Allegato B) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS TOSCANA 2) Codice regionale: RT 1C00344 2bis) Responsabile del progetto: (Questa figura non è compatibile con quella di coordinatore di progetti di cui al punto 2 ter né con quella di operatore di progetto di cui al successivo punto 16) - NOME E COGNOME: TURRI DONATELLA DATA DI NASCITA: 26/03/1977 LUCCA CODICE FISCALE: TRRDTL77C66E715W INDIRIZZO MAIL: [email protected] TELEFONO: 05526770248 CURRICULUM VITAE E COPIA DOCUMENTO IDENTITA' E CODICE FISCALE DA ALLEGARE ALLA SCHEDA PROGETTO 2ter) Coordinatore di progetti (da individuare tra quelli indicati in sede di adeguamento/iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale): - DEBORA CEI CARATTERISTICHE PROGETTO 3) Titolo del progetto: DISAGIO E POVERTA’ MASSA CARRARA 2014 4) Settore di intervento del progetto: Tutela dei diritti sociali e di cittadinanza delle persone, anche mediante la collaborazione ai servizi di assistenza, prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. 4bis) Codice identificativo dell'area di intervento: AREA GEN. 5) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: Il progetto si sviluppa nell’area territoriale di Massa Carrara. In particolare da una lettura dei dati dell’OSSERVATORIO REGIONALE DELLE POVERTA’ promosso da Caritas Toscana in collaborazione con la REGIONE TOSCANA (accordo di collaborazione Regione Toscana – Caritas Toscana 2013/2015 delibera GR 760/2013) si evidenziano i dati che seguono in Allegato B) relazione alle aree di intervento del progetto “DISAGIO E POVERTA’ MASSA CARRARA 2014”. SINTESI GRAFICA DEI DATI OSSERVATORIO REGIONALE CARITAS LA DIOCESI DI MASSA CARRARA La provincia di Massa Carrara, ove interviene la Caritas diocesana, si situa – secondo i dati ISTAT, all'inizio della terza parte delle provincie italiane più povere, ultima tra le provincie toscane. Rispetto alle povertà segnaliamo: Alto tasso di disoccupazione (11,70 contro un 8,4 nazionale, 6,5 regionale), nel 2013 le ripercussioni della mancanza di lavoro sarà acuita dall'esaurimento degli ammortizzatori sociali. Alti costi per gli affitti che portano tutti coloro che hanno redditi bassi o non certi a faticare per mantenere fede ai gli impegni con i proprietari. Alta percentuale di popolazione anziana Bassa percentuale di popolazione straniera e extracomunitaria (rispetto alle percentuali nazionali e regionali) che però vive per la maggior parte in situazioni di estrema povertà. Bassa capacità culturale ed economica nel fare impresa, perciò scarse prospettive di sviluppo imprenditoriale autoctono. Cosa fa la Caritas diocesana I servizi offerti dalla Caritas diocesana negli ultimi due decenni si sono caratterizzati soprattutto nell'assistenza ai più poveri: a) pacchi alimentari, distribuzione di vestiario e materiali per la primissima infanzia che sostengono circa un migliaio di famiglie b) due mense che distribuiscono circa 150 pranzi giornalieri c) un dormitorio che offre cena e ospitalità notturna per le 5 notti feriali a 9 Allegato B) senza tetto d) sostegno ad una decina di case famiglia per l'accoglienza di minori,ex tossicodipendenti, ex carcerati che servono un centinaio di persone e) apertura recentissima di una casa (9 posti letto) per l'ospitalità temporanea di carcerati, famiglie di carcerati e di degenti oncologici ospedale Carrara. Il principale servizio sul territorio Il centro di ascolto diocesano di Massa -Carrara – Pontremoli ha una storia relativamente giovane: dopo periodi alterni di funzionamento, esso è operante in maniera stabile dal 2008, grazie all’attuazione di un progetto di servizio civile nazionale. Da allora il centro attraversa una fase di continuo sviluppo e strutturazione, che ha incluso il cambiamento di sede, il subentro di nuovi volontari, la realizzazione di corsi di formazione per l’ascolto, nonché l’organizzazione di una rete di soggetti collaboranti. Tale rete vede la compartecipazione di realtà diocesane quali le mense, i centri di distribuzione del vestiario, il dormitorio, le Caritas parrocchiali e i centri di ascolto vicariali già esistenti o in fase di costituzione; questi servizi, grazie all’opera dei volontari, oltre che rispondere ai bisogni primari, donano prima accoglienza, ascolto e accompagnamento alle persone in difficoltà. Sono inoltre stati intessuti rapporti con le associazioni d’ispirazione cristiana attive nel sociale, come ad es. la Misericordia, il Centro di Aiuto alla Vita, il Sindacato Inquilini Casa e Territorio, Casa Betania, etc.; così come con le istituzioni pubbliche, tramite il Servizio sociale, l’Ufficio immigrazione e la Questura, anche se in maniera informale. In prospettiva si rende necessario stabilizzare questo intreccio di relazioni, volto alla condivisione di risorse materiali, umane e spirituali da indirizzare verso l’aiuto del prossimo. La rete dei servizi offerti Per quanto attiene all’indagine qualitativa in oggetto, sono state realizzate cinque interviste, rivolte a gruppi o associazioni che pongono la loro attenzione su questioni focali: Il Centro di ascolto diocesano, che permette di avere una visione d’insieme sul disagio socio-economico provinciale, poiché raccoglie, tramite l’ascolto, le diverse storie di coloro che necessitano d’aiuto, accompagnandoli in un percorso di possibile fuoriuscita dalle relative problematiche; La Casa di accoglienza, gestita dall’associazione Volontari per l’Ascolto e l’Accoglienza (A.V.A.A.), la quale offre ospitalità notturna (nove posti letto) e ristoro per cinque notti a bimestre, in un percorso di condivisione che vuole essere “esperienza dell’altro”; L’ufficio diocesano Migrantes e l’associazione ad esso collegata, Casa Allegato B) Betania onlus, che si occupano d’immigrazione, tramite promozione interculturale, scolarizzazione, mediazione linguistica e consulenza giuridica; Il Centro di Aiuto alla Vita (C.A.V.), la cui finalità è di aiutare le donne alle prese con una gravidanza difficile o indesiderata, offrendo loro sostegno spirituale e materiale, al fine di prevenire l’aborto; Il Sindacato Inquilini Casa e Territorio (S.I.C.E.T.), organizzazione sindacale per la difesa e l’affermazione del diritto alla casa e all’abitare, che fornisce informazioni su domande di accesso agli alloggi popolari, contributi per l’affitto e gli sfratti, nonché tutela legale. Prospettive future di impegno e servizi Nel raffronto delle interviste emerge come stia cambiando la composizione degli utenti che si rivolgono ai centri di ascolto: se, come in passato, la maggioranza è costituita da persone straniere, tuttavia oggi la tendenza è quella di un aumento dei richiedenti italiani, soprattutto adulti di sesso femminile, membri di famiglie monogenitoriali. La prima causa di povertà è la disoccupazione, a cui conseguono capacità economiche inadeguate e talvolta insufficienti alla mera sussistenza: alle spalle una crisi sistemica che investe l’area nazionale (ed europea), la quale vede sommarsi alla recessione produttiva, la perdita di potere d’acquisto delle famiglie e la depressione dei consumi. Numerosi sono i nuclei familiari monoreddito che manifestano una crescente difficoltà ad “arrivare alla fine del mese”, così come quelli che palesano una cattiva gestione del denaro (contrazione di debiti per non diminuire il tenore di vita, superiore alle reali possibilità). Un’altra motivazione, di tipo sociologico, può essere individuata nella crisi del modello familiare tradizionale, soprattutto a causa delle separazioni di coppia, sempre più frequenti: nel caso di disagio economico, il rischio di solitudine viene amplificato dalla mancanza di una vera e propria rete di supporto parentale. Quest’ultima, come ricorda Migrantes, è spesso assente per le famiglie di stranieri. Oggi, a dispetto degli sforzi d’inclusione sociale, la crisi può avere effetto di smembramento del nucleo familiare, tramite il rimpatrio dei figli degli immigrati, anche in età scolare: così il processo d’integrazione della seconda generazione viene annullato. Inoltre, secondo quanto riportato dal Centro di Aiuto alla Vita, vi sono coppie che, pur non mettendo in discussione l’accoglienza di una nuova vita, dubitano di riuscire da sole, e senza un sostegno economico esterno, a provvedere adeguatamente alla famiglia. Nell’insieme i centri di ascolto, dal punto di vista strettamente materiale, Allegato B) forniscono beni e servizi di prima necessità: dagli alimenti al vestiario, per ogni età, da modesti interventi economici alla concessione di microprestiti, dalla consultazione di offerte di lavoro e di affitti sino al riciclo di giocattoli, ausili per l’infanzia, mobili ed elettrodomestici. Tutto ciò grazie ai donativi della comunità e ai fondi raccolti attraverso l’8‰, oltre che all’instancabile lavoro dei volontari. Fra questi, vi sono anche dei professionisti che forniscono consulenza gratuita, quali medici, psicologi, avvocati, commercialisti e mediatori linguistici. Un nodo cruciale rimane la questione casa. Come affermano sia l’associazione A.V.A.A. che il S.I.C.E.T, le problematiche di marginalità legate a questo tema si stanno facendo sempre più pressanti. Da una parte, nel nostro territorio mancano case di accoglienza in grado di ospitare a lungo termine su progetti specifici, dall’altra gli affitti continuano ad essere troppo esosi (700 euro mensili la media), a fronte della scarsità di alloggi a canone sostenibile e alla riduzione dei finanziamenti pubblici. E’ indubbio che il primo elemento di forza e sostegno della rete dei centri di ascolto Caritas, e dei soggetti con cui collaborano, sono i volontari, capaci di donarsi al prossimo, mettendo in gioco risorse e abilità, nella convinzione che entrare in relazione con l’altro sia lo scopo del loro cammino. E questi centri non rappresentano solo un servizio, bensì un punto di osservazione da cui leggere le contraddizioni del sistema sociale. Se l’ostacolo maggiore oggi avvertito è il sentirsi impotenti di fronte alle “grandi richieste” quali, in definitiva, il diritto di ciascuno al lavoro e alla casa, allora ciò deve incoraggiare il rafforzamento del costruttivo lavoro di rete. 6) Obiettivi del progetto: Il Progetto si allinea agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile, affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti nel Progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per Allegato B) inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza. Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO a. Migliorare la qualità dei servizi di accoglienza e di ascolto partendo sempre dalla centralità della persona e garantendo oltre ad informazioni e competenza, la costruzione di un rapporto di fiducia nel tempo. b. Migliorare la rilevazione dei bisogni e la capacità di risposta della nostra rete e l’analisi per riorganizzare i servizi sulla base dei bisogni emergenti. c. Sostenere in particolare le famiglie in disagio sociale o colpite dalla crisi, offrendo supporto per la gestione delle necessità quotidiane, alla funzione di genitorialità all’ integrazione. OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO Aumentare la capacità di ascoltare i bisogni dell’utenza che sta crescendo in termini numerici, riorganizzando i servizi in rete. Attivare procedure di aiuto condivise in rete con i servizi pubblici e gli attori del provato sociale del territori. Promuovere l’attivazione di percorsi personalizzati integrati e condivisi con la rete dei servizi pubblici e del privato sociale di orientamento, proposta e accompagnamento per indicare, progettare e sostenere la costruzione di un futuro per le persone che ci interpellano a partire dai bisogni espressi. Elaborazione più completa del rapporto annuale accoglienza della Caritas diocesana di Firenze denominato Profili fragili che contribuisca/confluisca nel Dossier annuale Povertà regionale. Migliorare il sostegno alle famiglie sia per le emergenze materiali sia per la gestione del rapporto educativo con i figli. Colloqui di incontro e conoscenza degli utenti dei cda che potrebbero essere ospitati nelle accoglienze OBIETTIVO SPECIFICO 1: AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI Potenziamento della capacità di accoglienza per utenti. Indicatori: a) potenziamento dell’attività dei accoglienza Allegato B) DALLE SEDI degli ospiti OPERATIVE b) inserimento di 2 nuovi volontari per l’accoglienza Riduzione del 10% dei tempi di attesa attraverso la riorganizzazione della rete e il decentramento a Centri di ascolto periferici aperti in giorni ed orari diversi (aumento colloqui). Sostegno e verifica alla stesura e attuazione del proprio progetto di accoglienza per 6 o 12 mesi Sostegno al Potenziamento e recupero delle OBIETTIVO capacità relazionali degli ospiti con i propri SPECIFICO 2: familiari e amici ATTIVITA’ DI Indicatori: SUPPORTO AGLI Sviluppo di percorsi individualizzati (sostegno a OPERATORI DELLE ricerca lavoro, ricerca casa, gestione economica, SEDI OPERATIVE rete relazionale), in base al bisogno rilevato per 15 singoli ospiti Organizzazione e attuazione di fine settimana di volontariato per ragazzi di gruppi parrocchiali Attività di informazione durante gli incontri di tutte le Caritas Parrocchiali Indicatori: N. fine settimana di volontariato per ragazzi organizzati N. attività di informazione realizzate durante gli incontri Caritas Parrocchiali Differenziazione dei servizi offerti in funzione del bisogno espresso e coinvolgimento attivo delle persone alla costruzione del loro progetto personalizzato - attivazione di tirocini formativi con borsa lavoro per almeno 40 utenti OBIETTIVO SPECIFICO 3: - Inserire in corsi di formazione professionale 15 utenti ATTIVAZIONE DI - favorire l’uscita dalle strutture di accoglienza con PERCORSI DI l’ attivazione di almeno 15 percorsi di autonomia INCLUSIONE abitativa e dunque l’aumento del tasso di ricambio SOCIALE nelle strutture. -presa in carico medico/psicologica di 50 persone Differenziazione dei servizi offerti in funzione del bisogno espresso: - Riduzione del 20% dei tempi di attivazione della rete pubblica. (Servizi sociali, centri per l’impiego, pratiche pensionistiche e/o invalidità, servizi Allegato B) comunali per minori, servizi scolastici, servizi sanitari.) - garanzia per almeno 50 utenti un sostegno economico (pagamento delle bollette, sostegno pagamento affitto) con attivazione della rete; - soddisfare la fornitura abiti e alimenti per 150 richieste. Ulteriori obiettivi specifici potranno essere individuati durante la fase di realizzazione del progetto, tenendo conto delle priorità che si presentano nelle singole sedi del progetto. 7) Definizione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei giovani in servizio civile: 7.1 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente. Numero Professionalità n. 10 operatori DIPENDENTI (full time e/o part time), con funzioni di Responsabili che coordineranno le attività e il personale coinvolto nelle sedi del progetto n. 30 VOLONTARI generici, con funzioni di collaboratori che garantiscono l’apertura delle sedi, accolgono gli utenti, operano nelle singole attività previste dal progetto n. 5 STAGISTI E/O TIROCINANTI delle Università che partecipano al progetto attraverso un’apposita convenzione stipulata con le singole Caritas che partecipano al progetto n.10 VOLONTARI, con funzioni di collaboratori e formatori per le attività di sostegno al progetto 7.2 Ruolo ed attività previste per i giovani in servizio civile nell’ambito del progetto. I giovani del servizio civile regionale, supporteranno il personale sopra indicato nelle attività previste dal progetto, con particolare riferimento agli obiettivi individuati come prioritari. Allegato B) ATTIVITA’ GENERALI DEL PROGETTO: Apertura concordata dei centri periferici per garantire la copertura del territorio. Attività a1.1:Lavoro in rete con i centri Ascolto con utilizzo e aggiornamento di schede utenti di ascolto condivise in rete con sistema unico territoriale dati centro di ascolto diocesano. Fornitura di servizi base: tessera mensa, richieste contributi. Azione generale a1: Rete centri di ascolto Attivazione Servizio Segretariato, accompagnamento formativo e all’orientamento, procedure pensionistiche, bonus farmacia, Attività a1.2: bonus ferroviari, concessione Differenziazione contributi. dei servizi offerti: centro diocesano e nvio concordato ad altre strutture centri territoriali della rete: ambulatori medici, centri di distribuzioni per donne e minori, servizi legali, distribuzione pacchi viveri, distribuzione vestiario. Contatto con i servizi territoriali di competenza per i residenti per attivazione dei servizi e procedure Azione generale a2: Attività Attivazione Rete a2.1:Attivazione territoriale pubblico dei servizi privato territoriali degli enti pubblici (Siast, Asl, Sert, Centri di salute mentale, dormitori pubblici, Questura, Centri per l’impiego). Accompagnamento per primi colloqui e affidamento al pubblico. Allegato B) Inserimento nelle strutture di accoglienza pubbliche o gestite dal privato sociale in convenzione senza dimora, malati cronici e/o Attività a2.2: Inserimento in strutture di terminali,tossicodipendenti, malati in Hiv+ e Aids, donne con o senza minori. accoglienza territoriali Inserimento nelle strutture di accoglienza gestite autonomamente dal privato sociale ( ordini religiose, accoglienze parrocchiali). Compilazione accurate di tutti i campi previsti dalla scheda informatizzata per i nuovi colloqui di ascolto di ascolto e revisione Attività b1.1:Cura e revisione delle schede di ascolto e accoglienza Azione generale b1: inserite nel Miglioramento database rilevazione bisogni generale delle schede già aperte con completamento dei campi mancanti. Completamento del quadro inserendo anche dati relativi ai bisogni espressi con inserimento di informazioni su accoglienza nelle strutture pubbliche o gestite dal privato sociale in convenzione per senza dimora, malati cronici e/o terminali,tossicodipendenti, malati in Hiv+ e Aids, donne con o senza minori. Attività b.1.2. Elaborazione dei dati quantitativi e focus qualitativi Analisi dei dati e scelta dei focus qualitativi da realizzare con il supporto tecnico scientifico dell’Osservatorio delle povertà e risorse diocesano. Allegato B) ATTIVITA’ DEI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE: OBIETTIVO DESCRIZIONE ATTIVITA’ SPECIFICA GENERALE Partecipa coinvolgendosi sempre di gestione, OBIETTIVO SPECIFICO 1: AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI più nella costruzione e diffusione dell’attivazione dei servizi, facendosi a. Accoglienza dell’utenza dei servizi b. Colloquio di orientamento c. Invio ai servizi carico in prima persona della sua gestione. DALLE SEDI Manterrà OPERATIVE responsabile informato del il centro sull’andamento dei percorsi individuali a. Inserimento dati b. Report delle singole attività c. Partecipazione alle attivati, ponendosi come equipe di interfaccia tra l’utente del coordinamento servizio preso in carico e l’apparato burocratico circostante Sarà coinvolto attivamente nella mappatura delle iniziative esistente parte e prenderà all’ideazione di nuovi canali. a. Analisi e lettura dei dati b. Collaborazione con la Rete Regionale dell’Osservatorio Sociale c. Riunioni di coordinamento istituzionale Supporta OBIETTIVO l’attività operatori dei un degli dell’orario di apertura offerta dei servizi SPECIFICO 2: assicurando ATTIVITA’ DI più ampia possibile. b. Presa SUPPORTO AGLI OPERATORI DELLE SEDI OPERATIVE a. Ampliamento servizi, in carico dei singoli casi Raccoglie utili informazioni a. Collegamento tra all’orientamento servizi pubblici e dell’utenza e le mette a disposizione privati dell’utenza stessa e degli operatori del centro Aiuterà gli operatori nella mappatura e nel coinvolgimento delle altre realtà locali svolgere un al fine di servizio b. Raccolta delle risorse presenti sul territorio Allegato B) uniforme ed esaustivo Attiverà percorsi di OBIETTIVO inclusione sociale, sotto il c. Accompagnamento ai servizi SPECIFICO 3: controllo dei responsabili d. Ricognizione dei ATTIVAZIONE DI dei centri coinvolti, al fine singoli utenti da PERCORSI DI di garantire un costante inserire nei servizi INCLUSIONE supporto SOCIALE alle persone e. Partecipazione alla prese in carico stesura di percorsi individuali Contribuirà alla fattivamente organizzazione di sensibilizzazione e d animazione del informative, in territorio incontri, attività a. Incontri di riunioni accordo con le necessità del centro ospitante e dei suoi utenti I giovani del servizio civile regionale potranno essere impiegati in mansioni particolari, attinenti al progetto, che prevedono l’utilizzo di mezzi dell’ente e lo spostamento temporaneo dalla sede di servizio per particolari necessità (es. servizi domiciliari, accompagnamento, tutoraggio e rilevamento di bisogni specifici). 8) Numero dei giovani da impiegare nel progetto (min. 2, max. 10): 7 9) Eventuale numero ulteriore di soggetti da impiegare (non superiore al 50% di quelli indicati al precedente punto 8) che l'ente intende autonomamente finanziare, impegandosi ad anticipare alla regione le somme necessarie per l'intera copertura delle relative spese prima dell'avvio dei giovani in servizio: 0 10) Numero posti con vitto: 0 11) Numero posti senza vitto: 12) Numero ore di servizio settimanali dei giovani (minimo 25, massimo 30): 13) Giorni di servizio a settimana dei giovani (minimo 4, massimo 6) : 30 5 14) Eventuali particolari obblighi dei giovani durante il periodo di servizio: Partecipazione al percorso formativo previsto e ai corsi di formazione Allegato B) residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la durata di alcuni giorni. Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinalemensile) e previsti con momenti residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio progetto. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione e sensibilizzazione. 15) Sede/i di attuazione del progetto (1): N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo (compresa eventuale partizione interna) N. giovani per sede (2) 1 2 Centro Sociale dell’Annunziata Centro Sociale Caritas Centro di Ascolto Casa del Fanciullo Centro Caritas Massa Centro di Ascolto San Caprasio Carrara Massa Via Bassagrande , 47 Via Villaggio Castagnara, 62 1 1 Carrara Via 7 luglio, 3 2 Massa Aulla Via Zoppi, 14 Viale XXV Aprile, 2 2 1 3 4 5 6 7 8 9 10 (1) le sedi devono essere individuate esclusivamente fra quelle indicate in sede di iscrizione/adeguamento all'albo degli enti di servizio civile regionale, riportando la stessa denominazione e indirizzo (compresa l'eventuale ripartizione interna, es. scala, piano, palazzina, ecc) indicate sulla procedura informatica SCR. (2) il numero complessivo di giovani di questa colonna deve coincidere con il numero indicato al precedente punto 8) 16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede): Sede di attuazione del progetto Centro Sociale dell’Annunziata Centro Sociale Caritas Centro di Ascolto Casa del Fanciullo Centro Caritas Massa Comune Indirizzo Carrara Via Bassagrande , 47 Massa Carrara Via Villaggio Castagnara, 62 Dati OP Corso di aggiornamento* Coppini Fiammetta Nata a Prato, il 16/03/43 CPPFMT43C56G999D CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA CORSO CRESCT 13.02.14 c/o CARITAS TOSCANA [email protected] 05526770248 Ganapini Giuseppe Nato a Carrara il 01/07/48 GNPGPP48L01B832A [email protected] 05526770248 Padre Bartoli Mauro Nato a Fiesole, il 20/07/46 BRTMRA46L20D575F Via 7 luglio, 3 [email protected] 05526770248 MARCHINI STEFANIA Nata a MASSA, il 24/12/1981 Massa Via Zoppi, 14 [email protected] 05526770248 Centro di Ascolto San Caprasio Aulla Viale XXV Aprile, 2 Pasquali Moreno Nato ad Aulla, il 09/04/50 PSQMRN50D09A496E [email protected] 05526770248 In allegato CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale leggibili * Se non svolto: si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI NO 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile regionale: L’azione di promozione del servizio civile regionale rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile di Caritas. La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE REGIONALE a) Attività informatica: Sito Caritas Toscana http://giovanieservizio.caritastoscana.it b) Attività cartacea: Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. Pubblicazioni su riviste e giornali (Toscana Oggi, settimanale delle diocesi Toscane) In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile (CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, presentazione pubblica del rapporto annuale. c) Spot Radio Spot promozionali su Radio Toscana (www.rtn.it) d) Incontri sul territorio In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile (CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, giornata regionale del servizio civile in Toscana. ATTIVITA’ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE a) Attività informatica: Sito delle singole Caritas diocesane. b) Attività cartacea: Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. Elaborazione di volantini e diffusione di Cd sulle attività c) Spot Radio e TV Spot promozionali su Radio Toscana (www.rtn.it) e Tele San Domenico (www.tsdtv.it) d) Incontri sul territorio Incontri con parrocchie, scuole, associazioni del territorio Il totale delle ore di sensibilizzazione e promozione del servizio civile regionale ammonta a 42 ore. 18) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati di progetto: Le attività di monitoraggio sono rivolte a rilevare le attività di progetto che si realizzano: 1. in riferimento a quanto previsto per il raggiungimento degli obiettivi inerenti i beneficiari del progetto. 2. in riferimento a quanto previsto per i giovani che vi partecipano Per quanto concerne il punto 1, le attività del progetto sono monitorate tramite rilevazione svolta dagli operatori di progetto per mezzo di una scheda di rilevazione compilata su base bimestrale. Per quanto concerne il punto 1) si utilizzano gli strumenti seguenti. Strumenti per i VOLONTARI - Tre questionari ai volontari - Colloqui individuali dei ragazzi con il responsabile servizio civile di Caritas e gli op. Oggetti del colloquio: verifica del servizio; formazione generale (Caritas) e specifica; la relazione nel gruppo. Frequenza: almeno 3 volte l’anno con il responsabile servizio civile di Caritas, almeno mensile con gli op; - riunioni di confronto e verifica al 6° mese per condivisione problematiche trasversali emerse dai questionari. Partecipano i responsabili e i formatori. Strumenti per gli OPERATORI DI PROGETTO - Incontro di inizio servizio (entro il 1° mese) tra il referente di Caritas e l’op al fine monitorare le fasi di inserimento/accompagnamento; - Questionario al 4° mese - Incontro al 6° mese: restituzione e confronto su dati questionari volontari e questionari op. Partecipano anche i formatori. - Questionario a fine servizio entro 1 mese dalla conclusione del servizio. - Incontro finale per condividere le valutazioni sugli aspetti più importanti. Partecipano anche i formatori. Strumenti per i FORMATORI - Questionario di fine percorso per la valutazione complessiva della formazione generale, specifica e la formazione agli op. - Scheda registro presenze corsi formazione generale. - Scheda monitoraggio contenuti e metodologie dei corsi di formazione generale. 19) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge regionale 25 luglio 2006, n. 35: NESSUNO 20) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive utilizzate per l'acquisto di beni o servizi destinati ai giovani in servizio: Ai giovani selezionati per il servizio civile l’ente CARITAS TOSCANA garantisce i seguenti percorsi di formazione, sostenendo i costi di iscrizione e frequenza. a) Formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che consente al Datore di Lavoro di assolvere gli obblighi previsti dal D.lgs 81/08 - art 37 in materia di prima formazione ed aggiornamento dei propri lavoratori, così come individuati dall'art. 2 del Decreto Legislativo 81 del 2008 e secondo i contenuti e la durata previsti dall'Accordo Stato Regioni del 21/12/2011. b) Formazione su emergenze antincendio, per attività a rischio basso, con lo scopo di ottemperare all'obbligo di formazione previsto dal D.Lgs. 81/2008 e dal D.M. 10 marzo 1998. Come dettato dal Decreto Legislativo n. 81/2008, i lavoratori incaricati dell'attività di prevenzione incendi e di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato devono ricevere un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico. c) Formazione di primo soccorso, mirata a fare acquisire le nozioni relative al primo intervento interno e all'attivazione degli interventi di pronto soccorso. d) Formazione alimentaristi ex HACCP, volto a fornire le competenze necessarie per individuare le più opportune procedure di prevenzione dei rischi che si possono manifestare durante il processo produttivo di generi alimentari oltre ad apprendere come eliminare i principali pericoli per la salute dei consumatori. 1) Formazione per operatori interculturali, mirata a coinvolgere e responsabilizzare i giovani sui temi dell’immigrazione, della diversità, dell’accoglienza promuovendo una cultura orientata alla pace, alla mutualità, alla convivenza, promuovere un dialogo basato sulla partnership, sul riconoscimento reciproco, attraverso l’incontro tra generi, culture, aiutare gli aspiranti volontari a prendere maggiore consapevolezza di aspetti del proprio sé, che possono essere di aiuto anche nell’incontro con l’altro, migliorando l’efficacia degli interventi di aiuto. I corsi sono tenuti da personale qualificato e prevedono il rilascio di un Attestato di Frequenza, rilasciato da Agenzia Formativa Accreditata. TABELLA DEI COSTI DI ISCRIZIONE INDIVIDUALE A CIASCUN CORSO TITOLO CORSO Durata CORSO Costo in h ISCRIZIONE 1 Sicurezza nei luoghi di lavoro 8 140 € 2 Emergenze anticendio 8 240 € 3 Primo soccorso 8 160 € 4 Alimentaristi ex HACCP 16 360 € 5 Operatori Interculturali 30 450 € 70 1350 € Totale In allegato preventivo dell’agenzia formativa titolare del corso. 21) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto: In ogni sede saranno messi a disposizione le seguenti: Risorse tecniche e strumentali previste Stanza colloqui, scrivania, sedie, cancelleria, penne. 2 computer con accesso internet, 2 stampanti, bacheca, pennarelli, puntine Viveri, alimenti per l’infanzia (forniti da Coop e Banco Alimentare), vestiario usato, scarpe, bagno per docce e igiene personale, buoni mensa. Stanza/magazzino e banco di legno per la distribuzione. Automezzo per trasporto Scheda cartacea regionale Caritas, scrivania, penne, schedari con chiave a chiusura Software Mirod-Lotus Notes, manuale di spiegazione della Caritas regionale, computer con accesso internet Computer accesso internet, programmi informatici elaborazione dati, mailing list, telefono Stanza colloqui, documentazione per parametri di riferimento quali: individuazione Minimo Vitale INPS per l’anno in corso, parametri di lettura ISEE. Accesso internet Rubrica telefonica con i numeri di riferimento utili, telefono CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 22) Competenze e professionalità acquisibili dai giovani durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: COMPETENZE E PROFESSIONALITA’ CERTIFICATE DALL’ENTE PROPONENTE IL PROGETTO Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile Regionale è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Toscana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio. Inoltre la singola Caritas diocesana responsabile del progetto rilascia – su richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla legge – una ulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata. Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Toscana: - Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall’associazione. - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia - Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere - Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza - Lavorare in team per produrre risultati collettivi - Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell’ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi - Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi. COMPETENZE E PROFESSIONALITA’ CERTIFICATE DALL’ENTE TERZO “SOLIDARIETA’ CARITAS – ONLUS” (agenzia formativa riconosciuta dalla Regione Toscana) come da convenzione allegata COMPETENZE SPECIFICHE - Conoscere i principali aspetti della normativa sull’immigrazione. - Sapere promuovere attività socio-culturali per la sensibilizzazione del territorio. - Saper progettare interventi di rete atti alla reintegrazione dell’immigrato nel contesto sociale di origine. - Conoscere le condizioni sociali, politiche e culturali del Paese di provenienza del profugo. - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei singoli e dei gruppi. - Essere in grado di accompagnare e supportare l’individuo nell’attività di ricerca e studio. - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale. - Possedere capacità di accoglienza e di ascolto di persone straniere (minori e adulti) provenienti da qualsiasi paese. - Possedere capacità di relazione con persone di culture diverse. - Possedere capacità di accompagnare i minori stranieri nelle attività di animazione e socializzazione. - Possedere capacità di accompagnare le persone straniere (minori e adulti) nel processo di integrazione sociale. - Possedere capacità di mediazione culturale e di confronto. - Essere in grado di orientare al lavoro e ricercare opportunità lavorative per persone disagiate. - Conoscere le modalità di assistenza legale per gli immigrati. Formazione generale dei giovani 23) Sede di realizzazione: NUCLEO GIOVANI E SERVIZIO CARITAS TOSCANA VIA DEI PUCCI 2 – 50122 FIRENZE Potranno essere individuate sedi diverse in caso di formazione residenziale. 24) Modalità di attuazione: LA FORMAZIONE VIENE SVOLTA DALL’ENTE CON FORMATORI DELL’ENTE 25) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale il percorso di formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie. Metodologia Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo attraverso: - lezioni frontali (almeno il 50% del monte ore complessivo) - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (almeno il 20% del monte ore complessivo) - testimonianze e/o visite ad esperienze significative Articolazione della proposta di formazione previste totale nei primi cinque mesi dall’avvio del progetto: 42 ore. La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da: - corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio. - incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al 12° mese (vedi il piano di monitoraggio interno descritto), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici a partire dalla verifica dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio. Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti Nella fase di accesso al servizio: verifica attraverso scheda conforme a livello nazionale per la valutazione del tirocinio osservativo e del successivo tirocinio pratico . Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo. 26) Contenuti della formazione: A partire dai contenuti previsti per la formazione generale si propone una formazione generale che preveda due fasi: Una prima fase di 33 ore che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per la formazione generale dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo. Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale). La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante: Moduli L’identità del gruppo in formazione Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà Il dovere di difesa della Patria La difesa civile non armata e nonviolenta La protezione civile La solidarietà e le forme di cittadinanza Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato La normativa vigente e la Carta di impegno etico Diritti e doveri del volontario del servizio civile Presentazione dell’Ente Lavoro per progetti Il lavoro per progetti Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni Sostenere la motivazione Sostenere l’orientamento per il futuro Comprendere il significato di concorrere alla difesa della patria Favorire l’educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, alla pace e alla responsabilità ambientale Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale Conoscere la Caritas come ente ecclesiale La progettazione in ambito sociale Abilitare e sostenere la comunicazione e l’animazione del territorio durante e dopo il servizio Tempistica Modalità (1) 3+3 1F–5I 2 2F 2 2F 2 1F–1I 3 2 F – 1I 3 2F–1I 3 2F–1I 2 1 F – 1I 2 2F 4 3F–1I 2 1F–1I 2 1F–1I 33 20 F – 13 I (1) F: lezione frontale; I:dinamiche non formali Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione. Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo. Una seconda fase di 9 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica dell’esperienza svolta. 27) Durata (espressa in ore): Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore. Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei giovani 28) Sede di realizzazione: La sede di realizzazione della FORMAZIONE SPECIFICA sarà presso le SEDI DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO. Potranno essere individuiate sedi diverse in caso di formazione residenziale. 29) Modalità di attuazione: LA FORMAZIONE VIENE SVOLTA DALL’ENTE CON FORMATORI DELL’ENTE 30) Tecniche e metodologie di realizzazione previste: La formazione specifica viene curata in collaborazione con le sedi di attuazione intende fornire un bagaglio di conoscenze e competenze di carattere teorico e pratico legate alle specifiche attività previste dal progetto ed ha come obiettivo un positivo inserimento nel contesto del servizio in modo da garantire il buon operato del giovane in servizio civile in riferimento al contesto in cui svolge il servizio. Metodologia Accompagnamento ed affiancamento personale stabile del giovane all’interno delle sedi operative per tutto il periodo del servizio; Formazione sul campo; Incontro di accoglienza iniziale: presentazione della sede di realizzazione del progetto, delle attività svolte, del ruolo e delle responsabilità richieste al volontario; Incontri settimanali: di verifica e programmazione insieme agli operatori della sede di progetto al fine di confrontarsi sui casi, sulle difficoltà incontrate, e per trasmettere i contenuti formativi necessari allo svolgimento delle singole attività del centro, per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto; Incontri di supervisione mensile: in totale sono previste 12 ore di verifica: fornire al volontario la possibilità di esternare il proprio vissuto emotivo in ordine al rapporto con gli utenti e con gli operatori del centro; Partecipazione ad eventi formativi rivolti agli operatori dei centri; Incontro di bilancio finale per effettuare una valutazione condivisa dell’esperienza dl volontariato. Da realizzare attraverso: - lezioni frontali; - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali, gruppi verifica. 31) Contenuti della formazione: Tempistica Moduli (ore di intervento) Modalità (1) Per riscoprire e valorizzare la persona: la relazione d’aiuto con la persona in difficoltà 3 Il disagio sociale e la devianza 2 2F–1I Il ruolo dell’operatore in servizio civile: identità e compiti 3 Modalità di approccio nella relazione d’ascolto: tecniche di relazione 2+3 La normativa sul trattamento dei dati (ai 2F+3 I sensi de codice sulla privacy, DLgs. 196/03) per la compilazione schede L’ascolto e gestione di un colloquio (con 2 adulti, minori, famiglie…) 2+3 Il primo contatto nella relazione di aiuto alla persona 2 2F - 3I Le principali forme di contrasto al disagio e all’emarginazione sociale (adulto, familiare,…) 3 Lettura dei bisogni e comprensione delle problematiche. 4 Stili di vita e di condivisione fra le diversità all’interno di un istituto o associazione 2+2 Il processo di superamento del disagio e 3F – 1I dell’emarginazione: dalla prima accoglienza all’integrazione sociale 3 Conoscenza e orientamento ai servizi sociali territoriali: modalità di accesso. 4+2 4F – 2I Il funzionamento delle strutture di accoglienza: regole, metodologia, gestione. 2+1 La comunità educante: la vita comunitaria 3 2F – 1I Per un approccio corretto al disagio: capirlo, accoglierlo. tipologie di disagio. 4 La normativa di riferimento su immigrazione, ricongiungimenti, richiedenti asilo 4+2 4F – 2I La normativa di riferimento per la concessione delle residenze, accesso alle strutture di salute mentale, servizi dei centri per l’impiego, riconoscimento invalidità e 7F – 3I 7+3 pensioni 3+1 3F – 1I Normativa di riferimento di diritto carcerario 72 F: lezione frontale; I:dinamiche non formali 32) Durata (espressa in ore): Il progetto prevede un percorso formativo specifico di 72 ore totali. Altri elementi 33) Presenza di almeno una delle altre figure previste per la gestione del servizio civile regionale (diversa dall'Operatore di Progetto) che nell'ultimo anno abbia frequentato il corso di formazione o/e/o aggiornamento programmato dalla Regione Toscana (o si impegni a parteciparvi entro l'anno in cui si realizza il progetto): DEBORA CEI – COORDINATORE DI PROGETTO CORSO CRESCIT 30/01/2014 c/o CARITAS TOSCANA – FIRENZE si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI NO; 34) Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto alla formazione aggiuntiva programmata dalla regione Toscana: SI NO 35) Attestazione che all'interno del medesimo bando sono stati presentati progetti per un numero complessivo di posti inferiori al 50% di quelli richiedibili in base alla categoria di appartenenza: SI NO n° progetti presentati: ______ n° posti richiesti complessivamente: _________ 36) Impegno a far partecipare i giovani aderenti al progetto ad almeno due manifestazioni, eventi o attività di carattere regionale inserite nel sistema delle politiche giovanili della regione Toscana: SI NO 37) Coprogettazione tra i seguenti enti (è necessario allegare l'accordo sottoscritto dagli enti per la coprogettazione, da cui risulti l'ente capofila): Denominazione ente Codice RT Categoria d'iscrizione all'albo SCR Ente pubblico o privato Il sottoscritto ALESSANDRO MARTINI nato a SCANDICCI (FI) il 08.10.1959 in qualità di delegato regionale/ responsabile legale dell'ente CARITAS TOSCANA dichiara che l'ente che rappresenta è in possesso di tutti i requisiti previsti per l'iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale (art. 5 comma 1 legge regionale n. 35 del 25/07/2006). Firenze, 22 MAGGIO 2014 Il Responsabile legale dell’ente