Opuscolo stili di vita sportivo ver 2 da correggere:Opuscolo stili vita sportivo 29/08/2010 16.28 Pagina 1 AZIENDA U.S.L. ROMA A REGIONE LAZIO FAI SPORT CON STILE DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Direttore Dr. Umberto Pacchiarotti CAMPAGNA SU CORRETTI STILI DI VITA SPORTIVO PROMOSSA DAL DI PREVENZIONE DELLA ASL RM A PER LO DIPARTIMENTO PAOLA a cura di ABETTI, ROBERTO BOGGI, BRUNO CORDA Opuscolo stili di vita sportivo ver 2 da correggere:Opuscolo stili vita sportivo 29/08/2010 16.28 Pagina 2 INDICE Perché è importante dedicarsi a un’attività fisica? pag. 3 Perché lo sportivo non deve assumere sostanze? pag. 5 Perché lo sportivo non deve abusare di bevande alcoliche? pag. 7 Perché lo sportivo non deve fumare? pag. 8 Perché lo sportivo deve osservare un’alimentazione bilanciata? pag. 10 Perché la politica deve incentivare l’attività sportiva? pag. 14 Bibliografia pag. 15 “Corretto stile di vita” è una locuzione che ricorre spesso nei discorsi salutistici. Nessuno però si assume l'onere di definire cosa sia un corretto stile di vita, se non facendolo per grandi linee e affidandosi al solo senso comune. Per corretto stile di vita s’intende una serie di azioni pratiche e soprattutto quotidiane volte a eliminare o almeno ridurre alcuni fattori di rischio in grado di influenzare concretamente e in modo negativo la durata e la qualità della vita dell’individuo. Più concretamente si può dire che un soggetto ha un corretto stile di vita se: non fuma; non beve abitualmente alcolici; non fa uso di droghe e/o di sostanze illecite; non è in sovrappeso; non è sedentario; ha un'alimentazione varia ed equilibrata; esegue controlli periodici di prevenzione; non si sente stressato; non si sente depresso; non si sente ansioso. Si può quindi dire che la prevenzione è nelle mani di ognuno di noi e che dobbiamo imparare a gestire la nostra vita. Infatti, osservare un corretto stile di vita non solo permette di vivere più a lungo, ma permette di avere una qualità di vita migliore, il tutto senza affrontare particolari rinunce. PERCHÉ È IMPORTANTE DEDICARSI A UN’ATTIVITÀ SPORTIVA? Stampa e diffusione a cura del Dipartimento di Prevenzione della Azienda U.S.L. Roma A Direttore Generale F.F. Dr. Franco Socci Direttore Sanitario Dr. Stefano Pompili S ebbene sia dimostrato che una regolare attività fisica sia in grado di ridurre la mortalità di circa il 10%, lo stile di vita sedentario è in aumento in tutti i Paesi sviluppati. Tra le cause, un eccessivo utilizzo dell’automobile anche per i brevi tragitti che potrebbero essere percorsi a piedi o in bicicletta, la costante crescita dei lavori sedentari, l’incremento di passatempi passivi quali la televisione e il computer. Se la salute è una delle motivazioni che ci spingono a praticare uno sport 3 Opuscolo stili di vita sportivo ver 2 da correggere:Opuscolo stili vita sportivo 29/08/2010 16.28 Pagina 4 dopo una certa età, ciò non è altrettanto vero per i giovani. Infatti, quando si è giovani, la differenza in termini di salute tra uno sportivo e un soggetto sedentario è invisibile a occhio nudo e quindi spesso non si riesce a comprendere che rimanendo sedentari si perderanno molti anni della nostra vita in salute. Per questo la pratica di un’attività sportiva, come tutti i corretti stili di vita, deve essere insegnata fin dai tempi della scuola, non essendo cosa semplice correggere da grandi un comportamento radicato negli anni. Praticare uno sport con una corretta intensità ci permette di: ridurre il rischio cardiovascolare attraverso l’abbassamento della pressione arteriosa, l’aumento del colesterolo HDL “buono”, la riduzione dei trigliceridi e della viscosità del sangue; mantenere un peso corporeo ideale, anche se ciò non significa mangiare tutto quello che si vuole; controllare la glicemia, riducendo il rischio di sviluppare un diabete di tipo 2; migliorare l'efficienza di muscoli e articolazioni, prevenendo le patologie tipiche dell'età avanzata, quali artrosi ed osteoporosi; migliorare la sensazione generale di benessere e ridurre stress ed ansia attraverso la liberazione di endorfine; ridurre la dipendenza da nicotina o altre sostanze; ritardare l'invecchiamento, come normale conseguenza di tutti i punti precedenti. Ma da sola l’attività sportiva non basta. Per condurre uno stile di vita attivo essa deve essere affiancata dall’attività motoria ed entrambe devono essere praticate con regolarità. Per raggiungere tale obiettivo può essere sufficiente, ad esempio: andare a lavorare a piedi o in bicicletta; evitare di prendere la macchina per piccoli spostamenti; scendere dall’autobus una o due fermate prima della destinazione e proseguire a piedi; salire e scendere le scale senza usare l’ascensore; fare lunghe passeggiate con il “nostro amico a quattro zampe”; organizzare con gli amici una passeggiata nel parco. L’attività fisica è molto importante anche nell’anziano che, per vari motivi, 4 non è più in grado di praticare una vera e propria attività sportiva. Sono sufficienti trenta minuti di cammino a velocità moderata (5 km/ora) ogni giorno per consumare mediamente circa 150 kcal al giorno, ovvero circa 1000 kcal a settimana, e ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete e obesità. Una rappresentazione grafica dell’attività fisica raccomandata per mantenere uno stato di benessere è raffigurata nella piramide del movimento riportata qui accanto. In essa sono descritte le frequenze settimanali delle varie attività fisiche, mentre il vertice della piramide sottolinea la necessità di ridurre le attività sedentarie che rappresentano un fattore di rischio per la salute. PERCHÉ LO SPORTIVO NON DEVE ASSUMERE SOSTANZE? D urante questi ultimi anni, l’uso delle sostanze stupefacenti e delle sostanze d’abuso (alcol) si è diffuso in maniera preoccupante. Attualmente il loro consumo incide su tutti gli strati sociali, su tutte le fasce d’età e su tutti i livelli culturali. Pertanto non è infrequente trovare, tra gli sportivi, soggetti dediti al consumo di droghe, sia in modo continuo, sia occasionale. L’uso di tali sostanze ha, però, un’influenza negativa sulle prestazioni sportive e soprattutto espone inutilmente l’utilizzatore a gravi effetti collaterali, talvolta fatali. Se da un lato l’uso degli stupefacenti è inconciliabile con lo sport, praticare un’attività sportiva può essere invece uno strumento straordinariamente efficace per la prevenzione e il recupero delle tossicodipendenze. Infatti, la semplice informazione, anche se modulata per instillare paure circa gli effetti dannosi delle sostanze d’abuso, non è uno strumento sufficiente, da solo, per modificare i comportamenti a rischio. 5 Opuscolo stili di vita sportivo ver 2 da correggere:Opuscolo stili vita sportivo 29/08/2010 16.28 Pagina 6 Dedicarsi invece a un’attività sportiva, con lealtà e impegno, è un’occasione per conoscere e mettere alla prova se stessi, sviluppare una personalità equilibrata e confrontarsi con la personalità e le capacità degli altri. Tutto questo rappresenta l’unica vera protezione contro la droga e può essere raggiunto attraverso l’autodisciplina, l’allenamento, la conoscenza del proprio corpo e dei propri limiti, il rispetto delle regole, la capacità di affrontare le sconfitte, il tutto in un contesto di confronto ed incontro con gli altri. Un fenomeno che, in campo sportivo, può essere considerato analogo al consumo di droga è rappresentato dal doping. Esso consiste nell’uso illecito di sostanze chimiche al fine di migliorare artificialmente le performance sportive di un atleta. Il meccanismo di azione, pur diverso secondo la sostanza utilizzata, si basa principalmente sulla riduzione della percezione della fatica, il miglioramento della prontezza dei riflessi, l’accrescimento della forza e/o della resistenza muscolare, il controllo della frequenza cardiaca e/o respiratoria, la riduzione del peso corporeo. Tali effetti sono però accompagnati da tutta una serie di effetti collaterali negativi che vanno dall’ipertensione, alle patologie del sistema nervoso, a problemi della sfera riproduttiva maschile, all’insorgenza di neoplasie, all’ictus e via dicendo fino alla morte. Il doping deve essere considerato quindi come il principale responsabile della perdita dello spirito agonistico e di tutti quei valori che spingono un atleta a confrontarsi lealmente con se stesso e con gli altri. Parallelamente al doping, ha trovato un’enorme diffusione l’uso incongruo degli integratori alimentari, intesi come fonte concentrata di sostanze nutritive o di altre sostanze aventi un effetto fisiologico, utilizzati al fine di potenziare la performance fisica. Un’introduzione eccessiva di tali sostanze, non necessaria se si segue una corretta alimentazione e i cui vantaggi non sono scientificamente dimostrati, va però evitata perché potrebbe determinare effetti tossici da accumulo a carico di vari organi e apparati. 6 PERCHÉ LO SPORTIVO NON DEVE ABUSARE DI BEVANDE ALCOLICHE? L’ alcol è una sostanza tossica capace di indurre dipendenza anche più di alcune sostanze illegali e causa di molteplici effetti negativi sulla salute. Secondo l’OMS sono attribuibili all’alcol, direttamente o indirettamente, il 10% di tutte le patologie, il 10% dei tumori, il 63% delle cirrosi epatiche, il 41% degli omicidi, il 45% di tutti gli incidenti e il 9% delle patologie cronico- invalidanti. Alcuni Autori attribuiscono al vino rosso un effetto protettivo verso il rischio cardiovascolare (ma solo nei soggetti adulti di sesso maschile e per piccole dosi), altri ritengono invece che esista un rischio per la salute qualunque sia il quantitativo di alcol introdotto. Attualmente si considera a basso rischio un consumo giornaliero, esclusivamente durante i pasti, di una quantità di alcol non superiore a 20-40 grammi per gli uomini e di 10-20 grammi per le donne. Tali limiti vanno opportunamente ridotti nei soggetti anziani e nei giovani (la normativa vigente in Italia vieta la vendita di alcolici ai minori di 16 anni). Un bicchiere di vino da 125 ml, una lattina di birra da 330 ml, un aperitivo da 80 ml, un bicchierino di superalcolico da 40 ml, contengono tutti la stessa quantità di alcol ovvero circa 12 gr. L’alcol introdotto è assorbito per il 20% dallo stomaco e per il restante 80% del primo tratto dell’intestino. La velocità di assorbimento dell’alcol, e quindi la sua concentrazione nel sangue, dipende da vari fattori quali la gradazione alcolica della bevanda e la quantità di alcol ingerita, l’assunzione in un’unica dose, la presenza di cibo nello stomaco, tutti i fattori che influenzano lo svuotamento gastrico. Circa il 90-98% dell’alcol ingerito viene eliminato dal fegato. La velocità con cui il fegato rimuove l’alcol dal sangue varia da persona a persona. In media sono necessarie circa due ore per smaltire un quantitativo di bevanda alcolica pari a 12 grammi di alcol. Malgrado l'alto contenuto calorico (un grammo di alcol ingerito apporta 7 Opuscolo stili di vita sportivo ver 2 da correggere:Opuscolo stili vita sportivo 29/08/2010 16.28 Pagina 8 all’organismo circa 7 Kcalorie), l'alcol etilico non può essere considerato un nutriente, né tantomeno una fonte di energia. Infatti solo una quota modesta di tali calorie sono utilizzabili per il lavoro muscolare, mentre le rimanenti vengono impiegate dall’organismo per la produzione di massa grassa. É quindi inutile praticare una attività sportiva e rinunciare ad un piatto di pasta al fine di perdere peso, se poi ci si permette il lusso di buttare giù un paio di drink nel week end. L’alcol influisce negativamente sulle prestazioni sportive. Infatti l’alcol è causa di rallentamento delle capacità psico-motorie, perdita di forza e velocità, peggioramento dei riflessi, riduzione della capacità di reazione e di coordinamento. Ovviamente i suoi effetti sono dose dipendenti: se la quantità di alcol ingerita è particolarmente elevata, questi sintomi possono verificarsi anche a distanza di giorni. L’alcol riduce inoltre l’assorbimento di vitamina B12 e folati e interferisce con la sintesi dell’emoglobina, con conseguente compromissione del trasporto di ossigeno ai tessuti, fatto che influenza negativamente la performance sportiva soprattutto nelle attività di resistenza come la corsa e il ciclismo. Altri effetti indesiderati legati all’assunzione di alcol sono: stanchezza, cefalea, nausea, vomito, disfunzioni degli organi sessuali fino all’impotenza nell’uomo, riduzione della massa muscolare, invecchiamento della pelle. Infine il consumo di alcol può essere causa di cirrosi, tumori epatici e gastrici, gastrite e ulcera gastro-duodenale, pancreatite, ipertensione arteriosa. PERCHÉ LO SPORTIVO NON DEVE FUMARE? A nche se nel mondo dello sport non è così infrequente incontrare un fumatore, soprattutto tra gli sportivi dilettanti, fumo e attività sportiva rappresentano un binomio insostenibile. Il fumo infatti riduce la disponibilità di ossigeno per i tessuti, compreso quello muscolare, ed aumenta i livelli di monossido di carbonio nell’organismo. Questo si traduce in un più facile affaticamento e di conseguenza in un 8 minor rendimento fisico, non solo nello sport, ma anche nelle normali attività motorie quotidiane, quali camminare o salire e scendere le scale. Il fumo provoca inoltre un sovraccarico per cuore e sistema circolatorio, aumentando la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, favorisce la comparsa di episodi ipoglicemici a digiuno, provoca una minore utilizzazione della vitamina C e una maggiore suscettibilità a contrarre infezioni dell’apparato respiratorio. Negli atleti dediti a sport aerobici, (jogging, corsa ad andatura moderata, sci di fondo, nuoto, ciclismo, danza aerobica, pattinaggio, etc.) il fumo di sigaretta modifica la resa muscolare, inducendo una minore resistenza e minore durata. Mentre in coloro che praticano sport anaerobici (corsa veloce, salti, sollevamento pesi, squash, canottaggio, calcio, tennis, pallavolo, basket, etc.) il fumo di sigaretta riduce la funzione cardiaca e respiratoria con conseguente comparsa di un respiro breve e affannoso. Sfruttando meno il metabolismo aerobico si deve ricorrere a quello anaerobico, quindi ad una precoce formazione dell’acido lattico, che si accumula nei muscoli. Il fumo di sigaretta è inoltre la principale causa di malattia e di morte nei Paesi industrializzati (malattie cardiovascolari, malattie respiratorie, tumori). Ad esso gli esperti attribuiscono il 12% degli anni di vita in buona salute persi a causa di morte precoce o disabilità (Daly). In Italia esso è responsabile di circa il 30% di tutte le morti per tumore, (45.000 decessi ogni anno), a cui si aggiungono 8000 decessi per cause legate al fumo passivo. Se da un lato il fumo danneggia la performance sportiva, dall’altro lo sport agisce aiutando chi vuole combattere la propria dipendenza dalla sigaretta. Infatti lo sport, come la nicotina, stimola il sistema nervoso centrale e provoca il rilascio di mediatori del benessere (serotonina, 9 Opuscolo stili di vita sportivo ver 2 da correggere:Opuscolo stili vita sportivo 29/08/2010 16.28 Pagina 10 dopamina, noradrenalina). Pertanto l’esercizio fisico è utile per vincere le crisi d’astinenza da nicotina ed è anche un’ottima valvola di sfogo per eliminare tensioni e stress accumulati nel corso della giornata. Chi pratica un’attività fisica tende ad essere più sereno e soddisfatto rispetto ai soggetti sedentari e presenta una maggiore vitalità e gioia di vivere. PERCHÉ LO SPORTIVO DEVE OSSERVARE UN’ALIMENTAZIONE BILANCIATA? U na corretta alimentazione riveste un ruolo fondamentale per chi pratica un’attività sportiva. Qualitativamente essa non differisce dall’alimentazione bilanciata che dovrebbe osservare un soggetto sedentario. Infatti, la differenza principale consiste solo nella quantità di calorie necessarie per soddisfare il fabbisogno calorico. Quest’ultimo è la somma del fabbisogno dovuto alle necessità legate al mantenimento Tab. 1 - Fabbisogno energetico in Kcal/minuto per alcuni tipi di attività fisica o sport. Camminare lentamente 2,6 Ginnastica 5,9 Camminare 5 km/h 3,7 Basket 14,3 Corsa campestre ricreativa 10,4 Pallavolo 8,5 Corsa 100 m gara 280,0 Tennis singolo 11,1 Ballo ritmo lento 4,3 Tennis doppio 9,1 Ballo ritmo veloce 11,3 Calcio 11,7 Ciclismo ricreativo 5,9 Sci di fondo ricreativo 12,0 Ciclismo gara 26,0 Sci di fondo gara 21,5 Canottaggio ricreativo 9,1 Sci alpino ricreativo 12,0 Canottaggio gara 25,5 Sci alpino gara 21,5 Nuoto ricreativo 9,1 Judo 22,8 Nuoto gara 25,0 Rugby 10,0 della vita (metabolismo basale) e di quello legato alle varie attività fisiche (sportiva, lavorativa, etc.). Il metabolismo di base cresce fino all’adolescenza, per poi fermarsi e quindi, dopo i trent’anni, diminuire di circa il 2% ogni decennio. Gli 10 uomini presentano un metabolismo basale più alto rispetto alle donne, anche a parità di peso e di altezza, perché hanno una maggiore percentuale di massa magra. Il metabolismo basale è influenzato anche dal clima, da alcuni ormoni, dallo stato nutrizionale. Il fabbisogno energetico legato all’attività fisica varia invece enormemente secondo il tipo di attività svolta. Il fabbisogno calorico complessivo di uno sportivo può quindi oscillare tra le 2000 e le 5000 kcal al giorno. A titolo esemplificativo si riporta, in tabella 1, il fabbisogno calorico per alcune tipologie di attività fisica o sport. La composizione della dieta dello sportivo ricalca il modello della “piramide alimentare” già ampiamente pubblicizzata per indicare alla popolazione i consumi alimentari giornalieri consigliati. Il passaggio dalla base della piramide al suo apice simboleggia la progressiva riduzione del contributo alimentare di una determinata classe di alimenti. La base della piramide, più larga, è occupata da cereali, pane, pasta e riso. Nella fascia immediatamente superiore trovano posto, in egual misura, frutta e verdura. Ancora più in alto troviamo carne e latticini. Al vertice e in quantità minima, grassi e dolci. Non deve mai mancare un adeguato apporto di acqua. Infatti, durante l’esercizio fisico si perdono grandi quantità di liquidi, molto superiori a quanto si possa desumere dalla quantità di sudore. La disidratazione, anche se modesta, è in grado di condizionare il rendimento muscolare e ridurre la resistenza alla fatica. Pertanto si consiglia l’introduzione di una quantità di acqua pari a 1,5 ml per kcal di energia spesa. Il modello della piramide alimentare sopra citato prevede quindi una ripartizione degli alimenti così suddivisa: 50% di zuccheri (o carboidrati) 11 Opuscolo stili di vita sportivo ver 2 da correggere:Opuscolo stili vita sportivo 29/08/2010 16.28 Pagina 12 provenienti da cereali e frutta, 20% di proteine (o protidi) quali latticini, pesce e carne, 30% di grassi (o lipidi). Tali quote sono leggermente elastiche e variano in base ad alcuni fattori come le ore di allenamento giornaliere e il tipo di sport praticato. Il tessuto muscolare utilizza abitualmente come combustibile una miscela di carboidrati e grassi. Durante i primi minuti di un’attività fisica intensa, gran parte dell’energia è fornita dagli zuccheri. Poiché l’organismo ha solo una limitata capacità di deposito di carboidrati, sotto forma di glicogeno, nei muscoli e nel fegato, all’aumentare della durata dell’esercizio fisico (sport di resistenza), prevale il ricorso all’utilizzazione dei grassi. Per questi tipi di sport l’alimentazione privilegia il consumo di carboidrati al fine di incrementare le riserve di glicogeno. Gli sport di forza, invece, inducendo ipertrofia muscolare, necessitano anche di un maggiore apporto di proteine per facilitare l’accrescimento della massa muscolare. In questi casi il fabbisogno giornaliero stimato è compreso tra 1,1 e 1,7 grammi di proteine per kg di peso corporeo ed è ricavato da carne, formaggio, latte, legumi e cereali. Consumi superiori non presentano un’utilità scientificamente dimostrata. Il rapporto tra proteine animali e proteine vegetali deve essere eguale o superiore a uno. Alimentazione pre-gara (di preparazione) La dieta pre-gara inizia il giorno prima della competizione e termina con la stessa. Ha lo scopo di mantenere la forma fisica ottenuta in precedenza con un’alimentazione razionale e fornire all’atleta le calorie che egli utilizzerà durante la gara. Anche se variabile in relazione al tipo di sport praticato, essa privilegia alimenti facilmente digeribili e ricchi di amidi, quali riso, pane, pasta e patate. Particolare importanza riveste una giusta idratazione dell’organismo. Il pasto precedente la gara, oltre ad avere un volume modesto, deve essere consumato almeno tre12 quattro ore prima dell’inizio della prestazione sportiva. Quando l’inizio della gara può essere suscettibile di ritardo e negli sport di lunga durata e con intervalli, sono utili le razioni di attesa quali acqua con succo di frutta (senza zucchero aggiunto), oppure acqua e maltodestrine o fruttosio, da assumere ogni ora. Questo al fine di evitare variazioni della glicemia e mantenere l’idratazione dell’organismo. L’aggiunta di sali minerali ripristina l’eventuale perdita avvenuta con il sudore e combatte l’acidosi da fatica. Va evitata, poco prima di una gara, l’assunzione di zucchero comune (saccarosio) e di tutte le bevande che lo contengono, perché provocando un brusco aumento della glicemia stimola la produzione d’insulina con successiva ipoglicemia che potrebbe compromettere la prestazione sportiva. Alimentazione di recupero Dopo una gara, l’organismo ha necessità di reintegrare le perdite di acqua e sali minerali, di combattere l’acidosi da sforzo, di ripristinare le riserve di zuccheri e di favorire l’eliminazione di scorie azotate accumulate. L’alimentazione di recupero deve quindi essere appositamente studiata per questo scopo. Uno sforzo fisico intenso quale quello di una competizione sportiva induce, nell’organismo, uno stato di acidosi. Pertanto, per ripristinare un corretto equilibrio acido-basico, è utile, subito dopo la gara, la somministrazione di bevande ricche di bicarbonato, sali minerali e glucosio. Per consumare un pasto si attenderanno almeno due ore perché prima l’organismo è ancora troppo affaticato per sopperire alla digestione. Saranno preferiti cibi alcalinizzanti quali fichi, albicocche, spinaci, carote, sedano, lattuga, patate, ananas, ciliegie, banane, arance, pesche, pompelmo, mele, pere, uva, cavolfiore, pomodori, latte, piselli freschi. Deve essere limitata, invece, l’assunzione di cibi acidificanti quali uova, cioccolata, formaggi, cereali, carni bianche e rosse, legumi secchi, grassi animali, tè e caffè. 13 Opuscolo stili di vita sportivo ver 2 da correggere:Opuscolo stili vita sportivo 29/08/2010 16.28 Pagina 14 PERCHÉ LA POLITICA DEVE INCENTIVARE L’ATTIVITÀ SPORTIVA? L e malattie cronico degenerative (malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione, etc.) rappresentano, al giorno d’oggi, la parte di gran lunga prevalente delle patologie presenti nelle popolazioni dei paesi industrializzati , sia in termini di diffusione che di gravità dei quadri clinici correlati. Il loro esito è spesso letale in tempi più o meno brevi e comunque sempre invalidante, con un incremento continuo del costo economico e sociale che, alla lunga, il nostro SSN non sarà più in grado di fronteggiare. La prevenzione di questo tipo di malattie non è quindi solo un’indicazione “etica”, ma soprattutto un ragionevole investimento di risorse al fine di assicurare la sostenibilità della nostra salute domani. Per questo è indispensabile che il mondo politico si impegni attivamente nell’azione di contrasto di tali patologie, attraverso la promozione di corretti stili di vita, compresi lo sport e tutte le attività motorie. Il fenomeno sport, in questi ultimi anni, è infatti cambiato e da occasione di gioco e divertimento si è progressivamente trasformato in movimento, educazione motoria e benessere psicofisico, fino a diventare un vero fenomeno sociale, riconosciuto oggi uno dei principali elementi delle politiche del nuovo welfare. L’azione di contrasto deve iniziare dai giovani attraverso la realizzazione di interventi educativi, informativi e organizzativi di provata efficacia per promuovere comportamenti socialmente e culturalmente corretti. Il Parlamento europeo ha evidenziato l’importanza dell’obbligatorietà dell’educazione fisica nella scuola primaria e in quella secondaria e la necessità di incentivare l’educazione motoria e sportiva dei ragazzi al fine di fornire loro strumenti e competenze per una crescita consapevole e armonica in una fase della loro vita in cui si consolidano abitudini e comportamenti. 14 È inoltre indispensabile che l’azione di contrasto investa il contesto urbanistico attraverso interventi organizzativi e di pianificazione (aree verdi attrezzate, piste ciclabili, percorsi pedonali). Infatti le caratteristiche dell’ambiente costruito influenzano la quantità e la qualità dell’esercizio fisico svolto dagli abitanti. Nei quartieri con molto verde i residenti hanno una probabilità di praticare un’attività fisica tre volte maggiore rispetto a quelli dei quartieri degradati. Inoltre le persone che abitano in quartieri ad alta pedonabilità s’impegnano in attività fisica di moderata intensità per quasi un’ora in più al giorno rispetto a chi abita in quartieri a bassa pedonabilità. BIBLIOGRAFIA Notiziario ISS settembre 2009: 11-16 Alcol: sai cosa bevi? Più sani, meno rischi. ISS Quarta ristampa 2008. Messineo A., Abetti P., Antoniozzi T., et al. ABC della sicurezza contro l’abuso di alcol e stupefacenti. EPC Libri Roma 2009. Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Stili di vita: movimento è salute. Abetti P., Boggi R., Santucci S., Corda B. Doping. Dipartimento di Prevenzione ASL RMA 2009. Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e Istituto di Ricerca per gli alimenti e la nutrizione. Linee guida per una sana alimentazione: Revisione 2003. Sistema di sorveglianza PASSI. Report Aziendale 2007-2008 ASL RMA. Riferimenti Internet http://www.iss.it/ofad http://www.ministerosalute.it http//www.epicentro.iss.it/passipdf2010_RmA07-08pdf 15 Opuscolo stili di vita sportivo ver 2 da correggere:Opuscolo stili vita sportivo 29/08/2010 16.29 Pagina 16 Finito di stampare nel mese di agosto 2010 da A&G Grafica srl - V.le B. Rizzieri, 226 - Roma [email protected]