1986/2016 Trent’anni di escursioni, di emozioni, di incontri Pubblicazione semestrale Giugno - Dicembre 2015 Num. 2 - Anno XXIX - Spedizione in abb. postale 50% - Comma 27 Art. 2 legge 549/95 Foto di copertina di Sandro Giannattasio - Monti Picentini - Il Calvello ANNIVERSARI IL TORRENTE DEL TRENTENNALE di Francescopaolo Ferrara Volano i fogli del calendario ed un anno non pare più di un giorno. Si accendono e si spengono impazzite le lucine degli schermi digitali; irrompe e scroscia il tumultuoso torrente della memoria. Una memoria di trent’anni, di trent’anni di vita di Club Alpino. Trent’anni di vita che inducono ciascuno, anche se non li ha vissuti tutti, a fare un bilancio e a fare tesoro dei ricordi. Ognuno a suo modo e secondo la sua sensibilità e le sue esperienze. Certo, bisognerebbe anzitutto, fare il bilancio delle attività e dei risultati raggiunti, ricordare quei tanti padri e quelle tante madri che appunto 30 anni fa si unirono per far nascere e progredire la sezione; compirono l’attività materiale necessaria, le comprarono una casa, fecero con tanti altri, che subito accorsero, i primi passi. E ricordare quindi tante avventure, grandi e piccole insieme: quanti sentieri perduti e ritrovati, quanti incontri memorabili, quante fonti di conoscenza. Rendere onore ai figli più bravi esperti nell’arrampicata e nel mistero delle grotte, a quei pochi eletti protagonisti di grandi impresa: il Monte Bianco, i 7000 metri dell’Aconcagua, i 6000 del Kala Patthar, la spedizione in Nepal… Ricordare i mitici presidenti onorari Michele Cicchiello e Sabatino Landi, i giovani caduti Francesco Raso e Marco Capone; non dimenticare comunque la massa dei padri-figli in contatto continuo e puntuale con la natura montana, nell’acquisizione di un patrimonio di sensazioni ed eventi che nulla potrà cancellare. Ricordare tutto è impossibile; elencare banale e noioso E allora ciascuno ricostruisca il suo tesoro secondo la sua sensibilità e la sua esperienza. Chi scrive non ha personalmente da ricordare grandi imprese né ha mai perseguito il profilo agonistico della montagna, ma piuttosto l’intima profondità del suo vissuto con lei. Un vissuto così particolare e fantastico da che ora, dopo trent’anni, lo fa restare come travolto ed incredulo e quasi reduce da un sogno. Forse ha solo immaginato gli affascinanti e paurosi baratri dell’Accellica, ha immaginato di accompagnarvi per la sua prima volta allievi inesperti che poi avrebbero poco dopo superato il maestro; ha immaginato le radure circolari del Polveracchio, bianche di neve nella parte ombrosa e azzurre di crochi nella mezzaluna del sole, ha immaginato le punte rosse delle gemme dei faggi stagliantisi contro il cielo pallidamente azzurro dell’inverno, di salire di notte sulla Raiamagra guardata da un disco lunare tanto pieno e luminoso da confondersi con un sole appena velato. Ha sognato, ancora di notte, di ballare coi lupi ovvero, più modestamente, di correre sciando sul piano Laceno assieme ad un coro di cani amichevoli e festanti (ma un lupo vero sul Polveracchio pure pagina 2, n. 2/2015 gli pare di averlo tallonato). No, non ha mai veramente vissuto la singolare emozione di contemplare tre bionde giumente, vigili e trepidanti, che sul prato del Migliato vegliavano i loro puledrini appena partoriti, stesi tra le loro zampe. Ma si, ha solo sognato il festoso giallo delle cascate dei maggiociondoli e di poderose ferule ed il rosa delle distese delle orchidee; forse solo su Google ha individuato una rara e strana pianta avente un castone di bacca sopra la foglia e non presso lo stelo (“ruscus ipoglossum”). Ancora, solo con la fantasia e con il brivido del sogno, ha vissuto l’avventura di una comitiva dispersa tra Motola e Cocuzzo, incapace di trovare la via del ritorno e rotolante su balze non decifrabili alla fioca luce dell’unica pila rimasta. E le discese a capofitto su sci traballanti nel catino della Vallerotonda ed una esaltante quanto improvvisata gara di corsa con una giovane sciatrice sulle nevi del Matese, incitata dagli “hop hop” dei presenti… Questa la visione forse decadente e fuori moda di uno degli ultratrentenni… ad altri sensazioni e ricordi più robusti e concreti. E’ comunque certo che anche chi non ha vissuto tutti i trent’ anni, e nemmeno venti o dieci, ha acquisito un tesoro di memorie e sensazioni preziose ed irripetibili, e che ognuno le serba gelosamente nel cuore, grato alla montagna che le ha dispensate. E se questo tesoro può, forse, bastare per gli ultratrentenni, esso costituisce invece per tutti la base di ulteriori esperienze di vita caina. Esperienze che, a seconda dei temperamenti e delle capacità, possono limitarsi ai profili contemplativi e romantici sopra narrati, ma che possono e debbono anche giungere fino al più severo impegno alpinistico, fino alla conquista di sé stessi oltre che dei panorami e delle cime. Il tutto assieme a tanti soci ed a tanti amici, perseguendo un autentico spirito comunitario e vincendo la tentazione individualistica di divisione che pur sempre si affaccia e ricorre. Ognuno riviva piuttosto la sua storia personale e quella sociale, ricostruisca il suo rapporto con la sezione ed i consoci, sia soprattutto pronto a scrivere, nel modo che la montagna merita, la storia futura. ANNIVERSARI TRENT’ANNI DI VITA DELLA SEZIONE DEL CAI DI SALERNO Evento escursionistico celebrativo dell’attività della sezione DOMENICA 8 MAGGIO 2016 di Ennio Capone - Gruppo montuoso Eremita Marzano - Collaborano: Ente Riserva Foce Sele - Tanagro, Monte Eremita - Marzano - Amministrazione Comunale di Laviano Il Consiglio Direttivo della sezione CAI di Salerno ha programmato, in occasione della ricorrenza, nell’anno 2016, dei 30 anni della nascita della stessa, una serie di eventi. Il primo, oggetto delle presente relazione, è l’incontro di tutti i soci della sezione e delle altre sezioni centro-meridionali che aderiranno nell’area attrezzata “Franzino”, nel cuore della riserva naturale protetta Eremita - Marzano in tenimento del Comune di Laviano, a circa 1.350 metri di altezza. Il secondo, 24/25 settembre, in Acciaroli in occasione del Convegno interregionale centro - meridionale: “Gli Appennini tra tutela dell’ambiente, manutenzione dei sentieri e sviluppo dell’economia locale, CAI e Istituzioni”. Il terzo, in Salerno, a fine ottobre, CAI Porte - Aperte un fine settimana di incontri con la città e manifestazioni sul territorio cittadino di attività didattiche a cura dei gruppi di alpinismo giovanile, speleo, roccia, escursionismo. Lo schema predisposto dal gruppo di lavoro dell’evento sopraindicato è, qui tracciato per grandi linee, ma seguirà il programma dettagliato che sarà presentato all’assemblea dei soci del Marzo 2016. Il Comune di Laviano mette a disposizione degli escursionisti, già dal sabato precedente, l’edificio della scuola media ai gruppi che scelgono di dormire a Laviano con sacco a pelo in ambiente protetto, con acqua e bagni a disposizione. Ed ancora, con la collaborazione dell’ente di riserva dell’area protetta, offre a tutti i partecipanti la pulizia dell’area attrezzata, bagni chimici, sistema di amplificazione sonora, oltre che un adeguato intrattenimento culinario a base dei prodotti tipici della zona, con l’assistenza dei gruppi di volontariato giovanili del Comune di Laviano, affinchè l’intero territorio possa essere meglio conosciuto ed apprezzato. Vi è stato un primo incontro tra il Presidente della sezione Sandro Giannattasio ed i suoi collaboratori con il Sindaco di Laviano, dott. Oscar Imbriaco e la Presidente dell’area protetta architetto Gabriella Alfano nel quale sono state poste le basi per la realizzazione dell’evento escursionistico-celebrativo interregionale. La sezione di Salerno, da sempre, ha scelto di operare, all’interno dei gruppi montuosi di sua competenza, ponendosi in stretto contatto con gli abitanti del territorio montano e con le sue istituzioni più rappresentative, al fine di essere riconosciuta come ente portatore di valori tesi alla tutela dell’ambiente montano in sinergia con la realtà territoriale, generalmente priva di strumenti conoscitivi del proprio valore ambientale, la cui origine risale allo spopolamento dei paesi, all’emigrazione giovanile ed alla mancanza di risorse culturali capaci di trasformare in benessere l’attuale abbandono del territorio montano. Il programma di massima può così riassumersi: - la sera del sabato 7 maggio raduno a Laviano sia dei soci che vengono da lontano che dei soci della sezione di Salerno, dove saranno ricevuti dall’amministrazione comunale che organizzerà una cena sociale low-price, con partecipazione di gruppi folcloristici musicali della zona. Si dorme in sacco a pelo, e, per chi lo voglia, in alberghi all’uopo convenzionati nella vicina Contursi, per, poi, ritrovarsi in piazza alle ore 9.00 per l’inizio dell’escursione. - La mattina della Domenica, alle ore 9.00 raggiungeranno Laviano tutti coloro che vorranno partecipare all’escursione da Laviano, con circo 800-900 mt. di dislivello, per poi, ritrovarsi, alle ore 14.00, alla località “ Franzino “ dove ci sarà il raduno generale. Detto gruppo raggiungerà Laviano con pullmann da Salerno o, per chi lo preferisca, con mezzi propri. - Sempre da Laviano sarà possibile, per chi non voglia o non possa partecipare all’escursione anzidetta visitare il castello di Laviano ed il ponte tibetano con accompagnatori locali, per poi raggiungere con mezzi messi a disposizione del comune e dell’Ente Riserva la località “Franzino” distante circa 15 Km, per poi rientrare in Laviano con gli stessi mezzi. - Un secondo gruppo partirà da Salerno alle ore 8.00, con pullmini, per raggiungere Colliano e di lì iniziare, già in quota, un’escursione priva di difficoltà, in piano, lungo il sentiero “Francesco Tullio”, che li porterà a raggiungere, dopo circa tre ore la località “Franzino”. Sia questo secondo gruppo, che il primo, al termine del pranzo rientreranno, in discesa a Laviano in circa 2-3 ore per poi riprendere i rispettivi mezzi ivi posizionati per il rientro a Salerno. - Infine la sezione di Salerno mette a disposizione di chi non voglia o non possa effettuare escursione alcuna, un pullmann che partirà da Salerno alle ore 10,00, raggiungerà Laviano. Dopo la visita al castello ed al ponte tibetano, con appositi pullmini si curerà l’accompagnamento a “Franzino” entro le ore 14.00. Il rientro con gli stessi mezzi. - Infine ci sarebbe da riferire cosa avverrà a “Franzino” a quota 1.350 mt. dalle ore 14.00 alle ore 16.00, ma preferiamo, trattandosi di programma di massima, non anticipare nulla, di sicuro l’evento di “Franzino” rimarrà nella storia della sezione come un evento non solo celebrativo di una ricorrenza, ma anche e soprattutto un evento propositivo dello sviluppo della sezione per i prossimi trenta anni. pagina 3, n. 2/2015 ANNIVERSARI UNA STORIA (IN)FINITA di Umberto Marletta “Quant’è bella Salerno, stesa tra le colline e il mare; specie nella sua parte occidentale, fatta di case antiche, sormontata dal castello di Arechi e dalla bianca rocca di San Liberatore. Quant’è bella. Eppure mi sentivo stretto, proprio tra quegli aspri baluardi montani e l’azzurra, ma inaffidabile distesa delle onde. La mia voglia di andare, di estendermi, di possedere qualcos’altro che non fosse la striscia del Lungomare urgeva dentro di me. Lontanissime e quasi alpine mi sembravano le ricamate creste dei Monti Lattari, dall’Avvocata al Finestra. Minaccioso ed inaccessibile il Castello.” (dall’introduzione di “Salerno oltre l’immagine” di Francescopaolo Ferrara). Le parole del nostro Presidente Onorario appaiono veramente le più adatte a descrivere le sensazioni di chi percorra la via Lungomare di Salerno e si volti a guardare dal mare verso terra e noti il profilo mosso e aguzzo delle alture a ridosso della parte antica della città. Tali monti (al limite per altezza tra colline e montagne), si elevano infatti dai m. 320 di monte Sole (la Bastiglia), ai m. 466 di S. Liberatore, ai 697 delle Creste di Pellezzano, ai 953 m del monte Stella: tutti sono riportati sulla carta dei sentieri dei monti Picentini edita dalla sezione di Salerno e sono raggiungibili per sentieri. Due di essi, il sentiero n°120 ed il n°121 partono dal centro storico della città e raggiungono san Liberatore e il Castello e/o le creste di Pellezzano. Ebbene, agli inizi degli anni 2000, era stato redatto un progetto che aveva ricevuto le necessarie autorizzazioni per la segnatura del percorso, segnato da piastrelle di pietra lavica da sistemare sui muri delle costruzioni del centro storico, purtroppo, per motivi di ordine amministrativo, lentamente e tristemente il progetto si arenò. Siamo giunti ai nostri giorni, le condizioni sono mutate, le esigenze di segnare i percorsi anche, è aumentato l’attracco nel porto di grandi navi con l’affluenza di tanti turisti, che dal porto, vedendo il castello Arechi, desiderano fare un percorso di trekking urbano. Occorre quindi procedere con sollecitudine alla segnatura e perciò sono stati approntati due tipi di segnali, entrambi contenenti il codice QR: 1) piastrelle di forma rettangolare di cm. 26x17 in pietra lavica, poste all’inizio del percorso e nei punti di maggiore importanza; 2) piastrelle di forma rettangolare di dimensioni più ridotte ovvero di cm.15x9 come segnali di continuità nel classico bicolore CAI rosso/ bianco/ rosso, posti lungo il percorso intercalati, dove occorra, dai tradizionali segnavia rettangolari. L’intervento di segnatura, come abbiamo detto, si sviluppa sui seguenti percorsi: sentiero n. 120 sentiero n. 121 Per il sentiero n° 120 dalla villa comunale, adiacente alla chiesa dell’Annunziata, via Spinosa, salita della Intendenza, palazzo Copeta, via De Renzi, Canalone ed a proseguire in direzione nord. Giunti a quota 375 m si prende la direzione SO per S. Liberatore che si raggiunge dopo una leggera discesa fino a quota 301m (oppure da Canalone ci si dirige in direzione Ovest per il sentiero 120/a che giunge ugualmente a quota 301 m). Poi si risale e si raggiunge la croce in sommità a quota 466 dopo circa due ore. Per il sentiero n°121, dalla sede CAI di Via Porta di Mare si raggiunge il Duomo, quindi si procede per via Linguiti e per piazza del TAR si giunge alla via De Renzi. Si prende la direzione Ovest fino a raggiungere la chiesa di S. Anna in S. Lorenzo da cui si sale alla trafficata via Risorgimento. Si prende a destra fino a raggiungere la via per Croce da cui parte un sentiero che sale attraverso un boschetto opportunamente segnalato, indi dopo un ulteriore tratto su strada asfaltata si giunge al Castello di Arechi e Bastiglia a m 320 dopo circa due ore. Il sentiero prosegue per la località Croce, le Creste di Pellezzano, Varco Diecimare e quindi località Spiano di Mercato S. Severino dopo ulteriori due ore e mezza. pagina 4, n. 2/2015 EVENTI 2° CONVEgNO CAI INTERREgIONALE CENTRO-SUD “gli Appennini tra tutela dell’ambiente, manutenzione dei sentieri e sviluppo dell’economia locale, CAI e Istituzioni”. Sentieri, Ambienti e Comunità: sviluppi possibili di Anna Maria Martorano Il 2° Convegno interregionale Centro-Sud del 24 e 25 settembre 2016 si svolgerà ad Acciaroli nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano, Alburni e, come quest’anno ad Amatrice, le Regioni coinvolte saranno le stesse promotrici e cioè Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Molise e Umbria; l’incontro vuole riprendere la tematica dei sentieri, pertanto, si ripropone: “Gli Appennini tra tutela dell’ambiente, manutenzione dei sentieri e sviluppo dell’economia locale, CAI e Istituzioni”. L’argomento è molto inerente anche ai bisogni del territorio dove si terrà il Convegno, territorio che cerca finalmente di uscire dall’isolamento e che sta lentamente maturando e prendendo coscienza del notevole patrimonio ambientale che va valorizzato nel modo giusto, tutelandolo da smanie imprenditoriali e distruttive. Il Convegno interregionale non vuole essere uno dei tanti nei quali si parla del patrimonio ambientale, della sua tutela ed ancora dei dissesti idro-geologici, ma un incontro tra Associazioni ambientaliste, Parchi e Istituzioni per rendere concreti gli sviluppi possibili di interazione tra le esigenze della tutela del paesaggio, dei sentieri e degli ambienti montani e il bisogno di realizzare un’economia reale per un corretto sviluppo sostenibile nelle zone interne degli Appennini. E’ noto che la stagione escursionistica nell’Appennino centromeridionale potrebbe prolungarsi ben oltre i termini stagionali e coinvolgere gli appassionati della montagna quasi tutti i giorni dell’anno. Tutto questo però incontra un ostacolo insormontabile nella scarsa politica delle Istituzioni locali e centrali che hanno da sempre trascurato il potenziale turistico dei paesi montani, permettendo l’esodo dei giovani verso la città; è ora che si pensi ad una inversione di tendenza, quindi ad una corretta manutenzione ordinaria e straordinaria della sentieristica, puntando sulle possibilità socio-economiche che potrebbero dedursi da tali prospettive. E’ possibile far coesistere lo sviluppo dell’economia locale, di cui conosciamo bene la ricca offerta produttiva (formaggio, vino, miele, artigianato vario, ecc.), con il rispetto della natura e soprattutto della sua tutela. Solo vivendo la montagna possiamo salvarla dal degrado, dall’abbandono e dall’isolamento, di contro si intravede solo la distruzione definitiva dell’ambiente, che certo non porta ad una lungimirante e valida prospettiva di progresso. Durante le nostre quasi quotidiane escursioni, si rileva la trascuratezza e quasi l’impossibilità di poter ripercorrere noti sentieri solo a distanza di qualche stagione, dovute non solo alla fertilità del suolo, ma soprattutto alla mancanza di cura da parte delle Istituzioni locali che, come si è già detto, molto spesso sottovalutano le risorse della montagna, ma a volte anche dagli Amministratori dei Parchi. A ciò si aggiunge la definitiva devastazione apportata da mezzi meccanici che percorrono impunemente molti dei percorsi che dovrebbero essere solo per gli escursionisti. Nelle nazioni del nord e centro Europa un’apposita legislazione vieta ai mezzi motorizzati la percorrenza sui sentieri adibiti solo al transito pedonale, invece tali normative sono assolutamente assenti in Italia tant’è che spesso i centauri espatriano dai paesi di provenienza e quasi invadono i nostri bei percorsi collinari e di montagna, distruggendo ciò che i volontari con senso di responsabilità ed amore per l’ambiente vanno a segnare e di cui curano la manutenzione. Sarebbe opportuno quindi, che gli Amministratori e i politici che hanno a cuore questa possibilità di sviluppo comincino a considerare l’idea di una regolamentazione della fruizione non saltuaria di tali risorse montane e ad attivare l’utilizzazione ecologica del territorio; l’inquinamento acustico ed ambientale emesso dai veicoli motorizzati lungo itinerari una volta percorsi solo da contadini e pastori potrebbero stravolgere la naturalità dell’ambiente e distruggere l’economia locale. Pertanto tutte le associazioni ecologiste consapevoli di tale realtà e il CAI in particolare che, normalmente provvede con le poche risorse a disposizione, alla manutenzione ordinaria dei sentieri e, soprattutto, alla segnaletica,dovrebbero iniziare a segnalare tali danni ai politici sensibili e ad indirizzare loro alla soluzione di tale problematica. Questo Convegno vuole essere volano definitivo di proposte concrete che devono convergere verso un’autentica attenzione alla montagna ed essere promotore di una proposta culturale e socio-economica tesa alla conoscenza non solo del territorio montano, ma anche alla sua fruizione e conservazione. Il CAI, nella sua lunga storia, ha sempre espresso e perseguito questi intenti, è ora però che venga aiutato dalle forze politiche e dalle popolazioni che vivono il disagio dell’abbandono della montagna: la montagna, se praticata e valorizzata, non degrada e non si erode e con essa neanche la città. Il CAI di domani va ancora una volta verso questa direzione, fedele ad un’etica che deve essere possibile perchè rispettosa della libertà di tutti. Il programma delle giornate del convegno Venerdì 23 settembre 2016 Arrivo dei partecipanti Sabato 24 settembre 2016 - Escursione per i sentieri del Comune di Acciaroli con visita a laboratori artigianali locali; Pranzo Convegno alla presenza delle Autorità e Soci CAI, dell’Autorità politiche e del Parco del Cilento, Vallo di Diano, Alburni Cena Domenica 25 settembre 2016 - Escursione sul monte Gelbison (due difficoltà T/E) pagina 5, n. 2/2015 TESTIMONIANZE DA UNA VETTA ALL’ALTRA di Gaetano Troisi Non saprei su quale vetta attestarmi fra le tante conquistate o inseguite nelle mie non brevi né infrequenti escursioni in montagna, prevalentemente tra gli Appennini del Sud e il mare. E se aggiungo le vette raggiunte, dalle Alpi ai Monti Tatra, appare davvero impossibile la loro ricognizione in una sequenza ordinata e completa: campi sconfinati, ove sembra disperso e perduto per sempre ciò che non è fissato nello scatto di una foto. Eppure, se questa è la via maestra per fissare una veduta memorabile, a voler rovistare negli spazi insondabili della memoria non mancano scorci di vedute che hanno del miracoloso al semplice ridestarsi: stanno nel cuore piuttosto che nei depositi della memoria. Uno almeno di questi momenti voglio ricordare. E risale alla mia escursione sui Pirenei, quando vidi passare sopra di me, ad un’altezza ravvicinata, una formazione di aquile. Ero disteso sull’erba con il viso all’insù in una pausa che la fatica della tappa aveva reclamato. Pensando alla loro vista infallibile, il compagno che era al mio fianco considerò che non era possibile lo scambio di una preda al posto di un’altra, e meno che mai la sagoma di un uomo disteso per terra correva questo rischio. E io ne convenni fingendo di aderire a quella che mi sembrava una banalità, la mente rivolta a una formazione di aquile di ben altro genere. Un ricordo lontano, balzato in primo piano da un angolo della memoria: io ragazzetto, al riparo sotto un albero con mio padre che mi teneva per mano, il Partenio a dominare lo scenario della Valle del Sabato. Poco prima eravamo immersi nel clima della festa del santo patrono di un paese limitrofo, anch’esso noto per le miniere di zolfo. In quel momento si inseguivano lungo il versante della montagna Spitfire e Stukas in un duello mortale. La guerra era in pieno svolgimento in un giorno d’agosto, anche in Irpinia (1943). Si seppe poi che un aereo era stato abbattuto, lasciando sul campo il pilota impigliato nei rami di un albero, intatto solo il corredo del paracadute di seta finissima: evento fortunoso colto da mani rapaci, pronte ad acciuffare la manna improvvisa e a farne camicie da uomo o gonne per donna, in tempi segnati dalla penuria di tutto. Lo stormo di aquile passatemi sopra la testa hanno lasciato, a sorpresa e seppure nello sprazzo di un ricordo, un segno che mi fa affacciare su orizzonti coperti da oblio perenne. La Natura intatta si fa complice nel rinverdire esperienze singolari durante le escursioni in montagna. Al cospetto di se stessi non di rado ci imbattiamo pagina 6, n. 2/2015 nei percorsi della vita: scenari di rara bellezza lasciano col fiato sospeso e, sgombri da desideri pungenti, il pensiero vola in ogni direzione. Fino a quando non incappa in una domanda, apparentemente banale se non proprio stucchevole, forse ricorrente: chi sono, da dove vengo, dove sono diretto. Succede allora di sprofondare nei circuiti di una caducità impensabile sulla quale raramente ci si sofferma. Alla ricerca di un punto d’appoggio, la mente si mobilita per dare risposta alla domanda che non trova risposta. E viene in soccorso il big bang (l’esplosione primordiale dalla quale, grosso modo, il mondo avrebbe tratto origine). Ma l’ipotesi soddisfa fino a un certo punto, bloccata sul limitare di un valico. Inevitabile domandarsi: prima, che cosa c’era prima? Finisce così l’incanto scientifico dell’ipotesi risolutrice e il pensiero sull’introvabile punto di origine riprende a trivellare la mente. Insomma, entra dalla finestra quel che era stato messo fuori dalla porta. Le rinate angustie dell’animo sono messe in fuga dal fascino dell’Ambiente. Quasi per incanto scompare il cruccio che segna i limiti della conoscenza, mentre breve è il passo verso ciò che non è visibile, con l’ipotesi che il «Tutto» sia opera di un circuito sovraumano «che muove il sole e le altre stelle”. Il Creato allora si impone come prodotto di un’opera gigantesca e sublime; esce dalla nebulosa senza tempo per approdare a un punto che, nel contempo, è di arrivo e partenza: la vita si fa valore religioso e trova, per chi ne è preso, compiutezza nel solco di ciò che si tramanda dalle generazioni che ci hanno preceduto. Con la maturazione degli anni appare sempre più inoppugnabile questo stato di cose. La montagna aiuta a scoprirlo, anche a “costruirsi” dal di dentro, potenziando il carattere: il rapporto diretto con la Natura allontana la “routine” del quotidiano, sempre più votata all’alienazione nell’età contemporanea, e si fa antidoto che aiuta nel governo della vita scoprendo se stessi. Una volta, pensando a queste cose, mi sono ricordato del dramma che fu di un uomo eccezionale, Blaise Pascal, il quale, alle prese con quel problema fastidioso, press’a poco si disse: non credo, ma scommetto che sia vero. La “scommessa” fu carta vincente? È certo che Pascal non si sottrasse alle angustie del caso. A me basta averci pensato e sapere di essere in buona compagnia con quanti mi hanno preceduto e mi seguiranno. Perché, ne sono sicuro, non è successo o non succede solo a me. Né arriverà una parola chiara e definitiva per la soluzione di un problema forse irrisolvibile. Posso solo essere certo che la montagna aiuta ad uscire dalla pigrizia mentale: le escursioni fanno bene anche per l’immersione nel mare magnum del senso della vita, passo dietro passo, in silenzio o, meglio, nello scambio di una parola con chi ti affianca lungo il cammino. Allora, quel guazzabuglio del cuore umano comincia a pulsare in modo diverso, adagiandosi nelle ritrovate certezze o districandosi nelle sue contraddizioni. Da una vetta all’altra, la scalata della vita si fa più consapevole e gioiosa. Quale che sia il senso che la permea, purché un senso ci sia nel suo ineluttabile divenire. CLUB ALPINO ITALIANO SEZIONE DI SALERNO PROgRAMMA ESCURSIONI gENNAIO-DICEMBRE 2016 17 gennaio I mille gradini del Redentore - (Appennino Lucano) Percorso: Stazione FS di Maratea (88 m), Maratea (290 m), Cappella Madonna degli Ulivi (550 m), statua del Redentore (644 m), ruderi di Maratea vecchia (600 m), Santa Caterina (490 m), Capocasale (360 m), Maratea, Stazione FS Dislivello: 560 m Durata: 6 ore Difficoltà: T/E Direttori: Giovanni Guerra - 328.6319760; Maria Teresa Giovannelli - 339.6346466 Partenza: ore 7:30 24 gennaio Pozze Sant’Elmo - (Monti Picentini) Percorso: Santa Lucia di Eboli (350 m), Madonna del Castello (524 m), Pozze Sant’Elmo (876 m), Anzaneta, Turmine, Santa Lucia Dislivello: 650 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttore: Luca Palladino - 329.5966093 Partenza: ore 8:30 31 gennaio Tra Amalfi, Scala e Atrani - (Monti Lattari) Percorso: Amalfi, Valle delle Ferriere, Pontone (270 m), Torre dello Ziro (186 m), Atrani, Amalfi Dislivello: 350 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Alessandro Cunego - 348.4975636; Aldo Tisi - 347.7227413 Partenza: ore 8:00 7 febbraio Monte Tresino - (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) Percorso: San Pietro (120 m), Barbuti, Monte Tresino (356 m), Villaggio San Giovanni (226 m), Lago di Santa Maria di Castellabate Dislivello: 300 m Durata: 4 ore Difficoltà: T/E Direttore: Enza Guida - 328.9724919 Partenza: ore 8:30 14 febbraio Monte Monna - (Monti Picentini) Percorso: Vignale di San Cipriano Picentino (450 m), Monte Monna (1195 m) Dislivello: 800 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttori: Ciro Nobile - 339.1695263; Carmine Nobile - 388.0735376 Partenza: ore 8:00 13 marzo La grotta dell’Angelo a Olevano sul Tusciano - (Monti Picentini) A cura del gruppo Speleo Intersezionale con la Sezione CAI di Napoli Percorso: Ariano di Olevano sul Tusciano, Grotta dell’Angelo (550 m) Dislivello: 400 m Durata: 4 ore Difficoltà: E Direttori: Francesco Montefusco - 393.3872363; Vincenzo Sessa - 347.4749240 Partenza: ore 8:30 20 marzo La Cascata dei Capelli di Venere - (P.co Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) A cura della Commissione TAM - In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua Percorso: Acqua Fredda di Casaletto Spartano (480 m), i Poggi (718 m), Casaletto Spartano (400 m), Cascata dei Capelli di Venere (327 m), Belvedere dei Rupazzi (250 m) Dislivello: 400 m Durata: 5 ore Difficoltà: T/E Direttori: Paola Daniele - 388.1693901; Rossana Braca - 347.5854529 Partenza: ore 7:30 23/28 marzo Pasqua in Sicilia La Valle del Belice e i Monti Sicani Programma dettagliato in sede Direttore: Anna Maria Martorano - 338.9498941 28 marzo (Lunedì in Albis) Monte Vetrano - (Colline Salernitane) Percorso: Ostaglio, corsia sud ex autostrada A3, corsia nord, Monte Vetrano (279 m), Case Alfani, località Cantina Dislivello: 250 m Durata: 4 ore Difficoltà: E Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688 Partenza: ore 8:30 3 aprile Aria del grano - (Monti Lattari) Intersezionale Campana di Primavera a cura della Sezione di Cava de’ Tirreni Percorso: Badia di Cava, Aria del Grano (933 m) Dislivello: 500 m Durata: 5 ore Difficoltà: EE Direttori: Silvio Paolillo - 334.8815273; Alfonso Ferrara - 338.8562573 Partenza: ore 8:00 10 aprile Tra Cilento e Lucania: l’anello del Monte Ceraso - (Appennino Lucano) In collaborazione con l’associazione Golfo-Trek di Sapri Percorso: Sapri - località S. Giorgio (20 m), Orto delle Canne, Case Scifo (372 m), Monte Spina (733 m), cresta Monte Palladino, Fontana del Lauro (434 m), Acqua delle Vigne, Vallone delle Viole, Sapri Dislivello: 850 m Durata: 7 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Giovanni Guerra - 328.6319760; Francesco Graziani - 338.6381665 Partenza: ore 7:30 20/21 febbraio Notturna invernale su neve al Rifugio Cervati - (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) Percorso: Vallescura, Acqua che suona, Rifugio Cervati (1597 m) Dislivello: 400 m Durata: 4 ore (per la sola escursione notturna) Difficoltà: EAI Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Diana De Nicola - 366.6043707 Partenza: ore 18:00 di sabato 20 16 aprile (sabato) Napoli - Parco Urbano dei Camaldoli Programma dettagliato in sede Direttori: Anna Maria Martorano - 338.9498941; Marianna D’Arienzo - 338.2605300 Partenza: ore 8:00 21 febbraio I casali di Massa Lubrense - (Monti Lattari) Percorso: Circuito delle frazioni collinari di Massa Lubrense Dislivello: irrilevante Durata: 5 ore Difficoltà: T Direttori: Ennio Capone - 338.8715121; Anna Maria Martorano - 338.9498941 Partenza: ore 8:00 17 aprile Circuito della Diga dell’Alento - (P.co Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) Percorso: Paramento di valle della Diga, Monte Lago, Ostigliano, invaso Alento Dislivello: 550 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttori: Ciro Nobile - 339.1695263; Carmine Nobile - 388.0735376 Partenza: ore 7:30 28 febbraio Monte Chianiello - (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) Percorso: Strada Provinciale 414 (850 m), crinale nord ovest, Monte Chianiello (1319 m) Dislivello: 550 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Enrico La Rocca - 328.3050308; Michele Loguercio - 347.6054668 Partenza: ore 7:30 24 aprile Vie Ferrate “Marcirosa e Salemm” - (Dolomiti Lucane) Percorso: Castelmezzano (750 m), Antro delle Streghe (600 m), Pietrapertosa (1080 m), Sentiero delle 7 Pietre, Antro delle Streghe, Castelmezzano Dislivello: 600 m Durata: 6 ore Difficoltà: EEA Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Rosario Bartiromo - 338.4598784 Partenza: ore 7:30 6 marzo Sulle creste dell’anfiteatro dell’alta Valle delle Ferriere - (Monti Lattari) Percorso: Campidoglio di Scala (500 m), sentieri 357 e 301, Punta delle Castagne (776 m), il Castello, Santa Maria dei Monti (1039 m), sentiero 351, Campidoglio Dislivello: 600 m Durata: 6 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Caterina Ciccarelli - 333.2747470; Aldo Tisi - 347.7227413 Partenza: ore 7:30 1 maggio La gallinola - (Monti del Matese) Intersezionale con la Sezione CAI di Benevento Percorso: Lago del Matese (1020 m), la Gallinola (1923 m), Rifugio di Monte Orso (1368 m) Dislivello: 900 m in salita, 550 m in discesa Durata: 8 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Diana De Nicola - 366.6043707; Ugo Lazzaro - 349.3627515 Partenza: ore 7:30 pagina 7, n. 2/2014 STACCARE E CONSERVARE 10 gennaio San Liberatore - (Colline di Cava) Percorso: Salerno, Canalone, San Liberatore (466 m) Dislivello: 550 m Durata: 4 ore Difficoltà: E Direttori: Nicola Iacuzio - 347.7732362; Maria Rosaria Velardo - 338.2590460 Partenza: ore 8:30 8 maggio Monte Eremita - (Monti Eremita Marzano) Trentennale della fondazione della Sezione di Salerno Intersezionale con le Sezioni CAI di Castellammare di Stabia e Cava de’ Tirreni Programma dettagliato in sede Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Ennio Capone - 338.8715121 Partenza: ore 8:00 14/15 maggio Monte Manfriana - (Parco Nazionale del Pollino) Percorso: Colle Marcione (1227 m), Timpa del Principe (1741 m), Monte Manfriana (1987 m), Piano di Acqua Fredda, Fagosa, Colle Marcione Dislivello: 1000 m Durata: 9 ore Difficoltà: EE Direttori: Diana De Nicola - 366.6043707; Francesco Pugliese - 366.5762740 Partenza: ore 15:00 di sabato 14 15 maggio La Via Maestra dei Villaggi - (Monti Lattari) Percorso: Atrani, Amalfi, Lone, Pastena, Vettica Minore, Tovere Dislivello: 500 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttori: Ennio Capone - 338.8715121; Donato Di Matteo - 392.9709865 Partenza: ore 8:00 22 maggio a) Il Vallone Matrunolo - (Monti Picentini) Percorso: SS 574 del Terminio (530 m), Vallone Matrunolo, Monte Vernacolo (1457 m), Campolaspierto (1300 m) Dislivello: 930 m in salita, 200 m in discesa Durata: 6 ore Difficoltà: EE Direttori: Paolo Sarni - 339.2132116; Ugo Lazzaro - 349.3627515 Partenza: ore 8:00 b) Periplo di Verteglia - (Monti Picentini) Percorso: Piano d’Ischia (1220 m), Piano Pizzillo, Piano di Verteglia, Acqua della Madonna, Piano d’Ischia Dislivello: 200 m Durata: 4 ore Difficoltà: T/E Direttori: Michele Pezzulo - 089.234504; Giuseppe De Tullio - 089.220659 Partenza: ore 9:00 28/29 maggio Monte del Passeggio e Pizzo Deta - (Monti Ernici) Intersezionale con la Sezione CAI di Frosinone Percorso: Prato di Campoli (1100 m), Monte del Passeggio (2064 m), Pizzo Deta (2041 m) Dislivello: 1200 m Durata: 7 ore Difficoltà: EE Direttore: Ugo Lazzaro - 349.3627515 Partenza: ore 15:00 di sabato 28 29 maggio Cocuzzo delle Puglie - (P.co Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) Percorso: Passo della Sentinella (956 m), Cocuzzo delle Puglie (1411 m), Sella del Corticato Dislivello: 500 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Umberto Marletta - 338.8812948; Anna Maria Martorano - 338.9498941 Partenza: ore 7:30 4/5 giugno Vastogirardi - Monte Capraro - Sito archeologico di Pietrabbondante - (Appennino Molisano) Intersezionale con la Sezione CAI di Isernia Programma dettagliato in sede Direttori: Aldo Tisi - 347.7227413; Giancarlo Pacella - 340.2803038 12 giugno a) La Tragara: il sentiero dei briganti - (P.co Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) In collaborazione con l’associazione Amici del Monte Antilia Percorso: Stazione FS di Centola, Epitaffio, Santuario della SS. Annunziata di Licusati (412 m) Dislivello: 320 m Durata: 3 ore Difficoltà: E Direttori: Franca Calenda - 333.4198054; Caterina Ciccarelli - 333.2747470 Partenza: ore 8:00 b) Ritorno a Fago d’Acqua - (Monti Alburni) Percorso: Postiglione, Varco di Fago d’Acqua (1250 m), Monte Pizzuto (1403 m) Dislivello: 700 m Durata: 6 ore Difficoltà: EE Direttore: Vincenzo Apicella (333.4741788) Partenza: ore 7:30 17/19 giugno Amatrice e dintorni: La fabbrica dell’acqua - (Monti della Laga) Intersezionale con le Sezioni CAI di Avellino e Benevento Programma dettagliato in sede Direttore: Myriam Caputo - 339.2571600 Partenza: ore 15:00 di venerdì 17 19 giugno La Tufara - (Monti Picentini) Percorso: Varco del Faggio (1152 m), Valli Cinquanta, Tufara (1208 m), Piano Acque Nere (1061 m), Acqua della Pietra, Varco del Faggio Dislivello: 350 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttori: Michele Cirino - 089.239405; Alessandro Cunego - 348.4975636 Partenza: ore 8:30 pagina 8, 2/2013 26 giugno Traversata dei 5 rifugi - (Parco Nazionale dell’Appennino Lucano) Percorso: Rifugio Fontana delle Brecce (1298 m), Rifugio del Forestale (1610 m), Monte Arioso (1709 m), Fontana Fossa Cupa (1260 m), Rifugio Madonna del Sasso (1369 m), Rifugio San Michele (1102 m), Rifugio La Costara (1147 m) Dislivello: 600 m in salita, 750 m in discesa Durata: 6:30 ore Difficoltà: E Direttori: Antonello Sica - 331.3599053; Maria Angela Coronato - 334.3547022 Partenza: ore 7:30 2/3 luglio Trekking a Capri con notturna sul Monte Solaro Programma dettagliato in sede Direttori: Anna Maria Martorano - 338.9498941; Donato Martinelli - 347.9185239 10 luglio Ventennale del Sentiero Frassati della Campania - (Monti della Maddalena) Intersezionale con la Sezione CAI di Potenza e la Sottosezione “P.G. Frassati” della Giovane Montagna Percorso: Madonna di Loreto (690 m), San Michele (986 m), Madonna di Sito Alto (1467 m), Madonna di Castello (819 m), Annunziata (614 m) Dislivello: 870 m in salita, 950 m in discesa Durata: 7 ore Difficoltà: E Direttori: Antonello Sica - 331.3599053; Maria Angela Coronato - 334.3547022 Partenza: ore 7:30 16/17 luglio Corno Piccolo - (Massiccio del gran Sasso) Percorso: Arapietra (2015 m), Rifugio Franchetti, Sella dei Due Corni (2547 m), Corno Piccolo (2655 m) Dislivello: 800 m Durata: 7 ore Difficoltà: EEA Direttori: Mario Cioffi - 333.8502818; Aldo Tisi - 347.7227413 Partenza: ore 15 di sabato 16 17 luglio Serra di Lacerone - (Monti Picentini) Percorso: Piano Acque Nere (1061 m), Varco delle Bocche (1152 m), Serra di Lacerone (1329 m) Dislivello: 300 m Durata: 4 ore Difficoltà: T/E Direttori: Michele Pezzulo - 089.234504; Michele Cirino - 089.239405 Partenza: ore 8:30 18-28 luglio I Parchi dell’Irlanda Programma dettagliato in sede Direttori: Anna Maria Martorano - 338.9498941; Maria Teresa Labella - 347.1545073 24 luglio Monte Mai - (Monti Picentini) Percorso: Acqua della Tornola (830 m), sentiero 116 D, incrocio sentiero 116 (1480 m), Monte Mai (1607 m) Dislivello: 800 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttori: Vincenzo Apicella - 333.4741788; Sandro Giannattasio - 339.4875688 Partenza: ore 8:00 30/31 luglio Cima del Redentore - (Parco Nazionale dei Monti Sibillini) Percorso: Foce di Montemonaco (945 m), Lago di Pilato, Rifugio Zilioli, Cima del Redentore (2448 m), Forca Viola, Capanna Ghezzi, Castelluccio di Norcia (1450 m) Dislivello: 1500 m in salita, 1000 m in discesa Durata: 10 ore Difficoltà: EE Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688 Partenza: ore 15:00 di sabato 30 31 luglio Loggetta della Raiamagra - (Monti Picentini) Percorso: Laceno (1100 m), Vallone del Moggio, Ripe del Moggio, Loggetta della Raiamagra (1420 m), Vallone Raiamagra, Laceno Dislivello: 450 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttore: Alessandro Cunego - 348.4975636 Partenza: ore 8:30 7 agosto L’anello del gaudo - (Monti Picentini) Percorso: Piano del Gaudo (1030 m), Tana dei Lupi, Monte Polveracchio (1790 m), Lagarelli, Costa Pendente, Piano del Gaudo Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttore: Vincenzo Apicella - 333.4741788 Partenza: ore 8:00 da Salerno; 9:00 da Acerno 14 agosto Cascata del Fiume Argentino - (Monti dell’Orsomarso) A venti anni dalla scomparsa di Francesco Raso Programma dettagliato in sede Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688 Partenza: ore 7:30 19-29 agosto 13° soggiorno escursionistico sulle Dolomiti Programma dettagliato in sede Direttori: Umberto Marletta - 338.8812948; Francesco Autuori - 340.2227322; Antonio Raso - 333.4640650 21 agosto Raia della Licina - (Monti Picentini) Percorso: Varco di Bote (1184 m), Costa San Donato, Raia della Licina (1472 m), Monte Vallebona, Ponte del Pizzillo, Varco di Bote Dislivello: 500 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttori: Diana De Nicola - 366.6043707; Ugo Lazzaro - 349.3627515 Partenza: ore 8:00 da Salerno; 9:00 da Acerno 28 agosto Circuito del Vallone Pinzarrino - (Monti Picentini) Percorso: Ponte Pinzarrino (753 m), Vallone Pinzarrino, Sorgente Cantariello, Piano del Cupone (1120 m), Piano Tizzano, Ponte Pinzarrino Dislivello: 500 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Diana De Nicola - 366.6043707; Ugo Lazzaro - 349.3627515 Partenza: ore 8:00 da Salerno; 9:00 da Acerno 3/4 settembre Torrentismo nel Raganello - (Parco Nazionale del Pollino) Intersezionale con la Sezione CAI di Cava de’ Tirreni Programma dettagliato in sede Direttori: Aldo Tisi - 347.7227413; Claudio Petraglia - 339.3746141 Partenza: ore 15:00 di sabato 3 11 settembre Monte gariglione - (Sila Piccola) Intersezionale con la Sezione CAI di Catanzaro Percorso: Tirivolo, Monte Gariglione (1765 m) Dislivello: 750 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Ciro Nobile - 339.1695263; Carmine Nobile - 388.0735376 Partenza: ore 15:00 di sabato 10 18 settembre Monte Panormo - (Monti Alburni) Percorso: Sicignano degli Alburni (656 m), Vuccolo dell’Arena (1480 m), Monte Panormo (1742 m) Dislivello: 1100 m Durata: 6:30 ore Difficoltà: E Direttori: Alessandro Cunego - 348.4975636; Mario Cioffi - 333.8502818 Partenza: ore 7:30 25 settembre Monte gelbison - (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) Intersezionale Campana d’ Autunno a cura della Sezione di Salerno Interregionale con Abruzzo, Lazio, Marche, Molise e Umbria In collaborazione con l’associazione Amici del Monte Antilia Programma dettagliato in sede Direttori: Anna Maria Martorano - 338.9498941 e gli Accompagnatori di Escursionismo della Campania 1/2 ottobre Trekking nel Parco Nazionale del Circeo Intersezionale con la Sezione CAI di Esperia Programma dettagliato in sede Direttori: Ennio Capone - 338.8715121; Gaetano Florio - 328.9174587 Partenza: ore 15:00 del 1 ottobre 8/9 ottobre Traversata del Monte Cervati - (P.co Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) Intersezionale con le Sezioni CAI di Avellino e Benevento Programma dettagliato in sede Direttore: Myriam Caputo - 339.2571600 Partenza: ore 15:00 di sabato 8 16 ottobre Parco Nazionale del Vesuvio Percorso: Ottaviano, Cognoli di Ottaviano, Valle dell’Inferno, Vesuvio (1281 m) Dislivello: 800 m Durata: 7 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Ennio Capone - 338.8715121; Gaetano Florio - 328.9174587 Partenza: ore 7:30 23 ottobre Il Castello di Arechi e la Bastiglia - (Colline Salernitane) Trentennale della fondazione della Sezione di Salerno Percorso: Salerno, Castello di Arechi, Bastiglia (320 m) Dislivello: 320 m Durata: 3 ore Difficoltà: T Direttori: Francescopaolo Ferrara - 339.5877118; Aldo Tisi - 347.7227413 Partenza: ore 9:00 28 ottobre - 1 novembre Maremma Toscana Programma dettagliato in sede Direttori: Raffaele Persiano - 338.6040892; Anna Maria Martorano - 338.9498941 30 ottobre Da Bomerano al Fiordo di Furore - (Monti Lattari) Percorso: Bomerano, sentiero del Torrente Pennino, Grotte di Santa Barbara, sentiero Barbanera, sentiero delle Agavi, Sant’Elia, Furore, Fiordo Dislivello: 100 m in salita, 600 m in discesa Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttori: Rosario Bartiromo - 338.4598784; Aldo Tisi - 347.7227413 Partenza: ore 7:30 6 novembre Monte Terminio - (Monti Picentini) Percorso A: S. Biagio di Serino (450 m), M.te Terminio (1806 m), Campolaspierto (1300 m) Dislivello: 1400 m in salita, 600 m in discesa Durata: 7 ore Difficoltà: EE Direttori: Paolo Sarni - 339.2132116; Mario Salsano - 335.7154446 Partenza: ore 7:30 Percorso B: Campolaspierto (1300 m), Monte Terminio (1806 m) Dislivello: 500 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttore: Nicola Iacuzio - 347.7732362 Partenza: ore 8:30 13 novembre Monte La Picciola - (Monti Picentini) Percorso: Piano Canale (861 m), Monte La Picciola (1524 m), Piano di Montenero (1081 m), Piano Canale Dislivello: 700 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Ciro Nobile - 339.1695263; Carmine Nobile - 388.0735376 Partenza: ore 7:30 20 novembre Escursione di manutenzione ambientale sul sentiero 168 - (Monti Picentini) Percorso: Curti (428 m), Varco di Santa Caterina (585 m), Soprasieti (425 m), Acqua di Finocchito (652 m), Aia delle Pietre (840 m), Varco di Cerzone (841 m), Acqua delle Tagliole (900 m), Acqua della Bugia (817 m), Acqua della Tagliata (714 m), Calvanico (550 m) Dislivello: 720 m Durata: 7 ore Difficoltà: E Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688 Partenza: ore 7:30 27 novembre Da Campora ad Amalfi - (Monti Lattari) Percorso: Campora (654 m), Imbarrata (1040 m), Monte Rotondo (1029 m), Lama dei Gatti, Pontone (270 m), Amalfi Dislivello: 450 m in salita, 1100 m in discesa Durata: 6 ore Difficoltà: E/EE Direttori: Giuseppe Bellucci - 339.7138004; Luca Bellucci - 393.3732678 Partenza: ore 7:30 4 dicembre Da Mercato S. Severino a Salerno - (Colline di Cava) Percorso: Spiano di Mercato S. Severino (250 m), Varco Ceraso (720), Varco Diecimare (618), Varco della Foce (506), Le Creste (697 m), Croce, Castello di Arechi, Salerno Dislivello: 800 m Durata: 7 ore Difficoltà: E Direttori: Ugo Lazzaro - 349.3627515; Diana De Nicola - 366.6043707 Partenza: ore 7:30 11 dicembre Circuito di Raito - (Monti Lattari) Percorso: Raito (180 m), Iaconti, San Vincenzo (340 m), Badia di Cava, Capodacqua, Cappella Vecchia (680 m), Sorgente del Cesare, Albori (260 m), Raito Dislivello: 600 m Durata: 5 ore Difficoltà: E Direttori: Francesco Autuori - 340.2227322; Rosario Bartiromo - 338.4598784 Partenza: ore 8:30 18 dicembre Circuito dell’area naturalistica di Frassineto - (Monti Picentini) Dislivello: 200 m Durata: 4 ore Difficoltà: T/E Direttore: Raffaele Persiano - 338.6040892 Partenza: ore 8:30 26 dicembre (lunedì) Brindisi di fine anno a Monte Sant’Angelo di Cava - (Monti Lattari) Intersezionale Campana a cura della Sezione di Cava de’ Tirreni Percorso: Contrapone (340 m), Monte Sant’Angelo (1130 m) Dislivello: 800 m Durata: 6 ore Difficoltà: E Direttori: Lucia Avigliano - 089.463024; Giovanni Trezza - 338.7401798 Partenza: ore 8:00 31 dicembre (sabato) Brindisi di fine anno per “ferrati caini” - (Monti Picentini) Percorso: Croci di Acerno (840 m), Spaccaturo (1350 m), Accellica Sud (1606 m), Timpone (1444 m), Acqua Fredda, Croci di Acerno Dislivello: 800 m Durata: 5 ore Difficoltà: EEA Direttore: Sandro Giannattasio - 339.4875688 Partenza: ore 7:30 Per aggiornamenti su eventuali variazioni consultare il sito internet della sezione: www.caisalerno.it pagina 9, n. 2/2015 PROgRAMMA 2016 ALPINISMO e ARRAMPICATA ambiente montano e falesie Alpinismo invernale 10 gennaio - M. Mai 14 febbraio - M. Cervati 13 marzo - M. Papa 10 aprile - M. Meta Attrezzatura minima: imbraco, piccozza, ramponi Alpinismo 22 maggio - Faraglioni di Capri ATTIVITA’ SU NEVE 2016 17 gennaio Monte Calvello - (Monti Picentini) Percorso: Vallepiana (1200 m), Lagaretto, Corsa dei Cavalli, Monte Calvello (1579 m) Dislivello: 400 m Durata: 5 ore Difficoltà: EAI Direttori: Enrico La Rocca - 328.3050308; Michele Loguercio - 347.6054668 Partenza: ore 8:00 31 gennaio Monte Sassosano - (Monti Picentini) Percorso: Piano di Verteglia (1200 m), Monte Sassosano (1438 m) Dislivello: 240 m Durata: 4 ore Difficoltà: EAI Direttori: Paolo Sarni - 339.2132116; Mario Salsano - 335.7154446 Partenza: ore 8:00 20/21 febbraio Notturna invernale su neve al Rifugio Cervati (Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni) Percorso: Vallescura, Acqua che Suona, Rifugio Cervati (1597 m) Dislivello: 400 m Durata: 4 ore (per la sola escursione notturna Difficoltà: EAI Direttori: Sandro Giannattasio - 339.4875688; Diana De Nicola - 366.6043707 Partenza: ore 18:00 di sabato 20 5/6 marzo Macchiarvana - (Parco Nazionale d’Abruzzo) Intersezionale con la Sezione CAI di Cava de’ Tirreni Programma dettagliato in sede Direttore: Diana De Nicola - 366.6043707 13 marzo Circuito del Monte Raiamagra - (Monti Picentini) Percorso: Laceno (1100 m), Colle del Sacrestano, Loggetta della Raiamagra, Monte Raiamagra (1667 m), Laceno Dislivello: 600 m Durata: 6 ore Difficoltà: EAI Direttori: Enrico La Rocca - 328.3050308; Michele Loguercio - 347.6054668 Partenza: ore 8:00 Le date e le località potrebbero variare in base alle condizioni di innevamento pagina 10, 2/2013 Falesia 12 giugno - M. Terminio Attrezzatura minima: imbraco, casco, longe, scarpette da arrampicata Alpinismo Dal 08 al 14 agosto – Valle D’Aosta Prevista quota di partecipazione da versare in sede entro Aprile 2016 Inoltre durante l’anno (a richiesta) due uscite in falesia saranno messe a disposizione per i soci della sezione che vogliono avvicinarsi alle attività di arrampicata e alpinismo. Le proposte elencate possono essere soggette a modifiche di date/luoghi in virtù delle condizioni meteo o del livello tecnico dei partecipanti. La Sezione CAI di Salerno si riserva di integrare ulteriormente il calendario previo accordi con il responsabile Marco Del Regno (3480316889). ALPINISMO gIOVANILE CALENDARIO ALPINISMO gIOVANILE gennaio - Dicembre 2016 Domenica 24 gennaio - Parco Reg. dei Monti Picentini Ciaspolata al monte Terminio Durata: 4 ore - Difficoltà: E Direttori: Rossana Braca 3475854529 AAG Ciro Nobile 3391695263 Domenica 06 marzo - Parco Reg. dei Monti Picentini Circuito dei rifugi e le grave del Terminio Con la commissione sez. TAM Dislivello: 110 mt. - Durata: 3 ore - Difficoltà: E Direttori: Rossana Braca 3475854529 AAG Ciro Nobile 3391695263 ATTIVITA’ DELL’ALPINISMO gIOVANILE a cura della Commissione Alpinismo Giovanile Anche per l’Alpinismo Giovanile, è giunto il momento di tirare le somme: non sempre tutto è andato come avremmo voluto, ma noi tendiamo ad essere sempre ottimisti, perché abbiamo sempre un ulteriore colpo in canna. Quest’anno anche grazie alla parete artificiale di arrampicata, abbiamo riscontrato molti consensi da parte dei bambini e dei ragazzi, che al solito mostrano un interesse particolare qualora l’escursione la si abbina a dei momenti ludici. Ed è grazie ad alcuni soci sempre ben disposti a dare una mano per il montaggio e la gestione della parete, che quest’ultima anche quest’anno ha visto la luce, permettendo a centinaia di giovani, di potersi cimentare e confrontare con le proprie capacità fisico-atletiche. La stessa parete sarà utilizzata a breve in una nota e frequentata scuola di Salerno che farà da apripista ad un programma più articolato per i giovani fatto di lezioni teoriche didattiche ed escursioni in montagna. Non stiamo qui a raccontare delle varie uscite, ma aggiungeremo alcune foto molto più eloquenti sull’attività viva dell’Alpinismo Giovanile. Per quanti volessero iniziare la nostra attività, gli accompagnatori sono sempre disponibili in sezione a mostravi ed a raccontarvi tutti i segreti di questa esperienza che non ha confini. Domenica 10 aprile Arrampichiamo giocando Con il gruppo di alpinismo sez. - Colline Salernitane Piano di Alessia, falesie San Liberatore Dislivello: 200 mt. - Durata: 4 ore - Difficoltà: T Direttori: Ciro. Nobile 3391695263 Carmine Nobile 3880735376 Marco. Del Regno Domenica 22 maggio Tutti in piedi: l’avventura è in grotta Con il gruppo Speleologico sez. di Salerno Programma dettagliato sul sito web Direttori: Ciro Nobile 3391695263 Vincenzo Sessa 3474749240 Francesco Montefusco Domenica 6 giugno Caccia al tesoro nel bosco della Costara Parco nazionale Appennino Lucano Dislivello: 150 mt - Durata: 3 ore - Difficoltà: E Direttori: Antonello Sica 3313599053 Maria Angela Coronato 3343547022 Domenica 23 ottobre “Traversata dei Santuari Parco Regionale dei Monti Picentini Dislivello: 450 m - Durata: 5 ore - Difficoltà: E Direttori: Ciro. Nobile 3391695263 Rossana Braca 3475854529 Domenica 4 dicembre Per Parchi quasi in città - Parco fluviale Valle dell’Irno Con la Commissione sez. TAM Dislivello: 200 m - Durata: 3 ore – Difficoltà: E Direttori: Ciro. Nobile 3391695263 Rossana Braca 3475854529 pagina 11, n. 2/2015 SPELEOLOgIA ATTIVITA’ ESPLORATIVA SUgLI ALBURNI di Aristide Fiore Nel corso dell’estate è stata individuata un’area dei Monti Alburni non ancora interessata da esplorazioni speleologiche e avente tuttavia caratteristiche tali da far supporre la presenza di cavità di dimensioni paragonabili a quelle delle grotte già note in altre zone del massiccio. Si è deciso di concentrare l’attenzione sull’estremo lembo orientale del gruppo montuoso, e precisamente sulla sommità, pressappoco pianeggiante, di Costa dei Patrelli (o Costa dei Pratelli, 1342 m), un rilievo orientato in direzione appenninica (NOSE), interamente costituito da calcari cretacici. Le numerose doline disseminate nella parte più alta del monte indicano la presenza di un reticolo carsico, la cui accessibilità può essere ovviamente accertata solo sul campo. Lo scorso 28 giugno Aristide Fiore, Francesco Montefusco, Pasquale Roscigno e Vincenzo Sessa hanno battuto la porzione settentrionale del piccolo altopiano, rinvenendo e esplorando un pozzo di modesta profondità, caratterizzato da un doppio ingresso e impostato su una frattura orientata verso nord-ovest, che dopo pochi metri diviene impraticabile. Costa dei Patrelli, insieme alle valli parallele che ne delimitano i fianchi, denominate Lago e Campo di Cerabona, concorre all’alternanza di grandi pile di roccia carbonatica (horst) e depressioni (graben) che caratterizza la morfologia dei Monti Alburni, determinatasi in seguito ai sollevamenti più recenti, risalenti al Pleistocene. Tale struttura ha influenzato lo sviluppo del carsismo sul massiccio secondo uno schema ricorrente, che annovera, fra i fenomeni principali, la presenza di doline, sulle sommità delle alture, e di inghiottitoi nei fondovalle, in corrispondenza di fratture che interrompono la coltre impermeabile, nei punti di contatto dei corsi d’acqua con le pareti rocciose e, ormai allo stato inattivo, lungo le pareti1. In agosto, Aristide Fiore, Ciro Bello e l’amico Enzo Capozzolo di Ottati hanno perlustrato gli alvei torrentizi che percorrono il Campo di Cerabona, altra località presso la quale non risultano esservi cavità censite, imbattendosi soltanto in inghiottitoi attivi ma ostruiti (in due casi artificialmente, per salvaguardare il bestiame), a parte una voragine poco profonda, verso l’estremità sudorientale della valle. Solo negli ultimi giorni dello stesso mese, spostando l’attenzione immediatamente più a ovest, e cioè tra Serra La Ciavola (1373 m) e Timpone Alto (1451 m), è stato ottenuto qualche risultato degno di nota. Vincenzo Sessa, Aristide Fiore, Diego De Cristofaro, Pasquale Trifone del GS CAI Napoli e Giuseppe Addonizio del CAI di Avellino hanno esplorato e rilevato un pozzo di 14 metri sul versante occidentale di Serra La Ciavola. Il tentativo di disostruzione del fondo di una grotta, profonda circa 50 metri, rinvenuta di recente nel fondovalle dagli speleo napole- 1. F. Bellucci, i. Giulivo, l. Pelella, a. Santo, Monti Alburni. Ricerche speleologiche, Sellino 1995, pp. 18-19, 21. pagina 12, n. 2/2015 tani, che ha impegnato gli stessi De Cristofaro, Trifone e Addonizio insieme a Raffaele Basile, non ha avuto esito positivo in quanto sotto i massi spostati tramite paranchi ve ne erano degli altri. Infine il sopralluogo di Trifone e Fiore sulla sommità di Timpone Alto ha rivelato la presenza di un pozzo ancora da esplorare, sul fondo di una grande dolina, e di un buco impraticabile, lungo un ripido pendio, dal quale fuoriesce una corrente d’aria fredda. In definitiva, trattandosi della zona a monte del Piano di Campitelli, un’importante area carsica che presenta cavità estese, come la Grotta del Falco, e al di sotto della quale scorre un torrente sotterraneo, diretto a nordovest, oggetto di esplorazioni speleosubacquee ancora in corso, ci si potrebbe aspettare, con un po’ di perseveranza, qualche scoperta interessante. PICCOLI SPELEO CRESCONO di Antonia Landi Domenica 7 maggio 2015 il Gruppo Speleologico CAI Salerno e il Gruppo Speleologico Giovanni Rama hanno portato in grotta cinque coraggiosi ragazzi nella grotta di Strazzatrippa. L’uscita era compresa nel programma di alpinismo giovanile del CAI Salerno: procede da tempo la collaborazione tra i vari gruppi presenti nella Sezione,che mira soprattutto a suscitare interessi nei soci più giovani. La grotta, scelta dell’istruttore di Speleologia Raffaele Basile, è situata nel comune di Acerno, ma vi si accede dal territorio di Bagnoli Irpino, dopo una bella passeggiata nel bosco, rallegrata dai vivaci colori delle magliette messe a disposizione dalla ditta Ottica Bisogno di Baronissi, che ringraziamo. I ragazzi sono rimasti affascinati dall’ambiente ipogeo, ma soprattutto dal particolare ingresso: una strettoia attraverso la quale bisogna strisciare con la pancia a terra (da qui il nome della cavità). Per nulla intimoriti, si sono catapultati nell’avventura. Il mondo sotterraneo è un luogo magico. I piccoli speleo sono rimasti senza parole di fronte a tutto ciò che una goccia d’acqua può creare e Raffaele li ha affascinati con le sue lezioni di speleologia: non smettevano mai di fare domande. La salvaguardia delle aree carsiche è uno degli scopi del gruppo speleo del CAI Salerno, che riserva sempre all’argomento uno spazio consono nella didattica rivolta a bambini e ragazzi. Dopo la visita alla grotta siamo stati ospitati nel rifugio gestito dai ragazzi del G.S. Giovanni Rama a Laceno, dove, davanti a un piatto di pasta e dividendo ciò che ognuno aveva portato, i ragazzi hanno raccontato tutte le emozioni vissute in grotta. Il prossimo appuntamento col gruppo di alpinismo giovanile è previsto per domenica 22 maggio 2016, in costiera amalfitana. TESTIMONIANZE L’ORgOgLIO DELLE RADICI di Giancarlo Pacella Oggi non parlerò di percorsi nelle terre dei Sanniti, dei Longobardi o dei Normanni, ma voglio proporre un itinerario legato ad una vicenda più vicina ai nostri giorni, che però è per lo più ignorata non solo dai ricercatori professionisti e quindi anche dai manuali scolastici di storia patria, ma anche dai correnti “mass media” nazionali, che non hanno mai messo seriamente “il naso” nel nostro recente passato, e pure dagli studiosi locali correntemente impegnati solo in ripetitive, generiche e spesso superficiali rievocazioni talvolta pure prive di originalità. Attraversando la Calabria da Pizzo Calabro al Mar Ionio, all’improvviso si incontra il villaggio montano di Mongiana, modesto per dimensioni, ma gigantesco per l’emozione che ancora suscita la memoria di una delle più straordinarie ed illuminate iniziative scientifiche, tecnologiche e sociali intraprese dai nostri avi circa 250 anni fa. Infatti, già nel 1748, quindi all’alba della rivoluzione industriale europea, il re Carlo di Borbone, su sollecitazione di singolari figure di scienziati dello “Studio” Napoletano, aveva intuito le straordinarie potenzialità, non solo agro-alimentari, delle terre del regno da poco conquistato, per cui aveva incaricato alcuni illustri studiosi di effettuare approfonditi saggi su alcuni minerali ferrosi provenienti dalle montagne calabresi. Se all’inizio la ricerca ebbe essenzialmente scopi militari, è col nuovo re Ferdinando IV che iniziò a concretizzarsi il decollo produttivo di quel sogno illuminato che, con l’inizio di un disegno di una qualche specie di industrializzazione, nel contempo certamente si indirizzava, anche se ancora vagamente, ad una qualche forma di modernizzazione del Meridione, con la realizzazione, nel 1771, della fonderia di Mongiana appunto. L’impianto vi fu re- alizzato proprio per utilizzare la produzione delle locali e ormai note miniere di minerali ferrosi, ma anche per la grande disponibilità di combustibile fornito dai fitti boschi della Sila, da utilizzare però senza uno sfruttamento indiscriminato, dato che una severissima legislazione verde ed ecologica “ante litteram”, ne controllava il taglio periodico, disponendo perciò il continuo rinnovamento delle foreste meridionali. Anche per la società civile iniziava una nuova fase di adeguamento all’opera di modernizzazione introdotta dal sovrano; infatti gli operai e gli impiegati non militari addetti alla ferriera, invece dell’antica retribuzione giornaliera, cominciarono a ricevere un regolare salario periodico. Una conferma indiretta che la produzione di Mongiana fosse interessante e tecnologicamente all’avanguardia, si ebbe nel successivo decennio francese, quando la quasi totalità dei semilavorati metallici di fusione ivi prodotti, era regolarmente inviata in Francia per rifornire le armate napoleoniche che notoriamente sapevano apprezzare ed utilizzare al meglio le armi loro fornite. Durante gli anni della Restaurazione, non solo venne incrementata la produzione dei lingotti e delle barre fuse da inviare alla Real Fabbrica d’Armi di Torre Annunziata già aperta fin dal 1759, ma si registrò anche un notevole tasso di specializzazione che giunse fino alla progettazione ed alla realizzazione di armi universalmente apprezzate dai militari di tutti gli stati italiani ed anche europei. Il successivo re Ferdinando II, geloso dell’autonomia e dell’indipendenza non solo militare, ma anche e soprattutto economica del suo regno, potenziò al massimo la produttività, non solo di armi, ma anche di utensileria ed attrezzature civili dello stabilimento di Mongiana, incoraggiando nel contempo un clima di sana competizione con ogni iniziativa privata, già timidamente sorta intorno e parallelamente all’attività statale, che mirasse alla modernizzazione dello stato e della società. Uno dei più brillanti risultati del periodo fu, ad esempio, la realizzazione del primo ponte in ferro costruito in Italia, quello sul fiume Garigliano, che nacque proprio in collaborazione tra il governo, che ne elaborò il progetto, e la fonderia privata del Generale Filangieri, che fornì i materiali e le più abili maestranze adatte allo scopo. Tanto che si potrebbe lanciare l’idea di riportare, sull’etichetta di ogni prodotto industriale meridionale o campano in particolare, proprio la sagoma di quell’antico manufatto, così come oggi, il ponte di Brooklyn è stampato sulle confezioni di una nota industria dolciaria. L’attività lungimirante di Mongiana fu incrementata non solo con la costruzione di un nuovo stabilimento nel vicino paese di Ferdinandea e col potenziamento della viabilità pubblica fino a Pizzo Calabro, ma soprattutto con la realizzazione, nella città di Portici, delle officine di Pietrarsa, un modernissimo gioiello di efficienza che, all’epoca, fu invidiato da tutti i principali produttori europei, ivi accorsi dall’Inghilterra, dalla Francia, dal Belgio, dal Piemonte preunitario e perfino dalla lontana Russia, ove lo zar ne fece edificare la perfetta copia sull’isola di Kronstadt. Cioè fu concretizzata l’idea di un insediamento industriale integrato al territorio: infatti il minerale ferroso estratto dalle miniere calabresi, veniva lavorato negli opifici di Mongiana e Ferdinandea e poi inviato al porto di Pizzo Calabro per raggiungere Pietrarsa per essere trasformato in ponti metallici, binari, materiale rotabile e macchine a vapore fornite non solo alle locomotive della prima rete ferroviaria italiana, ma soprattutto anche ai moderni piroscafi in servizio proprio tra Napoli e Pizzo. Pertanto, la trasformazione di tanti contadini e pastori in operai, impiegati, ferrovieri, marinai e professionisti, a cui il sovrano aveva pure rinnovato l’avveniristico esperimento di S.Leucio, fornendo loro non solo il lavoro, ma anche le case e la chiesa, apportava sicuramente il proprio consistente contributo all’evoluzione ed alla modernizzazione della società meridionale. I governi nazionali postunitari, lasciarono decadere quei promettenti apparati industriali (sorti 40 anni prima della BREDA e 50 anni prima della FIAT !!!) fino all’abbandono, privandoli delle indispensabili commesse statali e quindi dei relativi capitali necessari per il rinnovamento degli impianti. Solo Pietrarsa continuò a vivere dopo essere stata privatizzata, ma come in una lenta agonia, con orari e ritmi spaventosi che sfociarono nel noto eccidio di operai, represso dai Bersaglieri dell’Esercito Italiano, fino al successivo declassamento finale a semplice officina di manutenzione di caldaie e materiale rotabile. Ora è sede del Museo Ferroviario Nazionale. Ma all’ombra dei suoi edifici e sotto le silenziose volte quasi claustrali delle officine, echeggia ancora il ricordo di quella promettente stagione così bruscamente interrotta ed ormai definitivamente conclusa: un’altra occasione di sviluppo perduta! pagina 13, n. 2/2015 ESCURSIONISMO EMOZIONI A CATENA 10ª Traversata dei Monti Picentini 24/25/26 Aprile 2015 di Franca Calenda Questa decima traversata dei Picentini è stata ben differente dalle precedenti per l’uso inedito delle tende, ciò ha comportato il carico sulle nostre spalle di zaini dal peso variabile dai 15 ai 20 kg, che hanno assorbito molte delle nostre energie e in alcuni tratti impegnativi ci hanno rallentato considerevolmente. I partecipanti di questa, oserei dire, stoica impresa, sono stati Sandro Giannattasio (il direttore), Aldo, Natalino, Nicola, Mario, Franca, Caterina, Dario e Alfonso (i più giovani del gruppo), che hanno accettato con vivo entusiasmo la variante delle tende. I Monti Picentini sono montagne che non raggiungono quote elevate, ma di tutto rispetto: partendo da Capo Calvanico 800 s.l.m, siamo saliti ai 1567 m di Pizzo San Michele, ai 1607 m. dei Monti Mai, 1660 m. della Accellica Nord e poi ai 1606 m. della Accellica Sud. Tuttavia sono montagne che presentano punti impervi, sentieri poco battuti, tracce di sentieri che solo un Caino di grande esperienza e conoscenza capillare dei luoghi, come il nostro Presidente, ci ha permesso di affrontare, superando tutte le difficoltà che si sono presentate sul nostro percorso: terreno friabile in molti tratti, neve e ghiaccio (in particolar modo nel Canale della Pettinessa) e salite ripidissime da affrontare il più delle volte stremati. Ma sono soprattutto montagne che, quando le attraversi, danno la sensazione di avvilupparti in un abbraccio emotivo fortissimo, oppure ti sembra che come ventose risucchino le tue energie. Quando sei finalmente in cima, ti restituiscono quanto tolto, con grande generosità: orizzonti meravigliosi, albe mai viste, spazi dove dormire e contemplare le stelle. E’ stato molto emozionante accamparci tra questi monti; la prima notte l’abbiamo trascorsa a 1220 m nel Varco di sua Eccellenza: tanto entusiasmo nel montare le tende, nell’accendere il fuoco e poi tutti intorno a mangiare e a riscaldarsi. Momenti unici in cui si avverte quel senso di comunione, pace e tranquillità che solo la montagna può donare. E poi non ci sono parole per descrivere lo spuntare tremulo del sole e l’eccitazione nel riprendere il percorso. La seconda notte abbiamo dormito al Varco Del Paradiso nel bivacco Val Sa Vin, in condizioni non proprio agevoli. Le tende le abbiamo montate nel poco spazio disponibile, dopo aver tolto la neve ancora presente, ma la stanchezza era talmente tanta che avremmo dormito ovunque. Come sempre in questa pagina 14, n. 2/2015 esperienza, la luce del nuovo giorno ci ha ripagato di tutti gli sforzi fatti: panorama mozzafiato sul Varco del Paradiso con il suo Ninno e tutto ciò che la nostra vista è riuscita a catturare e ad imprimere dentro di noi. A ritmi sempre molto sostenuti è continuato il nostro cammino fino alla sorgente di Acqua Fredda dove finalmente abbiamo potuto ripulirci un poco, fare scorta di acqua freschissima e rinvigorirci con un meritato pediluvio, che ci ha rimesso in sesto e abbiamo affrontato con più leggerezza l’ultimo tratto. Dopo diverse ore di discesa siamo arrivati a casa della nostra ospitale amica caina Diana e solo in quel momento abbiamo potuto tirare un bel sospiro di sollievo. Devo infine aggiungere che dalla partenza alla conclusione di questa lunga traversata ciò che ci ha sempre accompagnato è stato il caleidoscopio di emozioni presente in ognuno di noi:la consapevolezza di affrontare una prova faticosa e per quasi tutti, la prima di questo genere; grande entusiasmo ed eccitazione alla partenza; qualche timore e brivido nell’affrontare passaggi impegnativi; la soddisfazione e la gioia nei momenti in cui abbiamo raggiunto i nostri obiettivi. Ciò che ci resterà per sempre è un naturale piccolo nodo alla gola nel vedere le bellissime foto che Sandro ha scattato con maestria e proietta di tanto in tanto al Cai, ma soprattutto il desiderio e l’impazienza di volere ripetere esperienze simili, insieme ai “Magnifici Compagni” di viaggio… Il 2016 sicuramente ne offrirà delle altre. CAI SALERNO PENSIERI IN MOVIMENTO a cura di Maria Rosaria Mari Dopo il tragico evento di Parigi del 13 novembre 2015, forse ognuno di noi si è fermato a riflettere per cercare di capire ed anche per prendere atto del cambiamento epocale della storia contemporanea. Quello che il “terrore” sembra mettere sotto attacco è, innanzi tutto, il valore e la dignità di ogni singola vita umana, da salvaguardare nella sua pienezza contro la volontà di affermazione simbolica di potenza. In discussione c’è poi qualcosa che l’occidente ha faticosamente costruito nei secoli e che l’Illuminismo ci ha consegnato, la nostra identità di uomini liberi e raziocinanti , con eguali dignità e diritti e spirito di fratellanza. Un esercizio di libertà che ci da anche coscienza amara delle ingiustizie e delle opacità perseguite nello sviluppo della nostra civiltà. Per noi del CAI fermarci è una parola grossa, perché amiamo camminare e muovere insieme corpo e mente, osservare l’ambiente intorno a noi e farci carico della sua salvaguardia, perché nel preservare la sua diversità difendiamo la nostra sopravvivenza biologica, ma anche umana in senso pieno. Per meditare in movimento abbiamo perciò pensato di proporvi un po’ di pensieri ed elaborazioni varie intorno alla montagna, sono di camminatori del passato più o meno lontano, che in questi momenti difficili ci adottiamo come buoni vicini. “Filosofia … è la libera scelta di vivere tra ghiacci e alte cime”. Nietzsche “Quando vedi dove finisce il viaggio, quei passi li ami, li raggiungi con il tocco di grazia con cui metti dei fiori a tavola il giorno di festa. I passi che portano in cima sono stremati e però leggeri, sei al punto di massima usura del corpo, del massimo di perdita di peso, muscoli e cellule cerebrali, sei al ronzio di alveare nel tuo corpo, un rumore di fibre che si afferrano tra loro, compattano i tessuti: la cima finalmente. Non so cos’è per un prigioniero il giorno di fine pena, cos’è per un malato l’arrivo dell’alba, cos’è per uno scrittore l’ultima parola del suo libro, ma deve somigliare alla cima, la promessa mantenuta al ragazzo che strepita in ognuno di noi”. Erri De Luca - Sulla traccia di Nives “Camminare è, ad ogni passo, un incontro con noi stessi”. R. Tagore “La montagna mi ha fatto capire che è da sciocchi mettere la vita in banca sperando di ritrovarla con gli interessi. Mi ha aiutato a non essere troppo tonto, anche se un po’ tonti si è tutti da giovani. Mi ha insegnato che dalla vetta non si va in nessun posto, si può solo scendere.” Mauro Corona “Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la non violenza sono antiche come le montagne”. M. K. gandhi “Quando i simboli cominciano a diventare muti le foreste cominciano ad essere ridotte a riserva di legname o ad ostacolo all’espansione cittadina e la montagna a parco divertimenti”. Luisa Bonesio - Pensare come una montagna “Un amico lontano è a volte più vicino di qualcuno a portata di mano. E’ vero o no che la montagna ispira più reverenza e appare più chiara al viandante della valle che non all’abitante delle sue pendici?”. Khalil gibran “…di fronte alla natura, se si riesce a guardarla con animo sincero, le miserie si sciolgono, gli uomini si ritrovano l’un l’altro dimenticando di avere questo o quel colore.” Dino Buzzati “Mi chiedo se la forza del racconto non nasca nell’uomo da millenni di cammino, se il narrare (assieme al cantare) non nasca dall’andare. E se il nostro mondo abbia disimparato a raccontare semplicemente perché non viaggia più.” Paolo Rumiz - È Oriente “Il buono cammina senza orma e traccia”. Lao Tzu “Mi piace essere in un corpo che ormai invecchia. Posso guardare le montagne senza il desiderio di scalarle. Quand’ero giovane le avrei volute conquistare. Ora posso lasciarmi conquistare da loro. Le montagne, come il mare, ricordano una misura di grandezza dalla quale l’uomo si sente ispirato, sollevato. Quella stessa grandezza è anche in ognuno di noi, ma lì ci è difficile riconoscerla. Per questo siamo attratti dalle montagne. Per questo, attraverso i secoli, tantissimi uomini e donne sono venuti quassù nell’Himalaya, sperando di trovare in queste altezze le risposte che sfuggivano loro restando nelle pianure. Continuano a venire.” Tiziano Terzani - Lettere contro la guerra “Vedere Sandro in montagna riconciliava col mondo, e faceva dimenticare l’incubo che gravava sull’Europa. Era il suo luogo, quello per cui era fatto, come le marmotte di cui imitava il fischio e il grifo: in montagna diventava felice, di una felicità silenziosa e contagiosa, come una luce che si accenda. Suscitava in me una comunione nuova con la terra e il cielo, in cui confluivano il mio bisogno di libertà, la pienezza delle forze, e la fame di capire le cose che mi avevano spinto alla chimica. Uscivamo all’aurora, strofinandoci gli occhi, dalla portina del bivacco Martinotti, ed ecco tutto intorno, appena toccate dal sole, le montagne candide e brune, nuove come create nella notte appena svanita, e insieme innumerabilmente antiche. Erano un’isola, un altrove.” Primo Levi - Il sistema periodico Il termine, la vetta di quella scoscesa serpentina ecco, si approssimava, ormai era vicina, ne davano un chiaro avvertimento i magri rimasugli di una tappa pellegrina su alla celestiale cima. Poco sopra alla vista che spazio si sarebbe aperto dal culmine raggiunto... immaginarlo già era beatitudine concessa più che al suo desiderio al suo tormento. Sì, l’immensità, la luce ma quiete vera ci sarebbe stata? Lì avrebbe la sua impresa avuto il luminoso assolvimento da se stessa nella trasparente spera o nasceva una nuova impossibile scalata... Questo temeva, questo desiderava Mario Luzi (1 marzo 2005) pagina 15, n. 2/2015 CAI SALERNO TUTTO QUELLO CHE L’ESCURSIONISTA DEVE SAPERE OBBLIGHI DEI PARTECIPANTI Essere fisicamente preparati e con abbigliamento ed attrezzature adeguate alle esigenze della escursione; attenersi esclusivamente alle disposizioni impartite dai direttori di escursione; seguire gli itinerari prestabiliti non allontanandosi dal gruppo, salvo autorizzazione del direttore di escursione; collaborare con il direttore per la buona riuscita della escursione; ogni partecipante deve inoltre essere solidale con le decisioni del direttore soprattutto a fronte di insorte difficoltà. IL DIRETTORE DI ESCURSIONE Cura l’escursione sociale nel rispetto delle opportune norme di comportamento. Le escursioni possono essere condotte da più direttori. Ha facoltà: di modificare il programma, l’orario, l’itinerario per sopravvenute necessità; di escludere i soci non ritenuti idonei o insufficientemente equipaggiati, di spostare o annullare le escursioni in programma per ragioni di sicurezza e di organizzazione, anche senza preavviso. RISCHI E RESPONSABILITA’ per le escursioni sociali del CAI, coerentemente alla loro natura, pongono i partecipanti di fronte al rischi, e ai pericoli inerenti la pratica dell’alpinismo. I partecipanti pertanto, iscrivendosi alle escursioni sociali, accanto a tali rischi, danno il più ampio discarico delle responsabilità alla sezione di Salerno del CAI ed ai direttori di escursione per incidenti ed infortuni che dovessero verificarsi durante l’escursione. www.caisalerno.it Direttore responsabile: Sabato Leo Comitato di redazione: Camillo Gallo, Maria Teresa Loffredo, Maria Rosaria Mari, Annamaria Martorano, Anna Palumbo, Gaetano Troisi e-mail: [email protected] Stampa: LibertyPrint srl - Fisciano (Sa) Referenze fotograche: Archivio Cai Proprietà e amministrazione: Sezione Cai di Salerno Via Porta di Mare 26, Salerno tel./fax 089.252788 c/c postale n. 12779849 CLASSIFICAZIONE DELLE DIFFICOLTA’ ESCURSIONISTICHE T= turistico Itinerari su stradine, mulattiere o comodi sentieri, con percorsi ben evidenziati e che non pongono incertezze o problemi di orientamento. Richiedono una certa conoscenza dell’ambiente montano e preparazione fisica alla camminata. E= escursionistico Itinerari che si svolgono quasi sempre su sentieri oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni; possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati, di neve residua, quando, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. Si sviluppano a volte su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi; i tratti esposti sono in genere protetti (barriere) o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi su roccia, non esposti, che non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico (imbracatura, moschettoni, ecc.). Richiedono un certo senso di orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza del territorio montagnoso, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati. EE = per escursionisti esperti Itinerari generalmente segnati ma che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba o di roccia e detriti). Terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minor impegno). Necessitano: esperienza di montagna in generale e buona conoscenza dell’ambiente montano; passo sicuro e assenza di vertigini; equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguati. EEA = per escursionisti esperti con attrezzatura Itinerari escursionistici che presentano particolari difficoltà. E’ pertanto richiesto l’utilizzo di dispositivi di autoassicurazione diversi a seconda dei tipi di terreno da attraversare: kit da ferrata, imbracatura, ramponi, piccozza, ecc. DONA IL CINQUE PER MILLE alla Sezione Cai di Salerno codice fiscale 02360400655