Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo VI. Identità e socializzazione
Identità e socializzazione
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Capitolo VI. Identità e socializzazione
Ogni società deve assicurare la propria continuità nel
tempo.
È necessario, quindi, che essa disponga di pratiche e
istituzioni, atte a trasmettere almeno una parte del
patrimonio culturale che ha accumulato nel corso
delle generazioni.
La socializzazione è lo strumento attraverso il quale il
patrimonio culturale della società viene appreso dagli
individui.
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A differenza del mondo animale, dove azioni e
comportamenti sono trasmessi perlopiù per via
genetica attraverso un cospicuo bagaglio istintuale,
per acquisire conoscenze che andranno poi a
sostanziare azioni e comportamenti il mondo umano
ha bisogno di un lungo periodo di apprendimento,
visto lo scarso bagaglio istintuale.
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Patrimonio culturale = è l’insieme dei valori, norme,
atteggiamenti, conoscenze, capacità, linguaggi, che
consentono alla società di esistere, di adattarsi al
suo ambiente esterno e di modificare a sua volta se
stessa e il suo ambiente
Socializzazione = è il processo mediante il quale i
nuovi nati diventano membri della società
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Socializzazione primaria = l’insieme dei
processi volti ad assicurare all’individuo la
formazione delle competenze sociali di base.
Avviene durante i primi anni di vita fino al
raggiungimento dell’età scolare.
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Competenze sociali di base:
acquisizione di un livello minimo di competenza
comunicativa, ossia la capacità di usare il linguaggio
per scambiare informazioni con gli altri membri
 sviluppo della capacità di entrare in rapporto con gli
altri, scambiando affettività, prestazioni, risorse che
consentono lo sviluppo di legami sociali e di forme di
cooperazione indispensabili all’esistenza stessa della
società
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Socializzazione secondaria = l’insieme dei processi
di formazione delle competenze specifiche richieste
dall’esercizio dei vari ruoli sociali. Si svolge dall’età
scolare, per tutto il corso della vita
Competenze sociali specifiche = sono quelle che
consentono agli individui di svolgere ruoli particolari
e comportano la capacità di usare linguaggi e di
disporre di conoscenze condivise soltanto da coloro
che sono coinvolti nell’esercizio di tali ruoli
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Per quanto ogni percorso esperenziale sia assolutamente
individuale, è possibile tuttavia fissare alcune fasi tipiche
del processo di socializzazione primaria:
 attaccamento affettivo
 reciprocità del rapporto adulto-bambino
determinazione di modelli o regole di comportamento
Le modalità e gli esiti di una fase condizionano modalità
ed esiti della successiva
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Attaccamento affettivo = si sviluppa un rapporto carico
di affettività tra la madre, dispensatrice di soddisfazioni,
e il bambino, che manifesta “attaccamento” nei suoi
confronti in un rapporto di totale dipendenza.
Molte ricerche hanno dimostrato che, se questo rapporto
è positivo, il bambino sviluppa fiducia nell’ambiente e in
se stesso, maggiori capacità di autonomia e di
apprendimento. In caso contrario, si ha un arresto o
comunque un rallentamento delle capacità
comunicative, motorie, affettive.
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Reciprocità dell’interazione bambino-adulto = il
rapporto che intercorre tra genitore e bambino
è un rapporto dialettico.
Determinazione di regole o modelli di
comportamento = nell’interazione tra adulto e
bambino si vengono a stabilire delle regole,
attraverso un meccanismo di premi e punizioni.
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Altro generalizzato = il bambino, man mano che
cresce e si trova ad agire in una cerchia di persone
allargata, opera un’astrazione e generalizzazione
dai ruoli e atteggiamenti delle figure parentali ai
ruoli e agli atteggiamenti in generale.
In questo modo, i valori, le norme e le conoscenze
che il bambino ha ricevuto dai genitori vengono
rafforzate e sostenute dagli altri e assumono
quindi una generalità sempre più ampia fino a
includere la società nel suo complesso.
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La formazione dell’altro generalizzato e di una
capacità di giudizio autonoma indica che il
bambino non si identifica e si confronta più con
altri concreti, ma con una generalità di altri che
rappresentano l’intera società.
La formazione dell’identità personale corre
parallela alla scoperta e all’elaborazione cognitiva
del mondo sociale.
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Identità personale = immagine che l’individuo
ha di se stesso
Identità sociale = l’insieme dei ruoli svolti dal
soggetto nelle varie sfere della vita alle quali
appartiene
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Si possono distinguere due componenti nel
processo di formazione dell’identità:
identificazione  il soggetto fa riferimento
alle figure rispetto alle quali si sente uguale
o simile e con le quali condivide determinati
caratteri. L’identificazione conduce alla
formazione del senso di appartenenza a
un’entità collettiva definita come “noi”
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individuazione  il soggetto fa riferimento alle
caratteristiche che lo distinguono dagli altri, sia
dagli altri gruppi ai quali non appartiene, sia
dagli altri membri del proprio gruppo, rispetto
ai quali il soggetto si distingue per le proprie
caratteristiche fisiche e morali e per una propria
storia individuale che è sua e di nessun altro
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Socializzazione secondaria = l’insieme dei processi di
formazione delle competenze specifiche richieste
dall’esercizio dei vari ruoli sociali adulti.
Nelle società moderne, altamente differenziate, ogni
individuo ricopre nella società una pluralità di ruoli
(role set): è in tale quadro che assume importanza la
socializzazione secondaria, come processo di
apprendimento attraverso cui l’individuo si dota delle
competenze che attengono ai ruoli che, nel corso della
sua vita, egli via via occupa.
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Agenti di socializzazione
famiglia  socializzazione primaria, sviluppo dell’identità
scuola  inizio socializzazione secondaria, rapporti e
norme impersonali e oggettivi
lavoro  formazione professionale
gruppo dei pari  rapporti simmetrici, assenza di
autorità e di subordinazione
media  formazione di atteggiamenti, opinioni e
comportamenti relativi alle più diverse sfere di attività,
che possono rafforzare o indebolire l’efficacia dell’azione
degli altri agenti di socializzazione
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La socializzazione è un processo continuo e tutt’altro
che lineare.
Non solo non vi è coerenza tra i vari agenti che
concorrono alla socializzazione di un individuo, ma
l’azione di ognuno di essi può non essere, e in genere
non è, internamente coerente.
In questo quadro l’individuo è agente attivo della
propria socializzazione:
• sceglie nell’ampia gamma di opportunità di
socializzazione
• deve farsi carico di gestire l’inevitabile conflitto che,
in una società altamente differenziata, si produce tra le
varie agenzie di socializzazione.
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