Tempo
di
Grazia
per lo
Spirito
Tempo
di
Grazia
per lo
Spirito
Anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
SOMMARIO
EDITORIALE
Tutti uguali
SPECIALE
Corpus Domini
PAG.11
Capua
il Luogo della Lingua
CS
iCloud: le frontiere della tecnologia si spostano
Un nuovo modo di consumare musica
Una rivoluzione tecnologica che cambierà il modo di comunicare
NICOLA CARACCIOLO
A modo suo, Steve Jobs, il geniale e
ammirato fondatore di Apple, non
ha mai cessato di voler cambiare il
mondo. E così, quando lunedi 6 giugno ha annunciato al Worldwide Developper
Conference
–
la
conferenza mondiale degli sviluppatori – la nascita di i-Cloud, non stava
parlando dell’ennesima trovata tecnologica: I-Cloud segna davvero
una nuova tappa nel modo di consumare musica e, a breve, anche televisione, cinema e videogiochi.
Riuscendo là dove da dieci anni altri
hanno fallito. Già con la comparsa
di iPod l’appassionato di musica ha
avuto la possibilità di creare la propria collezione di brani musicali.
Successivamente con iTunes gli è
stato possibile acquistare singoli
brani musicali, liberandosi dalla
schiavitù di dover comprare un cd
intero del quale gli interessava magari solo un pezzo.
Ma si sa, l’uomo è incontentabile: a
dispetto delle migliaia e migliaia di
canzoni a disposizione fra cui scegliere a piacere, la noia è sempre
dietro la porta. Senza considerare
che rinnovare la propria collezione
di musica non è sempre facile. Per
rispondere a queste esigenze, già nel
2000, nascono servizi di radio personalizzati. Essi erano in grado di
comprendere quali artisti erano
amati da internauti che condividevano, ad esempio, la passione per
uno stesso cantante. Il principio era
quello della comunione dei gusti. La
radio personalizzata offre il cocktail
di generi musicali preferiti che nessuna radio “classica” è in grado di
offrire. Non per nulla, chi ha imboccato questa strada non torna più indietro.
Ma i-Cloud va ancora più lontano.
Steve Jobs, a differenza di Amazon
o Google, si è preoccupato di stipulare accordi con le case discografiche. In questo modo, il servizio di
caricamento e di ascolto della musica è sì a pagamento, ma, come è
successo per iPod-iTunes, l’utilizzo
è estremamente agevole.
Grazie a una tecnologia acquistata
da Apple nel 2009, non sarà necessario caricare migliaia di brani su un
server esterno. Fin dalla prima connessione al servizio, essi saranno
immediatamente disponibili su tutti
gli apparecchi numerici utilizzati.
La scommessa di Jobs è che gli utilizzatori sono pronti a pagare un serSeGue a PaG. 2
PAG.13
Si fa presto
a dire “Genitori”
MARIA BENEDETTO
PAG.13
Il Bel-Paese
FRANCESCA CAPITELLI
2
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
ANTONIO CASALE
TUTTI UGUALI
Per un giornale come il nostro talvolta può essere più facile interessarsi a quello che avviene in
Giappone o in Afganistan che a
quanto accade in territori a noi confinanti. Mi riferisco all’Agro Aversano ed al Litorale Domitio. Come
ho già osservato in altre occasioni
questi territori pur essendo contigui
ai nostri hanno una conformazione
socio culturale molto diversa. Mentre per tutto l’interland di Aversa
questo differenza affonda le radici
molto lontano nella storia, il distacco con il nostro litorale è invece
il frutto più recente di scelte politiche sbagliate. Sta di fatto che la nostra provincia vive al suo interno
una frammentazione che rende l’osservazione dei fenomeni e gli interventi più complessi e discontinui. Il
fenomeno che meglio di tutti rappresenta questa frammentazione è
quello della malavita organizzata e
la sua diversa presenza nella vita
quotidiana delle comunità. E’ evidente, infatti, che essa, pur estendendo le sue ramificazioni
dovunque, in alcune comunità agisce in maniera più pervasiva inquinando di paura e sospetto ogni
ambito della vita sociale. In queste
realtà anche una coincidenza o una
fatalità può apparire come il frutto
di un disegno occulto. Una conferma di ciò ci viene dagli episodi
che si sono verificati negli ultimi
giorni a danno di persone e cose che
EDITORIALE
rappresentano il meglio di quei territori. Da un lato due azioni criminali
che hanno visto coinvolti Renato Natale con minacce di morte ed
un’azienda agricola confiscata alla
camorra, con il sabotaggio del sistema idrico. Dall’altro lato, due atti
amministrativi che hanno revocato a
due benemerite associazioni il comodato d’uso di altrettanti beni confiscati. Una contemporaneità di fatti
criminosi e atti amministrativi discutibili che ha messo in allarme il
mondo dell’associazionismo e del volontariato impegnato nel sociale e
nella lotta alla criminalità. Qualcuno,
infatti, ha adombrato l’esistenza di
una vera e propria strategia. Il presidente della Commissione regionale
beni confiscati Antonio Amato ha dichiarato: “La camorra in questi territori torna a minacciare simboli ed
esperienze di legalità per ripristinare
il proprio potere. Il tutto mentre molte
amministrazioni locali stanno mettendo in discussione l’intero modello di riutilizzo dei beni confiscati
in provincia di Caserta.” A lui ha
fatto eco Valerio Taglione, coordinatore provinciale di Libera: «Non
sappiamo se l’atto intimidatorio ai
danni della cooperativa Eureka sia
legato anche alla manifestazione
dell’altro ieri a sostegno di Renato
Natale, ma i gesti in terra di camorra
sono anche fortemente simbolici.
Perciò invitiamo tutti a non abbassare la guardia nei confronti della
camorra e a respingere questo attacco concentrico contro le esperienze migliori di gestione dei beni
confiscati». Tutte queste affermazioni confermano il clima inquinato che si respira in questi territori
e che può indurre alla sfiducia ed al
qualunquismo. Ad un “attacco concentrico”, infatti, può corrispondere una sindrome di isolamento da
parte di chi opera per la legalità. A
questo rischio bisogna rispondere
con una grossa mobilitazione soprattutto da parte di quei territori più
vicini e meno inquinati che serva a
riaffermare tutte le differenze e incoraggiare chi opera sul posto. Occorre ribadire con forza e coraggio
quanto detto da Roberto Saviano
nell’ormai famosa espressione:
“loro non sono, e noi non siamo tutti
uguali.” Se, invece, ci chiudiamo
nell’egoismo e restiamo inerti ci ritroveremo un giorno veramente tutti
uguali.
Per consigli, suggerimenti ed opinioni,
i lettori possono scrivere alla rubrica “Lettera al direttore”
all’indirizzo mail: [email protected]
Un nuovo modo di consumare musica
SeGue Da PaG.1
vizio efficiente.
Ma soprattutto, partendo dall’immensa comunità di utilizzatori di iTunes, Apple è in grado di
proporre una radio in streaming,
capace di proporre un mix di brani:
quelli che si posseggono e quelli
posseduti da altri utilizzatori che
hanno gli stessi gusti. In tal modo
le case discografiche hanno la possibilità di proporre regolarmente le
loro novità, e di far pagare
l’ascolto in una modalità che diventerà inevitabile.
Apple è in grado di portare avanti
contemporaneamente i servizi relativi ai contenuti e gli apparecchi
per l’ascolto. Con un servizio quale
i-Cloud, Apple potrebbe imporsi
sul mercato della pubblicità, a
spese di Google. Sembra infatti che
coloro che hanno gli stessi gusti
musicali condividono anche gusti
simili per quanto riguarda vestiti,
mobili, oggetti di casa. Si profila
dunque la possibilità di scavalcare
la logica delle “parole chiave” di
Google per andare verso un modello in cui la comunità indirizza le
pubblicità di altri membri della comunità. Ad esempio, se a un internauta piacciono Mozart, Rem e i
mobili Ikea, a un altro internauta
anch’esso amante di Mozart verranno proposti i mobili Ikea.
Questo approccio, ora limitato alla
radio, potrà rapidamente estendersi
alla televisione e ai videogiochi.
Proprio là dove altri hanno già provato. Ma sembra che Steve Jobs,
arrivi al momento giusto, avendo
individuato la soluzione più intelligente, efficace e conviviale.
Queste rivoluzioni tecnologiche
hanno delle conseguenze di mediolungo termine difficili da cogliere:
portano a cambiamenti nel modo di
comunicare, di influenzare gusti e
stili di vita, modelli di pensiero e
scale di valori. Il tutto avviene in
maniera apparentemente “leggera”,
trattandosi “solo” di scegliere di
ascoltare la propria musica preferita. Perciò
è quanto mai
opportuno avere
un approccio critico
e responsabile verso le
meraviglie
della tecnologia,
aiutando in tal senso
soprattutto
i più giovani.
Non certo per evitarle, ma per utilizzarle in maniera da rendere
l’uomo veramente più libero e non
schiavo di interessi commerciali.
CHIESA
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
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Benedetto XVI: Catechesi sulla preghiera/6
Il grido di Elia: la conversione del cuore
DON AGOSTINO PORRECA
Benedetto XVI ha dedicato la
Catechesi sulla preghiera di
mercoledì scorso, 15 giugno,
alla esperienza del profeta Elia,
presentando questi come significativa figura di preghiera dell’Antico Testamento «E sorse
Elia profeta, come un fuoco; la
sua parola bruciava come fiaccola» (Sir 48,1): queste parole
del Siracide sintetizzano
l’esperienza e il ministero di
Elia, il quale è stato per il popolo di Israele una lampada,
una luce, una guida sicura nel
difficile cammino di conversione del cuore. Il Santo Padre
si sofferma sull’episodio nar-
rato al capitolo 18 del Primo
Libro dei Re. Elia, sul monte
Carmelo, si fa intercessore del
popolo di Israele e prega Dio
perché questi si manifesti e
converta il cuore degli Israeliti.
Il contesto storico è quello del
IX secolo a. C. Israele vive un
chiaro sincretismo religioso.
Professa la fede nel Dio di
Abramo, Isacco e Giacobbe,
ma nello stesso tempo non
manca di adorare Baal, divinità
della pioggia, della vita, della
fertilità e fecondità. Israele si
sta illudendo di poter servire e
seguire due padroni. Bisogna
che la stoltezza ingannevole di
Israele venga smascherata. È
per questo motivo che Elia fa
radunare il popolo sul monte
Carmelo ponendolo dinanzi ad
una scelta: o il Signore Dio o
Baal. E il profeta, portatore
dell’amore di Dio, non lascia la
sua gente sola in questa difficile scelta, ma la aiuta indicando il segno che rivelerà la
verità: sia lui che i profeti di
Baal prepareranno un sacrificio e pregheranno, e il vero
Dio si manifesterà rispondendo
con il fuoco che consumerà
l’offerta. Comincia così il confronto tra il profeta Elia e i seguaci di Baal, che in realtà è il
confronto tra due modi completamente diversi di rivolgersi
a Dio e di pregare. I profeti di
Baal danzano, saltano, entrano
in uno stato di esaltazione fino
a farsi del male. L’idolo è pen-
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
“Il pane che io darò è la mia carne
per la vita del mondo”
DON PASQUALE VIOLANTE
La promessa della vita passa
attraverso l’alleanza tra Dio
e l’uomo, rinnovata e siglata
definitivamente nel Sangue
di Cristo versato sulla croce
ed offerto per noi. È la vita
eterna, la vita in abbondanza, della teologia del
Quarto Evangelista. Questa
vita non è lontana dal momento presente, non subentra semplicemente con il
termine della vita terrena,
ma ogni cristiano la possiede
fin da ora perché fa comunione col Corpo e Sangue di
Cristo. Questi, che è una
cosa sola col Padre, con
Colui che detiene il mistero
della vita, alla quale egli è
partecipato e per questo vive
in eterno, per mezzo del
Padre, così chiunque fa comunione con il sacramento
dell’Eucarestia partecipa di
questa vita piena per mezzo
di Cristo. Gesù si definisce
pane disceso dal cielo e i
suoi uditori automaticamente inviano la loro riflessione all’esperienza della
manna che gli antichi padri
hanno vissuto. Nel deserto,
nel luogo della prova per il
popolo d’Israele, tempo in
cui esso è stato educato da
Dio e ne è stata testata la fedeltà, ha avuto come sostentamento questo cibo donato
da Dio e un’acqua che Egli
ha fatto scaturire dalla roccia. Gesù, dunque, come la
manna è disceso dal cielo: è
dono del Padre all’umanità.
Ma è pane vivente, dato
all’uomo come sostegno nel
cammino della vita per nutrirlo spiritualmente, difenderlo e condurlo verso i beni
eterni, già pregustati in questo sacramento.
San Giovanni riflette, lungo
tutto il Vangelo, sul mistero
di Cristo come logos di Dio,
Parola di Dio, per cui
quando Gesù dice di dare la
sua carne da mangiare indica
anche la Parola di Dio, nutrimento non meno indispensabile. Nella santa Messa,
infatti, ci nutriamo a una duplice mensa, quella della Parola e quella dell’Eucarestia.
Questa riflessione è eco di
quanto affermato da Mosè
nel Deuteronomio (I lettura): l’uomo
non vive soltanto di bisogni
materiali quotidiani ma di
ogni dono che proviene da
Dio, della sua Parola, “pronunciata” pienamente e definitivamente in Cristo.
San Paolo (II lettura) esorta
ad una piena consapevolezza di ciò che si riceve accostandosi all’Eucarestia.
Non è un banchetto come gli
altri, ma è immergersi pienamente nel mistero di Cristo
crocifisso e risorto. Non
solo, esso e il sacramento
che in maniera mirabile edifica, con solidità, la Chiesa.
Essa è corpo a somiglianza
del Corpo di Cristo. E come
il Corpo di Cristo è unico,
così la Chiesa è chiamata all’unità. Né liti, né dissidi, né
divisioni debbono trovar
spazio nella comunità ecclesiale perché
siamo uniti
gli uni agli altri
proprio perché
facciamo
comunione
all’unico
Corpo di Cristo.
Una riflessione, questa di
Paolo, che ci fa capire come
la Chiesa stessa è mistero
perché comunica al Mistero
della Croce di Cristo, da
esso nasce, su esso si fonda,
per mezzo di esso si edifica,
alla sua pienezza deve tendere.
sato come qualcosa di cui si
può disporre e la sua adorazione «invece di aprire il cuore
umano all’Alterità, ad una relazione liberante che permetta
di uscire dallo spazio angusto
del proprio egoismo per accedere a dimensioni di amore e di
dono reciproco, chiude la persona nel cerchio esclusivo e disperante della ricerca di sé».
Diverso è lo stile di Elia. Egli
vuole che il popolo si avvicini
a lui per poter partecipare alla
sua preghiera. Erige un altare,
le cui pietre sono il simbolo del
popolo posto davanti a Dio.
Occorre però che tale simbolo
divenga realtà: Israele realmente e non solo simbolicamnete deve porsi di nuovo
dinanzi all’unico Dio. E’ questa la ragione per cui Elia
chiede a Dio di manifestarsi:
«Signore, Dio di Abramo, di
Isacco e d’Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e
che io sono tuo servo e che ho
fatto tutte queste cose sulla tua
parola. Rispondimi, Signore,
rispondimi, e questo popolo
sappia che tu, o Signore, sei
Dio e che converti il loro
cuore!». Le parole di Elia ricordano a Dio la sua opera di
elezione e di predilezione nei
riguardi di Israele. Le parole
del profeta ricordano l’Alleanza. «La sua richiesta è che il
popolo finalmente sappia, conosca in pienezza chi davvero
è il suo Dio, e faccia la scelta
decisiva di seguire Lui solo, il
vero Dio. Perché solo così Dio
è riconosciuto per ciò che è,
Assoluto e Trascendente, senza
la possibilità di mettergli accanto altri dèi, che Lo negherebbero
come
assoluto,
relativizzandoLo». Elia chiede
a Dio ciò che Dio stesso desidera fare: manifestarsi in tutta
la sua misericordia perché il
cuore del popolo si converta:
«questo popolo sappia che tu,
o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!» (1Re
18,37). Il Signore risponde facendo cadere il fuoco che consuma l’olocausto. Il popolo
cade con la faccia a terra e
grida: “il Signore è Dio, il Signore è Dio”. Benedetto XVI
sintetizza l’esperienza di preghiera del profeta Elia in tre
punti fondamentali. Primo:
adorare solo Dio perché dove
scompare Dio l’uomo perde la
libertà e diventa schiavo di
idolatrie; secondo: lo scopo
primario della preghiera è la
conversione del cuore, reso capace di vivere secondo Dio e di
vivere per l'altro; terzo: la storia di Elia è ombra del futuro,
del futuro Cristo, è un passo
nel cammino verso Cristo, che
sulla Croce ci rivela il volto di
un Padre che perdona, converte, trasforma, proprio sulla
Croce ci dona il vero fuoco che
brucia, ma non distrugge, quel
fuoco che, ricreando dal profondo il nostro cuore, crea e
manifesta la verità del nostro
essere.
4
ATTUALITA’
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
Single e tasse: connubio perdente.
La categoria con il più alto carico fiscale
FRANCESCA CAPITELLI
I single sono quelli che pagano
più tasse. Il carico fiscale delle
persone che vivono sole e che
hanno meno di 64 anni è pari
ad un’aliquota media del
20,9%. Lo rileva l’Istat con il
suo rapporto pubblicato dal
nome “La distribuzione del carico fiscale e contributivo in
Italia” relativa ai dati del 2009.
I singoli sono, quindi, la categoria più vessata dalle tasse
mentre il nucleo familiare che
paga meno tasse è quello con
figli minori con monoreddito,
in particolare, le coppie con tre
o più figli, dato che fruiscono
del migliore trattamento fiscale, per le detrazioni hanno
un’aliquota media pari al
13,2%. Ma il dato più significativo del rapporto è che un lavoratore autonomo su tre (il
35,4%) dichiara meno di
10mila euro l’anno. Artigiani,
professionisti, chi lavora in
proprio, quindi, dichiara pochissimo al fisco mentre tra i
lavoratori dipendenti solo un
quinto (22,1%) ha redditi inferiori a 10mila euro.
Considerando tutte le fonti di
reddito, il reddito individuale
totale dei residenti in Italia è
risultato, nel 27,5 per cento dei
casi, inferiore a 10.000 euro,
nel 55,3 per cento compreso
tra 10.001 e 30.000 euro, nel
15 per cento compreso tra
30.001 e 70.000 euro e solo
nel 2,2 per cento dei casi supera i 70.000 euro annui.
Stando ai dati dell’organizzazione internazionale Ocse sui
salari del 2009, sembrerebbe
che in Italia le tasse prelevano
al singolo il 46,5% dello stipendio, percentuale che lievita
al 49,3% se vi si somma la
quota di liquidazione che
viene accantonata.
In altri termini: il single ci rimette metà della sua paga,
mentre ad un lavoratore sposato con coniuge e due figli a
carico il Fisco sottrae il 35,7%.
Altri Paesi in cui le famiglie
hanno un trattamento migliore
rispetto ai single sono Austria,
Germania, Belgio, Lussemburgo e Slovacchia: tutti Paesi
che consentono risparmi fiscali di oltre il 20% se si hanno
famigliari a carico. I Paesi con
la minor differenza fra single e
capifamiglia sono Grecia,
Nuova Zelanda, Turchia e
Messico. Più tasse per i single
per avere risorse da dare alle
famiglie con figli. “In un momento di crisi – ha detto il
primo cittadino di Roma – non
si può dare tutto a tutti, bisogna sporcarci le mani. Se vogliamo aiutare le famiglie, che
sono quelle sposate, vuol dire
aumentare le tasse ai single e
alle coppie con pochi figli. La
questione non riguarda solo le
amministrazioni locali ma il
governo nazionale. Bisogna
sfuggire alla tentazione di
voler dare tutto a tutti, e quindi
ai gay e ai single, altrimenti
non faremo mai politiche familiari. Bisogna concentrarci
sulla famiglia della Costituzione, formata da un uomo e
E
ANNALISA PAPALE
E’ arrivata da pochi giorni,
puntuale come sempre, allo
scadere dell’equinozio di primavera: do, allora, il benvenuto ufficiale alla tanto
invocata e desiderata estate
(basterà qualche giornata di
caldo afoso per non esserlo
più), che si è affacciata sul
2011 e a far capolino con
essa, immancabile come mai,
c’è anche un sole raggiante e
caldo.
La scuola ha chiuso i battenti
e per i piccoli è solo un ricordo lontano mentre per i ragazzini lo sarà tra poco; ai
liceali resta invece da percorrere l’ultima tappa: quella
degli esami di Stato. Negli
adulti cresce la voglia di
voler partire per le vacanze
estive e c’è già chi ha le valigie pronte, magari per un last
minute. Che dire? È il tempo
del sole e delle vacanze, dei
tuffi, delle onde e degli ombrelloni, delle ferie, delle passeggiate e dei gelati, è il
tempo in cui si risveglia - irrefrenabile - la voglia di
uscire, di divertirsi, di riposarsi. E’ giusto rilassarsi dopo
un anno di duro lavoro
(duro?), è giusto concedersi
un po’ di riposo fisico, ma
l’anima ha bisogno di momenti di relax? Cadono a
pennello le parole che spesso
don Elpidio Lillo ci ricorda
durante le sue omelie: “Lo
spirito non va in vacanza!
Ovunque voi andiate, ritagliatevi il tempo per l’incontro con il Signore”. A dir la
verità, nonostante il tempo
per eccellenza rappresentativo della pienezza cristiana la Pasqua - sia terminato, cedendo il posto al tempo ordinario, la Chiesa continua la
sua missione terrena facendo
presente ai fedeli l’immenso
amore di Dio attraverso le
varie solennità che cadono
durante questo periodo. Abbiamo da poco celebrato la
Santissima Trinità, abbiamo
celebrato il Corpus Domini,
così come le ricorrenze a
breve distanza fra loro, di
svariati santi noti, legati comunque alla pietà popolare,
tipo: San Giovanni Battista,
san Pietro, san Paolo, sant’Anna, e così via… per non
parlare delle solennità legate
alla Madonna. Sono motivo
di unione con Dio, tutto ruota
intorno al grande mistero dell’Eucarestia dove l’Unigenito
Figlio di Dio dona la sua vita
per noi, facendosi pane e nutrimento della nostra anima.
Come allora mancare a
quest’appuntamento settimanale dove Dio invita, incontra
e sposa l’umanità? Allora sì,
viva le vacanze e viva il riposo… mi verrebbe da dire:
Estate sì, ma E…STATE con
Gesù!!!
una donna che fanno figli.
Questo – ha aggiunto – non
vuol dire però discriminare le
altre persone, vuol dire che la
difesa dei diritti individuali
non sono politiche familiari.
Invito Giovanardi e il parlamento a fare già in questa legislatura la riforma del
quoziente familiare”.
Wi-fi, iPad e touch-screen sostitui
A Parigi il primo ho
FRANCESCA CAPITELLI
Stanchi di dover ogni volta
chiedere la chiave alla reception, avete la soluzione
giusta per voi: questo hotel,
infatti, non comprenderà
neanche un cameriere. Rilassarsi nella propria stanza
d’albergo, ordinare cena in
camera ma senza alzare il
telefono, ma soltanto con
un touch di iPad. Non è
fantascienza. Abbattimento
dei costi, riduzione del personale e nuove tecnologie.
Sono queste le caratteristiche di Hi Matic, il primo
albergo inaugurato a Parigi
dove si può fare tutto automaticamente e senza alcun
bisogno di personale. La
struttura situata
nei pressi della
Bastiglia, munita di 42 camere
iper
tecnologiche
arricchite da
coloratissimi
muri di vetro
ricchi di libri,
musica e kit da
viaggio. Ma la
caratteristica
numero uno è
senz'altra rappresentata dalle
tecnologie, che
sostituiscono i servizi normalmente svolti, negli alberghi, dal personale. La
prenotazione si fa via internet, quando si arriva si digita il codice su uno
schermo
touch-screen
posto all'ingresso, all'interno ci si registra sempre
tramite touch screen e si fa
il check in. Ci sono macchine distributrici di cibo.
Praticamente come nello
shop così nell'hotel, con
l'unica differenza che è qui
tutto automatizzato.
Comunque, questo non significa che l'albergo sia del
tutto privo di personale, c'è
sempre qualcuno a disposizione per aiutare o consigliare i clienti. E lo staff
ATTUALITA’
anno 2 Numero 23
18 Giugno 2011
5
Some Support Us. We Want our Right!
Le donne saudite si mettono al volante
Atti di disobbedienza per ottenere il diritto di guida.
ORSOLA TREPPICCIONE
Gentili lettrici, posseditrici
della patente di guida, che valore date alla chiave della vostra automobile? E come
rimarreste se, da domani, fosse
valida una regola secondo la
quale nessuna donna è autorizzata a guidare mai più? Immagino le vostre facce perplesse!
Perchè, per noi donne occidentali, è ormai così connaturato
la mattina afferrare al volo le
chiavi mentre si esce di casa,
sempre di fretta, che non attribuiamo più a questo gesto nessun significato; solo le
diciottenni, fresche di patente,
riescono a vivere appieno la
sensazione di libertà e autonomia che la macchina può dare!
Eppure, esistono donne alle
quali, è precluso l’uso dell’automobile: sono le donne dell’Arabia Saudita. In questo
Paese, vige una fatwa, sorta di
dettame religioso, che recita
più o meno così: “Permettere a
una donna di guidare metterebbe questa in serio pericolo e
porterebbe al caos sociale”.
Quindi, niente patente per il
gentil sesso e vigilanza rigorosa, da parte della polizia religiosa (i mutawwa), nel far
rispettare la norma, benché formalmente non esista alcuna
legge che vieti alle donne saudite di guidare. Ogni tanto
qualcuna trova il coraggio di
ribellarsi, sfidando l’autorità
dei mutawwa, e si mette al volante; sono donne fortunate
perchè i loro gesti, narra la cronaca saudita, sono stati solo
ammoniti severamente. Non
ultimamente. Il 22 maggio
Manal Sharif, giovane ventiseienne, è finita in carcere per
aver guidato e poi messo in
rete il filmato della sua azione.
iscono il personale in carne e ossa
otel senza personale
indossa magliette rigorosamente in cotone organico.
Si, perchè questo hotel si
presenta con una spiccata
vocazione ambientale: vernici ecologiche per dipingere la facciata, cibi
organici, l'amministrazione
usa solo carta riciclata, i
prodotti da bagno nelle
stanze sono vegetali e privi
di confezione. Niente
umani, dunque, soltanto
macchinari. Ma non è tutto.
La dotazione tecnologica
dell’albergo prevede in ciascuna delle camere connessione wi-fi gratuita,
iPad, impianto di condizionamento di ultima generazione e tv satellitare. Come
si legge dal sito le camere
sono pensate come una
«capanna ludica e funzionale, un souvenir d’infanzia».
Anche la distribuzione del
cibo avviene in modo completamente automatico: la
colazione, rigorosamente
bio, viene servita in vassoi
monodose collocati in appositi spazi. Per qualsiasi
altra esigenza bisognerà affidarsi a una serie di distributori self-service installati
nei corridoi e nella reception.
“Hi Matic non è un hotel
economico né low cost” è
quanto si legge sul sito ufficiale dell’hotel. I prezzi,
infatti, si aggirano intorno
ai 150 euro a notte: non
proprio economico, quindi.
Un modo sicuramente nuovo
e moderno di
concepire
l’ospitalità alberghiera, ma
non sarà un po’
troppo? In fin
dei conti un
“buongiorno” e
un
“arrivederci”
fanno
sempre
piacere…
Ci è rimasta nove giorni prima
di essere rilasciata. Ma, ormai,
la miccia era accesa: su YouTube, al video di Manal se ne
sono aggiunti ben presto altri,
tutti a testimoniare questa straordinaria iniziativa. Some Support Us. We Want our Right!
(Qualcuno ci supporti. Noi vogliamo i nostri diritti), questo
lo slogan scelto dal comitato
“Women2drive”, promotore di
una protesta che, cominciata il
17 giugno scorso (le aderenti al
tam tam sono state quasi
7mila), “proseguirà fin quando
le autorità saudite non estenderanno il diritto di guida alla popolazione femminile”. In
realtà, il comitato parla di disobbedienza civile più che di
protesta perchè nessuno vuole
che accadano gli episodi da
guerra civile occorsi negli altri
paesi arabi. Tanto vero che ha
raccomandato poche e sem-
plici istruzioni:
prendere la macchina solo per le
proprie necessità
quotidiane;esporre
sul cruscotto il
simbolo
della
campagna;
far
sventolare la bandiera del regno o il
ritratto di re Abdullah «perché capisca
che
vogliamo solo il
rispetto dei nostri
diritti e non vogliamo essere violente»; e proprio perchè decise ad essere
rispettate
ed
ascoltate,
“Women2drive” raccomanda a
chi aderisce di non creare assembramenti o partecipare a
cortei. Finora, secondo le testimonianze, la polizia ha chiuso
uno o entrambi gli occhi sulle
guidatrici e non ci sono stati
fermi. Molti uomini arabi, tra
cui scrittori e intellettuali, si
sono schierati al fianco della
battaglia femminile. Molte le
donne europee che sostengono
la causa attraverso l’iniziativa
del clacson solidale: ogni tanto
una bella strombazzata per dire
“Siamo con voi”. Facciamolo
anche noi, in ricordo delle nostre tante battaglie.
“Aiuto i miei coetanei”
La storia del figlio del boss che imparò il valore della legalità
ORSOLA TREPPICCIONE
Proprio mentre il numero
scorso di Kairos News andava in stampa, per la sua
uscita settimanale- con lo speciale dedicato al mondo del
volontariato, l’articolo di
Lucia sul delicato tema dei
figli di detenuti e l’articolo di
denuncia sulla revoca dell’affidamento alla Jerry Masslo
di un bene confiscato alla camorra- casualmente leggo
una notizia che, in un colpo
solo, assembla come in un
puzzle tutti e tre i temi. E’ la
storia di un ragazzino dodicenne che frequenta una cooperativa sociale, Agropoli
Onlus, a San Cipriano
d’Aversa. Questa cooperativa
ha in gestione la sua casa. Sì,
perchè il ragazzo è il figlio di
un esponente del clan dei casalesi, ora in carcere sottoposto al regime del 41bis; e la
sua villa, bene confiscato alla
camorra, è stata data in gestione ad Agropoli Onlus nel
luglio 2009. Quello che era
un bunker è, oggi, un bene restituito alla collettività, aperto
al territorio, dove si fa teatro
e si frequentano laboratori di
formazione; si organizzano
incontri sulla legalità e si
ascoltano le storie dei familiari delle vittime di camorra.
C’è anche un piccolo ristorante, Nuova Cucina Organizzata- che parafrasa la sigla
Nuova Camorra Organizzata“con lo scopo di ridare dignità
ai diversamente abili”. Durante i lavori di ristrutturazione, il ragazzino ha provato
ad essere d’intralcio: “Doveva sentire quella ancora
come casa sua” ricorda Peppe
Pagano, il responsabile. Poi,
le cose sono cambiate. “Perchè io non posso venire con
voi a mangiare la pizza? Perchè loro sì e io no?”,chiese
agli operatori increduli e meravigliati di ritrovarselo sulla
porta che chiedeva il permesso di entrare, “convinto di
non essere accettato”. Ed
esultarono quando la madre,
che fino a poco prima accampava ancora pretese sulla proprietà, si disse tranquilla
sapendo che il figlio frequentava il centro. Attualmente, si
occupa di minori a rischio e
degli altri ospiti affetti da disagio psichico, “Aiuto i miei
coetanei”. Questa storia è
esemplare per capire come
operano le tante associazioni
e cooperative che si vedono
assegnare un bene confiscato.
Vedersi assegnare un bene
confiscato significa lavorare
sul territorio, entrare nel territorio, dare una possibilità di
riscatto al territorio. Le associazioni diventano un antidoto ai clan, offrendo ai tanti
giovani a rischio l’opportunità di conoscere differenti realtà; di incontrare coetanei
che hanno fatto scelte diverse;
di poter fare anche loro queste
scelte diverse; di acquisire
un’altra mentalità, come è
successo al figlio del boss
che, probabilmente, se non
avesse trovato sulla sua strada
Pagano e gli altri, sarebbe
senz’altro rimasto imprigionato nelle maglie del suo ambiente. A volte, non si riesce a
valutare le ricadute positive
del loro lavoro sul tessuto sociale, l’economia sociale che
riescono a smuovere. Ecco
perchè, nei giorni scorsi, il
Comitato di Don Peppe Diana
ha stipulato con l’Università
“Federico II” di Napoli un
protocollo d’intesa affinché
venga approfondita “la nascita di un laboratorio di economia sociale in provincia di
Caserta”, come ha spiegato
Mosca, docente di Economia
politica, “affinché le cooperative della zona possano diventare esempi di antidoto
alle economie criminali”.
6
GIOVANI
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
Tecnologia: un mondo all’avanguardia
Restano ancora molti gli aspetti negativi
CIRO POZZUOLI
“Addio alla vecchie enciclopedia, le pagine, ora, si sfogliano con un click su
internet e i suoi miliardi di
siti web…”
Sono i giovanissimi i veri
beneficiari diretti della rivoluzione tecnologica di questi ultimi anni che sta
offrendo agli utenti nuovi
dispositivi elettronici a
ritmo sempre crescente.
Proprio per questa fascia
d’età è stato coniato il termine “tecnoager”, che fotografa bene un rapporto
strettissimo con i dispositivi
di nuova concezione dedicati alla comunicazione e all’intrattenimento. I risultati
parlano chiaro: addirittura
un bambino su dieci è in
possesso di un proprio cellulare già dall’età di sei
anni. In pratica il 34,9% dei
bimbi ha il suo primo telefonino tra gli 8 e i 9 anni
mentre il 17,6% ha iniziato
a usarlo tra i 6 e i 7 anni. In
generale, ha un cellulare il
57,5% dei bambini italiani,
il corredo tecnologico degli
adolescenti: il 96,2% dispone di un proprio cellulare e il 93% di un
computer, oltre a una quantità di altri dispositivi come
le console per videogiochi e
i lettori multimediali. Accede a Internet l’81,9% del
campione e il 26,5% naviga
non più di un’ora al giorno,
mentre il 22,5% da 1 a 2 ore
e il 16,5% anche più di 4 ore
al giorno. Su Internet i ragazzi navigano sul web alla
ricerca di informazioni
varie, ma non disdegnano il
download di file audio e
video (72,5%). Quasi tutti
amano chattare, a preferenza dell’utilizzo delle email che sono ritenute più
lente e meno appaganti. In
questo contesto è presente
però anche un lato oscuro.
L’11,5% dei ragazzi infatti
ha dichiarato di essere stato
molestato da coetanei e nel
7,7% dei casi anche da
adulti, che spesso hanno
tentato di adescarli mentendo sull’età. La comodità
e l’avanguardia che i nuovi
mezzi di comunicazione
hanno portato, trovano forte
contrasto con i molteplici
svantaggi, che portano molti
adolescenti ad essere dipendenti da quest’ultima o
troppo attaccati per potersene distaccare. Troppe ore
davanti ad un computer o al
Nintendo DS, avere sempre
il cellulare sempre a portata
di mano, per mandare i famosissimi SMS (Short Message Service), che hanno
ormai sostituito del tutto i
vecchi messaggi scritti a
mano o le famose lettere,
scritte con penna ed inchiostro, che hanno ceduto il
posto a telefonini di ultima
generazione, con schermo
touch e funzioni “infinite”…
Dalla vecchia e saggia enciclopedia, le pagine, ora, si
sfogliano con un click su internet e i suoi miliardi di siti
web, tra cui il famosissimo
e amatissimo, ma anche un
po’ odiato da alcuni, FaceBook, che oltre ad essere un
social network, oggi è il
passatempo preferito e più
lungo per la stragrande
maggioranza dei ragazzi,
che vi passano ore ed ore incollati…
Un mondo che va verso il
benessere e mezzi più efficienti sì, ma si contano tanti
passi indietro, e, chissà,
forse, con tutta questa tecnologia, ritorneremo alla
degressione?
Nella vita occorre fare delle scelte
La vera Libertà
LUCIAMENA SIGNORE
Di fronte ad una realtà in
cui la dinamica del desiderio viene spesso considerata l’unica sorgente di
scelta nei vari ambiti
dell’esistenza, i giovani
di oggi trovano difficoltà
nel comprendere il vero
significato della parola libertà.
L’economia di mercato,
ad esempio, ha assunto
sempre di più la forma di
un liberismo selvaggio, la
politica ha privilegiato
l’interesse privato, mettendo da parte il Bene Comune e la sua vocazione
di servizio per la comunità. Tutto ciò ha generato
una falsa idea di libertà,
intesa come capriccio individuale, dal quale la dimensione
relazionale
viene totalmente esclusa.
Altri esempi fuorvianti ci
vengono continuamente
proposti da alcuni programmi televisivi, i quali
ci inducono a pensare che
la libertà dipenda dalla
nostra volontà, assumendo così i connotati di
una libertà da qualcosa o
da qualcuno.
In realtà ciò
che conta non è
la possibilità
di scelta,
ma una scelta
che abbia come
fine la Persona.
Non è libero colui che
non sceglie per mantenere aperte tutte le possibilità, al contrario è
veramente libero colui
che fa scelte autentiche,
dando un orientamento
definito alla propria esistenza.
Scegliere è
doloroso perché
crea rotture,
ma conduce
l’agire verso
un polo che
dà poi unità
alla vita
della persona.
Ecco perché la libertà non
è “libertà da” ma “libertà
per”, in quanto essa ha
come oggetto la piena liberazione umana, che si
realizza in un progetto
avente come riferimento
il mondo dei valori.
Se riusciamo
ad agire
mantenendo
i valori di una
fede viva,
di una carità
creativa e
di una forte
speranza,
allora potremo
definirci
veramente liberi
e capaci di rinnovare la
società, donandole un
nuovo slancio.
Tempo
di
Grazia
per lo
Spirito
SPECIALE
Tempo
di
Grazia
per lo
Spirito
Inserto dell’ Anno 2 Numero 24
CORPUS DOMINI
25 Giugno 2011
8
SPECIALE
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
L’Arcivescovo Mons. Bruno Schettino parla del Corpus Domini
L’eucarestia è il cuore della Chiesa
TERESA PAGANO
In occasione della festività del Corpus
Domini, ho incontrato il nostro Vescovo, Mons. Bruno Schettino, col
quale ho avuto modo di approfondire
le tematiche ed i significati sottesi a
questa festa tanto importante per la
comunità cristiana. “La solennità del
Corpus Domini – ha spiegato il Vescovo – viene vissuta dalla Chiesa
come una ricca espressione di fede nel
mistero del Signore. Gesù istituì l’eucarestia nell’ultima cena, dopo aver
celebrato la Pasqua ebraica, prese il
pane lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo “prendete e mangiatene tutti questo è il mio corpo”, prese
la coppa del vino e disse “ prendete e
bevetene questo è il mio sangue, fate
questo in memoria di me”. Gesù disse
“I vostri padri mangiarono la manna
nel deserto, che però non diede loro
l’immortalità, il pane che vi darò è per
la vita, chi lo mangia vivrà in eterno”.
Gesù nel discorso di Cafarnao narra
della promessa di Dio al suo popolo,
e della sorpresa degli ebrei quando videro la manna, il cibo che poi usarono per affrontare il lungo cammino
verso la Patria promessa.
La promessa di Dio
divenne realtà
nell’ultima cena.
Gesù come ogni ebreo mangiò pane
azzimo, carne d’agnello arrostita,
erbe amare, in ricordo delle sofferenze degli ebrei in Egitto, seguì un
rituale che serviva a ricordare la gran-
composto la liturgia e l’inno “Pange
lingua gloriosi corporis misteryum”,
in esso vi è l’esaltazione della fede
del mistero, il desiderio di rendere
lode al Signore. I grandi santi sono
stati anime mistiche, oranti ed appassionati al mistero di Cristo”. Infine
Monsignor Schettino ha invitato tutti
i fedeli alla preghiera dicendo “ Adoriamo il Signore, preghiamo Gesù,
accostiamoci alla mensa eucaristica,
viviamo la nostra fede come momento di grazia nel mistero di Cristo.
dezza di Dio nel salvare il proprio popolo dalla schiavitù d’Egitto. Il discorso di Cafarnao ebbe in tal modo
concretezza”. Monsignor Schettino
ha poi aggiunto
“Da sempre,
per i cristiani
uno dei gesti
più importanti
e significativi
è la “fractio panis”,
infatti i discepoli
riconobbero il Signore
proprio nello
spezzare il pane.
Nell’incontro dei discepoli c’è il
cammino fatto insieme, vi è la narrazione della passione, morte e resurrezione di Gesù, c’è la carità,
l’accoglienza, il desiderio di Dio.
L’eucarestia, infatti, non è solo presenza ma anche sacrificio, cioè memoriale della passione e morte.
Mentre con la memoria si racchiude
un avvenimento in un tempo ed uno
spazio ben definito,
il memoriale
racchiude in sé
una presenza
ancora attuale,
dunque l’eucarestia
non è semplice ricordo.
L’eucarestia è anche presenza ed adorazione nel
tabernacolo,
Cristo
è
presente in
corpo, sangue, anima
e divinità.
L’eucarestia
è anche il
viatico che
conduce
all’incontro
col Padre. È
il cibo dell’immortalità,
che
accompagna da questa
vita,
verso cieli
nuovi
e
t e r r e
nuove”. In merito poi alla festività di
domenica il Vescovo ha detto “La festività del Corpus Domini ricorrerà
domenica 26, però per motivi pastorali è stato possibile celebrarla anche
giovedì 23. In Cattedrale s’è tenuta dopo la
Santa messa una processione che ha toccato
molte vie cittadine, e
durante questa processione sono stati elevati
canti di ringraziamento
al Signore, infatti la parola “eucarestia” significa rendere grazie,
invece la parola “comunione” significa con i
fratelli”. Monsignor
Schettino, sempre in
merito all’importanza
dell’eucarestia, ha poi
aggiunto “L’eucarestia
è il cuore della Chiesa,
essa forma la Chiesa e
la chiesa a sua volta
forma l’eucarestia.
Inoltre
l’Eucarestia
è legata al
sacerdozio
ministeriale
e non ordinato.
Essa diventa il segno
caratteristico di una comunità, quella eucaristica, che è la Chiesa.
San
Tommaso
D’Aquino, grande teologo molto presente
nella comunità capuana
grazie alla presenza in
città della sorella, superiora di un convento, ha
La nostra gioia
è nel vivere un momento
sincero col Signore
e nell’annunciarlo agli
altri perché siano in
comunione con lui!”.
SPECIALE
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
9
Nell’Eucarestia Cristo adempie alla sua promessa
di essere con noi “fino alla fine del mondo”
La presenza di Cristo nella Chiesa
ANTONIO RAIA
Fin dall’inizio i discepoli di Gesù
hanno la consapevolezza di essere
l’Israele escatologico, nel senso che:
come l’antico Israele fu liberato dalla
schiavitù in Egitto, ricevette da Dio
il dono dell’alleanza al monte Sinai,
peregrinò nel deserto per un lungo
periodo di tempo e giunse infine alla
terra promessa, così la comunità cristiana nasce dalla vittoria pasquale di
Cristo sul peccato e sulla morte, riceve lo Spirito Santo, dono della
nuova alleanza, è peregrinante nel
mondo attraverso i secoli, si protende
verso la perfezione assoluta del
regno di Dio oltre la storia. La comunità cristiana sa di essere un popolo
speciale, consacrato per l’evangeliz-
zazione di tutte le genti, per dare testimonianza di Cristo davanti a tutti
gli uomini. «La Chiesa esiste per
evangelizzare» (Paolo VI, Evangelii
Nuntiandi”, 14).
Tuttavia, però, il popolo dei cristiani
è esposto a prove, tentazioni, tribolazioni e persecuzioni come Gesù
stesso. Inoltre essi possono cadere
nell’errore e nel peccato. Malgrado
ciò la Chiesa rimarrà indistruttibile e
viva per tutti i secoli, perché Cristo
con la sua presenza l’accompagnerà
e le darà sostegno in ogni tempo:
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo» (Mt 28,
20).
L’Antico Testamento è la rivelazione
di Dio a Israele trasmessa e sviluppata attraverso la tradizione comunitaria.
Il Nuovo Testamento e
la Chiesa sono tradizione vivente, iniziata
da Gesù durante la sua
esistenza terrena, animata da lui stesso mediante lo Spirito dopo
la sua glorificazione
presso il Padre. I primi
discepoli consegnano
alle successive generazioni cristiane la sua
memoria e il suo messaggio, l’esperienza
iniziale che essi hanno
fatto con lui è da rivivere in ogni epoca,
cioè da custodire fedelmente con lo stesso
significato. Quel versetto 20 del cap. 28 di
Matteo si prolunga
dalla tradizione apostolica
originaria
(comprendente
la
Sacra Scrittura) alla
tradizione ecclesiale
posteriore.
La presenza di Cristo
in mezzo a noi si manifesta attraverso il suo
corpo ecclesiale, ecco
perché la Chiesa è un
popolo speciale, il popolo di Dio. Essa esiste
come partecipazione di
tutti sotto la guida dei
Pastori che sono segno
di Cristo Pastore. Esiste come Corpo di Cristo, sacramento della
sua presenza che continua a manifestarlo
nella storia e attrarre a sé gli uomini
e disporli alla salvezza eterna. La
Chiesa, piena della presenza di Cristo, è sacramento di salvezza.
Per realizzare quest’opera così
grande, Cristo è sempre presente
nella sua Chiesa, e in modo speciale
nelle azioni liturgiche. «È presente
nel sacrificio della messa, sia nella
persona del ministro, essendo egli
stesso che, “offertosi una volta sulla
croce, offre ancora se stesso tramite
il ministero dei sacerdoti”, sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È
presente con la sua virtù nei sacramenti, al punto che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. È
presente nella sua parola, giacché è
lui che parla quando nella Chiesa si
legge la sacra Scrittura. È presente
infine quando la Chiesa prega e
loda». (Sacrosanctum Concilium, 7).
Tutto questo, però, ci sembrerebbe
imperfetto se non aggiungessimo
poche parole intorno alla santissima
Eucaristia, centro e vertice della
Chiesa. Nella celebrazione eucaristica Cristo si rende presente nell’atto del suo sacrificio pasquale, per
far vivere la Chiesa come suo corpo
e sua sposa. L’Eucaristia è il sacramento della nuova ed eterna alleanza, il sacramento che significa e
attua l’unione nuziale di Cristo attraverso la sua presenza con la Chiesa.
Ecco allora che
l’Eucaristia si presenta
veramente come
il culmine e la fonte
di tutta la vita
della Chiesa, perché
attualizza nel tempo
la presenza e quindi
l’opera di Cristo.
È infatti Cristo che nella Chiesa vive,
che per mezzo di lei insegna, governa, comunica la santità; è Cristo
che in molteplici forme si manifesta
nelle varie membra della sua società,
in particolar modo in quelle membra
verso le quali il Signore dimostrò un
amore di preferenza: i deboli, i malati, i bisognosi, i bambini la cui innocenza si trova oggi esposta a tanti
pericoli, i poveri, nei quali mentre li
soccorriamo, dobbiamo ravvisare la
presenza stessa di Cristo.
In conclusione,
con la sua presenza
nella Chiesa ed
in particolar modo
nell’Eucaristia,
Cristo adempie
la sua promessa
di essere con noi
«fino alla fine del mondo»
(Mt 28, 20).
Cristo non ci ha lasciato senza la sua
presenza fisica in questo nostro pellegrinaggio, ma ci unisce a sé in questo sacramento nella realtà del suo
corpo e sangue. Con questo dono
della presenza di Cristo in mezzo a
noi, la Chiesa è veramente benedetta.
10 SPECIALE
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
Nella processione il rapporto tra liturgia e pietà popolare acqusta particolare rilievo.
A proposito di... processioni
lita attualmente per ogni paese
dalla rispettiva Conferenza dei Ve-
NDR
A proposito delle processioni, il
“Direttorio su Pietà popolare e Liturgia. Principi e Orientamenti”
della Congre- gazione per il culto
divino e la disciplina dei sacramenti del 2002 scrive:
«Nella processione, espressione
cultuale di carattere universale e di
molteplice valenza religiosa e sociale, il rapporto tra Liturgia e
pietà popolare acquista particolare
rilievo. La Chiesa, ispirandosi a
modelli, ha istituito alcune proces-
Liturgiche
scovi, che sono pubblica implorazione della benedizione di Dio sui
Evocative
sioni liturgiche, le quali presentano una variegata tipologia:
• alcune sono evocative di avvenimenti salvifici riguardanti Cristo
stesso; tra queste: la processione
del 2 febbraio commemorativa
della presentazione del Signore al
Tempio; della Domenica delle
Palme, che evoca l’ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme;
della Veglia pasquale, memoria liturgica del “passaggio” di Cristo
dal buio del sepolcro alla gloria
della Risurrezione, sintesi e superamento di tutti gli esodi compiuti
dall’antico Israele e premessa ne-
Votive
cessaria dei “passaggi” sacramentali che compie il discepolo di
Cristo, soprattutto nel rito battesimale e nella celebrazione delle
esequie;
• altre sono votive, quali la processione eucaristica nella solennità
del Corpo e Sangue del Signore: il
santissimo Sacramento passando
in mezzo alla città degli uomini
suscita nei fedeli espressioni di
grato amore, esige da essi fedeadorazione ed è sorgente di benedizione e di grazia; la processione
delle rogazioni, la cui data è stabi-
campi e sul lavoro dell’uomo, ed
hanno anche un carattere penitenziale; la processione al cimitero il
2 novembre, Commemorazione
dei fedeli defunti;
• altre ancora sono richieste dal
compimento stesso di alcune
azioni liturgiche; tali sono: le processioni in occasione delle stazioni quaresimali, nelle quali la
comunità cultuale si reca dal luogo
fissato per la collecta alla chiesa
della statio; la processione per ricevere nella chiesa parrocchiale il
crisma e gli oli santi benedetti il
Giovedì Santo nella Messa crismale; la processione
per
l’adorazione
della
Croce
nell’Azione liturgica del Venerdì
Santo; la processione dei Vespri
battesimali nel
giorno di Pasqua,
durante la quale
«mentre si cantano i salmi, si va
al fonte»; le
“processioni”
che nella celebrazione
dell’Eucaristia ne
accompagnano
alcuni momenti,
quali l’ingresso
del celebrante e
dei ministri, la
proclamazione
del Vangelo, la
presentazione
dei doni, la comunione
al
Corpo e Sangue
del Signore; la
processione per
portare il Viatico
agli infermi, nei luoghi in cui essa
I punti di vista...
vige ancora; il corteo funebre che
accompagna il corpo del
defunto dalla casa alla
chiesa e da questa al cimitero; la processione in occasione di traslazioni di
reliquie»
«Perché la processione
conservi in ogni caso il
suo carattere di manifestazione di fede è necessario
che i fedeli siano istruiti
sulla sua natura sotto il
profilo teologico, liturgico, antropologico.
• Dal punto di vista TEOLOGICO si dovrà mettere in luce che la
processione è un segno
della condizione della
Chiesa, popolo di Dio in
cammino che, con Cristo
e dietro a Cristo, consapevole di non avere in questo mondo una stabile
dimora (cf. Eb 13, 14),
marcia per le vie della
città terrena verso la Gerusalemme celeste; segno
anche della testimonianza
di fede che la comunità
cristiana deve rendere al
suo Signore nelle strutture
della società civile; segno infine
del compito missionario della
Chiesa, la quale sino dagli inizi,
secondo il mandato del Signore
(cf. Mt 28, 19-20), si è messa in
marcia per annunciare per le
strade del mondo il Vangelo della
salvezza.
• Dal punto di vista LITURGICO
si dovranno orientare le processioni, anche quelle di carattere più
popolare, verso la celebrazione
della Liturgia: presentando il percorso da chiesa a chiesa come
cammino della comunità vivente
nel mondo verso la comunità che
dimora nei cieli; provvedendo che
sia svolta sotto la presidenza ecclesiastica, onde evitare manifestazioni
irrispettose
e
degenerative; istituendo un momento di preghiera iniziale, in cui
non manchi la proclamazione
della Parola di Dio; valorizzando
il canto, preferibilmente dei salmi,
e l’apporto di strumenti musicali;
suggerendo di recare in mano, durante il percorso, ceri o lampade
accese; prevedendo delle soste, le
quali, per il loro alternarsi ai tempi
di marcia, danno l’immagine
stessa del cammino della vita;
concludendo la processione con
una preghiera dossologica a Dio,
fonte di ogni santità, e con la benedizione impartita dal Vescovo,
dal presbitero o dal diacono.
• Infine, dal punto di vista ANTROPOLOGICO si dovrà evidenziare il significato della
processione quale “cammino compiuto insieme”: coinvolti nello
stesso clima di preghiera, uniti nel
canto, volti all’unica meta, i fedeli
si scoprono solidali gli uni con gli
altri, determinati a concretizzare
nel cammino della vita gli impegni cristiani maturati nel percorso
processionale»
CAPUA 11
anno 2 Numero 23
18 Giugno 2011
Premio Falerno Primo Romanzo: cala il sipario sulla settima edizione del...
“Capua il Luogo della Lingua Festival”
"Devozione" di Antonella Lattanzi vince la seconda edizione del Premio Falerno Primo Romanzo.
Il 19 giugno, lo spettacolo teatrale di Alessio Di Clemente, ha concluso la settima edizione del festival dedicato ai linguaggi, dal Placito Capuano ad oggi.
CS
Ha meritato il consenso dei
quattro comitati di lettura e
del pubblico sul web, sbaragliando gli otto concorrenti in lizza con lei per il
trofeo dedicato agli scrittori esordienti. E così Antonella Lattanzi, candidata
dallo scrittore Luigi Romolo Carrino per la sua
opera prima dal titolo "Devozione" (edito da Einaudi
Stile Libero), e in squadra
con l'azienda Falerno Migliozzi, ha vinto la seconda
edizione del Premio Falerno Primo Romanzo.
Il 19 sera, in attesa del responso ufficiale sul palcoscenico di Palazzo Lanza,
la Lattanzi ha incontrato il
pubblico insieme agli altri
tre finalisti che, sui nove
candidati, hanno meritato
il maggior numero di voti.
Con lei, infatti, anche Cristiano De Majo con la sua
opera prima "Vita e morte
di un giovane impostore
scritta da me, il suo migliore amico", Elisa Ruotolo con "Ho rubato la
pioggia", e Toni Laudadio
con " Teatro fuorilegge".
La serata è stata accompagnata dalle degustazioni di
vino Falerno, con etichette
selezionate dalla padrona
di casa Mariateresa Lanza,
sommelier e consigliera
nazionale Fisar. A goderne,
anche produttori, giornalisti enogastronomici, e
ospiti d'eccezione come
Luigi Cremona.
Dopo i ringraziamenti e le
foto di rito, il Premio Falerno Primo Romanzo ha
lasciato i riflettori di Palazzo Lanza ad Alessio Di
Clemente, l'attore noto al
grande pubblico per fiction
come
"Incantesimo",
"Ris", "Distretto di Polizia" e "Fratelli detective".
Al pubblico di Capua, Di
Clemente ha proposto
"Suerte", lo spettacolo tea-
trale tratto dall'omonimo
libro di Giulio Laurenti,
edito da Einaudi. Una rilettura che Alessio Di Clemente dirige ed interpreta
in tour nei maggiori teatri
italiani.
"Siamo felici dell'enorme
successo del festival di
quest'anno - ha commentato Giuseppe Bellone, di-
rettore
artistico
del
"Capua il luogo della lingua festival" - 1200 persone circa in quattro
giorni, 65 ospiti tra scrittori, musicisti, attori, artisti,
intellettuali
e
giornalisti,
nonostante
l'assenza di
finanziamenti
pubblici, un
lavoro
di
squadra che
ha visto all'opera
diverse realtà
del territorio e
tante persone
impegnate
con Palazzo
Lanza tutto
l'anno nella (in foto da destra: la scrittrice Antonella Lattanzi, il rappresentante dell'azienda Falerno
programma- Migliozzi, lo scrittore Luigi Romolo Carrino)
zione e pro- foto a cura di Set.
mozione di
eventi culturali. La qualità mozione del nostro territodegli esordenti finalisti del rio attraverso eventi trache
possano
Premio Falerno Primo Ro- sversali
sempre
più
farci
interagire
manzo, decretati dai comitati di lettura formatisi con nuovi partner, convinti
nelle "librerie amiche del che solo attraverso l'unione
Premio", ci gratifica e ci delle forze sane possa avspinge, grazie anche all'in- venire un vero riscatto per
trinseco valore culturale le nostre terre".
contenuto nel vino Falerno, a continuare la pro-
Auguri alla signora Iris per la sua pensione!
Adesso viene il bello!
LUCIA CASAVOLA
Ho sempre pensato alla pensione come ad una seconda
giovinezza, fatta di tanto
tempo libero, un orizzonte, non
un traguardo, dove poter rallentare per raccogliere i sogni
di una vita...
La nostra signora Iris rispecchia pienamente l’immagine
che porto incisa nella mente.
Sempre dinamica e gioiosa,
non si direbbe affatto una
donna capace di mettersi “in
ferie forzate”.
Da settembre potrà decidere
senza costrizioni se essere allodola o gufo, se svegliarsi con
il sorgere del sole o dormire
fino a sole alto.
I suoi occhi in questi giorni di
saluto alle colleghe sembrano
gridare “Non mi sembra vero,
finalmente sono arrivata alla
pensione! Potrò, potrò…”
Aggiungo io, “Fare la nonna,
certe volte anche a tempo
pieno e, soprattutto, vivere pienamente la libertà del volontariato!”
La signora Iris, già da tanti
anni presta il suo aiuto in parrocchia, come mamma di don
Gianni, come operatrice pastorale, come catechista, come
saggia amica pronta ad ascoltare tutti.
La sua pensione arriva nel
2011, Anno Europeo del volontariato e della cittadinanza
attiva.
Iris è l’esempio a noi più vicino di come il volontariato
può assumere molte forme.
Le ultime rilevazioni statistiche in Europa sottolineano che gli italiani
sono un popolo di altruisti, soprattutto i pensionati. Il tempo “liberato”
dagli impegni di lavoro e
di famiglia è un elemento decisivo rispetto
alla scelta di impegnarsi
in attività di volontariato. Gli anziani volontari
si
impegnano
soprattutto per aiutare
anziani in difficoltà e
malati. L’attività di volontariato degli anziani
mostra una forte valenza
di tipo relazionale che permette loro di assumere un
ruolo sociale apprezzato e riconosciuto.
Un importante concetto che sta
dietro il lavoro volontario è la
sua reciprocità: offri qualcosa
e ricevi qualcosa in cambio.
L’apporto, poi, di un volontario-pensionato è di enorme rilevanza specie se si considera
il potenziale di valori e l’entusiasmo relazionale che ciascuno è capace di trasmettere.
La loro presenza come cittadini attivi diviene fondamentale anche per la formazione di
giovani volontari, annienta
ogni preconcetto di incomunicabilità tra le generazioni.
Per alcuni la pensione è uno
spauracchio da rimandare più
in là possibile; in ogni caso,
il momento in cui
ci si ritira dal lavoro
è un passaggio
fondamentale
e carico
di significati.
Desiderato o temuto, è comunque un cambiamento radicale
che non toglie assolutamente
un ruolo sociale, piuttosto lo
modifica, passando attraverso
il silenzio e l’umiltà di un impegno invisibile.
Noi di Kairosnews, rinnoviamo gli auguri alla signora
Iris, la ringraziamo per il suo
sorriso che ogni giorno vuole
incoraggiare un maggior numero di persone a dare il proprio contributo nei vari settori
attivi da noi in parrocchia. A
Iris e a tutti gli altri in pensione
auguriamo un 2012, anno europeo dell'invecchiamento attivo....quindi…
Buon Volontariato!!!
12 VITULAZIO
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
Una sana occasione di incontro
Giunto alla XIV edizione il festival dell’estate vitulatina
PIERO DEL BENE
Fiera Fest - XIV edizione
ogni venerdì, sabato e domenica ore 20,30
Si tiene dallo scorso 17
giugno e si protrarrà fino
al prossimo 17 luglio la
quattordicesima edizione
del Fierafest, l’ormai tradizionale appuntamento
che dal lontano 1997 caratterizza la prima parte
dell’estate vitulatina. La
manifestazione, in continuità con le annate precedenti, prevede l’alternarsi
sul palco (appena completato nelle sue rifiniture) di
manifestazioni legate alla
musica, alla danza, al teatro, allo sport. Intorno al
palco, invece, non mancano stands gastronomici
che servono panini alla
piastra, piatti tipici locali,
dolci (alcuni dei quali,
come i “guanti”, preparati
in loco), pizzette rustiche,
fresche “rattate”, le caratteristiche granite di ghiaccio, e stands dedicati a
prodotti particolari di artigianato locale oppure a
Ancona,
l’Auditorium
Giovanni Paolo II, all’interno del Centro Parrocchiale
Santa
Maria
dell’Agnena, dove si tiene
il Fierafest, ospiterà una
giochi preparati e gestiti
dai ragazzi dell’Oratorio
San Francesco. Quest’anno, inoltre, in preparazione al Congresso
eucaristico nazionale di
mostra itinerante sull’Eucarestia.
Una menzione particolare
merita il centro Santa
Maria dell’Agnena che
ospita l’evento. «Spazio di
vita della parrocchia,
luogo di formazione e
d’incontro della comunità,
ambiente dove poter ritrovarsi, riflettere e crescere,
aprirsi agli altri e diventare famig l i a ,
vivere i
valori del
gioco
e
della festa
m o strando
soprattutto
il
bello e il
positivo
che c’è in
mezzo a
n o i » .
Nelle parole, più
volte ribadite, del parroco
don Pietro Lagnese, risalta
la vocazione del centro
senza tuttavia dimenticare
che a farne un valore aggiunto al Fierafest contri-
buisce anche la boccata
(più di una) d’aria fresca
che esso sa offrirci nelle
serate estive: una vera e
propria oasi fresca nel deserto dell’afa che ci attanaglia in questi giorni. In
tale clima di rigenerante
frescura succede che avviene il sempre più raro
miracolo dell’incontro tra
persone distinte e di ciascuno con se stesso. Nella
spensieratezza di una
chiacchierata tra amici, le
anime, di solito naufragate
e rinnegate nella frenesia
quotidiana, si incontrano,
si riscoprono e quasi si
toccano e gli individui diventano comunità dentro
la quale ciascuno ridiventa persona.
È questo, probabilmente,
il merito (mai troppo sottolineato! )maggiore degli
organizzatori.
Sono tornate le due ruote a Vitulazio
Nuova iniziativa dell’Associazione giovanile “Sport e Vita”
DOMENICO CUCCARI
I° Trofeo Città di Vitulazio,
è ritornato il ciclismo, le
amate “due ruote”, sulle
strade di Vitulazio, con
l’entusiasmo della gente, la
fatica e il sudore dei protagonisti. Con lo sciame dei
corridori che sfrecciano, la
festa dei colori sulle maglie che s’imprimono forti
dentro le pupille nell’attimo fugace del loro passaggio. Erano anni che il
paese non viveva l’emozione che sa dare questo
sport, forse il più popolare.
Grazie alla nuova iniziativa
dei giovani della locale associazione “Sport e vita”
che, in collaborazione con
quella del “Pedale Bellonese” e il Patrocinio del
Comune di Vitulazio,
hanno organizzato il 1°trofeo Città di Vitulazio –
Sport e vita -, un memorial
dedicato al giovane Fiorentino Florestano, morto recentemente in maniera
tragica, e a Giuseppe Scialdone, indimenticato giudice di gare ciclistiche.
Presenti le Autorità locali e
i familiari delle persone
scomparse
nella cui memoria si è tenuta
la
competizione,
oltre al Presidente Provinciale
CSI,
Luigi Di Caprio.
Ben 131 gli
iscritti
alla
competizione
riservata ai cicloamatori
che si è svolta
domenica
scorsa, tra cui
un apparte-
nente al gentil sesso: gli
atleti hanno ripetuto per sei
volte il percorso di km.
13,500 che si è snodato tra
Vitulazio (dove sono stati
fissati la partenza e l’arrivo), Bellona e Capua,
sotto l’occhio vigile del direttore della corsa Antonio
Giordano, Presidente della
federazione ciclistica di
Caserta. La corsa, molto
combattuta e condotta ad
andatura sostenuta (41 di
media oraria), è stata vinta
allo sprint da Antonio Marzano, al quale è andato il
trofeo dell’Amministrazione comunale, che ha
preceduto sul traguardo,
posto in Via Ruggiero, Rosario Graziano, mentre
terzo è giunto Paolo Giglio.
Una bella giornata di
“sport e vita”, ancora una
volta egregiamente organizzata dai giovani di quest’associazione nata da
solo otto mesi e che si è distinta per le varie manifestazioni già poste in essere,
tra cui il convegno sulla
povertà e quello sui 150
anni dell’Italia, oltre a diversi tornei sportivi, il laboratorio teatrale e un
proprio notiziario. Giovani che guardano allo
sport come momento di
educazione, crescita, aggregazione sociale, e ai
suoi valori fatti di lealtà,
impegno, sacrificio, rispetto per l’altro. Giovani
che hanno come centro di
gravità la visione cristiana
dell’uomo e della storia nel
servizio alla persona e al
territorio, verso cui hanno
dimostrato di muoversi in
maniera propositiva e costruttiva. Giovani, dunque,
che sanno tirarsi su le maniche della camicia ed operare. Che non vivono il
fardello del “dolce far
niente”, né si presentano
come stucchevoli e impenitenti parolai, o cassandre
di professione.
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
SANTA MARIA C. V.
13
Si fa presto a dire genitori
I figli qui si parrà la vostra nobilitate!
MARIA BENEDETTO
E’ veramente una domanda da
un milione di dollari: come si
fa ad essere buoni genitori?
Come si fa a dare ai figli gli
strumenti migliori per affrontare la vita se continuamente
padri e madri si trovano a
dover combattere con la paura
di non essere all’altezza, di
non saper gestire l’autorità
nelle situazioni più spinose,
magari perché condizionati da
luoghi comuni o da idee preconcette? Messaggi contraddittori, provenienti dalle più
disparate fonti, li bombardano
quotidianamente facendo insorgere in loro ansia, sensi di
colpa, smarrimento.
Il problema è che oggi s’investe - il più delle volte in modo
inconsapevole ed eccessivo sui figli che diventano l’unica
ragione di vita, l’unica fonte di
felicità; essi sono chiamati spesso, troppo spesso - a fare
da collante nella coppia o a testimoniare il successo ottenuto
dai genitori o, addirittura, a
realizzare sogni e progetti accarezzati dagli adulti.
Quante volte i genitori si lamentano che non riescono a
farsi ubbidire dai figli se non
ricorrendo alle maniere forti.
Niente di più sbagliato! Essere
autorevoli non vuol dire essere
autoritari: il secondo atteggiamento è indice di insicurezza
caratteriale che viene subito
percepito e utilizzato, a proprio
uso e consumo, dal figlio; il
primo, invece, è il risultato di
tutto un percorso educativo
che si fonda sulla distinzione
dei ruoli all’interno del nucleo
familiare. Il padre è chiamato
ad essere il capo, ad assumersi
ben precise responsabilità
nell’educazione dei figli, a
dare l’input allo stile di vita
della famiglia. E la mamma? A
lei il compito più arduo: far
sentire il figlio protetto e
amato, ma non per questo - soprattutto in assenza del padre diventare suo complice nel derogare ai limiti e divieti posti.
Limiti e divieti? Sembra strano
parlarne in una società che ha
asservito le proprie esigenze al
motto: “Vietato vietare”. Veramente, come la viscontessa
Marie-Jeanne de la Platiére, si
potrebbe, ancor oggi, esclamare: “Libertà. Quanti delitti
si commettono in tuo nome!”!
I figli devono essere liberi:
tante volte abbiamo sentito
dire questa frase da genitori
cosiddetti moderni! Certo, devono essere liberi di esprimere
appieno se stessi, le gioie e le
ansie del vivere quotidiano, le
aspettative e i sogni del domani, i desideri e le necessità
connaturali all’essere umano.
Mettendo qua e là
dei paletti,
i genitori aiutano
veramente i figli
a crescere
in maniera sana
ed equilibrata:
nel contemperare le diverse e
molteplici esigenze - che, il più
delle volte, emergono sull’onda delle emozioni - si forniscono ai giovani gli
strumenti per dare un senso
reale a ciò che vedono, che avvertono, che sperimentano, un
senso reale e non già quello fit-
tizio delle telenovelas o dei
reality show. Rendiamoci
conto che quello che più serve,
oggi più che mai, sono genitori
che abbiamo il coraggio di
mettere a disposizione dei figli
tutto il bagaglio di conoscenze
e di esperienze acquisito nel
tempo, genitori che non temono di assumersi responsabilmente il proprio ruolo
all’interno della piccola chiesa
domestica, genitori che accolgono appieno la sfida di accogliere doni di Dio e di
restituirli al mondo e alla società come creature in grado di
affrontare la vita serenamente.
Il “ devi, non devi”
non serve a nulla
se non è supportato
dall’esempio,
dalla testimonianza
della vita, dall’essere
coerentemente
se stessi.
Bellissimo ci sembra quello
che scrive Maria Rita Parsi: “I
bravi genitori possono dare ai
figli due cose importanti: radici e ali, radici per poter essere stabili e forti, ali per poter
essere autonomi e coraggiosi”
Questa è la sfida che attende
ogni genitore, questa è la sfida
che può essere vinta solo se
padri e madri non perdono mai
di vista la missione che è stata
loro affidata da Chi li ha scelti
e li ha predestinati a condividere lo straordinario dono
della creazione!
Museo del Risorgimento
A Santa Maria C.V.
ricostruzione storica dell’unità d’Italia
CARMELINA MOCCIA
Il 24 giugno presso il
Museo del Risorgimento si
è tenuta una manifestazione
sul Risorgimento italiano e
il brigantaggio. L’evento,
che ha visto la partecipazione dei genitori degli allievi delle classi quinte della
scuola primaria del primo
Circolo Didattico “Principe
di Piemonte”, è stato realizzato grazie alla collaborazione di esperti e insegnanti,
che durante gli incontri tenuti nel mese di giugno,
hanno presieduto le attività
didattiche e di laboratorio.
Gli allievi hanno ricostruito
accampamenti storici di garibaldini e borbonici, preparato soldatini e personaggi
storici. Il gruppo formato
dai genitori ha realizzato
abiti d’epoca, modellini
delle navi Piemonte e Lombardo usate nella Spedizione dei Mille, e cartelloni
contenenti la ricostruzione
storica del fenomeno del
brigantaggio e dell’Unità
d’Italia.
I visitatori
sono stati accolti
dai genitori
che vestivano
gli abiti di
Garibaldi e Anita,
briganti
e brigantesse,
piccoli garibaldini
e soldati
borbonici.
L’evento ha chiuso il progetto formativo diretto agli
alunni e ai loro genitori sul
fenomeno del brigantaggio
e risorgimento e prime
forme di camorra. La scelta
di organizzare la manifestazione all’interno del Museo
Civico è giustificata dal
fatto che al suo interno sono
raccolte le testimonianze
storiche che vanno dai primi
moti del 1820/21 fino all’Unità d’Italia. Il Museo è
ospitato presso quella che fu
la sede dei frati Alcantarini
e successivamente carcere
femminile e Riformatorio
minorile maschile. Al suo
interno è possibile ammirare una monografia dedicata a Giuseppe Garibaldi
che fu realizzata nel 1960
dall’Archivio di Stato di
Roma su una speciale carta
fotografica con stampa a
plotter. La raccolta documentale avvenne con la collaborazione
delle
15
provincie attraverso le quali
si era svolta l’avventurosa
esistenza dell’Eroe dei due
Mondi, a ciascuna delle
Provincie partecipanti fu
donata, dall’Archivio di
Stato, una copia integrale
della mostra, quella presente a Santa Maria Capua
Vetere è quella che venne
esposta nel 1961 nel Palazzo Reale di Caserta.
Nelle altre sale del Museo
sono esposti i reperti della
Guardia Nazionale di Santa
Maria e della battaglia del
Volturno, le lettere autografe di Garibaldi e del generale Fardella. Manca la
ghigliottina usata nel carcere di Santa Maria Capua
Vetere dal 1809 per eseguire
le condanne dei carbonari, e
oggi conservata presso il
museo di criminologia di
Roma. Il museo è aperto al
pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle
13.00 e il lunedì e il giovedì
dalle 16.00 alle 18.00. È
possibile prenotare visite
per il sabato e la domenica
contattando direttamente il
museo
al
numero
0823813213.
14 BASSO VOLTURNO
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
Natività di San Giovanni
Tante le iniziative in programma per i festeggiamenti in occasione della nascita del patrono di Grazzanise
IVANA BERTONE
GIUSEPPE TALLINO
In occasione della nascita
del patrono di Grazzanise
San Giovanni Battista, il
comitato festeggiamenti
,ha organizzato una serata
di degustazioni tipiche e
di divertimento per il
giorno Sabato 25 Giugno,
nei pressi della Chiesa San
Giovanni Battista. Il tutto
in collaborazione con l’associazione giovanile Teens’Park.
“E’ attesa per sabato prossimo ( 25 maggio ndr ) la
seconda uscita pubblica
(dopo il successone di
Carnevale) del gruppo di
teatro dell’Associazione
Giovanile Culturale “Teens’Park Grazzanise” diretto
dal
presidente
Antonio Nardelli e ribattezzato per l’occasione
“Teatro delle folli idee” ci informa l’ufficio stampa
dell’Associazione diretta da
Antonio Nardelli
- “Sono infatti
quattro le attività
che la “Teens’Park” ha intenzione di proporre
ai cittadini a partire dalle ore 21:00. Oltre
alla mostra dei lavori realizzati dagli allievi del
corso di disegno (Maria
Abbate, Maria Ricciardi,
Luca Pucino e Maria Iodice) che verrà allestita
lungo il marciapiedi, il
gruppo teatrale terrà uno
spettacolo (costruito interamente senza copione),
nel quale, ripercorrendo la
storia del Teatro, guiderà
gli spettatori in un lungo
viaggio fatto di sketch e
tanto divertimento. Tutti
coinvolti poi, nel maxi karaoke che seguirà allo
spettacolo, prima di un ul-
timo tuffo nelle tradizioni
locali, con i balli popolari
che, da alcuni mesi a questa parte, stanno diventando
una
delle
prerogative principali e
una componente quasi
fissa delle uscite pubbliche
“teensparkiane”. Una serata all’insegna dell’arte, e
da non perdere quindi, a
cui i giovani dell’associazione, da giorni impegnati
in attività di volantinaggio
porta a porta, invitano a
partecipare tutta la cittadinanza.”
Al via gli esami di maturità
496mila studenti al banco della maturità tra emozione ed ansia
IVANA BERTONE
tutti loro come un mo-
Cominciati Mercoledì 22
Giugno, gli esami di maturità hanno sempre lo stesso
sapore: Emozione mista ad
ansia. Dietro i banchi gli
studenti di tutta Italia, sono
tanti, circa 496mila alle
prese con uno degli esami
che sicuramente segna il
percorso di vita di ognuno
e che rimarrà nei ricordi di
mento di vita indelebile.
C’è ansia, attesa, emozione, paura, aspettativa,
ma allo stesso tempo c’è il
sospiro liberatorio della
conclusione di cinque anni
di percorso. La prima e la
seconda prova scritta tenutesi rispettivamente mercoledì 22 e giovedì 23, sono
predisposte dal ministero,
la terza, il cosiddetto quizzone,
dalle
singole
commissioni.
Certamente
è
quella che desta
più preoccupazione, perché spazia
su
vari
argomenti
e
quindi richiede
una preparazione
generale approfondita e curata.
Dai veri social
network dei maturandi è percepibile la solidarietà
che vicendevolmente si regalano”
Sembrava
lontanissima e invece...eccola qua!Forza,tocca a
noi...ARE
YOU
READY?Sono sicura che
con voi anche quest'esame
sarà una passeggiata..” ed
ancora “ANSIA ANSIA
ANSIA
ANSIA
ANSIA........!!!! C’è chi si
lascia trasportare dalla musica, ed inevitabilmente
sente sulla propria pelle la
storica canzone di Antonello Venditti “Notte Prima
Degli Esami” e la dedica ai
propri amici accompagnando ad essa un grande
in bocca al lupo:“Ragazzi
io
dico
solo
una
cosa...buona fortuna a tutti
e anke a me …..in questi
lunghissimi anni ne abbiamo fatte tante!!! Quanti
ricordi belliiii!!! !! e ora
non molliamo!!!!!! Facciamo vedere a tutti di che
pasta è fatta la generazione
dei 92!!!!!Buona fortuna
compagni “.
Ne mancano solo due: la
Terza Prova, e il Colloquio
Orale, dopodichè potranno
dirsi ufficialmente in vacanza e godersi l’estate con
un sapore tutto nuovo,
quello della “maturità”.
RUBRICHE 15
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
Le 1 0 città italiane p iù belle: par o la ag li amer ican i
Alla scoperta del Belpaese
FRANCESCA CAPITELLI
La fama dell’Italia in tutto il
mondo è da sempre legata alle
meraviglie della nostra terra.
Ogni anno milioni di turisti arrivano nel Belpaese per ammirarne l’inestimabile patrimonio
artistico, per tuffarsi nel mare
più limpido e per assaporare la
cucina mediterranea. Ma l’Italia è grande ed è impossibile
pensare di visitarla tutta in un
sol fiato. Ecco perché gli americani, da sempre grandi ammiratori del Belpaese, hanno
deciso di stilare una classifica
con i luoghi che non possono
non rientrare nelle mete dei turisti che decidono di trascorrere un periodo di vacanza in
Italia.
Le persone, si sa, amano fare
classifiche. In occasione dell’anno in cui si festeggia il
150° anniversario dell’Unità
D’Italia, la rivista USA Today
ha pensato di stilare una top
ten delle città più belle dello
stivale dove gli americani
amano passare del tempo, così
da far conoscere al grande pubblico americano tesori nascosti
e capolavori dimenticati. Il
giornale più venduto negli States si è fatto aiutare da Frances
Mayes, autrice dei best seller
“Under the Tuscany Sun’” e
“Every day in Tuscany”, che
conosce molto bene il Belpaese. Infatti, la scrittrice ci
porta alla riscoperta di alcune
mete ingiustamente considerate minori, affermando che le
20 regioni d’Italia esistevano
ben prima dell’unità nazionale
e che ognuna è orgogliosa
delle proprie radici e della propria storia.
La sorpresa,che stupisce un po’
tutti, è quella di non trovare
nell’elenco né Venezia né Firenze e né Roma.
Eliminando le risposte scontate, la classifica ha voluto rendere note
anche le
località
meno turistiche
ma non
per questo da
snobbare
in una
vacanza.
A contendersi
il podio,
dunque,
realtà più o meno note che, per
motivi culturali, storici, paesaggistici e gastronomici
hanno molto da offrire.
A partire dal decimo posto troviamo Siracusa, poi Lecce, Napoli, Assisi e Ascoli Piceno.
Nella top five si piazzano al
quinto posto Cortona,in Toscana, “che accoglie con stile
e grazia i turisti che la visitano
ed è caratterizzata da paesaggi
tanto amati dai registi che
hanno deciso di ambientare i
loro film nella regione di
Dante”. Al quarto c’è la Lombardia con Mantova”città ricca
di storia e tradizione”. Medaglie di bronzo va a Portofino.
“Nonostante le spiacevoli disavventure della città legate al
difficoltoso smaltimento dei rifiuti, Napoli rimane una delle
mete più amate delle vacanze”.
Quella d’argento a Aquilea in
Friuli, “affascinante e degna di
curiosità”, e sul gradino più
alto troviamo non una città ma
bensì
un’intera
isola,
Caprera,in Sardegna isola paradisiaca compresa nel Parco
Nazionale dell'Arcipelago di
La Maddalena.
Una classifica così corta potrà
essere esaustiva per elencare le
bellezze del nostro Paese?
Forse anche noi Italiani dovremmo tenere in considerazioni i suggerimenti dei nostri
amici oltreoceano e pensare di
visitare i luoghi del nostro
Paese che meritano di essere
scoperti.
RoboGames 2011 sponsorizzati da Google
In USA le olimpiadi dei robot
FRANCESCA CAPITELLI
Prendono il via in questi giorni, da una ridente cittadina californiana, le Olimpiadi
dei robot, ovvero i RoboGames 2011, organizzati dalla Robotics Society of America e sponsorizzati niente meno che da
Google.
E così come alle vere Olimpiadi, anche i
robot radunati a San Mateo,negli Stati
Uniti, da progettisti e ingegneri provenienti da ogni parte del mondo dovranno
misurarsi in molteplici discipline: calcio,
hockey, boxe, sollevamento pesi, tiri di
precisione, danza, arti marziali e combattimenti vari. Si stima che saranno presenti,
complessivamente, ben 3.4 tonnellate di
robot di ogni tipo e dimensione che si affronteranno nelle oltre 50 gare in programma fino a domenica 3 Luglio. Non
mancheranno, inoltre, le premiazioni con
tanto di oro, argento e bronzo, nonché il
medagliere ufficiale dei Paesi partecipanti.
Ad ogni modo, a parte l’aspetto ludico e
altamente spettacolare, i RoboGames rappresentano anche un punto d’incontro privilegiato per i maggiori esperti di robotica
del pianeta, i quali possono così mostrare
al pubblico presente le abilità acquisiste
dalle macchine di loro invenzione.
Giunti ormai all’ottava edizione, i RoboGames sono stati lanciati nel 2004 da
David Calkins,fondatore e presidente
della Società Robotica Americana, ma
ogni anno si presenta
qualcosa di nuovo.
L’evento nacque per
riunire gli esperti di
robotica e per cercare
insieme di costruire
qualcosa di utile per
la vita dell’uomo
moderno. Nei RobotGames si affrontano ben 50 nazioni
del mondo,tra cui e
per la prima volta
l’Italia,uno dei paesi
più all’avanguardia
nell’ingegneria robotica.
Non sarà dunque soltanto una gara di
robot, ma anche una vera e propria rassegna che rappresenta una competizione per
ogni paese partecipante, dal punto di vista
della ricerca e della tecnologia. Scopo
della manifestazione, è quella di presentare le più moderne innovazioni in fatto di
macchine antropomorfe destinate a servire
l'uomo.
Non a caso il governo ha finanziato diversi
progetti di ricerca, ivi compresa la proget-
tazione di CPU originali e strutture nazionali di comunicazione mobile a basso
costo. Gli ideatori dei robot sono tutti ricercatori di intelligenza artificiale -spiega
David Calkins- Molti di loro hanno già
partecipato a concorsi di robotica, ma
spesso i loro robot si misuravano in una
sola disciplina. La Robot olimpiade è invece un concorso mutidisciplinare e questo rende la competizione ancora più
accesa.”
“Metti una
serata a cena
con...”
FRANCESCA CAPITELLI
Il flash mob culinario di metà giugno
che si tiene a Parigi, ha raggiunto la
sua decima edizione. Le regole, un
po' stravaganti ma tassative, sono:
1) presentarsi vestiti rigorosamente
in bianco (abito ed eventuali accessori)
2) portare la propria cena, le bevande, piatti bianchi e bicchieri di
vetro, oltre che una candela bianca
con portacandele o candelabro ed
uno o più fiori dello stesso colore.
Probabilmente soltanto in una città
straordinaria e sorprendente poteva
essere organizzata, e riuscire perfettamente, la Cena in bianco. Da ben
23 anni, prima attraverso il passaparola ed ora anche tramite i social network, a Parigi viene allestita una
cena speciale: si tiene all’aperto, in
un luogo che viene occupato all’ultimo momento; tutti i partecipanti
devono essere vestiti di bianco e portarsi da casa tavoli, sedie, cibo e candele. Non si finisce mai di scoprire
Parigi. E Parigi non finisce mai di
stupire. É per questo che l’équipe di
My Little Paris costituita da 4 ragazze e 1 ragazzo, ci invita a lasciare
i percorsi familiari per avventurarci
su sentieri trasversali. Per conoscere
una Parigi unica e insolita, anche attraverso una newsletter bisettimanale
alla quale ci si può iscrivere.
Le dîner en blanc è una cena all’aperto, organizzata in un luogo
pubblico ogni anno nel mese di giugno, con i partecipanti invitati a vestiti solamente e interamente di
bianco. Ciascun invitato viene a conoscenza del luogo dove si terrà
l’evento solo mezz’ora prima della
cena e lì confluisce, con la sua sedia
sotto il braccio, per apparecchiare
lunghe tavole coperte con bianche
tovaglie e illuminate da candele e
raffinati candelabri. L’anno scorso
8500 parigini e non hanno partecipato al candido banchetto che prevede, ça va sans dire, anche un
cospicuo consumo di bollicine e prelibatezze da gourmand.
La Dîner en blanc del 2011 si è
svolta,con successo, il 16 giugno.
Nel cortile del Louvre e davanti alla
Cattedrale di Notre Dame, una doppia location utilizzata per evitare che
la polizia sgomberasse il tutto, centinaia di persone hanno mangiato e
bevuto dando così libero sfogo alle
proprie capacità culinarie. Alla piccola iniziativa culinaria informale
hanno partecipato appena 12 mila
persone. Non male...
Le persone che prendono parte alla
manifestazione devono essere,naturalmente, invitati per poter partecipare. La particolarità di questa cena
è che avvengono sempre in luoghi
speciali, nel 2007, ad esempio la
cena si svolse sotto l’Arco di
Trionfo, con circa otto migliaia di
persone, anni dopo si mangiò a Trafalgar Square con circa 5 milioni di
famiglie!
16 RUBRICHE
Solstizio d’estate=
NICOLA CARACCIOLO
Dalla notte del solstizio d’estate, parlare del nocino è d'obbligo. Ecco due
ricette per utilizzare questo delizioso
liquore.
Semifreddo al nocino con caramello
al moscato
Ingredienti: 4 tuorli; un uovo; 100 gr
di zucchero semolato; 50 gr di gherigli di noci; 10 cucchiai di nocino; 2 dl
di panna fresca; un cucchiaio di
amido di mais; pizzico di sale
Per il Caramello: 150 gr di zucchero
semolato; un cucchiaio d’acqua;
mezzo bicchiere di moscato
Preparazione:
Montate l’uovo in una bastardella con
i tuorli, un pizzico di sale e lo zucchero sino ad ottenere un composto
chiaro e spumoso; trasferite il recipiente su una casseruola con acqua a
leggera ebollizione e continuando a
montare unite prima il cucchiaio di
amido di mais ed infine il nocino.
Cuocete lo zabaione per circa 5 minuti montando in continuazione. Trasferite il recipiente su una bagnomaria
ghiacciata e lasciatelo raffreddare.
Montate la panna ed amalgamate allo
zabaione ben freddo insieme ai gherigli di noce tritati grossolanamente.
Nocino
Suddividete il composto in stampini
(ad esempio quelli del babà) rivestiti
con della pellicola trasparente, metteteli in freezer per due ore. Fate il caramello facendolo diventare di un
colore dorato; a questo punto spegnete e dopo tre minuti aggiungete al
caramello il moscato bollente.
Torta alle noci
Questa torta ricca e gustosa può essere servita a colazione o a merenda,
o, se accompagnata con un cucchiaio
di crema inglese o panna montata,
anche come dessert di fine pasto. La
ricetta della torta di noci ha di particolare la copertura con le noci tritate
grossolanamente, ma soprattutto una
glassa-sciroppo a base di nocino che
completa alla grande questo dolce.
Ingredienti: 250 gr. farina | 200 gr.
noci | 200 gr. zucchero | 80 gr. burro |
2 cucchiaini cannella in polvere | 4
uova | 3 bicchierini nocino | 1 pizzico
sale | 1 bustina lievito in polvere | Per
lo sciroppo: 100 gr di zucchero | per
ottenere uno sciroppo q.b. acqua | 50
gr. noci tritate grossolanamente.
Preparazione: 1) In una ciotola montare il burro con lo zucchero, i tuorli
e la cannella. 2) Aggiungere al composto gli albumi montati a neve, e 150
gr di noci tritate con il mixer. 3) Aggiungere il sale, il lievito, la farina e
le noci tritate, mescolando bene. 4)
Versare l'impasto in uno stampo imburrato ed infarinato e cuocere a 180
C° per circa 40 minuti. 5) Preparare
uno sciroppo con lo zucchero e l'acqua, aggiungere il nocino e versare
sulla torta cotta che avremo cosparso
con le noci rimaste.
anno 2 Numero 24
25 Giugno 2011
Блаженніший Святослав молився разом з Архиєпископом
Генуї кардиналом Анжело Баняско за італійський і український народи
Глава УГКЦ Блаженніший Святослав, перебуваючи з робочим візитом в Італії, відвідав
місто Генуя в області Лігурія, що на півночі країни, де взяв участь у процесійній ході,
яку очолив Архиєпископ Генуї кардинал Анжело Баняско, Голова Єпископської Конференції Італії.
Віруючі з великою охотою приєдналися до пішої ходи двох верховних служителів. На
одній із площ міста зібралися представники місцевої української церковної громади,
які пізніше мали змогу привітати Главу Української Церкви. Його Еміненція Анжело
та Його Блаженство Святослав разом уділили архиєрейське благословення всім учасникам торжества.
Далі відбулося вечірнє Богослужіння, яке об’єднало все духовенство і монашество
Архиєпархії Генуї, представників влади та вірних парафіяльних церков міста.
Наступного дня, 19 червня, на площі Святого Степана Блаженнішого Святослава зустрічали численні священнослужителі, представники дипломатичного корпусу та вірні
українських церковних громад у Лігурії.
Абат Дон Карло Алуіджі висловив свою радість, що в храмі Святого Степана він завжди може приймати українських вірних, але того дня мав за велику честь приймати
Отця і Главу Церкви, до якої належать ці вірні. Капелан для українців Лігурії о. Віталій
Тарасенко попросив благословення для всіх повірених йому спільнот і запросив розпочати Божественну Літургію.
Зустрічали Главу УГКЦ Генеральний консул Андрій Картиш та консул Руслан Фуфалько
із м. Мілан та почесний консул Камілло Бассі з м. Генуя. Вся громада на сходах із співом «Будь, ім’я Господнє» вітала свого духовного Батька.
Того дня в Архиєрейській Божественній Літургії взяли участь священики латиського
обряду – дон Піера Джакози, ректор Духовної семінарії міста Савона, дон Паола
Ромео, а також отець Олег Сорока, священик із України.
Оскільки у Богослужінні брали участь як італійські, так і українські вірні, воно велося
двома мовами: італійською та українською.
У своїй проповіді Блаженний Святослав наголосив на «святості кожного з нас, яка є
певним шляхом до спасіння». Пригадуючи візит в Україну Івана Павла ІІ, котрий проголосив українських блаженних, Предстоятель УГКЦ закликав до наслідування цих
святих людей, адже щоразу, коли приступаємо до Причастя, беремо участь у святості
Христа. Проповідь також була проголошена двома мовами.
Потім Блаженніший Святослав зустрівся з представниками наших церковних громад
у Лігурії у так званій «Світлиці». Зустріч мала родинний характер.
Департамент інформації УГКЦ
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n° 24 del 02 Luglio