SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Conferenza Nazionale di Consenso LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Capitolo 10 GESTIONE DELLA DISFUNZIONE NEUROLOGICA VESCICALE ED INTESTINALE IN FASE ACUTA Sauro Biscotto, Giulio Del Popolo, Maria Cristina Pagliacci 1 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Paragrafo 10A GESTIONE VESCICALE IN FASE ACUTA INTRODUZIONE La lesione midollare causa una fase di “shock spinale”, indipendentemente dal livello lesionale, che induce immediatamente la paralisi del muscolo detrusore associata a perdita dello stimolo minzionale con ritenzione urinaria completa (1). Pertanto, la problematica in fase acuta è di assicurare il drenaggio delle urine per evitare sovra distensioni vescicali e contribuire alla prevenzione delle infezioni urinarie. La mancata prevenzione di tali complicanze può compromettere il recupero funzionale vescico-sfinterico o pregiudicarne il percorso riabilitativo vescicale (2,3). Il mantenimento del drenaggio vescicale è fondamentale durante la fase acuta per evitare complicanze come la sovra distensione vescicale che può innescare un processo di connettivizzazione vescicale, che predispone alla complicanza irreversibile di riduzione della compliance vescicale, facilita la cronicizzazione delle infezioni e pone a rischio di complicanze dell’alto apparato urinario (1,4,5,6) Quale tipo di catetere, a permanenza o sovrapubico (7), quando iniziare il cateterismo a intermittenza o manovre facilitanti la minzione (8,9), quali terapie farmacologiche associare per la prevenzione e trattamento delle infezioni e per farmaco modulare la funzione vescico-sfinterica; sono gli elementi che, sulla scorta dell’evidenza clinica, dovrebbero essere razionalizzate in un algoritmo di percorso riabilitativo. Esistono al riguardo raccomandazioni all’interno di linee guida (Consortium for Spinal Cord Medicine 1998, revisionate nel 2005, SCIRE 2006), per lo più tratte da studi su popolazioni di soggetti con lesione midollare stabilizzata. I pochi dati disponibili riguardo alla gestione della funzione vescico-sfinterica nelle prime fasi dopo il trauma, nello specifico della lesione midollare, consentono di porre un numero molto limitato di raccomandazioni, la maggior parte delle quali con scarso numero e debole qualità delle evidenze, mostrando la necessità di trials di studio mirati in questo ambito. Per le possibili problematiche di traumi associati a carico dell’apparato urinario dirette o indiretto da trauma del bacino che possono coesistere nei pazienti con lesioni midollari traumatiche si rimanda a specifici lavori inerenti la gestione del paziente politraumatizzato. ELENCO DEI QUESITI 1. Il catetere a dimora induce complicanze urologiche acute più del cateterismo intermittente? 2. Il catetere a dimora induce complicanze urologiche acute più del cateterismo intermittente, del condom e/o della minzione riflessa? 3. Qual è la tecnica che si accompagna al minor numero di complicanze? 4. Quando dovrebbe essere impiegato il cateterismo intermittente? 5. L'uso di cateteri idrofili pre-lubrificati comporta meno infezioni urinarie e microtraumi rispetto ai normali cateteri in polivinile? 6. L'uso di anticolinergici per trattare l'iperattività detrusoriale (già iperreflessia) migliora la capacità vescicale? 7. Gli alfa-bloccanti sono efficaci nel trattamento della disfunzione del collo vescicale? 8. Che trattamento farmacologico va effettuato per la prevenzione delle infezioni urinarie? 9. L'irrigazione vescicale è efficace nel controllo delle infezioni urinarie? 10. Che supplementi dietetici possono migliorare il controllo delle infezioni urinarie? 2 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Domanda: Il catetere a dimora induce complicanze urologiche acute più del cateterismo intermittente? Riferimento bibliografico Linee Guida SCIRE 13:2-7 2005 Metodi Risultati Studi di casistica Studi di casistica hanno documentato che il catetere uretrale a dimora, se utilizzato nella fase acuta, si accompagna ad una serie di complicanze urologiche acute più del catetere intermittente L'impiego del cateterismo intermittente dovrebbe essere anticipato prima possibile ed essere disponibile alla dimissione Livello evidenza Raccomandazione IV-V / B Conclusioni: Esistono livelli di evidenza compresi tra IV e V con forza di raccomandazione B che indicano la necessità di rimuovere il catetere a permanenza prima possibile perché comporta più complicanze (calcolosi, lesioni uretrali) rispetto al cateterismo a intermittenza in fase acuta. Domanda: Il catetere a dimora induce complicanze urologiche acute più della cateterizzazione intermittente, del condom o della minzione indotta da stimoli? Riferimento bibliografico Metodi Risultati Linee Guida SCIRE 13:2-7 2005 Studi di casistica Studi di casistica hanno documentato che il catetere uretrale a dimora si accompagna ad una serie di complicanze urologiche acute più delle altre manovre L'impiego del cateterismo intermittente o di altre tecniche inducenti la minzione dovrebbe essere anticipato prima possibile Livello evidenza Raccomandazione IV-V / B Conclusioni: Esistono livelli di evidenza compresi tra IV e V con forza di raccomandazione B che indicano che il catetere uretrale a dimora si accompagna ad una serie di complicanze urologiche acute più delle altre manovre. L'impiego del cateterismo intermittente o di altre tecniche facilitanti la minzione dovrebbe essere anticipato prima possibile. Domanda: Qual è la tecnica che si accompagna al minor numero di complicanze? Riferimento bibliografico Metodi Risultati Linee Guida SCIRE 13:2-7 2005 Studi di casistica Studi di casistica dimostrano che il cateterismo intermittente comporta il minor numero di complicanze ed ha un tasso di complicanze a distanza comparabile alla minzione indotta da stimoli L'impiego del cateterismo intermittente dovrebbe essere anticipato così da essere disponibile alla dimissione 3 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 Livello evidenza Raccomandazione IV-V / B SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Conclusioni: Esistono livelli di evidenza compresi tra IV e V con forza di raccomandazione B che indicano che il cateterismo intermittente comporta il minor numero di complicanze ed ha un tasso di complicanze a distanza comparabile alla minzione indotta da stimoli Domanda: Quando dovrebbe essere impiegato il cateterismo intermittente? Riferimento bibliografico Metodi Risultati Linee Guida SCIRE 13:2-7 2005 Studi di casistica Uno studio di casistica ha dimostrato che il cateterismo intermittente, rispetto al catetere trans-uretrale o sovra-pubico permanente, si associa ad una riduzione del tempo per la eliminazione del catetere L'impiego del cateterismo intermittente dovrebbe essere anticipato così da essere disponibile alla dimissione Livello evidenza Raccomandazione IV-V / B Conclusioni: Esistono livelli di evidenza compresi tra IV e V con forza di raccomandazione B che indicano la necessità che l'impiego del cateterismo intermittente dovrebbe essere anticipato prima possibile ed il paziente essere autonomo nell’esecuzione della metodica alla dimissione. Domanda: L'uso di cateteri idrofili pre-lubrificati comporta meno infezioni urinarie e microtraumi rispetto ai normali cateteri in polivinile? Riferimento bibliografico Metodi Risultati Linee Guida SCIRE 13:8-9 2005 Trial randomizzato In un trial randomizzato, l'uso dei suddetti cateteri ha comportato meno infezioni, meno cellule nelle vie urinarie, meno sanguinamenti e più soddisfazione L'impiego dei suddetti cateteri è da preferire ai cateteri convenzionali Linee Guida SCIRE 13:8-9 2005 Trial randomizzato In un trial randomizzato, l'uso dei suddetti cateteri ha comportato meno infezioni, ma non meno sanguinamenti e più soddisfazione L'impiego dei suddetti cateteri è da preferire ai cateteri convenzionali Livello evidenza Raccomandazione II-I / B II-I / B Conclusioni: Esistono livelli di evidenza compresi tra II e I con forza di raccomandazione B che indicano minori infezioni, ematuria e maggior soddisfazione del paziente con l’utilizzo di cateteri idrofili pre-lubrificati rispetto ai cateteri convenzionali. Domanda: L'uso di anticolinergici per trattare l'iperattività detrusoriale neurogena (già iperreflessia) migliora la capacità vescicale? Riferimento bibliografico Metodi Risultati Linee Guida SCIRE 13:27-28 2005 TCR propiverina vs. placebo Un trial randomizzato con propiverina contro placebo dimostra maggiore capacità vescicale, meno urina residua, maggior contrazione massima e durata di contrazione del detrusore 4 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 Livello evidenza Raccomandazione II / B SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA SCIRE 13:27-29 2005 SCIRE 13:27-29 2005 Studi di casistica Studi pre-post e di casistica dimostrano, con risultati controversi, che l'ossibutinina migliora alcuni parametri urodinamici (in una occasione associata a verapamil) Un trial randomizzato con tolterodina contro placebo dimostra un incremento del volume vescicale e una riduzione degli episodi di incontinenza Uno studio di coorte che ha confrontato ossibutinina e tolterodina ha dimostrato uguali volumi di cateterizzazione e capacità vescicale ma meno secchezza di bocca con tolterodina In un trial randomizzato contro placebo il cloruro di trospio riduce la pressione massima del detrusore ed aumenta la capacità vescicale TCR tolterodina vs. placebo SCIRE 13:27-29 2005 Studio di coorte ossibutinina vs. tolterodina SCIRE 13:27-29 2005 TCR cloruro di trospio vs. placebo IV-V / C II / B III / C II / B Conclusioni: Esistono livelli di evidenza compresi tra II e V con forza di raccomandazione tra B e C per l’uso di anticolinergici nel trattamento dell’ l'iperattività detrusoriale neurogena (già iperreflessia). Pertanto viene raccomandato l’uso degli anticolinergici per trattare l'iperattività detrusoriale neurogena con conseguente miglioramento della capacità vescicale. Domanda: Gli alfa- bloccanti sono efficaci nel trattamento della disfunzione del collo vescicale? Riferimento bibliografico Metodi Risultati Linee Guida SCIRE 13:29-32 2005 TCR tamsulosina vs. placebo Linee Guida SCIRE 13:29-32 2005 TRC moxisilito vs placebo In un trial randomizzato, la tamsulozina contro placebo incrementa la frequenza e l’entità delle minzioni, migliora gli indici di incontinenza e la disreflessia autonomica Il moxisilito riduce, rispetto al placebo, la pressione max di chiusura dell'uretra,la PA diastolica e la frequenza cardiaca Studi di casistica e pre-post dimostrano che il terazosin migliora i parametri della disfunzione del collo vescicale e la disreflessia autonomica Uno studio di casistica dimostra che la fenossibenzamina può ridurre la resistenza vescicale e la dissinergia detrusore-sfintere in pazienti che non rispondono alle manovre di Valsalva/Credè In due studi di casistica, gli alfabloccanti modificano alcuni parametri urodinamici Linee Guida SCIRE 13:29-32 2005 Studio di casistica Linee Guida SCIRE 13:29-32 2005 Studio di casistica Linee Guida SCIRE 13:29-32 2005 2 Studi di casistica Livello evidenza Raccomandazione II / B II / B IV-V / C V/C V/C Conclusioni: Esistono livelli di evidenza compresi tra II e V con forza di raccomandazione tra B e C per l’uso di bloccanti alfa-adrenergici nel trattamento della disfunzione del collo vescicale. Gli alfa-bloccanti vengono quindi raccomandati per il trattamento della disfunzione del collo vescicale. Inoltre tamsulosina e terazosina agiscono anche nella disreflessia autonomica. 5 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Domanda: Che trattamento farmacologico va effettuato per la prevenzione delle infezioni urinarie? Riferimento bibliografico Metodi Risultati Linee Guida SCIRE 13:54-59 2005 TCR norfloxacina Linee Guida SCIRE 13:54-59 2005 Studio osservazionale prospettico In un trial randomizzato, la norfloxacina ha soddisfacentemente controllato le infezioni urinarie; reinfezioni e resistenze sono state però molto frequenti In uno studio osservazionale prospettico, un utilizzo ciclico settimanale di antibiotici orali ha ridotto i consumi, frequenza e durata delle ospedalizzazioni e le resistenze In un trial randomizzato un trattamento con ofloxacina vs. trimetoprim-sulfametoxazolo per 3 dì ha mostrato pari efficacia clinica e maggior grado di eradicazione batterica Un trial randomizzato ha dimostrato che la ciprofloxacina somministrata per 14 giorni è seguita da un minor numero di recidive rispetto ad una somministrazione per 3 dì In un trial randomizzato tobramicina ed amikacina non sono risultate diverse presentando entrambe un basso potenziale terapeutico (efficacia clinica e carica batterica nelle urine) Linee Guida SCIRE 13:54-59 2005 TCR ofloxacina vs trimetropimsulfametoxazolo Linee Guida SCIRE 13:29-3254-59 2005 TCR ciprofloxacina 14gg vs ciprofloxacina 3gg Linee Guida SCIRE 13:54-59 2005 TCR tobramicina vs amikacina Livello evidenza Raccomandazione II / B IV / C II / B II / B II / D Conclusioni: Esistono livelli di evidenza compresi tra II e IV con forza di raccomandazione tra B e D per l’uso di antibiotici nella prevenzione delle infezioni urinarie. Generalmente l’uso va limitato a casi particolari (es. reflusso vescico-ureterale) per lo svilupparsi di resistenze e per la scarsa efficacia nel controllo delle recidive (da verificare). Bisogna precisare che buona parte della letteratura non si riferisce a profilassi ma a terapia delle IVU. Domanda: L'irrigazione vescicale è efficace nel controllo delle infezioni urinarie? Riferimento bibliografico Metodi Risultati Linee Guida SCIRE 13:54-59 2005 TCR irrigazioni con sol. fisiologica, ac. acetico e neomicina-polimixina Linee Guida SCIRE 13:54-59 2005 Studio di casistica In un trial randomizzato, irrigazioni con soluzione fisiologica, acido acetico e neomicina-polimixina sono risultate similmente inefficaci nel controllo delle cariche batteriche Uno studio di casistica ha mostrato che un trattamento intermittente con neomicina/polimixina per irrigazione vescicale riduce le resistenze batteriche Livello evidenza Raccomandazione II / D V/C Conclusioni: le irrigazioni vescicali sono inefficaci nel trattare la batteriuria livello di evidenza II con forza di raccomandazione D. Cicli di trattamento con neomicina/polimixina per irrigazione possono ridurre le resistenze batteriche livello di evidenza V con forza di raccomandazione C 6 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Domanda: Che supplementi dietetici possono migliorare il controllo delle infezioni urinarie? Riferimento bibliografico Metodi Risultati Linee Guida SCIRE 13:60-62 2005 TCR sull'uso di succo di mirtilli, fosfati ed ac. ascorbico Trial randomizzati sull'uso di succo di mirtilli, fosfati ed acido ascorbico hanno prodotto risultati negativi nell'acidificazione delle urine. Risultati contrastanti del succo di mirtilli sulla prevenzione di infezioni urinarie Livello evidenza Raccomandazione II / B Conclusioni: Non vi sono supplementi dietetici utili per la prevenzione di infezioni urinarie nello SCI, livello di evidenza II con forza di raccomandazione B SINTESI FINALE Non esistono evidenze che il catetere transuretrale permanente sia più o meno efficace del catetere sovrapubico. il catetere a permanenza comporta più complicanze (calcolosi, lesioni uretrali) rispetto al cateterismo a intermittenza in fase acuta. Il catetere a permanenza aumenta l’incidenza di complicanze rispetto all'impiego del cateterismo intermittente ma anche di altre tecniche facilitanti la minzione. il cateterismo intermittente comporta il minor numero di complicanze l'impiego del cateterismo intermittente dovrebbe essere anticipato prima possibile ed il paziente essere autonomo nell’esecuzione della metodica alla dimissione I cateteri idrofili pre-lubrificati rispetto ai cateteri convenzionali inducono minori infezioni, ematuria e maggior soddisfazione del paziente. Gli anticolinergici sono efficaci nel trattamento dell’iperattività detrusoriale con conseguente aumento della capacità vescicale nei pazienti con SCI. I bloccanti alfa adrenergici vengono utilizzati nel trattamento della disfunzione del collo vescicale, soprattutto nelle SCI incomplete, per favorire lo svuotamento vescicale. Generalmente l’uso di antibiotici nella prevenzione delle infezioni urinarie va limitato a casi particolari (es. reflusso vescico-ureterale) per lo svilupparsi di resistenze e per la scarsa efficacia nel controllo delle recidive. Le irrigazioni vescicali sono risultate inefficaci nel controllo delle cariche batteriche ma possono riduce le resistenze. Non vi sono supplementi dietetici utili per la prevenzione di infezioni urinarie nello SCI. 7 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Bibliografia . 1) Samson G, Cardenas DD.: Neurogenic bladder in spinal cord injury Phys Med Rehabil Clin N Am. 2007 May;18(2):255-74, (Review). 2) Vaidyanathan S, Mansour P, Soni BM, Singh G, Sett P.: The method of bladder drainage in spinal cord injury patients may influence the histological changes in the mucosa of neuropathic bladder - a hypothesis. BMC Urol. 2002 Apr 30;2:5. 3) Biering-Sørensen F, Nielans HM, Dørflinger T, Sørensen B.: Urological situation five years after spinal cord injury. Scand J Urol Nephrol. 1999 Jun;33(3):157-61. 4) Favazza T, Midha M, Martin J, Grob BM.: Factors influencing bladder stone formation in patients with spinal cord injury. J Spinal Cord Med. 2004;27(3):252-4. 5) Linsenmeyer TA, Ottenweller J.: Bladder stones following SCI in the Sprague-Dawley rat. J Spinal Cord Med. 2003 Spring;26(1):65-8 6) Shah PS, Cannon JP, Sullivan CL, Nemchausky B, Pachucki CT.: Controlling antimicrobial use and decreasing microbiological laboratory tests for urinary tract infections in spinal-cord-injury patients with chronic indwelling catheters. Am J Health Syst Pharm. 2005 Jan 1;62(1):74-7 7) Sugimura T, Arnold E, English S, Moore J.: Chronic suprapubic catheterization in the management of patients with spinal cord injuries: analysis of upper and lower urinary tract complications. BJU Int. 2008 Jun;101(11):1396-400. Epub 2008 Jan 8. 8) Kuhn W, Rist M, Zaech GA.: Intermittent urethral self-catheterisation: long term results (bacteriological evolution, continence, acceptance, complications). Paraplegia. 1991 May;29(4):222-32. 9) Cardenas DD, Kelly E, Mayo ME.: Manual stimulation of reflex voiding after spinal cord injury. Arch Phys Med Rehabil. 1985 Jul;66(7):459-62 10) EAU neurogenic guidelines 11) Abrams ICI book 1998, 2002,2005 8 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Paragrafo 10B DISFUNZIONE NEUROLOGICA INTESTINALE INTRODUZIONE La gestione della disfunzione neurologica intestinale è un problema che si pone sin dalle prime fasi dopo il trauma, relativamente ad una grave alterazione della motilità gastro-intestinale che determina un significativo rallentamento del tempo di transito intestinale, talvolta fino all’ileo paralitico. A ciò si associano l’assenza dello stimolo della defecazione ed una difficoltà nell’evacuazione legata alla perdita dell’ innervazione somatica ed autonoma a livello sacrale. Il mantenimento della canalizzazione intestinale è fondamentale durante la fase acuta per evitare complicanze come la distensione colo-rettale, la formazione di fecalomi e l’occlusione intestinale (Gore et al. 1981). Ugualmente la necessità di minimizzare l’impatto della stipsi, che colpisce fino all’ 80% dei soggetti con SCI (Krogh et al. 2002) e dell’incontinenza (Correa & Rotter 2000), nonché delle possibili complicanze da esse derivanti sulla qualità della vita (Longo et al. 1995), si traducono nella necessità di adottare un approccio razionale alla rieducazione intestinale sin dall’inizio del programma riabilitativo. Esistono al riguardo raccomandazioni all’interno di linee guida (Consortium for Spinal Cord Medicine 1998, revisionate nel 2005, SCIRE 2006), per lo più tratte da studi su popolazioni di soggetti con lesione midollare stabilizzata. I pochi dati disponibili riguardo alla gestione della funzione intestinale nelle prime fasi dopo il trauma, nello specifico della lesione midollare, consentono di porre un numero molto limitato di raccomandazioni, la maggior parte delle quali con scarso numero e debole qualità delle evidenze, mostrando la necessità di ulteriore ricerca in questo ambito. Le problematiche acute quali l’ileo paralitico, i disturbi della motilità del tratto gastro-intestinale superiore con sovradistensione gastrica e relativo aggravamento della difficoltà respiratoria nonché il rischio di ulcera da stress sono gestite generalmente in accordo con le indicazioni per il soggetto politraumatizzato nell’ambito della terapia intensiva, pertanto non verranno affrontate in questo paragrafo. ELENCO DEI QUESITI 1. 2. 3. 4. 5. Quando e come deve essere iniziata la gestione intestinale dopo SCI? Interventi combinati (dieta, apporto idrico, manovre di induzione dell’ evacuazione) possono essere utili nel facilitare l’evacuazione? L'irrigazione intermittente dell’ampolla rettale con acqua tiepida facilita l'evacuazione? L'ingestione di una dieta arricchita di fibre facilita l'evacuazione? L’uso di farmaci procinetici facilita la gestione della disfunzione neurologica intestinale nella SCI in fase acuta? Domanda: Quando e come deve essere iniziata la gestione intestinale dopo SCI? La raccomandazione n° 7 delle linee guida del Consortium for Spinal Cord Medicine, pag 1516, definisce la necessità di iniziare la gestione intestinale durante la fase acuta e proseguirla per tutta la vita del paziente, salvo completo recupero neurologico. I programmi di gestione devono essere basati sul livello neurologico e sul tipo di disfunzione intestinale che ne deriva, esemplificata nella definizione di “intestino reflessico” e “intestino areflessico”. Le differenze nei programmi per l’intestino “reflessico” ed “areflessico” riguardano: 9 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Il tipo di stimolazione rettale (meccanica e/o chimica per il “reflessico”, evacuazione manuale per l’”areflessico”) La consistenza delle feci da mantenere (più elevata nell’intestino “areflessico” per favorire la continenza e facilitare l’evacuazione manuale) La frequenza delle evacuazioni da programmare (almeno quotidiana o due volte al giorno nell’intestino “areflessico”, quotidiana o a giorni alterni nel “reflessico”) Nella fase di shock midollare, quando la peristalsi è ridotta ed i riflessi ano-rettali sono assenti, si devono adottano le procedure per l’intestino “areflessico” (Halm 1990). Tale raccomandazione si basa su testi clinici e manuali di procedure infermieristiche, in assenza di evidenze scientifiche documentabili, pertanto ha un Grado di raccomandazione legato al Consenso di esperti (accordo del Panel elevato). Per la raccomandazione si rimanda al Panel Domanda: Interventi combinati (dieta, apporto idrico, possono essere utili nel facilitare l’evacuazione? induzione dell’ evacuazione) Due differenti programmi di gestione intestinale, entrambi comprendenti multipli fattori come la dieta, l’apporto idrico e la induzione programmata dell’evacuazione, hanno determinato anamnesticamente rispetto al pre-trauma una riduzione del tempo di transito intestinale (Badiali 1997) e dell’ incidenza di difficoltà nell’evacuazione (Correa & Rotter 2000). Per le caratteristiche multifattoriali dell’intervento non è possibile determinare quale sia il fattore chiave. Riferimento bibliografico Metodi Risultati Linee Guida SCIRE,12.04 2006 Correa & Rotter 2000, studio pre e post-trauma, 38 soggetti con SCI, somministrazione di un programma di evacuazioni programmate La difficoltà nell’evacuazione post SCI era ridotta significativamnente, come la necessità di evacuazione manuale con l’applicazione del programma Linee Guida SCIRE,12.04 2006 Badiali et al. 1997, studio pre e post-trauma, 10 soggetti con SCI, dieta,supporto idrico, evacuazioni programmate Riduzione del tempo di transito e incremenhto della frequenza delle evacuazioni Livello evidenza Raccomandazione V V Conclusione: Interventi combinati possono facilitare l'evacuazione dopo lesione midollare (Grado C) Domanda: L'irrigazione di acqua, intermittente con rapidi boli, facilita l'evacuazione? Uno studio di casistica ha dimostrato che la rimozione di feci è più facile e l’incidenza di evacuazioni difficili si riduce, in soggetti con tendenza a formare fecalomi e che non rispondono ad un programma di evacuazione regolare, mediante la somministrazione di rapidi cicli intermittenti di acqua tiepida nell’ampolla rettale per rompere i fecalomi e stimolare la peristalsi. 10 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA Riferimento bibliografico Metodi Risultati SCIRE 12.07 2006 Puet et al. 1997 Studio di casistica, 31 soggetti con SCI Livello evidenza Raccomandazione L'irrigazione periodica può facilitare l'evacuazione nello SCI IV Conclusioni: La rimozione delle feci dall’ampolla in soggetti con lesione midollare che non rispondono ad un programma di evacuazione intestinale e tendono a formare fecalomi può avvalersi dell’irrigazione intermittente. (Grado C) Domanda: L'ingestione di una dieta ricca di fibre facilita l'evacuazione? C’è una limitata evidenza che l’incremento in fibre della dieta nelle persone con SCI possa produrre effetti non desiderabili per la gestione dell’evacuazione nella lesione midollare, quali l’incremento del volume fecale ed un rallentamento del tempo di transito. Riferimento bibliografico Linee Guida SCIRE,12.08 2006 Linee Guida Consortium for Spinal Cord Medicine 1998 (2005) Metodi Cameron 1996 Studio di casistica Risultati Livello evidenza Raccomandazione transito intestinale rallentato e volume di feci emesso maggiore dopo dieta ricca di fibre Una dieta supplementata di fibre non facilita l'evacuazione nello SCI V Non è utile incrementare indiscriminatamente in tutti i soggetti con SCI il contenuto in fibre della dieta. Iniziare con non <15 g di fibre, incrementare gradualmente considerando attentamente la insorgenza di intolleranza, sospendere se compaiono V Conclusione: Una dieta arricchita di fibre non è consigliabile per tutti i soggetti con lesione midollare. C’è necessità di ulteriore ricerca per determinare il livello ottimale di fibre nella dieta della persona con lesione midollare. Per la raccomandazione si rimanda al Panel . Domanda: L’uso di farmaci procinetici facilita la gestione della disfunzione neurologica intestinale nella SCI in fase acuta? Non ci sono dati a supporto dell’uso di farmaci procinetici quali cisapride, prucalopride, metoclopramide, nella fase acuta dopo SCI. L’impiego di tali farmaci è stato valutato solo in studi di piccole dimensioni in soggetti con lesione midollare in fase cronica (Coggrave M, Wiesel PH, Norton C , The Cochrane Library, 2008). Va sottolineata la cautela necessaria nell’uso della cisapride dopo la segnalazione di grave aritmia ventricolare (386 casi dall’entrata in commercio nel 1988) e di morte imrovvisa (50 casi) associate all’uso di tale farmaco (Ferriman 2002). Conclusioni: Non ci sono dati che supportino l’uso di farmaci procinetici in fase acuta. Per la raccomandazione si rimanda al Panel 11 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA SINTESI FINALE Una raccomandazione legata al Consenso di esperti definisce la necessità di iniziare la gestione intestinale precocemente durante la fase di shock midollare, adottando le procedure per l’intestino “areflessico” Interventi combinati possono facilitare l'evacuazione dopo lesione midollare (Grado C) La rimozione delle feci dall’ampolla in soggetti che non rispondono ad un regolare programma di evacuazione intestinale può avvalersi dell’irrigazione intermittente. (Grado C) C’è necessità di ulteriore ricerca per determinare il livello ottimale di fibre nella dieta della persona con lesione midollare. Non ci sono dati che supportino l’uso di farmaci procinetici in fase acuta. Bibliografia 1. Gore, R.M., R.A. Mintzer, and L. Calenoff. Gastrointestinal complications of spinal cord injury. Spine 6 (1981): 538–44. 2. Krogh K, Jensen MB, Gandrup P, Laurberg S, Nilsson J, Kerstens R, De Pauw M. Efficacy and tolerability of prucalopride in patients with constipation due to spinal cord injury. Scand J Gastroenterol 2002;37:431-436. 3. Correa GI, Rotter KP. Clinical evaluation and management of neurogenic bowel after spinal cord injury. Spinal Cord 2000;38:301-308. 4. Longo WE, Woolsey RM, Vernava AM, Virgo KS, McKirgan L, Johnson FE. Cisapride for constipation in spinal cord injured patients: a preliminary report. J Spinal Cord Med 1995;18:240-244. 5. Consortium for Spinal Cord Medicine. Neurogenic bowel management in adults with spinal cord injury. In Clinical practice guidelines. Paralyzed Veterans of America; 1998, revised in 2005. 6. SCIRE – Spinal Cord Injury Rehabilitation Evidence 7. Claxton G, Abramson C. Neurogenic Bowel Following Spinal Cord Injury. In: Eng JJ, Teasell RW, Miller WC, editors. Spinal Cord Injury Rehabilitation Evidence. Vancouver, 2006; p 12.1-12.17. 8. Halm, M.A. Elimination concerns with acute spinal cord trauma. Assessment and nursing intervention. Crit Care Nurs Clin North Am 2 (1990): 385–98. 9. Badiali D, Bracci F, Castellano V, Corazziari E, Fuoco U, Habib FI, Scivoletto G. Sequential treatment of chronic constipation in paraplegic subjects. Spinal Cord 1997;35:116-120. 10. Puet TA, Jackson H, Amy S. Use of pulsed irrigation evacuation in the management of the 12 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009 SOCIETA' MEDICA ITALIANA DI PARAPLEGIA Conferenza Nazionale di Consenso: LA GESTIONE MULTIDISCIPLINARE DELLA LESIONE MIDOLLARE IN FASE ACUTA neuropathic bowel. Spinal Cord 1997;35:694-699. 11. Cameron KJ, Nyulasi IB, Collier GR, Brown DJ. Assessment of the effect of increased dietary fibre intake on bowel function in patients with spinal cord injury. Spinal Cord 1996; 34:277-283. 12. Badiali D, Corazziari E, Habib FI, Bausano G, Viscardi M, Anzini F, et al. A double-blind controlled trial on the effect of cisapride in the treatment of constipation in paraplegic patients Journal of Gastrointestinal Motility 1991;3(4):263–7. 13. de Both PSM, de Groot GH, Slootman HR. Effects of cisapride on constipation in paraplegic patients: a placebo-controlled randomized double-blind cross-over study. European Journal of Gastroenterology & Hepatology 1992;4:1013-7 14. Geders JM, Gaing A, Bauman WA, Korsten MA. The effect of cisapride on segmental colonic transit time in patients with spinal cord injury. Am.J.Gastroenterol 1995;90:285-289. 15. Segal JL, Milne N, Brunnemann SR, Lyons KP. Metoclopramide-induced normalization of 16. impaired gastric emptying in spinal cord injury. Am J Gastroenterol 1987;82:1143-1148. 13 Capitolo 10 Versione 2 – 5 febbraio 2009