La revisione delle disponibilità finanziarie 0 Agenda La gestione delle disponibilità finanziarie Le disponibilità finanziarie Disponibilità liquide Strumenti d’indebitamento Strumenti d’investimento Strumenti derivati Le procedure di revisione 1 La revisione delle disponibilità finanziarie La gestione delle disponibilità finanziarie La gestione delle disponibilità finanziarie da parte della funzione di Tesoreria è finalizzata alla minimizzazione dei costi connessi al reperimento delle risorse finanziarie da investire nelle attività ordinarie dell’azienda. Tale attività dovrebbe inoltre consentire il costante monitoraggio degli equilibri economico-finanziari aziendali e permettere l’effettuazione tempestiva degli eventuali interventi correttivi. La gestione della Tesoreria, quindi, ha come oggetto la massimizzazione dei profitti e/o la minimizzazione dei costi connessi a poste di bilancio quali: disponibilità liquide; strumenti d’indebitamento; strumenti d’investimento a breve e a lungo termine; strumenti derivati. 2 La revisione delle disponibilità finanziarie La gestione delle disponibilità finanziarie (segue) I principi contabili nazionali di riferimento sono i seguenti: OIC 14: Disponibilità liquide, OIC 19: Debiti, OIC 20: Titoli e partecipazioni, OIC 3: Informativa sugli strumenti finanziari in nota integrativa. Quanto ai principi contabili internazionali i documenti di riferimento sono: IAS 39: Financial instruments – Recognition and Measurement, IAS 32: Financial instruments – Disclosures and Presentation, IFRS 7: Financial instruments – Disclosures. Nel seguito verrà data una breve descrizione del trattamento contabile previsto dai principi contabili nazionali relativamente alle poste in esame; verranno anche illustrate le principali procedure di revisione applicabili. 3 Agenda La gestione delle disponibilità finanziarie Le disponibilità finanziarie Disponibilità liquide Strumenti d’indebitamento Strumenti d’investimento Strumenti derivati Le procedure di revisione 4 La revisione delle disponibilità finanziarie Disponibilità liquide Le disponibilità liquide includono la cassa e i suoi equivalenti rappresentati da investimenti a breve termine estremamente liquidi e facilmente convertibili in un ammontare predeterminato di disponibilità senza significativi rischi di modifica nel loro valore. Esse includono ad esempio: depositi bancari e postali; assegni, denaro e valori in cassa; fondi liquidi vincolati. La classificazione prevista in bilancio è nella voce “Disponibilità liquide”. La rilevazione in bilancio può essere effettuata solo per fondi realmente esistenti. 5 La revisione delle disponibilità finanziarie Disponibilità liquide (segue) I saldi dei conti correnti devono tenere conto di tutti gli assegni emessi, dei bonifici disposti e degli incassi effettuati entro la data di chiusura dell’esercizio, anche se le contabili bancarie sono pervenute nell’esercizio successivo. I saldi dei conti correnti attivi e passivi, ancorchè detenuti nei confronti di una medesima controparte bancaria non possono essere compensati. In bilancio, pertanto, deve essere data una rappresentazione a “saldi aperti” della situazione finanziaria nei confronti del sistema bancario. I crediti verso banche, come gli altri crediti, devono essere iscritti in bilancio e valutati al presumibile valore di realizzo, con un esplicito rinvio ai principi contabili e ai postulati del bilancio d’esercizio. Tra le informazioni da fornire nella nota integrativa sono incluse la natura dei fondi liquidi vincolati e durata del vincolo, nonchè l’utilizzo di eventuali sistemi di cash pooling se rilevanti. 6 Agenda La gestione delle disponibilità finanziarie Le disponibilità finanziarie Disponibilità liquide Strumenti d’indebitamento Strumenti d’investimento Strumenti derivati Le procedure di revisione 7 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti d’indebitamento Gli strumenti d’indebitamento cui l’impresa ha accesso, nell’ambito della gestione delle funzioni di Tesoreria, sono tipicamente rappresentati da finanziamenti a breve e medio termine concessi dal sistema bancario. La forma tecnica assunta da tali finanziamenti può essere la più diversa (ad esempio mutui o aperture di conto corrente). Tali poste, iscritte in bilancio nella voce “Debiti verso banche”, sono iscritti e valutati al loro valore nominale. Sono inclusi nella voce debiti verso banche, tra le esposizioni a breve termine, anche gli scoperti di conto corrente. Come per i saldi dell’attivo, devono essere inclusi tutti i movimenti intervenuti entro la fine dell’esercizio anche qualora il regolamento avvenga nell’esercizio successivo. 8 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti d’indebitamento (segue) La negoziazione di condizioni di tasso e durata in linea con le necessità finanziarie derivanti dai piani di sviluppo attuali e/o futuri dell’azienda è una delle funzioni più importanti della Tesoreria. Non solo il reperimento di mezzi finanziari, ma più ancora la tempistica delle scadenze e dei connessi oneri finanziari consentono di ridurre il peso complessivo della gestione finanziaria sulla gestione ordinaria e conseguentemente sull’utile d’esercizio. Il raggiungimento della minimizzazione degli oneri finanziari connessi ad uno strumento d’indebitamento può essere raggiunto anche attraverso una gestione più “sofisticata” della Tesoreria che comporta l’utilizzato anche di strumenti finanziari derivati. Di tale modalità di gestione si dirà più diffusamente nel seguito. 9 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti d’indebitamento (segue) Ciò che preme qui sottolineare è che la gestione integrata della Tesoreria attraverso l’utilizzo di strumenti derivati, sottoscritti di fatto con mere finalità di copertura, può diventare più onerosa di una gestione tradizionale se non affrontata con adeguate competenze tecniche e gestionali. Uno degli aspetti fondamentali, infatti, valutato anche dagli intermediari finanziari nella fase preliminare alla stipula dell’operazione, è proprio l’esperienza in materia d’investimenti e la competenza tecnica da parte del soggetto che intende sottoscrivere il contratto. Di tutto ciò si parlerà più diffusamente a proposito degli strumenti finanziari derivati. 10 Agenda La gestione delle disponibilità finanziarie Le disponibilità finanziarie Disponibilità liquide Strumenti d’indebitamento Strumenti d’investimento Strumenti derivati Le procedure di revisione 11 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti d’investimento Gli strumenti d’investimento utilizzati con finalità di Tesoreria sono tipicamente strumenti finanziari a breve e medio termine, utilizzabili dall’azienda per l’investimento delle disponibilità liquide. Si tratta tipicamente di: titoli di debito (titoli di stato, obbligazioni corporate); titoli di capitale; strumenti d’impiego a breve termine (PCT - Pronti contro Termine). Tali strumenti vengono classificati in bilancio in base alle finalità con cui sono stati acquisiti; nel caso della gestione di Tesoreria essi sono iscritti nell’Attivo circolante. Qualora la finalità perseguita dall’impresa fosse d’investimento durevole/strategico, le medesime attività finanziarie sarebbero classificate tra le Immobilizzazioni finanziarie. 12 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti d’investimento (segue) L’iscrizione iniziale di tali strumenti avviene al costo d’acquisto, pari al corrispettivo pagato aumentato delle componenti di costo direttamente attribuibili allo strumento. Successivamente, ad ogni data di bilancio o di valutazione infra-annuale, le attività finanziarie vengono valutate al minore tra costo e mercato. 13 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti d’investimento (segue) Per quanto riguarda la definizione di “valore di mercato”, il recente recepimento della direttiva CEE sul “Fair value degli strumenti finanziari” anche all’interno del nostro ordinamento ha comportato una progressiva, anche se non ancora totale, convergenza tra il set dei principi contabili nazionali e quelli internazionali. Infatti, i principi contabili nazionali – tipicamente caratterizzati da una rappresentazione a “costo” delle attività e passività aziendali – hanno parzialmente fatto proprio un concetto tipico dei sistemi anglosassoni e americani, ovvero la rappresentazione del patrimonio aziendale a valori correnti cioè a valore di mercato. Il fair value cui fa riferimento la direttiva CEE, nonché il principio contabile nazionale OIC 3, infatti, attinge direttamente alle definizioni date dai principi contabili internazionali. 14 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti d’investimento (segue) In particolare, lo IAS 39 definisce il fair value (nel seguito anche FV) come il valore equo a cui due controparti libere e indipendenti sono disposte a concludere una transazione. Tale valore può essere rappresentato dalle quotazioni di mercato, ma non necessariamente queste sono l’unica sua misura disponibile. Nella determinazione del FV degli strumenti finanziari, lo IAS 39 fa riferimento a prezzi definiti su mercati cosiddetti attivi, ovvero non necessariamente mercati regolamentati con quotazioni ufficiali (ad esempio la Borsa italiana, il NYSE, il NASDAQ, il FTSE solo per nominarne alcuni) ma anche mercati “contribuiti”, in cui cioè il numero delle transazioni, i volumi delle stesse nonché il numero di operatori che partecipano agli scambi è tale da far ritenere che il prezzo a cui le transazioni vengono effettuate sia tale da essere rappresentativo del valore di mercato dell’attività sottostante. 15 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti d’investimento (segue) Qualora non siano disponibili prezzi di mercato (ufficiali o contribuiti) il valore di un’attività finanziaria può essere stimato anche attraverso l’utilizzo di modelli di pricing che ne determinano il FV sulla base dei flussi economici futuri che la società sarà in grado di generare in termini di dividendo distribuito agli azionisti (dividend discount model) nel caso di titoli di capitale o in termini di flussi reddituali futuri attesi (discount cash flow model) nel caso di titoli di debito. 16 Agenda La gestione delle disponibilità finanziarie Le disponibilità finanziarie Disponibilità liquide Strumenti d’indebitamento Strumenti d’investimento Strumenti derivati Le procedure di revisione 17 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti derivati Come detto in precedenza, una gestione attenta della Tesoreria deve avere come obiettivo la minimizzazione dei costi di reperimento delle risorse finanziarie di cui l’azienda necessita. Tale minimizzazione di costi può anche essere perseguita attraverso il fixing del costo dell’indebitamento ad un livello prefissato, che sia immune da andamenti di parametri di mercato quale appunto i tassi d’interesse. Tale obiettivo può essere perseguito attraverso l’utilizzo dei cosiddetti strumenti finanziari derivati. Uno strumento finanziario derivato è così definito in quanto il suo valore (fair value) deriva da quello di un’attività sottostante o è correlato all’andamento di nozionali sottostanti legati a parametri di mercato (es. tassi, cambi) o a indici (es. indici di borsa o indice dei prezzi). 18 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti derivati (segue) Con riferimento a questa specifica categoria di strumenti finanziari, il principio contabile OIC 3 fa esplicito rimando allo IAS 39, mancando nel nostro ordinamento nonché nel sistema dei principi contabili nazionali un principio contabile specificatamente dedicato agli strumenti derivati. Lo IAS 39, oltre a dare la definizione di “derivato”, identifica le modalità con cui esso deve essere rilevato e valutato nonché le finalità gestionali con cui può essere utilizzato. Quanto a queste ultime, gli strumenti derivati possono essere utilizzati dall’impresa con le finalità di copertura (hedging) di cui si è detto in precedenza, nonché con finalità speculative (trading). Il trattamento contabile riservato a tali strumenti è differente a seconda della finalità con cui l’impresa li ha sottoscritti, come nel seguito illustrato. 19 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti derivati (segue) Gli strumenti tipicamente (e più diffusi) utilizzati dalla Tesoreria con finalità di copertura sono gli IRS-Interest Rate Swap, che consentono di trasformare il costo per l’indebitamento (strumenti d’indebitamento tipicamente a tasso variabile) in un costo fisso (tasso fisso), mediante lo scambio di differenziali con la controparte Banca calcolati come segue: Tasso variabile * nozionale sottostante (cash in o gamba receive); Tasso fisso * nozionale sottostante (cash out o gamba pay). Attraverso questo strumento la società si copre dal rischio che un rialzo dei tassi d’interesse comporti un maggiore onere degli strumenti d’indebitamento. 20 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti derivati (segue) In questo caso la contabilizzazione del derivato non richiede l’appostazione di nessuna partita contabile in bilancio, ad eccezione dei differenziali scambiati tra le parti, in quanto tali operazioni sono considerate “operazioni fuori bilancio”. Esse trovano indicazione solo tra gli “Impegni e rischi”. Perché l’operatività in derivati possa essere considerata di copertura è tuttavia necessario che l’azienda dimostri l’esistenza di una relazione di copertura. 21 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti derivati (segue) Le modalità con cui tale relazione può essere dimostrata sono disciplinate in maniera stringente dallo IAS 39 e in maniera meno chiaramente definita nel corpo dei principi contabili nazionali. In quest’ultimo caso è sufficiente dimostrare l’esistenza di una correlazione tra le caratteristiche della posta oggetto di copertura (es. mutuo) e le caratteristiche della posta di copertura (es. IRS) alla data di inizio della relazione e durante tutta la sua durata. Infatti, nel caso in cui durante la vita dell’operazione tale correlazione venga meno, la società dovrà riclassificare lo strumento come derivato di negoziazione e procedere alla sua contabilizzazione secondo le modalità che verranno esposte nel seguito. 22 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti derivati (segue) Nel caso di strumenti derivati sottoscritti con finalità di copertura, il principio contabile richiede tuttavia che vengano fornite in nota integrativa e in relazione sulla gestione una serie di informazioni di tipo qualitativo e quantitativo, come nel seguito dettagliato. È richiesto alla società di indicare in nota integrativa: natura delle operazioni poste in essere (hedging o trading); entità degli strumenti utilizzati; fair value degli strumenti alla data di redazione del bilancio; assunti su cui si basa la determinazione del fair value di tali strumenti; condizioni significative che possono modificare importo, scadenza e flussi finanziari connessi. 23 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti derivati (segue) Quanto all’informativa da fornire in relazione sulla gestione, agli Amministratori è richiesto di indicare: gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione del rischio finanziario, compresa la politica di copertura; l’esposizione della società al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidità e al rischio di variazione dei flussi finanziari. 24 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti derivati (segue) Si è detto in precedenza che oltre alla finalità di copertura, la società può sottoscrivere un contratto derivato con finalità di trading. In questo caso, il criterio di contabilizzazione in bilancio è “al minore tra costo e mercato”. Ciò comporta che tutti gli strumenti derivati di trading che comportino variazioni di FV negativo troveranno appostazione contabile in bilancio tra i fondi rischi e oneri per il valore eccedente (al ribasso) il loro costo. Il FV negativo del derivato rappresenta infatti l’onere potenziale che la società dovrebbe sostenere alla data di valutazione per l’estinzione della passività legata allo strumento derivato. Il FV positivo di tali strumenti invece non trova alcuna appostazione contabile in bilancio, essendo il generale criterio di valutazione, appunto, il “minore tra costo e mercato”. 25 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti derivati (segue) Quanto alla determinazione del fair value di uno strumento derivato, trattandosi per lo più di transazioni tra le parti, non quotate su mercati regolamentati (con eccezioni legate a strumenti derivati quali futures ad esempio), esso viene determinato attraverso modelli di pricing che differiscono in base alle caratteristiche e al grado di complessità dello strumento. In particolare, per quanto riguarda gli strumenti di tipo IRS, nella loro versione cd. plain vanilla, il fair value viene determinato come valore attuale netto dei flussi finanziari futuri che verranno scambiati tra le parti (cash in e cash out). Nel caso lo strumento derivato abbia una struttura più complessa, risultato della combinazione in un’unico strumento di più componenti elementari di tipo plain, il modello di pricing valuterà il fair value di ciascuna componente elementare e per riaggregazione il fair value della struttura. 26 La revisione delle disponibilità finanziarie Strumenti derivati (segue) Vale la pena di ricordare che le strutture che i derivati possono assumere possono essere anche molto complesse, difficili da valutare nell’efficacia quali strumenti di copertura nonché negli impatti potenziali che le correlate variazioni di fair value possono avere sul business aziendale. Le funzioni aziendali devono pertanto essere competenti e tale competenza, come detto in precedenza, deve anche essere accertata dalla controparte bancaria in via preliminare alla stipula dell’operazione. La complessità degli strumenti in questione nonché probabilmente la loro scarsa conoscenza da parte degli “addetti ai lavori” sono alla base dei fenomeni di “reclamo/contenzioso” a cui si assiste oggi nel sistema bancario. 27 Agenda La gestione delle disponibilità finanziarie Le disponibilità finanziarie Disponibilità liquide Strumenti d’indebitamento Strumenti d’investimento Strumenti derivati Le procedure di revisione 28 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione Alcuni dei principi di revisione applicabili alla revisione delle disponibilità finanziarie sono: PR 230, relativamente alla documentazione dell’attività di revisione; PR 320, relativamente alla definizione delle soglie di materialità; PR 500 e PR 501, relativamente agli elementi probativi della revisione, tra cui la richiesta di conferme a terzi; PR 530, relativamente alla dimensione del campione per le verifiche di dettaglio. 29 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) I principali obiettivi della revisione contabile delle poste che costituiscono le disponibilità finanziarie sono: accertamento dell’esistenza (E); accertamento della libera disponibilità (O); accertamento della completezza (C); competenza delle operazioni (A); corretta esposizione in bilancio (P); corretta valutazione (V); uniformità dei principi contabili rispetto all’esercizio precedente. La corretta valutazione deve essere intesa sia come correttezza del prezzo utilizzato sia come corretta e completa valutazione delle passività potenziali connesse a tali poste (ad esempio FV negativo dei derivati di negoziazione). 30 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) Le principali procedure di revisione possono essere distinte e riepilogate per le varie voci di bilancio che costituiscono le disponibilità finanziarie come di seguito riportato. Cassa e disponibilità liquide: conteggio fisico delle giacenze di cassa; richiesta di informazioni scritte alle banche (conferme o altre informazioni); analisi dei prospetti di riconciliazione predisposti dalla società nel caso di stati di non concordanza; verifica della corretta registrazione in contabilità (cut-off finanziario) delle operazioni patrimoniali e delle competenze economiche. 31 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) Quanto alla richiesta di informazioni scritte alle banche (c.d. circolarizzazione), la procedura di revisione si sostanzia nell’invio di una lettera alla banca controparte in cui viene richiesta l’indicazione dettagliata di tutti i rapporti in essere alla data di circolarizzazione con i relativi saldi. Sono pertanto inclusi tutti i conti correnti attivi e passivi, i finanziamenti, gli strumenti derivati e le eventuali garanzie prestate e ricevute. La risposta da parte della banca perviene con il modulo ABI. Gli stati di non concordanza sono prevalentemente legati al differente criterio temporale di contabilizzazione delle operazioni tra banca (data valuta) e impresa (data operazione). 32 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) Strumenti d’indebitamento: richiesta di informazioni scritte alle banche (conferme o altre informazioni); analisi dei prospetti di riconciliazione predisposti dalla società nel caso di stati di non concordanza; verifica della corretta registrazione in contabilità (cut-off finanziario) delle operazioni patrimoniali e delle competenze economiche. 33 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) Strumenti d’investimento: richiesta di informazioni scritte alle banche (conferme circa l’esistenza fisica dei titoli in deposito o altre informazioni di natura qualitativa); verifica della corretta registrazione in contabilità (cut-off finanziario) delle operazioni patrimoniali e delle competenze economiche correlate; analisi di ragionevolezza circa i metodi di valutazione utilizzati e verifiche di dettaglio circa la correttezza della valutazione; analisi circa l’assenza di perdite durevoli di valore non adeguatamente riflesse in bilancio. 34 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) Le verifiche circa la correttezza/ragionevolezza delle valutazioni possono essere svolte tramite: verifiche di corrispondenza dei prezzi utilizzati con i prezzi ufficiali, nel caso in cui si tratti di prezzi di mercato; analisi di ragionevolezza delle assumption sottostanti i modelli di pricing; riperformance delle valutazioni nel caso in cui vangano utilizzati modelli di pricing. 35 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) Strumenti derivati: richiesta di informazioni scritte alle banche (conferme circa l’esistenza/completezza dello strumento e indicazione del relativo fair value); verifica della corretta registrazione in contabilità (cut off finanziario) delle competenze economiche correlate; analisi di ragionevolezza delle assumption sottostanti i modelli di pricing; analisi di ragionevolezza circa le politiche di gestione dei rischi adottati dalla società; verifica circa l’esistenza di una relazione di copertura per gli strumenti identificati come di hedging e analisi della documentazione a supporto di tal strategia. 36 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) Quanto alla richiesta di informazioni scritte alle banche, vale quanto detto a proposito delle disponibilità liquide. Quanto alle verifiche circa la valutazione di tali strumenti, vale quanto detto a proposito degli strumenti d’investimento. Relativamente alle verifiche sull’esistenza della relazione di copertura, la prassi più diffusa consiste nel verificare – come detto in precedenza – l’esistenza di una correlazione tra le caratteristiche della posta coperta e quella dello strumento di copertura. In particolare verrà verificata la coincidenza di: data stipula; data scadenza; nozionale di riferimento; parametri di riferimento (tasso). 37 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) Lo IAS 39, come detto in precedenza, indica modalità più stringenti per la verifica dell’esistenza di una relazione di copertura. In particolare, la società deve essere in grado di produrre adeguata e formalizzata documentazione a supporto. Lo IAS 39 richiede inoltre di verificare l’efficacia (oltre all’esistenza) della relazioni di copertura, in via prospettica (vale a dire alla inception date) e in via retrospettiva (ovvero ad ogni data di valutazione per il periodo di tempo intercorso dalla inception date). Tale efficacia viene misurata in termini di variazioni di FV degli strumenti di copertura e coperti, che devono permanere entro livelli quantitativi predeterminati (80%125%). 38 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) La richiesta di informazioni scritte alle banche è una procedura di revisione obbligatoria prevista dai principi di revisione e deve essere indirizzata a tutti gli istituti di credito con cui la società intrattiene o ha intrattenuto rapporti nel corso dell’esercizio. Un approccio diverso è previsto nel caso in cui si tratti di revisione di intermediari finanziari laddove, in considerazione delle caratteristiche differenti del business, il principio di revisione 1006 prevede che la circolarizzazione delle banche possa essere fatta per un campione di controparti. 39 La revisione delle disponibilità finanziarie Le procedure di revisione (segue) La modalità di svolgimento di tale procedura richiede che la lettera di conferma venga predisposta dalla società ma che l’invio della stessa avvenga da parte della società di revisione/revisore. In termini di documentazione delle procedure di revisione svolte, le risposte a tali lettere devono pervenire in originale (sono esclusi fax o altri supporti cartacei). 40