PROGRAMMARE PER FARE LEZIONE A cura di F.M.Pellegrini 2015 07/05/14 PROGRAMMARE … PER FARE … “Noio volevon savuar, per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare. Sa, è una semplice informazione…”. Noio volevam savuar … DOVE VOGLIAMO ANDARE ? Le risposte all’interrogativo determinano il senso, la direzione, le strategie e le relazioni che s’intendono giocare nella partita tra insegnamenti e apprendimenti e che a loro volta pongono altrettanti interrogativi. Gli interrogativi sono: • • • • • • • • Chi e come sono i miei allievi e dove avviene l’azione formativa ? Dove voglio condurre i miei allievi ? Quali sono i traguardi e gli obiettivi delle linee guida ? Che tipo di attività devo proporre ? Quali sono i contenuti di questa attività ? Come devo proporre le attività ? Che cosa mi serve per fare le attività scelte ? Cosa, come e quando devo osservare e valutare ? PROGRAMMA & PROGRAMMAZIONE Intanto stabiliamo che programma e programmazione non sono la stessa cosa, non sono sinonimi e corrispondono a categorie diverse: • Il primo appartiene alla dimensione statica pre-definita. • La seconda è per sua natura appartenente alla dimensione dinamica post-definita “Un programma è la predeterminazione a priori di una sequenza di azioni in vista di un obiettivo. Un programma perciò è efficace in condizioni esterne stabili che possiamo determinare con buona approssimazione. Ma minime perturbazioni di queste condizioni mettono in crisi l’esecuzione del programma stesso e spesso lo condannano ad arrestarsi.” (E. Morin, La testa ben fatta - Cortina editore - Milano, 2000) PROGRAMMAZIONE VS PROGRAMMA Un programma è fatto da altri; io lo ricevo, lo leggo, lo interpreto, lo commento, se mi va lo seguo a seconda dell’ambito cui si riferisce. Insomma la mia partecipazione incomincia nel momento in cui decido di seguirlo o di fruirne. La programmazione invece è di chi la pensa, di chi la definisce, di chi la scrive, per realizzarla; essa è di fatto mia … me la penso, me la scrivo, la realizzo, la critico, posso riconoscere d’essere stato superficiale, oppure pignolo, posso condividerla ma non dovrei poterla copiare perché non avrebbe senso copiarne una. QUALE MODELLO DI PROGRAMMAZIONE Propongo di seguito una sorta di elencazione di modelli di programmazione in relazione alla loro efficacia prevalente rispetto l’azione didattica. • Il modello della programmazione lineare, efficace nell'insegnamento programmato e nella verifica degli effetti delle procedure didattiche. • Il modello della programmazione per contenuti, efficace nell’articolazione, classificazione e distinzione dei contenuti. • Il modello della programmazione per concetti efficace nella pianificazione dei collegamenti tra saperi degli allievi e saperi disciplinari. • Il modello della programmazione per situazioni efficace nella spendibilità immediata delle competenze acquisite. • Il modello della programmazione per competenze efficace nell’articolazione delle conoscenze, delle padronanze e delle competenze e nella coerenza tra processi di apprendimento e metodologia dell’insegnamento. MA … COSA PROGRAMMIAMO … Quale che sia il modello che solitamente utilizziamo, noi possiamo programmare solo l’insegnamento e non determinare il senso, la direzione, le strategie e le relazioni che si giocano nella partita tra i nostri insegnamenti e gli apprendimenti dei nostri allievi. Perché il gioco delle parti è proprio questo: noi possiamo ragionevolmente programmare gli insegnamenti mentre certamente non possiamo programmare gli apprendimenti. E non si tratta di un’opinione ma di un fatto. “Per quanto siano interconnessi, insegnamento e apprendimento sono processi eterogenei. Difatti mentre l’insegnamento è azione metodologicodidattica, è realizzazione di attività ed in quanto tale è programmabile, l’apprendimento in quanto processo cognitivo integrato sul piano emotivo, è esperienza personale, unica ed irripetibile, che può accadere o meno e quindi non è programmabile”. Ermanno Puricelli in L’educatore Ed. La Scuola Brescia. ALCUNE ISTRUZIONI PER L’USO Dobbiamo prendere atto che la programmazione è l’azione dell’insegnante che scade più rapidamente nel passaggio dalla sua impostazione ed enunciazione alla sua realizzazione. Possiamo metterci riparo ? Certamente se proviamo a: • Cercare di collocare la singola lezione nell’ambito di un contesto motivante che sia percepibile anche dagli allievi. • In ogni lezione ci dovrebbe essere una coerenza metodologica e un uso ragionato dei vari metodi valutando i livelli di partecipazione degli allievi. • Offrire in modo particolare ad ognuno un livello di difficoltà adatto alle proprie caratteristiche e capacità all’interno di una proposta uguale per tutti (obliquità). • Realizzare le nostre attività alternando momenti che permettono una notevole espressione di energia con altri caratterizzati da una maggiore capacità di autocontrollo e riflessione. • Offrire ad ogni allievo le sue opportunità e i suoi tempi di apprendimento: non confondiamo mai le opportunità e i tempi del nostro insegnamento con le opportunità e i tempi di apprendimento di ciascuno dei nostri allievi. LE FASI DELLA PROGRAMMAZIONE … NOIO VOLEVAM INSEGNAR … La vera competenza pedagogica dell’insegnante consiste nel saper collegare i contenuti agli obiettivi e attraverso le metodologie alle situazioni di apprendimento. CONCLUSIONI Grazie per la vostra attenzione e … … un saluto da Totò, Peppino e … Alla prossima ! [email protected]