^ Villaggio Sosf cinquantanni di solidarietà •.1 f • . i , # r <•« 25 I^ÙJM- *M , W J ,*%::': T" • • Il Villaggio del fanciullo Sos di Trento compie cinquantanni: mezzo secolo di solidarietà tutta dedicata ai bambini più sfortunati. All'inizio si trattava quasi esclusivamente di orfani, mentre adesso sono i difficili equilibri nelle famiglie afarla da padrone. Perchéallaf ine, chi ne va di mezzo sono sempre i bambini. • MAROGNOLI A PAGINA n I primi cinquant'anni del Villaggio del fanciullo Si avvicina la data della festa per la storica istituzione che accoglie i minori li presidente Demattè: nelle «casette» abbiamo cresciuto quattrocento «popi» di Luca Marognoli I TRENTO Due generazioni di bimbi diventati grandi sulla collina di Gocciadoro. Il Villaggio del fanciullo Sos di Trento compie mezzo secolo. Sono già iniziati i preparativi per la cerimonia e la grande festa che si terrà domenica 19 maggio, con l'arcivescovo Luigi Bressan e le autorità in visita tra le "casette" con gli alpini - come sempre - a far da cuochi. Il giorno precedente invece a Palazzo Geremia si terrà l'assemblea di Sos Villaggi dei bambini Italia, associazione che partì anch'essa da Trento e dall'anno scorso è presieduta dall'architetto trentino Alverio Camin. Da ben 19 anni, invece, è pre- sidente del Villaggio Giuseppe Demattè, succeduto a Giustiniano de Pretis e a Nilo Piccoli. Presidente Demattè, come è cambiato il Villaggio dagli armi Sessanta a oggi? É cambiata l'accoglienza. Quando siamo partiti, fu chiuso l'orfanotrofio e i bambini non avevano i genitori; oggi l'80% è qui per complesse problematiche familiari. E la vita all'interno? Una volta c'era l'educatrice residenziale, quella che si chiamava la "mamma" del villaggio. Ne sono rimaste quattro anche perché la mamma (naturale, ndr) ce l'hanno tutti. Oggi abbiamo delle équipe di educatori professionali, che operano secondo progetti individuali. Nel Villaggio ci sono i "piccoli", poi abbiamo i ragazzi adolescenti alla baita don Onorio Spada di San Dona e le ragazze in alcuni appartamenti in città. Teoricamente a 18 anni dovrebbero andarsene, ma noi li seguiamo ancora. Abbiamo un fondo per aiutarli negli studi. Quanti bambini avete accolto in mezzo secolo? Oltre 400. Un tempo restavano da "popi" finché non diventavano grandi. Oggi gli affidi dovrebbero durare due anni, ma spesso vanno avanti ben oltre. Ne incontro tanti in città di ragazzi cresciuti qui e una volta all'anno facciamo la festa degli ex. Iniziano ad avere 40-50 anni: hanno famiglie, mogli e figli. Ognuno di loro ha percorso la sua strada... Sì, sono diventati commercialisti, vigili urbani, impresari, impiegati... La generalità si è sistemata, insomma, ma hanno tenuto un bel legame con la loro presenza qui. La mamma Cesarina, che morì cadendo da un autobus, fu la prima e continuava a lavorare anche da pensionata. In tanti venivano a trovarla e le erano ancora vicini. Quali i momenti più belli? In generale la grande solidarietà di cui il Villaggio gode sul territorio. Amicizie vere e concrete. Belle sono poi le visite particolari: Fiorella Mannoia viene a trovarci ogni tanto, ma non vuole che lo si dica, poi ci sono i campioni dello sport, come il ..maratoneta, ..Stefano, Baldini. che è stato da noi due volte, o Francesco Moser, che ha passato qui due capodanni. Abbiamo anche rapporti stretti con le associazioni: la Sosat, la Sat... E sono passati da qui obiettori molto in gamba: uno era di Pinzolo e un giorno portò tutti i bambini sulla Cima Tosa, una quarantina, anche i piccoli. Sono queste le cose belle da ricordare. Come ha influito la crisi sul Villaggio? Sul piano della solidarietà non ce ne siamo accorti. Sul pia- no delle spese ci hanno detto di ridurle del 20% dal bilancio dell' anno scorso. Non taglieremo certo il pane o il latte. Diminuiremo i servizi: anziché 5 bambini in una casa, magari ne metteremo 7. Faremo iniziative estive meno ricche... Quanti sono gli ospiti e gli operatori oggi? Una sessantina al Villaggio, 11 alla baita, 8 o 9 ragazze. I dipendenti sono una settantina: un rapporto quasi di uno a uno. LQRIPRODUZIONE R I S E R V A T A