Corso Regionale di formazione degli Insegnanti di Religione Cattolica
della Scuola Statale di ogni ordine e grado
Marcianise (CASERTA)
22 -23 – 24 novembre 2004
Elevamento obbligo formativo
Tempo scuola leggero e modulare
Life long learning
Tecnologie
M.P.I.
La responsabilità è del MINISTERO
Le scuole: esecutrici di disposizioni ministeriali
Sovrintendenze
1 Ogni docente ha le sue classi, ha un orario settimanale determinato;
2. Tempo settimanale rigido (unità oraria 50’, 60’), tempi annuali, di
ciclo predeterminati;
3. I PROGRAMMI predeterminati dal centro, applicati dai docenti;
Provveditorati
Scuol
a
Scuol
a
4. NESSUNA FLESSIBILITA’ ORGANIZZATIVA, FUNZIONALE…
5. LE FAMIGLIE: PARTECIPANO (o ASSISTONO?) alle
scelte (419/74)
Organizzazione scolastica tradizionale (tyloristica)
1 Ogni docente ha una funzione di
sostituzione delle famiglie
2. OGNI DOCENTE applica alla lettera i
programmi stabiliti a livello superiore;
DIDATTICA DIRETTIVA
Dominio dell’insegnamento – Mancanza di condivisione
“Affollamento di nozioni e competenze”
Scuola SELETTIVA
NUOVE FRONTIERE DELLA
PSICOPEDAGOGIA
DIDATTICA NON DIRETTIVA
Progressivamente vengono introdotti
elementi di flessibilità
LEGGE 517/77
PROGRAMMI ’85
ORIENTAMENTI DEL 91
M.P.I.
Sovrintendenze
Scuola
Provveditorati
Scuola
Scuol
a
Scuola
Legate al territorio;
rispondono ai bisogni locali
Tramite tra nazionale e locale; orienta,
coordina, vigila e informa
Definisce le strategie amministrative;
obiettivi generali; controllo e monitoraggio
Scuola
Scuola
Scuola
LIVELLO
LOCALE
Responsabilità
autonomia funzionale
LIVELLO
INTERMEDIO
LIVELLO
NAZIONALE
DPR 275/99, ART. 8
Il Ministero della PI (…) definisce per i diversi tipi e
indirizzi di studio:
• Gli obiettivi generali del processo formativo
• Gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle
competenze degli alunni
• Le discipline e le attività costituenti la quota
nazionale dei curricoli e il relativo monte ore
annuale
• L’orario obbligatorio annuale (quota nazionale) e la
quota obbligatoria riservata alle ist. scolastiche
La finaltà della scuola:
la realizzazione di un
SERVIZIO ALLA PERSONA E
ALLA COMUNITÀ
DECENTRAMENTO: D.L.vo n. 112/98
Quindi deve offrire
Valori di riferimento che aiutino gli alunni ad orientarsi nella società complessa;
Competenze, più che conoscenze, che possano mettere gli alunni in condizione di
spenderle e di spendersi nel concreto del territorio in cui vivono;
Una formazione permanente
In quanto “servizio”
Deve essere efficace ed efficiente
L’autonomia è espressione di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale
È finalizzata al
Articolo 1
1.
SUCCESSO
SCOLASTICO
ALUNNO
DPR 275/99
2. SUCCESSO FORMATIVO di tutti gli alunni
Cuore
dell’autonomia
3. MIGLIORAMENTO dell’EFFICACIA e dell’EFFICIENZA
dell’insegnamamento-apprendimento.
attraverso la realizzazione
di attività di
EDUCAZIONE, FORMAZIONE, ISTRUZIONE
per lo sviluppo della persona umana
nel rispetto di
PRINCIPI COSTITUZIONALI
VALORI umani
LE SCELTE
VALORIALI POSITIVE
delle famiglie e del territorio
Organizzazione scolastica FLESSIBILE
AUTONOMIA DIDATTICA, ORGANIZZATIVA, RICERCA, SPERIMENTAZIONE E SVILUPPO
DIDATTICA CENTRATA SULL’APPRENDIMENTO
LA COLLEGIALITÀ
LA CONCERTAZIONE INTERNA
L’INTEGRAZIONE
LA CONCERTAZIONE ESTERNA
LA CO-RESPONSABILITÀ
LA FLESSIBILITÀ
LA VERIFICABILITÀ E LA VALUTAZIONE
Legge n. 53 del 28 marzo 2003
Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali in materia di
istruzione e di formazione
Art.1
Il Governo è delegato ad adottare, entro
ventiquattro mesi (marzo 2005) dalla data
di entrata in vigore della legge, nel rispetto
delle competenze costituzionali delle
regioni e di comuni e province, in
relazione alle competenze conferite ai
diversi soggetti istituzionali,
e dell'autonomia delle istituzioni
scolastiche,
UNO O PIÙ DECRETI LEGISLATIVI
per la definizione delle norme generali
sull'istruzione e dei livelli essenziali delle
prestazioni in materia di istruzione e di
istruzione e formazione professionale.
Consta di 7 articoli
Art. 2 (Sistema educativo di istruzione
e di formazione)
Art. 3 (Valutazione degli apprendimenti
e della qualità del sistema educativo di
istruzione e di formazione)
Art. 4 (Alternanza scuola-lavoro)
Art. 5 (Formazione degli insegnanti)
Legge n. 53 del 28 marzo 2003
Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli
essenziali in materia di istruzione e di formazione
Art.2
FINALITÀ
Favorire la crescita e la
valorizzazione della persona
umana;
Rispetto per
•ritmi dell’età evolutiva
•differenze/identità di ciascuno
•scelte educative della famiglia
PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI (sistema valoriale)
Apprendimento per tutto l’arco della
vita
Pari opportunità di raggiungere
elevati livelli culturali
Pari opportunità di sviluppare
capacità e competenze
Cooperazione scuola/genitori
Formazione spirituale e morale,
anche ispirata a Costituzione
Coerenza con principio di
autonomia scolastica
Senso di appartenenza a comunità
nazionale e civiltà europea
Art.2
Articolazione interna del sistema educativo
SCUOLA
DELL’INFANZIA
PRIMO CICLO
SECONDO CICLO
3 anni
8 anni
5 anni
Scuola Secondaria di
1° grado
Scuola Primaria
1
1
1
Possono essere
iscritti le bambine
E i bambini che
compiono i 3 anni
di età entro il 30
aprile dell'anno
scolastico di
riferimento
1
+ 1
1
+ 1
1
1
1
Il primo ciclo di istruzione si conclude
con un esame di Stato, il cui
superamento costituisce titolo di
accesso al sistema dei licei e al
sistema
dell'istruzione
e
della
formazione professionale
+ 1
Costituito dal sistema dei
Licei: classico, artistico,
economico...
1
PASSAGGI
3 - 5 anni
1
+ 1
1
+ 1
e dal sistema
dell’istruzione e della
formazione professionale
affidato alla
competenza delle regioni
1
1
1
1
1
Legge n. 53 del 28 marzo 2003
Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli
essenziali in materia di istruzione e di formazione
Sperimentazione a.s 2002/2003
Decreto Ministeriale n. 100 del 18
settembre 2002,
diffuso con la
Circolare Ministeriale n. 101 del 18
settembre 2002, Decreto di attuazione
del progetto nazionale di
sperimentazione ex art. 11 D.P.R. n.
275/99 - Scuola dell'infanzia e prima
classe di scuola elementare Indicazioni e istruzioni
Progetto nazionale 2003/2004
Decreto Ministeriale n. 61
con la
 Circolare di
accompagnamento n. 62
 Circolare Ministeriale 68
dell’8 agosto 2003
ALLEGATI
Indicazioni Nazionali per i
Piani di studio personalizzati
Allegato A
Sc. Infanzia
Allegato B
Sc. primaria
Allegato C
Sc. Sec.i
 Finalità
 Obiettivi Generali
 Obiettivi Specifici di Apprendimento (Osa)
Discipline/educazioni
Conoscenze (sapere)
Abilità (saper fare)
Raccomandazioni per
l’attuazione dei Piani di
studio personalizzati;
PECUP
Profilo educativo, culturale
e professionale dello
studente alla fine del primo
ciclo di istruzione.
(6-14 anni)
Allegato D
TESTI PROGRAMMATICI dell’IRC EMANATI NEGLI ULTIMI 20 ANNI
–
DPR 24/6/1986, n.539: Specifiche ed autonome attività
educative in ordine all’insegnamento della religione cattolica
nelle scuole pubbliche materne.
–
DPR 8/5/1987 n.204: Specifiche ed autonome attività
d’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche
elementari.
• DPR 21/7/1987 n.350: Programma d’insegnamento della
religione cattolica nella scuola media.
• DPR 21/7/1987 n.339: Programma d’insegnamento della
religione cattolica nella scuola secondaria superiore.
Card. C. Ruini- L. Berlinguer 1988 “Sperimentazione nazionale biennale sui programmi di religione cattolica
nella prospettiva dell’autonomia scolastica e di nuovi programmi di religione cattolica” (anni 1998-2000).
1 luglio 2001 “Documento conclusivo della sperimentazione nazionale per la formazione dei docenti di religione
della scuola dell’infanzia, della scuola elementare e della scuola media inferiore e della scuola media superiore”
2002 Ripubblicato(con l’eliminazione di ogni riferimento alla Legge 30/00)
OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DELL’IRC
NELL'AMBITO DELLE INDICAZIONI NAZIONALI
PER I PIANI PERSONALIZZATI DELLE ATTIVITÀ EDUCATIVE
Intese tra Ia C.E.I. e il M.I.U.R.
23 ottobre 2003 (Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria)
24 maggio 2004 (scuola Secondaria di Primo grado)
CURRICOLI (ieri)
Il Centro detta i vincoli nazionali (compreso ciò che gli allievi
devono sapere e saper fare alla fine di un ciclo di studi); i
docenti progettano l’attuazione dell’offerta formativa nella realtà
concreta di una scuola e di una classe nel rispetto di tali vincoli
PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI (oggi):
come nei Curricoli, ma i docenti progettano l’attuazione
dell’offerta formativa, tenendo conto della realtà personale
(capacità, attitudini, conoscenze pregresse, contesto sociofamiliare, stili cognitivi, ritmi di apprendimento, ecc.) di ciascun
allievo e delle scelte educative delle famiglie (cooperazione –
corresponsabilità - ruolo del docente coordinatore-tutor).
PECUP
OGNI ESSERE UMANO E’ PERSONA
nel momento in cui si nasce ogni uomo per natura possiede delle
CAPACITA’
EDUCAZIONE è irrobustirle, esercitarle, dispiegarle al massimo livello possibile, farle
diventare sempre più competenze personali.
Nessun intervento educativo le può dare o creare,
perché ogni persona le possiede per natura
CONCEZIONE SOFISTICA
La natura (phýsis) di ciascuno non esiste.
La natura personale di ogni allievo, è soltanto
un prodotto della «cultura» e della «storia».
Con la «tecnica educativa» (l’insieme degli
interventi di istruz. e di forma.) noi potremmo
MODELLARE (=CLONARE, RENDERE
UGUALI), a nostro piacimento tutti i soggetti.
CONCEZIONE SOCRATICA
L’essere umano ha già dentro di sé tutto ciò
che può diventare.
L’EDUCAZIONE, e le sue
«tecniche», è soltanto l’arte di aiutarlo a tirar
fuori con le sue forze ogni sua
potenzialità (maieutica), costruendo le
occasioni di aiuto perché ciò sia possibile.
“CONOSCI TE STESSO”
Un educatore “maieutico” per quanti sforzi
faccia, e per quanto sia tecnicamente scaltrito, è difficile che
possa mai pretendere di aver conosciuto a tal punto le capacità
personali di ciascuno da
dichiarare di averle prima identificate e poi concretizzate del tutto
LE CAPACITA’ UMANE NON SONO MAI
COMPLETAMENTE CONOSCIBILI, NE’ PER
L’EDUCATORE, NE’ PER L’EDUCANDO
Il processo educativo non
può che rivelarsi sempre inesauribile, ovvero
un processo che non ha mai fine, sempre
aperto alla scoperta, in ogni persona, di
capacità insospettate e sorprendenti che
possono diventare competenze di ciascuno.
LA FORMAZIONE DEVE
DURARE PER TUTTO
L’ARCO DELLA VITA
Da tale paradigma antidogmatico,
anticomportamentista, antimaterialista,
antitecnicista
L’UOMO È «PERSONA UMANA» PERCHÉ E’
ANCHE:
relazionalità (l’uomo non è un’isola, la libertà
e la responsabilità personali sono sempre
inserite in una rete relazionale;
è inesauribilità, abisso sorgivo senza fondo;
è un’identità unica e irripetibile;
NON ESISTE PER TÉCHNE UMANA,
LA VISIONE CRISTIANA
precisa il concetto di PERSONA
L’UOMO È «PERSONA UMANA» PERCHÉ:
non è soltanto un corpo;
non è soltanto un soggetto pensante;
non è soltanto affettività e sentimenti;
non è soltanto un individuo, ovvero la
componente non ulteriormente indivisibile
della società umana.
PERCHÉ È ALLO STESSO TEMPO TUTTE
QUESTE COSE INSIEME: E’ UNITA’ DI CORPO,
MENTE, SENTIMENTI… E ANCHE QUALCOSA
DI PIÙ.
TENER CONTO DELL’ALUNNO-PERSONA
SVILUPPO PSICOLOGICO;
STILI COGNITIVI;
RITMI DI APPREDNIMENTO;
CURRICOLO IMPLICITO.
CAPACITA’ E POTENZIALITA’
Per trasformarle in COMPETENZE
PASSARE DALL’INDIVIDUALIZZAZIONE ALLA PERSONALIZZAZIONE
strategie didattiche che mirano ad
assicurare ad ogni studente il
raggiungimento delle competenze
fondamentali del curricolo attraverso
una diversificazione dei percorsi di
insegnamento (mastery learning);
Strategia: individualizzazione
Caratteristiche:
rigidità della programmaz. – flessibilità interna debole
strategie didattiche finalizzate a
garantire ad ogni studente una propria
forma di eccellenza cognitiva,
attraverso possibilità elettive di
coltivare le proprie potenzialità
intellettive
Strategia: personalizzazione
Caratteristiche:
flessibilità della programmaz. – flessibilità intrinseca
DALLA
…ALLAFORMAZIONE
FORMAZIONECENTRATA
CENTRATA
SULL’APPRENDIMENTO
SULL’INSEGNAMENTO
definito
a priori.
Esplicita ciò che IlgliPPAE-PSP
studenti, alNon
fineèdel
corso di
studi, devono sapere
Perché
le
conoscenze
e
le
abilità
(OSA)
possano
diventare
PPAE
Piani
personalizzati
attività
educative
progettazione
è legata
a quella
UA
cui
è fare
costituito
FarLasìsuache
l’insegnamento
siadelle
personalizzato
(le conoscenze
disciplinari,
interdisciplinari)
e da
saper
(leèabilità
patrimonio
personale
delle
giovani
generazioni
(educazione
“Sono
il
prodotto
dell’attività
teoretica
(ricerca
scientifica,
Si
completa
e,
se
necessario,
si
modifica
in
itinere.
È l’alunno
“competente”
che
deve
emergere
da questo
PSP
Piani
diUnità
studio
personalizzati
o professionali)
per
crescere
e maturare
(per documento.
essere persona
“Laoperative
scuola
organizzato”,
lohascopo
precipuo
delle
di
apprendimento,
Epistemologicamente
ordinati, da
personale)
e
trasformate
nelle
competenze
attese
dal
PECUP,
Il
PSP
va
progettato,
come
le
UA,
a
maglie
larghe
“Corrispondono
al
SAPER
FARE
e
alla
razionalità
tecnica
nonprincipi,
“l’alunno
è regole
in grado
di…”
L’attenzione
èdelle
alla
persona, etici.”
alle
modalità
di
apprendimento,
alle è
e
concetti
e cittadino)
L’insieme
conoscenze
esue
delle
abilità
si
può
dire
che
costituisca
utilizzare secondo un ordine psicologico
SONO
individuali,
di particolari
gruppi
dicon
livello,
difine
compito
o elettivi
oppure
“chiude”
solo
alla
percorso.
necessario
caratteristicheSi
cui
affronta
ledel
esperienze
formative, alle
dell’uomo”
la
«cultura
formale».
Non costituiscono
finalità
educative
e formative
ma strumenti
Insieme
UA
effettivamente
realizzate
Quando
le UA
sono
realizzate
di
gruppo
classe
Il Profilo mette
inPERSONALIZZAZIONE
luce come ladelle
dimensione
culturale
(il sapere)
e quella professionale (il
che
mobilita
per
gestire
le difficoltà.
lacompetenze
dell’insegnamento
per
acquisire
competenze
CULTURA
è l’insieme
di quanto
è stato
prodotto
dallo
spirito
umano
nella
attività
fare)
siano occasioni
e strumenti
inscindibili
per
la crescita
educativa
personale
(persua
l’essere
Sfocia
nel
Portfolio
delle
competenze
individuali.
storica
di ciascuno)
. e che gode di una sua autonoma consistenza (esiste oggettivamente)
OGGI:
livelloNazionale
Nazionale
IERI: a alivello
PECUP
Profilo Educativo, Culturale e Professionale
OGGI:
IERI: a livello di Scuola singola
Piano dell’Offerta
PROGRAMMAZIONE
Formativa
Definisce
l’identità della
scuola e
educativa
e didattica
Per rispondere a queste esigenze,
le scelte organizzative
Strumenti culturali
a partire da un nuovo quadroP.E.I.
Convivenza civile
valoriale,
PERSONA
PPAE - PSP.
ALUNNO
Cuore
della
P.O.F.
LA
RIFORMA
Cuore
Riforma
INDICAZIONI
dell’autonomia
CURRICOLINAZIONALI
Unità di
ha
ridefinito
tutto
l’assetto
PROGRAMMAZIONE
“Saperi essenziali”
apprendimento
 Finalità
disciplinare
organizzativo
della
scuola
in
Italia
 Obiettivi Generali
PROGRAMMI
NAZIONALI
Identità
 Obiettivi Specifici di Apprendimento (Osa)
Discipline/educazioni
Conoscenze (sapere)
Abilità (saper fare)
Unità Didattiche
PORTFOLIO
SCHEDA DI VALUTAZIONE
Per capacità
chi
Il compito
lavora
con
proprio
le una
UAdell’educazione
non è sufficiente
quello
che le di
conoscenze
favorire
la e le
“Per
si intende
potenzialità
e unaèpropensione
dell’essere
abilità
trasformazione
acquisite
delle
capacità
e
imparate
in delle
competenze,
dall’alunno,
occorre
implementando
anche che
nel
umano
asiano
fare, pensare,
agire
in un certo
modo,
cioè capacità
da
essere potenziali
umano”
“Le competenze
sono
l’insieme
buone
Al centro dei due assi si pongono le
siano
assimilate
di
maturazione
e personalizzate,
gli unici
cioè
componenti
digerite
esempre
metabolizzate
su cuidinamiche.
ha presa
Non
sono
mai
statiche,
definite
una
volta
per
tutte, ma
diprocesso
ciascuno
portate
effettivamente
al
miglior
compimento
nelledal
UNITÀ
DI
APPRENDIMENTO
tessuto delle capacità
diretta:
dell’alunno,
abilità e trasformandosi
conoscenze. in competenze.
Sono
sempresituazioni
unitarie ed date”
integrate tra loro:coinvolgono sempre, nel loro
particolari
esibirsi, tutto insieme ciò che siamo e che possiamo essere.
L’ISTRUZIONE HA
SENSO SOLO SE È
FORMATIVA
L’EDUCAZIONE PERSONALE È UN PROCESSO
che parte dalla natura di ciascuno e che, interconnettendosi con la cultura, determina
via via la qualità della nostra vita umana nel mondo naturale e sociale.
Fine dell’educazione
Crescita e maturazione della
persona
Scopo dell’istruzione
Acquisizione delle abilità e
delle conoscenze
Finalità:
rendere possibile l’incontro tra
Possono essere
PLURI(INTER)- DISCIPLINARI o
semplicemente DISCIPLINARI(?)
L’UA trova posto al crocevia tra l’asse della formazione e l’asse delle istruzione
Sonoschema
“laiche”con
non
sposano
nessuna
teoria,
sono
LeFASE
UA sono
pochi
contenuti
chedeve
si andrà
PRE-ATTIVA:
Le UA innescano
l’attività che
essereriempiendo
capace di
compatibili
con
tutte
le
teorie
interno ed
in situazione
(progettazione
a bassa
risoluzione,
egoverno
completando
strada
facendo,
una sorta di
Diario
di bordo.
BASSAdebole)
DEFINIZIONE
La funzione formativa e didattica
FASEFunzione
ATTIVA: delle
Programmata
risoluzione
orienta l’azione
didattica,
UA non è a
labassa
trasmissione
di conoscenze
e le abilità
recepisce iconsiderate;
ritorni di questa
azione,
una
logica di
astrattamente
essestessa
devono
esseresecondo
piuttosto
occasioni
per lo
Dalle
Indicazioni
Naz.
interdipendenza
e
si
arricchisce
e
precisa
strada
facendo.
sviluppo integrale della persona, in questo senso so “formative”, ma
hanno anche una funzione didattica in quanto “orientano l’azione
Le Unità di apprendimento… [sono] costituite dalla
FASE POST-ATTIVA: Nel caso
delle UA, non è previsto soltanto
didattica”.
progettazione:
l’accertamento del livello delle
conoscenze e delle abilità acquisite, ma
a) di uno o più obiettivi formativi tra loro integrati
anche l’accertamento relativo(definiti
all’intero
di apprendimento,
se e di
anche
con i relativie cioè
standard
La centratura sull’apprendimento
quanto le conoscenzeAscendente
e abilità
abbianoPer
maturato
le competenze
la progettazione
apprendimento,
riferiti
alle
conoscenze Discendente
e alle
le UA sono concepite come occasioni di apprendimento
(processo che
DUE
STRADE
abilità
coinvolte);
Prospettiva statica
trasforma le capacità in competenze; processo di acquisizione delle
b) dalle attività educative e didattiche unitarie, dai
conoscenze
edalle
abilità)
FASE
DOCUMENTAZIONE
gli
UA sono uno strumento di lavoro
metodi,DELLA
soluzioni organizzative ritenute
Nelle Indicazioni
Nazionali, l’UA è
presentata come un
oggetto poliedrico, con
diverse facce
Le
Partendo dal PECUP
PECUP
PECUP
elaborati
significativi,
con
il commento
e la
necessarie
per
concretizzare
gli obiettivi
e dagli
OSA,
giunge
ad incontrare
i
formativi
formulati;
descrizione
dei docenti
e degli
alunni, sono
La curvatura
personalizzata
OSA
bisogni
e la
storia di sia i livelli OSA
c)
dalle
modalità
con
cui
verificare
delle
Prospettiva dinamica
raccolti
nelgruppo
Portfolio
Articola l’intero di apprendimento in obiettivi
ai
un adeguati
certo
di reali bisogni
conoscenze e delle abilità acquisite, sia se e
alunni egli alunni
formativi di ciascuno
quanto tali conoscenze e abilità si siano
Le UA, come evento o processo
UA
trasformate
in
competenze
personali UAdi
didattico- Pedagogico prevedono una
ciascuno.”
realizzazione in tre fasi: progettazione,
realizzazione, controllo.
Prospettiva metodologica
Le UA viste come idea o indicazione su
come organizzare e gestire l’attività di
apprendimento insegnamento
Partendo dai bisogni
Ogni istituzione escolastica,
o ogni gruppo docente,
dalle storia degli
deciderà il grado
di
di questa
alunni giungeanaliticità
a
raccordarsi
con
gli
progettazione delle
Unità di
apprendimento
Obiettivi specifici e
con il Profilo
Unità di
apprendimento
Apprendimento unitario
Compito unitario
PER RISPONDERE AI
BISOGNI
Obiettivo/i formativo/i
(PREVISTI O REALI = PARTENDO
DALL’ALTO O DAL BASSO))
Nell’UA bisogna indicare il
riferimento a
Finalità - OGPF
OSA
disciplinari che
utilizziamo
PECUP
POF
PROGETTARE (a maglie larghe)
attività didattica
Disciplina 1
attività didattica
Disciplina 1
attività didattica
Disciplina 1
Obiettivi, metodi, mezzi….
Obiettivi, metodi, mezzi….
Obiettivi, metodi, mezzi….
Laboratori
Coinvolgimento
delle famiglie
COLLEGIALMENTE
(ovvero con il coordinamento del
tutor e tra i docenti interessati
all’UA)
Classi aperte
Larsa
Modalità verifica
REALIZZAZIONE
VALUTAZIONE
DOCUMENTAZIONE
“Oggetto dell’educazione è quello di costituire nell’allievo uno
stato interiore profondo, una sorta di polarità dell’anima che
l’orienti in senso definitivo, non solamente durante l’infanzia,
ma per tutta la vita” (Durkheim)
Unitarietà del SAPERE
LA DIDATTICA LABORATORIALE
È Necessario
Permette di far passare la situazione di
Superare il didatticismo finediaTUTTE
se stesso
insegnamento/apprendimento
che vede
l’azione d’aula
le discipline
dall’auditorium
al come
laboratorium sia
gruppo classe,
sia
trasmissione
di nel
frammenti
di conoscenza.
nei Gruppi di livello, compito, elezione,
Coniugare nella pratica scolastica l’appartenenza
creando ambienti di apprendimento
ad una cultura con il senso di meraviglia che
adatti
e significativi per gli allievi.
l’uomo coltiva di fronte al mistero della vita
consente di cogliere i saperi come risposta
ai grandi interrogativi dell’umanità
I LABORATORI OPZ.-FACOLT.
Utilizzano spazi attrezzati per realizzare, ad
Curare
esempio,un approccio transdisciplinare
come
approdo alla dimensione
 Attività
informatiche
esistenziale
propria
dell’uomo
 Attività
espressive
(teatro, danza,
musica,che
mimo,…)
permette di oltrepassare la
 frammentazione
Attività linguistiche (inglese,
italiano,
…)
del sapere
culturale.
 Attività
di progettazione
(bricolage, per
Andare
oltre le discipline
giardinaggio,
cura
dei
beni
ambientali,
…)vedere
conservarle, per legittimarle,
per
 Attività motorie e sportive
in esse la risposta ai bisogni dell’uomo,
 Larsa (Laboratori di Approfondimento,
alle
domande
sulla
condizione
umana
Recupero
e Sviluppo
degli
Apprendimenti)
Le discipline sono un artificio
OLOGRAMMA
Unitarietà della PERSONA
La persona con tutte le sue
dimensioni è e resta una unità
inscindibile: corpo, anima, mente.
Unitarietà
dell’APPRENDIMENTO
L’APPRENDIEMENTO è UNITARIO, non è
disciplinare -> E’ inutile programmare
attività che si pensa sollecitino solo
capacità intellettuali. Bisogna pensare a
progettare attività che coinvolgono anche
quelle affettive, relazionali, espressive, …
NON C’È SEPARAZIONE TRA
THEORIA E TECNÈ
CEI, Insegnare religione cattolica oggi. Nota pastorale, 1991
LA FIGURA E COMPITI DEL DOCENTE DI RELIGIONE
L'Insegnamento della Religione Cattolica è:
•
un servizio educativo in una scuola che vuole formare;
•
una disciplina che promuove l'acquisizione della cultura religiosa;
•
una risorsa offerta a tutti;
•
un insegnamento facoltativo (favorisce il valore della libertà di coscienza),
svolto come precisa il testo del Concordato «in conformità alla dottrina
della Chiesa» (quindi presenta i contenuti del Cattolicesimo tramite
docenti riconosciuti idonei dalla Chiesa) e «nel quadro delle finalità della
scuola».
«L'Insegnamento della Religione Cattolica intende promuovere una ricerca
della verità, offrendo agli alunni tutti quegli elementi culturali che sono
necessari per la conoscenza della religione cattolica e per l'esercizio di
un'autentica libertà di pensiero e di decisione» (n. 13).
CEI, Insegnare religione cattolica oggi. Nota pastorale, 1991
LA FIGURA E COMPITI DEL DOCENTE DI RELIGIONE
L'Insegnante di Religione è:
• uomo di fede, una fede professata e vissuta («Gli alunni hanno
diritto d'incontrare in lui una personalità credente»);
• professionista della scuola, culturalmente qualificato;
• in comunione con la Chiesa, dalla quale riceve il necessario
conoscimento di idoneità;
• uomo della sintesi (sul piano della mediazione culturale, del
rapporto con gli alunni e di quello tra comunità ecclesiale e
scolastica);
• educatore dalla spiritualità ricca di atteggiamenti evangelici.
Esso mira a quattro grandi traguardi
 Contribuire allo sviluppo della persona, nello specifico della dimensione
spirituale e religiosa: contribuire al processo unitario e integrale di maturazione
della persona umana.
 Guidarlo a rispondere alle domande di verità e di senso, di bene e di male
per l’uomo (connaturale alla religione).
 Guidare i discenti alla conoscenza della realtà (c’è anche la religione =
cattolica!) in cui vive, dandogli anche gli strumenti per interpretarla.
 Mostrare come il Cristianesimo abbia contribuito e contribuisca Allo
sviluppo dell’uomo nella storia come nel nostro oggi.
 Sviluppare le capacità di aprirsi all’altro, al diverso, scoprirlo come valore,
come persona e come “fratello”.
Dal PECUP
Dal punto di vista educativo, non esistono età, né scuole, che non siano fondamentali
per la costruzione del proprio progetto di vita.
L’educazione è nemica di ogni parzialità ed esige costantemente uno sviluppo armonico, integrale ed integrato di
tutte le dimensioni della persona e in tutti i momenti della vita.
il Primo Ciclo di istruzione, dai 6 ai 14 anni, è un passaggio fondamentale per la
costruzione del “progetto di vita” di ogni persona
Il Bambino “scopre la difficoltà, ma anche la necessità,
dell’ascolto delle ragioni altrui, del rispetto, della tolleranza, della cooperazione e della
solidarietà, anche quando richiedono sforzo e disciplina interiore;
si pone problemi esistenziali, morali, politici, sociali ai quali avverte la necessità di dare
risposte personali non semplicemente ricavate dall’opinione comune”
“ha consapevolezza, sia pure in modo introduttivo, delle radici storico-giuridiche,
linguistico-letterarie e artistiche che ci legano al mondo classico e giudaico-cristiano, e
dell'identità spirituale e materiale dell'Italia e dell'Europa”
Correttezza della
trattazione dei nuclei
fondanti
Dio e l’uomo, Cristo, la Chiesa, la morale, la
fonte biblica, i segni e i linguaggi.
Essenzialità e organicità
Fenomenicità del dato cristiano
Concentrazione sui
nuclei tematici essenziali
conoscenze, atteggiamenti, abilità,
rispetto, dialogo con l’altro.
conoscenza, rispetto, dialogo con le
altre confessioni religiose.
Il progetto di Dio x l’uomo
I valori morali
I grandi perché della vita
LE DOMANDE DI SENSO
L’AGIRE
CRISTIANO
ECUMENISMO
e DIALOGO INTERRELIGIOSO
Segni e simboli del
cristianesimo
La storia della salvezza
GESU’ CRISTO
SALVATORE
La Bibbia e i Vangeli
Le grandi figure dell’AT,
NT, santi
Il cristianesimo nella storia
LA CHIESA
Le religioni monoteiste e le altre religioni
L’uomo che
incontra DIO
Sacramenti e carismi
Chiesa e mondo
Preghiere e feste cristiane
espressi con attenzione alla scuola e allo specifico religioso cattolico con tutta la sua valenza culturale
Non tutti gli alunni apprendono in modo uguale
Ci sono condizioni interne (stili cognitivi di apprendimento, esperienze, conoscenze e competenze acquisite…) e
condizioni esterne (famiglia, strutture scolastiche, modalità di insegnamento …) che condizionano l’apprendimento,
mettendo al centro
dell’azione formativa
L'ALUNNO E L’APPRENDIMENTO
strutturando l’azione formativa,
l’ambiente, le strutture… in modo tale
che favoriscano l’apprendimento
INDICAZ. NAZ.
PECUP
Finalità - OGPF
OSA
POF
OBIETTIVI FORMATIVI
PPAE-PSP
Nel quadro delle possibilità offerte alla scuola dall’autonomia
Sia come gruppo che come individui
ATTENZIONE alla multiculturalità
INTERCULTURALITÀ
La pedagogia del documento della
religione cattolica: la Bibbia
CONFESSIONALITÀ APERTA
(ai segni religiosi di ambiente e a quelli
altri popoli, nonché al confronto)
L’attenzione all’esperienza umana e
culturale dei bambini e dei ragazzi
La progressività ciclica
La fedeltà ai nuclei fondanti del dato
cristiano
L’interdisciplinarità
Dinamica di un processo che va dall’umano, all’umano religioso, al religioso
cattolico, con l’accoglienza e l’apertura verso chi professa un credo diverso..
Nel fare educazione interculturale non si può prescindere
dall’insegnamento della religione cattolica in quanto la religione - come
afferma Giovanni Paolo II - è “il nucleo generatore di ogni autentica
cultura, in quanto costituito dal suo approccio al mistero di Dio, nel
quale soltanto trova fondamento incrollabile un ordine sociale
incentrato sulla dignità e responsabilità personale”.
Fare IRC in chiave interculturale significa sviluppare in termini
educativo-didattici le tematiche connesse all’Ecumenismo e al Dialogo
interreligioso per superare stereotipi e pregiudizi, forme di chiusure e di
intolleranza, e per promuovere la conoscenza, il dialogo e la convivenza
tra persone di diverse culture che interagiscono su uno stesso
territorio.
La Convivenza pacifica è il fine e la logica conseguenza della conoscenza e del dialogo e il
fine ultimo dell’educazione interculturale. Essa comporta il superamento di ogni forma di
intolleranza e di conflittualità negativa, permettendo a persone di razza, cultura e religione
diverse di “vivere insieme” nel piccolo villaggio del mondo. Il riferimento fondamentale della
convivenza è la dignità della persona umana. L’altro è la persona da rispettare in tutte le sue
manifestazioni e dimensioni, è la persona con la quale, in un clima di solidarietà e
reciprocità, dobbiamo collaborare per costruire un futuro migliore.
Questo tipo di “convivenza”, resta per il Cristiano un obiettivo minimo. Egli,
infatti, secondo i principi del cristianesimo, non è solo la persona da rispettare,
ma anche il fratello da amare in virtù della comune origine (tutti siamo creati da
Dio a sua immagine e somiglianza) e della fratellanza in Cristo (morto e risorto
per tutti gli uomini). Con le altre Comunità Cristiane e le altre Religioni
condividiamo la ricerca della convivialità, che è vivere insieme nella verità e
carità, nella condivisione e com-prensione di se stessi e degli altri, è lasciarsi
coinvolgere dalle ricchezze e dalle povertà degli altri, accogliendo ed amando.
I MODELLI OPERATIVI DELLA VALUTAZIONE,
evolvono col tempo e si storicizzano, in base alle svolte culturali che
si verificano, all’ evoluzione del pensiero pedagogico, al modo di
vedere la scuola, , ecc.
Questo ci deve far capire che dietro ogni modello operativo di
valutazione c’è una cultura della valutazione che, prendendo corpo in
una serie di norme giuridiche, vincola operativamente i
comportamenti collettivi ed individuali all’interno della scuola
PARLARE DI VALUTAZIONE NELLA SCUOLA
DELL’AUTONOMIA E DELLA RIFORMA SIGNIFICA
DELINEARE DUE DIFFERENTI PIANI:
il PIANO DELLA VALUTAZIONE ESTERNA, realizzata dall’
I.N.VAL.S.I., con funzione di supporto alle politiche educative
nazionali e alla valutazione interna della scuola
il PIANO DELLA VALUTAZIONE INTERNA;
Dai documenti nazionali emerge la modalità con cui osservare lo studente:
· considerando le sue capacità potenziali
· confrontando le conoscenze e le abilità che possiede con quelle indicate negli OSA
· definendo quali obiettivi formativi sono a lui accessibili e per lui significativi per promuovere le
competenze personali.
LA VALUTAZIONE
DEVE
ESSERE COERENTE CON
QUESTA IMPOSTAZIONE
OBIETTIVI FORMATIVI
Sono il centro o il perno
attorno a cui tutta l’UA ruota
NELLA VALUTAZIONE TRADIZIONALE
valutando ciò che un ragazzo “sa”, si controlla e si verifica la “riproduzione” ma non la
“costruzione” e lo “sviluppo” della conoscenza e neppure la “capacità di applicazione
reale” della conoscenza posseduta.
Una valutazione che voglia essere maggiormente autentica dovrebbe
consentire di esprimere un giudizio più esteso dell’apprendimento e
cioè della capacità di pensiero critico, di soluzione dei problemi, di
metacognizione, di efficienza nelle prove, di lavoro in gruppo, di
ragionamento e di apprendimento permanente (Arter & Bond,l996).
La prospettiva di una “valutazione alternativa” (=AUTENTICA) in sostituzione di quella
tradizionale sta a indicare una valutazione che intende verificare non solo ciò che uno
studente sa, ma ciò che “sa fare con ciò che sa” fondata su una prestazione reale e
adeguata dell’apprendimento. Grant Wiggins (l993)
La valutazione autentica o alternativa si fonda quindi anche sulla
convinzione che l’apprendimento scolastico non si dimostra con
l’accumulo di nozioni, ma con la capacità di generalizzare, di
trasferire e di utilizzare la conoscenza acquisita a contesti reali.
Per questo nella valutazione autentica le prove sono preparate
in modo da richiedere agli studenti di utilizzare processi di pensiero
più complesso, più impegnativo e più elevato.
La valutazione autentica o alternativa
GENERA UNO SPOSTAMENTO
DELL’ATTENZIONE VALUTATIVA
dall’asse degli apprendimenti culturali (conoscenze e abilità)
all’asse della maturazione personale (capacità e competenze),
individuato come l’asse portante e di riferimento
per tutte le pratiche di valutazione.
qualsiasi pratica valutativa non deve mai
perdere di vista l’unità della persona e la
continuità del
processo formativo
conoscenze e abilità sono un accertamento
strumentale e di mezzo, estrinseco rispetto
all’essere del soggetto, alla sua individualità
e specificità
I DUE PIANI (AVERE e ESSERE – ISTRUZIONE e FORMAZIONE)
Per quanto connessi, sono due piani differenti … si richiamano, ma non sono sovrapponibili
La sfida delle scuola dell’autonomia è di far convivere, mediante un giusto equilibrio, la tensione
verso l’oggettività con quella verso il significato.
È il punto di arrivo del percorso compiuto, il punto di partenza per la promozione
progressiva delle competenze definite nel PECUP alla fine del primo ciclo di
istruzione.
Dalle INDICAZIONI NAZIONALI





IL COLLEGIO DEI DOCENTI deve effettuarre
l’individuazione dei criteri di scelta per organizzare i materiali
contenuti nel Portfolio è un preciso dovere di ogni istituzione
scolastica
il Portfolio non deve essere semplicemente un contenitore ma una
selezione di materiali dotata di organicità e significatività
i materiali sono scelti con precise annotazioni sia dei docenti, sia
delle famiglie, ed eventualmente, degli alunni
comprende due sezioni, una valutativa e l’altra orientativa, in cui
comunque le due dimensioni della valutazione e dell’orientamento
sono strettamente interconnesse;
la compilazione esige il coinvolgimento dell’alunno e della famiglia
IL PORTFOLIO ESTESO
Il Portfolio “seguirà poi lo studente per
tutta la durata del suo percorso
scolastico.
Con gli opportuni adattamenti, potrà, inoltre
rimanere un documento che accompagna i
cittadini anche dopo i 12 anni di istruzione e
formazione obbligatoria come strumento da
utilizzare per la ricerca del lavoro, la
riconversione professionale e la formazione
continua”.
Portfolio annuale, o biennale, potrà
essere consegnato all’alunno,
suddiviso in volumi
IL PORTFOLIO RIDOTTO
Ha la funzione di documento
formale del percorso scolastico
degli alunni:
Rimane agli atti della Scuola, in forma meno
estesa, contiene gli elementi di valutazione e
orientamento che certificano l’apprendimento
dello studente.
È predisposto secondo gli stessi
criteri di quello esteso, ma ha una
forma più agile
L’organizzazione non è mai neutra
È specchio di un’idea specifica di scuola
Deve essere funzionale:
nessuna organizzazione è valida in assoluto
ogni organizzazione deve essere calata nel contesto
PUNTI FOCALI
Tenere il tutto organizzativo in base ad una
progettualità forte unitaria di scuola
(quota fissa/quota opzionale)
Abbattere i vincoli rigidi e utilizzare la
flessibilità funzionalmente al progetto della
scuola e alla didattica
La proposta va fatta in tempo utile alle famiglie perché scelgano secondo criteri non quantitativi, ma qualitativi. La
scelta va guidata secondo i reali bisogni degli alunni. Ogni scuola deve innanzitutto decidere, sulla base dei bisogni
formativi riscontrati, quali insegnamenti e attività mettere in conto alla quota F/O, quale monte ore destinare ad ogni
insegnamento e attività, secondo quali modalità temporali.
TRE MODELLI
Modello a scelta libero
Modello strutturato
La scuola propone una serie di
laboratori
tra cui
B = 24 x 33
C=gli
B - alunniA
famiglie devono scegliere
La scuola propone tre opzioni
possibili di tempo scuola, già preconfezionati, predeterminando i
laboratori per ciascuno di essi.
1. obbligatorio a 891 ore (ossia 27 ore
medie) – senza attività o laboratori
opzionali (solo ordinari);
2. opzionale a 990 ore (891+99, ossia
30 ore medie) – che preveda un
numero di attività o laboratori F/O e
relativa quantificazione oraria, tali
da arrivare a 99 ore;
3. opzionale a 1089 (891+198, ossia 33
ore medie) – che preveda un numero
di attività o laboratori F/O, tali da
arrivare a 198 ore.
La scelta delle famiglie deve comunque
prevedere un blocco che consenta agli alunni
di effettuare 99 0 198 ore (p. es. 3 o 6 laboratori
di 33 ore ciascuno)
Modello a scelta mista
Il modello prevede l’integrazione
delle dei due modelli precedenti.
B = 24
x 33
Si potrebbe, ad esempio, proporre una quota
già confezionata, x es. 3 lab di 33 ore, e dare la
possibilità di scegliere tra varie proposte altri 3
laboratori di 33 ore
Il tutor nella moderna accezione, esplica una
funzione di supporto-guida
allo studente
per aiutarlo ad affrontare lo studio e a
superarne le difficoltà e le frustrazioni senza
lasciarsi demotivare dall’insuccesso.
svolge all’interno della scuola un ruolo finalizzato a favorire e a
mantenere comunicazioni e relazioni virtuose con/tra studenti,
colleghi, famiglie, istituzioni e enti esterni alla scuola;
- sa documentare le esperienze
- ottimizzare la circolazione delle informazioni e delle programmazioni;
- propizia collaborazioni interdisciplinari e transdisciplinari;
- cura gli orari e le eventuali modifiche
• sa accogliere e integrare gli studenti affidatigli nel gruppo:
• sa individuarne potenzialità e limiti,
• sa consigliare sui Laboratori che sarebbe bene essi
frequentassero sulla base degli <<stili di apprendimento>> e
dei livelli di preparazione;
• sa monitorare i progressi degli allievi
• favorire la creazione delle condizioni più opportune affinché
vengano superate le difficoltà presenti nel percorso di
formazione.
• offre attenzione, ascolto, guida, orienta, accogliendo, se è il
caso, anche le richieste di aiuto.
Il coordinatore-tutor nei Documenti della Riforma
ATTIVITÀ e COORDINAMENTO TEAM
“ASSICURA una presenza temporale di almeno 18 ore settimanali
con gli alunni nei primi tre anni della scuola primaria”
“SVOLGE funzioni di coordinatore del team docente”
“FACILITA le relazioni interpersonali ed educative”
Il coordinatore-tutor nei Documenti della Riforma
I PERCORSI FORMATIVI
“ASSICURA la coerenza e la gradualità dei percorsi formativi”
“CURA la continuità educativa e didattica”;
“PROGETTA
• un’organizzazione del percorso formativo degli allievi;
• una successione organica e ordinata dei momenti differenti tra
gruppi classe, di livello, di compito o progetto ed elettivi”
“COORDINA i percorsi formativi per gli alunni;
“MONITORA per apportare adattamenti in itinere sia di
intensificazione sia di rallentamento”;
Il coordinatore-tutor nei Documenti della Riforma
LABORATORI
“INDICA in accordo con altri docenti e famiglie quali laboratori
possono essere particolarmente utili per lo sviluppo delle capacità
di ciascun allievo”
“può CONDURRE moduli di lavoro all’interno di uno o più
laboratori”
“può SVOLGERE attività laboratoriali in presenza dell’intero gruppo
classe”
“può coordinare la propria attività con quella dei colleghi
responsabili dei laboratori”.
Il coordinatore-tutor nei Documenti della Riforma
IL PORTFOLIO
“RACCOGLIE osservazioni sistematiche per identificare il percorso
di apprendimento adatto a ciascuno degli allievi che gli sono
affidati”.
“CURA la compilazione del portfolio d’intesa con altri docenti del
team in collaborazione con le famiglie”.
“COMPILA e AGGIORNA il portfolio delle competenze individuali in
collaborazione con colleghi di laboratorio, famiglie e fanciulli”;
“COINVOLGE in prima persona l’allievo nella elaborazione del
portfolio”.
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La riforma Moratti e l`insegnamento della religione cattolica