Servizio Fitosanitario Regionale CANCRO COLORATO DEL PLATANO Ceratocystis fimbriata f.sp. platani L'agente patogeno che causa il “cancro colorato” del platano è il fungo di origine americana Ceratocystis fimbriata Ellis et Halstead f.sp. platani Walter, segnalato in Italia fin dagli anni settanta. Il fungo si accresce e si diffonde nei tessuti del legno, occludendo i vasi e compromettendo il passaggio della linfa grezza: l’inevitabile conseguenza dell’attacco fungino è il progressivo disseccamento della chioma e la morte della pianta. Il “cancro colorato” è la più grave avversità del platano, diffusa praticamente in tutta la penisola italiana ed in Sicilia, e tuttora non è stato possibile individuare alcun metodo efficace di cura, ma possono solo essere previste delle ferree misure di profilassi fitosanitaria. SINTOMATOLOGIA Cancro colorato a decorso rapido: una parte della chioma del platano è disseccata nel corso di una stagione vegetativa iniziata normalmente e le foglie sono ancora attaccate ai rami già morti (foto CRA-PAV). Cancro colorato a decorso “cronico”: la pianta emette a primavera foglie di ridotto sviluppo ed ha un aspetto deperiente; solo in seguito si manifesteranno i disseccamenti oppure, nell’anno successivo, la vegetazione non riprenderà affatto (foto CRA-PAV). Sulla chioma La malattia può avere due differenti decorsi, conseguenti all’interruzione o al rallentamento del flusso linfatico: uno acuto, apoplettico o improvviso, ed uno cronico, più lento. Il primo si verifica nei mesi più caldi dell’anno, ossia nel momento della crisi idrica, con repentini disseccamenti delle branche o dell'intera chioma e con le foglie che rimangono fissate alla pianta. Nel secondo caso, la vegetazione della pianta assume un aspetto rado e deperito con foglie ingiallite, affastellate e di ridotte dimensioni (microfillia). La pianta malata tende ad emettere polloni basali e a far crescere gruppi di nuovi rametti da gemme avventizie poste alla base delle branche principali disseccanti. Zona di passaggio tra l’area necrotica e quella viva in tronco con corteccia liscia (foto CRA-PAV). Zona di passaggio tra l’area necrotica e quella viva dopo scortecciatura (foto CRA-PAV). Sul tronco Quando il patogeno giunge nelle branche o nel tronco, si evidenziano delle aree necrotiche, più o meno estese in senso longitudinale, che vengono definite impropriamente cancri in quanto le zone alterate, a causa della velocità di avanzamento del patogeno, non presentano al margine alcun callo di cicatrizzazione, ma sono solo appena depresse e fessurate. Scortecciando lievemente in corrispondenza di tali lesioni si può osservare che i tessuti corticali assumono una colorazione bruna, nettamente distinguibile da quella dei tessuti sani adiacenti, che sono di colore verde chiaro. Gli alberi colpiti dalla malattia assumono talvolta una colorazione rossastra che non rappresenta, però, un sintomo affidabile ai fini diagnostici. Lo stesso sintomo è, infatti, anche riscontrabile in soggetti morti per altre cause, in cui l’essiccazione del legno ha causato una generalizzata dominante rossa nel colore della corteccia. Sintomo tipico della malattia è, invece, la colorazione interna del legno, visibile specialmente in sezione radiale come macchie di colore bruno, che seguono le cerchie più superficiali e si diffondono verso il centro, seguendo i raggi midollari. Proprio queste vistose alterazioni cromatiche del legno hanno dato il nome alla malattia. Aspetto di una ceppaia infetta subito dopo il taglio: si può notare la colorazione rosa, più o meno intensa, del legno sano, in contrasto con quella bruna delle zone infette, e la diffusione, lungo la circonferenza e lungi i raggi, del patogeno (foto CRA-PAV). Particolare della necrosi in corrispondenza del cambio e del libro, delle cerchie più esterne del legno e dei raggi midollari: da notare le “isole” scure, formate dal diffondersi del fungo in direzione verticale (foto CRA-PAV). BIOLOGIA Il fungo penetra nelle piante attraverso ferite causate, ad esempio, da insetti, uccelli e piccoli roditori, ma soprattutto tramite le lesioni provocate in ambito urbano dall’uomo, specialmente con le potature e le ferite prodotte nel corso di lavori di scavo o di asfaltatura nelle strade alberate. Il parassita si può diffondere, anche, tramite le anastomosi radicali, ossia i punti di contatto tra le radici di due piante contigue. I frammenti di micelio o i conidi di Ceratocystis fimbriata, giunti sulla superficie di un’eventuale ferita fresca del platano, la colonizzano velocemente. Dalla lesione l’infezione raggiunge i tessuti più interni della pianta, sia parenchimatici che legnosi. Il fungo, probabilmente, induce la morte dei tessuti con la produzione di sostanze tossiche. Inoltre, a livello dei vasi legnosi, il patogeno induce la pianta ospite a difendersi con l'emissione di composti fenolici gommosi che, se da una parte creano dei “tappi” per bloccare il passaggio del fungo, dall'altra impediscono il passaggio della linfa, causando un rapido avvizzimento. II fungo può produrre differenti strutture di propagazione facilmente rinvenibili nei tessuti infetti e, quindi, utili per la diagnosi in laboratorio. Il micelio fungino di Ceratocystis fimbriata f.sp. platani si accresce ad una emperatura ottimale di circa 25 C°, ma può essere attivo anche alle temperature di 5-8 C°. Inoltre è ormai accertato che il fungo ha notevoli capacità di sopravvivenza nei residui legnosi: viene segnalato, infatti, che nella segatura infetta rimasta nel terreno il patogeno può ancora essere vitale dopo 5 anni. Ceratocystis fimbriata f.sp. platani: a. peritecio; b. ascospore; c. conidi; d. clamidospore. (CRA – PAV) Corpi fruttiferi della Ceratocistys fimbriata (Periteci) formati su frammento di legno dopo incubazione in camera umida: allo stereomicroscopio questi appaiono come corpiccioli neri sormontati da un “collo” lungo sino a 0,8 mm (foto CRA-PAV). Spore agamiche della Ceratocistys fimbriata (Clamidospore) formatesi in coltura artificiale ed osservate al microscopio (foto CRA-PAV). Sezione di tessuto sano osservata al microscopio (foto CRA-PAV). Sezione di tessuto infetto osservata al microscopio: si possono notare l’alterazione del tessuto legnoso e la presenza di clamidospore prodotte nel lume dei vasi (foto CRA-PAV). D’altra parte, in base a prove sperimentali, risulta che il fungo presente nei frammenti di legno è disattivato dall’esposizione a 45°C per alcune ore. Questi dati sono molto importanti in quanto fanno riflettere sul pericolo potenziale rappresentato dalle potature invernali, in un periodo, cioè, in cui la reazione della pianta è minima, mentre il patogeno può essere piuttosto attivo. La stagione più adatta agli interventi di abbattimento e di potatura negli ambienti caldo-secchi dell’Italia centro-meridionale risulta essere, quindi, la piena estate. OBBLIGHI DI LEGGE E MISURE DI PROFILASSI ll Decreto Ministeriale 29 febbraio 2012, definisce le disposizioni di natura fitosanitaria da adottare sul territorio della Repubblica italiana al fine di prevenire la diffusione dell’organismo nocivo Ceratocystis fimbriata , Ell. Et Halsted f. sp. platani Walter, agente del cancro colorato del platano. Elementi essenziali del Decreto sono: 1) Nelle zone focolaio tutti gli interventi sui platani quali abbattimenti, potature e recisioni radicali devono essere comunicati preventivamente al Servizio fitosanitario regionale competente per territorio. Decorsi 30 giorni lavorativi dalla comunicazione tali interventi possono essere effettuati, fatte salve diverse disposizioni del Servizio fitosanitario regionale. In ogni caso devono essere notificati al Servizio fitosanitario regionale competente per territorio luogo e procedura di smaltimento del materiale di risulta. 2) La comparsa della malattia in aree ritenute indenni deve essere immediatamente segnalata al Servizio Fitosanitario delle rispettive regioni, e da questi al Servizio Fitosanitario Centrale presso il MiPAAF; 3) Le piante infette e quelle immediatamente adiacenti debbono essere rapidamente ed obbligatoriamente abbattute ed eliminate, compreso tutto il materiale di risulta, a spese dei proprietari secondo le modalità atte a ridurre i rischi di infezione; Di seguito si riportano le principali note tecniche contenute nella citata normativa. A. Abbattimento dei platani infetti L’abbattimento dei platani infetti da Ceratocystis fimbriata e di quelli adiacenti deve avvenire secondo modalità atte a ridurre i rischi di contagio agli altri platani presenti. In particolare si devono rispettare le seguenti condizioni: • effettuare gli abbattimenti in assenza di pioggia e vento, e nei periodi più asciutti dell’anno; • gli abbattimenti vanno eseguiti a partire dalle piante adiacenti e procedendo verso quelle infette; • ricoprire il terreno circostante le piante da abbattere con robusti teli di plastica, allo scopo di raccogliere la segatura ed il materiale di risulta: è consentito, in sostituzione, l’utilizzo di un aspiratore in caso di superfici asfaltate o cementate. Inoltre, sempre ai fini di ridurre al massimo il rischio di dispersione della segatura, è opportuno che la stessa venga bagnata, con disinfettanti o con sostanze attive autorizzate; • evitare comunque la dispersione di segatura, effettuando il minor numero possibile di tagli, in particolar modo nelle parti infette delle piante; ove possibile, utilizzare motoseghe attrezzate per il recupero di segatura; • dopo il taglio delle piante infette e di quelle adiacenti procedere all’estirpazione delle ceppaie e delle radici fin dove possibile e alla successiva disinfezione delle buche. • qualora l’estirpazione delle ceppaie sia impossibile, il ceppo e le radici vanno devitalizzati e tagliati almeno 20 cm sotto il livello del suolo procedendo poi alla disinfezione delle buche. Se anche tale operazione sia oggettivamente impraticabile, il ceppo e le radici affioranti vanno tagliate al livello del suolo devitalizzandoli su indicazione del Servizio Fitosanitario Regionale; • al termine delle operazioni, tutta la zona interessata dagli abbattimenti e gli attrezzi usati per l’esecuzione dei tagli devono essere disinfettati con idonea soluzione. B. Trasporto del legname infetto Qualora i residui degli abbattimenti non vengano distrutti sul posto, il trasporto del legname e degli altri residui dovrà avvenire nel più breve tempo possibile dal taglio delle piante con l’utilizzo di teloni a copertura del carico ad evitare la disseminazione del patogeno durante il trasporto. Lo spostamento del legname è autorizzato dal Servizio Fitosanitario Regionale ai sensi della normativa vigente. C. Smaltimento del legname infetto I proprietari delle piante devono comunicare al Servizio Fitosanitario la modalità di smaltimento del legname, che deve essere scelta fra le seguenti: • distruzione tramite il fuoco sul luogo dell’abbattimento od in area appositamente individuata nei pressi, ma adeguatamente lontana da altri platani; • incenerimento mediante combustione in impianti quali inceneritori dei rifiuti o centrali termiche (copia della bolla di conferimento andrà consegnata al Servizio Fitosanitario Regionale); • conferimento ad una industria per la trasformazione in carta/cartone, pannelli truciolati tranciati o sfogliati dopo trattamento termico (copia della bolla di conferimento andrà consegnata al Servizio Fitosanitario Regionale); • smaltimento in discarica assicurandone l’immediata copertura (copia della bolla di conferimento andrà consegnata al Servizio Fitosanitario Regionale); • essiccazione del legname al forno al fine di portare il suo tenore di acqua, espresso in percentuale della materia secca, al disotto del 20% nel corso del trattamento, effettuato secondo norme adeguate in materia di tempo e temperatura, comprovata dal marchio “Kiln Dried”- o “KD”- o da un altro marchio internazionalmente riconosciuto, apposto sul legno o sul suo imballaggio conformemente agli usi commerciali correnti (copia della bolla di conferimento andrà consegnata al Servizio Fitosanitario Regionale). D. Potature dei platani Gli interventi di potatura vanno eseguiti in un periodo asciutto durante il riposo vegetativo delle piante evitando, ove possibile, tagli orizzontali e capitozzature. E’ consigliata la disinfezione delle superfici di taglio con soluzioni disinfettanti o la loro copertura con mastici. Gli attrezzi usati per la esecuzione dei tagli devono essere disinfettati con idonea soluzione nel passaggio da una pianta ad un’altra. E. Recisioni radicali Le operazioni di scavo in prossimità dei platani devono limitare il più possibile le ferite dell’apparato radicale effettuando gli scavi a congrua distanza dal colletto. E’ consigliata la disinfezione delle superfici di taglio con soluzioni disinfettanti o la loro copertura con mastici. Gli attrezzi usati per la esecuzione dei tagli devono essere disinfettati con idonea soluzione nel passaggio da una pianta ad un’altra. F. Detenzione di piante infette Il Servizio fitosanitario centrale può autorizzare, ai sensi della Direttiva 2008/61/CE, per fini di ricerca scientifica e varietale, sentito il Servizio Fitosanitario Regionale competente per territorio e secondo le modalità stabilite dal Titolo X del D.lgs. 214/2005, l’importazione, la movimentazione e la detenzione di piante infette da Ceratocystis fimbriata per prove o scopi scientifici, nonché lavori di selezione varietale. G. Disposizioni finali dell’Allegato I Servizi Fitosanitari Regionali possono ulteriormente dettagliare le norme previste nel presente Allegato al fine di adattarle alle situazioni specifiche del proprio territorio e di fornire validi suggerimenti agli operatori, anche per definire le modalità operative di reimpianto.