Gli alunni del PON C-1-FSE-2013-1025 “Ragazzi in Opera” Presentano Ragazzi in OPERA a cura di Gaetano Giordano e Nunzietta Limongelli Dirigente Scolastico: Dott.ssa Rafaela D’Isando Ist. Comprensivo “E. DE FILIPPO” - Sede Centrale SAN NICOLA LA STRADA A.s. 2013/2014 Premessa “Ragazzi in opera” costituisce un modulo del PON C-1-FSE-2013-1025. Esso ha inteso offrire agli allievi una conoscenza teorica e pratica delle caratteristiche della lingua italiana applicata all’ambito teatrale. Attraverso l’analisi e lo studio di testi teatrali, nonché approfondimento con mezzi audiovisivi di alunni si sono abbronzati a fantastico mondo del teatro. Il risultato finale dell’impegno profuso dagli alunni, dal Docente Esperto e tutor, si è concretizzato in un saggio che mira a coinvolgere gli allievi in un percorso che farà scoprire loro l’emozione di esibirsi su un vero palco ed identificarsi negli altri protagonisti che maggiormente rispecchiano la loro personalità. Momenti fantastici in cui creatività e sensibilità predominano sulle emozioni evidenziando tra le altre cose lo spirito di gruppo e le relazioni interpersonali che si sono venute a creare. LA DIRIGENTE SCOLASTICA Prof.ssa Raffaela D’Isando Considerazioni dell’Esperto Esterno e del tutor: Abbiamo stimolato negli alunni un genere di partecipazione che corrispondesse meno al “fare scuola” e fosse più simile ad attività laboratoriale/ ludica dove ognuno potesse mettersi in gioco in modo libero e spontaneo, tirando fuori le parti più allegre e spontanee di sé...a volte anche troppo! E’ in questa ottica che si è concepito il lavoro, in un continuum che ha portato a diverse scelte e svariate evoluzioni fino a maturare, in un canovaccio di scenette, intervallate da musiche ed eventuali balletti ideati ed eseguiti dai ragazzi in forma molto libera, spontanea e creativa.La prima scenetta, intitolata “Matteo e Annarella” è nata come omaggio a Pirandello. Mette l’accento, calcando le tesi pirandelliane sull’ipocrisia sociale e sull’esistenza delle maschere.La seconda. “Il ragazzo travestito da vampiro” è un omaggio a “Chichibbio e la Gru” di Boccaccio. 2 La scenetta è stata liberamente è creativamente abbinata ai Vampiri, molto cari alla fantasia puberale, nonché alla letteratura per ragazzi dei nostri giorni.La terza è una libera riduzione della famosa “La Patente” di Pirandello.La quarta, infine, è un omaggio doveroso al grande Eduardo de Filippo, con la rivisitazione ed adattamento del pezzo teatrale “L’amicizia”. ESPERTO ESTERNO Dott. Gaetano Giordano TUTOR Prof.ssa Nunzietta Limongelli 3 RAGAZZI IN OPERA 4 MATTEO & ANNARELLA Due famiglie, due culture, due regioni, due paesaggi completamente diversi: il Nord e il Sud si innamorano ma nonostante l'amore, le apparenze e le convenienze prevalgono, dando spazio a stili di vita non limpidi. Questo pezzo, liberamente ispirato alle opere di Pirandello, attraverso le quali perviene il concetto di maschera e di ipocrisia dell’uomo, descrive la storia di due giovani innamorati, Matteo della fredda Milano e Annarella della calda Napoli; si conoscono tramite il web e tra una chiacchiera e l'altra, la loro amicizia diventa sempre più profonda, trasformandosi in una vera e propria infatuazione. Ben presto, però, dovranno fare i conti con i genitori, dato che la famiglia di Matteo ha un'idea negativa del Sud, influenzata dai luoghi comuni delle leggende metropolitane, dalla tv e dai giornali e mai si aspetterebbero dal figlio un amore partenopeo. A sua volta la famiglia di Annarella sogna, per la figliola, un matrimonio alla napoletana con Giuseppe, un bel giovane carabiniere del Rione che fin da piccolo è pazzamente innamorato di lei. Proprio per questo Matteo e Annarella vivono una sorta di doppia vita fatta di sotterfugi, bugie e inganni. 5 PERSONAGGI: ANNARELLA MARIA, amica di Annarella IMMACOLATA, madre di Annrella CARMELA - ZIETTA, zia di Annarella MATTEO PADRE DI MATTEO MADRE DI MATTEO 6 ATTO UNICO Scena 1 Napoli Il narratore entra in scena. Narratore: C'era una volta e ci sarà per sempre in una meravigliosa terra sdraiata sul Mediterraneo: Napoli. Il sole rendeva preziosa la città, i suoi pini che si affacciavano sul mare e quel profumo di agrumi rendevano allegri e speciali tutti quelli che vi abitavano, in particolare una bellissima ragazza di nome Annarella, nata e cresciuta nel cuore di Napoli. Quella città era piena di profumi e pareva proprio deliziare così tanto l'umore della gente che tutti cantavano. Sembrava vivere in un musical. Anche Annarella canticchiava mentre passeggiava...ma lei...era innamorata!!! Esce di scena. Entrano Annarella e Maria Annarella: ***canticchia*** Maria: Annarè...Annareè...Annareé...uèèè!!! Annarella: uh?! Maria: Annarella ma ca tien?!? Che Succede..insomma che re?!!? Annarella: Ah...Maria...oggi per me è un giorno speciale: ho conosciuto un ragazzo adorabile: si chiama Matteo, è biondino, ha gli occhi nocciola, e sta studiando per diventare architetto! E' dolce, romantico...oh Dio mio sarò mica innamorata? Maria: Azz...e chi è chiste? vive abbasc'? nei quartieri? Annarella: ehm...no...è di Milano Maria: Ué?! Ma staje pazzianne? E che a a fa con uno e Milano?!? Tu non stai bene! E poi sta Giuseppe che ti ama, ti vuole sposare, lavora già come carabiniere e vi conoscete da sempre! 7 Annarella: Ma chi se ne frega di Giuseppe! È solo un amico e poi io non lo amo! Che se lo sposino i miei genitori che solo loro credono in questo matrimonio! Voglio Matteo!!! Maria: Si na pazz!!! Mammt e patete t'accireno! E pur’ ie! Mò jammuncenn a cas che è meglio e scuordatill a chist! Escono di scena. 8 Scena 2 Milano Entra in scena il narratore. Narratore: Molto più su di Napoli c'era Milano. Un castello di ghiaccio regnava superbo sull'intera città: era il Duomo, appollaiato nel bel mezzo di essa, proteggendola. L'aria era sempre gelida ma se chiudevi gli occhi e ti concentravi, i cristalli del gelo ti accarezzavano il volto. Molte persone che vi abitavano non riuscivano a percepire la magia dei cristalli e così, un po' per il freddo e un po' per riscaldarsi, camminavano velocemente. Questi abitanti erano sempre indaffarati. Pareva che non ci fosse mai tempo, né per parlare né per cantare. Ma anche a Milano c'erano persone particolari, come Matteo, un dolce ragazzo, affascinante e intelligente. Matteo era speciale: percepiva i meravigliosi cristalli di Milano tanto che spesso li disegnava sul suo diario accanto a 9 frasi d'amore dedicati a una ragazza di una città lontana dalla sua: Napoli. E la sua amata era proprio Annarella. Il narratore esce di scena Entrano in scena Matteo, il padre e la madre, passeggiando. Matteo: Mamma, Papà! Vi devo parlare: sedetevi, perché la cosa è seria. Mi sono innamorato! Madre: Tesoro! Non potevi darci notizia migliore! Finalmente tu e la Silvia vi siete decisi! E' una ragazza così a modo e poi con suo fratello chirurgo in famiglia, sai che comodità! Ah ah ah! Matteo: No mamma! La Silvia non c'entra nulla. E poi è stupida! Lo sai! Padre: Però figliolo, hanno una villa sul Lago di Como, sai quando avrai dei marmocchi in giro quanto ti farà comodo! Matteo: Papà ti prego! Si chiama Annarella, è bionda ed è fantastica! La amo! Madre: Annarella? Che nome bizzarro, Non mi dire che il nome proviene dalla nonna napoletana perché sai come la penso! Padre: Dai Cristina, infondo al Comune si può ancora cambiare nome... Padre & Madre: Hahahahaha! Matteo: Ma come cavolo ragionate? Si chiama Annarella Esposito e ti dirò di più è napoletana e ci vive anche a Napoli! Madre: Dio mio! Ma tu ci vuoi davvero vedere morire??? Neppure di Formia...No! Di Napoli?!? Dopo tutti i sacrifici che abbiamo fatto per te! Tutta l'educazione che ti abbiamo dato! Buon senso, tesoro, buon senso!!! Padre: Per me la discussione finisce qui! Tu con la napoletana non ti fidanzi!! 10 Matteo: Mamma, papà vi prego basta! Vi prego ascoltatemi: vi state solo appoggiando su degli stupidi stereotipi!! I napoletani non sono così male come pensate! Ora statemi a sentire: ho fatto troppe cose che voi volevate fare, ora basta! Sono esausto! È la mia vita...è il mio cuore! Se non fate ciò che vi dico, lascio l'Università e dico a tutti che il nonno era di Palermo e vendeva il pesce al porto!!! Madre: No, per carità! Padre: Che confusione! Madre: No tesoro mio, aspetta... Madre e Padre: Possiamo accordarci! Entra in scena il narratore Narratore 1: Matteo organizzò il suo piano: i genitori avrebbero dovuto trasformarsi in napoletani per piacere alla famiglia di Annarella, anche questa prevenuta nei confronti dei "polentoni". Così si recarono a Napoli ma, ahimè, le cose non andarono esattamente nel modo in cui Matteo ci si aspettava... Il narratore esce di scena. Scena 3 casa di Annarella Entrano Immacolata e Zietta (Carmela) Zietta:...e allora nunn'è giusepp? Immacolata: No, Carme!! Zietta: O gesù! E chi è chiste mo?!? Immacolata: Nunn'ossaccie Carmé, non me l'ha volut ricere. Dice che l'aggia primma conoscere. Zietta: Mado’ Immacolata, mica chiste è de quartier?!? 11 Immacolata: Fa’ silenzio Carmé, l'aggia pensat pur io! E me venene e ventate sule a ce pensa’! Non sia mai!!! E che sciagura!!! Zietta: Immacolata, guarda come te lo dico: meglie de’ quartieri che furastero! Immacolata: Parole sante, mia cara Carmela, parole sante!!! Uh, ailloc zitta, sta arrivann Annarella! Ricorda: io e te n'amma mai parlat! Zietta: Sta ‘ben! Entra Annarella Immacolata: Aiccann a figlia mia! E comm'è bella! Finalmente il grande giorno! Fatti guardare. Ma come sei bella! Allora, sei emozionata?!? Annarella: Eh si Mammà! Ho il cuore in gola! Zietta: Nun te preoccupà che va tutto buon: si bella, inteliggente, nient tien a t preoccupa! Suona il campanello. Zietta: Uè, eilloc uì so arrivat!! Annarella, Carmela e Immacolata si dirigono verso la porta. Immacolata apre la porta. Madre e Zietta: Buonasera!!! Genitori di Matteo: Weeee!!! Weeee!!! Buonasera!!! O café!!! che bellu café!! o mar! o sol!!! Immacolata: Ah ah ah!!! Eh sì sì, come siete simpatici! Allora...prego prego accomodatevi, piacere, piacere! Zietta: Comm sit belli tutti e tre! E che raffinatezze mamma mia, parite furasteri! Immacolata: E' andato bene il viaggio? Avite magnato o state riunì? Vulite n’uppoco e dolce? 12 Zietta: Per l'occasione sono andata anche da "Bellavia" ad accattà e ppast! Ve piacene e pastarelle? Venite accomodatevi. Qua dobbiamo essere una famiglia! Madre: Carmela ten ragion: a primma cos è a famigl!! Zietta: Signo’ se rimanete fino a stasera, vi faccio conoscere pure figli miei: Carletto, Paoletto, Annunziata, Tonino, Carminiello, Sabatino, Concetta e Sisina. Eh lo so par ‘na squadra e pallone, ma i figli so piezze e core!!! I genitori di Matteo, non capendo ciò che gli viene detto, iniziano a recitare sempre la stessa cantilena, cercando di imitare il gesticolare dei napoletani Genitori di Matteo : O café!! che bello café! Madre: O mar! o sol!! Padre: Uè! uè! O mandolino, o babbà! Genitori di matteo: A pizza! Matteo e Annarella si lanciano occhiate preoccupate. Madre di Annarella: Che re, vulite o café? Zietta: Vulute ballà? Uè nu capisco! Padre di Matteo: Eh sì, sì, o café! Madre di Matteo: A tarantell, guaiò! I genitori di Matteo non capiscono tutto ciò che gli viene chiesto e non sapendo che rispondere continuano grossolanamente a ripetere la cantilena del caffè e del Vesuvio. Intanto Immacolata e Carmela tirano in disparte Annarella. Immacolata: Oè Annarè, ma a chi ce e purtato?!? Ma stanno buono chiste? So’ strano assaje, parlano strano. Ie nun e capisco! Zietta: Ma nunn' è che song e Torre Annunziata? Parlano strano assaje! Annarella e Matteo sono esausti e decidono di rivelare la verità a tutti 13 Annarella: Basta!!! Matteo: Mamma, papà, smettetela!!! Annarella: Mammà, zietta!!! Matteo e la sua famiglia sono di Milano!!! Matteo: Mamma, papà!!! Smettetela!!! Siete solo ridicoli!!!! Immacolata: Uh madonna mia! Ma tu si pazza?!? Me fatto accattà pure e babbà! Gesù, Giuseppe, Sant'Anna e Maria!!! Tu si na’ mala femmina!!! Uè!!! La madre di Annarella sviene dalla disperazione. E tutti la accerchiano cercando di falla rinvenire. Entra il narratore in scena. Narratore: E fu così che Annarella, tanto preoccupata per la madre, decise di allontanare Matteo per "quieto vivere". Matteo a sua volta si rese conto che forse i loro cuori erano troppo lontani e per salvare le apparenze, decise di sparire dalla vita di Annarella. Un anno dopo Annarella sposò a malincuore Giuseppe, il carabiniere del rione per far felice la sua famiglia, mentre Matteo lasciò l'università e tramite un concorso diventò un impiegato di Banca. Sposò la Silvia e così poterono trascorrere le vacanze alla villa sul Lago di Como. Entrambi divorziarono qualche anno dopo. Cala il sipario. 14 IL RAGAZZO TRAVESTITO DA VAMPIRO Un gruppo di giovani Lupi Mannari è in cerca di agguati improvvisi a poveri innocenti. E' notte, e durante il loro cammino scrutano un bel giovane che esce di casa per riaccompagnare la sua amata a casa. Ma all'improvviso i lupi mannari lo circondano e rapiscono la giovane Brunetta. Il racconto che segue prende spunto dalla letteratura boccaccesca del 1300. Tipiche di Boccaccio erano le morali a chiudere le storie colorite, miste di personaggi spesso grotteschi del panorama dell’alta borghesia e del proletariato Fiorentino. Si è cercato di dare a “Il ragazzo travestito da vampiro”, una nota contemporanea, seguendo l’inevitabile filone horror-fantasy delle saghe sui vampiri e lupi mannari che tanto piacciono ai ragazzi d’oggigiorno, ponendo così una chiave di lettura di facile accesso alle nuova generazioni. 15 PERSONAGGI: CHICHIBBIO BRUNETTA CAPOBRANCO LUPO BRACCIO DESTRO 16 ATTO UNICO Scena 1 Bosco Il narratore entra in scena. Narratore: Quella che sto per raccontarvi è la storia di Chicibbio, il ragazzo che riuscì a prendersi gioco di una banda di vampiri. Una sera Chichibbio e la sua amata stavano tornando a casa. Ma pensarono di intraprendere una strada diversa e ahimè decisero di passare per il parco... Esce di scena. Entrano Chichibbio e Brunetta Chichibio: Forza passiamo per di qua... Brunetta: Ho paura Chichibio! Chichibio: Sta tranquilla! Non c'è nessuno. Ecco proseguiamo per di qua... 17 Capobranco: Siamo pronti? Stanotte si fa a botte! Ha ha ha! L. Braccio destro: Hey guardate lì, due poveri innocenti! Gli rovineremo la seratina romantica! Ha ha ha! Brunetta: chi sono Chichibbio, ho paura! Capobranco: ah, ah! Buonasera piccioncini! come va? Brunetta: Oh Dio! Chi siete! Cosa volete! Aiuto! Chichibbio: Chichibbio: Andate via mostri, bestie! non abbiamo fatto nulla di male! L. Braccio destro: Hey Piccoletto, ma come ti permetti di chiamarci bestie? Capobranco: Noi siamo i re della Luna! Siamo forti aitanti possiamo tutto!!e tu...nulla!!! Entra in scena il narratore. Gli attori continuano a recitare senza pero emettere suoni. Narratore: I lupi rapirono brunetta. Chichibbio, sapendo di non poter combatterli con la forza, decise di giocare d'astuzia: impostò la voce con un colpo di tosse.... Chichibbio intanto è distratto e viene riportato all’attenzione dal narratore. Narratore: Ho detto: impostò la tosse con un colpo di tosse!!! Ecco. Allora, dicevo...mise su il cappuccio per coprirsi il volto e sembrar piu misterioso ed inizio a recitar la tua parte, parlando con voce elegante... Il narratore esce di scena Chichibbio: Miei cari signori, scusatemi non vi avevo riconosciuto. Come voi del resto non avete riconosciuto me: sono Chichibio, pronipote di Dracula! 18 L. Braccio destro: Ma...ma...che diavolo dici! E poi che diavolo di nome è Chichibbio! Ha ha ha! Capo hai mai sentito questo nome, che ridicolo! Capo branco: Silenzio tutti! Fatelo parlare, voglio proprio capire dove vuole arrivare. Chichibbio: Ripeto: sono Chichibio il vampiro, e questo non mi sembra il momento di fare piccole guerriglie senza senso, soprattutto perché qui c'è una donna, la mia donna e queste scenette davanti ad una donna non le approvo! Domani notte, al parco della città, vi aspetto, se come e vero quel che dite, che siete i re della Luna, dimostrate almeno un atteggiamento raffinato come il mio! Escono di scena. 19 Scena 2 Bosco Entra in scena il narratore. Narratore: Il giorno seguente Chichibbio, si recò al negozio di giocattoli per acquistare un vestito da vampiro e dei canini finti. Dopodiché si ingelatinò i capelli per sembrar piùelegante e si recò al parco. Ma, ahimé, accadde un imprevisto... Il narratore esce di scena. Entra Chichibbio. Chichibbio: O cavolo! mi si è rotto un dente, ed ora che faccio? L. Braccio destro: Ha ha ha! Eccoci qui, pronipote di Dracula! Allora sei stato di parola! Hai avuto il coraggio di presentarti! Capo branco: Hei! Ma...c'è qualcosa che nn va in te: ma...ti manca un canino! 20 Chichibio: Ah ah ah! Che intuito mio caro: non lo sapevi che i vampiri del 2014 hanno solo un canino? Eh?!? Lupi insieme: Ha ha ha!!! Capobranco: E gli umani che sono convinti che i vampiri hanno due canini! Ci pensate un vampiro con due canini ?!? Questi umani, che esseri inutili! Ecco, tieni la la tua donna e perdona la nostra insolenza, Chichibbio! Entra il narratore Narratore: E fu così che l'atmosfera si rilassò: i lupi presero in simpatia il finto vampiro. Risero, scherzarono, giocarono fino a che tutto si concluse amichevolmente... Cala il sipario. 21 LA PATENTE Quella che segue è un adattamento teatrale della famosissima novella “La Patente”. Questa è un’opera che indaga a fondo nella vita della Sicilia con le sue malelingue, le cose dette alle spalle, la realtà di un piccolo paese con tutte le cose positive e negative che possa comportare il viverci all’interno. Piccoli nuclei dove pur volendo non esistono segreti e dove solo con le parole , si può distruggere la vita di una persona o, nello stesso modo, esaltarne le doti. 22 PERSONAGGI: SIGNOR MARIO CITTADINO CITTADINI GIUDICE AVVOCATI 23 ATTO UNICO Scena 1 Città Il narratore entra in scena. Narratore: Le dicerie di una piccola città lontana, raccontano che il Signor Mario era un vero e proprio "iettatore"...ebbene sì: ogni volta che capitava qualcosa di strano c'è sempre lui di mezzo. Insomma porta sfiga. Il Signor Mario o Signor iettatore aveva una moglie e due figlie che non riuscivano a trovar marito, né uscivano di casa. Tutti si allontanavano da loro, temendo che questa sfortuna contagiasse la loro famiglia. Entrano in scena il cittadino, i cittadini ed il signor Mario. Il narratore si mette a lato. Cittadini: Oddio! Di nuovo lui: lo iettatore! Cittadino: Ma perché non si decide una volta e per tutte a chiudersi in casa o scappare lontano per sempre con la sua famiglia!?! Signor Mario: Ma andate via voi, ignoranti! Mi avete rovinato! A me! Che non ho un lavoro solo perché pensate porti sfortuna! La mia famiglia è disperata! Cittadino: Vattene via! Prima che ci fai passare un guaio a tutti! Il narratore fa un passo in avanti. Narratore: Ed ecco che il cittadino, mentre urlava contro il Signor Mario, inciampa, cade e si rompe il naso. Il narratore fa un passo indietro. 24 Cittadini: Oh Dio! Scappiamo! Si salvi chi può!!! Cittadino: Maledetto! io ti denuncio! Solo in galera potrai stare! Signor Mario: Ma cosa c'entro io se lei sbraita e non guarda a terra mentre cammina?!? non è colpa mia! Cittadino: Vada via! ci vediamo in tribunale Tutti escono di escono di scena. 25 Scena 2 Tribunale Il narratore entra in scena. Narratore 1: E fu così che inizialmente, al tribunale, le cose si fecero difficili, ma poi tutto si evolse a favore del Signor Mario! Tutti erano curiosi di sapere che fine facesse questo iettatore e anche il giudice stesso, che lo si notava anche un po' intimorito dai "poteri" strambi dello iettatore. Il signor Mario, il cittadino, la platea e gli avvocati entrano in scena. Il narratore si mette in disparte, a lato della scena. Giudice: Va bene, i fatti son questi: lei iettatore, ha imprecato col pensiero contro uno dei nostri cittadini da farlo cadere e rompersi il naso. Beh più chiaro di così...coff coff..Lei è in arresto! Signor Mario: Ma lei sta farneticando! Prima di tutto, mi chiamo Mario Spaccanaso e non iettatore. Secondo, non c'è alcuna legge razionale e scritta che possa condannarmi per questo! Il narratore fa un passo in avanti. Gli attori, silenziosamente, continuano a recitare mimando Narratore: Il signor Mario era furioso - giustamente - e mentre si infuriava si spalancò una finestra, un colpo di vento e cadde a terra la gabbia con un vecchio canarino che morì. Quel canarino era l'ultimo ricordo della madre morta del giudice! Il giudice quasi piange: è terrorizzato. Tutta la Platea al tribunale lo era. E il Signor Mario decise di approfittarne! Il narratore torna in disparte. 26 Giudice: Oh no! Cosa ha combinato! L’ultimo ricordo di mia madre!!! Signor Mario: Bene. Io non c'entro nulla con la morte di quell'uccellino, anzi mi duole il cuore, ma se le cose stanno così: ebbene sì, sono uno iettatore! E per questo non ho un lavoro! Non ho una vita. Per colpa delle vostre cattive dicerie! È assurdo! Bene se vuole stare tranquillo Signor Giudice, e anche voi gentaglia della platea...mi dia una patente! Giudice: Una patente? Ma cosa farnetica? Signor Mario: La patente da iettatore! Farò del bene, e imprecherò del male a chiunque voglia affidarsi a me per risolvere piccole beghe, invidie, fastidi! Le conviene dire di sì Signor Giudice, altrimenti potrei arrabbiarmi non poco! E anche voi cittadini della platea qui presente: dovreste essere contenti, perché così molti problemini che non vi fanno 27 dormire la notte li risolverete proprio grazie a me, che impreco del male a chi voglio!!! Giudice: Sì, sì, sì! Certo, certo! Avvocati! Prendete le carte e compilate un certificato...una patente insomma, qualche carta per fare lo iettatore! Il narratore fa un passo in avanti. Gli attori, silenziosamente, continuano a recitare mimando Narratore: Ebbene sì, il Signor Mario che non aveva lavoro e una famiglia ridotta a non uscire di casa per via della cattiva nomea che la città gli aveva etichettato, ora era riuscito a diventare uno iettatore riconosciuto dal comune. Aveva un lavoro e aveva sistemato la sua famiglia che da quel giorno iniziò a condurre una vita normale. Il Signor Mario è uscito vincente da quella brutta storia, prendendosi gioco dell'ignoranza e della superstizione della gente. Cala il sipario. 28 L'AMICIZIA Scelto per omaggiare la nostra scuola, la pièce che segue è tratta dall’opera ad atto unico de “L’Amicizia “ di Eduardo de Filippo . Si è scelto di farne una riduzione che rispecchi i caratteri salienti dell’opera e ne esalti il messaggio. Il teatro napoletano, da Sannazzaro ai giorni nostri, mira alla sopravvivenza di quella lingua (che non è un dialetto) e che, parallelamente alla costruzione di un italiano standard si è evoluta lasciandoci opere letterarie di grande spessore nell’immenso patrimonio umanistico della nostra penisola. 29 PERSONAGGI: BARTOLOMEO ALBERTO CAROLINA 30 ATTO UNICO Bartolomeo è su una poltrona a lato del palco. Il narratore entra in scena. Narratore: Sprofondato in una poltrona, col capo riverso sullo schienale e con la schiena incastrata fra cinque cuscini da letto, boccheggia il sessantenne Bartolomeo Ciaccia, possidente. Ormai costui non connette più: pensa che la morte si è già mezzo impossessata di lui. Basta osservare i suoi occhi infossati e il naso affilato per rendersene conto; Basta ascoltare il suo fiatone a mantice con relative prolungate pause, per convincersene. Forse, per quel senso di vanità familiare a tutti coloro i quali si sentono protagonisti assoluti dell’ultima vicenda umana, Bartolomeo Ciaccia esagera un poco la gravità del suo stato, ma questi sono affari suoi. Chi avrebbe il coraggio di negargli gli ultimi istrionici atteggiamenti? E poi il dottore lo disse papale papale “Fategli cambiare aria, portatelo in montagna. Avete quella magnifica proprietà ad Avellino! Che aspetta-te? Fatelo questo tentativo.”. Infatti, i primi giorni d’aria e sole avellinese giovarono molto al degente; Mangiava con un certo appetito, cominciava a sorridere di nuovo; ad interessarsi a ciò che accadeva; ad avvertire strani desideri erotici… ma fu come un fuoco di paglia. Eccolo li ora... La sorella Carolina, costei decise di accompagnare ed assistere Bartolomeo in montagna, oramai non ne può più di quell’eremitaggio; si decida il fratello: o dentro o fuori. Ha famiglia, povera donna… un marito e tre figli da accudire! È possibile mai che un’agonia possa durare così a lungo? 31 Esce di scena. Entrano gli attori: Alberto: Bartolomeo!!! Madonna mia da quanti anni!!!!Vieni qua! Fatti abbracciare!!! Bartolomeo: Alberto!!! Che cosa hai fatto per tutti questi anni? Il tempo qui è passato e ....le cose cambiano!! (sospira rammaricato) Alberto: We bartolomè...cambiano? E che è successo? Qualche sposalizio? Una nascita? Bartolomeo: No Albè...Io sono molto malato...e non so per quanto tempo potrò tirare avanti! Mi dispiace che ti devo ospitare così...Ma ti prego...non te ne andare...mettiti comodo e parliamo un po’... Carolina!!! Carolina!!! We Carolina!!! Quando ti chiamo devi correre...io sono in fin di vita, e che cavolo!!! Manco fossi un cane!!! Carolina: ...Eccomi eccomi, Alberto! Stavo lavando le tue mutande! Alberto! Mamma mia che sorpresa! Bartolomeo: ...Cretina!!! Ma che diamine dici??? Alberto chi? Smettila di perdere tempo e vieni qua che sto sudando!!! Alberto: Bartolomeo...ma stai scherzando? Sto salutando Carolina, tua sorella...sono venuto a trovarti... Bartolomeo: Ma chi sei? Che vuoi? Vattene e chiama mia madre fuori al rione!!! Carolina: Uh Madonna! Ecco, ricomincia di nuovo...Dio mio santissimo! Alberto: Caroli’, ma che stai dicendo? Ma vostra mamma, buon' anima, non ci ha lasciati tempo addietro? Carolina: Albe’, oramai sei presente e non posso nasconderlo: Bartolomeo non sta bene, soffre di allucinazioni. Per calmarlo o c'è solo un modo: far finta che sia come dice...e vede lui! Altrimenti esce pazzo, mamma mia! Alberto: oh Madonna Caroli’! non ti preoccupare, ora lo sai che faccio? Mi travesto da vostra madre, e lo faccio fesso e contento! 32 Alberto esce di scena. Entra in scena il narratore. Gli attori rimangono immobili Narratore: Così Alberto si traveste dalla Signora Assunta, madre di Bartolomeo, per accontentare le pretese di Bartolomeo... Il narratore esce di scena Bartolomeo: Mamma’ !Mamma’!!! Dove stai mamma’!!! Ho bisogno di t!!! Ho un segreto che solo tu puoi conoscere, io muoio dentro! E' giunta l'ora! Carolina: We Bartolomeo, ma cosa? Quale segreto che stai dicendo?!? Bartolomeo: No Carolina non puoi capire: io poco fa ho avuto un'allucinazione, ho visto Alberto, un mio carissimo amico, con il quale io non sono stato un carissimo amico, e ho bisogno di sfogarmi con mamma’! Carolina: Uh Madonna!!! E non ti preoccupare, mamma’ sta arrivando... Entra in scena Alberto travestito da vecchia donna. Alberto travestito: Bartolo, figlio mio, ma che ti è capitato! fatti abbracciare!!! Bartolomeo: No mamma’! Io sto male! Vivo da anni con un segreto che mi distrugge: è questo segreto che mi ha ammalato! Solo tu potrai capirmi, non giudicarmi e guarirmi! Alberto travestito: Eh, niente di meno a Mamma’?!? Eh, magari riuscissi ad avere questo potere!Uh Madonna mia, dimmi a Mamma! Bartolomeo: Mammà, io ho fatto schifo! Alberto travestito: Gesù Santissimo, ma no! Dai abbi pazienza, dici a mamma Bartolomeo: Mio figlio mamma’... Alberto travestito: Eh! 33 Bartolomeo: Il mio primogenito, mammà! Alberto travestito: Eh! Bartolomeo:Tuo nipote, mammà! Alberto travestito:.Eh! Bartolomeo: Tuo primo nipote, mammà! Alberto travestito:. E jamme bell Batolomè! Bartolomeo: Mammà...è figlio mio e della moglie di Alberto! Cala il sipario. 34 INDICE Presentazione pag. 2 Matteo & Annarella pag. 5 Il ragazzo travestito da vampiro pag. 15 La patente pag. 22 L’amicizia pag. 29 35 RINGRAZIAMENTI Dirigente Scolastico Dott.ssa RAFFAELLA D’ISANDO BAMBINI PARTECIPANTI: Lara Cuccaro Sara Leone Andrea Maiello Gianfranco Iannotti Francesca Maglliocca Emanuela D’Angelo Nicola Esposito Miriam Chianese Fabiana Campanile Lorenzo Russo Daniele Bernardini Emanuel Di Maio Maria Chiara Dell’Imperio Martina Carmiello Claudia Capasso 36