CORSO DI FORMAZIONE PER RSPP – MOD B 8 IL RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI VANESSA MANNI [email protected] 1 CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI RISCHI PER LA SICUREZZA dovuti a Strutture Macchine Impianti elettrici Incendio - Esplosioni Sostanze e preparati pericolosi RISCHI PER LA SALUTE Agenti chimici dovuti a Agenti biologici Agenti fisici RISCHI TRASVERSALI O ORGANIZZATIVI dovuti a Organizzazione del lavoro Fattori psicologici Fattori ergonomici 2 RISCHIO BIOLOGICO E’ possibile individuare 2 diverse tipologie di rischio biologico in ambito occupazionale: • rischio biologico generico: presente in tutti gli ambienti di lavoro; • rischio biologico specifico: proprio della mansione svolta. 3 RISCHIO DA AGENTI BIOLOGICI Il recepimento a livello nazionale delle direttive comunitarie con la promulgazione del D.Lgs. 626/1994, ha colmato una lacuna nel corpo legislativo italiano in tema di tutela della salute in ambito professionale TITOLO VIII ex D.Lgs. 626/1994 Recepimento della Direttiva Europea 2000/54/CE Titolo X del D.Lgs 9 Aprile 2008, n° 81 (Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro) 4 DEFINIZIONI Agente Biologico: Qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni Microrganismo: Qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico Coltura cellulare: Il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari 5 MALATTIE INDOTTE DA AGENTI BIOLOGICI Gli agenti biologici possono provocare tre tipi di malattie: • infezioni provocate da parassiti, virus o batteri; • allergie scatenate dall’esposizione a muffe, polveri di origine animale, enzimi ed acari; • avvelenamento o effetti tossicogenici. 6 FONTI DI INQUINAMENTO BIOLOGICO Presenza umana quali personale, pubblico (fonti di peli, pelle, saliva, starnuti, ecc) Ingresso nell’ambiente indoor di aria outdoor variamente contaminata Crescita di microrganismi su idonei substrati indoor (esempio substrati umidi, materiali di costruzione, materiali di arredamento) e successiva dispersione Impianto di condizionamento centralizzato che oltre a contribuire a veicolare bio-aerosol, può esso stesso diventare fonte di inquinamento biologico se non sottoposto a corretta manutenzione BIOAEROSOL 7 Materiale particellare di origine biologica disperso nell’aria COSTITUENTI: Microrganismi (batteri, funghi, virus, ecc.) Loro parti (tossine) Pollini Parti di animali (peli, scaglie, ecc.) 8 FONTI DI INQUINAMENTO BIOLOGICO Interazione con pazienti infetti, manovre invasive, raccolta/smaltimento rifiuti Contatto con materiali biologici, strumenti diagnostici e terapeutici Analisi microbiologiche, anatomia patologica Attività di servizio veterinario 9 FONTI DI INQUINAMENTO BIOLOGICO La modalità di contagio attraverso gli animali è di frequente riscontro nei settori lavorativi citati e prevede lo sviluppo di zoonosi ZOONOSI Malattie che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo. Vengono comprese in questo gruppo di malattie anche quelle che l’uomo acquisisce per esempio per via alimentare (per esempio Listeriosi o Salmonellosi) o che possono essere veicolate da animali da reddito (Tubercolosi o BSE). 10 ZOONOSI I microrganismi in grado di provocare zoonosi possono contagiare l’uomo per diverse vie: - morsi o graffi di animali infetti; -contatto con sangue e/o altri liquidi biologici (es. saliva, urine) di animali infetti; -puntura di insetti (zecche, pulci) che trasportano i microrganismi dall’animale infetto all’uomo; -ingestione di alimenti e bevande (latte, uova, carni) provenienti da animali infetti; -contatto con i liquami delle fosse biologiche e il letame degli animali infetti. 11 VALUTAZIONE DEL RISCHIO (Art. 271) Informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell'agente biologico e delle modalità lavorative, ed in particolare: della classificazione degli agenti biologici dell'informazione sulle malattie che possono essere contratte; dei potenziali effetti allergici e tossici; della conoscenza di una patologia della quale è affetto un lavoratore, in correlazione all'attività lavorativa svolta; delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall'autorità sanitaria competente che possono influire sul rischio; del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici utilizzati. Ripetuta ogni tre anni oppure in occasione di modifiche dell'attività lavorativa 12 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Nelle attività, quali quelle riportate a titolo esemplificativo nell'allegato XLIV, che, pur non comportando la deliberata intenzione di operare con agenti biologici, possono implicare il rischio di esposizioni dei lavoratori agli stessi, il datore di lavoro può prescindere dall'applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 273, 274, commi 1 e 2, 275, comma 3, e 279, qualora i risultati della valutazione dimostrano che l'attuazione di tali misure non è necessaria 13 VALUTAZIONE DEL RISCHIO Art. 273: Misure Igieniche Art. 274 Misure specifiche per strutture sanitarie e veterinarie, c. 1 e 2: 1.Il DL, in sede di V.R., presta particolare attenzione alla possibile presenza di agenti biologici nell'organismo dei pazienti o degli animali e nei relativi campioni e residui e al rischio che tale presenza comporta in relazione al tipo di attività svolta. 2. Il DL definisce e provvede a che siano applicate procedure che consentono di manipolare, decontaminare ed eliminare senza rischi per l'operatore e per la comunità, i materiali ed i rifiuti contaminati. Art. 275 Misure specifiche per i laboratori e gli stabulari c.3: Nei laboratori comportanti l'uso di materiali con possibile contaminazione da agenti biologici patogeni per l'uomo e nei locali destinati ad animali da esperimento, possibili portatori di tali agenti, il datore di lavoro adotta misure corrispondenti almeno a quelle del secondo livello di contenimento. Art. 279: Sorveglianza Sanitaria: Prevenzione e controllo 14 ATTIVITÀ CHE POTENZIALMENTE ESPONGONO AD AGENTI BIOLOGICI (ALL XLIV) Industrie alimentari Agricoltura Contatto con animali e/o con prodotti di origine animale Servizi sanitari (compresi isolamento e post-mortem) Laboratori clinici, veterinari e diagnostici (esclusi i laboratori di microbiologia) Impianti di smaltimento di rifiuti e raccolta di rifiuti speciali potenzialmente infetti Impianti di depurazione delle acque reflue 15 SCOPI VALUTAZIONE DEL RISCHIO •Individuare per ogni reparto e per ogni mansione il grado di rischio •Individuare i provvedimenti da prendere •Individuare una scala di priorità 16 PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA V.R. BIOLOGICO La legge non suggerisce un metodo da seguire per la quantizzazione del rischio biologico Ad esempio: Rischio Chimico o Fisico Misurazione / Confronto con limite di esposizione Misura>Limite Intervento Misura<Limite Controllo Nel rischio biologico non è misurabile il rischio da esposizione, ma solo il rischio da infezione, che a sua volta dipende da altri fattori (ambiente, difese immunitarie) 17 IL PROBLEMA DELL’OSPITE •La suscettibilità individuale •Il sesso (M/F) •L’età (bambini/anziani) •Particolari condizioni di salute (malattie croniche, gravidanza, immunodepressione, ecc.) •Tipo di esposizione (occasionale, saltuaria, reiterata, protratta) 18 PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA V.R. BIOLOGICO Impossibilità di stabilire dei TLV per gli agenti biologici poiché: Sempre presenti in miscele Gli effetti dipendono dalla sensibilità del singolo individuo Le quantità misurate dipendono dagli strumenti di campionamento e dai metodi analitici utilizzati NECESSITÀ DI INTERVENTO SE PRESENTE RISCHIO DA ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI INDIPENDENTEMENTE DALLE QUANTITÀ (COME PER IL RISCHIO DA AGENTI CANCEROGENI) 19 MISURE GENERALI DI TUTELA Informazione Formazione (art.278) Sorveglianza Sanitaria (capo III Art.279) Prevenzione e controllo Registro degli esposti e degli eventi accidentali Registro dei casi di malattia e decesso 20 MISURE TECNICHE, ORGANIZZATIVE, PROCEDURALI (ART. 272) Evitare l’uso dell’agente pericoloso, o sostituirlo con uno meno pericoloso (dove possibile) Limitare al minimo il numero di lavoratori esposti Progettare adeguatamente i processi lavorativi, anche attraverso l’uso di dispositivi di sicurezza atti a proteggere dall’esposizione accidentale ad agenti biologici Adottare misure di protezione collettiva Adottare dispositivi di protezione individuale (D.P.I.) Adottare misure igieniche per prevenire la propagazione di un agente fuori dal luogo di lavoro 21 MISURE TECNICHE, ORGANIZZATIVE, PROCEDURALI (ART. 272) Utilizzare il segnale di rischio biologico rappresentato nell’allegato XLV Definire procedure di emergenza Elaborare idonee procedure per prelevare, manipolare e trattare campioni di origine umana ed animale campioni in sicurezza di agenti biologici nel luogo di lavoro Verificare la presenza di agenti biologici sul luogo di lavoro fuori dal contenimento fisico primario 22 MISURE TECNICHE, ORGANIZZATIVE, PROCEDURALI (ART. 272) Predisporre i mezzi necessari per la raccolta, lo smaltimento e l’immagazzinamento dei rifiuti mediante l’impiego di contenitori adeguati ed identificabili eventualmente dopo idoneo trattamento dei rifiuti stessi Elaborare idonee procedure per manipolazione e trasporto campioni in sicurezza di agenti biologici nel luogo di lavoro 23 MISURE IGIENICHE (ART. 273) •Servizi sanitari adeguati provvisti di docce con acqua calda e fredda, nonché, se del caso, di lavaggi oculari e antisettici per la pelle; •Indumenti protettivi od altri indumenti idonei, da riporre in posti separati dagli abiti civili, tolti quando il lavoratore lascia la zona di lavoro, disinfettati, puliti e, se necessario, distrutti; •Dispositivi di protezione individuale, ove non siano monouso, controllati, disinfettati e puliti dopo ogni utilizzazione. 24 MISURE IGIENICHE Nelle aree di lavoro in cui c'è rischio di esposizione è vietato assumere cibi e bevande, fumare, conservare cibi, usare pipette a bocca e applicare cosmetici 25 ESEMPI DI INTERVENTI DI PREVENZIONE/PROTEZIONE Rimozione della causa dell’inquinamento (esempio eliminazione di materiali contaminati, eliminazioni delle sorgenti di incubazione) Manutenzione periodica dei sistemi di condizionamento tramite pulizia e sostituzione dei filtri, pulizia delle condotte, uso di disinfettanti opportuni con particolare attenzione ai punti di raccolta della condensa Adeguato numero di ricambi d’aria ESEMPI DI INTERVENTI DI PREVENZIONE/PROTEZIONE 26 Adeguata pulizia dei luoghi di lavoro Nei locali aperti al pubblico si dovrà prevedere oltre ad una quotidiana pulizia dei pavimenti, finestre, sportelli per il pubblico, banchi e tavoli da lavoro e assicurare opportuno numero di ricambi d’aria; è opportuno anche provvedere ambienti di lavoro a periodica disinfezione degli ESEMPI DI INTERVENTI DI PREVENZIONE/PROTEZIONE 27 Analisi su apparecchi e strumenti di lavoro (telefoni, computer) hanno rilevato in percentuali elevate la presenza di agenti biologici, anche potenzialmente patogeni, che possono dar luogo a: dermatiti eruzioni cutanee affezioni del tratto respiratorio infezioni degli occhi ecc. 28 ESEMPI DI INTERVENTI DI PREVENZIONE/PROTEZIONE Lavarsi frequentemente le mani (asciugandosele con salviette monouso o getti di aria calda) Evitare di sfregarsi gli occhi dopo avere usato la tastiera Evitare di usare sempre lo stesso straccio per le varie operazioni di pulizia Preferire un’opera di sanificazione periodica con disinfettanti specifici persistenti rispetto all’utilizzo dell’alcol etilico (molto volatile) Ricordare che gli schermi a causa delle cariche elettrostatiche tendono ad attirare polveri e microrganismi, richiedono frequenti interventi di pulizia 29 CONTENIMENTO (All. XLVII) Insieme di misure tecniche organizzative e procedurali da adottare per ridurre al minimo le possibilità di contagio I livelli di contenimento dipendono dalla classe dell’agente biologico e dal tipo di contatto prevedibile 30 CONTENIMENTO Barriere di contenimento primario: misure di protezione collettiva (disinfezione, sterilizzazione, disinfestazione, ecc.) Barriere di contenimento secondario: dispositivi di protezione individuale (DPI): guanti, indumenti protettivi, facciali, ecc. 32 PRECAUZIONI UNIVERSALI Decreto del Ministero della Sanità del 28-9-90: (Norme di prevenzione del contagio professionale da HIV nelle strutture sanitarie e assistenziali pubbliche e private) Tutti gli operatori sanitari e non, la cui attività può comportare un contatto con i liquidi organici dei pazienti, devono adottare misure di barriera idonee e comportamenti atti a prevenire l’esposizione della cute e delle mucose, nei casi in cui sia prevedibile un contatto accidentale e osservare le norme previste da tale decreto PRECAUZIONI UNIVERSALI 33 Liquidi organici: tutti i tipi di materiale biologico ed in particolare: Sangue Secrezioni vaginali Liquido pericardico Liquido Amniotico Latte materno Qualsiasi altro liquido contenente sangue Tutte le fonti, da questo punto di vista, devono considerarsi potenzialmente infetti 34 PRECAUZIONI UNIVERSALI Guanti Sempre indossati prima di venire a contatto con il paziente o nell’esecuzione di procedure con accesso vascolare. Vanno sostituiti ad ogni paziente Lavaggio Mani Dopo aver rimosso i guanti, occorre lavare accuaratamente le mani con acqua e sapone Mascherine, occhiali, coprifaccia Devono essere indossati durante l’esecuzione di procedure che possono determinare l’emissione di gocce di sangue o altri liquidi biologici DISINFEZIONE 35 SCOPO: La distruzione della flora patogena in un determinato ambiente o substrato, quindi distruzione del microrganismo DISINFEZIONE 36 Principali sostanze disinfettanti disponibili Acqua ossigenata Alcoli Aldeidi Ipoclorito di sodio Cloro Iodio Iodofori Polifenoli Sali di ammonio quaternario Clorexidina 37 CRITERI DI SCELTA PER IL DISINFETTANTE Efficacia: spettro di azione, grado di attività Utilizzo: facilità d’uso, compatibilità con i substrati, costo contenuto Innocuità per chi lo impiega Efficienza: elevato potere di penetrazione 38 STERILIZZAZIONE Intervento di bonifica ambientale più radicale in quanto rivolto ad uccidere qualsiasi forma vivente Metodo di scelta per tutti i casi nei quali è necessaria la massima sicurezza (materiali e strumenti chirurgici, farmaci che devono essere iniettati, colture di germi patogeni, rifiuti infetti che devono essere eliminati) 39 PROCEDIMENTI DI STERILIZZAZIONE Fisico Calore – secco o umido – Radiazioni ionizzanti e ultraviolette Chimico Ossido di etilene e aldeide glutarica Meccanico Filtrazione 40 DISINFESTAZIONE Ha come scopo l’eliminazione dei vettori I mezzi di cui disponiamo per l’attuazione pratica di tale metodica si dividono in: Disinfestanti integrali – (agiscono sia contro gli insetti che contro i ratti) Anidride solforosa e Acido cianidrico. Insetticidi – Piretrine, Composti clorurati organici, Composti organofosforici. Ratticidi – Alfa-naftil-tiourea e Preparati anticumarinici. 41 DPI PER GLI AGENTI BIOLOGICI Guanti Indumenti di protezione (Camici) Dispositivi di protezione del volto e delle vie respiratorie 42 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) Caratteristiche nel DLG.s 475/92 III categoria Rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente Inquinamento atmosfera respirabile o deficienza di ossigeno Aggressioni chimiche e radiazioni ionizzanti T > 100 °C T< - 50 °C Cadute dall’alto Tensioni elettriche Agenti Biologici 43 INFLUENZA SUINA http://www.ministerosalute.it/imgs/C_17_pubblicazioni_ 1030_allegato.pdf