CULTURA DELL’ACQUA
• L’acqua
• Percorso ideale per stare bene in acqua
• Schemi
motori
terrestri
ed
acquatici,
maturazione sviluppo ed apprendimento.
• L’acqua è nostra amica, non dobbiamo combatterla per
avanzare, ma diventare parte integrante fino al punto
che questa ci permetterà di muoverci meglio e più veloci
… Alexander Popov
• http://corso1livello.myblog.it/
L’acqua e l’uomo
•
•
•
•
Nel mondo le terre emerse non arrivano al 30% il
resto è solo acqua (trascurando fiumi, laghi, lagune
ect).
Il peso del corpo umano di un adulto è dato per circa il
75% dall'acqua, percentuale che inizia a decrescere in
modo irreversibile con il passare degli anni fino ad
arrivare nelle persone anziane a poco più del 60%.
Un uomo senz’acqua non può resistere più di un paio
di giorni – negli atleti uno dei maggiori pericoli è la
disidratazione che porta, anche se contratta in misura
leggera, ad un decremento notevole della prestazione.
Da sempre gli insediamenti civili dell’uomo sono
ubicati nelle vicinanze di corsi d’acqua o comunque di
approvvigionamenti della stessa (pozzi, sorgenti ect.).
Peculiarita’ dell’acqua
• Incolore, insapore, inodore (per quello da così
fastidio il cloro) ma soprattutto incomprimibile
(probabilmente ci interessa ????? – per
avanzare dobbiamo trovare la “maniglia”).
• 800 volte la densità dell’aria quindi la velocità è
cmq relativa rispetto a quella a cui siamo
abituati sulla terraferma perché c’è molta più
resistenza in termini di movimento, locomozione
ed avanzamento.
• Resistenza in termini di respirazione, consigliata
come terapia agli asmatici però ….le prime volte
è difficile “effetto palloncino”.
• Riduzione forza gravità finchè il corpo è in acqua
ma attenzione quando la bracciata effettua il
recupero (delfino), partenza ……..
L’ACQUA - 1
Grembo materno : noi una volta siamo stati in un
ambiente acquatico per 9 mesi poi però nasciamo e
diventiamo degli animali terrestri – prima riusciamo a
tornare in acqua e tanto meglio e prima recuperiamo in
nostro idilliaco rapporto con l’acqua (molto dipende
dall’ambiente che abbiamo intorno a noi che ci
protegge con le frasi celebri).
Sensazioni nuove : in acqua siamo in perenne equilibrio
instabile e non fermi come sulla terra, è un elemento con
cui bisogna interagire ed integrarsi.
Riduzione del peso : per cui in acqua sono, relativamente,
sciolti e veloci anche gli ippopotami, è un ambiente adatto
anche a persone fortemente sovrappeso, che si
muoveranno cmq peggio di un normotipo ma il loro gap
rispetto ai movimenti terrestri risulterà molto ridotto – hanno
dalla loro parte il galleggiamento.
L’ACQUA - 2
Scivolamento + che potenza = una macchina sul
ghiaccio pattina a vuoto e similmente applicare la
potenza al massimo porta a perdere i punti di
appoggio soprattutto in fase di presa – è tipico dei
principianti entrare smanacciando l’acqua tirando
fendenti a destra e sinistra e disperdendo così una
montagna di energia che non porta a nessun
vantaggio pratico (in parte le prime volte è naturale
perché passo dall’aria all’acqua molto più densa).
Sensibilità + che spinta = bisogna trovare la
“maniglia” – la bracciata è in accelerazione per cui
la parola meravigliosa di cui voi dovete farvi
portavoce è RITMO senza il quale il movimento
risulterà sempre grezzo e non si evolverà mai in
qualcosa di più – è una cosa che va insegnata.
L’ACQUA - 3
Idrodinamicità + che postura = assumere,
soprattutto con la testa, una posizione per fendere
l’acqua con riferimento alle fasi di partenza e
spinta dal muretto – far si che la mano sia
orientata in maniera tale da contribuire
all’avanzamento nella maniera migliore (superf.
Mano + braccio).
Rilassamento = qualità che viene evidenziata
molto nella vasca piccola, successivamente, se il
lavoro è stato fatto bene, la persona sta sempre
meglio in acqua fino ad arrivare al punto di essere
più rilassato/a quando esce dall’acqua a fine
lezione di quando è entrato/a all’inizio.
IL NUOTO - 1
Adatto per ogni età: In piscina troviamo un range
di clienti che non si trovano in nessun altro sport
dai 3 mesi ai 90 anni - comprese le donne in
gravidanza e le persone che hanno avuto traumi
anche importanti - ovviamente il loro stare in
piscina e le esercitazioni a loro rivolte saranno
diverse (anche il nostro modo di insegnare).
Blocco di partenza per altri sport : E’ una base
motoria per partire, in età più avanzata, con altre
discipline intimamente connesse con l’acqua sub
acquagym, nautica, nuoto acque libere, triathlon
ect., tutte (acquagym a parte) richiedono grande
ambientamento.
IL NUOTO - 2
Aiuta a rimettere “in piedi” l’apparato
scheletrico e/o muscolare : perché è,
fondamentalmente, uno sport simmetrico –
tecnicamente è bene che lo sia.
Libertà (mare – laghi) : permette di poter
effettuare divagazioni (solitamente estive) in
ambienti acquatici diversi – meno sicuri con
molte + condizioni esterne variabili.
Non ha controindicazioni: E’ difficile farsi
male in maniera seria rispetto ai traumi
possibili in altri sport (la patologia della
spalla è tipica esclusivamente degli atleti).
TERRA - ACQUA
• Riparametrizzazione e adattamenti relazione
spazio tempo comunemente usata (per questo è
così difficile insegnare il tuffo di partenza che
inizia nell’aria e finisce in acqua).
• Sulla terra gli arti inferiori sono il motore e gli
arti superiori servono da equilibrio, in acqua
accade esattamente il contrario.
• In acqua molti dei movimenti avvengono nel
semi-piano posteriore escludendo di fatto
l’analizzatore visivo e rendendo fondamentale
quello cinestetico.
PERCORSO “OK IN ACQUA”
Ambientamento – 1° step per ottenere in
qualsiasi contesto una prestazione fisica ottimale
per le proprie caratteristiche - ogni nuova
situazione
richiede
ambientamento.
Movimento – confrontarsi con la situazione nuova
e produrre degli spostamenti, in prima istanza goffi
ed innaturali, successivamente sempre più precisi
ed economici fino ad evolversi in una nuotata ago.
Prestazione – massima produzione fisica di quel
soggetto relativamente a quel determinato
contesto (non si può ottenere se le fasi precedenti
non sono state esperite completamente e
correttamente) – ovviamente non è detto che la
max prestazione di un soggetto corrisponda a
quella di un altro.
PERCORSO “OK IN ACQUA”-1
•Rimozione della paura – i bambini vivono in
mondi fantasiosi proprio per stare lontani
dalle paure – negli adulti che imparano
tardi si cercherà di rimuovere una parte
delle paure pregresse.
•Stare in acqua volentieri, bene, rilassati.
•Sentire l’acqua non come un corpo
estraneo freddo e ostile ma come
un’immersione in un liquido che aiuta il
rilassamento.
PERCORSO “OK IN ACQUA”-2
• Padroneggiare il corpo in acqua, riuscire a
muoversi e fermarsi quando e come si vuole,
affondare se lo si vuole e galleggiare se lo si
vuole.
• Galleggiamento naturale grezzo – così come
viene staccati da terra.
• Galleggiamento statico secondo una postura.
• Galleggiamento dinamico “sentendo” l’acqua e
offrendo la minore resistenza all’avanzamento,
troppe volte si enfatizza quello che si vede
all’esterno e non si pensa che la cosa realmente
importante è ciò che accade all’interno dell’acqua
e non si vede.
PERCORSO “OK IN ACQUA”-3
• Sola la competenza motoria può far emergere il
talento sportivo (successivamente).
• Importanza di una tecnica elastica che non sia
ingabbiata in rigidi schemi perché ….noi cresciamo
(didattica braccia distese).
• La scarsità di abilità motorie giovanile crea grattacieli
senza fondamenta non destinati a durare.
• Il vero campione ha avuto la fortuna di trovare un
bravo istruttore sulla sua strada.
• L’iper specializzazione precoce non porta distante.
• Multilateralità ecco la soluzione, anche per i corsi di
nuoto.
ORGANIZ. DELLA LEZIONE
Struttura base di una lezione
• Riscaldamento – attivazione generale del corpo,
minima nei bambini, aumento con lo sviluppo della
massa muscolare.
• ripasso abilità motorie conosciute – con un crescendo
di difficoltà.
• nuovo obbiettivo (se ok fase precedente) – step
immediatamente successivo nella progressione
didattica.
• ancora ripasso e conssolidamento (in modi diversi)
• ulteriore nuovo obbiettivo – se ne vale la pena e se
c’è tempo.
• fase ludica – che coincide, di solito, con
l’insegnamento del tuffo di partenza in Vg e Vm (non
necessariamente alla fine).
La base del gesto sportivo, la
tecnica o la naturalezza.
• E’ più importante insegnare bene e quindi gratificare la
nostra conoscenza o fare in modo che l’allievo apprenda
bene ?
• La naturalezza del gesto è fondamentale perché esso sia
economico, un gesto non naturale non sarà mai rilassato,
(rompete gli schemi per crearne di nuovi ad un livello
superiore).
• Bombolo, palette, pinne (con cervello) no occhialini, testa
fuori, nuoto in coppia, nuoto rovescio, ect. Sono tutti modi
per stimolare le capacità coordinative di soggetti che, è
bene ricordarlo, non fanno sport nella loro vita per cui è
bene creare una base motoria il più ampia possibile, solo
così il gesto natatorio potrà evolversi, differenza di
evoluzione
tra
i
monosettimanali
e
bisett.
nell’apprendimento, consolidamento ed evoluzione della
nuotata.
LE REMATE
• Esercizi di sensibilità in acqua per riuscire ad
essere più efficaci nella bracciata.
• Ne esistono di semplici, mediamente complesse,
molto complesse, con senso di avanzamento
normale o rovescio.
• Possono essere suddivise per una parte specifica
della bracciata oppure essere generali.
• Avanzamento
dovuto
alla
capacità
di
“agganciare” l’acqua non solo per semplice
compressione ant/post – braccio praticamente
disteso – mani vero motore.
IL QUINTO STILE
•Perché lo scivolamento in subacquea è
così vantaggioso – suzuki & c.
•La base di partenza – la posizione
idrodinamica
(impossibile
senza
ambientamento – come si muove una
persona senza ambientamento).
•Il corpo a trazione posteriore.
•L’effetto saponetta.
LA FREQUENZA
•Come è cambiato il nuoto con i “gommati”.
•La seconda metà di gara, eh eh eh
•Gli analisti matematici e le loro previsioni !!
•L’importanza della frequenza – parametro
facile da misurare che da accesso a …...
•La cosa più importante l’efficacia della
nuotata (alias rendimento parametro
fondamentale per definire un’azione).
Questi non capiscono un c….
• Premesso che ci sono soggetti problematici (non gruppi) le cui
casistiche sono talmente varie da rendere inutile una
elaborazione generale – molto meglio una soluzione specifica
ed individuale per ogni persona, di concerto con il c.i. e/o momi
- spesso queste casistiche hanno origine da problemi extra
piscina (familiari, costrizione allo sport, ect.).
• Cosa dobbiamo fare, parlare tanto e ripetere più volte le stesse
cose oppure fare in modo che quando parliamo loro ascoltino,
ciò non si fa parlando tanto, ne urlando, ma richiamando la loro
attenzione con dei gesti predefiniti, per poi comunicare,
generalmente, alla minor distanza possibile.
• In questa fase sono molto importanti quei 3-4 secondi che
intercorrono tra quando chiamate il ragazzino ed il suo arrivo
vicino a voi - comunicazione non verbale – altrimenti se voi
cominciate a parlare prima del suo arrivo lui vi ascolta serafico
ed alla fine dice “non ho capito” e voi ……..ect.
Questi non capiscono un c…., no
non sono abituati ad ascoltare
• Quando parlare : meglio quando tutti sono arrivati ed hanno la
testa fuori dall’acqua da almeno 3-4 secondi, l’acqua dentro le
orecchie li rende immuni alle nostre comunicazioni (anche
quelle positive).
• Lo stesso gruppo con cambio di istruttore spesso riceve una
spinta in avanti molto marcata, perché ??? Dice le stesse
cose dell’altro ma in maniera diversa.
• Poche parole ma chiare e concise.
• Spiegazione collettiva – correzione individuale, tutti conoscono
la teoria, e la pratica ……. gli elogi è sempre meglio siano
collettivi perché così si stimola il senso di emulazione.
• Le litanie fanno venire sonno e non stimolano l’attenzione, il
tono di voce è parte fondamentale del discorso, bisogna
sottolineare ed enfatizzare i passaggi più importanti.
• Ogni bambino va gratificato, ci sono gli egoisti, i viziati, i timidi
ect ma le ns. lodi hanno un peso diverso da quelle della
babysitter, nonno, mamma ect, ricordiamocelo.
CORREZIONE ERRORE
Ordine di correzione – ci sono 3 categorie di
errore, d’affondamento, d’avanzamento e stilistici.
Modalità di correzione – si può correggere un
errore alla volta e si parte dal ….?
Errore madre ed errore figlio.
Soprattutto negli adulti ed in atleti evoluti, nel caso
di errori stilistici, subito dopo la correzione le
prestazioni cronometriche peggiorano, poi ….. Se
la correzione è giusta le cose si sistemano.
FATTORI PRESTAZIONE
STRUTTURA FISICA
CARATTERE E COMPORTAMENTO
CAPACITA’ CONDIZIONALI
CAPACITA’ COORDINATIVE
ABILITA’ MOTORIE
CAPACITA’ TECNICHE
FORTUNA
Allenamento
dalla propaganda ai camp. italiani
Fasce di età
Caratteristiche dell’allenamento
6-8
Attività motoria ludica, gioco in tutte le sue forme
(100%)
9-11
Attività motoria ludica (80%) formazione di base
(20%)
12-14
Formazione generale (50%) introduzione
all’apprendimento di tecniche specialistiche (4050%)
15-16
Formazione generale (40%) avviamento alla
specializzazione (50-60%)
> 16
Specializzazione
Relazione Età – Interventi
ETÀ
(anni)
FORZA
Blando intervento sul
trofismo muscolare
RAPIDITÀ
Intervento
progressivo
6-8
9-11
12-14
15-16
RESISTENZA
ORGANICA
(fasi sensibili)
CAPACITÀ
COORDINATIVE
Instabilità
Età ottimale di
psicologica per intervento
impegni
ripetitivi e
prolungati
Intervento progressivo sul Età ottimale Intervento
trofismo muscolare
di intervento progressivo
Età ottimale di
intervento
MOBILITÀ
ARTICOLARE
Blando
intervento
Età ottimale di
intervento
Intervento progressivo
Tende a
Progressivo e Tendono a
Età ottimale di
sulla forza relativa (carico stabilizzarsi graduale
stabilizzarsi per intervento
naturale)
per poi
intervento
poi decrescere
decrescere
Progressivo e graduale
Tende a
intervento (forza generale decrescere
e forza rapida) con carico
naturale e pesi liberi da
bassi a medi
Età ottimale di Tendono a
intervento
decrescere
(anche
(alcune)
resistenza
specifica)
Tende a
stabilizzarsi per
poi decrescere
A proposito di resistenza e giovani
Tra i 7-8 anni di età l'organismo risponde allo sforzo di durata in
maniera quantitativa, ovvero aumentando solo la frequenza cardiaca
e respiratoria. Questo avviene in quanto sono ancora ridotti i volumi
cardiaci e polmonari.
Il vero limite alla resistenza nel bambino deriva comunque dalla
naturale scarsa propensione allo sforzo monotono e prolungato e,
quindi, alla mancanza di stimoli sempre diversi e di carattere ludico,
detto in parole più semplici si annoiano.
A 9-10 anni si può già iniziare un progressivo allenamento alla
resistenza generale. Il massimo incremento naturale della resistenza
si ha intorno ai 15-16 anni, mentre a 17-18 anni si raggiunge la
massima capacità di resistenza.
Un corretto percorso porta
all’apprendimento e ad una buona
probabilità di successo nella prestazione
(vuol dire esprimere il proprio 100% non
vincere le olimpiadi).
Purtroppo la tendenza comune è quella
di pensare che non ci possa essere
feedback tra esercitazioni terrestri ed
acquatiche, ma la nuova frontiera
consiste nelle esercitazioni coordinative
non in ambiente terrestre ma acquatico.
Scarica

Ambientamento Movimento Prestazione - Corso 1 livello