La Transplanisphère (project leader) in collaborazione con The International Theatre (Italy) Panteion University Drama Center (Grecia) Visões Úteis (Portogallo) Project Art Centre (Irlanda) Teatermaskinen (Svezia) e Mezzanine Spectacles (Francia) Con il sostegno di European Commission EACEA - Programma Grundvig Partner Italiano http://www.internationaltheatre.org/PACE/Partners.htm http://www.latransplanisphere.com/pace/ L’esperienza Due anni di cooperazione sono passati velocissimi. Abbiamo viaggiato e girato in Europa nei paesi partner del progetto e la sensazione più grande di tutto questo lavoro è stato fondamentalmente aver trovato dei veri amici, colleghi e appassionati del proprio lavoro. Sommando i giorni, non ci saremo visti più di 15/20 giorni in totale, ma ogni volta che ci incontriamo sembriamo tutti amici di vecchia data; basta poco per risintonizzarci e lavorare sulla stessa lunghezza d'onda. In sostanza, da questo punto di vista, l'Europa non ha barriere, siamo tutti sulla stessa barca. E sta a noi saperla condurre al meglio. The experience Two years of cooperation have gone fast. We have traveled around Europe in the partner project countries and the greatest feeling of all this work was basically to have found true friends, colleagues and fans of their work. At the end of these experience I think that we met no more 15-20 days in total, but every time we all seem old friends; no much time to tune and work on the same wavelength. I can definitely say that, from this point of view, Europe has no barriers, we are all in the same boat. It is up to us to know how to lead better. In cosa è consistito il lavoro? Abbiamo realizzato workshops aperti ad artisti e alle comunità locali, sul tema della crisi economica al livello locale ed Europeo. I nostri relatori sono stati giornalisti, professori, politici ed esperti del settore. Il gruppo di lavoro è stato formato a seguito di una selezione che ha visto la partecipazione di più di 100 persone. Il gruppo finale era costituito da 15/20 persone (essendo molto lunga la durata del workshop, alcune persone le abbiamo perse lungo la strada). Abbiamo stimolato il gruppo nel confrontarsi sul tema della Crisi in una situazione multiculturale, incrementando la comprensione, mescolando persone provenienti da diverse culture concentrate su un unico obiettivo comune. I workshops ci hanno consentito, attraverso improvvisazioni sceniche, di approfondire in maniera costruttiva e trasversale i diversi scenari della Crisi. What was the goal of the project We made workshops open to artists and local communities, on the topic of the economic crisis at local and European level. Our speakers were journalists, professors, politicians and financial experts. The working group was formed as a result of a selection that saw the participation of more than 100 people. The final group consisted of 15-20 people (being very long the duration of the workshop, we lost some people along the way). We stimulated the group discuss the topic of the crisis in a multicultural situation, increasing the understanding, mixing people from different cultures focused on a common goal. Workshops have allowed us, through theatrical improvisation, to deepen, in a constructive and cross way, the different scenarios of the crisis. Il valore aggiunto di questi progetti europei La mobilità prima di tutto. La possibilità di confrontare il proprio operato con quello di altri paesi europei e imparare dalle buone pratiche, viaggiando direttamente nei paesi partner e non solo leggendo sui libri o ascoltando la televisione. Portare le nostre professionalità all'estero e accorgersi che l'Italia non è poi così "ultima" come sembra. Aver scoperto che attraverso il tema proposto dal nostro progetto "Performing Arts for Culture in Europe" è possibile far fronte alla crisi attraverso la Cultura. Aver condiviso e scambiato idee, aver posto le basi The added value of these european project Mobility first of all. The possibility to compare our own work with that of the other European countries, and learn from good practice, traveling directly in the partner countries and not just reading books or listening to the television. Bring our expertise abroad and realize that Italy is not so "last" as it seems. Have discovered that through the theme proposed by our project "Performing Arts for Culture in Europe" we can deal with the crisis with the weapon of Culture. Sharing and exchanging ideas, having laid the basis for new collaborative projects, being arrived at the per nuovi progetti di collaborazione, essere arrivati alle elezioni Europee appena avvenute con una maggiore coscienza di ciò che sta accadendo a livello europeo e qual è il vero significato di essere un cittadino europeo European elections just took place with a greater awareness of what is happening at European level and what is the real meaning of being a European citizen. Gli obiettivi raggiunti Abbiamo costruito un network di scambio artistico e pedagogico che ha promosso la mobilità di "trainers" e "Trainees", condividendo questa esperienza con cittadini, scuole, università e artisti e consentendo loro di accrescere le loro conoscenze in ambito politico ed economico valutandole in un contesto Europeo. Abbiamo anche contribuito allo sviluppo di una vera coscienza europea affrontando ogni sessione di lavoro in una lingua diversa dalla nostra, ovvero l'inglese, accrescendo quindi le competenze linguistiche individuali di ogni partecipante. Ci siamo trovati tutti insieme in uno stesso percorso, professori universitari e gente comune, studenti e giornalisti, diplomatici e psicologi, insieme uniti dal desiderio di capire meglio cos'è la Crisi Finanziaria, le sue ripercussioni sul sociale, come affrontarla artisticamente attraverso le arti performative. Grazie alle valutazioni frequenti richieste ai trainees al termine degli incontri, abbiamo visto crescere la conoscenza e la comprensione dei temi della crisi, nonché lo sviluppo della tolleranza e l'accettazione nei confronti di culture diverse. Abbiamo fatto viaggiare nei paesi partner 13 persone, facendogli vivere delle esperienze molto significative direttamente sul campo. Goals achieved We have built a network of artistic and educational exchange that promoted the mobility of "trainers" and "Trainees", sharing this experience with citizens, schools, universities and artists and allowing them to increase their knowledge in the political economic and evaluating them in a European context. We have also contributed to the development of a true European consciousness by addressing each work session in a different language, which is English, thus increasing the language skills of each individual participant. We were all in the same pathway, academics and ordinary people, students and journalists, diplomats and psychologists, all joined by a common desire to better understand what the financial crisis was, its impact on the social, how to deal artistically with it through the arts. Due to frequent feedback asked to trainees at the end of the meetings, we saw an increasing of knowledge and understanding of the issues linked to the crisis, as well as the development of tolerance and acceptance towards different cultures. We had 13 people traveling in the partner countries, making them live a very important experience. I risultati ottenuti Siamo molto soddisfatti per i risultati ottenuti. Ci siamo resi conto che in un momento così difficile per il nostro lavoro, aver partecipato ad incontri europei ed aver incontrato altre persone con cui condividere e scambiare idee, ha arricchito il nostro bagaglio di esperienze professionali e ci ha aiutato a contenere lo sconforto generato dal nostro lavoro nel nostro paese. Dal punto di vista della gestione del progetto, è stata una esperienza fantastica che ci ha proiettato in un'altra dimensione. Ci ha permesso di riporre ancora molta speranza nel futuro del nostro mestiere, impostandolo fin dall'inizio in una nuova ottica Europea. Il risultato più tangibile di tutto il progetto è stata la produzione dello spettacolo teatrale “Esposti a The achieved results We are very pleased with the results. We realized that in such a difficult time for our work, having participated in European meetings and met other people with whom to share and exchange ideas, has enriched our professional experiences and helped to contain the distress now generated by our work in our country. From the point of view of the management of the project, it was a fantastic experience that projected us into another dimension. It allowed us to put away more hope for the future of our profession, setting it in a new European perspective. The most tangible result of the whole project was the production of the play "Exposed to all" putting on the results of the work done in the two years of tutto” mettendo in scena i risultati del lavoro svolto nei due anni di workshop. workshops. Alcuni degli speaker intervenuti al workshop Some of the speakers of the workshop Prof. Serge Latouche – economista e filosofo francese Prof. Giacomo Marramao – docente all’Università Roma Tre di Filosofia Politica Prof. Alessandro Denti - docente universitario ed esperto di mezzi di comunicazione di massa Dott. Jorge Ireba – ex Console Argentino a Roma Le visite e le mobilità Parigi, 23>27 novembre 2012 Partecipanti: Tomaso Thellung – staff Alfredo Angelici – trainee Diego Pierini – trainee Visits and Mobilities Paris, 23>27 november 2012 Participants: Tomaso Thellung – staff Alfredo Angelici – trainee Diego Pierini – trainee Relazione del partecipante Alfredo Angelici Report of the participant Alfredo Angelici Partenza per Parigi. progetto europeo. wow! suona meraviglioso. incontrerò partner europei del progetto. la Francia , il Portogallo, l'Irlanda, l'Italia, un pizzico di Germania e poi la Grecia...in realtà vedo che incontrerò principalmente paesi cosiddetti p.i.i.g.s. (Portogallo Italia Irlanda Grecia Spagna). ok, c'è anche la Francia che fa da moderatore. insomma incontrerò quei paesi che in un modo o in un altro, per usare una metafora comune, hanno mangiato troppo alla cena europea e, una volta arrivato il conto, si chiede invece ai paesi che sono stati morigerati, di dividere il totale. famo alla romana. nel momento che siamo a Parigi, l'UE deve decidere la tranche di aiuti da 10 miliardi per salvare la Grecia. la delegazione greca è autorevole. la storia e la cultura sono più forti di qualsiasi default. sono arrabbiati, principalmente con la Germania. lo sceriffo d'Europa. evo dire che nel gruppo , un sentimento di astio nei confronti della Germania è abbastanza comune. perché i numeri (debito ed economia) non tengono affatto in considerazione le persone. "come glielo spieghi alla casalinga di Voghera?" come può la gente comune capire che "ce lo chiede l'Europa". Ci riuniamo intorno ad un tavolo e parliamo della nostra situazione culturale, parliamo della crisi e mi accorgo che non ci conosciamo affatto. io sò dove è il Portogallo e gli altri paesi, io conosco la storia dell'Europa, ma mi accorgo che ci vuole confronto , mobilità, conoscenza diretta...come sta accadendo tra di noi, per non cadere nel clichet. per non vedere solo il toro spagnolo, la baguette francese, la corruzione italiana e così via. Ripeto. questo accade, sono tornato in Italia con una duplice sensazione. non ci conosciamo affatto e non abbiamo un'identità comune. questa crisi grida unità europea, come vaccino. ma quello che stiamo facendo è creare una forzata identità neanche politica (magari) ma economica. Queste riflessioni che mi zampillano mentre gli esperti ed invitati dagli amici francesi ci parlano, mi portano a capire che la chiave della natura è la biodiversità, e il rispetto della stessa. uno dei concetti che abbiamo condiviso , un dubbio, è se , questa crisi non sia frutto una diversità, culturale, storica, politica, della quale non si è tenuto adeguato conto. Bene. sono arricchito, ma non so se sono anche ottimista. Parigi è meravigliosa, vivrei viaggiando e scambiando culture per sempre. io sono un attore, e quindi la possibilità di tradurre "fisicamente", attraverso improvvisazioni e mise en espace, guidate con affetto da bruno, mi ha dato la possibilità di ascoltare col corpo cosa significa crisi. ma cosa significa crisi? economica, e se si, quale?, quella del debito o quella del 2008 della lemhan brothers? crisi di valori, crisi di motivazioni? decrescita è la risposta? si dovrebbe cominciare dalle persone oppure il processo deve cominciare dall'alto? insomma domande che mi accompagnano e che mi fanno sentire più vivo e parte di un processo. thanks to this paris journey!!! alfredo angelici Relazione del partecipante Diego Pierini Report of the participant Diego Pierini 1. Do you think that the session aims and objectives are attained? If not, why not, what has to be changed? I think this meeting reached a primary aim that's giving each of us further info about every particular national situation. It was a good chance for sharing opinions and a nice way to do some international brainstorming. Nevertheless, I'd say that the aims themselves should be more focused and also declared at the beginning of the session. Maybe a more "narrow" range of interviews and meeting, with a larger time for coming to concrete proposals and ideas for solutions to the crisis would be a fine thing. 2. Do you have the feeling that you were able to contribute to the session? If not, why not, what has to be changed? I was in the group mainly for documenting the work. This said, considering I spent the majority of time shooting and trying to listen, my contribution was not so ample. As I said in p.1, the brainstorming should be more "factual" in my opinion, in order to give the outsiders like me a way to introduce different patterns of approach to our current state of things. 3. Did you attain new knowledge and skills during the participation in project activities? if not, why not, what has to be changed? Someway I did, someway less. Talking with the others was a fine way of improving my knowledge about arts' situation in different countries, and moreover I got the chance to assimilate new ideas about how to aim my personal work - comparing the different approaches and working scheme the others told they use. The interviews themselves were interesting, but sometimes not so "challenging", especially the first one about media/TV/journalism: I personally found the answers very obvious and I think that maybe we should have prepared some "harder" questions all together in order to get deeper into the reasons why the information systems is nowadays malfunctioning. 4. Is the communication within the session appropriate and efficient for you? If not, why not, what has to be changed? The communication was fine. 5. Are you and the project team members working together towards common aims and objectives? if not, why not, what has to be changed? See P.1. If the common aim is sharing information, we are certainly doing that. If it's a matter of coming up with solutions, I'd rather say "not exactly". But it has to be said this session was a starting point. I feel doubtful about the project of "rotating" participants: this would make this starting point less useful. A much better way would be gathering together again, jumping the icebreakers, and telling something like: "Ok, now we know each other, we told each other what's going on, let's try to make a concrete plan to work together to solutions". Otherwise, it's just new information: global information, maybe, that is pretty interesting indeed, but in the society of communication, with global media at hand, I feel like we are doing a great effort to achieve a not-so-relevant result. And considering the crisis, I think we might find a more concrete way to use our resources. 6. Did you complete the agreed tasks? If not, why not, what has to be changed? See P.5. My personal task was also having good footage about interviews and I came back with some fine stuff. So thumbs up. 7. Is the project helping to raise your achievement levels? The question is too generic. Achievement levels are in my opinion always rocketing when different professionals all very clever and with good skills face each other to discuss a topic. But this can happen in different situations. What's still out of reach, for me at least, is a way to understand how to connect foreign experiences (that were interesting to know!) with my national environment - and I'd guess this problem is the same for other people. For example: I know about some countryside big theater-music-arts community based in Sweden, and that's really intriguing. But I should try to work with those people who set it up to know how to pragmatically adapt it to make it something suitable for Italy. Or other countries. This was lacking: I achieved some ideas, but not much of the path to build them. At the same time, I felt like the main point I achieved is that Europe is actually an abstract concept: different communities are pretty far from each other when it comes to funds, praxis, technical issues, cultural environment they have to face. This is something we must work on - the cultural environment and education - and I think that should be our main focus (building a common sense for art and culture over Europe, networking in order to spread our approach: this is what we must "project"), otherwise any practical solution might end up being useless. 8. Have you developed skills and increased your motivation to learn from the project theme, if not, why not, what has to be changed? I think it depends on the future. It was a good starting point. 9. For you, did the project achieve a greater awareness of a multicultural and intercultural dimension? If not, why not, what has to be changed? See P.7. Good awareness, but we should find a way to use this awareness. 10. Do you think the session was offering a relevant mixture of activities? (e.g. icebreaking, activities, didactic sessions, workshops, social activities, free time) Even too much. I personally prefer a little less fragmentation. I'd say less icebreaking and some free time to socialize: this will work. Then, try to find a topic and split it into different steps - knowledge, brainstorming, proposals, new knowledge. The theater workshops are off my area, so I can't say much. 11. Do you think the session was offering an appropriate content, clearly related to the aims and objectives of the event? Partially. The aims were sometimes a bit hard to fully understand, the content was great, but maybe too wide to focus on. Let's say: be more vertical, less horizontal. 12. Do you think the session was offering Effectiveness of content and appropriate range and balance of activities? See above. 13. What do you think about the quality of the management of monitoring and evaluation by the session coordinators? I'm not into the evaluation process, I felt the moderation was fine, but the monitoring can only be evaluated when you know what kind of results it brings. So I'd say this question should be asked after we meet again and see if the evaluation brought improvements. 14. What do you think about the Input into the event by the project partners? What do you think about the evidence of partners sharing roles and responsibilities during the event? See above. 15. What would be your personal conclusion on the Pace Paris Session ? Really nice opportunity, but it has to be continued, or the results achieved will be lower than the technical and economical effort made. 16. Is there any question we didn't ask that you would like to answer? Not yet. Dublino, 14>17 aprile 2013 Partecipanti: Tomaso Thellung – staff Bianca Nappi – trainee Valeria Iacampo – trainee Antonella Britti - trainee Dublin, 14>17 april 2013 Participants: Tomaso Thellung – staff Bianca Nappi – trainee Valeria Iacampo – trainee Antonella Britti - trainee Relazione della partecipante Bianca Nappi Report of the participant Bianca Nappi Dublino, città di musicisti, poeti, artisti e rockers... Dublino, città in cui ho vissuto i miei diciotto anni con grande allegria... E ora città in cui ci siamo incontrati per uno scambio culturale sul nostro progetto teatrale. L'impatto con i vari gruppi è stato molto divertente, poiché era tanta la voglia di conoscersi, approfondire alcuni aspetti del lavoro degli altri e di capirci qualcosa in più su questo tema enorme che è La Crisi. Ciò che mi ha maggiormente colpito è stata l'omogeneità sostanziale fra gruppi di diverse nazionalità; sono passati alcuni anni ormai dalla creazione dell'Unione europea e questo si sente... Prima essere francesi, portoghesi, italiani significava portarsi dietro tutta una serie di peculiarità, vizi e virtù che in qualche modo l'Europa unita ha abbattuto. Per cui la mia prima impressione è stata di assoluta parità e vicinanza, sia a livello culturale che pratico. Dopo la prima cena di gruppo e una bellissima serata trascorsa ad ascoltare musica celtica, si è passati al workshop vero e proprio. Due giorni in cui, partendo dall'esperienza raccontata da un ospite, ci si poneva domande sul teatro, sulla sua finalità ecc. Il primo giorno abbiamo ascoltato il percorso umano e artistico di Veronika, una performer che ha fatto di alcune sue scelte di vita una "missione" artistica; non è stato chiaro in che modo lei trasportasse la sua vicenda privata sulla scena, e forse proprio per questo si è subito acceso il dibattito su cosa è arte e cosa non lo è. Per quanto mi riguarda, credo che spesso si corra il rischio di confondere per "artistico" qualcosa che invece è solo narcisismo o voglia di esserci a tutti i costi; e su questo bisogna stare attenti. Il secondo giorno invece abbiamo ascoltato l'esperienza artistica di Dylan, un musicista/attore che è riuscito a creare uno show attingendo dal suo passato di persona in cura psichiatrica; questa testimonianza mi ha molto stimolata, perché era un esempio reale, a mio avviso, di come del materiale umano forte e doloroso possa essere trasformato in un'esperienza artistica. Ma affinché ciò avvenga, ci deve essere un processo, una forma e senza dubbio del talento. La giornata poi è proseguita con dibattiti, molte domande a cui ognuno cercava di rispondere il più coerentemente possibile e poi via, questi giorni meravigliosi sono già finiti. Un po' di nostalgia e tanta energia per il bello scambio che c'è stato e ancora più consapevolezza di come il futuro è sempre più europeo. La crisi di cui parliamo la sentono tutti, non è immaginaria, è prima di tutto personale e poi economica, e soprattutto genera gli stessi pensieri e le stesse paure. Una risposta ovvia non c'è, ma c'è la voglia di investigare e creare. Non vedo l'ora di proseguire e capire cosa ne sarà di noi in questo progetto così stimolante. Grazie Tommi. Relazione della partecipante Antonella Britti Report of the participant Antonella Britti Appena giunte a Dublino ,sabato 13 aprile, io e le altre due ragazze partecipanti del Pace Project dall' Italia ,ci siamo dirette al Project Center, spazio accogliente e pulsante di attività. Abbiamo incontrato il nostro coordinatore regista Tomaso Tellung che ci ha introdotte ad una parte del gruppo di partner europei.Siamo quindi state all' Abbey Theatre per assistere allo spettacolo "Drum Belly" diretto da Sean Holmes con una compagnia di giovani e più avanzati attori irlandesi strepitosi. Un testo divertente, pulp, a tratti splutter, una storia di connivenza criminale tra una gang irlandese e Mafia italiana ambientata tra le tese strade di Brooklyn. Una recitazione cinematografica ed iperespressiva allo stesso tempo; attori dai volti-maschera pronti a raccontare anche nell'immobilità e in situazioni parossistiche, tra panini enormi ingurgitati in proscenio, stacchetti coreografici di gruppo con le musiche diegetiche del Jukebox e la telecronaca dell'allunaggio con sullo sfondo un pestaggio svogliato inflitto ad un traditore del clun. Che dire come ben venuto a Dublino sono rimasta elettrizzata, incantata da scelte forti ed un'interpretazione brillante. La domenica c'è stato un primo meeting informale per familiarizzare con il gruppo che l'indomani si sarebbe riunito per affrontare e dibattere le diverse tematiche inerenti al rapporto Teatro- Crisi in Europa. E' stato interessante osservare le diverse sfumature, percezioni, influenze che la Crisi Economica provoca nei differenti contesti nazionali all'interno della Comunità Europea, le diverse visioni e reazioni di fronte all'innegabile impatto della Crisi sul mondo dell'Arte, della Performance. Partendo dalla Crisi come fatto condiviso come può la pratica dei Performers rendersi rilevante? Con questo quesito si è aperta la prima sessione di indagine comune lunedì mattina, tenuta dal responsabile del Pace Project irlandese, giovane regista e organizzatore cileno. Si sono presi in esame i cambiamenti Etici ed Estetici. Il Teatro come Life in Act, un atto partecipativo in tempo reale in cui i corpi sono connessi con ciò che accade. Un ulteriore spunto di analisi è stata la problematica della Rappresentazione Scenica della Crisi, la difficoltà e sfida di fotografare e riprodurre qualcosa nel momento in cui accade. Tutto ciò conduce alla RICERCA DI NUOVI LINGUAGGI PERFORMATIVI, NUOVI PROCESSI CREATIVI, trovare nuovi NOMI x raccontare la realtà. Jorge ha poi introdotto un ospite, un'artista irlandese che ha fatto della sua vita un percorso di rinuncia estrema e di avvicinamento all'esperienza degli homeless, partendo dal principio che: "SE UNA SOLA PERSONA NELLA SOCIETA' MUORE DI FAME IL SISTEMA HA FALLITO". Ha fatto della performance un rituale per raccontare il suo vissuto, ha scelto di camminare nel mondo libera da costrizioni materiali e legami superflui. Ha letto nella Crisi una POSSIBILITA' di avvicinamento per le persone. La performance può avere finalità sia artistiche che militanti. Dopo l'intervento dell'ospite si è aperto un dibattito su temi relativi al valore e l'incidenza dell'esperienza personale nella creazione artistica: -Cosa ci si aspetta da una Performance? -Quali i suoi confini? -Come si possono smuovere le menti e intrattenere allo stesso tempo? * Sono importanti i CONFINI TRA PERFORMANCE E REALTA'? * Può il teatro in contesto di Crisi provocare una risposta? * Si può influenzare senza imporre? Il Teatro in realtà non può risolvere o produrre risposte concrete quanto raccontare la Crisi , studiarla, per suscitare poi nuove riflessioni ed elaborazioni.Sebbene l'obiettivo del regista francese Bruno, che metterà in scena "The power of yes" ,sia offrire un' ANSWER rispetto al critico momento storico sociale che stiamo attraversando. Il giorno successivo l'incontro si è aperto con la testimonianza di Dylan, artista performer irlandese, che indaga il RAPPORTO TRA TEATRO E SANITA' MENTALE. Ha preso in esame un archivio di esperienze mediche , prescrizioni, diari, legati al suo periodo di forte depressione che ha guidato ed influenzato la sua creazione artistica, musicale e teatrale. Ha introdotto l'idea di RECOVERY sia riferita alla malattia mentale che alla Crisi; la malattia mentale è collegata alle condizioni sociali, a loro volta riflesso di una CRISI COLLETTIVA. Ha avvertito l'urgenza di RICONCEPIRE il modo in cui fare teatro e REIVENTARE la vita stessa. RIDISEGNARE il processo teatrale, partendo dall'abbattimento dell'idea di creare un prodotto. Anche il suo lavoro ha come fonte imprescindibile l'esperienza umana personale, vuole denunciare attraverso l'atto performativo come le analisi mediche, le diagnosi, il modello sanitario, siano falliti, rifiuta le PRESCRIZIONI in ogni campo. Cerca di formare un NUOVO PROCESSO TEATRALE, un NUOVO PUBBLICO, una NUOVA COMUNITA', partendo da se stessi e riconnettendo etica ed estetica. Si pone come obiettivo l'accadimento di qualcosa in scena, dal vivo, coinvolgendo le persone presenti in quanto partecipi ed insite nel sistema, in questa epocale crisi di valori e civiltà, e non la precostituita rappresentazione del problema. Possiamo trovare soluzioni interne od esterne al problema? Si può connettere l'Autonomia Creativa con la Comunità? Si può azzerare la dinamica e ripartire? Quali le difficoltà per articolare un nuovo sistema? Con questi quesiti partiamo alla ricerca di un ANSWER da condividere. Relazione della partecipante Valeria Iacampo Report of the participant Valeria Iacampo Dublino, fatta di legno, luci e Guinness. Abbiamo girato tanto senza mai fermarci: tre libere turiste pericolose e il loro principe dalle tante risorse. Spaesata, non sapevo cosa aspettarmi, era tutto un carpe diem. Il primo incontro col gruppo di lavoro è avvenuto all'Art Centre, dove abbiamo avuto modo di socializzare col Portogallo, l'Irlanda, la Germania, la Francia e la Svezia. Io, Italia, sentivo addosso il peso di questo nome. Mi piaceva parlare, ma soprattutto Ascoltare gli altri, le loro vicissitudini, il modo di vivere la crisi. Di sentirla o no. Scoprivo il teatro negli occhi di alcuni, analizzavo i punti di vista di altri, curiosavo. Il secondo giorno abbiamo incontrato le altre nazioni sedute al tavolo di un ristorante Giapponese. Sintomatico, no? l'oriente è sempre più presente nelle nostre vite. Il terzo giorno Dio separa il mare dalla terra ferma e crea il regno vegetale, quindi siamo stati accolti in una sala con una meravigliosa vetrata che ci separava dal resto del mondo. Chosè (o come lo chiamava Antonella: Quan), l'organizzatore dell'incontro, ha dato il via a un dibattito sulla crisi, che è degenerato in un simpatico gioco senza frontiere. Yess o no? mattone su mattone il gioco è stato da noi creato giocando. Partendo tutti dal centro, alle domande precedentemente stabilite, bisognava esprimere il proprio assenso o dissenso spostandosi a destra se "no" e a sinistra se "si". Naturalmente gli indecisi restavano al centro. Poi qualcuno doveva giustificare la propria scelta e rappresentare la squadra, cercando di essere il più persuasivo possibile. Se cambiavi idea potevi passare nella squadra avversaria. Domande e risposte spesso erano di una banalità unica, tanto che era impossibile non lasciarsi sfuggire un sorriso qua e là, e qualche complice "constatazione". Vero Tom? Ma è interessante analizzare il gioco come specchio di realtà differenti, e tuttavia identiche: per quanto le risposte dei vari paesi fossero influenzate dalle proprie esperienze socio-politiche, il modo in cui si affrontava il gioco era il medesimo il ché annullava tutte le differenze. Ciascuno lottava per le proprie idee, disposto però a cambiare opinione se capiva di non essere indubbio. Era un "uno contro tutti". Ma non poteva esserci una vera competizione perché le squadre cambiavano ad ogni risposta; prima ti ritrovavi a litigare contro qualcuno e dopo lo trovavi in squadra con te. Le risate, gli sguardi, i commenti… mondi diversi, tutti lo stesso. L'ospite che ci ha fatto visita al primo meeting è una donna che ha rinunciato a tutto avendo la possibilità di scegliere: una senzatetto con la carta di credito che ha fatto della sua vita l'esempio eccessivo di una scelta esemplare. Non condivideva il sistema, e invece di subire passivamente le regole imposteci da altri, si è fatta le sue. Libero arbitrio. Sceglie una vita scomoda da donna Libera. Cittadina del suo pensiero, ammirevole? Come San Francesco ha creato uno spettacolo su queste rinunce. Ma non era stata una scelta artistica la sua: di vita. Mentre parlava mi domandavo cosa le fosse successo di tanto grave da portarla "borderline". Una presenza curiosa, dagli occhi stanchi e una tragicomica risata fugace, sommario delle sue rinunce. Il secondo ospite, al quale la nostra Bianca ha rubato il cuore, non è stato meno stravagante del primo. Un ragazzo che ha messo in scena i suoi pensieri più intimi, elaborati durante un periodo di depressione. Qualche attore e una chitarra lo accompagnavano sul palco. "La crisi non esiste" diceva Dylan, "è tutto un problema di "distribuzione" dall'alto". I soldi sono stati amministrati male, e per farci accettare l'errore ci tengono a bada parlando di CRISI. Un ragionamento interessante. Ma come si può conoscere la verità? Non si può. Questo e altri mille pensieri hanno accompagnato la nostra "vacanza" Dublinese. Con tutto quel ridere e masticare riflessioni è stata una meravigliosa esperienza di vita. Porto, 20>23 settembre 2013 Partecipanti: Tomaso Thellung – staff Alfredo Angelici – trainee Denise McNee – trainee Porto, 20>23 september 2013 Participants: Tomaso Thellung – staff Alfredo Angelici – trainee Denise McNee – trainee Relazione della partecipante Denise McNee Report of the participant Denise McNee Roma, 17>18 maggio 2014 Roma, 17>18 may 2014 Questa volta ospitiamo noi. Riportiamo la This time we host. Here is the report of the relazione dello Staff leader portoghese Carlos Portuguese Staff leader Carlos Costa di Visos Uteis Costa di Visos Uteis Rome welcomes the PACE teams with sunny days and a programme of sessions designed around a tour in the city, crossing generations, working models, artistic areas and private and public agents. The idea is to get a closer picture of the ways being found not only to make sense of the performing arts in a crisis situation but also to build a new economy for the arts. 1 – Going Out We travel to the Quarticciolo area, a long way from the center of the city, just where the tram line ends. And we get to know the project of theTeatro Quarticciolo, one of several public venues working in a circle far away from the centre. In the meeting we get to know not only the director of the Quarticciolo (Mariano Grimaldi) but also the Director of Teatro Villa Torlona (Filippo d'Alessio) another member of this network. And although the Teatro Quarticciolo is public, the management is private, and this in an italian context in which the discussion about the pros and counters of private managment are being discussed with lots of energy, within the tradicional division of left and righ wing parties. Besides the performances, the Quarticciolo engajes in strong activities to envolve the local community, always keeping social prices, in order to keep an open door to a population with severe social and economic problems (drugs, unemployment, crime). One of the strategies is to open the theatre to local based projects, inviting them to present them selfes on stage. Trying to transform the theatre in another “public square” in the neighbourhood. And of course this demands for a very personal relation between the theatre and the local community, really a close and personal one. The same goes to the relations withs schools – there are about 20 in a walking distance. But at the same time the venue gives lots of attention to the younger roman artists and is even able to catch the attention of audiences travelling from the centre of Rome. So the options are a mix between popular performances and experimental theatre, with the first one creating a frame and the second one breaking it slowly. So the Quarticciolo seems to move in a very well defined path, somewhere between the hype that excites critics and audiences from the center, and social practices that can make a real diference in the live of the local community. All this in an intelligent mix devised upon the experience and direct knowlodege of the community. And lets not forget that this project was born precisely one year before the finantial crisis of 2008. We can say crisis is it's middle name. 2 - Going Off We now have the chance to know Teatro Argot, a Off venue created during the 80s that seems to be trying to find a new meaning to being Off. The Off still presents its self as an alternative to the mainstream speach. Of course this alternative is no longer the “fiction of the 90s” (alternative to the soap operas) because the fiction is now the mainstream in TV. But the social function is the same. And even here, in the centre of Rome, the ideia of building a “public square” - like in Quarticciolo – seems to make sense. The Director of the Argot, Tiziano Panici, still thinks the Off can not find a market solution and depends on the existence of an industry that enables the artists to be paid outside the organization, by selling the same technics required by the artistic projects in Argot.Tiziano is also a member of Cresco (an association of theatre artists and other workers). But even so the Argot is seeking for new solutions that can be found in separate ways. For instance, giving up the naife desire of institutionalization, so that the ressources can be distribuited directly to the artists (this means small organization operating in a thin line between legal and not legal). But on the other hand, developing new solutions to save ressources, reach the audiences and promote the brandt (yes, although not completely legal, the off talks like a markteer). And a good example is the project Dominio Publico in which Argot joins Teatro Dell' Orolgio in a joint venture between two off venues, now sharing a anual season and many ressources such us promotion, marketing and press releases. This makes the off more representative and that means being more closer to power, to the people making decisions regarding cultural policy, citizenship and territory. So, this is the off giving up the teenage days (at least until a certain point), and starting to loby to divert the public investment from the more institutional and conservative theatre to the small off stages and teams. The off is not trying to go inside but is trying to make friends within (for instance when associating its self with public institutions that dont support it as much as that... not yet). And it's the second time – it also happened in Quarticciolo – that we haear about the importance of “friendship” between artists and polititians. 3 – Going Down And for a last but so powerfull moment, we go to Cinecittá, once the center of a golden age in italian cinema. Today a very strange mix between a cinema studio still in action and a fun park, a tourist attraction that seems to be trying to justify it's self as a “monument” of public interest in Rome. And so demanding too for some public investment? Not anymore for the sake of the cinema but for the sake of tourism? But will there be someone to visit it when the memory of the italian cinema dies among the younger generations? Undoubtably, one of the most powerfull experiences in all the PACE sessions trying to approach solutions on how to deal with a crisis situation. Because in Cinecittá the crisis becomes plain and clear in every one of the empty and enormous buildings we pass by. Touring along Rome, along this 3 diferent paths facing a crisis situation – and talking to some of the main actors envolved – gave all the teams the chance to return home with many questions, just like in the previous PACE sessions. But it seems that now we are also returning with answers. Different ones, of course, considering the differences among our national contexts. But answers anyway. We leave Rome with a song. See you all in Sweeden! VIDEO SONG http://youtu.be/86R83DBubCw Riddarhyttan, 2>4 giugno 2014 Partecipanti: Tomaso Thellung – staff Alfredo Angelici – trainee Riddarhyttan, 2>4 june 2014 Participants: Tomaso Thellung – staff Alfredo Angelici – trainee Relazione della partecipante Alfredo Angelici Report of the participant Alfredo Angelici Ultimo appuntamento del progetto PACE. I 7 paesi partner del progetto si incontrano nuovamente. Questa volta in Svezia, in un gran bella riserva culturale e naturale, immersa nella campagna nei dintorni di Riddarhyttan (se scrive accusii..?). Il Teatermaskinen. Abbiamo analizzato con l' "InternationalTheatre" di Roma il significato della parola Crisi, siamo partiti da quella tanto strillata dai giornali, quella Economica con la "e" maiuscola. Quella del 2008. E subito la parola crisi si è mostrata nella sua complessità. E' divenuta crisi di valori, crisi di identità, di appartenenza. L'economia ed il capitalismo sono solo un modo per leggere la realtà. Sotto questo primo strato, si cela una verita fatta di bisogni primari che non sono soddisfatti. La sete di cultura ed il diritto alla creatività, sono due di questi bisogni, sempre più incivilmente negati. Quindi, ci siamo incontrati ed abbiamo tirato le somme dell'esperienza fatta in due anni e più, insieme, e nelle nostre "comunità locali" come le chiama la Ue. "Quale è il telefono dell' Unione europea"? Si chiese una volta un esimio signore. Effettivamente viene da chiederselo. L'Europa è fatta da persone normali, diverse, ognuna diversa dall'altra, con una propria identità che a fatica è disposta a mettere in gioco per creare un'identità comune. Non si può capire una cultura se non la si conosce. Viviamo in una società liquida, dove tutto è di tutti e tutto è fruibile, raggiungibile. Ma difendiamo la nostra Cultura e la nostra provenienza. E se la "difendiamo" significa che la sentiamo sotto attacco. Allora la domanda diventa: è in atto un attacco alla cultura? E' voluto? Si riflette sul fatto che in tempo di Crisi ci hanno insegnato a fare dei tagli, per la paura del futuro. E noi tagliamo quello che ci hanno insegnato essere superfluo, e poi via via su, nella piramide delle necessità. Quindi sta a noi collocare la posizione della "Cultura" nella piramide delle necessità...e provare ad immaginarla come una medicina per curare la "Crisi". Forse. Tutto questo nella splendida cornice, n'è vero, dei boschi svedesi, tra laghi e canoe, tra saune incendiate e camminate nella non-luce della notte, un crepuscolo continuo e melanconico che affascina e spaventa. Spettacoli e concerti, dibattiti e scambi continui sono riusciti a far nascere una comunità, nel senso stretto della parola, un network si dovrebbe dire oggi...ma solo se volessimo davvero usare i termini dell'economia. Parigi, 24>25 giugno 2014 Partecipanti: Tomaso Thellung – staff Paris, 24>25 june 2014 Participants: Tomaso Thellung – staff Relazione del Trainer Tomaso Thellung e conclusioni Tra il mese di maggio e giugno abbiamo concluso il nostro progetto PACE con I tre ultimo incontri, a Roma, a Riddarhittan in Svezia e ora qui a Parigi per le conclusioni. Come ogni volta quando ci si rivede, l’atmosfera è sempre quella di come se ci si fosse incontrati il giorno prima. V’è un bell’affiatamento tra tutti quanti. Questa volta si aggiunge forse anche un altro forte sentimento: la nostalgia. In fondo siamo alla conclusione di un progetto a cui abbiamo tutti lavorato e condiviso per due anni. E’ anche vero che siamo tutti convinti che non sarà certo l’unico e ultimo ma il primo di una serie di nuove progettualità, inserendo nel gruppo anche nuovi paesi partner forse. Report of the Trainer Tomaso Thellung and conclusions Between May and June we completed our PACE project : three last meetings, Rome, Riddarhittan in Sweden and now in Paris for the conclusions. Like every time when we meet again, the atmosphere is always as if we had met the day before. There is a beautiful harmony between everyone. But this time it adds maybe another strong feelings: nostalgia. We are at the end of a project in which we all shared and worked for two years. But we also are all convinced that it will not be the only and last but the first of a series of new projects, including in the group, perhaps, new partner countries. Quel che ci ha lasciato questo progetto abbiamo cercato di descriverlo attraverso le relazioni dei partecipanti ma anche, e soprattutto forse, attraverso la produzione dello spettacolo teatrale “Esposti a tutto” che ripercorre quella che, secondo What this project left to us… we have tried to describe it through the reports of the participants but also, and perhaps above all, through the production of the play "Exposed to all" that traces what, in our view, has been the Story of the economic crisis that today we live. We spent many months together with our Italian group and this has already led to the creation of noi, è stata la storia della Crisi economica che oggi viviamo. Abbiamo passato tanti mesi insieme anche con il nostro gruppo italiano e questo ha già portato alla nascita di nuove progettualità in ambito nazionale e non solo. Nel corso degli incontri all’estero abbiamo anche avuto modo di incontrare persone rappresentanti altre strutture artistiche di altri paesi (Spagna, Inghilterra, Islanda…) e questi contatti hanno portato a nuovi rapporti di scambio. Per quanto riguarda me, sono stato invitato in Spagna per curare la messa in scena (in spagnolo e con attori spagnoli) del nostro spettacolo. Uno dei nostri attori ha tenuto un workshop in Spagna sull’utilizzo e movimento del corpo. Un altro attore in Svezia sulle maschere…insomma la disseminazione del lavoro è già cominciata ed andrà avanti ancora. La mia personale esperienza è stata grande. Ho girato l’Europa e ho capito che siamo tutti ancora molto diversi anche se stiamo tutti sotto lo stesso ombrello. Ma la cosa bella è che riusciamo tutti a parlare una lingua comune (inglese) e abbiamo tutti lo stesso entusiasmo per il nostro lavoro e la voglia di conoscere e approfondire, “rubando” le esperienze altrui nel tentativo di portare un più alto livello di professionalità al nostro lavoro. Spero ci saranno prestissimo nuovi progetti a cui partecipare come partner, e, perché no, come leader. Grazie ai miei amici che hanno condiviso con me questo viaggio, grazie alla UE. new projects at the national level and beyond. During the meetings abroad we also got to meet people representing other arts companies in other countries (Spain, England, Iceland ...) and these contacts have led to new relations of exchange. As for me, I was invited to Spain to direct (in Spanish and with Spanish actors) our show. One of our actors held a workshop in Spain concerning the use and movement of the body. Another actor in Sweden concerning masks ... in short, the dissemination of the work has already begun and will go further. My personal experience has been great. I traveled around Europe realizing that we are all still very different even though we are all under the same umbrella. But the nice thing is that we all speak a common language (English) and we all have the same enthusiasm for our work and the desire to know and learn, "stealing" the experiences of others in an attempt to bring a higher level of professionalism to our work. I hope there will be soon new projects to share as a partner, and, why not, as a leader. Thanks to my friends who have shared with me this trip, thanks to the EU. Di seguito le recensioni di alcuni studenti del Liceo James Joyce di Ariccia (Roma)