Paleografia
Introduzione
Che cos’è
• Il termine paleografia è stato adoperato per la prima volta da
Bernardo di Montfaucon, monaco benedettino, il quale l'anno
1703 pubblicò la Palaeographia graeca, sive de ortu et
progressu litterarum. Etimologicamente, la parola si compone
di due termini greci: palàia (= antica), e graphé (= scrittura).
Di conseguenza la definiamo: «scienza che studia le antiche
scritture».
• La paleografia investiga, dunque, le scritture che usano un
supporto di materiale morbido: il papiro, le tavolette cerate, il
tessuto, la pergamena e la carta. Restringendo ancora di più
l’oggetto materiale della nostra ricerca, ci occuperemo della
paleografia latina.
1º Scrittura maiuscola e scrittura minuscola
• Ogni scrittura è o maiuscola o minuscola. Una scrittura è
maiuscola quando tutte le sue lettere sono ugualmente alte e
possono essere comprese dentro un sistema bilineare (due
righe parallele, una specie di binario).
• Una scrittura è invece minuscola quando è costituita da
lettere di diversa altitudine, con aste ascendenti e
discendenti, scritte dentro un immaginario sistema
quadrilineare (di quattro righi paralleli)
Esempi
MAIUSCOLA
minuscola
2º Scrittura libraria e scrittura corsiva
• La libraria - adoperata nei manoscritti destinati alla lettura
senza fretta, cioè nei libri o codici. Scrittura di solito non
soltanto chiara, ma anche bella, perché vi appare l'armonia
delle dimensioni e delle proporzioni, la regolarità
dell'allineamento e l'esattezza nel tracciato. Talvolta chiamata
scrittura posata perché sembra più disegnata che scritta, e
non ha, di solito, le legature.
• La corsiva - il tracciato è svelto (manu currente scribitur),
abbondante in legature, che facilmente porta verso una certa
trascuratezza ed irregolarità nell'esecuzione, concedendo
molto alla manifestazione della personalità dello scrittore.
Questo secondo tipo serve, di solito, per note di uso
personale, nonché per lettere, bozze e registri notarili.
2bis. Scrittura cancelleresca
• Nelle cancellerie progredite spesso si elaborava una scrittura
particolare, quella cancelleresca, la quale, pur avendo come
base la scrittura corsiva della rispettiva regione, accentuava le
tendenze alla solennità ed all’identificazione della rispettiva
cancelleria, osservando delle norme stabilite a questo scopo.
Ne risultavano spesso delle forme artificiose, abbondanti nei
tratteggiamenti, talvolta con accessori «superflui», introdotti
non solo a scopo ornamentale, bensì per raggiungere una
determinata caratterizzazione e la garanzia dell'autenticità dei
documenti emanati dalla rispettiva cancelleria.
3º Scrittura normata e scrittura abituale
• La normata - rappresenta il modello ideale, cioè la norma che
gli scrittori di ogni epoca si costruiscono sulla propria scrittura,
sia mediante l'istruzione scolastica, sia sotto altri influssi
(letture, senso estetico).
• L’ abituale è quella che, di fatto, si usa comunemente nello
scrivere individuale. Questa scrittura si sviluppa secondo le
tendenze naturali dell'atto di scrivere, come la rapidità nel
tracciato e la semplificazione dei segni.
Sviluppo di “e”
• Prendiamo la lettera «E». Il suo modello capitale viene
tracciato in tre tratti; da qui nasce, arrotondando i tratti, il
modello chiamato onciale; questo tracciato, a sua volta,
quando si fa con esagerazione (in tutti i 3 tratti: inferiore,
superiore e mediano) produce il modello semionciale, sempre
a tre tratti. Ripreso dagli umanisti del Rinascimento,
cristallizzato dalla stampa come la conosciuta «e», passa nel
s. XVIII al tracciato odierno, fatto da un solo tratto.
• La scrittura normata e quella quotidiana sono delle astrazioni,
le quali però ci aiutano a capire certi processi dello sviluppo
storico delle lettere.
4º Il tratteggio o ductus
Il tratteggio, cioè il ductus, è l'ordine come sono scritte le
differenti parti delle singole lettere. Consiste nel numero dei
tratti di cui la lettera si compone e nell'ordine in cui questi tratti
sono stati tracciati. Ad esempio, la «c» che noi tracciamo oggi in
un solo tempo era generalmente scritta durante l'antichità ed il
medioevo in due tratti: prima la parte inferiore con tracciato
discendente, poi quella superiore con tracciato ascendente.
5º Le legature e i nessi
Le legature - collegamenti
spontanei e naturali fra due o
più lettere, molto frequenti
nella scrittura corsiva.
I nessi - fusioni, pensate e
volute, di tratti di due lettere
successive, così che un tratto
diventa comune per ambedue
le lettere.
Errori da correggere
• La Paleografia aiuta anche alla correzione degli errori
commessi dai copisti e dalle false letture entrate nelle edizioni
dei testi antichi. Ecco alcuni esempi:
• a) Nel Corpus Iuris Civilis, il così detto Digestum di Giustiniano
(edito da Krüger) inizia con queste parole: «… necessario prius
[P.R.IVS] ab Urbis initiis repetendum existimavi» che va
corretto: «... necessario populi Romani ius ab Urbis initiis
repetendum existimavi...».
b) Tito Livio scrisse la storia di Roma Ab Urbe condita libri
CXXXXII. In un brano spiega che molti Romani erano rimasti
prigionieri dei nemici ed era necessario riscattarli: «Qui
redempti singuli aereis coctis decem» (X, 31, 4). Si deve
trascrivere, invece di coctis, «CCCtis».
Scarica

Paleografia introduzione