n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it EDITORIALE Microsoft non fa l’hardware, anzi sì Microsoft, per bocca di alcuni suoi top manager, era stata chiarissima con noi: dopo Zune, mai più un prodotto hardware firmato Microsoft (al di là delle periferiche). Il modello di business di Microsoft, quello che storicamente ha segnato il successo dell’azienda, è legato ai cosiddetti “partner”, le aziende che hanno creato le macchine attorno ai sistemi operativi DOS prima e Windows poi. Zune - va detto - è stato effettivamente un buco nell’acqua tremendo, attutito in Europa solo dal mancato lancio. XBox, però, è stato, ed è tutt’ora, un gran successo: evidentemente il business delle console è diverso da quello del PC. Nel mondo delle console, l’esperienza di utilizzo deve essere facile e senza imprevisti, come solo una combinazione hardware e software proprietario può ottenere. Con una mossa a sorpresa, ora da Redmond arriva l’annuncio dei tablet Surface, prodotti marchiati Microsoft, espressamente indirizzati a replicare il modello Apple. E, in effetti, molti segnali fanno ritenere che il business del tablet sia diverso da quello del PC. Potrebbe essere - e usiamo il condizionale - che per avere successo nel settore dei tablet, imponendo anche un ecosistema di App, sia necessario blindare l’esperienza di utilizzo e controllare completamente anche l’hardware. Se questo fosse il paradigma vincente, i tablet Android, con il sistema operativo open source e l’hardware di mille aziende diverse, sono quanto di meno adatto ci sia; i risultati di vendita, capaci solo di fare il solletico ad Apple, confermerebbero la debolezza del modello impostato da Google. Ora resta da capire se Microsoft fa sul serio. Se l’idea dietro Surface è quella di replicare davvero il modello iPad, vedremo tutti i partner hardware interrompere qualsiasi progetto per i tablet Windows 8: sarebbe demenziale giocare contro chi progetta l’hardware con il pieno controllo del sistema operativo e dei suoi costi. Se invece la mossa dei Surface è stata solo una provocazione pensata per gettare un sasso nello stagno e spingere i partner ad accelerare, è bene che Microsoft sia molto più chiara di quanto non sia oggi: un piede in due staffe potrebbe solo rallentare gli sviluppi e rivelarsi l’ennesimo errore di un colosso dato da molti in stato confusionale. Gianfranco Giardina p.1 MOBILE / Svelate le 8 funzioni di base del SO e i tablet Microsoft Surface e Windows Phone 8 inizia la sfida di Microsoft Microsoft si lancia nel mondo tablet con due modelli attesi per ottobre E per contrastare Apple, ecco il nuovo sistema operativo per smartphone di M. C. Candiago G randi movimenti in casa Microsoft: sia sul fronte mobile che su quello pc, il colosso americano ha presentato a breve distanza uno dall’altro i suoi preziosi cavalli di battaglia: il nuovo sitema operativo Windows Phone 8 e due nuovi tablet, uno a vocazione business con CPU Intel Ivy Bridge e l’altra destinata al consumer su piattaforma ARM, pronti a contrastare l’impero dell’iPad. Per quanto riguarda Windows Phone 8, questa nuova versione del sistema operativo offre ora supporto multicore e schermi HD, una nuova home screen, NFC integrato e Nokia Maps e, soprattutto, cambia kernel sposando l’NT kernel alla base di Windows 8. Sul fronte pc invece, dei due nuovi tablet solo uno si presta a entrare in competizione con l’iPad, ed è quello con processore Tegra 3 e Windows DDAY.it magazine N. 50 In questo fascicolo tra le altre cose... MOBILE 03 iOS 6 beta in anteprima Più migliorativo che innovativo 07 Svelato Windows Phone 8: ecco le 8 funzioni di base TV & VIDEO 10 Ecco i TV Philips 2012 con 3D, Smart TV e nuovo design 11 Sky On Demand L’anteprima di DDay.it PC & MULTIMEDIA RT, ma questo garantirà “la libertà” auspicata da molti “delusi” dalle chiusure e dai vincoli del tablet Apple? Scoprilo insieme a tutte le altre novità di Microsoft a partire dalla pag. 5 di questo DDay Magazine. MOBILE / iOS 6 arriverà in autunno, forse insieme all’iPhone 5 iOS 6: nessuna rivoluzione Presentata un’anteprima del prossimo sistema operativo di Apple Molti i miglioramenti ma, per per il momento, nessuna vera sorpresa 13 È arrivato il MacBook Pro con display Retina 15 Buffalo lancia anche in Italia il Wi-Fi gigabit 802.11ac GAME & MOVIE 18 Nel 2013 giocheremo alla Xbox 720? 19 Crytek: il futuro del gioco è “gratis” di F. Regis DIGITAL IMAGING a presentazione in anteprima del nuovo iOS 6, che uscirà in ottobre probabilmente in concomitanza con il nuovo iPhone5, ha svelato diverse novità, molte migliorie, ma per ora, nessuna innovazione strabiliante. Tra i protagonisti di iOS 6 ci sarà sicuramente Siri, l’assistente virtuale che non solo sarà più intelligente, ma arriverà finalmente in italiano. Un altro punto chiave sarà, come già successo in passato con Twitter, l’integrazione di Facebook nel sistema operativo con la sincronizzazione dei contatti e delle foto nella rubrica e una condivisione tutta nuova dei contenuti. Anche iCloud offrirà nuovi modi per condividere le foto con amici e fami- 20 Nikon D400, in arrivo una APS-C di fascia alta? 20 È di Nikon il primo super-zoom 18-300mm L TEST gliari grazie alla possibilità di inviare album di immagini, immediatamente disponibili da vedere e commentare. Abbiamo potuto testare queste e le tante altre le modifiche di iOS 6 grazie alla prova della prima versione beta si iPad. Benché non ci siano rivoluzioni, siamo convinti che potrebbero esserci sorprese con il lancio dell’iPhone5. 22 LG NanoLED LM960V L’ultima frontiera del LED 24 Nokia Lumia 900 Windows Phone formato extra large 27 Asus PadPhone in prova Chi fa da sé fa per tre n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Atteso in autunno, iOS 6 promette tante nuove funzioni, ma niente rivoluzioni in vista Arriva iOS 6, e con lui Siri in italiano L’ultima versione del sistema operativo Apple per mobile ha nuove applicazioni, Facebook integrato e Siri anche in italiano di R. Pezzali D opo svariate frecciatine a Samsung e ad Android, Apple toglie i veli al nuovo sistema operativo mobile, iOS 6. Nuova icona e funzioni, ma dal punto di vista grafico niente di rivoluzionario rispetto alla versione precedente. I rumors che parlavano di una fila di icone supplementari e di altre funzionalità mirabolanti, come il 3D, sono stati smentiti tutti. Parola d’ordine semplicità, ed è per questo che la parte iniziale della presentazione del nuovo iOS è stata dedicata quasi interamente al nuovo Siri, l’assistenza virtuale che diventa ora più intelligente con l’aggiunta di funzioni e possibilità, come la ricerca dei risultati sportivi o la prenotazione di un tavolo al ristorante. Siri arriverà anche in nuovi Paesi, e tra questi l’Italia. In chiave usabilità, è interessante la nuova funzione Eyes Free: 12 case automobilistiche aggiungeranno alle nuove autovetture un bottone che richiamerà Siri in auto per impartire comandi vocali senza distrarsi. Ma iOS 6 non è solo Siri: l’applicazione mappe è stata completamente aggiornata con un servizio proprietario dotato di visualizzazione a grafica vettoriale con tanto di 3D e possibilità di navigazione turn by turn. Non mancano le informazioni sul traffico in tempo reale e la possibilità di attingere ad un database enorme di point of interest. Facebook è un altro punto chiave di iOS 6: dopo l’integrazione di Twitter in iOS 5 il social network diventa par- p.2 MOBILE Sharp ridisegna Android e fa centro Feel UX sarà la nuova interfaccia grafica per terminali Android AQUOS e arriverà in Giappone quest’estate. E dalle prime impressioni sembra fantastica di V. Barassi te integrante del sistema operativo, con sincronizzazione dei contatti e delle foto nella rubrica, possibilità di pubblicare post da Notification Center e condividere contenuti da Safari, Immagini o Mappe. Facebook è stato integrato anche nell’AppStore e in iTunes, per vedere quali sono le applicazioni e la musica preferiti dagli amici e quelli consigliati. Cambia anche iCloud: ora è possibile creare streaming foto condivisi che famigliari e amici possono visualizzare sul loro dispositivo. Ogni album può essere commentato e c’è anche qui il tasto “mi piace”. Apple aggiunge anche una serie di interessanti features minori: dalla modalità notte, per evitare di essere disturbati, alla possibilità di rispondere alle chiamate in entrata con messaggi rapidi oppure di impostare promemoria per richiamare. Safari viene poi potenziato con le schede cloud, sincronizzate con gli altri dispositivi basati su iOS o OS X, la vista a schermo intero in modalità landscape e la possibilità di caricare foto dal rullino. Migliorata anche la mail: ora si può impostare una lista di mittenti “Vip” e si possono flaggare le mail per importanza. Operatori permettendo, è stato inoltre attivato anche Facetime su rete dati, e non solo in Wi-fi. Per concludere, la nuova applicazione Passbook: è un raccoglitore di pass, dai biglietti del cinema, alle carte di imbarco degli aerei, alle carte fedeltà. Passbook funziona anche come scanner per coupon e può gestire i vari pass in modo geolocalizzato per facilitare la ricerca. Se si memorizza ad esempio la carta fedeltà Media World questa sarà richiamata in automatico se si entra in un punto vendita Media World. iOS 6 arriverà in autunno, quasi sicuramente in concomitanza con il nuovo iPhone. Sarà disponibile per tutti i dispositivi iPhone dal 3GS in poi e per l’iPad dalla seconda generazione in poi (niente iPad 1), per iPod Touch di quarta generazione e per la Apple TV di seconda e terza generazione. Frutto di una partnership tra Sharp e l’esperta compagnia di design Frog, Feel UX punta a portare nel mondo degli smartphone Android un’interfaccia grafica che sia davvero all’altezza del sistema operativo mobile di Google. In questi anni ne abbiamo viste davvero tante ma, solo per citarne alcune, Sense di HTC o TouchWiz di Samsung non sono mai riuscite a colpire nel segno e a soddisfare pienamente tutti i palati. Feel UX vuole riuscire dove in molti hanno fallito proponendo un’interfaccia leggera, comprensibile ed estremamente flessibile, capace di portare l’esperienza d’uso dei prossimi terminali Sharp AQUOS a livelli mai raggiunti prima. Sicuramente non vedremo mai questi prodotti sul mercato europeo - i primi arriveranno nel Paese del Sol Levante in estate - ma siamo certi che Feel UX non rimarrà nell’oblio, soprattutto se dovesse rispettare tutte le “promesse” evidenziate nel video di presentazione del progetto, che si può vedere qui sotto. n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / La versione per sviluppatori è già molto stabile ma incompleta e fa presagire sorprese con l’arrivo dell’iPhone 5 p.3 iOS 6 beta in anteprima: più migliorativo che innovativo Abbiamo provato la prima beta di iOS 6 su iPad: tante piccole migliorie e qualche novità, ma non si può parlare di grande innovazione di M. Dalli D opo la sneak preview keynote del WWDC 2012, Apple ha reso disponibile per gli sviluppatori la prima beta di iOS 6, e abbiamo deciso di prenderci qualche ora per poter analizzare il nuovo sistema operativo e dare qualche impressione a caldo. iOS 6 beta è una versione per sviluppatori: non provate a installarla tramite i vari link presenti in rete, perché senza un dispositivo registrato nell’area “developer” non sarà possibile attivare il device, che resterà in blocco. Siamo inoltre di fronte ad una prima beta, e seppur già molto stabile (mancano ancora alcune traduzioni), è sicuramente ancora incompleta come funzionalità. Lo scorso anno, quando durante il WWDC 2011 Apple presentò iOS 5 non ci fu alcun accenno a Siri, che era invece una delle principali novità, e siamo certi che con il lancio dell’iPhone 6 arriveranno altre novità anche per il sistema operativo. re fotografie dal browser: c’è chi preferisce usare molte app dal browser (Facebook ad esempio), pertanto la possibilità di caricare foto dal rullino direttamente via browser è utilissima. Nel video di oltre 15 minuti, qui sotto a sinistra, vi mostriamo quasi tutte le nuove funzionalità di questa prima beta di iOS 6. Cosa manca ancora? Difficile pensare che Apple voglia rivoluzionare ulteriormente iOS, che ormai ha raggiunto un livello di maturità eccellente. Ma allo stesso tempo però Apple poteva fare molto di più, aggiungendo anche alcune feature che gli utenti chiedono da tempo. Abbiamo provato a fare un elenco di funzioni che secondo noi mancano ancora a iOS 6: • Possibilità di scaricare i files con Safari • Nuova app di Youtube con video di qualità (e HD) sotto connessione 3G • Possibilità di scambiare file tramite bluetooth • Possibilità di nascondere le app di sistema che non si usano • Possibilità di cambiare le app di default per molte operazioni con app di terze parti • Widget per poter attivare o disattivare Wi-Fi, Bluetooth, dati e altre impostazioni dalla barra notifiche (in poche parole SBS Settings) • Gestione multiutente per iPad E secondo voi cosa manca ad iOS 6? Carica foto dal browser Dopo un giorno di utilizzo possiamo dire che iOS 6 non è un sistema innovativo, ma solo migliorativo: sono state applicate moltissime correzioni e modifiche, che da una parte rendono ancora più inutile il jailbreak per giusta causa e dall’altra accolgono i desideri della community che chiedeva piccoli ritocchi. Migliorata la mail, migliorata la gestione della privacy e ci sono finalmente la funzione do not disturb e una gestione migliore dello store. Apprezzatissima la possibilità di aggiungere le foto e i video nel corpo di una mail, così come la possibilità di condividere ogni contenuto con un click sui vari social network. Pratica e veloce invece la navigazione turn by turn, che non è disponibile però su iPhone 3GS e iPhone 4. Altra grande novità, la possibilità di carica- video Guarda nel video la preview completa del nuovo iOS 6 Apple Sopra, la grande novità di iOS 6 è quella di caricare le foto dal rullino direttamente via browser. Sotto, la gestione e l’accesso allo store sono più semplici. Sopra, l’app mappe, che però non ha il 3D per tutte le città; sotto, con iOS 6 si possono includere foto e video nel corpo della mail. UN PICCOLO GESTO E IL TUO MONDO DIVENTA GRANDE Nuovi TV Smart VIERA. 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I prezzi non sono ancora noti Microsoft si lancia nel mondo dei tablet con Surface Microsoft risponde ad Apple con due tablet “Surface”, uno consumer con Tegra 3 e Windows RT e uno professionale con CPU Intel Ivy Bridge e Windows 8 Pro di M. Dalli D opo i rumor che si susseguivano da tempo, Microsoft ha finalmente svelato l’oggetto del mistero: Surface. Non si tratta di un gigante tavolo touch, ma di un piccolo tablet marchiato Microsoft da 10,6 pollici, anzi due. Un primo modello è infatti destinato a un’utenza più consumer, monta un processore ARM (Tegra 3 di NVIDIA) e Windows RT, la versione per processori ARM di Windows 8, oltre a essere dotato di una porta USB 2.0. Il display, da 10,6 pollici, è in formato 16:9 con risoluzione HD (non è però specificato esattamente quale, ma dovrebbe essere 1280x720 o 1366x768 pixel). Questa versione è spessa 9,3 mm, con un peso di 680 g (quasi 20 g più del nuovo iPad, ma più sottile di 0,1 mm). Sul retro del tablet si trova inoltre una fotocamera non meglio specificata, un supporto per appoggiarlo al tavolo e la scocca realizzata in magnesio depositato da vapore. Arriverà in due tagli di memoria, 32 o 64 GB, espandibili tramite schede microSD. Più professionale invece il tablet basato su processori Intel, con sistema operativo Windows 8 Pro, processori Intel Ivy Bridge Core i5, USB 3.0 e uscita video mini DisplayPort. Anche lo schermo subisce un piccolo ritocco, mantenendo forma e dimensioni, ma con risoluzione Full HD e supporto all’inchiostro elettronico (utile per firmare contratti, ordini e così via). Anche per questa versione Microsoft ha mantenuto il supporto per appoggiare il tablet a un tavolo e il case in magnesio, ma nonostante ciò lo spessore lievita a 13,5 mm, con un peso di 860 g. Questa versione del Surface sarà disponibile in due tagli da 64 e 128 GB, espandibili con schede microSD. Per entrambi i tablet la connettività è assicurata dal Wi-Fi, compatibile con reti 802.11b/g/n; non è ancora chiaro, a questo punto, se arriverà o meno anche una versione con supporto alle reti cellulari. Saranno inoltre disponibili due tastiere-cover, una tradizionale (Type Cover, mostrata nella foto sopra), con trackpad integrato e spessa 5 mm, e una completamente touch (Tou- ch Cover), con tastiera virtuale, supporto alle gesture multitouch e spessa appena 3 mm. Al momento non si conoscono ancora i prezzi di questi tablet Microsoft, che verranno comunicati solo in prossimità del lancio. Per le date si parla però di ottobre per la versione con processore ARM, mentre quella con CPU Intel arriverà circa tre mesi dopo, ovvero a inizio del 2013. I prezzi, secondo Microsoft, non dovrebbero discostarsi molto da quelli di tablet ARM simili e Ultrabook; non saranno quindi a buon mercato. Nel frattempo ecco qui di seguito il video di presentazione ufficiale: MOBILE / Windows 8 sui tablet Surface permette di fare molte più cose rispetto all’iPad; ma vediamo se è davvero il tablet “senza catene” I tablet Windows 8 sono l’alternativa felice all’iPad? Può un tablet con Windows 8 accontentare gli scontenti dell’iPad? Vediamo pregi e difetti della versione RT di Windows 8, destinata ai tablet consumer di R. Pezzali M icrosoft ha presentato Surface Tablet, hardware “Microsoft” come l’Xbox e sistema operativo Windows. Due versioni, una destinata ad un’utenza business con Windows 8 Pro e l’altra invece destinata al consumer con Windows 8 RT su piattaforma Tegra 3 con il classico obiettivo di tutti i tablet: giochi, video, internet e social sharing. Ma davvero Windows 8 può rappresentare il “nuovo” capace di insidiare il predominio dell’iPad di Apple? Secondo molti consumatori sì: Windows 8 è simile al Windows 7 che già quasi tutti conoscono e permette di fare molte più cose rispetto al “castrato” iPad. Il tablet con Windows è il tablet senza catene che tutti gli utenti hanno desiderato fino ad oggi, con la possibilità ad esempio di copiare i file da chiavetta USB o da scheda di memoria senza adattatori e senza problemi, cose che con l’iPad non si possono fare. Tuttavia è bene specificare una cosa: su un tablet c’è Windows RT e sull’altro c’è Windows 8 Pro. La differenza in questo caso è molto diversa da quella che c’è tra la versione Home e la versione Professional di Windows 7: qui stiamo parlando di sistemi operativi completamente differenti destinati a due utenze differenti. Windows RT è la versione per piattaforme ARM segue a pag. 6 n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it p.6 MOBILE I tablet Windows 8 sono l’alternativa felice all’iPad? segue da pag. 5 (quindi processori mobile low voltage) ed è destinata ai tablet consumer come l’iPad o i tablet Android, mentre Windows 8 Pro è quella destinata ai tablet con processore x86, quindi Intel o AMD. Microsoft ha infatti presentato due tablet Surface, e la differenza tra i due modelli è abissale, anche perché il prezzo di vendita potrebbe variare anche di quasi 1000 euro (il Samsung Slate costa 1600 euro, e il nuovo Surface Pro non si discosterà da questo prezzo). La stessa cosa faranno gli altri produttori. Windows 8 Pro sarà la versione Professional del Windows 8 che installeremo sui PC di casa: potranno girare tutti i programmi, ci sarà il desktop e potremmo fare tutte le cose che si fanno con un normale PC. Sarà assicurata la retrocompatibilità e soprattutto ci saranno a bordo una serie di features “enterprise” per assicurare i dati, gestire macchine remote, gestire i domini e la protezione dei file con criptaggio hardware. Questo, ed è triste dirlo, è il tablet senza catene: l’utente avrà la stessa libertà d’uso di un PC con le stesse possibilità di connessione. Certo, è un PC all’interno del tablet e come gli altri PC ha anche i limiti di questi ultimi: tempo di boot, autonomia ridotta, problema virus e malware e rallentamento se si caricano troppe applicazioni di sistema. Ma non è un grosso problema: i destinatari di questo tablet non sono gli utenti consumer, ma sono operatori business che probabilmente hanno anche un amministratore di rete in grado di sistemare il tablet in remoto, configurarlo, sistemarlo così come fanno oggi con i notebook e le postazioni desktop. Il tablet con Windows RT sfida l’iPad Il tablet per la gente, quello che sfida iPad e Android, è un altro ed è quello con a bordo Windows RT. E qui le catene ci sono, e non sono poche. Windows è sempre stato un sistema x86 e per Microsoft realizzare una versione “ARM” è una sfida non da poco. Di fatto deve partire quasi da capo, con la sola esperienza delle versioni CE ed embedded dei suoi precedenti sistemi operativi. La versione RT di Windows 8 perde prima di tutto la compatibilità: scordatevi di usare tutte le applicazioni che avete per Windows, dal più piccolo plugin al programma complesso. Non è questione di potenza di calcolo, ma di piattaforma: Windows RT si chiama così perché fa girare le cosiddette applicazioni RunTime, quelle che da adesso in poi chiameremo Metro Apps. Windows RT ha un desktop, ma non è un desktop aperto come quello di ogni computer Windows: sulla versione RT di Windows 8 il desktop può essere usato solo per accedere ad alcune applicazioni Microsoft come il pannello di controllo, Internet Explorer, Esplora Risorse e Office. Nessuna applicazione di terze parti può essere lanciata dal desktop e può usare il desktop. Non c’è neppure Windows Media Player. Il mondo delle app Windows Le applicazioni sono poi un nodo molto caldo: esattamente come Apple e Google, anche i tablet Windows RT avranno il loro negozio per le App, il Windows Store. I produttori dovranno realizzare applicazioni con gli strumenti messi a disposizione da Microsoft e farsele approvare per caricarle sullo store. Gli sviluppatori di software di terze parti avranno inoltre accesso solo ed esclusivamente alle API WinRT che Microsoft mette a disposizione, quindi se Mozilla o Google volessero realizzare un browser dovrebbero usare le API di Internet Explorer, quindi di fatto creerebbero un vestito diverso dal motore di Internet Explorer. Questo perché solo Microsoft con le sue applicazioni potrà accedere alle API Win32 a basso livello, gli altri produttori dovranno limitarsi ad usare quello che Microsoft offre. Una cosa che ha fatto arrabbiare moltissimo Mozilla, ma che Microsoft giustifica come una necessità per dare al sistema stabilità e sicurezza. Spesso e volentieri con i computer, se un applicativo o una periferica non funzionano, viene data “la colpa” a Windows e non a chi a scritto applicazione o drivers, quindi Microsoft non vuole correre rischi. Inoltre non vuole che i programmatori cerchino di convertire le loro applicazioni x86 in modo rapido e veloce senza pensare all’ottimizzazione: vanno tutte riscritte usando le giuste API e adeguando anche il design in perfetto stile Metro. Il browser Tornando al browser, Internet Explorer per Windows RT dovrebbe integrare Flash ma non supporterà altri plugin, quindi non ci sarà nemmeno Silverlight. Microsoft ha deciso quindi per i consumatori finali di offrire qualcosa di simile a ciò che già offrono iPad e tablet Android: autonomia, sicurezza, velocità e stesso feeling grafico. E ovviamente si è portata dietro anche tutte le limitazioni e le “chiusure” degli altri sistemi. Anzi, sembra che il nuovo tablet Microsoft sia molto più vicino ad Apple come concetto che ad Android, un po’ come Windows Phone è più vicino all’iPhone che ad uno smartphone Android. Chi vuole quindi un tablet con la totale libertà d’uso dovrà investire parecchio per un tablet professionale, sopportando la bassa autonomia, le eventuali problematiche, il peso elevato e un prezzo “premium”. Ma saranno pochi, a meno che qualcuno non utilizzi un processore da Ultrabook ULV per realizzare un tablet con Windows 8 x86 a bordo ad un prezzo competitivo. Per gli altri ci saranno i tablet Windows RT, che hanno almeno a bordo porte USB Host (ma anche Android le ha) e sono sicuramente ottimi sotto ogni punto di vista ma non potranno accontentare chi critica le blindature dell’iPad. E c’è pure l’incognita prezzo: sembra infatti che la licenza di Windows RT costi 85 dollari (indiscrezione da confermare): se così fosse sarebbe impossibile per i produttori lanciare tablet con un prezzo in grado di competere con il gratuito Android e con l’iPad. n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Il sistema è tutto basato sul kernel NT e non sarà installabile sui device della generazione attuale, ma ci sarà un update p.7 Svelato Windows Phone 8: ecco le 8 funzioni di base Microsoft ha lanciato il nuovo sistema operativo per smartphone: supporto multicore e schermi HD, nuova home screen, NFC e Nokia Maps integrati di R. Pezzali T empo di grandissime novità per Microsoft. Prima i tablet Surface, e adesso arriva Windows Phone 8. Il terzo sistema operativo mobile per diffusione raggiunge la piena maturazione con questa nuova versione, che porta lo stesso nome del nuovo sistema operativo Microsoft in uscita, Windows 8. Proprio per combinare al meglio i due sistemi, Windows Phone 8 cambia kernel e sposa l’NT kernel alla base di Windows 8: per uno sviluppatore realizzare un’applicazione per la piattaforma desktop e quella mobile sarà ancora più semplice. Microsoft infatti punta ad arricchire il suo parco applicazioni, che vanta già 100.000 apps. Windows Phone 8 sarà un sistema tutto nuovo, e 8 sono le major features che lo contraddistinguono. Si parte con il supporto per l’hardware innovativo: processori dual core o più, schermi HD fino a 1280 x 720, videocamere con possibilità HD e anche uno slot microSD per installare applicazioni e contenuti. Sul nuovo Windows Phone l’NFC riveste un ruolo fondamentale: sarà integrato e grazie ad accordi con gli operatori sarà possibile, tramite una particolare microSIM sicura, trasformare lo smartphone in un portafoglio elettronico con collegamento diretto alle carte di credito. Microsoft aggiunge anche le mappe di Nokia con la navigazione turn by turn, integra Skype e ridisegna la home screen permettendo il ridimensionamento delle tiles per personalizzare ulteriormente l’interfaccia. Un sistema tutto nuovo, con un nuovo kernel e supporto per il nuovo hardware: questo vuol dire che WP8 SKYPE il nuovo Windows 8 purtroppo non sarà installabile sui device della generazione attuale. Per offrire comunque parte dell’esperienza del nuovo Windows Phone 8 sull’attuale generazione, Microsoft rilascerà un update Windows Phone 7.8 che aggiungerà la nuova home e altre funzionalità agli attuali dispositivi. Le applicazioni sviluppate però per Windows Phone 8 non funzioneranno, mentre le vecchie apps per Windows Phone 7.5 funzioneranno regolarmente senza bisogno di aggiornamenti sui nuovi device. Oltre a Nokia, anche Samsung e HTC realizzeranno i nuovi terminali, che usciranno entro la fine dell’anno. Prima di vedere nel dettaglio le nuove caratteristiche, precisiamo che quella pubblicata qui è solo una sneak preview delle 8 features più importanti, ma secondo Microsoft i cambiamenti sono più di 1000. Un solo kernel La funzionalità principale del nuovo Windows Phone 8 è forse la più difficile da capire, ma è davvero la più importante. Windows Phone 8 è interamente basato sul kernel NT, lo stesso alla base di Windows 8. I due sistemi non condivideranno però solo questo: file system, media foundation, drivers per dispositivi e moduli di sicurezza sono gli stessi di Windows 8. Un piccolo sistema operativo a tutti gli effetti, lo stesso che equipaggerà anche i tablet Surface nella versione RT per processore ARM e capace di gestire processori multicore (fino a 64 core), encrypt dei dati, periferiche e unità di memoria removibili. Un programmatore potrà realizzare le stesse apps da far girare su Windows 8 e su Windows Phone, sfruttando Visual Studio di Microsoft e appoggiandosi anche alle DirectX per i giochi. Una software house potrà realizzare nello stesso istante un gioco per Windows e per Windows Phone, quindi preparatevi a giocare a Skyrim a 720p sul nuovo telefono. kia, Huawei, Samsung e HTC, e saranno come sempre blindati dal punto di vista hardware. I produttori potranno scegliere fra tre diverse risoluzioni di schermo: WVGA (800×480), WXGA (1280×768) e 720p (1280×720). Tutti gli smartphone dovrebbero avere lo stesso tipo di processore Qualcomm, mentre non si sa nulla per la videocamera (che presumibilmente verrà lasciata libera) e per la memoria. Il processore Qualcomm sarà l’S4 Plus, una delle migliori soluzioni disponibili sul mercato. Cambia invece la gestione dello storage: gli smartphone avranno un lettore di card MicroSD e sulle card si potranno mettere musica, giochi, apps, foto e film, proprio come in una card SD esterna inserita nello slot di un PC. Un’altra novità è la presenza dell’NFC, con il quale si potranno inviare dati ad un altro Windows Phone 8 e gestire transazioni. browser veloce e sicuro, con sistema antiphishing integrato e diversi livelli di protezione durante la navigazione. Il nuovo browser ha un motore javascript 4 volte più rapido di quello attuale e un motore di rendering HTML più veloce del doppio. Secondo i benchmark di Microsoft, le prestazioni sono superiori ad Android e al nuovo Safari Mobile di iOS 6 beta. Internet Explorer 10 NFC All’interno di Windows Phone 8 ci sarà il nuovo Internet Explorer 10. Sarà un Nokia Maps Con uno smartphone Windows Phone 8 non servirà più una app di navigazione GPS (che non costa poco). Microsoft integrerà infatti le mappe di Nokia NAVTEQ con navigazione turn by turn in tutte le lingue. Un vero navigatore, disponibile anche offline quindi con le mappe in locale. Basta infatti scaricare le mappe dal server e si potranno avere a disposizione sempre, anche all’estero dove non abbiamo copertura dati. L’integrazione NFC è una delle grandissime novità: Microsoft sembra essere al WP8 NFC Il nuovo hardware I nuovi smartphone Windows Phone 8 verranno prodotti da Nosegue a pag. 8 n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it MOBILE / Il motore è fino a 10 volte più veloce di quello di Google e 2 volte più veloce di Chrome Browser Dolphin: Android mette il turbo È stato rilasciato il nuovo browser Dolphin per Android, un velocissimo motore di rendering delle pagine HTML5 di R. Pezzali C hi usa Android sa bene che una delle prime cose da fare è cambiare browser, ed è anche per questo che Google, nella prossima release di Android, con molta probabilità sostituirà il browser di default con il nuovissimo Chrome Mobile. Dolphin Browser però è da sempre uno dei più apprezzati applicativi per navigare su tablet e smartphone, e in questi giorni è stata rilasciata una nuova beta con all’interno il nuovissimo Dolphin Engine, un motore di rendering delle pagine HTML5 velocissimo. Il nuovo motore è dalle 5 alle 10 volte più veloce di quello usato da Google di default, e il doppio più veloce rispetto a Chrome. Ovviamente nel p.8 MOBILE Il Galaxy Note 2 sarà ancora più grande Esattamente ad un anno dal lancio del primo Galaxy Note all’IFA di Berlino si aspetta ora l’evoluzione dello smartphone / tablet di Samsung. Le prime indiscrezioni vogliono infatti il nuovo modello nei negozi già da ottobre per disturbare il nuovo iPhone, e si parla anche di uno schermo leggermente più grande per differenziare il Note dal Galaxy S III con il suo schermo da 4.8”. La piattaforma dovrebbe essere la stessa del Galaxy S III, quindi processore quadcore e fotocamera da 8 megapixel con sistema operativo Ice Cream Sandwich. Samsung punterà ancora all’utenza business, ampliando le possibilità offerte da S-Pen. La presentazione del prodotto per l’Europa dovrebbe avvenire come lo scorso anno all’IFA di Berlino. Noi ci saremo. caso di pagine web in HTML5, il futuro ma ancora poco diffuse al momento. I miglioramenti sono stati ottenuti sfruttando al massimo la gestione dei core della GPU e ottimizzando il calcolo parallelo CPU / GPU. La beta è ovviamente scaricabile (qui), e i test possono essere fatti anche dagli utenti sul sito HTML5test.com. Vi lasciamo al video qui a fianco, e ovviamente invitiamo i possessori di Android a provare questo nuovo browser. MOBILE Svelato Windows Phone 8 segue da pag. 7 momento quella che crede più di tutte nella nuova tecnologia e non solo per la lettura di tag NFC e piccole operazione ma per gestire un vero digital wallet. Con una applicazione simile a Passbook di Apple, Microsoft raccoglie tutte le carte di credito, le carte fedeltà, i coupon e permette anche di pagare con lo smartphone. Rispetto agli altri sistemi operativi, che gestiscono la sicurezza dei dati sullo smartphone, Microsoft sta lavorando con gli operatori per gestire la sicurezza direttamente sulla SIM, soluzione questa che agli operatori piace molto di più. Orange France sarà la prima a supportare la funzione. Con l’NFC si potranno anche scambiare dati da uno smartphone all’altro. Nuova Home Microsoft non cambia, ma cambia. Scusate il gioco di parole, ma è proprio quello che è successo alla nuova home screen. Restano le tiles animate, ma lo schermo viene rivoluzionato per permettere tiles di tre dimensioni: piccole, medie e large. In questo modo, la home sarà anche più “custom” e soprattutto permetterà di avere icone più piccole WP8 ENTERPRISE per le applicazioni meno importanti. Ogni tiles può essere ridimensionato, e la cosa funziona in automatico anche con le vecchie applicazioni per Windows Phone 7.5. Funzionalità enterprise Microsoft con WP8 strizza l’occhio anche all’utenza business. Non sono state approfondite le nuove features, ma gli smartphone con il nuovo sistema operativo potranno essere usati al posto di un Blackberry in ambito aziendale. Boot sicuro, crittografia dei dati, gestione remota e possibilità di gestire con un sistema di amministrazione interi gruppi di smartphone aggiornandoli a distanza e configurandoli in remoto. Anche se non è stato specificato, sicuramente WP8 gestirà anche l’accesso ai domini aziendali e avrà una gestione delle mail e della parte di messaggistica decisamente migliorata. Multitasking, Speech e Skype Grazie al nuovo kernel NT sarà possibile lasciare le applicazioni in background con un vero e proprio multitasking. Si potrà fare una videochiamata mentre c’è il navigatore attivo e si potrà gioca- re con la musica di sottofondo. La gestione del multitasking non è stata spiegata a fondo, ma sicuramente Microsoft avrà pensato ad una soluzione per evitare un “drenaggio” della batteria, cosa fondamentale per uno smartphone. Riguardo all’integrazione con Skype Microsoft ha chiarito che Skype è una applicazione VOIP come tante altre e che saranno pienamente integrate. Anzi, il supporto VOIP su Windows Phone 8 sarà completo e grazie all’integrazione con il il composer telefonico e con la rubrica saranno più le volte che l’utente sfrutterà le applicazioni VOIP di quelle in cui farà una chiamata tradizonale. Scherzando Microsoft ha anche detto che Apple farebbe bene a rilasciare FaceTime per WP8, grazie ad una maggiore integrazione avrebbe più successo. Per finire Speech: Microsoft crede nella gestione vocale, ma quella su WP8 sarà una sorta di controllo alla “Kinect”: comandi per lanciare le app e per gestirle, niente intelligenza artificiale alla Siri. Facendo un paio di considerazioni, ci sembra che Microsoft abbia deciso di fare le cose in grande, con tantissime novità. Se davvero ogni applicazione e gioco sviluppato per Windows 8 sarà adattabile in pochissimo tempo anche per Windows Phone 8, il mercato degli smartphone potrebbe cambiare e Nokia risollevarsi. E queste erano solo le 8 funzioni di base: tra qualche mese verranno svelate tutte le modifiche alle varie apps native. n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it TV & VIDEO / Riportiamo nel dettaglio le caratteristiche e i prezzi dei nuovi modelli “made in china” serie per serie p.10 Ecco i TV Philips 2012 con 3D, Smart TV e nuovo design TP Vision si presenta in Italia e mostra tutta la nuova gamma dei TV Philips per il 2012. Design olandese, tecnologia orientale e 3D attivo di M. Dalli È nata ufficialmente TP Vision, joint venture tra i cinesi di TPV (quote al 70%) e Philips (30%) per la produzione di TV. Sugli scaffali però non si troveranno TV con questo marchio, ma con quello Philips. Vediamo nel dettaglio come sarà composta, serie per serie la prima gamma di TV marchiati Philips, ma “made in China”, in arrivo nei negozi in questi mesi. Serie 4000 Smart TV LED con Pixel Plus HD La serie 4000 rappresenta l’entrylevel per Philips, con pannelli da 200 Hz Perfect Motion Rate. Già dalla serie base, Philips ha introdotto la sua Smart TV Plus, con servizi di Catch Up TV, noleggio in streaming e browser Internet. C’è anche la possibilità di controllare il TV da smartphone, con l’app MyRemote per iOS e Android e la compatibilità DLNA. Il Wi-Fi è però opzionale, disponibile su chiavetta USB. C’è anche la funzione di registrazione dalla TV su supporto USB e time shifting, oltre alla compatibilità con Skype. Tra gli ingressi si contano 3 USB e 4 HDMI. La serie 4000 è la più completa come tagli ed è disponibile nei formati da 32, 37, 42 e 47 pollici. Serie 5000 Smart TV LED con Pixel Plus HD Un gradino sopra troviamo la serie 5000, che aggiunge alla precedente un pannello Perfect Motion Rate a 400 Hz e Wi-Fi integrato. Anche qui troviamo 3 porte USB e 4 ingressi HDMI. La serie 5000 è disponibile nei tagli da 32, 40 e 46 pollici. Serie 5500 Smart TV LED con Pixel Plus HD La serie 5500 aggiunge alla 5000 la compatibilità con i segnali 3D. La tecnologia è 3D Max a 400 Hz, quindi con occhialini attivi, e non manca la conversione da 2D a 3D. Su tutti i TV 3D, inoltre, è possibile giocare in modalità dual gaming, sfruttando gli occhialini 3D per giocare a schermo intero con due immagini diverse. La serie 5500 è disponibile nei tagli da 32 e 40 pollici. Serie 6000 Smart TV LED con Ambilight Spectra 2 e Pixel Precise HD Con la serie 6000 si entra nella gamma media di Philips. Le novità sono molteplici, a partire dalla Smart TV Premium, che include il Wi-Fi Smart Screen, un sistema per vedere i canali TV sull’iPad in qualsiasi stanza della casa, e la compatibilità con la videocamera Skype. Non manca poi la conversione da 2D a 3D e l’Easy 3D Clarity 700, con occhialini polarizzati e possibilità di personalizzare la profondità del 3D, mentre il pannello resta a 400 Hz. Dalla serie 6000 viene introdotta anche l’Ambilight Spectra 2 su due lati, con LED esposti che consentono di risparmiare energia e offrire un alone luminoso più forte. La serie 6000 sarà disponibile nei tagli da 42 e 47 pollici. Ambilight Qui a fianco, vediamo un particolare del nuovo Ambilight Spectra 2 di Philips. Al contrario degli anni passati, in cui i LED erano inseriti dietro un diffusore, nella gamma 2012 i LED sono esposti. Questa soluzione consente sia di risparmiare sul consumo energetico sia di generare una luce più forte e comunque uniforme. Anche lo spessore complessivo del pannello ne beneficia, dal momento che lo spazio occupato da questa soluzione è minimo. La versione Ambilight Spectra 2 montata sulle serie 6000 e 7000 ha due file di LED poste ai lati dello schermo, mentre la versione Ambilight Spectra XL, montata sulla se- rie 8000, aggiunge una terza fila di LED, nella parte superiore. Sempre secondo l’azienda cinese, l’Ambilight dovrebbe aiutare ad affaticare meno la vista anche nella visione di contenuti 3D. Serie 7000 Smart TV LED con Ambilight Spectra 2 e Pixel Precise HD La serie 7000 riprende le caratteristiche della serie 6000, aggiornando però il pannello a un 800 Hz Perfect Motion Rate con 3D Max Clarity 700 con occhialini attivi, conversione 2D-3D e regolazione profondità 3D. Da questa serie viene anche introdotto il telecomando a radiofrequenze con tastiera QWERTY, un quinto ingresso HDMI e i diffusori si spostano nella base. La serie 7000 sarà disponibile nei tagli da 40 e 46 pollici. Serie 8000 Smart TV LED con Ambilight Spectra XL e Perfect Pixel HD La serie 8000 rappresenta l’attuale top di gamma per la nuova linea Philips, e va ad accostarsi agli attuali modelli top della serie 9000 e del Cinema 21:9. Rispetto alla serie 7000, la serie 8000 introduce l’Ambilight Spectra XL su tre lati. Nella confezione sarà anche inclusa la videocamera per effettuare videochiamate con Skype. La serie 8000 sarà disponibile nei tagli da 40, 46 e 55 pollici. Prezzi e disponibilità Le serie 4000, 5000 e 5500 sono già disponibili sul mercato. Le altre, invece, arriveranno progressivamente a partire dalle prossime settimane, con un processo che si completerà entro la fine dell’estate. Nel frattempo ecco prezzi suggeriti al pubblico e i tagli delle nuove serie: Serie 4000 32PFL4007H/12 - Euro 499,00 37PFL4007H/12 - Euro 599,00 42PFL4007H/12 - Euro 679,00 47PFL4007H/12 - Euro 849,00 Serie 5000 32PFL5007H/12 - Euro 579,00 40PFL5007H/12 - Euro 799,00 46PFL5007H/12 - Euro 949,00 Serie 5500 32PFL5507H/12 - Euro 629,00 40PFL5507H/12 - Euro 849,00 46PFL5507H/12 - Euro 1049,00 55PFL5507H/12 - n.d. Serie 6000 42PFL6007H/12 - Euro 1049,99 47PFL6007H/12 - Euro 1399,99 Serie 7000 40PFL7007H/12 - Euro 1499,99 46PFL7007H/12 - Euro 1799,99 Serie 8000 40PFL8007K/12 - Euro 1699,99 46PFL8007K/12 - Euro 2049,99 55PFL8007K/12 - Euro 2799,99 n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it p.11 TV & VIDEO Sharp 90” il TV LED più grande al mondo Presentato e lanciato negli USA il televisore LED - attualmente - più grande in assoluto. Niente 4K e prezzo fissato a 11.000 dollari americani di V. Barassi 90 pollici sono davvero un’enormità ma se non vi piacciono i proiettori e volete proprio fare le cose in grande potreste prendere in considerazione il nuovo AQUOS LC-90LE745U di Sharp, ossia quello che al giorno d’oggi è a tutti gli effetti il TV LED più grande disponibile sui mercati. Per essere più precisi, almeno inizialmente, il prodotto sarà distribuito solo sul territorio americano al tutt’altro che accessibile prezzo di 10.999 dollari ma nulla ci dice che tale TV, prima o poi, non riuscirà a sbarcare anche nel Vecchio Continente. A dispetto delle dimensioni - e anche del prezzo il nuovo Sharp da 90 pollici di diagonale offre solo una risoluzione di 1080p, mentre sarebbe stato sicuramente più apprezzato un pannello in grado di gestire più pixel. Niente 4K dunque, ma questa “bestia” da 64 chili di peso, fullarray LED, riesce comunque ad offrire un rapporto di contrasto dinamico di 8,000,000:1, un refresh rate di 240 Hz e, ovviamente, è provvisto di funzionalità 3D (con occhialini). Il televisore è dotato di Wi-Fi integrato e il comparto SmartTV, il quale include anche un web browser per la navigazione, permette di accedere ai servizi Facebook, Twitter, Vimeo, Vevo, Netflix, Hulu, VUDU, CinemaNow e Flickr. tv & video / La prova del nuovo servizio Sky, seconda importante new entry dopo MySky HD Sky On Demand, l’anteprima di DDay.it Il 1° luglio partirà il nuovo servizio Sky On Demand con oltre 1.000 titoli da vedere quando si vuole, gratuitamente L’abbiamo provato in anteprima. Il nostro giudizio: bello, ma all’appello manca inspiegabilmente l’alta definizione di M. Dalli D opo aver aggiornato qualche mese fa i decoder My Sky HD, abilitando la porta di rete e introducendo la nuova interfaccia grafica in HD, Sky sta per lanciare una seconda, importante novità. Sky On Demand si trasforma e diventa un vero e proprio “on demand”, dove i contenuti sono scelti dall’utente. La vecchia on demand rimane, ma dal 1° luglio chi è abbonato a Sky da più di un anno potrà anche accedere a un catalogo di oltre 1000 titoli, con film, serie tv, documentari, cartoni e sport, da vedere quando si vuole. I contenuti saranno scaricabili da Internet, quindi è necessario che il decoder sia collegato in rete. Il nuovo Sky On Demand non è però un vero e proprio servizio di streaming, poiché il contenuto non viene riprodotto direttamente dalla rete, ma viene scaricato sul disco rigido del decoder. In questo modo è possibile selezionare più contenuti da scaricare, magari durante la notte, quando le linee dati sono meno congestionate, e il servizio diventa fruibile anche da chi non ha una linea dati prestante. Chi, invece, ha un buona connessione a Internet potrà iniziare la riproduzione pochi secondi dopo aver avviato il download, come se stesse utilizzando un servizio di streaming. Il contenuto, poi, dopo essere stato scaricato sul disco, rimane visibile quante volte si vuole, sino alla sua scadenza che può andare da qualche mese a qualche anno. Non mancano poi i titoli Primafila, che possono essere acquistati direttamente dal decoder, tramite telecomando. La visione dei singoli contenuti è possibile solo se l’abbonamento Sky comprende il pacchetto a cui appartiene quel contenuto: non è possibile, perciò, vedere un contenuto di Sport che non sia il pacchetto Sport nel proprio abbonamento. Abbiamo testato il servizio su una linea a 100 TV & VIDEO Samsung: ecco altri dettagli del TV OLED Samsung rivela qualche altro dettaglio del suo TV OLED, prezzo escluso di R. Pezzali Samsung svela altri dettagli del suo TV OLED al SID 2012 di Boston. Nel corso della fiera, che si è appena conclusa, il TV OLED da 55” del colosso coreano era esposto per la terza volta dopo l’anteprima a Las Vegas e questa volta il produttore ha dato anche qualche dettaglio. Il rapporto di contrasto del TV è di 150.000:1, la luminosità di 150 cd/m2 e la luminosità di picco può arrivare a 600 cd/m2. Bassissimo il tempo di risposta, 0.001 secondi. Impressionanti anche peso e spessore: 3.5 Kg per il TV e 1.6 mm di spessore nella parte più alta. Samsung ha anche accennato a una particolare tecnologia per la realizzazione delle cellette di emissioni, denominata Small Mask Scanning. Questa tecnologia, della quale però non sono stati forniti dettagli, è quella al centro dello scandalo di spionaggio industriale che ha visto 11 persone arrestate mentre cercavano di vendere la tecnologia a un’azienda rivale. Mbit/s, riscontrando come la riproduzione diventi possibile una volta raggiunto circa il 5% del download, che nel nostro test corrispondeva a circa 30 secondi di attesa. Il più grosso limite è, al momento, rappresentato dalla quasi totale assenza di contenuti HD, ma presumiamo che questo limite sia dovuto alla fase sperimentale del servizio e che, nel corso del tempo, i contenuti in HD diventino sempre più numerosi. Allo stato attuale, però, il servizio non può passare a pieni voti il nostro test, perché, pur trattandosi di una discreta qualità in standard definition (circa 1,5 GB per un film di 120’), si sente la mancanza dell’HD. L’unico rivale del servizio, Premium Play, offre per contro molti titoli in alta definizione. Il nuovo Sky On Demand sarà disponibile a partire dal 1° luglio per i clienti Sky abbonati da almeno un anno. Per accedervi serve un decoder My Sky HD aggiornato alla nuova interfaccia HD (Pace 865, Samsung P990N, Samsung 990V e BSkyB 890) e collegato alla rete Internet. Chi invece è abbonato da meno di un anno o non è ancora abbonato (ma intende farlo), potrà usufuire del servizio a partire dal 1° novembre. Il servizio, inoltre, non prevede costi di attivazione né canoni, sarà quindi del tutto gratuito. video Sky On Demand nell’anteprima video di DDay.it n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it pc & multimedia / Debutta in società la punta di diamante della gamma notebook di Apple È arrivato il MacBook Pro con display Retina Apple ha tolto i veli al MacBook Pro con display Retina. Processori Ivy Bridge Quad-Core con nuova scheda grafica Lo spessore, rispetto al precedente, è stato ridotto e, novità per Apple, oltre alle porte USB 3.0, ha anche l’HDMI di M. Dalli D opo molti rumor, Apple ha effettivamente tolto i veli al nuovo MacBook Pro di ultima generazione, che rappresenta la punta di diamante della gamma notebook di Apple, con un display Retina da 15,4 pollici e 2880x1800 pixel di risoluzione, quattro volte il numero di pixel di un MacBook Pro standard. Il nuovo schermo, inoltre, promette un rivestimento in grado di ridurre del 75% i riflessi, una caratteristica sicuramente apprezzata da chi lavora spesso sul campo. Per far fronte a questo schermo dettagliatissimo (220 ppi), il nuovo MacBook Pro monta processori Ivy Bridge quad core, Core i5 o Core i7 fino a 2,7 GHz. Note- vole anche il resto della dotazione hardware, che contempla un massimo di 16 GB di RAM e una scheda video NVIDIA GeForce GT650M con 1 GB di memoria dedicata; il disco è ovviamente allo stato solido e può raggiungere i 768 GB di spazio. Il display Retina è supportato anche dal sistema operativo, che deve far fronte alla maggiore densità; Apple ha così aggiornato le sue applicazioni chiave, come Mail, Safari, iMovie, ed anche produttori terzi si stanno muovendo in questo senso: Photoshop, AutoCAD e Diablo III sono alcuni dei programmi che, a breve, potranno beneficiare della maggior risoluzione. Tutta questa potenza di calcolo è in realtà racchiusa in un case molto compatto: 1,8 cm di spessore e poco più di 2 Kg di peso, valori che si avvicinano più a un MacBook Air che a un MacBook Pro. Lo spessore ridotto ha costretto gli ingegneri di Apple a rivedere anche la dotazione di porte, che però non sembra averne risentito più di tanto: il MacBook Pro con schermo Retina ha infatti uno slot per schede SD, uscita video HDMI (una novità per Apple), due porte USB 3.0 e due porte Thunderbolt. FireWire 800 e Gigabit Ethernet sono invece affidati ad accessori esterni Thunderbolt, così come il lettore ottico, sacrificato in nome della portabilità. Non manca però la tastiera retroilluminata, la webcam HD, altoparlanti stereo e i soliti Wi-Fi 802.11n e Bluetooth 4.0. Nonostante lo spessore, poi, il MacBook Pro con Retina ha una batteria che gli consente di funzionare per 7 ore lontano dalla corrente. Il MacBook Pro 15” è già disponibile con processore Quad Core Intel Core i7 a 2.3 GHz con velocità Turbo Boost fino a 3.3 GHz, 8GB di memoria e 256GB di storage flash a partire da 2.299 euro (2199 dollari); e con processore Quad Core Intel Core i7 a 2.6 GHz con velocità Turbo Boost fino a 3.6 GHz, 8GB di memoria e 512GB di storage flash a partire da 2.929 euro. p.13 pc & multimedia Skype, arriva la pubblicità Microsoft annuncia una nuova “funzionalità” di Skype: la pubblicità. Gli spot saranno silenziosi e solo per gli utenti senza credito o abbonamento. È l’inizio della fine? di M. Dalli Dopo anni di assoluta gratuità, Skype introduce una brutta novità per gli utenti: la pubblicità. A partire dalla versione per Windows, infatti, durante le chiamate 1 a 1 verranno mostrati a schermo dei banner pubblicitari, “per suggerire nuovi argomenti di conversazione” dice Skype. I banner saranno silenziosi e utilizzeranno alcune informazioni personali dell’utente per fornire una pubblicità più mirata; gli utenti potranno però scegliere se disabilitare i dati personali o meno, nel caso verranno mostrati solo banner generici. Verranno visualizzati solo se l’utente non ha credito Skype o un abbonamento attivo. Di per sé l’idea è anche accettabile; ci chiediamo però quanto tempo passerà prima che un sistema “automatico” capisca l’argomento della conversazione e mostri pubblicità mirata in base a ciò di cui si sta discutendo. PC & MULTIMEDIA / Il nuovo gioiellino di Apple ha specifiche di prim’ordine, ma una riparabilità pari a zero e aggiornamenti impossibili Il MacBook Pro Retina già fatto “a fettine” da iFixit IFixit, come al solito, non ha perso tempo e ha subito smontato un MacBook Pro dotato di display Retina. La RAM è saldata e il SSD non è aggiornabile di V. Barassi C ome abbiamo già avuto modo di documentarvi (vedi news sopra), nella giornata inaugurale del WWDC 2012, Apple ha presentato alla platea un sostanzioso aggiornamento della gamma Mac, con una new entry che, nonostante fosse da tempo “rumoreggiata”, ha lasciato tutti senza fiato: parliamo del MacBook Pro Retina. Le specifiche tecniche del prodotto sono di prim’ordine; i ragazzi di iFixit però non si accontentano di leggere la lista delle componenti ma - come sempre - vanno alla ricerca dei più sottili dettagli nell’assemblaggio dei dispositivi, cosa che non poteva non accadere anche per il nuovo MacBook. Alla fine della “dissezione”, il giudizio del team di iFixit è molto chiaro: il nuovo portatile di Apple è sì un gioiello tecnologico ma ha una riparabilità ai minimi storici e anche gli aggiornamenti hardware sono pressoché impossibili. Se, per esempio, avete optato per 8 GB di RAM, sappiate che ve li terrete fino a quando non deciderete di abbandonare il portatile poiché, nonostante il MacBook Pro Retina supporti fino a 16 GB, la memoria è saldata sulla scheda madre e non c’è modo di aumentarla o, in caso di malfunzionamento, di sostituirla. Stesso discorso vale per il SSD di serie sui portatili; la memoria flash è installata sulla scheda madre mediante l’uso di un connettore proprietario che molto difficilmente Apple condividerà con i produttori di memorie fisiche. Display Retina, modulo Wi-Fi, Bluetooth e tutti i cavi affini sono praticamente indissociabili, quindi il malfunzionamento di uno di questi componenti porterà inevitabilmente alla sostituzione dell’intero blocco; le batterie poi sono praticamente “incollate” alla scheda madre e provando a rimuoverle si rischierebbe di fare molti danni a causa dei numerosi fili di connessione (in primis c’è quello del delicato trackpad) inseriti nelle giunzioni. Insomma, ammesso che riu- sciste a smontare il pannello posteriore con il cacciavite con testa a pentalobi, vi trovereste di fronte a un bel macello. n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it PC & MULTIMEDIA / Il nuovo standard Wi-Fi 802.11ac è ormai realtà. Ecco la proposta di Netgear Netgear, due router per il Wi-Fi 802.11ac I due router, presto in vendita, sono accompagnati da un adattatore USB. La promessa è il gigabit anche su rete senza cavi di M. Dalli N etgear è tra i primi a lanciare un prodotto dotato della nuova tecnologia Wi-Fi 802.11ac, che promette velocità gigabit anche su rete senza fili. Dopo averli visti al CES di Las Vegas, ecco finalmente tolti i veli ai due router che arriveranno sul mercato a breve, R6300 e R6200. Il top di gamma è il router R6300, dotato di tre antenne e due bande radio simultanee, 2.4 e 5 GHz. Grazie a questa funzione l’R6300 consente di raggiungere un throughput massimo teorico di 450 Mbps sulla frequenza di 2.4 GHz e 1350 Mbps su quella dei 5 GHz. Quest’ultimo valore è reso possibile dalla tecnologia 802.11ac, appunto, che consente di aggregare tre fasci da 450 Mbps l’uno per un totale di 1,35 Gbps (teorici, si intende). Il router è ovviamente retrocompatibile con le attuali tecnologie Wi-Fi 802.11 a/b/g/n e dispone di 5 porte Gigabit Ethernet per il collegamento a dispositivi cablati e un modem esterno (essendo un router, non è incluso il collegamento alla linea ADSL o fibra). Non mancano, infine, due porte USB 2.0 per la condivisione in rete di dischi esterni o chiavette USB, ma anche stampanti (anche tramite AirPrint), e tutte le funzionalità avanzate di Netgear, come Genie per la gestione del router semplificata, il media server DLNA e l’accesso ospite alla rete Wi-Fi. Un gradino più sotto troviamo invece il router R6200, che, rispetto al primo, perde un’antenna (ne restano due), per una velocità massima teorica di 300 Mbps sui 2.4 GHz e 900 Mbps sui 5 GHz. Dimezzate invece le porte USB, qui solo una. Per il resto le caratteristiche rimangono immutate. Accanto ai due router, Netgear ha presentato anche un adattatore USB esterno, per dotare i computer odierni (notebook o desktop) di connettività Wi-Fi ac. L’adattatore A6200 consente, infatti, di collegarsi alle reti 802.11ac con una velocità massima teorica di 900 Mbps, grazie alle sue due antenne integrate. L’A6200 può, inoltre, essere orientato per cercare prestazioni ottimali. Per quanto riguarda disponibilità e prezzi, il primo ad arrivare sarà il top di gamma, il router R6300, disponibile già dalla fine di giugno a un prezzo indicativo di 229 euro. A seguire arriverà anche il router R6200, con prezzo (ancora da definire) al di sotto dei 200 euro. L’ultimo ad arrivare sarà l’adattatore USB A6200, che debutterà in settembre a 79 euro (prezzo da confermare). Nell’ultimo trimestre dell’anno, invece, arriveranno anche i primi dispositivi Wi-Fi 802.11ac con modem ADSL integrato. Qui accanto proponiamo la demo proposta durante la conferenza stampa Netgear. Da un lato un router R6300 collegato a un NAS, dall’altra parte della stanza un altro R6300 collegato al primo in modalità bridge, a cui erano attaccati 4 portatili tramite cavo Ethernet. Su ognuno dei portatili è stato messo in riproduzione un trailer di un film, diverso per ogni portatile, con risoluzione Full HD. Il Wi-Fi 802.11ac è stato in grado di mantenere il flusso dati costante per tutta le durata dei trailer, senza nessuna interruzione dovuta a scarsità di banda. video Guarda la demo del Netgear R6300 con Wi-Fi 802.11ac pc & multimedia A ottobre due nuovi router Belkin 802.11ac Con Buffalo e Netgear, anche Belkin si lancia nel Wi-Fi Gigabit di M. Dalli Anche Belkin salta sul carro del Wi-Fi “gigabit” 802.11ac con due nuovi router, AC1000 DB e AC1200 DB. Questi due modelli offrono 4 porte Gigabit Ethernet più una per il collegamento a un modem esterno, oltre a 2 porte USB per la condivisione in rete dei file multimediali tramite il protocollo DLNA. Entrambi sono inoltre dotati del chip Wi-Fi di 5a generazione di Broadcom, come i concorrenti Netgear e Buffalo, che garantisce una connessione dual band simultanea e retro compatibilità con gli attuali standard 802.11 a/b/g/n. La differenza tra i due modelli sta nella massima velocità raggiungibile: il modello di punta AC1200, infatti, consente di raggiungere i 300 Mbps sulla banda dei 2.4 GHz, mentre sui 5 GHz si può arrivare fino a 867 Mbps; il più piccolo AC1000, invece, garantisce prestazioni identiche sulla banda dei 2.4 GHz, mentre sui 5 GHz si ferma a 665 Mbps (tutte velocità teoriche). I due router saranno disponibili in America da fine giugno, con prezzi rispettivamente da 140 e 160 dollari. In Italia, invece, arriveranno in ottobre e i prezzi sono ancora da comunicare. p.14 PC & MULTIMEDIA Noctua porta il noise cancelling nella ventola Il produttore di ventole per PC Noctua ha mostrato al Computex una ingegnosa soluzione per ridurre il rumore dei dissipatori ad aria Addio PC-elicottero? di M. Dalli I componenti più rumorosi di un PC sono sicuramente le ventole, tanto fastidiose quanto indispensabili per assicurarsi il corretto funzionamento della macchina. Il produttore Noctua ha però un asso nella manica che, se si rivelasse efficace, potrebbe dare un po’ di sollievo alle nostre orecchie: la cancellazione del rumore. Al Computex di Taipei è infatti stato mostrato un prototipo di ventola che è in grado di “zittirsi” emettendo un suono in opposizione di fase col rumore generato dalla ventola stessa.La tecnologia, realizzata da Rotosub, utilizza un microfono, un DSP e una striscia metallica, rispettivamente per registrare il suono, processarlo e poi produrre un rumore appropriato facendo vibrare le lamelle attraverso dei piccoli campi magnetici. Al momento, però, tutto il necessario è esterno alla ventola e, prima che questa possa arrivare sul mercato, si dovrà trovare il modo di integrare la componentisca all’interno della ventola stessa o del dissipatore. Secondo le stime di Noctua, occorreranno ancora dai 12 ai 18 mesi prima che la nuova ventola diventi una realtà, presumibilmente quindi la vedremo sugli scaffali verso la fine del 2013. Il prezzo sarà adeguato alla novità, senza però essere eccessivo: si parla di 40-50 dollari a ventola. n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it PC & MULTIMEDIA Symantec Windows 8 sarà più veloce con Norton Symantec afferma che Windows 8 andrà più veloce se, al posto di Windows Defender, si utilizzerà la nuova suite di sicurezza Norton di M. Dalli La competizione si fa sempre più agguerrita sul fronte sicurezza, dato che la prossima versione di Windows arriverà con la suite di sicurezza Windows Defender a bordo. Non è però la soluzione definitiva, almeno secondo Symantec. Durante un briefing con la stampa, riportato da Tech Radar, il capo dello sviluppo Symantec, Collin Davis, ha discusso con i giornalisti di performance. In particolare, Davis asserisce che Windows 8 girerà più veloce se, al posto di Defender, si farà affidamento alla prossima versione di Norton. Questo perché Norton è più veloce di Defender. Oltre a essere più veloce, il nuovo Norton promette anche una maggiore sicurezza, con l’80% delle intrusioni prevenute, contro il solo 28% di Defender. Le novità di Norton non riguardano soltanto Windows 8, però, ma anche Norton come programma in sé. A partire dalla prossima versione, infatti, dovrebbero sparire gli aggiornamenti manuali da una versione all’altra (per esempio per aggiornare la versione 2011 alla 2012), ma il processo sarà reso automatico e senza necessità di riavviare la macchina. Symantec sta quindi lavorando alacremente per controbattere all’offerta gratuita di Microsoft; riuscirà a tenerle testa? E come si comporterà il nuovo Norton nella vita reale? Sarà davvero veloce come Symantec dichiara? p.15 PC & MULTIMEDIA / Il primo standard wireless in Italia è Buffalo PC & MULTIMEDIA Arriva il nuovo standard Wi-Fi anche in Italia e Buffalo presenta i suoi primi router Insistenti indiscrezioni parlano di un ipotetico MacBook Pro da 13 pollici con display Retina Buffalo lancia anche in Italia il Wi-Fi gigabit 802.11ac di M. Dalli I niziano ad arrivare sul mercato i primi router Wi-Fi con la nuova tecnologia 802.11ac, anche noto come wireless gigabit. Uno dei primi ad arrivare nel nostro Paese sarà il Buffalo AirStation WZR-D1800H, che promette velocità di trasferimento di 1,3 Gbps sulla banda dei 5 GHz, che si sommano a 450 Mbps sulla banda dei 2,4 GHz. Il router, oltre che essere 802.11ac, è anche compatibile con le precedenti tecnologie 802.11a, b, g e n, promettendo una copertura maggiore. Sul retro trovano invece posto 5 porte Gigabit Ethernet, 4 per la rete domestica e 1 per il collegamento a un modem esterno (non è infatti incluso il modem ADSL). Non Apple: Retina anche per il MacBook Pro 13”? di V. Barassi manca poi una porta USB per condividere in rete stampanti o chiavette e dischi esterni. Il Buffalo AirStation WZR-D1800H arriverà sul mercato a fine giugno con un prezzo suggerito al pubblico di 200 euro. PC & MULTIMEDIA Western Digital fa networking con My Net WD amplia la gamma di prodotti con la nuova linea My Net Router wireless con prestazioni migliorate per video e gaming Non sono passati molti giorni dalla presentazione del nuovo MacBook Pro Retina Display e ci sono già le prime voci che parlano della volontà di Apple di ampliare la gamma di portatili dotati di “super-display”. Secondo quanto affermato da AppleInsider, infatti, l’azienda di Cupertino sarebbe già al lavoro per proporre entro ottobre un MacBook Pro da 13 pollici con display Retina dalla risoluzione di 2.560x1.600 pixel e dallo spessore di poco inferiore ai 18 millimetri del “fratellone”. Ovviamente l’indiscrezione è da prendere con le pinze; è chiaro che, prima o poi, arriverà un modello più piccolo dotato di uno schermo “migliore”, ma i tempi sembrano ancora non essere maturi e sarà l’attuale MacBook Pro da 15 pollici a dire se effettivamente ci sarà spazio, nell’immediato, di un modello - passateci l’espressione - “entry-level”. Forse il mese di ottobre è troppo vicino; ma si sa, Apple, in un modo o nell’altro, riesce sempre a stupire. di M. Dalli Dopo i lettori multimediali, la gamma di Western Digital si amplia ulteriormente con l’arrivo di My Net, una nuova linea di router wireless. La famiglia My Net utilizza una tecnologia proprietaria, chiamata FasTrack, che rileva il tipo di traffico generato da un utente e dà la priorità a quelle applicazioni dove la velocità è tutto. Alcuni esempio sono il video in streaming, il gaming sulle console, il Voce over IP e via dicendo. La gamma My Net è composta da uno switch (My Net Switch) da 8 porte, con 2 ad alta priorità di traffico, 4 a media priorità e 2 a bassa priorità, e ben 3 router Wi-Fi N dual band, che si differenziano tra loro per il massimo thruput raggiungibile sulla rete senza fili (rispettivamente 600, 750 e 900 Mbps). A questi si aggiungono altri due router, My Net N900 Central, che integrano un disco rigido all’interno, che può essere condiviso in rete sia come archivio centrale dei contenuti multimediali, sia per il backup dei PC e dei Mac (anche tramite TimeMachine). Estratto dal quotidiano online www.dday.it Registrazione Tribunale di Milano n. 416 del 28 settembre 2009 direttore responsabile Gianfranco Giardina editing Fiammetta Regis Maria Chiara Candiago Editore Scripta Manent Servizi Editoriali srl via Gallarate, 76 - 20151 Milano P.I. 11967100154 Per informazioni [email protected] Per la pubblicità [email protected] n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it PEOPLE &MARKET Mercato TV 2012: cresce solo Samsung Displaysearch pubblica il report TV per il 2012: le vendite di LCD scendono per la prima volta nella storia, e tra i produttori cresce solo Samsung di R. Pezzali Il mercato TV è in crisi, questo è un fatto noto. Talmente in crisi che per la prima volta nella storia le vendite di TV LCD scendono del 3%. Lo rivela il report di Displaysearch, che ha analizzato prima per tipologia e poi per brand le vendite di TV nell’ultimo anno, con l’analisi anche della crescita trimestre su trimestre e anno su anno. Se l’LCD scende di poco, il plasma continua nel suo inesorabile declino, basta pensare che si vendono ancora più TV CRT che TV al plasma. Come si evince dalla tabella qui sotto, il plasma non raggiunge il 6% di marketshare nel mercato globale, mentre l’LCD si avvicina all’85%. Se poi l’LCD ha perso solo il 3%, il plasma rispetto allo scorso anno ha perso il 18%, e se continua così farà la fine dei dinosauri? Displaysearch analizza anche la crescita del 3D: rispetto al 2012 la vendita di TV 3D è cresciuta del 16%. Tra le aziende l’unica che cresce rispetto all’anno scorso è Samsung, +9% nonostante una perdita nell’ultimo trimestre. Samsung si conferma la numero “1” al mondo per il TV seguita da LG che però ha una marketshare del 14.6% contro i 26% di Samsung. Sony non raggiunge il 10% e resta al terzo posto, seguita da Sharp e Panasonic. Brand Y/Y Groth Samsung 9% LGE -7% Sony -21% Sharp -18% Panasonic -23% Other -7% Total -7% PEOPLE &MARKET / Per ora realizzato uno schermo 3”a 270ppi Sony vuole OLED a 500 ppi Sony ipotizza una tecnologia che consentirebbe di stampare display OLED people & market Gli errori di Microsoft e la furbizia di Apple Il lancio di Windows Phone 8 (e 7.8) ha dimostrato come Microsoft dovrebbe imparare da Apple qualche trucco del mestiere di M. Dalli N on è la prima volta che sentiamo parlare di pannelli OLED “stampabili” (nel senso che possono essere prodotti tramite stampa), ma finora di esempi pratici ce ne sono stati ben pochi. Ad aggiungere carne al fuoco ci pensa Sony, che al SID 2012 (la Society for Information Display) ha presentato un paper in cui viene descritta una nuova tecnologia di stampa che consentirebbe di raggiungere la mirabolante risoluzione di 500 pixel per pollice (la qualità di stampa per la carta si ferma a 300 ppi, il Retina Display di Apple a 326 ppi per l’iPhone 4 e 4S). Sony ha già sviluppato un sistema di stampa basato su questa nuova tecnologia per substrati di tipo Gen–1 (300x350 mm), ma al momento è stata in grado di produrre solamente uno schermo da 3 pollici con risoluzio- p.17 di R. Pezzali ne VGA (640x480 pixel) e 270 ppi. Si tratta di un risultato sicuramente apprezzabile, ma dopo tante parole “sulla carta” ci piacerebbe vedere un prodotto commerciale che sia effettivamente disponibile per tutti e a basso costo. Chiediamo troppo? people & market Comet reagisce al sisma. E riapre in tenda Tre milioni di euro di danni e un negozio che non riaprirà più Ma il Comet di Mirandola riapre in una tenda, e chiede aiuto di R. Pezzali Il terremoto che ha messo in ginocchio l’Emilia Romagna e la sua economia ha colpito duramente anche la catena Comet, che ha subito gravi danni alle strutture soprattutto nel punto vendita di Mirandola, non più agibile e con oltre 3 milioni di euro di danni stimati per la perdita di merci e impianti. Comet però reagisce, riparte e cerca di risollevarsi: i dipendenti infatti, per fortuna tutti illesi, hanno riaperto il negozio all’interno della tenda e intendono continuare la loro normale attività. In un momento così difficile però Comet non ce la può fare da sola, e abbiamo saputo da fonti vicine all’azienda che ha chiesto ai suoi partner commerciali qualche agevolazione per ripartire, come uno sconto extra sugli ordini e una contribuzione per la merce danneggiata dal sisma. Speriamo che gli operatori accolgano questa richiesta di aiuto, e se qualcuno deve proprio comperare e si trova nei paraggi di Mirandola scegliere la “tenda” Comet sarebbe davvero un bel gesto per premiare lo sforzo. Apple ha “rubato” tante idee a Microsoft e viceversa. C’è una cosa che però Microsoft dovrebbe copiare meglio: come si lancia un prodotto. Microsoft ha, infatti, presentato il nuovo Windows Phone 8. Lo ha fatto con una presentazione dettagliata: le novità sono tantissime e i futuri utenti gradiranno. Chi non apprezzerà le scelte di Microsoft sono coloro che fino ad oggi hanno scelto gli smartphone Windows Phone 7. Utenti soddisfatti fino a quando non hanno scoperto che Windows Phone 8 non è per loro. Chi ha speso 499 euro per un Lumia 800 dovrà infatti accontentarsi di una versione di Windows Phone denominata 7.8 che offre solo alcune nuove funzioni. È l’ammissione che quello che oggi Microsoft e i suoi partner stanno vendendo sono telefoni vecchi. In Germania per questo motivo c’è già chi si rifiuta di vendere il Lumia 900: come dargli torto? Cosa avrebbe fatto Apple al posto di Microsoft? In base a quello che ha fatto con iOS 6 probabilmente Apple non si sarebbe mai inventata una versione 7.8. Già solo il nome suona come “inferiore” e il consumatore deve credere di avere il miglior prodotto possibile. Apple avrebbe chiamato anche l’upgrade Windows Phone 8, senza alcuna distinzione lato marketing e comunicazione, pur sapendo che si tratta di una versione che, sui vecchi terminali, avrebbe offerto solo alcune funzionalità. E nessuno si sarebbe potuto lamentare, anche perché l’hardware si evolve. Lato pratico non sarebbe cambiato nulla, perché chi ha uno smartphone attuale si sarebbe trovato un sistema “ridotto” come potenzialità, ma bastava tenere lo stesso nome per uscirne (in modo furbo, certo) meglio, con gli attuali consumatori soddisfatti e con nuovi potenziali acquirenti per i nuovi terminali. n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it GAME & MOVIE / La console del futuro avrà anche Blu-ray, 3D, Kinect 2 e realtà aumentata Nel 2013 giocheremo alla Xbox 720? In un documento apparso online, e poi rimosso, svelati i piani di Microsoft per la console della prossima generazione di R. Pezzali È apparso in rete, ed è stato subito rimosso, un documento relativo alla roadmap Microsoft Xbox con dettagli, accessori e visioni future. Il documento risale all’agosto del 2010, ma sicuramente è originale. Anche perché, all’interno del documento, si fa riferimento ad alcune tecnologie che Microsoft ha già presentato come le applicazioni per TV e la nuova tecnologia Smart Glass di recente mostrata all’E3 di Los Angeles. Cosa ci attende quindi in futuro? Microsoft prevede di lanciare il prossimo anno una console di nuova generazione con prestazioni sei volte superiori a quelle della console attuale, e soprattutto più versatile della Xbox 360: supporto Blu-ray, 3D stereoscopico nativo, output a 1080p reali e soprattutto la possibilità di connettersi e dialogare con un ecosistema di accessori esterni non solo per i giochi ma anche per le applicazioni. Un vero centro di intrattenimento domestico, capace di registrare programmi TV grazie a Media Center che ritorna come applicazione. Dal punto di vista software, inoltre, la base dovrebbe essere “Windows 8” embedded, per semplificare la vita agli sviluppatori che potranno lavorare partendo dalla stessa base alle release per console, PC, tablet e smartphone. Microsoft all’epoca aveva anche ipotizzato due diverse piattaforme hardware: un processore x86 o ARM con 6 o 8 core a 2 GHz supportati da 4 GB di memoria DDR4 affiancati però da un PowerPC con tre core a 3.2 GHz per garantire la retrocompatibilità con gli attuali giochi. Cosa avrà scelto Microsoft, 6 o 8 core? Lo sapremo solo il prossimo anno quando la nuova Xbox, accompagnata da una nuova interfaccia utente, verrà lanciata sul mercato a una cifra vicina ai 299$, prezzo definito dall’azienda per un lancio di successo con un target di 100 milioni di unità vendute e 10 anni di ciclo di vita. Insieme alla console verrà dato anche il nuovo Kinect 2: migliorato nella precisione, nel riconoscimento vocale, con il tracking di quattro giocatori e una nuova videocamera RGB supportata da un hardware dedicato per i calcoli (l’attuale Kinect sfrutta la p.18 GAME & MOVIE NVIDIA: PC 24 volte più potenti di Xbox 360 Simon Green, uno degli ingegneri di NVIDIA, va all’attacco delle console di M. Dalli potenza della console). Il documento chiude in bellezza svelando il nuovo Fortaleza Project, occhiali a realtà aumentata con connettività Wi-Fi capaci di interagire con Kinect e Xbox: per questo si parla però di 2014. Sono pas- sati due anni dalla creazione di questo documento, ma alcune delle tecnologie previste sono ora realtà. Xbox 720 è sempre più vicina, e ora ne sappiamo qualcosa in più, sempre che Microsoft non abbia cambiato idea. GAME & MOVIE Eizo crea un LCD appositamente per gamer Foris FS2333 è un monitor Full HD con 2 algoritmi e 5 modalità di gioco di R. Pezzali Eizo passa dalla grafica al gaming lanciando il nuovo Foris FS2333, un monitor LCD HD da 1920 x 1080 pixel realizzato in collaborazione con Fnatic, un team di gamer professionisti. Qual e il vantaggio di que- s t o monitor rispetto ad altri LCD? Oltre ad un input lag nullo, il nuovo monitor integra tecnologie studiate appositamente per il gioco, prima tra tutte una gestione dell’immagine con cinque diversi profili che vanno dall’FPS al gioco di strategia. Le due tecnologie che però lo differenziano dagli altri monitor LCD sono la Smart Resolution e la Smart Detection. La prima analizza l’immagine alla ricerca di blur e lo corregge senza accentuare il rumore, mentre la seconda cerca le zone della scena in movimento e migliora la risoluzione con una maschera di contrasto locale, lasciando intatte le altre aree. Se stiamo per esempio, giocando, ad uno sparatutto in prima persona l’HUB, l’interfaccia e la scena resteranno invariati mentre verranno messi a “fuoco” eventuali bersagli in movimento. Lo schermo ha un supporto orientabile in orizzontale e in verticale, e può essere ancora corretto in altezza. Eizo Foris FS2333 sarà disponibile dal mese di luglio a un prezzo ancora da definire. Che l’hardware dei PC sia più potente e avanzato di quello delle console non è certo un mistero, ma il principale engineer di NVIDIA, Simon Green, si è spinto oltre e in un’intervista a New Scientists ha dichiarato che i computer di ultima generazione sono 24 volte più potenti della Xbox 360. Non è un caso, infatti, se è stato proprio un PC (con grafica NVIDIA 680) a essere usato per la dimostrazione dell’Unreal Engine 4, al recente E3 di Los Angeles. Nel corso del tempo i giochi per console sono però migliorati, questo perché, secondo Green, gli sviluppatori hanno imparato a ottimizzare i giochi, che all’inizio erano solo delle versioni con grafica a più alta risoluzione. Ottimizzare però porta a giochi più complessi e costosi. A questo punto ci sorge spontanea una domanda: non sarebbe meglio avere giochi più ottimizzati anche per PC, di modo che l’appassionato non si senta costretto a sostituire scheda video ogni volta che cambia la generazione? Il futuro, secondo Green, potrebbe però rendere inutili le console. Il cloud gaming, in cui il videogioco viene renderizzato su un server remoto e poi mandato come video in streaming all’utente, sta sempre più prendendo piede. Per funzionare ha bisogno di una connessione a Internet veloce e affidabile, ma nel momento in cui ci si arriverà diventerà inutile avere un “pezzo di ferro” separato per giocare. Sarà davvero così? n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it GAME & MOVIE / Ragione del contendere: Microsoft avrebbe infranto alcuni brevetti Motorola Xbox 360 bannata? Activision si oppone Il 23 agosto l’ITC dovrà pronunciarsi sul blocco della vendita della console Xbox 360 negli Stati Uniti di R. Pezzali L e paradossali leggi sui brevetti americane stanno per fare un’altra celebre vittima: Microsoft infatti è stata accusata di aver infranto alcuni brevetti Motorola sulla riproduzione dei video in formato Mpeg4 e sulla trasmissione wireless, e il 23 agosto l’ITC potrebbe decidere di bloccare l’importazione di Xbox negli Stati Uniti. Una decisione macigno per Microsoft, anche perché gli States sono il territorio dove la console vende di più. E a pesare maggiormente è anche l’impossibilità per Microsoft di aggirare il blocco, cosa che ha fatto invece senza problemi in Europa spostando il centro distributivo dalla Germania (dove è stata bloccata per lo stesso motivo) all’Olanda. In attesa della decisione, però, scendono in campo direttamente le software house: è il caso di Activision che ha scritto alla ITC per spiegare quali sarebbero le conseguenze per i produttori di software nel caso di un blocco di importazione della console. Activision ha anche fatto pesare il fatto di essere uno dei maggiori produttori di videogiochi degli Stati Uniti e di aver investito e di voler investire ancora tantissimo nella console (come per dire “bloccatela e ci saranno conseguenze anche sot- to il profilo degli investimenti e dei posti di lavoro”). L’ITC sta acquisendo ora tutte le sentenze di tribunale che hanno dichiarato Microsoft colpevole e le varie lamentele dei produttori e si appresta a decidere. Vincerà Microsoft o vincerà Google (Motorola)? Siamo abbastanza sicuri che la faccenda si concluderà mettendo mano al portafogli. PlayStation 4? Quando sarà il momento Sony non si sbilancia sulla console next-gen che arriverà solo quando offrirà miglioramenti tangibili N iente fretta. È questo il concetto che emerge chiaramente da un passo della lunga intervista che Andrew House, direttore della divisione Sony Computer Entertainment, ha rilasciato all’autorevole MCV. Alla domanda - scontata - sulla console di prossima generazione House ha così risposto: Il momento giusto per parlare degli avanzamenti nell’hardware è quando puoi dimostrare un significativo miglioramento rispetto all’esperienza attualmente disponibile. Devi essere in grado di mostrare qualcosa che sia effettivamente di impatto. Al di là di questo, al momento, non abbiamo niente da dire. Il concetto è molto chiaro: c’è già qualcosa che bolle in pentola ma, per ora, non ci sono miglioramenti così evidenti rispetto all’attuale generazione e Sony GAME & MOVIE Crytek: il futuro del gioco è “gratis” La nota software house ha annunciato che si dedicherà esclusivamente a sviluppare videogiochi free-to-play di V. Barassi GAME & MOVIE / La politica Sony sulla prossima PS4 attraverso un’intervista rilasciata a MCV di V. Barassi p.19 non si vuole sbilanciare affatto. Il momento di crisi finanziaria sta coinvolgendo in maniera pesante anche il colosso giapponese e, nonostante quello PlayStation sia stato più volte indicato come uno dei settori da cui ripartire e su cui puntare in maniera decisa, non vi è spazio per passi falsi di alcun tipo. La gente si aspetta una vera e propria rivoluzione e per soddisfare questa “voglia”, per forza di cose, dovranno essere tangibili e importanti miglioramenti sul fronte grafico. Evidentemente Sony non è ancora in grado di soddisfare questo requisito e, molto probabilmente, anche Microsoft - che però sta puntando decisa su Kinect - si trova nelle stesse acque. Detto questo, le voci che vogliono PlayStation 4 sempre più vicina non smettono di susseguirsi; da tempo si parla dell’E3 2013, ma a questo punto non sappiamo davvero più a chi credere. Attualmente a lavoro su titoli del calibro di Homefront 2 e, soprattutto, Crysis 3, Crytek è una software house che in questi anni ha saputo stupire tutti gli amanti dei videogiochi. Con un annuncio piuttosto sorprendente, Cevat Yerli, CEO dell’azienda, ha annunciato che molto presto Crytek si dedicherà a tempo pieno ai giochi online free-to-play, categoria di videogames vista come il vero futuro dell’industria videoludica mondiale. Anche perchè, sempre secondo il CEO, i giocatori sono stufi di essere scambiati per “vacche da mungere” con giochi che costano cari e espansioni e DLC studiati appositamente per aumentare ulteriormente i guadagni post vendita. Non è stata ancora annunciata la “data della svolta”, ma la rivoluzione avverrà solo alla scadenza degli attuali contratti di collaborazione che, ne siamo certi, porteranno nelle tasche della software house tutti i milioni di dollari necessari per affrontare quella che senza ombra di dubbio è una nuova grande sfida. I giochi free-toplay attualmente disponibili stanno avendo grandissimo successo e i guadagni per gli sviluppatori sono ben superiori alle aspettative; il sistema delle microtransazioni sta sempre più prendendo piede e, seppur gradualmente, il giocatore medio si sta abituando a tale cambiamento. Crytek punta ad invadere il settore dei “giochi gratuiti” al momento giusto; ce la farà? n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it DIGITAL IMAGING Nikon D400, in arrivo una APS-C di fascia alta? Potrebbe essere lanciata al Photokina una nuova reflex con sensoore APS-C in formato DX di M. Dalli Secondo un’indiscrezione pubblicata da Nasim Mansurov, Nikon potrebbe lanciare al Photokina una nuova reflex, la D400. La macchina, secondo le indiscrezioni, dovrebbe avere un sensore APS-C in formato DX con 24,2 Megapixel, presumibilmente simile se non identico a quello della D3200. Si parla inoltre di sensibilità nativa compresa tra 100 e 6400 ISO, espandibili a 12.800 e 25.600 ISO, processore EXPEED 3 e un nuovo sistema di bilanciamento del bianco. L’autofocus sarebbe gestito da un sistema a 51 punti, con 15 sensori a croce e possibilità di utilizzarlo fino a f/8, con 9 punti (5 nel centro e 4 ai lati). La Nikon D400 sarebbe poi in grado di gestire raffiche da 8 o 9 frame al secondo (9 nel caso si utilizzi il battery pack opzionale), mentre il video si ferma a 1080p a 30 fps (ma c’è anche la possibilità di filmare a 24p), con uscita MOV, compressa o non compressa. La fascia alta di questa macchina sarebbe confermata anche dal massiccio corpo macchina (800 grammi) in lega di magnesio, resistente a polvere e agenti atmosferici, oltre alla doppia scheda Compact Flash e SD. Il prezzo è un ulteriore indizio: si parla di 1.800 dollari per il solo corpo. Sarà davvero così? Vedremo veramente la D400 a settembre? Resta un dubbio: se questo rumor venisse confermato, dove si posizionerebbe la D600, la full frame “low cost”? DIGITAL IMAGING / Incertezze ancora su uscita e fascia di prezzo Nikon D600, esiste davvero In rete sono apparse alcune foto della nuova Full Frame “low cost” di Nikon di M. Dalli P otrebbe essere una delle rivelazioni del 2012 e il “rumore” che si sta creando attorno alla D600 cresce sempre di più. Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane, spuntano ora alcune foto di quello che potrebbe essere il corpo macchina della nuova full frame “low cost” di Nikon. Nel frattempo sono uscite anche alcune correzioni alle specifiche trapelate in passato. Riassumendo, la D600 dovrebbe avere un sensore Full Frame (FX nella nomenclatura Nikon) da 24,7 Megapixel, schermo da 3,2 pollici e 921.000 pixel, sensibilità ISO 100-6400 e 39 punti di messa a fuoco. Al contrario di quanto visto in passato, invece, la D600 dovrebbe avere il motore AF integrato nel corpo macchina, ma non il GPS. Apparentemente Nikon ha invitato alcuni rivenditori a un metteing a Casablanca lo scorso 28 maggio, probabilmente per presentare in anteprima que- sta macchina. Se così fosse, la data di rilascio potrebbe non essere così lontana e magari al Photokina di Colonia potremo già vedere qualcosa. Resta da capire come si posizionerà sul mercato: il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.500 dollari, e se così fosse darebbe sicuramente una bella scossa al mercato. Riuscirà però Nikon a contenere sufficientemente i costi in modo da proporre una Full Frame a un prezzo così (relativamente) basso? DIGITAL IMAGING È di Nikon il primo super-zoom 18-300mm Nikon strappa il primato a Tamron, proponendo un’ottica tuttofare di M. Dalli Se il Tamron 18-270mm non vi sembra abbastanza “spinto”, ecco una proposta firmata Nikon che farà sicuramente piacere a chi vuole scattare con un solo obiettivo. Il nuovo 18-300mm f/3.5-5.6 ED VR del produttore giapponese ha infatti il nuovo “record” per un obiettivo super-zoom per reflex, con un rispettabilissimo 16,6x di zoom; il primato è stato strappato appunto al Tamron, che si ferma a “soli” 15 ingrandimenti. l 18-300mm è un’ottica pensata per fotocamere con sensore APS-C (formato DX, nella dicitura Nikon), quindi il corrispondente 35mm di questa ottica è un ancora più impressionante 27-450mm. Questo tipo di ottiche tuttofare sono solitamente destinate all’utente medio, che non ha voglia di costruirsi un parco obiettivi che copra tutte le focali e preferisce rinunciare a qualcosa in termini di qualità d’immagine per priviligiare le comodità. Comodità che, però, si paga cara con questo nuovo Nikon: il prezzo per il mercato americano è stato fissato a 1000 dollari, in uscita a giugno. p.20 DIGITAL IMAGING SportXtreme GX10 per il guardone da spiaggia SportXtreme lancia un set di occhiali con videocamera in HD nascosta tra le due lenti Registrano clip H.264 sulla memoria integrata da 4 GB di R. Pezzali La videocamera sul casco è troppo ingombrante? SportXtreme lancia la nuova versione degli occhiali con videocamera integrata, gli OverLook GX-10. Leggeri e sottili, dotati di uscita video per il collegamento diretto alla TV, i GX-10 non sono destinati solo agli sportivi che vogliono una ripresa in prima persona delle loro imprese, dal ciclista allo sciatore, ma si prestano anche ad altri usi. Oltre al guardone da spiaggia, pensiamo ad esempio ai foodblogger che vogliono riprendere la preparazione di un piatto tenendo le mani libere. La piccola videocamera invisibile, con un angolo di ripresa di 63°, registra clip H.264 sulle memoria integrata. Gli occhiali OverLook X-10 hanno un prezzo al pubblico di 159 euro, e includono anche 4 lenti diverse. A breve proveremo un paio di questi occhiali, per saggiare la qualità e per vedere se possiamo usarli per realizzare hands on di prodotto. Qui di seguito le caratteristiche tecniche complete: •Video: HD 720p (1280x720) •Sensore: CMOS 3Mpx •Registrazione: 30fps •Video Format Standard: H264 •Angolo di ripresa: 63 gradi •Interfaccia: Micro USB 2.0 • Lenti: Grigio, Trasparente, Giallo e a Specchio •Durata Batteria: 2 ore •Memoria incorporata: 4GB •Temperatura esercizio: da -5+40° •Batteria Litio: 500mAh •Caricabatteria da auto: incluso •Sistemi operativi: Windows XP/Vista/7, Mac OS X •Dimensioni: 145x70x47mm (con custodia) •Peso: 47gr. Libero re bia di cam re co l o iuntiva rea agg o Una liv ggio fin in oma 7.2012 al 31.0 Finalmente un televisore con stile. Il tuo. 1 televisore. 12 colori. 2.160 varianti. Ecco il nuovo Loewe Connect ID. Esprimi la tua personalità attraverso colori, dimensioni dello schermo, soluzioni di installazione e applicazioni. Il nuovo Connect ID è sempre unico, per immagini brillanti e audio impeccabile. www.loewe.it n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it TEST / LG punta sulla tecnologia NanoLED, ma questa significa davvero avere benefici sulla qualità di immagine? L’abbiamo testato, scopritelo qui p.22 LG NanoLED LM960V: l’ultima frontiera del LED Un 55” con cornice ultrasottile, 3D e un’ottima sezione Smart TV. Ma la novità è il pannello, con tanti piccoli LED che promettono prestazioni super di R. Pezzali L G ha cercato negli scorsi anni di unire i benefici del Full LED con lo spessore delle TV LED Edge: il risultato è la tecnologia NanoLED, utilizzata nella sua ultima versione nel nuovo top di gamma LM960 in prova. Una TV gemella rispetto alla LM860 già provata, che offre però un pannello diverso destinato a chi vuole di più. Non mancano Smart TV, davvero evoluta, 3D, piacevole e rilassante e un tuner DVB-T2 che, se mamma Rai vorrà, in futuro potrebbe tornare molto utile. NanoLED , punto di partenza Dopo aver provato l’LM860 abbiamo lasciato passare un po’ di tempo prima di dedicarci al top di gamma, il modello LM960. A dire il vero, non è del tutto corretto definire la serie 9 il top di gamma: 860 e 960 sono due modelli equivalenti, quello che cambia è la tecnologia del pannello, con il NanoLED destinato ai “maniaci” dell’immagine orfani di un Full LED local dimming sempre meno usato. Proprio per le similitudini tra 860 e 960, alcune parti di questa prova sono state “prese” dalla quella dell’LM860: Smart TV, telecomando, funzionalità e 3D sono equivalenti. Quello che cambia ovviamente, oltre al design, è la resa visiva offerta dalla tecnologia NanoLED. E proprio con la tecnologia NanoLED iniziamo questa prova: LG ha cercato negli scorsi anni di unire i benefici del FullLED con lo spessore dei TV LED Edge. Un TV FullLED richiede infatti almeno 5 cm di spessore per generare un’ immagine uniforme, e questo si scontra con le esigenze di spessore e di design dei TV moderni. C’è poi un’altra cosa da considerare, ovvero il costo dei LED: un 55” Full LED necessita di un numero molto elevato di LED (addirittura 2000 nella vecchia generazione), con un costo di produzione enorme. La tecnologia NanoLED, per quanto valida sulla carta, si è sempre scontrata con diverse problematiche legate un po’ al prezzo, un po’ alla difficile implementazione: negli scorsi anni i vari LEX8 e LW980 sono arrivati nei negozi con il contagocce, una sorta di “limited edition”. Quest’anno LG ha cercato di rendere tutto più facile: meno zone, meno LED e più elettronica, ma come vedremo questa soluzione non è bastata per ridurre il costo del TV, che resta molto elevato, e soprattutto non ha portato troppi benefici come qualità d’immagine. L’immagine è protagonista Il concetto di borderless introdotto qualche anno raggiunge la sua completa maturazione sull’LM960, l’unico TV nella gamma LG dove l’immagine raggiunge il bordo della cornice lasciando solo un millimetro di gioco. Il risultato, a TV acceso, sorprende davvero: la cornice sparisce per lasciare spazio alla sola immagine, che termina con il profilo nella zona inferiore. La cornice comunque c’è, è un sottile bordo cromato dal profilo ondulato che impreziosisce ulteriormente questo TV. Robusto il rivestimento frontale, ma anche abbastanza riflettente. La base in dotazione è la stessa dell’LM860, cromata e con la possibilità di ruotare il TV. In dotazione ci sono due telecomandi: il primo è quello classico, il secondo è il Magic Remote, il telecomando stile Wii che integra anche un giroscopio e un microfono per il rilevamento dei comandi vocali anche in italiano con un recente update. Per far funzionare il riconoscimento vocale il TV necessita di connessione web, anche perché le frasi vengono elaborate lato server. Il Magic Remote è facile da usare ed è migliorato non di poco: c’è una scroll wheel per spostarsi rapidamente nei menu e nelle pagine web, c’è una serie di tasti per accedere direttamente alle funzioni principali e infine tramite gesture possono essere eseguite anche una serie di azioni. Se il vecchio Magic Remote era un telecomando da affiancare a quello principale, questo nuovo Magic Remote può essere usato al posto di quello tradizionale. Connessioni complete LG rivede anche tutta la parte di connettività, a partire dalla disposizione dei connettori. Questa volta i connettori sono montati a filo, e in alcuni casi è previsto un adattatore. Fortunatamen- TV LG 47LM960V - da 2499 EURO Quality Longevity Design 8 8 10 te l’adattatore non serve per le prese più usate: 4 HDMI, 3 USB e i tuner non richiedono cavetti aggiuntivi. I tuner sono due, digitale terrestre DVB-T2 e DVB-S2 sat. Il nuovo LM960 dovrebbe anche essere compatibile con tutti i DRM per la TV digitale e lo streaming, tuttavia ancora non ci sono servizi per verificare questa compatibilità: sicuramente funziona TivùSat e a breve funzionerà TiVu On, ovvero la piattaforma ibrida streaming DVB-T per la catch up TV di Mediaset, La7 e Rai. Le prese USB, come già detto, sono 3: una di queste è dedicata alla funzionalità PVR, dove agganciando una chiavetta USB o un hard disk la TV può registrare le trasmissioni Live. Le altre due sono “libere”, da usare per una tastiera o un mouse oppure per riprodurre contenuti su una pendrive USB. Interessante la possibilità di usare una porta USB per estendere la memoria della TV lato Smart TV, quindi più GB per le Apps. La TV di base comunque ha già 2 GB di memoria. Quattro gli ingressi HDMI: il primo dotato di Arc, Audio Return Channel, l’ultimo con MHL, ovvero la connessione Mobile HighDefinition Link, che permette di collegare uno Simplicity D-Factor 9 8 Value 7 smartphone ricaricandolo e fare il mirroring sullo schermo dell’interfaccia. Nel caso degli smartphone LG, inoltre, sarà possibile usarli come Magic Remote usando il giroscopio integrato, ma solo dopo un aggiornamento software che uscirà tra qualche mese. La presa di rete, indispensabile, è affiancata anche da un modulo Wi-Fi integrato. Interfaccia veloce LG ha dato una svolta anche alla parte dell’interfaccia utente. Il processore dual core alla base della nuova piattaforma ha reso tutta l’interfaccia molto più veloce e godibile, e il lavoro fatto per organizzare le varie sezioni è notevole. LG ha introdotto un nuovo wizard per la configurazione iniziale del TV. Non tutto però è perfetto: pur- segue a pag. 23 n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it p.23 TEST TV LG 47LM960V segue da pag. 22 troppo ci sono ancora alcuni errori di traduzione nell’interfaccia italiana che andrebbero corretti e per certi aspetti crediamo che questi non siano legati alle prime versioni dei firmware, ma a errori che si portano avanti da anni nelle TV LG. LG ha creato un menu principale nuovo: premendo il tasto home ci si trova al centro delle possibilità operative del TV, con una serie di applicazioni suddivise in finestre, la finestra “live” che mostra la sorgente desiderata e una serie di scorciatoie nella parte bassa per poter raggiungere subito una determinata funzione. La logica è simile a quella degli smartphone: quindi la parte impostazioni diventa il classico menù di configurazione del TV, “Live TV” è l’applicazione che lancia la TV in diretta, Input è l’applicazione che permette di configurare gli ingressi e così via. Qui sotto, un video che mostra tutte le funzioni. Smart TV complessa LG è riuscita a dare agli utenti una serie di funzioni utili e complete, facili da gestire e con un buon livello di compatibilità. Il TV LG è onnivoro: riproduce ogni tipo di file anche 3D ed è veloce nella navigazione tra le diverse cartelle. Chi si appoggia poi ad un NAS o ad un computer sul quale è stato installato Plex, il TV LG funziona anche come client per questo server di contenuti evoluto, che offre anche la transcodifica in real time. All’interno dell’interfaccia Smart c’è uno spazio dedicato anche alle applicazioni: oltre a quelle gratuite ci sono anche applicazioni Premium a pagamento e a breve arriveranno app interessanti italiane come Cubovision. Fatta eccezione per qualche applicazione di streaming video, come YouTube, in questo campo non ci sono però app che attraggono il nostro interesse: quando arriveranno le catch up TV italiane, Premium Play e altri servizi simili se ne potrà riparlare. LG ha “copiato” Samsung aggiungendo video Scopri in questo video di DDay.it tutte le funzioni del TV LG anche una serie di applicazioni per la visione di video 3D in streaming, con qualche contenuto è interessante. Utile anche la ricerca: dopo aver indicizzato i contenuti sulla nostra rete si possono cercare clip in rete, tra le app e nelle periferiche collegate al TV. Se non si trova nulla il TV suggerisce di provare sul web con Bing come motore di ricerca predefinito. Per farlo si passa attraverso un browser compatibile con Flash 10. Si riescono a navigare quasi tutti i siti, anche se vedere un sito sul TV, nonostante il Magic Remote con puntatore e rotella di scroll, è sempre abbastanza fastidioso e lento. Un’altra possibilità è lo screen sharing e l’invio di streaming in real time dai computer. Il TV può condividere via Wi-fi i canali Live e le sorgenti collegate a tablet o smartphone con Android o iOS: il servizio al momento non è ancora attivo, perché manca la nuova applicazione, ma entro fine giugno dovrebbe arrivare sui vari market. Altra possibilità il Wi-Di, ovvero il collegamento wireless di un notebook con piattaforma Intel compatibile Wi-Di: si può condividere lo schermo usando il Wi-Fi e tutto in alta definizione, ma non sono molti i portatili compatibili. Il nero alla prova dei fatti Dopo aver fatto tutte le regolazioni del caso, modalità ISF esperto, filtri disattivati e local dimming inserito in modalità media, abbiamo inserito il Blu-ray di Watchmen all’interno del nostro player, consapevoli del fatto che le scene scure all’interno di questo disco non mancano. L’LM960 mette in mostra, fin dai menù, un’ottima resa generale: neri ben controllati, ottimo stacco cromatico e un buonissimo contrasto. Il livello di contrasto raggiunto, così come il nero nelle scene iniziale, è paragonabile a quello dei migliori LED della stagione, ma non raggiunge i traguardi di un plasma di nuova generazione. Impossibile fare un confronto a mente con la passata generazione di NanoLED, ma con un numero maggiore di zone controllate e di LED ci sembra di ricordare che, soprattutto sulle bande nere e sulle zone buie, si riusciva a raggiungere un livello di nero più spinto. L’LM960 mette in mostra molte doti, dal processore video di eccellente qualità, all’upscaling da SD a HD di elevato livel- lo all’ottimo controllo delle sfumature, tuttavia quello che manca è proprio il gap qualitativo che il pannello Nano LED dovrebbe dare, anche a fronte di un investimento più elevato. Anzi, proprio il pannello NanoLED evidenzia qualche limite che invece sull’LM860 non avevamo riscontrato. L’uniformità generale è buona, tuttavia quattro piccole spurie agli angoli si notano così come su una schermata bianca il bordo dell’immagine sembra leggermente meno luminoso. Il local dimming è una opzione indispensabile: basta provare a spegnerlo per trovarsi di fronte ad un’immagine priva di contrasto e dinamica, con un livello del nero troppo alto. C’è però un rovescio della medaglia: con il local dimming attivato il TV mangia qualche dettaglio nelle zone scure e in alcune occasioni, soprattutto sulle scene scure, si avverte qualche scia di troppo. La questione delle scie in realtà sembra essere un bug che colpisce le scene scure a 24p ma non a 60 Hz, bug che dovrebbe essere risolto con le prossime versioni di firmware. Abbiamo provato alcune sequenze di The Walking Dead e di Watchmen ed effettivamente sui contorni in alcune scene molto scure si avverte uno strano strascinamento. Inoltre, durante le carrellate destra sinistra e viceversa un po’ di banding è visibile. Ma questo dipende soprattutto dal pannello. Siamo stati troppo critici? L’LG LM960 è sicuramente un ottimo TV. Tuttavia in questo caso dal TV che ha sulla carta la miglior tecnologia LCD / LED del mercato ci aspettavamo di più, anche a fronte dei 500 euro in più rispetto all’ottimo LM860 che servono per portarlo a casa. Rispetto al modello dello scorso anno, LG ha ridotto il numero di zone e di LED e questo si vede, tuttavia con la sezione elettronica migliorata sono stati risolti anche un po’ di problemi dei modelli precedenti, anche se il banding nelle partite di calcio non è sparito del tutto. La tecnologia NanoLED ha enormi potenzialità ma ha bisogno di tante zone e tanti LED, e questo vuol dire anche costo elevato. Se si guardano alle prestazioni eccellenti raggiunte ormai da tanti TV Edge LED e all’arrivo di nuove tecnologie come l’OLED non ci stupiremmo se il prossimo anno LG decidesse di abbandonare questa valida ma costosa soluzione. Cinema 3D LG prosegue sulla sua strada e propone ovviamente il sistema Cinema 3D, occhiali polarizzati e minima fatica di visione. Il sistema quest’anno si evolve: migliora la resa soprattutto per quanto riguarda la conversione da 2D a 3D e viene aggiunta anche la funzione 3D Gaming per giocare in due sullo stesso schermo. La dotazione di occhiali è ai massimi livelli: c’è la classica scatola con 4 occhiali standard, c’è una clip per chi porta già gli occhiali e una coppia di occhiali gaming. La visione delle immagini 3D è molto buona: da una distanza di 3 metri su un 47” è difficile vedere le linee di scansione, ma la profondità c’è e l’immagine è naturale e poco affaticante. Durante la visione si possono aggiustare diversi parametri 3D, cosa che ora si può fare anche con la conversione da 2D a 3D, dove oltre ad una serie di preset personalizzati, l’utente può variare non solo l’entità dell’effetto di conversione ma anche l’offset, ovvero se vuole il 3D con maggiore profondità oppure se vuole che l’immagine esca dallo schermo. Il sistema Cinema 3D ci piace molto: non è impegnativo, non affatica e soprattutto è completo di tutto quello che serve. Siamo più critici invece sulla modalità dual gaming: il filtro FPR infatti non è così perfetto da separare due immagini totalmente diverse, e se durante la visione di un film il crosstalk è inavvertibile quando sono due immagini diverse come in questo caso il problema è evidente e un giocatore vede l’ombra di quello che sta facendo l’altro. Davvero difficile concentrarsi così. n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it TEST / Fotocamera e design sono gli stessi del Lumia 800. Manca ancora l’LTE, ma la connettività HSDPA a 42 Mbit/s fa il suo dovere p.24 Nokia Lumia 900: Windows Phone formato extra large Il modello di punta della gamma Lumia di Nokia ha display OLED da 4,3 pollici per uno degli smartphone Windows Phone 7 con schermo più grande sul mercato di P. Centofanti S e il Lumia 800 è stato il ritorno sulla “scena che conta” di Nokia in Europa, per il mercato americano serviva qualcosa di più... grande. Il mercato degli smartphone negli Stati Uniti - iPhone a parte che continua a rappresentare un capitolo completamente a sé - è ormai dominato nella fascia alta da terminali con schermi sempre più grandi e supporto per la rete di nuova generazione LTE. Il Lumia 900 nasce con questo scenario in mente: e infatti in sostanza non è che un Lumia 800 “pompato” con un display da 4.3 pollici, invece di 3.7 pollici, e connettività LTE. Dopo il debutto di inizio anno negli USA, il Lumia 900 è pronto ora per lo sbarco anche in Italia con qualche minimo ritocco, essenzialmente la connettività DCHSDPA al posto dell’LTE di cui in Italia ci possiamo fare ancora ben poco. Se sotto “il cofano” il Lumia 900 non porta grosse novità rispetto al suo fratello più piccolo (il processore ad esempio è il medesimo), c’è comunque in più la presenza della fotocamera frontale, che permette di effettuare videochiamate, e naturalmente una batteria più capiente per far fronte al display più grande. Ben costruito, ma design spigoloso Esteticamente il Lumia 900 non è davvero molto diverso da un Lumia 800, fatta ovviamente eccezione per le dimensioni. La differenza più grande è forse nel display, leggermente a goccia quello del Lumia 800, completamente piatto nel Lumia 900. Un piccolo dettaglio forse, ma che rende le linee del Lumia 900 nettamente più spigolose, specie sul bordo del display. Per il resto il design segue perfettamente quello del Lumia 800 con il guscio in policarbonato, stessa posizione dei tasti, dei connettori e della fotocamera. Il display è sempre OLED e ha una diagonale di 4.3 pollici. Il nome scelto da Nokia è di ClearBlack per indicare l’elevato rapporto di contrasto, anche se rispetto al Lumia 800 manca quell’effetto “a pelo di schermo” delle immagini. Come imposto dai vincoli di Windows Phone 7, la risoluzione del display è di 800x480 pixel, un po’ pochini per uno schermo di queste dimensioni (circa 217 dpi), ma a differenza del Lumia 800 (che aveva uno schermo pentile con subpixel condivisi), il pannello OLED del 900 è di tipo full RGB, il che fa una differenza non da poco. Il processore è lo stesso del Lumia 800, un single core da 1.4 GHz (il Qualcomm APQ8055), con 512 MB di RAM. Come consuetudine per i Windows Phone, anche in questo caso non abbiamo uno slot per schede di memoria SD, per cui possiamo fare affidamento solo sui 16 GB di memoria integrata di cui 13.22 quelli effettivamente a disposizione dell’utente. Il Lumia 900 utilizza le più piccole micro SIM e in dotazione troviamo una piccola graffetta per estrarre il cassettino per il suo inserimento nel telefono. L’unica connessione a disposizione è la porta micro USB e per il collegamento al computer avremo bisogno del software Zune su Windows e del Windows Phone 7 Connector su Mac. Il software è indispensabile sia per il trasferimento dei file che per l’aggiornamento del sistema operativo. Per il resto troviamo i soliti accessori: Wi-Fi 802.11n, Bluetooth (anche se “solo” 2.1), accelerometro, giroscopio, bussola digitale, sensore di prossimità e naturalmente A-GPS. Ma c’è anche la radio FM accessibile tramite l’app Musica & Video. Nuove funzioni intergrate Sul fronte del sistema operativo, Windows Phone 7 offre un’esperienza di utilizzo praticamente uniforme da un dispositivo all’altro. Il Lumia 900 esce sotto il segno della versione 7.5 con gli ultimi aggiornamenti della piattaforma (multi-tasking, integra- Nokia Lumia 900 - da 599 EURO Quality Longevity Design 8 8 8 zione di Twitter nell’hub contatti e mobile hotspot le funzionalità più importanti introdotte). In questo caso rispetto al “normale” troviamo diverse applicazioni esclusive realizzate appositamente da Nokia, che poi sono le stesse del resto della gamma Lumia: Nokia Drive, Nokia Musica, Nokia Mappe e l’ultima arrivata, Nokia Reading. Preinstallata troviamo anche Tango Video Calls, servizio multi-piattaforma (c’è anche per Android e iOS) che permette di effettuare gratuitamente videochiamate via Internet anche su rete 3G. Rispetto al Lumia 800 l’unica vera differenza è che troviamo già “out of the box” la funzionalità di hotspot portatile che consente di condividere via Wi-Fi la connessione Internet 3G (occhio come al solito a eventuali tariffe aggiuntive previste dal proprio operatore telefonico). Detto questo, non troviamo nulla di diverso da ogni altro telefono Windows Phone 7.5. L’impressione di trovarsi di fronte a un Lumia 800 semplicemente con lo schermo più grande rimane anche dopo aver utilizzato il telefono. Le specifiche tecniche dei due prodotti Simplicity D-Factor 9 7 Value 5 d’altra parte sono molto simili e Windows Phone come piattaforma ci ha già abituato a prestazioni davvero simili tra uno smartphone e l’altro quando si va a guardare la reattività dell’interfaccia a schermo, l’esperienza di navigazione sul web e l’utilizzo in generale. Qui la differenza è tutta soprattutto nello schermo OLED da 4.3 pollici. Nonostante la risoluzione sia invariata l’impiego di una matrice full RGB rende le immagini comunque ben definite anche se ormai la concorrenza su questi “tagli” ha davvero una marcia in più: la risoluzione non basta mai. Con l’impostazione di luminosità automatica il display tende a essere un po’ troppo poco luminoso specie per l’utilizzo in esterno. In questo caso impostare la luminosità massima è quasi un obbligo. Il display OLED non delude ovviamente quando si tratta di brillantezza dei colori e profondità del nero, caratteristica quest’ultima perfetta per esaltare l’interfaccia a “mattonelle” di Windows Phone 7. Inoltre si può apprezzare un’ottima precisione delle sfumature e naturalmente un angolo di visione semplicemente perfetto. segue a pag. 25 n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it p.25 MOBILE / La nuova funzionalità 3D dovrebbe essere una delle spinte a passare al nuovo iPhone MOBILE Uno sviluppatore dimostra che è tecnicamente possibile far funzionare le nuove mappe 3D di iOS 6 anche su iPhone 4 Ok il prezzo è giusto: 199 euro per un tablet da 7” con sistema operativo Android. Amazon ha annunciato l’apertura ufficiale dell’Appstore in Europa: cinque paesi tra i quali c’è l’Italia. È certo che Amazon, entro Natale, porterà in Italia il suo Kindle Fire, il tablet apprezzatissimo negli States per facilità d’uso e immediatezza. È probabile che non sarà però l’attuale Fire ad arrivare, ma la nuova e migliorata versione che andrà a scontrarsi con il Nexus Tablet di Google, anche lui atteso entro fine anno ad una cifra inferiore ai 200 euro. Un tablet potentissimo, Quad-Core con Tegra 3 ma privo di orpelli inutili come la videocamera posteriore per le foto. A meno di 200 euro non ci sono più scuse: il tablet può entrare davvero in ogni casa. Flyover su iPhone 4? Tecnicamente si può di P. Centofanti C he non tutte le funzionalità di una nuova versione di iOS arrivino anche sui modelli più vecchi di iPhone non è una novità. Con iOS 4 Apple lasciò l’iPhone 3G senza multi-tasking, mentre iOS 5 lo snobbò in toto, anche se in questi casi i limiti hardware dello smartphone in questione non erano pochi. Quando lo scorso anno Apple presentò SIRI, ne fece invece una funzionalità esclusiva per l’iPhone 4S, seppure non ci fossero controindicazioni hardware di sorta per il funzionamento su altri dispositivi. Nel caso delle nuove mappe 3D a quanto pare ci troviamo in un caso a metà strada tra questi due estremi. In breve: come dimostrato da un programmatore russo in un video, visibile qui a destra, le mappe 3D funzionano in effetti anche su iPhone 4, anche se a guardar bene non così bene come su iPhone 4S. Di certo la nuova funzionalità 3D (che presuppone un rendering in real time dei modelli tridimensionali) sarà, insieme alla navigazione turn-byturn, una delle novità con cui spingere i possessori di iPhone 4 all’upgrade al nuovo modello, che arriverà il prossimo autunno. Apple ha sempre seguito una strategia commerciale per l’iPhone basata su un “ciclo di upgrade” di 2 anni cucita addosso sulla durata dei contratti delle telco nordamericane: l’iPhone 4 era indirizzato ai possessori di iPhone 3G con contratto in scadenza, così come il 4S puntava a chi aveva ancora il 3GS. Ma nel caso delle mappe 3D, considerando come Apple cerchi di assicurare un certo “livello” di esperienza di utilizzo sui suoi dispositivi, è probabile che non abbia giudicato le prestazioni dell’iPhone 4 sufficienti. Lo stesso ragionamento non si può applicare alla navigazione turn-by-turn o alle videochiamate su rete cellulare. In questi casi, come per SIRI, Apple vuole spingere il passaggio ai nuovi modelli. Amazon VS Google sui tablet low cost TEST Nokia Lumia 900 segue da pag. 24 Il browser è sempre fluidissimo con qualsiasi sito e lo schermo più grande offre naturalmente una lettura più agevole. Purtroppo il rendering dei font ancora un po’ “grezzo” di Internet Explorer in combinazione con la risoluzione non eccellente del display limitano un po’ la qualità di riproduzione di molte pagine Web, specie quelle con molto testo. E come tutti i Windows Phone non c’è supporto per Adobe Flash. Per quanto riguarda la durata della batteria, al solito molto dipende dall’uso che se ne fa e in particolare se attiviamo la sincronizzazione automatica dei dati in back- ground (email push, notifiche social network e così via). In ogni caso, l’autonomia del Lumia 900 è sufficiente per accompagnarci nel corso di tutta la giornata. Ma non sperate di andare oltre. Il Lumia 900 è la prova che lo stesso design può non funzionare su tutte le scale. Se il Lumia 800 era un oggetto bello ed ergonomico, il Lumia 900 con le sue dimensioni appare un po’ troppo monolitico, spigoloso e persino più pesante di quello che è realmente. In più l’interfaccia di Windows Phone 7 ha sempre il limite di dare l’impressione che un sacco di spazio vada sprecato su queste dimensioni di schermo. Qui sopra, due particolari del Nokia Lumia 900: l’unica connessione a disposizione è la porta microUSB (foto a sinistra) e, a destra, il retro con la fotocamera da 8 MP. Fotocamera, si può migliorare Il Lumia 900 è dotato di fotocamera con sensore da 8 Megapixel con ottica Carl Zeiss 28 mm con F2.2 di apertura e flash a doppio LED. L’applicazione fotocamera non riserva particolari sorprese, rimanendo quella standard di Windows Phone, che comunque offre un’ampia serie di impostazioni (ISO, programmi di esposizione, bilanciamento del bianco). La resa della fotocamera è piuttosto interessante. A prima vista le immagini sono dotate di buona dinamica e appaiono cromaticamente equilibrate. Guardando le fotografie alla dimensione reale si nota un po’ di rumore di fondo del sensore anche in condizioni di luminosità ottimale e un dettaglio forse non così preciso, ma nel complesso la qualità della fotocamera è più che buona quando si tratta di condividere velocemente degli scatti sui social network o in generale con gli amici. Convince la resa in modalità macro, anche se va impostata manualmente ogni volta, mentre non è sempre ottimale l’esposizione automatica e a volte occore fare più tentativi per impostare correttamente la scena. Nella norma la resa in condizioni di scarsa luminosità, con un rumore piuttosto spiccato, ma comunque un livello di dettaglio decoroso. Purtroppo per limiti del sistema operativo, nonostante la risoluzione del sensore, il Lumia 900 riprende video a una definizione massima di 720p. La qualità video non è in questo caso sensazionale. Il livello di dettaglio non è elevatissimo, l’esposizione non si regola durante la ripresa e la compressione del file salvato è un filo troppo visibile: Conclusioni il Lumia 900 è uno smartphone ben costruito, forse un po’ troppo spigoloso nel design su questa dimensione (il Lumia 800 ci è piaciuto molto di più esteticamente nonostante le similitudini), e che offre la classica esperienza di utilizzo di Windows Phone 7. L’interfaccia è sempre fluidissima - uno dei punti di forza di WP7 - e l’unico vero appunto è nella qualità del rendering delle pagine web con Internet Explorer. Per il resto, il Lumia 900 è limitato dai vincoli stessi di Windows Phone 7, che cominciano ad andare un po’ stretti a un hadware sempre più evoluto. GX Gold Series mpi electronic - tel. 02.93.61.101 - fax 02.93.56.23.36 - [email protected] - www.mpielectronic.com n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it TEST / I vantaggi di un appparecchio modulare come questo PadPhone sono un unico piano dati e la comodità di un solo dispositivo configurato p.27 Asus PadPhone in prova: chi fa da sé fa per tre Smartphone, tablet o netbook, a seconda delle esigenze. Abbiamo provato il sistema componibile di Asus, uno smartphone dalla triplice “anima” di R. Pezzali I nutile negarlo: il mondo dei tablet è dominato da Apple. C’è chi, però, cerca di differenziarsi trovando soluzioni alternative, tra questi non possiamo non citare Asus. Con il suo brand Transformer, Asus ha portato sicuramente qualcosa di nuovo e il PadPhone che ci troviamo tra le mani è l’espressione massima del nuovo mondo modulare portatile del produttore di Taiwan. Padphone non è un tablet, non è uno smartphone e non è un netbook: sono tre prodotti in uno che possono essere assemblati a seconda delle esigenze. I tre prodotti sono uno smartphone dual core ultraslim con processore Snapdragon S4 dual core e schermo OLED, uno schermo da 10.1” che funziona come estensione dello smartphone e una tastiera docking che aggiunge porte USB e slot SD. Asus ha teorizzato che non sempre conviene avere due prodotti separati, e non sempre conviene avere un prodotto che fa tutto (ad esempio un tablet che telefona). Proprio per questo PadPho- piano dati e soprattutto la necessità di avere un solo dispositivo configurato e non due diversi device da tenere sincronizzati. Prima di iniziare con la prova vera e propria parliamo un po’ di prezzi: PadPhone e PadPhone Station vengono venduti insieme al prezzo di 699 euro, prezzo a cui bisogna aggiungere come accessorio la tastiera a 149 euro. Il pennino capacitivo Bluetooth, che permette anche di rispondere alle chiamate senza sganciare lo smartphone, costerà circa 49 euro. Lo smartphone non viene venduto da solo: peccato, perché è davvero ben fatto. Elevata qualità costruttiva Partiamo dallo smartphone, il PadPhone vero e proprio. Dal punto di Tasti a schermo e display Gorilla Glass vista costruttivo, Asus ha fatto davvero un bel lavoro: basta tenerlo in mano per percepire una elevata qualità costruttiva, un guscio in metallo decisamente sottile e un vetro edge to edge in Gorilla Glass che protegge il display. Sul frontale nessun tasto: come per il Galaxy Nexus, i tasti non sono fisici ma a schermo. Sempre nella parte frontale, oltre all’altoparlante, la piccola videocamera da 12 ne Station è una estensione dello smartphone, un display con batteria che diventa “intelligente” solo quando si innesta all’interno il PadPhone stesso. Senza smartphone, PadPhone Station è un semplice monitor spento. I vantaggi sono numerosi: schermo più ampio, audio migliore, maggiore autonomia, uso di un solo Micro HDMI, micro USB e tre contatti per l’antenna Asus PadPhone - 699 EURO (tastiera: 149 euro) Quality Longevity Design 8 7 8 Megapixel per le videochiamate. Il lato più interessante del PadPhone è il lato sinistro, dove sono stati inseriti micro HDMI, micro USB e tre piccoli contatti per l’antenna: Asus ha infatti inserito nella “station” un’antenna più potente da usare quando lo smartphone è inserito nella docking. Tramite questi connettori avviene l’accoppiamento tra lo smartphone e il display, un accoppiamento meccanico. Asus avrebbe potuto scegliere un connettore di tipo MHL: con un solo plug avrebbe risolto ogni problema, dalla ricarica al trasferimento di dati e video. I connettori non sono ovviamente coperti da alcuno sportellino. Nella parte superiore troviamo il tasto metallico per l’accensione e il jack cuffie. Il coperchio posteriore, che può essere rimosso per inserire la SIM, cambiare la batteria e eventualmente aggiungere una MicroSD è serigrafato; nella parte alta trovano spazio un altoparlante, il flash e la fotocamera da 8 megapixel con autofocus, obiettivo a 5 lenti e aper- Simplicity D-Factor 7 9 Value 7 tura F2.2. PadPhone ha un punto di forza e un punto debole: il primo è il processore Snapdragon S4 Dual Core da 1.5 GHz, un componente eccellente che offre prestazioni di altissimo livello anche dal punto di vista grafico, il secondo è lo schermo, un OLED qHD da 960 x 540 che non offre lo stesso livello di prestazioni dei più recenti schermi HD. Su una diagonale di 4.3” infatti la risoluzione sembra abbastanza bassa, e l’utilizzo di una matrice PenTile lascia intravedere una trama di pixel alla quale non eravamo più abituati. La cosa si nota soprattutto nelle schermate del browser, con le scritte piccole che non hanno la stessa leggibilità dei display di nuova generazione. Un peccato perché, come livello del nero, angolo di visione, brillantezza e resa cromatica il display dello smartphone è davvero su buonissimi livelli. Diamo infine qualche altro dettaglio: lo smartphone pesa 130 grammi con la batteria da 1.520 mAh, è spesso segue a pag. 28 n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it p.28 TEST Asus PadPhone segue da pag. 27 9.2 mm e all’interno ha 16 GB di memoria per le applicazioni e 1 GB di RAM. Il modulo radio prevede Wi-Fi 802.11 b/g/n, Bluetooth e 3G. Manca all’appello l’NFC. Da smartphone a tablet Asus la chiama “Station” perché integra anche una batteria aggiuntiva, ma alla fine non è altro che un display evoluto nel quale inserire, con un aggancio prettamente meccanico, il PadPhone. PadPhone Station assomiglia moltissimo agli altri tablet Asus Transformer, con un aumento di spessore necessario nella zona posteriore dove andiamo a inserire il PadPhone. L’aggancio, come abbiamo detto, è meccanico, lo smartphone e che ricarica anche lo smartphone quando è inserito. alla storia come uno smartphone dalle spiccate doti fotografiche. Keyboard, un accessorio non Ottimo come smartphone indispensabile tablet da migliorare Il terzo elemento del PadPhone è la tastiera docking: inserendo il tablet nella tastiera si trasforma PadPhone in un netbook. La tastiera è praticamente identica a quella degli altri tablet Transformer, ha un’altra batte- La nostra attenzione si focalizza ovviamente sullo smartphone: è un vero peccato che Asus non abbia pensato a vendere il solo telefono perché le prestazioni sono davvero eccellenti. Con il suo processore Snapdragon dual core questo PadPhone mette in mostra velocità, Keyboard PadPhone Asus La Station per trasformarlo in tablet va spinto nell’alloggiamento e per rimuoverlo basta spingere verso il basso il coperchio, azione che mette in funzione una levetta che estrae i due connettori posti sul fondo. Il peso della Station non è basso: più di 700 grammi che dopo un po’ si sentono. Nella parte alta, sopra lo schermo da 1280 x 800 (anche lui con Gorilla Glass) c’è la piccola videocamera frontale mentre a sinistra, di fianco ai due tasti per il volume, troviamo un ulteriore jack cuffie. La PadPhone Station non ha ingressi USB, slot per carte SD e nemmeno uscite HDMI, ma ha un carico interno di batterie (6.600mAh) che permette una autonomia record Connettori tra station e PadPhone ria all’interno e offre due porte USB e uno slot SD Card. Disponibile come accessorio a 149 euro, questa tastiera migliora senza dubbio la produttività, ma aumenta ulteriormente peso e spessore: i tre componenti assieme iniziano a diventare un bel mattoncino di spessore non indifferente. La tastiera è comunque comoda, con un touchpad abbastanza ampio per queste dimensioni e con un buon feeling in scrittura. Non è comunque un accessorio indispensabile. Una vocazione non proprio fotografica Asus non ha badato a spese e ha dotato PadPhone di una fotocamera da 8 Megapixel con lente a 5 elementi F2.2, flash e autofocus. Le foto realizzate, tuttavia, non sono adeguate all’hardware: immagini troppo compresse, parecchio rumore e una resa appena sufficiente. Anche i video non sono perfetti, nonostante il sensore capace di riprendere a 1080p, la resa finale non è perfetta, non tanto per la definizione quanto più per il rumore. Se la luminosità poi cala, il rumore aumenta e le immagini perdono ulteriore brillantezza. In sostanza il PadPhone ha una fotocamera risoluta, con tante opzioni, ma non passerà fluidità e immediatezza in moltissime situazioni. Con Android 4.0.3 a bordo, quasi originale, fatta eccezione per qualche piccola modifica, Asus PadPhone è un ottimo smartphone Android, e considerando che grazie alla presenza di ICS si può scaricare anche Chrome Mobile al posto del browser di default, l’experience che PadPhone è in grado di offrire è decisamente completa. Resta un po’ di rammarico per lo schermo PenTile: ottimo il nero, ottimi i colori ma quando si apre una pagina web con scritte molto piccole uno schermo RGB mostra la differenza, con una migliore leggibilità soprattutto sui caratteri più fini. La personalizzazione Asus di Ice Cream Sandwich non è così marcata: cambia la tastiera di default, una barra notifiche e impostazioni completa e qualche altra piccola funzione come la possibilità di catturare screenshot ma niente di estremo. Oltre a questo troviamo una serie di funzioni aggiuntive quando inseriamo il PadPhone all’interno della Station, impostazioni dedicate soprattutto a quelle applicazioni che non dispongono di doppia modalità smartphone tablet. Fino ad ora abbiamo parlato di PadPhone Station come di un monitor per PadPhone, ma in realtà è qualcosa di più: Ice Cream Sandwich infatti è il primo sistema operativo di Google universale, ovvero con all’interno la versione smartphone e quella tablet. Inserendo PadPhone dentro PadPhone Station non si attiva semplicemente l’uscita HDMI per mostrare le immagini su uno schermo più grande ma si commuta la modalità dell’OS in quella tablet, quindi con tutte le funzionalità e l’interfaccia di un tablet Asus (ad esempio il Transformer Prime). Ecco perché c’è il problema dell’adattabilità delle applicazioni: se le applicazioni sono sviluppate per entrambi i dispositivi allora quando si inserisce lo smartphone e si passa al tablet anche l’applicazione si ridimensiona correttamente e cambia modalità. Con PadPhone l’utente ha quindi a disposizione un vero smartphone Android e un vero tablet android con applicazioni, dati e connettività condivisa, ma senza alcun limite di utilizzo. L’unica operazione da migliorare è solo il passaggio dalle due modalità quando si inserisce lo smartphone o lo si toglie con le applicazioni aperte: con molte funziona, con qualcuna l’applicazione viene chiusa e va riavviata. Ecco un video completo di PadPhone e PadPhone Station con l’ultima release di firmware, la v.41, che Asus ci ha inviato prima del rilascio ufficiale. Un’ultima considerazione va fatta sulle prestazioni in modalità tablet: se con lo smartphone l’esperienza d’uso è molto appagante per la fluidità del dispositivo e la reattività del touch, anche all’interno del browser, quando usiamo il tablet l’impressione è quella di un sistema leggermente più lento, soprattutto con alcuni giochi e nel browsing di pagine pesanti. n. 50 / 25 giugno 2012 estratto da www.dday.it TEST / Abbiamo provato il cubetto più musicale del momento, in stile iPod, facile da trasportare, 6 cm di lato e autonomia fino a 8 ore p.29 NuForce Cube, diffusore molto piccolo ma potente Ha la batteria ricaricabile e gli ingressi USB e minijack con cui si collega alla fonte, ma soprattutto ha una resa musicale sorprendente di R. Faggiano L ’ultima tendenza del settore audio è quella di proporre diffusori piccoli e facilmente trasportabili per dare voce a uno smartphone o a qualsiasi altro apparecchio che possa contenere e riprodurre musica. La proposta di NuForce è il Cube, appunto un cubo da 6 cm di lato che costa 119 euro. Apparentemente una cifra molto alta per un semplice diffusore così piccolo. Ma la fama che si è meritata sin qui il marchio meritava un approfondimento. Quindi eccolo sotto esame alle orecchie di DDay.it, per l’occasione nella sua versione azzurra, ma lo si può scegliere anche nero, argento o rosso, tutto molto in stile iPod. In stile Apple anche la confezione, appena più grande del diffusore ma tutta trasparente per far ammirare il contenuto. Oltre al Cube troviamo il cavetto minijack, il cavo USB-mini USB, una custodia morbida a sacchetto e un foglietto di istruzioni. L’oggetto è dotato di batteria ricaricabile solo tramite USB, con un’autonomia di circa 8 ore. La sorgente musicale può essere un qualsiasi dispositivo con uscita minijack oppure un notebook tramite la presa USB, non c’è nessuna regolazione del volume interna e quindi si dovrà prevederla Il Cube utilizza un piccolo altoparlante larga banda energia sul riproduttore, tenendo più basso il livello di uscita. Costruzione su misura La costruzione è molto curata in ogni dettaglio, dalla struttura in alluminio, al minuscolo altoparlante larga banda con cono da 25 mm, alla piccola griglia in tessuto che protegge l’altoparlante. Anche la scheda circuitale che si intravede sotto all’altoparlante è realizzata con grande cura e con componentistica di pregio. Alla base del cubo troviamo quattro piedini in gomma per evitare spostamenti e per migliorare il contatto con la superficie d’appoggio, un fattore che non è casuale nella riproduzione musicale, come vedremo durante l’ascolto. Dov’è il vero diffusore? Nelle connessioni, minijack, un ingresso USB per PC e cuffia sulla sorgente. Inoltre troviamo anche un’uscita cuffia tramite lo stesso amplificatore interno che pilota l’altoparlante; in questo modo si potrà risparmiare Iniziamo l’ascolto con un iPod, notando che la sensibilità è più che sufficiente per le normali esigenze d’ascolto, ma certamente poco adatta a riempire di musica un grande ambiente. In pratica il volume va portato a tre/quarti della corsa per avere una resa accettabile. Notiamo che il Cube si accende – con un vistoso LED rosso - non appena inseriamo il cavetto minijack, anche se dall’altra parte non lo abbiamo ancora collegato all’iPod. Quindi attenzione a non lasciarlo inavvertitamente collegato per non consumare inutilmente la batteria. Ascoltiamo qualche brano di diverso contenuto musicale e subito si apprezza una resa decisamente buona, limitata più che altro in gamma bassa come comprensibile viste le dimensioni. Attorno al diffusore si crea una piacevole sensazione di profondità, nonostante la diffusione monofonica. Sicuramente non sembra di ascoltare un diffusore che misura 6 cm di lato ma un buon bookshelf di sani principi acustici; un ascoltatore occasionale cercherebbe con gli occhi un vero diffusore e non questa pulce azzurra. Con brani vocali tranquilli la resa musicale non ha nulla da invidiare a quello che potrebbe dare una docking station molto più costosa e ingombrante. Intanto il Cube era poggiato su un tavolino senza troppe cure nel posizionamento. Proviamo ora a spostarlo sui ripiani di una libreria molto più consistente e la resa in gamma bassa migliora, non ci sono miracoli ma comunque si migliora, potremmo osare parlare di dinamica e quindi passiamo al collegamento con il nostro notebook per ascoltare qualche brano in versione FLAC, limitandoci ai 44 kHz contemplati dal Cube. Una volta inserito il cavetto mini USB, l’installazione è immediata e il LED rosso inizia a lampeggiare per indicare la ricarica in corso della batteria. In questa modalità entra in gioco il convertitore interno del Cube, uno dei punti di forza della produzione Nu Force. Infatti la resa musicale migliora ulteriormente, adesso la sensazione di ascoltare un normale diffusore è quasi completa, manca solo l’ampiezza perché la sorgente è puntiforme. Nella nuova configurazione di sorgente possiamo anche alzare il volume oltre il lecito ma il Cube non protesta, seppure si noti che stiamo raggiungendo il limite. La gamma più bassa con orchestra sinfonica non è troppo indietro rispetto al solito e non si notano distorsioni o rimbombi; molto dettagliata la gamma acuta che non perde precisione ma rimane in buona evidenza. Tornando su livelli di uscita normali l’ascolto prosegue con grande piacevolezza, permettendo di ascoltare a lungo la propria musica preferita. Quindi il Cube non è solo un diffusore da portare in viaggio oppure da usare per sonorizzare un giardino o il balcone ma può diventare un serio concorrente di molte docking station, magari altrettanto valide musicalmente ma non certo trasportabili in una borsa o nello zaino come il Cube e non piazzabili dove capita. Ottimo anche per dare una seria voce a un notebook o a un tablet. La qualità musicale fa il resto e ridimensiona il prezzo non trascurabile; tra parentesi, per gli acquisti effettuati online dal sito del distributore italiano Audiograffiti, c’è in omaggio un paio di auricolari NuForce Ne-600X del valore di 30 euro. Tutto quello che ti serve per il prossimo viaggio Accessori Travelline Pensati per soddisfare ogni necessità mentre sei on-the-go www.gebl.net