trimestrale di igiene, TECNOLOGIA, management degli ospedali e dei servizi sanitari territoriali Periodico dell’ANMDO ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI DIREZIONI OSPEDALIERE N° 1/08 ORGANIZZAZIONE Opportunità organizzative per migliorare l’assistenza: l’high care ORGANIZZAZIONE Appropriatezza dell’accesso ai Servizi Sanitari con l’applicazione di una soluzione integrata del programma di prenotazioni (Pegaso) con l’attività di Teleprenotazione e dei medici di reparto GESTIONE Day surgery e day service (P.A.C.) in regione Liguria: Stato di attuazione RISCHIO Indagine di prevalenza delle infezioni nosocomiali presso le unità operative di area chirurgica dell’ A. O. “G. Rummo” di Benevento ORGANIZZAZIONE Valutazione dell’attività di Week Surgery nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato della ASL n.2 dell’Umbria. Anni 2003-2005 STUDI E RICERCHE Studio di appropriatezza e valutazione economica delle prescrizioni di ausili antidecubito nel P.O. San Bassiano IGIENE OSPEDALIERA L’igiene nelle strutture sanitarie: correlazioni tra le procedure di sanificazione ed i fattori di contaminazione ACCREDITAMENTO L’accreditamento nella Regione Siciliana: l’esperienza di una Azienda Ospedaliero-Universitaria STUDI Studio caso-controllo sulle cadute dei pazienti: l’esperienza di un ospedale italiano PROGETTAZIONE La progettazione integrata tra architettura, ingegneria, tecnologia e medicina LINEE GUIDA Le malattie alimentari: se le conosci… ORIZZONTI [email protected] • www.gsanews.it SOMMARIO L’OSPEDALE - Periodico Trimestrale dell’ANMDO Associazione Nazionale Medici Direzioni Ospedalierie Fondato dal Prof. Pino Foltz Anno 61 - Numero 1 - Gennaio-Marzo 2008 Direzione, Amministrazione, Redazione e Pubblicità EDICOM s.r.l. Sede legale: via Zavanasco, 2 20084 Lachiarella (MI) Sede operativa: Via Alfonso Corti, 28 - 20133 Milano tel. 02 70 63 36 94 - 70 60 21 06 fax 02 70 63 34 29 e-mail:[email protected] - www.gsanews.it In copertina: Ospedale Sirai, Carbonia Direttore responsabile: Ilva Gottardi Direttore editoriale: G. Finzi Segreteria scientifica: U.L. Aparo Comitato di direzione: U.L. Aparo, A. Appicciafuoco, S. Brusaferro, V. Castaldo, G. Dal Pozzolo, C. Del Giudice, A.A. De Stefano, C. Di Falco, B. Falzea, K. Kob, U. Podner Komarony, R. Li Donni, A. Marcolongo, A. Montanile, L. Nardi, G. Pelissero, S. Pili, A. Pellicanò, R. Predonzani, A. Rampa, G. Schirripa, D. Stalteri, M.A. Vantaggiato Comitato di redazione: U.L. Aparo, K. Kob, C. Catananti, C. Ponzetti, S. Brusaferro Abbonamenti italia annuo europa paesi extra europei Copia 31,00 103,00 1,29 c.c.p. 38498200 Editoriale Opportunità organizzative per migliorare l’assistenza: l’high care Walter Orlandi, Emilio Duca, Sandro Fratini, Manuela Pioppo Appropriatezza dell’accesso ai Servizi Sanitari con l’applicazione di una soluzione integrata del programma di prenotazioni (Pegaso) con l’attività di Teleprenotazione e dei medici di reparto Artemio Brusa, Massimo Aimone, Gioacchino Balzano, Gisella Lanci Day surgery e day service (P.A.C.) in regione Liguria: Stato di attuazione Marinella Fulgheri, Pierpaolo Maggioni, Eliano Delfino Federica D’Agostino, Rito Mottola, Elisa Iannace, Michele Rossi, Rosario Lanzetta, Pasquale Ferro, Erminia Agozzino Fotolito e stampa: T&T STUDIO - MILANO VELAWEB - binasco (mi) Valutazione dell’attività di Week Surgery nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato della ASL n.2 dell’Umbria. Anni 2003-2005 © Copyright EDICOM s.r.l. - Milano Testata volutamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento C.S.S.T. Certificazione Stampa Specializzata Tecnica per il periodo: 01/01/2007 - 31/12/2007 Ilaria Vescarelli, Rossana Pasquini, Vito Mastrandrea, Anna Paola Peirone, Emanuele Mollichella Studio di appropriatezza e valutazione economica delle prescrizioni di ausili antidecubito nel P.O. San Bassiano Pierino Baù, Francesco Camilli, Giovanni Dal Pozzolo L’igiene nelle strutture sanitarie: correlazioni tra le procedure di sanificazione ed i fattori di contaminazione Alessia Frabetti, Dario Migliori, Alberta Vandini, Piergiorgio Balboni, Sante Mazzacane Tiratura media: N. 4.750 copie L’accreditamento nella Regione Siciliana: l’esperienza di una Azienda Ospedaliero-Universitaria Diffusione media: N. 4.692 copie Vincenzo Guardabasso, Paolo Adorno, Rosalba Quattrocchi Certificato CSST N.2007-1544 del 27 Febbraio 2008 Studio caso-controllo sulle cadute dei pazienti: l’esperienza di un ospedale italiano Società di Revisione: RIA&PARTNERS Tiratura del presente numero: 5.000 copie associato a: Tamara Campanelli, Giuseppe La Torre, Alice Mannocci, Giacomina Chiaradia, Walter Ricciardi La progettazione integrata tra architettura, ingegneria, tecnologia e medicina Ugo Luigi Aparo, Andrea Aparo, Gianfranco Finzi “Ai sensi dell’art. 2 comma 2 del codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, si rende nota l’esistenza di una banca-dati personali di uso redazionale presso la sede di Via Alfonso Corti, 28 - Milano. Gli interessati potranno rivolgersi al responsabile del trattamento dei dati sig. ra Barbara Amoruso presso la sede di Milano Via Alfonso Corti, 28 per esercitare i diritti previsti dal D.lgs 196/2003” 4 8 10 Indagine di prevalenza delle infezioni nosocomiali presso le unità operative di area chirurgica dell’ A. O. “G. Rummo” di Benevento Grafica e impaginazione: A&C STUDIO Autorizzazione del tribunale di Milano n°264 del 04/05/2001. La pubblicità non supera il 45% del numero delle pagine di ciascun fascicolo della rivista. 3 18 26 38 42 50 60 66 Linee Guida Le malattie alimentari: se le conosci… DIREZIONE MEDICA OSPEDALIERA Area di Igiene, Prevenzione e Protezione di Coordinamento e Controllo dei Servizi di Supporto Direttore Dott. Gianfranco Finzi SETTORE CONTROLLO IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA Dietista coordinatore: Dr.sa Nadia Sabbatini 70 ORIZZONTI 77 Editoriale Professione e rappresentanza sindacale: è tempo di scelte coraggiose L o scorso luglio le Confederazioni Sindacali Mediche hanno sottoscritto con l’ARAN un accordo che non consentirà più alle Associazioni trattanti di conseguire il requisito della rappresentatività negoziale federandosi tra loro. La FESMED potrà pertanto partecipare alla contrattazione solo se le Associazioni aderenti le cederanno le proprie iscrizioni e non potrà più far valere come proprie le quote associative delle Associazioni federate (AOGOI, ACOI, ANMDO e SUMI). Questo inatteso e inedito scenario impone all’ANMDO di scegliere tra la confluenza in FESMED rimanendo ( ma solo in quanto FESMED e non più come ANMDO aderente FESMED) al tavolo negoziale e l’uscita da FESMED con conseguente abbandono dell’ambito negoziale. La confluenza in FESMED comporterebbe la fine della forma societaria che vollero i fondatori nel 1947, trasformando di fatto l’ANMDO in una Società esclusivamente Scientifica. La nostra Associazione ha avuto e mantiene tratti unici e tipici, che non si ritrovano nelle società scientifiche e nelle organizzazioni sindacali. I sindacati o le società scientifiche esauriscono nella tutela di interessi economici e posizioni organizzative, i primi, o nella promozione della conoscenza, le seconde, la propria finalità. Il nostro interesse consiste invece nella salvaguardia del ruolo e nella promozione della competenza dei medici delle direzioni sanitarie. Il fare attività scientifica e sindacale è funzione di quell’interesse che è, insieme, missione e tratto identificatore dell’ANMDO. Che fare quindi? Cessare di essere sindacato e scioglierci in FESMED mantenendo, attraverso qualcuno di noi, una presenza nel sistema delle relazioni sindacali nazionali e locali o preservare la nostra antica missione perdendo il posizionamento nel sistema negoziale, ma conservando la nostra identità? Se analizziamo la storia del nostro rapporto con la FESMED e con le altre associazioni aderenti alla FESMED appare evidente che FESMED ha rappresentato un contenitore necessario a far comparire la nostra sigla sul frontespizio del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) qualificandoci come “Sindacato firmatario del contratto” con qualche chance di partecipazione alla contrattazione decentrata laddove si riusciva ad avere uno spazio, mentre i rapporti con le altre Associazioni federate non sono mai andati oltre una civile convivenza. L’assenza di valori comuni e la mancanza di una politica di unificazione ha fatto si che la FESMED si strutturasse come un contenitore di associazioni senza proporsi di diventare un’associazione di persone. Oggi la norma vieta ai Sindacati rappresentativi di essere Contenitori di Associazioni con propria identità e impone di essere un’Associazione di individui in cui l’unica identità ufficialmente ammessa è quella del contenitore. Dunque, una scelta : o si entra in FESMED come singoli iscritti, attraverso la poco ortodossa modalità della cessione di deleghe da un’Associazione all’altra, o si rimane in ANMDO. Gli organi dirigenti dell’ANMDO hanno scelto di non cedere ad altre Associazioni le deleghe dei propri soci, né alla FESMED né ad altri, per motivi formali e di merito. Il rispetto della forma comporta il diritto di ciascun iscritto all’ANMDO di non ritrovarsi socio di un’Associazione diversa da quella che si è scelto senza un preventivo e informato consenso. La riflessione sul merito impone di fare un bilancio sui frutti prodotti dall’ adesione alla FESMED. L’ANMDO sostiene da oltre 10 anni una difficile battaglia per la salvaguardia del ruolo e delle prerogative delle direzioni sanitarie e perché nei posti di direzione sanitaria vengano incaricati dirigenti medici con formazione e competenze igienistico-organizzative. Tale battaglia è stata condotta in perfetta solitudine. La FESMED non ci ha saputo aiutare, supportare e forse neppure capire né ai tempi del Professor Sirchia e del suo progetto di governo clinico, né in quelli della Senatrice Turco e del suo disegno di ammodernamento del SSN. Non c’è stato sostegno in sede negoziale né da parte della FESMED né da parte delle Associazioni Sindacali federate. L’appartenenza alla FESMED non ci ha aiutato nel passato e ridurre oggi l’ANMDO a mera società scientifica potrebbe significare la perdita dell’unico strumento di relazione che abbiamo con la comunità sanitaria, col mondo sindacale e con gli ambienti delle istituzioni e della politica. Manteniamo l’attuale identità dell’ANMDO, dentro o fuori dall’ARAN, e facciamola diventare sempre di più la nostra associazione: vicina ai nostri interessi scientifici e presente nelle nostre postazioni di lavoro; capace di prevenire i rischi e limitare i danni correlati al nostro lavoro; impegnata a difendere la libertà e la dignità della nostra professione. Il Presidente Nazionale e la Segreteria Scientifica e Sindacale: Gianfranco Finzi; Ugo Luigi Aparo; Sergio Pili; Gabriele Pelissero, Antonio De Stefano; Karl Kob; Carmelo Del Giudice; Cesare Catananti; Antonio Carbone; Silvio Brusaferro; Clemente Ponzetti; Paolo Cantaro, Giovanni Dal Pozzolo, Ugo Podner Kmarony 3 Organizzazione Opportunità organizzative per migliorare l’assistenza: l’high care Riassunto Nel nuovo ospedale di Foligno, aperto nel febbraio 2006, la degenza chirurgica per tutte le discipline è stata organizzata in un’unica “stecca” con l’articolazione dei posti letto che va da una massima assistenza, con un modulo di degenza ordinaria (long-stay surgery) ad una bassa assistenza, organizzata in Week Surgery e Day Surgery plurispecialistica. Anche la degenza medica è stata organizzata in un’unica “stecca” con una dislocazione dei posti letto articolata con un modulo di medicina interna ed un modulo di area medica plurispecialistica. Per completare l’offerta ospedaliera sia nell’area chirurgica che nell’area medica, applicando il modello assistenziale per aree ad intensità di cura omogenee, è stata prevista l’attivazione di una nuova tipologia di degenza ospedaliera, nell’ambito di un “Dipartimento Sperimentale per l’Organizzazione dei Nuovi Modelli di Degenza”. Si tratta di una innovazione organizzativa dell’assistenza ospedaliera in cui si prevede la figura del tutor medico di riferimento per la gestione del Piano di Cura e del tutor infermieristico responsabile del nursing assistenziale. Summary In the new Foligno's hospital, opened in 2006 on february, the surgical stay for all the disciplines has been re-organized in only one area with the rearrangement of the beds starting from a high care, organized in long stay surgery, to a low care, organized in the multispecialistic Week surgery and Day Surgery. Also the medical stay has been re-organized in only one area, placing beds into a general module and a multispecialistic module. In order to complete the hospital supply, either in the surgical area or in the medical area, enforcing the care model subdivided into homogenous care intensity, has been activated a new kind of hospital stay, within the "Experimental Department for the Organization of the New Models of Stay in hospital". It is an innovation of the hospital care management in which is considered the figure of the medical case manager for the Cure Plan management and the nursing case manager. Walter Orlandi*, Emilio Duca**, Sandro Fratini***, Manuela Pioppo**** *Direzione Generale Azienda USL n. 3 dell’Umbria **Direzione Sanitaria Azienda USL n. 3 dell’Umbria ***Direzione Presidio Ospedaliero di Foligno Azienda USL n.3 dell’Umbria ****Staff Programmazione e Controllo di Gestione Azienda USL n.3 dell’Umbria MATERIALI E METODI L’Azienda USL n° 3 dell’Umbria, con il Piano Attuativo Locale (PAL) per il triennio 2004-2006, ha proposto lo 4 sviluppo di un nuovo modello di ospedale che si caratterizza per: centralità del governo clinico; sperimentazione di un organigramma basato su rapporti di tipo pre- valentemente funzionale, anziché gerarchico, con forme di collaborazione tra le varie Unità Operative che consentano di affrontare i problemi per processi assistenziali, intesi come sequenza integrata di attività; modello organizzativo basato sull’integrazione interprofessionale e multidisciplinare, secondo la logica del case management, in grado di garantire al paziente la qualità del servizio erogato; modello assistenziale per aree ad intensità di cura omogenee. Tale proposta tiene conto del fatto che il nuovo ospedale di Foligno presenta una struttura fisica che si caratterizza per l’estrema flessibilità favorita anche dalla modularità delle soluzioni edilizie ed impiantistiche adottate. La circolazione interna è organizzata senza interferenza fra i vari flussi e con percorsi separati in funzione della centralità del paziente interno ed esterno. Con il nuovo modello organizzativo l’assistenza ospedaliera dell’area medica e chirurgica è stata organizzata nelle diverse tipologie di degenza in relazione all’intensità delle cure ed alla tipologia di assistenza richiesta: terapia intensiva (intensive care); alto grado di assistenza (high care); basso grado di assistenza (low care); degenza solo diurna (day hospital, day surgery). La riorganizzazione dell’offerta ospedaliera nell’area chirurgica (fig. 1) è stata definita secondo il criterio della gradualità delle cure e dell’intensità terapeutica, diversificando il flusso ¨ PAROLE CHIAVE: Unità ad alto grado di assistenza, degenza ordinaria chirurgica, degenza a 5 giorni, day surgery, riorganizzazione dell'offerta KEY WORDS: High care Units, long-stay surgery, week surgery, day surgery, supply rearrangement dei pazienti chirurgici all’interno delle diverse modalità assistenziali: Chirurgia ambulatoriale, Day Surgery, Week Surgery e Chirurgia in regime ordinario. Nel nuovo ospedale di Foligno, la degenza chirurgica per tutte le discipline (chirurgia generale e vascolare, urologia, ortopedia e traumatologia, otorinolaringoiatria e chirurgia maxillo-facciale, oculistica, ginecologia) è stata organizzata in un’unica “stecca” con l’assegnazione dei posti letto ottenuti dalla lettura degli indicatori di case mix dell’area chirurgica al tasso di utilizzo ottimale del 80 per cento. In particolare l’articolazione dei posti letto va da una massima assistenza, con un modulo di degenza ordinaria (long-stay surgery) di ortopedia-traumatologia e delle altre specialità chirurgiche a ciclo continuativo, ad una bassa assistenza di chirurgia a ciclo breve organizzata in Week Surgery e Day Surgery plurispecialistica con durata massima di degenza non superiore ai 5 giorni. La riorganizzazione dell’offerta ospedaliera nell’area medica (fig. 1) in settori di intensità di cura ed assisten- za differenziata in parte secondo la criticità del quadro clinico, presenta indubbiamente una maggiore complessità dovuta fondamentalmente alla difficoltà in quest’area di programmare i ricoveri -al di là del ricovero diurno- cosa che rende complesso evidenziare un week hospital. Pertanto, coerentemente con gli obiettivi individuati nel PAL per il triennio 2004-2006, nell’area medica l’intervento prevalente dal punto di vista organizzativo è stato quello di migliorare l’appropriatezza dell’attività di Day Hospital, soprattutto diagnostico, con lo sviluppo del modello di day service. La degenza medica è stata organizzata in un’unica “stecca” con una dislocazione dei posti letto articolata con un modulo di medicina interna ed un modulo di area medica plurispecialistica (neurologia, nefrologia, oncologia, gastroenterologia). Per completare l’offerta ospedaliera sia nell’area chirurgica che nell’area medica, applicando il modello assistenziale per aree ad intensità di cura omogenee, è stata prevista l’attivazione di una nuova tipologia di degenza ospedaliera, nell’ambito di un “Dipartimento Sperimentale per 1’Organizzazione dei Nuovi Modelli di Degenza” basata sull’intensità delle cure ed assistenza richieste dal paziente “critico” ovvero una Unità ad alto grado di assistenza, High Care (fig. 1), nell’ambito della quale il paziente (medico e chirurgico) viene gestito da un team di specialisti, a seconda delle problematiche presentate, in una risposta assistenziale multidisciplinare. Si tratta di una innovazione organizzativa dell’assistenza ospedaliera volta a svincolare la gestione della piattaforma logistica (posti letto, sale operatorie, ambulatori, apparecchiature di reparto, personale assistenziale) dalla tradizionale attribuzione “in proprietà” alla unità operativa verso soluzioni di spazi di degenza e di attività il più possibile “indistinti” per vocazione e caratterizzati per diversa intensità assistenziale. L’High Care è riservata al monitoraggio e la cura dei pazienti con moderata o potenzialmente severa instabilità fisiologica, che richiedano supporto tecnico ma non necessariamente supporto vitale artificiale cioè a quei pazienti che richiedono meno cure di quelle standard della terapia intensiva, ma che richiedono più cure di quelle disponibili nei reparti di degenza ordinaria. L’assistenza medica è garantita dall’organico delle UU.00. di degenza scelto in base a competenza e qualità relazionali e che assume ruolo di Tutor o medico di riferimento cui compete la duplice funzione di corretta gestione del piano di cura (case manager) e di referente informativo “personalizzato” del paziente, dei familiari e del medico di medicina generale. Accanto alla figura del tutor medico, il paziente ha un’altra figura di riferimento importante: il Tutor infermieristico responsabile del nursing assistenziale, selezionato in considerazione di specifiche conoscenze, competenze e qualità relazionali. 5 Organizzazione ACCANTO ALLA FIGURA DEL TUTOR MEDICO, IL PAZIENTE HA UN’ALTRA FIGURA DI RIFERIMENTO IMPORTANTE: IL TUTOR INFERMIERISTICO RESPONSABILE DEL NURSING ASSISTENZIALE, SELEZIONATO IN CONSIDERAZIONE DI SPECIFICHE CONOSCENZE, COMPETENZE E QUALITÀ RELAZIONALI. RISULTATI A quattro mesi dall’attivazione della nuova organizzazione si sono ottenuti i seguenti risultati: 1. Individuazione dell’Azienda USL n.3 di Foligno come Centro Interaziendale sui Nuovi Modelli di Degenza, una delle prime misure adottate dalla Regione dell’Umbria a sostegno del Governo Clinico per introdurre nel sistema ospedaliero umbro, accanto all’innovazione strutturale e tecnologica, anche l’innovazione organizzativa gestionale basata sulla diversa intensità assistenziale e sull’integrazione interprofessionale e multidisciplinare. 2. Istituzione in via sperimentale del “Dipartimento per l’Organizzazione dei Nuovi Modelli di Degenza” a responsabilità primariale chirurgica, basato sull’intensità di cura ed assistenza richieste dal paziente critico, che viene gestito con una risposta assistenziale multidisciplinare. Il nuovo Dipartimento deve perseguire i seguenti obiettivi: organizzare l’High Care secondo il modello assistenziale per aree ad intensità di cura omogenea e multidisciplinare; rendere coerente con il nuovo modello organizzativo sia la riorganizzazione della degenza chirurgica secondo il criterio della gradualità della cura e dell’intensità assistenziale, che la gestione del Blocco Operatorio Unico; promuovere l’integrazione assistenziale fra i tutor di area medica e di area chirurgica per la 6 gestione multidisciplinare del paziente critico, sia medico che chirurgico dell’unità di degenza High Care. 3. Ridefinizione nel nuovo Ospedale di Foligno di una nuova organizzazione del Blocco Operatorio comprendente 9 sale operatorie attivate sulla base della disponibilità di posti letto e della tipologia di degenza post-intervento. La programmazione degli interventi con degenza post-intervento inferiore o uguale a 5 giorni -Week Surgery- viene infatti pianificata per i primi 2 giorni della settimana in modo da poter effettuare la dimissione dell’assistito entro le ore 14 del sabato. Gli interventi in Day Surgery vengono programmati fino al venerdì. Gli interventi che prevedono invece una degenza ordinaria superiore a 5 giorni sono programmati liberamente. Con l’attivazione dei nuovi modelli organizzativi precedentemente definiti, con la separazione dei flussi assistenziali e l’aggregazione per intensità, gradualità delle cure e tipologia di intervento, ci si attendono inoltre i seguenti risultati in termini di miglioramento di efficienza operativa e gestionale, da verificare alla fine del primo anno di attività: una maggior appropriatezza dei ricoveri in regime ordinario; la riduzione dei posti letto mantenendo inalterato il regime di attività; il potenziamento della preospedalizzazione e conseguentemente la progressiva riduzione della degenza preoperatoria per le procedure chirurgiche eseguite in elezione; la liberazione di risorse per l’assistenza intensiva per i pazienti affetti da patologie maggiormente impegnative. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Franklin CM, Rackow EC, Mamdani B et al: “Decreases in mortality on a large urban medical service by facilitating access to critical care. An alternative to rationing”. Arch Intern Med 1988; 148:1403-1405 Popovich J: “Intermediate care units. Graded care options”. Chest 1991; 99:4-5 Daly BJ, Rudy EB, Thompson KS, Happ MB: “Development of a special care unit for chronically critically ill patients”. Heart Lung 1991; 20:45-51 Douglas S, Daly BJ, Rudy EB et al: “The cost-effectiveness of a special care unit to care for the chronically critically ill”. J Nurs Adm 1995; 25:47-53 Rudy EB, Daly BJ, Douglas S, Montenegro HD, Song R, Dyer MA: “Patients outcomes for chronically critically ill: special care unit versus intensive care unit”. Nurs Res 1995; 44:324-331 Lega F: “Dalla struttura alle persone: considerazioni su natura, finalità e ruolo del dipartimento ospedaliero”. Mecosan 1999; 8(30):9-24 Puleo A, Di Rosa S: “Tipologia del paziente critico in Medicina Interna”. Giornale Italiano di Medicina Interna 2002; 1(4):33-37 Lega F: “Orientare all’innovazione l’ospedale. Aspetti strategici, organizzativi e gestionali”. Mecosan 2003; 12(47):23-38 Guidelines on admission and discharge for adult intermediate care units (Collegio Americano di Terapia Intensiva della Società Americana di Terapia Intensiva) Organizzazione Appropriatezza dell’accesso ai Servizi Sanitari con l’applicazione di una soluzione integrata del programma di prenotazioni (Pegaso) con l’attività di Teleprenotazione e dei medici di reparto Riassunto Nell’ASL 2 di Torino sono state attivate nuove soluzioni organizzative finalizzate a razionalizzare l’incontro tra domanda ed offerta di prestazioni e ridurre il disagio dell’Utenza nel ricorso ai servizi sanitari. Il TELECUP, associato al programma PEGASO utilizzato anche dai medici di reparto e ambulatoriali, migliora il servizio grazie all’appropriatezza dei percorsi d’accesso. Summary In ASL 2 (Martini Hospital) in Turin have been put into action new organizational solution with the aim to rationalize the meeting between the demand and the offer of performance, reducing the users disconfort in the use of the health service. The TELECUP, associated to the PEGASO program improves the service thanks to the pertinente of the access path. Artemio Brusa*, Massimo Aimone**, Gioacchino Balzano°, Gisella Lanci°° * Direzione Sanitaria Presidio Martini ** Direzione Distretto 2 ASL2-TO ° Direzione S.C. Centro Elaborazione Dati °° tirocinante Direzione Sanitaria PROBLEMA Il problema principale che ci si trova ad affrontare nelle nostre strutture è sostanzialmente quello di ridurre al minimo i disagi dell’utenza, tali problemi sono connessi anche alla evoluzione del tessuto sociale e culturale nel quale il Sistema Sanitario si trova ad operare con una sempre più forte crescita della domanda dei servizi che comporta la definizione di una serie di prestazioni complementari a quelle che hanno caratterizzato il nostro problema. Per la soluzione di tale problema è stato deciso nell’ambito dell’ASL 2 la definizione di un corrispondente progetto per la realizzazione del quale sono stati chiamati a farne parte 8 la Direzione Sanitaria del Presidio Martini, il Distretto 1 e Distretto2, la Struttura Complessa CED, l’Organico del TELECUP. Le nuove soluzioni perseguibili hanno avuto lo scopo di individuare e sperimentare misure volte a razionalizzare l’incontro tra domanda ed offerta di prestazioni e ridurre il disagio dell’utenza nel ricorso ai servizi sanitari. Questi interventi sono finalizzati all’abbattimento delle liste di attesa entro limiti temporali accettabili ed in linea con le determinazioni regionali. L’assistenza sanitaria cerca quindi di comprendere ed intervenire sui reali problemi del cittadino sfruttando in maniera mirata le risorse a disposizione, tanto più il suo uso sarà appropriato. Entra in gioco un concetto fondamentale :”l’appropriatezza”. L’appropriatezza, in campo clinico, indica il corretto uso del livello assistenziale ospedaliero per la soluzione del problema presentato dal paziente, essa è la misura dell’ adeguatezza delle attività intraprese per trattare uno specifico stato patologico, in base a criteri di efficacia ed efficienza in grado si coniugare standard clinico e standard economico, un percorso teso a garantire elevati standards quali/quantitativi delle prestazioni sanitarie al fine di ridurre al minimo i disagi dell’utenza. Questo aspetto spesso tende a disorientare, trasformandosi di fatto in una mera considerazione delle spese sanitarie in cui l’appropriatezza diventa uno strumento, un indicatore per vedere quasi esclusivamente gli sprechi e il cattivo impiego delle risorse, tralasciando i casi del loro sottoutilizzo. IL SISTEMA SANITARIO SI TROVA AD OPERARE CON UNA SEMPRE PIÙ FORTE CRESCITA DELLA DOMANDA DEI SERVIZI CHE COMPORTA LA DEFINIZIONE DI UNA SERIE DI PRESTAZIONI COMPLEMENTARI A QUELLE CHE HANNO CARATTERIZZATO IL NOSTRO PROBLEMA. ¨ PAROLE CHIAVE: Appropriatezza del percorso d'accesso, domanda ed offerta, servizio di prenotazione, liste d'attesa KEY WORDS: Pertinente of the acces path, demand and offer, booking service, waiting list SOLUZIONE DEL PROBLEMA In questa nuova ottica nell’ASL2 di Torino si è dato vita ad un Sistema Territoriale di Teleprenotazione esami, visite specialistiche, gestore integrato di informazioni su punti di servizio remoti il “TELECUP”, in aggiunta al Centro Unico di prenotazione (CUP) già esistente. Il servizio permette all’utente di telefonare ad un numero verde (800.528.428) tranquillamente da casa o con il cellulare, evitando la coda agli sportelli. All’ASL 2 le liste di attesa sono state “aperte” cioè non pongono alcun ostacolo artificiale all’accesso dei cittadini (82,9% nel limite ragionale per le visite, 70,4% per gli esami strumentali). La trattazione delle liste d’attesa riguarda esclusivamente le richieste classificate in classe 3 o D; infatti rientrano nei parametri e, quindi, esulano dalla presente: le attività d’emergenza (al DEA e nei reparti con pazienti critici) le richieste in classe 1 o U (ex lege 48 h e qui immediate) le richieste in classe 2 o B (ex lege 10 gg. e qui 48 ore) le visite di controllo o P (programmate) Inoltre si è consentito ai singoli specialisti di prenotare i pazienti per le così dette seconde visite e quant’altro da loro ritenuto opportuno, in modo da consentire ai medesimi di autogestire la propria attività in base alla qualità della richiesta, utilizzando il programma di prenotazioni attraverso la rete informatica dell’ASL 2 ed garantendo brevi manu agli Uten- ti nei vari ambulatori le prenotazioni successive, assicurando in tal modo la continuità del trattamento sanitario. EFFETTI I risultati ottenuto con tale sistema di soluzione integrata del programma di prenotazione (Pegaso) utilizzato e dagli operatori di sportello e dai medici di reparto e ambulatori, nonché dagli operatori del servizio di teleprenotazioni sono i seguenti: semplificazione del percorso dei pazienti all’interno della struttura riduzione dei tempi di attesa nell’erogazione delle prestazioni, (un incremento di prenotazioni al TELECUP crescente nel 2005 fino ad un plateau del 25% circa nel 2006) Questi effetti rappresentano la soluzione di quello che era il problema inizialmente posto al gruppo di lavoro, ma vi sono stati anche degli ulteriori effetti sia nei riguardi dei medici operatori che del SSN e SSR in quanto hanno reso possibile : la condivisione in rete dei Servizi (Medici specialisti e reparti Ospedalieri a tutte le strutture facenti capo all’Azienda premettere il riconoscimento del carattere di urgenza e dell’appropriatezza gia in fase di prenotazione favorire la consuntivazione delle prestazioni specialistiche erogate migliorare i flussi informativi aziendali sia al proprio interno che verso la Regione Superata la diffidenza e le inveterate abitudini, anche i medici oltre che i pazienti stanno apprezzando una riduzione dei tempi d’attesa, e al conseguente abbattimento delle code allo sportello, che vengono progressivamente sostituite da una semplice telefonata. In conclusione, l’applicazione di una soluzione integrata di prenotazione del paziente, a supporto del processo clinico ed amministrativo su tutta l’ASL, rende anche omogeneo, costante e trasparente il flusso di dati interaziendali. Migliora la comunicazione medico - paziente. Si può in definitiva gia cominciare a ipotizzare di come un giorno non lontano utilizzando la semplice tastiera del proprio Personal Computer si potranno affrontare, in un modo che alcuni anni fa si sarebbe ritenuto impensabile e risolvere problemi solo astrattamente connessi all’uso di un PC. BIBLIOGRAFIA Regione Emilia Romagna: “La WEB COMMUNITY per l’appropriatezza della pratica clinica”. 2004. (http://www.asmn.re.it) Associazione Italiana Epidemiologia: “L’epidemiologia ed i cambiamenti del SSN” 2003 (http://www.epicentro.iss. it) Care on line: “Appropriatezza” 1999 (http://www.careonline.it) C.D. Naylor, What Is Appropriate Care?, N.E.J.M., 338: 1918-1920, 1998. Rapporto del Hastings Center. Gli scopi della medicina: nuove priorità.Notizie di Politeia, Anno 13, n. 45, 1997. C.E. Phelps, The Methodological Foundations of Studies of the Appropriateness of Medical Care, N.E.J.M., 329:1241-1245, 1993. Borgonovi E.: “Processi di cambiamento e di programmazione nelle Unità Sanitarie locali” Giuffrè, Milano, 1985 Borgonovi E.: “introduzione all’economia delle amministrazioni pubbliche”, Giuffrè, Milano, 1984 9 Gestione Day surgery e day service (P.A.C.) in regione Liguria: Stato di attuazione Riassunto Gli Autori descrivono, nel percorso di razionalizzazione del sistema sanitario regionale, i criteri di attuazione forniti dalla regione Liguria per l’attivazione della Day Surgery e dei Pacchetti Ambulatoriali Complessi. Tali modelli organizzativi sono stati impiegati come strumenti che hanno permesso di migliorare l’appropriatezza, rimodulare l’offerta per le prestazioni di bassa complessità e contestualmente implementare la qualità complessiva del S.S.R. Oltre allo stato dell’arte, si è voluto dare in prospettiva quali, ad oggi, siano le possibilità di sviluppo correlate alla D.S. ed ai P.A.C. Summary The Authors describe, during the rationalization process of the Regional Sanitary System, the supplied criteria of performance from the Liguria Region for beginning the activity of Day Surgery and complex ambulatorial packages. Such organizational models have been employ like instruments that have allowed to improve the appropriatness, to redefine the offer for the performances of low complexity and contextually to implement the total quality of the regional sanitary system. Beyond to the state of the art, it is intentional to give in perspective which, today, are the possibilities of development correlated to the D.S. and the P.A.C. Marinella Fulgheri*, Pierpaolo Maggioni**, Eliano Delfino*** *D.M.O. Ospedale Celesia - P.O. Nord - ASL 3 “Genovese” (GE) **D.M.O -. A.O. Villa Scassi (GE) *** Direzione Presidio Ospedaliero - A.O. Villa Scassi (GE) tezza di erogazione dell’assistenza resa da parte delle Strutture sanitarie liguri (AA.OO., PP.OO. I.R.C.C.S., EE.OO., Istituti Privati Accreditati). A tal proposito sono state intraprese azioni tendenti alla valutazione dell’appropriato utilizzo delle risorse riferite ai ricoveri (appropriatezza generica) comprendenti anche verifiche operate direttamente sulla documentazione sanitaria, estratta a campione dai ricoveri, ordinari e a ciclo diurno, effettuati da ogni singola Struttura ospedaliera regionale (Nuclei Operativi di Controllo-N.O.C.) (1,2) (D.G.R. 1296 del 28/11/2000 e D.G.R. 317 del 16/03/2001). Dello stesso periodo è la formalizzazione dell’attività di Day Surgery (3,4,5,6) (DGR 143 del 11/02/2000, DGR 1097/2001, DGR 245 del 7/03/2003, DGR 765 del 16/07/2004), con la definizione degli interventi e procedure erogabili estrapolate dalle linee guida nazionali. INTRODUZIONE Tabella 1 A partire dall’anno 2000, la Regione Liguria ha intrapreso un percorso di riorganizzazione del Sistema Sanitario regionale mirato alla razionalizzazione del sistema domanda – offerta ed al più appropriato utilizzo delle Strutture Ospedaliere. A tal fine, sono state intraprese azioni ad hoc tra le quali la più importante è stata la realizzazione di un sistema di monitoraggio e controllo che ha reso possibile tra l’altro la valutazione dell’appropria- 10 Regione Liguria Periodo Ricoveri ordinari Ricoveri DH/DS 2002 64.5% 35.5% 2003 60.8% 32.9% 2004 57.2% 42.8% 2005 57.8% (Proiezioni) 42.2% (Proiezioni) (8) (base dati - anno 2004 stime 2005 delle politiche sanitarie della Corte dei Conti) ¨ PAROLE CHIAVE: Day Surgery, Pacchetti Ambulatoriali Complessi (P.A.C.), appropriatezza KEY WORDS: Day Surgery, complex ambulatorial packages (P.A.C.), appropriatness Tabella 2 Suddivisione DRG in Fasce anno 2004 Fascia 00 – DRG con peso <=0.59, facenti parte dei 43 DRG LEA ad altissimo rischio di inappropriatezza se non erogati in regime di DH/DS o regime ambulatoriale; Fascia 0 – DRG LEA con peso >0.59 e altri DRG < 0.59 ad alto rischio di inappropriatezza se non erogati in regime di DH/DS o regime ambulatoriale; Fascia 1 – DRG con peso compreso tra 0.59 e 0.861; Fascia 2 – DRG con peso compreso tra 0.861 e 1.361; Fascia 3 – DRG con peso compreso tra 1.361 e 2.27; Fascia 4 – DRG con peso > 2.27; Tabella 3 Suddivisione DRG in Fasce anno 2005 Fascia 00 – DRG con peso <=0.65, facenti parte dei 43 DRG LEA ad altissimo rischio di inappropriatezza se non erogati in regime di DH/DS o regime ambulatoriale; Fascia 0 – DRG LEA con peso >0.65 e altri DRG < 0.65 ad alto rischio di inappropriatezza se non erogati in regime di DH/DS o regime ambulatoriale; Fascia 1 – DRG con peso compreso tra 0.65 e 0.88; Fascia 2 – DRG con peso compreso tra 0.88 e 1.361; Fascia 3 – DRG con peso compreso tra 1.361 e 2.27; Fascia 4 – DRG con peso > 2.27; A partire dall’anno 2002 l’attività chirurgica per le varie branche, ha fatto notare un progressivo decremento dei ricoveri ordinari a favore dei ricoveri in Day Surgery, con un probabile effetto di “trascinamento” positivo anche per l’attività di Day Hospital. L’attuazione di quanto sopra, che ha portato alla progressiva ridu- zione dei tassi di ricovero ordinario, ha consentito di rimodulare la “bassa complessità” in un regime di ricovero a minor consumo di risorse, fermo restando il mantenimento della qualità dell’assistenza (7) come previsto dal D.P.C.M. 29/11/2001 (L.E.A.). Il trend di riconversione dei casi di bassa complessità dal regime di ricovero ordinario ai regimi di ricovero diurno per la Regione Liguria è sinteticamente riassunto in tabella 1. Tale indirizzo viene ripreso e sottolineato nel Piano Socio Sanitario Regionale 2003-2005 - parte II (9), che orienta le Strutture Sanitarie Ospedaliere alla medio-alta intensità di cura, tale da potenziare la capacità di risposta alle esigenze dei cittadini, abbattere le liste di attesa per determinate patologie e ridurre la mobilità passiva che per alcune patologie registra fughe significative, riqualificare la produzione ospedaliera e riconvertire i posti letto per le prestazioni a bassa complessità. Tali obiettivi sopra esposti sono stati esplicitati attraverso il recepimento dei DRG – LEA (D.P.C.M. 29/11/2001) e la valutazione dell’assistenza stratificando i DRG sulla base del peso in sei fasce (tabella 2 e 3). Negli obiettivi dei Direttori Generali (10,11) (DGR 560 del 07/06/2004, DGR 932 del 05/08/2005), veniva stabilita la quota di trasferimento delle prestazioni di bassa complessità per il triennio di vigenza del P.S.R. Proseguendo il processo di “efficentizzazione” del Sistema Sanitario ligure ed in attuazione dell’accordo Stato-Regioni del 23 marzo 2005 (12) i cui obiettivi sono in tabella 4, è stato dato spazio alla possibilità di erogare prestazioni multidisciplinari e multiprofessionali di particolare complessità, di norma erogate in regime di ricovero, a livello delle Strutture ambulatoriali sia ospedaliere che distrettuali. (vedi Tabella 4) In questo senso la Regione Liguria ha elaborato e attuato i Pacchetti Ambulatoriali Complessi (P.A.C.), parzialmente sovrapponibili sia in termini organizzativi che di contenuti a quanto adottato in altre Regioni italiane come Day Service. 11 Gestione Tabella 4 Accordo Stato-Regioni del 23 marzo 2005 Tasso ospedalizzazione 2007 180%o abitanti MATERIALI E METODI La DGR 1097/2001 “Regolamento dell’attività di Day Surgery in Regione Liguria”- Allegato A e B definisce: Allegato A: • le tipologie e l’attuabilità della Day Surgery; • i requisiti minimi organizzativi, tecnologici e strutturali; • i criteri di ammissibilità dei pazienti alla D.S. dati da protocolli per l’ammissione, cura e dimissione; • i criteri per il monitoraggio, l’analisi e la valutazione dell’attività; • i controlli e le verifiche di qualità. Allegato B: • l’elenco delle procedure effettuabili e da effettuarsi; Posti letto Attuali Posti Letto Attesi P.L. per Acuti 4.4%o P.L. per Acuti 3.7 %o P.L. per Riab. 0.31%o P.L. per Riab. 0.9%o • le tariffe delle prestazioni in Day Surgery. Stabilisce in 90 giorni dalla notifica del provvedimento il tempo in cui le Strutture sanitarie erogatrici, devono presentare alla Regione il proprio programma di Day Surgery. Obiettivo specifico: erogare almeno il 50 % degli interventi e/o procedure chirurgiche indicate come riconvertibili, entro fine anno 2002 in regime di Day Surgery. Prevede, inoltre, l’istituzione di un Gruppo di Lavoro Regionale per la Day Surgery, ad oggi attivo, con il compito di promuovere: • lo sviluppo e il miglioramento continuo della D.S.; • di predisporre gli indicatori per la valutazione dei risultati; • la revisione dei requisiti delle Strutture eroganti tale tipologia di prestazioni; • l’aggiornamento dell’elenco del- le procedure effettuabili in regime diurno; • la valutazione della qualità percepita. Tale gruppo ha elaborato i seguenti indicatori: Indicatori di processo • numero di casi trattati e di pazienti presi in carico • indice di operatività di U.O. (% Ric di D.S./Tot. Ric. Ciclo diurno) • indicatori di risultato • mancato arrivo di pazienti prenotati e attesi per intervento • cancellazione dell’intervento programmato dopo l’arrivo del paziente • necessità di re-intervento • necessità di ricovero notturno non pianificato • necessità di assistenza postoperatoria oltre le sei ore dall’intervento Tabella 5 DRG DESCRIZIONE % di Riconversione 006 Decompressione tunnel carpale 92 039 Interventi sul cristallino con o senza vitrectomia 88 342 Circoncisione età > 17 aa 92 Dito a scatto 93 133 Aterosclerosi senza cc. 100 134 Ipertensione 100 142 Sincope collasso senza cc 100 294 Diabete 100 Proc.72703 / cod.int. 8201 8233 – 8212 – 8291 - 8044 12 Indicatori di qualità 1. indicatori per la selezione: • rapporto pazienti cancellati/ pazienti attesi • rapporto pazienti non venuti/ pazienti attesi 2. indicatore specifico per l’atto chirurgico: • rapporto pazienti ri-operati/ pazienti operati 3. indicatori per la dimissione: • rapporto pazienti non dimissibili/pazienti operati • rapporto pazienti ri-ospedalizzati/pazienti operati 4. indicatore per l’anestesia: • rapporto pazienti dimessi oltre le 6 ore dall’intervento/ pazienti operati 5. indicatori per la qualità percepita: • aderenza dell’informazione fornita alla procedura svolta • disponibilità a ripetere l’esperienza e a proporla ad altri. Con la D.G.R. 1795 del 30 dicembre 2005 “Pacchetti Ambulatoriali Complessi: Riconversione al livello Ambulatoriale di alcuni DRG ad Elevato rischio di inappropriatezza” (13), sono stati definiti i pacchetti di prestazioni erogabili a livello ambulatoriale. Il nuovo modello organizzativo è stato avviato dal 1 gennaio 2006. I DRG e/o procedure selezionate con la percentuale di riconversione prevista sono riportate in Tabella 5. In tabella 6 e 7 sono riportati i dati assoluti e percentuali delle prestazioni potenzialmente riconvertibili. Inoltre la DGR 20 del 07/07/2006 (14), sancisce che a partire dal secondo semestre 2006, le Strutture sanitarie liguri organizzino l’attuazione di pacchetti ambulatoriali complessi comprendenti la fase riabilitativa per le discipline di ortopedia, traumatologia, neu- Grafico 1 rologia e cardiochirurgia, per una quota pari ad un minimo del 30% dei volumi di prestazioni erogati. Per ciascun P.A.C. deve essere redatto un documento sanitario, contenente il numero di accessi e delle visite specialistiche, la descrizione della visita/prestazione effettuata, degli esami ematochimici e strumentali. In caso di prestazione chirurgica viene trascritta la preparazione specifica richiesta, la descrizione dell’intervento effettuato, la valutazione post operatoria, il numero e la periodicità delle visite di controllo. Inoltre è prevista l’indicazione del piano terapeutico, con specificazione dei farmaci erogati direttamente al paziente in fase di dimissione, la sintesi clinica della prestazione erogata, la lettera indirizzata al Medico curante. Grafico 2 13 Gestione NUMERI ASSOLUTI PAC ANNO 2005 Tabella 6. ASL 1 DRG Ric. Ord Ric. DH ASL 2 ASL 3 ASL 4 ASL 5 Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS 6 5 16 139 257 5 378 9 3 225 0 0 85 3 1 333 39 24 72 1072 124 289 2016 177 0 1776 0 1 1272 1 0 1668 342 11 5 65 1 0 58 1 5 68 3 0 74 1 0 136 133 72 36 1 99 122 1 68 75 0 15 34 0 133 20 0 134 86 315 2 191 337 1 207 129 0 56 29 0 88 31 0 142 60 37 0 93 29 1 53 31 0 111 17 1 131 18 0 294 116 568 0 95 43 0 110 140 0 40 588 0 75 12 0 A.O. Santa Corona DRG Ric. Ord Ric. DH A.O. San Martino A.O. Villa Scassi I.S.T. Ist. G. Gaslini Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS 6 7 1 163 0 30 317 0 0 58 0 0 2 0 0 0 39 0 0 0 88 7 2859 2 0 687 0 0 0 20 0 0 342 1 0 51 10 0 140 2 0 86 1 5 0 0 0 0 133 41 53 0 51 33 0 24 17 0 4 0 0 4 2 0 134 62 188 0 101 228 1 40 107 1 0 17 0 14 17 0 142 56 23 0 92 48 0 30 19 0 0 0 0 25 17 0 294 47 27 0 120 208 1 33 461 0 0 0 0 0 7 0 DRG Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS 6 0 0 2 0 0 175 0 0 0 0 0 99 E.O. Evangelico E.O. Galliera Villa Azzurra Alma Mater 39 0 4 1403 4 0 547 0 0 0 0 0 1111 342 0 0 3 7 0 30 0 0 0 0 0 0 133 1 3 0 17 6 0 15 0 0 0 0 0 134 22 91 0 24 90 0 20 0 0 0 0 0 142 5 0 0 34 7 0 8 0 0 0 0 0 294 8 18 0 51 37 0 0 0 0 1 0 0 RISULTATI Nel grafico 1 vengono riportati in percentuale i dati di riconversione da ricovero ordinario a DH/DS. (vedi Grafico 1) Dal 2002 in avanti si evidenzia come vi sia stato un graduale incremento del ricorso al ricovero diurno, per arrivare al 42% della produzione ospedaliera ligure nel 2005. Nel grafico 2 vengono riportate in percentuale i dati di riconversione distinti per tipologia di ricovero, dal 2003 al 2006: si evidenzia che fino al 2004 vi è stato un progressivo ricorso all’attività Day Surgery, che nel periodo successivo si è stabilizzato attorno al 18% delle prestazioni sanitarie erogate dalla Regione Liguria. Tale incremento può ascriversi alla forte volontà che la Regione ha espresso negli Obiettivi dei Direttori Generali affinché ogni struttura degenziale attivasse l’attività di Tabella 8 14 Periodo verificato Cartelle da esaminare Cartelle esaminate Cartelle Cartelle non conformi concordate Cartelle non % concordate non conformi 2001 1772 1772 821 821 0 46.4 2002 2708 2708 1051 1042 9 38.81 2003 2692 2692 988 988 0 36.70 PERCENTUALI PER TIPOLOGIA DI RICOVERO “DRG PAC” ANNO 2005 Tabella 7. ASL 1 DRG Ric. Ord Ric. DH ASL 2 ASL 3 ASL 4 ASL 5 Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS 6 3,13 10,00 86,88 40,16 0,78 59,06 3,80 1,27 94,94 0,00 0,00 100,00 0,89 0,30 98,81 39 2,05 6,16 91,78 5,10 11,90 83,00 9,06 0,00 90,94 0,00 0,08 99,92 0,06 0,00 99,94 342 13,58 6,17 80,25 1,69 0,00 98,31 1,35 6,76 91,89 3,90 0,00 96,10 0,73 0,00 99,27 133 66,06 33,03 0,92 44,59 54,95 0,45 47,55 52,45 0,00 30,61 69,39 0,00 86,93 13,07 0,00 134 21,34 78,16 0,50 36,11 63,71 0,19 61,61 38,39 0,00 65,88 34,12 0,00 73,95 26,05 0,00 142 61,86 38,14 0,00 75,61 23,58 0,81 63,10 36,90 0,00 86,05 13,18 0,78 87,92 12,08 0,00 294 16,96 83,04 0,00 68,84 31,16 0,00 44,00 56,00 0,00 6,37 93,63 0,00 86,21 13,79 0,00 A.O. Santa Corona DRG Ric. Ord Ric. DH A.O. San Martino A.O. Villa Scassi I.S.T. Ist. G. Gaslini Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS 6 4,09 0,58 95,32 0,00 8,65 91,35 0,00 0,00 100,00 0,00 0,00 100,00 0,00 0,00 0,00 39 0,00 0,00 0,00 2,98 0,24 96,78 0,29 0,00 99,71 0,00 0,00 0,00 100,00 0,00 0,00 342 1,92 0,00 98,08 6,67 0,00 93,33 2,27 0,00 97,73 16,67 83,33 0,00 0,00 0,00 0,00 133 43,62 56,38 0,00 60,71 39,29 0,00 58,54 41,46 0,00 100,00 0,00 0,00 66,67 33,33 0,00 134 24,80 75,20 0,00 30,61 69,09 0,30 27,03 72,30 0,68 0,00 100,00 0,00 45,16 54,84 0,00 142 70,89 29,11 0,00 65,71 34,29 0,00 61,22 38,78 0,00 0,00 0,00 0,00 59,52 40,48 0,00 294 63,51 36,49 0,00 36,47 63,22 0,30 6,68 93,32 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 100,00 0,00 DRG Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS Ric. Ord Ric. DH Ric. DS 6 0,00 0,00 100,00 0,00 0,00 100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 100,00 E.O. Evangelico E.O. Galliera Villa Azzurra Alma Mater 39 0,00 0,28 99,72 0,73 0,00 99,27 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 100,00 342 0,00 0,00 100,00 18,92 0,00 81,08 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 133 25,00 75,00 0,00 73,91 26,09 0,00 100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 134 19,47 80,53 0,00 21,05 78,95 0,00 100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 142 100,00 0,00 0,00 82,93 17,07 0,00 100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 294 30,77 69,23 0,00 57,95 42,05 0,00 0,00 0,00 0,00 100,00 0,00 0,00 Day Surgery. Volontà espressa anche attraverso la costituzione dei Nuclei Operativi di Controllo (N.O.C.) delle Aziende Sanitarie Territoriali che da “acquirenti” delle prestazioni sanitarie presso le Aziende “produttrici”, erano responsabili delle verifiche sulla appropriatezza erogativa delle prestazioni. I N.O.C. hanno effettuato verifiche sul campo nel periodo 2001-2004 valutando la documentazione clinica di ricovero ordinario/DH/DS estratti direttamente dalla Regione Liguria dai dati di produzione delle Aziende Sanitarie Liguri. Il campione è stato suddiviso in un campione mirato (5% sul totale della produzione), caratterizzato dalle seguenti specifiche variabili: • DRG complicati • Ricoveri ripetuti per lo stesso soggetto (finestre temporali 0-1 giorni, 0-4 giorni, 5-30 giorni, sia che venga effettuato nello stesso istituto di cura o in due diverse strutture) • Durata di degenza di 2-3 giorni • DRG anomali (424, 468, 469, 470, 476, 477) • DRG particolarmente remunerativi • prestazioni a bassa complessità (fascia 0 e fascia 00) Viene aggiunto un campione casuale (1% sul totale della produzione). I risultati sintetici e complessivi per l’area metropolitana di Genova, su 15 strutture ospedaliere pubbliche e private accreditate (51% del totale della produzione ospedaliera regionale) evidenziano un discreto trend con diminuzione della inappropriatezza di utilizzo delle risorse (16).(vedi Tabella 8) Inoltre, raffrontando le tre fasi di verifica svoltesi nell’arco dei tre anni considerati, si assiste ad un miglioramento complessivo sia dal punto di vista formale (completezza della documentazione ecc.) sia per quel che riguarda l’appropriatezza (generica) nell’erogazione delle prestazioni sanitarie soprattutto per quanto riguarda il campione mirato. Per quanto concerne l’introduzione dei Pacchetti Ambulatoriali 15 Gestione Complessi, gli indicatori stabiliti con norma consistono nel rispetto del tetto percentuale di riconversione (tabella 5). Il primo step di valutazione verrà effettuato sui dati dell’anno 2006. CONCLUSIONI L’introduzione dell’attività di Day Surgery ha portato una sostanziale riconversione di ricoveri da ordinario a DH/DS per le patologie considerate. Ulteriori importanti risultati conseguenti sono: razionalizzazione dell’assistenza ospedaliera, contenimento dei costi, riduzione delle liste di attesa, miglioramento complessivo della qualità. Oltre alla riqualificazione e la riduzione dei posti letto complessivi ha indirettamente permesso, inoltre, l’ottimizzazione dell’indice di operatività per la degenza ordinaria (obiettivo nel biennio 2001/2002 >70 %),. Visto il risultato conseguito e considerato che l’elenco delle procedure effettuabili e da effettuarsi in D.S. presenti nella normativa Regionale sono ridotte rispetto alle Linee Guida Nazionali, una revisione di detto elenco è comunque ipotizzabile, sia per tipologia che per volumi di attività, potendo in tal modo ulteriormente incidere positivamente sulla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse. L’attivazione dei Pacchetti Ambulatoriali Complessi (P.A.C.) nella formulazione proposta dalla Regione Liguria, almeno nella prima fase di applicazione, come modello organizzativo ambulatoriale pare non aver indotto cambiamenti sostanziali nei modelli erogativi (linee di produzione) delle prestazioni e pertanto non 16 ha influito sull’abbattimento dei costi di gestione. La ridefinizione della tariffa non ha stimolato sufficientemente le Aziende Sanitarie nella ricerca di percorsi produttivi alternativi ed a costi inferiori. Infatti ad oggi i P.A.C. vengono prodotti dalle stesse Unità Operative, negli stessi spazi e con l’utilizzo delle stesse risorse. Si rende necessario quindi un profondo processo di revisione interna alle singole Aziende: in tal senso l’aver comunque previsto (DGR 20/2006) per le Aziende Sanitarie il ruolo di proporre e implementare i P.A.C. con proposta di nuovi modelli gestionali che possono effettivamente incidere sul contenimento dei costi di produzione, dà spazio alla crescita di questa formula organizzativa. alla D.G.R. n245/03”. D.P.C.M. 29/11/2001 “Definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza”. Corte dei Conti – Sezione Regionale di Controllo per la Liguria “Le politiche Sanitarie Attuate in Liguria (anno 2004 e stime 2005)” – Relazione. D.C.R. N 3 del 20/27-1-2004 “Piano Socio Sanitario Regionale 2003-2005”. DGR 560 del 07/06/2004 “Obiettivi dei Direttori Generali della Aziende Sanitarie Liguri per l’anno 2004” DGR 932 del 05/08/2005 “Indirizzi e adempimenti per le Aziende del Servizio Sanitario Regionale – Obiettivi dei Direttori Generali” Accordo Stato-Regioni del 23 marzo 2005 BIBLIOGRAFIA D.G.R. 1296 del 28/11/2000 “Rapporti UU.SS.LL. ed Enti Erogatori dei Servizi sanitari – Linee guida attuative”. D.G.R. 317 del 16/03/2001 “modifica artt. 5 e 6 - D.G.R. 1296 del 28/11/2000 “Rapporti UU.SS.LL. ed Enti Erogatori dei Servizi sanitari – Linee guida attuative”. DGR 143 del 11/02/2000 “Indirizzi tecnici per l’organizzazione dell’attività di Day Surgery”. DGR 1097/2001 “Regolamento dell’attività di Day Surgery in Regione Liguria”- Allegato A e B. DGR 245 del 7/03/2003 “Nuovo elenco procedure effettuabili in Day Surgery”. DGR 765 del 16/07/2004 “Primo aggiornamento dell’elenco delle prestazioni effettuabili in Day Surgery di cui D.G.R. 1795 del 30 dicembre 2005 “Pacchetti Ambulatoriali Complessi: Riconversione al livello Ambulatoriale di alcuni DRG ad Elevato rischio di inappropriatezza”. D.G.R.L. 20 del 07/07/2006 “Piano di riorganizzazione della rete regionale di cura e di assistenza – linee di indirizzo, criteri modalità e termini di realizzazione”. tabelle - fonte database ufficiale: Cubo Regione Liguria – basato su softwere statistico SAS. Maggioni P., Fulgheri M. “Attività dei Nuclei Operativi di Controllo della ASL 3 “Genovese”; Periodico: “Sanità e Sicurezza” Edizione: Ottobre anno 2002 Tomo n. 1, Edizioni I.S.R.A. Roma, pag. 390-393; Rischio Indagine di prevalenza delle infezioni nosocomiali presso le unità operative di area chirurgica dell’ A. O. “G. Rummo” di Benevento Riassunto È stato condotto uno studio di prevalenza delle infezioni ospedaliere su 273 pazienti ricoverati nei reparti chirurgici dell’A.O. “G. Rummo” di Benevento, nel periodo tra novembre 2005 e aprile 2006. Lo studio ha messo in evidenza un tasso di prevalenza del 5,1% con rischio maggiore di malattia nei pazienti con un maggior numero di patologie concomitanti ed in quelli sottoposti a procedure invasive. Summary 273 patients from A.O.”G. Rummo” Hospital in Benevento were submitted to a study aimed at detecting the prevalence rate of hospital infections. The period examined ranges from November 2005 to April 2006. Data have shown a 5,1% prevalence rate, with a higher risk of infection for patients undergoing invasive procedures. Parole chiave: infezioni nosocomiali, epidemiologia, sorveglianza. Key words: hospital infections, epidemiology, control. Federica D’Agostino*, Rito Mottola*, Elisa Iannace*, Michele Rossi°, Rosario Lanzetta°, Pasquale Ferro*, Erminia Agozzino^ * Direzione Medica di Presidio – A.O. “G. Rummo” di Benevento ° Direzione Aziendale – A.O. “G. Rummo” di Benevento ^ Dipartimento di Medicina Clinica, Pubblica e Preventiva – Seconda Università di Napoli INTRODUZIONE Le infezioni nosocomiali hanno un enorme impatto non solo clinico, ma anche organizzativo, economico e medico-legale 1, 2, 3, 4. Si calcola che esse possano insorgere con una prevalenza che varia mediamente dal 2,8% al 9,0%, potendo anche arrivare a valori ben più alti nei reparti di cardiochirurgia (38,1%), rianimazione (21,1%) ed ortopedia (20,9%), ma che una percentuale di esse, variabile dal 13% al 38% in base alle diverse localizzazioni, in realtà sia prevenibile 5. Per tali motivi, facendo seguito all’esperienza di collaborazione al Progetto Nazionale INF-NOS 2002-2004, nella convinzione che, 18 al fine di prevenire le infezioni nosocomiali, sia fondamentale istituire stabilimente Sistemi di Sorveglianza Locale che forniscano le informazioni necessarie per implementare interventi di prevenzione, la Direzione Medica di Presidio dell’A.O. “G. Rummo” di Benevento, in collaborazione con l’Istituto di Igiene del Dipartimento di Medicina Clinica, Pubblica e Preventiva della Seconda Università degli Studi di Napoli, ha realizzato un’indagine di prevalenza delle infezioni nosocomiali che ha coinvolto tutte le Unità Operative di Area Chirurgica della Struttura. Particolare attenzione è stata posta nei confronti delle infezioni del sito chirurgico, che, insieme alla dei- scenza delle anastomosi, alla trombosi venosa profonda e alla mortalità operatoria, rappresentano le complicanze chirurgiche più temute per gravità di esito e/o frequenza di comparsa 6, potendo manifestarsi con un’ incidenza che può variare da meno dell’1% in alcuni interventi puliti in pazienti non a rischio fino al 15% in alcuni interventi contaminati in pazienti a rischio 7. Gli obiettivi dello studio sono stati: • rilevare il tasso di prevalenza di infezione nosocomiale in tutte le Unità Operative di Area Chirurgica dell’ azienda; • misurare la frequenza di patologie concomitanti e/o predisponenti; • misurare la frequenza d’ uso di procedure invasive; • quantizzare il ricorso all’ antibiotico - profilassi ed individuare gli schemi adottati; • misurare la frequenza ed il tipo di microrganismi isolati; • misurare la frequenza del ricorso alla conferma di laboratorio. METODOLOGIA L’indagine è stata condotta per un periodo di 6 mesi (novembre 2005 - aprile 2006), nel corso del quale sono state effettuate, con cadenza bimestrale, tre rilevazioni presso tutte le Unità Operative di Area Chirurgica che, complessivamente, ospitano il 36,4% dei posti letto ordinari dell’intera azienda. In occasione di ciascuna rilevazione, una volta stabilito il relativo giorno indice, per ogni Unità Operativa è stato stilato un elenco di tutti i pazienti presenti che fossero rico- ¨ PAROLE CHIAVE: Infezioni nosocomiali, epidemiologia, sorveglianza KEY WORDS: Hospital infection, epidemiology, control verati da almeno 24 ore. Previa comunicazione ai Direttori delle Unità Operative coinvolte nello studio, nei giorni immediatamente successivi a quello indice, sono stati rilevati i dati relativi alle generalità del paziente e del ricovero, alla presenza o meno di patologie concomitanti e/o predisponenti, all’ applicazione di procedure invasive, all’uso di antibiotici e alla presenza o meno di infezioni nosocomiali utilizzando un’apposita scheda di rilevazione. Le informazioni sono state desunte dalle cartelle cliniche da rilevatori opportunamente addestrati che, laddove necessario, si sono avvalsi anche dell’ausilio degli operatori delle Unità Operative incluse nell’indagine. Per ogni Unità Operativa, inoltre, è stata compilata una scheda sinottica dei pazienti sorvegliati al fine di rendere più semplice il successivo controllo con i dati di laboratorio ed evitare di misconoscere eventuali casi accertati non ancora comunicati al reparto. La diagnosi di infezione nosocomiale è stata posta in accordo con i criteri diagnostici posti dal CDC di Atlanta 8 e sono state considerate nosocomiali tutte le infezioni insorte almeno dopo 24 ore dal ricovero, escludendo le infezioni presenti o in incubazione all’atto del ricovero, nonché le loro complicanze ed estensioni che fossero determinate dal medesimo agente eziologico. I dati rilevati sono stati inseriti in un apposito database secondo uno specifico sistema di codifica e sono stati elaborati con programma PC-SPSS per Windows. RISULTATI Sono stati sorvegliati 273 degenti di cui il 52,7% era di sesso maschile, il 50,2% superava i 65 an- ni di età, il 43,2% aveva sostato in ospedale meno di 3 giorni, il 7,7% proveniva per trasferimento da altra Unità Operativa o da altro nosocomio ed il 4,4% era stato già ricoverato nei 30 giorni precedenti all’indagine (vedi Tabella 1). Per quel che riguarda eventuali variabili di rischio, il 20,5% dei degenti sorvegliati presentava 3 o più patologie concomitanti, mentre il 28,9% degli stessi era stato sottoposto a 3 o più procedure invasive (vedi Tabella 2). Trattandosi di un’indagine che riguardava unicamente le Unità Operative di area chirurgica, ampio spazio è stato dato all’analisi dell’intervento chirurgico, che: era stato praticato in 151 pazienti (55,3% dei casi); era stato condotto per via laparotomica nel 64,2% dei casi; poteva considerarsi, dal punto di vista del grado di contaminazione, “pulito” nel 71,5% dei casi; era durato complessivamente da 1 a 3 ore nel 55,0% dei casi (vedi Tabella 3). In 170 degenti era stata praticata terapia antibiotica, che nel 45,9% dei casi veniva somministrata a scopo profilattico e nell’80,6% dei Tabella 1. Caratteristiche dei degenti sorvegliati e dei relativi ricoveri Sesso Età Giornate di degenza Trasferimento da altra U.O. Precedente ricovero ultimi 30 gg Maschi Femmine < 18 anni N 144 129 8 %* 52,7 47,3 2,9 19-40 anni 41-64 anni 39 89 14,3 32,6 > 65 anni 137 50,2 < 3 giorni 3-6 giorni Si No Si 118 155 21 252 12 43,2 56,8 7,7 92,3 4,4 No 261 95,6 *% calcolata sul totale dei 273 pazienti sorvegliati 19 Rischio Tabella 2. Variabili di rischio N %* Nessuna 85 31,1 1 87 31,9 2 45 16,5 >3 56 20,5 Patologie cardiovascolari 106 56,4 Patologie respiratorie croniche 60 31,9 Neoplasie solide 47 25,0 Diabete 41 21,8 Protesi 28 14,9 Anemia 16 8,5 Alterazioni stato di coscienza 14 7,4 Altre patologie 14 7,4 Insufficienza epatica cronica 12 6,4 Patologie respiratorie acute 10 5,3 Insufficienza renale cronica 9 4,8 Patologie prostatiche 6 3,2 Traumatismo nei 30 gg precedenti 6 3,2 Immunocompromissione 4 2,1 Neoplasie ematologiche 3 1,6 Nessuna 96 35,2 1 54 19,8 2 44 16,1 >3 79 28,9 Catetere periferico 104 58,8 Drenaggio chirurgico 72 40,7 Catetere urinario giorno indice 56 31,6 Ventilazione invasiva 54 30,5 Altre procedure 52 29,4 Catetere urinario gg precedenti 31 17,5 Nutrizione enterale (sondino) 17 9,6 Catetere peridurale 16 9,0 Catetere venoso centrale 13 7,3 Tracheotomia 7 4,0 Ventilazione non invasiva 6 3,4 Nutrizione parenterale 5 2,8 Catetere per emodialisi 1 0,6 Catetere arterioso 1 0,6 Numero di patologie concomitanti e/o predisponesti per ciascun degente Tipologia delle patologie concomitanti e/o predisponesti presenti (talora associate) Numero di procedure invasive applicate per ciascun degente Tipologia delle procedure invasive applicate (talora associate) *% calcolata sul totale dei 273 pazienti sorvegliati 20 Tabella 3. Caratteristiche relative all’intervento chirurgico Via di esecuzione dell’intervento N %* Laparotomica 97 64,2 Laparoscopica 37 24,5 Altra 10 6,6 7 4,6 Totale 151 100,0 Intervento pulito 108 71,5 Intervento pulito/contaminato 26 17,2 Intervento contaminato 10 6,6 Missing 7 4,6 Totale 151 100,0 Fino ad 1 ora 15 9,9 Missing Classe di contaminazione dell’intervento Durata dell’intervento Da 1 a 3 ore 83 55,0 Oltre le 3 ore 22 14,6 Missing 31 20,5 Totale 151 100,0 N %* Profilassi 78 45,9 Terapia 92 54,1 Ampicillina/Sulbactam 59 34,7 * % calcolata sul totale dei 151 pazienti sottoposti ad intervento chirurgico Tabella 4. Trattamento antibiotico Motivo del trattamento Principi attivi utilizzati (talora in associazione o in successione) Ampicillina 37 21,8 Ceftriaxone disodico 31 18,2 Cefotaxima sodica 17 10,0 Amikacina solfato 14 8,2 Ciprofloxacina 13 7,6 Metronidazolo 7 4,1 Amoxicillina/Acido clavulanico 6 3,5 Piperacillina sodica/Tazobactam sod. 5 2,9 Cefazolina sodica 4 2,4 Ceftazidima 4 2,4 Imipenem/Cilastatina 2 1,2 Azitromicina diidrato 1 0,6 Ofloxacina 1 0,6 Rifaximina 1 0,6 Claritromicina 1 0,6 Meropenem 1 0,6 N.R. 2 1,2 Totale 170 100,0 Si 22 12,9 No 148 87,1 Cambio di antibiotico * % calcolata sul totale dei 170 pazienti sottoposti a trattamento antibiotico 21 Rischio Tabella 5. Tasso di Prevalenza delle Infezioni rilevate, localizzazione e microrganismi responsabili N % Si 14 5,1 No 259 94,9 Totale 273 100,0 Vie urinarie 5 35,7 Sangue 4 28,6 Vie respiratorie 3 21,4 Ferita chirurgica 2 14,2 Totale 14 100,0 Non identificato 7 50,0 E. coli 3 21,4 C. albicans 2 14,3 Klebsiella 2 14,3 Totale 14 100,0 Si 6 42,9 No 8 57,1 Totale 14 100,0 Presenza di Infezione Nosocomiale Localizzazione dell’Infezione Microrganismi responsabili Esecuzione dell’antibiogramma Tabella 6. Tassi di Prevalenza per alcune variabili e stime degli Odds Ratio (OR) con Intervalli di Confidenza al 95% (IC 95%) N N Infezioni Prevalenza % OR IC 95% Maschi 144 7 4,9 1,00 - Femmine 129 7 5,4 1,12 0,34-3,68 > 65 anni 137 7 5,1 1,00 - < 65 anni 136 7 5,1 1,01 0,31-3,30 > 3 gg 155 7 4,5 1,00 - < 3 gg 118 7 5,9 1,33 0,41-4,38 Nessuna 85 2 2,4 1,00 - 1 87 5 5,7 2,53 0,42-19,44 >2 101 7 6,9 3,09 0,57-22,19 Nessuna 96 4 4,2 1,00 - 1 54 0 0,0 - - 2 44 3 6,8 1,68 0,28-9,46 >3 79 7 8,9 2,24 0,56-9,51 No 122 4 3,3 1,00 - Si 151 10 6,6 2,09 0,58-8,15 No 195 10 5,1 1,00 - Si 78 4 5,1 1,00 0,26-3,61 Sesso Età Durata ricovero Numero di patologie concomitanti Numero di procedure invasive Esecuzione di int. chirurgico Profilassi antibiotica 22 Tabella 7. Tassi di Prevalenza dei vari tipi di Infezione stratificate per alcune delle procedure invasive e stime degli Odds Ratio (OR) con Intervalli di Confidenza al 95% (IC 95%) Infezioni delle vie urinarie Catetere urinario giorno indice Catetere urinario. gg precedenti N° N° Infez. Prev. % OR I.C. 95% Assente 217 4 1,8 1,00 - Presente 56 1 1,8 0,97 0,11-24,76 Assente 242 4 1,6 1,00 - Presente 31 1 3,2 1,98 - Infezioni del sangue N° N° Infez. Prev. % OR I.C. 95% Assente 260 3 0,01 1,00 - Presente 13 1 7,7 7,14 - Assente 169 2 1,2 1,00 - Presente 104 2 1,9 1,64 0,16-16,53 Catetere venoso centrale Catetere periferico Infezioni delle vie respiratorie N° N° Infez. Prev. % OR I.C. 95% Assente 266 2 0,7 1,00 - Presente 7 1 14,2 22,00 - Assente 219 1 0,4 1,00 - Presente 54 2 3,7 8,38 0,58-238,33 Tracheotomia Ventilazione invasiva casi prevedeva la prescrizione di un unico antibiotico (vedi Tabella 4). Sono state rilevate 14 infezioni nosocomiali, con una prevalenza del 5,1%, localizzate a carico delle vie urinarie (35,7%), del sangue (28,6%), delle vie respiratorie (21,4%) e della ferita chirurgica (14,3%) (vedi Tabella 5). L’esiguo numero di infezioni fortunatamente riscontrato, in realtà, non ci ha consentito di approfondire ulteriormente l’analisi statistica se non per la stratificazione dei tassi di prevalenza per alcune variabili di rischio (vedi Tabella 6) e dei tassi di alcuni tipi di infezioni per presenza/assenza di alcune procedure invasive (vedi Tabella 7). Dal calcolo degli Odds Ratio e dei relativi Intervalli di Confidenza al 95%, però, non è stato possibile mettere in evidenza alcuna differenza statisticamente significativa tra i gruppi confrontati. Ciononostante, vale la pena di osservare che il rischio di contrarre un’infezione nosocomiale aumenta al crescere del numero di comorbosità e di procedure invasive applicate; esso, inoltre, è maggiore nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico. Nessuna variazione, invece, si è manifestata tra coloro che hanno praticato e coloro che non hanno praticato la profilassi antibiotica. Analogamente, per quel che riguarda la stratificazione dei tassi di prevalenza di alcuni tipi di infezione per le procedure cui generalmente esse risultano associate, è stato messo in evidenza un aumento del rischio di infezione delle vie urinarie nei pazienti con catetere urinario applicato nei giorni precedenti al giorno indice, di infezioni del sangue nei pazien- 23 Rischio ti con catetere venoso centrale e catetere periferico e delle infezioni delle vie respiratorie nei pazienti con tracheotomia e ventilazione invasiva. CONCLUSIONI Facendo riferimento ai risultati del Progetto INF-NOS 9 per operare un confronto con dati nazionali recenti, possiamo trarre conclusioni abbastanza confortanti. La nostra prevalenza delle infezioni nosocomiali del 5,1%, infatti, non si discosta molto dalla prevalenza dal 6,7% riscontrata in tutte le Unità Operative di Area Chirurgica che avevano aderito all’indagine multicentrica. Ciononostante, non si può non riconoscere che la scelta del tasso di prevalenza per quantificare l’entità del fenomeno non sia esente da limiti. In generale, la prevalenza, essendo direttamente proporzionale alla durata della malattia, tende a sottostimare le infezioni di breve durata 10. Nel caso specifico, inoltre, la riduzione della durata dei ricoveri e, di conseguenza, dell’osservazione dei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico, concorre ad una sottostima dell’insorgenza di tali infezioni 11, 12; molti studi, ad esempio, dimostrano che, in una percentuale non trascurabile dei casi, le infezioni del sito chirurgico si manifestano solo dopo la dimissione 13. Pertanto, una sorveglianza post-ricovero è necessaria per ottenere dati accurati sulle infezioni conseguenti all’intervento chirurgico 14 ed in tal senso, viene generalmente considerata utile, in quanto bene accettata dai pazienti e poco costosa, una intervista telefonica dopo la dimissione 15, 16. Per le motivazioni sopra esposte, quindi, a breve si conta di realizzare uno studio di incidenza delle 24 infezioni nosocomiali presso le Unità Operative di Area Chirurgica, che preveda la sorveglianza dei pazienti inclusi nell’indagine, non solo durante il ricovero, ma, ricontattandoli telefonicamente, anche fino a 30 giorni successivi all’intervento, lasso di tempo ritenuto accettabile dai CDC per porre correttamente diagnosi di infezione del sito chirurgico 17. BIBLIOGRAFIA 1. Moro ML. Infezioni Ospedaliere. Prevenzione e Controllo. Centro Scientifico Torinese, Torino 1993. 2 . Petrosillo N. Epidemiologia delle infezioni ospedaliere e misure di controllo. Spunti di riflessione. Giornale Italiano delle Infezioni Ospedaliere 1999; 5. 3. Reilly J, Twaddle S, McIntosh J, Kean L. An economic analysis of surgical wound infection. J Hosp Infect 2001; 49: 245-9 4. Bonelli A, Digiesi G. Implicazioni medico-legali in tema di infezioni ospedaliere. Difesa Sociale 2003; 3: 81-100. 5. 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Contemporaneamente, si è voluto anche valutare la possibilità di riconvertire a Week-Surgery i ricoveri con degenza ≥5 giorni. L’analisi dell’attività chirurgica per il periodo 2003- 2005 (I° semestre), è stata scomposta in due gruppi: il I°, costituito dai ricoveri con degenza in Week-Surgery; il II°, costituito dai ricoveri con degenza comprensiva di almeno un sabato e/o una domenica. Nell’elaborazione dei dati, per i ricoveri in Week-Surgery è stato considerato il numero totale dei ricoveri; il tipo di ricovero: urgente o programmato; il case mix. Per i ricoveri con degenza in “Non Week-Surgery”, sono stati calcolati, anche, le ammissioni/dimissioni di sabato e/o domenica ed il peso medio dei DRG. I risultati hanno mostrato un aumento progressivo dei ricoveri in Week-Surgery, arrivati nel 2005 (stima) al 30,7%. Quasi il 70% di attività chirurgica, però, si svolge ancora con degenza ≥5 giorni, e, all’analisi, solo parzialmente tale attività potrà essere riconvertita a Week-Surgery. Pertanto, anche se l’attivazione della Week-Surgery sta dimostrando positivi risultati nella sua applicazione, rimangono alcune importanti criticità per un suo adeguato funzionamento: la gestione delle “urgenze” e i ricoveri programmati ad elevata complessità. Summary Verify the effects of the activity of the Surgery Department of the Hospital of the ASL 2 in Umbria the beginning of the week-surgery, officially activated on the first of the Januarys 2005. At the same time we wanted to valuate the possibility to reconvert to the week-surgery the patients with a stay in the Hospital of more than five days. The analysis of the surgical activity for the period 2003-2005 (I° semester) was divided in two groups: the I° formed by the patients with a stay in the week-surgery (from Monday to Friday). The II° formed by those with a stay which includes a Saturday or /and a Sunday. For the patients with a week-surgery stay, it was considerate the total number of stays in the Hospital and the type of stay: emergency or programmed stay; the case-mix. For the ones without a week-surgery it was also considered the admissions and/or discharged on a Saturday and/or Sunday and the average weight of the DRG. The week-surgery patients have progressively increased up to 30,7 % in 2005 (estimate) helping. But the 70% of the surgical activity has still a stay in the Hospital of more than five days, and from the analysis it stands out that only partially this activity could be reconverted to a weeksurgery. Even the activation of the week-surgery is demonstrating positive results, the main problems for a better functioning are the management of the emergency cases and the “severe” programmed patients. Ilaria Vescarelli*, Rossana Pasquini*, Vito Mastrandrea*, Anna Paola Peirone**, Emanuele Mollichella** *Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche e Sanità Pubblica - Sezione di Sanità Pubblica - Università di Perugia **Controllo Gestione e Sistema Informativo - ASL n.2 della Regione Umbria 26 I Servizi Sanitari Regionali, che hanno il fine primario di garantire i livelli essenziali di assistenza al cittadino-utente (2,8-9,18-20,23), possono assicurare questa priorità solo se le attività assistenziali sono ben distribuite sul territorio, sostenibili economicamente e con alti standard di qualità (1,5-6,13, 22, 24). La qualità dell’assistenza è, infatti, il punto nodale per il raggiungimento di una sanità equa e rispondente alle esigenze della popolazione (12). Per aumentare la qualità del sistema, il Piano Sanitario Regionale (PSR) 2003-2005 della Regione Umbria ha introdotto delle innovazioni nell’assistenza sanitaria che le permettano di raggiungere gli obiettivi di salute , garantendone la sostenibilità economica (20). In questo contesto, che rappresenta il punto centrale della programmazione regionale, si inseriscono, anche, le linee di indirizzo sulla riorganizzazione della rete ospedaliera che differenzia le stutture ospedalierie in “Ospedali di emergenza ” e “Ospedali di territorio”. Gli Ospedali di Territorio, che rappresentano una evoluzione del concetto di Ospedale di Comunità sviluppato sia nella DCR 311/97 (10) che nel PSR 1999-2001 (19), sono presidi ospedalieri in grado di offrire una risposta alle esigenze della popolazione, sia per il primo soccorso, che per le attività a medio-breve termine. In particolare, tra le macrofunzioni che l’ospedale di territorio deve assicurare vi sono il pronto soccorso territoriale, ¨ PAROLE CHIAVE: Assistenza Ospedaliera – Ospedali di Territorio - Dipartimento di Chirurgia – Week Surgery - Regione Umbria KEY WORDS: Hospital Assistance - Hospitals of Territory (Community) - Department of Surgery - Week Surgery Umbria Region con efficiente collegamento con gli ospedali dell’emergenza/urgenza; la medicina orientata alla gestione di definite condizioni di acuzie e subacuzie; il punto Nascita; le attività specialistiche ambulatoriali e strumentali; le residenze Sanitarie Assistite (RSA) a degenza breve; la chirurgia programmata. Sono previsti, inoltre, momenti di integrazione assistenziale con i medici di medicina generale (MMG) per la gestione di definite patologie dei pazienti che possono essere ospitati in degenza sotto la loro responsabilità (19-20). Con la finalità di favorire una razionale distribuzione dei pazienti tra gli Ospedali di Territorio e quelli di Emergenza/Urgenza secondo il diverso tipo di attività chirurgica svolto (7), migliorando in questo modo l’utilizzazione delle risorse, il PSR dell’Umbria 2003-2005, ha suggerito un nuovo tipo di modello organizzativo: la Week Surgery, intendendo con questo temine “la possibilità clinica organizzativa ed amministrativa di effettuare interventi chirurgici per i quali è opportuna una osservazione post-operatoria superiore alle 24 ore che, di norma, non si prolunga oltre le 72 ore, in regime di ricovero ordinario in strutture funzionanti in maniera continuativa dal lunedì al venerdì” (20 ). La chirurgia programmata degli Ospedali di Territorio all’interno del modello di Week Surgery prevede, quindi, la realizzazione di interventi chirurgici programmati che, non contemplando la prosecuzione dell’attività di degenza nei giorni di sabato e domenica, li abilita ad effettuare solo certi tipi di interventi chirurgici. L’assetto organizzativo dell’Azienda USL 2 della regione Umbria prevede un Presidio Ospedaliero Unificato (P.O.U.), articolato in cinque Stabilimenti Ospedalieri: Assisi - Castiglione del Lago - Città della Pieve - Marsciano - Todi, oltre alla sede di Passignano che eroga solo attività di riabilitazione ospedaliera (2). Ai sensi della P.S.R. 2003-2005 (20), tale Presidio Ospedaliero viene indicato come Ospedale di Territorio ed è organizzato secondo il modello Dipartimentale, così come previsto dalla L.R. 3/98, al fine di favorire, tra l’altro, l’integrazione funzionale tra le attività ospedaliere e quelle socio-sanitarie dei Distretti. L’analisi dell’attività complessiva, nel periodo 2003-2004, delle Unità Operative (U.O.) del Dipartimento di Chirurgia del P.O.U ha messo in evidenza al- cune criticità, quali il basso tasso di utilizzo dei posti letto in degenza ordinaria; la bassa percentuale di DRG Chirurgici in degenza ordinaria, con presenza di un numero di DRG medici eccessivo; una degenza media (sia pre- che post-operatoria) dei DRG chirurgici troppo elevata rispetto al peso della casistica; la non completa implementazione dell’attività di Day Surgery (3-4). Si è evidenziata, quindi, chiaramente la necessità di procedere ad una riorganizzazione delle U.O. di Chirurgia, soprattutto attraverso lo sviluppo di modelli assistenziali alternativi al ricovero tradizionale, in grado di qualificare sempre più l’assistenza erogata, evitando ricoveri inappropriati (11,16,21), che implicano un consumo maggiore sia di risorse finanziarie, che umane nella gestione dei reparti e dei pazienti. Scopo di questo lavoro è quello di verificare quali effetti abbia prodotto, sulle attività delle U.O. del Dipartimento di Chirurgia del P.O.U. della ASL n. 2 dell’Umbria, l’avvio della nuova organizzazione, ufficialmente attivata dal 1° gennaio 2005, implementando e razionalizzando una realtà che, nell’utilizzo degli stabilimenti del P.O.U., già si era avviata negli anni passati in questa direzione. Infatti, anche se la sperimentazione della week surgery è partita solo nel 2005, tutti gli stabilimenti della ASL n.2 ne avevano da qualche tempo avviata la programmazione, modificando il tipo di attività svolta verso un’assistenza “pretta- Tabella 1. Azienda Sanitaria Locale n.2. Attività in regime ordinario nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato. Anni 2003, 2004, 2005 (stima). Week Surgery Non-Week- Surgery < 5 giorni < 5 giorni * > 5 e < 10 giorni > 10 giorni Ricoveri totali ANNI n % n % n % n % n % 2003 376 18,9 388 19,6 629 31,7 591 29,8 1.984 81,0 2004 398 26,7 314 21,1 411 27,6 366 24,6 1.489 73,3 2005 480 30,7 346 22,1 418 26,7 322 20, 6 1.566 69,3 * Ricoveri con durata inferiore a 5 giorni, ma con un sabato o una domenica nella degenza 27 Organizzazione Tabella 2. Azienda Sanitaria Locale n.2. Ricoveri programmati e urgenti in Week-Surgery nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato. Anni 2003, 2004, 2005 (stima) tipo di ricovero Programmato Anno n. % n. % 2003 342 91,0 34 9,0 377 2004 353 88,69 45 11,31 398 2005 428 89,2 52 10,8 480 totale 2003-2005 1.123 89,6 131 10,4 1.254 mente” chirurgica in associazione al potenziamento della Day Surgery e all’attivazione dell’osservazione breve (15). Contemporaneamente, abbiamo voluto anche valutare la potenziale riconversione organizzativa dei ricoveri con degenza >5 giorni a Week Surgery e, quindi, la praticabilità della chiusura settimanale delle U.O. del Dipartimento di Chirurgia grazie alla ridistribuzione dei ricoveri, tuttora effettuati nei giorni di sabato e domenica, durante i primi giorni della settimana. MATERIALI E METODI L’analisi dell’attività delle U.O. del Dipartimento di Chirurgia per Presidio Ospedaliero Unificato della ASL n. 2 è stata condotta elaborando, tramite i Programmi Microsoft Access ed Excell, i dati di attività contenuti nelle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) (17) classificati con il sistema dei DRG (14,23-24), relativamente agli anni 2003, 2004, e alla stima dell’attività del 2005, avendo disponibili al momento solo i dati del primo semestre 2005. Dopo aver inizialmente analizzato l’attività totale delle U.O di Chirurgia Generale per il triennio 2003-2005 mediante l’utilizzo di indicatori tra- 28 totale ricoveri Urgente dizionali della attività ospedaliera (N posti letto, dimessi, giornate di degenza, degenza media, tasso di utilizzo, indice di rotazione e intervallo di turn-over), ed escludendo dall’analisi dei dati quelli appartenenti alla MDC 14 “Gravidanza, parto e puerperio”, successivamente, per esaminare l’appropriatezza d’uso delle sale operatorie, sono stati considerati solo i ricoveri con DRG chirurgico, escludendo, perciò, dall’analisi quelli con DRG medico. Al fine di accertare se l’attivazione della Week Surgery abbia iniziato a migliorare l’utilizzo delle U.O. del Dipartimento di Chirurgia del P.O.U. della ASL n. 2, l’attività chirurgica totale in degenza ordinaria è stata scomposta in due gruppi principali: il I° gruppo è costituito dai ricoveri con degenza in Week Surgery (<5 giorni, dal lunedì al venerdì); il II° gruppo è costituito dai ricoveri con degenza comprensiva di almeno un sabato e/o una domenica (NonWeek Surgery). Nell’elaborazione dei dati sui ricoveri con degenza in Week Surgery è stato considerato il numero totale dei ricoveri; Il tipo di ricovero: urgente, programmato; il case mix. Per i ricoveri con degenza in NonWeek Surgery, sono stati calcolati la durata della degenza; i ricoveri urgenti e programmati ammessi e/o dimessi di sabato e/o domenica; il case-mix; il peso medio dei DRG. La durata della degenza per questo gruppo di ricoveri è stata scomposta in tre classi: < 5 giorni (ricoveri virtualmente effettuabili in Week Surgery, se programmati diversamente), tra 5 e 10 giorni (casi potenzialmente riconducibili alla Week Surgery) ; >10 giorni. RISULTATI Analizzando complessivamente l’attività in Week Surgery e Non-Week-Surgery per il triennio in esame, dalla Tabella 1 si può notare come la modalità di ricovero in Week Surgery sia andata progressivamente aumentando, passando dal 18,9% del 2003 al 30,7% del 2005 (stima), a testimonianza di un’adesione da parte del personale sanitario a questo nuovo modello di attività. Per quanto riguarda i ricoveri in NonWeek-Surgery, sono aumentati quelli con una durata inferiore a 5 giorni, passati dal 19,6% del 2003 al 22,1% del 2005 (stima). Sono diminuiti, invece, nel confronto tra il 2003 e il 2005 (stima) sia quelli con una durata di degenza compresa tra Tabella 3. Azienda Sanitaria Locale n.2. Case–mix dei ricoveri in Week-Surgery nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato. Anni 2003, 2004 e I° semestre 2005. anno 2003 drg descrizione per drg totale casi giornate di degenza degenza media 162 260 158 198 160 119 261 311 209 258 interventi su ernia inguinale e femorale eta >17 senza cc mastectomia subtotale per tumore maligno senza cc interventi su ano e stoma senza cc colecistectomia senza esporazione coledoco senza cc interventi per ernia escl. inguinale e femorale eta >17 senza cc legatura e stripping vene interventi mammella non per tumore maligno escl.biopsia ed esciss. locale interventi per via transuretrale senza cc interventi su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inferiori mastectomia totale per tumore maligno senza cc 59 37 37 34 15 14 14 14 12 11 115 85 65 89 38 25 23 27 42 34 1,95 2,30 1,76 2,62 2,53 1,79 1,64 1,93 3,50 3,09 anno 2004 drg descrizione per drg totale casi giornate degenza di degenza media 158 162 198 209 260 311 160 261 290 339 interventi su ano e stoma senza cc interventi su ernia inguinale e femorale eta >17 senza cc colecistectomia senza esporazione coledoco senza cc interventi su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inferiori mastectomia subtotale per tumore maligno senza cc interventi per via transuretrale senza cc interventi per ernia escl. inguinale e femorale eta >17 senza cc interventi mammella non per tumore maligno escl.biopsia ed esciss. locale interventi tiroide interventi testicolo non per tumore maligno eta > 17 50 42 41 31 30 22 16 16 10 10 89 81 105 118 71 48 44 31 27 19 1,78 1,93 2,56 3,81 2,37 2,18 2,75 1,94 2,70 1,90 I° SEMESTRE 2005 drg 494 162 209 158 267 160 119 261 266 461 descrizione per drg colecistectomia laparoscopica senza esplorazione del dotto biliare comune senza complixazione interventi su ernia inguinale e femorale eta >17 senza cc interventi su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inferiori interventi su ano e stoma senza cc interventi perianali e pilonidali interventi per ernia escl. inguinale e femorale eta >17 senza cc legatura e stripping vene interventi mammella non per tumore maligno escl.biopsia ed esciss. locale trapianti pelle e/o sbrigliamenti escl. ulcera pelle o cellulite senza cc intervento con diagnosi di altro contatto con i servizi sanitari 5 e 10 giorni (passati dal 31,7% al 26,6%), sia quelli con degenza superiore a 10 giorni (passati dal 29,8% al 20,6%), anche se nel loro insieme questi ultimi due tipi di ricoveri rappresentano, ancora, nel 2005.(stima), il 47,3% dell’attività totale per DRG Chirurgici. totale casi giornate di degenza degenza media 82 166 2,02 26 26 19 10 7 6 5 5 5 48 101 41 13 16 9 11 6 6 1,85 3,88 2,16 1,30 2,29 1,50 2,20 1,20 1,20 Analizzando, poi, le modalità di ammissione: Programmata o Urgente nel periodo considerato, la maggior parte dei ricoveri effettuati in Week 29 Organizzazione Tabella 4. Azienda Sanitaria Locale n.2. Ricoveri programmati e urgenti con almeno un sabato ed una domenica nel periodo di degenza nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato. Anni 2003, 2004 e 2005 (stima). durata dei ricoveri < 5 giorni > 5 e < 10 giorni > 10 giorni Totale Anni Programmati Urgenti Programmati Urgenti Programmati Urgenti Programmati Urgenti 328 60 487 142 409 182 1.224 384 2003 (84,6%) (15,5%) (77,4%) (22,6%) (69,2%) (30,8%) (76,1%) (23,9%) Totale 2003 388 629 591 1.608 256 58 298 113 213 153 767 324 2004 (81,6%) (8,5%) (72,5%) (27,5%) (58,2%) (41,8%) (70,3%) (29,7%) Totale 2004 314 411 366 1.091 274 72 306 112 196 126 776 310 2005 (79,2%) (20,8%) (73,2%) (26,8%) (60,9%) (39,1%) (71,5%) (28,5%) Totale 2005 346 418 322 1.086 Surgery risultano essere programmati, con una percentuale sul totale rimasta sostanzialmente costante negli anni (Tab. 2). Dalla Tabella 3 dove sono riportati, in ordine di frequenza, i primi 10 DRG trattati in Week Surgery si rileva che 6 di questi (il 162, il 209, il 119, il 158, il 160 ed il 261) si ritrovano ad essere compresi quasi costantemente tra i primi 10 per frequenza di intervento in tutti e 3 gli anni esaminati. Analizzando più in dettaglio questa casistica si nota, comunque, che alcuni di questi interventi, come il DRG 162 (Interventi su ernia inguinale e femorale età >17 anni), il DRG 158 (Interventi su ano e stoma senza CC), il DRG 198 (Colecistectomia senza esplorazione del coledoco senza CC), il DRG 160 (Interventi su ernia escluso inguinale e femorale età >17 anni senza CC), il DRG 119 (Legatura e stripping delle vene) e il DRG 297 (Interventi perianali e pilonidali), potrebbero essere svolti in Day Surgery o One Day Surgery, come indicato dalle Linee Guida Regionali (15), e che, quindi, il ricorso alla Week Surgery può essere considerato improprio. Tabella 5. Azienda Sanitaria Locale n.2. Dimissioni ed ammissioni programmate e urgenti nei giorni di sabato e di domenica nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato. Anni 2003, 2004 e I° semestre 2005. Anno 2003 Anno 2004 I° semestre 2005 ATTIVITÀ DI RICOVERO Sabato PROGRAM. URG. Totali PROGR URG. TOTALI PROGR URG TOTALI 337 34 371 239 76 315 139 76 215 20 104 53 17 70 28 12 40 421 (34,4%) 54 475 292 93 385 167 (29,5%) (26,8%) (8,5%) (35,3%) (30,8%) 88 255 48 62 110 44 51 95 24 22 46 60 198 110 37 147 29 13 42 186 122 308 154 88 242 53 35 88 (15,2%) (31,8%) (18,8%) (14,1%) (8,1%) (22,2%) (9,8%) (6,5%) (16,2%) DIMISSIONI Domenica 84 TOTALE Dimissoni Sabato AMMISSIONI Domenica 138 TOTALE Ammissioni 30 Tabella 6. Azienda Sanitaria Locale n.2. Case-mix dei ricoveri con degenza <5 giorni, comprensivi di sabato e domenica, nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato. Anni 2003, 2004 e I° semestre 2005. ANNO 2003 DRG Descrizione per DRG Totale casi Giornate di Degenza degenza media 198 colecistectomia senza esporazione coledoco senza cc interventi su ernia inguinale e femorale eta >17 senza cc interventi su ano e stoma senza cc appendicectomia con diagnosi principale non complicata senza cc interventi per ernia escl. inguinale e femorale eta >17 senza cc mastectomia subtotale per tumore maligno senza cc interventi per via transuretrale senza cc interventi perianali e pilonidali legatura e stripping vene mastectomia totale per tumore maligno senza cc ANNO 2004 94 319 3,39 59 172 2,92 40 113 2,83 DRG 198 162 158 167 160 260 311 267 119 258 162 158 167 311 160 267 359 461 266 DRG 494 162 160 158 198 167 461 261 260 267 20 71 3,55 17 51 3,00 17 56 3,29 17 40 2,35 13 37 2,85 10 25 2,50 7 26 3,71 Descrizione per DRG Totale casi Giornate di Degenza degenza media colecistectomia senza esporazione coledoco senza cc interventi su ernia inguinale e femorale eta >17 senza cc interventi su ano e stoma senza cc appendicectomia con diagnosi principale non complicata senza cc interventi per via transuretrale senza cc interventi per ernia escl. inguinale e femorale eta >17 senza cc interventi perianali e pilonidali interventi utero e annessi non per tum. maligno senza cc intervento con diagnosi di altro contatto con i servizi sanitari trapianti pelle e/o sbrigliamenti escl. ulcera pelle o cellulite senza cc I° SEMESTRE 2005 87 293 3,37 43 120 2,79 34 95 2,79 Descrizione per DRG 18 67 3,72 16 43 2,69 11 30 2,73 9 22 2,44 8 29 3,63 7 25 3,57 6 11 1,83 Totale casi Giornate di Degenza degenza media colecistectomia laparoscopica senza esplorazione del dotto biliare co38 mune senza complicazioni 16 Interventi su ernia inguinale e femorale eta >17 senza cc 14 Interventi per ernia escl. Inguinale e femorale eta >17 senza cc 12 Interventi su ano e stoma senza cc 12 Colecistectomia senza esporazione coledoco senza cc 10 Appendicectomia con diagnosi principale non complicata senza cc 9 Intervento con diagnosi di altro contatto con i servizi sanitari Interventi mammella non per tumore maligno escl.biopsia ed esciss. Locale 7 7 Mastectomia subtotale per tumore maligno senza cc 7 Interventi perianali e pilonidali La diminuzione (Tab. 1) del totale dei ricoveri non assimilabili alla Week Surgery per la presenza di almeno un sabato e/o una domenica durante il periodo di degenza (Non-Week-Sur- gery) è, fondamentalmente, a carico dell’attività di ricovero programmata, in quanto il numero totale dei ricoveri urgenti con modalità di Non-WeekSurgery, sul totale dei ricoveri per 123 3,24 49 3,06 50 3,57 26 2,17 45 3,75 36 3,60 27 3,00 20 2,86 21 3,00 14 2,00 DRG chirurgici con questa modalità, è andata costantemente aumentando, passando dal 23,9% del 2003 al 28,5 % nella stima del 2005 (Tab. 4). La percentuale di tali ricoveri, tutta- 31 Organizzazione Tabella 7. Azienda Sanitaria Locale n.2. Degenza media pre- e post-operatoria dei ricoveri con durata della degenza superiore a 5 giornI (>5 e <10; >10) nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato. Anni 2003, 2004 e 2005 (stima). DEGENZA MEDIA > 5 e <10 giorni > 10 giorni anno Pre-Operatoria Post-Operatoria Pre-Operatoria Post-Operatoria 2003 1,0 5,5 4,4 13,1 2004 1,2 5,6 5,1 12,7 2005 0,8 5,5 4,7 12,6 via, passata dall’81,1% del 2003 al 69,3% della stima del 2005 (Tab. 1), potrebbe indicare come l’introduzione del modello organizzativo della week surgery, insieme all’osservazione breve, stia iniziando a dare riscontri positivi, particolarmente in alcuni degli stabilimenti ospedalieri che hanno visto diminuire la loro attività di NonWeek-Surgery di oltre il 24% (dati non riportati). Da una analisi più dettagliata emerge, anche, come per l’attività programmata le dimissioni durante il fine settimana hanno subito una leggera flessione, passando dal 34,4% del 2003 al 30,8% del I° trimestre 2005 (Tab. 5); più marcata, invece, è la diminuzione delle ammissioni di sabato o di domenica, che sono passate dal 15,2% del 2003 al 9,8% del I° semestre 2005. Nonostante questi decrementi, però, ancora nel I° semestre 2005, il 63% circa delle ammissioni o dimissioni dei ricoveri programmati con modalità di NonWeek-Surgery avvengono nel fine settimana. Per quanto riguarda i ricoveri urgenti, le dimissioni di sabato o di domenica, hanno subito un lieve incremento, passando dal 14,1% del 2003 al 16,2% nel I° semestre 2005; le ammissioni di sabato o di domenica, invece, subiscono una forte flessione, passando dal 31,8% del 2003 al 6,5% nel I° semestre 2005. Ancora, quindi, circa il 22,7% delle 32 ammissioni o dimissioni dei ricoveri urgenti con modalità di Non-WeekSurgery avvengono nel fine settimana. Comunque, dall’insieme di questi dati emerge come la nuova attività di programmazione abbia leggermente modificato l’atteggiamento dei sanitari ad ammettere i pazienti di sabato, e, soprattutto, di domenica. Nel fine settimana, però, rimangono troppo elevate le dimissioni sia per i ricoveri programmati, che quelli urgenti. Scendendo più in dettaglio, come riportato nella Tabella 1, il 22,1% (stima 2005) dei ricoveri per DRG Chirurgici hanno una durata della degenza < 5 giorni, ma non possono essere ricondotti alla Week Surgery vera e propria poiché nella degenza sono presenti il sabato e/o la domenica. Questi ricoveri, tuttavia, attraverso una più corretta programmazione, potrebbero essere riconvertiti al modello della Week Surgery. A conferma di ciò depone anche la casistica in ordine di frequenza dei primi 10 DRG per i ricoveri con durata della degenza < 5 giorni (Tab. 6), che evidenzia come essa sia sostanzialmente sovrapponibile a quella già riportata per i ricoveri in Week Surgery (vedi Tab. 3). Anche in questo caso, poi, come per i ricoveri in Week Surgery, ci sono alcuni DRG come il 198, il 162, il 158, il 160, il 267 che potrebbero essere eseguiti in Day Surgery oppure in One Day Surgery. Se a questo si aggiunge che questi primi 10 DRG rappresentano dall’86,1% (2003) al 73,3% (I° Semestre 2005) di tutti i ricoveri con durata della degenza < 5 giorni, e che la media della loro degenza è vicina ai 3 giorni, è rafforzata la possibilità che con una più attenta e puntuale programmazione tutte le tipologie di questi ricoveri potrebbero essere riconvertiti in Week Surgery Più articolata si presenta la possibilità di conversione a Week Surgery dei ricoveri con durata della degenza tra 5 e 10 giorni, per i quali (Tab. 4) la percentuale di ricoveri programmati presenta un decremento pari al 4,2% dal 2003 al 2005 (stima), a cui si contrappone, però, un uguale incremento dei ricoveri urgenti. Andando ad analizzare la loro degenza media (DM) pre- e post-operatoria, appare evidente che la quota maggiore di giornate ricade nel periodo post-operatorio (DM 5,5 nel 2003; 5,7 nel 2004; 5,5 nella stima 2005), mentre la degenza media pre-operatoria è passata da 1,2 giorni nel 2004 a 0,8 giorni nella stima 2005 (Tab. 7). Questo fa ipotizzare di poter ricondurre una parte di tale attività al modello della Week Surgery, individuando possibili miglioramenti organizzati. In effetti, analizzando la casistica, riportata nella Tabella 8, dove sono descritti i primi 10 DRG trattati in ordine di frequenza, e che rappresentano dal 59% al 65% di Tabella 8. Azienda Sanitaria Locale n.2. Case-mix dei ricoveri con durata della degenza >5 e <10 giorni nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato. Anni 2003, 2004 e I° semestre 2005 ANNO 2003 Totale Giornate di Degenza casi degenza media DRG Descrizione per DRG 198 160 293 359 209 162 167 337 158 290 colecistectomia senza esporazione coledoco senza cc interventi per ernia escl. inguinale e femorale eta >17 senza cc altri interventi per dist. endocrini, nutrizionali e metabolici senza cc interventi utero e annessi non per tum. maligno senza cc interventi su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inferiori interventi su ernia inguinale e femorale eta >17 senza cc appendicectomia con diagnosi principale non complicata senza cc prostatectomia transuretrale senza cc interventi su ano e stoma senza cc interventi tiroide Anno 2005 DRG Descrizione per DRG 198 160 209 167 359 162 158 337 165 311 colecistectomia senza esporazione coledoco senza cc interventi per ernia escl. inguinale e femorale eta >17 senza cc interventi su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inferiori appendicectomia con diagnosi principale non complicata senza cc interventi utero e annessi non per tum. maligno senza cc interventi su ernia inguinale e femorale eta >17 senza cc interventi su ano e stoma senza cc prostatectomia transuretrale senza cc appendicectomia con diagnosi principale complicata senza cc interventi per via transuretrale senza cc I°semestre 2005 DRG Descrizione per DRG 209 interventi su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inferiori colecistectomia laparoscopica senza esplorazione del dotto biliare comune senza interventi per ernia escl. inguinale e femorale eta >17 senza cc appendicectomia con diagnosi principale non complicata senza cc colecistectomia senza esporazione coledoco senza cc interventi su ernia inguinale e femorale eta >17 senza cc intervento con diagnosi di altro contatto con i servizi sanitari interventi utero e annessi non per tum. maligno senza cc mastectomia totale per tumore maligno senza cc interventi su ano e stoma senza cc 494 160 167 198 162 461 359 258 158 tutti i ricoveri con degenza < 5 e <10 giorni, si evidenzia, che almeno il 50% di questi ricoveri potrebbero essere riconvertiti in Week Surgery. Anche se numericamente diminuiti ( da 229 casi nel 2003 ai 114 nella stima del 2005), infatti, sono presenti in questa casistica i DRG 198, 160, 108 51 48 44 35 29 25 18 16 15 662 324 307 293 229 173 157 111 111 87 6,13 6,35 6,40 6,66 6,54 5,97 6,28 6,17 6,94 5,80 Totale Giornate di Degenza casi degenza media 84 31 27 26 25 21 21 11 11 11 506 196 195 149 178 125 139 74 68 72 6,02 6,32 7,22 5,73 7,12 5,95 6,62 6,73 6,18 6,55 Totale Giornate di Degenza casi degenza media 162, 167 e 158, tutti potenzialmente riconvertibili in Week Surgery, con una attenta programmazione, soprattutto per quanto riguarda il periodo post-operatorio. Indicazioni positive delle possibili riconversioni in Week Surgery vi sono anche per altri DRG, come il 209 ed il 359, la cui degen- 22 134 6,09 22 130 5,91 15 13 13 9 8 8 7 7 94 77 92 58 54 48 44 48 6,27 5,92 7,08 6,44 6,75 6,00 6,29 6,86 za media è scesa dai 6,5-6,6 giorni del 2003 ai 6,1 giorni nel I° semestre 2005. I ricoveri con durata della degenza > 10 giorni, invece, non sembra possano essere ricondotti ad un modello organizzativo come quello della Week Surgery. La durata della loro degenza media, infatti, fa pensa- 33 Organizzazione Tabella 9. Azienda Sanitaria Locale n.2. Peso medio dei DRG nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato. Anni 2003, 2004 e I° semestre 2005. PESO MEDIO DRG DURATA DELLA DEGENZA 2003 2004 2005 <5 1,0 1,1 1,0 ≥ 5 e <10 1,4 1,4 1,5 ≥ 10 2,2 2,1 2,3 re che i ricoverati abbiano delle patologie che necessitano di cure in ciclo continuo. In particolare, il confronto delle degenze pre- e post- operatorie, riportato nella Tabella 7, mette in evidenza che le degenze pre-operatorie variano da 4,4 giorni nel 2003 a 4,7 giorni nel 2005 (stima), mentre le degenze post-operatorie oscillano tra i 13,1 giorni del 2003 ed i 12,6 giorni del 2005. Questi dati fanno ritenere che i pazienti di questo gruppo presentino una casistica più complicata, rispetto ai gruppi di pazienti con degenza inferiore a 10 giorni. In effetti, analizzando il peso medio dei DRG Chirurgici (Tab. 9) si rileva che, nei 3 anni considerati, il peso medio dei DRG, fatta eccezione per i DRG con durata della degenza < 5 giorni, tende ad aumentare. In particolare, per i ricoveri con degenza > 10 giorni, come si può notare, il peso medio è sempre superiore a 2. Questo valore sta ad indicare che la casistica dei soggetti con questo tipo di ricovero è molto più complessa rispetto a quella degli altri soggetti con durata di ricovero inferiore, e potrebbe in questo modo giustificare una degenza superiore a 10 giorni. Tale ipotesi viene avvallata dall’analisi della casistica, presentata nella Tabella 10, dei primi 10 DRG in ordine di frequenza (che rappresentano circa il 60% di tutti gli interventi), da cui si evidenzia la effettiva maggiore complessità degli interventi chirurgici trattati. I DRG più frequenti sono, infatti, “gli interventi maggiori sull’intestino tenue e crasso 34 senza complicanze” (DRG 149); “gli interventi su pancreas fegato e shunt senza complicanze” (DRG 192); “la colecistectomia totale senza esplorazione del coledoco con complicanze” (DRG 197), “gli interventi su stomaco esofago e duodeno senza complicanze” (DRG 155), “gli interventi maggiori sulla pelvi maschile senza complicanze” (335) e quelli di “resezione rettale” (DRG 147). Difficilmente è, quindi, ipotizzabile per questo tipo di ricoveri “pesanti”, la riconversione in Week Surgery, ma resta da valutare l’opportunità di far eseguire certi tipi di interventi chirurgici in strutture che per le loro caratteristiche sono prive di Servizi di supporto (come le Diagnostiche ad alta tecnologia, il Trasfusionale e la Rianimazione) atti a garantire agli interventi per patologie gravi una situazione di massima sicurezza CONCLUSIONE E DISCUSSIONE Dopo l’avvio sperimentale negli anni 2003 e 2004, dal I° gennaio 2005 è stata stabilmente riorganizzata l’attività chirurgica degli stabilimenti del Presidio Ospedaliero Unificato della ASL n.2 con l’inserimento strutturale della Week Surgery. Il quadro che emerge dall’analisi effettuata indica come l’attivazione di questa modalità operativa, insieme all’implementazione dell’attività di Day Surgery (passata dal 58,9 del 2003 al 65,1% nella stima del 2005), abbia contri- buito sia al decremento dei ricoveri ordinari (passati dai 4.084 del 2003 ai 3.191 del 2004 per giungere ai 2.924 nella stima del 2005), sia alla diminuzione dei DRG medici trattati in degenza ordinaria e, quindi, ad una maggiore appropriatezza dei ricoveri. Infatti, mentre negli anni 2003 e 2004, all’interno delle U.O. del Dipartimento di Chirurgia i DRG Medici rappresentavano percentualmente la maggior parte dei ricoveri rispetto al totale (51,4% e 53,3%, rispettivamente) nel primo semestre 2005 si inizia a notare un’inversione di tendenza, con solo il 46,4% di DGR medici trattati all’interno del Dipartimento di Chirurgia del P.O.U. Tuttavia, pur essendo l’attività della Week Surgery andata costantemente aumentando dal 2003 (376 casi, pari al 18.9% del totale dei DRG chirurgici) al 2005 (480 casi, pari al 30,7%), i reparti di chirurgia hanno ancora un tasso di utilizzo inferiore al 70%, un numero di ricoveri medici (46,4%) impropri appena inferiore a quello dei ricoveri chirurgici (53,6%), e, soprattutto, quasi il 70% dei DRG chirurgici si svolgono con modalità di ricovero che consumano giornate di sabato e/o di domenica. L’analisi di questo 70% di attività chirurgica (Non-Week-Surgery), per valutarne la possibilità di riconversione in Week Surgery fa emergere che quelli programmati con una durata di degenza < 5 giorni, ma con un sabato e/o una domenica al loro interno, pari al 22.1% del 2005 contro il 19,6% del 2003, potrebbero essere “facilmente” riconvertiti per mezzo di una più razionale e ponderata ospedalizzazione dei pazienti. Questo può essere fatto valutando il tipo e il numero degli interventi chirurgici che le sale operatorie degli stabilimenti possono sostenere in una settimana, scegliendo di rimandare i casi che hanno bisogno di una degenza breve (2-3 giorni) al mercoledì/giovedì, se non, possibilmente, convertendoli Tabella 10. Azienda Sanitaria Locale n.2. Case-mix dei ricoveri con durata della degenza > 10 giorni nel Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato. Anni 2003, 2004 I° semestre 2005 anno 2003 DRG Descrizione per DRG 149 198 148 155 335 192 147 288 197 191 interventi maggiori su intestino tenue e crasso senza cc colecistectomia senza esporazione coledoco senza cc interventi maggiori su intestino tenue e crasso con cc interventi su stomaco, esofago e duodeno eta >17 senza cc interventi maggiori pelvi maschile senza cc interventi pancreas, fegato e di shunt senza cc resezione rettale senza cc interventi per obesita’ colecistectomia senza esplorazione coledoco con cc interventi pancreas, fegato e di shunt con cc Totale casi 103 53 47 34 32 26 24 19 13 13 Giornate di Degenza 1913 820 865 637 453 508 364 244 253 371 Degenza media 18,57 15,47 18,40 18,74 14,16 19,54 15,17 12,84 19,46 28,54 Totale casi 65 46 34 26 19 18 13 10 Giornate di Degenza 1241 660 507 599 443 289 187 191 Degenza media 19,09 14,35 14,91 23,04 23,32 16,06 14,38 19,10 224 22,40 143 17,88 Totale casi 20 19 13 13 Giornate di Degenza 279 407 249 171 Degenza media 13,95 21,42 19,15 13,15 7 78 11,14 6 5 86 113 14,33 22,60 5 93 18,60 4 4 111 57 27,75 14,25 anno 2004 drg Descrizione per DRG 149 198 335 148 155 197 147 154 interventi maggiori su intestino tenue e crasso senza cc colecistectomia senza esporazione coledoco senza cc interventi maggiori pelvi maschile senza cc interventi maggiori su intestino tenue e crasso con cc interventi su stomaco, esofago e duodeno eta >17 senza cc colecistectomia senza esplorazione coledoco con cc resezione rettale senza cc interventi su stomaco, esofago e duodeno eta >17 con cc interventi su rene, uretere e interv. maggiori su vescica per neopla- 10 sia interventi per ernia escl. inguinale e femorale eta >17 senza cc 8 303 160 i° semestre 2005 drg Descrizione per DRG 149 148 155 335 interventi maggiori su intestino tenue e crasso senza cc interventi maggiori su intestino tenue e crasso con cc interventi su stomaco, esofago e duodeno eta >17 senza cc interventi maggiori pelvi maschile senza cc colecistectomia laparoscopica senza esplorazione del dotto biliare comune senza resezione rettale senza cc interventi su stomaco, esofago e duodeno eta >17 con cc interventi su rene, uretere e interv. maggiori su vescica per neoplasia interventi maggiori pelvi maschile con cc interventi pancreas, fegato e di shunt senza cc 494 147 154 303 334 192 in day surgery. Anche l’analisi della casistica per questi ricoveri, rafforza la fattibilità di questa nuova e più ap- propriata programmazione, in quanto le patologie trattate in questo gruppo sono sovrapponibili a quelle della Week Surgery vera e propria. Non solo, ma alcuni degli interventi chirurgici eseguiti in degenza ordinaria 35 Organizzazione potrebbero essere addirittura trattati in One Day Surgery, secondo quanto indicato nelle Linee Guida della Regione Umbria sul potenziamento della Chirurgia a Degenza Breve, oltre che dalla letteratura internazionale in materia (36, 38, 39). Infatti, tra gli interventi più frequentemente eseguiti presso le U.O. del Dipartimento di Chirurgia degli stabilimenti del Presidio Ospedaliero Unificato della ASL n.2 compaiono il DRG 198, e il DRG 494; sempre in ordine di frequenza, troviamo, nel triennio, il DRG 162, seguito dal DRG 158, per il 2003 ed il 2004, e il DRG 160 nel 2005, i quali potrebbero essere tutti eseguiti in One Day Surgery. La eventuale riconversione in Week Surgery dei ricoveri con una durata della degenza > 5 giorni ed <10 giorni, ha bisogno di una valutazione più approfondita. Il numero di questi ricoveri programmati, diminuito nel 2005 (stima) rispetto al 2003 del 4.21%, rappresenta il 26,70% di tutti i ricoveri per DRG chirurgici in Non-WeekSurgery eseguiti nel 2005. Dall’analisi della casistica risulta evidente che il tipo di patologie trattate è in larga parte sovrapponibile alle patologie trattate in regime di ricovero con degenza < 5 giorni. Sono presenti, infatti, i DRG 198, 162, 160 e 494 che potrebbero essere riconvertiti in Week Surgery. Inoltre, la degenza media pre-operatoria di questo gruppo di ricoveri non supera quasi mai, nella stima del 2005,in tutti gli stabilimenti del Presidio Ospedaliero Unificato della ASL n.2, un giorno, mentre quella post-operatoria risulta essere compresa tra 5 e 6 giorni. Tuttavia, verificando la possibile riconversione dei ricoveri in Week Surgery, va considerato che ciò non dipende solo da un’appropriata programmazione del ricovero, ma dipende anche dal tipo di paziente e dalla patologia di ingresso. Infatti, ciò che in parte distingue questo gruppo sono alcune delle patologie trattate durante il periodo 36 di ricovero. Alcuni interventi chirurgici richiedono necessariamente una ospedalizzazione post-operatoria più lunga per la possibilità di insorgenza di complicanze di natura vascolare o infettiva, come quelli sulle “articolazioni maggiori e riempimenti degli arti inferiori” (DRG 209) abbastanza frequenti in questi tipi di interventi. Anche l’analisi del peso medio dei DRG (1,5) dimostra che gli interventi che vengono effettuati sono più complessi, rispetto a quelli effettuati con ricovero < 5 giorni, aumentando così la durata della degenza. Presumibilmente, quindi, solo una aliquota di questa tipologia di ricoveri potrebbe essere riconvertita a Week Surgery. L’analisi, infine, dei ricoveri programmati con una durata di degenza >10 giorni indica come essi siano nettamente diminuiti, passando dal 29,8% del 2003 al 20,6% del 2005 con una diminuzione percentuale del 9,2%. La valutazione della loro casistica mette chiaramente in luce che gli interventi ai pazienti presentano una notevole complessità, dimostrata anche dal peso medio dei DRG che supera sempre 2. Sono presenti, infatti, in tutti e 3 gli anni valutati, interventi importanti per complessità di esecuzione, come quelli “maggiori sull’intestino tenue e crasso con e senza complicanze” (DRG 148, 149); “interventi sullo stomaco, esofago e duodeno” (DRG 155); “interventi sulla pelvi maschile senza complicanze” (DRG 335). Inoltre, osservando in dettaglio i più frequenti interventi chirurgici effettuati si può dedurre che i pazienti potrebbero avere un’età superiore ai 50 anni, e come tali richiedere un tempo di ripresa post-operatorio più prolungato. Ed infatti, se la degenza pre-operatoria risulta avere una durata media pari a 4,7 giorni (stima 2005), quella postoperatorie è in media uguale a 12,6 giorni. Quindi, pur abbreviando la degenza pre-operatoria, attraverso la programmazione degli esami clinici prima dell’ospedalizzazione, e diminuendo la degenza post-operatoria, il ricovero, comunque, difficilmente scenderebbe sotto i 10 giorni. Questo gruppo di ricoveri, quindi, difficilmente potrebbe essere riconvertito a Week Surgery. Rimane aperta la questione dell’opportunità di eseguire alcuni interventi chirurgici in strutture che, per le loro caratteristiche, sono prive di Servizi di supporto (come le Diagnostiche ad alta tecnologia, il Trasfusionale e la Rianimazione), atti a garantire agli interventi per patologie gravi una situazione di massima sicurezza. In conclusione l’attivazione del modello di Week Surgery sta dimostrando dei lievi, ma positivi risultati nella sua applicazione presso le U.O. del Dipartimento di Chirurgia del Presidio Ospedaliero Unificato della ASL n.2, facendo da un lato aumentare l’appropriatezza dei ricoveri e, dall’altro, migliorare l’attività assistenziale. La numerosità degli interventi in Week Surgery potrebbe essere incrementata, da subito, evitando l’ospedalizzazione dei pazienti il fine settimana e evitando di programmare alcuni ricoveri in degenza ordinaria, ma in day surgery. Circa il 53% dell’attività chirurgica programmata, infatti, si svolge con ricoveri che non superano le 5 giornate di degenza (Week Surgery e Non-Week-Surgery <5 giorni). Solo parziale, invece, potrà essere la possibilità di riconvertire a Week Surgery la maggior parte dei ricoveri con degenza tra 5 e 10 giorni, diversi dei quali, comunque, potrebbero essere migliorati dalla sola abbreviazione del tempo di permanenza (pre- e postoperatorio) presso lo stabilimento. Le maggiori criticità per un adeguato funzionamento in week surgery della attività chirurgica che necessiti di ricovero nel Presidio Ospedaliero Unificato della asl n.2 sono la gestione delle “urgenze” e dei ricoveri programmati “pesanti”. Mentre le prime dovrebbero essere più correttamente smistate dal centro operativo del 118 tra gli ospedali di territorio e quelli di emergenza, i ricoveri “pesanti”, senza minimamente sminuire la qualità professionale del personale che opera all’interno degli ospedali di territorio, dovrebbero essere trattati negli ospedali di emergenza/urgenza che, proprio per le loro caratteristiche, possono dare le risposte più efficaci ed adeguate alla complessità assistenziale di questi casi. Infatti, il modello assistenziale degli ospedali di territorio ha la finalità di assicurare sul territorio (quindi vicino alla residenza del paziente) la risoluzione di una serie di problemi chirurgici che non hanno bisogno dei servizi di supporto presenti negli ospedali dell’emergenza, a garantire a tutti i cittadini un’adeguata assistenza. Per le gravi patologie che necessitano della chirurgia “pesante”, la popolazione può essere assistita negli ospedali più attrezzati (sia in urgenza, che con ricovero programmato), in una situazione di massima sicurezza, garantita dalla presenza della Rianimazione e del Trasfusionale. Questo potrebbe essere già una prassi per una ridistribuzione fisiologica dei pazienti chirurgici verso i centri di competenza. Se si riuscirà in questo intento, la realizzazione della Week Surgery è un problema di razionalizzazione organizzativa e riguarderà sicuramente la maggioranza dei pazienti programmati. La chiusura dei reparti il fine settimana consentirà, così, anche di usufruire delle risorse infermieristiche per la gestione in ADI delle dimissioni protette, fatto che rappresenterà un concreto vantaggio per tutta la comunità. BIBLIOGRAFIA Appleby J. The quest for quality in NHS: still searching? BMJ, 2005; 331: 63-64. Atto Aziendale 2004-2006 della ASL N 2 della Regione Umbria. Azienda Sanitaria Locale n.2 dell’Umbria. Relazione annuale 2003. Azienda Sanitaria Locale n.2 dell’Umbria. Relazione annuale 2004. Bonoldi A. Sistema DRG e finanziamento degli ospedali: un’opportunità per promuovere la qualità dell’assistenza. Centro Scientifico Editore, Torino, 1998. Ciccone G., Betero D., Bruno A. Qualità dei dati o qualità dell’assistenza? Confronto tra diversi metodi di standardizzazione per gravità clinica, basati sulla scheda di dimissione, nell’analisi della mortalità ospedaliera. Epidemiologia & Prevenzione 1999; 23: 286-93. Decisione Amministrativa del Direttore Generale n. 1238 del 26 Novembre 2004. Riorganizzazione delle Chirurgie in attuazione del PSR 2003-2005. Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 502. Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421. G.U. 30 dicembre 1992, n. 305. Decreto Legislativo 7 dicembre 1993, n. 517. Modificazioni al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, recante riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art. 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421. G.U. 15 dicembre 1993 n. 293. Delibera del Consiglio Regionale n. 311 del 3 Febbraio 1997. Riorganizzazione della rete ospedaliera Regionale. Fortino A., Lispi L. La valutazione dell’appropriatezza dei ricoveri ospedalieri in Italia con il metodo APPRO. Ministero della Salute, Roma, Giugno 2002. Giuffrida A., Gravelle H., Roland M. Measuring quality of care with routin data: avoiding confusion between performance indicators and heath outcomes. BMJ, 1999; 319: 94-98. Hensher M., Edwards N., Stokes R. The hospital of the future: International trend in the provision and utilisation of hospital care. BMJ, 1999; 319: 845-48. Langiano T. DRG: strategie, valutazione, monitoraggio. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 1997 Linee Guida per il Potenziamento della Chirurgia a Degenza Breve (Day Surgery, One Day Surgery, Week Hospital). Regione dell’Umbria. Area Operativa Servizi SocioSanitari, 1996. Lorenzo S., Lang T., Pastor R. et Al. Reliability study of European appropriateness evaluation protocol. Int Qual Health Care 1999; 11: 419-24. Nonis M., Corvino G., Fortino A. La scheda di dimissione ospedaliera. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 1997. Piano Attuativo Locale 2004-2006 della ASL N 2 della Regione Umbria. Piano Sanitario Regionale 1999-2001. Un patto di solidarietà per la salute. Bollettino Ufficiale della Regione Umbria. Bollettino Ufficiale della Regione Umbria, Suppl. Ordinario n. 3 al Bollettino Ufficiale - serie generale - n. 16 del 17 marzo 1999. Piano Sanitario Regionale 2003-2005. Un patto per la salute, l’innovazione e la sostenibilità. Bollettino Ufficiale della Regione Umbria 27 Agosto 2003, n. 36 Roland M., Dusheiko M., Gravelle H., Partker S. Follow-up of people aged 65 and over with a history of emergency admission: analysis of routine admission data. BMJ, 2005; 330: 289-292. Smallwood R. Safety and quality in healthcare: what can England and Australia learn from each other?. Clin Med, 2003; 3: 68-73. Taroni F. “DRG/ROD e nuovo sistema di finanziamento degli ospedali”. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma, 1996 Taroni F., Curcio-Rubertini B. I diagnosis related groups (DRGs) per la valutazione dell’attività ospedaliera. Editrice CLUEB, Bologna, 1991 Weelwood J., Sculpher M.J., Stocker D. et Al. Randomised controlled trial of laparoscopic versus open mesh repair for inguinal hernia: outcome and cost. BMJ 1998; 317: 103-10. Wilmore D.W., Kehtet H. Recent advances: Management of patients in fast track surgery. BMJ, 2001; 322: 473-76. Wilson A.P.R., Gibson C., Reeves B.C. et Al. Surgical wound infection as perfomance indicator: agreement of common definitions of wound infection in 4773 patients. BMJ, 2004; 329: 720-24. 37 Studi e ricerche Studio di appropriatezza e valutazione economica delle prescrizioni di ausili antidecubito nel P.O. San Bassiano Riassunto Nel 2002 nel Presidio Ospedaliero San Bassiano è stato introdotto un servizio di noleggio di sistemi antidecubito. Inizialmente ogni reparto poteva richiedere il sistema che riteneva più consono per i propri pazienti senza seguire particolari criteri che guidassero la scelta. Nel 2003, per migliorare l’appropriatezza delle richieste, è stato elaborato uno specifico modulo che ogni reparto deve compilare ed inviare alla Direzione medica Ospedaliera per richiedere gli ausili antidecubito. Tale modulo fornisce le indicazioni sulla tipologia del sistema ottimale da utilizzare a seconda della natura delle lesioni e delle condizioni cliniche del paziente. E’ stato quindi effettuato uno studio restrospettivo per valutare l’appropriatezza delle richieste di ausili antidecubito pervenute alla Direzione Medica Ospedaliera nel secondo semestre 2002, nel primo semestre 2003 e nel secondo semestre 2003. Dopo l’introduzione del modulo, è sensibilmente aumentata l’appropriatezza delle richieste e si sono notevolmente ridotti i costi sostenuti dall’Azienda per il noleggio. Summary During the 2002 year a system of rental antidecubitus mattresses was introduced on the P.O. San Bassiano. Initially wards could order the mattresses they consider better for their patients without any standard. During the 2003 year an order form was work out. Every ward must fill out and send it to the Direzione Medica Ospedaliera to receive the mattrass. The order form contain also the information necessary for the choose of the optimal mattress on the base of clinical condition of the patient. We have carry out a retrospection study to judge the appropriateness of the antidecubitus mattrasses request send to Direzione Medica Ospedaliera during the second semester of the 2002 year. The first semestrer of the 2003 year and the second semester of the 2003 year. The appropriateness of the request was better after the introduction of the order form and the cost for the mattrasses rent was lower. Pierino Baù*, Francesco Camilli**, Giovanni Dal Pozzolo*** * Direzione Medica S.C. di Geriatria, Ospedale “S. Bassiano” ASL n° 3 Bassano del Grappa (VI) ** Direzione Medica DMO, Ospedale “S. Bassiano” ASL n° 3 Bassano del Grappa (VI) *** Direzione Medica DMO, Ospedale “S. Bassiano” ASL n° 3 Bassano del Grappa (VI) INTRODUZIONE In questi ultimi anni si sta verificando un processo di progressiva deospedalizzazione di pazienti anziani 38 affetti da patologie croniche con lo scopo di ridurre i costi della degenza ospedaliera e di favorire la permanenza del paziente all’interno del nucleo familiare. Tale fenomeno ge- nera, naturalmente, un incremento dell’impegno economico ed umano dei servizi territoriali e la necessità di un legame forte tra ospedale e territorio. Nell’ambito del trattamento delle lesioni cutanee croniche è necessario raccogliere, come in farmacologia, i frutti degli avanzamenti tecnologici in termini di velocità di guarigione e di qualità di vita senza incrementare sensibilmente i costi. Le Aziende Ospedaliere devono investire nella prevenzione sia per ridurre inutili sofferenze ai malati allettati, sia per non riversare nel territorio oneri che derivano dalle carenze assistenziali e strutturali. Alcuni studi di farmaco-economia hanno confermato che l’efficiente utilizzo del tempo infermieristico è predominante sul costo del materiale per cui l’uso di medicazioni o di ausili antidecubito che permettano di ottimizzare il lavoro infermieristico risulta economicamente vantaggioso. La redazione di un protocollo di prevenzione e trattamento delle lesioni cutanee croniche però non è sufficiente a garantire un approccio efficiente a tale patologia; occorre attivare un sistema di monitoraggio della prevalenza ed incidenza della patologia, della appropriatezza delle richieste di materiali per medicazioni e ausili antidecubito e degli effetti economici dei trattamenti adottati. Nel corso dell’anno 2002 presso il Presidio Ospedaliero San Bassiano, ad integrazione del protocollo di prevenzione delle lesioni da decubito, è stato introdotto un servizio di noleggio di sistemi antidecubito. L’offerta di tale servizio poteva però indurre comportamenti inappropriati ¨ PAROLE CHIAVE: Sistemi antidecubito, appropriatezza, valutazione economica. KEY WORDS: Antidecubitus mattresses, appropriateness, economic evaluation. i cui effetti clinici ed economici andavano riconosciuti, valutati e se necessario corretti. MATERIALI E METODI E’ stato elaborato un progetto allo scopo di valutare e migliorare l’appropriatezza delle richieste di sistemi antidecubito e di controllare la spesa mantenendola entro il budget stabilito (circa 4000 giornate di noleggio). A tale scopo, nel giugno 2002 è stato elaborato un primo modulo di richiesta che il reparto doveva compilare ed inviare alla Direzione Medica Ospedaliera per ottenere l’autorizzazione al noleggio del materasso. In tale modulo non erano però indicati dei criteri che potessero orientare il reparto sulla scelta del presidio antidecubito più appropriato. Nel 2003 è stato quindi introdotto un secondo modulo nel quale il reparto richiedente doveva indicare alcuni parametri relativi alle condizioni cliniche del paziente e nel quale erano riportati dei criteri per la scelta del materasso più idoneo alle caratteristiche del paziente stesso. E’ stato quindi condotto uno studio retrospettivo per valutare l’appropriatezza delle richieste pervenute nel secondo semestre 2002, nel primo semestre 2003 e nel secondo semestre 2003 alla Direzione Medica Ospedaliera da parte dei vari reparti. E’ stata poi effettuata una valutazione economica dei costi sostenuti dall’azienda per il noleggio dei materassi antidecubito nel secondo semestre 2002, nel primo semestre 2003 e nel secondo semestre 2003. RISULTATI Nel secondo semestre 2002 sono arrivate alla Direzione Medica Ospedaliera 106 richieste di materassi antidecubito, di queste 75 sono state considerate come appropriate (71%) e 29 non appropriate (29%); nel 1° semestre 2003 si sono registrate 97 richieste di cui 62 appropriate (63%) e 35 non appropriate (37%); nel 2° semestre 2003 si sono registrate 85 richieste di cui 70 appropriate (82%) e 15 non appropriate (18%). L’introduzione della nuova modulistica che correlava tipologia di sistema antidecubito e caratteristiche del paziente e la costante osservazione delle procedure ha determinato un notevole miglioramento dell’appropriatezza delle richieste dimostrato anche dall’analisi della tipologia dei sistemi richiesti (figura 1) che ha messo in evidenza un uso più razionale degli stessi, correlato al grado di rischio del paziente di sviluppare decubiti, e in qualche caso una sensibile riduzione del numero 39 Studi e ricerche dei presidi richiesti (figura 2). L’analisi dei costi del servizio ha mostrato un notevole calo della spesa nel corso dell’anno 2003: in particolare nel primo semestre 2003 la spesa (pari a 25.872 euro) si è ridotta del 40% rispetto a quella del secondo semestre del 2002 (spesa pari a 42.798 euro), mentre nel secondo semestre 2003 la spesa (pari a 20.021 euro) si è ridotta del 53% rispetto a quella del secondo semestre 2002. Analogamente si è ridotto il numero delle giornate di noleggio che è passato dalle 2.199 giornate del secondo semestre 2002 alle 1639 giornate del primo semestre 2003 e alle 1494 giornate del secondo semestre 2003. Si è registrata quindi una riduzione del costo medio giornaliero di noleggio che è passato rispettivamente da 19,50 euro nel secondo semestre 2002, a 15,50 euro nel primo semestre 2003 e a 13,40 euro nel secondo semestre 2003. Il miglioramento dell’appropriatezza delle richieste è stato confermato anche dal fatto che la riduzione dei costi del servizio di noleggio è stata superiore rispetto alla riduzione del numero di presidi richiesti a conferma di un uso di sistemi antidecubito più appropriati e meno costosi (figura 3). In mancanza di un controllo delle prescrizioni, la spesa del noleggio dei sistemi antidecubito sarebbe si- 40 curamente aumentata per una serie di fattori: Aumento cronico dei pazienti allettati in ospedale con aumento della sensibilità al problema dei decubiti; Maggiore conoscenza del servizio di noleggio da parte di alcuni reparti; Maggiore attenzione da parte dei familiari di pazienti ad alto rischio di sviluppo di decubiti; Deterioramento dei materassi già in dotazione alle strutture complesse; Influenze pubblicitarie sull’uso dei sistemi antidecubito dal più costoso (nimbus) al più economico (alfaxcell). Il risparmio ottenuto (per un totale di circa 39.700 euro in un anno e probabilmente sottostimato) è secondario in parte all’abbassamento dei costi del noleggio in seguito alla gara d’appalto e in parte al riscatto di alcuni materassi, che ha determinato un drastico calo delle richieste da parte del servizio di Rianimazione (vedi figura 2), ma è soprattutto espressione del miglioramento della appropriatezza delle richieste fatte dai vari reparti. CONCLUSIONI Il controllo sul servizio di noleggio dei sistemi antidecubito ha determinato un significativo miglioramento dell’appropriatezza delle richieste garantendo interventi qualificati ed omogenei in tutte le Strutture Complesse. Dal punto di vista economico il notevole calo della spesa osservato è stato determinato in prevalenza dall’uso di sistemi più appropriati e meno costosi e in minor misura dal lieve calo del numero di presidi richiesti. L’uso di sistemi antidecubito nella pratica infermieristica è un prezioso ausilio nella prevenzione e nella cura delle lesioni da decubito e l’utilizzo appropriato di un servizio di noleggio di sistemi antidecubito permette di ridurre le spese assistenziali per il paziente allettato. Questo monitoraggio con il personale infermieristico ha indotto una maggiore consapevolezza delle conseguenze economiche delle scelte compiute ed ha rappresentato uno strumento importante per migliorare l’efficienza e l’economicità di un servizio. BIBLIOGRAFIA Agency of Health Care Policy and Reserch: Clinical Practice Guidaline on Pressure Ulcera in Adult: prediction and prevention. A. Cavicchioli. Elementi di base dell’assistenza infermieristica. Vol. 1, CEA, Milano, 1994. V.S.L. Juchly: L’assistenza generica e specifica al malato in ospedale. Ed. Rosini, Firenze, 1985. AISLeC: Profilassi delle lesioni da decubito e cambio posturale. Ed. NEU/ANIN, Pavia, 1995. M. Masina e coll. Analisi farmaco-economica della gestione delle lesioni da decubito in Residenza Sanitaria Assistenziale. Geriatria, 2001; vol XIII, n° 5: 257-249. Igiene ospedaliera L’igiene nelle strutture sanitarie: correlazioni tra le procedure di sanificazione ed i fattori di contaminazione Riassunto L’efficacia delle procedure di disinfezione di ambienti ad elevata e media sterilità dipende sia dallo specifico protocollo di pulizia adottato, che dalle caratteristiche fisiche dei materiali trattati. E’ stato condotto uno studio sperimentale presso il Reparto Operatorio dell’Ospedale del Delta, Ferrara, e presso i Reparti di Degenza dell’Ospedale di Trecento, Rovigo. Sono stati eseguiti 3700 campionamenti microbiologici su tutte le superfici interne (pareti, pavimenti e arredi) in tre momenti successivi della normale giornata lavorativa. I risultati ottenuti mostrano che se da un lato l’abbattimento della carica batterica a seguito dell’intervento di sanificazione risulta nell’immediato pressochè totale indipendentemente dai materiali trattati , dall’altro lato si innesca sempre in tempi brevi un fenomeno di ripresa della contaminazione superficiale. Questo fenomeno non garantisce il mantenimento della sterilità delle superfici nel tempo. Summary The effectiveness of disinfection procedures of high and medium environments depends whether on specific cleaning protocol adopted or on the physical characteristics of the treated materials. It was conducted an experimental study at the Surgery Department of Delta Hospital, Ferrara, and at the Medicine Departments of Rovigo’s Hospital. 3700 microbiological samplings were executed on the whole internal surfaces (walls, floors and fixtures) in three successive times of the working day: sitting at the end of the first surgical cleaning, 30 minutes after cleaning and following day before starting again surgical activities. The results show the initial lowering of microbial load, after sanitation process, independently of the treated matrials; but in a few time there’s also a phenomenon characterized by a fast grow up of microbial load. This phenomenon does not guarantee the maintenance of sterility of the areas over time. Alessia Frabetti**, Dario Migliori***, Alberta Vandini***, Piergiorgio Balboni****, Sante Mazzacane* * Direzione Scientifica CIAS, Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara, ** PhD Student, CIAS, Dipartimento di Architettura,Università di Ferrara *** Assegnista CIAS , Università di Ferrara, **** Dipartimento di Diagnostica e Medicina Sperimentale, Università di Ferrara, INTRODUZIONE Le infezioni nosocomiali sono ancora oggi un argomento di grande interesse(1,2) e rappresentano un importan- 42 te e flessibile indicatore della qualità dell’assistenza prestata, in quanto ai tradizionali rischi legati a problemi di igiene ambientale(3-6) si associano quelli derivati da comportamenti, pra- tiche professionali e assetti organizzativi inadeguati. Nell’ambito di una ricerca interdisciplinare condotta dal CIAS, Centro Studi sul controllo dell’Inquinamento fisico chimico microbiologico di sale operatorie, camere bianche ed Ambienti confinati ad elevata Sterilita’, dell’Università di Ferrara, inerente alla genesi dei fenomeni di contaminazione particellare e microbiologica di ambienti ad elevata e media sterilità, sono state condotte una serie di verifiche di campo in alcuni Reparti Operatori e di Degenza. Lo scopo di tali attività consisteva da un lato nella descrizione quali-quantitativa dei fenomeni di inquinamento di cui sopra e dall’altro lato nello studio della cinetica dei fenomeni di abbattimento e ripresa della carica microbica sulle finiture interne, orizzontali e verticali, e sugli arredi. Un ulteriore elemento di valutazione ha riguardato la definizione e misura sperimentale della efficacia ed efficienza dei protocolli di sanificazione utilizzati. Nella presente memoria vengono esposti i risultati dei monitoraggi condotti su campo(“in vivo”), presentati durante il 32° e 33° Congresso Nazionale ANMDO, relativi ad un totale di 3700 campionamenti, con particolare riferimento sia alle diverse caratteristiche dei materiali di rivestimento utilizzati in questi ambienti (PVC, Grès, Acciaio, Gomma…) che alle diverse possibili procedure di pulizia. MATERIALI E METODI Il monitoraggio ambientale microbiologico (MAM) dell’aria e delle superfici è stato condotto nelle Sa- ¨ PAROLE CHIAVE: Igiene, sanificazione, carica microbica, disinfezione KEY WORDS: Hygiene, sanitization, microbial load, disinfection le Operatorie (OR) dell’Ospedale Delta di Lagosanto (Ferrara) e nei Reparti di Degenza (RD) dell’Ospedale di Trecenta (Rovigo) per la durata di due mesi ciascuno. Per verificare l’efficacia dei protocolli di sanificazione sono stati eseguiti 1100 campionamenti nelle OR e 2600 nei Reparti di Degenza -Medicina e Ortopedia- secondo i dettagli esposti nella Tabella 1. I campionamenti sono stati eseguiti in due momenti della giornata nei RD: la mattina prima delle procedure di sanificazione (T0) e al termine delle pulizie con il pavimento completamente asciutto (T1) che identificano un momento di tempo denominato “Fase di Abbattimento”; nelle OR, invece, oltre ai due mo- menti suddetti, si sono eseguiti anche la mattina successiva (Tm) per determinare l’andamento di carica batterica in un periodo denominato “Fase di mantenimento” poiché non influenzato nè da procedure chirurgiche nè da quelle di sanificazione. I punti critici oggetto di indagine sono illustrati in Tabella 2. I campionamenti sono stati eseguiti secondo la metodica MAM(7) descritta da Pitzurra sempre in doppio; per le superfici ampie si sono usate piastre da contatto (diametro 55 mm) con terreno TSA addizionato di Lecitina, Istidina e Tween (neutralizzanti per inibire l’attività dei residui dei disinfettanti) che sono state appoggiate sulla superficie in esame con pressione uniforme per 30 secondi, mentre per le superfici non raggiungibili dalle piastre si sono utilizzati tamponi sterili che sono stati strisciati su piastre da 90 mm di diametro contenenti lo stesso terreno TSA. Le piastre sono state incubate a 37°C per 48 ore per valutare la crescita batterica e a 25°C per altre 24 ore per verificare l’eventuale presenza di lieviti e muffe. Si è poi passati al conteggio delle colonie cresciute e al calcolo dei dati medi espressi in cfu/cm2. Oltre all’analisi quantitativa ne è stata svolta una qualitativa identificando le specie batteriche registrate durante i campionamenti. Contemporaneamente è stata monitorata la carica batterica aerodispersa con il campionatore attivo RCS e il particolato con il contatore di polveri Kanomax Geo-α.. I dati sono espressi rispettivamente in cfu/m3 e particelle/m3. Gli strumenti sono stati posizionati nel centro della stanza. Infine sono state anche effettuate prove in laboratorio sia in vitro - sotto cappa a flusso laminare - che in una sala Tabella 1 (a,b): Dettagli dei protocolli di sanificazione testati i RD (a) e le OR (b). a: Reparti di Degenza (RD) LINEA MANO LINEA PAVIMENTO PANNI PROTOCOLLO 1 PRODOTTO A Didecildimetilammonio bromuro Ipoclorito di sodio Tensioattivi Didecildimetilammonio bromuro MICROFIBRA Ipoclorito di sodio Tensioattivi PROTOCOLLO 2 PRODOTTO B Ammonio quaternario Dicloro-idrossi-difenil etere Tensioattivi Alcool Etilico Ammonio quaternario Dicloro-idrossi-difenil etere Tensioattivi Alcool Etilico MONOUSO USA E GETTA e MICROFIBRA PROTOCOLLO 3 PRODOTTO C Ipoclorito di sodio Tensioattivi Ipoclorito di sodio Tensioattivi MONOUSO USA E GETTA e MICROFIBRA PROTOCOLLO 4 PRODOTTO D Dicloroisocianurato di sodio Tensioattivi Perossido di idrogeno Tensioattivi Dicloroisocianurato di sodio Tensioattivi Perossido di idrogeno Tensioattivi PROTOCOLLO 5 PRODOTTO E b: Sale Operatorie LINEA MANO (OR) PROTOCOLLO 6 Dicloroisocianurato di sodio PRODOTTO D Tensioattivi LINEA PAVIMENTO Ipoclorito di sodio Tensioattivi MICROFIBRA MICROFIBRA PANNI MICROFIBRA 43 Igiene ospedaliera Tabella 2: Dettaglio dei punti critici testati nei RD e nelle OR Reparti di Degenza (RD) Sale Operatorie (OR) Partizioni orizzontali (Grés ceramico, PVC) Partizioni orizzontali (Grés porcellanato, Gomma) Partizioni verticali (Grés ceramico, Smalto epossidico) Partizioni verticali (Acciaio porcellanato, Grés porcellanato, Smalto epossidico, Vetro) Accessori stanza (comodino, Sponda e Piede del Letto) Elementi tecnici (Giunzioni tra pannelli verticali, fughe tra piastrelle, sguscia) Accessori Bagno (WC, maniglia porta) Accessori (Griglia di ripresa dell’aria, lampada scialitica) prove rappresentativa di una sala operatoria - in scala 1:1 - dotata degli stessi equipaggiamenti impiantistici delle sale reali. I campioni dei materiali sono stati contaminati con una miscela di ceppi batterici della collezione standard ATCC (Escherichia Coli, Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus, Staphylococcus epidermidis, Candida, Bacillus subtilis, Enterococcus hirae) a concentrazione nota (106/ml). Successivamente sono stati sanitizzati utilizzando le stesse procedure di disinfezione in vivo. La carica batterica è stata misurata in differenti tempi (T0, prima della sanificazione; T1, dopo 30 minuti dalla sanificazione; T8, dopo 8 ore e T24, dopo 24 ore) utilizzando le piastre contact, con relativa individuazione batterica in terreni selettivi. I materiali sono stati esaminati nella sala prove, con una disposizione spaziale sia verticale che orizzontale. Le prove di attecchimento microbiologico in vitro sono state condotte allo scopo di: confermare i risultati che si sono registrati in vivo valutare l’efficacia nell’abbattimento della carica microbica in condizione controllate e con inquinamento specifico a titolo noto sulle diverse tipologie di materiale per le superfici presenti sia in sala operatoria che nei reparti di degenza. Le analisi statistiche dei risultati sono state eseguite sulle medie dei dati utilizzando i test di KruskalWallis, Mann-Whitney, Spearman, chi-squared. I risultati sono stati considerati significativi con una p ≤ 0.05. RISULTATI Confrontando i valori delle OR e dei RD con le classi di qualità definite da Pitzurra, i dati rientrano per la maggior parte nelle categorie di accettabilità per gli ambienti ad alto e medio rischio infettivo (Tabella 3). Si ha infatti un totale medio di accettabilità intorno al 93,9% per i RD e intorno al 99,3% per le OR. I pochi valori che nelle degenze sono risultati in classe “cattiva” sono dovuti probabilmente sia ad eventi Tabella 3 (a,b): Appartenenza dei vari campioni alle Classi d’Igiene proposte da Pitzurra per i RD (a) e le OR (b). a Reparti di Degenza (RD) LINEA OTTIMA BUONA MEDIOCRE TOTALE CLASSI* CATTIVA PAVIMENTO 8,3% 83,3% 8,4% 100% MANO 30% 55% 15% 100% 0% 0% PROTOCOLLO 2 PRODOTTO B PAVIMENTO MANO PROTOCOLLO 3 PRODOTTO C PAVIMENTO PROTOCOLLO 4 PRODOTTO D PAVIMENTO 11,7% 29,3% 47,4% 42,7% 27,8% 25,4% 22,2% 30,9% 25% 62,5% 49% 51,1% 59,7% 57,2% 77,8% 58,4% 21,7% 6,7% 3,6% 5,4% 8,3% 9,2% 0% 6,7% 58,4% 98,5% 100% 99,2% 95,8% 91,8% 100% 96% PROTOCOLLO 1 PRODOTTO A PROTOCOLLO 5 PRODOTTO E MANO MANO PAVIMENTO MANO * Somma delle classi accettabili per le degenze (ottima, buona e mediocre). 44 41,6% 1,5% 0% 0,8% 4,2% 8,2% 0% 4% Tabella 4: Identificazione delle specie batteriche nei RD Spp. Aria Ambientale Superfici Ortopedia Medicina Medicina Staphilococcus cg + Staphilococcus cg Enterococcus Bacillus Enterobacteriaceae Pseudomanas Aspergillus Penicilium Accessori 20% 40% 1% 5% * * 20% 10% 60% 1,5% 5% * * 3% 10% 50% * 10% 2% 5% 3% Ortopedia 10% 60% * 10% 1% 2% 2% Medicina 20% 60% * 5% * * 5% Ortopedia 10% 70% * 10% * * 5% 2% 10% * * * * * Speci non presenti b Sale Operatorie OTTIMA T1 (OR) 86 % Acciaio porcellanato (V) 95 % Acciaio inox (V) 82 % Smalto epossidico (V) 100 % Grés porcellanato(V) 100 % Vetro (V) 27 % Gomma (H) 50 % Grés porcellanato (H) Giunzioni pannelli acciaio 91 % porcellanato(V) 68 % Fughe Grés Sguscio profilo curvilineo 86 % parte superiore ad angolo vivo Sguscio profilo curvilineo 63 % parte inferiore 78 % Sguscio profilo spigolo vivo 86 % Lampada Scialitica 87 % Bocchettoni ripresa non codificabili - in riferimento alla tipologia dell’ambiente e alle sue caratteristiche in termini di contaminazione- che a sindromi patologiche di cui erano affetti i pazienti durante lo studio. L’influenza della patologia, strettamente legata al paziente, è stata dimostrata da una maggiore identificazione nella degenza di Medicina Generale di specie batteriche caratteristiche di malattie dell’apparato respiratorio (Tabella 4). I dati più critici e variabili sono stati identificati a livello dei co- BUONA T1 TOTALE CLASSI 14 % 5% 18 % 0% 0% 64 % 50 % 100 % 100 % 100 % 100 % 100 % 91% 100 % 63 % 91 % 100 % -100 % 75 % 70 % 37 % 9% 0% -0% 25% 30 % 100 % 100 % 100 % -100 % 100 % 100 % 9% 100 % 100 % 0% 100 % 32 % 100 % 88 % 12 % 100 % 14 % 100 % 100 % 0% 100 % 37 % 100 % 71 % 29 % 100 % 22 % 100 % 57 % 43 % 100 % 14 % 100 % 100 % 0% 100 % 13 % 100 % 94% 6% 100 % OTTIMA Tm BUONA Tm modini e dei Servizi Igienici. Come si può evincere dalla Tabella 5 le diverse proprietà e concentrazioni dei prodotti disinfettanti utilizzati forniscono percentuali differenti di efficacia di abbattimento. Si rammenta che per le prove condotte “in vivo” tale parametro è pesato sul valore di contaminazione iniziale, che nei RD è risultato mediamente costante. L’andamento della carica batterica relativo ai RD, dimostra che il reparto di Medicina risulta più inquinato di quello di Ortopedia di circa il TOTALE CLASSI 33% (Grafico 1). L’andamento della carica batterica nelle OR dimostra per ogni materiale una chiara efficacia del trattamento di sanificazione. Inoltre risulta visibile il mantenimento di questa condizione igienica durante la notte in assenza di ingressi da parte del personale, anche se in maniera diversa a seconda del tipo di materiale e della sua disposizione spaziale. Infatti si nota che il Grés porcellanato e la Gomma presentano un abbattimento significativo, inferiore però rispetto a quello 45 Igiene ospedaliera Grafico 1: Andamenti medi della carica batterica nei Reparti di Degenza che presenta l’Acciao porcellanato nella “Fase di Abbattimento”; successivamente, nella “Fase di Mantenimento”, l’acciaio presenta una ripresa della carica batterica contrariamente al Grés e alla Gomma che mostrano un ulteriore abbattimento (Grafico 2). Il comportamento delle Sgusce è risultato migliore, in termini di abbattimento e mantenimento della carica batterica, se realizzate con un profilo ad angolo vivo piuttosto che con profilo arrotondato (Grafico 2), al contrario di quanto comunemente ritenuto. In entrambe le OR e RD attraverso l’analisi statistica si sono registrate correlazioni interessanti tra il particolato, la contaminazione superficiale e aerea, e il numero di persone presenti. I risultati delle prove “in vitro” sono mostrati nei grafici 3 e 4. Sono stati analizzati solo i materiali presenti all’interno delle sale operatorie e delle Degenze, testando due prodotti disinfettanti, tra cui quello che in vivo portava ad abbattimenti minori di carica microbica. La curva che descrive l’andamento della capacità di abbattimento della carica batterica del processo di sanificazione registrato in vivo sui rispettivi materiali è simile a quella registrato in vitro, suggerendo e confermando la validità dei risultati prodotti e delle metodiche utilizzate. Inoltre risulta evidente dai grafici come i materiali più porosi presen- 46 tino un ulteriore abbattimento della carica batterica a distanza di 24 h rispetto a quelli più lisci che presentano una ripresa. DISCUSSIONE Nella ricerca presentata è stata dimostrata l’efficacia dei prodotti detergenti disinfettanti pronti all’uso (2 in 1) che permettono la pulizia in un solo passaggio (detersione e disinfezione contemporaneamente). Interessante sono i risultati ottenuti nei RD del tutto confrontabili con quelli delle OR. Ciò permette di convalidare l’efficacia del processo di sanificazione e suggerisce che una procedura di sanificazione se eseguita con accuratezza e adattata, a livello di concentrazione di disinfettante a seconda della contaminazione microbiologica di ogni diverso ambiente, porta sempre a risultati ottimali. Tale elemento è emerso osservando la Linea Pavimento del Protocollo 2, che presenta un abbattimento modesto rispetto agli altri protocolli a parità di concentrazione del principio disinfettante anche se utilizzato con un mop differente. Questa inefficacia, soprattutto se a basse concentrazioni, è probabilmente legata alle interazioni tra i componenti chimici che compongono il prodotto piuttosto che all’interazione tra i mop e il prodotto stesso, e sicuramente non è dovuta al processo di sanificazione. Assume quindi importanza sensibilizzare il personale a seconda del rischio infettivo presente in un determinato ambiente ospedaliero, perché ogni zona ha un grado di contaminazione e di inquinamento diverso e anche l’abbattimento di carica microbica che si ottiene dopo la sanificazione è proporzionale al grado di contaminazione iniziale. Una criticità determinante viene data dal numero di persone all’interno della stanza e dalla condizione fisiologica dei pazienti. La diminuzione degli individui e la disinfezione accurata delle superfici sono necessarie per ridurre il rischio di cross-contaminazione. Il confronto tra i valori ottenuti ha permesso di verificare che, sia nelle OR che nei RD, per le partizioni verticali non è possibile verificare una efficacia di abbattimento, in quanto a T0 il campione mostra una contaminazione microbiologica nulla e quindi non è apprezzabile la diminuzione della carica batterica dopo il trattamento di pulizia. Sicuramente tutti i valori relativi alle partizioni verticali si mantengono sempre in classe di qualità OTTIMA e non sono soggetti a contaminazioni se non da contatto. Ulteriori considerazioni possono essere avanzate sulle caratteristiche chimico fisiche dei materiali in relazione con il prodotto disinfettante. Grafico 2: Andamenti medi della carica batterica nelle Sale Operatorie Si è notato infatti che i materiali più porosi (PVC, Gomma) presentano una minor grado di contaminazione per un periodo di tempo prolungato (T1 - Tm), rispetto ai materiali più lisci (Acciaio). Si è ipotizzato che sia proprio la sinergia tra le caratteristiche intrinseche del materiale e il disinfettante utilizzato ad aumentare l’efficacia della procedura di sanificazione, in quanto un materiale poroso trattiene meglio il disinfettante e quindi aumenta il tempo di esposizione tra i batteri ed il principio attivo. La conferma di questa ipotesi è stata data dalle prove in vitro dove viene chiaramente dimostrato che, a parità di disposizione spaziale, l’andamento nel tempo della contaminazione è paragonabile a quello riscontrato in vivo. Inoltre, il confronto tra il comportamento dei diversi elementi di congiunzione tra pavimento e pareti (sgusce), mostra una più spiccata propensione alla ripresa della carica batterica per i profilati curvilinei rispetto a quelli ad angolo vivo. Le osservazioni sopra riportate evidenziano importanti risvolti economici (e quindi architettonici) sulla scelta dei materiali per la realizzazione di ambienti ad elevata asepsi; materiali poco costosi, ad esempio come la gomma, sembrano presentare ottime caratteristiche di efficacia di disinfezione. L’analisi statistica ha permesso di individuare la presenza di correlazioni tra le colonie aerodisperse ed il particolato con diametro di 5 µm, suggerendo che la contaminazione all’interno di questi ambienti è per la maggior parte di derivazione umana. Non ha permesso invece di osservare con continuità analoghe correlazioni con la carica superficiale. Questo è spiegabile ipotizzando che la contaminazione delle superfici inanimate dipenda non solo da fenomeni di sedimentazione della contaminazione aerea, ma anche da fenomeni di adesione e risospensione influenzate per la maggior parte da eventi di contatto da parte degli individui. La determinazione di queste cinetiche di deposizione e di contatto dovrebbe essere analizzata nel dettaglio con ulteriori indagini sperimentali per poter essere descritta in maniera quantitativa determinando quindi il grado di coinvolgimento delle superfici inanimate nell’insorgenza di un evento infettivo. Di certo la loro disinfezione risulta necessaria soprattutto nei punti più prossimi al paziente e che in questa specifica ricerca sono stati individuati nel comodino e nel Servizio Igienico. RINGRAZIAMENTI Si ringrazia la COPMA scrl per l’interesse dimostrato che ha consentito lo svolgimento di attività teorico-sperimentali multidisciplinari da parte di Laboratori e Dipartimenti dell’Università di Ferrara. Si ringraziano l’ Azienda U.S.L. di Ferrara e l’Azienda Ulss 18 di Rovigo e i loro Dirigenti BIBLIOGRAFIA: CDC NNIS System. National Infections Surveillance (NNIS) System Report, data summary from January 1992 through June 2004, issued October 2004. Am J Infect Control 2004; 32: 470-85. Didier Pittet. Infection control and quality health care in the new millennium. Am J Infect Control 2005; 33: 258-267 Sehulster L, Chinn RYW. Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee. Guidelines for environmental infection control in health-care facilities. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2003; 52: 1-44. 47 Igiene ospedaliera Tabella 5: Confronti tra le concentrazioni dei principi attivi utilizzati per le sanificazioni. PRINCIPI ATTIVI CLORO 0,1% (0,07-0,14) OSSIGENO 0,17% CLORO 0,3% PRODOTTI E PANNI LINEA MANO LINEA PAVIMENTO PRODOTTO B MICROFIBRA - 54,3% PRODOTTO D MICROFIBRA 91,6% 95,7% PRODOTTO C MICROFIBRA 99,2% 100% PRODOTTO C MONOUSO 92,6% 100% PRODOTTO E MICROFIBRA 70,2% 97,2% PRODOTTO A MICROFIBRA 100% 100% PRODOTTO B MONOUSO 98,4% 58,7% PRODOTTO B MICROFIBRA 90,4% - Grafico 3: Abbattimento della carica batterica in vitro disinfettando con il PRODOTTO D Grafico 4: Abbattimento della carica batterica in vitro disinfettando con il PRODOTTO B Ayliffe GAJ. Role of the environment of the operating suite in surgical wound infections. Rev Infect Dis 1991; 13 (Suppl. 10): S800–S804. Dettenkofer M, Wenzier S, Amthor S, Antes G, Motschall E, Daschner FD. Does disinfection of environmental surfaces 48 influence nosocomial infection rates? 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I principali risultati prodotti sono stati: fogli di raccolta dati per i diversi requisiti generali e specifici; documenti di appoggio; piani di adeguamento ed un manuale di accreditamento. Dopo la presentazione dell’istanza le attività sono continuate nell’ambito di sette gruppi di miglioramento. La nostra esperienza può essere utile per le organizzazioni sanitarie che devono ancora affrontare questo adempimento. Summary The preparation of an application for accreditation has been, for this teaching hospital, an opportunity to revise and integrate administrative and clinical organizations. Besides a timeline of the actions devised to prepare the application, organizational methods involved are described. Main results were: checklists for general and specific requirements; documents; adjustment plans; accreditation manual. After submitting the application, work was continued by seven improvement teams. Our experience might be useful for health organizations that still have to face this accomplishment. Vincenzo Guardabasso*, Paolo Adorno**, Rosalba Quattrocchi** * Direzione generale e ** Direzione sanitaria, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico “Gaspare Rodolico” di Catania L’accreditamento istituzionale è uno strumento di regolazione e qualificazione dei soggetti erogatori di servizi sanitari, privati e pubblici che vogliono stabilire un rapporto operativo ed economico con il servizio sanitario nazionale (SSN). Il governo centrale e quelli regionali in vario modo stabiliscono i criteri e gli standard a cui le strutture sanitarie devono adeguarsi, verificano il livello di adesione ad essi riservandosi la possibilità di autorizzarne l’attività e soprattutto la possibilità di accedere 50 ai rimborsi di parte pubblica. In questa accezione l’accreditamento ha quindi un significato di “verifica di parte seconda (fornitore-cliente)” diverso sia dall’accreditamento professionale, volontario o “di eccellenza”, che si realizza mediante visite tra pari entro società scientifichea, sia dall’accreditamento di parte terza definito dalle norme UNI: “Procedura attraverso cui un organismo autorizzato rilascia un formale riconoscimento che una organizzazione … ha la com- petenza per svolgere uno specifico compito”. b Il PSN 1994-1996 c definisce l’accreditamento una “omologazione ad esercitare”. L’accreditamento istituzionale è stato previsto nella legge n. 502/92d e nelle modifiche intervenute successivamenteef fino al decreto legislativo delegato n. 229 del 1999g. Negli articoli 8 bis e quater del titolo II del 502/92 modificato, l’accreditamento istituzionale è definito come livello successivo all’autorizzazione e precedente alla stipula di accordi contrattuali tra SSN ed erogatori di prestazioni sanitarie. L’accreditamento costituisce così un elemento di garanzia, ed uno strumento diretto alla regolamentazione (2). L’atto di indirizzo previsto dall’art. 8 è stato prodotto nel 1997, con il DPR 14/1/1997.h La parte dell’atto di indirizzo riguardante l’accreditamento è stata annullata (con Sentenza 2897/98 del TAR del Lazio) e demandata all’autonomia regionale; nel sistema italiano di accreditamento istituzionale le Regioni sono quindi gli organismi che rilasciano l’accreditamento. Il cammino percorso dalle regioni è stato diverso nei modi e nei tempi, e non viene qui riassunto.i La Regione siciliana ha provveduto inizialmente, con il Decreto assessoriale (DA) dell’Assessore alla sanità n. 24216 del 1997j e con altri strumenti riguardanti il Piano Sanitario Regionale, alla definizione del Sistema Qualità. Il DA 890 del 2002k ha definito i requisiti - minimi e ulteriori - di accreditamento per le strutture pubbliche e priva- ¨ PAROLE CHIAVE: Accreditamento, organizzazione, procedure, qualità KEY WORDS: Accreditation, organization, procedures, quality te, e le modalità di presentazione dell’istanza. Questo decreto prevedeva una scadenza dopo due anni per la dichiarazione di possesso dei requisiti organizzativi, e dopo ulteriori 3 anni per i requisiti strutturali e tecnici generali e specifici. Successivi provvedimenti hanno posticipato la prima scadenza al 30/11/2005, mentre la seconda scadenza è invariata al 28/6/2007. La Figura 1 riassume i vari provvedimenti legislativi della Regione Siciliana a partire dal DPR 14/1/1997. Le Aziende Ospedaliere e Sanitarie sono state formalmente investite dalla necessità di procedere celermente alla preparazione di una Istanza di accreditamento con la convocazione di una riunione, tenuta a Palermo il 14 aprile del 2004, a in cui è stato presentato anche il software previsto dal decreto n. 890/2002. Riassumendo, la scelta dell’Assessorato regionale è stata di: istituire un “Ufficio speciale per il Monitoraggio del PSR e per l’accreditamento dei servizi sanitari e per la programmazione sanitaria”, (in seguito trasformato in Dipartimento Ispettorato Sanitario). provvedere ad un prodotto software che permettesse ai candidati all’accreditamento di autocertificare la rispondenza ai requisiti mediante la risposta a specifici quesiti. In questo modo si aveva un approccio strutturato alla documentazione, predisponendo una istanza di accreditamento simultaneamente informatica e cartacea, dove la parte cartacea era necessariamente derivata dall’archivio informatico. L’archivio resta a disposizione delle unità previste per le verifiche. individuare nei Dipartimenti di Prevenzione delle nove Aziende USL, che in Sicilia corrispondono alle province, i destinatari delle istanze, prevedendo un’Unità operativa semplice per l’accreditamento istituzionale con compiti di verifica. MATERIALI E METODI Le attività presso l’Azienda Policlinico sono iniziate con una riunione, tenuta il 21 aprile 2004, di tutti i dirigenti dei settori amministrativi e della direzione sanitaria con la Direzione aziendale. In tale riunione è stato convenuto di procedere con la preparazione di documenti schematici utili alla sintesi dei requisiti per ogni funzione interna responsabile. E’ stato costituito un gruppo di Ad esempio le Visitatie, parola in lingua fiamminga che indica il processo di peer review iniziato nel 1992 dalla Dutch Society for Obstetrics & Gynecology (1) b Norma UNI CEI EN 45020:1998. Tale norma è stata adesso sostituita dalla UNI CEI EN ISO/IEC 17000:2005 che recita: Accreditamento: attestazione di parte terza costituente formale dimostrazione della competenza di un organismo a svolgere specifiche attività di valutazione della conformità. L’accreditamento in stile anglosassone (Joint Commission for the Accreditation of Health Organizations e Joint Commission International) è considerato da alcuni un accreditamento all’eccellenza, da altri una certificazione di parte terza. E’ in genere volontario, ma può diventare di fatto obbligatorio in certe situazioni. c DPR 1/3/1994 Piano sanitario nazionale 1994-1996. d DLgs 502 del 30/12/1992 (Art. 8 comma 4 e 7) e DLgs 517 del 7/12/1993. f Legge 724 23/12/1994 Misure di razionalizzazione della finanza pubblica (collegata alla Finanziaria 1995) Art. 6 comma 6 [collegamento tra accredita- mento e sistema di remunerazione a prestazione] g DLgs 229 del 19 giugno 1999 Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell’articolo 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419. h DPR 37 del 14/1/97 “Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di re- quisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private [Requisiti minimi per l’esercizio delle attività sanitarie] (GURI 42 20/2/1997) i E’ importante ricordare, oltre alle attività regolatorie delle regioni, i due successivi progetti di ricerca finanziati dal MinSan che hanno riguardato la pre- parazione dei valutatori. j DA 24216 24/12/1997 Progetto per la costruzione di un sistema per la qualità totale nel Servizio sanitario regionale. Direttiva per lo sviluppo del program- ma di adozione della Carta dei servizi sanitari. k DA 890 del 17/6/2002 GURS 28/6/2002 n. 29. Direttive per l’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie nella Regione siciliana 51 Accreditamento Figura 1: Leggi e decreti Abbreviazioni: DA Decreto Assessoriale; DGR Decreto della Giunta Regionale; DPR Decreto del Presidente della Repubblica; DPRS Decreto del Presidente della Regione Siciliana; GURI Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana; GURS Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana; PSR Piano Sanitario Regionale lavoro, con la partecipazione del Servizio Controllo di Gestione, della Direzione sanitaria e del Settore tecnico. Tuttavia, visti anche i tempi ristretti, e non essendo disponibili all’interno dell’Azienda tutte le competenze necessarie, è stato conferito ad una società di consulenza un incarico per il recupero e la sistematizzazione delle procedure rilevanti per l’accreditamento. Contestualmente la direzione aziendale ha strategicamente ritenuto di avviare un processo di certificazione 52 di alcune unità operative. L’incarico richiedeva di affiancare il personale aziendale nelle attività, sostenendo la produzione di documentazione ed il raggiungimento degli obiettivi posti dai requisiti di accreditamento. La consulenza non aveva il compito di produrre autonomamente manuali o procedure, ma di svolgere tutte le attività presso l’azienda, con personale fornito dall’azienda stessa, ed in stretto contatto con le funzioni aziendali del gruppo di lavoro. Il gruppo di lavoro ha provveduto al- lo studio della norma e del software fornito dall’assessorato, di cui si sono succedute varie versioni e revisioni, anche con il contributo delle varie aziende che lo utilizzavano “in prova”. La verifica del possesso dei requisiti è iniziata tenendo delle riunioni dei Responsabili dei Settori e Servizi amministrativi, e del Direttore sanitario con i Dipartimenti e le Unità operative; in seguito sono stati attribuiti, con lettere delle direzioni competenti, gli incarichi per la produzione o revisione documen- tale necessaria all’autocertificazione richiesta per la presentazione dell’istanza di Accreditamento all’Assessorato Regionale alla Sanità. Alla scadenza del 28/6/2004 l’Azienda Policlinico era già in grado di presentare l’istanza di accreditamento, ma il successivo rinvio di un anno della scadenza al 25/6/2005l ha permesso un approccio meno affrettato a tutta la problematica, ed un completo ridisegno delle procedure interne dell’azienda. Le risposte ai quesiti infatti richiedevano il perfezionamento della completa coerenza tra le risposte e le evidenze documentali e non. Dopo la produzione da parte dell’assessorato di una versione completamente modificata del software di preparazione dell’istanza, a partire dal gennaio 2005 è stato riavviato il processo di coinvolgimento dei Direttori di Dipartimento e di specifiche Unità operative. L’incarico di consulenza è stato prorogato, con gli stessi scopi, fino alla scadenza finale dopo successivi rinvii. Il gruppo di lavoro è stato ricostituito, con una puntuale descrizione delle attività, e le attività sono state ripartite tra le tre direzioni dell’azienda. Le responsabilità organizzative identificate per la risposta ai quesiti, sono state comunicate con specifiche lettere di incarico tra i vari livelli. Le azioni di miglioramento sono state particolarmente concentrate sull’aggiornamento e completamento delle risposte ai quesiti imposti dalla normativa regionale, con l’obiettivo di integrarle seguendo un processo razionale, piuttosto che fornire risposte che, seppur valide sul piano formale, erano difficilmente gestibili successivamente dai responsabili ed operatori, e non avevano un riscontro di piena applicazione sul campo. Inoltre sono stati impostati alcuni strumenti (piano di adegual DA 3693 del 25/6/2004 m DA 5882 del 1/7/2005; DA 6362 del 5/10/2005 Figura 2: Indicatore cronologico delle azioni organizzativi mento ai requisiti strutturali, struttura degli obiettivi, piano annuale e triennale degli interventi, organigrammi …) necessari al completamento del quadro organizzativo. La Figura 2 riassume la scala cronologica delle azioni svolte nell’azienda. L’istanza è stata presentata nelle forme previste il 30/11/2005, data di scadenza finale dopo l’intervento di successivi rinvii.m REQUISITI Il Decreto assessoriale 890 del 2002 elenca i requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici, generali e specifici, previsti per le varie tipologie di struttura da accreditare. I requisiti applicabili in Sicilia possono essere così raggruppati, per quanto riguarda quelli applicabili all’Azienda Policlinico di Catania. Requisiti organizzativi generali: Po- litiche, Obiettivi ed Attività; Struttura organizzativa; Gestione risorse umane; Gestione risorse strutturali; Gestione risorse tecnologiche; Gestione, valutazione e miglioramento della qualità, Linee guida e regolamenti; Sistema informativo; Carta dei servizi. Requisiti strutturali e tecnologici generali: Caratteristiche ambientali e di accessibilità; Protezione antincendio; Protezione acustica; Sicurezza elettrica e continuità elettrica; Sicurezza anti-infortunistica; Igiene dei luoghi di lavoro; Protezione dai rischi di radiazioni ionizzanti; Eliminazione delle barriere architettoniche; Smaltimento dei rifiuti; Condizioni microclimatiche; Impianti di distribuzione dei gas; Materiali esplodenti; Lotta alle infezioni ospedaliere; Piani d’emergenza; Protezione antisismica. 53 Accreditamento Requisiti specifici (organizzativi; strutturali; impiantistici; tecnologici) per strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale (Medicina di laboratorio; Radiologia diagnostica; Cardiologia; Endoscopia; Radioterapia). Requisiti specifici (organizzativi; strutturali; impiantistici; tecnologici) per strutture che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero a ciclo continuativo e/o diurno per acuti (Aree di degenza delle varie discipline; Rianimazione e terapia intensiva; Day-hospital; Day-surgery; Reparto operatorio; Gestione farmaci e materiale sanitario; Attività di sterilizzazione; Attività di disinfezione e disinfestazione; Cucina-dispensa; Lavanderia e guardaroba; Servizio mortuario) Figura 3: Pagina-tipo del documento di lavoro 54 COMPILAZIONE DI FOGLI DI RACCOLTA DATI (CHECKLIST) Un prezioso strumento di lavoro, introdotto ancor prima del formale inizio delle attività aziendali rivolte all’accreditamento, è stato lo schema dei requisiti. Tale schema, predisposto usando Excel e successivamente ripartito in varie pagine e in due parti, ha fornito una rappresentazione schematica dei quesiti che il software proponeva per certificare la risposta ai requisiti. Gli schemi, usati come fogli di raccolta dati, hanno costituito quindi uno strumento operativo, maneggevole e compatto, per sistematizzare tutte le informazioni, permettendo di scattare una foto istantanea dello stato di rispondenza dell’organizzazione ai requisiti. I fogli (un esempio in Figura 3) riportano, oltre al quesito, il referente aziendale per la risposta, il documento rispondente, data, note e posizione di archiviazione. I vari fogli sono stati utilizzati, oltre per archiviare le informazioni, anche per comunicare ai vari responsabili i punti di cui dovevano occuparsi, ed in certi casi anche come “checklist certificativa”, per raccogliere dai responsabili le asseverazioni di rispondenza di ambulatori o reparti a quesiti sull’organizzazione interna non sanciti da altri documenti (regolamenti, procedure o istruzioni operative). Questi schemi sono anche stati proposti alle altre aziende come strumento operativo, e diffusi sul sito internet aziendale. RISULTATI Le attività svolte presso la nostra Azienda, secondo i metodi e con la successione riportata nei metodi, hanno permesso la preparazione dell’Istanza di accreditamento. Esi- Figura 4: esempio di descrizione dell’organizzazione dell’Azienda stono anche una serie di altri “sottoprodotti” del processo, che vengono qui esposti come risultati. RAPPRESENTAZIONE DELLA STRUTTURA DELL’AZIENDA I documenti prodotti dall’Assessorato regionale, che accompagnavano la distribuzione del software per la compilazione dell’Istanza, contemplavano una descrizione delle varie strutture che potevano richiedere l’accreditamento. Tra queste, quella pertinente al Policlinico era “Struttura di ricovero e cura a ciclo continuativo e/o diurno”. A questo si aggiungeva l’attività ambulatoriale, codificata come “Struttura ambulatoriale allocata entro struttura di ricovero”.n La Figura 4 descrive un esempio di corrispondenza tra la terminologia del software e le articolazioni aziendali. In conseguenza di questa analisi, è stata riempita una “matrice delle attività” (Figura 5), per guidare la compilazione dell’istanza, inserendo nelle caselle le Unità operative ed i Servizi. E’ stato anche predisposto un documento schematico, per riassumere l’identificazione dei “referenti”, intesi come gli uffici/settori/reparti responsabili della risposta ai singoli quesiti nell’ambito dei raggruppamenti. Tale “matrice dei referenti” è stata preparata per le tre parti del DA 890: Parte I - Requisiti Generali; Parte II - Requisiti Specifici - Prest. Ambulatoriali; Parte III - Requisiti Specifici - Prestazioni di Ricovero. sario scrivere delle procedure operative apposite, o rivedere altri documenti esistenti. Le tipologie di documenti predisposti sono: Regolamenti Procedure gestionali Istituzioni Operative Piani Operativi (ad esempio, il piano di manutenzione programmata, il piano della qualità, il piano di formazione del personale, etc.) Tutti i documenti prodotti o revisionati sono stati predisposti secondo uno schema mutuato dalle norme ISO dei Sistemi Qualità, con un frontespizio comune. Nella maggior parte dei casi DOCUMENTI n La risposta affermativa ai quesiti doveva comportare anche un documento di “appoggio”. Mentre in alcuni casi il richiamo era a documenti aziendali esistenti, come l’Atto Aziendale, il Regolamento di Contabilità, o la Carta dei Servizi, in altri casi è stato neces- Su indicazione dell’Unità operativa di verifica, che ha coordinato la forma delle varie istanze ricevute, l’istanza è stata poi rivista in alcune parti riguardanti la descrizione dell’Azienda. In particolare dopo la presentazione formale del 30/11/05, e dopo una chiarificazione fornita dall’Assessorato alle Aziende, la descrizione dell’azienda è stata modificata considerando tutti gli ambulatori come facenti parte di un presidio separato. 55 Accreditamento Figura 5: matrice delle attività tali documenti sono stati redatti a cura di un gruppo di lavoro costituito da dirigenti medici della Direzione Sanitaria. Tali documenti sono stati inviati ai Referenti interni della Qualità, per una rilettura al fine di evidenziare ulteriori osservazioni nate dall’esperienza maturata durante le attività di routine svolte quotidianamente dagli operatori sanitari. Alcune procedure sono state redatte direttamente dal personale infermieristico dei reparti, nell’ambito di uno specifico progetto di incentivazione. Questo ha comportato un coinvolgimento, con un approccio strategicamente di tipo “bottom-up”, del personale del comparto sanitario nell’utilizzo delle procedure aziendali, come previsto dall’istituto dell’accreditamento. Inoltre è così iniziato un processo di divulgazione della cultura della qualità anche ai livelli operativi meno informati sul tema del cambiamento. Attraverso la formazione di “team leader”, identificati nei coordinatori infermieristici di reparto, ed il lavoro 56 di produzione di documenti operativi da parte di tutto il personale, si è ottenuta una formazione all’utilizzo di documenti operativi che rappresentano effettivamente il lavoro svolto all’interno dei macroprocessi aziendali. Ne è risultata una aumentata sensibilità di tutti gli operatori alle logiche di processo, dopo che è stata constatata, durante la produzione dei documenti, la possibilità di trascrivere gli atti quotidiani in istruzioni operative rispondenti al “reale”, ed in grado per questo di essere preziosi strumenti di lavoro, anche in condizioni di mancanza di specifica competenza operativa. Dopo essere stata esaminata e classificata con la produzione di un elenco, la documentazione, al livello di “Revisione 0”, è stata divulgata presso le strutture operative all’interno dell’Azienda. La comunicazione delle procedure avviene anche attraverso una apposita lista di distribuzione in cui vengono inserite tutte le categorie professionali coinvolte o in qualche modo interes- sate alla procedura stessa. All’ufficio Qualità è stato affidato il compito di inserire la documentazione prodotta anche sul sito Web dell’Azienda, per una rapida consultazione attraverso l’intranet aziendale. L’ISTANZA DI ACCREDITAMENTO Il prodotto finale è stato l’istanza di accreditamento, costituita da: la ”Istanza” vera e propria, sottoscritta dal Direttore Generale come Rappresentante legale dell’Azienda; un “modulo descrittivo della Struttura da accreditare”, che definisce il tipo “Struttura di ricovero e cura a ciclo continuativo e/o diurno, esistente ante 17/6/2002”, ed una descrizione delle attività, dei posti letto e dei dati catastali; un “elenco dei requisiti generali”, con l’esplicita risposta “Si”; un “elenco dei requisiti specifici”, con l’esplicita risposta “Si” o la risposta “non pertinente” o la risposta “no” e la data di adeguamento prevista (entro il 28/6/2007); un “documento descrittivo dell’organizzazione delle attività oggetto del programma regionale di accreditamento”, redatto dal Direttore Sanitario in forma di “Relazione di accompagnamento all’istanza di accreditamento”; una “lista delle non conformità” per le quali redigere il piano di adeguamento; il piano di adeguamento, redatto a cura del responsabile del Settore tecnico-patrimoniale; un “elenco dei quesiti specifici non pertinenti”; un “elenco note requisiti” previste dal software e sottoscritte dal firmatario. IL MANUALE DI ACCREDITAMENTO La presentazione dell’istanza di accreditamento ha rappresentato solo un punto di partenza, in quanto ha posto l’Azienda di fronte alla necessità di attivare azioni di miglioramento ed adeguamento dell’organizzazione, con processi, attività ed evidenze che attestino la rispondenza continua ed aggiornata a quanto richiesto dall’istanza. Per questo si è ritenuto necessario introdurre uno strumento, denominato Manuale per l’Accreditamento, allo scopo di armonizzare la documentazione prodotta, facilitandone l’aggiornamento continuo. Il Manuale potrà anche agevolare la comunicazione tra gli ispettori e i referenti della Azienda, nel momento in cui risulterà necessario procedere ad una attenta analisi del sistema di accreditamento. Nel manuale sono previsti 7 capitoli, suddivisi per aree tematiche in corrispondenza ai temi previsti per l’accreditamento: Obiettivi aziendali Organizzazione Risorse umane Risorse tecnologiche e strutturali Linee guida, Carta dei Servizi e Qualità Sistema informativo Requisiti sanitari generali e specifici Per ogni area è stato costituito un “gruppo di miglioramento”, con un Team Leader che organizzasse i lavori e riferisse alla Direzione Aziendale, attraverso la Struttura per la Qualità. I partecipanti, in media cinque per gruppo, hanno seguito un apposito corso di formazione, in modo da costituire e mantenere il know-how necessario. La presenza, all’interno di ciascun gruppo, di personale afferente ai diversi dipartimenti, ha avuto anche lo scopo di utilizzare questi elementi come ‘facilitatori’, cioè soggetti che agevolino i responsabili dei vari livelli organizzativi a ‘gestire’ la tematica Qualità, definendo a livello di ogni singola struttura i processi sanitari da affrontare, valutandoli e sottoponendoli ad una revisione per il miglioramento continuo. L’Ufficio Qualità ha assunto il compito naturale della “manutenzione” dell’accreditamento, attraverso il coordinamento delle attività dei gruppi di miglioramento, il coordinamento dei referenti per la qualità, l’avvio di audit interni, la manutenzione e l’aggiornamento delle procedure e istruzioni operative. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Lo scopo principale dell’accreditamento, nella forma in cui questo nasce all’inizio del secolo scorso, è quello di fornire una garanzia di livello qualitativo e di tendenza al miglioramento della qualità delle attività mediche dell’ospedale, e non solo in termini di comfort alberghiero e privacy, ma soprattutto di efficacia clinica. Agli inizi del secolo scorso l’American College of Surgeons si dava l’obiettivo di “… standardizzare la struttura e il modo di lavorare degli ospedali, per far sì che le istituzioni con ideali più elevati abbiano il giusto riconoscimento davanti alla comunità professionale e che le istituzioni con standard inferiori siano stimolate a migliorare la qualità del loro lavoro. In tal modo i pazienti riceveranno il trattamento migliore e la gente avrà qualche strumento per riconoscere quelle istituzioni che si ispirano ai più alti ideali della medicina” (citata in 3). Ma questi alti ideali vengono richiamati nelle strutture sanitarie? Ed il cittadino è in grado di riconoscerli all’interno del variegato sistema di offerta di prestazioni sanitarie? Al momento il processo di accreditamento nella Regione Siciliana non prevede una comunicazione diretta con la comunità professionale o con la collettività, ma solo la rispondenza delle strutture a specifici e prescritti requisiti. Ma già se questi fossero soddisfatti, il sistema sanitario regionale godrebbe di un innalzamento dei livelli medi di struttura e di modalità di lavoro, con un conseguente passo in avanti sul piano della qualità delle prestazioni, in termini di efficacia e sicurezza. Per questo molto dipenderà dalle azioni di supporto e di verifica che lo stesso ispettorato, anche mediante una apposita task force, potrà avviare. In ogni modo, l’accreditamento ha costituito per tutte le strutture pubbliche e private l’occasione per avviare in maniera veloce e decisa (spinti dai termini di scadenza) un percorso - si spera irreversibile - di cambiamento evidenziando punti di forza e punti di debolezza propri e del sistema. Partendo da una adesione vincolante ai requisiti previsti dalle norme, l’accreditamento può divenire occasione di impostazione metodologica e di sviluppo organizzativo orientato al consolidamento dell’apprendimento, ed al miglioramento continuo. Questa spinta potrebbe produrre risultati tangibili e duraturi, non soltanto in termini organizzativi e strutturali, ma anche in termini di efficacia dell’assistenza e di sicurezza delle prestazioni fornite, ma solo a patto di un coinvolgimento responsabile di tutti gli operatori sanitari. Anche nell’Azienda Policlinico la preparazione dell’istanza ha avviato o accelerato processi di cambiamen- 57 Accreditamento to a tutti i livelli. Un importante risultato di questa esperienza è stato la maturazione di una consapevolezza organizzativa che prima non era presente. Il processo avviato ha permesso inoltre di stabilire chiaramente chi è responsabile, chi risponde a chi, ed in quali casi, ed in modo noto a tutti. La produzione di organigrammi rappresentati con le classiche convenzioni grafiche “ad albero” è stata sistematizzata ed estesa a tutte le articolazioni dell’azienda, e ad un livello di dettaglio prima non utilizzato. Alti e bassi più impegnativi traguardi, ma la diffusione delle informazioni riguardanti l’assetto organizzativo ed operativo aziendale rimangono problemi aperti su cui l’impegno quotidiano dei singoli non produce ancora risultati evidenti. Tale aspetto rimane forse il più controverso e sicuramente legato 58 alle specifiche tradizioni aziendali. Su questo c’è ancora molto da fare, e le singole aziende non potranno esimersi dall’assumere responsabilità dirette. Ancora più impegnativo della redazione delle procedure operative è stato il compito, ancora in corso, di portarle a conoscenza dei più articolati livelli organizzativi. RINGRAZIAMENTI Le attività descritte in questo lavoro non sarebbero state realizzate senza il fattivo contributo di: il Direttore Generale Ettore Gilotta, il Direttore Amministrativo Michele Sinatra ed il Direttore Sanitario Lorenzo Lupo; Lucio Formica e Aldo Bolognini della Ergon SpA (Milano); Aldo Cammarata, Angelo Capizzi, e Rosa Raciti, che hanno partecipato al gruppo di lavoro; gli altri team leader Paola La Pergola, Gaetana Reitano, Giusy Vernaci, Vincenza Zaffuto, e tutti i partecipanti ai gruppi di miglioramento; Laura Bongiorno, Simona Di Virgilio e Valentina Mancuso per tutte le attività di supporto. BIBLIOGRAFIA Shaw CD. External quality mechanisms for health care: summary of the ExPeRT project on visitatie, accreditation, EFQM and ISO assessment in European Union countries. Int J Qual Health Care 2000; 12:169-175. Catalano N. Accreditamento. CARE 2002; 4:15-16. Di Stanislao F, Panella M, Siliquini R. I modelli di accreditamento: esperienze internazionali. In: Di Stanislao F, Liva C (ed.) L’accreditamento dei servizi sanitari in Italia. Centro Scientifico Editore, Torino, 1998, pp. 1-29 Studi Studio caso-controllo sulle cadute dei pazienti: l’esperienza di un ospedale italiano INTRODUZIONE Riassunto Introduzione. Le cadute dei pazienti ricoverati in ospedale costituiscono un importante problema, sia per la frequenza con cui si verificano sia per le conseguenze che ne possono derivare. E’ stato condotto uno studio casocontrollo con l’obiettivo di valutare alcuni fattori di rischio potenzialmente determinanti sul fenomeno in studio. Metodi. Sono stati considerati “casi” i pazienti caduti durante il ricovero presso un presidio ospedaliero della regione Marche (ASUR Zona Territoriale N. 3) negli anni 2003-2005. I controlli, appaiati per sesso e età, sono stati selezionati tra i pazienti ricoverati presso lo stesso ospedale nel medesimo periodo. Sono stati utilizzati il test chi-quadrato e l’analisi di regressione logistica multivariata per studiare l’associazione del fenomeno cadute con le seguenti variabili: autonomia del paziente, presenza di febbre, la somministrazione di terapia sedativa e di terapia diuretica. Risultati. L’analisi di regressione logistica, effettuata considerando complessivamente il triennio in studio, ha mostrato che sono significativamente associate al verificarsi di cadute in ospedale le variabili: sedazione (OR = 4.20; IC95%: 2.83-6.24), somministrazione di terapia diuretica (OR = 1.67; IC95%: 1.08-2.59), l’età compresa tra 0-15 anni (OR = 2.59; IC 95%: 1.39-4.86) e l’abitare in città rispetto alla periferia (OR = 0.60; IC95%: 0.42-0.85). Conclusioni. Per ridurre il fenomeno delle cadute dei pazienti sembrerebbe necessaria una corretta determinazione delle capacità fisiche del paziente associata ad un maggior controllo dei pazienti a cui si somministra terapia sedativa. Summary Introduction: Inpatient falls represent a very important problem because of the frequency of the events and the possible consequences. We performed a casecontrol study in order to analyse potential determinants of inpatient falls. Methods. We analysed falls of patients admitted to a hospital of Marche region during the period 2003-2005. For each case we select one control, matched for age and gender, among patients admitted to the same hospital in the same period. Chi-square test and multiple logistic regression analysis have been performed in order to evaluate association between inpatients falls and the following variables: patients autonomy, fever, administration of sedation and diuretic therapy. Results. The logistic regression analysis, performed considering the studied triennium, showed that variable significantly associated to falls are: sedation therapy (OR = 4.20; CI 95%: 2.83-6.24), diuretic therapy (OR = 1.67; CI95%: 1.08-2.59), age group 0-15 years (OR = 2.59; CI 95%: 1.39-4.86) and living in town compared to suburbs (OR = 0.60; CI 95%: 0.42-0.85). Conclusions. In order to decrease the fenomenon of inpatients falls it should be necessary a correct determination of patients physical status and a better control of patients who receive sedation therapy. Tamara Campanelli 1, Giuseppe La Torre 2, Alice Mannocci 2, Giacomina Chiaradia 2, Walter Ricciardi 2 Azienda Sanitaria Unica Regione (ASUR) Marche ZTN 3 Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, Istituto Igiene, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma 1 2 60 Negli ultimi anni la gestione del rischio clinico negli ospedali e la diminuzione dell’errore in medicina stanno assumendo una rilevanza sempre maggiore nell’ambito del risk management in sanità. In questo contesto, le cadute dei pazienti in ospedale costituiscono un importante problema, sia per la frequenza con cui si verificano, sia per le conseguenze che ne possono derivare. Le cadute costituiscono, infatti, un tipo di incidente che frequentemente si può verificare durante l’ospedalizzazione. Alcuni studi dimostrano che le cadute in ospedale rappresentano fino al 70% degli incidenti ospedalieri (1,2). Le cadute possono avere conseguenze fisiche (ferite lacero-contuse, contusioni, fratture o persino la morte) e psicologiche (Post Fall Sindrome, con una riduzione della qualità della vita nei pazienti anziani fino al 30%) più o meno gravi per il paziente. Queste possono richiedere, inoltre, ulteriori interventi diagnostici e terapeutici, causando il prolungamento della degenza e un conseguente aumento dei costi dell’ospedalizzazione. Le cadute dei pazienti in ospedale sono annoverate tra gli eventi sentinella, eventi avversi potenzialmente evitabili, utilizzati come indicatore della qualità assistenziale in ospedale (3). Pertanto, la prevenzione e la riduzione delle cadute in ospedale rappresenta un priorità per l’ospedale al fine di assicurare la qualità dell’assistenza e la sicurezza del paziente. ¨ PAROLE CHIAVE: Cadute – ospedale - studio caso-controllo KEY WORDS: Hospital – case-control study È quindi necessario riuscire ad evidenziare i fattori di rischio associati a questo fenomeno al fine di identificare i pazienti a maggior rischio di caduta e poter creare un percorso che possa ridurre l’incidenza di questo evento in ospedale (4). Alcuni studi hanno evidenziato che i principali fattori di rischio per le cadute in ospedale sono rappresentati dall’assenza di autosufficienza, la presenza di febbre, l’età avanzata, le difficoltà di deambulazione e vertigini, il deterioramento delle capacità cognitive, l’ipotensione ortostatica, la frequenza urinaria (nicturia, incontinenza), la somministrazione di specifiche terapie quali sedazione e terapia diuretica (5-7). Tuttavia tali studi sono prevalentemente focalizzati sulla popolazione anziana e sono caratterizzati da un disegno dello studio tipicamente descrittivo (studio trasversale). Obiettivo del nostro studio è stato quello di identificare alcuni fattori capaci di influenzare significativamente il fenomeno cadute dei pazienti in ospedale, utilizzando un disegno dello studio di tipo casocontrollo. MATERIALI E METODI Selezione dei casi e dei controlli In tale studio caso controllo sono stati arruolati i pazienti ricoverati presso il presidio ospedaliero S. Croce di Fano (PU) negli anni 2003-05. I casi sono risultati tutti i pazienti che in tale triennio sono andati incontro a cadute durante la loro ospedalizzazione. Per l’identificazione dei casi sono state uti- lizzate le schede per la rilevazione delle cadute dei pazienti compilate presso il presidio in studio. La selezione dei controlli è avvenuta tra i pazienti ricoverati presso lo stesso presidio ospedaliero. Tali pazienti sono stati appaiati ai casi per giorno di ricovero, genere ed età (+/-1 anno per i casi pediatrici; +/-5 anni per tutti gli altri casi). Al fine di aumentare la potenza statistica dello studio si è scelto di selezionare due controlli per ogni caso. Raccolta dei dati Per ciascun paziente dalla cartella clinica sono stati raccolti dati anagrafici e dati relativi all’autonomia del paziente, alla presenza di febbre, all’eventuale somministrazione di terapia sedativa e di terapia diuretica. Analisi statistica Per ciascun anno in studio sono state valutate le possibili associazioni tra le cadute dei pazienti e le variabili in studio utilizzando il test del chi-quadrato e la misura dell’Odds Ratio grezzo (OR) con relativo in- Figura 1. Grafico a barre della distribuzione degli episodi di caduta per mese negli anni 2003-2005. 61 Studi Figura 2. Grafico a barre della distribuzione degli episodi di caduta per reparto. Anni 2003-2005. tervallo di confidenza (IC) al 95%. Considerando complessivamente il triennio in studio è stato calcolato l’OR secondo il metodo di Mantel Haenszel (ORM) con rispettivo IC al 95% ed è stata condotta un’analisi di regressione logistica multivariata. Per quest’ultima analisi, sono state inserite nel modello di regressione multivariata, per verificare come influenzassero la variabile dipendente “caduta in ospedale”, le seguenti covariate: la presenza di febbre, le classi d’età (0-15; 16-50; 51-65; oltre 65), il genere, la residenza (periferia; città), la terapia diuretica, la terapia sedativa e l’autonomia del paziente. L’analisi statistica e’ stata condotta utilizzando il pacchetto statistico 62 EpiInfo 3.3 ed Episheet. Il livello di significatività è stato fissato a p < 0.05. RISULTATI Cadute dei pazienti nell’anno 2003 Nel 2003, presso il presidio ospedaliero S. Croce di Fano sono state compilate 91 schede per la rilevazione delle cadute dei pazienti, pari allo 0.56% del totale dei ricoveri ordinari (16.252 unità). L’età media dei pazienti caduti è risultata pari a 66 anni (deviazione standard = 24.17), e il 67% era di sesso maschile. La Figura 1 illustra la distribuzione degli eventi avversi nei singoli mesi dell’anno: il maggior numero è stato osservato nei mesi di Ottobre e Febbraio, mentre nei mesi estivi le denunce sono state quasi inesistenti. La Figura 2 mostra la distribuzione della cadute per singola Unità Operativa (UO): la maggior incidenza è stata registrata nelle UO di Medicina Generale (36%) e di Geriatria (21%). Nelle UO di Otorinolaringoiatria, Oculistica, Centro Trasfusionale, Sale Operatorie, Nefrologia, Pronto Soccorso e Ostetricia-Ginecologia non sono stati registrati casi di cadute. In relazione all’ora in cui si sono verificati gli eventi, il 58% delle cadute è avvenuto nella fascia notturna (dalle ore 21 alle ore 7 del mattino seguente), il 24% nella fascia pomeridiana (dalle ore 14 alle ore 21) e il 18% nella fascia mattutina (dalle ore 7 alle ore 14). Il 46% dei pazienti ha riportato ferite lacero-contuse, contusioni o presenza di dolore nella zona della caduta, il restante 54% non ha riportato conseguenze particolarmente gravi. L’analisi univariata ha evidenziato che la somministrazione di terapia sedativa è significativamente associata alle cadute (χ² = 27.11; p<0.001), con OR grezzo pari a 3.95 (IC95%: 2.25-6.97) (Tabella 1). Cadute dei pazienti nell’anno 2004 Le schede di denuncia compilate per l’anno 2004 sono state 82, corrispondenti allo 0.52% del totale dei ricoveri (15.832 unità). L’età media dei soggetti caduti è risultata pari a 65 anni (SD = 27.85) e il 61% dei pazienti era di sesso maschile. In relazione ai mesi dell’anno, le cadute sono avvenute principalmente nei primi mesi, con un picco nel mese di Marzo (22%) (Figura 1). Tale fenomeno è probabilmente legato al maggior numero di pazienti ricoverati in quel periodo. Tabella 1. Distribuzione delle caratteristiche del campione per anno. ANNO 2003 ANNO 2004 ANNO 2005 CASI CONTROLLI OR (IC95%) CASI CONTROLLI OR (IC95%) CASI CONTROLLI OR (IC95%) FEBBRE SI FEBBRE NO 35 56 79 103 0.81 (0.47 -1.41) 32 30 50 74 1.58 (0.82 - 3.06) 17 46 37 89 0.89 (0.43 - 1.84) DIURETICI SI DIURETICI NO 26 65 38 144 1.52 (0.82 - 2.81) 14 48 26 98 1.10 (0.49 - 2.43) 19 44 16 110 2.97 (1.32 - 6.73)^ SEDAZIONE SI SEDAZIONE NO 58 33 56 126 3.95 (2.25 - 6.97)^ 35 27 40 84 2.72 (1.39 - 5.36)^ 31 32 29 97 3.24 (1.62 -6.51)^ AUTOSUF DIPENDEN 56 35 91 91 1.60 (0.93 - 2.76) 27 35 67 57 0.66 (0.34 - 1.27) 27 36 53 73 1.03 (0.54 - 1.99) VARIABILE ^p-value < 0.05 Rispetto al 2003, si è verificato un aumento dei casi nel periodo estivo. In particolare nei mesi di Luglio ed Agosto sono stati registrati rispettivamente l’11% e il 7% delle cadute, rispetto al 3% e l’1% registrati nel 2003. Le UO maggiormente interessate dal fenomeno sono risultate Medicina Generale e Geriatria in cui si sono verificate rispettivamente il 27% e il 24% delle cadute (Figura 2). Si osserva, inoltre, che rispetto al 2003 anche le UO di Pronto Soccorso e l’Ostetricia-Ginecologia risultano interessate dal fenomeno cadute. Analogamente al 2003, le cadute si sono verificate maggiormente nella fascia notturna (54%) rispetto alla fascia mattutina (28%) e pomeridiana (18%). Nel 36% dei casi le conseguenze dovute all’infortunio sono rappresentate da dolore localizzato nella zona della caduta, ferite lacero contuse o ematomi; solo in un caso si è verificata la frattura di femore; i restanti casi non hanno riportato esiti particolarmente gravi (56%). Il test del chi-quadrato ha mostrato che la somministrazione di terapia sedativa ( ²=10.05; p=0.002) è significativamente associatala fenomeno in studio con un OR grezzo pari a 2.72 (IC95%: 1.39-5.36) (Tabella 1). Cadute dei pazienti nell’anno 2005 Nel 2005 sono state registrate 63 cadute, pari allo 0.41% del totale dei ricoveri (15.325 unità).L’età media dei pazienti caduti è risultata pari a 67 anni (SD = 24.17) e il 56% di essi era di sesso maschile. La distribuzione delle cadute è risultata uniforme durante tutto l’anno, eccetto un picco nel mese di Novembre (15%) (Figura 1). L’Unità Operativa maggiormente interessata è Geriatria (25%) (Figura 2). Anche nel 2005 il maggior numero di cadute è avvenuto durante la fascia notturna (49%), rispetto alla fascia mattina (35%) e pomeridiana (16%).Per quanto riguarda gli esiti, il 55% dei pazienti non ha subito danni gravi, mentre il 45% ha riportato prevalentemente ferite lacero contuse, ematomi o dolori locali. Solo in un caso il paziente ha riportato la frattura di femore, con un notevole prolungamento della degenza. Le variabili significativamente associate alle cadute sono la somministrazione di terapia diuretica (χ²=8.49; p = 0.004) e di terapia sedativa (χ²=13.30; p<0.001), con rispettivi OR grezzi pari a 2.97 (IC95%: 1.32-6.73) e 3.24 (IC95%: 1.62-6.51) (Tabella 1). Triennio 2003 - 2005 Dall’analisi complessiva sul triennio per la valutazione del rischi di caduta di un paziente è emerso che: la sedazione rappresenta un importante fattore di rischio, con un OR MH = 3.34 (IC 95%: 2.37 – 4.7); l’autosufficienza comporta un aumento del rischio del 9% (ORMH = 1.09; IC 95%: 0.78 – 1.51); la febbre non sembra essere significativamente associata alle cadute (ORMH = 1.02; IC 95%: 0.73 – 1.43). L’analisi di regressione logistica multivariata (Tabella 2) ha mostrato che sono associate ad un aumento del rischio di cadute in ospedale le variabili età, con un più elevato rischio nella fascia 0-15 anni (OR = 2.50, IC 95%: 1.39-4.86); la sedazione (OR = 4.20; IC95%: 2.83-6.24); l’uso di diuretici (OR = 1.67; IC95%: 1.08-2.59).La residenza in periferia/fuori città, invece, è associata ad una riduzione del rischio caduta (OR = 0.60; IC95%: 0.42-0.85). DISCUSSIONE Il nostro studio ha evidenziato chiaramente che il fenomeno cadute in ospedale risulta costantemente presente nella struttura ospedaliera analizzata. La caduta rimane sempre un evento avverso, anche se la frequenza di 63 Studi Tabella 2. Modello di regressione logistica multivariata per la variabile dipendente cadute, per il triennio 2003-2005. Covariate Sesso Maschio (riferimento) Femmine Autonomia No (riferimento) Si Sedazione No (riferimento) Si Diuretici No (riferimento) Si Residenza Periferia-fuori (riferimento) Centro FEBBRE No (riferimento) Si Età 0-15 anni 16-50 anni 51-65 anni > 65 anni (riferimento) p OR 0.347 1.00 1.19 (0.83 -1.72) 0.139 1.00 1.35 (0.91- 2.00) 0.000 1.00 4.20 (2.83 -6.24) 0.023 1.00 1.67 (1.08 -2.59 ) 0.004 1.00 0.60 (0.42 -0.85 ) 0.120 1.00 1.35 (0.93 - 1.96) 0.003 2.59 (1.38 -4.86 ) 0.170 1.63 (0.81 -3.25 ) 0.308 1.36 (0.76 -2.43 ) 1 occorrenza è di ridotte dimensioni rispetto al totale dei ricoverati come sottolineato in letteratura (8, 9). Nel triennio in studio la percentuale delle cadute rimane pressoché costante: 0.52% nel 2003, 0.56% nel 2004 e 0.41 % nel 2005. Tale risultato ci conferma la necessità di un intervento correttivo di tipo strutturale. Le UO maggiormente interessate dal fenomeno sono risultate quelle di Medicina Generale e Geriatria. Questo dato trova riscontro se si fa riferimento all’età media dei pazienti che nei tre anni considerati è 64 compresa tra 65 e 67 anni . Confermando i dati presenti in letteratura, i pazienti che vanno più frequentemente vanno incontro al fenomeno in esame sono anziani (5,10) per cui su tale classe di età occorrerebbe porre l’attenzione nel promuovere eventuali azioni correttive. Nel reparto Lungo-degenza postacuti, nel quale vengono ricoverati spesso persone di età avanzata, sono stati registrati, invece, un numero medio di casi assai modesto nei tre anni in studio, pari, in media, al 5% del totale dei casi. La spiegazione tale fenomeno è probabilmente legata allo standard di assistenza più elevato e alla maggiore presenza di infermieri professionali e personale sanitario (OTA, OSS, organizzazione per settori, ecc.) in questo tipo di reparto. Analizzando separatamente la popolazione di pazienti ricoverati in età pediatrica, si osserva che la percentuale di eventi è pari al 9% nel 2003, 12% nel 2004 e 7% nel 2005. La proporzione di cadute in questo sottogruppo risulta piuttosto elevata perché il numero totale dei ricoveri in età pediatrica è basso. Inoltre, anche se assiduamente controllati, i bambini rischiano di cadere più facilmente sia perché manca loro ancora una perfetta stabilità motoria, sia perché, per loro stessa natura, sono continuamente in movimento. Il fenomeno come detto in precedenza interessa negli ultimi due anni due nuovi reparti: l’Ostetricia - Ginecologia, il Pronto Soccorso e l’Oncologia. Il fenomeno in Ostetricia - Ginecologia potrebbe essere spiegata dal fatto che le pazienti in postpartum sono soggette a lipotimie conseguenti il parto per cui una non buona valutazione delle proprie condizioni porta al verificarsi della caduta. Per quanto riguarda il Pronto Soccorso l’evento avverso si può spiegare con l’enorme mole di lavoro, la notevole confusione e lo stato mentale di alcuni pazienti. Questi elementi potrebbero spiegare il verificarsi di tale fenomeno, nonostante l’elevato numero di personale addetto all’assistenza. Per quanto riguarda i pazienti oncologici le cadute possono essere conseguenza delle terapie a cui vengono sottoposti, che spesso causano fenomeni ipotensivi inaspettati per operatori e pazienti. La somministrazione di terapia diuretica e sedativa aumentano il rischio di cadute dei pazienti influenzando rispettivamente la frequenza urinaria e lo stato di coscienza, come già dimostrato in letteratura (6, 11). L’autosufficienza e la febbre, invece, non risultano associate in modo significativo al fenomeno in studio, sebbene ciò sia stato osservato da altri autori quali Tinetti, Vassallo e Conley (12-14). Come descritto da numerosi autori, le cadute in ospedale dipendono sia dalle caratteristiche del paziente, sia dalle caratteristiche della struttura che lo ospita. Come evidenziato da Schwendimann et al. (15) e da Lane (16) può essere particolarmente difficile implementare un programma che riduca le cadute e i conseguenti trsaumi nei pazienti in ospedale. Un’attenzione mirata all’identificazione del paziente a rischio all’ingresso in ospedale e l’individuazione di interventi strutturali finalizzati a modificare i rischi ambientali, costituiscono i fattori essenziali per migliorare la sicurezza dei pazienti durante il loro percorso assistenziale sanitario. In letteratura sono riportati diversi strumenti di valutazione, che sulla base della determinazione di una serie di variabili (età, mobilità, precedenti cadute, anamnesi di episodi vertiginosi e compromissione della marcia) permettono di formulare un punteggio sintetico di rischio ed identificare i pazienti a rischio (5, 12, 17). Dal nostro studio emerge che le cadute sono sostanzialmente associate alle caratteristiche dei pazienti (età) e all’uso di terapia sedativa. Una corretta determinazione delle capacità fisiche del paziente, una riduzione (quando è possibile) della terapia sedativa o un maggior controllo dei pazienti sottoposti a questo tipo di trattamento potrebbero contribuire alla riduzione del fenomeno. La sicurezza in sanità rappresenta un capitolo di grande importanza e rilevanza sia per i coloro che usufruiscono dei servizi, sia per le strutture sanitarie che spesso debbono sostenere costi derivanti dal prolungamento della degenza o dai procedimenti legali. Il verificarsi di un evento inaspettato e del conseguente danno a carico del paziente impone agli operatori una riflessione sul problema del rischio clinico in ogni nosocomio. Ci è sembrato importante, nel contesto sanitario attuale, focalizzare l’attenzione sul rischio sanitario ed in particolare sulla caduta accidentale intraospedaliera che deve essere considerata un evento sentinella nel monitoraggio della qualità dell’assistenza sanitaria. BIBLIOGRAFIA 1. Sutton JC, Standen PJ, Wallace WA. Patient accidents in-hospital—incidence, documentation and significance. Br J Clin Pract. 1994;48:63–6. 2. Fagin ID, Vita M. Who? Where? When? How? An analysis of 868 inpatient accidents. Hospitals 1965;39:60–5. 3. Terrace O. Sentinel Events: evaluating cause and planning improvement. Chicago. IL: Joint Commission. 1998. 4. Vanzetta M, Vallicella F. Qualità dell’assistenza. indicatori. eventi sentinella: le cadute accidentali in ospedale. Management Infermieristico 2001; 2: 32-6. 5. Molaschi M, Macchione C, Longo F, Fabris F. Le cadute accidentali negli anziani. Torino: Centro Scientifico Editore, 1991. 6. Leipzig RM, Cumming RG, Tinetti ME. 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Inquiry 1999; 36 (3): 255-64. 65 Progettazione La progettazione integrata tra architettura, ingegneria, tecnologia e medicina Riassunto Gli autori descrivono il ruolo essenziale del medico igienista di direzione sanitaria nella progettazione integrata tra architettura, ingegneria, tecnologia e medicina. Summary The authors describe the essential role of the Clinical Direction Medical specialist in Hygiene within an Integrated Design Process, merging competencies and capabilities in the fields of architecture, engineering, advanced technology and medicine. Ugo Luigi Aparo*, Andrea Aparo**, Gianfranco Finzi*** * Direzione Sanitaria Istituto Dermopatico dell’Immacolata-IRCCS Roma ** Professore di Strategic Management Università La Sapienza di Roma *** Direzione Medica Ospedaliera – Azienda Ospedaliera di Bologna Policlinico Universitario S. Orsola-Malpighi COS’E’ UN PROGETTO? Quando si usano parole chiave, è cosa buona e giusta definirle. Dunque cosa è un progetto? Il progetto è un’attività che si svolge in un determinato lasso di tempo per creare o completare un determinato prodotto, servizio o processo. Deve avere una data d’inizio, una data di fine, obiettivi specifici e risorse specifiche assegnate per lo svolgimento delle attività. La progettazione è associata al concetto di “concretizzazione di un’idea”. La gestione dei progetti assume anche il significato di guida al ragionamento, all’ottimizzazione dei processi mentali, per ottenere un risultato, soddisfare un desiderio, raggiungere un obiettivo. Parliamo ora di progettazione integrata. In questo caso il termine progetto non può essere confinato al solo ambito tecnologico. La progettazione integrata mette in campo l’insieme delle competenze necessarie 66 ad assicurare all’idea che si vuole realizzare la giusta e ottima capacità di “produzione di ricchezza”. Il che significa nel medio-lungo termine –mai nel breve- fornire la prevista percezione di valore, al committente della realizzazione dell’idea e dunque la sua soddisfazione. Per inciso, se tutto ciò viene eseguito in modo corretto, un indicatore statistico della qualità del lavoro svolto è il profitto. Torniamo al progetto integrato. Per iniziare le attività, il primo atto è chiedersi quale sia l’idea da realizzare al fine di poter chiarire quale sia esattamente il contenuto del lavoro da svolgere. Come si identifica l’idea? Chiediamo aiuto a ricci e volpi. VOLPI E RICCI Isaiah Berlin (1909-1997) (1), filosofo della politica e storico delle idee, grande pensatore liberale del XX secolo, divide il mondo in ricci e in volpi. Si ri- allaccia ad un’antica espressione greca di saggezza attribuita ad Archiloco (Paro, Grecia) 680-645 a.C. circa) “la volpe conosce molte cose, ma il riccio conosce una cosa importante”. La volpe è una creatura astuta, capace di elaborare una miriade di strategie complesse per attaccare il riccio. Giorno dopo giorno, paziente, la veloce, bella, agile e furba volpe gira intorno al riccio: aspetta il momento giusto per piombargli addosso. Il riccio, invece, è una creatura dal fascino dubbio. A dire il vero è alquanto sciatta. Lento. Poco agile. Cammina in modo ciondolante. Vive alla giornata. Pensa soprattutto a procacciarsi il cibo e a tenere pulita la propria tana. Se fossero aperte le scommesse su chi vincerà la partita, molti, forse tutti, punterebbero sulla volpe. La volpe, dopo averne attentamente studiato tracce e comportamento, tende un agguato al riccio. Il riccio bada agli affari suoi e il suo vagabondare lo conduce dritto nel luogo dove la volpe lo sta aspettando. “Ah”, ... pensa la volpe “adesso ti prendo” spiccando un balzo incontro al riccio. Il piccolo riccio si rende conto del pericolo. Lento magari. Stupido no. Non si agita più di tanto. Sa cosa fare. Guarda la volpe e pensa: “Ci risiamo! ma non impara mai?”. Con calma, come ha già fatto tante volte, si chiude su se stessa e assume l’aspetto di una piccola palla, coperta di spine appuntite. La volpe pronta a saltare sulla preda, si accorge delle spine appuntite del riccio e decide di lasciare perdere. Qualcosa ha imparato. Ritorna nella foresta e comincia subito a meditare su nuovi piani d’attacco. Ogni giorno si verifica una versione di questa battaglia fra volpe e riccio: nonostante la maggiore astu- ¨ PAROLE CHIAVE: direzione sanitaria, progettazione integrata, volpi e ricci KEY WORDS: clinical direction, integrated design, foxes and hedgehogs zia della volpe, vince sempre il riccio. Berlin ha utilizzato questa parabola per dividere le persone in due grandi gruppi: le volpi e i ricci. Le volpi perseguono molti scopi contemporaneamente e contemplano il mondo nella sua complessità. Si muovono su livelli diversi senza mai, tuttavia, integrare i loro pensieri in un concetto generale o in una visione unificatrice. I ricci, invece, non importa quanto sia complesso il mondo, riescono a sintetizzarlo in una singola idea organizzata, in un principio di base o in un concetto che unifica e guida il tutto (2). Il riccio gestisce ogni sfida ed ogni dilemma avvalendosi di una semplice e spesso semplice “idea del riccio”. Nel caso della volpe o di qualunque pericolo, l’idea fissa è: “mi chiudo”. A riccio per l’appunto. Per un riccio, tutto ciò che non sia strettamente correlato all’idea del riccio, che non sia certamente pertinente, non riveste alcuna importanza. Il Professor Marvin Bressler di Princeton ha così sottolineato il potere del riccio: “Volete sapere che cosa differenzia coloro che causano gli impatti maggiori da coloro che provocano solo delle scalfitture? I primi sono dei ricci.” Continua: “Freud e il subconscio, Darwin e la selezione naturale, Marx e la lotta di classe, Einstein e la relatività, Adam Smith e la divisione del lavoro. Erano tutti ricci con un’idea fissa e semplice. Hanno preso in esame un mondo complesso e lo hanno semplificato. Come tutti coloro che lasciano in eredità grandi conseguenze, hanno provocato”, conclude Bressler, “l’esplosione di migliaia di domande successive”. I ricci non sono stupidi. Anzi! Esat- tamente il contrario. I ricci capiscono che l’essenza del profondo ne fa intuire la semplicità. Ogni vera domanda possiede un’unica risposta vera. Cosa c’è di più semplice di e= mc²? Cosa c’è di più semplice dell’idea del subconscio, organizzato in io, ego e superego? Cosa c’è di più elegante della “mano invisibile” di Adam Smith? No, i ricci non sono dei sempliciotti. Il riccio vede ciò che è essenziale e ignora tutto il resto. L’IDEA DEL RICCIO Che ci azzecca tutto questo con la progettazione integrata? Ci azzecca, ci azzecca… Come già detto, la prima cosa da chiedersi è quale sia il desiderio da realizzare al fine di poter chiarire quale sia il contenuto del lavoro da svolgere. Occorre individuare quale sia “l’idea del riccio”, ovvero il concetto semplice e cristallino che deve guidare gli sforzi degli attori coinvolti in una progettazione integrata. L’idea del riccio è individuabile nell’intersezione di questi tre cerchi (2): La progettazione integrata tra architettura, tecnologia e medicina, deve essere funzione di una determinata organizzazione sanitaria. Il contesto gioca un ruolo fondamentale. Ciò che funziona in un caso, non è detto che funzioni in un altro, per quanto simile. La chiave di partenza è individuare in cosa l’organizzazione in esame è ottima e in cosa non lo è. Occorre stare attenti a non cadere nel tranello di fare riferimento a ciò che si vorrebbe essere ma individuare che cosa si è effettivamente e quali le “passioni” e cosa le alimenta. Essere il migliore è uno standard severo, una abitudine a fare in modo ottimo. Una volta individuata, questa chiave va ad alimentare i motori della macchina economica dell’organizzazione. In altre parole, la si utilizza come misura delle prestazioni economiche, finanziarie e gestionali. Diventa il denominatore unico per tutte le misure altrimenti non si può confrontare nulla. Per trovare le aree d’intersezione occorrono, ovviamente, tutti e tre i cerchi. Attenzione. L’idea del riccio non costituisce un obiettivo per essere il migliore, una strategia per essere il migliore, l’intenzione di essere il migliore, un piano per essere il migliore: 67 Progettazione è la comprensione di ciò in cui l’organizzazione può essere la migliore. Se nell’ambito di coloro che effettuano una progettazione integrata non vi è nessuno che conosca bene l’organizzazione stessa, diventa molto difficile individuare l’idea del riccio. Ricordarsi sempre che sostituire alle risorse interne la consulenza significa sostituire la competenza con la speranza… Per capire quale sia il punto di vista utilizzato è necessario ricorrere a più punti di vista. Non servono solo i tradizionalisti. Anche i visionari sono i benvenuti. PROMETEO ED EPIMETEO Zeus, raccontano Esiodo e Platone, affidò al Titano Epimeteo il progetto di liberare le creature della terra dalla miseria della loro paura. Uomini e bestie avevano paura gli uni degli altri. Rimanevano rintanati, uscendo solo la notte per cercare da mangiare. Epimeteo scese sulla terra e diede a tutte le creature quanto loro occorreva, distribuendo le doti naturali che Zeus aveva messo a disposizione: denti, artigli, vista acuta, olfatto, forza, velocità nella corsa… Non si accorse Epimeteo, che l’uomo non si era presentato. Se ne accorse Prometeo, il fratello furbo. Sapeva di architettura, astronomia, matematica, l’arte della navigazione e della lavorazione dei metalli. Sapeva di medicina. Si rese conto che Epimeteo aveva già assegnato tutte le risorse disponibili. Gli esseri umani venivano lasciati nudi ed indifesi. Zeus disse: “chi ha avuto, ha avuto” e non era per nulla d’accordo a che gli umani venissero aiutati. A Prometeo gli umani erano simpatici. Insegnò loro ciò che sapeva. Vedendoli poi tremare nelle notti d’inverno, minacciati dalle belve, per renderli indiscussi padroni della Terra, Prometeo, il cui nome significa “colui che pensa” stando all’etimologia, decise di rubare il fuoco per donarglielo. Non è chiaro se il furto avvenne a danno di Apollo, il dio del sole, oppure 68 di Efesto, ovvero Vulcano, il fabbro degli Dei. Esiste anche una versione dei fatti secondo la quale Prometeo derubò tanto Vulcano quanto Atena dando agli umani il fuoco e l’arte del fare, ovvero il techné , ovvero la tecnologia. Le indagini sono tuttora in corso. A Zeus non piace per nulla che non si obbedisca ai suoi ordini e voleri e si arrabbia parecchio. Prometeo si ritrova incatenato ad un masso, con un’aquila che gli mangia periodicamente, in sovrappiù, il fegato. Epimeteo, il cui nome significa, ed è tutto un programma, “colui che riflette dopo” si è visto dunque affidare da Zeus un progetto di grande importanza, lo gestisce se non male, per lo meno in modo insufficiente ma non viene punito. Ha svolto, da bravo manager, il compito richiesto. Zeus punisce, invece, l’innovatore, l’imprenditore. A titolo di cronaca, Epimeteo, tanto per non smentirsi, finisce per combinare altri guai sposando Pandora, che doveva essere la morosa di Prometeo, aprendo insieme a lei il famigerato vaso, contribuendo così a spargere tutti i mali nel mondo. Morale: attenti ai fratelli. Specie se maggiori… LA PROGETTAZIONE INTEGRATA Che ci azzecca tutto ciò, vi starete sicuramente nuovamente chiedendo. Ci azzecca molto. Troppo spesso la progettazione integrata tra architettura, tecnologia e medicina, che richiede fondamentalmente che le persone giuste vengano collocate al posto giusto nell’ambito della progettazione, si dimentica del medico igienista di Direzione Sanitaria. Ottenendo risultati finali in stile Epimeteo, con il Direttore Sanitario novello Prometeo che il fegato se lo mangia da solo, dovendo anche avere a che fare con il messo, non di Zeus, ma dell’Autorità Giudiziaria, in quanto responsabile finale di un progetto nel quale, spesso, non è stato neanche coinvolto. Perché è così importante la presenza del medico igienista di Direzione Sanitaria? Qual è il suo ruolo? La progettazione integrata non si limita all’esclusiva presentazione di un progetto di massima e di un progetto esecutivo. Deve essere integrata e con il termine integrazione non s’intende solamente l’integrazione di competenze multidisciplinari, concetto insito nella denominazione stessa di organizzazioni complesse, ma anche di tutta una serie di valutazioni di ordine gestionale da cui discende il giudizio di fattibilità. Torna l’idea del riccio… La presenza del medico di direzione sanitaria dell’organizzazione in cui verrà calato il progetto è indispensabile. E’ necessaria, infatti, la sua competenza igienista e la sua capacità di coinvolgere i medici e le altre figure professionali che, pur trovandosi il più delle volte impreparati di fronte ai problemi strutturali, organizzativi e gestionali, tuttavia possono e devono apportare al progetto il contributo della loro conoscenza nello specifico settore di attività ed esprimere a loro volta le loro esigenze e i loro desideri atti a soddisfare il cliente finale. Il medico igienista di Direzione sanitaria ne contestualizza, di fatto, l’esperienza. Eppure… La normativa del 1969 prevedeva specificatamente che il Direttore Sanitario esprimesse parere obbligatorio ai fini sanitari circa le trasformazioni edilizie. Attualmente questo disposto di grande importanza pratica nella progettazione ospedaliera è ampiamente disatteso se non addirittura abolito. Anche considerando abrogata la predetta normativa esiste comunque una situazione di “vacatio legis” perché nessun’altra normativa l’ha sostituita. Ciò risulta ancora più incomprensibile se si pensa che la progettazione ospedaliera è il settore dell’edilizia che più di ogni altro ha dimostrato negli ultimi anni la necessità di profonde modifiche sia concettuali che normative. La progettazione ospedaliera è un processo collettivo determinato dall’in- tervento e dall’interazione di molti professionisti, come pure, in via indiretta, dall’azione di non professionisti. Il problema principale risiede nel differente bagaglio culturale e nel diverso linguaggio degli operatori coinvolti, nella loro diversa formazione scientifico-culturale, nei diversi significati e conoscenze associati alle entità in gioco. Deve essere necessariamente affrontato mediante la progettazione collaborativa, attraverso la quale s’innesca un circolo virtuoso fra i vari attori del progetto che contribuisce ad aumentare le diverse conoscenze, porta a scelte progettuali più consapevoli, incrementa l’esplorazione di soluzioni progettuali in numero e qualità, migliora il progetto e il prodotto. La progettazione è un processo articolato in fasi e in ciascuna fase sono coinvolti determinati attori che possiedono ognuno una propria competenza specialistica ma comunque forniti di una medesima conoscenza di base che permette loro di interagire. Il progetto nasce così per decisioni collettive, guidate, volta per volta, da uno o più attori coinvolti intorno all’idea del riccio, che costituisce l’essenza stessa del progetto. La progettazione integrata ospedaliera si sostanzia così in un progetto teso a consolidare un equilibrio integrato e integrale al fine di valorizzare tutte le componenti che definiscono il concetto e il ruolo dell’ospedale del XXI secolo, sintesi di scienze tecnologiche ed architettoniche, ma anche medicoscientifiche e socio-umanistiche incentrate sulla persona del malato. Il ruolo fondamentale del medico igienista di Direzione Sanitaria nella progettazione integrata di organizzazioni complesse quali sono gli ospedali consiste quindi nella sua capacità tutta peculiare di trascendere i limiti convenzionali e gli apporti della singola disciplina e creare nuovi strumenti di comprensione di una realtà che sfugge sempre più ai criteri interpretativi mono e pluridisciplinari tradizionali. Il medico igienista di Direzione Sanitaria ha affinato da sempre la capacità di sapere cosa chiedere e come chiedere ai diversi professionisti, chiarendo il fine di salute che s’intende raggiungere, ricercando una mediazione e una sintesi tra i differenti apporti e i differenti esperti che non si configuri come mera sommatoria di conoscenze, quanto, piuttosto, come la produzione olistica di nuovi modelli di conoscenza. Il medico igienista di Direzione Sanitaria è da sempre, come d’altronde deve essere ogni buon manager, un attivatore, un moderatore ed un orientatore di professionisti. In un’organizzazione a rete tipica dei sistemi complessi ha il compito di fornire energia al sistema agendo sulla connessione fra i nodi della rete. Nell’ambito della progettazione integrata tra architettura, tecnologia e medicina, il medico igienista di direzione sanitaria deve apportare il proprio prezioso contributo di competenza professionale specifica unito alle proprie capacità manageriali essendo l’unico professionista in grado di trasformare le conoscenze in soluzioni organizzative e di vedere già in fase di progettazione la reale applicabilità del progetto stesso nell’ambito di una specifica organizzazione. La sintesi di capacità professionale e manageriale costituisce la peculiarità e l’orgoglio del medico igienista di direzione sanitaria della propria appartenenza ad una figura professionale sotto molti aspetti unica in Europa e nel mondo che non deve avere alcuna remora ad affermare con forza il proprio ruolo al servizio del buon funzionamento del SSN e del cittadino che necessita di assistenza sanitaria (3). BIBLIOGRAFIA 1. Berlin I: The Hedgehog and the fox. Elephant Paperbacks, Chicago,1993. 2. Collins J: Good to Great. Harper Business,New York, 2001. 3. Aparo UL: La Direzione sanitaria nell’evoluzione della sanità italiana. L’Ospedale 2007; 3:18-24 69 Linee guida a cura di: Ugo Luigi Aparo, Carmelo del Giudice, Gianfranco Finzi, KarlKob, Adriano Marcolongo, Gabriele Pelissero Le malattie alimentari: se le conosci… A cura: DIREZIONE MEDICA OSPEDALIERA Area di Igiene, Prevenzione e Protezione di Coordinamento e Controllo dei Servizi di Supporto Direttore Dott. Gianfranco Finzi SETTORE CONTROLLO IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA RISTORAZIONE COLLETTIVA Dietista coordinatore: Dr.sa Nadia Sabbatini N on conoscere le cause che possono scatenare i problemi alimentari può essere uno dei principali eventi favorenti. Quindi parlare delle malattie alimentari, delle cause che possono determinarle, delle modalità con le quali si manifestano, nonché, soprattutto, delle regole che ci consentono di prevenirle, può contribuire a limitarne la diffusione. Questo opuscolo è stato redatto dal Settore Controllo Igie- 70 ne degli Alimenti della Direzione Ospedaliera in qualità di ente membro del Gruppo interistituzionale “comunicare la sicurezza alimentare”, in riferimento a quanto indicato dal Piano Sanitario Regionale nell’ambito della sicurezza alimentare. Attraverso tali strumenti si desidera contribuire a fornire informazioni accurate ed essenziali, per consentire ai nostri utenti scelte consapevoli in campo igienico-nutrizionale. LE MALATTIE ALIMENTARI DA MICRORGANISMI PATOGENI Per proteggere la nostra salute dobbiamo conoscere i potenziali rischi connessi alla produzione, manipolazione e conservazione dei cibi. La salubrità di un alimento infatti dipende da numerosi fattori e presuppone il rispetto di fondamentali regole igienico-sanitarie necessarie per evitare alterazioni fisiche, contaminazioni chimiche e microbiologiche. Nell’organismo umano, negli animali, nell’ambiente e negli alimenti sono presenti microrganismi: alcuni sono da considerarsi “utili” poiché collaborano nei processi digestivi e vengono utilizzati nella preparazione di alimenti come i formaggi, lo yogurt ecc; altri “dannosi” per la salute dell’uomo in quanto possono essere responsabili di malattie e pertanto devono essere combattuti. gersi tempestivamente al proprio medico o al Pronto Soccorso più vicino. La diagnosi potrà essere effettuata sulla base di sintomi clinici, sulla ricerca nelle feci dell’agente responsabile della malattia o, come nel caso di sospetto botulismo, la ricerca della tossina in siero, feci, alimenti consumati. MALATTIE ALIMENTARI Ci sono tre tipi di malattia alimentare di origine microbica: Intossicazioni alimentari Infezioni alimentari Tossinfezioni alimentari INTOSSICAZIONI ALIMENTARI COSA SONO LE MALATTIE ALIMENTARI Sono stati patologici che si manifestano in conseguenza del consumo di alimenti che possono contenere un microrganismo patogeno o una tossina di origine batterica. Vi sono, inoltre, malattie alimentari provocate da sostanze tossiche non prodotte da microrganismi, anche se la loro formazione è comunque da essi favorita, come l’istamina che si forma in alcun pesci conservati a temperatura ambiente. COSA FARE Nel caso di comparsa di sintomi che fanno sospettare l’insorgenza di una malattia alimentare, bisogna rivol- Insorgono per il consumo di un alimento che contiene una tossina, risultato di uno sviluppo microbico nell’alimento. Il batterio può anche essere già morto, ma la tossina può permanere. Esempio, intossicazione stafilococcica e gastroenterite da Bacillus cereus. INFEZIONI ALIMENTARI Insorgono quando l’alimento consumato contiene batteri patogeni che colonizzano l’intestino dell’uomo, si sviluppano e causano lesioni ai tessuti. Non è necessario che il batterio si moltiplichi nell’alimento, ma se ciò accade la probabilità di infezione aumenta. Esempio, salmonellosi, shighellosi, listeriosi, enterite da Campylobacter. 71 Linee guida I BATTERI I batteri responsabili di tossinfezioni e intossicazioni alimentari possono moltiplicarsi più facilmente e/o produrre tossine se sussistono alcuni fattori: Presenza di sostanze nutritive ( proteine, zuccheri) Umidità Presenza o assenza di ossigeno a seconda del microrganismo Temperatura ( si sviluppano maggiormente a temperatura ambiente) Prolungato periodo di conservazione. TOSSINFEZIONI ALIMENTARI Sono una combinazione delle due prime forme. Il microrganismo patogeno deve raggiungere cariche molto elevate nell’alimento e dopo l’assunzione da parte dell’uomo continua il suo sviluppo nell’intestino, libera la tossina che scatena la sintomatologia. Esempio, gastroenteriti da Clostridium perfringens e ceppi enterotossigeni di Escherichia coli. E’ importante ricordare che la moltiplicazione di questi batteri non sempre determina l’alterazione organolettica dell’alimento. Ciò significa che il colore, il sapore dell’alimento non subiscono modificazioni, ma il consumo dello stesso può provocare l’insorgenza della malattia. Solo nel caso del Clostridium botulinum, alcuni ceppi ( tipo A, parte del B ed F ) son proteolitici e perciò parallelamente alla moltiplicazione del microrganismo si assiste alla modificazione del colore, del sapore, dell’odore e della consistenza. Altri ceppi (tipo E, parte del tipo B e F ) non determinano alcuna modificazione evidente del cibo. SINTOMI DELLE MALATTIE TRASMESSE DA ALIMENTI E ALIMENTI RESPONSABILI malattia Botulismo Il batterio può originare spore resistenti. sintomi E’ una intossicazione molto grave. Si manifesta 12-36 ore dal consumo di cibo responsabile. La formazione delle spore si evita con igie- Presenta sintomi neurologici, come: dofficolne degli alimenti, conservazione opportu- tà di vista e di parola, difficoltà ad inghiottire, na degli stessi e cottura alle temperature bocca secca, debolezza muscolare. indicate (+ 75° al cuore) Non sono sempre presenti: nausea, vomito, diarrea. Occorre intervenire immediatamente per non incorrere in paralisi progressiva dei muscoli, difficoltà respiratorie e morte. 72 alimenti responsabili Conserve di frutta e verdure preparate in casa, insaccati, più raramente: conserve di carne e/o pesce. Raramente: carne in scatola prodotti industrialmente. Nelle conserve casalinghe si devono utilizzare alimenti integri, ben lavati, acidificati e/o salati o trattati a temperature di sicurezza. Confezionati con assoluta sicurezza igienica e termica dei recipienti. Salmonellosi Non formano esotossine Sopravvivono a temperature fra i 10-40°C. Moltiplicano velocemente, alla temperatura ottimale di 30-37°C, dopo il tempo di latenza (2H) Si distrugge cocendo il cibo a 75°C , raggiunto al cuore. Si manifesta a distanza di 6-72 ore dall’in- Pollame, uova, latte, carne e loro derivati, verdure, acqua. gestione del cibo contaminato. Sintomi: nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, mal di testa, brividi, febbre. Intossicazione da Stafilococco aureo Se conservato, oltre il tempo di latenza, a temperature fra i 10-40°C, produce la tossina stafilococcica. La stessa resiste al calore (termoresistente), quindi è necessario evitare la formazione. Conservando gli alimenti a temperature di refrigerazione e trattarli a 75°C al cuore. Se conservati al caldo, sempre a + 65°C. Si manifesta in un periodo che va da 30 minuti a 7 ore dall’ingestione dei cibi contaminati. Sintomi: vomito, diarrea, crampi addominali e stato di debolezza. Carni poco cotte e consumate fredde, prodotti a base di carne, latte e formaggi non pastorizzati, derivati di uova crude manipolati a lungo come: creme e dolci alla crema, gelati, maionese e salse. QUALI SONO LE REGOLE DA SEGUIRE PER PREVENIRE LE MALATTIE TRASMESSE DA ALIMENTI? PRECAUZIONI DA ADOTTARE PER OGNI TIPO DI ALIMENTO. Ricordare che: L’ordine e la pulizia del punto vendita può essere indice di attenzione del venditore alla qualità del prodotto venduto. Acquistare prodotti di qualità da venditori di fiducia è un primo passo verso la sicurezza. Controllare le etichette, che devono riportare in modo chiaro gli ingredienti e la data di scadenza dei prodotti confezionati. La conservazione di alimenti per periodi brevi deve essere effettuata in frigorifero. Lo stesso deve essere costantemente pulito, con temperatura intorno ai 4°C e comunque sotto i 10°C, periodicamente sbrinato e con all’interno gli alimenti tenuti in contenitori separati. La conservazione per periodi più lunghi deve essere effettuata in freezer, con temperatura intorno a –18°C. Prima della preparazione di qualsiasi alimento le mani devono essere lavate con acqua e sapone, se la pelle delle mani presenta ferite, lesioni e/o foruncoli, occorre indossare guanti di gomma. Carni e pollame Acquisto: Non acquistare prodotti esposti in banchi non refrigerati; Fare attenzione a colori non abituali e confezioni danneggiate; Se surgelati controllare che la confezione non riporti danni da interruzione della catena del freddo come: bagnate, presenza di brina o ghiaccio, che il freezer sia fornito di termometro, che il riempimento non superi la linea di carico. Conservazione: Se non preparati subito, vanno riposti immediatamente in frigorifero a temperature non superiori a 4°C, avvolti in pellicole o fogli di alluminio in modo da essere separati dagli altri alimenti, per un max di 2-3 gg. Se non vengono consumati entro tale periodo conservarli ben avvolti in pellicole o alluminio in congelatore per un max di 4-5 mesi. Preparazione: Carni e pollame, se congelati, vanno scongelati in frigorifero, o nel forno a microonde oppure, se di piccola pezzatura, possono essere cotti direttamente. malattia sintomi Tossinfezione da Clostridium perfrigens Si manifesta dopo 6- 24 ore dal consumo Produce una spora che cresce meglio in as- dell’alimento contaminato. senza di aria e a temperature di circa 37°C. Sintomi: coliche addominali, seguite da diarrea e nausea, spesso manca il vomiQuindi evitare che si formi conservando to. al freddo 3°C. Cocendo a 75°C al cuore. Conservando al caldo a 65°C. Tossinfezione da Bacillus cereus Produce tossina termolabile e termostabile. Quindi evitare che si formi conservando al freddo 3/7°C. Cocendo a 75°C al cuore. Conservando al caldo a 65°C. alimenti responsabili Carni contaminate, cotte in grandi pezzi in maniera imadeguata e tenute al caldo per molto tempo o lasciate raffreddare lentamente a temperatura ambiente: bolliti, torte di carne, sughi, brodi di carne lasciati raffreddare a lungo a temperatura ambiente. Si manifesta in due modi diversi: -con nau- Riso bollito o frittelle di riso, creme e/o sea e vomito dopo 1-6 ore dall’ingestione pietanze a base di cereali e legumi, salse dell’alimento contaminato. e zuppe di cereali. -Con coliche addominali e diarrea dopo 6-24 ore di distanza dal consumo dell’alimento contaminato. Escherichia coli Trattasi di batterio enterotossico, del quale ne Produce enterotossine tremolabili e ter- sono state identificate 4 classi. mostabili E’ un microrganismo che causa frequentemente gastroenterite. La più frequente maniQuindi evitare che si formi conservando al festazione clinica dell’infezione è la comparsa freddo 3°C. Cocendo a 75°C al cuore. di diarrea acquosa, crampi addominali, febConservando al caldo a 65°C. bricola, nausea e malessere. L’infezione si ha ad alte dosi di microrganismo e produzione di una tossina che provoca diarrea entro 24 ore. Esiste una variante, detta E. coli enteroemorragico, per fortuna estremamente rara. Produce una grande quantità di potenti tossine ed è in grado di causare danni severi all’epitelio intestinale. E’ normalmente presente nell’intestino di uomo ed animali. I cibi maggiormente associati nelle intossicazioni sono: manzo e pollo crudo ed ogni alimento esposto alla contaminazione fecale. 73 Linee guida La cottura deve essere completa al cuore dell’alimento, al fine di ottenere un prodotto cotto, di gusto gradevole e microbiologicamente sano. Una volta cotti vanno consumati immediatamente, oppure raffreddati in breve tempo coperti, refrigerati, consumati entro 2 gg. E prima del consumo riscaldati a buone temperature per almeno 10 minuti. Nel corso delle lavorazioni, non utilizzare mai utensili e piani di appoggio dove si incrocino percorsi di carni crude e cotte. Dopo ogni lavorazione, lavare bene con acqua calda e sapone, utensili, piani di lavoro e mani. Conservazione: Si consiglia di lavare i gusci, prima di riporre le uova in frigorifero, dove vanno riposte in contenitore apposito e separato da altri cibi. Pesce e frutti di mare Acquisto: Non acquistare prodotti esposti non refrigerati. Controllare che il prodotto sia sodo, le squame brillanti, l’occhio lucido e sporgente, che le branchie siano rosse ed il prodotto non sia maleodorante. Se si acquistano prodotti surgelati, prestare attenzione che non sia presente brina o ghiaccio sulle confezione. La presenza di dette formazioni indica che il prodotto ha subito l’interruzione della catena del freddo. I frutti di mare vanno acquistati solamente se, avvolti in reticelle con etichetta che riporti la provenienza ed i controlli effettuati. Evitare l’acquisto di frutti di mare che vengano rinfrescati con acqua di dubbia provenienza. Latte e formaggi Acquisto: Scegliere i prodotti che hanno subito dei trattamenti idonei ad assicurarne l’innocuità, il latte deve essere pastorizzato. I formaggi “artigianali”, venduti su banchi improvvisati, non danno garanzie igieniche, meglio se stagionati per almeno 3 mesi. I formaggi freschi vanno acquistati se conservati in banco frigo e confezionati Controllare le date di scadenza Conservazione: Il pesce va sviscerato, lavato e cotto subito dopo l’aquisto: In attesa della cottura, va conservato in frigorifero nella parte più fredda, ben protetto e separato da altri alimenti. Preparazione: Le creme a base di latte e di uova, sono alimenti a rischio, quindi osservare le stesse regole per le creme e le salse a base di uova. Preparazione: Evitare di consumare pesci e frutti di mare crudi Il pesce congelato va scongelato in frigorifero Va cotto completamente, controllando che non compaiano zone rosee, all’interno vicino alla spina dorsale. Dopo la preparazione lavare: mani, utensili e piani di lavoro con acqua calda e sapone. Trattasi degli alimenti più a rischio per il botulismo, intossicazione alimentare dovuta alla tossina che il microrganismo produce in alimenti poco acidi ed in assenza d’aria. Nel nostro paese fra i suddetti prodotti, i più a rischio sono le conserve di verdure o sott’olio o al naturale. A queste Uova e prodotti a base di uova Acquisto: Evitare uova con gusci incrinati Per uova da usare crude, utilizzare solo prodotti freschissimi, controllati e conservati refrigerati. 74 Preparazione: Le preparazioni a base di uova vanno cotte bene e consumate immediatamente Per preparazioni da consumare crude occorre un utilizzo veloce ed un prodotto sempre refrigerato Dopo la preparazione gli utensili, i piani di lavoro e le mani, vanno lavati con acqua calda e sapone Conservazione: In frigorifero e contenitori separati Il latte si conserva refrigerato tra 2 e 4°C, max 4 gg dalla data di confezionamento CONSERVE DOMESTICHE occorre prestare la massima attenzione, poiché la presenza di tossina non altera le caratteristiche organolettiche di odore e sapore; sono comunque da eliminare le conserve che all’apertura lascino uscire gas o presentino bollicine o cattivo odore. Acquisto: gli alimenti per preparare conserve domestiche, devono essere di prima qualità, non presentare muffe, marcescenze ecc. Conservazione: vanno conservati nel frigorifero, solo per periodi brevissimi non devono essere lasciati esposti a polveri o altro Preparazione: lavare bene i prodotti, strofinandoli con uno spazzolino per asportare corpi estranei o terra. Lo spazzolino deve essere ad uso esclusivo per alimenti. Asciugare e non lasciare esposti scoperti prima e dopo la cottura Utilizzare contenitori di piccole dimensioni (max 250-300 ml). Gli stessi devono essere sterilizzati tramite bollitura, con coperchio chiuso, per almeno 10 minuti Nelle marmellate lo zucchero deve essere almeno il 50% del peso della frutta al netto dello scarto Nei prodotti in salamoia, il sale deve essere almeno il 10% del peso dell’alimento I vegetali da conservare, vanno cotti nella pentola a pressione per almeno 3 minuti L’aceto e la conservazione dei barattoli al di sotto dei 10°C, riducono il rischio di sviluppo del microrganismo che causa il botulismo. ENCEFALOPATIE SPONGIFORMI TRASMISSIBILI E SALUTE DEL CONSUMATORE L’imponente epidemia di Encefalopatia Spongiforme bovina (BSE), comunemente conosciuta come “mucca pazza”, ha creato grandi problemi in tutta Europa, sia nel comparto zootecnico che in quello della salute umana. Infatti non era noto che si potesse trasmettere una malattia neurolesiva, ad esito letale, all’uomo con semplice consumo di organi cotti di bovini apparentemente sani. Per comprendere quanto sopra descritto, è opportuno fare alcuni cenni su di una malattia che colpisce pecore e capre, conosciuta in Gran Bretagna sin dal 1732: la Scrapie. La scrapie, malattia rara, fino ad oggi ha destato poco l’interesse dei ricercatori, perché ha sempre causato perdite di animali e quindi economiche minime. Molti ricercatori hanno visto una somiglianza con un gruppo di malattie dell’uomo che hanno caratteristiche simili come: lesioni neurodegenerative, lungo periodo di incubazione e bassissima incidenza. Tra queste ricordiamo la Creutzfeld-Jacob, la Kuru. Proprio quest’ultima ha parecchie analogie con la scrapie, poiché è descritta tra gli indigeni della Papua e della Nuova Guinea, che mangiano cuore e cervello dei parenti estinti per serbare il loro ricordo. Nel 1981 sono state individuate, nelle lesioni degenerative di uomini ed animali colpiti dalle suddette sindromi degenerative, particolari proteine che una volta isolate si sono dimostrate prive di acido nucleico. Questa proteina è stata definita prione che, per motivi non ancora chiariti, muta e produce una degenerazione dei tessuti colpiti riducendoli simili ad una spugna. Da questo la definizione di spongiforme. Informazioni ad uso del consumatore. Cosa occorre che il consumatore sappia? Tutte le carni, cioè il muscolo di bovini ed ovini e anche quello di portatori silenti della BSE o della Scrapie, sono senza rischi per il consumatore. Sono a rischio parti come: il midollo spinale, il timo, le tonsille e, causa presenza di organi linfoidi, l’intestino tenue. Oggi tutti gli animali macellati sono rigorosamente contrassegnati con il codice dell’allevamento di provenienza. Per il bovino l’etichettatura obbligatoria segnala il macello di provenienza. In sostanza, utilizzare le parti muscolari di animali regolarmente macellati, non costituisce nessun pericolo per il consumatore. 75 ORIZZONTI INNOVAZIONE E SICUREZZA SIC IN SALA OPERA OPERATORIA Zaccaria S.P.A., fondata nel 1947, 194 opera nella fornitura di abiti professionali e biancheria per comunità, enti ed aziende di servizi rivolte al settore sanitario. Un’esperienza consolidata in oltre 50 anni d’attività costituisce il valore aggiunto di tutta la sua organizzazione espresso in termini di know-how, professionalità e competenza. Azienda flessibile e dinamica, è caratterizzata da un forte orientamento al mercato finalizzato a coglierne i mutamenti in corso e soddisfare i bisogni dei clienti proponendo le soluzioni più adatte in un’ottica di rapporto di consulenza e collaborazione. E’ stata tra le prime aziende in Italia a conseguire la certificazione di Sistema di Gestione per la Qualità UNI EN ISO 9001 Vision 2000. L’attenzione alla qualità è testimoniata, anche, dall’autorizzazione all’utilizzo del marchio Oeko-tex Standard 100 che garantisce l’assenza di sostanze nocive nei prodotti tessili confezionati. L’azienda ha progettato e realizzato un sistema dedicato alla gestione dei prodotti destinati alla sala operatoria: lo ZACCARIA BARRIER System. Obiettivo primario è quello di coniugare elevati standard di sicurezza e comfort, fattori, questi, che influiscono sulla qualità degli interventi chirurgici. Teli e camici realizzati con i tessuti tecnici riutilizzabili GORE Medical Fabrics® sono riusciti ad accogliere in pieno le esigenze del personale chirurgico sia dal punto di vista tecnico che funzionale. Lo ZBS è un sistema dinamico in continuo sviluppo ed aggiornamento, in grado di rispondere alle problematiche che si evidenziano nelle sale operatorie. In un’ottica di costante collaborazione con i propri partners, l’azienda è in grado di fornire numerosi servizi pre e post vendita tra i quali la consulenza tecnica sia a supporto suppo della preparazione di qualsiasi “campo “cam operatorio” attraverso la realizzazione di kit dedicati sia nella realizz definizione del corretto processo di defin ricondizionamento (lavaggio e sterico rilizzazione). rili Zaccaria si pone come una moZa derna organizzazione marketing d oriented che considera i propri clienti una risorsa primaria fondamentale per la propria crescita e sviluppo e per questo motivo orientata alla loro completa soddisfazione. www.zaccariaspa.net w 77 ORIZZONTI GESTIONE IMMAGINI E ALTA DEFINIZIONE: IL FUTURO E’ GIA’ QUI Gestire le immagini video è un’esigenza sempre più sentita dalle strutture sanitarie. Ottimizzare la raccolta e la gestione elettronica di immagini e l’integrazione dei dati clinici dei pazienti consente inoltre di aprire nuovi orizzonti nella diagnosi e nel trattamento degli stessi. A partire da questa esigenza SIT, società specializzata in soluzioni IT per le imprese, ha organizzato in collaborazione con Sony Professional Europe una giornata informativa dedicata al management IT che opera nel settore ospedaliero dal titolo “Medical Video & Data Management”. Il seminario si è svolto il 26 ot- tobre 2007 presso l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano, alla presenza di circa 30 partecipanti. Nel corso del seminario SIT ha presentato le soluzioni Sony per la gestione di dati in rete secondo lo standard DICOM e per l’acquisizione e l’archiviazione delle immagini, anche in riferimento alla nuova normativa sulla privacy. Di particolare interesse la presentazione della gamma di prodotti medicali Sony in HD e dei vantaggi che questa tecnologia può offrire in ambito sanitario e ospedaliero. Tra i prodotti più significativi, il nuovo videoregistratore medicale Sony PDW-75MD, dotato della tecnologia Professional Disc dual layer, che consente di raddoppiare la durata di registrazione rispetto a un disco single layer e dispone della funzione di registrazione video continua, che accelera il processo di accesso alle informazioni. Gli utenti possono infatti marcare le scene di maggior interesse durante una singola e più lunga registrazione attraverso l’utilizzo di ‘essence mark’, senza ricorrere al PC, per poi rivedere ed editare le scene direttamente sull’unità. Le immagini e i video acquisiti possono essere visualizzati come una serie di icone per la gestione dei contenuti in anteprima; il personale medico può accedere facilmente al materiale attraverso il network e visualizzarlo sui monitor LMD HD di Sony. Grazie a una qualità delle immagini straordinaria e alla precisione nella riproduzione dei colori, il monitor LMD2450MD è invece il primo modello HD 1080P da 24” nella gamma di prodotti medicali Sony. Conforme agli standard di sicurezza medicali, può accettare una vasta gamma di segnali SD, HD e PC, oltre a visualizzare immagini provenienti da diversi dispositivi medicali. Le potenzialità dell’Alta Definizione per le strutture ospedaliere sono molteplici anche per quanto riguarda la formazione e la condivisione di informazioni. I partecipanti al convegno, per esempio, hanno potuto assistere alla simulazione di una seduta operatoria in videoconferenza in modalità HD realizzata tramite Sony PCS-HG90. Questo sistema consente di collegare diverse strutture in una videoconferenza HD, permettendo ai chirurghi in qualsiasi parte del mondo di visualizzare le operazioni in tempo reale, consultare i colleghi o condurre seminari di formazione e aggiornamento. La codifica MPEG4-AVC ottimizza la larghezza di banda e assicura una comunicazione in tempo reale, supportando fino a quattro siti collegati simultaneamente alla rete IP. www.sonybiz.net/healthcare Per informazioni: www.anmdo.org 78 ORIZZONTI LA SFIDA DELL’INNOVAZIONE CONTINUA: DA 112 ANNI! Da 112 anni Roche lavora ogni giorno per trovare soluzioni in grado di migliorare la qualità di vita delle persone. Presente in 150 Paesi, l’azienda è ormai un punto di riferimento mondiale nel campo delle biotecnologie: oncologia, anemia, trapiantologia, e ancora virologia, nefrologia, reumatologia e diagnostica in vitro sono le aree di eccellenza. Nel solo 2007 l’azienda ha investito oltre 8 miliardi di franchi svizzeri in ricerca, e in particolare nella scoperta di nuove tecnologie diagnostiche e farmaci personalizzati in grado di combattere il cancro, l’AIDS, l’epatite, l’Alzheimer, l’artrite reumatoide e il diabete. La presenza in Italia risale al 1897: la sede principale delle divisioni farmaceutica e diagnostica è a Monza, con un sito produttivo farmaceutico di eccellenza a Segrate (Milano). Oltre ai settori di leadership, l’azienda è presente nell’area della reumatologia con un importante farmaco biotecnologico cui seguiranno molecole all’avanguardia che verranno presto messe a disposizione dei pazienti. La personalizzazione delle soluzioni è da sempre al centro dell’attenzione dell’azienda: ci sono tante risposte quante sono le persone, e in Roche si ricercano soluzioni individuali capaci di creare valore aggiunto per tutti gli interlocutori, in primo luogo i pazienti. Un agire etico e sostenibile che nel tempo ha permesso all’azienda di diventare partner di importanti centri di ricerca ospedalieri, di numerose università italiane e non ultime di associazioni pazienti con le quali è in essere uno scambio di esperienze indispensabile per compren- POKA YOKE: GLI ERRORI STANNO A ZERO! Il nuovo strumento per la disinfezione degli endoscopi. La parola giapponese POKA YOKE significa A PROVA DI ERRORE ed è stata scelta per rappresentare un prodotto il cui obiettivo è ridurre a 0 il rischio di infezioni. Con l’incremento dell’utilizzo degli endoscopi negli ultimi anni, infatti, sono aumentati parallelamente anche i rischi di infezioni legate all’utilizzo dello strumento. Per questo Getinge ha introdotto la nuova POKA YOKE AER (Automated Endoscope. Reprocessor), lo strumento sicuro per la per la disinfezione degli endoscopi Per realizzare questo innovativo prodotto, Getinge ha sviluppato una nuova ed innovativa soluzione per ridurre il rischio di contaminazione durante il lavaggio degli endoscopi: il Poka Yoke. Grazie ad un design unico del coperchio, è possibile avere un flusso di lavoro dal lato sporco al lato pulito anche se il locale è di dimensioni ridotte. Inoltre, il Poka Yoke può essere caricato, avviato e scaricato senza che l’operatore debba toccare nessun pannello o pulsante con le mani sporche, il che è evidentemente un significativo contributo all’igiene. La macchina utilizza RFID (codici a radiofrequenza) per la scelta dei cicli da utilizzare e, grazie alle etichette RFID, le informazioni sugli utenti e sugli endoscopi sono automaticamente archiviate e stampate con i dati del ciclo, in modo da garantirne la rintracciabilità. Per un controllo sicuro dell’intero processo di disinfezione, Getinge offre diversi accessori per un sistema completo. È importante sottolineare che il sistema Poka Yoke è conforme a tutti gli standard nazionali ed internazionali e offre cicli per la disinfezione veloci ed efficienti. www.getinge.com dere sempre meglio le esigenze di chi vive direttamente la malattia. Dal 2005 la filiale italiana, in un’ottica di massima trasparenza, pubblica il Bilancio di Sostenibilità; uno strumento che rispecchia un preciso impegno in ambito sociale ed ambientale, e che significa in primo luogo rispetto dell’ambiente e della persona. www.roche.it STERILIZZAZIONE RAPIDA E SICURA Sterrad 100NX è l’innovativo sistema realizzato per sterilizzare in modo rapido e sicuro strumenti sensibili all’umidità e al calore. E’ possibile sterilizzare anche lumi a canale singolo in acciaio con diametro interno di 0,7 mm o superiore. Facilmente trasportabile e poco ingombrante, il sistema è dotato dell’opzione doppia porta e richiede, per il suo funzionamento, solo una presa di corrente trifase. La camera di sterilizzazione è rettangolare e l’operatore può aprire e chiudere la porta mediante pulsante a pedale o comando a display. Cicli- Il ciclo di sterilizzazione è di 47 minuti ed il trattamento avviene ad una temperatura operativa di circa 45/55°C in ambiente a basso tasso di umidità. Il ciclo FLEX di 42 minuti è stato specificamente concepito per la sterilizzazione degli endoscopi flessibili compatibili, aumentando la flessibilità d’uso del sistema. Gestione del perossido di idrogeno- L’apparecchiatura gestisce l’agente sterilizzante in condizioni di totale sicurezza: il perossido di idrogeno, alla concentrazione di circa il 58%, viene fornito attraverso apposite cassette, ossia attraverso un sistema autocontenuto, sigillato e che, in caso di fuoriuscita accidentale, non comporta alcuna possibilità di entrarvi in contatto da parte dell’operatore. L’eventuale fuoriuscita di perossido di idrogeno è segnalata attraverso un indicatore chimico integrato nel confezionamento della cassetta. Le cassette hanno una shelf life di 15 mesi e possono essere stoccate a temperatura ambiente. Il sistema Sterrad 100NX attraverso il sistema RFID (Radio Frequency IDentification) identifica le cassette, verifica la validità del lotto e riconosce una cassetta parzialmente usata. La funzione di smaltimento cassetta sposta in automatico la cassetta che gestisce l’agente sterilizzante dall’interno dello sterilizzatore al box di raccolta cassette. Monitor del perossido di idrogeno- Attraverso l’innovativo sistema di controllo, l’apparecchiatura è in grado di misurare direttamente la concentrazione di perossido d’idrogeno all’interno della camera di sterilizzazione. L’operatore può visualizzare a display tutte le informazioni di controllo. [email protected] 79 ORIZZONTI IL “DISINFETTANTE IDEALE” È ANCORA UN’UTOPIA? LA RISPOSTA DI ALPHADEVICE SI CHIAMA UMONIUM38 La presenza di sgradevoli e pericolosi effetti collaterali dei disinfettanti può compromettere un’ adeguata disinfezione degli ambienti sanitari. Per questo in tutti i manuali di Igiene Ospedaliera sono evidenziate le caratteristiche di un “disinfettante ideale”: • Ampio spettro; • tempo di contatto breve; • formulazione sicura (non tossico); • pH il più possibile vicino a 7 (non corrosivo); • facile risciacquo; • facile utilizzo (pronto all’uso, o dosaggio semplice, diluizioni chiare e facili da ottenere); • buona stabilità all’utilizzo; • non infiammabile: • biodegradabile; • eclettico (possibilità di più utilizzi con un solo prodotto, compatibilità su molti materiali); • buon rapporto qualità/prezzo. L’INNOVAZIONE PER IL COMFORT AMBIENTALE NELLE STRUTTURE OSPEDALIERE L’unità di trattamento aria Serie FM-H di FAST S.p.A. costituisce l’evoluzione dei sistemi di condizionamento dell’aria a servizio degli ambienti ospedalieri. Si tratta di una macchina capace di garantire specifiche condizioni di comfort e di sicurezza nel rispetto delle normative previste per gli ambienti sanitari. Le caratteristiche innovative di tale sistema tendono a minimizzare il rischio derivante dallo sviluppo di contaminanti biologici all’interno di questo tipo di unità. Grazie alla rigorosa applicazione di precise normative e ad una plurienluriennale attività di ricerca condotta dall’Ufficio R&D FAST, il progetto si è concretizzato in una serie di specifiche tecniche innovative: • rivestimento antibatterico brevettato applicato sulle superfici esposte al flusso dell’aria: esercita sercita un’energica e continuativa azione disinfettante senza comportare alcun rischio di dispersione di sostanze pericolose. L’efficacia del trattamento sui principali micro-organismi (tra i quali la Legionella Pneumophila) è comprovata dagli esperimenti condotti presso i laboratori del Dipartimento di Igiene e Sanità Pubblica dell’Università di Padova; • utilizzo di componenti particolari facilmente pulibili e sanificabili per ottenere un’elevata igienicità dell’aria; • dettagli costruttivi studiati per ridurre al minimo le possibilità di accumulo di sporcizia, evidente fonte di contaminazioni batteriologice; • caratteristiche prestazionali e tenuta al trafilamento dell’aria tra le migliori presenti sul mercato garantite dalla certificazioni dei laboratori RWTÜV ed EUROVENT. L’unità di trattamento aria Serie FM-H è disponibile in 15 grandezze con portate d’aria da 1000 a 35000 mc/h. www.fastaer.com Queste caratteristiche, se effettivamente presenti in un disinfettante chimico, lo renderebbero, secondo gli igienisti, molto più efficace per la facilità di utilizzo, la migliore e corretta osservazione delle procedure e protocolli, contribuendo, finalmente, ad abbassare ad una percentuale molto più accettabile le infezioni contratte in ospedale. La ricerca della Huckert’s International ha elaborato UMONIUM38. Le caratteristiche di questo disinfettante per superfici ed attrezzature 80 medicali (Dispositivo Medico di Classe IIa), coincidono perfettamente con la descrizione del “disinfettante ideale”, sono sempre di più, infatti, le strutture sanitarie che utilizzano prodotti a base di questa formulazione innovativa. L’UMONIUM38, grazie all’azione sinergica di tre principi attivi, riesce a coniugare una completa facilità d’utilizzo dovuta alla compatibilità con tutti i materiali e dalla assenza di tossicità ad una efficace azione disinfettante di alto livello in tempi brevissimi alla concentrazione di 2,5% (5 min. a t.a.: Batteri, Micobatteri, Virus; 60 min. a 60°C: Spore batteriche). L’Alphadevice S.r.l., che ha sempre fatto di “Igiene, Prevenzione e Salute” la sua missione aziendale, presenta quindi, UMONIUM38 come alternativa a tutti i disinfettanti chimici caustici, corrosivi , tossici od irritanti, con l’obiettivo di facilitare gli operatori nella corretta esecuzione delle procedure a tutto vantaggio dell’efficacia e dell’economia. [email protected] www.alphadevice.it