Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo VII. Linguaggio e comunicazione
Linguaggio e comunicazione
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Capitolo VII. Linguaggio e comunicazione
Prima questione: origini del linguaggio
• ipotesi monogenetica le lingue attuali sono
prodotte per differenziazione da un’unica lingua
• ipotesi poligenetica  sostiene la pluralità dei
ceppi linguistici originari
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Seconda questione: il linguaggio è
• innato
• acquisito
Se ammettiamo come plausibile l’ipotesi unitaria del
linguaggio, si rafforza anche la tesi di coloro che
sostengono che il linguaggio è innato nella specie
umana, una sorta di caratteristica del patrimonio
biologico della specie umana formatasi
gradualmente nel corso del processo di evoluzione.
Quanto estesa sia questa base, quanto ci sia di
innato e quanto di acquisito nelle competenze
linguistiche, è una questione a cui, allo stato attuale
delle conoscenze, non è possibile dare una risposta.
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Noam Chomsky  le analogie strutturali, che si
riscontrano in tutte le lingue, fanno ritenere che
vi sia una grammatica universale innata, fatta di
regole che permettono di collegare il numero
limitato di fonemi, che gli organi vocali della
specie umana sono in grado di produrre. Sulla
base di questa sintassi-grammatica universale si
svilupperebbero poi, per processi secondari di
differenziazione, le grammatiche delle singole
lingue particolari.
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Chomsky è riluttante ad attribuire un fondamento
biologico alla capacità umana di generare una
grammatica universale e di formulare la sua teoria
nei termini della teoria dell’evoluzione, mentre i
biologi evoluzionisti considerano il linguaggio come
un processo di selezione naturale, che avrebbe
fornito alla specie umana un decisivo vantaggio
evolutivo rispetto ad altre specie animali.
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Lieberman  il linguaggio è un’invenzione
dell’homo sapiens.
Pinker  studiando alcuni disturbi del linguaggio
ha riscontrato la loro ereditarietà e ha
avvalorato l’ipotesi che ci siano determinati geni,
alla cui presenza è da attribuire l’acquisizione di
determinate competenze linguistiche.
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Il linguaggio svolge due importanti funzioni:
•
cognitiva  pensare il “mondo” verbalmente o
mentalmente = stabilire un rapporto tra un
significante e un significato
•
comunicativa  comunicare ad altri il nostro
pensiero e ricevere dagli altri i messaggi nei
quali è formulato il loro pensiero
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Affinché abbia luogo un atto comunicativo devono
essere presenti alcuni elementi:
- un emittente
- un ricevente
- un canale
- un codice
- un messaggio
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L’emittente deve tradurre quello che vuole
comunicare in una serie di segni o suoni, seguendo
le prescrizioni del codice del canale utilizzato, e
confezionare così il messaggio.
ll ricevente, a sua volta, deve utilizzare un codice
analogo per decifrare il messaggio.
Perché ci possa essere comunicazione, il codice
deve essere condiviso da emittente e ricevente.
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Il concetto di condivisione del codice indica che il
linguaggio:
è una convenzione sociale  un patto implicito stabilito
all’interno di una comunità
ha un carattere normativo  è formato da un insieme
di norme (regole), che definiscono quali sono i modi
ammissibili di confezionare i messaggi, affinché
questi possano essere recepiti con successo dal
ricevente
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L’acquisizione delle competenze linguistiche è un
fenomeno abbastanza misterioso. Non sappiamo
bene come avvenga, ma sappiamo per certo che
l’acquisizione del linguaggio richiede un’assidua,
prolungata e costante interazione sociale.
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Tutte le lingue presentano caratteristiche
strutturali comuni. Le strutture grammaticali
e sintattiche sono quelle che presentano la
maggiore stabilità nel tempo e uniformità
nello spazio.
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Scuola strutturalista
Ferdinand de Saussure  primato della sintassi sulla semantica =
la lingua è un sistema strutturato di parti interdipendenti che
rispondono a una serie di regole astratte. In ogni lingua vi sono
degli elementi stabili - i tratti fondamentali della grammatica e
della sintassi - detti anche universali linguistici e di elementi di
natura convenzionale e arbitraria – la semantica.
Scuola romantica
fratelli Grimm  primato della semantica sulla sintassi = la lingua
è l’espressione più genuina dello “spirito” di un popolo, il
fondamento della sua identità collettiva. Occorre evidenziare
ciò che differenzia una lingua dalle altre, piuttosto che ciò che
le rende simili.
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Linguaggio e stratificazione sociale
William Labov ha rilevato nelle sue ricerche differenze
sostanziali tra appartenenti alla classe media e
appartenenti alla classe operaia in relazione:
• agli aspetti fonetici  il modo col quale le parole
vengono pronunciate
• al lessico  utilizzo di certe parole ed espressioni
ricorrenti
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Basil Bernestein ha rilevato una forte discrepanza tra:
• le forme di comunicazione richieste dalla scuola
• le pratiche linguistiche spontaneamente adottate dagli
alunni
 A tale discrepanza è imputabile il diverso rendimento
scolastico dei bambini di classe operaia e di classe media,
indipendentemente dalle capacità intellettive misurate con i
test di intelligenza.
 Le varie classi usano codici comunicativi diversi, acquisiti
spontaneamente nell’interazione familiare e nei primi stadi
della socializzazione infantile e riconducibili al contesto delle
relazioni sociali, connesse alla posizione occupata dalla
famiglia nella divisione sociale del lavoro.
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La disuguaglianza non è l’unica fonte di variabilità
sociale del linguaggio. Qualsiasi forma di
differenziazione sociale, che porta alla formazione di
gruppi, si riflette in altrettante varianti linguistiche,
tra questi:
• maschi/femmine  linguaggio maschile/femminile
• città/campagna  linguaggio urbano/contadino
• gruppi professionali  linguaggi tecnici
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Il linguaggio varia tuttavia anche in relazione alla
situazione sociale nella quale avviene la comunicazione
• linguaggio privato  fra amici, familiari: ciò che conta
è farsi capire
• linguaggio pubblico  rivolto a un pubblico e non a
una serie di persone ben individuate: maggiore
controllo formale
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• linguaggio orale  presenza di elementi
metacomunicativi: forniscono all’interlocutore
una serie di messaggi aggiuntivi, con i quali
interpretare il significato del messaggio verbale
• linguaggio gestuale  postura del corpo,
movimenti delle braccia e delle mani, direzione
dello sguardo, ecc.
• linguaggio scritto  maggiore controllo formale,
maggiore intenzionalità, differimento temporale,
assenza elementi metacomunicativi
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Per quanto variabile e soggettiva, la comunicazione
verbale segue sempre determinate regole che
dipendono:
 dal contesto nel quale avviene l’interazione
• nei contesti altamente formalizzati vigono regole
molto precise su chi ha diritto di iniziare,
interrompere, concludere l’interazione
• vi è una netta asimmetria tra gli interlocutori
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 dalla posizione sociale relativa degli
•
•
interlocutori
il linguaggio utilizzato varia molto a seconda
dello status del nostro interlocutore
solo nell’interazione tra pari vige una vera
reciprocità e l’interazione non è deformata
dalle differenze di status
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Analisi conversazionale = analisi dell’interazione verbale
all’interno di un gruppo.
Essa è in grado di mettere in luce la struttura dei
rapporti sociali tra i membri del gruppo, in particolare
dei rapporti di potere, l’esistenza di regole più o meno
implicite, la loro eventuale violazione e le dinamiche che
vengono messe in atto per ristabilirle o modificarle.
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La comunicazione interpersonale non è l’unica forma
di comunicazione, e in alcuni casi nemmeno la più
preponderante.
La diffusione, la pervasività, le logiche della
comunicazione di massa hanno prodotto un
progressivo interesse sui suoi meccanismi ed effetti.
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Teoria critica della società Horkheimer e Adorno,
Marcuse
Critica della cultura di massa e dei mezzi di
comunicazione che la veicolano: questi sono visti
essenzialmente come strumenti di manipolazione in
mano a interessi economici e politici, che se ne
servono per fini di profitto, creando “falsi bisogni”,
o di controllo politico, creando un consenso fondato
sulla passività.
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Influenza dei media
Secondo Harold Lasswell, per descrivere e spiegare
un atto comunicativo, è necessario rispondere alle
seguenti domande:
chi?  emittente
dice che cosa?  contenuti dei messaggi trasmessi
attraverso quale canale?  mezzo utilizzato e tipo di
linguaggio
chi?  destinatari e loro caratteristiche
con quale effetto?  le risposte comportamentali dei
destinatari
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La ricerca sociologica sulle comunicazioni di massa ha
affrontato tutte e cinque queste domande. Ci si è resi
conto che gli effetti delle comunicazioni:
 non variano soltanto a seconda della segmentazione
del pubblico lungo le consuete dimensioni
sociodemografiche (età, sesso, classe sociale, livello di
istruzione, condizione professionale, ecc.)
 ma anche a seconda delle reti di relazione, nelle
quali gli individui sono inseriti: il pubblico non è
composto da individui atomizzati, ma da individui che
vivono in contesti di relazione (Katz e Lazarsfeld 
flusso di comunicazione a due stadi)
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Caratteristiche fondamentali dei nuovi media:
 selettività
 interattività
 multimedialità
 virtualità
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