Corso Regionale di formazione degli Insegnanti di Religione Cattolica della Scuola Statale di ogni ordine e grado Marcianise (CASERTA) 22 -23 – 24 novembre 2004 Elevamento obbligo formativo Tempo scuola leggero e modulare Life long learning Tecnologie M.P.I. La responsabilità è del MINISTERO Le scuole: esecutrici di disposizioni ministeriali Sovrintendenze 1 Ogni docente ha le sue classi, ha un orario settimanale determinato; 2. Tempo settimanale rigido (unità oraria 50’, 60’), tempi annuali, di ciclo predeterminati; 3. I PROGRAMMI predeterminati dal centro, applicati dai docenti; Provveditorati Scuol a Scuol a 4. NESSUNA FLESSIBILITA’ ORGANIZZATIVA, FUNZIONALE… 5. LE FAMIGLIE: PARTECIPANO (o ASSISTONO?) alle scelte (419/74) Organizzazione scolastica tradizionale (tyloristica) 1 Ogni docente ha una funzione di sostituzione delle famiglie 2. OGNI DOCENTE applica alla lettera i programmi stabiliti a livello superiore; DIDATTICA DIRETTIVA Dominio dell’insegnamento – Mancanza di condivisione “Affollamento di nozioni e competenze” Scuola SELETTIVA NUOVE FRONTIERE DELLA PSICOPEDAGOGIA DIDATTICA NON DIRETTIVA Progressivamente vengono introdotti elementi di flessibilità LEGGE 517/77 PROGRAMMI ’85 ORIENTAMENTI DEL 91 M.P.I. Sovrintendenze Scuola Provveditorati Scuola Scuol a Scuola Legate al territorio; rispondono ai bisogni locali Tramite tra nazionale e locale; orienta, coordina, vigila e informa Definisce le strategie amministrative; obiettivi generali; controllo e monitoraggio Scuola Scuola Scuola LIVELLO LOCALE Responsabilità autonomia funzionale LIVELLO INTERMEDIO LIVELLO NAZIONALE DPR 275/99, ART. 8 Il Ministero della PI (…) definisce per i diversi tipi e indirizzi di studio: • Gli obiettivi generali del processo formativo • Gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni • Le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli e il relativo monte ore annuale • L’orario obbligatorio annuale (quota nazionale) e la quota obbligatoria riservata alle ist. scolastiche La finaltà della scuola: la realizzazione di un SERVIZIO ALLA PERSONA E ALLA COMUNITÀ DECENTRAMENTO: D.L.vo n. 112/98 Quindi deve offrire Valori di riferimento che aiutino gli alunni ad orientarsi nella società complessa; Competenze, più che conoscenze, che possano mettere gli alunni in condizione di spenderle e di spendersi nel concreto del territorio in cui vivono; Una formazione permanente In quanto “servizio” Deve essere efficace ed efficiente L’autonomia è espressione di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale È finalizzata al Articolo 1 1. SUCCESSO SCOLASTICO ALUNNO DPR 275/99 2. SUCCESSO FORMATIVO di tutti gli alunni Cuore dell’autonomia 3. MIGLIORAMENTO dell’EFFICACIA e dell’EFFICIENZA dell’insegnamamento-apprendimento. attraverso la realizzazione di attività di EDUCAZIONE, FORMAZIONE, ISTRUZIONE per lo sviluppo della persona umana nel rispetto di PRINCIPI COSTITUZIONALI VALORI umani LE SCELTE VALORIALI POSITIVE delle famiglie e del territorio Organizzazione scolastica FLESSIBILE AUTONOMIA DIDATTICA, ORGANIZZATIVA, RICERCA, SPERIMENTAZIONE E SVILUPPO DIDATTICA CENTRATA SULL’APPRENDIMENTO LA COLLEGIALITÀ LA CONCERTAZIONE INTERNA L’INTEGRAZIONE LA CONCERTAZIONE ESTERNA LA CO-RESPONSABILITÀ LA FLESSIBILITÀ LA VERIFICABILITÀ E LA VALUTAZIONE Legge n. 53 del 28 marzo 2003 Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali in materia di istruzione e di formazione Art.1 Il Governo è delegato ad adottare, entro ventiquattro mesi (marzo 2005) dalla data di entrata in vigore della legge, nel rispetto delle competenze costituzionali delle regioni e di comuni e province, in relazione alle competenze conferite ai diversi soggetti istituzionali, e dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, UNO O PIÙ DECRETI LEGISLATIVI per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di istruzione e formazione professionale. Consta di 7 articoli Art. 2 (Sistema educativo di istruzione e di formazione) Art. 3 (Valutazione degli apprendimenti e della qualità del sistema educativo di istruzione e di formazione) Art. 4 (Alternanza scuola-lavoro) Art. 5 (Formazione degli insegnanti) Legge n. 53 del 28 marzo 2003 Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali in materia di istruzione e di formazione Art.2 FINALITÀ Favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana; Rispetto per •ritmi dell’età evolutiva •differenze/identità di ciascuno •scelte educative della famiglia PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI (sistema valoriale) Apprendimento per tutto l’arco della vita Pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali Pari opportunità di sviluppare capacità e competenze Cooperazione scuola/genitori Formazione spirituale e morale, anche ispirata a Costituzione Coerenza con principio di autonomia scolastica Senso di appartenenza a comunità nazionale e civiltà europea Art.2 Articolazione interna del sistema educativo SCUOLA DELL’INFANZIA PRIMO CICLO SECONDO CICLO 3 anni 8 anni 5 anni Scuola Secondaria di 1° grado Scuola Primaria 1 1 1 Possono essere iscritti le bambine E i bambini che compiono i 3 anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento 1 + 1 1 + 1 1 1 1 Il primo ciclo di istruzione si conclude con un esame di Stato, il cui superamento costituisce titolo di accesso al sistema dei licei e al sistema dell'istruzione e della formazione professionale + 1 Costituito dal sistema dei Licei: classico, artistico, economico... 1 PASSAGGI 3 - 5 anni 1 + 1 1 + 1 e dal sistema dell’istruzione e della formazione professionale affidato alla competenza delle regioni 1 1 1 1 1 Legge n. 53 del 28 marzo 2003 Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali in materia di istruzione e di formazione Sperimentazione a.s 2002/2003 Decreto Ministeriale n. 100 del 18 settembre 2002, diffuso con la Circolare Ministeriale n. 101 del 18 settembre 2002, Decreto di attuazione del progetto nazionale di sperimentazione ex art. 11 D.P.R. n. 275/99 - Scuola dell'infanzia e prima classe di scuola elementare Indicazioni e istruzioni Progetto nazionale 2003/2004 Decreto Ministeriale n. 61 con la Circolare di accompagnamento n. 62 Circolare Ministeriale 68 dell’8 agosto 2003 ALLEGATI Indicazioni Nazionali per i Piani di studio personalizzati Allegato A Sc. Infanzia Allegato B Sc. primaria Allegato C Sc. Sec.i Finalità Obiettivi Generali Obiettivi Specifici di Apprendimento (Osa) Discipline/educazioni Conoscenze (sapere) Abilità (saper fare) Raccomandazioni per l’attuazione dei Piani di studio personalizzati; PECUP Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione. (6-14 anni) Allegato D TESTI PROGRAMMATICI dell’IRC EMANATI NEGLI ULTIMI 20 ANNI – DPR 24/6/1986, n.539: Specifiche ed autonome attività educative in ordine all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche materne. – DPR 8/5/1987 n.204: Specifiche ed autonome attività d’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche elementari. • DPR 21/7/1987 n.350: Programma d’insegnamento della religione cattolica nella scuola media. • DPR 21/7/1987 n.339: Programma d’insegnamento della religione cattolica nella scuola secondaria superiore. Card. C. Ruini- L. Berlinguer 1988 “Sperimentazione nazionale biennale sui programmi di religione cattolica nella prospettiva dell’autonomia scolastica e di nuovi programmi di religione cattolica” (anni 1998-2000). 1 luglio 2001 “Documento conclusivo della sperimentazione nazionale per la formazione dei docenti di religione della scuola dell’infanzia, della scuola elementare e della scuola media inferiore e della scuola media superiore” 2002 Ripubblicato(con l’eliminazione di ogni riferimento alla Legge 30/00) OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DELL’IRC NELL'AMBITO DELLE INDICAZIONI NAZIONALI PER I PIANI PERSONALIZZATI DELLE ATTIVITÀ EDUCATIVE Intese tra Ia C.E.I. e il M.I.U.R. 23 ottobre 2003 (Scuola dell’Infanzia e Scuola Primaria) 24 maggio 2004 (scuola Secondaria di Primo grado) CURRICOLI (ieri) Il Centro detta i vincoli nazionali (compreso ciò che gli allievi devono sapere e saper fare alla fine di un ciclo di studi); i docenti progettano l’attuazione dell’offerta formativa nella realtà concreta di una scuola e di una classe nel rispetto di tali vincoli PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI (oggi): come nei Curricoli, ma i docenti progettano l’attuazione dell’offerta formativa, tenendo conto della realtà personale (capacità, attitudini, conoscenze pregresse, contesto sociofamiliare, stili cognitivi, ritmi di apprendimento, ecc.) di ciascun allievo e delle scelte educative delle famiglie (cooperazione – corresponsabilità - ruolo del docente coordinatore-tutor). PECUP OGNI ESSERE UMANO E’ PERSONA nel momento in cui si nasce ogni uomo per natura possiede delle CAPACITA’ EDUCAZIONE è irrobustirle, esercitarle, dispiegarle al massimo livello possibile, farle diventare sempre più competenze personali. Nessun intervento educativo le può dare o creare, perché ogni persona le possiede per natura CONCEZIONE SOFISTICA La natura (phýsis) di ciascuno non esiste. La natura personale di ogni allievo, è soltanto un prodotto della «cultura» e della «storia». Con la «tecnica educativa» (l’insieme degli interventi di istruz. e di forma.) noi potremmo MODELLARE (=CLONARE, RENDERE UGUALI), a nostro piacimento tutti i soggetti. CONCEZIONE SOCRATICA L’essere umano ha già dentro di sé tutto ciò che può diventare. L’EDUCAZIONE, e le sue «tecniche», è soltanto l’arte di aiutarlo a tirar fuori con le sue forze ogni sua potenzialità (maieutica), costruendo le occasioni di aiuto perché ciò sia possibile. “CONOSCI TE STESSO” Un educatore “maieutico” per quanti sforzi faccia, e per quanto sia tecnicamente scaltrito, è difficile che possa mai pretendere di aver conosciuto a tal punto le capacità personali di ciascuno da dichiarare di averle prima identificate e poi concretizzate del tutto LE CAPACITA’ UMANE NON SONO MAI COMPLETAMENTE CONOSCIBILI, NE’ PER L’EDUCATORE, NE’ PER L’EDUCANDO Il processo educativo non può che rivelarsi sempre inesauribile, ovvero un processo che non ha mai fine, sempre aperto alla scoperta, in ogni persona, di capacità insospettate e sorprendenti che possono diventare competenze di ciascuno. LA FORMAZIONE DEVE DURARE PER TUTTO L’ARCO DELLA VITA Da tale paradigma antidogmatico, anticomportamentista, antimaterialista, antitecnicista L’UOMO È «PERSONA UMANA» PERCHÉ E’ ANCHE: relazionalità (l’uomo non è un’isola, la libertà e la responsabilità personali sono sempre inserite in una rete relazionale; è inesauribilità, abisso sorgivo senza fondo; è un’identità unica e irripetibile; NON ESISTE PER TÉCHNE UMANA, LA VISIONE CRISTIANA precisa il concetto di PERSONA L’UOMO È «PERSONA UMANA» PERCHÉ: non è soltanto un corpo; non è soltanto un soggetto pensante; non è soltanto affettività e sentimenti; non è soltanto un individuo, ovvero la componente non ulteriormente indivisibile della società umana. PERCHÉ È ALLO STESSO TEMPO TUTTE QUESTE COSE INSIEME: E’ UNITA’ DI CORPO, MENTE, SENTIMENTI… E ANCHE QUALCOSA DI PIÙ. TENER CONTO DELL’ALUNNO-PERSONA SVILUPPO PSICOLOGICO; STILI COGNITIVI; RITMI DI APPREDNIMENTO; CURRICOLO IMPLICITO. CAPACITA’ E POTENZIALITA’ Per trasformarle in COMPETENZE PASSARE DALL’INDIVIDUALIZZAZIONE ALLA PERSONALIZZAZIONE strategie didattiche che mirano ad assicurare ad ogni studente il raggiungimento delle competenze fondamentali del curricolo attraverso una diversificazione dei percorsi di insegnamento (mastery learning); Strategia: individualizzazione Caratteristiche: rigidità della programmaz. – flessibilità interna debole strategie didattiche finalizzate a garantire ad ogni studente una propria forma di eccellenza cognitiva, attraverso possibilità elettive di coltivare le proprie potenzialità intellettive Strategia: personalizzazione Caratteristiche: flessibilità della programmaz. – flessibilità intrinseca DALLA …ALLAFORMAZIONE FORMAZIONECENTRATA CENTRATA SULL’APPRENDIMENTO SULL’INSEGNAMENTO definito a priori. Esplicita ciò che IlgliPPAE-PSP studenti, alNon fineèdel corso di studi, devono sapere Perché le conoscenze e le abilità (OSA) possano diventare PPAE Piani personalizzati attività educative progettazione è legata a quella UA cui è fare costituito FarLasìsuache l’insegnamento siadelle personalizzato (le conoscenze disciplinari, interdisciplinari) e da saper (leèabilità patrimonio personale delle giovani generazioni (educazione “Sono il prodotto dell’attività teoretica (ricerca scientifica, Si completa e, se necessario, si modifica in itinere. È l’alunno “competente” che deve emergere da questo PSP Piani diUnità studio personalizzati o professionali) per crescere e maturare (per documento. essere persona “Laoperative scuola organizzato”, lohascopo precipuo delle di apprendimento, Epistemologicamente ordinati, da personale) e trasformate nelle competenze attese dal PECUP, Il PSP va progettato, come le UA, a maglie larghe “Corrispondono al SAPER FARE e alla razionalità tecnica nonprincipi, “l’alunno è regole in grado di…” L’attenzione èdelle alla persona, etici.” alle modalità di apprendimento, alle è e concetti e cittadino) L’insieme conoscenze esue delle abilità si può dire che costituisca utilizzare secondo un ordine psicologico SONO individuali, di particolari gruppi dicon livello, difine compito o elettivi oppure “chiude” solo alla percorso. necessario caratteristicheSi cui affronta ledel esperienze formative, alle dell’uomo” la «cultura formale». Non costituiscono finalità educative e formative ma strumenti Insieme UA effettivamente realizzate Quando le UA sono realizzate di gruppo classe Il Profilo mette inPERSONALIZZAZIONE luce come ladelle dimensione culturale (il sapere) e quella professionale (il che mobilita per gestire le difficoltà. lacompetenze dell’insegnamento per acquisire competenze CULTURA è l’insieme di quanto è stato prodotto dallo spirito umano nella attività fare) siano occasioni e strumenti inscindibili per la crescita educativa personale (persua l’essere Sfocia nel Portfolio delle competenze individuali. storica di ciascuno) . e che gode di una sua autonoma consistenza (esiste oggettivamente) OGGI: livelloNazionale Nazionale IERI: a alivello PECUP Profilo Educativo, Culturale e Professionale OGGI: IERI: a livello di Scuola singola Piano dell’Offerta PROGRAMMAZIONE Formativa Definisce l’identità della scuola e educativa e didattica Per rispondere a queste esigenze, le scelte organizzative Strumenti culturali a partire da un nuovo quadroP.E.I. Convivenza civile valoriale, PERSONA PPAE - PSP. ALUNNO Cuore della P.O.F. LA RIFORMA Cuore Riforma INDICAZIONI dell’autonomia CURRICOLINAZIONALI Unità di ha ridefinito tutto l’assetto PROGRAMMAZIONE “Saperi essenziali” apprendimento Finalità disciplinare organizzativo della scuola in Italia Obiettivi Generali PROGRAMMI NAZIONALI Identità Obiettivi Specifici di Apprendimento (Osa) Discipline/educazioni Conoscenze (sapere) Abilità (saper fare) Unità Didattiche PORTFOLIO SCHEDA DI VALUTAZIONE Per capacità chi Il compito lavora con proprio le una UAdell’educazione non è sufficiente quello che le di conoscenze favorire la e le “Per si intende potenzialità e unaèpropensione dell’essere abilità trasformazione acquisite delle capacità e imparate in delle competenze, dall’alunno, occorre implementando anche che nel umano asiano fare, pensare, agire in un certo modo, cioè capacità da essere potenziali umano” “Le competenze sono l’insieme buone Al centro dei due assi si pongono le siano assimilate di maturazione e personalizzate, gli unici cioè componenti digerite esempre metabolizzate su cuidinamiche. ha presa Non sono mai statiche, definite una volta per tutte, ma diprocesso ciascuno portate effettivamente al miglior compimento nelledal UNITÀ DI APPRENDIMENTO tessuto delle capacità diretta: dell’alunno, abilità e trasformandosi conoscenze. in competenze. Sono sempresituazioni unitarie ed date” integrate tra loro:coinvolgono sempre, nel loro particolari esibirsi, tutto insieme ciò che siamo e che possiamo essere. L’ISTRUZIONE HA SENSO SOLO SE È FORMATIVA L’EDUCAZIONE PERSONALE È UN PROCESSO che parte dalla natura di ciascuno e che, interconnettendosi con la cultura, determina via via la qualità della nostra vita umana nel mondo naturale e sociale. Fine dell’educazione Crescita e maturazione della persona Scopo dell’istruzione Acquisizione delle abilità e delle conoscenze Finalità: rendere possibile l’incontro tra Possono essere PLURI(INTER)- DISCIPLINARI o semplicemente DISCIPLINARI(?) L’UA trova posto al crocevia tra l’asse della formazione e l’asse delle istruzione Sonoschema “laiche”con non sposano nessuna teoria, sono LeFASE UA sono pochi contenuti chedeve si andrà PRE-ATTIVA: Le UA innescano l’attività che essereriempiendo capace di compatibili con tutte le teorie interno ed in situazione (progettazione a bassa risoluzione, egoverno completando strada facendo, una sorta di Diario di bordo. BASSAdebole) DEFINIZIONE La funzione formativa e didattica FASEFunzione ATTIVA: delle Programmata risoluzione orienta l’azione didattica, UA non è a labassa trasmissione di conoscenze e le abilità recepisce iconsiderate; ritorni di questa azione, una logica di astrattamente essestessa devono esseresecondo piuttosto occasioni per lo Dalle Indicazioni Naz. interdipendenza e si arricchisce e precisa strada facendo. sviluppo integrale della persona, in questo senso so “formative”, ma hanno anche una funzione didattica in quanto “orientano l’azione Le Unità di apprendimento… [sono] costituite dalla FASE POST-ATTIVA: Nel caso delle UA, non è previsto soltanto didattica”. progettazione: l’accertamento del livello delle conoscenze e delle abilità acquisite, ma a) di uno o più obiettivi formativi tra loro integrati anche l’accertamento relativo(definiti all’intero di apprendimento, se e di anche con i relativie cioè standard La centratura sull’apprendimento quanto le conoscenzeAscendente e abilità abbianoPer maturato le competenze la progettazione apprendimento, riferiti alle conoscenze Discendente e alle le UA sono concepite come occasioni di apprendimento (processo che DUE STRADE abilità coinvolte); Prospettiva statica trasforma le capacità in competenze; processo di acquisizione delle b) dalle attività educative e didattiche unitarie, dai conoscenze edalle abilità) FASE DOCUMENTAZIONE gli UA sono uno strumento di lavoro metodi,DELLA soluzioni organizzative ritenute Nelle Indicazioni Nazionali, l’UA è presentata come un oggetto poliedrico, con diverse facce Le Partendo dal PECUP PECUP PECUP elaborati significativi, con il commento e la necessarie per concretizzare gli obiettivi e dagli OSA, giunge ad incontrare i formativi formulati; descrizione dei docenti e degli alunni, sono La curvatura personalizzata OSA bisogni e la storia di sia i livelli OSA c) dalle modalità con cui verificare delle Prospettiva dinamica raccolti nelgruppo Portfolio Articola l’intero di apprendimento in obiettivi ai un adeguati certo di reali bisogni conoscenze e delle abilità acquisite, sia se e alunni egli alunni formativi di ciascuno quanto tali conoscenze e abilità si siano Le UA, come evento o processo UA trasformate in competenze personali UAdi didattico- Pedagogico prevedono una ciascuno.” realizzazione in tre fasi: progettazione, realizzazione, controllo. Prospettiva metodologica Le UA viste come idea o indicazione su come organizzare e gestire l’attività di apprendimento insegnamento Partendo dai bisogni Ogni istituzione escolastica, o ogni gruppo docente, dalle storia degli deciderà il grado di di questa alunni giungeanaliticità a raccordarsi con gli progettazione delle Unità di apprendimento Obiettivi specifici e con il Profilo Unità di apprendimento Apprendimento unitario Compito unitario PER RISPONDERE AI BISOGNI Obiettivo/i formativo/i (PREVISTI O REALI = PARTENDO DALL’ALTO O DAL BASSO)) Nell’UA bisogna indicare il riferimento a Finalità - OGPF OSA disciplinari che utilizziamo PECUP POF PROGETTARE (a maglie larghe) attività didattica Disciplina 1 attività didattica Disciplina 1 attività didattica Disciplina 1 Obiettivi, metodi, mezzi…. Obiettivi, metodi, mezzi…. Obiettivi, metodi, mezzi…. Laboratori Coinvolgimento delle famiglie COLLEGIALMENTE (ovvero con il coordinamento del tutor e tra i docenti interessati all’UA) Classi aperte Larsa Modalità verifica REALIZZAZIONE VALUTAZIONE DOCUMENTAZIONE “Oggetto dell’educazione è quello di costituire nell’allievo uno stato interiore profondo, una sorta di polarità dell’anima che l’orienti in senso definitivo, non solamente durante l’infanzia, ma per tutta la vita” (Durkheim) Unitarietà del SAPERE LA DIDATTICA LABORATORIALE È Necessario Permette di far passare la situazione di Superare il didatticismo finediaTUTTE se stesso insegnamento/apprendimento che vede l’azione d’aula le discipline dall’auditorium al come laboratorium sia gruppo classe, sia trasmissione di nel frammenti di conoscenza. nei Gruppi di livello, compito, elezione, Coniugare nella pratica scolastica l’appartenenza creando ambienti di apprendimento ad una cultura con il senso di meraviglia che adatti e significativi per gli allievi. l’uomo coltiva di fronte al mistero della vita consente di cogliere i saperi come risposta ai grandi interrogativi dell’umanità I LABORATORI OPZ.-FACOLT. Utilizzano spazi attrezzati per realizzare, ad Curare esempio,un approccio transdisciplinare come approdo alla dimensione Attività informatiche esistenziale propria dell’uomo Attività espressive (teatro, danza, musica,che mimo,…) permette di oltrepassare la frammentazione Attività linguistiche (inglese, italiano, …) del sapere culturale. Attività di progettazione (bricolage, per Andare oltre le discipline giardinaggio, cura dei beni ambientali, …)vedere conservarle, per legittimarle, per Attività motorie e sportive in esse la risposta ai bisogni dell’uomo, Larsa (Laboratori di Approfondimento, alle domande sulla condizione umana Recupero e Sviluppo degli Apprendimenti) Le discipline sono un artificio OLOGRAMMA Unitarietà della PERSONA La persona con tutte le sue dimensioni è e resta una unità inscindibile: corpo, anima, mente. Unitarietà dell’APPRENDIMENTO L’APPRENDIEMENTO è UNITARIO, non è disciplinare -> E’ inutile programmare attività che si pensa sollecitino solo capacità intellettuali. Bisogna pensare a progettare attività che coinvolgono anche quelle affettive, relazionali, espressive, … NON C’È SEPARAZIONE TRA THEORIA E TECNÈ CEI, Insegnare religione cattolica oggi. Nota pastorale, 1991 LA FIGURA E COMPITI DEL DOCENTE DI RELIGIONE L'Insegnamento della Religione Cattolica è: • un servizio educativo in una scuola che vuole formare; • una disciplina che promuove l'acquisizione della cultura religiosa; • una risorsa offerta a tutti; • un insegnamento facoltativo (favorisce il valore della libertà di coscienza), svolto come precisa il testo del Concordato «in conformità alla dottrina della Chiesa» (quindi presenta i contenuti del Cattolicesimo tramite docenti riconosciuti idonei dalla Chiesa) e «nel quadro delle finalità della scuola». «L'Insegnamento della Religione Cattolica intende promuovere una ricerca della verità, offrendo agli alunni tutti quegli elementi culturali che sono necessari per la conoscenza della religione cattolica e per l'esercizio di un'autentica libertà di pensiero e di decisione» (n. 13). CEI, Insegnare religione cattolica oggi. Nota pastorale, 1991 LA FIGURA E COMPITI DEL DOCENTE DI RELIGIONE L'Insegnante di Religione è: • uomo di fede, una fede professata e vissuta («Gli alunni hanno diritto d'incontrare in lui una personalità credente»); • professionista della scuola, culturalmente qualificato; • in comunione con la Chiesa, dalla quale riceve il necessario conoscimento di idoneità; • uomo della sintesi (sul piano della mediazione culturale, del rapporto con gli alunni e di quello tra comunità ecclesiale e scolastica); • educatore dalla spiritualità ricca di atteggiamenti evangelici. Esso mira a quattro grandi traguardi Contribuire allo sviluppo della persona, nello specifico della dimensione spirituale e religiosa: contribuire al processo unitario e integrale di maturazione della persona umana. Guidarlo a rispondere alle domande di verità e di senso, di bene e di male per l’uomo (connaturale alla religione). Guidare i discenti alla conoscenza della realtà (c’è anche la religione = cattolica!) in cui vive, dandogli anche gli strumenti per interpretarla. Mostrare come il Cristianesimo abbia contribuito e contribuisca Allo sviluppo dell’uomo nella storia come nel nostro oggi. Sviluppare le capacità di aprirsi all’altro, al diverso, scoprirlo come valore, come persona e come “fratello”. Dal PECUP Dal punto di vista educativo, non esistono età, né scuole, che non siano fondamentali per la costruzione del proprio progetto di vita. L’educazione è nemica di ogni parzialità ed esige costantemente uno sviluppo armonico, integrale ed integrato di tutte le dimensioni della persona e in tutti i momenti della vita. il Primo Ciclo di istruzione, dai 6 ai 14 anni, è un passaggio fondamentale per la costruzione del “progetto di vita” di ogni persona Il Bambino “scopre la difficoltà, ma anche la necessità, dell’ascolto delle ragioni altrui, del rispetto, della tolleranza, della cooperazione e della solidarietà, anche quando richiedono sforzo e disciplina interiore; si pone problemi esistenziali, morali, politici, sociali ai quali avverte la necessità di dare risposte personali non semplicemente ricavate dall’opinione comune” “ha consapevolezza, sia pure in modo introduttivo, delle radici storico-giuridiche, linguistico-letterarie e artistiche che ci legano al mondo classico e giudaico-cristiano, e dell'identità spirituale e materiale dell'Italia e dell'Europa” Correttezza della trattazione dei nuclei fondanti Dio e l’uomo, Cristo, la Chiesa, la morale, la fonte biblica, i segni e i linguaggi. Essenzialità e organicità Fenomenicità del dato cristiano Concentrazione sui nuclei tematici essenziali conoscenze, atteggiamenti, abilità, rispetto, dialogo con l’altro. conoscenza, rispetto, dialogo con le altre confessioni religiose. Il progetto di Dio x l’uomo I valori morali I grandi perché della vita LE DOMANDE DI SENSO L’AGIRE CRISTIANO ECUMENISMO e DIALOGO INTERRELIGIOSO Segni e simboli del cristianesimo La storia della salvezza GESU’ CRISTO SALVATORE La Bibbia e i Vangeli Le grandi figure dell’AT, NT, santi Il cristianesimo nella storia LA CHIESA Le religioni monoteiste e le altre religioni L’uomo che incontra DIO Sacramenti e carismi Chiesa e mondo Preghiere e feste cristiane espressi con attenzione alla scuola e allo specifico religioso cattolico con tutta la sua valenza culturale Non tutti gli alunni apprendono in modo uguale Ci sono condizioni interne (stili cognitivi di apprendimento, esperienze, conoscenze e competenze acquisite…) e condizioni esterne (famiglia, strutture scolastiche, modalità di insegnamento …) che condizionano l’apprendimento, mettendo al centro dell’azione formativa L'ALUNNO E L’APPRENDIMENTO strutturando l’azione formativa, l’ambiente, le strutture… in modo tale che favoriscano l’apprendimento INDICAZ. NAZ. PECUP Finalità - OGPF OSA POF OBIETTIVI FORMATIVI PPAE-PSP Nel quadro delle possibilità offerte alla scuola dall’autonomia Sia come gruppo che come individui ATTENZIONE alla multiculturalità INTERCULTURALITÀ La pedagogia del documento della religione cattolica: la Bibbia CONFESSIONALITÀ APERTA (ai segni religiosi di ambiente e a quelli altri popoli, nonché al confronto) L’attenzione all’esperienza umana e culturale dei bambini e dei ragazzi La progressività ciclica La fedeltà ai nuclei fondanti del dato cristiano L’interdisciplinarità Dinamica di un processo che va dall’umano, all’umano religioso, al religioso cattolico, con l’accoglienza e l’apertura verso chi professa un credo diverso.. Nel fare educazione interculturale non si può prescindere dall’insegnamento della religione cattolica in quanto la religione - come afferma Giovanni Paolo II - è “il nucleo generatore di ogni autentica cultura, in quanto costituito dal suo approccio al mistero di Dio, nel quale soltanto trova fondamento incrollabile un ordine sociale incentrato sulla dignità e responsabilità personale”. Fare IRC in chiave interculturale significa sviluppare in termini educativo-didattici le tematiche connesse all’Ecumenismo e al Dialogo interreligioso per superare stereotipi e pregiudizi, forme di chiusure e di intolleranza, e per promuovere la conoscenza, il dialogo e la convivenza tra persone di diverse culture che interagiscono su uno stesso territorio. La Convivenza pacifica è il fine e la logica conseguenza della conoscenza e del dialogo e il fine ultimo dell’educazione interculturale. Essa comporta il superamento di ogni forma di intolleranza e di conflittualità negativa, permettendo a persone di razza, cultura e religione diverse di “vivere insieme” nel piccolo villaggio del mondo. Il riferimento fondamentale della convivenza è la dignità della persona umana. L’altro è la persona da rispettare in tutte le sue manifestazioni e dimensioni, è la persona con la quale, in un clima di solidarietà e reciprocità, dobbiamo collaborare per costruire un futuro migliore. Questo tipo di “convivenza”, resta per il Cristiano un obiettivo minimo. Egli, infatti, secondo i principi del cristianesimo, non è solo la persona da rispettare, ma anche il fratello da amare in virtù della comune origine (tutti siamo creati da Dio a sua immagine e somiglianza) e della fratellanza in Cristo (morto e risorto per tutti gli uomini). Con le altre Comunità Cristiane e le altre Religioni condividiamo la ricerca della convivialità, che è vivere insieme nella verità e carità, nella condivisione e com-prensione di se stessi e degli altri, è lasciarsi coinvolgere dalle ricchezze e dalle povertà degli altri, accogliendo ed amando. I MODELLI OPERATIVI DELLA VALUTAZIONE, evolvono col tempo e si storicizzano, in base alle svolte culturali che si verificano, all’ evoluzione del pensiero pedagogico, al modo di vedere la scuola, , ecc. Questo ci deve far capire che dietro ogni modello operativo di valutazione c’è una cultura della valutazione che, prendendo corpo in una serie di norme giuridiche, vincola operativamente i comportamenti collettivi ed individuali all’interno della scuola PARLARE DI VALUTAZIONE NELLA SCUOLA DELL’AUTONOMIA E DELLA RIFORMA SIGNIFICA DELINEARE DUE DIFFERENTI PIANI: il PIANO DELLA VALUTAZIONE ESTERNA, realizzata dall’ I.N.VAL.S.I., con funzione di supporto alle politiche educative nazionali e alla valutazione interna della scuola il PIANO DELLA VALUTAZIONE INTERNA; Dai documenti nazionali emerge la modalità con cui osservare lo studente: · considerando le sue capacità potenziali · confrontando le conoscenze e le abilità che possiede con quelle indicate negli OSA · definendo quali obiettivi formativi sono a lui accessibili e per lui significativi per promuovere le competenze personali. LA VALUTAZIONE DEVE ESSERE COERENTE CON QUESTA IMPOSTAZIONE OBIETTIVI FORMATIVI Sono il centro o il perno attorno a cui tutta l’UA ruota NELLA VALUTAZIONE TRADIZIONALE valutando ciò che un ragazzo “sa”, si controlla e si verifica la “riproduzione” ma non la “costruzione” e lo “sviluppo” della conoscenza e neppure la “capacità di applicazione reale” della conoscenza posseduta. Una valutazione che voglia essere maggiormente autentica dovrebbe consentire di esprimere un giudizio più esteso dell’apprendimento e cioè della capacità di pensiero critico, di soluzione dei problemi, di metacognizione, di efficienza nelle prove, di lavoro in gruppo, di ragionamento e di apprendimento permanente (Arter & Bond,l996). La prospettiva di una “valutazione alternativa” (=AUTENTICA) in sostituzione di quella tradizionale sta a indicare una valutazione che intende verificare non solo ciò che uno studente sa, ma ciò che “sa fare con ciò che sa” fondata su una prestazione reale e adeguata dell’apprendimento. Grant Wiggins (l993) La valutazione autentica o alternativa si fonda quindi anche sulla convinzione che l’apprendimento scolastico non si dimostra con l’accumulo di nozioni, ma con la capacità di generalizzare, di trasferire e di utilizzare la conoscenza acquisita a contesti reali. Per questo nella valutazione autentica le prove sono preparate in modo da richiedere agli studenti di utilizzare processi di pensiero più complesso, più impegnativo e più elevato. La valutazione autentica o alternativa GENERA UNO SPOSTAMENTO DELL’ATTENZIONE VALUTATIVA dall’asse degli apprendimenti culturali (conoscenze e abilità) all’asse della maturazione personale (capacità e competenze), individuato come l’asse portante e di riferimento per tutte le pratiche di valutazione. qualsiasi pratica valutativa non deve mai perdere di vista l’unità della persona e la continuità del processo formativo conoscenze e abilità sono un accertamento strumentale e di mezzo, estrinseco rispetto all’essere del soggetto, alla sua individualità e specificità I DUE PIANI (AVERE e ESSERE – ISTRUZIONE e FORMAZIONE) Per quanto connessi, sono due piani differenti … si richiamano, ma non sono sovrapponibili La sfida delle scuola dell’autonomia è di far convivere, mediante un giusto equilibrio, la tensione verso l’oggettività con quella verso il significato. È il punto di arrivo del percorso compiuto, il punto di partenza per la promozione progressiva delle competenze definite nel PECUP alla fine del primo ciclo di istruzione. Dalle INDICAZIONI NAZIONALI IL COLLEGIO DEI DOCENTI deve effettuarre l’individuazione dei criteri di scelta per organizzare i materiali contenuti nel Portfolio è un preciso dovere di ogni istituzione scolastica il Portfolio non deve essere semplicemente un contenitore ma una selezione di materiali dotata di organicità e significatività i materiali sono scelti con precise annotazioni sia dei docenti, sia delle famiglie, ed eventualmente, degli alunni comprende due sezioni, una valutativa e l’altra orientativa, in cui comunque le due dimensioni della valutazione e dell’orientamento sono strettamente interconnesse; la compilazione esige il coinvolgimento dell’alunno e della famiglia IL PORTFOLIO ESTESO Il Portfolio “seguirà poi lo studente per tutta la durata del suo percorso scolastico. Con gli opportuni adattamenti, potrà, inoltre rimanere un documento che accompagna i cittadini anche dopo i 12 anni di istruzione e formazione obbligatoria come strumento da utilizzare per la ricerca del lavoro, la riconversione professionale e la formazione continua”. Portfolio annuale, o biennale, potrà essere consegnato all’alunno, suddiviso in volumi IL PORTFOLIO RIDOTTO Ha la funzione di documento formale del percorso scolastico degli alunni: Rimane agli atti della Scuola, in forma meno estesa, contiene gli elementi di valutazione e orientamento che certificano l’apprendimento dello studente. È predisposto secondo gli stessi criteri di quello esteso, ma ha una forma più agile L’organizzazione non è mai neutra È specchio di un’idea specifica di scuola Deve essere funzionale: nessuna organizzazione è valida in assoluto ogni organizzazione deve essere calata nel contesto PUNTI FOCALI Tenere il tutto organizzativo in base ad una progettualità forte unitaria di scuola (quota fissa/quota opzionale) Abbattere i vincoli rigidi e utilizzare la flessibilità funzionalmente al progetto della scuola e alla didattica La proposta va fatta in tempo utile alle famiglie perché scelgano secondo criteri non quantitativi, ma qualitativi. La scelta va guidata secondo i reali bisogni degli alunni. Ogni scuola deve innanzitutto decidere, sulla base dei bisogni formativi riscontrati, quali insegnamenti e attività mettere in conto alla quota F/O, quale monte ore destinare ad ogni insegnamento e attività, secondo quali modalità temporali. TRE MODELLI Modello a scelta libero Modello strutturato La scuola propone una serie di laboratori tra cui B = 24 x 33 C=gli B - alunniA famiglie devono scegliere La scuola propone tre opzioni possibili di tempo scuola, già preconfezionati, predeterminando i laboratori per ciascuno di essi. 1. obbligatorio a 891 ore (ossia 27 ore medie) – senza attività o laboratori opzionali (solo ordinari); 2. opzionale a 990 ore (891+99, ossia 30 ore medie) – che preveda un numero di attività o laboratori F/O e relativa quantificazione oraria, tali da arrivare a 99 ore; 3. opzionale a 1089 (891+198, ossia 33 ore medie) – che preveda un numero di attività o laboratori F/O, tali da arrivare a 198 ore. La scelta delle famiglie deve comunque prevedere un blocco che consenta agli alunni di effettuare 99 0 198 ore (p. es. 3 o 6 laboratori di 33 ore ciascuno) Modello a scelta mista Il modello prevede l’integrazione delle dei due modelli precedenti. B = 24 x 33 Si potrebbe, ad esempio, proporre una quota già confezionata, x es. 3 lab di 33 ore, e dare la possibilità di scegliere tra varie proposte altri 3 laboratori di 33 ore Il tutor nella moderna accezione, esplica una funzione di supporto-guida allo studente per aiutarlo ad affrontare lo studio e a superarne le difficoltà e le frustrazioni senza lasciarsi demotivare dall’insuccesso. svolge all’interno della scuola un ruolo finalizzato a favorire e a mantenere comunicazioni e relazioni virtuose con/tra studenti, colleghi, famiglie, istituzioni e enti esterni alla scuola; - sa documentare le esperienze - ottimizzare la circolazione delle informazioni e delle programmazioni; - propizia collaborazioni interdisciplinari e transdisciplinari; - cura gli orari e le eventuali modifiche • sa accogliere e integrare gli studenti affidatigli nel gruppo: • sa individuarne potenzialità e limiti, • sa consigliare sui Laboratori che sarebbe bene essi frequentassero sulla base degli <<stili di apprendimento>> e dei livelli di preparazione; • sa monitorare i progressi degli allievi • favorire la creazione delle condizioni più opportune affinché vengano superate le difficoltà presenti nel percorso di formazione. • offre attenzione, ascolto, guida, orienta, accogliendo, se è il caso, anche le richieste di aiuto. Il coordinatore-tutor nei Documenti della Riforma ATTIVITÀ e COORDINAMENTO TEAM “ASSICURA una presenza temporale di almeno 18 ore settimanali con gli alunni nei primi tre anni della scuola primaria” “SVOLGE funzioni di coordinatore del team docente” “FACILITA le relazioni interpersonali ed educative” Il coordinatore-tutor nei Documenti della Riforma I PERCORSI FORMATIVI “ASSICURA la coerenza e la gradualità dei percorsi formativi” “CURA la continuità educativa e didattica”; “PROGETTA • un’organizzazione del percorso formativo degli allievi; • una successione organica e ordinata dei momenti differenti tra gruppi classe, di livello, di compito o progetto ed elettivi” “COORDINA i percorsi formativi per gli alunni; “MONITORA per apportare adattamenti in itinere sia di intensificazione sia di rallentamento”; Il coordinatore-tutor nei Documenti della Riforma LABORATORI “INDICA in accordo con altri docenti e famiglie quali laboratori possono essere particolarmente utili per lo sviluppo delle capacità di ciascun allievo” “può CONDURRE moduli di lavoro all’interno di uno o più laboratori” “può SVOLGERE attività laboratoriali in presenza dell’intero gruppo classe” “può coordinare la propria attività con quella dei colleghi responsabili dei laboratori”. Il coordinatore-tutor nei Documenti della Riforma IL PORTFOLIO “RACCOGLIE osservazioni sistematiche per identificare il percorso di apprendimento adatto a ciascuno degli allievi che gli sono affidati”. “CURA la compilazione del portfolio d’intesa con altri docenti del team in collaborazione con le famiglie”. “COMPILA e AGGIORNA il portfolio delle competenze individuali in collaborazione con colleghi di laboratorio, famiglie e fanciulli”; “COINVOLGE in prima persona l’allievo nella elaborazione del portfolio”.