Tempo di Grazia per lo Spirito Tempo di Grazia per lo Spirito Anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 SOMMARIO EDITORIALE Tutti uguali SPECIALE Corpus Domini PAG.11 Capua il Luogo della Lingua CS iCloud: le frontiere della tecnologia si spostano Un nuovo modo di consumare musica Una rivoluzione tecnologica che cambierà il modo di comunicare NICOLA CARACCIOLO A modo suo, Steve Jobs, il geniale e ammirato fondatore di Apple, non ha mai cessato di voler cambiare il mondo. E così, quando lunedi 6 giugno ha annunciato al Worldwide Developper Conference – la conferenza mondiale degli sviluppatori – la nascita di i-Cloud, non stava parlando dell’ennesima trovata tecnologica: I-Cloud segna davvero una nuova tappa nel modo di consumare musica e, a breve, anche televisione, cinema e videogiochi. Riuscendo là dove da dieci anni altri hanno fallito. Già con la comparsa di iPod l’appassionato di musica ha avuto la possibilità di creare la propria collezione di brani musicali. Successivamente con iTunes gli è stato possibile acquistare singoli brani musicali, liberandosi dalla schiavitù di dover comprare un cd intero del quale gli interessava magari solo un pezzo. Ma si sa, l’uomo è incontentabile: a dispetto delle migliaia e migliaia di canzoni a disposizione fra cui scegliere a piacere, la noia è sempre dietro la porta. Senza considerare che rinnovare la propria collezione di musica non è sempre facile. Per rispondere a queste esigenze, già nel 2000, nascono servizi di radio personalizzati. Essi erano in grado di comprendere quali artisti erano amati da internauti che condividevano, ad esempio, la passione per uno stesso cantante. Il principio era quello della comunione dei gusti. La radio personalizzata offre il cocktail di generi musicali preferiti che nessuna radio “classica” è in grado di offrire. Non per nulla, chi ha imboccato questa strada non torna più indietro. Ma i-Cloud va ancora più lontano. Steve Jobs, a differenza di Amazon o Google, si è preoccupato di stipulare accordi con le case discografiche. In questo modo, il servizio di caricamento e di ascolto della musica è sì a pagamento, ma, come è successo per iPod-iTunes, l’utilizzo è estremamente agevole. Grazie a una tecnologia acquistata da Apple nel 2009, non sarà necessario caricare migliaia di brani su un server esterno. Fin dalla prima connessione al servizio, essi saranno immediatamente disponibili su tutti gli apparecchi numerici utilizzati. La scommessa di Jobs è che gli utilizzatori sono pronti a pagare un serSeGue a PaG. 2 PAG.13 Si fa presto a dire “Genitori” MARIA BENEDETTO PAG.13 Il Bel-Paese FRANCESCA CAPITELLI 2 anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 ANTONIO CASALE TUTTI UGUALI Per un giornale come il nostro talvolta può essere più facile interessarsi a quello che avviene in Giappone o in Afganistan che a quanto accade in territori a noi confinanti. Mi riferisco all’Agro Aversano ed al Litorale Domitio. Come ho già osservato in altre occasioni questi territori pur essendo contigui ai nostri hanno una conformazione socio culturale molto diversa. Mentre per tutto l’interland di Aversa questo differenza affonda le radici molto lontano nella storia, il distacco con il nostro litorale è invece il frutto più recente di scelte politiche sbagliate. Sta di fatto che la nostra provincia vive al suo interno una frammentazione che rende l’osservazione dei fenomeni e gli interventi più complessi e discontinui. Il fenomeno che meglio di tutti rappresenta questa frammentazione è quello della malavita organizzata e la sua diversa presenza nella vita quotidiana delle comunità. E’ evidente, infatti, che essa, pur estendendo le sue ramificazioni dovunque, in alcune comunità agisce in maniera più pervasiva inquinando di paura e sospetto ogni ambito della vita sociale. In queste realtà anche una coincidenza o una fatalità può apparire come il frutto di un disegno occulto. Una conferma di ciò ci viene dagli episodi che si sono verificati negli ultimi giorni a danno di persone e cose che EDITORIALE rappresentano il meglio di quei territori. Da un lato due azioni criminali che hanno visto coinvolti Renato Natale con minacce di morte ed un’azienda agricola confiscata alla camorra, con il sabotaggio del sistema idrico. Dall’altro lato, due atti amministrativi che hanno revocato a due benemerite associazioni il comodato d’uso di altrettanti beni confiscati. Una contemporaneità di fatti criminosi e atti amministrativi discutibili che ha messo in allarme il mondo dell’associazionismo e del volontariato impegnato nel sociale e nella lotta alla criminalità. Qualcuno, infatti, ha adombrato l’esistenza di una vera e propria strategia. Il presidente della Commissione regionale beni confiscati Antonio Amato ha dichiarato: “La camorra in questi territori torna a minacciare simboli ed esperienze di legalità per ripristinare il proprio potere. Il tutto mentre molte amministrazioni locali stanno mettendo in discussione l’intero modello di riutilizzo dei beni confiscati in provincia di Caserta.” A lui ha fatto eco Valerio Taglione, coordinatore provinciale di Libera: «Non sappiamo se l’atto intimidatorio ai danni della cooperativa Eureka sia legato anche alla manifestazione dell’altro ieri a sostegno di Renato Natale, ma i gesti in terra di camorra sono anche fortemente simbolici. Perciò invitiamo tutti a non abbassare la guardia nei confronti della camorra e a respingere questo attacco concentrico contro le esperienze migliori di gestione dei beni confiscati». Tutte queste affermazioni confermano il clima inquinato che si respira in questi territori e che può indurre alla sfiducia ed al qualunquismo. Ad un “attacco concentrico”, infatti, può corrispondere una sindrome di isolamento da parte di chi opera per la legalità. A questo rischio bisogna rispondere con una grossa mobilitazione soprattutto da parte di quei territori più vicini e meno inquinati che serva a riaffermare tutte le differenze e incoraggiare chi opera sul posto. Occorre ribadire con forza e coraggio quanto detto da Roberto Saviano nell’ormai famosa espressione: “loro non sono, e noi non siamo tutti uguali.” Se, invece, ci chiudiamo nell’egoismo e restiamo inerti ci ritroveremo un giorno veramente tutti uguali. Per consigli, suggerimenti ed opinioni, i lettori possono scrivere alla rubrica “Lettera al direttore” all’indirizzo mail: [email protected] Un nuovo modo di consumare musica SeGue Da PaG.1 vizio efficiente. Ma soprattutto, partendo dall’immensa comunità di utilizzatori di iTunes, Apple è in grado di proporre una radio in streaming, capace di proporre un mix di brani: quelli che si posseggono e quelli posseduti da altri utilizzatori che hanno gli stessi gusti. In tal modo le case discografiche hanno la possibilità di proporre regolarmente le loro novità, e di far pagare l’ascolto in una modalità che diventerà inevitabile. Apple è in grado di portare avanti contemporaneamente i servizi relativi ai contenuti e gli apparecchi per l’ascolto. Con un servizio quale i-Cloud, Apple potrebbe imporsi sul mercato della pubblicità, a spese di Google. Sembra infatti che coloro che hanno gli stessi gusti musicali condividono anche gusti simili per quanto riguarda vestiti, mobili, oggetti di casa. Si profila dunque la possibilità di scavalcare la logica delle “parole chiave” di Google per andare verso un modello in cui la comunità indirizza le pubblicità di altri membri della comunità. Ad esempio, se a un internauta piacciono Mozart, Rem e i mobili Ikea, a un altro internauta anch’esso amante di Mozart verranno proposti i mobili Ikea. Questo approccio, ora limitato alla radio, potrà rapidamente estendersi alla televisione e ai videogiochi. Proprio là dove altri hanno già provato. Ma sembra che Steve Jobs, arrivi al momento giusto, avendo individuato la soluzione più intelligente, efficace e conviviale. Queste rivoluzioni tecnologiche hanno delle conseguenze di mediolungo termine difficili da cogliere: portano a cambiamenti nel modo di comunicare, di influenzare gusti e stili di vita, modelli di pensiero e scale di valori. Il tutto avviene in maniera apparentemente “leggera”, trattandosi “solo” di scegliere di ascoltare la propria musica preferita. Perciò è quanto mai opportuno avere un approccio critico e responsabile verso le meraviglie della tecnologia, aiutando in tal senso soprattutto i più giovani. Non certo per evitarle, ma per utilizzarle in maniera da rendere l’uomo veramente più libero e non schiavo di interessi commerciali. CHIESA anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 3 Benedetto XVI: Catechesi sulla preghiera/6 Il grido di Elia: la conversione del cuore DON AGOSTINO PORRECA Benedetto XVI ha dedicato la Catechesi sulla preghiera di mercoledì scorso, 15 giugno, alla esperienza del profeta Elia, presentando questi come significativa figura di preghiera dell’Antico Testamento «E sorse Elia profeta, come un fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola» (Sir 48,1): queste parole del Siracide sintetizzano l’esperienza e il ministero di Elia, il quale è stato per il popolo di Israele una lampada, una luce, una guida sicura nel difficile cammino di conversione del cuore. Il Santo Padre si sofferma sull’episodio nar- rato al capitolo 18 del Primo Libro dei Re. Elia, sul monte Carmelo, si fa intercessore del popolo di Israele e prega Dio perché questi si manifesti e converta il cuore degli Israeliti. Il contesto storico è quello del IX secolo a. C. Israele vive un chiaro sincretismo religioso. Professa la fede nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, ma nello stesso tempo non manca di adorare Baal, divinità della pioggia, della vita, della fertilità e fecondità. Israele si sta illudendo di poter servire e seguire due padroni. Bisogna che la stoltezza ingannevole di Israele venga smascherata. È per questo motivo che Elia fa radunare il popolo sul monte Carmelo ponendolo dinanzi ad una scelta: o il Signore Dio o Baal. E il profeta, portatore dell’amore di Dio, non lascia la sua gente sola in questa difficile scelta, ma la aiuta indicando il segno che rivelerà la verità: sia lui che i profeti di Baal prepareranno un sacrificio e pregheranno, e il vero Dio si manifesterà rispondendo con il fuoco che consumerà l’offerta. Comincia così il confronto tra il profeta Elia e i seguaci di Baal, che in realtà è il confronto tra due modi completamente diversi di rivolgersi a Dio e di pregare. I profeti di Baal danzano, saltano, entrano in uno stato di esaltazione fino a farsi del male. L’idolo è pen- Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” DON PASQUALE VIOLANTE La promessa della vita passa attraverso l’alleanza tra Dio e l’uomo, rinnovata e siglata definitivamente nel Sangue di Cristo versato sulla croce ed offerto per noi. È la vita eterna, la vita in abbondanza, della teologia del Quarto Evangelista. Questa vita non è lontana dal momento presente, non subentra semplicemente con il termine della vita terrena, ma ogni cristiano la possiede fin da ora perché fa comunione col Corpo e Sangue di Cristo. Questi, che è una cosa sola col Padre, con Colui che detiene il mistero della vita, alla quale egli è partecipato e per questo vive in eterno, per mezzo del Padre, così chiunque fa comunione con il sacramento dell’Eucarestia partecipa di questa vita piena per mezzo di Cristo. Gesù si definisce pane disceso dal cielo e i suoi uditori automaticamente inviano la loro riflessione all’esperienza della manna che gli antichi padri hanno vissuto. Nel deserto, nel luogo della prova per il popolo d’Israele, tempo in cui esso è stato educato da Dio e ne è stata testata la fedeltà, ha avuto come sostentamento questo cibo donato da Dio e un’acqua che Egli ha fatto scaturire dalla roccia. Gesù, dunque, come la manna è disceso dal cielo: è dono del Padre all’umanità. Ma è pane vivente, dato all’uomo come sostegno nel cammino della vita per nutrirlo spiritualmente, difenderlo e condurlo verso i beni eterni, già pregustati in questo sacramento. San Giovanni riflette, lungo tutto il Vangelo, sul mistero di Cristo come logos di Dio, Parola di Dio, per cui quando Gesù dice di dare la sua carne da mangiare indica anche la Parola di Dio, nutrimento non meno indispensabile. Nella santa Messa, infatti, ci nutriamo a una duplice mensa, quella della Parola e quella dell’Eucarestia. Questa riflessione è eco di quanto affermato da Mosè nel Deuteronomio (I lettura): l’uomo non vive soltanto di bisogni materiali quotidiani ma di ogni dono che proviene da Dio, della sua Parola, “pronunciata” pienamente e definitivamente in Cristo. San Paolo (II lettura) esorta ad una piena consapevolezza di ciò che si riceve accostandosi all’Eucarestia. Non è un banchetto come gli altri, ma è immergersi pienamente nel mistero di Cristo crocifisso e risorto. Non solo, esso e il sacramento che in maniera mirabile edifica, con solidità, la Chiesa. Essa è corpo a somiglianza del Corpo di Cristo. E come il Corpo di Cristo è unico, così la Chiesa è chiamata all’unità. Né liti, né dissidi, né divisioni debbono trovar spazio nella comunità ecclesiale perché siamo uniti gli uni agli altri proprio perché facciamo comunione all’unico Corpo di Cristo. Una riflessione, questa di Paolo, che ci fa capire come la Chiesa stessa è mistero perché comunica al Mistero della Croce di Cristo, da esso nasce, su esso si fonda, per mezzo di esso si edifica, alla sua pienezza deve tendere. sato come qualcosa di cui si può disporre e la sua adorazione «invece di aprire il cuore umano all’Alterità, ad una relazione liberante che permetta di uscire dallo spazio angusto del proprio egoismo per accedere a dimensioni di amore e di dono reciproco, chiude la persona nel cerchio esclusivo e disperante della ricerca di sé». Diverso è lo stile di Elia. Egli vuole che il popolo si avvicini a lui per poter partecipare alla sua preghiera. Erige un altare, le cui pietre sono il simbolo del popolo posto davanti a Dio. Occorre però che tale simbolo divenga realtà: Israele realmente e non solo simbolicamnete deve porsi di nuovo dinanzi all’unico Dio. E’ questa la ragione per cui Elia chiede a Dio di manifestarsi: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d’Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose sulla tua parola. Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!». Le parole di Elia ricordano a Dio la sua opera di elezione e di predilezione nei riguardi di Israele. Le parole del profeta ricordano l’Alleanza. «La sua richiesta è che il popolo finalmente sappia, conosca in pienezza chi davvero è il suo Dio, e faccia la scelta decisiva di seguire Lui solo, il vero Dio. Perché solo così Dio è riconosciuto per ciò che è, Assoluto e Trascendente, senza la possibilità di mettergli accanto altri dèi, che Lo negherebbero come assoluto, relativizzandoLo». Elia chiede a Dio ciò che Dio stesso desidera fare: manifestarsi in tutta la sua misericordia perché il cuore del popolo si converta: «questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!» (1Re 18,37). Il Signore risponde facendo cadere il fuoco che consuma l’olocausto. Il popolo cade con la faccia a terra e grida: “il Signore è Dio, il Signore è Dio”. Benedetto XVI sintetizza l’esperienza di preghiera del profeta Elia in tre punti fondamentali. Primo: adorare solo Dio perché dove scompare Dio l’uomo perde la libertà e diventa schiavo di idolatrie; secondo: lo scopo primario della preghiera è la conversione del cuore, reso capace di vivere secondo Dio e di vivere per l'altro; terzo: la storia di Elia è ombra del futuro, del futuro Cristo, è un passo nel cammino verso Cristo, che sulla Croce ci rivela il volto di un Padre che perdona, converte, trasforma, proprio sulla Croce ci dona il vero fuoco che brucia, ma non distrugge, quel fuoco che, ricreando dal profondo il nostro cuore, crea e manifesta la verità del nostro essere. 4 ATTUALITA’ anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 Single e tasse: connubio perdente. La categoria con il più alto carico fiscale FRANCESCA CAPITELLI I single sono quelli che pagano più tasse. Il carico fiscale delle persone che vivono sole e che hanno meno di 64 anni è pari ad un’aliquota media del 20,9%. Lo rileva l’Istat con il suo rapporto pubblicato dal nome “La distribuzione del carico fiscale e contributivo in Italia” relativa ai dati del 2009. I singoli sono, quindi, la categoria più vessata dalle tasse mentre il nucleo familiare che paga meno tasse è quello con figli minori con monoreddito, in particolare, le coppie con tre o più figli, dato che fruiscono del migliore trattamento fiscale, per le detrazioni hanno un’aliquota media pari al 13,2%. Ma il dato più significativo del rapporto è che un lavoratore autonomo su tre (il 35,4%) dichiara meno di 10mila euro l’anno. Artigiani, professionisti, chi lavora in proprio, quindi, dichiara pochissimo al fisco mentre tra i lavoratori dipendenti solo un quinto (22,1%) ha redditi inferiori a 10mila euro. Considerando tutte le fonti di reddito, il reddito individuale totale dei residenti in Italia è risultato, nel 27,5 per cento dei casi, inferiore a 10.000 euro, nel 55,3 per cento compreso tra 10.001 e 30.000 euro, nel 15 per cento compreso tra 30.001 e 70.000 euro e solo nel 2,2 per cento dei casi supera i 70.000 euro annui. Stando ai dati dell’organizzazione internazionale Ocse sui salari del 2009, sembrerebbe che in Italia le tasse prelevano al singolo il 46,5% dello stipendio, percentuale che lievita al 49,3% se vi si somma la quota di liquidazione che viene accantonata. In altri termini: il single ci rimette metà della sua paga, mentre ad un lavoratore sposato con coniuge e due figli a carico il Fisco sottrae il 35,7%. Altri Paesi in cui le famiglie hanno un trattamento migliore rispetto ai single sono Austria, Germania, Belgio, Lussemburgo e Slovacchia: tutti Paesi che consentono risparmi fiscali di oltre il 20% se si hanno famigliari a carico. I Paesi con la minor differenza fra single e capifamiglia sono Grecia, Nuova Zelanda, Turchia e Messico. Più tasse per i single per avere risorse da dare alle famiglie con figli. “In un momento di crisi – ha detto il primo cittadino di Roma – non si può dare tutto a tutti, bisogna sporcarci le mani. Se vogliamo aiutare le famiglie, che sono quelle sposate, vuol dire aumentare le tasse ai single e alle coppie con pochi figli. La questione non riguarda solo le amministrazioni locali ma il governo nazionale. Bisogna sfuggire alla tentazione di voler dare tutto a tutti, e quindi ai gay e ai single, altrimenti non faremo mai politiche familiari. Bisogna concentrarci sulla famiglia della Costituzione, formata da un uomo e E ANNALISA PAPALE E’ arrivata da pochi giorni, puntuale come sempre, allo scadere dell’equinozio di primavera: do, allora, il benvenuto ufficiale alla tanto invocata e desiderata estate (basterà qualche giornata di caldo afoso per non esserlo più), che si è affacciata sul 2011 e a far capolino con essa, immancabile come mai, c’è anche un sole raggiante e caldo. La scuola ha chiuso i battenti e per i piccoli è solo un ricordo lontano mentre per i ragazzini lo sarà tra poco; ai liceali resta invece da percorrere l’ultima tappa: quella degli esami di Stato. Negli adulti cresce la voglia di voler partire per le vacanze estive e c’è già chi ha le valigie pronte, magari per un last minute. Che dire? È il tempo del sole e delle vacanze, dei tuffi, delle onde e degli ombrelloni, delle ferie, delle passeggiate e dei gelati, è il tempo in cui si risveglia - irrefrenabile - la voglia di uscire, di divertirsi, di riposarsi. E’ giusto rilassarsi dopo un anno di duro lavoro (duro?), è giusto concedersi un po’ di riposo fisico, ma l’anima ha bisogno di momenti di relax? Cadono a pennello le parole che spesso don Elpidio Lillo ci ricorda durante le sue omelie: “Lo spirito non va in vacanza! Ovunque voi andiate, ritagliatevi il tempo per l’incontro con il Signore”. A dir la verità, nonostante il tempo per eccellenza rappresentativo della pienezza cristiana la Pasqua - sia terminato, cedendo il posto al tempo ordinario, la Chiesa continua la sua missione terrena facendo presente ai fedeli l’immenso amore di Dio attraverso le varie solennità che cadono durante questo periodo. Abbiamo da poco celebrato la Santissima Trinità, abbiamo celebrato il Corpus Domini, così come le ricorrenze a breve distanza fra loro, di svariati santi noti, legati comunque alla pietà popolare, tipo: San Giovanni Battista, san Pietro, san Paolo, sant’Anna, e così via… per non parlare delle solennità legate alla Madonna. Sono motivo di unione con Dio, tutto ruota intorno al grande mistero dell’Eucarestia dove l’Unigenito Figlio di Dio dona la sua vita per noi, facendosi pane e nutrimento della nostra anima. Come allora mancare a quest’appuntamento settimanale dove Dio invita, incontra e sposa l’umanità? Allora sì, viva le vacanze e viva il riposo… mi verrebbe da dire: Estate sì, ma E…STATE con Gesù!!! una donna che fanno figli. Questo – ha aggiunto – non vuol dire però discriminare le altre persone, vuol dire che la difesa dei diritti individuali non sono politiche familiari. Invito Giovanardi e il parlamento a fare già in questa legislatura la riforma del quoziente familiare”. Wi-fi, iPad e touch-screen sostitui A Parigi il primo ho FRANCESCA CAPITELLI Stanchi di dover ogni volta chiedere la chiave alla reception, avete la soluzione giusta per voi: questo hotel, infatti, non comprenderà neanche un cameriere. Rilassarsi nella propria stanza d’albergo, ordinare cena in camera ma senza alzare il telefono, ma soltanto con un touch di iPad. Non è fantascienza. Abbattimento dei costi, riduzione del personale e nuove tecnologie. Sono queste le caratteristiche di Hi Matic, il primo albergo inaugurato a Parigi dove si può fare tutto automaticamente e senza alcun bisogno di personale. La struttura situata nei pressi della Bastiglia, munita di 42 camere iper tecnologiche arricchite da coloratissimi muri di vetro ricchi di libri, musica e kit da viaggio. Ma la caratteristica numero uno è senz'altra rappresentata dalle tecnologie, che sostituiscono i servizi normalmente svolti, negli alberghi, dal personale. La prenotazione si fa via internet, quando si arriva si digita il codice su uno schermo touch-screen posto all'ingresso, all'interno ci si registra sempre tramite touch screen e si fa il check in. Ci sono macchine distributrici di cibo. Praticamente come nello shop così nell'hotel, con l'unica differenza che è qui tutto automatizzato. Comunque, questo non significa che l'albergo sia del tutto privo di personale, c'è sempre qualcuno a disposizione per aiutare o consigliare i clienti. E lo staff ATTUALITA’ anno 2 Numero 23 18 Giugno 2011 5 Some Support Us. We Want our Right! Le donne saudite si mettono al volante Atti di disobbedienza per ottenere il diritto di guida. ORSOLA TREPPICCIONE Gentili lettrici, posseditrici della patente di guida, che valore date alla chiave della vostra automobile? E come rimarreste se, da domani, fosse valida una regola secondo la quale nessuna donna è autorizzata a guidare mai più? Immagino le vostre facce perplesse! Perchè, per noi donne occidentali, è ormai così connaturato la mattina afferrare al volo le chiavi mentre si esce di casa, sempre di fretta, che non attribuiamo più a questo gesto nessun significato; solo le diciottenni, fresche di patente, riescono a vivere appieno la sensazione di libertà e autonomia che la macchina può dare! Eppure, esistono donne alle quali, è precluso l’uso dell’automobile: sono le donne dell’Arabia Saudita. In questo Paese, vige una fatwa, sorta di dettame religioso, che recita più o meno così: “Permettere a una donna di guidare metterebbe questa in serio pericolo e porterebbe al caos sociale”. Quindi, niente patente per il gentil sesso e vigilanza rigorosa, da parte della polizia religiosa (i mutawwa), nel far rispettare la norma, benché formalmente non esista alcuna legge che vieti alle donne saudite di guidare. Ogni tanto qualcuna trova il coraggio di ribellarsi, sfidando l’autorità dei mutawwa, e si mette al volante; sono donne fortunate perchè i loro gesti, narra la cronaca saudita, sono stati solo ammoniti severamente. Non ultimamente. Il 22 maggio Manal Sharif, giovane ventiseienne, è finita in carcere per aver guidato e poi messo in rete il filmato della sua azione. iscono il personale in carne e ossa otel senza personale indossa magliette rigorosamente in cotone organico. Si, perchè questo hotel si presenta con una spiccata vocazione ambientale: vernici ecologiche per dipingere la facciata, cibi organici, l'amministrazione usa solo carta riciclata, i prodotti da bagno nelle stanze sono vegetali e privi di confezione. Niente umani, dunque, soltanto macchinari. Ma non è tutto. La dotazione tecnologica dell’albergo prevede in ciascuna delle camere connessione wi-fi gratuita, iPad, impianto di condizionamento di ultima generazione e tv satellitare. Come si legge dal sito le camere sono pensate come una «capanna ludica e funzionale, un souvenir d’infanzia». Anche la distribuzione del cibo avviene in modo completamente automatico: la colazione, rigorosamente bio, viene servita in vassoi monodose collocati in appositi spazi. Per qualsiasi altra esigenza bisognerà affidarsi a una serie di distributori self-service installati nei corridoi e nella reception. “Hi Matic non è un hotel economico né low cost” è quanto si legge sul sito ufficiale dell’hotel. I prezzi, infatti, si aggirano intorno ai 150 euro a notte: non proprio economico, quindi. Un modo sicuramente nuovo e moderno di concepire l’ospitalità alberghiera, ma non sarà un po’ troppo? In fin dei conti un “buongiorno” e un “arrivederci” fanno sempre piacere… Ci è rimasta nove giorni prima di essere rilasciata. Ma, ormai, la miccia era accesa: su YouTube, al video di Manal se ne sono aggiunti ben presto altri, tutti a testimoniare questa straordinaria iniziativa. Some Support Us. We Want our Right! (Qualcuno ci supporti. Noi vogliamo i nostri diritti), questo lo slogan scelto dal comitato “Women2drive”, promotore di una protesta che, cominciata il 17 giugno scorso (le aderenti al tam tam sono state quasi 7mila), “proseguirà fin quando le autorità saudite non estenderanno il diritto di guida alla popolazione femminile”. In realtà, il comitato parla di disobbedienza civile più che di protesta perchè nessuno vuole che accadano gli episodi da guerra civile occorsi negli altri paesi arabi. Tanto vero che ha raccomandato poche e sem- plici istruzioni: prendere la macchina solo per le proprie necessità quotidiane;esporre sul cruscotto il simbolo della campagna; far sventolare la bandiera del regno o il ritratto di re Abdullah «perché capisca che vogliamo solo il rispetto dei nostri diritti e non vogliamo essere violente»; e proprio perchè decise ad essere rispettate ed ascoltate, “Women2drive” raccomanda a chi aderisce di non creare assembramenti o partecipare a cortei. Finora, secondo le testimonianze, la polizia ha chiuso uno o entrambi gli occhi sulle guidatrici e non ci sono stati fermi. Molti uomini arabi, tra cui scrittori e intellettuali, si sono schierati al fianco della battaglia femminile. Molte le donne europee che sostengono la causa attraverso l’iniziativa del clacson solidale: ogni tanto una bella strombazzata per dire “Siamo con voi”. Facciamolo anche noi, in ricordo delle nostre tante battaglie. “Aiuto i miei coetanei” La storia del figlio del boss che imparò il valore della legalità ORSOLA TREPPICCIONE Proprio mentre il numero scorso di Kairos News andava in stampa, per la sua uscita settimanale- con lo speciale dedicato al mondo del volontariato, l’articolo di Lucia sul delicato tema dei figli di detenuti e l’articolo di denuncia sulla revoca dell’affidamento alla Jerry Masslo di un bene confiscato alla camorra- casualmente leggo una notizia che, in un colpo solo, assembla come in un puzzle tutti e tre i temi. E’ la storia di un ragazzino dodicenne che frequenta una cooperativa sociale, Agropoli Onlus, a San Cipriano d’Aversa. Questa cooperativa ha in gestione la sua casa. Sì, perchè il ragazzo è il figlio di un esponente del clan dei casalesi, ora in carcere sottoposto al regime del 41bis; e la sua villa, bene confiscato alla camorra, è stata data in gestione ad Agropoli Onlus nel luglio 2009. Quello che era un bunker è, oggi, un bene restituito alla collettività, aperto al territorio, dove si fa teatro e si frequentano laboratori di formazione; si organizzano incontri sulla legalità e si ascoltano le storie dei familiari delle vittime di camorra. C’è anche un piccolo ristorante, Nuova Cucina Organizzata- che parafrasa la sigla Nuova Camorra Organizzata“con lo scopo di ridare dignità ai diversamente abili”. Durante i lavori di ristrutturazione, il ragazzino ha provato ad essere d’intralcio: “Doveva sentire quella ancora come casa sua” ricorda Peppe Pagano, il responsabile. Poi, le cose sono cambiate. “Perchè io non posso venire con voi a mangiare la pizza? Perchè loro sì e io no?”,chiese agli operatori increduli e meravigliati di ritrovarselo sulla porta che chiedeva il permesso di entrare, “convinto di non essere accettato”. Ed esultarono quando la madre, che fino a poco prima accampava ancora pretese sulla proprietà, si disse tranquilla sapendo che il figlio frequentava il centro. Attualmente, si occupa di minori a rischio e degli altri ospiti affetti da disagio psichico, “Aiuto i miei coetanei”. Questa storia è esemplare per capire come operano le tante associazioni e cooperative che si vedono assegnare un bene confiscato. Vedersi assegnare un bene confiscato significa lavorare sul territorio, entrare nel territorio, dare una possibilità di riscatto al territorio. Le associazioni diventano un antidoto ai clan, offrendo ai tanti giovani a rischio l’opportunità di conoscere differenti realtà; di incontrare coetanei che hanno fatto scelte diverse; di poter fare anche loro queste scelte diverse; di acquisire un’altra mentalità, come è successo al figlio del boss che, probabilmente, se non avesse trovato sulla sua strada Pagano e gli altri, sarebbe senz’altro rimasto imprigionato nelle maglie del suo ambiente. A volte, non si riesce a valutare le ricadute positive del loro lavoro sul tessuto sociale, l’economia sociale che riescono a smuovere. Ecco perchè, nei giorni scorsi, il Comitato di Don Peppe Diana ha stipulato con l’Università “Federico II” di Napoli un protocollo d’intesa affinché venga approfondita “la nascita di un laboratorio di economia sociale in provincia di Caserta”, come ha spiegato Mosca, docente di Economia politica, “affinché le cooperative della zona possano diventare esempi di antidoto alle economie criminali”. 6 GIOVANI anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 Tecnologia: un mondo all’avanguardia Restano ancora molti gli aspetti negativi CIRO POZZUOLI “Addio alla vecchie enciclopedia, le pagine, ora, si sfogliano con un click su internet e i suoi miliardi di siti web…” Sono i giovanissimi i veri beneficiari diretti della rivoluzione tecnologica di questi ultimi anni che sta offrendo agli utenti nuovi dispositivi elettronici a ritmo sempre crescente. Proprio per questa fascia d’età è stato coniato il termine “tecnoager”, che fotografa bene un rapporto strettissimo con i dispositivi di nuova concezione dedicati alla comunicazione e all’intrattenimento. I risultati parlano chiaro: addirittura un bambino su dieci è in possesso di un proprio cellulare già dall’età di sei anni. In pratica il 34,9% dei bimbi ha il suo primo telefonino tra gli 8 e i 9 anni mentre il 17,6% ha iniziato a usarlo tra i 6 e i 7 anni. In generale, ha un cellulare il 57,5% dei bambini italiani, il corredo tecnologico degli adolescenti: il 96,2% dispone di un proprio cellulare e il 93% di un computer, oltre a una quantità di altri dispositivi come le console per videogiochi e i lettori multimediali. Accede a Internet l’81,9% del campione e il 26,5% naviga non più di un’ora al giorno, mentre il 22,5% da 1 a 2 ore e il 16,5% anche più di 4 ore al giorno. Su Internet i ragazzi navigano sul web alla ricerca di informazioni varie, ma non disdegnano il download di file audio e video (72,5%). Quasi tutti amano chattare, a preferenza dell’utilizzo delle email che sono ritenute più lente e meno appaganti. In questo contesto è presente però anche un lato oscuro. L’11,5% dei ragazzi infatti ha dichiarato di essere stato molestato da coetanei e nel 7,7% dei casi anche da adulti, che spesso hanno tentato di adescarli mentendo sull’età. La comodità e l’avanguardia che i nuovi mezzi di comunicazione hanno portato, trovano forte contrasto con i molteplici svantaggi, che portano molti adolescenti ad essere dipendenti da quest’ultima o troppo attaccati per potersene distaccare. Troppe ore davanti ad un computer o al Nintendo DS, avere sempre il cellulare sempre a portata di mano, per mandare i famosissimi SMS (Short Message Service), che hanno ormai sostituito del tutto i vecchi messaggi scritti a mano o le famose lettere, scritte con penna ed inchiostro, che hanno ceduto il posto a telefonini di ultima generazione, con schermo touch e funzioni “infinite”… Dalla vecchia e saggia enciclopedia, le pagine, ora, si sfogliano con un click su internet e i suoi miliardi di siti web, tra cui il famosissimo e amatissimo, ma anche un po’ odiato da alcuni, FaceBook, che oltre ad essere un social network, oggi è il passatempo preferito e più lungo per la stragrande maggioranza dei ragazzi, che vi passano ore ed ore incollati… Un mondo che va verso il benessere e mezzi più efficienti sì, ma si contano tanti passi indietro, e, chissà, forse, con tutta questa tecnologia, ritorneremo alla degressione? Nella vita occorre fare delle scelte La vera Libertà LUCIAMENA SIGNORE Di fronte ad una realtà in cui la dinamica del desiderio viene spesso considerata l’unica sorgente di scelta nei vari ambiti dell’esistenza, i giovani di oggi trovano difficoltà nel comprendere il vero significato della parola libertà. L’economia di mercato, ad esempio, ha assunto sempre di più la forma di un liberismo selvaggio, la politica ha privilegiato l’interesse privato, mettendo da parte il Bene Comune e la sua vocazione di servizio per la comunità. Tutto ciò ha generato una falsa idea di libertà, intesa come capriccio individuale, dal quale la dimensione relazionale viene totalmente esclusa. Altri esempi fuorvianti ci vengono continuamente proposti da alcuni programmi televisivi, i quali ci inducono a pensare che la libertà dipenda dalla nostra volontà, assumendo così i connotati di una libertà da qualcosa o da qualcuno. In realtà ciò che conta non è la possibilità di scelta, ma una scelta che abbia come fine la Persona. Non è libero colui che non sceglie per mantenere aperte tutte le possibilità, al contrario è veramente libero colui che fa scelte autentiche, dando un orientamento definito alla propria esistenza. Scegliere è doloroso perché crea rotture, ma conduce l’agire verso un polo che dà poi unità alla vita della persona. Ecco perché la libertà non è “libertà da” ma “libertà per”, in quanto essa ha come oggetto la piena liberazione umana, che si realizza in un progetto avente come riferimento il mondo dei valori. Se riusciamo ad agire mantenendo i valori di una fede viva, di una carità creativa e di una forte speranza, allora potremo definirci veramente liberi e capaci di rinnovare la società, donandole un nuovo slancio. Tempo di Grazia per lo Spirito SPECIALE Tempo di Grazia per lo Spirito Inserto dell’ Anno 2 Numero 24 CORPUS DOMINI 25 Giugno 2011 8 SPECIALE anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 L’Arcivescovo Mons. Bruno Schettino parla del Corpus Domini L’eucarestia è il cuore della Chiesa TERESA PAGANO In occasione della festività del Corpus Domini, ho incontrato il nostro Vescovo, Mons. Bruno Schettino, col quale ho avuto modo di approfondire le tematiche ed i significati sottesi a questa festa tanto importante per la comunità cristiana. “La solennità del Corpus Domini – ha spiegato il Vescovo – viene vissuta dalla Chiesa come una ricca espressione di fede nel mistero del Signore. Gesù istituì l’eucarestia nell’ultima cena, dopo aver celebrato la Pasqua ebraica, prese il pane lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo “prendete e mangiatene tutti questo è il mio corpo”, prese la coppa del vino e disse “ prendete e bevetene questo è il mio sangue, fate questo in memoria di me”. Gesù disse “I vostri padri mangiarono la manna nel deserto, che però non diede loro l’immortalità, il pane che vi darò è per la vita, chi lo mangia vivrà in eterno”. Gesù nel discorso di Cafarnao narra della promessa di Dio al suo popolo, e della sorpresa degli ebrei quando videro la manna, il cibo che poi usarono per affrontare il lungo cammino verso la Patria promessa. La promessa di Dio divenne realtà nell’ultima cena. Gesù come ogni ebreo mangiò pane azzimo, carne d’agnello arrostita, erbe amare, in ricordo delle sofferenze degli ebrei in Egitto, seguì un rituale che serviva a ricordare la gran- composto la liturgia e l’inno “Pange lingua gloriosi corporis misteryum”, in esso vi è l’esaltazione della fede del mistero, il desiderio di rendere lode al Signore. I grandi santi sono stati anime mistiche, oranti ed appassionati al mistero di Cristo”. Infine Monsignor Schettino ha invitato tutti i fedeli alla preghiera dicendo “ Adoriamo il Signore, preghiamo Gesù, accostiamoci alla mensa eucaristica, viviamo la nostra fede come momento di grazia nel mistero di Cristo. dezza di Dio nel salvare il proprio popolo dalla schiavitù d’Egitto. Il discorso di Cafarnao ebbe in tal modo concretezza”. Monsignor Schettino ha poi aggiunto “Da sempre, per i cristiani uno dei gesti più importanti e significativi è la “fractio panis”, infatti i discepoli riconobbero il Signore proprio nello spezzare il pane. Nell’incontro dei discepoli c’è il cammino fatto insieme, vi è la narrazione della passione, morte e resurrezione di Gesù, c’è la carità, l’accoglienza, il desiderio di Dio. L’eucarestia, infatti, non è solo presenza ma anche sacrificio, cioè memoriale della passione e morte. Mentre con la memoria si racchiude un avvenimento in un tempo ed uno spazio ben definito, il memoriale racchiude in sé una presenza ancora attuale, dunque l’eucarestia non è semplice ricordo. L’eucarestia è anche presenza ed adorazione nel tabernacolo, Cristo è presente in corpo, sangue, anima e divinità. L’eucarestia è anche il viatico che conduce all’incontro col Padre. È il cibo dell’immortalità, che accompagna da questa vita, verso cieli nuovi e t e r r e nuove”. In merito poi alla festività di domenica il Vescovo ha detto “La festività del Corpus Domini ricorrerà domenica 26, però per motivi pastorali è stato possibile celebrarla anche giovedì 23. In Cattedrale s’è tenuta dopo la Santa messa una processione che ha toccato molte vie cittadine, e durante questa processione sono stati elevati canti di ringraziamento al Signore, infatti la parola “eucarestia” significa rendere grazie, invece la parola “comunione” significa con i fratelli”. Monsignor Schettino, sempre in merito all’importanza dell’eucarestia, ha poi aggiunto “L’eucarestia è il cuore della Chiesa, essa forma la Chiesa e la chiesa a sua volta forma l’eucarestia. Inoltre l’Eucarestia è legata al sacerdozio ministeriale e non ordinato. Essa diventa il segno caratteristico di una comunità, quella eucaristica, che è la Chiesa. San Tommaso D’Aquino, grande teologo molto presente nella comunità capuana grazie alla presenza in città della sorella, superiora di un convento, ha La nostra gioia è nel vivere un momento sincero col Signore e nell’annunciarlo agli altri perché siano in comunione con lui!”. SPECIALE anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 9 Nell’Eucarestia Cristo adempie alla sua promessa di essere con noi “fino alla fine del mondo” La presenza di Cristo nella Chiesa ANTONIO RAIA Fin dall’inizio i discepoli di Gesù hanno la consapevolezza di essere l’Israele escatologico, nel senso che: come l’antico Israele fu liberato dalla schiavitù in Egitto, ricevette da Dio il dono dell’alleanza al monte Sinai, peregrinò nel deserto per un lungo periodo di tempo e giunse infine alla terra promessa, così la comunità cristiana nasce dalla vittoria pasquale di Cristo sul peccato e sulla morte, riceve lo Spirito Santo, dono della nuova alleanza, è peregrinante nel mondo attraverso i secoli, si protende verso la perfezione assoluta del regno di Dio oltre la storia. La comunità cristiana sa di essere un popolo speciale, consacrato per l’evangeliz- zazione di tutte le genti, per dare testimonianza di Cristo davanti a tutti gli uomini. «La Chiesa esiste per evangelizzare» (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi”, 14). Tuttavia, però, il popolo dei cristiani è esposto a prove, tentazioni, tribolazioni e persecuzioni come Gesù stesso. Inoltre essi possono cadere nell’errore e nel peccato. Malgrado ciò la Chiesa rimarrà indistruttibile e viva per tutti i secoli, perché Cristo con la sua presenza l’accompagnerà e le darà sostegno in ogni tempo: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). L’Antico Testamento è la rivelazione di Dio a Israele trasmessa e sviluppata attraverso la tradizione comunitaria. Il Nuovo Testamento e la Chiesa sono tradizione vivente, iniziata da Gesù durante la sua esistenza terrena, animata da lui stesso mediante lo Spirito dopo la sua glorificazione presso il Padre. I primi discepoli consegnano alle successive generazioni cristiane la sua memoria e il suo messaggio, l’esperienza iniziale che essi hanno fatto con lui è da rivivere in ogni epoca, cioè da custodire fedelmente con lo stesso significato. Quel versetto 20 del cap. 28 di Matteo si prolunga dalla tradizione apostolica originaria (comprendente la Sacra Scrittura) alla tradizione ecclesiale posteriore. La presenza di Cristo in mezzo a noi si manifesta attraverso il suo corpo ecclesiale, ecco perché la Chiesa è un popolo speciale, il popolo di Dio. Essa esiste come partecipazione di tutti sotto la guida dei Pastori che sono segno di Cristo Pastore. Esiste come Corpo di Cristo, sacramento della sua presenza che continua a manifestarlo nella storia e attrarre a sé gli uomini e disporli alla salvezza eterna. La Chiesa, piena della presenza di Cristo, è sacramento di salvezza. Per realizzare quest’opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. «È presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, essendo egli stesso che, “offertosi una volta sulla croce, offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti”, sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti, al punto che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e loda». (Sacrosanctum Concilium, 7). Tutto questo, però, ci sembrerebbe imperfetto se non aggiungessimo poche parole intorno alla santissima Eucaristia, centro e vertice della Chiesa. Nella celebrazione eucaristica Cristo si rende presente nell’atto del suo sacrificio pasquale, per far vivere la Chiesa come suo corpo e sua sposa. L’Eucaristia è il sacramento della nuova ed eterna alleanza, il sacramento che significa e attua l’unione nuziale di Cristo attraverso la sua presenza con la Chiesa. Ecco allora che l’Eucaristia si presenta veramente come il culmine e la fonte di tutta la vita della Chiesa, perché attualizza nel tempo la presenza e quindi l’opera di Cristo. È infatti Cristo che nella Chiesa vive, che per mezzo di lei insegna, governa, comunica la santità; è Cristo che in molteplici forme si manifesta nelle varie membra della sua società, in particolar modo in quelle membra verso le quali il Signore dimostrò un amore di preferenza: i deboli, i malati, i bisognosi, i bambini la cui innocenza si trova oggi esposta a tanti pericoli, i poveri, nei quali mentre li soccorriamo, dobbiamo ravvisare la presenza stessa di Cristo. In conclusione, con la sua presenza nella Chiesa ed in particolar modo nell’Eucaristia, Cristo adempie la sua promessa di essere con noi «fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Cristo non ci ha lasciato senza la sua presenza fisica in questo nostro pellegrinaggio, ma ci unisce a sé in questo sacramento nella realtà del suo corpo e sangue. Con questo dono della presenza di Cristo in mezzo a noi, la Chiesa è veramente benedetta. 10 SPECIALE anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 Nella processione il rapporto tra liturgia e pietà popolare acqusta particolare rilievo. A proposito di... processioni lita attualmente per ogni paese dalla rispettiva Conferenza dei Ve- NDR A proposito delle processioni, il “Direttorio su Pietà popolare e Liturgia. Principi e Orientamenti” della Congre- gazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti del 2002 scrive: «Nella processione, espressione cultuale di carattere universale e di molteplice valenza religiosa e sociale, il rapporto tra Liturgia e pietà popolare acquista particolare rilievo. La Chiesa, ispirandosi a modelli, ha istituito alcune proces- Liturgiche scovi, che sono pubblica implorazione della benedizione di Dio sui Evocative sioni liturgiche, le quali presentano una variegata tipologia: • alcune sono evocative di avvenimenti salvifici riguardanti Cristo stesso; tra queste: la processione del 2 febbraio commemorativa della presentazione del Signore al Tempio; della Domenica delle Palme, che evoca l’ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme; della Veglia pasquale, memoria liturgica del “passaggio” di Cristo dal buio del sepolcro alla gloria della Risurrezione, sintesi e superamento di tutti gli esodi compiuti dall’antico Israele e premessa ne- Votive cessaria dei “passaggi” sacramentali che compie il discepolo di Cristo, soprattutto nel rito battesimale e nella celebrazione delle esequie; • altre sono votive, quali la processione eucaristica nella solennità del Corpo e Sangue del Signore: il santissimo Sacramento passando in mezzo alla città degli uomini suscita nei fedeli espressioni di grato amore, esige da essi fedeadorazione ed è sorgente di benedizione e di grazia; la processione delle rogazioni, la cui data è stabi- campi e sul lavoro dell’uomo, ed hanno anche un carattere penitenziale; la processione al cimitero il 2 novembre, Commemorazione dei fedeli defunti; • altre ancora sono richieste dal compimento stesso di alcune azioni liturgiche; tali sono: le processioni in occasione delle stazioni quaresimali, nelle quali la comunità cultuale si reca dal luogo fissato per la collecta alla chiesa della statio; la processione per ricevere nella chiesa parrocchiale il crisma e gli oli santi benedetti il Giovedì Santo nella Messa crismale; la processione per l’adorazione della Croce nell’Azione liturgica del Venerdì Santo; la processione dei Vespri battesimali nel giorno di Pasqua, durante la quale «mentre si cantano i salmi, si va al fonte»; le “processioni” che nella celebrazione dell’Eucaristia ne accompagnano alcuni momenti, quali l’ingresso del celebrante e dei ministri, la proclamazione del Vangelo, la presentazione dei doni, la comunione al Corpo e Sangue del Signore; la processione per portare il Viatico agli infermi, nei luoghi in cui essa I punti di vista... vige ancora; il corteo funebre che accompagna il corpo del defunto dalla casa alla chiesa e da questa al cimitero; la processione in occasione di traslazioni di reliquie» «Perché la processione conservi in ogni caso il suo carattere di manifestazione di fede è necessario che i fedeli siano istruiti sulla sua natura sotto il profilo teologico, liturgico, antropologico. • Dal punto di vista TEOLOGICO si dovrà mettere in luce che la processione è un segno della condizione della Chiesa, popolo di Dio in cammino che, con Cristo e dietro a Cristo, consapevole di non avere in questo mondo una stabile dimora (cf. Eb 13, 14), marcia per le vie della città terrena verso la Gerusalemme celeste; segno anche della testimonianza di fede che la comunità cristiana deve rendere al suo Signore nelle strutture della società civile; segno infine del compito missionario della Chiesa, la quale sino dagli inizi, secondo il mandato del Signore (cf. Mt 28, 19-20), si è messa in marcia per annunciare per le strade del mondo il Vangelo della salvezza. • Dal punto di vista LITURGICO si dovranno orientare le processioni, anche quelle di carattere più popolare, verso la celebrazione della Liturgia: presentando il percorso da chiesa a chiesa come cammino della comunità vivente nel mondo verso la comunità che dimora nei cieli; provvedendo che sia svolta sotto la presidenza ecclesiastica, onde evitare manifestazioni irrispettose e degenerative; istituendo un momento di preghiera iniziale, in cui non manchi la proclamazione della Parola di Dio; valorizzando il canto, preferibilmente dei salmi, e l’apporto di strumenti musicali; suggerendo di recare in mano, durante il percorso, ceri o lampade accese; prevedendo delle soste, le quali, per il loro alternarsi ai tempi di marcia, danno l’immagine stessa del cammino della vita; concludendo la processione con una preghiera dossologica a Dio, fonte di ogni santità, e con la benedizione impartita dal Vescovo, dal presbitero o dal diacono. • Infine, dal punto di vista ANTROPOLOGICO si dovrà evidenziare il significato della processione quale “cammino compiuto insieme”: coinvolti nello stesso clima di preghiera, uniti nel canto, volti all’unica meta, i fedeli si scoprono solidali gli uni con gli altri, determinati a concretizzare nel cammino della vita gli impegni cristiani maturati nel percorso processionale» CAPUA 11 anno 2 Numero 23 18 Giugno 2011 Premio Falerno Primo Romanzo: cala il sipario sulla settima edizione del... “Capua il Luogo della Lingua Festival” "Devozione" di Antonella Lattanzi vince la seconda edizione del Premio Falerno Primo Romanzo. Il 19 giugno, lo spettacolo teatrale di Alessio Di Clemente, ha concluso la settima edizione del festival dedicato ai linguaggi, dal Placito Capuano ad oggi. CS Ha meritato il consenso dei quattro comitati di lettura e del pubblico sul web, sbaragliando gli otto concorrenti in lizza con lei per il trofeo dedicato agli scrittori esordienti. E così Antonella Lattanzi, candidata dallo scrittore Luigi Romolo Carrino per la sua opera prima dal titolo "Devozione" (edito da Einaudi Stile Libero), e in squadra con l'azienda Falerno Migliozzi, ha vinto la seconda edizione del Premio Falerno Primo Romanzo. Il 19 sera, in attesa del responso ufficiale sul palcoscenico di Palazzo Lanza, la Lattanzi ha incontrato il pubblico insieme agli altri tre finalisti che, sui nove candidati, hanno meritato il maggior numero di voti. Con lei, infatti, anche Cristiano De Majo con la sua opera prima "Vita e morte di un giovane impostore scritta da me, il suo migliore amico", Elisa Ruotolo con "Ho rubato la pioggia", e Toni Laudadio con " Teatro fuorilegge". La serata è stata accompagnata dalle degustazioni di vino Falerno, con etichette selezionate dalla padrona di casa Mariateresa Lanza, sommelier e consigliera nazionale Fisar. A goderne, anche produttori, giornalisti enogastronomici, e ospiti d'eccezione come Luigi Cremona. Dopo i ringraziamenti e le foto di rito, il Premio Falerno Primo Romanzo ha lasciato i riflettori di Palazzo Lanza ad Alessio Di Clemente, l'attore noto al grande pubblico per fiction come "Incantesimo", "Ris", "Distretto di Polizia" e "Fratelli detective". Al pubblico di Capua, Di Clemente ha proposto "Suerte", lo spettacolo tea- trale tratto dall'omonimo libro di Giulio Laurenti, edito da Einaudi. Una rilettura che Alessio Di Clemente dirige ed interpreta in tour nei maggiori teatri italiani. "Siamo felici dell'enorme successo del festival di quest'anno - ha commentato Giuseppe Bellone, di- rettore artistico del "Capua il luogo della lingua festival" - 1200 persone circa in quattro giorni, 65 ospiti tra scrittori, musicisti, attori, artisti, intellettuali e giornalisti, nonostante l'assenza di finanziamenti pubblici, un lavoro di squadra che ha visto all'opera diverse realtà del territorio e tante persone impegnate con Palazzo Lanza tutto l'anno nella (in foto da destra: la scrittrice Antonella Lattanzi, il rappresentante dell'azienda Falerno programma- Migliozzi, lo scrittore Luigi Romolo Carrino) zione e pro- foto a cura di Set. mozione di eventi culturali. La qualità mozione del nostro territodegli esordenti finalisti del rio attraverso eventi trache possano Premio Falerno Primo Ro- sversali sempre più farci interagire manzo, decretati dai comitati di lettura formatisi con nuovi partner, convinti nelle "librerie amiche del che solo attraverso l'unione Premio", ci gratifica e ci delle forze sane possa avspinge, grazie anche all'in- venire un vero riscatto per trinseco valore culturale le nostre terre". contenuto nel vino Falerno, a continuare la pro- Auguri alla signora Iris per la sua pensione! Adesso viene il bello! LUCIA CASAVOLA Ho sempre pensato alla pensione come ad una seconda giovinezza, fatta di tanto tempo libero, un orizzonte, non un traguardo, dove poter rallentare per raccogliere i sogni di una vita... La nostra signora Iris rispecchia pienamente l’immagine che porto incisa nella mente. Sempre dinamica e gioiosa, non si direbbe affatto una donna capace di mettersi “in ferie forzate”. Da settembre potrà decidere senza costrizioni se essere allodola o gufo, se svegliarsi con il sorgere del sole o dormire fino a sole alto. I suoi occhi in questi giorni di saluto alle colleghe sembrano gridare “Non mi sembra vero, finalmente sono arrivata alla pensione! Potrò, potrò…” Aggiungo io, “Fare la nonna, certe volte anche a tempo pieno e, soprattutto, vivere pienamente la libertà del volontariato!” La signora Iris, già da tanti anni presta il suo aiuto in parrocchia, come mamma di don Gianni, come operatrice pastorale, come catechista, come saggia amica pronta ad ascoltare tutti. La sua pensione arriva nel 2011, Anno Europeo del volontariato e della cittadinanza attiva. Iris è l’esempio a noi più vicino di come il volontariato può assumere molte forme. Le ultime rilevazioni statistiche in Europa sottolineano che gli italiani sono un popolo di altruisti, soprattutto i pensionati. Il tempo “liberato” dagli impegni di lavoro e di famiglia è un elemento decisivo rispetto alla scelta di impegnarsi in attività di volontariato. Gli anziani volontari si impegnano soprattutto per aiutare anziani in difficoltà e malati. L’attività di volontariato degli anziani mostra una forte valenza di tipo relazionale che permette loro di assumere un ruolo sociale apprezzato e riconosciuto. Un importante concetto che sta dietro il lavoro volontario è la sua reciprocità: offri qualcosa e ricevi qualcosa in cambio. L’apporto, poi, di un volontario-pensionato è di enorme rilevanza specie se si considera il potenziale di valori e l’entusiasmo relazionale che ciascuno è capace di trasmettere. La loro presenza come cittadini attivi diviene fondamentale anche per la formazione di giovani volontari, annienta ogni preconcetto di incomunicabilità tra le generazioni. Per alcuni la pensione è uno spauracchio da rimandare più in là possibile; in ogni caso, il momento in cui ci si ritira dal lavoro è un passaggio fondamentale e carico di significati. Desiderato o temuto, è comunque un cambiamento radicale che non toglie assolutamente un ruolo sociale, piuttosto lo modifica, passando attraverso il silenzio e l’umiltà di un impegno invisibile. Noi di Kairosnews, rinnoviamo gli auguri alla signora Iris, la ringraziamo per il suo sorriso che ogni giorno vuole incoraggiare un maggior numero di persone a dare il proprio contributo nei vari settori attivi da noi in parrocchia. A Iris e a tutti gli altri in pensione auguriamo un 2012, anno europeo dell'invecchiamento attivo....quindi… Buon Volontariato!!! 12 VITULAZIO anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 Una sana occasione di incontro Giunto alla XIV edizione il festival dell’estate vitulatina PIERO DEL BENE Fiera Fest - XIV edizione ogni venerdì, sabato e domenica ore 20,30 Si tiene dallo scorso 17 giugno e si protrarrà fino al prossimo 17 luglio la quattordicesima edizione del Fierafest, l’ormai tradizionale appuntamento che dal lontano 1997 caratterizza la prima parte dell’estate vitulatina. La manifestazione, in continuità con le annate precedenti, prevede l’alternarsi sul palco (appena completato nelle sue rifiniture) di manifestazioni legate alla musica, alla danza, al teatro, allo sport. Intorno al palco, invece, non mancano stands gastronomici che servono panini alla piastra, piatti tipici locali, dolci (alcuni dei quali, come i “guanti”, preparati in loco), pizzette rustiche, fresche “rattate”, le caratteristiche granite di ghiaccio, e stands dedicati a prodotti particolari di artigianato locale oppure a Ancona, l’Auditorium Giovanni Paolo II, all’interno del Centro Parrocchiale Santa Maria dell’Agnena, dove si tiene il Fierafest, ospiterà una giochi preparati e gestiti dai ragazzi dell’Oratorio San Francesco. Quest’anno, inoltre, in preparazione al Congresso eucaristico nazionale di mostra itinerante sull’Eucarestia. Una menzione particolare merita il centro Santa Maria dell’Agnena che ospita l’evento. «Spazio di vita della parrocchia, luogo di formazione e d’incontro della comunità, ambiente dove poter ritrovarsi, riflettere e crescere, aprirsi agli altri e diventare famig l i a , vivere i valori del gioco e della festa m o strando soprattutto il bello e il positivo che c’è in mezzo a n o i » . Nelle parole, più volte ribadite, del parroco don Pietro Lagnese, risalta la vocazione del centro senza tuttavia dimenticare che a farne un valore aggiunto al Fierafest contri- buisce anche la boccata (più di una) d’aria fresca che esso sa offrirci nelle serate estive: una vera e propria oasi fresca nel deserto dell’afa che ci attanaglia in questi giorni. In tale clima di rigenerante frescura succede che avviene il sempre più raro miracolo dell’incontro tra persone distinte e di ciascuno con se stesso. Nella spensieratezza di una chiacchierata tra amici, le anime, di solito naufragate e rinnegate nella frenesia quotidiana, si incontrano, si riscoprono e quasi si toccano e gli individui diventano comunità dentro la quale ciascuno ridiventa persona. È questo, probabilmente, il merito (mai troppo sottolineato! )maggiore degli organizzatori. Sono tornate le due ruote a Vitulazio Nuova iniziativa dell’Associazione giovanile “Sport e Vita” DOMENICO CUCCARI I° Trofeo Città di Vitulazio, è ritornato il ciclismo, le amate “due ruote”, sulle strade di Vitulazio, con l’entusiasmo della gente, la fatica e il sudore dei protagonisti. Con lo sciame dei corridori che sfrecciano, la festa dei colori sulle maglie che s’imprimono forti dentro le pupille nell’attimo fugace del loro passaggio. Erano anni che il paese non viveva l’emozione che sa dare questo sport, forse il più popolare. Grazie alla nuova iniziativa dei giovani della locale associazione “Sport e vita” che, in collaborazione con quella del “Pedale Bellonese” e il Patrocinio del Comune di Vitulazio, hanno organizzato il 1°trofeo Città di Vitulazio – Sport e vita -, un memorial dedicato al giovane Fiorentino Florestano, morto recentemente in maniera tragica, e a Giuseppe Scialdone, indimenticato giudice di gare ciclistiche. Presenti le Autorità locali e i familiari delle persone scomparse nella cui memoria si è tenuta la competizione, oltre al Presidente Provinciale CSI, Luigi Di Caprio. Ben 131 gli iscritti alla competizione riservata ai cicloamatori che si è svolta domenica scorsa, tra cui un apparte- nente al gentil sesso: gli atleti hanno ripetuto per sei volte il percorso di km. 13,500 che si è snodato tra Vitulazio (dove sono stati fissati la partenza e l’arrivo), Bellona e Capua, sotto l’occhio vigile del direttore della corsa Antonio Giordano, Presidente della federazione ciclistica di Caserta. La corsa, molto combattuta e condotta ad andatura sostenuta (41 di media oraria), è stata vinta allo sprint da Antonio Marzano, al quale è andato il trofeo dell’Amministrazione comunale, che ha preceduto sul traguardo, posto in Via Ruggiero, Rosario Graziano, mentre terzo è giunto Paolo Giglio. Una bella giornata di “sport e vita”, ancora una volta egregiamente organizzata dai giovani di quest’associazione nata da solo otto mesi e che si è distinta per le varie manifestazioni già poste in essere, tra cui il convegno sulla povertà e quello sui 150 anni dell’Italia, oltre a diversi tornei sportivi, il laboratorio teatrale e un proprio notiziario. Giovani che guardano allo sport come momento di educazione, crescita, aggregazione sociale, e ai suoi valori fatti di lealtà, impegno, sacrificio, rispetto per l’altro. Giovani che hanno come centro di gravità la visione cristiana dell’uomo e della storia nel servizio alla persona e al territorio, verso cui hanno dimostrato di muoversi in maniera propositiva e costruttiva. Giovani, dunque, che sanno tirarsi su le maniche della camicia ed operare. Che non vivono il fardello del “dolce far niente”, né si presentano come stucchevoli e impenitenti parolai, o cassandre di professione. anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 SANTA MARIA C. V. 13 Si fa presto a dire genitori I figli qui si parrà la vostra nobilitate! MARIA BENEDETTO E’ veramente una domanda da un milione di dollari: come si fa ad essere buoni genitori? Come si fa a dare ai figli gli strumenti migliori per affrontare la vita se continuamente padri e madri si trovano a dover combattere con la paura di non essere all’altezza, di non saper gestire l’autorità nelle situazioni più spinose, magari perché condizionati da luoghi comuni o da idee preconcette? Messaggi contraddittori, provenienti dalle più disparate fonti, li bombardano quotidianamente facendo insorgere in loro ansia, sensi di colpa, smarrimento. Il problema è che oggi s’investe - il più delle volte in modo inconsapevole ed eccessivo sui figli che diventano l’unica ragione di vita, l’unica fonte di felicità; essi sono chiamati spesso, troppo spesso - a fare da collante nella coppia o a testimoniare il successo ottenuto dai genitori o, addirittura, a realizzare sogni e progetti accarezzati dagli adulti. Quante volte i genitori si lamentano che non riescono a farsi ubbidire dai figli se non ricorrendo alle maniere forti. Niente di più sbagliato! Essere autorevoli non vuol dire essere autoritari: il secondo atteggiamento è indice di insicurezza caratteriale che viene subito percepito e utilizzato, a proprio uso e consumo, dal figlio; il primo, invece, è il risultato di tutto un percorso educativo che si fonda sulla distinzione dei ruoli all’interno del nucleo familiare. Il padre è chiamato ad essere il capo, ad assumersi ben precise responsabilità nell’educazione dei figli, a dare l’input allo stile di vita della famiglia. E la mamma? A lei il compito più arduo: far sentire il figlio protetto e amato, ma non per questo - soprattutto in assenza del padre diventare suo complice nel derogare ai limiti e divieti posti. Limiti e divieti? Sembra strano parlarne in una società che ha asservito le proprie esigenze al motto: “Vietato vietare”. Veramente, come la viscontessa Marie-Jeanne de la Platiére, si potrebbe, ancor oggi, esclamare: “Libertà. Quanti delitti si commettono in tuo nome!”! I figli devono essere liberi: tante volte abbiamo sentito dire questa frase da genitori cosiddetti moderni! Certo, devono essere liberi di esprimere appieno se stessi, le gioie e le ansie del vivere quotidiano, le aspettative e i sogni del domani, i desideri e le necessità connaturali all’essere umano. Mettendo qua e là dei paletti, i genitori aiutano veramente i figli a crescere in maniera sana ed equilibrata: nel contemperare le diverse e molteplici esigenze - che, il più delle volte, emergono sull’onda delle emozioni - si forniscono ai giovani gli strumenti per dare un senso reale a ciò che vedono, che avvertono, che sperimentano, un senso reale e non già quello fit- tizio delle telenovelas o dei reality show. Rendiamoci conto che quello che più serve, oggi più che mai, sono genitori che abbiamo il coraggio di mettere a disposizione dei figli tutto il bagaglio di conoscenze e di esperienze acquisito nel tempo, genitori che non temono di assumersi responsabilmente il proprio ruolo all’interno della piccola chiesa domestica, genitori che accolgono appieno la sfida di accogliere doni di Dio e di restituirli al mondo e alla società come creature in grado di affrontare la vita serenamente. Il “ devi, non devi” non serve a nulla se non è supportato dall’esempio, dalla testimonianza della vita, dall’essere coerentemente se stessi. Bellissimo ci sembra quello che scrive Maria Rita Parsi: “I bravi genitori possono dare ai figli due cose importanti: radici e ali, radici per poter essere stabili e forti, ali per poter essere autonomi e coraggiosi” Questa è la sfida che attende ogni genitore, questa è la sfida che può essere vinta solo se padri e madri non perdono mai di vista la missione che è stata loro affidata da Chi li ha scelti e li ha predestinati a condividere lo straordinario dono della creazione! Museo del Risorgimento A Santa Maria C.V. ricostruzione storica dell’unità d’Italia CARMELINA MOCCIA Il 24 giugno presso il Museo del Risorgimento si è tenuta una manifestazione sul Risorgimento italiano e il brigantaggio. L’evento, che ha visto la partecipazione dei genitori degli allievi delle classi quinte della scuola primaria del primo Circolo Didattico “Principe di Piemonte”, è stato realizzato grazie alla collaborazione di esperti e insegnanti, che durante gli incontri tenuti nel mese di giugno, hanno presieduto le attività didattiche e di laboratorio. Gli allievi hanno ricostruito accampamenti storici di garibaldini e borbonici, preparato soldatini e personaggi storici. Il gruppo formato dai genitori ha realizzato abiti d’epoca, modellini delle navi Piemonte e Lombardo usate nella Spedizione dei Mille, e cartelloni contenenti la ricostruzione storica del fenomeno del brigantaggio e dell’Unità d’Italia. I visitatori sono stati accolti dai genitori che vestivano gli abiti di Garibaldi e Anita, briganti e brigantesse, piccoli garibaldini e soldati borbonici. L’evento ha chiuso il progetto formativo diretto agli alunni e ai loro genitori sul fenomeno del brigantaggio e risorgimento e prime forme di camorra. La scelta di organizzare la manifestazione all’interno del Museo Civico è giustificata dal fatto che al suo interno sono raccolte le testimonianze storiche che vanno dai primi moti del 1820/21 fino all’Unità d’Italia. Il Museo è ospitato presso quella che fu la sede dei frati Alcantarini e successivamente carcere femminile e Riformatorio minorile maschile. Al suo interno è possibile ammirare una monografia dedicata a Giuseppe Garibaldi che fu realizzata nel 1960 dall’Archivio di Stato di Roma su una speciale carta fotografica con stampa a plotter. La raccolta documentale avvenne con la collaborazione delle 15 provincie attraverso le quali si era svolta l’avventurosa esistenza dell’Eroe dei due Mondi, a ciascuna delle Provincie partecipanti fu donata, dall’Archivio di Stato, una copia integrale della mostra, quella presente a Santa Maria Capua Vetere è quella che venne esposta nel 1961 nel Palazzo Reale di Caserta. Nelle altre sale del Museo sono esposti i reperti della Guardia Nazionale di Santa Maria e della battaglia del Volturno, le lettere autografe di Garibaldi e del generale Fardella. Manca la ghigliottina usata nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dal 1809 per eseguire le condanne dei carbonari, e oggi conservata presso il museo di criminologia di Roma. Il museo è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00 e il lunedì e il giovedì dalle 16.00 alle 18.00. È possibile prenotare visite per il sabato e la domenica contattando direttamente il museo al numero 0823813213. 14 BASSO VOLTURNO anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 Natività di San Giovanni Tante le iniziative in programma per i festeggiamenti in occasione della nascita del patrono di Grazzanise IVANA BERTONE GIUSEPPE TALLINO In occasione della nascita del patrono di Grazzanise San Giovanni Battista, il comitato festeggiamenti ,ha organizzato una serata di degustazioni tipiche e di divertimento per il giorno Sabato 25 Giugno, nei pressi della Chiesa San Giovanni Battista. Il tutto in collaborazione con l’associazione giovanile Teens’Park. “E’ attesa per sabato prossimo ( 25 maggio ndr ) la seconda uscita pubblica (dopo il successone di Carnevale) del gruppo di teatro dell’Associazione Giovanile Culturale “Teens’Park Grazzanise” diretto dal presidente Antonio Nardelli e ribattezzato per l’occasione “Teatro delle folli idee” ci informa l’ufficio stampa dell’Associazione diretta da Antonio Nardelli - “Sono infatti quattro le attività che la “Teens’Park” ha intenzione di proporre ai cittadini a partire dalle ore 21:00. Oltre alla mostra dei lavori realizzati dagli allievi del corso di disegno (Maria Abbate, Maria Ricciardi, Luca Pucino e Maria Iodice) che verrà allestita lungo il marciapiedi, il gruppo teatrale terrà uno spettacolo (costruito interamente senza copione), nel quale, ripercorrendo la storia del Teatro, guiderà gli spettatori in un lungo viaggio fatto di sketch e tanto divertimento. Tutti coinvolti poi, nel maxi karaoke che seguirà allo spettacolo, prima di un ul- timo tuffo nelle tradizioni locali, con i balli popolari che, da alcuni mesi a questa parte, stanno diventando una delle prerogative principali e una componente quasi fissa delle uscite pubbliche “teensparkiane”. Una serata all’insegna dell’arte, e da non perdere quindi, a cui i giovani dell’associazione, da giorni impegnati in attività di volantinaggio porta a porta, invitano a partecipare tutta la cittadinanza.” Al via gli esami di maturità 496mila studenti al banco della maturità tra emozione ed ansia IVANA BERTONE tutti loro come un mo- Cominciati Mercoledì 22 Giugno, gli esami di maturità hanno sempre lo stesso sapore: Emozione mista ad ansia. Dietro i banchi gli studenti di tutta Italia, sono tanti, circa 496mila alle prese con uno degli esami che sicuramente segna il percorso di vita di ognuno e che rimarrà nei ricordi di mento di vita indelebile. C’è ansia, attesa, emozione, paura, aspettativa, ma allo stesso tempo c’è il sospiro liberatorio della conclusione di cinque anni di percorso. La prima e la seconda prova scritta tenutesi rispettivamente mercoledì 22 e giovedì 23, sono predisposte dal ministero, la terza, il cosiddetto quizzone, dalle singole commissioni. Certamente è quella che desta più preoccupazione, perché spazia su vari argomenti e quindi richiede una preparazione generale approfondita e curata. Dai veri social network dei maturandi è percepibile la solidarietà che vicendevolmente si regalano” Sembrava lontanissima e invece...eccola qua!Forza,tocca a noi...ARE YOU READY?Sono sicura che con voi anche quest'esame sarà una passeggiata..” ed ancora “ANSIA ANSIA ANSIA ANSIA ANSIA........!!!! C’è chi si lascia trasportare dalla musica, ed inevitabilmente sente sulla propria pelle la storica canzone di Antonello Venditti “Notte Prima Degli Esami” e la dedica ai propri amici accompagnando ad essa un grande in bocca al lupo:“Ragazzi io dico solo una cosa...buona fortuna a tutti e anke a me …..in questi lunghissimi anni ne abbiamo fatte tante!!! Quanti ricordi belliiii!!! !! e ora non molliamo!!!!!! Facciamo vedere a tutti di che pasta è fatta la generazione dei 92!!!!!Buona fortuna compagni “. Ne mancano solo due: la Terza Prova, e il Colloquio Orale, dopodichè potranno dirsi ufficialmente in vacanza e godersi l’estate con un sapore tutto nuovo, quello della “maturità”. RUBRICHE 15 anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 Le 1 0 città italiane p iù belle: par o la ag li amer ican i Alla scoperta del Belpaese FRANCESCA CAPITELLI La fama dell’Italia in tutto il mondo è da sempre legata alle meraviglie della nostra terra. Ogni anno milioni di turisti arrivano nel Belpaese per ammirarne l’inestimabile patrimonio artistico, per tuffarsi nel mare più limpido e per assaporare la cucina mediterranea. Ma l’Italia è grande ed è impossibile pensare di visitarla tutta in un sol fiato. Ecco perché gli americani, da sempre grandi ammiratori del Belpaese, hanno deciso di stilare una classifica con i luoghi che non possono non rientrare nelle mete dei turisti che decidono di trascorrere un periodo di vacanza in Italia. Le persone, si sa, amano fare classifiche. In occasione dell’anno in cui si festeggia il 150° anniversario dell’Unità D’Italia, la rivista USA Today ha pensato di stilare una top ten delle città più belle dello stivale dove gli americani amano passare del tempo, così da far conoscere al grande pubblico americano tesori nascosti e capolavori dimenticati. Il giornale più venduto negli States si è fatto aiutare da Frances Mayes, autrice dei best seller “Under the Tuscany Sun’” e “Every day in Tuscany”, che conosce molto bene il Belpaese. Infatti, la scrittrice ci porta alla riscoperta di alcune mete ingiustamente considerate minori, affermando che le 20 regioni d’Italia esistevano ben prima dell’unità nazionale e che ognuna è orgogliosa delle proprie radici e della propria storia. La sorpresa,che stupisce un po’ tutti, è quella di non trovare nell’elenco né Venezia né Firenze e né Roma. Eliminando le risposte scontate, la classifica ha voluto rendere note anche le località meno turistiche ma non per questo da snobbare in una vacanza. A contendersi il podio, dunque, realtà più o meno note che, per motivi culturali, storici, paesaggistici e gastronomici hanno molto da offrire. A partire dal decimo posto troviamo Siracusa, poi Lecce, Napoli, Assisi e Ascoli Piceno. Nella top five si piazzano al quinto posto Cortona,in Toscana, “che accoglie con stile e grazia i turisti che la visitano ed è caratterizzata da paesaggi tanto amati dai registi che hanno deciso di ambientare i loro film nella regione di Dante”. Al quarto c’è la Lombardia con Mantova”città ricca di storia e tradizione”. Medaglie di bronzo va a Portofino. “Nonostante le spiacevoli disavventure della città legate al difficoltoso smaltimento dei rifiuti, Napoli rimane una delle mete più amate delle vacanze”. Quella d’argento a Aquilea in Friuli, “affascinante e degna di curiosità”, e sul gradino più alto troviamo non una città ma bensì un’intera isola, Caprera,in Sardegna isola paradisiaca compresa nel Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena. Una classifica così corta potrà essere esaustiva per elencare le bellezze del nostro Paese? Forse anche noi Italiani dovremmo tenere in considerazioni i suggerimenti dei nostri amici oltreoceano e pensare di visitare i luoghi del nostro Paese che meritano di essere scoperti. RoboGames 2011 sponsorizzati da Google In USA le olimpiadi dei robot FRANCESCA CAPITELLI Prendono il via in questi giorni, da una ridente cittadina californiana, le Olimpiadi dei robot, ovvero i RoboGames 2011, organizzati dalla Robotics Society of America e sponsorizzati niente meno che da Google. E così come alle vere Olimpiadi, anche i robot radunati a San Mateo,negli Stati Uniti, da progettisti e ingegneri provenienti da ogni parte del mondo dovranno misurarsi in molteplici discipline: calcio, hockey, boxe, sollevamento pesi, tiri di precisione, danza, arti marziali e combattimenti vari. Si stima che saranno presenti, complessivamente, ben 3.4 tonnellate di robot di ogni tipo e dimensione che si affronteranno nelle oltre 50 gare in programma fino a domenica 3 Luglio. Non mancheranno, inoltre, le premiazioni con tanto di oro, argento e bronzo, nonché il medagliere ufficiale dei Paesi partecipanti. Ad ogni modo, a parte l’aspetto ludico e altamente spettacolare, i RoboGames rappresentano anche un punto d’incontro privilegiato per i maggiori esperti di robotica del pianeta, i quali possono così mostrare al pubblico presente le abilità acquisiste dalle macchine di loro invenzione. Giunti ormai all’ottava edizione, i RoboGames sono stati lanciati nel 2004 da David Calkins,fondatore e presidente della Società Robotica Americana, ma ogni anno si presenta qualcosa di nuovo. L’evento nacque per riunire gli esperti di robotica e per cercare insieme di costruire qualcosa di utile per la vita dell’uomo moderno. Nei RobotGames si affrontano ben 50 nazioni del mondo,tra cui e per la prima volta l’Italia,uno dei paesi più all’avanguardia nell’ingegneria robotica. Non sarà dunque soltanto una gara di robot, ma anche una vera e propria rassegna che rappresenta una competizione per ogni paese partecipante, dal punto di vista della ricerca e della tecnologia. Scopo della manifestazione, è quella di presentare le più moderne innovazioni in fatto di macchine antropomorfe destinate a servire l'uomo. Non a caso il governo ha finanziato diversi progetti di ricerca, ivi compresa la proget- tazione di CPU originali e strutture nazionali di comunicazione mobile a basso costo. Gli ideatori dei robot sono tutti ricercatori di intelligenza artificiale -spiega David Calkins- Molti di loro hanno già partecipato a concorsi di robotica, ma spesso i loro robot si misuravano in una sola disciplina. La Robot olimpiade è invece un concorso mutidisciplinare e questo rende la competizione ancora più accesa.” “Metti una serata a cena con...” FRANCESCA CAPITELLI Il flash mob culinario di metà giugno che si tiene a Parigi, ha raggiunto la sua decima edizione. Le regole, un po' stravaganti ma tassative, sono: 1) presentarsi vestiti rigorosamente in bianco (abito ed eventuali accessori) 2) portare la propria cena, le bevande, piatti bianchi e bicchieri di vetro, oltre che una candela bianca con portacandele o candelabro ed uno o più fiori dello stesso colore. Probabilmente soltanto in una città straordinaria e sorprendente poteva essere organizzata, e riuscire perfettamente, la Cena in bianco. Da ben 23 anni, prima attraverso il passaparola ed ora anche tramite i social network, a Parigi viene allestita una cena speciale: si tiene all’aperto, in un luogo che viene occupato all’ultimo momento; tutti i partecipanti devono essere vestiti di bianco e portarsi da casa tavoli, sedie, cibo e candele. Non si finisce mai di scoprire Parigi. E Parigi non finisce mai di stupire. É per questo che l’équipe di My Little Paris costituita da 4 ragazze e 1 ragazzo, ci invita a lasciare i percorsi familiari per avventurarci su sentieri trasversali. Per conoscere una Parigi unica e insolita, anche attraverso una newsletter bisettimanale alla quale ci si può iscrivere. Le dîner en blanc è una cena all’aperto, organizzata in un luogo pubblico ogni anno nel mese di giugno, con i partecipanti invitati a vestiti solamente e interamente di bianco. Ciascun invitato viene a conoscenza del luogo dove si terrà l’evento solo mezz’ora prima della cena e lì confluisce, con la sua sedia sotto il braccio, per apparecchiare lunghe tavole coperte con bianche tovaglie e illuminate da candele e raffinati candelabri. L’anno scorso 8500 parigini e non hanno partecipato al candido banchetto che prevede, ça va sans dire, anche un cospicuo consumo di bollicine e prelibatezze da gourmand. La Dîner en blanc del 2011 si è svolta,con successo, il 16 giugno. Nel cortile del Louvre e davanti alla Cattedrale di Notre Dame, una doppia location utilizzata per evitare che la polizia sgomberasse il tutto, centinaia di persone hanno mangiato e bevuto dando così libero sfogo alle proprie capacità culinarie. Alla piccola iniziativa culinaria informale hanno partecipato appena 12 mila persone. Non male... Le persone che prendono parte alla manifestazione devono essere,naturalmente, invitati per poter partecipare. La particolarità di questa cena è che avvengono sempre in luoghi speciali, nel 2007, ad esempio la cena si svolse sotto l’Arco di Trionfo, con circa otto migliaia di persone, anni dopo si mangiò a Trafalgar Square con circa 5 milioni di famiglie! 16 RUBRICHE Solstizio d’estate= NICOLA CARACCIOLO Dalla notte del solstizio d’estate, parlare del nocino è d'obbligo. Ecco due ricette per utilizzare questo delizioso liquore. Semifreddo al nocino con caramello al moscato Ingredienti: 4 tuorli; un uovo; 100 gr di zucchero semolato; 50 gr di gherigli di noci; 10 cucchiai di nocino; 2 dl di panna fresca; un cucchiaio di amido di mais; pizzico di sale Per il Caramello: 150 gr di zucchero semolato; un cucchiaio d’acqua; mezzo bicchiere di moscato Preparazione: Montate l’uovo in una bastardella con i tuorli, un pizzico di sale e lo zucchero sino ad ottenere un composto chiaro e spumoso; trasferite il recipiente su una casseruola con acqua a leggera ebollizione e continuando a montare unite prima il cucchiaio di amido di mais ed infine il nocino. Cuocete lo zabaione per circa 5 minuti montando in continuazione. Trasferite il recipiente su una bagnomaria ghiacciata e lasciatelo raffreddare. Montate la panna ed amalgamate allo zabaione ben freddo insieme ai gherigli di noce tritati grossolanamente. Nocino Suddividete il composto in stampini (ad esempio quelli del babà) rivestiti con della pellicola trasparente, metteteli in freezer per due ore. Fate il caramello facendolo diventare di un colore dorato; a questo punto spegnete e dopo tre minuti aggiungete al caramello il moscato bollente. Torta alle noci Questa torta ricca e gustosa può essere servita a colazione o a merenda, o, se accompagnata con un cucchiaio di crema inglese o panna montata, anche come dessert di fine pasto. La ricetta della torta di noci ha di particolare la copertura con le noci tritate grossolanamente, ma soprattutto una glassa-sciroppo a base di nocino che completa alla grande questo dolce. Ingredienti: 250 gr. farina | 200 gr. noci | 200 gr. zucchero | 80 gr. burro | 2 cucchiaini cannella in polvere | 4 uova | 3 bicchierini nocino | 1 pizzico sale | 1 bustina lievito in polvere | Per lo sciroppo: 100 gr di zucchero | per ottenere uno sciroppo q.b. acqua | 50 gr. noci tritate grossolanamente. Preparazione: 1) In una ciotola montare il burro con lo zucchero, i tuorli e la cannella. 2) Aggiungere al composto gli albumi montati a neve, e 150 gr di noci tritate con il mixer. 3) Aggiungere il sale, il lievito, la farina e le noci tritate, mescolando bene. 4) Versare l'impasto in uno stampo imburrato ed infarinato e cuocere a 180 C° per circa 40 minuti. 5) Preparare uno sciroppo con lo zucchero e l'acqua, aggiungere il nocino e versare sulla torta cotta che avremo cosparso con le noci rimaste. anno 2 Numero 24 25 Giugno 2011 Блаженніший Святослав молився разом з Архиєпископом Генуї кардиналом Анжело Баняско за італійський і український народи Глава УГКЦ Блаженніший Святослав, перебуваючи з робочим візитом в Італії, відвідав місто Генуя в області Лігурія, що на півночі країни, де взяв участь у процесійній ході, яку очолив Архиєпископ Генуї кардинал Анжело Баняско, Голова Єпископської Конференції Італії. Віруючі з великою охотою приєдналися до пішої ходи двох верховних служителів. На одній із площ міста зібралися представники місцевої української церковної громади, які пізніше мали змогу привітати Главу Української Церкви. Його Еміненція Анжело та Його Блаженство Святослав разом уділили архиєрейське благословення всім учасникам торжества. Далі відбулося вечірнє Богослужіння, яке об’єднало все духовенство і монашество Архиєпархії Генуї, представників влади та вірних парафіяльних церков міста. Наступного дня, 19 червня, на площі Святого Степана Блаженнішого Святослава зустрічали численні священнослужителі, представники дипломатичного корпусу та вірні українських церковних громад у Лігурії. Абат Дон Карло Алуіджі висловив свою радість, що в храмі Святого Степана він завжди може приймати українських вірних, але того дня мав за велику честь приймати Отця і Главу Церкви, до якої належать ці вірні. Капелан для українців Лігурії о. Віталій Тарасенко попросив благословення для всіх повірених йому спільнот і запросив розпочати Божественну Літургію. Зустрічали Главу УГКЦ Генеральний консул Андрій Картиш та консул Руслан Фуфалько із м. Мілан та почесний консул Камілло Бассі з м. Генуя. Вся громада на сходах із співом «Будь, ім’я Господнє» вітала свого духовного Батька. Того дня в Архиєрейській Божественній Літургії взяли участь священики латиського обряду – дон Піера Джакози, ректор Духовної семінарії міста Савона, дон Паола Ромео, а також отець Олег Сорока, священик із України. Оскільки у Богослужінні брали участь як італійські, так і українські вірні, воно велося двома мовами: італійською та українською. У своїй проповіді Блаженний Святослав наголосив на «святості кожного з нас, яка є певним шляхом до спасіння». Пригадуючи візит в Україну Івана Павла ІІ, котрий проголосив українських блаженних, Предстоятель УГКЦ закликав до наслідування цих святих людей, адже щоразу, коли приступаємо до Причастя, беремо участь у святості Христа. Проповідь також була проголошена двома мовами. Потім Блаженніший Святослав зустрівся з представниками наших церковних громад у Лігурії у так званій «Світлиці». Зустріч мала родинний характер. Департамент інформації УГКЦ KAIROS E’ UN SETTIMANALE A DISTRIBUZIONE GRATUITA PUOI CONTRIBUIRE VERSANDO UNA QUOTA ANNUALE: DI DI DI DI 25,00 €. 50,00 €. 100,00 €. 1000,00 €. AMICO SOSTENITORE SPONSOR BENEFATTORE RIVOLGITI ALLA NOSTRA REDAZIONE: [email protected] Tel: 333.88.900.94 EDITORE a.C.L.I. Progetto San Marcello C.so Gran Priorato di Malta,22 81043 Capua (Ce) P.iva: 03234650616 Reg. 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