ARTICOLO PER LE RIVISTE SPEZIALIZZATE − Berna, in marzo 2013 Gruppi del cuore: l’assistenza strutturata a lungo termine per i cardiopatici Dal 2001 la Fondazione Svizzera di Cardiologia promuove la costituzione e l’attività di gruppi del cuore in tutta la Svizzera. Nella prevenzione cardiovascolare secondaria basata sui gruppi v’è una forte motivazione ad attuare e mantenere i necessari cambiamenti dello stile di vita. Perciò la Fondazione Svizzera di Cardiologia incita i medici e le persone che esercitano altre professioni del settore medico a raccomandare ai loro pazienti cardiopatici di partecipare all’attività di uno degli oltre 130 gruppi del cuore. È disponibile un opuscolo gratuito sull’argomento. Claudia Pohl, Fondazione Svizzera di Cardiologia, Consulenza e coordinazione gruppi del cuore Assistenza scientifica: Prof. Andreas Hoffmann, Basilea «Oltre a favorire la mia forma fisica, il gruppo del cuore aiuta anche la mia psiche a rimanere in equilibrio»: quanto ha affermato recentemente in un’intervista la presidente di un gruppo del cuore della Svizzera occidentale si sente dire anche da altri partecipanti: un’attività fisica regolare è un rimedio multiforme. Migliora la funzione circolatoria (e tutti gli altri sistemi dell’organismo) sia nelle persone sane di cuore che nei cardiopatici perché in un corpo allenato, per svolgere una determinata attività, il cuore deve compiere un minor lavoro. L’attività fisica è la chiave di uno stile di vita sano e migliora anche il benessere psichico. Le persone competenti garantiscono qualità I gruppi del cuore sono destinati ai pazienti cardiovascolari con uno stato di salute stabile. Idealmente il gruppo del cuore deve collegarsi direttamente ad una riabilitazione ambulatoriale o con permanenza secondo il modello di riabilitazione cardiovascolare dell’OMS (1980): Fase I: mobilizzazione precoce durante la degenza nella clinica per casi acuti Fase II: programma strutturato, ambulatoriale o con permanenza, in un’istituzione specializzata Fase III: mantenimento dello stile di vita favorevole alla salute, in parte di nuova acquisizione, in un gruppo del cuore ambulatoriale vicino al domicilio del paziente, senza limite di tempo Assieme ad altre persone che hanno vissuto esperienze simili, i partecipanti si riuniscono per un programma d’attività fisica regolare. La direzione dei gruppi è affidata a specialisti della riabilitazione cardiaca, di solito fisioterapisti o insegnanti di educazione fisica con una formazione speciale di terapista del cuore (GSRC). Un medico è la persona di riferimento per questioni di carattere medico e fornisce informazioni su altri temi della prevenzione secondaria. I grandi vantaggi dei gruppi del cuore: programma d’attività fisica su misura almeno una volta alla settimana sicurezza in tutte le attività grazie alla direzione affidata a specialisti scambio di esperienze con altre persone che hanno vissuto eventi simili consulenza e informazione in materia di prevenzione secondaria, specialmente sulla disassuefazione dal fumo, il cambiamento di alimentazione e la gestione dello stress Grazie alla cooperazione con la Fondazione Svizzera di Cardiologia i gruppi del cuore dispongono sempre di informazioni di prima mano, attuali e neutre, nell’ambito della salute cardiovascolare e, Fondazione Svizzera di Cardiologia, Berna Pagina 1 con il Forum che si svolge ogni anno, di una piattaforma molto valida di aggiornamento e scambi di idee ed esperienze. Riabilitazione cardiaca durevole La Fondazione Svizzera di Cardiologia attribuisce grande importanza alla promozione dei gruppi del cuore non soltanto in base alle reazioni positive di partecipanti. Infatti parecchi studi hanno documentato che i risultati favorevoli delle fasi I e II della riabilitazione in parte sono solo di breve durata, indipendentemente dal fatto che i pazienti l’abbiano svolta con permanenza o ambulatorialmente (Niederhauser 1986). D’altra parte degli studi dimostrano che i buoni risultati si possono mantenere più a lungo con degli interventi mirati a lungo termine. A tal fine contribuiscono già delle iniziative semplici quali consulenza e assistenza per l’autocontrollo, richieste telefoniche o appunto attività svolte in gruppi (Hildingh 2003, Mittag 2006, Arrigo 2007, Hanssen 2007). Cionondimeno finora solo uno scarso 10% dei pazienti che hanno fatto dei programmi di riabilitazione strutturati di fase II passano ad un’assistenza a lungo termine organizzata di fase III (Jaggi 2008). Pur tenendo conto del fatto che essa non è indispensabile per la totalità dei pazienti e che malgrado i vantaggi menzionati non è voluta da tutti se ne può dedurre una notevole necessità di ricupero. Perciò la Fondazione Svizzera di Cardiologia incita tutte le persone professionalmente attive nel settore a raccomandare attivamente ai propri pazienti cardiovascolari la partecipazione a un gruppo del cuore e mette gratuitamente a loro disposizione l’opuscolo «Per il suo cuore: il gruppo del cuore della sua regione». Anche la costituzione di nuovi gruppi del cuore è promossa dalla Fondazione Svizzera di Cardiologia con una consulenza personale e documentazione utile. Il manuale «Gemeinsam zu einem gesunden Lebensstil – der Weg zur eigenen Herzgruppe», rispettivamente «Ensemble vers un mode de vie sain – fonder un groupe de maintenance cardiovasculaire» (non disponibile in italiano) contiene tutto quanto può interessare in merito all’attività dei gruppi del cuore e coadiuva i medici, i fisioterapisti, gli insegnanti d’educazione fisica ed i profani nella fondazione e nella conduzione di un gruppo del cuore. Il numero degli interessati aumenta Nelle nazioni industrializzate dell’Occidente, circa il 50-60% dei cardiopatici muore per forme acute di malattia coronarica come l’infarto cardiaco e la morte cardiaca improvvisa (www.bfs.admin.ch). La malattia coronarica è una manifestazione dell’aterosclerosi, una malattia vascolare degenerativa responsabile principale anche dell’ictus cerebrale ischemico, dell’arteriopatia periferica obliterante e delle insufficienze renali. Il rimanente 40% dei cardiopatici soffre soprattutto di malattie delle valvole cardiache, ma anche di conseguenze dell’ipertensione arteriosa o di malattie primarie del miocardio. Constatazione apparentemente paradossale: mentre negli ultimi vent’anni la mortalità per malattia coronarica è continuamente diminuita (Ford 2007), a causa del forte incremento dell’aspettativa di vita il numero dei cardiopatici seguita a salire. Sempre più pazienti vivono sempre più a lungo con una funzionalità cardiaca ridotta, come dimostra in modo impressionante il netto aumento della frequenza del quadro clinico insufficienza cardiaca (Redfield 2003). Il trattamento invasivo non basta Oggi per curare efficacemente le forme della malattia coronarica che mettono in grave pericolo la vita e l’angina pectoris cronica si usano dei procedimenti terapeutici invasivi quasi senza limite d’età, fra cui l’angioplastica (dilatazione con catetere e palloncino e inserzione di stent) e l’operazione di bypass coronarico (Tu 1997, Heidenreich 2001, Pfisterer 2004). Comune a questi metodi è il fatto di non curare la causa della malattia, bensì sdrammatizzare la situazione eliminando a livello locale una minacciosa stenosi o un’occlusione vasale, però solitamente solo per una durata limitata. In altre parole: nella maggior parte dei casi le modalità terapeutiche invasive sono certo un intervento efficace ma alla fin fine palliativo, perché non influiscono sul decorso naturalmente progressivo dell’aterosclerosi che ne è alla base. La prevenzione a lungo termine è efficace La rallegrante riduzione del 36% della mortalità per malattia coronarica è dovuta solo per l’11% a trattamenti invasivi, ma per il 25% a misure di prevenzione secondaria quali adattamenti dello stile di vita e medicamenti (Ford 2007). Fondazione Svizzera di Cardiologia, Berna Pagina 2 Perciò i procedimenti terapeutici invasivi devono essere in ogni caso associati a misure di tipo medicamentoso e non medicamentoso che stabilizzino l’aterosclerosi delle coronarie, idealmente che possano addirittura farla regredire. Si tratta sia dei farmaci anticoagulanti, ipolipidemizzanti, antiipertensivi e beta-bloccanti (Ades 2001) che, come si è dimostrato, possono tutti ridurre le ulteriori manifestazioni morbose e la mortalità, sia di adattamenti dello stile di vita, indispensabili per la maggior parte dei pazienti e che costituiscono la vera e propria base della prevenzione secondaria. Qui entrano in azione i gruppi del cuore: possono aiutare i pazienti ad attuare a lungo termine i necessari cambiamenti di comportamento, danno loro maggior sicurezza e nuova fiducia nella propria efficienza fisica e ne rafforzano la psiche. Con impegno contro le cardiopatie e l’ictus cerebrale La Fondazione Svizzera di Cardiologia è una fondazione indipendente riconosciuta dalla ZEWO che si impegna affinché un minor numero di persone si ammali di malattie cardiache e vascolari o subisca un ictus cerebrale, si evitino le menomazioni permanenti e le morti premature dovute a una malattia cardiovascolare, per le persone colpite la vita resti degna di essere vissuta. La Fondazione Svizzera di Cardiologia si finanzia soprattutto con offerte, eredità, legati e altre donazioni. → Su www.swissheartgroups.ch si trovano ulteriori informazioni per i pazienti e le persone interessate del settore medico nonché un elenco dei già più di 130 gruppi del cuore attivi in Svizzera. Per informazioni: Fondazione Svizzera di Cardiologia, Claudia Pohl, Consulenza e coordinazione gruppi del cuore, Schwarztorstrasse 18, Casella postale 368, 3000 Berna 14, Telefono: 031 388 80 93, E-mail: [email protected]. Dirigere con competenza dei gruppi del cuore Il Gruppo Svizzero di lavoro per la Riabilitazione Cardiaca GSRC (www.sakr.ch) offre un corso postdiploma di terapista del cuore GSRC e un corso di mezza giornata per direttori medici di gruppi del cuore (in tedesco). www.kardiorehab.insel.ch und www.herztherapeuten-sakr.ch Bibliografia Ades PA. Cardiac rehabilitation and secondary prevention of coronary heart disease. N Engl J Med 2001; 345: 892-902. Arrigo I, Brunner-La Rocca H, Lefkovits M, Pfisterer M, Hoffmann A. Comparative outcome one year after formal cardiac rehabilitation: the effects of a randomized intervention to improve exercise adherence. Eur J Cardiovasc Prev Rehabil 2008; 15: 306-311. Ford ES, Ajani UA, Croft JB et al. 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