
ostacoli. Essi vengono accusati di non avere
più rapporti umani i quali sono rimpiazzati dai
social network e dalle trasmissioni tv: grande
fratello, l’isola dei famosi e così via. In questa
ottica, i ragazzi dalla personalità più debole
tendono a imitare sia i coetanei che riescono
ad imporre il loro modo di essere, sia i personaggi dei vari programmi televisivi. I giovani
imitano, così, la massa fino a diventare come
un branco di pecore nere e anche se c’è una
ricchi, nel senso che hanno tanto, troppo, possiedono più benessere, più tecnologia, più
formazione; sembrano più liberi , ma meno
autonomi, più sicuri, precoci e disinvolti, ma
anche meno responsabili , più maleducati e
meno comunicativi. Ma la cosa più grave è
che non hanno fiducia nel futuro, sono diventati più realistici e meno sognatori, la causa di
ciò va ricercata nelle incertezze che vivono gli
adulti. Per loro vivere il presente è l’unica
certezza che hanno; il futuro, al contrario,
rappresenta un’incognita. La società d’altro
Pagina 13
canto propone modelli falsi, ma estremamente
attraenti ; scorciatoie verso un facile successo : le veline, i reality, il calcio, i milioni regalati a chi risponde alle domande dei quiz televisivi, prescrizioni di reato, furbetti vari, trionfo dell’illegalità. Essi vedono nella società
degli adulti sopraffazione, la ricerca
dell’apparire, il desiderio dei tutto e subito a
qualunque prezzo. Oggi tutto viene considerato come un fenomeno da esporre in vetrina. La
pubblicità esercita un forte fascino sugli adolescenti: le scarpe, il piercing, il pantalone, il
profumo, tutto ciò che si indossa deve essere
firmato, poiché il valore sta nella marca, comprare è diventato una mania senza nessun
collegamento con il bisogno, il marchio si
trasforma in un “parametro di gerarchia sociale”.I giovani di oggi sono ”ragazzi connessi
tutto il giorno con un’immensità di mondi
diversi”; il consumo medio giornaliero di
televisione si unisce ad altre forme di comunicazione come l’I - pod, l’Mp3, internet ecc.
Essi perdono in questo modo sempre di più il
contatto con la realtà, con le relazioni umane e
con lo scorrere del tempo tendendo a chiudersi
nelle realtà virtuali create dalle nuove tecnologie. Ma se i giovani sono così, forse, la colpa
non è anche degli adulti che non sono riusciti
a trasmettere loro i veri valori della vita?
Maria Francesca Clemenza
Classe V corso serale
PASSATO E PRESENTE
La memoria del passato serve ad aiutarci a costruire il futuro
GIORNATA DELLA MEMORIA
“Per una società interculturale è necessario superare qualsiasi tipo di
pregiudizio”
Anche quest’anno, nel nostro istituto, così
come nelle altre scuole italiane, si è tenuta, il
27 gennaio, “la giornata della memoria”. Diverse sono state le iniziative, dalla visione di
alcuni documentari alla lettura di articoli e di
brani significativi tratti dal romanzo di Primo
Levi “Se questo è un uomo”. Le varie attività
hanno avuto lo scopo di ricordare: la shoah, le
leggi razziali, la persecuzione italiana dei
cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la
deportazione, la prigionia, la morte, nonché
coloro che si sono opposti al progetto di sterminio ed a rischio della propria vita hanno
salvato altre vite e protetto i perseguitati. Ci si
è soffermati sul significato di shoah, vocabolo
ebraico che significa catastrofe, distruzione,
ma che viene sempre più utilizzato per definire ciò che accadde agli ebrei d’Europa dalla
metà degli anni trenta al 1945 e in particolar
modo nel quadriennio finale, caratterizzato
dall’attuazione del progetto di sistematica
uccisione dell’intera popolazione ebraica. Tale
progetto venne deciso e concretizzato dal
Terzo Reich nel corso della seconda guerra
Pagina 14
mondiale. Ricordarsi di quelle vittime è servito a mantenere memoria delle loro esistenze e
del perché esse vennero troncate. In particolare la visione dei documentari ha mostrato una
umanità stremata e sofferente determinando ,
ancora oggi, un brivido di orrore. Le vittime
erano colpevoli soltanto di appartenere ad un
antico ceppo etnico e religioso non disponibile
a perdere la propria identità. L’olocausto e lo
stermino degli ebrei nell’Europa occupata dai
nazisti non possono essere dimenticati da
nessuna persona che abbia un minimo di sensibilità e di umanità; si è trattato di un crimine
contro l’umanità punito, nelle persone dei suoi
ideatori e organizzatori, a Norimberga e nel
processo contro Eichmann a Gerusalemme. La
scuola ha il dovere di trasmettere la memoria
di questo drammatico periodo storico se si
vogliono evitare gli errori del passato; ricordare questa data alle giovani generazioni è importante affinché quei fatti non abbiano più a
ripetersi, stroncando sul nascere qualsiasi
manifestazione di razzismo. Solo superando il
pregiudizio si può realizzare una pacifica
convivenza tra diverse culture, etnie e religioni per una società realmente interculturale.
Classe III, V corso serale
SCIENZA E RICERCA
VIRUS HIV: TROVATO IL SUO NASCONDIGLIO
Secondo una ricerca condotta da ricercatori
dell’Istituto di tecnologie biomediche del
Consiglio nazionale delle ricerche (Itb – Cnr),
dell’Istituto Pasteur di Parigi, in collaborazione con l’Albert instein College of Medicine di
New York e il centro di Statistica e scienze
biomediche del San Raffaele di Milano, il
virus dell’Hiv presente nel citoplasma, dopo
essere entrato attraverso i pori nucleari, si
nasconde all’interno dei geni attivi localizzati
nel nucleo cellulare. Fino ad ora l’ipotesi più
accreditata era quella secondo il quale il virus
preferisse le zone attive del genoma della
cellula ospite integrandosi con il suo DNA.
Ma grazie a questi studi si è visto come il
virus invece preferisca i geni periferici e cioè
quelli situati in prossimità dei pori nucleari
che rappresentano la zona in cui avviene lo
scambio fra l’interno e l’esterno del nucleo
permettendogli così di nascondersi ai farmaci.
Pagina 15
Inoltre è stato portato alla luce un altro aspetto
importante riguardo al virus dell’HIV e cioè
che, dopo essersi integrato con il materiale
genetico della cellula ospite grazie all’enzima
integrasi e a due cofattori , esso entra in contatto con il complesso delle nucleoporine
(Npc), cioè le proteine che compongono i pori
nucleari e che svolgono funzioni cruciali riguardo alla fisiologia cellulare, favorendone la
replicazione, l’integrazione nel genoma umano e regolandone la trascrizione. Per comprendere il fine meccanismo virus/cellula sono
state utilizzate metodologie di microscopia
avanzata (Storm) e test di biologia molecolare.
In particolare sono state osservate con molta
attenzione le due nucleoporine Nup153 e Tpr.
Queste nucleoporine sono strettamente interconnesse fra loro. Mentre la Nup 153 sembrerebbe favorire il passaggio del virus attraverso
i pori nucleari, la Tpr favorirebbe la replica-
zione del virus mantenendo la cromatina,
elemento essenziale del nucleo con funzione
attivatrice dei geni, attiva nei pressi del poro
nucleare . Ciò dimostrerebbe la loro interconnessione suffragata anche dall’analisi di tecnologie di sequenziamento ad alta processività
come il Next Generation Sequencing (Ngs)
Tale scoperta, pubblicata sulla rivista Nature,
potrebbe aprire la strada a nuove strategie
terapeutiche più efficaci rispetto a quelle attuali con l’utilizzo di farmaci con azione mirata e diretta nei confronti del virus prima ancora che possa entrare nel nucleo ed infettare la
cellula.
Vincenzo Garofalo
Classe IV corso serale
SCIENZA E RICERCA
MAPPA DELL’EPIGENOMA: UN INDIZIO
SULL’ATTIVITA’ E LA LOCALIZZAZIONE DEI GENI
Sono passati quattordici anni dalla pubblicazione della sequenza completa del genoma
umano e oggi, i nuovi studi, mettono in evidenza
la
prima
mappa
completa
dell’epigenoma cioè l’insieme delle modificazioni chimiche che stabiliscono se, come e
quando i geni localizzati all’interno del DNA
cellulare saranno espressi o meno. Le ricerche
effettuate hanno preso in considerazione
l’analisi dell’epigenoma di una vasta gamma
di cellule e tessuti umani. Le alterazioni del
controllo epigenetico sono coinvolte in numerose malattie come per esempio cancro e disturbi vascolari. Da ciò, unito al fatto che
l’epigenoma
dirige
lo
sviluppo
dell’organismo, i ricercatori si aspettano che i
dati ottenuti possano fornire informazioni
Pagina 16
valide della biologia sia dell’organismo sano,
sia per quanto riguarda le malattie. Infatti la
sequenza del DNA nel genoma umano è identica in tutte le cellule dell’organismo, ma tipi
cellulari diversi, come le cellule cardiache,
quelle epidermiche, quelle cerebrali, possiedono caratteristiche uniche e sono suscettibili a
differenti malattie in modo differente. Pertanto l’epigenoma permette a cellule contenenti
lo stesso DNA di differenziarsi negli oltre 200
tipi cellulari presenti nell’organismo indirizzando
l’espressione
genica.
Inoltre
l’epigenoma ha la caratteristica di essere stabile ma può subire modificazione se sottoposto all’azione di fattori ambientali quali
l’alimentazione o all’azione di tossine e processi come l’invecchiamento. Quindi se viene
a modificarsi l’espressione genica si corre il
rischio che tali modificazioni possano causare
patologie perché spesso tali mutazioni riguardano particolari regioni genomiche in corrispondenza di sequenze regolatrici epigenomiche. Perciò le nuove informazioni ottenute
potranno essere utili per approfondire e capire
meglio le patologie di cui oggi si conosce
l’assetto epigenomico quali l’Ahlzeimer, alcuni tumori e alcune patologie autoimmuni.
Vincenzo Garofalo
Classe IV corso serale
SCIENZA E RICERCA
BENEFICI DELLA VARIAZIONE GENETICA
Secondo uno studio pubblicato su Applied and
Enviromental Microbiology alterazioni del
Dna del lievito contenuto nel vino potrebbero
renderlo libero da effetti collaterali, così si
romyces cerevisiae e questa ricerca prevede
l’utilizzo di un enzima ad attività nucleasica
chiamato RNA-guidaCas9 nucleasi per tagliare in più copie il DNA del lievito attraverso
potrebbe assumere una quantità maggiore di
vino senza subire gli effetti dell’alcol in esso
contenuto. Per la fermentazione del vino e
della birra viene utilizzato il lievito Saccha-
una metodica chiamata “coltello genoma”. La
fase successiva all’azione della nucleasi, e
quindi del taglio, prevede la riprogrammazione del genoma del lievito durante la fermenta-
Pagina 17
zione malolattica responsabile della maturazione del vino. Ciò apporterebbe un miglioramento del valore nutritivo del vino, come per
esempio il resveratrolo che ha azione antinfiammatoria, antitumorale ed antitrombotica, e
potrebbe impedire la formazione di sottoprodotti tossici, responsabili dei postumi di una
sbornia. Quindi il progetto “coltello genoma”
potrebbe consentire di incrementare la presenza di sostanze nutritive all’interno dei cibi,
aumentare i composti bioattivi e inserire il
resveratrolo negli alimenti che utilizzano il
lievito per fermentare.
Vincenzo Garofalo
Classe IV corso serale
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