filosofia minima 2013 - 2014 la percezione e la produzione estetica Malevic 1915 quadrato nero la percezione e la produzione estetica Arte e bellezza: bilanci storici Platone: arte è imitazione (mìmesis) apparenza (apparire) Aristotele: arte è fare (pòiesis, tecnica) possibilità verosimiglianza imprevedibilità il bello in dimensione universale: natura anima tempo (kairòs) la percezione e la produzione estetica Arte e bellezza: bilanci storici le tre dimensioni del mondo mundus sensibilis mundus imaginabilis mundus intelligibilis autonomie e legami la percezione e la produzione estetica Arte bellezza: bilanci storici in contesto «romantico» e… Scomparsa e ritorno dell’immaginazione scompare come apparenza, inganno, illusione la scienza si fonda su sensazioni e concetti Ricompare con ruolo di servizio per l’intelletto estetica trascendentale e schemi adattatori dell’esperienza per i concetti Ricompare romanticamente nel sublime Pretende una centralità oggi mondo dell’immagine e dell’apparire la sua produzione supera ogni possibile concetto la percezione e il giudizio estetico Arte e bellezza: bilanci storici in contesto «romantico» Scomparsa e ritorno dell’immaginazione La nascita dell’Estetica Baumgarten Estetica (del bello) 1735, 1750 Rosenkranz Estetica del brutto 1853 L’Arte e l’Assoluto: Hegel: bellezza e arte il tema dell’unicum l’aura di sacralità (ostensione) la percezione e la produzione estetica la percezione come processo (il suo ruolo costituente) alcuni aspetti la percezione: 1. non è immediata ma è un decorso nel tempo e per fasi 2. è un coordinamento per sintesi passiva globale 3. è possibile intervenire nel suo cammino costituente 4. un intervento tecnico non riflesso perciò efficace l’esempio dell’ascolto musicale (e la sua estensione all’intera sensibilità) l’esempio di interventi con le illusioni ottiche la percezione e il giudizio estetico l’estetica è indagine della conoscenza come percezione (o la logica dell’arte: Husserl: la percezione è sintesi passiva) la triangolazione della rimemorazione nel concetto di tempo interiore di Husserl O = adesso O (punto sorgivo, impressione originaria, in costante modifica) OE = serie di punti adesso E EE’ = punti adesso con orizzonti di passato, in forma di linea OEE’ = area dello sprofondamento rimemorativo e ripresentificante area del tempo interiore della coscienza area dell’addensamento del significato nel fatto percettivo E’ la percezione e la produzione estetica la percezione come processo (il suo ruolo costituente) alcuni aspetti 1. è “sintesi passiva” (pre-categoriale): a) l’oggetto è costruzione in vista di una completezza b) l’esperienza riguarda “stati di cose”. c) la completezza è un atto intenzionante nella forma dell’oggettivazione. d) il processo è un continuum nel flusso ininterrotto della corrente di coscienza. l’oggetto (in sé) non è più il filo conduttore nel processo l’influsso (anche tecnico) delle «illusioni» la percezione e la produzione estetica la percezione come processo (il suo ruolo costituente) è “sintesi passiva” immagini in relazione con le neuroscienze, e la relazione arte e cervello… le illusioni ottiche e le figure dell’ambiguità Considero l’ambiguità …un attributo che incrementa … il valore artistico ed estetico di un’opera. • …è in grado di suggerire sui processi coscienti… • …le ambiguità nell’arte non sono specifiche dell’arte (Semir Zeki) la percezione e la produzione estetica la percezione come processo (il suo ruolo costituente) è “sintesi passiva” come nelle illusioni ottiche la percezione come processo (il suo ruolo costituente) è “sintesi passiva” come nelle illusioni ottiche la percezione come processo come nelle illusioni ottiche la percezione come processo scale impossibili schema Escher la percezione come processo il cubo di Kanizsa la percezione come processo il cubo di Kanizsa la percezione come processo il triangolo di Kanizsa la percezione come processo (il suo ruolo costituente) è “sintesi passiva” come nelle illusioni ottiche la percezione come processo (il suo ruolo costituente) è “sintesi passiva” come nelle illusioni ottiche la percezione come processo (il suo ruolo costituente) è “sintesi passiva” come nelle illusioni ottiche e ambiguità la percezione e la produzione estetica la percezione come processo (il suo ruolo costituente) alcuni aspetti 2. la sinestesia è la specificità percettiva umana. a) è la capacità di mantenere legate tra di loro sensazioni diverse (un suono e un colore) indipendentemente dal riferimento ad un oggetto di sostegno. b) è alla radice della metafora come elemento conoscitivo costituente. c) implica / porta al concetto: l’ambivalenza della relazione percezione e concetti nella sinestesia la percezione e la produzione estetica la percezione come processo parola (concetti) e percezione nella sinestesia a) grazie alle parole è possibile conoscere ciò che non potremmo sensibilmente afferrare, ma possiamo anche non percepire ciò che dovremmo. Il linguaggio evita di andare a vedere… b) nel legame con il linguaggio-concetto la percezione acquisisce un aspetto culturale e quindi storico. la retroazione del linguaggio: la nascita di un livello sensoriale di “secondo ordine” la percezione e la produzione estetica conclusione 1: poiché la percezione è processo di sintesi costituente e di carattere sinestetico è luogo di relazioni (interferenze) di carattere tecnico (illusioni e ambiguità) di carattere concettuale Il normale vedere umano è culturalmente formato, «acculturato», «permeato» di teoria, credenze, concetti che mutano. Non esiste quindi una sensibilità estetica di percezione e di giudizio costante e immutabile. la percezione e la produzione estetica conclusione 2: insopprimibili e necessarie ambivalenze estetiche 1.1. ambiguità dell’estetica tra giudizio di bellezza 1.2. ambiguità dell’estetica tra opera d’arte e funzione estetica relazione percezione sensibile e la percezione e il giudizio estetico 2. Direzioni produttive e sensibilità estetiche contemporanee per le evoluzioni estetiche contemporanee è utile fare perno sull’opera - manifesto di avvio dell’estetica contemporanea in cui il contemporaneo fare arte giunge a nuovo contesto e nuova teoria: L’opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica 1936 L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica Walter Benjamin 1936 1. il contesto storico: arte – società (attuale) 2. il dato: produzione tecnica: la riproducibilità e la serialità 3. gli effetti: la perdita dell’aura (dell’unicum) ciò che è unico si unisce alla serialità, alla merce uscita dalla sacralità destino sociale dell’arte: fruizione delle masse in distrazione ma non senza nuove abitudini estetico percettive non senza consenso e critica retroeffetto: opera d’arte predisposta alla riproducibilità gli incontri: arte e tecnica arte e serie arte e utile arte e società (ipotesi di utopia) L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica Walter Benjamin 1936 … la riproducibilità tecnica dell’opera d’arte emancipa per la prima volta nella storia del mondo quest’ultima dalla sua esistenza parassitaria nell’ambito del rituale. L’opera d’arte riprodotta diventa in misura sempre maggiore la riproduzione di un’opera d’arte predisposta alla riproducibilità. la percezione e la produzione estetica Andy Warhol Marilyn 1964 Andy Warhol accentua l’effetto riproduttivo (che azzera del tutto ogni novità e originalità) attraverso la serializzazione; una serialità non solo dell’opera d’arte, ma nell’opera d’arte) Andy Warhol accentua l’effetto riproduttivo (che azzera del tutto ogni novità e originalità) attraverso la serializazione Thirty are better than one serigrafia Andy Warhol accentua l’effetto riproduttivo (che azzera del tutto ogni novità e originalità) attraverso la serializazione: Myths (Multiple) 1981 L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica La riproducibilità tecnica dell’arte si accompagna ad evoluzioni parallele: Walter Benjamin 1936 1. la produzione seriale; 2. il tramonto dell’alone di unicità che pone l’opera come oggetto, sacro, mitico, irriproducibile e unico, da conservare e ostendere nei templi dell’arte; 3. la scomparsa della differenza tra estetica e tecnica (come in Aristotele) e un incontro tra il bello e l’utile; 4. il consumo di massa dell’arte (ambivalente); 5. un nuovo tipo d’uso la “fruizione distratta” L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica in forma di provvisorio bilancio 1. l’arte a prova di industria (e di serialità) la “seconda” rivoluzione industriale affina le tecniche di produzione, produce ed espone opere/merci belle: nelle strutture industriali negli oggetti dell’industria nelle mostre industriali (expo) l’arte: è riproducibile, è seriale, è merce, si incontra con l’utile e con il profitto, è eccessiva : il grido: il y a trop d’art « » avvia nuove direzioni di produzione e nuove forme di fruizione L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica La riproducibilità tecnica dell’arte diventa una doppia sfida Walter Benjamin 1936 la sfida dell’arte contemporanea 1. l’amplificarsi dell’arte e il diffondersi democratico dei fruitori anche nella “ricezione in distrazione” «L’osservatore non deve lasciarsi ingannare dal fatto che questa partecipazione si manifesta dapprima in forme screditate. […] Anche colui che è distratto può abituarsi. Più ancora: il fatto di essere in grado di assolvere certi compiti anche nella distrazione dimostra innanzitutto che per l’individuo in questione è diventata un’abitudine assolverli.» (W. Benjamin ………… vs Th. W. Adorno) L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica La riproducibilità tecnica dell’arte diventa una doppia sfida Walter Benjamin 1936 la sfida dell’arte contemporanea 2. il distanziamento e le sue ragioni distanziamento dall’oggetto (non ne è immagine) dall’allietare (sarebbe inganno) dalla bellezza … perché: «… la bellezza non deve più allignare nel mondo, allietare l'esistenza rasserenandone i giorni. Ciò vorrebbe dire coadiuvare la menzogna, proiettare sull’esistente un paesaggio edenico per celare ed esorcizzare l’oscenità del male…» (Vercellone 2008 Oltre la bellezza) la percezione e la produzione estetica in forma di provvisorio bilancio 2. quattro impostazioni (in successione, in contemporanea) 1. arte come unicum da Baumgarten a Hegel … attraverso il Romanticismo: il tema dell’”aura” 2. arte è oggetto seriale riproducibile: incontro tra bello+ tecnica + utile 3. arte a destinazione sociale incontro arte e società di massa 3.1. arte e politica delle rivoluzioni dei totalitarismi 3.2. arte e società dei consumi di massa 4. arte e ricerca formale si stacca dal “bello” per nuove piste espressive e percettive regno delle “avanguardie” la percezione e il giudizio estetico Direzioni e provocazioni estetiche contemporanee. Alcune sensibilità e alcuni contesti. L’estetica degli oggetti quotidiani “L’aura è viva e vende bene” Ars est celare artem e l’arte dei ready-made street art la percezione e il giudizio estetico Direzioni e provocazioni estetiche contemporanee L’estetica degli oggetti quotidiani «se tutto si estetizza, diventa sempre più difficile parlare di estetica.» 1. la produzione tecnica si impossessa dell’arte; 2. l’estetica e lo spettacolo delle merci (“capricci teologici” della merce in parallelo con la vetrinizzazione del sociale); 3. il trionfo della forma sulla materia nell’oggetto (design, brand, styling, logo, marca… le merci cominciano a dare spettacolo). qualsiasi cosa può essere un’opera d’arte Edward Hopper Gas (Benzina) 1940 la percezione e il giudizio estetico Direzioni e provocazioni estetiche contemporanee L’estetica degli oggetti quotidiani utilità + bellezza e tecnica + arte = design storie di un cavatappi la percezione e il giudizio estetico Direzioni e provocazioni estetiche contemporanee L’estetica degli oggetti quotidiani utilità + bellezza e tecnica + arte = design storie di un cavatappi la percezione e il giudizio estetico Direzioni e provocazioni estetiche contemporanee L’estetica degli oggetti quotidiani utilità + bellezza e tecnica + arte = design storie di un cavatappi la percezione e il giudizio estetico Direzioni e provocazioni estetiche contemporanee L’estetica degli oggetti quotidiani utilità + bellezza e tecnica + arte = design storie di un cavatappi la percezione e il giudizio estetico Direzioni e provocazioni estetiche contemporanee “L’aura è viva e vende bene” 1. si diversifica e si diffonde; 2. la fine della trascendenza dell’aura; 3. qualsiasi cosa è arte se valorizzabile nel mercato dell'arte. le opere d’arte, che sono portatrici privilegiate della funzione estetica, possono perderla e vengono allora distrutte come inutili oppure usate senza considerazione per la loro destinazione estetica (Mukarowsky) Andy Warhol Raphael I - $ 6.99 1985 le opere d’arte, che sono portatrici privilegiate della funzione estetica, possono perderla e vengono allora distrutte come inutili oppure usate senza considerazione per la loro destinazione estetica (Mukarowsky) la percezione e il giudizio estetico Arthur C. Danto in Arte e significato 2000 qualsiasi cosa può essere un’opera d’arte di conseguenza, la storia dell’arte intesa come ricerca dell’autocoscienza è giunta alla fine gli oggetti reali avevano penetrato l’arte come soggetti di una raffigurazione realistica importante ai fini di come guardiamo e pensiamo questi oggetti quelle scatole di cartone sono filosofiche Di Giacomo Giuseppe, Zambianchi Claudio 2008 Alle origini dell’opera d’arte contemporanea, Laterza, Roma Bari quelle scatole di cartone sono filosofiche È il sogno di fulgore di ogni pubblicitario: che il suo prodotto brilli, sia illuminato dall’interno, risplenda, goda di luce propria. (F. La Cecla) Andy Warhol Brillo Boxes 1964 la percezione e il giudizio estetico Direzioni e provocazioni estetiche contemporanee Ars est celare artem e l’arte dei ready-made 1. in senso tradizionale nascondere la fatica del produrre; 2. l’estremizzazione contemporanea nell’esibire un “già fatto”. Una breve storia dei ready made nella produzione e mostra dell’arte: Marcel Duchamp e le interpretazioni. Ars est celare artem: “quello che rende arte qualcosa non appare agli occhi” Arthur Danto Marcel Duchamp Nudo che scende le scale 1912 Ars est celare artem: l’arte dei ready-made Marcel Duchamp ruota di bicicletta 1913 Ars est celare artem: l’arte dei ready-made Marcel Duchamp scolabottiglie in ferro 1914 Ars est celare artem: l’arte dei ready-made Marcel Duchamp pala da neve “in advance of the broken arm” “prima del braccio rotto” 1915 Ars est celare artem: l’arte dei ready-made Marcel Duchamp pettine in metallo “tre o quattro gocce di altezza non hanno nulla a che vedere con la selvatichezza” Ars est celare artem: l’arte dei ready-made Marcel Duchamp Trabocchetto attaccapanni in legno 1917 Ars est celare artem: l’arte dei ready-made Marcel Duchamp Portacappelli 1917 Ars est celare artem: l’arte dei ready-made Marcel Duchamp Fontana orinatoio in porcellana 1917 Ars est celare artem: l’arte dei ready-made Marcel Duchamp Fontana orinatoio in porcellana 1917 la percezione e il giudizio estetico Esiti estetici storici contemporanei attenuarsi dei confini, il non limite tra arte e non arte: estetica e funzione comunicativa funzione estetica del e nel sociale e la dimensione utopia nell’arte (in ambivalenza): il rischio e, di contro, il ruolo dell’arte per l’immagine ambivalenze estetiche in azione: l’estetica del brutto e la dialettica bello e brutto. la percezione e il giudizio estetico in forma di provvisorio bilancio 3. 1. accettare le interruzioni (storiche): dall’arte – unicum all’arte – serie (bellezza e riproducibilità) dall’arte – fine (fine a sé, tautegorica) all’arte – utile: sia perché la bellezza è merce, legata all’utile, mezzo di profitto, sia perché la bellezza è stile di massa, moda condivisa. 2. definire l’arte come interruzione: ricerca, innovazione, diversità, sperimentazione, provocazione, rottura, distinzione, non-rappresentativa… si stacca dal piacere dall’impressione sensibile di gusto si stacca dalla forma dilata, deforma, è informale si stacca dall’oggetto, e avvia la fine dell’arte figurativa interrompe e modifica il percepire (artistico e no) quotidiano è “brutta” ….. la percezione e il giudizio estetico Esiti estetici storici contemporanei ambivalenze estetiche in azione: l’estetica del brutto e la dialettica bello e brutto. 1. L’arte in esposizione è spesso percepita come brutta anche se non dichiarata tale dallo smarrito spettatore. 2. Ma, occorre prendere in considerazione la funzione estetica del brutto considerandola non come una dimensione nettamente scissa o facilmente separabile, opposta, alla bellezza, ma come tratto dell’estetica. la percezione e il giudizio estetico Esiti estetici storici contemporanei ambivalenze estetiche in azione: l’estetica del brutto e la dialettica bello e brutto. «… il brutto non solo è qualcosa che l'arte non deve escludere, ma è qualcosa di cui l'arte e la bellezza hanno bisogno […] Se l'arte resta pacificata, se l'arte non si scontra coi grandi problemi che sono inafferrabili, ma che rappresentano il male del mondo, le patologie della realtà, quest'arte non avrà nessuna possibilità di grandezza.» (Remo Bodei, L'estetica del brutto). come da tradizione morte di Lacoonte e dei suoi figli come da tradizione Gaugin Il Cristo giallo 1889 la percezione e il giudizio estetico in forma di provvisorio bilancio 4. una conclusione in “apertura” generale la forma luogo dell’incontro tra percezione e bellezza non esistono oggetti o fatti che per natura o costituzione siano portatori della funzione estetica, e altri che siano necessariamente esclusi dal suo campo di azione. … 3. in tal modo la funzione estetica si inserisce nella vita sociale 4. l'estetica diffusa è, in conclusione, un'impresa incompleta; potrebbe essere la salvezza dell'umanità 1. 2. la percezione e il giudizio estetico Esiti estetici storici contemporanei la street art in spunti 1. il contesto: la fine dell’unicum, del sacro, della sua richiesta di 2. 3. musealità, di una committenza aristocratica. l’obiettivo: l’arte immediatamente esibita e autogestita (street art, writers, come nei casi di Bansky, Obey, C215… gli Invaders): linguaggi, messaggi l’evoluzione: rischi e destino delle nuove e innovative forme espressive nella logica della commercializzazione, dell’ufficialità. space invaders la street art come una tag firma o sigla di un graffitista la street art come una tag firma o sigla di un graffitista la street art come una tag firma o sigla di un graffitista expositionsexhibitions. Così si dava a conoscere Jean-Michel Basquiat (19601988) quando ha cominciato a graffitare la città di NY. la street art l’obiettivo e i temi BANSKY la street art l’obiettivo e i temi BANSKY la street art l’obiettivo e i temi BANSKY la street art l’obiettivo e i temi BANSKY la street art l’obiettivo e i temi C215 la street art C215 l’obiettivo e i temi la street art l’obiettivo e i temi C215 la street art l’obiettivo e i temi Obey la street art l’evoluzione i rischi il destino Obey la street art l’evoluzione i rischi il destino Keith Haring 19581990 Keith Haring la street art l’evoluzione i rischi il destino Keith Haring la street art l’evoluzione i rischi il destino la street art l’evoluzione i rischi il destino filosofia minima 2013 come saluto filosofia minima 2013 l’origine personale della filosofia «…non esiste nessun mio scritto sull’argomento, né mai esisterà. Non si tratta assolutamente di una disciplina che sia lecito insegnare come le altre; solo dopo lunga frequentazione e convivenza col suo contenuto essa si manifesta nell’anima, come luce che improvvisamente si accende da una scintilla di fuoco.» Platone, Lettera VII