IL GIORNALE DI CASTELNUOVO DI GARFAGNANA FOGLIO INDIPENDENTE PER LETTORI LIBERI FONDATO NEL 2007 Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). Email: [email protected] Anno IX - Numero 76 - Settembre 2015 Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca www.ilgiornaledicastelnuovo.it Intenti a chiudersi nei loro campanili hanno perso l’unicità degli intenti Maledetti garfagnini Non particolarmente amati, perché storicamente legati a quel piccolo cabotaggio furbesco che li rende primi spesso tra tanti che sgomitando non si accorgono di loro, i garfagnini sono razza strana. Non alzano la mano per primi, anzi se ne stanno ben accorti da parte. Poco intenti alla rivoluzione (nella storia ci sono stati casi di belle figure ardenti ma sono in netta minoranza) sono più amanti della visione. Ovvero attendono che la bufera passi. Anche in questo la cultura contadina millenaria ha fatto la sua parte. Ma forse anche l’indole dei Liguri-Apuani che se ne stavano ad oziare sui cucuzzoli delle montagne (tipo al Sillico) per scendere solo a primavera per far razzia di bestiame e portarselo in valle. Ovvero: aspettavano che gli Etruschi facessero nascere e allevare le bestie per poi prendersele. Eppure è gente che sa fare e ha fatto. “Ovunque ti giri trovi un garfagnino”; dicevano così fino a qualche tempo fa in giro per il mondo. Perché – e questo fatto è innegabile – quando un garfagnino abbandona la valle e lascia questa cellula uterina che lo protegge fisicamente e mentalmente, si trova “fuori”. E quel “fuori” è paura, ma anche sfida. E’ così che i garfagnini han fatto fortuna in giro per il mondo. E se ci fosse ancora il professor Luigi Suffredini ce ne racconterebbe di storie a lieto fine. Curzio Malaparte al quale è dedicato questo pezzo parafrasando proprio il suo “Maledetti toscani” tiene a sottolineare che i toscani non sono ne’ migliori ne’ peggiori degli altri italiani. Semplicemente diversi, ed è di questa diversità ed unicità che vanno fieri. Ecco ai garfagnini manca questo passo. Non sono in grado (ma a questo punto potrei dire, non siamo in grado) di costruire una unicità. In altre parole di essere uniti. E visto che non lo siamo stati molto probabil- Il Papa nero mente non lo saremo mai, intenti tutti a coltivare il proprio piccolo orticello. E allora si rafforza ancora, ma in senso negativo, l’appellativo “Maledetti garfagnini”, sì perché non in grado di concedersi gli elementi positivi di questa frase. Nel 1800 nelle montagne reggiane si soleva dire ai bambini per mettergli paura: “arrivano i garfagnini”. E la strega aveva le sembianze di quelle vecchiette curve, secche e nere che scendevano dalla Garfagnana per raccogliere castagne o far lavori duri. La nostra terra non ci ha mai aiutato e mai ci aiuterà selvaggia, incolta, rude, aspra. Una terra che si è sempre ripresa quello che l’uomo ha tentato di costruire. Mai doma state certi si riprenderà tutto quello che abbiamo sbagliato. E’ certo che se la abbandonassimo in trent’anni diventerebbe irriconoscibile con le radici, le frane, le alluvioni, i terremoti, a rimodellare tutto. Qui la sconfitta peggiore di noi miseri maledetti garfagnini. Nella nostra in- dividualità sfrenata, nel nostro pensare di essere più furbi e migliori degli altri, nel nostro piccolo cabotaggio, non ci rendiamo conto che siamo veramente ne’ migliori ne’ peggiori degli altri italiani. E questo non è certo un fatto di cui vantarsi perché – senza nulla togliere – ma di tanti altri italiani con le loro gestualità c’è da vergognarsi. E non serve a nulla neppure questo articolo che ha lo scopo di rendere pruriginosa la giornata, ma che invero scatenerà il senso opposto. Consapevoli, dice Malaparte, di non essere particolarmente amati nelle altre regioni noi garfagnini finiamo sempre con lo scegliere l’attesa perché ci manca quel “fuori”. Pienamente e consapevolmente “maledetti” non lo saremo mai fino a quando ogni ponte, ogni curva, ogni campanile sarà un confine tra mille altri confini. Ecco la ragione delle tante sconfitte che ogni giorno subiamo. Andrea Giannasi Ovvero sull’arte del complottismo. Che sarebbe in realtà un vero e proprio sottotitolo. Lo sappiamo tutti che l’estate toglie energie e il caldo annebbia le menti, ma se ne sono sentite di tutti i colori in queste settimane a seguito dell’ultimo articolo sugli sciacalletti. Vorrei spazzare il campo da continue voci e strumentalizzazioni e stupidaggini. Gli sciacalletti sono tutti quelli che hanno remato contro, aspettandosi il disastro; sciacalletti sono quelli che parlano, parlano, parlano, e poi non fanno nulla. Sciacalletti sono quelli che sono andati al mare, in montagna o hanno fatto semplicemente gli affari loro senza andare a votare. Ecco questi sono i peggiori perché poi sono i primi lamentarsi delle carenze della politica (loro che non votano...). Ma lo sciacallo più grande di tutti è lui: il Papa nero. L’uomo astioso, cattivo, solitario e ramingo, il “trombato” perenne dalla vita, l’ultimo della fila fin dalle elementari, astioso, geloso, invidioso. Lancia malocchio di sottocchio; è quello che gli sudano troppo le mani, non dorme la notte, si arrovella, conta e riconta (ma tanto i conti non torneranno mai), ha brutte giacche negli armadi e scarpe liscie. Non azzecca un colore e non legge libri perché sa già tutto. Il Papa nero che tende la mano come nella migliore scuola degli sciacalli. Ecco il vero sciacallo. E non è solo. Il direttore P.S. E’ un rebus complottista per l’autunno.Via al gioco. STUDIO PALMERO - BERTOLINI ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE DOTT. LUCIANO BERTOLINI - DOTT. MICHELA GUAZZELLI RAG. MASSIMO PALMERO - DOTT. SARA NARDINI Castelnuovo di Garfagnana (LU) - Via Debbia, n. 6 - Tel. 0583/644115 Piazza al Serchio (LU) - Via Roma, n. 63 - Tel. 0583/1913100 P. IVA 0041711.046.7 Contabilità: Fax 0583/62117 - e-mail: [email protected] Paghe: fax 0583/1990021 - e-mail: [email protected] Pagina 2 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 76 Settembre 2015 La risposta ai migranti da parte dei governi può limitare la nostra libertà Attenzione alle derive autoritarie Sia chiaro: rimango fermo sulle mie posizioni. In merito agli immigrati dobbiamo dare accoglienza e sugli zingari seguire la regola più diritti più doveri. Ma, come ci insegna la storia, c’è sempre un limite a tutto. O per lo meno quel limite va posto. E va messo soprattutto perché negli ultimi mesi il pensiero razzista, forcaiolo, nel nostro paese si sta allargando e non solo per chiara responsabilità di leader politici intenti a gettare benzina sul fuoco. Ovvero il problema non è solo politico, ma giudiziario e amministrativo. Per questo va posto un limite nell’ambito della democrazia e della repubblica. Prima di raggiungere quel confine faccio una premessa. Come molti sanno da dieci anni abito a Lucca, e il centro storico è luogo ambito da ladruncoli di ogni specie per fare razzie di spiccioli. E la città abbonda di materie prime pronte per essere rivendute smontate o intere: le biciclette. In dieci anni ho avuto la ventura di veder sparire tre biciclette intere, due volte la ruota anteriore, sellini, addirittura il campanello. Uno stillicidio fastidioso e continuo. Il prezzo da pagare ad una società rarefatta, direbbe qualcuno, e su questo posso anche far cadere le braccia, ma quando leggo sul quotidiano che ogni tre mesi (a scadenza ormai regolare) Polizia e altre forze dell’ordine entrano nel campo nomadi rinvenendo biciclette, motorini, materiali edili di ogni genere, bombole del gas, le mie posizioni vacillano. Io che sono fermo assertore della regola più diritti più doveri vacillo. Infatti ad un uomo o una donna che vogliono liberamente venire a vivere in Italia è giusto concedere il diritto di farlo e lo Stato in cambio richiede il dovere di essere un buon cittadino. Invece accade il contrario. Perché il vuoto giudiziario, l’impossibilità amministrativa, spesso anche l’incapacità, rendono vana l’applicazione del “dovere essere un buon cittadino”. E visto che lo Stato appare assente e le ferite nel tessuto democratico e repub- blicano si fanno sempre più larghe succede che quel confine invece di essere nell’ambito costituzionale si sposta nel campo dell’opposizione culturale, dello scontro, del distacco. Insomma vince chi vuole cacciare, relegare, chi delinque e poi alla fine chi è diverso, chi appartiene a etnie differenti. E come non dargli torto direbbe il solito cittadino fregato di fronte all’ennesima bicicletta rubata. Medesimo è il discorso sull’accoglienza. Ogni comune ha i suoi profughi o immigrati da accogliere e mi pare cosa buona e giusta, ma mi domando: per quanto tempo? E vi siete accorti che ci sono anche molti (troppi) italiani che vivono nel nulla più assoluto? E poi soprattutto: tra un anno, due anni, tre anni, che ne faremo di questi ragazzotti visto che il lavoro manca anche per chi già vive qui? Ma dove nasce il problema? Il fenomeno migratorio che stiamo vivendo negli ultimi anni è solo all’inizio del proprio corso. Purtroppo si sono uniti due grandi eventi ai quali è difficile porre rimedio in pochi anni. Ed entrambi i “guasti” sono direttamente riconducibili alla follia consumistica, egoistica e distruttiva del mondo occidentale. Siriani, Irakeni, Curdi e Afghani scappano dalle guerre create dai governi di Washington, Londra, Parigi, Roma. Tutti gli africani delle regioni sub-sahariane invece scappano per due motivi: alcuni da un pressante aumento della desertificazione; altri per cercare benessere (soprattutto i nigeriani) perché seppur vivendo in un paese con immense ricchezze, queste sono solo per pochissimi (e in mano alle grandi compagnie occidentali), mentre le città bidonville vivono paurose vette di desolazioni, malattie e morte. In paesi devastati da malattie come l’Aids o contagi come Ebola, in regioni dove ancora si muore di fame, è possibile trovare la rete veloce per lo smartphone, ma non una sufficiente distribuzione di acqua. Evidenti dicotomie di sistemi malati. Per tutto questo milioni di persone stanno scappando e non basta l’accoglienza: bisogna fare di più a livello internazionale. Far cessare le guerre ed esportare capacità, mestieri, benessere. Non bombe e armi in cambio di petrolio, ma felicità. Lo stesso principio che gli americani amano sempre ripetere quando qualcuno li critica, ma bisognerebbe ricordare a tutti che il nostro benessere non può essere generato dalla morte di altri uomini. Il Novecento italiano tra romanzi, storia, memoria, diari di guerra Un bel pasticcio. Il problema è che o si pone un limite nell’ambito delle regole costituzionali e si impongono confini democratici e scelte repubblicane, oppure l’altra via è quella dell’incrementare lo scontro sociale, il razzismo, l’intolleranza. E dunque poi arrivare a leggi speciali, a poteri forti. In estate mi sono letto molti libri lasciati indietro e articoli di giornale che avevo ritagliato. Il quadro che mi son fatto di tutta questa faccenda è specchio di un tempo malato. Dietro a tutto questo infatti c’è sempre il denaro sotto forma di aiuti, di sostegni, di accoglienze, e allora il modello di Mafia Capitale che faceva soldi (e fa soldi) sull’accoglienza e la gestione dei campi, appare molto più esteso e radicato di quanto sembri. E’ evidente che si guadagna su ogni testa salvata in mare o su ogni zingaro (a Roma nel 2014 il comune ha speso 24 milioni di euro per l’inclusione dei rom nella società, da Il Messaggero del 13 giugno 2014), così come l’accoglienza di un migrante costa una media di 33 euro al giorno. Un flusso di denaro che cancella la regola “più diritti più doveri” perché il diritto di accogliere per qualcuno fa pari non con l’umanità e la carità cristiana, ma con l’assegno percepito mensilmente. E poi dei doveri se ne fregano tutti. Che ci pensino la Polizia o i Carabinieri soli su un territorio sempre più difficile da controllare e difendere. E sono venuto alla parola chiave dell’intero articolo: è un male che genera altri mali, quando uno Stato deve difendere i propri confini (interni ed esterni). Per questo va posto un limite nell’ambito della democrazia e della repubblica se no in caso contrario sentiremo parlare sempre di più di leggi speciali e poteri forti. In altre parole per la “nostra sicurezza” e il “nostro egoismo” chiuderemo le porte all’esterno, così come all’interno, imponendoci una scelta autoritaria. a.g. Il buon gelato è... in Piazza Duomo a Castelnuovo di Garfagnana Tra le righe libri Libri come pietre d’angolo www.tralerighelibri.it PESCHERIA GASTRONOMIA RISTORANTE PESCHERIA - GASTRONOMIA PIATTI PRONTI DA ASPORTO A BASE DI PESCE APERTO I GIORNI ESCLUSI FESTIVI ORARIO PUOITUTTI ORDINARE IL TUO PIATTO PREFERITO ALCONTINUATO NUMERO TUTTI I GIORNI PROPONIAMO PRANZI DI LAVORO 0583 639052 DA €.10,00 A €.15,00 ORARIO CONTINUATO DAL MARTEDI AL SABATO DALLE 9.00 ALLE 20.00 IL GIOVEDI, VENERDI' SABATO APERTI CENA LA DOMENICA DALLEE10.00 ALLE 14.00 -ANCHE CHIUSOPER IL LUNEDI’ Numero 76 Settembre 2015 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 3 E’ necessario dotare la valle di un gruppo di lavoro unico Un tavolo di regia culturale Senza parole Sull’urgenza di creare un gruppo culturale che sul territorio possa fare rete, ormai non vi è dubbio. E’ cosa non rinviabile e le Terre del Serchio da ponte del Diavolo e fino al Passo dei Carpinelli hanno necessità di dotarsi di strumenti nuovi. Per questo in seno agli Stati Generali della Garfagnana e delle Terre del Serchio è nata l’idea di aprire un tavolo di lavoro. Mantenendo – come è regola degli Stati Generali – ogni realtà la propria autonomia verranno invitati ad un incontro pubblico operatori culturali, da chi lavora nelle biblioteche, ai librai, dagli scrittori, alle associazioni specificatamente dedite alla promozione della cultura. Dal cinema, alla musica. Chi è delegato a fare cultura e chi invece lavora con la stessa. Lo scopo primario è quello di creare una mappa degli eventi culturali in valle per creare una sinergia di lavoro che possa alimentare i singoli eventi di flussi collettivi. In altre parole dare corpo e sostanza ad un pubblico desideroso di partecipare ad eventi culturali. Non nascondiamo che quello che interessa di più a noi è la cultura della conoscenza attraverso la lettura dei libri. Per questo noi teniamo a stimolare la creazione di veri e propri Circoli dei lettori. Ma non solo. L’idea è quella di creare contaminazioni e muovere gli eventi in valle. Il festival letterario Leggere Gustando sarà un contenitore che già dal 2016 sperimenterà questa nuova forma di mix culturale. Avrete già letto i commenti del sindaco Tagliasacchi, di Gianni Dini, di Alessandro Pedreschi, di Fosco Bertoli, e di molti altri intorno alla Settimana del Commercio. Noi crediamo basti pubblicare questo collage a cura di Gabriele Coli per certificare un nuovo inizio. Da sempre ricordiamo che la natura storica di Castelnuovo è legata in maniera indissolubile al commercio; da sempre ricordiamo che ogni negozio che chiude rappresenta un grave fatto per il capoluogo. Questa è la migliore risposta alle difficoltà del momento. E come molti rimaniamo a guardare senza parole. Renault CLIO Con le offerte Renault sarà un’estate ricca di emozioni. Renault Clio a 9.950€* 5 PORTE CLIMA RADIO 5 ANNI DI GARANZIA** Con All-In per te, è tutto incluso nel prezzo. 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Importo totale dovuto dal consumatore € 11.933; TAN 5,99% (tasso fisso); TAEG 8,45%; spese istruttoria pratica € 300 + imposta di bollo in misura di legge, spese di incasso mensili € 3. Salvo approvazione FINRENAULT. Informazioni europee di base sul credito ai consumatori disponibili presso i punti vendita della Rete Renault convenzionati FINRENAULT e sul sito www.finren.it. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. È una nostra offerta valida fino al 31/07/2015. Foto non rappresentativa del prodotto. Emissioni CO2: 127 g/km. Consumi (ciclo misto): 5,5 l/100 km. Consumi ed emissioni omologati. Pagina 4 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 76 Settembre 2015 Il rischio di scambiare il mondo reale con facebook o twitter Il giusto passo nel mondo virtuale Questo articolo contiene due notizie: una buona e una cattiva. L’Italia con il proprio pensiero – e questa è la cattiva notizia - pare essersi spostata sui social network. E mentre Twitter, sempre più snob ed elitario, sta perdendo colpi, è Facebook che raccoglie gli umori, le note, i comunicati stampa. Non passa ormai giorno che non ci sia politico o partito che lanci la propria idea, azione, proposta sul social. Forti, anzi fortissimi, su queste piattaforme sono i grillini, i leghisti, ma anche i dem. Indietro i forzisti, che come insegna Verdini, poi le cose reali si fanno altrove. Entrando su Facebook è forte il sentimento di odio e risentimento. Nascosti dietro ad un video gli iscritti si fanno leoni trovando coraggio che nella realtà di un viso a viso, non sarebbero in grado di esprimere. Il network è dunque percorso da una virulenza, mista a desideri di apparire migliori, di voler essere amati, considerati, seguiti. L’indice di gioia virtuale si misura sui Mi Piace ricevuti su un post ed è ovvio che se ti fermi a due o tre, per qualcuno non sei nessuno. Da qui altri risentimenti e rancori che poi cadono su tutto e tutti. Questo ambiente virtuale ha però una funzione di controllo che a molti sfugge. Quel mezzo con lo smartphone permette di sapere dove sei in ogni momento della tua giornata; un post, una foto indicano dove sei con estrema precisione e con chi sei. Cosa stai facendo e a cosa stai pensando. Se sei a casa, cosa ti piace, cosa consumi. Esiste un logaritmo che calcola anche il tuo pensiero politico, il tuo gusto musicale, le tue tendenze sessuali. E’ il trionfo del mondo di Orwell e del suo 1984 con tutte le conseguenze. Molti di voi ricorderanno l’occhio che di una volta. Salite su una montagna e guardatevi negli occhi, quelli veri, profondi e umidi che non siamo più abituati a scrutare. Compiti a casa: Resta di noi ciò che abbiamo fatto Notate bene. La telecamera dell’informazione riprende solo un dettaglio dell’evento. Il resto sfugge al telespettatore che ha una visione opposta a quanto sta accadendo realmente. Ecco perchè bisogna sempre approfondire e conoscere. monitorava ogni azione in ogni momento dei cittadini del mondo del futuro dello scrittore inglese (ma nato in India). La stortura è evidente. Così come l’idea di estrema libertà della rete che è destinata inevitabilmente a doversi porre limiti e limitazioni (dopo aver schedato ogni nostra azione, foto, commento, pensiero). Eccoci al dunque: preparate a riporre password e passaporto che davano libero accesso al mondo, perché la nostra libertà è finita. O per lo meno sembrava finita. Il Giornale di Castelnuovo Redazione: via traversa Vecchiacchi, 17 55032 Castelnuovo Garfagnana Direttore: Andrea Giannasi Caporedattrice: Barbara Coli In redazione: Marco Giannasi, Gabriele Coli, Matteo Ferranti, Fabrizio Ferrari, Emilio Bertoncini, Cristian Tognarelli, Paolo Marzi Fotografie: Paolo Marzi, Gabriele Coli, STUDIO BIANCO Commerciale: Marco Guazzelli Gruppo editoriale Giannasi editore P.iva 09345201009 Stampa : Tipografia Amaducci - Borgo a Mozzano (LU) www.ilgiornaledicastelnuovo.it - [email protected] SOSTENETE IL GIORNALE 30,00 € per il sostegno ricevendo 2 libri omaggio n. 11507530 intestato a Giannasi editore Il Giornale si trova nelle principali edicole della valle del Serchio e Garfagnana. Trattoria Marchetti di Clara Pedreschi Loggiato Porta Castelnuovo di Garfagnana Telefono 0583 639157 Ecco la buona notizia. Dai primi di settembre se ne sta parlando e il Giornale di Castelnuovo è uno dei primi organi di stampa che scrive le norme anti Orwell. Una serie di consigli per chi “vive” su Facebook. Non mettete la vostra data di nascita reale, il vostro indirizzo preciso, le foto dei vostri bambini, commenti politici diretti, dove lavorate, con chi vivete, chi amate, cosa desiderate. Non mettete Mi piace ovunque e a qualsiasi cosa, ma leggete con attenzione. Infine la cosa più importante. Non scrivete mai e poi mai quanto siete felici e non postate foto dove sorridete: il logaritmo conosce la vostra solitudine, le vostre inquietudini, le vostre paure. E allora vedete tutto diventa inutile. Non rimane che una sola cosa: spegnete quel coso e andate in piazza, prendetevi un caffè, scambiate due chiacchiere, fate una telefonata, abbracciate qualcuno che non vedete da tempo, donate e rubate un bacio, saltate su un treno e parlate di calcio o di quanto è ingrassato quell’attore bello E’ attribuita a quello che è stato definito l’anticipatore dell’esistenzialismo Miguel de Unanumo la frase: “Il tempo passa, i dolori si dimenticano, resta di noi ciò che abbiamo fatto”. La riflessione è di quelle che spingono in mille direzioni, e che torna utile in questo momento storico. In parole povere quanto possiamo agire sul nostro destino. E cosa lasceremo dietro di noi? E’ certo che Unanumo aveva articolato il concetto in una dissertazione filosofica ben più ampia, ma non me ne voglia se prendo spunto solo da un ingranaggio dell’intero meccanismo. “Il tempo passa, i dolori si dimenticano, resta di noi ciò che abbiamo fatto”. La riflessione è ovviamente inserita nel nostro contesto. Tra le montagne della nostra valle. Nella nostra Garfagnana uterina, passionale, ma anche bruscamente intrecciata a un ultraprovincialismo che strangola le buone intenzioni. Ho già scritto su questo argomento che in questo mese vorrei diventasse un compito a casa per le vacanze. Osservare le nostre realtà senza astio, gelosia, senza particolarismi. Disintossicarsi dalle maldicenze e “vivere” affinché quello che resta di noi sia qualcosa di buono. E’ ovvio che non possiamo controllare la sorte, il fato, e non possiamo neppure affidarci alla provvidenza. Dobbiamo però diventare “seminatori” di buone intenzioni. Numero 76 Settembre 2015 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Dal 19 settembre al 1 novembre in Fortezza L’Orlando Curioso Nel 2016 l'Orlando Furioso di Lodovico Ariosto compirà 500 anni. Guardando a questo importante anniversario, Lucca Comics & Games insieme al Comune di Castelnuovo Garfagnana, con l'importante contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca e il patrocinio della Regione Toscana, ha realizzato una suggestiva iniziativa culturale. Con il titolo “L’Orlando Curioso” apre il 19 settembre alle ore 11, alla Fortezza di Mont'Alfonso: un vero tributo al poema di Ludovico Ariosto, che tra il 1522 e il 1524 fu Governatore proprio di Castelnuovo Garfagnana, quando questo territorio era in mano agli estensi. A presentare l'iniziativa il presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca, Alberto Del Carlo e il componente della commissione cultura Pietro Paolo Angelini, il presidente di Lucca Comics & Games Francesco Caredio e il direttore Renato Genovese, il sindaco di Castelnuovo Andrea Tagliasacchi e il coordinatore dell'area Comics Giovanni Russo, alla presenza del provveditore agli studi Donatella Buonrisposi. L’allestimento della mostra, in programma dal 19 settembre presso la Fortezza di Mont’Alfonso, sarà ispirata all’episodio del Castello di Atlante, nel quale tutti i cavalieri del poema si trovano prigionieri a caccia di una vana illusione, perché a ognuno pare che nel castello sia nascosta quella cosa “che più ciascun per sé brama e desia”. Una sezione dell’esposizione sarà dedicata ai lavori realizzati appositamente dai “Quattro Moschettieri dell’illustrazione fantasy italiana”: Paolo Barbieri, Dany Orizio, Lucio Parrillo e Luca Zontini. Il quartetto di talenti, formatosi proprio a Lucca Comics & Games e consolidato sotto la sigla di One4All, ha realizzato le preziose illustrazioni quel grande capolavoro dell’avventura e della letteratura che è appunto l’Orlando. I lavori saranno pubblicati in un volume di accompagnamento, che sarà realizzato evidenziando graficamente il percorso creativo attraverso il quale è avvenuta la reinterpretazione dei personaggi ariosteschi. Il volume sarà pubblicato come numero speciale di ImagineFX, la rivista pubblicata in Italia da Wyrd Media Publishing. “La Fondazione Banca del Monte sostiene i progetti che valorizzano le iniziative culturali del territorio – sottolineano Alberto Del Carlo e Pietro Paolo Angelini – con particolare attenzione a quelle che si rivolgono alla scuola, e in particolare siamo impegnati con le celebrazioni dei 500 anni dell'Orlando Furioso, che interessano Pagina 5 l'intera Garfagnana, con questa e altre iniziative”. “Come sindaco di Castelnuovo – ha spiegato Andrea Tagliasacchi – so bene che la storia della nostra terra è legata anche a quella dei territori vicini grazie alla famiglia D'Este che per 400 anni ha dominato il territorio per questo siamo parte di un ampio progetto culturale che ci ricollega con Modena, Reggio Emilia e Ferrara. La volontà è quella di poter coinvolgere i giovani in questi eventi culturali e Lucca Comics & Games mi è sembra la chiave d'accesso per questo mondo”. “Orlando si può considerare un'opera fantasy – sottolineano Francesco Caredio, Renato Genovese, e Giovanni Russo – e allestire un'esposizione che la celebrasse in modo diverso e moderno è stata una vera sfida che Lucca Comics & Games ha accettato volentieri”. “Il linguaggio del fumetto e del fantasy – ha affermato Donatella Buonriposi – può essere la giusta chiave di lettura di un'opera magari di difficile accesso per i giovani ma utili alla scuola per approfondire temi attuali come l'amore e la guerra”. Altri suggestivi elementi scenografici saranno i video in animazione di Francesco Filippi e i diorami fantastici realizzati con sculture di Riccardo Sivelli su design di Mauro Dal Bo, ispirate a scene particolari del capolavoro ariostesco. La mostra sarà arricchita da un suggestivo diorama storico con centinaia di soldatini in metallo in 28mm, raffigurante i veri cavalieri carolingi e i veri Mori di el-Andalus del periodo 730830. Per i nostri lettori un riassunto del celebre poema di Ludovico Ariosto Ma perchè Orlando impazzisce? Tutti a parlare di Ariosto e di Orlando ma pochi ricordano la trama del celebre poema. Ve la ripresentiamo. L’Orlando furioso è un poema cavalleresco in ottave di Ludovico Ariosto, iniziato nel 1503-1504 e pubblicato per la prima volta a Ferrara nel 1516 in quaranta canti. Il poema viene poi pubblicato in altre due edizioni (1521 e 1532), con modifiche linguistiche e poi con l’aggiunta di altri canti, che portano il totale a quarantasei canti. L’Orlando furioso si presenta come la prosecuzione delle vicende dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo e, più in generale, del ciclo bretone e del ciclo carolingio. La trama, molto articolata e stratificata, ruota attorno a tre filoni principali: gli amori di Orlando, Angelica e Rinaldo (e, di conseguenza, di tutti gli altri personaggi del poema cui alludono le “donne” e “gli amori” del primo verso del poema), la guerra tra l’esercito cristiano di Carlo Magno e i Mori (“i cavallier” e “le arme” sempre citati nel primo verso), il motivo encomiastico per la casata ferrarese degli Estensi, sviluppato attraverso le figure di Bradamante e di Ruggiero. La trama del Furioso si presenta come un organismo assai complesso ed articolato, per voluta scelta dell’autore; sulla vicenda principale della guerra tra Franchi e Mori e della follia di Orlando si innestano infatti una molteplicità di vicende secondarie, che sviano, dilatano e ritardano il corso naturale degli eventi. Il tutto è però sempre controllato con abilità dal narratore, che incastra una storia nell’altra in un “gioco” tanto sfaccettato quanto affascinante. L’argomento bellico, tipico della tradizione del poema epico e cavalleresco, incomincia con l’invasione della Francia e l’assedio di Parigi da parte del re saraceno Agramante, che inizialmente sembra aver la meglio sull’esercito cristiano di Carlo Magno, anche grazie all’aiuto del grande guerriero www.boscoegiardino.com Tel e Fax: 0583-641023 E-mail: [email protected] Loc. Pantaline - 55036 Pieve Fosciana (LU) Rodomonte, e di Marsilio, re di Spagna, e Manfricardo, re tartaro, suoi alleati. I due paladini più importanti dello schieramento cristiano, Orlando e Rinaldo, si perdono infatti dietro alla bellissima Angelica, e gli infedeli possono così penetrare a Parigi. Il ritorno in campo di Rinaldo costringe però i saraceni alla ritirata ad Arles e poi alla sconfitta in una battaglia navale. Caduta anche Biserta, capitale del regno d’Africa, le sorti della guerra sono affidate ad una sfida tra i tre migliori guerrieri mori (Agramante, Gradasso e Sobrino) e i tre campioni cristiani (Orlando, Brandimarte e Oliviero) sull’isola di Lampedusa. Orlando sbaraglia i nemici e assicura la vittoria a re Carlo Magno. La tematica sentimentale è spesso intrecciata con quella militare, tanto da condizionare in più occasioni lo sviluppo delle battaglie e i duelli tra i singoli cavalieri. Tutto ha inizio durante l’assedio di Parigi; Angelica, ambita sia da Orlando che da Rinaldo, è affidata da re Carlo a Namo di Baviera, con la promessa di darla in sposa a chi si dimostrerà più valoroso nello sconfiggere i mori. La fanciulla riesce però a fuggire, inseguita da molti guerrieri di entrambi gli schieramenti. La ragazza, dopo alcune traversie, incontra un giovane fante saraceno ferito, il bellissimo Medoro, di cui si innamora e con il quale fugge in Catai. Orlando, giungendo in seguito nel bosco sui cui alberi la coppia aveva inciso scritte che celebravano il loro amore, impazzisce e si dà alla devastazione di tutto ciò che incontra. Il paladino, con la mente offuscata dalla gelosia, si aggira per la Francia e la Spagna, fino ad attraversare lo stretto di Gibilterra a nuoto. Nel frattempo il guerriero Astolfo, dopo aver domato un ippogrifo, vola sulla Luna, dove ritrova in un’ampolla il senno perduto di Orlando. Dopo aver attraversato l’Africa e aver compiuto mirabili imprese, Astolfo fa odorare l’ampolla a Orlando, che torna in sé e rientra in combattimento. Altri amori tra Zerbino e Isabella e tra Brandimarte e Fiordiligi. La terza linea narrativa, quella encomiastica, riguarda Ruggiero, guerriero saraceno, e Bradamante, sorella di Rinaldo. I due, che si amano ma che sono continuamente divisi dal susseguirsi degli eventi e delle battaglie, sono presentati come i capostipiti della famiglia d’Este, che, per via di Ruggiero, discenderebbe così addirittura dalla stirpe troiana di Ettore. L’amore tra i due è innanzitutto ostacolato dal mago Atlante, che vuole evitare le nozze tra i due perché sa, in seguito ad una profezia, che Ruggiero è destinato a morire se si convertirà alla fede cristiana e sposerà Bradamante. Il guerriero viene quindi imprigionato in un castello incantato. Ruggiero è poi trattenuto sull’isola della maga Alcina, che lo seduce con le sue arti di strega. Liberato da Astolfo da un secondo castello magico, Ruggiero può recarsi con Bradamante in Vallombrosa per convertirsi e sposare l’amata, ma il tutto è ulteriormente rimandato dalla guerra con i saraceni. Concluse le ostilità, si scopre che Bradamante è stata promessa a Leone, figlio di Costantino ed erede dell’Impero romano d’Oriente. Dopo un duello tra Bradamante e Ruggiero (che combatte sotto mentite spoglie per non farsi riconoscere), Leone rinuncia a lei, così che si possa finalmente celebrare il matrimonio. Rodomonte irrompe però al banchetto nuziale, accusando Ruggiero d’aver rinnegato la sua fede; il capostipite della dinastia degli Estensi, dopo un acceso duello, lo uccide. Brano tratto dal sito www.oilproject.com Pagina 6 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 76 Settembre 2015 A Gramolazzo erano presenti 163 atleti (tra i quali un campione straniero) Il grande Triathlon in Garfagnana Il sogno di portare un giorno il grande triathlon nella stupenda cornice della Garfagnana è divenuto realtà. Domenica 9 agosto 2015 alle ore 12.30 è stato dato il via alla prima gara di triathlon in Garfagnana, inserita nel circuito nazionale e riconosciuta dalla federazione italiana (FITRI). Nello stupendo scenario del lago di Gramolazzo (LU), 163 atleti, provenienti da tutta Italia, ed alcuni anche da paesi esteri, hanno partecipato al GarfaTrì su distanza Sprint, che è la somma di 750 metri a nuoto, 20 km in bicicletta da corsa e 5 km di corsa a piedi. Il sogno nasce diversi anni fa, grazie all’iniziativa di un gruppo di “ragazzi” delle nostre zone, con una grande passione per il territorio di origine e per la triplice disciplina, che si inventò una gara assolutamente più che amatoriale, ma che, a distanza di anni, si è rivelata essere il seme di qualcosa di più grande. Il nome GarfaTrì sta a significare Triathlon della Garfagnana. All’origine si disputava nei pressi del lago di Pontecosi, ma da qualche anno il lago di Gramolazzo è stato scelto come teatro della manifestazione perché meglio si presta allo svolgimento di una gara con così massiccia partecipazione sia di atleti che di pubblico. La gara è nata come una competizione tra amici nel lontano 2005 e le prime edizioni erano aperte a tutti gli appassionati e curiosi di provare uno sport fino ad allora sconosciuto nella nostra Garfagnana. Erano più che altro delle goliardate che finivano sempre con ab- buffata finale assieme a parenti ed amici. In effetti quella del 2015 non è la prima edizione in assoluto, ma l'undicesima. E’ la prima però di livello nazionale ed inserita a pieno titolo nel calendario italiano. Con il pieno riconoscimento della FITRI, la competizione si è svolta nel bel mezzo della Garfagnana nei territori di Gramolazzo e Gorfigliano all'ombra del monte Pisanino, la vetta più alta delle Alpi Apuane, con paesaggi mozzafiato e scorci caratteristici sia nel percorso in bicicletta che nella frazione di corsa. Sebbene la frazione natatoria sia stata affrontata in un classico bacino idroelettrico di stampo Il Parco Apuane continua a vincere Continua a vincere il G.P. Parco Alpi Apuane – Marathon Sport che conferma l’ottimo stato di forma dei suoi atleti sparsi in tutta la penisola. Mercoledì 9 settembre a Bari (BA) in occasione del X “Meeting Città di Bari” vittoria in solitaria per il calabrese Danilo Ruggiero che si aggiudica i metri 1.500 piani in 4’03”22 staccando di ben 4” i giovanissimi Antonio Catallo e Michele D’Italia. Lo stesso Ruggiero ha fatto doppietta vincendo in 35’52” anche la STRACassano, gara podistica di 9,8 km su un percorso molto impegnativo in cui ha letteralmente dominato staccando gli avversari sin dalle battute iniziali. Doppietta anche per William Kibor che il giorno dopo la vittoria nel Campionato italiano di corsa, si è imposto agevolmente anche al “Trofeo S.S. Crocifisso” di Montemaggiore Belsito (PA). E non è stato da meno anche il marocchino Jilali Jamali che si è aggiudicato prima il “Corri Frates” di Montale (PT) e domenica 13 il 3° “Casacolor Run” a Montecatini Terme (PT) dove col tempo di 31’10” ha preceduto di 11” il giovanissimo Andrea Tobaldini e di 1’18” il connazionale Hicham Midar. In gara per i colori biancoverdi anche Roberto Gianni, 24° in 37’10”, Francesco Barbi, 35° in 37’57” e i Veterani Franco Gabrielli con 40’52” e Claudio Landucci con 43’07”. Sempre domenica 13 bella vittoria di categoria e 8° posto assoluto per Francesco Frediani all’8° “Trofeo Riccardo Neri” svoltosi a Gambassi Terme (FI) chiudendo i 13,5 km del percorso in 53’21” precedendo sul traguardo Fabio Ghiro e Andrea Panzani staccati rispettivamente di 6” e 41”. montano, la temperatura dell'acqua era particolarmente gradevole. Se il percorso in bicicletta non presentava particolari difficoltà, sia da un punto di vista altimetrico che tecnico, essendo un circuito da Gramolazzo a Gorfigliano da ripetere due volte, la frazione di corsa ha messo a dura prova tutti i concorrenti che hanno dovuto affrontare tutti i tipi di pavimentazione possibile ovvero asfalto, sterrato, erba, cemento, e diversi tratti di salita con pendenze di oltre il 25% con addirittura due passaggi all’interno del paese di Gramolazzo attraverso la via Monte Grappa. Gli organizzatori della gara, iscritti al Club Lucca Triathlon ASD, pur essendo alla prima edizione, si sono piacevolmente trovati ad affrontare un boom di iscrizioni, tanto che la gara ha fatto registrare un rapido sold out. Con due settimane di anticipo il numero massimo di 166 partecipanti iscritti era già stato raggiunto e le iscrizioni sono state chiuse. Nonostante il carattere di gara di tipo promozionale, non sono mancate le presenze di rilievo nella starting-list, tra le quali due nomi altisonanti e ben noti nel panorama del triathlon internazionale. Addirittura ai nastri di partenza si è allineato il lussemburghese Dirk Bockel, 4° posto assoluto nel Triathlon Iron Man di Kona 2011, ovvero i campionati del mondo delle Hawaii, ed Olimpionico a Pechino nel 2008, e Alberto Alessandroni, forte atleta Lucchese delle Fiamme Oro e membro della Nazionale di Triathlon Lungo. Manco a dirlo i due hanno ingaggiato un duello che li ha visti naturalmente protagonisti. I due atleti professionisti si sono dati battaglia lungo il percorso con Alberto Alessandroni che ha prevalso su Dirk Bockel. La terza piazza è stata conquistata dal migliore rappresentante della formazione di casa: Lucca Triathlon ASD, Federico Pieri, giovane atleta Lucchese nato nel 1990. Tra le donne incredibile successo dell’atleta del Lucca Triathlon Charlotte Ragagli, ormai Garfagnina di adozione. Tornata recentemente alle competizioni dopo la gravidanza dalla quale è nata la piccola Zoe, è riuscita a sbaragliare la concorrenza staccando la seconda arrivata di oltre 6 minuti. Piazza d’onore per Lina Manzo e terzo posto per Simonetta Bernardini del Livorno Triathlon. Gabriele Coli Il taccuino di GarfaTrì Dopo il successo della gara di Triathlon a Gramolazzo abbiamo intervistato gli organizzatori dell’evento che si sono mostrati raggianti per il successo ottenuto. “Il pubblico - hanno esordito - ha risposto alla grande, attratto dalla bella giornata di sole, dal luogo incantevole e dalla curiosità di poter vedere così tanti atleti cimentarsi tutti assieme in tre sport tanto differenti tra loro e da effettuare senza interruzione. Oltre 500 persone si sono pertanto godute una fantastica giornata di sport in un clima di festa e di armonia che niente ha in comune con la maleducazione e l’inciviltà che si registrano in molti altri sport di interesse nazionale”. Organizzare un evento di questo tipo è però molto impegnativo, soprattutto perché abbastanza estraneo alla cultura delle nostre zone. “Abbiamo sicuramente ricevuto attenzioni ed aiuti da parte di molti amici e appassionati. E’ da registrare come lato negativo di cui ci dispiace, lo scarso interesse delle istituzioni e delle emittenti televisive locali le quali probabilmente non si aspettavano che poche persone, con disponibilità limitate ma accumunate da una grande passione, riuscissero ad organizzare un evento di così grande impatto in un piccolo paese della Garfagnana”. Un pensiero finale. “Un ringraziamento particolare a tutti i volontari intervenuti ed a tutte le persone che hanno contribuito a rendere possibile questo bellissimo evento di Sport. Ci impegneremo per renderlo nei prossimi anni ancora più bello ed emozionante”. Appuntamento all’edizione 2016. TORTELLI LUCIANO & C. SNC Via Nicola fabrizi 5 55032 Castelnuovo di Garfagnana Tel. e fax 0583 62175 - [email protected] Numero 76 Settembre 2015 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 7 Con Giampaolo Simi, Marco Vichi e Manuela Costantini Torna il Garfagnana in Giallo Al via la sesta edizione del festival e premio letterario Garfagnana in Giallo. L’evento si terrà tra Lucca, Barga e Castelnuovo di Garfagnana che vivrà il momento più importante presso la Fortezza Mont’Alfonso. L’evento organizzato dalla Garfagnana editrice con la collaborazione di Tra le righe libri e il Giornale di Castelnuovo ha il patrocinio del Comune di Castelnuovo di Garfagnana. Venerdì 27 novembre si terrà presso un istituto superiore della valle un incontro sulla scrittura. Parteciperà lo scrittore Giampaolo Simi che incontrerà gli alunni delle classi quinte che apprestandosi alla prova di maturità, saranno protagonisti di una vera e propria lezione di scrittura. Giampaolo Simi ha vinto nel 1995 il premio Lovecraft e nel 2013 il Premio Pea, è stato finalista del Premio Scerbanenco e del Premio Fedeli. È fra gli autori italiani pubblicati in Francia nella "Série Noire" di Gallimard. Ha pubblicato con Einaudi, Piemme e Garzanti. Nel maggio del 2015 è uscito per Sellerio il suo romanzo "Cosa resta di noi". Ha collaborato come soggettista e sceneggiatore alla serie tv RIS (quinta stagione), e alle tre stagioni di RIS Roma. Sta scrivendo per la RAI una serie tv che andrà in onda nel 2016. Sabato 28 novembre dalle ore 17 presso la sala superiore della casa degli Archi all’interno della cinquecentesca Fortezza Mont’Alfonso verranno presentati gli autori finalisti della sezione inediti inseriti nell’antologia del Garfagnana in Giallo. Raccolta che ogni anno ha una copertina dipinta da un famoso artista: tra questi Antonio Possenti, Giampaolo Talani, Michele Lovi. Alle ore 18 verrà presentata la cinquina degli autori finalisti della sezione libri editi a cura della Garfagnana editrice. Alle ore 19 salirà sul palco l’ospite d’onore del Garfagnana in Giallo 2015: Domenica 29 novembre alle ore 10 sempre in fortezza Mont’Alfonso si terrà un incontro sulla scrittura tenuto da Manuela Costantini vincitrice con il racconto “Le immagini rubate” del Premio Tedeschi nell’ambito del 7° Premio letterario nazionale “Grado Giallo”, concorso organizzato dai Gialli Mondadori e dal Festival dell’Isola d’Oro e rivolto agli autori di inediti thriller, polizieschi, noir, spy stories, horror e altri generi del mistero Costantini ha pubblicato nel 2012 il racconto "Le brave persone" in appendice ai Classici del Giallo Mondadori; nel 2013 il racconto "Le domande sbagliate" è stato pubblicato nell'antologia Mondadori "Giallo 24" e nello stesso anno il racconto "Fine dei giochi" è stato selezionato per l'antologia "CaraMarco Vichi. binieri in giallo 6", sempre per il Giallo Lo scrittore fiorentino inventore del Mondadori. Commissario Bordelli (Guanda) vinci- Alle ore 13 pranzo con prodotti tipici e tore nel 2004 del Premio Fedeli, del presidi Slow Food presso un ristorante. Premio Scerbanenco nel 2009, secondo al Premio Chiara nel 2014 e insignito Per prenotare la cena con il delitto (che nel 2014 del Premio delle Arti “Fioren- come sapete riserva solamente 100 tini nel Mondo” per le Arti Letterarie. posti) è importante inviare una email a Alle 20,30, presso la sala inferiore della [email protected] specificasa degli Archi si terrà la “Cena con il cando il nome di chi prenota lasciando delitto” curata da Massimo Lerose. il numero di cellulare e il numero di Al termine – dopo aver smascherato il posti riservati. Prezzo della cena a cura colpevole – si conosceranno i nomi dei di Carlo Andreucci, euro 25,00. vincitori dell’edizione 2015 del premio letterario. www.garfagnanaingiallo.it Un nuovo capitolo dei racconti di Pietro Ciambelli Le sere d’estate di tanti anni fa Sere d’estate nei paesi di montagna e collina al tempo delle civiltà contadine E’ ormai sera. Le ombre si sono fatte lunghe e il sole è quasi al tramonto. Là ad ovest con un cielo così bello quando è bello di manzoniana memoria, di color rosso inteso, il disco dell’astro lentamente scompare nascondendosi dietro i monti. Immagine stupenda, bellissima che intenerisce il cuore e ci trasporta idealmente in un mondo fantastico, surreale dove tutto appare poesia, incantesimo, sublimazione. Intanto il sole è tramontato definitivamente, ma non è ancora buio perché d’estate la luce perdura assai oltre l’accaso. E’ il tempo in cui la vita del paese si anima, dove si nota un certo brulichio dopo la quiete del pomeriggio. E’ l’ora del ritorno a casa dei paesani dalla campagna, dal lavoro nei campi. Chi con un carico di legna, chi con un fascio di erba, chi con gli arnesi sulle spalle usati nell’attività agricola del momento e così via. Schiamazzi di rondini e il volo di uccelli in cerca di un rifugio per la notte allietano la sera, mentre già si scorge una timida luce delle lontane stelle. Gli animali, bovini e ovini, rientrano nelle capanne dopo un pomeriggio trascorso nei pascoli e ruminando, attendono di essere munti. I lumi si accendono nelle umili case e le massaie preparano la cena per i propri familiari. Alla fontana pubblica, le abitazioni non sono ancora raggiunte dalla rete idrica comunale, vi è un andirivieni continuo soprattutto di donne e ragazzi per il rifornimento dell’acqua. E’ l’epoca in cui per attingere l’acqua si usa molto la secchia, un recipiente generalmente di rame, senza manici che le donne portano sulla testa protetta da una specie di ciambella, involucro di strame ricoperto da stoffa, dialettalmente, almeno in certi posti, chiamato carogliolo. La fontana è il luogo dove, almeno per qualche minuto, la gente si ritrova, socializza e si fanno quattro chiacchiere. A titolo informativo mi preme far presente che a quel tempo i paesi erano molto popolati e la vita scorreva allegra e festosa, mentre ora gli abitanti, non di rado si contano sulle dita di una sola mano, quando se non del tutto scomparsi. Intanto da un’aia vicina giunge un chiacchiericcio indefinito ma festoso. Sono i ragazzi del paese che intenti ai giochi del tempo come le palline, il gioco dei tre cantoni, la campana e il nascondino, spensieratamente si divertono, mentre le mamme li chiamano per la cena. Da notare che in ogni paese c’è sempre un luogo scelto e preferito ad altri dove maggiormente grandi e piccini si ritrovano, si divertono e discutono. Una specie di agorà, luogo dove il popolo greco si riuniva in assemblee situato in punti strategici della città, più funzionali e più comodi per la convergenza della gente. Non ‘ raro il fatto che dopo cena nelle aie al fresco della sera i paesani si divertano, prendendo parte a feste danzanti, magari riscoprendo vecchi amori, richiamati dal suono dolce e melodioso di una fisarmonica, strumento principe della civiltà contadina che qualcuno del luogo sempre suonava seppure non con molta maestria. L’ora ormai si fa tarda, il giorno cede il passo alla notte, mentre nel cielo fa capolino una pallida luna. Le luci nei casolari si spengono e tutti vanno a dormire per godersi il meritato riposo col pensiero al domani che non tarderà a venire, nel quale ognuno riprenderà il lavoro di sempre con alterne vicende ora belle, ora brutte. Pietro Ciambelli Pagina 8 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 76 - Settembre 2015 Uscirà a ottobre “Il Bar Aurora” di Pierluca Rossi Un libro che racconta Castelnuovo “Non tutti i personaggi di cui parlerò sono passati dal Bar Aurora. Alcuni per evidenti limiti anagrafici, essendo vissuti prima, altri perché persi in chissà quale tipo di vita, ma l’Aurora è stato la sintesi, la summa, di un modo di vivere e di pensare e, se ne avessero avuto modo, tutti quanti si sarebbero fermati lì, per un bicchiere e due risate. Proverò a dipingere un affresco non richiesto dove potrà sopravvivere tutto un mondo che rischierebbe di scomparire, e quello sì che sarebbe un peccato. La carta ha più forza della memoria, perché non è legata alle persone. Si tramanda da sola e, se a qualcuno venisse in mente di aprirne le pagine, un mondo intero potrebbe saltare fuori, anche se nessuno lo richiede”. Con queste parole si apre “Il Bar Aurora. Cronache di vite sospese” di Pierluca Rossi, il libro che manca a Castelnuovo, alla sua storia, alla sua memoria. Le cronache di vite sospese sono una specie di Antologia di Spoon River, infinitamente minore, ma che rende voce a chi non c’è più e che, senza questo schedario, sparirebbe per sempre. Il Nando, il Pollo, il Caioffa, il Cinquini, il Ciapetti, il Tani, il GluGlu, il Carnera, il Tartaglia, il Pancino, non sono solo personaggi e frequentatori di un bar, ma sono storie che sovrapposte ad altre fanno la storia di un paese. E fanno storie di resistenze umane. La narrazione è tesa a tenere in vita un passato remotissimo, così come il mondo che è stato quel bar di Castelnuovo di Garfagnana, che non esiste più, ma che allo stesso tempo ci sarà per sempre, in bilico tra una realtà finita e un ricordo incancellabile. Il Bar Aurora alla fine diventa un non luogo dove raccontare le umanità di un paese della Garfagnana, che però potrebbe essere la periferia di Roma negli anni settanta o quella di un paesotto della pianura padana. “Tanta gente percorre il Cammino di Santiago di Compostela. Da buon anarchico scelgo il mio personale pellegrinaggio” scrive Pierluca Rossi che si è sempre difeso dalla ralla giocando di anticipo, e questo libro è un passaggio in avanti, voltando le spalle a tutti, uscendo persino da quel biliardino consumato dalle sfide infinite. “Non si può capire il Bar Aurora se non si sa cosa sia la ‘ralla’ - prosegue l’autore. - Dicesi ralla quel particolare aspetto della convivenza umana, che in Toscana viene portato all’esasperazione, attraverso il quale si cerca di far “rompere” chi viene preso di mira. In pratica si prende in giro il soggetto cer- L’autore e i protagonisti Pierluca Rossi è un documentarista che ha attraversato 130 paesi, anche in maniera sportiva ed avventurosa, raccontandoli con arte e passione attraverso le immagini dei suoi filmati. Ha attraversato in bicicletta i 200 chilometri del ghiacciaio Vatnajokull, in Islanda. Ha volato in parapendio sulle dune del Temet, in Niger. Ha attraversato quasi tutti i deserti del mondo e conosciuto le popolazioni più diverse. Con la sua fida telecamera ha messo insieme un archivio video di 3000 ore. Ha vissuto 5 mesi in camper per coprire i 30mila chilometri del geniale itinerario Castelnuovo di Garfagnana-Sikkim. In questo libro: Il Nando, Il Pancino, L'Anna, Il Caioffa, Il Tondo, Il Pollo, Santa Francesca dall'Ura, L'Amos, Il Perepè, Il Biondo, Il Caccameo, Il Pinto, Il Barca, Il Cinquini, Il Suppre, Il Tartaglia, Il Pierino, Il Maestro (il glu glu), Il Remetto, Il Pieroni della Croce, Il Pippo, Il Chesi, Il Cattiveria, Il Turi, L'Ormone, Il Moviolone, Il Furia, Il Ringo e il Sartana, L'Otello, O' animale, Lo Spadino, Il Gianni, Il Ciapetti, Il Càgata, Il Filone, Paoletta della Fame, Il Rolando (Ricco Pulon), L'Onogio, Il Cecchino, Il Pacchiara, Il Topino, Il Topetto e la Topetta, Il Pigulin, La Maria, Il Camello, Il Nanni (Caponi), Il Nasino, Il Nannizzi, Il Guzzi, Il Cacca, L'umidità, Il Minni, Il Tani, Il Toro, Il Boggion, L'Amato, Il Piazzaroli, L'Elvia, Il Teto e l'Adone, Il Diavoletto e la Cesira, Il Cerretti e la Teresa (il Teresòn), Il Beo e la Celeste, Il Chioccoron, Il Poeta, Il Pappafagioli, Il Burasca, Il Puio, Il Pandoro, L'Almiro, L'Alvaro, Il Carnera, Il Gosto Togno, La Nena, Il Dindolon, Il Gallo, Il Capannello, Il Manetta, Mirko il gigante del circo, L'Araba, La Nacca, Il Gioia, Il Passerotto, La barberina, Il Riccardella, Il Vardi, Il Cancherini, L'Origene. cando di farlo arrabbiare e reagire. Se lo fa ha perso. Al concetto di ralla va anche associato un precetto riassumibile in tre parole ed una vocale: “addosso a chi perde”. In questo modo si misurava la caratura dell’uomo e se ne forgiava il carattere sociale, la sua capacità di stare con gli altri senza esserne sovrastati, pur facendo parte del gruppo. Anarchia individuale dentro ad un mondo fatto di regole non scritte, ma metabolizzate. Formidabile strumento di crescita per i ragazzini che, per destino e vocazione, e per misteriosi motivi, attraversavano la piazza senza fermarsi agli altri bar e si facevano membri di una setta particolare, che non aveva regole scritte, ma delle indicazioni eteree anche più stringenti delle altre. Ti ci dovevi ritrovare come dentro ad un guanto che non avresti mai creduto possibile potesse esistere, a cominciare dai suoi principi basilari, il primo dei quali era l’affermazione perentoria e lapidaria che spiega bene lo spirito leale, ma ultracompetitivo, che vigeva al bar Aurora: “chi perde non cojona”. Se non sei quello che prevale non hai diritto di prendere in giro, e devi subire. Una pace armata, una contraddizione vivente che potevi riconoscere solo se te la portavi dentro. Ognuno aveva qualcosa da dare e poteva farlo senza obblighi e tempi determinati. Ci sarebbe stato comunque un altro giorno o un’altra sera e quindi nessuna ansia da prestazione. Il Bar Aurora era la rappresentazione fattiva della società perfetta. Ognuno veniva considerato per ciò che valeva, perché il gioco, qualunque esso fosse, è la misurazione più seria che si possa fare per stimare il valore di un essere umano. E il gioco era l’attività fondamentale, fosse esso fatto di carte, di calcio balilla (che da qui in poi chiamerò sempre biliardino) o di ralla. Mondo interclassista, dove le convenzioni esterne non esistevano e non resistevano. Al Bar Aurora venivi valutato solo per come sapevi giocare e non era raro, davanti ad un errore plateale, sentire il contadino che diceva ”Dottore, lei è un imbecille!”, mettendo insieme il rispetto del lei e la costernazione per uno sbaglio che nessuno si sarebbe mai so- gnato di fare. Anarchia condivisa e gerarchie ben precise, solo in base al merito. Un piccolo mondo perfetto. Se chiudo gli occhi la vedo ancora la stanza capace di contenere un intero universo. Entravi dalla porta e ti trovavi di fronte il bancone di metallo, che aveva alle spalle una serie di ripiani dove sostavano bottiglie di ogni foggia e contenuto. Subito a destra il mitico biliardino, nientepopodimeno che un vero Garlando a sfere. E poi, ancora più a destra, la stanza proseguiva in un rettangolo regolare, con un gradino nel mezzo, oltre il quale c’erano i tavolini rotondi con, al centro, un panno verde che faceva sentire tutti giocatori di black jack a Las Vegas. In fondo il bagno, luogo destinato solo ai più coraggiosi. Il tutto immerso in una nuvola di fumo che si faceva beffe anche dei futuri divieti”. “Il Bar Aurora. Cronache di viste sospese” di Pierluca Rossi sarà in libreria dal 30 ottobre. Tra le righe libri. www.tralerighelibri.it Sta per tornare! Garfagnana in giallo. Sarebbe un delitto non partecipare.