n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
EDITORIALE
Microsoft non fa
l’hardware, anzi sì
Microsoft, per bocca di alcuni suoi
top manager, era stata chiarissima
con noi: dopo Zune, mai più
un prodotto hardware firmato
Microsoft (al di là delle periferiche).
Il modello di business di Microsoft,
quello che storicamente ha segnato
il successo dell’azienda, è legato ai
cosiddetti “partner”, le aziende che
hanno creato le macchine attorno
ai sistemi operativi DOS prima e
Windows poi.
Zune - va detto - è stato
effettivamente un buco nell’acqua
tremendo, attutito in Europa solo
dal mancato lancio. XBox, però,
è stato, ed è tutt’ora, un gran
successo: evidentemente il business
delle console è diverso da quello
del PC. Nel mondo delle console,
l’esperienza di utilizzo deve essere
facile e senza imprevisti, come solo
una combinazione hardware e
software proprietario può ottenere.
Con una mossa a sorpresa, ora da
Redmond arriva l’annuncio dei
tablet Surface, prodotti marchiati
Microsoft, espressamente
indirizzati a replicare il modello
Apple. E, in effetti, molti segnali
fanno ritenere che il business del
tablet sia diverso da quello del
PC. Potrebbe essere - e usiamo
il condizionale - che per avere
successo nel settore dei tablet,
imponendo anche un ecosistema
di App, sia necessario blindare
l’esperienza di utilizzo e controllare
completamente anche l’hardware.
Se questo fosse il paradigma
vincente, i tablet Android, con il
sistema operativo open source e
l’hardware di mille aziende diverse,
sono quanto di meno adatto ci
sia; i risultati di vendita, capaci
solo di fare il solletico ad Apple,
confermerebbero la debolezza del
modello impostato da Google.
Ora resta da capire se Microsoft
fa sul serio. Se l’idea dietro Surface
è quella di replicare davvero il
modello iPad, vedremo tutti i
partner hardware interrompere
qualsiasi progetto per i tablet
Windows 8: sarebbe demenziale
giocare contro chi progetta
l’hardware con il pieno controllo
del sistema operativo e dei
suoi costi. Se invece la mossa
dei Surface è stata solo una
provocazione pensata per gettare
un sasso nello stagno e spingere i
partner ad accelerare, è bene che
Microsoft sia molto più chiara di
quanto non sia oggi: un piede in
due staffe potrebbe solo rallentare
gli sviluppi e rivelarsi l’ennesimo
errore di un colosso dato da molti
in stato confusionale.
Gianfranco Giardina
p.1
MOBILE / Svelate le 8 funzioni di base del SO e i tablet Microsoft
Surface e Windows Phone 8
inizia la sfida di Microsoft
Microsoft si lancia nel mondo tablet con due modelli attesi per ottobre
E per contrastare Apple, ecco il nuovo sistema operativo per smartphone
di M. C. Candiago
G
randi movimenti in casa Microsoft: sia sul fronte mobile
che su quello pc, il colosso
americano ha presentato a breve
distanza uno dall’altro i suoi preziosi
cavalli di battaglia: il nuovo sitema
operativo Windows Phone 8 e due
nuovi tablet, uno a vocazione business con CPU Intel Ivy Bridge e l’altra
destinata al consumer su piattaforma ARM, pronti a contrastare l’impero dell’iPad.
Per quanto riguarda Windows Phone
8, questa nuova versione del sistema
operativo offre ora supporto multicore e schermi HD, una nuova home
screen, NFC integrato e Nokia Maps e,
soprattutto, cambia kernel sposando
l’NT kernel alla base di Windows 8.
Sul fronte pc invece, dei due nuovi
tablet solo uno si presta a entrare in
competizione con l’iPad, ed è quello
con processore Tegra 3 e Windows
DDAY.it magazine N. 50
In questo fascicolo
tra le altre cose...
MOBILE
03 iOS 6 beta in anteprima
Più migliorativo che
innovativo
07 Svelato
Windows Phone 8: ecco
le 8 funzioni di base
TV & VIDEO
10 Ecco i TV Philips 2012
con 3D, Smart TV e nuovo
design
11 Sky On Demand
L’anteprima di DDay.it
PC & MULTIMEDIA
RT, ma questo garantirà “la libertà”
auspicata da molti “delusi” dalle chiusure e dai vincoli del tablet Apple?
Scoprilo insieme a tutte le altre novità di Microsoft a partire dalla pag. 5
di questo DDay Magazine.
MOBILE / iOS 6 arriverà in autunno, forse insieme all’iPhone 5
iOS 6: nessuna rivoluzione
Presentata un’anteprima del prossimo sistema operativo di Apple
Molti i miglioramenti ma, per per il momento, nessuna vera sorpresa
13 È arrivato il MacBook Pro
con display Retina
15 Buffalo lancia anche
in Italia il Wi-Fi gigabit
802.11ac
GAME & MOVIE
18 Nel 2013 giocheremo alla
Xbox 720?
19 Crytek: il futuro del
gioco è “gratis”
di F. Regis
DIGITAL IMAGING
a presentazione in anteprima del
nuovo iOS 6, che uscirà in ottobre
probabilmente in concomitanza
con il nuovo iPhone5, ha svelato diverse novità, molte migliorie, ma per
ora, nessuna innovazione strabiliante.
Tra i protagonisti di iOS 6 ci sarà sicuramente Siri, l’assistente virtuale che
non solo sarà più intelligente, ma arriverà finalmente in italiano. Un altro
punto chiave sarà, come già successo
in passato con Twitter, l’integrazione
di Facebook nel sistema operativo
con la sincronizzazione dei contatti
e delle foto nella rubrica e una condivisione tutta nuova dei contenuti.
Anche iCloud offrirà nuovi modi per
condividere le foto con amici e fami-
20 Nikon D400, in arrivo
una APS-C di fascia alta?
20 È di Nikon il primo
super-zoom 18-300mm
L
TEST
gliari grazie alla possibilità di inviare
album di immagini, immediatamente
disponibili da vedere e commentare.
Abbiamo potuto testare queste e le
tante altre le modifiche di iOS 6 grazie
alla prova della prima versione beta si
iPad. Benché non ci siano rivoluzioni,
siamo convinti che potrebbero esserci sorprese con il lancio dell’iPhone5.
22 LG NanoLED LM960V
L’ultima frontiera del LED
24 Nokia Lumia 900
Windows Phone formato
extra large
27 Asus PadPhone in prova
Chi fa da sé fa per tre
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Atteso in autunno, iOS 6 promette tante nuove funzioni, ma niente rivoluzioni in vista
Arriva iOS 6, e con lui Siri in italiano
L’ultima versione del sistema operativo Apple per mobile ha nuove applicazioni, Facebook integrato e Siri anche in italiano
di R. Pezzali
D
opo svariate frecciatine a Samsung e ad Android, Apple toglie i veli al nuovo sistema operativo mobile, iOS 6. Nuova icona e
funzioni, ma dal punto di vista grafico
niente di rivoluzionario rispetto alla
versione precedente. I rumors che
parlavano di una fila di icone supplementari e di altre funzionalità mirabolanti, come il 3D, sono stati smentiti
tutti. Parola d’ordine semplicità, ed è
per questo che la parte iniziale della
presentazione del nuovo iOS è stata
dedicata quasi interamente al nuovo
Siri, l’assistenza virtuale che diventa
ora più intelligente con l’aggiunta di
funzioni e possibilità, come la ricerca
dei risultati sportivi o la prenotazione
di un tavolo al ristorante. Siri arriverà
anche in nuovi Paesi, e tra questi l’Italia. In chiave usabilità, è interessante
la nuova funzione Eyes Free: 12 case
automobilistiche aggiungeranno alle
nuove autovetture un bottone che
richiamerà Siri in auto per impartire
comandi vocali senza distrarsi. Ma iOS
6 non è solo Siri: l’applicazione mappe è stata completamente aggiornata con un servizio proprietario dotato
di visualizzazione a grafica vettoriale
con tanto di 3D e possibilità di navigazione turn by turn. Non mancano
le informazioni sul traffico in tempo
reale e la possibilità di attingere ad un
database enorme di point of interest.
Facebook è un altro punto chiave di
iOS 6: dopo l’integrazione di Twitter
in iOS 5 il social network diventa par-
p.2
MOBILE
Sharp ridisegna
Android e fa
centro
Feel UX sarà la nuova interfaccia
grafica per terminali Android
AQUOS e arriverà in Giappone
quest’estate. E dalle prime
impressioni sembra fantastica
di V. Barassi
te integrante del sistema operativo,
con sincronizzazione dei contatti e
delle foto nella rubrica, possibilità
di pubblicare post da Notification
Center e condividere contenuti da
Safari, Immagini o Mappe. Facebook
è stato integrato anche nell’AppStore
e in iTunes, per vedere quali sono le
applicazioni e la musica preferiti dagli amici e quelli consigliati. Cambia
anche iCloud: ora è possibile creare
streaming foto condivisi che famigliari e amici possono visualizzare sul loro
dispositivo. Ogni album può essere
commentato e c’è anche qui il tasto
“mi piace”. Apple aggiunge anche una
serie di interessanti features minori:
dalla modalità notte, per evitare di
essere disturbati, alla possibilità di rispondere alle chiamate in entrata con
messaggi rapidi oppure di impostare
promemoria per richiamare. Safari
viene poi potenziato con le schede
cloud, sincronizzate con gli altri dispositivi basati su iOS o OS X, la vista
a schermo intero in modalità landscape e la possibilità di caricare foto dal
rullino. Migliorata anche la mail: ora
si può impostare una lista di mittenti
“Vip” e si possono flaggare le mail per
importanza. Operatori permettendo,
è stato inoltre attivato anche Facetime su rete dati, e non solo in Wi-fi.
Per concludere, la nuova applicazione
Passbook: è un raccoglitore di pass,
dai biglietti del cinema, alle carte di
imbarco degli aerei, alle carte fedeltà. Passbook funziona anche come
scanner per coupon e può gestire i
vari pass in modo geolocalizzato per
facilitare la ricerca. Se si memorizza ad
esempio la carta fedeltà Media World
questa sarà richiamata
in automatico se si entra in un punto vendita
Media World. iOS 6 arriverà in autunno, quasi
sicuramente in concomitanza con il nuovo
iPhone. Sarà disponibile per tutti i dispositivi
iPhone dal 3GS in poi
e per l’iPad dalla seconda generazione in
poi (niente iPad 1), per
iPod Touch di quarta
generazione e per la
Apple TV di seconda e
terza generazione.
Frutto di una partnership tra
Sharp e l’esperta compagnia di
design Frog, Feel UX punta a portare nel mondo degli smartphone
Android un’interfaccia grafica che
sia davvero all’altezza del sistema
operativo mobile di Google. In
questi anni ne abbiamo viste davvero tante ma, solo per citarne alcune, Sense di HTC o TouchWiz di
Samsung non sono mai riuscite a
colpire nel segno e a soddisfare
pienamente tutti i palati. Feel UX
vuole riuscire dove in molti hanno fallito proponendo un’interfaccia leggera, comprensibile ed
estremamente flessibile, capace
di portare l’esperienza d’uso dei
prossimi terminali Sharp AQUOS
a livelli mai raggiunti prima. Sicuramente non vedremo mai questi prodotti sul mercato europeo
- i primi arriveranno nel Paese del
Sol Levante in estate - ma siamo
certi che Feel UX non rimarrà
nell’oblio, soprattutto se dovesse rispettare tutte le “promesse”
evidenziate nel video di presentazione del progetto, che si può
vedere qui sotto.
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / La versione per sviluppatori è già molto stabile ma incompleta e fa presagire sorprese con l’arrivo dell’iPhone 5
p.3
iOS 6 beta in anteprima: più migliorativo che innovativo
Abbiamo provato la prima beta di iOS 6 su iPad: tante piccole migliorie e qualche novità, ma non si può parlare di grande innovazione
di M. Dalli
D
opo la sneak preview keynote
del WWDC 2012, Apple ha reso
disponibile per gli sviluppatori
la prima beta di iOS 6, e abbiamo deciso di prenderci qualche ora per poter
analizzare il nuovo sistema operativo e
dare qualche impressione a caldo. iOS
6 beta è una versione per sviluppatori:
non provate a installarla tramite i vari
link presenti in rete, perché senza un
dispositivo registrato nell’area “developer” non sarà possibile attivare il device,
che resterà in blocco. Siamo inoltre di
fronte ad una prima beta, e seppur già
molto stabile (mancano ancora alcune
traduzioni), è sicuramente ancora incompleta come funzionalità. Lo scorso
anno, quando durante il WWDC 2011
Apple presentò iOS 5 non ci fu alcun
accenno a Siri, che era invece una delle
principali novità, e siamo certi che con
il lancio dell’iPhone 6 arriveranno altre
novità anche per il sistema operativo.
re fotografie dal browser: c’è chi
preferisce usare molte app dal
browser (Facebook ad esempio),
pertanto la possibilità di caricare
foto dal rullino direttamente via
browser è utilissima. Nel video
di oltre 15 minuti, qui sotto a sinistra, vi mostriamo quasi tutte
le nuove funzionalità di questa
prima beta di iOS 6.
Cosa manca ancora?
Difficile pensare che Apple voglia rivoluzionare ulteriormente
iOS, che ormai ha raggiunto un
livello di maturità eccellente. Ma
allo stesso tempo però Apple
poteva fare molto di più, aggiungendo anche alcune feature che
gli utenti chiedono da tempo.
Abbiamo provato a fare un elenco di
funzioni che secondo noi mancano
ancora a iOS 6:
• Possibilità di scaricare i files con Safari
• Nuova app di Youtube con video di
qualità (e HD) sotto connessione 3G
• Possibilità di scambiare file tramite
bluetooth
• Possibilità di nascondere le app di sistema che non si usano
• Possibilità di cambiare le app di default per molte operazioni con app di
terze parti
• Widget per poter attivare o disattivare
Wi-Fi, Bluetooth, dati e altre impostazioni dalla barra notifiche (in poche
parole SBS Settings)
• Gestione multiutente per iPad
E secondo voi cosa manca ad iOS 6?
Carica foto dal browser
Dopo un giorno di utilizzo possiamo
dire che iOS 6 non è un sistema innovativo, ma solo migliorativo: sono
state applicate moltissime correzioni e
modifiche, che da una parte rendono
ancora più inutile il jailbreak per giusta
causa e dall’altra accolgono i desideri
della community che chiedeva piccoli
ritocchi. Migliorata la mail, migliorata la
gestione della privacy e ci sono finalmente la funzione do not disturb e una
gestione migliore dello store.
Apprezzatissima la possibilità di aggiungere le foto e i video nel corpo
di una mail, così come la possibilità di
condividere ogni contenuto con un
click sui vari social network.
Pratica e veloce invece la navigazione
turn by turn, che non è disponibile
però su iPhone 3GS e iPhone 4. Altra
grande novità, la possibilità di carica-
video
Guarda nel video la preview completa
del nuovo iOS 6 Apple
Sopra, la grande novità di iOS 6 è quella di caricare
le foto dal rullino direttamente via browser. Sotto, la
gestione e l’accesso allo store sono più semplici.
Sopra, l’app mappe, che però non ha il 3D per tutte le
città; sotto, con iOS 6 si possono includere foto e video
nel corpo della mail.
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n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
p.5
MOBILE / I due nuovi tablet Surface di Microsoft saranno disponibili a partire da ottobre. I prezzi non sono ancora noti
Microsoft si lancia nel mondo dei tablet con Surface
Microsoft risponde ad Apple con due tablet “Surface”, uno consumer con Tegra 3 e Windows RT e uno professionale con CPU Intel Ivy Bridge e Windows 8 Pro
di M. Dalli
D
opo i rumor che si susseguivano da tempo, Microsoft ha
finalmente svelato l’oggetto
del mistero: Surface. Non si tratta
di un gigante tavolo touch, ma di
un piccolo tablet marchiato Microsoft da 10,6 pollici, anzi due. Un
primo modello è infatti destinato a
un’utenza più consumer, monta un
processore ARM (Tegra 3 di NVIDIA)
e Windows RT, la versione per processori ARM di Windows 8, oltre a
essere dotato di una porta USB 2.0.
Il display, da 10,6 pollici, è in formato 16:9 con risoluzione HD (non è
però specificato esattamente quale, ma dovrebbe essere 1280x720 o
1366x768 pixel). Questa versione è
spessa 9,3 mm, con un peso di 680
g (quasi 20 g più del nuovo iPad, ma
più sottile di 0,1 mm). Sul retro del
tablet si trova inoltre una fotocamera non meglio specificata,
un supporto per appoggiarlo
al tavolo e la scocca realizzata in magnesio depositato
da vapore. Arriverà in due tagli di
memoria, 32 o 64 GB, espandibili
tramite schede microSD. Più professionale invece il tablet basato su
processori Intel, con sistema operativo Windows 8 Pro, processori Intel
Ivy Bridge Core i5, USB 3.0 e uscita
video mini DisplayPort. Anche
lo schermo subisce un
piccolo ritocco, mantenendo forma e
dimensioni, ma con
risoluzione Full HD e
supporto all’inchiostro elettronico (utile per firmare contratti,
ordini e così via). Anche
per questa versione Microsoft ha mantenuto il
supporto per appoggiare
il tablet a un tavolo e il case
in magnesio, ma nonostante
ciò lo spessore lievita a 13,5
mm, con un peso di 860 g.
Questa versione del Surface
sarà disponibile in due tagli
da 64 e 128 GB, espandibili
con schede microSD. Per
entrambi i tablet la connettività è
assicurata dal Wi-Fi, compatibile
con reti 802.11b/g/n; non è ancora
chiaro, a questo punto, se arriverà
o meno anche una versione con
supporto alle reti cellulari. Saranno
inoltre disponibili due tastiere-cover, una tradizionale (Type Cover,
mostrata nella foto sopra), con
trackpad integrato e spessa 5 mm,
e una completamente touch (Tou-
ch Cover), con tastiera virtuale, supporto alle gesture
multitouch e spessa appena 3 mm. Al momento non
si conoscono ancora i prezzi
di questi tablet Microsoft, che
verranno comunicati solo in
prossimità del lancio. Per le
date si parla però di ottobre
per la versione con processore ARM, mentre quella con
CPU Intel arriverà circa tre mesi
dopo, ovvero a inizio del 2013. I
prezzi, secondo Microsoft, non dovrebbero discostarsi molto da quelli
di tablet ARM simili e Ultrabook; non
saranno quindi a buon mercato. Nel
frattempo ecco qui di seguito il video di presentazione ufficiale:
MOBILE / Windows 8 sui tablet Surface permette di fare molte più cose rispetto all’iPad; ma vediamo se è davvero il tablet “senza catene”
I tablet Windows 8 sono l’alternativa felice all’iPad?
Può un tablet con Windows 8 accontentare gli scontenti dell’iPad? Vediamo pregi e difetti della versione RT di Windows 8, destinata ai tablet consumer
di R. Pezzali
M
icrosoft ha presentato Surface Tablet, hardware “Microsoft” come l’Xbox e sistema
operativo Windows. Due versioni, una
destinata ad un’utenza business con
Windows 8 Pro e l’altra invece destinata al consumer con Windows 8 RT
su piattaforma Tegra 3 con il classico
obiettivo di tutti i tablet: giochi, video,
internet e social sharing.
Ma davvero Windows 8 può rappresentare il “nuovo” capace di insidiare il
predominio dell’iPad di Apple? Secondo molti consumatori sì: Windows 8 è
simile al Windows 7 che già quasi tutti
conoscono e permette di fare molte
più cose rispetto al “castrato” iPad. Il
tablet con Windows è il tablet senza
catene che tutti gli utenti hanno desiderato fino ad oggi, con la possibilità
ad esempio di copiare i file da chiavetta USB o da scheda di memoria senza
adattatori e senza problemi, cose che
con l’iPad non si possono fare.
Tuttavia è bene specificare una cosa:
su un tablet c’è Windows RT e sull’altro c’è Windows 8 Pro. La differenza in
questo caso è molto diversa da quella
che c’è tra la versione Home e la versione Professional di Windows 7: qui
stiamo parlando di sistemi operativi
completamente differenti destinati
a due utenze differenti. Windows RT
è la versione per piattaforme ARM
segue a pag. 6
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
p.6
MOBILE
I tablet Windows 8 sono l’alternativa felice all’iPad?
segue da pag. 5
(quindi processori mobile low voltage) ed è destinata ai tablet consumer
come l’iPad o i tablet Android, mentre
Windows 8 Pro è quella destinata ai
tablet con processore x86, quindi Intel
o AMD. Microsoft ha infatti presentato
due tablet Surface, e la differenza tra i
due modelli è abissale, anche perché
il prezzo di vendita potrebbe variare
anche di quasi 1000 euro (il Samsung
Slate costa 1600 euro, e il nuovo Surface Pro non si discosterà da questo
prezzo). La stessa cosa faranno gli altri
produttori. Windows 8 Pro sarà la versione Professional del Windows 8 che
installeremo sui PC di casa: potranno
girare tutti i programmi, ci sarà il desktop e potremmo fare tutte le cose
che si fanno con un normale PC. Sarà
assicurata la retrocompatibilità e soprattutto ci saranno a bordo una serie
di features “enterprise” per assicurare i
dati, gestire macchine remote, gestire
i domini e la protezione dei file con
criptaggio hardware.
Questo, ed è triste dirlo, è il tablet senza catene: l’utente avrà la stessa libertà
d’uso di un PC con le stesse possibilità
di connessione. Certo, è un PC all’interno del tablet e come gli altri PC ha
anche i limiti di questi ultimi: tempo
di boot, autonomia ridotta, problema
virus e malware e rallentamento se si
caricano troppe applicazioni di sistema. Ma non è un grosso problema: i
destinatari di questo tablet non sono
gli utenti consumer, ma sono operatori business che probabilmente hanno
anche un amministratore di rete in
grado di sistemare il tablet in remoto,
configurarlo, sistemarlo così come fanno oggi con i notebook e le postazioni
desktop.
Il tablet con Windows RT sfida
l’iPad
Il tablet per la gente, quello che sfida
iPad e Android, è un altro ed è quello
con a bordo Windows RT. E qui le catene ci sono, e non sono poche. Windows è sempre stato un sistema x86
e per Microsoft realizzare una versione
“ARM” è una sfida non da poco. Di fatto
deve partire quasi da capo, con la sola
esperienza delle versioni CE ed embedded dei suoi precedenti sistemi
operativi. La versione RT di Windows 8
perde prima di tutto la compatibilità:
scordatevi di usare tutte le applicazioni che avete per Windows, dal più piccolo plugin al programma complesso.
Non è questione di potenza di calcolo,
ma di piattaforma: Windows RT si chiama così perché fa girare le cosiddette applicazioni RunTime, quelle che
da adesso in poi chiameremo Metro
Apps. Windows RT ha un desktop, ma
non è un desktop aperto come quello di ogni computer Windows: sulla
versione RT di Windows 8 il desktop
può essere usato solo per accedere ad
alcune applicazioni Microsoft come il
pannello di controllo, Internet Explorer, Esplora Risorse e Office. Nessuna
applicazione di terze parti può essere lanciata dal desktop e può usare il
desktop. Non c’è neppure Windows
Media Player.
Il mondo delle app Windows
Le applicazioni sono poi un nodo
molto caldo: esattamente come
Apple e Google, anche i tablet Windows RT avranno il loro negozio per
le App, il Windows Store. I produttori
dovranno realizzare applicazioni con
gli strumenti messi a disposizione da
Microsoft e farsele approvare per caricarle sullo store. Gli sviluppatori di
software di terze parti avranno inoltre accesso solo ed esclusivamente
alle API WinRT che Microsoft mette
a disposizione, quindi se Mozilla o
Google volessero realizzare un browser dovrebbero usare le API di Internet Explorer, quindi di fatto creerebbero un vestito diverso dal motore
di Internet Explorer. Questo perché
solo Microsoft con le sue applicazioni potrà accedere alle API Win32
a basso livello, gli altri produttori dovranno limitarsi ad usare quello che
Microsoft offre. Una cosa che ha fatto
arrabbiare moltissimo Mozilla, ma
che Microsoft giustifica come una
necessità per dare al sistema stabilità
e sicurezza.
Spesso e volentieri con i computer,
se un applicativo o una periferica
non funzionano, viene data “la colpa”
a Windows e non a chi a scritto applicazione o drivers, quindi Microsoft
non vuole correre rischi. Inoltre non
vuole che i programmatori cerchino
di convertire le loro applicazioni x86
in modo rapido e veloce senza pensare all’ottimizzazione: vanno tutte
riscritte usando le giuste API e adeguando anche il design in perfetto
stile Metro.
Il browser
Tornando al browser, Internet Explorer
per Windows RT dovrebbe integrare
Flash ma non supporterà altri plugin,
quindi non ci sarà nemmeno Silverlight. Microsoft ha deciso quindi per i
consumatori finali di offrire qualcosa
di simile a ciò che già offrono iPad e
tablet Android: autonomia, sicurezza, velocità e stesso feeling grafico. E
ovviamente si è portata dietro anche
tutte le limitazioni e le “chiusure” degli
altri sistemi. Anzi, sembra che il nuovo
tablet Microsoft sia molto più vicino
ad Apple come concetto che ad Android, un po’ come Windows Phone è
più vicino all’iPhone che ad uno smartphone Android. Chi vuole quindi un
tablet con la totale libertà d’uso dovrà
investire parecchio per un tablet professionale, sopportando la bassa autonomia, le eventuali problematiche,
il peso elevato e un prezzo “premium”.
Ma saranno pochi, a meno che qualcuno non utilizzi un processore da
Ultrabook ULV per realizzare un tablet
con Windows 8 x86 a bordo ad un
prezzo competitivo. Per gli altri ci saranno i tablet Windows RT, che hanno
almeno a bordo porte USB Host (ma
anche Android le ha) e sono sicuramente ottimi sotto ogni punto di vista
ma non potranno accontentare chi
critica le blindature dell’iPad. E c’è pure
l’incognita prezzo: sembra infatti che la
licenza di Windows RT costi 85 dollari
(indiscrezione da confermare): se così
fosse sarebbe impossibile per i produttori lanciare tablet con un prezzo
in grado di competere con il gratuito
Android e con l’iPad.
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Il sistema è tutto basato sul kernel NT e non sarà installabile sui device della generazione attuale, ma ci sarà un update
p.7
Svelato Windows Phone 8: ecco le 8 funzioni di base
Microsoft ha lanciato il nuovo sistema operativo per smartphone: supporto multicore e schermi HD, nuova home screen, NFC e Nokia Maps integrati
di R. Pezzali
T
empo di grandissime novità per
Microsoft. Prima i tablet Surface,
e adesso arriva Windows Phone
8. Il terzo sistema operativo mobile
per diffusione raggiunge la piena maturazione con questa nuova versione,
che porta lo stesso nome del nuovo
sistema operativo Microsoft in uscita,
Windows 8. Proprio per combinare al
meglio i due sistemi, Windows Phone
8 cambia kernel e sposa l’NT kernel alla
base di Windows 8: per uno sviluppatore realizzare un’applicazione per la
piattaforma desktop e quella mobile
sarà ancora più semplice. Microsoft
infatti punta ad arricchire il suo parco
applicazioni, che vanta già 100.000
apps. Windows Phone 8 sarà un sistema tutto nuovo, e 8 sono le major
features che lo contraddistinguono. Si
parte con il supporto per l’hardware
innovativo: processori dual core o più,
schermi HD fino a 1280 x 720, videocamere con possibilità HD e anche uno
slot microSD per installare applicazioni
e contenuti. Sul nuovo Windows Phone l’NFC riveste un ruolo fondamentale: sarà integrato e grazie ad accordi
con gli operatori sarà possibile, tramite
una particolare microSIM sicura, trasformare lo smartphone in un portafoglio elettronico con collegamento
diretto alle carte di credito. Microsoft
aggiunge anche le mappe di Nokia
con la navigazione turn by turn, integra
Skype e ridisegna la home screen permettendo il ridimensionamento delle
tiles per personalizzare ulteriormente
l’interfaccia. Un sistema tutto nuovo,
con un nuovo kernel e supporto per il
nuovo hardware: questo vuol dire che
WP8 SKYPE
il nuovo Windows 8 purtroppo non
sarà installabile sui device della generazione attuale. Per offrire comunque
parte dell’esperienza del nuovo Windows Phone 8 sull’attuale generazione,
Microsoft rilascerà un update Windows
Phone 7.8 che aggiungerà la nuova
home e altre funzionalità agli attuali
dispositivi. Le applicazioni sviluppate
però per Windows Phone 8 non funzioneranno, mentre le vecchie apps
per Windows Phone 7.5 funzioneranno
regolarmente senza bisogno di aggiornamenti sui nuovi device. Oltre a Nokia,
anche Samsung e HTC realizzeranno i
nuovi terminali, che usciranno entro
la fine dell’anno. Prima di vedere nel
dettaglio le nuove caratteristiche, precisiamo che quella pubblicata qui è
solo una sneak preview delle 8 features
più importanti, ma secondo Microsoft i
cambiamenti sono più di 1000.
Un solo kernel
La funzionalità principale del nuovo
Windows Phone 8 è forse la più difficile
da capire, ma è davvero la più importante. Windows Phone 8 è interamente basato sul kernel NT, lo stesso alla
base di Windows 8. I due sistemi non
condivideranno però solo questo: file
system, media foundation, drivers per
dispositivi e moduli di sicurezza sono
gli stessi di Windows 8. Un piccolo
sistema operativo a tutti gli effetti, lo
stesso che equipaggerà anche i tablet
Surface nella versione RT per processore ARM e capace di gestire processori
multicore (fino a 64 core), encrypt dei
dati, periferiche e unità di memoria
removibili. Un programmatore potrà
realizzare le stesse apps da far girare su
Windows 8 e su Windows Phone,
sfruttando Visual Studio di Microsoft e appoggiandosi anche alle
DirectX per i giochi. Una software
house potrà realizzare nello stesso
istante un gioco per Windows e
per Windows Phone, quindi preparatevi a giocare a Skyrim a 720p
sul nuovo telefono.
kia, Huawei, Samsung e HTC, e saranno come sempre blindati dal punto di
vista hardware. I produttori potranno
scegliere fra tre diverse risoluzioni di
schermo: WVGA (800×480), WXGA
(1280×768) e 720p (1280×720). Tutti
gli smartphone dovrebbero avere lo
stesso tipo di processore Qualcomm,
mentre non si sa nulla per la videocamera (che presumibilmente verrà
lasciata libera) e per la memoria. Il processore Qualcomm sarà l’S4 Plus, una
delle migliori soluzioni disponibili sul
mercato. Cambia invece la gestione
dello storage: gli smartphone avranno un lettore di card MicroSD e sulle
card si potranno mettere musica, giochi, apps, foto e film, proprio come in
una card SD esterna inserita nello slot
di un PC. Un’altra novità è la presenza
dell’NFC, con il quale si potranno inviare dati ad un altro Windows Phone 8 e
gestire transazioni.
browser veloce e sicuro, con sistema
antiphishing integrato e diversi livelli
di protezione durante la navigazione.
Il nuovo browser ha un motore javascript 4 volte più rapido di quello attuale e un motore di rendering HTML
più veloce del doppio. Secondo i
benchmark di Microsoft, le prestazioni
sono superiori ad Android e al nuovo
Safari Mobile di iOS 6 beta.
Internet Explorer 10
NFC
All’interno di Windows Phone 8 ci sarà
il nuovo Internet Explorer 10. Sarà un
Nokia Maps
Con uno smartphone Windows Phone
8 non servirà più una app di navigazione GPS (che non costa poco). Microsoft integrerà infatti le mappe di Nokia
NAVTEQ con navigazione turn by turn
in tutte le lingue. Un vero navigatore,
disponibile anche offline quindi con le
mappe in locale. Basta infatti scaricare
le mappe dal server e si potranno avere
a disposizione sempre, anche all’estero
dove non abbiamo copertura dati.
L’integrazione NFC è una delle grandissime novità: Microsoft sembra essere al
WP8 NFC
Il nuovo hardware
I nuovi smartphone Windows
Phone 8 verranno prodotti da Nosegue a pag. 8
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
MOBILE / Il motore è fino a 10 volte più veloce di quello di Google e 2 volte più veloce di Chrome
Browser Dolphin: Android mette il turbo
È stato rilasciato il nuovo browser Dolphin per Android, un velocissimo motore di rendering delle pagine HTML5
di R. Pezzali
C
hi usa Android sa bene che una
delle prime cose da fare è cambiare browser, ed è anche per
questo che Google, nella prossima
release di Android, con molta probabilità sostituirà il browser di default
con il nuovissimo Chrome Mobile.
Dolphin Browser però è da sempre
uno dei più apprezzati applicativi per
navigare su tablet e smartphone, e
in questi giorni è stata rilasciata una
nuova beta con all’interno il nuovissimo Dolphin Engine, un motore di
rendering delle pagine HTML5 velocissimo.
Il nuovo motore è dalle 5 alle 10 volte
più veloce di quello usato da Google
di default, e il doppio più veloce rispetto a Chrome. Ovviamente nel
p.8
MOBILE
Il Galaxy Note 2
sarà ancora più
grande
Esattamente ad un anno dal lancio del primo Galaxy Note all’IFA
di Berlino si aspetta ora l’evoluzione dello smartphone / tablet di
Samsung. Le prime indiscrezioni
vogliono infatti il nuovo modello
nei negozi già da ottobre per disturbare il nuovo iPhone, e si parla
anche di uno schermo leggermente più grande per differenziare il Note dal Galaxy S III con il suo
schermo da 4.8”. La piattaforma
dovrebbe essere la stessa del Galaxy S III, quindi processore quadcore e fotocamera da 8 megapixel
con sistema operativo Ice Cream
Sandwich. Samsung punterà ancora all’utenza business, ampliando le possibilità offerte da S-Pen.
La presentazione del prodotto per
l’Europa dovrebbe avvenire come
lo scorso anno all’IFA di Berlino.
Noi ci saremo.
caso di pagine web
in HTML5, il futuro
ma ancora poco
diffuse al momento. I miglioramenti
sono stati ottenuti
sfruttando al massimo la gestione
dei core della GPU
e ottimizzando il
calcolo parallelo
CPU / GPU. La beta
è ovviamente scaricabile
(qui), e i test possono essere
fatti anche dagli utenti sul
sito HTML5test.com. Vi lasciamo al video qui a fianco,
e ovviamente invitiamo i
possessori di Android a provare questo nuovo browser.
MOBILE
Svelato Windows Phone 8
segue da pag. 7
momento quella che crede più di tutte nella nuova tecnologia e non solo
per la lettura di tag NFC e piccole operazione ma per gestire un vero digital
wallet. Con una applicazione simile a
Passbook di Apple, Microsoft raccoglie
tutte le carte di credito, le carte fedeltà,
i coupon e permette anche di pagare
con lo smartphone. Rispetto agli altri
sistemi operativi, che gestiscono la sicurezza dei dati sullo smartphone, Microsoft sta lavorando con gli operatori
per gestire la sicurezza direttamente
sulla SIM, soluzione questa che agli
operatori piace molto di più. Orange
France sarà la prima a supportare la
funzione. Con l’NFC si potranno anche
scambiare dati da uno smartphone
all’altro.
Nuova Home
Microsoft non cambia, ma cambia.
Scusate il gioco di parole, ma è proprio
quello che è successo alla nuova home
screen. Restano le tiles animate, ma lo
schermo viene rivoluzionato per permettere tiles di tre dimensioni: piccole,
medie e large. In questo modo, la home
sarà anche più “custom” e soprattutto
permetterà di avere icone più piccole
WP8 ENTERPRISE
per le applicazioni meno importanti.
Ogni tiles può essere ridimensionato,
e la cosa funziona in automatico anche con le vecchie applicazioni per
Windows Phone 7.5.
Funzionalità enterprise
Microsoft con WP8 strizza l’occhio anche all’utenza business. Non sono state
approfondite le nuove features, ma gli
smartphone con il nuovo sistema operativo potranno essere usati al posto
di un Blackberry in ambito aziendale.
Boot sicuro, crittografia dei dati, gestione remota e possibilità di gestire con
un sistema di amministrazione interi
gruppi di smartphone aggiornandoli
a distanza e configurandoli in remoto.
Anche se non è stato specificato, sicuramente WP8 gestirà anche l’accesso ai
domini aziendali e avrà una gestione
delle mail e della parte di messaggistica decisamente migliorata.
Multitasking, Speech e Skype
Grazie al nuovo kernel NT sarà possibile
lasciare le applicazioni in background
con un vero e proprio multitasking. Si
potrà fare una videochiamata mentre
c’è il navigatore attivo e si potrà gioca-
re con la musica di sottofondo.
La gestione del multitasking non è stata spiegata a fondo, ma sicuramente
Microsoft avrà pensato ad una soluzione per evitare un “drenaggio” della
batteria, cosa fondamentale per uno
smartphone. Riguardo all’integrazione
con Skype Microsoft ha chiarito che
Skype è una applicazione VOIP come
tante altre e che saranno pienamente integrate. Anzi, il supporto VOIP su
Windows Phone 8 sarà completo e
grazie all’integrazione con il il composer telefonico e con la rubrica saranno
più le volte che l’utente sfrutterà le
applicazioni VOIP di quelle in cui farà
una chiamata tradizonale. Scherzando
Microsoft ha anche detto che Apple
farebbe bene a rilasciare FaceTime per
WP8, grazie ad una maggiore integrazione avrebbe più successo.
Per finire Speech: Microsoft crede nella
gestione vocale, ma quella su WP8 sarà
una sorta di controllo alla “Kinect”: comandi per lanciare le app e per gestirle, niente intelligenza artificiale alla Siri.
Facendo un paio di considerazioni, ci
sembra che Microsoft abbia deciso di
fare le cose in grande, con tantissime
novità. Se davvero ogni applicazione e
gioco sviluppato per Windows 8 sarà
adattabile in pochissimo tempo anche
per Windows Phone 8, il mercato degli smartphone potrebbe cambiare e
Nokia risollevarsi. E queste erano solo
le 8 funzioni di base: tra qualche mese
verranno svelate tutte le modifiche
alle varie apps native.
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
TV & VIDEO / Riportiamo nel dettaglio le caratteristiche e i prezzi dei nuovi modelli “made in china” serie per serie
p.10
Ecco i TV Philips 2012 con 3D, Smart TV e nuovo design
TP Vision si presenta in Italia e mostra tutta la nuova gamma dei TV Philips per il 2012. Design olandese, tecnologia orientale e 3D attivo
di M. Dalli
È
nata ufficialmente TP Vision, joint
venture tra i cinesi di TPV (quote
al 70%) e Philips (30%) per la produzione di TV. Sugli scaffali però non
si troveranno TV con questo marchio,
ma con quello Philips. Vediamo nel
dettaglio come sarà composta, serie
per serie la prima gamma di TV marchiati Philips, ma “made in China”, in
arrivo nei negozi in questi mesi.
Serie 4000
Smart TV LED con Pixel Plus HD
La serie 4000 rappresenta l’entrylevel
per Philips, con pannelli da 200 Hz Perfect Motion Rate. Già dalla serie base,
Philips ha introdotto la sua Smart TV
Plus, con servizi di Catch Up TV, noleggio in streaming e browser Internet. C’è
anche la possibilità di controllare il TV da
smartphone, con l’app MyRemote per
iOS e Android e la compatibilità DLNA.
Il Wi-Fi è però opzionale, disponibile su
chiavetta USB. C’è anche la funzione di
registrazione dalla TV su supporto USB
e time shifting, oltre alla compatibilità
con Skype. Tra gli ingressi si contano
3 USB e 4 HDMI. La serie 4000 è la più
completa come tagli ed è disponibile
nei formati da 32, 37, 42 e 47 pollici.
Serie 5000
Smart TV LED con Pixel Plus HD
Un gradino sopra troviamo la serie
5000, che aggiunge alla precedente
un pannello Perfect Motion Rate a 400
Hz e Wi-Fi integrato. Anche qui troviamo 3 porte USB e 4 ingressi HDMI. La
serie 5000 è disponibile nei tagli da 32,
40 e 46 pollici.
Serie 5500
Smart TV LED con Pixel Plus HD
La serie 5500 aggiunge alla 5000 la
compatibilità con i segnali 3D. La tecnologia è 3D Max a 400 Hz, quindi con
occhialini attivi, e non manca la conversione da 2D a 3D. Su tutti i TV 3D,
inoltre, è possibile giocare in modalità
dual gaming, sfruttando gli occhialini
3D per giocare a schermo intero con
due immagini diverse. La serie 5500 è
disponibile nei tagli da 32 e 40 pollici.
Serie 6000
Smart TV LED con Ambilight
Spectra 2 e Pixel Precise HD
Con la serie 6000 si entra nella gamma
media di Philips. Le novità sono molteplici, a partire dalla Smart TV Premium,
che include il Wi-Fi Smart Screen, un sistema per vedere i canali TV sull’iPad in
qualsiasi stanza della casa, e la compatibilità con la videocamera Skype. Non
manca poi la conversione da 2D a 3D
e l’Easy 3D Clarity 700, con occhialini
polarizzati e possibilità di personalizzare la profondità del 3D, mentre il pannello resta a 400 Hz. Dalla serie 6000
viene introdotta anche l’Ambilight
Spectra 2 su due lati, con LED esposti
che consentono di risparmiare energia
e offrire un alone luminoso più forte.
La serie 6000 sarà disponibile nei tagli
da 42 e 47 pollici.
Ambilight
Qui a fianco, vediamo un particolare
del nuovo Ambilight Spectra 2 di Philips. Al contrario degli anni passati, in cui
i LED erano inseriti dietro un diffusore,
nella gamma 2012 i LED sono esposti.
Questa soluzione consente sia di risparmiare sul consumo energetico sia di
generare una luce più forte e comunque uniforme. Anche lo spessore complessivo del pannello ne beneficia, dal
momento che lo spazio occupato da
questa soluzione è minimo. La versione
Ambilight Spectra 2 montata sulle serie
6000 e 7000 ha due file di LED poste ai
lati dello schermo, mentre la versione
Ambilight Spectra XL, montata sulla se-
rie 8000, aggiunge una terza fila di LED,
nella parte superiore. Sempre secondo
l’azienda cinese, l’Ambilight dovrebbe
aiutare ad affaticare meno la vista anche nella visione di contenuti 3D.
Serie 7000
Smart TV LED con Ambilight
Spectra 2 e Pixel Precise HD
La serie 7000 riprende le caratteristiche
della serie 6000, aggiornando però il
pannello a un 800 Hz Perfect Motion
Rate con 3D Max Clarity 700 con occhialini attivi, conversione 2D-3D e
regolazione profondità 3D. Da questa
serie viene anche introdotto il telecomando a radiofrequenze con tastiera
QWERTY, un quinto ingresso HDMI e i
diffusori si spostano nella base. La serie
7000 sarà disponibile nei tagli da 40 e
46 pollici.
Serie 8000
Smart TV LED con Ambilight
Spectra XL e Perfect Pixel HD
La serie 8000 rappresenta l’attuale top
di gamma per la nuova linea Philips,
e va ad accostarsi agli attuali modelli
top della serie 9000 e del Cinema 21:9.
Rispetto alla serie 7000, la serie 8000
introduce l’Ambilight Spectra XL su
tre lati. Nella confezione sarà anche
inclusa la videocamera per effettuare videochiamate con Skype. La serie
8000 sarà disponibile nei tagli da 40,
46 e 55 pollici.
Prezzi e disponibilità
Le serie 4000, 5000 e 5500 sono già disponibili sul mercato. Le altre, invece, arriveranno progressivamente a partire dalle prossime settimane, con
un processo che si completerà entro la fine dell’estate. Nel frattempo ecco
prezzi suggeriti al pubblico e i tagli delle nuove serie:
Serie 4000
32PFL4007H/12 - Euro 499,00
37PFL4007H/12 - Euro 599,00
42PFL4007H/12 - Euro 679,00
47PFL4007H/12 - Euro 849,00
Serie 5000
32PFL5007H/12 - Euro 579,00
40PFL5007H/12 - Euro 799,00
46PFL5007H/12 - Euro 949,00
Serie 5500
32PFL5507H/12 - Euro 629,00
40PFL5507H/12 - Euro 849,00
46PFL5507H/12 - Euro 1049,00
55PFL5507H/12 - n.d.
Serie 6000
42PFL6007H/12 - Euro 1049,99
47PFL6007H/12 - Euro 1399,99
Serie 7000
40PFL7007H/12 - Euro 1499,99
46PFL7007H/12 - Euro 1799,99
Serie 8000
40PFL8007K/12 - Euro 1699,99
46PFL8007K/12 - Euro 2049,99
55PFL8007K/12 - Euro 2799,99
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
p.11
TV & VIDEO
Sharp 90”
il TV LED più
grande al mondo
Presentato e lanciato negli USA
il televisore LED - attualmente
- più grande in assoluto. Niente
4K e prezzo fissato a 11.000
dollari americani
di V. Barassi
90 pollici sono davvero un’enormità ma se non vi piacciono i
proiettori e volete proprio fare
le cose in grande potreste prendere in considerazione il nuovo
AQUOS LC-90LE745U di Sharp,
ossia quello che al giorno d’oggi
è a tutti gli effetti il TV LED più
grande disponibile sui mercati.
Per essere più precisi, almeno
inizialmente, il prodotto sarà distribuito solo sul territorio americano al tutt’altro che accessibile
prezzo di 10.999 dollari ma nulla ci
dice che tale TV, prima o poi, non
riuscirà a sbarcare anche nel Vecchio Continente. A dispetto delle
dimensioni - e anche del prezzo il nuovo Sharp da 90 pollici di diagonale offre solo una risoluzione
di 1080p, mentre sarebbe stato
sicuramente più apprezzato un
pannello in grado di gestire più
pixel. Niente 4K dunque, ma questa “bestia” da 64 chili di peso, fullarray LED, riesce comunque ad
offrire un rapporto di contrasto
dinamico di 8,000,000:1, un refresh rate di 240 Hz e, ovviamente, è
provvisto di funzionalità 3D (con
occhialini). Il televisore è dotato
di Wi-Fi integrato e il comparto
SmartTV, il quale include anche
un web browser per la navigazione, permette di accedere ai servizi Facebook, Twitter, Vimeo, Vevo,
Netflix, Hulu, VUDU, CinemaNow
e Flickr.
tv & video / La prova del nuovo servizio Sky, seconda importante new entry dopo MySky HD
Sky On Demand, l’anteprima di DDay.it
Il 1° luglio partirà il nuovo servizio Sky On Demand con oltre 1.000 titoli da vedere quando si vuole, gratuitamente
L’abbiamo provato in anteprima. Il nostro giudizio: bello, ma all’appello manca inspiegabilmente l’alta definizione
di M. Dalli
D
opo aver aggiornato qualche
mese fa i decoder My Sky HD,
abilitando la porta di rete e introducendo la nuova interfaccia grafica in
HD, Sky sta per lanciare una seconda,
importante novità. Sky On Demand si
trasforma e diventa un vero e proprio
“on demand”, dove i contenuti sono
scelti dall’utente. La vecchia on demand rimane, ma dal 1° luglio chi è
abbonato a Sky da più di un anno potrà
anche accedere a un catalogo di oltre
1000 titoli, con film, serie tv, documentari, cartoni e sport, da vedere quando
si vuole. I contenuti saranno scaricabili
da Internet, quindi è necessario che il
decoder sia collegato in rete. Il nuovo
Sky On Demand non è però un vero e
proprio servizio di streaming, poiché il
contenuto non viene riprodotto direttamente dalla rete, ma viene scaricato
sul disco rigido del decoder. In questo
modo è possibile selezionare più contenuti da scaricare, magari durante la
notte, quando le linee dati sono meno
congestionate, e il servizio diventa
fruibile anche da chi non ha una linea
dati prestante. Chi, invece, ha un buona
connessione a Internet potrà iniziare la
riproduzione pochi secondi dopo aver
avviato il download, come se stesse
utilizzando un servizio di streaming. Il
contenuto, poi, dopo essere stato scaricato sul disco, rimane visibile quante
volte si vuole, sino alla sua scadenza
che può andare da qualche mese a
qualche anno. Non mancano poi i titoli
Primafila, che possono essere acquistati direttamente dal decoder, tramite
telecomando. La visione dei singoli
contenuti è possibile solo se l’abbonamento Sky comprende il pacchetto a
cui appartiene quel contenuto: non è
possibile, perciò, vedere un contenuto
di Sport che non sia il pacchetto Sport
nel proprio abbonamento. Abbiamo
testato il servizio su una linea a 100
TV & VIDEO
Samsung: ecco altri dettagli del TV OLED
Samsung rivela qualche altro dettaglio del suo TV OLED, prezzo escluso
di R. Pezzali
Samsung svela altri dettagli del suo TV OLED
al SID 2012 di Boston. Nel corso della fiera, che
si è appena conclusa, il TV OLED da 55” del
colosso coreano era esposto per la terza volta
dopo l’anteprima a Las Vegas e questa volta il
produttore ha dato anche qualche dettaglio. Il
rapporto di contrasto del TV è di 150.000:1, la
luminosità di 150 cd/m2 e la luminosità di picco può arrivare a 600 cd/m2. Bassissimo il tempo di risposta, 0.001 secondi. Impressionanti
anche peso e spessore: 3.5 Kg per il TV e 1.6 mm di spessore nella parte più
alta. Samsung ha anche accennato a una particolare tecnologia per la realizzazione delle cellette di emissioni, denominata Small Mask Scanning. Questa
tecnologia, della quale però non sono stati forniti dettagli, è quella al centro
dello scandalo di spionaggio industriale che ha visto 11 persone arrestate
mentre cercavano di vendere la tecnologia a un’azienda rivale.
Mbit/s, riscontrando come la riproduzione diventi possibile una volta raggiunto circa il 5% del download, che
nel nostro test corrispondeva a circa 30
secondi di attesa. Il più grosso limite è,
al momento, rappresentato dalla quasi totale assenza di contenuti HD, ma
presumiamo che questo limite sia dovuto alla fase sperimentale del servizio
e che, nel corso del tempo, i contenuti
in HD diventino sempre più numerosi.
Allo stato attuale, però, il servizio non
può passare a pieni voti il nostro test,
perché, pur trattandosi di una discreta
qualità in standard definition (circa 1,5
GB per un film di 120’), si sente la mancanza dell’HD. L’unico rivale del servizio,
Premium Play, offre per contro molti
titoli in alta definizione. Il nuovo Sky On
Demand sarà disponibile a partire dal 1°
luglio per i clienti Sky abbonati da almeno un anno. Per accedervi serve un decoder My Sky HD aggiornato alla nuova
interfaccia HD (Pace 865, Samsung
P990N, Samsung 990V e BSkyB 890) e
collegato alla rete Internet. Chi invece è
abbonato da meno di un anno o non
è ancora abbonato (ma intende farlo),
potrà usufuire del servizio a partire dal
1° novembre. Il servizio, inoltre, non
prevede costi di attivazione né canoni,
sarà quindi del tutto gratuito.
video
Sky On Demand nell’anteprima video
di DDay.it
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
pc & multimedia / Debutta in società la punta di diamante della gamma notebook di Apple
È arrivato il MacBook Pro con display Retina
Apple ha tolto i veli al MacBook Pro con display Retina. Processori Ivy Bridge Quad-Core con nuova scheda grafica
Lo spessore, rispetto al precedente, è stato ridotto e, novità per Apple, oltre alle porte USB 3.0, ha anche l’HDMI
di M. Dalli
D
opo molti rumor, Apple ha effettivamente tolto i veli al nuovo
MacBook Pro di ultima generazione, che rappresenta la punta di diamante della gamma notebook di Apple,
con un display Retina da 15,4 pollici e
2880x1800 pixel di risoluzione, quattro
volte il numero di pixel di un MacBook
Pro standard. Il nuovo schermo, inoltre,
promette un rivestimento in grado di ridurre del 75% i riflessi, una caratteristica
sicuramente apprezzata da chi lavora
spesso sul campo. Per far fronte a questo schermo dettagliatissimo (220 ppi),
il nuovo MacBook Pro monta processori Ivy Bridge quad core, Core i5 o Core i7
fino a 2,7 GHz. Note-
vole anche il resto della dotazione hardware, che contempla un massimo di 16
GB di RAM e una scheda video NVIDIA
GeForce GT650M con 1 GB di memoria dedicata; il disco è ovviamente allo
stato solido e può raggiungere i 768 GB
di spazio. Il display Retina è supportato
anche dal sistema operativo, che deve
far fronte alla maggiore densità; Apple
ha così aggiornato le sue applicazioni
chiave, come Mail, Safari, iMovie, ed
anche produttori terzi si stanno muovendo in questo senso: Photoshop,
AutoCAD e Diablo III sono alcuni dei
programmi che, a breve, potranno beneficiare della maggior risoluzione. Tutta questa potenza di calcolo è in realtà
racchiusa in un case molto compatto:
1,8 cm di spessore e poco più di 2 Kg
di peso, valori che si avvicinano più a
un MacBook Air che a un MacBook Pro.
Lo spessore ridotto ha costretto gli ingegneri di Apple a
rivedere anche
la dotazione di
porte, che però non sembra averne risentito più di tanto: il MacBook Pro con
schermo Retina ha infatti uno slot per
schede SD, uscita video HDMI (una novità per Apple), due porte USB 3.0 e due
porte Thunderbolt. FireWire 800 e Gigabit Ethernet sono invece affidati ad accessori esterni Thunderbolt, così come
il lettore ottico, sacrificato in nome della
portabilità. Non manca però la tastiera
retroilluminata, la webcam HD, altoparlanti stereo e i soliti Wi-Fi 802.11n e Bluetooth 4.0. Nonostante lo spessore, poi, il
MacBook Pro con Retina ha una batteria che gli consente di funzionare per 7
ore lontano dalla corrente. Il MacBook
Pro 15” è già disponibile con processore
Quad Core Intel Core i7 a 2.3 GHz con
velocità Turbo Boost fino a 3.3 GHz, 8GB
di memoria e 256GB di storage flash a
partire da 2.299 euro (2199 dollari); e
con processore Quad Core Intel Core i7
a 2.6 GHz con velocità Turbo Boost fino
a 3.6 GHz, 8GB di memoria e 512GB di
storage flash a partire da 2.929 euro.
p.13
pc & multimedia
Skype, arriva
la pubblicità
Microsoft annuncia una nuova
“funzionalità” di Skype: la
pubblicità. Gli spot saranno
silenziosi e solo per gli utenti
senza credito o abbonamento.
È l’inizio della fine?
di M. Dalli
Dopo anni di assoluta gratuità,
Skype introduce una brutta novità
per gli utenti: la pubblicità. A partire
dalla versione per Windows, infatti,
durante le chiamate 1 a 1 verranno mostrati a schermo dei banner
pubblicitari, “per suggerire nuovi
argomenti di conversazione” dice
Skype. I banner saranno silenziosi
e utilizzeranno alcune informazioni
personali dell’utente per fornire una
pubblicità più mirata; gli utenti potranno però scegliere se disabilitare
i dati personali o meno, nel caso
verranno mostrati solo banner generici. Verranno visualizzati solo se
l’utente non ha credito Skype o un
abbonamento attivo. Di per sé l’idea
è anche accettabile; ci chiediamo
però quanto tempo passerà prima
che un sistema “automatico” capisca
l’argomento della conversazione e
mostri pubblicità mirata in base a
ciò di cui si sta discutendo.
PC & MULTIMEDIA / Il nuovo gioiellino di Apple ha specifiche di prim’ordine, ma una riparabilità pari a zero e aggiornamenti impossibili
Il MacBook Pro Retina già fatto “a fettine” da iFixit
IFixit, come al solito, non ha perso tempo e ha subito smontato un MacBook Pro dotato di display Retina. La RAM è saldata e il SSD non è aggiornabile
di V. Barassi
C
ome abbiamo già avuto modo
di documentarvi (vedi news sopra), nella giornata inaugurale
del WWDC 2012, Apple ha presentato
alla platea un sostanzioso aggiornamento della gamma Mac, con una new
entry che, nonostante fosse da tempo
“rumoreggiata”, ha lasciato tutti senza
fiato: parliamo del MacBook Pro Retina.
Le specifiche tecniche del prodotto
sono di prim’ordine; i ragazzi di iFixit
però non si accontentano di leggere
la lista delle componenti ma - come
sempre - vanno alla ricerca dei più
sottili dettagli nell’assemblaggio dei
dispositivi, cosa che non poteva non
accadere anche per il nuovo MacBook.
Alla fine della “dissezione”, il giudizio del
team di iFixit è molto chiaro: il nuovo
portatile di Apple è sì un gioiello tecnologico ma ha una riparabilità ai minimi storici e anche gli aggiornamenti
hardware sono pressoché impossibili.
Se, per esempio, avete optato per 8 GB
di RAM, sappiate che ve li terrete fino
a quando non deciderete di abbandonare il portatile poiché, nonostante il
MacBook Pro Retina supporti fino a 16
GB, la memoria è saldata sulla scheda
madre e non c’è modo di aumentarla
o, in caso di malfunzionamento, di sostituirla. Stesso discorso vale per il SSD
di serie sui portatili; la memoria flash è
installata sulla scheda madre mediante
l’uso di un connettore proprietario che molto difficilmente
Apple condividerà con i produttori di memorie fisiche. Display
Retina, modulo Wi-Fi, Bluetooth
e tutti i cavi affini sono praticamente indissociabili, quindi il
malfunzionamento di uno di
questi componenti porterà inevitabilmente alla sostituzione
dell’intero blocco; le batterie poi
sono praticamente “incollate”
alla scheda madre e provando a
rimuoverle si rischierebbe di fare
molti danni a causa dei numerosi fili di connessione (in primis c’è quello del delicato trackpad) inseriti nelle
giunzioni. Insomma, ammesso che riu-
sciste a smontare il pannello posteriore
con il cacciavite con testa a pentalobi,
vi trovereste di fronte a un bel macello.
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
PC & MULTIMEDIA / Il nuovo standard Wi-Fi 802.11ac è ormai realtà. Ecco la proposta di Netgear
Netgear, due router per il Wi-Fi 802.11ac
I due router, presto in vendita, sono accompagnati da un adattatore USB. La promessa è il gigabit anche su rete senza cavi
di M. Dalli
N
etgear è tra i primi a lanciare un
prodotto dotato della nuova
tecnologia Wi-Fi 802.11ac, che
promette velocità gigabit anche su
rete senza fili. Dopo averli visti al CES
di Las Vegas, ecco finalmente tolti i
veli ai due router che arriveranno sul
mercato a breve, R6300 e R6200. Il top
di gamma è il router R6300, dotato di
tre antenne e due bande radio simultanee, 2.4 e 5 GHz. Grazie a questa
funzione l’R6300 consente di raggiungere un throughput massimo teorico
di 450 Mbps sulla frequenza di 2.4
GHz e 1350 Mbps su quella dei 5 GHz.
Quest’ultimo valore è reso possibile
dalla tecnologia 802.11ac, appunto,
che consente di aggregare tre fasci da
450 Mbps l’uno per un totale di 1,35
Gbps (teorici, si intende). Il router è
ovviamente retrocompatibile con le
attuali tecnologie Wi-Fi 802.11 a/b/g/n
e dispone di 5 porte Gigabit Ethernet
per il collegamento a dispositivi cablati e un modem esterno (essendo un
router, non è incluso il collegamento
alla linea ADSL o fibra). Non mancano,
infine, due porte USB 2.0 per la condivisione in rete di dischi esterni o chiavette USB, ma anche stampanti (anche
tramite AirPrint), e tutte le funzionalità
avanzate di Netgear, come Genie per
la gestione del router semplificata, il
media server DLNA e l’accesso ospite
alla rete Wi-Fi. Un gradino più sotto
troviamo invece il router R6200, che, rispetto al primo, perde un’antenna (ne
restano due), per una velocità massima teorica di 300 Mbps sui 2.4 GHz e
900 Mbps sui 5 GHz. Dimezzate invece
le porte USB, qui solo una. Per il resto
le caratteristiche rimangono immutate. Accanto ai due router, Netgear ha
presentato anche un adattatore USB
esterno, per dotare i computer odierni
(notebook o desktop) di connettività
Wi-Fi ac. L’adattatore A6200 consente,
infatti, di collegarsi alle reti 802.11ac
con una velocità massima teorica di
900 Mbps, grazie alle sue due antenne
integrate. L’A6200 può, inoltre, essere
orientato per cercare prestazioni ottimali. Per quanto riguarda disponibilità
e prezzi, il primo ad arrivare sarà il top
di gamma, il router R6300, disponibile già dalla fine di giugno a un prezzo indicativo di 229 euro. A seguire
arriverà anche il router R6200, con
prezzo (ancora da definire) al di sotto
dei 200 euro. L’ultimo ad arrivare sarà
l’adattatore USB A6200, che debutterà
in settembre a 79 euro (prezzo da confermare). Nell’ultimo trimestre dell’anno, invece, arriveranno anche i primi
dispositivi Wi-Fi 802.11ac con modem
ADSL integrato. Qui accanto proponiamo la demo proposta durante la conferenza stampa Netgear. Da un lato
un router R6300 collegato a un NAS,
dall’altra parte
della stanza un
altro R6300 collegato al primo
in modalità bridge, a cui erano attaccati 4
portatili tramite
cavo Ethernet.
Su ognuno dei portatili è stato messo
in riproduzione un trailer di un film,
diverso per ogni portatile, con risoluzione Full HD. Il Wi-Fi 802.11ac è stato
in grado di mantenere il flusso dati
costante per tutta le durata dei trailer,
senza nessuna interruzione dovuta a
scarsità di banda.
video
Guarda la demo del Netgear R6300
con Wi-Fi 802.11ac
pc & multimedia
A ottobre due nuovi router Belkin 802.11ac
Con Buffalo e Netgear, anche Belkin si lancia nel Wi-Fi Gigabit
di M. Dalli
Anche Belkin salta sul carro del Wi-Fi “gigabit”
802.11ac con due nuovi router, AC1000 DB e
AC1200 DB. Questi due modelli offrono 4 porte Gigabit Ethernet più una per il collegamento a un modem esterno, oltre a 2 porte USB
per la condivisione in rete dei file multimediali
tramite il protocollo DLNA. Entrambi sono
inoltre dotati del chip Wi-Fi di 5a generazione
di Broadcom, come i concorrenti Netgear e
Buffalo, che garantisce una connessione dual
band simultanea e retro compatibilità con gli
attuali standard 802.11 a/b/g/n. La differenza tra i due modelli sta nella
massima velocità raggiungibile: il modello di punta AC1200, infatti, consente di raggiungere i 300 Mbps sulla banda dei 2.4 GHz, mentre sui 5 GHz
si può arrivare fino a 867 Mbps; il più piccolo AC1000, invece, garantisce
prestazioni identiche sulla banda dei 2.4 GHz, mentre sui 5 GHz si ferma a
665 Mbps (tutte velocità teoriche). I due router saranno disponibili in America da fine giugno, con prezzi rispettivamente da 140 e 160 dollari. In Italia,
invece, arriveranno in ottobre e i prezzi sono ancora da comunicare.
p.14
PC & MULTIMEDIA
Noctua porta
il noise cancelling
nella ventola
Il produttore di ventole per
PC Noctua ha mostrato al
Computex una ingegnosa
soluzione per ridurre il rumore
dei dissipatori ad aria
Addio PC-elicottero?
di M. Dalli
I componenti più rumorosi di
un PC sono sicuramente le ventole, tanto fastidiose quanto
indispensabili per assicurarsi il
corretto funzionamento della
macchina. Il produttore Noctua
ha però un asso nella manica
che, se si rivelasse efficace, potrebbe dare un po’ di sollievo
alle nostre orecchie: la cancellazione del rumore. Al Computex
di Taipei è infatti stato mostrato
un prototipo di ventola che è in
grado di “zittirsi” emettendo un
suono in opposizione di fase col
rumore generato dalla ventola
stessa.La tecnologia, realizzata
da Rotosub, utilizza un microfono, un DSP e una striscia metallica, rispettivamente per registrare il suono, processarlo e poi
produrre un rumore appropriato
facendo vibrare le lamelle attraverso dei piccoli campi magnetici. Al momento, però, tutto il
necessario è esterno alla ventola
e, prima che questa possa arrivare sul mercato, si dovrà trovare
il modo di integrare la componentisca all’interno della ventola
stessa o del dissipatore. Secondo
le stime di Noctua, occorreranno
ancora dai 12 ai 18 mesi prima
che la nuova ventola diventi una
realtà, presumibilmente quindi
la vedremo sugli scaffali verso la
fine del 2013. Il prezzo sarà adeguato alla novità, senza però essere eccessivo: si parla di 40-50
dollari a ventola.
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
PC & MULTIMEDIA
Symantec
Windows 8
sarà più veloce
con Norton
Symantec afferma che
Windows 8 andrà più veloce se,
al posto di Windows Defender,
si utilizzerà la nuova suite
di sicurezza Norton
di M. Dalli
La competizione si fa sempre più
agguerrita sul fronte sicurezza, dato
che la prossima versione di Windows arriverà con la suite di sicurezza Windows Defender a bordo. Non
è però la soluzione definitiva, almeno secondo Symantec. Durante un
briefing con la stampa, riportato da
Tech Radar, il capo dello sviluppo
Symantec, Collin Davis, ha discusso
con i giornalisti di performance. In
particolare, Davis asserisce che Windows 8 girerà più veloce se, al posto
di Defender, si farà affidamento alla
prossima versione di Norton. Questo perché Norton è più veloce di
Defender. Oltre a essere più veloce,
il nuovo Norton promette anche
una maggiore sicurezza, con l’80%
delle intrusioni prevenute, contro
il solo 28% di Defender. Le novità
di Norton non riguardano soltanto
Windows 8, però, ma anche Norton
come programma in sé. A partire
dalla prossima versione, infatti, dovrebbero sparire gli aggiornamenti
manuali da una versione all’altra (per
esempio per aggiornare la versione
2011 alla 2012), ma il processo sarà
reso automatico e senza necessità
di riavviare la macchina. Symantec
sta quindi lavorando alacremente
per controbattere all’offerta gratuita
di Microsoft; riuscirà a tenerle testa?
E come si comporterà il nuovo Norton nella vita reale? Sarà davvero veloce come Symantec dichiara?
p.15
PC & MULTIMEDIA / Il primo standard wireless in Italia è Buffalo
PC & MULTIMEDIA
Arriva il nuovo standard Wi-Fi anche in Italia e Buffalo presenta i suoi primi router
Insistenti indiscrezioni parlano
di un ipotetico MacBook Pro da
13 pollici con display Retina
Buffalo lancia anche in Italia
il Wi-Fi gigabit 802.11ac
di M. Dalli
I
niziano ad arrivare sul mercato i primi router Wi-Fi
con la nuova tecnologia
802.11ac, anche noto come
wireless gigabit. Uno dei primi ad arrivare nel nostro Paese sarà il Buffalo AirStation
WZR-D1800H, che promette
velocità di trasferimento di
1,3 Gbps sulla banda dei
5 GHz, che si sommano a
450 Mbps sulla banda dei
2,4 GHz. Il router, oltre che
essere 802.11ac, è anche
compatibile con le precedenti tecnologie 802.11a, b,
g e n, promettendo una copertura
maggiore. Sul retro trovano invece
posto 5 porte Gigabit Ethernet, 4 per
la rete domestica e 1 per il collegamento a un modem esterno (non è
infatti incluso il modem ADSL). Non
Apple: Retina
anche per il
MacBook Pro 13”?
di V. Barassi
manca poi una porta USB per condividere in rete stampanti o chiavette
e dischi esterni. Il Buffalo AirStation
WZR-D1800H arriverà sul mercato a
fine giugno con un prezzo suggerito
al pubblico di 200 euro.
PC & MULTIMEDIA
Western Digital fa networking con My Net
WD amplia la gamma di prodotti con la nuova linea My Net
Router wireless con prestazioni migliorate per video e gaming
Non sono passati molti giorni
dalla presentazione del nuovo
MacBook Pro Retina Display e ci
sono già le prime voci che parlano della volontà di Apple di
ampliare la gamma di portatili
dotati di “super-display”. Secondo
quanto affermato da AppleInsider, infatti, l’azienda di Cupertino
sarebbe già al lavoro per proporre
entro ottobre un MacBook Pro da
13 pollici con display Retina dalla
risoluzione di 2.560x1.600 pixel e
dallo spessore di poco inferiore
ai 18 millimetri del “fratellone”.
Ovviamente l’indiscrezione è da
prendere con le pinze; è chiaro
che, prima o poi, arriverà un modello più piccolo dotato di uno
schermo “migliore”, ma i tempi
sembrano ancora non essere maturi e sarà l’attuale MacBook Pro
da 15 pollici a dire se effettivamente ci sarà spazio, nell’immediato, di un modello - passateci
l’espressione - “entry-level”. Forse
il mese di ottobre è troppo vicino;
ma si sa, Apple, in un modo o nell’altro, riesce sempre a stupire.
di M. Dalli
Dopo i lettori multimediali, la gamma di
Western Digital si amplia ulteriormente con
l’arrivo di My Net, una
nuova linea di router
wireless. La famiglia
My Net utilizza una tecnologia proprietaria,
chiamata FasTrack, che
rileva il tipo di traffico generato da un utente e dà la priorità a quelle applicazioni
dove la velocità è tutto. Alcuni esempio sono il video in streaming, il gaming sulle
console, il Voce over IP e via dicendo. La gamma My Net è composta da uno switch
(My Net Switch) da 8 porte, con 2 ad alta priorità di traffico, 4 a media priorità e
2 a bassa priorità, e ben 3 router Wi-Fi N dual band, che si differenziano tra loro
per il massimo thruput raggiungibile sulla rete senza fili (rispettivamente 600, 750
e 900 Mbps). A questi si aggiungono altri due router, My Net N900 Central, che
integrano un disco rigido all’interno, che può essere condiviso in rete sia come
archivio centrale dei contenuti multimediali, sia per il backup dei PC e dei Mac
(anche tramite TimeMachine).
Estratto dal quotidiano online
www.dday.it
Registrazione Tribunale di Milano
n. 416 del 28 settembre 2009
direttore responsabile
Gianfranco Giardina
editing
Fiammetta Regis
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Editore
Scripta Manent Servizi Editoriali srl
via Gallarate, 76 - 20151 Milano
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n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
PEOPLE &MARKET
Mercato TV
2012: cresce
solo Samsung
Displaysearch pubblica il report
TV per il 2012: le vendite di LCD
scendono per la prima volta
nella storia, e tra i produttori
cresce solo Samsung
di R. Pezzali
Il mercato TV è in crisi, questo è un
fatto noto. Talmente in crisi che
per la prima volta nella storia le
vendite di TV LCD scendono del
3%. Lo rivela il report di Displaysearch, che ha analizzato prima
per tipologia e poi per brand le
vendite di TV nell’ultimo anno,
con l’analisi anche della crescita
trimestre su trimestre e anno su
anno. Se l’LCD scende di poco, il
plasma continua nel suo inesorabile declino, basta pensare che si
vendono ancora più TV CRT che
TV al plasma. Come si evince dalla tabella qui sotto, il plasma non
raggiunge il 6% di marketshare
nel mercato globale, mentre l’LCD
si avvicina all’85%. Se poi l’LCD ha
perso solo il 3%, il plasma rispetto
allo scorso anno ha perso il 18%,
e se continua così farà la fine dei
dinosauri? Displaysearch analizza
anche la crescita del 3D: rispetto al
2012 la vendita di TV 3D è cresciuta del 16%. Tra le aziende l’unica
che cresce rispetto all’anno scorso
è Samsung, +9% nonostante una
perdita nell’ultimo trimestre. Samsung si conferma la numero “1”
al mondo per il TV seguita da LG
che però ha una marketshare del
14.6% contro i 26% di Samsung.
Sony non raggiunge il 10% e resta
al terzo posto, seguita da Sharp e
Panasonic.
Brand
Y/Y Groth
Samsung
9%
LGE
-7%
Sony
-21%
Sharp
-18%
Panasonic
-23%
Other
-7%
Total
-7%
PEOPLE &MARKET / Per ora realizzato uno schermo 3”a 270ppi
Sony vuole OLED a 500 ppi
Sony ipotizza una tecnologia che consentirebbe di stampare display OLED
people & market
Gli errori di
Microsoft e la
furbizia di Apple
Il lancio di Windows Phone 8
(e 7.8) ha dimostrato come
Microsoft dovrebbe imparare da
Apple qualche trucco del mestiere
di M. Dalli
N
on è la prima volta che
sentiamo parlare di
pannelli OLED “stampabili” (nel senso che possono essere prodotti tramite
stampa), ma finora di esempi
pratici ce ne sono stati ben
pochi. Ad aggiungere carne
al fuoco ci pensa Sony, che al
SID 2012 (la Society for Information Display) ha presentato
un paper in cui viene descritta una nuova tecnologia di
stampa che consentirebbe
di raggiungere la mirabolante risoluzione di 500 pixel per
pollice (la qualità di stampa
per la carta si ferma a 300 ppi,
il Retina Display di Apple a
326 ppi per l’iPhone 4 e 4S). Sony ha
già sviluppato un sistema di stampa
basato su questa nuova tecnologia
per substrati di tipo Gen–1 (300x350
mm), ma al momento è stata in
grado di produrre solamente uno
schermo da 3 pollici con risoluzio-
p.17
di R. Pezzali
ne VGA (640x480 pixel) e 270 ppi.
Si tratta di un risultato sicuramente
apprezzabile, ma dopo tante parole
“sulla carta” ci piacerebbe vedere un
prodotto commerciale che sia effettivamente disponibile per tutti e a
basso costo. Chiediamo troppo?
people & market
Comet reagisce al sisma. E riapre in tenda
Tre milioni di euro di danni e un negozio che non riaprirà più
Ma il Comet di Mirandola riapre in una tenda, e chiede aiuto
di R. Pezzali
Il terremoto che ha messo in
ginocchio l’Emilia Romagna e
la sua economia ha colpito duramente anche la catena Comet, che ha subito gravi danni
alle strutture soprattutto nel
punto vendita di Mirandola,
non più agibile e con oltre 3
milioni di euro di danni stimati per la perdita di merci e impianti. Comet però reagisce, riparte e cerca
di risollevarsi: i dipendenti infatti, per fortuna tutti illesi, hanno riaperto
il negozio all’interno della tenda e intendono continuare la loro normale attività. In un momento così difficile però Comet non ce la può fare da
sola, e abbiamo saputo da fonti vicine all’azienda che ha chiesto ai suoi
partner commerciali qualche agevolazione per ripartire, come uno sconto
extra sugli ordini e una contribuzione per la merce danneggiata dal sisma.
Speriamo che gli operatori accolgano questa richiesta di aiuto, e se qualcuno deve proprio comperare e si trova nei paraggi di Mirandola scegliere la
“tenda” Comet sarebbe davvero un bel gesto per premiare lo sforzo.
Apple ha “rubato” tante idee a
Microsoft e viceversa. C’è una cosa
che però Microsoft dovrebbe copiare meglio: come si lancia un prodotto. Microsoft ha, infatti, presentato
il nuovo Windows Phone 8. Lo ha
fatto con una presentazione dettagliata: le novità sono tantissime e i
futuri utenti gradiranno. Chi non apprezzerà le scelte di Microsoft sono
coloro che fino ad oggi hanno scelto gli smartphone Windows Phone
7. Utenti soddisfatti fino a quando
non hanno scoperto che Windows
Phone 8 non è per loro. Chi ha speso
499 euro per un Lumia 800 dovrà
infatti accontentarsi di una versione
di Windows Phone denominata 7.8
che offre solo alcune nuove funzioni. È l’ammissione che quello che
oggi Microsoft e i suoi partner stanno vendendo sono telefoni vecchi.
In Germania per questo motivo c’è
già chi si rifiuta di vendere il Lumia
900: come dargli torto? Cosa avrebbe fatto Apple al posto di Microsoft?
In base a quello che ha fatto con
iOS 6 probabilmente Apple non si
sarebbe mai inventata una versione
7.8. Già solo il nome suona come “inferiore” e il consumatore deve credere di avere il miglior prodotto possibile. Apple avrebbe chiamato anche
l’upgrade Windows Phone 8, senza
alcuna distinzione lato marketing e
comunicazione, pur sapendo che si
tratta di una versione che, sui vecchi
terminali, avrebbe offerto solo alcune funzionalità. E nessuno si sarebbe
potuto lamentare, anche perché
l’hardware si evolve. Lato pratico
non sarebbe cambiato nulla, perché
chi ha uno smartphone attuale si
sarebbe trovato un sistema “ridotto” come potenzialità, ma bastava
tenere lo stesso nome per uscirne
(in modo furbo, certo) meglio, con
gli attuali consumatori soddisfatti e
con nuovi potenziali acquirenti per i
nuovi terminali.
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
GAME & MOVIE / La console del futuro avrà anche Blu-ray, 3D, Kinect 2
e realtà aumentata
Nel 2013 giocheremo alla Xbox 720?
In un documento apparso online, e poi rimosso, svelati i piani di Microsoft per la console della prossima generazione
di R. Pezzali
È
apparso in rete, ed è stato subito
rimosso, un documento relativo
alla roadmap Microsoft Xbox con
dettagli, accessori e visioni future. Il
documento risale all’agosto del 2010,
ma sicuramente è originale. Anche
perché, all’interno del documento, si fa
riferimento ad alcune tecnologie che
Microsoft ha già presentato come le
applicazioni per TV e la nuova tecnologia Smart Glass di recente mostrata
all’E3 di Los Angeles. Cosa ci attende
quindi in futuro? Microsoft prevede di
lanciare il prossimo anno una console
di nuova generazione con prestazioni
sei volte superiori a quelle della console attuale, e soprattutto più versatile
della Xbox 360: supporto Blu-ray, 3D
stereoscopico nativo, output a 1080p
reali e soprattutto la possibilità di connettersi e dialogare con un ecosistema
di accessori esterni non solo per i giochi ma anche per le applicazioni. Un
vero centro di intrattenimento domestico, capace di registrare programmi
TV grazie a Media Center che ritorna
come applicazione. Dal punto di vista
software, inoltre, la base dovrebbe essere “Windows 8” embedded, per semplificare la vita agli sviluppatori che potranno lavorare partendo dalla stessa
base alle release per console, PC, tablet
e smartphone. Microsoft all’epoca aveva anche ipotizzato due diverse piattaforme hardware: un processore x86 o
ARM con 6 o 8 core a 2 GHz supportati
da 4 GB di memoria DDR4 affiancati
però da un PowerPC con tre core a 3.2
GHz per garantire la retrocompatibilità
con gli attuali giochi. Cosa avrà scelto
Microsoft, 6 o 8 core? Lo sapremo solo
il prossimo anno quando la nuova
Xbox, accompagnata da una nuova
interfaccia utente, verrà lanciata sul
mercato a una cifra vicina ai 299$,
prezzo definito dall’azienda per un
lancio di successo con un target di 100
milioni di unità vendute e 10 anni di
ciclo di vita. Insieme alla console verrà
dato anche il nuovo Kinect 2: migliorato nella precisione, nel riconoscimento
vocale, con il tracking di quattro giocatori e una nuova videocamera RGB
supportata da un hardware dedicato
per i calcoli (l’attuale Kinect sfrutta la
p.18
GAME & MOVIE
NVIDIA: PC 24
volte più potenti
di Xbox 360
Simon Green, uno degli
ingegneri di NVIDIA, va
all’attacco delle console
di M. Dalli
potenza della console). Il documento
chiude in bellezza svelando il nuovo
Fortaleza Project, occhiali a realtà aumentata con connettività Wi-Fi capaci
di interagire con Kinect e Xbox: per
questo si parla però di 2014. Sono pas-
sati due anni dalla creazione di questo
documento, ma alcune delle tecnologie previste sono ora realtà. Xbox 720
è sempre più vicina, e ora ne sappiamo
qualcosa in più, sempre che Microsoft
non abbia cambiato idea.
GAME & MOVIE
Eizo crea un LCD appositamente per gamer
Foris FS2333 è un monitor Full HD con 2 algoritmi e 5 modalità di gioco
di R. Pezzali
Eizo passa dalla grafica al gaming lanciando il nuovo Foris FS2333, un monitor LCD HD da 1920 x 1080 pixel realizzato in collaborazione con Fnatic,
un team di gamer professionisti. Qual e il vantaggio di que- s t o
monitor rispetto ad altri LCD? Oltre ad un input
lag nullo, il nuovo monitor integra tecnologie studiate appositamente per
il gioco, prima tra tutte una gestione
dell’immagine con cinque diversi profili che vanno dall’FPS al gioco di strategia. Le due tecnologie che però lo
differenziano dagli altri monitor LCD
sono la Smart Resolution e la Smart
Detection. La prima analizza l’immagine alla ricerca di blur e lo corregge
senza accentuare il rumore, mentre la seconda cerca le zone della scena in movimento e migliora la risoluzione con una maschera di contrasto locale, lasciando intatte
le altre aree. Se stiamo per esempio, giocando, ad uno sparatutto in prima
persona l’HUB, l’interfaccia e la scena resteranno invariati mentre verranno
messi a “fuoco” eventuali bersagli in movimento. Lo schermo ha un supporto orientabile in orizzontale e in verticale, e può essere ancora corretto in
altezza. Eizo Foris FS2333 sarà disponibile dal mese di luglio a un prezzo
ancora da definire.
Che l’hardware dei PC sia più potente e avanzato di quello delle
console non è certo un mistero,
ma il principale engineer di NVIDIA, Simon Green, si è spinto oltre
e in un’intervista a New Scientists
ha dichiarato che i computer di
ultima generazione sono 24 volte
più potenti della Xbox 360. Non è
un caso, infatti, se è stato proprio
un PC (con grafica NVIDIA 680) a
essere usato per la dimostrazione dell’Unreal Engine 4, al recente
E3 di Los Angeles. Nel corso del
tempo i giochi per console sono
però migliorati, questo perché,
secondo Green, gli sviluppatori
hanno imparato a ottimizzare i
giochi, che all’inizio erano solo
delle versioni con grafica a più
alta risoluzione. Ottimizzare però
porta a giochi più complessi e
costosi. A questo punto ci sorge
spontanea una domanda: non
sarebbe meglio avere giochi più
ottimizzati anche per PC, di modo
che l’appassionato non si senta
costretto a sostituire scheda video
ogni volta che cambia la generazione? Il futuro, secondo Green,
potrebbe però rendere inutili le
console. Il cloud gaming, in cui il
videogioco viene renderizzato su
un server remoto e poi mandato
come video in streaming all’utente, sta sempre più prendendo
piede. Per funzionare ha bisogno
di una connessione a Internet veloce e affidabile, ma nel momento
in cui ci si arriverà diventerà inutile
avere un “pezzo di ferro” separato
per giocare. Sarà davvero così?
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
GAME & MOVIE / Ragione del contendere:
Microsoft avrebbe infranto alcuni brevetti Motorola
Xbox 360 bannata? Activision si oppone
Il 23 agosto l’ITC dovrà pronunciarsi sul blocco della vendita della console Xbox 360 negli Stati Uniti
di R. Pezzali
L
e paradossali leggi sui brevetti americane stanno per fare
un’altra celebre vittima: Microsoft infatti è stata accusata di aver
infranto alcuni brevetti Motorola sulla riproduzione dei video in formato
Mpeg4 e sulla trasmissione wireless,
e il 23 agosto l’ITC potrebbe decidere di bloccare l’importazione di
Xbox negli Stati Uniti. Una decisione
macigno per Microsoft, anche perché gli States sono il territorio dove
la console vende di più. E a pesare
maggiormente è anche l’impossibilità per Microsoft di aggirare il blocco,
cosa che ha fatto invece senza problemi in Europa spostando il centro
distributivo dalla Germania (dove è
stata bloccata per lo stesso motivo)
all’Olanda. In attesa della decisione,
però, scendono in campo direttamente le software house: è il caso di
Activision che ha scritto alla ITC per
spiegare quali sarebbero le conseguenze per i produttori di software
nel caso di un blocco di importazione della console. Activision ha anche
fatto pesare il fatto di essere uno dei
maggiori produttori di videogiochi
degli Stati Uniti e di aver investito e di
voler investire ancora tantissimo nella console (come per dire “bloccatela
e ci saranno conseguenze anche sot-
to il profilo degli investimenti e dei
posti di lavoro”). L’ITC sta acquisendo
ora tutte le sentenze di tribunale che
hanno dichiarato Microsoft colpevole e le varie lamentele dei produttori
e si appresta a decidere. Vincerà Microsoft o vincerà Google (Motorola)?
Siamo abbastanza sicuri che la faccenda si concluderà mettendo mano
al portafogli.
PlayStation 4? Quando sarà il momento
Sony non si sbilancia sulla console next-gen che arriverà solo quando offrirà miglioramenti tangibili
N
iente fretta. È questo il concetto che emerge chiaramente da
un passo della lunga intervista
che Andrew House, direttore della
divisione Sony Computer Entertainment, ha rilasciato all’autorevole MCV.
Alla domanda - scontata - sulla console di prossima generazione House
ha così risposto: Il momento giusto
per parlare degli avanzamenti nell’hardware è quando puoi dimostrare
un significativo miglioramento rispetto
all’esperienza attualmente disponibile.
Devi essere in grado di mostrare qualcosa che sia effettivamente di impatto.
Al di là di questo, al momento, non
abbiamo niente da dire. Il concetto
è molto chiaro: c’è già qualcosa che
bolle in pentola ma, per ora, non ci
sono miglioramenti così evidenti rispetto all’attuale generazione e Sony
GAME & MOVIE
Crytek: il futuro
del gioco è “gratis”
La nota software house ha
annunciato che si dedicherà
esclusivamente a sviluppare
videogiochi free-to-play
di V. Barassi
GAME & MOVIE / La politica Sony sulla prossima PS4 attraverso un’intervista rilasciata a MCV
di V. Barassi
p.19
non si vuole sbilanciare affatto. Il
momento di crisi finanziaria sta coinvolgendo in maniera pesante anche
il colosso giapponese e, nonostante
quello PlayStation sia stato più volte
indicato come uno dei settori da cui
ripartire e su cui puntare in maniera
decisa, non vi è spazio per passi falsi di
alcun tipo. La gente si
aspetta una vera e propria rivoluzione e per
soddisfare questa “voglia”, per forza di cose,
dovranno essere tangibili e importanti miglioramenti sul fronte
grafico. Evidentemente Sony non è ancora
in grado di soddisfare
questo requisito e,
molto probabilmente,
anche Microsoft - che
però sta puntando decisa su Kinect
- si trova nelle stesse acque. Detto
questo, le voci che vogliono PlayStation 4 sempre più vicina non smettono di susseguirsi; da tempo si parla
dell’E3 2013, ma a questo punto non
sappiamo davvero più a chi credere.
Attualmente a lavoro su titoli del
calibro di Homefront 2 e, soprattutto, Crysis 3, Crytek è una software
house che in questi anni ha saputo
stupire tutti gli amanti dei videogiochi. Con un annuncio piuttosto
sorprendente, Cevat Yerli, CEO dell’azienda, ha annunciato che molto
presto Crytek si dedicherà a tempo
pieno ai giochi online free-to-play,
categoria di videogames vista
come il vero futuro dell’industria
videoludica mondiale. Anche perchè, sempre secondo il CEO, i giocatori sono stufi di essere scambiati
per “vacche da mungere” con giochi che costano cari e espansioni
e DLC studiati appositamente per
aumentare ulteriormente i guadagni post vendita. Non è stata ancora annunciata la “data della svolta”,
ma la rivoluzione avverrà solo alla
scadenza degli attuali contratti di
collaborazione che, ne siamo certi,
porteranno nelle tasche della software house tutti i milioni di dollari
necessari per affrontare quella che
senza ombra di dubbio è una nuova grande sfida. I giochi free-toplay attualmente disponibili stanno avendo grandissimo successo
e i guadagni per gli sviluppatori
sono ben superiori alle aspettative;
il sistema delle microtransazioni
sta sempre più prendendo piede
e, seppur gradualmente, il giocatore medio si sta abituando a tale
cambiamento. Crytek punta ad invadere il settore dei “giochi gratuiti”
al momento giusto; ce la farà?
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
DIGITAL IMAGING
Nikon D400, in
arrivo una APS-C
di fascia alta?
Potrebbe essere lanciata al
Photokina una nuova reflex con
sensoore APS-C in formato DX
di M. Dalli
Secondo un’indiscrezione pubblicata da Nasim Mansurov, Nikon
potrebbe lanciare al Photokina
una nuova reflex, la D400. La
macchina, secondo le indiscrezioni, dovrebbe avere un sensore
APS-C in formato DX con 24,2
Megapixel, presumibilmente simile se non identico a quello della D3200. Si parla inoltre di sensibilità nativa compresa tra 100
e 6400 ISO, espandibili a 12.800
e 25.600 ISO, processore EXPEED
3 e un nuovo sistema di bilanciamento del bianco. L’autofocus
sarebbe gestito da un sistema a
51 punti, con 15 sensori a croce e
possibilità di utilizzarlo fino a f/8,
con 9 punti (5 nel centro e 4 ai
lati). La Nikon D400 sarebbe poi
in grado di gestire raffiche da 8
o 9 frame al secondo (9 nel caso
si utilizzi il battery pack opzionale), mentre il video si ferma a
1080p a 30 fps (ma c’è anche la
possibilità di filmare a 24p), con
uscita MOV, compressa o non
compressa. La fascia alta di questa macchina sarebbe confermata anche dal massiccio corpo
macchina (800 grammi) in lega
di magnesio, resistente a polvere e agenti atmosferici, oltre alla
doppia scheda Compact Flash e
SD. Il prezzo è un ulteriore indizio:
si parla di 1.800 dollari per il solo
corpo. Sarà davvero così? Vedremo veramente la D400 a settembre? Resta un dubbio: se questo
rumor venisse confermato, dove
si posizionerebbe la D600, la full
frame “low cost”?
DIGITAL IMAGING / Incertezze ancora su uscita e fascia di prezzo
Nikon D600, esiste davvero
In rete sono apparse alcune foto della nuova Full Frame “low cost” di Nikon
di M. Dalli
P
otrebbe essere una delle rivelazioni del 2012 e il “rumore” che
si sta creando attorno alla D600
cresce sempre di più. Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane, spuntano
ora alcune foto di quello che potrebbe
essere il corpo macchina della nuova
full frame “low cost” di Nikon. Nel frattempo sono uscite anche alcune correzioni alle specifiche trapelate in passato.
Riassumendo, la D600 dovrebbe avere
un sensore Full Frame (FX nella nomenclatura Nikon) da 24,7 Megapixel,
schermo da 3,2 pollici e 921.000
pixel, sensibilità ISO 100-6400 e 39
punti di messa a fuoco. Al contrario
di quanto visto in passato, invece,
la D600 dovrebbe avere il motore
AF integrato nel corpo macchina,
ma non il GPS. Apparentemente
Nikon ha invitato alcuni rivenditori a un metteing a Casablanca lo
scorso 28 maggio, probabilmente
per presentare in anteprima que-
sta macchina. Se così fosse, la data di
rilascio potrebbe non essere così lontana e magari al Photokina di Colonia
potremo già vedere qualcosa. Resta da
capire come si posizionerà sul mercato:
il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai
1.500 dollari, e se così fosse darebbe sicuramente una bella scossa al mercato.
Riuscirà però Nikon a contenere sufficientemente i costi in modo da proporre una Full Frame a un prezzo così
(relativamente) basso?
DIGITAL IMAGING
È di Nikon il primo super-zoom 18-300mm
Nikon strappa il primato a Tamron, proponendo un’ottica tuttofare
di M. Dalli
Se il Tamron 18-270mm non
vi sembra abbastanza “spinto”, ecco una proposta firmata Nikon che farà sicuramente piacere a chi vuole scattare
con un solo obiettivo. Il nuovo 18-300mm f/3.5-5.6 ED VR
del produttore giapponese
ha infatti il nuovo “record”
per un obiettivo super-zoom per reflex, con un rispettabilissimo 16,6x di
zoom; il primato è stato strappato appunto al Tamron, che si ferma a “soli” 15
ingrandimenti. l 18-300mm è un’ottica pensata per fotocamere con sensore
APS-C (formato DX, nella dicitura Nikon), quindi il corrispondente 35mm di
questa ottica è un ancora più impressionante 27-450mm. Questo tipo di ottiche tuttofare sono solitamente destinate all’utente medio, che non ha voglia
di costruirsi un parco obiettivi che copra tutte le focali e preferisce rinunciare a qualcosa in termini di qualità d’immagine per priviligiare le comodità.
Comodità che, però, si paga cara con questo nuovo Nikon: il prezzo per il
mercato americano è stato fissato a 1000 dollari, in uscita a giugno.
p.20
DIGITAL IMAGING
SportXtreme GX10
per il guardone
da spiaggia
SportXtreme lancia un set di
occhiali con videocamera in
HD nascosta tra le due lenti
Registrano clip H.264 sulla
memoria integrata da 4 GB
di R. Pezzali
La videocamera sul casco è troppo
ingombrante? SportXtreme lancia
la nuova versione degli occhiali con
videocamera integrata, gli OverLook
GX-10. Leggeri e sottili, dotati di uscita video per il collegamento diretto
alla TV, i GX-10 non sono destinati
solo agli sportivi che vogliono una
ripresa in prima persona delle loro
imprese, dal ciclista allo sciatore, ma
si prestano anche ad altri usi. Oltre
al guardone da spiaggia, pensiamo
ad esempio ai foodblogger che vogliono riprendere la preparazione di
un piatto tenendo le mani libere. La
piccola videocamera invisibile, con
un angolo di ripresa di 63°, registra
clip H.264 sulle memoria integrata.
Gli occhiali OverLook X-10 hanno
un prezzo al pubblico di 159 euro,
e includono anche 4 lenti diverse. A
breve proveremo un paio di questi
occhiali, per saggiare la qualità e per
vedere se possiamo usarli per realizzare hands on di prodotto.
Qui di seguito le caratteristiche
tecniche complete:
•Video: HD 720p (1280x720)
•Sensore: CMOS 3Mpx
•Registrazione: 30fps
•Video Format Standard: H264
•Angolo di ripresa: 63 gradi
•Interfaccia: Micro USB 2.0
• Lenti: Grigio, Trasparente, Giallo e a
Specchio
•Durata Batteria: 2 ore
•Memoria incorporata: 4GB
•Temperatura esercizio: da -5+40°
•Batteria Litio: 500mAh
•Caricabatteria da auto: incluso
•Sistemi operativi: Windows XP/Vista/7,
Mac OS X
•Dimensioni: 145x70x47mm (con
custodia)
•Peso: 47gr.
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n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
TEST / LG punta sulla tecnologia NanoLED, ma questa significa davvero avere benefici sulla qualità di immagine? L’abbiamo testato, scopritelo qui
p.22
LG NanoLED LM960V: l’ultima frontiera del LED
Un 55” con cornice ultrasottile, 3D e un’ottima sezione Smart TV. Ma la novità è il pannello, con tanti piccoli LED che promettono prestazioni super
di R. Pezzali
L
G ha cercato negli scorsi anni di
unire i benefici del Full LED con
lo spessore delle TV LED Edge:
il risultato è la tecnologia NanoLED,
utilizzata nella sua ultima versione nel
nuovo top di gamma LM960 in prova.
Una TV gemella rispetto alla LM860 già
provata, che offre però un pannello diverso destinato a chi vuole di più. Non
mancano Smart TV, davvero evoluta,
3D, piacevole e rilassante e un tuner
DVB-T2 che, se mamma Rai vorrà, in futuro potrebbe tornare molto utile.
NanoLED , punto di partenza
Dopo aver provato l’LM860 abbiamo
lasciato passare un po’ di tempo prima
di dedicarci al top di gamma, il modello LM960. A dire il vero, non è del
tutto corretto definire la serie 9 il top
di gamma: 860 e 960 sono due modelli
equivalenti, quello che cambia è la tecnologia del pannello, con il NanoLED
destinato ai “maniaci” dell’immagine
orfani di un Full LED local dimming
sempre meno usato. Proprio per le
similitudini tra 860 e 960, alcune parti
di questa prova sono state “prese” dalla
quella dell’LM860: Smart TV, telecomando, funzionalità e 3D sono equivalenti. Quello che cambia ovviamente,
oltre al design, è la resa visiva offerta
dalla tecnologia NanoLED. E proprio
con la tecnologia NanoLED iniziamo
questa prova: LG ha cercato negli scorsi
anni di unire i benefici del FullLED con
lo spessore dei TV LED Edge. Un TV
FullLED richiede infatti almeno 5 cm
di spessore per generare un’ immagine
uniforme, e questo si scontra con le
esigenze di spessore e di design dei TV
moderni. C’è poi un’altra cosa da considerare, ovvero il costo dei LED: un 55”
Full LED necessita di un numero molto
elevato di LED (addirittura 2000 nella
vecchia generazione), con un costo
di produzione enorme. La tecnologia
NanoLED, per quanto valida sulla carta,
si è sempre scontrata con diverse problematiche legate un po’ al prezzo, un
po’ alla difficile implementazione: negli
scorsi anni i vari LEX8 e LW980 sono
arrivati nei negozi con il contagocce,
una sorta di “limited edition”. Quest’anno LG ha cercato di rendere tutto più
facile: meno zone, meno LED e più
elettronica, ma come vedremo questa
soluzione non è bastata per ridurre il
costo del TV, che resta molto elevato, e
soprattutto non ha portato troppi benefici come qualità d’immagine.
L’immagine è protagonista
Il concetto di borderless introdotto
qualche anno raggiunge la sua completa maturazione sull’LM960, l’unico
TV nella gamma LG dove l’immagine
raggiunge il bordo della cornice lasciando solo un millimetro di gioco. Il
risultato, a TV acceso, sorprende davvero: la cornice sparisce per lasciare
spazio alla sola immagine, che termina
con il profilo nella zona inferiore. La
cornice comunque c’è, è un sottile bordo cromato dal profilo ondulato che
impreziosisce ulteriormente questo TV.
Robusto il rivestimento frontale, ma anche abbastanza riflettente.
La base in dotazione è la stessa dell’LM860, cromata e con la possibilità
di ruotare il TV. In dotazione ci sono
due telecomandi: il primo è quello
classico, il secondo è il Magic Remote,
il telecomando stile Wii che integra
anche un giroscopio e un microfono
per il rilevamento dei comandi vocali
anche in italiano con un recente update. Per far funzionare il riconoscimento
vocale il TV necessita di connessione
web, anche perché le frasi vengono
elaborate lato server. Il Magic Remote
è facile da usare ed è migliorato non di
poco: c’è una scroll wheel per spostarsi
rapidamente nei menu e nelle pagine
web, c’è una serie di tasti per accedere
direttamente alle funzioni principali e
infine tramite gesture possono essere
eseguite anche una serie di azioni.
Se il vecchio Magic Remote era un
telecomando da affiancare a quello
principale, questo nuovo Magic Remote può essere usato al posto di quello
tradizionale.
Connessioni complete
LG rivede anche tutta la parte di connettività, a partire dalla disposizione dei
connettori. Questa volta i connettori
sono montati a filo, e in alcuni casi è
previsto un adattatore. Fortunatamen-
TV LG 47LM960V - da 2499 EURO
Quality
Longevity
Design
8
8
10
te l’adattatore non serve per le prese
più usate: 4 HDMI, 3 USB e i tuner non
richiedono cavetti aggiuntivi. I tuner
sono due, digitale terrestre DVB-T2 e
DVB-S2 sat. Il nuovo LM960 dovrebbe
anche essere compatibile con tutti i
DRM per la TV digitale e lo streaming,
tuttavia ancora non ci sono servizi per
verificare questa compatibilità: sicuramente funziona TivùSat e a breve funzionerà TiVu On, ovvero la piattaforma
ibrida streaming DVB-T per la catch up
TV di Mediaset, La7 e Rai.
Le prese USB, come già detto, sono 3:
una di queste è dedicata alla funzionalità PVR, dove agganciando una chiavetta USB o un hard disk la TV può registrare le trasmissioni Live. Le altre due
sono “libere”, da usare per una tastiera o
un mouse oppure per riprodurre contenuti su una pendrive USB. Interessante la possibilità di usare una porta USB
per estendere la memoria della TV lato
Smart TV, quindi più GB per le Apps.
La TV di base comunque ha già 2 GB
di memoria. Quattro gli ingressi HDMI:
il primo dotato di Arc, Audio Return
Channel, l’ultimo con MHL, ovvero la
connessione Mobile HighDefinition
Link, che permette di collegare uno
Simplicity D-Factor
9
8
Value
7
smartphone ricaricandolo e fare il mirroring sullo schermo dell’interfaccia.
Nel caso degli smartphone LG, inoltre,
sarà possibile usarli come Magic Remote usando il giroscopio integrato, ma
solo dopo un aggiornamento software
che uscirà tra qualche mese. La presa di
rete, indispensabile, è affiancata anche
da un modulo Wi-Fi integrato.
Interfaccia veloce
LG ha dato una
svolta anche alla
parte
dell’interfaccia utente. Il
processore dual
core alla base della
nuova piattaforma
ha reso tutta l’interfaccia molto più
veloce e godibile,
e il lavoro fatto per
organizzare le varie
sezioni è notevole.
LG ha introdotto
un nuovo wizard
per la configurazione iniziale del
TV. Non tutto però
è perfetto: pur-
segue a pag. 23
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
p.23
TEST
TV LG 47LM960V
segue da pag. 22
troppo ci sono ancora alcuni errori di
traduzione nell’interfaccia italiana che
andrebbero corretti e per certi aspetti
crediamo che questi non siano legati
alle prime versioni dei firmware, ma a
errori che si portano avanti da anni nelle TV LG. LG ha creato un menu principale nuovo: premendo il tasto home
ci si trova al centro delle possibilità
operative del TV, con una serie di applicazioni suddivise in finestre, la finestra
“live” che mostra la sorgente desiderata
e una serie di scorciatoie nella parte
bassa per poter raggiungere subito
una determinata funzione. La logica
è simile a quella degli smartphone:
quindi la parte impostazioni diventa il
classico menù di configurazione del TV,
“Live TV” è l’applicazione che lancia la
TV in diretta, Input è l’applicazione che
permette di configurare gli ingressi e
così via. Qui sotto, un video che mostra
tutte le funzioni.
Smart TV complessa
LG è riuscita a dare agli utenti una serie
di funzioni utili e complete, facili da gestire e con un buon livello di compatibilità. Il TV LG è onnivoro: riproduce ogni
tipo di file anche 3D ed è veloce nella
navigazione tra le diverse cartelle. Chi si
appoggia poi ad un NAS o ad un computer sul quale è stato installato Plex, il
TV LG funziona anche come client per
questo server di contenuti evoluto, che
offre anche la transcodifica in real time.
All’interno dell’interfaccia Smart c’è uno
spazio dedicato anche alle applicazioni:
oltre a quelle gratuite ci sono anche
applicazioni Premium a pagamento e
a breve arriveranno app interessanti italiane come Cubovision. Fatta eccezione
per qualche applicazione di streaming
video, come YouTube, in questo campo
non ci sono però app che attraggono
il nostro interesse: quando arriveranno
le catch up TV italiane, Premium Play e
altri servizi simili se ne potrà riparlare.
LG ha “copiato” Samsung aggiungendo
video
Scopri in questo video di DDay.it tutte
le funzioni del TV LG
anche una serie di applicazioni per la
visione di video 3D in streaming, con
qualche contenuto è interessante.
Utile anche la ricerca: dopo aver indicizzato i contenuti sulla nostra rete si
possono cercare clip in rete, tra le app e
nelle periferiche collegate al TV. Se non
si trova nulla il TV suggerisce di provare sul web con Bing come motore di
ricerca predefinito. Per farlo si passa
attraverso un browser compatibile con
Flash 10. Si riescono a navigare quasi
tutti i siti, anche se vedere un sito sul
TV, nonostante il Magic Remote con
puntatore e rotella di scroll, è sempre
abbastanza fastidioso e lento.
Un’altra possibilità è lo screen sharing e
l’invio di streaming in real time dai computer. Il TV può condividere via Wi-fi i
canali Live e le sorgenti collegate a tablet o smartphone con Android o iOS:
il servizio al momento non è ancora
attivo, perché manca la nuova applicazione, ma entro fine giugno dovrebbe
arrivare sui vari market. Altra possibilità
il Wi-Di, ovvero il collegamento wireless
di un notebook con piattaforma Intel
compatibile Wi-Di: si può condividere
lo schermo usando il Wi-Fi e tutto in
alta definizione, ma non sono molti i
portatili compatibili.
Il nero alla prova dei fatti
Dopo aver fatto tutte le regolazioni del
caso, modalità ISF esperto, filtri disattivati e local dimming inserito in modalità media, abbiamo inserito il Blu-ray di
Watchmen all’interno del nostro player,
consapevoli del fatto che le scene scure all’interno di questo disco non mancano. L’LM960 mette in mostra, fin dai
menù, un’ottima resa generale: neri ben
controllati, ottimo stacco cromatico
e un buonissimo contrasto. Il livello di
contrasto raggiunto, così come il nero
nelle scene iniziale, è paragonabile a
quello dei migliori LED della stagione,
ma non raggiunge i traguardi di un plasma di nuova generazione. Impossibile
fare un confronto a mente con la passata generazione di NanoLED, ma con un
numero maggiore di zone controllate
e di LED ci sembra di ricordare che, soprattutto sulle bande nere e sulle zone
buie, si riusciva a raggiungere un livello
di nero più spinto.
L’LM960 mette in mostra molte doti, dal
processore video di eccellente qualità,
all’upscaling da SD a HD di elevato livel-
lo all’ottimo controllo delle sfumature,
tuttavia quello che manca è proprio il
gap qualitativo che il pannello Nano
LED dovrebbe dare, anche a fronte
di un investimento più elevato. Anzi,
proprio il pannello NanoLED evidenzia
qualche limite che invece sull’LM860
non avevamo riscontrato. L’uniformità generale è buona, tuttavia quattro
piccole spurie agli angoli si notano così
come su una schermata bianca il bordo
dell’immagine sembra leggermente
meno luminoso. Il local dimming è una
opzione indispensabile: basta provare
a spegnerlo per trovarsi di fronte ad
un’immagine priva di contrasto e dinamica, con un livello del nero troppo
alto. C’è però un rovescio della medaglia: con il local dimming attivato il TV
mangia qualche dettaglio nelle zone
scure e in alcune occasioni, soprattutto sulle scene scure, si avverte qualche
scia di troppo. La questione delle scie in
realtà sembra essere un bug che colpisce le scene scure a 24p ma non a 60
Hz, bug che dovrebbe essere risolto
con le prossime versioni di firmware.
Abbiamo provato alcune sequenze di
The Walking Dead e di Watchmen ed
effettivamente sui contorni in alcune
scene molto scure si avverte uno strano strascinamento. Inoltre, durante le
carrellate destra sinistra e viceversa un
po’ di banding è visibile. Ma questo dipende soprattutto dal pannello.
Siamo stati troppo critici? L’LG LM960
è sicuramente un ottimo TV. Tuttavia
in questo caso dal TV che ha sulla carta la miglior tecnologia LCD / LED del
mercato ci aspettavamo di più, anche a
fronte dei 500 euro in più rispetto all’ottimo LM860 che servono per portarlo a
casa. Rispetto al modello dello scorso
anno, LG ha ridotto il numero di zone
e di LED e questo si vede, tuttavia con
la sezione elettronica migliorata sono
stati risolti anche un po’ di problemi dei
modelli precedenti, anche se il banding
nelle partite di calcio non è sparito del
tutto. La tecnologia NanoLED ha enormi potenzialità ma ha bisogno di tante zone e tanti LED, e questo vuol dire
anche costo elevato. Se si guardano
alle prestazioni eccellenti raggiunte
ormai da tanti TV Edge LED e all’arrivo
di nuove tecnologie come l’OLED non
ci stupiremmo se il prossimo anno LG
decidesse di abbandonare questa valida ma costosa soluzione.
Cinema 3D
LG prosegue sulla sua strada e propone ovviamente il sistema Cinema 3D,
occhiali polarizzati e minima fatica di
visione. Il sistema quest’anno si evolve:
migliora la resa soprattutto per quanto
riguarda la conversione da 2D a 3D e
viene aggiunta anche la funzione 3D
Gaming per giocare in due sullo stesso
schermo. La dotazione di occhiali è ai
massimi livelli: c’è la classica scatola con
4 occhiali standard, c’è una clip per chi
porta già gli occhiali e una coppia di
occhiali gaming. La visione delle immagini 3D è molto buona: da una distanza
di 3 metri su un 47” è difficile vedere
le linee di scansione, ma la profondità
c’è e l’immagine è naturale e poco affaticante. Durante la visione si possono
aggiustare diversi parametri 3D, cosa
che ora si può fare anche con la conversione da 2D a 3D, dove oltre ad una
serie di preset personalizzati, l’utente
può variare non solo l’entità dell’effetto
di conversione ma anche l’offset, ovvero se vuole il 3D con maggiore profondità oppure se vuole che l’immagine
esca dallo schermo. Il sistema Cinema
3D ci piace molto: non è impegnativo,
non affatica e soprattutto è completo
di tutto quello che serve.
Siamo più critici invece sulla modalità
dual gaming: il filtro FPR infatti non è
così perfetto da separare due immagini
totalmente diverse, e se durante la visione di un film il crosstalk è inavvertibile quando sono due immagini diverse
come in questo caso il problema è evidente e un giocatore vede l’ombra di
quello che sta facendo l’altro. Davvero
difficile concentrarsi così.
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Fotocamera e design sono gli stessi del Lumia 800. Manca ancora l’LTE, ma la connettività HSDPA a 42 Mbit/s fa il suo dovere
p.24
Nokia Lumia 900: Windows Phone formato extra large
Il modello di punta della gamma Lumia di Nokia ha display OLED da 4,3 pollici per uno degli smartphone Windows Phone 7 con schermo più grande sul mercato
di P. Centofanti
S
e il Lumia 800 è stato il ritorno
sulla “scena che conta” di Nokia in Europa, per il mercato
americano serviva qualcosa di più...
grande. Il mercato degli smartphone
negli Stati Uniti - iPhone a parte che
continua a rappresentare un capitolo
completamente a sé - è ormai dominato nella fascia alta da terminali con
schermi sempre più grandi e supporto
per la rete di nuova generazione LTE. Il
Lumia 900 nasce con questo scenario
in mente: e infatti in sostanza non è
che un Lumia 800 “pompato” con un
display da 4.3 pollici, invece di 3.7 pollici, e connettività LTE. Dopo il debutto
di inizio anno negli USA, il Lumia 900
è pronto ora per lo sbarco anche in
Italia con qualche minimo ritocco,
essenzialmente la connettività DCHSDPA al posto dell’LTE di cui in Italia
ci possiamo fare ancora ben poco. Se
sotto “il cofano” il Lumia 900 non porta
grosse novità rispetto al suo fratello
più piccolo (il processore ad esempio
è il medesimo), c’è comunque in più
la presenza della fotocamera frontale,
che permette di effettuare videochiamate, e naturalmente una batteria più
capiente per far fronte al display più
grande.
Ben costruito, ma design
spigoloso
Esteticamente il Lumia 900 non è
davvero molto diverso da un Lumia
800, fatta ovviamente eccezione per
le dimensioni. La differenza più grande è forse nel display, leggermente
a goccia quello del Lumia 800, completamente piatto nel Lumia 900. Un
piccolo dettaglio forse, ma che rende
le linee del Lumia 900 nettamente
più spigolose, specie sul bordo del
display. Per il resto il design segue
perfettamente quello del Lumia 800
con il guscio in policarbonato, stessa
posizione dei tasti, dei connettori e
della fotocamera. Il display è sempre
OLED e ha una diagonale di 4.3 pollici.
Il nome scelto da Nokia è di ClearBlack
per indicare l’elevato rapporto di contrasto, anche se rispetto al Lumia 800
manca quell’effetto “a pelo di schermo” delle immagini. Come imposto
dai vincoli di Windows Phone 7, la
risoluzione del display è di 800x480
pixel, un po’ pochini per uno schermo
di queste dimensioni (circa 217 dpi),
ma a differenza del Lumia 800 (che
aveva uno schermo pentile con subpixel condivisi), il pannello OLED del
900 è di tipo full RGB, il che fa una differenza non da poco. Il processore è
lo stesso del Lumia 800, un single core
da 1.4 GHz (il Qualcomm APQ8055),
con 512 MB di RAM. Come consuetudine per i Windows Phone, anche in
questo caso non abbiamo uno slot
per schede di memoria SD, per cui
possiamo fare affidamento solo sui 16
GB di memoria integrata di cui 13.22
quelli effettivamente a disposizione
dell’utente. Il Lumia 900 utilizza le più
piccole micro SIM e in dotazione troviamo una piccola graffetta per estrarre il cassettino per il suo inserimento
nel telefono. L’unica connessione a disposizione è la porta micro USB e per
il collegamento al computer avremo
bisogno del software Zune su Windows e del Windows Phone 7 Connector su Mac. Il software è indispensabile sia per il trasferimento dei file
che per l’aggiornamento del sistema
operativo. Per il resto troviamo i soliti
accessori: Wi-Fi 802.11n, Bluetooth
(anche se “solo” 2.1), accelerometro,
giroscopio, bussola digitale, sensore
di prossimità e naturalmente A-GPS.
Ma c’è anche la radio FM accessibile
tramite l’app Musica & Video.
Nuove funzioni intergrate
Sul fronte del sistema operativo, Windows Phone 7 offre un’esperienza di
utilizzo praticamente uniforme da
un dispositivo all’altro. Il Lumia 900
esce sotto il segno della versione 7.5
con gli ultimi aggiornamenti della
piattaforma (multi-tasking, integra-
Nokia Lumia 900 - da 599 EURO
Quality
Longevity
Design
8
8
8
zione di Twitter nell’hub contatti e
mobile hotspot le funzionalità più
importanti introdotte). In questo
caso rispetto al “normale” troviamo
diverse applicazioni esclusive realizzate appositamente da Nokia, che
poi sono le stesse del resto della
gamma Lumia: Nokia Drive, Nokia
Musica, Nokia Mappe e l’ultima arrivata, Nokia Reading. Preinstallata
troviamo anche Tango Video Calls,
servizio multi-piattaforma (c’è anche
per Android e iOS) che permette di
effettuare gratuitamente videochiamate via Internet anche su rete 3G.
Rispetto al Lumia 800 l’unica vera
differenza è che troviamo già “out
of the box” la funzionalità di hotspot
portatile che consente di condividere via Wi-Fi la connessione Internet
3G (occhio come al solito a eventuali tariffe aggiuntive previste dal
proprio operatore telefonico). Detto
questo, non troviamo nulla di diverso da ogni altro telefono Windows
Phone 7.5.
L’impressione di trovarsi di fronte a
un Lumia 800 semplicemente con lo
schermo più grande rimane anche
dopo aver utilizzato il telefono. Le
specifiche tecniche dei due prodotti
Simplicity D-Factor
9
7
Value
5
d’altra parte sono molto simili e Windows Phone come piattaforma ci ha
già abituato a prestazioni davvero
simili tra uno smartphone e l’altro
quando si va a guardare la reattività
dell’interfaccia a schermo, l’esperienza di navigazione sul web e l’utilizzo
in generale. Qui la differenza è tutta
soprattutto nello schermo OLED da
4.3 pollici. Nonostante la risoluzione
sia invariata l’impiego di una matrice
full RGB rende le immagini comunque ben definite anche se ormai la
concorrenza su questi “tagli” ha davvero una marcia in più: la risoluzione
non basta mai. Con l’impostazione
di luminosità automatica il display
tende a essere un po’ troppo poco
luminoso specie per l’utilizzo in
esterno. In questo caso impostare
la luminosità massima è quasi un
obbligo. Il display OLED non delude
ovviamente quando si tratta di brillantezza dei colori e profondità del
nero, caratteristica quest’ultima perfetta per esaltare l’interfaccia a “mattonelle” di Windows Phone 7. Inoltre
si può apprezzare un’ottima precisione delle sfumature e naturalmente
un angolo di visione semplicemente
perfetto.
segue a pag. 25
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
p.25
MOBILE / La nuova funzionalità 3D dovrebbe essere una delle spinte a passare al nuovo iPhone
MOBILE
Uno sviluppatore dimostra che è tecnicamente possibile far funzionare le nuove mappe 3D di iOS 6 anche su iPhone 4
Ok il prezzo è giusto: 199 euro
per un tablet da 7” con sistema
operativo Android. Amazon ha
annunciato l’apertura ufficiale
dell’Appstore in Europa: cinque
paesi tra i quali c’è l’Italia. È certo
che Amazon, entro Natale, porterà in Italia il suo Kindle Fire, il tablet apprezzatissimo negli States
per facilità d’uso e immediatezza.
È probabile che non sarà però l’attuale Fire ad arrivare, ma la nuova
e migliorata versione che andrà
a scontrarsi con il Nexus Tablet
di Google, anche lui atteso entro
fine anno ad una cifra inferiore ai
200 euro. Un tablet potentissimo,
Quad-Core con Tegra 3 ma privo
di orpelli inutili come la videocamera posteriore per le foto. A
meno di 200 euro non ci sono più
scuse: il tablet può entrare davvero in ogni casa.
Flyover su iPhone 4? Tecnicamente si può
di P. Centofanti
C
he non tutte le funzionalità di
una nuova versione di iOS arrivino anche sui modelli più vecchi di iPhone non è una novità. Con
iOS 4 Apple lasciò l’iPhone 3G senza
multi-tasking, mentre iOS 5 lo snobbò
in toto, anche se in questi casi i limiti
hardware dello smartphone in questione non erano pochi. Quando lo
scorso anno Apple presentò SIRI, ne
fece invece una funzionalità esclusiva
per l’iPhone 4S, seppure non ci fossero
controindicazioni hardware di sorta
per il funzionamento su altri dispositivi. Nel caso delle nuove mappe 3D
a quanto pare ci troviamo in un caso
a metà strada tra questi due estremi.
In breve: come dimostrato da un programmatore russo in un video, visibile
qui a destra, le mappe 3D funzionano
in effetti anche su iPhone 4, anche se a
guardar bene non così bene come su
iPhone 4S. Di certo la nuova funzionalità 3D (che presuppone un rendering
in real time dei modelli tridimensionali)
sarà, insieme alla navigazione turn-byturn, una delle novità con cui spingere
i possessori di iPhone 4 all’upgrade al
nuovo modello, che arriverà il prossimo autunno. Apple ha sempre seguito
una strategia commerciale per l’iPhone basata su un “ciclo di upgrade” di 2
anni cucita addosso sulla durata dei
contratti delle telco nordamericane:
l’iPhone 4 era indirizzato ai possessori
di iPhone 3G con contratto in scadenza, così come il 4S puntava a chi aveva
ancora il 3GS. Ma nel caso delle mappe
3D, considerando come Apple cerchi
di assicurare un certo “livello” di esperienza di utilizzo sui suoi dispositivi, è
probabile che non abbia giudicato le
prestazioni dell’iPhone 4 sufficienti. Lo
stesso ragionamento non si può applicare alla navigazione turn-by-turn o
alle videochiamate su rete cellulare. In
questi casi, come per SIRI, Apple vuole
spingere il passaggio ai nuovi modelli.
Amazon VS Google
sui tablet low cost
TEST
Nokia Lumia 900
segue da pag. 24
Il browser è sempre fluidissimo con
qualsiasi sito e lo schermo più grande offre naturalmente una lettura più
agevole. Purtroppo il rendering dei
font ancora un po’ “grezzo” di Internet Explorer in combinazione con la
risoluzione non eccellente del display
limitano un po’ la qualità di riproduzione di molte pagine Web, specie
quelle con molto testo. E come tutti
i Windows Phone non c’è supporto
per Adobe Flash. Per quanto riguarda
la durata della batteria, al solito molto dipende dall’uso che se ne fa e in
particolare se attiviamo la sincronizzazione automatica dei dati in back-
ground (email push, notifiche social
network e così via). In ogni caso, l’autonomia del Lumia 900 è sufficiente
per accompagnarci nel corso di tutta
la giornata. Ma non sperate di andare oltre. Il Lumia 900 è la prova che
lo stesso design può non funzionare
su tutte le scale. Se il Lumia 800 era
un oggetto bello ed ergonomico, il
Lumia 900 con le sue dimensioni appare un po’ troppo monolitico, spigoloso e persino più pesante di quello
che è realmente. In più l’interfaccia di
Windows Phone 7 ha sempre il limite
di dare l’impressione che un sacco di
spazio vada sprecato su queste dimensioni di schermo.
Qui sopra, due particolari del Nokia Lumia 900: l’unica connessione a
disposizione è la porta microUSB (foto a sinistra) e, a destra, il retro con
la fotocamera da 8 MP.
Fotocamera, si può migliorare
Il Lumia 900 è dotato di fotocamera con sensore da 8 Megapixel con
ottica Carl Zeiss 28 mm con F2.2 di
apertura e flash a doppio LED. L’applicazione fotocamera non riserva
particolari sorprese, rimanendo
quella standard di Windows Phone,
che comunque offre un’ampia serie
di impostazioni (ISO, programmi di
esposizione, bilanciamento del bianco). La resa della fotocamera è piuttosto interessante. A prima vista le
immagini sono dotate di buona dinamica e appaiono cromaticamente
equilibrate. Guardando le fotografie
alla dimensione reale si nota un po’ di
rumore di fondo del sensore anche
in condizioni di luminosità ottimale
e un dettaglio forse non così preciso, ma nel complesso la qualità della
fotocamera è più che buona quando
si tratta di condividere velocemente
degli scatti sui social network o in
generale con gli amici. Convince la
resa in modalità macro, anche se va
impostata manualmente ogni volta, mentre non è sempre ottimale
l’esposizione automatica e a volte
occore fare più tentativi per impostare correttamente la scena. Nella
norma la resa in condizioni di scarsa
luminosità, con un rumore piuttosto
spiccato, ma comunque un livello di
dettaglio decoroso. Purtroppo per limiti del sistema operativo, nonostante la risoluzione del sensore, il Lumia
900 riprende video a una definizione
massima di 720p. La qualità video non
è in questo caso sensazionale. Il livello
di dettaglio non è elevatissimo, l’esposizione non si regola durante la ripresa
e la compressione del file salvato è un
filo troppo visibile:
Conclusioni
il Lumia 900 è uno smartphone ben
costruito, forse un po’ troppo spigoloso nel design su questa dimensione
(il Lumia 800 ci è piaciuto molto di più
esteticamente nonostante le similitudini), e che offre la classica esperienza
di utilizzo di Windows Phone 7. L’interfaccia è sempre fluidissima - uno
dei punti di forza di WP7 - e l’unico
vero appunto è nella qualità del rendering delle pagine web con Internet
Explorer. Per il resto, il Lumia 900 è
limitato dai vincoli stessi di Windows
Phone 7, che cominciano ad andare
un po’ stretti a un hadware sempre
più evoluto.
GX Gold Series
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n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
TEST / I vantaggi di un appparecchio modulare come questo PadPhone sono un unico piano dati e la comodità di un solo dispositivo configurato
p.27
Asus PadPhone in prova: chi fa da sé fa per tre
Smartphone, tablet o netbook, a seconda delle esigenze. Abbiamo provato il sistema componibile di Asus, uno smartphone dalla triplice “anima”
di R. Pezzali
I
nutile negarlo: il mondo dei tablet è dominato da Apple. C’è
chi, però, cerca di differenziarsi
trovando soluzioni alternative, tra
questi non possiamo non citare
Asus. Con il suo brand Transformer,
Asus ha portato sicuramente qualcosa di nuovo e il PadPhone che ci
troviamo tra le mani è l’espressione
massima del nuovo mondo modulare portatile del produttore di
Taiwan. Padphone non è un tablet,
non è uno smartphone e non è un
netbook: sono tre prodotti in uno
che possono essere assemblati a
seconda delle esigenze. I tre prodotti sono uno smartphone dual core
ultraslim con processore Snapdragon S4 dual core e schermo OLED,
uno schermo da 10.1” che funziona
come estensione dello smartphone
e una tastiera docking che aggiunge
porte USB e slot SD. Asus ha teorizzato che non sempre conviene avere
due prodotti separati, e non sempre
conviene avere un prodotto che fa
tutto (ad esempio un tablet che telefona). Proprio per questo PadPho-
piano dati e soprattutto la necessità
di avere un solo dispositivo configurato e non due diversi device da
tenere sincronizzati. Prima di iniziare
con la prova vera e propria parliamo
un po’ di prezzi: PadPhone e PadPhone Station vengono venduti insieme
al prezzo di 699 euro, prezzo a cui
bisogna aggiungere come accessorio la tastiera a 149 euro. Il pennino
capacitivo Bluetooth, che permette
anche di rispondere alle chiamate
senza sganciare lo smartphone, costerà circa 49 euro. Lo smartphone
non viene venduto da solo: peccato,
perché è davvero ben fatto.
Elevata qualità costruttiva
Partiamo dallo smartphone, il PadPhone vero e proprio. Dal punto di
Tasti a schermo e display Gorilla
Glass
vista costruttivo, Asus ha fatto davvero un bel lavoro: basta tenerlo in
mano per percepire una elevata qualità costruttiva, un guscio in metallo
decisamente sottile e un vetro edge
to edge in Gorilla Glass che protegge
il display. Sul frontale nessun tasto:
come per il Galaxy Nexus, i tasti non
sono fisici ma a schermo. Sempre
nella parte frontale, oltre all’altoparlante, la piccola videocamera da 12
ne Station è una estensione dello
smartphone, un display con batteria
che diventa “intelligente” solo quando si innesta all’interno il PadPhone
stesso. Senza smartphone, PadPhone Station è un semplice monitor
spento. I vantaggi sono numerosi:
schermo più ampio, audio migliore,
maggiore autonomia, uso di un solo
Micro HDMI, micro USB e tre
contatti per l’antenna
Asus PadPhone - 699 EURO (tastiera: 149 euro)
Quality
Longevity
Design
8
7
8
Megapixel per le videochiamate. Il
lato più interessante del PadPhone è
il lato sinistro, dove sono stati inseriti
micro HDMI, micro USB e tre piccoli
contatti per l’antenna: Asus ha infatti
inserito nella “station” un’antenna più
potente da usare quando lo smartphone è inserito nella docking. Tramite questi connettori avviene l’accoppiamento tra lo smartphone e il
display, un accoppiamento meccanico. Asus avrebbe potuto scegliere un
connettore di tipo MHL: con un solo
plug avrebbe risolto ogni problema,
dalla ricarica al trasferimento di dati
e video. I connettori non sono ovviamente coperti da alcuno sportellino. Nella parte superiore troviamo
il tasto metallico per l’accensione e
il jack cuffie. Il coperchio posteriore,
che può essere rimosso per inserire
la SIM, cambiare la batteria e eventualmente aggiungere una MicroSD
è serigrafato; nella parte alta trovano spazio un altoparlante, il flash e
la fotocamera da 8 megapixel con
autofocus, obiettivo a 5 lenti e aper-
Simplicity D-Factor
7
9
Value
7
tura F2.2. PadPhone ha un punto di
forza e un punto debole: il primo è
il processore Snapdragon S4 Dual
Core da 1.5 GHz, un componente
eccellente che offre prestazioni di altissimo livello anche dal punto di vista grafico, il secondo è lo schermo,
un OLED qHD da 960 x 540 che non
offre lo stesso livello di prestazioni
dei più recenti schermi HD. Su una
diagonale di 4.3” infatti la risoluzione
sembra abbastanza bassa, e l’utilizzo
di una matrice PenTile lascia intravedere una trama di pixel alla quale
non eravamo più abituati. La cosa si
nota soprattutto nelle schermate del
browser, con le scritte piccole che
non hanno la stessa leggibilità dei display di nuova generazione. Un peccato perché, come livello del nero,
angolo di visione, brillantezza e resa
cromatica il display dello smartphone è davvero su buonissimi livelli.
Diamo infine qualche altro dettaglio:
lo smartphone pesa 130 grammi con
la batteria da 1.520 mAh, è spesso
segue a pag. 28
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
p.28
TEST
Asus PadPhone
segue da pag. 27
9.2 mm e all’interno ha 16 GB di memoria per le applicazioni e 1 GB di
RAM. Il modulo radio prevede Wi-Fi
802.11 b/g/n, Bluetooth e 3G. Manca
all’appello l’NFC.
Da smartphone a tablet
Asus la chiama “Station” perché integra anche una batteria aggiuntiva,
ma alla fine non è altro che un display
evoluto nel quale inserire, con un
aggancio prettamente meccanico,
il PadPhone. PadPhone Station assomiglia moltissimo agli altri tablet
Asus Transformer, con un aumento
di spessore necessario nella zona posteriore dove andiamo a inserire il PadPhone. L’aggancio, come abbiamo
detto, è meccanico, lo smartphone
e che ricarica anche lo smartphone
quando è inserito.
alla storia come uno smartphone dalle spiccate doti fotografiche.
Keyboard, un accessorio non Ottimo come smartphone
indispensabile
tablet da migliorare
Il terzo elemento del PadPhone è la
tastiera docking: inserendo il tablet
nella tastiera si trasforma PadPhone
in un netbook. La tastiera è praticamente identica a quella degli altri
tablet Transformer, ha un’altra batte-
La nostra attenzione si focalizza ovviamente sullo smartphone: è un
vero peccato che Asus non abbia
pensato a vendere il solo telefono
perché le prestazioni sono davvero eccellenti. Con il suo processore
Snapdragon dual core questo PadPhone mette in mostra velocità,
Keyboard PadPhone Asus
La Station per trasformarlo in
tablet
va spinto nell’alloggiamento e per
rimuoverlo basta spingere verso il
basso il coperchio, azione che mette
in funzione una levetta che estrae i
due connettori posti sul fondo. Il peso
della Station non è basso: più di 700
grammi che dopo un po’ si sentono.
Nella parte alta, sopra lo schermo
da 1280 x 800 (anche lui con Gorilla
Glass) c’è la piccola videocamera frontale mentre a sinistra, di fianco ai due
tasti per il volume, troviamo un ulteriore jack cuffie. La PadPhone Station
non ha ingressi USB, slot per carte SD
e nemmeno uscite HDMI, ma ha un
carico interno di batterie (6.600mAh)
che permette una autonomia record
Connettori tra station e PadPhone
ria all’interno e offre due porte USB e
uno slot SD Card. Disponibile come
accessorio a 149 euro, questa tastiera
migliora senza dubbio la produttività,
ma aumenta ulteriormente peso e
spessore: i tre componenti assieme
iniziano a diventare un bel mattoncino di spessore non indifferente. La
tastiera è comunque comoda, con
un touchpad abbastanza ampio per
queste dimensioni e con un buon
feeling in scrittura. Non è comunque
un accessorio indispensabile.
Una vocazione non proprio
fotografica
Asus non ha badato a spese e ha dotato PadPhone di una fotocamera da
8 Megapixel con lente a 5 elementi
F2.2, flash e autofocus. Le foto realizzate, tuttavia, non sono adeguate
all’hardware: immagini troppo compresse, parecchio rumore e una resa
appena sufficiente. Anche i video non
sono perfetti, nonostante il sensore
capace di riprendere a 1080p, la resa
finale non è perfetta, non tanto per la
definizione quanto più per il rumore.
Se la luminosità poi cala, il rumore
aumenta e le immagini perdono ulteriore brillantezza. In sostanza il PadPhone ha una fotocamera risoluta,
con tante opzioni, ma non passerà
fluidità e immediatezza in moltissime
situazioni. Con Android 4.0.3 a bordo, quasi originale, fatta eccezione
per qualche piccola modifica, Asus
PadPhone è un ottimo smartphone
Android, e considerando che grazie
alla presenza di ICS si può scaricare
anche Chrome Mobile al posto del
browser di default, l’experience che
PadPhone è in grado di offrire è decisamente completa. Resta un po’
di rammarico per lo schermo PenTile: ottimo il nero, ottimi i colori ma
quando si apre una pagina web con
scritte molto piccole uno schermo
RGB mostra la differenza, con una
migliore leggibilità soprattutto sui
caratteri più fini. La personalizzazione Asus di Ice Cream Sandwich non
è così marcata: cambia la tastiera di
default, una barra notifiche e impostazioni completa e qualche altra
piccola funzione come la possibilità
di catturare screenshot ma niente di
estremo. Oltre a questo troviamo una
serie di funzioni aggiuntive quando
inseriamo il PadPhone all’interno
della Station, impostazioni dedicate
soprattutto a quelle applicazioni che
non dispongono di doppia modalità
smartphone tablet. Fino ad ora abbiamo parlato di PadPhone Station
come di un monitor per PadPhone,
ma in realtà è qualcosa di più: Ice
Cream Sandwich infatti è il primo
sistema operativo di Google universale, ovvero con all’interno la versione smartphone e quella tablet. Inserendo PadPhone dentro PadPhone
Station non si attiva semplicemente
l’uscita HDMI per mostrare le immagini su uno schermo più grande
ma si commuta la modalità dell’OS
in quella tablet, quindi con tutte le
funzionalità e l’interfaccia di un tablet Asus (ad esempio il Transformer
Prime). Ecco perché c’è il problema
dell’adattabilità delle applicazioni: se
le applicazioni sono sviluppate per
entrambi i dispositivi allora quando
si inserisce lo smartphone e si passa
al tablet anche l’applicazione si ridimensiona correttamente e cambia
modalità. Con PadPhone l’utente ha
quindi a disposizione un vero smartphone Android e un vero tablet android con applicazioni, dati e connettività condivisa, ma senza alcun limite
di utilizzo. L’unica operazione da migliorare è solo il passaggio dalle due
modalità quando si inserisce lo smartphone o lo si toglie con le applicazioni aperte: con molte funziona, con
qualcuna l’applicazione viene chiusa
e va riavviata. Ecco un video completo di PadPhone e PadPhone Station
con l’ultima release di firmware, la
v.41, che Asus ci ha inviato prima del
rilascio ufficiale. Un’ultima considerazione va fatta sulle prestazioni in modalità tablet: se con lo smartphone
l’esperienza d’uso è molto appagante per la fluidità del dispositivo e la
reattività del touch, anche all’interno
del browser, quando usiamo il tablet
l’impressione è quella di un sistema
leggermente più lento, soprattutto
con alcuni giochi e nel browsing di
pagine pesanti.
n. 50 / 25 giugno 2012
estratto da www.dday.it
TEST / Abbiamo provato il cubetto più musicale del momento, in stile iPod, facile da trasportare, 6 cm di lato e autonomia fino a 8 ore
p.29
NuForce Cube, diffusore molto piccolo ma potente
Ha la batteria ricaricabile e gli ingressi USB e minijack con cui si collega alla fonte, ma soprattutto ha una resa musicale sorprendente
di R. Faggiano
L
’ultima tendenza del settore audio è quella di proporre diffusori
piccoli e facilmente trasportabili
per dare voce a uno smartphone o a
qualsiasi altro apparecchio che possa
contenere e riprodurre musica. La proposta di NuForce è il Cube, appunto
un cubo da 6 cm di lato che costa 119
euro. Apparentemente una cifra molto
alta per un semplice diffusore così piccolo. Ma la fama che si è meritata sin
qui il marchio meritava un approfondimento. Quindi eccolo sotto esame
alle orecchie di DDay.it, per l’occasione
nella sua versione azzurra, ma lo si può
scegliere anche nero, argento o rosso,
tutto molto in stile iPod. In stile Apple
anche la confezione, appena più grande del diffusore ma tutta trasparente
per far ammirare il contenuto. Oltre
al Cube troviamo il cavetto minijack,
il cavo USB-mini USB, una custodia
morbida a sacchetto e un foglietto di
istruzioni. L’oggetto è dotato di batteria ricaricabile solo tramite USB, con
un’autonomia di circa 8 ore. La sorgente musicale può essere un qualsiasi
dispositivo con uscita minijack oppure
un notebook tramite la presa USB, non
c’è nessuna regolazione del volume
interna e quindi si dovrà prevederla
Il Cube utilizza un piccolo
altoparlante larga banda
energia sul riproduttore, tenendo più
basso il livello di uscita.
Costruzione su misura
La costruzione è molto curata in ogni
dettaglio, dalla struttura in alluminio,
al minuscolo altoparlante larga banda con cono da 25 mm, alla piccola
griglia in tessuto che protegge l’altoparlante. Anche la scheda circuitale
che si intravede sotto all’altoparlante
è realizzata con grande cura e con
componentistica di pregio. Alla base
del cubo troviamo quattro piedini in
gomma per evitare spostamenti e per
migliorare il contatto con la superficie d’appoggio, un fattore che non è
casuale nella riproduzione musicale,
come vedremo durante l’ascolto.
Dov’è il vero diffusore?
Nelle connessioni, minijack, un
ingresso USB per PC e cuffia
sulla sorgente. Inoltre troviamo anche
un’uscita cuffia tramite lo stesso amplificatore interno che pilota l’altoparlante; in questo modo si potrà risparmiare
Iniziamo l’ascolto con un iPod, notando
che la sensibilità è più che sufficiente
per le normali esigenze d’ascolto, ma
certamente poco adatta a riempire di
musica un grande ambiente. In pratica
il volume va portato a tre/quarti della
corsa per avere una resa accettabile.
Notiamo che il Cube si accende – con
un vistoso LED rosso - non appena inseriamo il cavetto minijack, anche se
dall’altra parte non lo abbiamo ancora
collegato all’iPod. Quindi attenzione a
non lasciarlo inavvertitamente collegato per non consumare inutilmente
la batteria. Ascoltiamo qualche brano
di diverso contenuto musicale e subito si apprezza una resa decisamente
buona, limitata più che altro in gamma bassa come comprensibile viste
le dimensioni. Attorno al diffusore
si crea una piacevole
sensazione di profondità, nonostante la
diffusione monofonica. Sicuramente non
sembra di ascoltare
un diffusore che misura 6 cm di lato ma un
buon bookshelf di sani
principi acustici; un
ascoltatore occasionale cercherebbe con gli
occhi un vero diffusore e non questa pulce
azzurra. Con brani
vocali tranquilli la resa
musicale non ha nulla
da invidiare a quello
che potrebbe dare
una docking station molto più costosa e ingombrante. Intanto il Cube era
poggiato su un tavolino senza troppe
cure nel posizionamento. Proviamo
ora a spostarlo sui ripiani di una libreria molto più consistente e la resa in
gamma bassa migliora, non ci sono
miracoli ma comunque si migliora,
potremmo osare parlare di dinamica
e quindi passiamo al collegamento
con il nostro notebook per ascoltare
qualche brano in versione FLAC, limitandoci ai 44 kHz contemplati dal
Cube. Una volta inserito il cavetto
mini USB, l’installazione è immediata
e il LED rosso inizia a lampeggiare per
indicare la ricarica in corso della batteria. In questa modalità entra in gioco
il convertitore interno del Cube, uno
dei punti di forza della produzione Nu
Force. Infatti la resa musicale migliora
ulteriormente, adesso la sensazione di
ascoltare un normale diffusore è quasi
completa, manca solo l’ampiezza perché la sorgente è puntiforme. Nella
nuova configurazione di sorgente
possiamo anche alzare il volume oltre il lecito ma il Cube non protesta,
seppure si noti che stiamo raggiungendo il limite. La gamma più bassa
con orchestra sinfonica non è troppo
indietro rispetto al solito e non si notano distorsioni o rimbombi; molto
dettagliata la gamma acuta che non
perde precisione ma rimane in buona
evidenza. Tornando su livelli di uscita
normali l’ascolto prosegue con grande
piacevolezza, permettendo di ascoltare a lungo la propria musica preferita.
Quindi il Cube non è solo un diffusore
da portare in viaggio oppure da usare
per sonorizzare un giardino o il balcone ma può diventare un serio concorrente di molte docking station, magari
altrettanto valide musicalmente ma
non certo trasportabili in una borsa o
nello zaino come il Cube e non piazzabili dove capita. Ottimo anche per
dare una seria voce a un notebook
o a un tablet. La qualità musicale fa il
resto e ridimensiona il prezzo non trascurabile; tra parentesi, per gli acquisti
effettuati online dal sito del distributore italiano Audiograffiti, c’è in omaggio
un paio di auricolari NuForce Ne-600X
del valore di 30 euro.
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