PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI COMMISSIONE PER LA GARANZIA DELL’INFORMAZIONE STATISTICA STATO ED EVOLUZIONE DELLE STATISTICHE DELL’ISTRUZIONE IN ITALIA Rapporto di Ricerca 04.04 a cura di: Andrea Cammelli Barbara Buldo Annalisa Busetta Angelo di Francia Novembre 2004 La Commissione per la garanzia dell’informazione statistica (CGIS), istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con il decreto legislativo n. 322 del 1989, art.12, è un organo collegiale indipendente chiamato a garantire il principio della imparzialità e della completezza dell’informazione statistica. A tal fine, la CGIS vigila: (a) sulla imparzialità e la completezza dell’informazione statistica; (b) sulla qualità delle metodologie statistiche e delle tecniche informatiche impiegate nella raccolta, nella conservazione e nella diffusione dei dati; (c) sulla conformità delle rilevazioni alle direttive degli organismi internazionali e comunitari; (d) e contribuisce alla corretta applicazione delle norme che disciplinano la tutela della riservatezza delle informazioni fornite all’ISTAT e ad altri enti del Sistema statistico nazionale, segnalando anche al Garante per la protezione dei dati personali i casi di inosservanza delle medesime norme o assicurando altra collaborazione nei casi in cui la natura tecnica dei problemi lo richieda. La serie “Rapporti di ricerca” raccoglie i risultati di attività di appositi gruppi di lavoro, promossi e coordinati dalla CGIS in relazione all’adempimento dei propri compiti. La responsabilità del contenuto del rapporto è degli autori, e non coinvolge la Commissione. PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI COMMISSIONE PER LA GARANZIA DELL’INFORMAZIONE STATISTICA Achille Chiappetti, Presidente Marisa Civardi Giulio De Petra Giovanni De Simone Salvatore Distaso Massimo Livi Bacci Claudio Quintano Giovanni Somogyi Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica Via della Vite, n.13 00187 Roma tel. ++39-06-6779.6285 fax ++39-06-6779.6525 e-mail: [email protected] 2 INDICE pag. 1. INTRODUZIONE 1.1. Dieci anni di profondi cambiamenti nelle statistiche dell’istruzione 1.2. Considerazioni preliminari 1.3. L’attività del gruppo di lavoro 1.4. Gli aspetti problematici 2. LE STATISTICHE SULLE SCUOLE 2.1. Le statistiche della scuola dell’infanzia (ex scuola materna) 2.1.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio 2.1.2 I dati di fonte amministrativa 2.1.3 Le rilevazioni “integrative” 2.1.3.A L’unità di rilevazione 2.1.3.B I modelli di rilevazione 2.1.3.C Le fasi della rilevazione 2.1.3.D I livelli di copertura 2.1.3.E Le procedure di controllo dei dati 2.1.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo 2.1.5 Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del MIUR 2.2. Le statistiche della scuola primaria (ex scuola elementare) 2.2.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio 2.2.2 I dati di fonte amministrativa 2.2.3 Le rilevazioni “integrative” 2.2.3.A L’unità di rilevazione 2.2.3.B I modelli di rilevazione 2.2.3.C Le fasi della rilevazione 2.2.3.D I livelli di copertura 2.2.3.E Le procedure di controllo dei dati 2.2.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo 2.2.5 Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del MIUR 2.2.6 Le indagini campionarie 2.3. Le statistiche della scuola secondaria di primo grado (ex scuola media inf.) 2.3.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio 2.3.2 I dati di fonte amministrativa 2.3.3 Le rilevazioni “integrative” 2.3.3.A L’unità di rilevazione 2.3.3.B I modelli di rilevazione 2.3.3.C Le fasi della rilevazione 2.3.3.D I livelli di copertura 2.3.3.E Le procedure di controllo dei dati 2.3.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo 2.3.5 Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del MIUR 2.3.6 Le indagini campionarie 3 7 7 14 19 24 43 49 49 50 52 52 53 56 58 59 61 67 73 73 74 76 76 76 81 82 84 86 90 93 94 94 95 97 97 97 101 102 103 105 109 112 2.4. Le statistiche della scuola secondaria di secondo grado (ex scuola sec. sup.) 2.4.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio 2.4.2 I dati di fonte amministrativa 2.4.3 Le rilevazioni “integrative” 2.4.3.A L’unità di rilevazione 2.4.3.B I modelli di rilevazione 2.4.3.C Le fasi della rilevazione 2.4.3.D I livelli di copertura 2.4.3.E Le procedure di controllo dei dati 2.4.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo 2.4.5 Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del MIUR 2.4.6 Le indagini campionarie 2.4.7 La rilevazione degli esami di maturità 2.5. Gli aspetti problematici: alcuni perché del “gap” informativo 2.6. Riferimenti bibliografici 113 113 114 116 116 116 120 122 123 125 128 131 131 138 147 3. LE STATISTICHE SULL’UNIVERSITA’ 3.1. Rilevazione dei dati sommari 3.1.1 Le fasi della rilevazione 3.1.2 I modelli di rilevazione 3.1.3 I controlli di qualità 3.1.4 La diffusione dei dati 3.2. Rilevazione dei dati definitivi 3.2.1 Le fasi della rilevazione 3.2.2 I modelli di rilevazione 3.2.3 I controlli di qualità 3.2.4 La diffusione dei dati 3.3. Gli aspetti problematici 3.4. Riferimenti bibliografici 150 153 154 155 157 157 159 160 162 169 170 172 174 4. LA PRODUZIONE STATISTICA SULL’ISTRUZIONE IN CAMPO INTERNAZIONALE 4.1. OCSE La rilevazione UOE (UNESCO-UIS/OCSE/EUROSTAT) 4.1.1 Obiettivi 4.1.2 Il modello di rilevazione 4.1.3 La diffusione dei risultati Il programma PISA 4.1.4 Obiettivi 4.1.5 Il disegno campionario 4.1.6 Modelli di rilevazione 4.1.7 La diffusione dei risultati 4.2. EUROSTAT 4.2.1 Le principali indagini sull’istruzione 4.2.2 Le pubblicazioni 4.3. L’esperienza della Francia 4.3.1 Le principali indagini della DEP 4.3.2 La diffusione delle informazioni 175 175 175 175 180 183 188 188 188 189 191 194 197 198 201 201 206 4 4.3.3 Note conclusive 4.4. Riferimenti bibliografici 4.5. Siti internet consultati 209 212 214 5. LE INDAGINI STATISTICHE SULLA TRANSIZIONE SCUOLA E UNIVERSITA’/LAVORO 5.1. L’indagine sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola secondaria superiore 5.1.1 Le fasi della rilevazione 5.1.2 Il disegno di campionamento 5.1.3 I modelli di rilevazione 5.1.4 I controlli di qualità 5.1.5 La diffusione dei dati 5.2. L’indagine sull’inserimento professionale dei diplomati universitari 5.2.1 Le fasi della rilevazione 5.2.2 I modelli di rilevazione 5.2.3 I controlli di qualità 5.2.4 La diffusione dei dati 5.3. L’indagine sull’inserimento professionale dei laureati 5.3.1 Le fasi della rilevazione 5.3.2 Il disegno di campionamento 5.3.3 I modelli di rilevazione 5.3.4 I controlli di qualità 5.3.5 La diffusione dei dati 5.4. Gli aspetti problematici 5.5. Riferimenti bibliografici 5 215 217 217 220 221 226 227 230 230 232 235 236 238 238 242 243 249 250 255 258 6 1. INTRODUZIONE1 1.1. Dieci anni di profondi cambiamenti nelle statistiche dell’istruzione Il processo di modifica che ha riguardato in profondità l’intero sistema formativo italiano, dalla scuola all’università, alla formazione professionale, ad iniziare dai primi anni ’90 e con ritmo via via crescente soprattutto negli anni più recenti, e la riorganizzazione dell’Istituto Nazionale di Statistica con la nascita del Sistema Statistico Nazionale alla fine degli anni ’80, hanno determinato esigenze di cambiamenti di straordinaria rilevanza nell’intero apparato di generazione delle statistiche dell’istruzione ponendo nuovi e più complessi obiettivi in un ambito che già mostrava qualche difficoltà a seguire il passo dell’ordinaria amministrazione. Tutto ciò avviene in un contesto internazionale caratterizzato da fermenti profondi che vedono la risorsa istruzione di ogni ordine e grado e più in generale la formazione, assumere una rilevanza via via maggiore agli occhi dei decisori politici. Nell’ultimo decennio il processo di integrazione europeo ha vissuto un’evoluzione repentina. Il processo di trasformazione geopolitica del continente, avviato dalla caduta del muro di Berlino e dalla riunificazione della Germania, è proseguito con l’allargamento della Comunità Europea a dieci nuovi paesi. Si intravedono grandi potenzialità, ma anche nuovi problemi, dovuti al necessario riferimento all’intera popolazione della Comunità, all’esigenza di integrare territori così diversi e diversamente sviluppati (anche dal punto di vista dello stato e dell’evoluzione dei loro sistemi di rilevazione statistica), alle sfide che giungono dall’esterno del continente. L’esigenza di rafforzare e rilanciare la competitività dell’Europa davanti alle nuove economie emergenti ed ai tradizionali concorrenti, ha reso necessaria l’accurata pianificazione di strategie di sviluppo capaci di valorizzare al massimo le risorse 1 Il presente lavoro è il frutto dell’impegno congiunto di tutti i componenti il gruppo di lavoro. Tuttavia è possibile attribuire le singole parti del rapporto nel modo seguente. Cap. 1 – Introduzione: di Andrea Cammelli; Cap. 2 – Le statistiche sulle scuole: di Barbara Buldo; Cap. 3 – Le statistiche sull’università: di Annalisa Busetta e Angelo di Francia; Cap. 4 – La produzione statistica sull’istruzione in campo internazionale: di Andrea Cammelli e Angelo di Francia; Cap. 5 – Le indagini statistiche sulla transizione scuola e università/lavoro: di Annalisa Busetta e Angelo di Francia. 7 esistenti. Risorse che i paesi europei scoprono sempre più nitidamente assumere i lineamenti della conoscenza, dell’istruzione, della formazione, della ricerca. Si comprende come le tematiche connesse allo sviluppo delle competenze dei cittadini europei, anche adulti (lifelong learning), il rilancio della ricerca avanzata con il maggiore coinvolgimento del settore privato, l’integrazione ed il rilancio del patrimonio culturale rappresentato dalle Università più antiche del mondo, profondamente frammentato ed eterogeneo, organizzandolo in un più coeso sistema europeo dell’istruzione superiore, permeino a fondo il piano di rilancio dell’Europa e del suo protagonismo sulla scala internazionale. Vanno in questa direzione la Strategia di Lisbona, con la quale è intenzione dell’UE conseguire l’ambizioso obiettivo di realizzare in Europa, entro il 2010, “la più dinamica e competitiva economia del mondo basata sulla conoscenza, capace di una crescita economica sostenibile, accompagnata da un miglioramento quantitativo e qualitativo dell’impiego e da una più grande coesione sociale”2, il processo di Bologna che ambisce a creare per la medesima data uno spazio comune dell’istruzione in Europea o ancora, l’ampio dibattito sull’importanza del settore dell’innovazione tecnologica, della ricerca, e dell’internazionalizzazione dell’istruzione come fattore decisivo per la competitività. L’importanza strategica che viene ad assumere il capitale umano investe conseguentemente anche il ruolo e le modalità di operare delle tradizionali agenzie nazionali deputate alla progettazione, alla rilevazione, alla diffusione della documentazione statistica nel campo dell’istruzione e della formazione. Collocare l’analisi dello stato e dell’evoluzione delle statistiche dell’istruzione in Italia in questo più ampio scenario, non rappresenta il tentativo di relativizzare difficoltà e ritardi del nostro paese in questo settore. Offre invece l’opportunità di compierne una lettura che abbia solidi parametri di riferimento all’interno di una condivisa visione prospettica; rappresenta l’occasione per valutare nella misura del possibile la distanza che ci separa dagli obiettivi comuni; stimola la possibilità di confrontare le difficoltà, ma anche i successi raggiunti, con quelli registrabili presso altri organismi nazionali o internazionali. Ma certo obbliga a fare i conti con l’imponente processo di revisioni e di cambiamenti che le prospettive delineate dai nuovi scenari impongono ai tradizionali 2 Conclusioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea, Lisbona 23-24 marzo 2000, punto 5. 8 sistemi di produzione statistica: una vera e propria rivoluzione culturale anche per le statistiche dell’istruzione. In Italia fino agli inizi degli anni ’90 la progettazione, la produzione ed i controlli di qualità, la stessa gestione delle statistiche sull’intero sistema di istruzione erano sostanzialmente realizzate dall’Istituto Nazionale di Statistica. Come si vedrà meglio in seguito, le stesse funzioni verranno successivamente articolandosi fra soggetti ed istanze territoriali differenti (mentre crescenti elementi di autonomia vengono attribuiti alle istituzioni scolastiche ed a quelle universitarie), scommettendo per il loro successo sulla chiara identificazione ed attribuzione dei ruoli e delle competenze e sul ruolo determinante del coordinamento, della collaborazione e della sinergia fra i medesimi. Ampliamento delle tematiche da osservare, diversificazione delle articolazioni territoriali, aumento dei protagonisti da coinvolgere, incremento degli utenti finali fanno sì che la prospettiva verso la quale tendere sia quella di offrire una risposta di sistema di sempre maggiore qualità3. 3 Si ricordano i principali elementi che hanno caratterizzato le riforme introdotte. Per l’istruzione scolastica riguardano: - l’autonomia scolastica (Legge 59/1997) per la quale “Ai fini della realizzazione della autonomia delle istituzioni scolastiche le funzioni dell'Amministrazione centrale e periferica della pubblica istruzione in materia di gestione del servizio di istruzione [...] sono progressivamente attribuite alle istituzioni scolastiche”; e con Legge 53/2003 - il principio dell’obbligo scolastico secondo la definizione di diritto-dovere all’istruzione estendendolo a 12 anni di studio (5 anni scuola primaria, 3 anni scuola secondaria di primo grado, 4 anni scuola secondaria di secondo grado); - la riorganizzazione della scuola secondaria superiore in base a due diversi percorsi formativi: il sistema dei licei che hanno durata quinquennale articolata in due periodi biennali e in un quinto anno che completa il corso di studi. Il quinquennio si conclude con l’Esame di Stato il cui superamento è titolo necessario per l’accesso all’Università ma l’ammissione al quinto anno già consente l’accesso alla Formazione Tecnica Superiore (terzo livello di studio non universitario); - il sistema dell’istruzione e formazione professionale organizzato in un ciclo di studio quadriennale che garantisce l’accesso alla Formazione Tecnica Superiore senza dover sostenere alcun esame finale oppure attraverso l’Esame di Stato garantisce l’accesso all’università previa frequenza di un apposito corso annuale realizzato d’intesa con gli atenei. Vengono anche regolamentate le esperienze formative e stage, realizzati in Italia o all’estero, le esperienze di alternanza scuola-lavoro. Vengono inoltre dettate norme sulla formazione iniziale dei docenti della scuola dell’infanzia del primo e del secondo ciclo, sulla valutazione dell’apprendimento e della qualità del sistema educativo di istruzione e formazione anche tramite la riorganizzazione delle funzioni e della struttura dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema d’Istruzione (INVALSI). Per l’istruzione universitaria si ricorda che la Riforma Universitaria (generalmente applicata a partire dall'anno accademico 2000-2001 ma definita nel decreto 509/1999 e in una serie di altri decreti emanati fra il 1999 e il 2001) costituisce il punto finale di un percorso in atto da almeno una decina di anni nel corso dei quali il legislatore ha progressivamente delegato ruoli e responsabilità, trasformando il ruolo (in 9 Si avvia, intanto, una lunga fase di transizione che vede i processi di riforma determinare la compresenza di attività formative, intese nella più ampia accezione, realizzate secondo i vecchi ed i nuovi ordinamenti e la necessità di monitorare costantemente la validità delle innovazioni introdotte, le carenze, gli aspetti di criticità, gli elementi che necessitano di modificazioni immediate e quelli che esigono ulteriori e puntuali controlli. A prescindere dai ritardi preesistenti, lo stress, per qualunque sistema di rilevazione statistica, risulta evidente e di portata tanto più rilevante e prolungata quanto più ampia è la durata del trapasso dal vecchio al nuovo. Ma altri elementi importanti hanno segnato il decennio determinando una sempre maggiore esigenza di documentazione statistica tempestiva, affidabile e sempre più articolata su base territoriale. Il processo di integrazione a livello europeo e l’attenzione su scala internazionale ai temi dell’istruzione scolastica ed universitaria, della formazione professionale, della formazione continua, richiedono la disponibilità di documentazione pertinente, l’aggiornamento delle classificazioni, la definizione di nuovi indicatori secondo modalità che garantiscano la comparabilità nel tempo e nello spazio. Un impegno tanto più oneroso se si pensa alle difficoltà di garantire la documentazione essenziale agli organismi internazionali anche prima dei profondi cambiamenti che caratterizzano il decennio considerato. Il processo di decentramento in atto nel nostro Paese, con il trasferimento di competenze in numerose materie alle amministrazioni regionali, pone problemi per certi materia di istruzione superiore) del Ministero e del Parlamento: da soggetti dell’organizzazione scolastica che la disciplinano dall'alto attraverso una rigida burocrazia, a suggeritori di linee guida e, in seconda istanza, revisori dei risultati. Con il decreto 509/1999 nasce un sistema di percorsi differenziati in termini di durata e contenuti, il “lavoro di apprendimento” svolto in ognuno dei percorsi è misurato in crediti ed è utilizzabile, del tutto o in parte, per il percorso successivo. In grandissima sintesi, in base alla Riforma le Università possono attivare corsi di Laurea (durata prevista 3 anni, 180 crediti) e Laurea Specialistica (due anni dopo la Laurea, quindi totali 300 crediti); inoltre le corsi per il conseguimento di Master di primo e secondo livello, Diplomi di specializzazione, Dottorati di Ricerca. Le Università possono denominare i corsi di Laurea e di Laurea Specialistica a proprio piacimento e possono in autonomia definirne i contenuti componendone i curricula, ma devono mantenersi nell’ambito di standard nazionali individuati dal Ministero attraverso la definizione delle Classi delle Lauree e delle Lauree Specialistiche nelle quali gli Atenei devono inserire i propri corsi. Le Classi sono “contenitori”, dalle specifiche caratteristiche, destinati a raggruppare i corsi di studio in base ai loro contenuti. Per ciascuna classe sono previsti a livello ministeriale: specifici obiettivi formativi, lo schema in base a cui ripartire una parte dei crediti (non più del 66%) fra sei tipi di attività formative indispensabili, e gli ambiti disciplinari ai quali devono venire riferiti i crediti di tre delle sei attività. In particolare sono attualmente definite: 42 Classi delle Lauree + 4 Classi delle Lauree in Professioni Sanitarie + 1 Classe delle Lauree in Scienze e Tecniche per la Difesa e la Sicurezza; 104 Classi delle Lauree Specialistiche (di cui 4 "a ciclo unico") + 4 Classi delle Lauree Specialistiche in Professioni Sanitarie + 1 Classe delle Lauree Specialistiche in Scienze e Tecniche per la Difesa e la Sicurezza. 10 versi analoghi a quelli evidenziati a livello internazionale e, in ambedue i casi, sottolinea l’esigenza di un maggiore coinvolgimento e di un efficiente coordinamento degli uffici statistici centrali, di quelli degli enti locali e delle Regioni. Uffici statistici che, dal 1989, la legge prevede debbano essere istituiti, “a costo zero”, presso le amministrazioni centrali dello Stato, le aziende autonome, gli enti locali anche in forma associata o consortile4 e che vanno a far parte del Sistema Statistico Nazionale. Un coordinamento che invece fa fatica ad affermarsi, così come la diffusione degli uffici di statistica5. Si afferma in tempi recenti anche nel nostro Paese una nuova attenzione all’articolazione dell’offerta formativa dell’intero settore fra pubblico e privato. Nei paesi sviluppati la competitività dei sistemi economici impone investimenti crescenti in capitale umano ed innovazioni continue nei processi produttivi. Lo sviluppo dell’attività formativa e di ricerca trova però limiti nei vincoli, sempre più consistenti, alla disponibilità di risorse destinate all’intero comparto dell’istruzione/formazione. Assieme alla richiesta alle autorità di governo di risorse più adeguate per il raggiungimento degli obiettivi nel campo della formazione e della ricerca, prende impulso l’attenzione ad una più razionale utilizzazione delle risorse disponibili e ad una migliore allocazione delle risorse. Per i responsabili del settore diventa urgente disporre di un sistema di informazioni in grado di supportare le scelte programmatiche e l’indispensabile attività di controllo e di valutazione. Si fanno largo così sensibilità ed attenzioni a lungo del tutto ignorate nel nostro Paese favorite, probabilmente, anche dagli effetti dirompenti che la forte contrazione della natalità ha determinato nella scuola dell’obbligo facendo intravedere il rischio di scenari del tutto nuovi anche per i livelli successivi di istruzione6. Comincia a farsi strada ed a diffondersi, sia pure in ritardo rispetto ai maggiori paesi7, la cultura della valutazione e su questo terreno risulta 4 D.Lgs. 322/1989. “Sotto un diverso profilo, occorre riconoscere che il Sistan, così come delineato dalla normativa, è ridondante, farraginoso: un improbabile sistema con quasi 9.000 nodi, di peso specifico vistosamente diverso eppure posti su un piano di parità (a meno dell’Istat, ovviamente). A ben vedere, dunque, non è sorprendente se a distanza di tredici anni un terzo delle Province e quasi due terzi dei Comuni – sia pure prevalentemente di piccole dimensioni – neppure hanno costituito l’ufficio di statistica. In sostanza, un ridisegno della rete nei fatti è già avvenuto: per un verso serve prenderne atto; per un altro verso è indispensabile migliorarlo”. [Trivellato, 2002, pp.10-11]. 6 Cfr. A. Cammelli, A. di Francia, A. Guerriero, L'università del 2000, ovvero quando lo studente diventa un bene scarso, Polis, n. 2, 1996. 7 Da tempo “In Francia, la Direction de l’Evaluation et de la Prospective, nell’ambito del Ministero dell’Educatione, calcola annualmente un set di indicatori sullo stato del sistema; negli Stati Uniti, il 5 11 decisivo il ruolo dei sistemi informativi sia per il monitoraggio che per l’orientamento degli interventi mentre gradualmente si avverte l’esigenza di arricchire il quadro informativo con una serie di valutazioni sui servizi offerti, tenendo in considerazione l’opinione degli utenti e l’efficacia degli interventi promossi. Il 1999 vede proliferare l’istituzione e la messa a punto di numerosi centri incaricati di un ampio spettro di monitoraggi e valutazioni. L’istituzione dell’Osservatorio per la valutazione del sistema universitario è del febbraio 1996 poi trasformato (1999) nel Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario (CNVSU)8. Tra la fine degli anni ’80 ed i primi del ’90, sulla spinta della crescente autonomia scolastica si è avvertita anche in Italia la necessità di disporre di un “servizio nazionale” che valutasse la produttività e l’efficacia del sistema scolastico. E’ così che il preesistente CEDE (Centro Europeo dell’Educazione) viene trasformato in Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione9. La valutazione della didattica da parte degli studenti (poi corretta nella rilevazione delle opinioni degli studenti sulla didattica), entra in vigore10 prevedendo che le università acquisiscano “periodicamente, mantenendone l’anonimato, le opinioni degli studenti frequentanti sulle attività didattiche”. La stessa valutazione viene estesa successivamente all’esperienza universitaria da parte degli studenti che concludono gli studi11. La crescente richiesta di informazioni statistiche pone le premesse per l’utilizzazione e la valorizzazione, a questo fine, anche degli archivi amministrativi (prossimamente anche quelli delle anagrafi degli studenti e dei laureati12). rapporto sullo stato dell’educazione previsto dalla legge…presenta un’ampia batteria di indicatori che…prevedono espressamente una sezione di confronti internazionali; in Gran Bretagna, la misurazione delle performances delle università, avviata già dai primi anni ’70, costituisce la base per le decisioni di spesa e l’allocazione delle risorse”. Cfr. Progetto per lo sviluppo di un sistema informativo della formazione e della ricerca scientifica universitaria orientato alla valutazione, Allegato alla Convenzione tra Miur e Istat, Roma ottobre 1994. 8 Il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario è previsto dall'articolo 2 della legge 19 ottobre 1999, n. 370. Il funzionamento del Comitato, è stato disciplinato con D.M. 4 aprile 2000, n. 178 e la sua attuale costituzione è stata disposta con D.M. n. 101 del 14 maggio 2004. 9 Decreto Legislativo 20 luglio 1999, n. 258. 10 Legge n. 370 del 19 ottobre 1999 (“Disposizioni in materia di università e di ricerca scientifica e tecnologica”). 11 Nell’aprile 2003 il Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario approva la “Proposta di un insieme minimo di domande per la valutazione dell’esperienza universitaria da parte degli studenti che concludono gli studi". 12 D.M. 30 aprile 2004 prot. n. 9/2004. 12 A questa vera e propria “rivoluzione culturale” che si avvia in concomitanza al dilatarsi e diversificarsi dell’offerta formativa ed alla crescente partecipazione ai processi di scolarizzazione, fa da sfondo uno scenario sempre più contraddistinto dalla scarsità delle risorse disponibili. Il decennio che lasciamo alle spalle appare, dunque, caratterizzato da profondi ripensamenti riguardanti il sistema delle statistiche pubbliche e l’intero sistema di istruzione e formativo nazionale. Il periodo è contrassegnato da felici intuizioni ma anche da sperimentazioni talvolta improvvisate o incompiute, da ambiziosi progetti di innovazione di entrambi i sistemi ma anche da perduranti difficoltà e resistenze ad accettare le une e le altre, da aperture di grande respiro verso il contesto internazionale ma anche da forti tentazioni localistiche13. In questo contesto si colloca l’impegno della Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica, tendente ad accertare quanta parte di questi sforzi progettuali sia stato avviato o risulti ancora in corso d’opera oppure sia giunto a conclusione. Per la Commissione è importante acquisire un aggiornato e documentato quadro di valutazione della produzione dei dati e delle iniziative assunte in questo campo dall’Istat e dal MIUR, anche al fine della formulazione di possibili suggerimenti, così come è interessante analizzare la produzione statistica sull’istruzione dell’OCSE e dell’EUROSTAT, assieme all’esperienza di un paese straniero quale la Francia. Lo sforzo imponente compiuto in questo decennio per rispondere alla crescente domanda/esigenza di documentazione statistica al fine di armonizzare statistiche dell’istruzione e processi riformatori, è documentato dalla consistenza dei risultati raggiunti in diversi settori e rinvenibile nella lettura attenta dei triennali Programmi Statistici Nazionali (che annualmente, dal 1992, testimoniano della situazione attuale, delle prospettive evolutive della domanda e dell’offerta di informazione statistica, degli obiettivi e progetti), nelle relazioni tecniche di accompagnamento espressioni di interlocutori qualificati[privilegiati] che partecipano ai circoli di qualità, nel parere della 13 D’altra parte “il mondo di oggi è contraddistinto da un paradosso […]: la globalizzazione crescente comporta un aumento delle nuove differenziazioni […]. Cosmopolitismo e provincialismo non sono più in contrasto, anzi, sono interconnessi e si rafforzano a vicenda.” [C. Geertz, Mondo globale, mondo locale, Bologna, Il Mulino, 1999, p. 57]. 13 Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica e nelle relazioni biennali dei suoi Presidenti presentate alla Conferenza nazionale di statistica. 1.2. Considerazioni preliminari Da più parti, anche autorevoli, da tempo si sottolinea l’affermarsi di una crescente domanda di informazione statistica e la necessità di corrispondervi con tutto ciò che questo comporta in termini di maggiori risorse disponibili, di attrezzature, di personale, di piani di sviluppo, ecc.. Contemporaneamente, sono spesso gli stessi interlocutori che denunciano la sottoutilizzazione e perfino l’assoluta mancanza di qualsiasi utilizzazione della documentazione statistica disponibile. Così mentre cresce sicuramente l’esigenza di documentazione statistica affidabile, tempestiva e disponibile, in alcuni settori il nodo centrale non sarebbe dovuto tanto alla consistenza ed alla disponibilità della documentazione statistica (che pure in taluni settori rimane largamente carente) bensì alla mancata piena utilizzazione di quella esistente a supporto dei processi decisionali. Una contraddizione che sembra opportuno inquadrare in un contesto che vede la cultura che caratterizza il nostro Paese, così come quella di tutti i paesi mediterranei, storicamente meno sensibile all’importanza della documentazione di tipo quantitativo diversamente da quanto avviene nei paesi nord-europei e nord-americani. La contraddizione ha dunque radici che apparterrebbero alle differenze esistenti fra culture orientate ai dati e culture orientate al dialogo14. Quanto questo patrimonio genetico sia all’origine della scarsa propensione/fiducia nazionale nella cultura quantitativa è difficile stabilire, ma è certo che esistono altri importanti fattori concomitanti che, ponendosi agli antipodi rispetto all’insegnamento einaudiano “conoscere per governare”, tendono ad accentuare la tentazione di prescindere da qualsiasi apporto documentario di natura quantitativa: la garanzia di potere operare con la massima discrezionalità nelle scelte da compiere15; la maggiore o minore autereferenzialità dei sistemi chiamati ad operare tali scelte16; la completezza e l’utilizzabilità della 14 M. Conoscenti, Per una linguistica della comunicazione interculturale, in G. Cortese, U. Morelli (a cura di), Destinazione Europa. Orientamento Erasmus, Università degli Studi di Torino, Celid, 1999. 15 Cfr. R. Curatolo, Politica, amministratori e statistiche, in R. Peretz (a cura di), Statistica e pubblica amministrazione (ordinamento, struttura, compiti e prospettive di lavoro), Milano, 1983. 16 Tipico, in questo contesto, è il caso del sistema universitario. 14 documentazione stessa (spesso, in alcuni settori e per alcuni intervalli temporali, largamente carenti17). La contraddizione posta da una documentazione statistica da un lato sempre più frequentemente richiesta (si parla di “inadeguatezza alle esigenze degli utenti”) e dall’altro largamente inutilizzata, spesso dagli stessi richiedenti, è il segno di persistenti squilibri ed arretratezze combinate alle esigenze poste dal processo di crescita e di progressiva integrazione dell’Italia nella comunità internazionale. Come è noto, agli inizi degli anni ’90, per esempio, il ritardo che caratterizzava il nostro Paese sul terreno dell’analisi del rendimento dell’istruzione rispetto alla Francia, agli Stati Uniti ed alla Gran Bretagna, si esprimeva nella presenza di gravi lacune informative cosicché l’Italia, pur partecipando al progetto OCSE sui confronti internazionali dell’istruzione, a lungo non è stata in grado di produrre le informazioni necessarie per condurre i confronti previsti. Da allora i passi avanti compiuti sono stati consistenti e non c’è dubbio che il processo d’integrazione europeo, sebbene ancora da realizzarsi compiutamente, ha operato come potente fattore di modernizzazione di una realtà nella quale dunque convivono ancora aspetti fondanti della cultura originaria assieme all’aspirazione di affrancamento dalle sue connotazioni più arretrate ed obsolete e ad esigenze di miglioramento e di razionalizzazione imposte dall’appartenenza alla comunità internazionale. Le differenze, che verranno evidenziate, tra il persistere di ritardi e lacune nelle statistiche sull’istruzione di primo e secondo livello e la tendenza a raggiungere in tempi recenti una relativa tempestività e completezza in quelle riguardanti l’istruzione universitaria, non a caso investita da profondi processi di internazionalizzazione, sembrano confermare questa chiave interpretativa. Una ulteriore riflessione è indispensabile compiere in questa sede per fugare la percezione, diffusa tanto più facilmente in ambiente refrattario o poco alfabetizzato alla cultura del dato, che una qualsiasi serie di numeri, raccolti e magari presentati in forma di accattivanti tabelle o grafici, assuma inequivocabilmente valenza statistica. Tutto ciò 17 Cfr. M. Gattullo, Scolarizzazione, selezione e classi sociali tra scuola secondaria superiore e università. Le indagini speciali dell’Istat, in Questioni attuali di politica scolastica, Clueb, Bologna, 1991. 15 indipendentemente dalle ipotesi conoscitive che ne sono all’origine, dalla conoscenza del fenomeno indagato, dalle scelte definitorie che lo connotano, dalla metodologia di rilevazione, dalla competenza dei rilevatori e degli operatori delle elaborazioni, dal corretto trattamento della documentazione originaria ottenuta. Sotto questo profilo le stesse straordinarie potenzialità offerte dall’adozione di apparecchiature e strumenti informatici (compresa l’utilizzazione che va facendosi strada di datawarehousing), così come i nuovi giacimenti conoscitivi che si rendono disponibili con l’utilizzazione degli archivi amministrativi, costituiscono sempre più una condizione necessaria, eppure certamente non sufficiente a garantire tutti gli elementi costitutivi di una documentazione statistica che si possa definire tale. E’ già stato autorevolmente richiamato il rischio di scomposte euforie legate all’applicazione acritica di nuove tecnologie. Garbage in - garbage out, ricordava nel 2000 l’allora Presidente della Commissione per la Garanzia, e nonostante il tempo trascorso, l’espressione mantiene oggi come allora “un nocciolo di verità […] ed è un utile monito per lo statistico ufficiale (e, a ben vedere, tout court per l’analista).”18 D’altra parte, se le proprietà fondamentali delle statistiche qualitativamente apprezzabili, sono la pertinenza (la capacità cioè che i dati hanno di soddisfare sia gli obbiettivi della ricerca e dell’indagine sia le esigenze conoscitive degli utilizzatori), l’accuratezza, la tempestività, la regolarità, l’accessibilità, la chiarezza, la comparabilità (nel tempo e nello spazio) e la coerenza (l’assenza di contraddizioni tra più fonti statistiche)19, bisogna pur riconoscere che spesso queste proprietà hanno fatto difetto anche nelle statistiche ufficiali dell’istruzione e che, in ogni caso, non risultano facilmente realizzabili soprattutto in periodi di incertezza e di turbolenza che accompagnano abitualmente tutte le fasi di accelerazione e di trasformazioni profonde e continue. Il mancato incontro fra domanda ed offerta di informazione statistica si presta a qualche ulteriore riflessione. Come per qualsiasi altro prodotto esistono infatti pochi 18 U. Trivellato, L’attività della Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica: un quadro di sintesi e spunti di riflessione, Relazione alla Quinta Conferenza Nazionale di Statistica, Roma, 15-17 novembre 2000 [p. 6]. 19 Cfr. B. Buldo, C. Filippucci, V. Napoli, R. Bernardini Papalia, Analisi della qualità delle operazioni sul campo con riferimento alle principali indagini campionarie dell’ISTAT sulle famiglie, Rapporto di ricerca n. 00.01, Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica-Presidenza del Consiglio dei Ministri, luglio 2000. 16 dubbi sul fatto che il migliore controllo della qualità dei dati immessi in un qualunque sistema sia dovuto all’utilizzazione continua, immediata e diretta dell’informazione raccolta da parte degli utilizzatori finali. Per gli studiosi impegnati nell’analisi retrospettiva di fenomeni sociali, può essere che la tempestività con cui la documentazione è resa disponibile risulti di secondaria importanza. Ma per qualsiasi responsabile cui competano oneri decisionali, la tempestività, assieme all’affidabilità della documentazione naturalmente, assume valore cruciale a costo della rinuncia alla documentazione stessa; non necessariamente per carenza di affidabilità, completezza, ecc. ma semplicemente per la impossibilità di disporne con la celerità richiesta dal processo decisionale stesso. In entrambe i casi il controllo di qualità effettuato attraverso l’utilizzazione non si realizzerà (o si realizzerà in ritardo) e domanda ed offerta di documentazione statistica continueranno a marciare su binari paralleli: il produttore di informazione statistica progettando risposte a domande che rischiano di essere superate o virtuali, il decisore (il policy maker) compiendo scelte non rinviabili ma dovendo fare a meno della necessaria informazione statistica di supporto. Il primo interrogandosi sulla scarsa attenzione e sensibilità nei confronti della propria attività, sulla frequente incertezza perfino dei finanziamenti necessari per realizzare inderogabili compiti istituzionali (censimenti compresi), e addirittura per la pretesa di raggiungere nuovi e più complessi traguardi “a costo zero”; il secondo chiedendosi (sommessamente) se il rapporto qualità/costo di un servizio pubblico tanto delicato non risulti squilibrato. Fino a tutto l’anno scolastico 1992-93 per quanto riguarda l’istruzione di base, media e media superiore, e fino a tutto l’anno accademico 1994-95 per l’istruzione universitaria, tutta la produzione delle statistiche di ogni ordine e grado era sostanzialmente affidata all’Istat. L’istituzione del Sistema statistico nazionale (SISTAN)20 e la riorganizzazione dell’Istituto Nazionale di Statistica, favoriscono il processo di graduale trasferimento delle attività di produzione delle statistiche sulle scuole e sull’università ai Ministeri competenti (fino al 2000, distintamente, il Ministero della Pubblica Istruzione-MPI, ed il Ministero dell’Università-MURST, successivamente unificati dal 2001 nel Ministero 20 Decreto legislativo n.322 del 6. 9. 1989. 17 dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca-MIUR); un processo che inizia dall’anno scolastico 1993-94 per le scuole e dall’anno accademico 1995-96 per l’università. Sostanzialmente il riordino del settore tendeva a definire le diverse competenze dei differenti protagonisti, favorendo il processo di integrazione dell’insieme delle statistiche del settore (istruzione, compresa quella universitaria ma anche la formazione professionale). In questo piano strategico la progettazione delle rilevazioni delle statistiche correnti e il supporto metodologico ai Ministeri sono demandati all’Istat in collaborazione con i ministeri competenti, mentre è assunta da questi ultimi la gestione delle statistiche correnti. All’Istat sono ancora affidate le indagini in tema di transizione scuola e università-lavoro. Con il trasferimento ci si attendevano vantaggi consistenti in termini di migliore utilizzazione del patrimonio conoscitivo del sistema informativo del MIUR, e di disponibilità di risorse interne all’Istat (prima destinate alla produzione corrente dei dati sulle scuole) per condurre specifiche indagini ed approfondimenti; con l’obiettivo dunque non solo di un’utilizzazione più efficiente delle risorse complessivamente dedicate dai diversi enti pubblici coinvolti, ma anche di garantire un’informazione statistica più completa ed efficace. Tutto il piano, come si comprende, fondava la sua possibilità di riuscita, nei tempi brevi imposti dalle circostanze, su alcuni elementi fondamentali: a. la scelta di tempi e modalità d’avvio compatibili con la programmazione delle attività ordinarie dei settori coinvolti; b. la disponibilità di personale numericamente adeguato e professionalmente attrezzato; c. la piena collaborazione di tutti gli organismi interni coinvolti (evitando la moltiplicazione dei centri decisionali o, peggio, il ricorso ad agenzie esterne con l’effetto dell’ulteriore frammentazione delle competenze, e con la difficoltà di applicare procedure di correzione e imputazione a dati prodotti all’esterno del Miur); d. l’unicità, riconosciuta e condivisa, dell’autorità di indirizzo e di coordinamento delle strutture interessate; e. uno sforzo di progettazione capace di coniugare le potenzialità rese disponibili dall’introduzione di nuove tecnologie informatiche con competenze capaci di trattare grandi quantità di dati coerenti con definite ipotesi conoscitive fornendo i necessari strumenti interpretativi. Dove il problema della presenza di agenzie esterne, è bene precisare, risalta soprattutto per la carenza di coordinamento, tanto più grave in assenza di un chiaro disegno progettuale. Così è potuto avvenire, per esempio, che 18 l’ufficio di statistica del MIUR, non essendo consultato per la parte statistica relativa alla gestione del Sistema informativo da parte della società esterna, non abbia alcun controllo sull’operato della stessa, dunque nemmeno il pieno controllo di alcune fasi del processo di rilevazione dei dati. Il passaggio delle consegne avrebbe dovuto essere preceduto ed accompagnato, insomma, oltre che dalla definizione credibile delle tappe da percorrere anno per anno, da un adeguato programma di formazione del personale, da una razionalizzazione dei contenuti informativi e da innovazioni nella tecnica di acquisizione dei dati. Non a caso sono questi altrettanti punti qualificanti rinvenibili nella Convenzione siglata tra il Murst e l’Istat nel 199421 sul terreno della formazione universitaria e che, si presume, rappresentino altrettanti punti fermi nell’intesa che fra Istat e MPI sarà sicuramente stata siglata anche sul fronte dell’istruzione di base e secondaria (ma che purtroppo non è stato possibile rintracciare). 1.3. L’attività del gruppo di lavoro Seguendo i compiti assegnatigli il gruppo di lavoro ha operato ricostruendo analiticamente aspetti importanti delle statistiche del sistema scolastico ed universitario, nell’intervallo temporale di riferimento; con l’ottica rivolta intanto all’accertamento dell’esistenza o meno delle statistiche ritenute utili e necessarie e poi alla qualità della produzione delle statistiche ed alla loro diffusione e disponibilità. Così la ricostruzione ha riguardato l’analisi delle diverse fasi della rilevazione, l’esame dei modelli di rilevazione utilizzati, l’approfondimento dei controlli di qualità, ma anche l’aspetto sempre più cruciale connesso alla diffusione della documentazione statistica stessa. Ovunque è stato possibile, un impegno particolare è stato posto con l’obiettivo di sintetizzare in poche, chiare tabelle sinottiche i tratti fondamentali del processo evolutivo sviluppatosi nell’intervallo considerato, evidenziando quelle che, a parere del gruppo di lavoro, sono sembrate le modifiche, le migliorie, gli ampliamenti, le perdite di informazioni intervenute. Al termine di ogni capitolo si è cercato inoltre di richiamare l’attenzione su quelli che sono sembrati i più evidenti elementi di criticità e gli aspetti più problematici. 21 Progetto per lo sviluppo di un sistema informativo della formazione e della ricerca scientifica universitaria orientato alla valutazione, Allegato alla Convenzione tra Murst e Istat, Roma ottobre 1994. 19 Allo scopo di rendere pienamente autonoma la lettura di ciascun capitolo, evitando la frammentazione del testo e continui rinvii ad altre parti del Rapporto, si è preferito replicare per ogni ordine di scuola l’intero percorso seguito dal processo di produzione e di diffusione delle statistiche, anche quando si trattava fondamentalmente di processi identici. Nonostante la collaborazione ottenuta dagli uffici coinvolti, quasi ovunque solleciti a rispondere alle richieste, l’acquisizione della documentazione necessaria non sempre è stata agevole, così come la consultabilità su internet di quella consentita solo con particolari autorizzazioni che ha sofferto di lunghi tempi di attesa per l’autorizzazione stessa. Tutto ciò ha costituito un ulteriore elemento di difficoltà ed ha comportato assieme a qualche incompletezza, la dilatazione dei tempi previsti per l’ultimazione del Rapporto. Di grande utilità sono risultati gli incontri realizzati a livello nazionale con dirigenti e ricercatori dell’Istat e con dirigenti e responsabili degli uffici di statistica del MIUR che hanno consentito approfondimenti diversamente irrealizzabili. Sul versante delle statistiche degli organismi internazionali indicati dalla CGIS (Ocse ed Eurostat) e della Francia, assieme alle preziose valutazioni di alcuni studiosi e di dirigenti di tali organismi (incontrati appositamente a Bologna e in Lussemburgo), particolarmente preziosa si è dimostrata l’accessibilità alla documentazione disponibile su Internet. Con l’intento di procedere ad una più ampia ricognizione del processo di produzione dei dati dal centro alla periferia e viceversa nel settore delle statistiche dell’istruzione pre universitaria, tanto più necessaria alla luce del processo di autonomia scolastica, di regionalizzazione e di decentramento, il programma del gruppo di lavoro aveva sottolineato l’opportunità di incontrare, eventualmente in appositi focus group, protagonisti e testimoni privilegiati (dirigenti ed operatori scolastici), utilizzatori finali e policy maker della produzione, dell’elaborazione e della diffusione delle statistiche del settore (assessori provinciali e regionali, associazioni imprenditoriali, ecc.). Ciò avrebbe consentito inoltre di individuare specifiche problematiche derivanti dall’accorpamento degli istituti scolastici, di mettere in luce particolari esigenze conoscitive al fine di una migliore gestione della scuola, e l’eventuale necessità per le Regioni di una produzione di dati differente o comunque più ampia di quella esistente. Difficoltà a procedere speditamente lungo il programma inizialmente tracciato, tempi stretti e limitatezza dei 20 fondi necessari hanno obbligato a ridurre al minimo questa parte del programma di lavoro. Non sempre, purtroppo, gli sforzi prodotti sono stati pari ai risultati attesi, né forse sarebbe stato possibile attendersi di più; ciononostante il quadro complessivo che emerge dalla ricostruzione compiuta (pur con inevitabili lacune) si presenta ampiamente esplorato e ricco di elementi e di spunti di riflessione. A dieci anni dall’avvio dell’intero processo il quadro che ci si presenta è invece profondamente diversificato; gli obiettivi ed i risultati programmati sono andati progressivamente realizzandosi sul terreno dell’istruzione universitaria, mentre sul fronte dell’istruzione primaria e secondaria l’intero arco di tempo è contrassegnato sì da qualche segnale positivo (le nuove indagini Istat sull’inserimento professionale dei diplomati e sulle spese delle famiglie per l’istruzione, per esempio) ma soprattutto risulta contraddistinto da gravi difficoltà e ritardi che in qualche caso hanno perfino fatto regredire la parte più tradizionale della produzione di dati sulle scuole (sugli alunni, insegnanti, ecc.). Sarebbe stato di sicuro interesse e di grande aiuto potere esaminare la convenzione verosimilmente sottoscritta fra Ministero ed Istat alla vigilia del trasferimento al primo della produzione delle statistiche sulle scuole. Certo è che su questo versante il processo di decentramento ha costituito per molti aspetti un tale insuccesso da mettere in serio dubbio l’esistenza di un meditato piano di lavoro capace di programmare obiettivi, modalità e tempi di realizzazione. Il trasferimento della produzione delle statistiche dell’intero comparto istruzione di ogni ordine e grado, infatti, sembra essere avvenuto senza gradualità, in modo repentino, senza valutarne l’effettiva realizzabilità, in assenza di assistenza metodologica e tecnica da parte dell’Istat nella fase del passaggio, e per di più “a costo zero”, cioè senza potenziare in alcun modo l’ufficio di statistica del MIUR. La situazione, come si vedrà dettagliatamente, ha alimentato per lunghi anni apprensioni profonde in tutti gli organi responsabili e nei più attenti utilizzatori della documentazione (si vedano i Programmi Statistici Nazionali, le Relazioni di accompagnamento, i pareri della Commissione di Garanzia, le relazioni dei Presidenti della medesima alle Conferenze nazionali di Statistica, ecc.), tanto più preoccupati “perché potrebbe essere indicativa di possibili 21 complicazioni nella complessiva strategia di coordinamento fra Istat e amministrazioni centrali idonee a assicurare qualità e tempestività nel rilascio delle statistiche ufficiali”. Esperienza del tutto differente risulta il processo di decentramento della produzione delle statistiche sulle università dall’Istat al MIUR. Intanto perché è stato preceduto, fin dal 1994, da una Convenzione fra i due organismi volta a sviluppare il sistema informativo della formazione e della ricerca scientifica universitaria con precise finalità di verifica dell’efficienza e dell’efficacia del sistema stesso. Una Convenzione ed un Progetto che hanno coerentemente fissato obiettivi e contenuti, puntando alla lettura integrata delle variabili cardine rappresentate dal contesto di riferimento (andamento demografico della popolazione, tassi di attività e di disoccupazione, variazione del PIL, status sociale degli studenti e dei docenti), dai costi e dalle risorse (spesa per l’università in rapporto al PIL; quota di spesa per personale, attrezzature, ricerca; incidenza del finanziamento pubblico, ecc.), dal processo formativo (insegnamenti per docente, monte ore dedicate alla didattica, spazi didattici, distribuzione delle risorse fra sedi e corsi di laurea, ecc.), dai risultati (percentuale di laureati rispetto alla classe di età, numero esami e voti superati, consistenza degli abbandono, sbocchi occupazionali e tassi di disoccupazione per indirizzo di studi, ecc.). La medesima Convenzione stabiliva le tappe del piano di lavoro sottolineando inoltre come il passaggio delle consegne tra l’Istat ed il Ministero “dovrà essere preceduto ed accompagnato, oltre che da un adeguato programma di formazione per quanti presso il MURST svolgeranno il nuovo compito, da una razionalizzazione dei contenuti informativi raccolti e da innovazioni nella tecnica di acquisizione dei dati”. I risultati non sono rimasti a livello di enunciazioni di principio. Certamente il quadro di riferimento e l’insieme dei vincoli posti dal rapporto con le università (77 mentre si scrive) sono naturalmente infinitamente meno complessi e di gran lunga più agevoli di quelli imposti dalla rete fittissima che delinea l’intero sistema scolastico nazionale. Ma è giusto sottolineare come un programma ben strutturato, un positivo coordinamento fra Istat e Miur ed atenei, ed un gruppo ben formato e competente di addetti abbiano consentito un notevole miglioramento delle tradizionali statistiche universitarie, adottando in breve tempo strumentazioni e tecniche di rilevazioni più efficienti, riducendo complessivamente i tempi di produzione delle stesse e di diffusione 22 delle statistiche, garantendo agli organismi internazionali la necessaria documentazione di base. Non mancano tuttavia, come si vedrà, limiti da superare ed ulteriori obiettivi da raggiungere. Ma sul fronte universitario si può ben dire che la documentazione oggi disponibile è molto ampia ed ha potenzialità conoscitive ben superiori a quelle normalmente utilizzate dagli organi di governo, centrali e periferici, delle università. Oggi la situazione, così gravemente insoddisfacente sul versante delle statistiche sulle scuole, pare avviata a soluzione. Nella recente riorganizzazione del MIUR (2004) infatti, con l’istituzione della nuova Direzione generale studi e programmazione sui sistemi dell’istruzione, dell’università, della ricerca e dell’alta formazione artistica musicale e coreutica, sono state poste le premesse per il superamento dei nodi più rilevanti: la mancanza di coordinamento fra i diversi interlocutori e la carenza nello sviluppo della cultura dell’impostazione delle rilevazioni statistiche, della raccolta dei dati statistici e della loro stessa utilizzazione. Una cultura sicuramente sofferente per la soggezione delle funzioni statistiche alle attività informatiche prevalenti nella precedente collocazione degli uffici statistici nella Direzione per l’automazione informatica e l’innovazione tecnologica. Le evidenze empiriche che hanno contrassegnato l’evolversi della situazione fino all’estate-autunno 2003 sembrano così avere mutato decisamente di segno e promettere il ritorno alla normalità. Nel PSN 2005-2007 si rileva infatti “la presenza di importanti segnali di miglioramento” e la CGIS sul medesimo piano triennale, sottolinea con evidente sollievo nel proprio parere “Il completamento del lungo percorso di riorganizzazione del Miur, avvenuto solo nei primi mesi del 2004”. Le stesse preoccupazioni più volte sottolineate circa il trasferimento di rilevazioni importanti come quella sugli esiti degli esami di maturità presso strutture esterne al Sistan (l’INValSI) sembrano in via di superamento. L’interesse dell’INValSI più agli aspetti qualitativi della documentazione raccolta che non agli aspetti quantitativi era stato all’origine di consistenti problemi nell’utilizzazione statistica di tali fondamentali informazioni. Nell’ottica di una futura revisione delle modalità di acquisizione delle informazioni sugli esami di stato la nuova Direzione generale studi e programmazione ha già fatto un primo passo: a partire da luglio 2004, il MIUR ha iniziato la rilevazione 23 sugli esiti degli esami di stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore. L’ottimismo per le modifiche intervenute non debbono fare dimenticare che i ritardi accumulati in tanti anni nelle statistiche delle scuole non saranno facilmente né completamente recuperabili, tantomeno nel breve volger di tempo. 1.4. Gli aspetti problematici Problematiche di fondo, progettazioni, soluzioni avviate, lavori in corso, ecc. risultano a differenti stati di avanzamento, ma le linee caratterizzanti lo scenario in cui operano tutti i protagonisti europei risultano sostanzialmente comuni; ma in Italia, in alcuni settori e per qualche aspetto, assumono una valenza del tutto particolare. Il ruolo crescente che i processi formativi di ogni ordine e grado sono andati assumendo in Europa ed in tutto il mondo sviluppato, particolarmente in questi ultimi anni, i crescenti investimenti in istruzione, i profondi processi riformatori dei sistemi formativi, l’ampliarsi dell’Europa a nuove realtà, il bisogno di realizzare il processo di integrazione, sono tutti elementi che hanno disegnato nuovi scenari conoscitivi, sollecitato nuovi e più ampi terreni d’indagine, reso più incalzante la domanda di informazioni statistiche tempestive, affidabili e comparabili nello spazio e nel tempo ai tradizionali centri nazionali deputati a svolgere queste funzioni, hanno favorito la proliferazione di enti ed organismi, spesso finanziati con denaro pubblico, impegnati a rispondere con sollecitudine alle nuove esigenze conoscitive. Avere sottolineato come gran parte delle problematiche siano comuni non riduce né stempera, ovviamente, la portata dei problemi che ci riguardano direttamente come paese: consente semmai di analizzarli in un contesto più ampio, potendo disporre di importanti punti di riferimento e di essenziali elementi di comparabilità, apprezzandone così appieno la portata. Nel nostro Paese, fino a pochissimo tempo fa, parlare di statistiche sull’istruzione voleva dire fare riferimento essenzialmente alle statistiche degli studenti: quasi sempre in ritardo, difficilmente trovabili e comunque poco diffuse, spesso inutilizzabili (o indisponibili) per i confronti internazionali, ma certamente esistenti; ciò che non avveniva per la documentazione statistica del personale (docente e non), delle strutture edilizie, delle attrezzature, dei costi. 24 La sintesi degli aspetti problematici, sul terreno delle statistiche sulle scuole, potrebbe ridursi in realtà alla sottolineatura, più volte richiamata, della carenza progettuale, dell’assenza di coordinamento e di organizzazione delle attività statistiche fra Ministero interessato (al livello centrale e nelle sue articolazioni periferiche) ed Istat, unitamente alla penuria di risorse umane con competenze statistiche. Soprattutto dal vuoto di progettazione complessiva, traggono origine i principali, numerosi insuccessi che hanno caratterizzato l’intero processo di decentramento mettendo in seria discussione la stessa continuità delle precedenti statistiche sull’istruzione. Le forzature e la frettolosità che sembrano avere accompagnato il passaggio delle consegne fra Istat e Ministero competente (meno competente di quanto sarebbe stato necessario, bisogna dire, vista la carenza di personale preparato destinato a questo compito) hanno infatti finito per surrogare l’assenza di coordinamento con la proliferazione dei centri decisionali, ritardando scelte non rinviabili, frammentando anche fra soggetti esterni ai protagonisti primari- indispensabili processi di accertamento della qualità delle rilevazioni compiute e della documentazione statistica prodotta. La difficoltà di improntare l’intero procedimento di rilevazione e di produzione della documentazione statistica nel settore ad una condivisa razionalità statistica ha finito per rendere cieco lo stesso indispensabile processo di informatizzazione, alimentando dubbi ed incertezze circa il grado di copertura, la qualità, la validazione dei dati inseriti nel sistema informatico. Ciò non toglie che il processo di informatizzazione della rilevazione dei dati procede positivamente consentendo, attraverso il collegamento informatico diretto con ogni scuola, di contenere il precedente interminabile percorso burocratico. Un rallentamento che si registrava anche a causa dell’iter seguito dai modelli di rilevazione attraverso i Provveditorati agli studi – organi intermedi di rilevazione –caratterizzati da livelli di efficienza molto differenziati fra loro. Da sottolineare come il processo di informatizzazione non sia esteso alle scuole non statali per le quali non risultano obblighi formali in tal senso, con il risultato che, anche nel caso delle rilevazioni “integrative”, le statistiche sulle scuole non statali hanno una tempestività ritardata rispetto a quelle relativa alle scuole statali. 25 I limiti e le carenze prodotti in questo settore non potevano che seguire coerentemente. Dall’interruzione delle serie storiche alla produzione di documentazione saltuaria e incompleta; dalla mancanza di sistematicità nella diffusione della documentazione raccolta con le rilevazioni integrative alla mancata copertura per le scuole non statali (la cui documentazione è diffusa solo per l’anno 2001-2002); dalla difficoltà nella disponibilità ed accessibilità della documentazione sul processo di produzione dei dati da parte del Miur alla complessità per l’accesso ai dati elementari. Di tali difficoltà ovviamente ha finito per risentirne anche la presenza e l’attendibilità del nostro Paese nelle pubblicazioni dei principali organismi internazionali, rendendo difficoltosi, quando non addirittura impossibili, anche elementari aspetti di comparabilità. Si è già ricordato come un programma ben strutturato, un positivo coordinamento fra Istat e Miur ed atenei, ed un gruppo ben formato e competente di addetti abbiano consentito un notevole miglioramento delle tradizionali statistiche universitarie, adottando in breve tempo strumentazioni e tecniche di rilevazioni più efficienti, riducendo complessivamente i tempi di produzione delle stesse e di diffusione delle statistiche, garantendo agli organismi internazionali la necessaria documentazione di base. Un quadro contrassegnato da aspetti sostanzialmente positivi dove non mancano, tuttavia, margini di ulteriore miglioramento. Un contesto dove una delle preoccupazioni maggiori per chi progetta con cura le attività di rilevazione statistica è dovuta ai complessi mutamenti imposti dalla riforma universitaria ed alle incognite di ulteriori profonde modifiche in corso d’opera; con tutte le difficoltà che è possibile immaginare, con il rischio di alimentare la tentazione di arrestare il tutto in attesa di capire cosa fare, e con la sola certezza di rendere improbabile qualsiasi seria operazione di verifica. Delle variabili da tenere sotto osservazione evidenziate nel progettato sistema informativo previsto nella Convenzione tra Murst ed Istat del 1994, diverse hanno trovato una risposta adeguata, per esempio quelle che riguardano l’articolazione per qualifica del personale non docente, altre non ancora, come la documentazione sull’edilizia e sugli spazi didattici. Delle risorse finanziarie impegnate si trova puntuale 26 riferimento nella documentazione internazionale rilevata con l’indagine UOE22 e più irregolarmente e/o su richiesta anche a livello nazionale. Anche sul terreno dei risultati rimangono ancora parzialmente insoddisfatte le domande riguardanti le votazioni riportate, i tempi e le modalità degli abbandoni (dunque la loro reale consistenza) ed ancora quelle sugli sbocchi professionali degli studenti che hanno interrotto gli studi; quelle sui brevetti, sulle pubblicazioni, ecc. Lo stesso accertamento della consistenza della popolazione universitaria ha posto fino a qualche anno fa rilevanti problemi dovuti alla scelta della data di riferimento per misurarla. Questo era tanto più vero per il collettivo degli immatricolati al primo anno, la cui consistenza subisce sistematiche variazioni particolarmente sensibili nei primi dodici mesi. Fino al 1995-96 compreso, la questione dipendeva dalla differenza esistente fra iscritti al 31 gennaio (data di riferimento per la rilevazione “definitiva” Istat sulla popolazione universitaria) ed iscritti effettivamente accertati successivamente al termine ultimo stabilito per il pagamento della seconda rata delle tasse universitarie. Una popolazione di immatricolati che alla seconda delle due rilevazioni risultava sistematicamente e significativamente di più ridotta consistenza per effetto della mancata conferma dell’iscrizione da parte di coloro che non avevano pagato la seconda delle rate previste. Una popolazione che specifici studi avevano verificato (fin dal 1994) essere non solo numericamente più ridotta ma anche strutturalmente diversa per età, genere, diploma secondario di provenienza, voto di maturità, estrazione sociale23. Ancora, una popolazione che a quella data non poteva nemmeno includere appieno la sua componente estera a causa delle complesse pratiche burocratiche necessarie per il perfezionamento della loro iscrizione. 22 Unesco, Ocde, Eurostat (cfr più avanti). Sull’argomento e sulle distorsioni causate dalla sistematica inclusione fra gli iscritti ufficiali anche di coloro che si sono limitati a pagare solo la prima delle due rate di tasse previste (iscritti fantasma), tanto più frequenti fino a quando la prima rata è stata di modesta consistenza, si veda: A. Cammelli, Tendenze dell'istruzione universitaria, in Regione Emilia Romagna-Osservatorio del Mercato del Lavoro, Rapporto 1993, Bologna 1994; (idem) Rapporto 1995 Bologna 1996; Cammelli A. di Francia A., Studenti, università, professioni: 1861-1993, in Storia d'Italia, Annali 10, I Professionisti (a cura di M. Malatesta), Einaudi, Torino 1996. “Gli approfondimenti compiuti hanno evidenziato in modo inequivocabile,…, come l’area degli iscritti fantasma veda sovrarappresentati i diplomati provenienti dall’ampio ventaglio di istituti tecnici e professionali. Di più: fra questi ultimi, diversamente da quanto avviene per i liceali fra i quali le iscrizioni fantasma crescono al diminuire del voto di maturità, l’iscrizione fantasma aumenta in corrispondenza delle votazioni più elevate. … il sovradimensionamento degli immatricolati con diploma di maturità tecnica e professionale, particolarmente di quelli con le votazioni più alte che evidentemente sono i primi a trovare collocazione sul mercato del lavoro, finisca per drammatizzare la loro performance universitaria e per alimentare diffusi stereotipi”. Cfr. A. Cammelli, Contare gli studenti, in Annali di Storia dell’Università italiana, Bologna, 2000. 23 27 Lo spostamento da parte dell’Istat della data di riferimento per la rilevazione “definitiva” dell’ammontare della popolazione al 31 luglio (avvenuta con la rilevazione per l’anno accademico 1996/97), e successivamente (dalla rilevazione per l’anno 1997/98) l’adozione di una nuova definizione di “iscritto” (che è tale solo una volta pagata anche la seconda rata dovuta), nella misura in cui sia stata effettivamente recepita dalle università ha avviato a soluzione i problemi summenzionati accertando più correttamente la reale consistenza della popolazione universitaria24, degli abbandoni, della riuscita finale. Ma, ovviamente, non ha potuto eliminare il rischio di una doppia contabilità nel sistema universitario: quella ufficiale (di fonte MIUR), corretta, disponibile però soltanto nell’anno accademico successivo a quello di riferimento, e la contabilità interna ad ogni singola università, disponibile in tempo reale ma tale da sovradimensionare la popolazione immatricolata e gli abbandoni del primo anno, deprimendo la riuscita finale. E’ del tutto evidente che un’analisi per coorti, pure auspicabile, che si sviluppasse a partire dalla contabilità interna dei singoli atenei risulterebbe ingannevole. Il problema risulta tutt’altro che marginale; tanto che il CNVSU, per parametrare gli interventi in funzione della popolazione universitaria dei singoli atenei, tralascia quella iscritta al primo anno. Si è accennato ai problemi posti dalla presenza degli studenti stranieri in Italia. Una componente importante ed un tema, quello della mobilità internazionale per motivi di studio, che va assumendo una rilevanza crescente parallelamente al procedere dell’integrazione europea ed al ruolo centrale rivestito in tale processo dalla conoscenza 24 Avverte l’Istat nel volume Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1997-98, Roma, 2000: “Dallo scorso a.a. la rilevazione… è stata posticipata di sei mesi, da gennaio a luglio. Lo spostamento…consente di cogliere più correttamente il volume degli studenti , considerato il ritardo con cui vengono perfezionate le iscrizioni in particolare da parte degli immatricolati e dei fuori corso. Per effetto della nuova data…gli immatricolati hanno subito un decremento…”; segnala poco più avanti la stessa avvertenza che “Per raffinare ulteriormente la rilevazione…nell’indagine qui pubblicata, si è adottata una nuova definizione di iscritto: alle segreterie è stato…richiesto di conteggiare come iscritti esclusivamente gli studenti che, alla data della rilevazione (31 luglio), risultavano avere pagato l’ultima rata di iscrizione. …Il criterio restrittivo introdotto…ha determinato un decremento del numero di iscritti”. Per quanto riguarda gli immatricolati al primo anno, le differenze accertate dal confronto fra la rilevazione al 31 gennaio e quella al 31 luglio, escludendo i due primi anni per i quali l’Istat stessa non garantisce che tutte le università siano state in grado di adottare la nuova definizione, risultano comprese fra il 10 e 4,7 per cento, rispettivamente per gli a.a. 1998-99 e 2002-2003. Permane il dubbio che anche oggi l’adozione di questa nuova definizione di immatricolato sia possibile per tutti gli atenei, in ogni caso si consideri che i valori medi complessivi per ateneo su ricordati sono la sintesi di consistenti differenziazioni per tipologia del corso (lauree, diplomi universitari), facoltà, ateneo. 28 intesa come primaria risorsa. Questi temi sono rimasti, invece, a lungo estranei al dibattito sul ruolo dell’università per lo sviluppo della società al punto che il nostro paese, per lungo tempo, non è stato in grado nemmeno di apprezzarne la reale consistenza. E’ vero che sulla stessa definizione di studente straniero vi è stata, e permane, una pluralità di orientamenti ed un’ampia discrezionalità dei governi circa la documentazione statistica fornita. L’ambiguità, persistente in molti paesi, tra cittadinanza come elemento ereditario (jus sanguinis) e cittadinanza acquisita come conseguenza dell’integrazione in una comunità nazionale (jus loci), ha da sempre reso problematica la comparabilità statistica della mobilità studentesca a livello internazionale25. Paradigmatico è il caso della Germania dove ancora nel 2003 l’OCSE rilevava che circa un terzo dei numerosi studenti stranieri in questo paese erano in realtà residenti o nati in terra tedesca26. Ma la disomogeneità della documentazione era il frutto anche di improvvise variazioni nella definizione dei collettivi rilevati, sempre nell’ambito degli iscritti esteri. Fino al 1990, ad esempio, la Gran Bretagna conteggiò solo gli studenti a tempo pieno, salvo includere (dall’anno 1993) nel conteggio gli studenti part-time dilatando così sensibilmente il collettivo degli studenti esteri rilevato ben oltre la crescita reale27. Oggi sulla risorsa strategica “studenti stranieri”, che è andata ulteriormente articolandosi grazie al potenziamento dei programmi comunitari Erasmus-Socrates, l’attenzione si è fatta più consistente . A segnalare la persistenza di ritardi e carenze resta, per gli iscritti esteri, la mancata disponibilità di gran parte della documentazione di base necessaria per valutare la riuscita negli studi; la stessa documentazione da tempo disponibile, invece, per il complesso della popolazione universitaria. Per gli iscritti si tratta dell’anno di prima immatricolazione all’università, delle posizioni fuori corso e ripetenti, della distribuzione per età28, delle annualità superate e dei crediti acquisiti; per i laureati dell’anno di prima immatricolazione, della mobilità intersedi, del voto di laurea, della posizione fuori corso, della distribuzione per età. Per quanto riguarda gli 25 Cfr. Cammelli A, 1990, pp. 25-29; Cammelli A, 2003, p.129. Cfr. OECD, 2003a, p. 274. 27 Cfr. UNESCO, 1997, p. 3-381. 28 Che viene rilevata sia per gli iscritti che per i laureati ma non è resa disponibile. 26 29 studenti che svolgono programmi comunitari (Erasmus/Socrates) bisogna dire che rappresentano un pianeta largamente inesplorato29. Anche la mobilità interna per motivi di studio pone delicati problemi; tanto più rilevanti in funzione della sua consistenza e della sua direzione (nell’ambito dello stesso ateneo o verso e da altri atenei). La difficoltà a conoscere compiutamente i flussi in entrata e in uscita altera le performance dei diversi atenei deprimendo la riuscita finale di quelli interessati da flussi in uscita e enfatizzando/sovradimensionando quelli interessati dai flussi opposti30. Sotto questo profilo nemmeno il riferimento alla figura del laureato stabile (quello cioè che ha svolto per intero il proprio curriculum studiorum nella stessa facoltà e nello stesso ateneo-sede) risolve completamente il nodo; continua infatti a penalizzare le realtà con mobilità in uscita. Traguardando i risultati ottenuti attraverso i parametri usualmente utilizzati per valutare la qualità delle informazioni statistiche, sul versante dell’università sembrano possibili alcune, ulteriori, sintetiche valutazioni. Resta complessa, alla luce della documentazione attualmente disponibile, l’analisi per coorti e quindi lo studio accurato della regolarità e della dispersione31. Le migliori performance del sistema universitario, per esempio, in che misura sono tributarie del diverso calcolo degli immatricolati? L’indisponibilità dei modelli di tutte le rilevazioni compiute e della approfondita documentazione delle varie fasi dell’indagine rappresentano, inoltre, elementi di forte limitazione all’aspetto chiarezza. Così come ha rappresentato un sicuro handicap il ritardo che per diverso tempo ha contraddistinto la pubblicazione dei tradizionali volumi32. La stessa presentazione, davvero sempre più tempestiva, della pur ricca documentazione attraverso il sito web dovrebbe essere migliorata e resa più user friendly. Per l’utente non completamente attrezzato risulta non sempre agevole comprendere il percorso da compiere per individuare la documentazione cercata. L’aggiornamento continuo delle statistiche pubblicate rappresenta un sicuro salto di 29 Non sono frequenti gli studi che mettono a confronto le performance degli studenti Erasmus e di quelli privi della medesima esperienza. Cfr. A. Cammelli, I laureati Erasmus/Socrates: anno 1999. Origine sociale; curriculum studiorum; condizione occupazionale, in Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, Osservatorio Statistico dell’Università di Bologna, Ottobre 2000. 30 Per un approfondimento, circoscritto alla popolazione studentesca straniera, si veda: A. Cammelli, I laureati stranieri a Bologna fra il 1945 e il 1988, in Provincia di Bologna, Osservatorio. Congiuntura, Economia, Informazioni, n. 1, 1989. 31 Che non può essere soddisfatta da quanto pubblicato dal Miur in tema di abbandono universitario (http://www.miur.it/scripts/IU/IU_abbandono.htm). 32 L’ultimo volume dell’Istat sulle statistiche dell’istruzione universitaria, relativo all’a.a. 1997-98, riporta la data di stampa del novembre 2000. 30 qualità che andrebbe valorizzato con una maggiore evidenziazione delle date degli aggiornamenti apportati, aspetto tanto più cruciale nella pubblicazione di documentazione statistica. La produzione statistica sull’istruzione da parte degli organismi internazionali, con i suoi pregi e con i suoi limiti, viene ampiamente trattata in uno specifico capitolo di questo Rapporto. Ci si limiterà in questa sede ad alcune considerazioni più generali. Non c’è dubbio che l’OCSE esercita oggi nello scenario mondiale un ruolo preponderante nell’ambito della produzione statistica internazionale e non solo. L’assetto politico di questa istituzione, principale think tank al servizio delle relazioni internazionali tra paesi sviluppati e da essi fortemente promosso ed economicamente sostenuto, unito alle difficoltà delle Nazioni Unite come luogo del confronto tra gli Stati ed interlocutore di primo piano, si riflette efficacemente anche nel più ristretto ambito della produzione statistica internazionale nel settore dell’istruzione. L’influenza dell’OCSE risulta tale da svolgere un ruolo di guida nel dibattito sull’istruzione dettandone molto spesso i tempi ed i contenuti. Temi come, il passaggio dell’istruzione da attività gestita esclusivamente (o quasi) dallo Stato a fenomeno integrato a livello globale ed in regime concorrenziale, l’offerta di sempre nuovi servizi da parte degli istituti di formazione anche oltre i propri compiti istituzionali, il lifelong learning, la verifica della qualità dell’istruzione, il management ed il marketing accademico, ecc. sono certamente istanze economiche e politiche reali che dovutamente amplificate dalla ampia attività pubblicistica dell’OCSE vengono diffuse capillarmente presso gli organi di governo dell’istruzione, gli analisti ed i responsabili didattici, esercitando un’influenza sulla programmazione dell’istruzione. Che tale attività di indirizzo venga svolta da un organismo come l’OCSE piuttosto che da un’agenzia dell’ONU, soggetta al controllo dei governi del mondo ovviamente non è un fatto privo di significato. La qualità dell’informazione statistica è certamente migliorata rispetto al passato. La riforma delle procedure di rilevazione sfociate nella costituzione dell’UIS-UNESCO33, nel maggiore coinvolgimento dell’OCSE e nella collaborazione tra queste due 33 Si tratta dell’Unesco Institute for Statistics, con sede a Montreal, istituito nel 1999 in seno all’Unesco. 31 organizzazioni e l’EUROSTAT34 ha reso possibile nel corso del tempo un’apposita rilevazione UOE35 e la produzione di una documentazione, che seppure ancora limitata a 62 paesi, è sicuramente più significativa della precedente produzione UNESCO. Come si vedrà meglio la diffusione della documentazione è svolta in maniera indipendente dai tre istituti. La documentazione OCSE risulta preponderante e le collane Education at a Glance e Education Policy Analysis sono certamente gli strumenti a più larga diffusione, dove la presentazione dei dati è supportata da ampi commenti e spiegazioni. Negli ultimi anni la gamma degli indicatori sull’istruzione si è ulteriormente arricchito grazie al Program for International Student Assessment (PISA) che con apposite indagini triennali iniziate nel 2000, si è proposto di accertare le capacità e le conoscenze dei 15enni dei principali paesi industrializzati, monitorando così anche l’efficacia dei sistemi scolastici dei rispettivi paesi. Confortante il fatto che l’Italia rientri nel novero degli 11 paesi (sui 32 partecipanti) che sono stati “capaci di garantire sotto tutti gli aspetti gli standard internazionali della ricerca36”. Il PISA ha consentito una documentazione originale la cui produzione è stata promossa a livello internazionale e messa in atto con il benestare dei Governi nazionali da gruppi di lavoro indipendenti nei diversi paesi. Sono stati fatti rilevare tuttavia alcuni fattori di criticità: a) il rischio di omologazione culturale delle indagini nazionali secondo standard anglosassoni; b) la necessità che la conduzione dell'indagine sia seguita da chi ha la competenza scientifica per farlo. Se la diffusione della documentazione tramite pubblicazioni e rapporti sembra essere sufficientemente ampia e strutturata (almeno quella prodotta dall’OCSE), un ragionamento a parte merita la disponibilità della documentazione on line tramite l’accesso diretto alla consultazione delle banche dati. Gli strumenti messi a disposizione 34 L’organizzazione interna di EUROSTAT ha vissuto nei primi mesi del 2004 un imponente avvicendamento di personale il quale sembra essere il più visibile effetto delle pesanti polemiche in cui quest’istituzione è rimasta coinvolta negli ultimi mesi. Occorre però ricordare che la mobilità dei funzionari all’interno dei diversi servizi della Commissione è frequente e spesso connessa all’avanzamento delle carriere personali. L’elevato turn-over del personale ha l’effetto di compromettere spesso la “memoria storica” all’interno dei singoli settori. 35 Si tratta della rilevazione annuale congiunta Unesco, Ocse, Eurostat con la quale, dal 1993 viene effettuato il monitoraggio in chiave comparativa delle performance dei sistemi d’istruzione dei paesi coinvolti. 36 Cfr. E. Nardi, Introduzione al Rapporto PISA 2000 per l’Italia, (senza anno di pubblicazione), p. 31. 32 dell’OCSE per la consultazione dei dati UOE e PISA consentono sì una grande autonomia nell’estrazione e consultazione dei dati, ma non sono di facile utilizzazione. Da sottolineare, per concludere, come anche nell’attività degli organismi internazionali l’analisi della mobilità internazionale per motivi di studio sia in diversa misura sofferente per almeno due aspetti già ricordati: la non univocità nella definizione di “studente straniero” nei diversi paesi europei, che si traduce nel sovradimensionamento di quella componente, e la carenza di documentazione adeguata per operare articolate ed attendibili analisi comparative riguardanti le caratteristiche e le performance degli studenti Erasmus/Socrates rispetto ai loro colleghi che non presentano questo tipo di esperienza nel loro bagaglio formativo37. L’analisi dello stato e dell’evoluzione delle statistiche dell’istruzione nella vicina Francia, seppure compiuta in modo meno dettagliato, mostra interessanti aspetti che meritano di essere segnalati e che vanno seguiti con attenzione. Occorre premettere che in questo settore l’organizzazione complessiva del sistema statistico francese sembra rispecchiare fedelmente l’impostazione centralistica dello Stato transalpino. I dati fluiscono dagli istituti d’istruzione al Ministero secondo uno schema di tipo bottom-up e tramite procedure in via di informatizzazione. Al Ministero dell’Istruzione spetta il compito di aggregare la documentazione in base al tipo di utilizzazione, sia essa di carattere amministrativo (previsioni sui flussi di studenti ai diversi livelli di istruzione), finanziario (stanziamento delle risorse pubbliche) o informativo (diffusione della documentazione attraverso le numerose pubblicazioni generalmente di buona qualità). La diffusione della documentazione, invece, è di tipo top-down. Un sistema così strutturato ha l’indubbio vantaggio di garantire l’uniformità della documentazione, la completezza su tutto il territorio nazionale, la comparabilità nel tempo e nello spazio, ma presta il fianco alle critiche di chi, ricercatori e studiosi universitari, lamenta la difficile concertazione tra produttori ed utilizzatori di statistiche pubbliche. 37 Commissione delle Comunità europee, Indagine sulla situazione socio–economica degli studenti Erasmus – Relazione della Commissione, Bruxelles, 18/1/2000. Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, L’esperienza della mobilità internazionale: gli studenti Erasmus italiani, a cura di G. Finocchietti, Fondazione Rui, febbraio 2001. 33 La questione è tanto più rilevante avendo a mente che anche la Francia è interessata in questi anni da un profondo e complesso processo di riforme degli studi superiori avviato al fine di armonizzare il sistema francese, uno dei più diversificati d’Europa, alle linee di sviluppo del processo di Bologna. E che in questa fase di transizione (il processo di riforma dell’ordinamento degli studi è stato avviato nel 2002 e dovrebbe entrare a regime sull’intero territorio nazionale a partire dall’anno accademico 20050638) è avvertito più diffusamente l’interesse a sistematiche e tempestive forme di monitoraggio e di valutazione dei cambiamenti in atto. In Francia l’informatizzazione risulta indubbiamente ad uno stadio assai avanzato ed ancora di più lo sarà nel prossimo futuro. Regolamentata nell’ordinamento francese fin dal 1985, la raccolta informatizzata dei dati nominativi nel settore dell’istruzione sta concludendo la fase di passaggio dalla metodologia di rilevazione statistica classica per mezzo di moduli cartacei, capace di raccogliere informazioni solo in forma aggregata, ai sistemi di rilevazione informatizzati in grado di immagazzinare informazioni individuali ed ampliare le opportunità di analisi anche ad un grado elevato di disaggregazione. L’informatizzazione, che risulta ormai completata per i livelli secondario e terziario, una volta estesa anche alla scuola primaria potenzierà sensibilmente l’intero sistema di rilevazione statistica francese, e favorirà il disegno del Ministero competente volto a creare un sistema integrato di banche dati per livello d’istruzione attraverso l’attribuzione a ciascuno studente di un codice identificativo nazionale. E’ evidente che ci si propone così di realizzare livelli di conoscenza sistematica più approfonditi e tempestivi anche attraverso specifiche analisi longitudinali, mentre il collegamento tra le banche dati permetterà un’analisi dettagliata dei percorsi di studio. Analisi, bisogna ricordare, che in Francia, attraverso specifiche indagini campionarie avviate fin dalla coorte degli iscritti al primo anno della scuola secondaria nel 1973 e che proseguono tuttora coinvolgendo gli iscritti nel 1995, vantano una tradizione affermata e restano una delle migliori esperienze nello studio dei percorsi scolastici (e non solo) ad iniziare dal primo anno della secondaria. Sotto questo profilo l’esperienza francese può costituire un utile punto di riferimento per il nostro Paese. 38 Cfr. “Rapporto Paese” presentato dal Governo Francese alla Consiglio Europeo dei Ministri dell’Istruzione, Berlino 18-19 settembre 2003. 34 Il Programma a medio termine 2004-2008 redatto dal Conseil National de l’Information Statistique (CNIS)39 pone precisi obiettivi per la realizzazione del sistema integrato di cui prevede il funzionamento a pieno regime al termine del periodo considerato: a) attribuzione da parte del Ministero di un codice identificativo nazionale (INE) ad ogni studente che fa il proprio ingresso nel sistema d’istruzione francese; b) istituzione presso il Ministero di un sistema centralizzato d’identificazione che consenta di fornire all’amministrazione scolastica il codice identificativo dello studente proveniente da un diverso livello d’istruzione; c) conservazione per un periodo di tempo limitato, presso le singole strutture d’istruzione, delle informazioni associate al codice identificativo; d) le analisi statistiche e, in particolare, quelle relative ai percorsi formativi saranno garantite dalla trasmissione dei dati alla Direction de l'Ėvaluation et de la Prospective (DEP) del Ministère de l’Education Nationale de l'Enseignement Supérieur et de la Recherche. Il numero identificativo verrà criptato per impedire di risalire ad informazioni sensibili attraverso l’utilizzo di variabili di ricerca quali nome, cognome, data di nascita, ecc. I dati così immagazzinati saranno conservati a livello centrale (DEP) per lunghi periodi e potranno essere resi disponibili ad operatori e ricercatori. Nello stesso Programma a medio termine 2004-2008 viene espressa la volontà, entro il 2008, di selezionare un nuovo panel fra gli studenti della scuola secondaria al fine di esaminarne l’evoluzione in un contesto caratterizzato da profondi cambiamenti e di sistematizzare (ed ampliare) la raccolta delle informazioni sulla famiglia di origine. E’ evidente che un sistema siffatto, una volta a regime, consentirà fra l’altro di limitare il numero delle informazioni richieste nelle rilevazioni successive a quella effettuata al momento del primo ingresso dello studente nel sistema di istruzione, disponendo già per ciascuno di esso dei dati raccolti in precedenza. Di grande interesse anche le indagini volte a valutare l’apprendimento e le competenze degli studenti delle scuole primarie e secondarie condotte a partire dal 1989 attraverso Ėvaluations Diagnostiques e dal 2003, con una metodologia analoga a quella della rilevazione precedente ma su campioni numericamente più consistenti, attraverso Ėvaluation-bilan. Questa indagine consente di valutare il livello d’apprendimento degli 39 CNIS (2003), Programme Statistique à moyen terme 2004-2008, Parigi, 29 settembre 2003. (Documento interno). 35 studenti in momenti decisivi del loro percorso scolastico e di individuare i fattori sui quali è necessario intervenire per migliorare il successo scolastico. Dunque la Francia conduce queste indagini mentre prosegue su questo stesso terreno la sua adesione a programmi internazionali quali PISA dell’OCSE. Il sistema integrato di indagini sulla transizione scuola e università/lavoro messo a punto dall’Istat, sulla base dell’esperienza acquisita in precedenza con i laureati, verso la fine degli anni ’90, consente di avere ora a disposizione un quadro confrontabile ed articolato su uno dei temi più delicati e più caldi negli anni più recenti. E sorprendentemente ignorato, bisogna aggiungere, fino al termine degli anni 8040, e poi analizzato, nelle prime esperienze, con modalità, ritmi, tempi di presentazione dei risultati di grande interesse per gli scienziati storico-sociali, ma meno utilizzabili per i decisori dentro e fuori dalle università e per gli addetti alla delicata funzione dell’orientamento. Un quadro, quello sinteticamente tratteggiato, sintomatico del tiepido interesse per la risorsa conoscenza di parte della società; se non altro per verificare la corrispondenza tra formazione impartita e formazione utilizzata, per accertare la conformità fra competenze disponibili ed esigenze della società, fra costi e ricavi per la collettività. Occorre aggiungere subito che oggi, assieme alla disponibilità di un quadro confrontabile ed articolato, si registrano significativi miglioramenti anche nei tempi di diffusione dei risultati, facilitati anche dall’avvento di Internet e dalla disponibilità sul sito dell’Istat dei volumi completi delle indagini, ancor prima che questi vengano perfezionati per la stampa (sui volumi cartacei, recentemente, viene doverosamente riportata anche la data di pubblicazione41). Miglioramenti stimolati anche dal crescente numero di iniziative -interne ed internazionali- sul medesimo terreno. Rimangono, tuttavia, alcuni aspetti problematici. 40 La prima indagine sugli sbocchi professionali dei laureati viene svolta dall’Istat, nel 1989 sulla coorte dei laureati dell’anno 1986. (Istat 1990). 41 Il massimo di chiarezza è tanto più necessario quando la divulgazione attiene documentazioni riferite a fenomeni datati nel tempo e la cui acquisizione ha riguardato intervalli temporali più o meno ampi, soprattutto nei confronti di particolari categorie di utilizzatori (gli addetti alla funzione dell’orientamento in ingresso ed in uscita dall’università, per esempio). La pubblicazione dei dati di alcune indagini sulla condizione occupazionale dei laureati negli anni ’90, per esempio, è avvenuta -come per tante riviste scientifiche regolarmente in ritardo- in data formalmente anticipata rispetto a quella reale. Determinando così inevitabile confusione tra documentazione statistica tempestiva e documentazione statistica fresca di stampa. 36 Per alcuni la soluzione può essere trovata prevedendo un’integrazione alla documentazione fino ad ora pubblicata. Ampiamente migliorabile, per esempio, l’apparato metodologico esplicativo dei risultati presentati, così come la completezza delle informazioni relative a modalità e tempi necessari per la predisposizione degli elenchi dei laureati, periodo di svolgimento della rilevazione, controlli di qualità dei risultati, tassi di risposta (per genere, ateneo, gruppi di corsi, residenza del laureato, ecc.). Per altri sembra necessario, in prospettiva, assieme ad un’analisi puntuale un ripensamento dello schema di indagine fino ad ora adottato. L’ampiezza dell’intervallo di tempo intercorso fra conseguimento della laurea/diploma universitario ed intervista telefonica (o compilazione del questionario) impone un’attenta valutazione essendo evidente che l’occupabilità è funzione del tempo trascorso. Le indagini Istat confermano questa relazione e consentono di apprezzarne la consistenza (come si vedrà meglio il differenziale del tasso di attività cresce dai 6 ai 25 punti percentuali dilatando l’intervallo dell’intervista dai 25-27 mesi ai 40-41 mesi dopo la laurea, che sono i tempi concreti di risposta registrati dalla prima indagine Istat). Rebus sic stantibus la valutazione puntuale dei risultati dell’indagine non può prescindere dalla disponibilità della documentazione appropriata, cioè della distribuzione degli intervistati secondo il tempo trascorso fra conseguimento del titolo ed intervista, affiancata dai relativi dati occupazionali; della stessa documentazione, per intenderci, fornita in occasione della prima indagine (1989), ma non nelle successive. L’analisi della transizione fra scuola/università ed il mondo del lavoro rappresenta sicuramente il primo obiettivo da garantire, con continuità e tempestività: iniziando, pur con tutte le cautele interpretative evidenti e ormai note, anche ad un solo anno dalla conclusione degli studi42. Ma è convinzione sempre più diffusa ed obiettivo largamente auspicato, non solo in Italia, che l’osservazione debba estendersi, anche al percorso di vita professionale del laureato, almeno per tutti i primi anni post laurea, meglio se adottando le metodologie proprie dell’analisi longitudinale. Su questo stesso terreno, con questa metodologia, l’Istat aveva avviato un’interessante sperimentazione nel 1991 42 D’altronde richieste dalle recenti disposizioni del MIUR in merito alla valutazione dei risultati di processo che rendono indispensabile la realizzazione del monitoraggio sull’efficacia esterna delle lauree triennali e di quelle specialistiche a ciclo unico ad un anno dal conseguimento del titolo. 37 intervistando i laureati del 1986 (quelli stessi già intervistati nel 198943); una sperimentazione che non è più stata rinnovata e che meriterebbe di essere riproposta44. Il richiamo a quella esperienza, e all’intervista replicata a cinque anni dall’acquisizione del titolo di studio, sollecita un’ulteriore riflessione circa l’intervallo di tempo (fra acquisizione del titolo ed effettuazione dell’intervista) più idoneo a rispondere alle molteplici domande che vengono poste agli studi sull’occupabilità. L’interesse all’estensione dell'indagine a 5 anni dalla laurea, andando oltre la soglia del triennio successivo all’acquisizione del titolo, trova conferma anche in recenti rilevazioni45. Specifici approfondimenti hanno messo in evidenza, infatti, che un'indagine circoscritta ai tre anni successivi alla conclusione degli studi, per quanto approfondita, accentua gli elementi di omogeneità che caratterizzano i primi approcci al mondo del lavoro piuttosto che evidenziarne le differenze. L'allargamento dell'intervallo temporale di osservazione consente intanto di estendere l’indagine anche ai laureati di facoltà storicamente organizzate con percorsi formativi post laurea di fatto più o meno obbligatori (medicina e chirurgia, giurisprudenza, alcuni corsi di laurea di Scienze matematiche, fisiche e naturali, per limitarci a qualche esempio), di analizzare inoltre la portata del valore aggiunto della formazione post laurea nell'accesso alle posizioni lavorative più ambite dal laureato e più richieste dai settori avanzati del sistema economico del Paese, ed ancora di restituire un'immagine più nitida dell'efficacia esterna dei differenti percorsi formativi, almeno di quella percepita dal laureato. I miglioramenti significativi che si sono avuti nei tempi di diffusione dei risultati delle indagini Istat potrebbero ulteriormente migliorare riducendo la durata di formazione delle liste di campionamento (dimezzati fra il 1998 e il 2001 ma che ancora richiedono tempi troppo lunghi: sette mesi) e di abbattere i mancati contatti nelle interviste telefoniche, che riguardano ancora oltre un terzo degli intervistati e che, al di là della rappresentatività assicurata dall’Istat sulle variabili prescelte per stratificare il campione (genere, sede universitaria, corso di laurea), potrebbero costituire fattore di non banale distorsione. 43 Istat, Indagine longitudinale sugli sbocchi professionali dei laureati, Collana d’informazione, n. 25. L’interesse e la rilevanza attribuita ad indagini longitudinali sui diplomati di scuola secondaria superiore e sui laureati sono stati confermati dai responsabili dell’Istat, assieme all’impossibilità di realizzarle per scarsità di risorse. 45 Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, La condizione occupazionale dei laureati 2003, Bologna 2004. 44 38 Un’ultima riflessione riguarda la presenza dell’Italia nelle indagini sulla transizione scuola/università-lavoro svolte a livello europeo. Come è noto da alcuni anni, al già voluminoso questionario sulle forze di lavoro, viene allegato un questionario supplementare (ELFS Ad Hoc Module). I temi affrontati da questa indagine supplementare cambiano di anno in anno ed approfondiscono aspetti rilevanti nel dibattito europeo. Di particolare interesse, nel contesto affrontato in questo Rapporto, appare l’indagine sulla transizione studio-lavoro condotta in 12 diversi paesi46 nella primavera del 2000 e diretta a tutti i giovani in età compresa tra i 15 ed i 35 anni che hanno concluso (conseguendo o meno un titolo di studio) un qualsiasi percorso di studi negli ultimi 10 anni. Dai risultati di tale indagine emerge che l’Italia presenta, fra i 12 paesi esaminati, la situazione più problematica: un’attività lavorativa non coerente con gli studi compiuti riguarderebbe, infatti, il 50% dei diplomati di scuola secondaria superiore e il 37% dei laureati del nostro Paese. Senza spingere troppo a fondo l’esame del metodo utilizzato e delle definizioni adottate per l’indagine, occorre rilevare che il criterio impiegato per l’accertamento della coerenza fra percorso di studio e impiego nel mercato del lavoro, individuato nella diretta corrispondenza tra settore di istruzione e ramo di attività economica, pone condizioni di una rigidità quantomeno discutibile. D’altronde, già di per sé difficile da definire, la coerenza fra studio e professione risulta funzione non solo del diverso percorso di studio intrapreso (specialistico o generalista) ma anche del tempo necessario a valorizzare appieno le competenze apprese. La comparabilità a livello internazionale dei processi di transizione al mercato del lavoro risulta ancora fortemente pregiudicata dalla difformità dei sistemi formativi e tale situazione certamente aggrava la situazione del nostro Paese, tanto più che il confronto avviene tuttora con le performance risultanti dai percorsi di studio precedenti la riforma. Indispensabile sarà ripetere la verifica rispetto agli obiettivi introdotti dal nuovo ordinamento. Ricorrendo alla “efficacia della laurea”, un indicatore risultante dalla sintesi fra utilizzazione delle competenze acquisite e necessità formale e sostanziale del titolo per 46 Eurostat, Le passage de l’école à la vie professionnelle chez les jeunes Européens – Partie II, in Statistiques en bref, Theme 3 – 5/2003. Lo studio analizza e pone a confronto i risultati di Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Slovenia, Svezia, Ungheria. 39 il lavoro svolto, si superano le rigidità definitorie sul tema coerenza studi/lavoro (adottate da Eurostat) offrendo una chiave interpretativa del fenomeno più composita47. A ben guardare il complesso delle questioni analizzate, nonostante gli indubbi miglioramenti, gli sforzi innovativi, gli accorgimenti metodologici adottati, ecc. hanno continuato a conservare una parte delle problematiche originarie. Completezza, tempestività, ed aggiornabilità rimangono gli aspetti più critici, gli obiettivi più difficili da assicurare agli utilizzatori, soprattutto ai decisori finali48. Anzi la rapidità con cui il quadro di riferimento nel settore istruzione è andato modificandosi, l’ampiezza e lo spessore che l’informazione statistica è andata acquisendo, la rilevanza attribuitale da una nuova e più forte sensibilità nei suoi confronti, la capacità che le viene richiesta di misurare sempre più in tempo reale i fenomeni indagati, le crescenti esigenze di valutazione che vanno difondendosi, ecc. tutto ciò rende sempre più evidenti i limiti connessi alle tradizionali rilevazioni statiche. Rilevazioni unidimensionali, capaci tuttalpiù di restituire l’istantanea del fenomeno studiato al momento x, superate già mentre si concludono, rapidamente obsolete, frequentemente tenute in vita in mancanza di alternative (e comunque a patto di non citarne l’età). Così il ricorso a rilevazioni continue, dinamiche, in grado di rappresentare la realtà coniugandola alla variabile tempo mano a mano che essa si modifica e si trasforma, diventa sempre più frequente e sempre più necessario. E’ con queste esigenze, in questo contesto e con le prospettive che le può garantire la diffusione della tecnologia informatica che prendono sempre più quota, in Italia e non solo (sicuramente la Francia), ipotesi prima e specifici progetti poi che puntano all’utilizzazione dello strumento anagrafe. Nel campo delle statistiche dell’istruzione ciò prelude al passaggio all’anagrafe degli iscritti degli studenti di ogni ordine e grado, dei laureati, ecc. Perché ogni anagrafe che sia tale, come quella della popolazione, vive e si alimenta delle stesse caratteristiche più volte richiamate: assicura la completezza perché riguarda tutta la popolazione osservata; consente di modificare le caratteristiche delle unità che la compongono, dunque è aggiornabile; ipotizza che le modifiche possano essere apportate in qualunque istante, dunque è tempestiva. 47 Cfr. Cammelli, di Francia, 2004, p. 513. Occorre “valorizzare il ruolo degli utenti e la politica dell’ascolto”, sottolinea –fra l’altro- il Presidente dell’Istat annunciando la Settima Conferenza nazionale dell’Istituto sul tema “Statistica ufficiale. Bene pubblico”. 48 40 L’anagrafe non rappresenta, è chiaro, la panacea di tutte le difficoltà; né risponde a qualsiasi domanda (per chi non sa dove andare il vento non è mai quello giusto, scriveva Seneca). E’ evidente che solo anagrafi progettate, strutturate ed alimentate con una chiara visione delle ipotesi conoscitive e degli obiettivi finali perseguiti e rispondenti alle caratteristiche sopraricordate, possono moltiplicare enormemente le potenzialità conoscitive. Riprendendo uno per uno i tanti nodi emersi sulle statistiche dell’istruzione in questo Rapporto, si possono misurare compiutamente le soluzioni positive possibili attraverso l’utilizzazione di un’anagrafe ben concepita e ben alimentata. Dall’accertamento della reale consistenza della popolazione scolastica ed universitaria in ogni fase dell’anno e secondo la differente ipotesi conoscitiva49, allo speculare, corretto dimensionamento degli abbandoni, alla determinazione della regolarità e della concreta riuscita negli studi. Dalla mobilità interfacoltà nell’ambito del singolo ateneo, alla mobilità territoriale per motivi di studio, alla stessa mobilità internazionale. L’utilizzazione della metodologia d’indagine per coorti uscirebbe così dal novero delle rituali invocazioni accademiche per imboccare la strada della reale praticabilità. La certezza delle coordinate essenziali della documentazione statistica garantirebbe, finalmente, la comparabilità nel tempo e nello spazio delle statistiche dell’istruzione. L’aggiornamento dei dati, che certo non può avvenire motuproprio, può ridurre tempi e costi di formazione di eventuali liste di campionamento e può abbattere significativamente le percentuali di mancati contatti nella somministrazione di interviste telefoniche (riducendo corrispondentemente l’attività di sostituzione). La predisposizione di tali liste nell’ambito delle indagine sulla condizione occupazionale dei laureati, per esempio, all’Istat è costata 13 mesi per l’indagine del 1998, 7 mesi per quella del 2001. E ancora: nelle interviste telefoniche Istat somministrate a laureati e diplomati di scuola media superiore nelle indagini svolte fra il 1998 e il 2001 i mancati contatti sono risultati sempre superiori al 32 per cento. Dunque la progettazione e l’avvio dell’anagrafe intesa come risposta possibile al complesso delle problematiche poste dalle crescenti esigenze conoscitive sul terreno 49 E’ evidente, per esempio, che la consistenza degli immatricolati è differente per il responsabile del bilancio interessato alle risorse su cui contare (indipendentemente dalle caratteristiche degli immatricolati), e per il nucleo di valutazione impegnato ad analizzare la regolarità degli studi (per il quale la popolazione di riferimento sarà costituita dai soli immatricolati per la prima volta al sistema universitario, regolarmente iscritti). 41 dell’istruzione, con una duplice attenzione: allo sviluppo essenziale di una relazione sinergica fra portatori delle ipotesi conoscitive e portatori delle conoscenze e sensibilità statistiche ed informatiche da un lato; dall’altro con una attenzione speciale al delicatissimo aspetto della riservatezza, della privacy. Ad un livello superiore permangono, ovviamente, gli interrogativi di fondo, le resistenze più o meno esplicite legate alla diffusione, all’accesso ed alla utilizzabilità del patrimonio informativo disponibile, strettamente connesse alla consapevolezza (qualche volta occultata dietro la protezione, fin troppo zelante, dei dati personali) della stretta relazione esistente fra informazione e potere. Resistenze e difficoltà che appaiono delinearsi già, per esempio, sul terreno delle statistiche dell’istruzione superiore, nella vicina esperienza francese (tradizionalmente assai più avanzata nella realizzazione di indagini longitudinali, impraticabili in assenza di dati nominativi), sotto forma di difficoltà all’accesso ai dati individuali degli iscritti all’università a pur autorevoli istituti di ricerca indipendenti, e di riluttanza dei rettori alla diffusione delle performance realizzate dai singoli atenei. Come tutti i progetti seri e complessi anche un’anagrafe (sia pure degli iscritti nelle scuole e nelle università), per realizzarsi, ha bisogno grande chiarezza, di molte attenzioni, di differenti competenze, del massimo di condivisione fra gli addetti; e soprattutto non sopporta improvvisazioni. 42 2. LE STATISTICHE SULLE SCUOLE 1. Fino agli inizi degli anni ’90 la produzione delle statistiche sul mondo della scuola era sostanzialmente affidata all’Istituto nazionale di statistica (Istat), che forniva informazioni statistiche a cadenza annuale sui principali aggregati relativi alle scuole (unità scolastiche, classi, alunni, insegnanti, ecc.). Ma, a seguito del consolidarsi del Sistema informativo dell’allora Ministero della pubblica istruzione (MPI50) e dell’introduzione del decreto legislativo n. 322 del 6.9.1989, che istituiva il Sistema statistico nazionale51 (Sistan) ed evidenziava l’importanza dell’utilizzo di dati amministrativi a fini statistici, è iniziato, a partire dall’a.s. 1993-94, un processo graduale di trasferimento delle attività di produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al Ministero competente (MIUR) (i tempi del passaggio sono indicati nello Schema A). Secondo l’Istat e il MIUR, questo processo consentiva di ottenere vantaggi rilevanti: (i) il MIUR poteva utilizzare al meglio il patrimonio conoscitivo del proprio Sistema informativo e (ii) l’Istat, liberando risorse interne prima destinate alla produzione corrente dei dati sulle scuole, poteva dedicarsi ad approfondire l’analisi del mondo scolastico, attraverso specifiche indagini di carattere socio-demografico. 50 A partire dal 2000 il MPI e il Ministero dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica (MURST) sono stati unificati nel Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR). Quindi, nel testo del presente lavoro, le sigle MIUR e MPI verranno utilizzate indifferentemente. 51 Secondo quanto indicato dall’art. 2 del decreto legislativo n. 322/1989 e successive integrazioni “Fanno parte del Sistema statistico nazionale: a) l’Istituto nazionale di statistica (ISTAT); b) gli uffici di statistica centrali e periferici delle amministrazioni dello stato e delle amministrazioni ed aziende autonome, istituiti ai sensi dell’art. 3; c) gli uffici di statistica delle regioni e delle province autonome; d) gli uffici di statistica delle province; e) gli uffici di statistica dei comuni singoli o associati e delle unità sanitarie locali [ora Aziende unità sanitarie locali]; f) gli uffici di statistica delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura; g) gli uffici di statistica, comunque denominati, di amministrazioni e enti pubblici individuati ai sensi dell’art. 4; h) gli altri enti ed organismi pubblici di informazione statistica individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”. Tutti questi soggetti “operano in una sorta di rete informativa rilevando i dati di natura amministrativa di loro interesse, elaborandoli in proprio e riversandoli nel sistema, collaborando alla realizzazione delle rilevazioni previste dal Programma Statistico Nazionale, contribuendo allo sviluppo di archivi informatizzati di dati amministrativi a fini statistici” (Aureli Cutillo, 2002, p. 18). 43 L’obiettivo di tale processo di razionalizzazione e integrazione era dunque quello di un impiego più efficiente delle risorse complessivamente dedicate dai diversi enti pubblici coinvolti, ma anche quello di ottenere una informazione statistica più completa ed efficace. 2. A circa dieci anni di distanza dall’avvio di tale processo, si può constatare che, se da un lato le informazioni statistiche sull’istruzione si sono ampliate (si pensi, ad esempio, all’indagine dell’Istat sull’inserimento professionale dei diplomati, che verrà trattata in seguito), dall’altro, si sono via via evidenziate e registrate problematiche e difficoltà relative alla parte più tradizionale di produzione dei dati sulle scuole (sugli alunni, insegnanti, ecc.). Tali problematiche sono state sottolineate per diversi anni nel Programma statistico nazionale52 (PSN) e più di recente sono state evidenziate anche dall’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol). In particolare, nel PSN relativo al triennio 2002-2004 è stato evidenziato che il MIUR “non è sempre in grado di assicurare la completezza dei dati raccolti e i necessari controlli di coerenza, in particolare per quanto riguarda il sistema non statale. Il rilascio dei dati sugli alunni e sui docenti accusa di conseguenza alcuni ritardi” (Sistan-Istat, 2001a, pp.91-92). Nel PSN relativo al triennio successivo è stato ribadito che: “Sul fronte delle statistiche sulle scuole, ancora non è del tutto risolto il problema di una tempestiva validazione statistica dei dati raccolti per scopi prevalentemente amministrativi. Dunque, permangono alcune difficoltà in termini di disponibilità di informazioni complete sulle scuole dei diversi ordini” (Sistan-Istat, 2002a, p. 85). L’Isfol, in un articolo pubblicato sulla Rassegna dell’Autonomia Scolastica, ha sottolineato che “la produzione di statistiche ed indicatori sulla scuola … ha conosciuto negli ultimi anni una contrazione che, di fatto, finisce con l’accrescere il gap informativo” (Franzosi, 2003, p. 29). 52 Secondo quanto indicato dall’art. 13 del decreto legislativo n. 322/1989 e successive integrazioni, il Programma statistico nazionale: (i) stabilisce le rilevazioni statistiche di interesse pubblico, affidate al Sistan, ed i relativi obiettivi; (ii) ha durata triennale e viene aggiornato annualmente; (iii) è predisposto dall’Istat, sottoposto ai pareri della Commissione per la garanzia dell’informazione statistica e della Conferenza unificata di cui all’art. 8 del d. lgs. 28 agosto 1997, n. 281 sentito il garante per la protezione dei dati personali, approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione Cipe. Il PSN individua quindi le rilevazioni, le elaborazioni e gli studi progettuali che gli uffici, enti ed organismi del Sistan si impegnano a realizzare nel corso del triennio. 44 Inoltre, anche la recente collaborazione tra l’Istat e i competenti uffici di statistica del MIUR “ha consentito di recuperare solo parzialmente il deficit informativo” (SistanIstat, 2003, p. 86). A tutto ciò si è aggiunto il trasferimento della rilevazione sugli esami di diploma della scuola secondaria superiore presso l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione (INValSI), una struttura esterna al Sistan, il che, secondo quanto evidenziato dal PSN 2004-2006 “ha, di fatto, generato seri problemi nell’utilizzazione statistica di tali fondamentali informazioni” (Sistan-Istat, 2003, p. 86). Last but not least, risulta che i dati e le variabili che venivano diffusi e pubblicati dall’Istat in appositi Annuari non hanno più avuto diffusione ormai da diversi anni. Tutto ciò implica che i dati al momento disponibili non sono sempre sufficienti per soddisfare la domanda informativa espressa dai soggetti nazionali e internazionali che si occupano a vario titolo del mondo dell’istruzione. 3. Questa parte del presente rapporto ha il duplice obiettivo (i) di delineare un aggiornato e documentato quadro di riferimento della produzione delle statistiche delle scuole dei diversi ordini, con particolare riguardo alle diverse fasi dei processi di rilevazione e di produzione dei dati, alle variabili rilevate, alla diffusione delle informazioni statistiche e ai dati al momento disponibili e (ii) di individuare e mettere in luce sia le principali problematiche legate alla produzione statistica sul mondo della scuola che alcune delle motivazioni che sono alla base del gap informativo delle statistiche relative al settore pre-universitario. Per quanto concerne l’obiettivo (i), lo sforzo che si è cercato di compiere è stato quello di ricostruire il quadro di riferimento in particolare per cercare di approfondire e chiarire gli aspetti non sufficientemente esplicitati o addirittura inesistenti nella documentazione al momento diffusa. 4. Per descrivere e approfondire questi temi sono state acquisite informazioni “ad hoc” attraverso la raccolta della documentazione pertinente disponibile (pubblicazioni Istat e MIUR, modelli di rilevazione, informazioni diffuse tramite Internet e la rete Intranet del MIUR, ecc.) e incontri e interviste in profondità con: (a) dirigenti e ricercatori dell’Istat 45 responsabili del settore dell’istruzione o con esperienza nel settore; (b) responsabili degli uffici di statistica del MIUR53. Sono inoltre stati contattati alcuni interlocutori privilegiati54 che utilizzano a vario titolo i dati sull’istruzione. 5. Questa parte del presente rapporto dedica quattro capitoli alla descrizione delle principali caratteristiche dei processi di produzione e di diffusione delle statistiche sulle scuole di ciascun ordine e grado (uno per ogni capitolo): (i) scuola dell’infanzia (ex scuola materna); (ii) scuola primaria (ex scuola elementare); (iii) scuola secondaria di primo grado (ex scuola media); (iv) scuola secondaria di secondo grado (ex scuola secondaria superiore)55. Data l’analogia di tali processi per i diversi ordini di scuola, si riscontreranno nel testo dei capitoli molte ripetizioni. E’ sembrato infatti più opportuno – e senz’altro più agevole per il lettore – descrivere per ciascun ordine di scuola l’intero processo senza inserire nel testo continui richiami. 53 Nello specifico sono stati intervistati: - dott. Mariano Ferrazzano, al momento dell’intervista (luglio 2003), dirigente dell’Uff. VI – “Rilevazioni ed elaborazioni relative alla scuola dell’infanzia e alla scuola di base” del Servizio per l’Automazione Informatica e l’Innovazione Tecnologica del MIUR; - dott. Maurizio Fortunato, al momento dell’intervista (luglio 2003), dirigente dell’Uff. VII – “Rilevazioni ed elaborazioni relative alla scuola secondaria e all’istruzione post-secondaria. Rilevazioni ed elaborazioni relative all’attività amministrativa degli uffici” del Servizio per l’Automazione Informatica e l’Innovazione Tecnologica del MIUR; - dott.ssa Aurea Micali, al momento dell’intervista (maggio 2003), ex dirigente del settore istruzione dell’Istat; nel luglio 2004 è Direttore generale della Direzione generale studi e programmazione sui sistemi dell’istruzione, dell’università, della ricerca e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica del Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione del MIUR; - ing. Alessandro Musumeci, al momento dell’intervista (luglio 2003), Direttore generale del Servizio per l’Automazione Informatica e l’Innovazione Tecnologica del MIUR; nel luglio 2004 è Direttore generale della Direzione generale per i sistemi informativi del Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione del MIUR; - dott.ssa Maria Pia Sorvillo, al momento dell’intervista (settembre 2003), coordinatore del settore Istruzione e Cultura del Servizio Popolazione Istruzione Cultura dell’Istat. 54 Nello specifico sono stati contattati: - Ing. Guido Audasso, responsabile dell’Ufficio statistico della Regione Liguria e rappresentante, all’interno del Circolo di qualità Sistan del settore “Istruzione e formazione”, del Centro interregionale per il sistema informativo e il sistema statistico (CISIS); - dott. Claudio Franzosi, ricercatore dell’Area Sistemi Formativi dell’Isfol; - dott. Raimondo Bolletta, responsabile della rilevazione degli esami di Stato e del progetto Conchiglia presso l’INValSi. 55 Le nuove denominazioni sono dettate dalla legge di riforma del sistema di istruzione, 28 marzo 2003, n. 53. Nella stesura del testo sono state utilizzate indifferentemente le nuove e le vecchie denominazioni. 46 Nell’ultimo capitolo, a conclusione di questa parte del rapporto, vengono invece evidenziati, per tutti gli ordini di scuola, i principali aspetti problematici e alcune motivazioni che sono alla base della mancata diffusione dei dati e del gap informativo esistente. 47 Schema A. Enti/amministrazioni produttori e responsabili delle statistiche sulle scuole dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2003-2004. ANNI SCOLASTICI SCUOLA DELL’INFANZIA (EX SCUOLA MATERNA) SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO SCUOLA SECONDARIA DI GRADO SECONDO GRADO (EX SCUOLA MEDIA) (EX SCUOLA SEC. SUPERIORE) (EX SCUOLA ELEMENTARE) Statale Non statale Statale Non statale Statale Non statale Statale Non statale 1992-93 ISTAT ISTAT ISTAT ISTAT ISTAT ISTAT ISTAT ISTAT 1993-94 ISTAT(a) e MPI(b) ISTAT(a) ISTAT(a) e MPI(b) ISTAT(a) ISTAT ISTAT ISTAT ISTAT 1994-95 MPI MPI MPI MPI ISTAT ISTAT ISTAT ISTAT 1995-96 MPI MPI MPI MPI MPI MPI ISTAT ISTAT 1996-97 MPI MPI MPI MPI MPI MPI ISTAT ISTAT 1997-98 MPI MPI MPI MPI MPI MPI ISTAT ISTAT 1998-99 MPI MPI MPI MPI MPI MPI MPI e ONES(c) ISTAT e ONES(c) 1999-2000 MPI MPI MPI MPI MPI MPI MPI e ONES(c) MPI e ONES(c) 2000-01 MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR e ONES(c) MIUR e ONES(c) 2001-02 MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR e ONES(c) MIUR e ONES(c) 2002-03 MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR e ONES(c) MIUR e ONES(c) 2003-04 MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR MIUR e ONES(c) MIUR e ONES(c) (a) (b) (c) L’ISTAT ha effettuato solo l’indagine dei “dati riepilogativi”, considerando come unità di rilevazione il circolo didattico e non la singola scuola. I dati del MPI erano quelli gestionali derivanti dal Sistema informativo del Ministero stesso. L’ONES (Osservatorio Nazionale sugli Esami di Stato) è un osservatorio istituito presso l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INValSI) ed è responsabile della rilevazione dei dati sui risultati degli esami di Stato. 48 2.1. Le statistiche della scuola dell’infanzia56 (ex scuola materna) 2.1.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio Prima del passaggio della produzione dei dati sulle scuole materne dall’Istat al MIUR57, l’Istat effettuava delle rilevazioni totali (censuarie), svolte con cadenza annuale. L’oggetto di tali rilevazioni erano le scuole materne sia gestite dallo Stato (scuole statali) che gestite da enti pubblici e privati (scuole non statali). Allo stesso tempo anche il MPI era in possesso di informazioni statistiche sulle scuole materne derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (in particolare: consistenza degli alunni, delle classi, del personale e delle strutture edilizie delle scuole statali) e inserite nel Sistema informativo del MPI (SIMPI). Il Ministero non rilevava invece i dati sulle scuole materne non statali e alcune informazioni sulle scuole materne statali che l’Istat acquisiva tramite le proprie rilevazioni (in particolare: distinzione per sesso degli alunni, alunni in edifici precari, distinzione per paese d’origine degli alunni stranieri, ampiezza dell’unità scolastica, personale non insegnante, distinzione per singolo comune di unità, classi, alunni e insegnanti). Dopo il passaggio, con l’accordo quadro siglato il 18.08.1997 tra il MPI e l’Istat è stato stabilito che, limitatamente ai dati non gestiti dal SIMPI (quali ad esempio il sesso degli alunni e tutti i dati riguardanti le scuole non statali), le indagini annuali precedentemente condotte dall’Istat nelle scuole vengano sostituite da indagini “integrative” – con periodicità annuale – la cui titolarità spetta allo stesso Ministero. Allo stato attuale, i dati sulle scuole materne vengono prodotti dal MIUR e derivano da: (i) le attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (che riguardano le sole scuole statali); (ii) le rilevazioni “integrative” effettuate per approfondire alcuni aspetti non rilevati dalle attività amministrative e gestionali di cui al punto precedente e in particolare per rilevare informazioni sulle scuole non statali. 56 La “scuola dell’infanzia, di durata triennale, concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini” (Legge 28 marzo 2003, n. 53). “Possono essere iscritti alla scuola dell’infanzia i bambini che compiono i tre anni entro il 31 dicembre; possono, altresì, essere iscritti i bambini che compiono i tre anni entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento (28 febbraio in prima applicazione)” [MIUR (2004), p. XXI]. 57 Per i tempi del passaggio della produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR cfr. Schema A. 49 Nei paragrafi che seguono del presente capitolo 2.1 verranno descritti – relativamente alle statistiche delle scuole materne - i principali aspetti delle rilevazioni dei dati di fonte amministrativa e delle rilevazioni “integrative”, le modalità di diffusione dei dati, il Sistema informativo del MPI (SIMPI) e il Data warehouse del Ministero. Nel caso delle rilevazioni “integrative” verranno effettuati dei riferimenti e dei confronti con quanto veniva fatto precedentemente dall’Istat. 2.1.2 I dati di fonte amministrativa I dati sulle scuole materne statali derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero maggiormente utilizzati per la descrizione del sistema scolastico sono quelli rilevati per la determinazione dell’organico di diritto e dell’organico di fatto. Secondo le definizioni inserite nel Sistema informativo del MIUR (SIMPI), le funzioni di “organico di diritto” sono le procedure informatiche che consentono a ciascuna scuola statale di comunicare al SIMPI le informazioni – basate sulle richieste di iscrizione - sul numero di alunni, classi, posti o cattedre relativi al successivo anno scolastico in modo da definire la propria pianta organica. Invece, con il termine di “organico di fatto” vengono intese le procedure relative all’inserimento nel SIMPI dell’effettiva consistenza degli alunni, delle classi, dei posti e delle cattedre per l’anno scolastico al quale ci si riferisce relativamente alle scuole statali. Questi dati vengono comunicati dalle segreterie scolastiche al SIMPI attraverso il collegamento diretto esistente (cfr. par. 2.1.5). Per quanto riguarda la descrizione del processo di rilevazione58 e comunicazione dei dati per la determinazione dell’organico di diritto, ogni segreteria scolastica deve comunicare i dati relativi a tutte le sedi di propria competenza. Il processo di comunicazione avviene secondo i seguenti passi: 1° passo - Reperimento moduli: le segreterie scolastiche devono stampare, direttamente in sede e utilizzando le apposite funzioni del Sistema centrale, la modulistica necessaria per la rilevazione dei dati relativi all’Organico da determinare; 58 La descrizione del processo di rilevazione dei dati per la determinazione dell’Organico di diritto è stata desunta dal sito WebIntranet del MIUR (www.mpi.istruzione.it). 50 2° passo - Compilazione moduli: le segreterie scolastiche devono reperire le informazioni di interesse e compilare i moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza: (a) numero degli alunni e delle sezioni distinto per tipologia di posto (normale, sostegno, altro), fascia di età e tipologia di orario; (b) numero degli alunni portatori di handicap per tipologia di posto prevista nella scuola, distinto per fascia di età, tipologia di orario e tipologia di sostegno; (c) numero dei posti, distinti per tipologia, a livello di circolo didattico o istituto comprensivo; (d) numero dei posti per tipologia di posto prevista nella scuola per le scuole ospedaliere, speciali per ciechi e sordomuti; 3° passo - Comunicazione dei dati al Sistema informativo (SIMPI): le segreterie scolastiche, una volta reperite le informazioni di interesse e compilati i moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza, devono operare nel modo seguente: (i) comunicare al Sistema gli alunni, le sezioni e gli alunni portatori di handicap per tutte le sedi dell’infanzia di competenza; (ii) verificare l’ipotesi di organico elaborata dal Sistema a livello di circolo didattico o istituto comprensivo ed eventualmente apportare le necessarie modifiche; (iii) integrare, sempre a livello di circolo didattico o istituto comprensivo, i dati di organico comunicando puntualmente i posti di sostegno per i quali non è prevista alcuna ipotesi di calcolo da parte del Sistema; (iv) comunicare puntualmente per singola scuola i posti per le sedi attivate presso strutture ospedaliere e per le scuole per sordomuti e per ciechi; (v) verificare la corretta immissione a Sistema dei dati tramite i prodotti di supporto quali stampe e interrogazioni; (vi) stampare la situazione di organico definitiva; 4° passo - Invio stampe: le segreterie scolastiche devono inoltrare ai Centri Servizi Amministrativi (CSA – ex Provveditorati agli Studi) competenti le stampe, riportanti i dati relativi ad alunni, sezioni e posti, debitamente firmate dal Dirigente scolastico. 51 E’ previsto che il personale di segreteria possa essere assistito, nelle varie fasi del procedimento amministrativo e nell’uso delle funzioni del Sistema informativo, dai referenti dei CSA. Le fasi successive del procedimento amministrativo, finalizzate alla definizione della pianta organica provinciale utile alle operazioni di mobilità, sono di competenza dei CSA, i quali potranno operare solo dopo aver disattivato, alle istituzioni scolastiche, le funzioni di inserimento dei dati. Per quanto concerne l’organico di fatto, le procedure che acquisiscono tali informazioni hanno la caratteristica di aggiornare, se necessario, gli analoghi dati che hanno determinato l’organico di diritto e sono relativi alla situazione ad anno scolastico già avviato. 2.1.3 Le rilevazioni “integrative” 2.1.3.A L’unità di rilevazione Prima del passaggio dall’Istat al MPI, la rilevazione delle scuole materne effettuata dall’Istat aveva come unità di rilevazione l’unità scolastica59. Dopo il passaggio, l’unità di rilevazione della rilevazione “integrativa” delle scuole materne – effettuata dal MIUR – è stata l’unità scolastica per le scuole statali e il circolo didattico60 per le quelle non statali, dal momento che il MIUR non possedeva gli archivi delle scuole materne non statali. A partire dall’a.s. 2002-03, con l’istituzione dell’anagrafe delle scuole dell’infanzia non statali61, si è dato avvio alla nuova rilevazione delle scuole dell’infanzia e, da tale anno scolastico, la rilevazione dei dati è stata effettuata a livello di singola unità scolastica anche per le scuole non statali. 59 L’ “unità scolastica” è costituta dall’insieme di classi che seguono un unico indirizzo didattico e che generalmente sono poste in uno stesso edificio oppure in edifici vicini. Le sedi centrali, le succursali in distretto scolastico diverso da quello della sede centrale e le sezioni staccate, costituiscono unità scolastiche distinte, pur nell’ambito della stessa scuola. 60 Il “circolo didattico” è l’unità amministrativa che raggruppa più plessi di scuole materne ed elementari. 61 La nuova anagrafe delle scuole dell’infanzia non statali è stata istituita con comunicazione della Direzione Generale per l’organizzazione dei servizi nel territorio/Uff. I del 18.1.2002. 52 2.1.3.B I modelli di rilevazione Per effettuare la rilevazione “integrativa” delle scuole materne, il MIUR utilizza due modelli di rilevazione: uno per la scuola statale ed uno per la scuola non statale. I due modelli presentano alcune diversità, dal momento che alcuni dati delle scuole statali sono già noti al Sistema informativo del MPI e che la scuola non statale presenta alcune sue proprie peculiarità62. Nella Tabella 2.1 sono riassunte le variabili rilevate dall’Istat per l’a.s. 1992-93 (ultimo anno in cui la rilevazione è stata in carico all’Istat) e quelle rilevate dal MIUR con il modello relativo alle scuole materne non statali63 dell’a.s. 2002-2003, evidenziando le variabili rilevate dai modelli Istat e non dai modelli MIUR e viceversa. Come si può osservare, non tutte le variabili che venivano rilevate dall’Istat sono attualmente rilevate dal MIUR; d’altra parte i modelli utilizzati dal MIUR rilevano anch’essi alcune variabili precedentemente non rilevate dall’Istat. Il modello del MIUR relativo all’a.s. 2002-2003 rileva “nuove” variabili importanti per la descrizione del sistema scolastico, sia relative agli alunni (in particolare: anno di nascita dei bambini, bambini appartenenti a comunità nomadi, insegnamento della religione cattolica) che alle strutture e ai servizi. E’ evidente che le differenze riscontrate nei due modelli siano in larga parte dovute a nuove sensibilità che sono venute maturando nel tempo e che hanno comportato la necessità di rilevare fenomeni di particolare rilevanza così come l’appartenenza dei bambini a comunità nomadi, la fruizione dell’insegnamento della religione cattolica, le sezioni funzionanti il sabato, e l’inutilità di rilevarne altri (quali, ad esempio, alunni e sezioni distinti per: in edificio appositamente costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico). Dal confronto fra i due modelli si osserva inoltre che vi sono delle variabili simili, ma che vengono rilevate con diciture diverse. Ad esempio, per quanto riguarda il personale insegnante, nel modello Istat dell’a.s. 1992-93 venivano rilevati gli insegnanti di sostegno e il personale specializzato d’appoggio, mentre nel modello MIUR dell’a.s. 62 Si ricorda che i dati relativi alle scuole non statali sono rilevati solo tramite l’indagine integrativa. E’ stato preso in considerazione il modello della rilevazione delle scuole materne non statali piuttosto che quello delle scuole materne statali, perché è il modello che richiede un maggior numero di informazioni. Per le scuole statali, infatti, alcune informazioni (quali: personale in servizio, n° di aule utilizzate) sono già in possesso del MIUR e inserite nel SIMPI, in quanto derivano dalle procedure amministrativo-gestionali del Ministero. 63 53 2002-2003 viene rilevato il personale insegnante in possesso del titolo di specializzazione per il sostegno; meno chiaro è se tali variabili siano le stesse oppure no. Riguardo all’accessibilità dei modelli di rilevazione, va osservato che questi non vengono diffusi né su pubblicazioni specifiche, né tramite Internet, bensì solo attraverso la rete Intranet del MIUR il cui accesso, come si vedrà in seguito (cfr. par. 2.1.5), è riservato a pochissimi utenti. Un utilizzatore può dunque ottenere i modelli solo attraverso una specifica richiesta al Ministero. 54 Tabella 2.1. Variabili rilevate dal modello ISTAT M.40 “Rilevazione delle scuole materne – A.S. 1992-93” e dal modello MIUR/1b “Rilevazione delle scuole dell’infanzia non statali – A.S. 2002-2003”. Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.40 Variabili rilevate dal Mod. MIUR 1/b A.S. 1992-93 A.S. 2002-2003 GESTIONE DELLA SCUOLA NOTIZIE SUGLI ALUNNI: • N° bambini N° bambini per anno di nascita (distinti per sesso) • N° bambini portatori di handicap N° bambini portatori di handicap distinti per tipo di handicap N° bambini appartenenti a comunità nomadi N° bambini che non fruiscono dell’insegnamento della religione cattolica N° bambini non frequentanti e collocati in lista d’attesa NOTIZIE RELATIVE ALLA SCUOLA: Orario giornaliero Modalità di ammissione alla scuola (gratuita, semigratuita, a pagamento) Modalità di ammissione alla refezione (gratuita, semigratuita, a pagamento) NOTIZIE SUGLI ALUNNI: • N° alunni iscritti per sesso N° alunni per sesso distinti per: in edificio SEZIONI: appositamente costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente utilizzato • N° sezioni in totale N° sezioni per orario giornaliero ad uso scolastico N° sezioni funzionanti il sabato • N° alunni portatori di handicap inseriti nelle sezioni N° sezioni che accolgono bambini portatori di handicap normali STRUTTURE: SEZIONI: N° aule utilizzate • N° sezioni N° spazi coperti attrezzati a giochi N° sezioni distinte per: in edificio appositamente N° spazi all’aperto, non a verde, adibiti a giochi costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico N° di spazi a verde e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico SERVIZI: SITUAZIONE EDILIZIA: N° bambini che fruiscono di mensa 2 Spazi (n° e m ) in edificio appositamente costruito o N° bambini che fruiscono di prescuola permanentemente adattato ad uso scolastico N° bambini che fruiscono di scuolabus 2 Spazi (n° e m ) in edificio precariamente utilizzato ad N° bambini che fruiscono di postscuola uso scolastico La SCUOLA RICEVE SUSSIDI da: NOTIZIE RELATIVE AGLI ALUNNI PORTATORI DI Stato (Si/No) HANDICAP: altri Enti pubblici (Si/No) N° insegnanti di sostegno N° personale specializzato d’appoggio (distinto per: a PERSONALE IN SERVIZIO: tempo pieno e a tempo parziale) • N° personale insegnante ( ) per sesso N° personale insegnante in possesso di abilitazione NOTIZIE RELATIVE ALLA DIREZIONE DELLA all’insegnamento nella scuola dell’infanzia SCUOLA NON STATALE: N° personale insegnante in possesso dei titolo di Direttore con o senza insegnamento specializzazione per il sostegno Sesso del direttore • N° personale non insegnante ( ) per sesso PERSONALE IN SERVIZIO: ALUNNI STRANIERI: • N° personale per categorie (insegnanti, assistenti, • N° alunni stranieri per cittadinanza e ( ) sesso personale di concetto, personale esecutivo, personale tecnico, personale ausiliario a tempo pieno) ALUNNI STRANIERI: • N° alunni stranieri per cittadinanza LEGENDA: : Variabili non rilevate dal Mod. MIUR 1/b dell’a.s. 2002-2003. : Variabili non rilevate dal Mod. ISTAT M.40 dell’a.s. 1992-93. • : Variabili rilevate sia dal Mod. ISTAT M.40 (a.s. 1992-93) che dal Mod. MIUR 1/b (a.s. 2002-2003). 55 2.1.3.C Le fasi della rilevazione Prima del passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MPI, l’Istat effettuava la raccolta dei dati sulle scuole materne presso le singole unità scolastiche, d’intesa con il MPI, tramite i Provveditorati agli studi, che collaboravano alle rilevazioni in qualità di organi intermedi di rilevazione. Più precisamente, l’Istat inviava ai Provveditorati i modelli di rilevazione cartacei e le circolari con le istruzioni destinate ai Capi d’Istituto. I Provveditorati distribuivano il materiale alle scuole, raccoglievano i modelli da esse compilati e li trasmettevano di nuovo all’Istat, che curava le fasi di riepilogo, di revisione qualitativa e quantitativa, di registrazione ed elaborazione secondo un piano di tabulazione opportunamente predisposto. L’Istat aveva dei referenti a livello di Provveditorati, ma non organizzava alcuna riunione a scopo formativo con essi. Subito dopo il passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MIUR, le rilevazioni “integrative” venivano effettuate dal MPI tramite modelli cartacei e poi i dati venivano inseriti nel Sistema informativo dai Provveditorati agli studi. Successivamente, per le scuole statali, si è cominciato ad assistere ad uno spostamento dell’attività di acquisizione dei dati dai Provveditorati verso le istituzioni scolastiche stesse che hanno cominciato ad inserire direttamente le informazioni di propria competenza nel SIMPI. Attualmente il processo di acquisizione dei dati è stato informatizzato. In particolare, a partire dall’a.s. 2000-2001, avvalendosi del collegamento telematico con il Sistema informativo in tutte le istituzioni scolastiche statali, il processo di raccolta e comunicazione dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole statali e di parte delle scuole non statali è stato integralmente delegato alle istituzioni scolastiche. Per le scuole materne statali è infatti cura degli istituti scolastici statali provvedere autonomamente al prelievo dei modelli dalla rete Intranet del MIUR, alla loro compilazione e all’immissione nel Sistema informativo dei dati in essi contenuti. Generalmente sono i segretari scolastici ad occuparsi della rilevazione e dell’immissione dei dati nel SIMPI. 56 Per le scuole materne non statali, l’iter procedurale si svolge nel seguente modo: per le scuole non paritarie64 è cura dell’istituto scolastico statale (circolo didattico o istituto comprensivo), tenuto a vigilare su di esse, prelevare il relativo modello di rilevazione e fornire al Sistema le informazioni; nel caso delle scuole paritarie, tale operazione viene espletata o da un istituto scolastico statale previo accordo tra le scuole stesse, o dal CSA se così si è convenuto in sede locale. Il MIUR ha predisposto un apposito “Manuale utente” per illustrare i software messi a disposizione delle segreterie scolastiche collegate telematicamente al SIMPI e le loro modalità di utilizzo per comunicare i dati di propria competenza relativamente alle rilevazioni “integrative”. Per seguire e monitorare il processo di rilevazione, il MIUR richiede - attraverso apposite circolari - agli Uffici scolastici regionali di procedere alla nomina di referenti a livello regionale e provinciale. Questi referenti hanno il compito, oltre che di sensibilizzare le scuole in materia di acquisizione e circolazione dei flussi informativi, quello di seguire costantemente e da vicino tutte le fasi della rilevazione a livello locale, fornendo assistenza alle scuole nella fase di compilazione dei modelli e assicurando nel contempo un monitoraggio dell’andamento delle rilevazioni. 64 La “parità” per le scuole non statali è stata introdotta con Legge n. 62 del 10 marzo 2000 – “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione” nella quale all’art. 1 – comma 2 si afferma che “Si definiscono scuole paritarie, a tutti gli effetti degli ordinamenti vigenti, in particolare per quanto riguarda l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi valore legale, le istituzioni scolastiche non statali, comprese quelle degli enti locali, che, a partire dalla scuola per l’infanzia, corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione, sono coerenti con la domanda formativa delle famiglie e sono caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia di cui ai commi 4, 5 e 6”. All’art. 1 – comma 4 la Legge N. 62/2000 recita inoltre: “la parità è riconosciuta alle scuole non statali che ne fanno richiesta e che, in possesso dei seguenti requisiti, si impegnano espressamente a dare attuazione a quanto previsto dai commi 2 e 3: (a) un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione; un piano dell’offerta formativa conforme agli ordinamenti e alle disposizioni vigenti; attestazione della titolarità della gestione e la pubblicità dei bilanci; (b) la disponibilità di locali, arredi e attrezzature didattiche propri del tipo di scuola e conformi alle norme vigenti; (c) l’istituzione e il funzionamento degli organi collegiali improntati alla partecipazione democratica; (d) l’iscrizione alla scuola per tutti gli studenti i cui genitori ne facciano richiesta, purchè in possesso di un titolo di studio valido per l’iscrizione alla classe che essi intendono frequentare; (e) l’applicazione delle norme vigenti in materia di inserimento di studenti con handicap o in condizioni di svantaggio; (f) l’organica costituzione di corsi completi: non può essere riconosciuta la parità a singole classi, tranne che in fase di istituzione di nuovi corsi completi, ad iniziare dalla prima classe; (g) personale docente fornito del titolo di abilitazione; (h) contratti individuali di lavoro per personale dirigente e insegnante che rispettino i contratti collettivi nazionali di settore”. 57 Gli Uffici scolastici regionali a loro volta richiedono ai Dirigenti dei CSA la nomina dei referenti provinciali e poi possono decidere di organizzare degli incontri organizzativi con essi. Si sottolinea che tali incontri hanno solo scopo organizzativo e non formativo. Va comunque osservato che per quanto riguarda le procedure informatiche utilizzate durante il processo di rilevazione dei dati, queste vengono implementate e gestite da una società informatica esterna scelta mediante una apposita gara d’appalto. L’ufficio di statistica del MIUR non sempre viene consultato per la parte statistica relativa alla gestione del Sistema informativo da parte della società esterna e non ha alcun controllo sull’operato della stessa. Da ciò deriva che l’ufficio di statistica non ha il controllo pieno di alcune fasi del processo di rilevazione dei dati. 2.1.3.D I livelli di copertura Secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat, prima del passaggio l’Istituto riusciva a recuperare – in modo tempestivo – i modelli relativi alla totalità delle scuole. Le scuole venivano infatti raggiunte tutte col tramite dei Provveditorati agli studi che provvedevano a rinviare all’Istat i modelli compilati. Successivamente l’Istat mandava dei solleciti alle scuole non rispondenti. Quelle ancora inadempienti dopo il secondo sollecito venivano contattate per telefono per cercare di raccogliere comunque le informazioni mancanti. Dopo il passaggio di competenze, il MPI ha incontrato diversi problemi nel riuscire a reperire i modelli delle rilevazioni “integrative” relativi alle scuole materne. Con il passare degli anni i livelli di copertura sono diventati sempre più alti anche se ancora oggi la rilevazione difetta di completezza. I tassi di risposta relativi all’a.s. 20022003 sono infatti pari al 94% per le scuole materne statali e al 72,4% per quelle non statali non paritarie e al 91,2% per quelle non statali paritarie (cfr. Tab. 2.2). 58 Tabella 2.2. Tassi di risposta(1) della scuola dell’infanzia (ex scuola materna) statale e non statale – Rilevazioni “integrative” dall’a.s. 1998/99 all’a.s. 2002/03 (valori percentuali) SCUOLA DELL’INFANZIA ANNI SCOLASTICI Statale Non stat. 1998/99 94,3 66,1(*) 1999/2000 92,2 72,2(*) 2000/2001 90,5 62,2(*) 2001/2002 92,5 60,8(*) 91,2 94,0 2002/2003 (paritarie) 72,4 (non paritarie) (1) – Il tasso di risposta è calcolato rapportando il n° di scuole rilevate al n° di scuole risultanti in anagrafe. (*) – Il dato si riferisce al n° di circoli didattici rilevati rispetto al n° di circoli didattici in anagrafe. Fonte: elaborazioni MIUR. Come si può osservare dalla tabella 2.2, nel corso degli anni scolastici i tassi di risposta non hanno mantenuto un andamento stabile; in alcuni casi si è registrata addirittura una diminuzione. Secondo quanto dichiarato dal Ministero, non è facile individuare con precisione i motivi di tali andamenti, che con molta probabilità sono dovuti a fattori contingenti o locali. 2.1.3.E Le procedure di controllo dei dati Prima del passaggio, secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat in sede di intervista, l’Istituto effettuava sui dati raccolti diversi tipi di controlli: (a) un controllo di tipo quantitativo sulle scuole, confrontando i modelli raccolti con l’archivio delle scuole in possesso dell’Istituto; nel caso di scuole non rispondenti, l’Istat contattava direttamente le scuole per sollecitare la compilazione e restituzione dei modelli; (b) un controllo manuale sui modelli cartacei, effettuato prima della registrazione dei dati; in caso di anomalie riscontrate, l’Istat contattava telefonicamente le scuole; (c) controlli di tipo qualitativo, effettuati dopo la registrazione dei dati, utilizzando piani di check opportunamente predisposti; inoltre i dati venivano controllati con il n° degli alunni iscritti nell’a.s. precedente. 59 Con questi tipi di controlli, l’Istat riusciva a recuperare tempestivamente i modelli e i relativi dati della totalità delle scuole e ad effettuare controlli di tipo qualitativo immediatamente al termine della rilevazione. Subito dopo il passaggio, il MIUR non sempre è riuscito a svolgere i controlli nella fase di rilevazione dei dati e, in particolare, ad effettuare una tempestiva validazione statistica dei dati raccolti. In particolare, nella prima fase di transizione, il MIUR non ha potuto effettuare un controllo di tipo quantitativo sui dati delle scuole materne non statali, dal momento che il Ministero non aveva gli archivi di tali scuole65 (l’archivio delle scuole materne non statali è stato completato dal MIUR nell’a.s. 2001/2002). Va comunque evidenziato che, negli ultimi anni, si sono registrati notevoli miglioramenti nel controllo dei dati sia nella fase di rilevazione che nella fase ex-post. Per quanto concerne i controlli nella fase di rilevazione e acquisizione dei dati, il MIUR ha predisposto dei controlli durante l’immissione dei dati nel Sistema informativo66. Questi controlli sono diversi a seconda delle scuole statali e non statali. Per le scuole statali, i primi controlli che vengono effettuati durante la fase di immissione dei dati nel Sistema sono i confronti fra i dati acquisiti dalla rilevazione e quelli amministrativi/gestionali relativi all’organico di fatto. Il Sistema visualizza sullo schermo i dati di organico di fatto ed effettua i controlli previsti; il mancato superamento dei controlli viene segnalato. Inoltre sono previsti controlli di coerenza fra i dati inseriti. Per le scuole non statali, sono previsti solo controlli di coerenza. I tipi di controlli da effettuare sui dati durante l’immissione, anche se vengono predisposti e inseriti nel SIMPI da una società esterna, sono decisi dall’Ufficio statistico e da un ufficio facente parte del Sevizio per l’automazione e l’innovazione tecnologica del MIUR (la società esterna si limita a inserirli nel Sistema). Ma l’ufficio di statistica non effettua il collaudo delle procedure realizzate dalla società esterna, bensì tale collaudo viene effettuato da un altro ufficio dello stesso Servizio che fornisce all’ufficio di statistica lo stampato dei controlli eseguiti. Non 65 E’ da evidenziare che l’Istat aveva una sua anagrafe delle scuole materne non statali (con i suoi codici), ma il MIUR non era in grado di gestirla. 66 I tipi di controllo previsti sono indicati nel “Manuale utente” delle Rilevazioni integrative disponibile nella rete Intranet del MIUR. 60 viene quindi effettuato alcun controllo sull’implementazione delle procedure predisposte dalla società esterna e non esiste un vero e proprio monitoraggio delle diverse fasi della rilevazione e correzione dei dati. Per quanto concerne i controlli e le correzioni ex-post, in questi ultimi anni il MIUR, in stretta collaborazione con l’Istat, ha cercato di risolvere il problema della correzione e validazione dei dati. Ad esempio, per l’a.s. 2000/2001 i controlli e la correzione ex-post dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole materne non statali sono stati effettuati dall’Istat che, per rispondere alle richieste internazionali, ha applicato ai dati grezzi le sue procedure di correzione ottenendo stime a livello regionale delle principali variabili. Per l’a.s. successivo (2001/2002), l’Istat ha effettuato i controlli e la correzione dei dati delle scuole statali, mentre il MIUR ha svolto quelli per le scuole non statali. Per quanto riguarda l’assenza dei dati dovuta a mancate risposte totali e/o parziali, il MIUR utilizza procedure specifiche: (i) per le scuole non statali, cerca di recuperare i modelli di rilevazione o di ricostruire i dati mancanti tramite i dati degli anni precedenti o successivi; (ii) per le scuole statali, utilizza i dati gestionali/amministrativi dell’anno corrente e quelli degli anni precedenti e successivi. Le correzioni effettuate dall’Istat sono in parte di tipo deterministico e in parte sono imputazioni di tipo probabilistico67. Le correzioni che vengono apportate ai dati da parte del MIUR sono invece solo di tipo deterministico. 2.1.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo A partire dall’a.s. 1946-47 e fino all’a.s. 1986-87 i risultati delle rilevazioni delle scuole materne effettuate dall’Istat venivano pubblicati dall’Istat stesso, con periodicità annuale, insieme ai dati degli altri ordini di scuola in un unico volume dal titolo “Annuario statistico dell’istruzione italiana”. 67 I metodi di correzione e imputazione di tipo deterministico “possono essere assimilati ad uno schema decisionale ad ‘albero’, in cui le variabili e le loro relazioni sono analizzate secondo una gerarchia specificata a priori; le variabili sono quindi corrette secondo un ordine e valori predeterminati (se xi non soddisfa la relazione con xi+1, allora si ponga xi = valore)” (dal glossario di: http://www.ds.unifi.it), mentre i metodi probabilistici consistono “nell’estrarre casualmente i valori correttivi da distribuzioni di valori precostituite utilizzando informazioni provenienti dalla stessa indagine per la quale si operano le imputazioni o già disponibili prima dell’indagine” (dal glossario di: http://www.ds.unifi.it). 61 A partire dall’a.s. 1989-9068 i dati sulle scuole materne sono stati pubblicati – sempre dall’Istat – in una nuova serie di volumi: “Statistiche della scuola materna ed elementare”. Subito dopo il passaggio della produzione dall’Istat al MIUR, l’Istat ha continuato a curare la diffusione e la pubblicazione delle statistiche derivanti dalle rilevazioni “integrative” del MIUR (cfr. Tab. 2.3), anche secondo quanto previsto dall’accordo quadro del 18.8.1997 tra Istat e MPI (“la pubblicazione e la diffusione delle statistiche prodotte dal Ministero potrà avvenire a cura dell’Istat”). Allo stato attuale, anche a causa della scadenza dell’accordo quadro69, la pubblicazione e diffusione di tali dati è ferma a diversi anni fa e non si sa chi deve provvedere a pubblicare gli Annuari dell’istruzione. In particolare, gli ultimi dati sulle scuole materne pubblicati e diffusi negli annuari curati dall’Istat sono quelli relativi all’a.s. 1996/97 (cfr. Tab. 2.3). Dopo tale anno scolastico, gli unici dati diffusi sono quelli inseriti nelle pubblicazioni correnti curate - a partire dal 1994 - dal MIUR: “La Scuola Statale: sintesi dei dati” e “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale”. Ma i dati inseriti in tali pubblicazioni, anche se escono tempestivamente e vengono diffusi tramite Internet, derivano dai dati amministrativi – gestiti dal Sistema informativo del MIUR - utilizzati per la definizione dell’organico di fatto (del personale docente) nel caso della prima pubblicazione e dell’organico previsionale (cd. “di diritto”) nel caso della seconda e, inoltre, si riferiscono solo alle scuole statali. Per quanto riguarda invece i dati sulle scuole materne non statali, i dati derivanti dalle rilevazioni “integrative” vengono solo sporadicamente diffusi dal MIUR su pubblicazioni specifiche (cfr. Tab. 2.3). Dalle interviste con i responsabili sia dell’Istat che del MIUR è emerso che la mancata diffusione e pubblicazione dei dati sulle scuole materne non è dovuto soltanto a un problema di competenza o a ritardi nella pubblicazione, bensì all’effettiva mancanza di tali informazioni. 68 Per le scuole materne, per problemi tecnici, per gli a.s. 1987-88 e 1988-89 sono stati pubblicati solo i risultati delle elaborazioni dei dati rilevati tramite la rilevazione dei dati riepilogativi delle scuole materne ed elementari per circolo didattico. E’ inoltre opportuno citare che i dati derivanti dalle rilevazioni riepilogative sono stati pubblicati fino all’a.s. 1992-93, ai fini di una rapida diffusione, dapprima sul Supplemento al Bollettino Mensile di statistica e successivamente su un’apposita Collana d’informazione. 69 L’accordo quadro è scaduto il 17.8.2000 e non è stato rinnovato. 62 Infatti, considerando i microdati in possesso del MIUR (cfr. Tab. 2.4) si osserva che i dati sulle scuole materne presentano i maggiori “gap” informativi per gli anni scolastici 1997/98, 1998/99 e 1999/2000; per questi anni il Ministero spera di rimediare con una ricostruzione/stima delle principali variabili (alunni, scuole, …) a livello provinciale a partire dai microdati non trattati derivanti dalle rilevazioni “integrative”. Per tali anni mancano completamente i dati per le scuole non statali, mentre per le scuole statali ci sono i dati gestionali del SIMPI. Come già precedentemente evidenziato, il MIUR sta tentando, attraverso una intensa collaborazione con l’Istat, di ricostruire i dati delle rilevazioni “integrative” a partire dall’a.s. 2000/2001. A dicembre 2003 erano disponibili presso il MIUR i dati delle scuole statali relativi all’a.s. 2000-2001 e delle scuole sia statali che non statali dell’a.s. 2001-2002. Secondo quanto emerso in sede di intervista, il gap informativo appena visto e la conseguente mancata diffusione dei dati delle rilevazioni “integrative” sono dovute alla mancanza di completezza, affidabilità e validazione dei dati. Per le scuole materne non statali, la mancanza dell’anagrafe ha causato difficoltà nel reperire e controllare successivamente i dati rilevati. Infatti, l’anagrafe è stata completata solo nell’a.s. 2001/2002, quindi a circa sette anni di distanza dal passaggio Istat-MIUR, ed è stata utilizzata per effettuare la rilevazione a partire dall’a.s. 2002/2003. Va comunque osservato che tale anagrafe presenta ancora alcuni problemi sia di sottostima che di doppi conteggi per alcune province (quali, ad esempio, Caserta e Napoli). 63 Tabella 2.3. Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola dell’infanzia (ex scuola materna) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003. SCUOLA DELL’INFANZIA ANNI SCOLASTICI Statale Non statale Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 4, 1995) 1992-93 1993-94 Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna e della scuola dell’obbligo” – Dati sommari (Collana d’informazione n. 3, 1994) Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 5, 1995) + Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 5, 1995) (a) 1994-95 Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 6, 1996) + Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 6, 1996) (a) 1995-96 Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 7, 1998) + Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 7, 1998) (a) 1996-97 Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 8, 2000) + Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 8, 2000) (a) 1997-98 (a) + (b) (b) 1998-99 (a) + (b) (b) 1999-2000 (a) + (b) (b) 2000-01 (a) + (b) (b) 64 Tabella 2.3 (segue). Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola dell’infanzia (ex scuole materne) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003. SCUOLA DELL’INFANZIA ANNI SCOLASTICI 2001-02 Statale Non statale (a) + (b) Volume MIUR “Indagine conoscitiva scuola non statale” (*) (Anno 2003) + (b) 2002-03 (a) + (b) (b) (*): disponibile anche su INTERNET (a): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati gestionali derivanti dal Sistema informativo in appositi volumi (disponibili anche su Internet), tra i quali: - “La Scuola Statale: sintesi dei dati” (pubblicazione con periodicità annuale); - “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale” (pubblicazione con periodicità annuale); (b): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati derivanti dalle Rilevazioni “integrative” in volumi monografici (disponibili anche su Internet), tra i quali: - “Alunni con cittadinanza non italiana – Scuole statali e non statali” (pubblicazione con periodicità annuale); - “L’handicap e l’integrazione nella scuola” (pubblicazione saltuaria) 65 Tabella 2.4. Disponibilità di microdati* sulla scuola dell’infanzia (ex scuola materna) dall’a.s. 1992-93 all’a.s.2002-2003. ANNI SCOLASTICI *: X: (a): (b): (c): (d): (e): (f) (g) SCUOLA DELL’INFANZIA Statale Non statale 1992-93 X X 1993-94 X(a) X(b) 1994-95 X X(b) 1995-96 X X(b) 1996-97 X X(b) 1997-98 X (f) + (g)b 1998-99 (c) + (g) (g)b 1999-2000 (c) + (g) (g)b 2000-01 X (d) + (g)b 2001-02 X Xb 2002-03 (c) + (g) (e) Il “microdato” è l’insieme dei dati elementari rilevati sull’unità di analisi (dal glossario di: www.ds.unifi.it) Disponibilità di microdati completi tratti dalle rilevazioni Istat o Miur Dati derivanti dall’indagine ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) dei dati “riepilogativi” (l’unità di rilevazione è il circolo didattico) e dal Sistema informativo del MPI (Ministero della Pubblica Istruzione). L’unità di rilevazione dell’indagine è il circolo didattico e non la singola scuola. Microdati gestionali completi derivanti dal Sistema informativo del MPI/MIUR Dati provvisori, a livello regionale, derivanti da elaborazioni dell’ISTAT su alcune variabili dei dati delle rilevazioni “integrative” del MPI. Il MIUR sta effettuando il trattamento statistico dei microdati derivanti dalle rilevazioni “integrative”. Dati provinciali di numerose variabili e dati parziali a livello di circolo didattico Microdati non trattati delle rilevazioni “integrative” (livelli di acquisizione inferiori al 100%) 66 2.1.5 Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca L’ex MPI, per svolgere le attività amministrative e gestionali di sua competenza, rilevava una gran mole di dati e, sin dal 1976, si era dotato di un Sistema informativo (SIMPI) per supportare l’attività degli Uffici centrali e periferici attraverso l’automazione delle funzioni di gestione amministrativa (organico di diritto, mobilità del personale, ecc.), di gestione giuridica (pratiche di ricostruzione della carriera, ecc.) e di gestione contabile (stipendi del personale docente della scuola elementare, bilancio di previsione, ecc.). Col passare degli anni il SIMPI si è sempre più arricchito di informazioni ed è sempre più diventato il “gestore” del sistema scuola in quanto amministra una banca dati di considerevoli dimensioni alimentata da procedure automatiche inserite nel processo amministrativo. Inoltre, “per fornire una serie di servizi alle scuole (es. aggiornamenti software, accesso in linea alle graduatorie, informazioni, ecc.) il MIUR ha fornito fin dal 1998 una rete di collegamenti a circuito chiuso (Intranet) fra tutte le Istituzioni Scolastiche Statali e il Sistema Informatico” (MIUR-EDS, 2003e, p. 4). Presso gli uffici di segreteria delle scuole sono state istallate postazioni di lavoro costituenti parte integrante del SIMPI. Una linea di comunicazione veloce (ISDN) collegava tali postazioni all’Ufficio provinciale di riferimento e quindi al Centro Elaborazione Dati del Sistema informativo, consentendo tanto l’inserimento dei dati quanto la consultazione delle pagine Intranet del Ministero. Per aumentare le possibilità di connessione tra le istituzioni scolastiche e il SIMPI, e per rendere più flessibile il lavoro del personale della scuola, dal maggio 2001 è stato reso disponibile SIWeb (Sistema Informativo in Web), un servizio con il quale le scuole possono accedere al Sistema informativo direttamente da Internet. SIWeb è infatti stato realizzato proprio per consentire il collegamento al SIMPI oltre che dalle postazioni di lavoro fornite dal Ministero e collegate alla rete Intranet, anche da altre macchine di proprietà delle scuole, purché dotate di accesso a Internet pubblico. La chiusura della rete Intranet di collegamento tra scuole e Sistema informativo e l’adozione di una nuova modalità di collegamento via Internet, è accompagnata dalla creazione di un’ “Area riservata” sul sito Internet del MIUR (www.istruzione.it) dalla 67 quale il personale amministrativo della scuola può accedere a tutti i servizi del Sistema informativo (funzioni SIMPI, sito Intranet, casella di posta elettronica istituzionale). Un apposito sistema di accesso controllato garantisce che l’Area sia effettivamente riservata ai soli Dirigenti scolastici e al personale amministrativo della scuola, che comunque necessitano di un’autorizzazione preventiva. Gli utenti di SIWeb teoricamente coincidono con tutto il personale amministrativo delle scuole abilitato dai Dirigenti scolastici ad interagire con il Sistema informativo. L’attribuzione delle autorizzazioni è quindi delegata alla responsabilità del Dirigente scolastico. Ciascun utente può essere autorizzato all’uso di uno o più servizi e deve identificarsi con il codice utente e la relativa password forniti dal Dirigente scolastico. Una apposita guida (Accesso all’Area Riservata Istituzioni Scolastiche – Guida di riferimento – disponibile su Intranet del MIUR) descrive le modalità di accesso ai servizi disponibili nell’Area riservata. Come già accennato, i servizi forniti sono: (i) Posta Scuole; (ii) SIWeb; (iii) WebIntranet70. Attraverso la sezione “SIWeb” le istituzioni scolastiche possono accedere e interagire con il SIMPI. Per quanto concerne la raccolta di informazioni statistiche, attraverso questo Sistema le scuole statali inseriscono direttamente nel SIMPI i dati relativi alle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (alunni, classi, cattedre, personale, ecc.) e i dati richiesti dai modelli delle rilevazioni “integrative”. Il complesso dei dati delle rilevazioni va ad alimentare il Data Warehouse che viene utilizzato dagli Uffici centrali e periferici con finalità conoscitive e amministrativofinanziarie. I soggetti autorizzati (vedi oltre) possono accedere al Data Warehouse (versione Web) attraverso la sezione “WebIntranet”. Il DWH è dunque una collezione di basi dati integrate derivanti unicamente dalla base informativa del SIMPI. Esso contiene una gran mole di informazioni - derivanti sia dalle attività amministrative e gestionali del MIUR che dalle rilevazioni “integrative” - e all’interno di esso è possibile consultare delle classi di informazioni fino ad arrivare al dettaglio della singola informazione. E’ importante sottolineare che i dati inseriti nel DWH rappresentano una “fotografia” dei dati registrati negli archivi del SIMPI senza che sia stato effettuato alcun 70 Tutto il personale di segreteria e i Dirigenti scolastici registrati nel Sistema informativo sono stati preventivamente autorizzati all’utilizzo della WebIntranet. 68 “trattamento” degli stessi; quindi, come viene evidenziato dal Ministero stesso, “la 'garanzia' che i dati prospettati siano corretti e completi deriva esclusivamente da un adeguato utilizzo delle procedure amministrative automatizzate da cui essi stessi derivano” (documento sul Data Warehouse inserito in WebIntranet). Per quanto riguarda le informazioni relative alle rilevazioni “integrative”, è opportuno tenere presente che il DWH non contiene i dati di tutte le scuole ma solo di quelle rilevate, cioè di quelle che hanno compilato e inviato al MIUR i modelli di rilevazione. Per tale motivo non è assicurato un elevato grado di completezza e affidabilità delle informazioni e di conseguenza non si può pensare di diffondere e di utilizzare questi dati a scopo statistico. Il DWH non può dunque sostituire i mezzi di diffusione dei dati. Al momento esistono due versioni del DWH: (i) statica (report su Web) e (ii) dinamica (DWH locale). Il DWH “locale” può essere utilizzato solo dall’Amministrazione centrale e dagli Uffici Scolastici Regionali e consente di visualizzare i dati in maniera dinamica e di effettuare particolari elaborazioni sugli stessi. Il DWH “statico” può essere consultato solo da coloro ai quali è consentito l’accesso alla rete Intranet del Ministero: (i) Amministrazione centrale; (ii) Uffici periferici del MIUR (Uffici Scolastici Regionali e Centri Servizi Amministrativi); (iii) Istituzioni scolastiche statali; (iv) scuole non statali che sono state accreditate; (v) in via sperimentale, eventuali altri enti che hanno stipulato delle convenzioni con il MIUR (quali ad es. la Regione Toscana e la Regione Lombardia) o che hanno ricevuto particolari autorizzazioni71. Il DWH statico consente di accedere ai report statistici delle tre aree disponibili: 1. Organico di fatto e anagrafe delle scuole statali 2. Personale 3. Rilevazioni “integrative” Per la definizione di “organico di fatto” cfr. par. 2.1.2. Nel periodo in cui gli uffici periferici hanno la possibilità di aggiornare i dati relativi all’organico di diritto sul 71 Si ringrazia l’Ing. Alessandro Musumeci per aver fornito alla Commissione per la garanzia dell’informazione statistica l’Utenza e la Password per accedere al Sistema informativo del Ministero. 69 SIMPI, le informazioni vengono periodicamente riportate sul DWH fino alla definizione completa dell’organico di fatto, momento in cui tali dati si consolidano. Per “anagrafe delle scuole” si intende l’insieme delle informazioni riguardanti le singole scuole statali. Il “Personale scolastico” del MIUR viene classificato in cinque differenti categorie: personale docente, personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.), dirigenti scolastici, personale educativo, incaricati per l’insegnamento della religione. Questa classificazione è stata mantenuta anche nell’organizzazione dell’area del DWH. Nell’area “Rilevazioni integrative” sono presenti tutte le informazioni acquisite tramite le schede di rilevazione integrativa sia per la scuola statale che non statale. In questa area, oltre ad essere disponibile una grande varietà di report, è anche possibile ottenere su file tutte le informazioni analitiche per singola scuola. Accedendo al DWH, si osserva che non possono essere consultate le serie storiche dei dati, ma solo i dati correnti. Ad esempio, a febbraio 2004 potevano essere consultati i dati dell’organico di fatto e del personale relativi all’a.s. 2003-2004 e i dati delle rilevazioni “integrative” relativi all’a.s. 2002-2003. Attualmente (luglio 2004) possono essere consultati i dati dell’organico di fatto e del personale sempre relativi all’a.s. 2003-2004 e i dati delle rilevazioni “integrative” relativi all’a.s. 2003-2004 (fatta eccezione dei dati sugli scrutini ed esiti finali). I dati e le variabili consultabili nel DWH relativi alle scuole materne sono prospettati nella Tabella 2.5. 70 Tabella 2.5. Dati sulla scuola dell’infanzia (ex scuola materna) consultabili nel DWH del MPI ORGANICO DI FATTO(a) 1. Scuole e istituti 1.1. Conteggio scuole: n° scuole; n° scuole associate a istituti comprensivi 2. Alunni e classi 2.1. Bambini per tipo di funzionamento della scuola (tempo normale; tempo ridotto) 2.2. Bambini portatori di handicap per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, sost. minorati dell’udito, sost. minorati psicofisici) e per tipo di funzionamento della scuola (tempo normale; tempo ridotto) 3. Posti e cattedre 3.1. Posti e sezioni per tipo di funzionamento 3.2. Posti di sostegno per tipo di sostegno (sostegno minorati della vista, sostegno minorati dell’udito, sostegno minorati psicofisici) Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2 e 3: nazionale, aree geografiche, regioni, distretti, province, circoli, comuni, anagrafica scuole PERSONALE(a) (b) 1. Docenti 1.1. Docenti titolari per tipo di insegnamento (comune, con metodo Montessori, per ciechi, …) e per tipo di posto (normale, sostegno, altro) 1.2. Docenti immessi in ruolo per tipo di posto (normale, sostegno) 1.3. Docenti cessati per causale di cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …) 1.4. Docenti collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (aspettativa per coniuge in servizio all’estero, coll. fuori ruolo permanente per utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, …) 1.5. Personale docente in servizio per tipo di insegnamento (comune, con metodo Montessori, per ciechi, …) 1.6. Assenze docenti per tipo di insegnamento (comune, con metodo Montessori, per ciechi, …) 2. Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.) 2.1. Personale ATA titolare per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, collaboratore scolastico, .) 2.2. Personale ATA immesso in ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, ...) 2.3. Personale ATA cessato per tipo di profilo (assistente amministrativo, ...) e per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …) 2.4. Personale ATA collocato fuori ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, ...) e per causale coll. fuori ruolo (aspettativa per coniuge in servizio all’estero, coll. fuori ruolo permanente per utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, …) 2.5. Personale ATA in servizio 2.6. Assenze del personale ATA per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, ...) 3. Personale educativo (PED) 3.1. Personale educativo titolare 3.2. Personale educativo immesso in ruolo 3.3. Personale educativo cessato per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …) 3.4. Personale educativo collocato fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (aspettativa per coniuge in servizio all’estero, coll. fuori ruolo permanente per utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, …) 3.5. Personale educativo in servizio 3.6. Assenze del personale educativo Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2 e 3: nazionale, aree geografiche, regioni e province 71 Tabella 2.5 (segue). Dati sulla scuola dell’infanzia (ex scuola materna) consultabili nel DWH del MPI RILEVAZIONI “INTEGRATIVE” 1. Scuola statale 1.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° sezioni, n° bambini in lista d’attesa 1.2. Bambini per anno di nascita e sesso 1.3. Bambini portatori di handicap per tipo di handicap 1.4. Bambini con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso 1.5. Servizi: n° bambini che fruiscono di servizi per tipo di servizio (mensa, scuolabus); n° scuole che offrono servizi per tipo di servizio (mensa, scuolabus) 1.6. Sezioni: n° sezioni con bambini potatori di handicap; n° sezioni funzionanti il sabato; n° sezioni a 8 ore; n° sezioni a 9 ore; n° sezioni a 10 ore; n° sezioni a tempo ridotto 1.7. Altre informazioni sui bambini: n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione cattolica 2. Scuola non statale 2.1. Notizie generali: n° scuole rilevate, n° alunni, n° sezioni, n° personale docente, n° personale non docente, n° bambini in lista d’attesa 2.2. Bambini per anno di nascita e sesso 2.3. Bambini portatori di handicap per tipo di handicap 2.4. Bambini con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso 2.5. Servizi: n° bambini che fruiscono di servizi per tipo di servizio (mensa, scuolabus); n° scuole che offrono servizi per tipo di servizio (mensa, postscuola, prescuola, scuolabus) 2.6. Sezioni: n° sezioni con bambini potatori di handicap; n° sezioni funzionanti il sabato; n° sezioni a 8 ore; n° sezioni a 9 ore; n° sezioni a 10 ore; n° sezioni a tempo ridotto 2.7. Personale: n° personale docente per sesso, n° personale non docente per sesso; n° personale insegnante in possesso di abilitazione all’insegnamento scuola materna; n° personale insegnante in possesso di specializzazione per il sostegno 2.8. Altre informazioni sui bambini: n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione cattolica Livello di disaggregazione territoriale per 1 e 2: nazionale, area geografica, regione, province, comuni, distretti 3. Dati analitici Sono presenti tutte le informazioni acquisite tramite le schede di rilevazione “integrativa” sia per la scuola statale che non statale ed è possibile ottenere su file tutte le informazioni analitiche per singola scuola. (a) Dati derivanti dalle attività amministrative e gestionali del MIUR. (b) Il personale scolastico del MPI viene classificato in cinque differenti categorie: personale docente, Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.), dirigenti scolastici, personale educativo, incaricati per l’insegnamento della religione. Le informazioni disponibili sono relative al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato (di ruolo), annuale e fino al termine delle attività didattiche (non di ruolo), cessato e collocato fuori ruolo. Relativamente al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, le informazioni sono disponibili sia per i titolari che per i cessati e i collocati fuori ruolo. 72 2.2. Le statistiche della scuola primaria72 (ex scuola elementare) 2.2.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio Prima del passaggio della produzione dei dati sulle scuole elementari dall’Istat al MIUR73, l’Istat effettuava delle rilevazioni totali (censuarie), svolte con cadenza annuale. L’oggetto di tali rilevazioni erano le scuole elementari sia gestite dallo Stato (scuole statali) che gestite da enti pubblici e privati (scuole non statali). Allo stesso tempo anche il MPI era in possesso di informazioni statistiche sulle scuole elementari derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (in particolare: consistenza degli alunni, delle classi, del personale e delle strutture edilizie delle scuole statali) e inserite nel Sistema informativo del MPI (SIMPI). Il Ministero non rilevava invece i dati sulle scuole elementari non statali e alcune informazioni sulle scuole elementari statali che l’Istat acquisiva tramite le proprie rilevazioni (in particolare: distinzione per sesso degli alunni iscritti e ripetenti; alunni in edifici precari; distinzione per paese d’origine degli alunni stranieri; ampiezza dell’unità scolastica; personale non insegnante; distinzione per singolo comune di unità, classi, alunni e insegnanti). Dopo il passaggio, con l’accordo quadro siglato il 18.08.1997 tra il MPI e l’Istat è stato stabilito che, limitatamente ai dati non gestiti dal SIMPI (quali ad esempio il sesso degli alunni, gli esiti degli scrutini e degli esami, ecc. nonché tutti i dati riguardanti le scuole non statali), le indagini annuali precedentemente condotte dall’Istat nelle scuole vengano sostituite da indagini “integrative” – con periodicità annuale - la cui titolarità spetta allo stesso Ministero. Allo stato attuale, i dati sulle scuole elementari vengono prodotti dal MIUR e derivano da: (i) le attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (che riguardano le sole scuole statali); 72 “La scuola primaria è articolata in un primo anno, teso al raggiungimento delle strumentalità di base, e in due periodi didattici biennali. Insieme alla scuola secondaria di I grado, costituisce il primo ciclo d’istruzione (Legge 28 marzo 2003, n. 53). Devono essere iscritti alla prima classe della scuola primaria gli alunni che compiono i sei anni entro il 31 agosto; possono essere iscritti i bambini che compiono i sei anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento - 28 febbraio per gli anni scolastici 2003/2004 e 2004/2005 – (D. lgs. 19 febbraio 2004, n. 59)” (MIUR (2004), p. XXII). 73 Per i tempi del passaggio della produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR cfr. Schema A. 73 (ii) le rilevazioni “integrative” effettuate per approfondire alcuni aspetti non rilevati dalle attività amministrative e gestionali di cui al punto precedente e in particolare per rilevare informazioni sulle scuole non statali; (iii) le indagini campionarie sugli esiti degli scrutini e degli esami, nonché sul giudizio riportato dagli alunni negli esami di licenza (solo per le scuole statali). Nei paragrafi che seguono del presente capitolo 2.2 verranno descritti - relativamente alle statistiche delle scuole elementari - i principali aspetti delle rilevazioni dei dati di fonte amministrativa e delle rilevazioni “integrative”, le modalità di diffusione dei dati, il Sistema informativo del MPI (SIMPI), il Data Warehouse e le indagini campionarie. Nel caso delle rilevazioni “integrative” verranno effettuati dei riferimenti e dei confronti con quanto veniva fatto precedentemente dall’Istat. 2.2.2 I dati di fonte amministrativa I dati sulle scuole elementari statali derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero maggiormente utilizzati per la descrizione del sistema scolastico sono quelli rilevati per la determinazione dell’organico di diritto e dell’organico di fatto. Secondo le definizioni inserite nel Sistema informativo del MIUR (SIMPI), le funzioni di “organico di diritto” sono le procedure informatiche che consentono a ciascuna scuola statale di comunicare al SIMPI le informazioni – basate sulle richieste di iscrizione - sul numero di alunni, classi, posti o cattedre relativi al successivo anno scolastico in modo da definire la propria pianta organica. Invece, con il termine di “organico di fatto” vengono intese le procedure relative all’inserimento nel SIMPI dell’effettiva consistenza degli alunni, delle classi, dei posti e delle cattedre per l’anno scolastico al quale ci si riferisce relativamente alle scuole statali. Questi dati vengono comunicati dalle segreterie scolastiche al SIMPI attraverso il collegamento diretto esistente (cfr. par. 2.1.5). Per quanto riguarda la descrizione del processo di rilevazione74 e comunicazione dei dati per la determinazione dell’organico di diritto, ogni segreteria scolastica deve 74 La descrizione del processo di rilevazione dei dati per la determinazione dell’Organico di diritto è stata desunta dal sito WebIntranet del MIUR (www.mpi.istruzione.it). 74 comunicare i dati relativi a tutte le sedi di propria competenza. Il processo di comunicazione avviene secondo i seguenti passi: 1° passo - Reperimento moduli: le segreterie scolastiche devono stampare, direttamente in sede e utilizzando le apposite funzioni del Sistema centrale, la modulistica necessaria per la rilevazione dei dati relativi all’Organico da determinare; 2° passo - Compilazione moduli: le segreterie scolastiche devono reperire le informazioni di interesse e compilare i moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza: (a) numero degli alunni e delle classi e/o pluriclassi distinto per tipologia di posto (normale, sostegno, altro), anno di corso e tipologia di orario; (b) numero degli alunni portatori di handicap per tipologia di posto prevista nella scuola, distinto per anno di corso, tipologia di orario e tipologia di sostegno; (c) numero dei posti, distinti per tipologia, a livello di circolo didattico o istituto comprensivo; (d) numero dei posti per tipologia di posto prevista nella scuola per le scuole ospedaliere, speciali per ciechi e sordomuti; 3° passo - Comunicazione dei dati al Sistema informativo (SIMPI): le segreterie scolastiche, una volta reperite le informazioni di interesse e compilati i moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza, devono operare nel modo seguente: (i) comunicare al Sistema gli alunni, le classi e/o pluriclassi e gli alunni portatori di handicap per tutti i plessi di competenza; (ii) verificare l’ipotesi di organico elaborata dal Sistema a livello di circolo didattico o istituto comprensivo ed eventualmente apportare le necessarie modifiche; (iii) integrare, sempre a livello di circolo didattico o istituto comprensivo, i dati di organico comunicando puntualmente i posti di sostegno e di lingua straniera per i quali non è prevista alcuna ipotesi di calcolo da parte del Sistema; (iv) comunicare puntualmente per singolo plesso i posti per le sedi attivate presso strutture ospedaliere e per le scuole speciali per sordomuti e per ciechi; (v) verificare la corretta immissione a Sistema dei dati tramite i prodotti di supporto quali stampe e interrogazioni; (vi) stampare la situazione di organico definitiva; 75 4° passo - Invio stampe: le segreterie scolastiche devono inoltrare ai CSA competenti le stampe, riportanti i dati relativi ad alunni, classi e/o pluriclassi e posti, debitamente firmate dal Dirigente scolastico. E’ previsto che il personale di segreteria possa essere assistito, nelle varie fasi del procedimento amministrativo e nell’uso delle funzioni del Sistema informativo, dai referenti dei CSA. Le fasi successive del procedimento amministrativo, finalizzate alla definizione della pianta organica provinciale utile alle operazioni di mobilità, sono di competenza dei CSA, i quali potranno operare solo dopo aver disattivato, alle istituzioni scolastiche, le funzioni di inserimento dei dati. Per quanto concerne l’organico di fatto, le procedure che acquisiscono tali informazioni hanno la caratteristica di aggiornare, se necessario, gli analoghi dati che hanno determinato l’organico di diritto e sono relativi alla situazione ad anno scolastico già avviato. 2.2.3 Le rilevazioni “integrative” 2.2.3.A L’unità di rilevazione Come avveniva per le rilevazioni effettuate dall’Istat prima del passaggio, l’unità di rilevazione della rilevazione “integrativa” delle scuole elementari – sia statali che non statali – è l’unità scolastica. 2.2.3.B I modelli di rilevazione Per effettuare la rilevazione “integrativa” delle scuole elementari, il MIUR utilizza due modelli di rilevazione: uno per la scuola statale ed uno per la scuola non statale. I due modelli presentano alcune diversità, dal momento che alcuni dati delle scuole statali sono già noti al Sistema informativo del MPI e che la scuola non statale presenta alcune sue proprie peculiarità. Nella Tabella 2.6 sono riassunte le variabili rilevate dall’Istat per l’a.s. 1992-93 (ultimo anno in cui la rilevazione è stata in carico all’Istat) e quelle rilevate dal MIUR 76 con il modello relativo alle scuole elementari non statali75 dell’a.s. 2002-2003, evidenziando le variabili rilevate dai modelli Istat e non dai modelli MIUR e viceversa. Come si può osservare, non tutte le variabili che venivano rilevate dall’Istat sono attualmente rilevate dal MIUR; d’altra parte i modelli utilizzati dal MIUR rilevano anch’essi alcune variabili precedentemente non rilevate dall’Istat. Il modello del MIUR relativo all’a.s. 2002-2003 rileva “nuove” variabili importanti per la descrizione del sistema scolastico relative agli alunni (in particolare: anno di nascita degli alunni, alunni appartenenti a comunità nomadi, insegnamento della religione cattolica, alunni che studiano lingue straniere), alle classi (in particolare: classi per tipo di orario), ai servizi e agli esiti finali dell’a.s. precedente (in particolare: alunni non valutati, alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati, alunni con cittadinanza non italiana scrutinati/esaminati, ecc.). E’ evidente che le differenze riscontrate nei due modelli siano in larga parte dovute a nuove sensibilità che sono venute maturando nel tempo e che hanno comportato la necessità di rilevare fenomeni di particolare rilevanza così come l’appartenenza degli alunni a comunità nomadi, la fruizione dell’insegnamento della religione cattolica, l’orario su 5 o 6 giorni, lo studio della lingua straniera, e l’inutilità di rilevarne altri (quali, ad esempio, alunni e classi distinti per: in edificio appositamente costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico; doposcuola; situazione edilizia). In linea generale si può osservare che le principali variabili richieste dalla gran parte dei fruitori dei dati per descrivere e analizzare il mondo della scuola (quali: sesso degli alunni; distinzione fra alunni in corso e ripetenti; alunni stranieri per paese di origine; alunni portatori di handicap; esiti finali ed esiti degli esami di licenza e di qualifica) sono ancora oggi rilevate dal MIUR. A partire dall’a.s. 2002/2003 le rilevazioni “integrative” delle scuole elementari si svolgono in due periodi distinti, in modo da raccogliere i risultati degli scrutini ed esami 75 E’ stato preso in considerazione il modello della rilevazione integrativa delle scuole elementari non statali piuttosto che quello delle scuole elementari statali, perché è il modello che richiede un maggior numero di informazioni. Per le scuole statali, infatti, alcune informazioni (quali, ad esempio, notizie sul personale), sono già in possesso del MIUR e inserite nel SIMPI, in quanto derivano dalle procedure amministrativo-gestionali del Ministero. Va comunque osservato che il modello della rilevazione “integrativa” delle scuole elementari statali, approfondisce alcuni temi – rispetto al modello delle scuole elementari non statali – quali: tipo di organizzazione modulare della scuola, classi a doppio turno, alunni in classi in doppio turno, docenti specializzati impegnati nell’insegnamento della lingua straniera, classi con insegnamento di lingua straniera. 77 conclusivi dello stesso anno tempestivamente e non più, come nel passato, congiuntamente ai dati dell’anno scolastico successivo: durante il primo periodo, che ha inizio nel mese di ottobre/novembre e termina generalmente a marzo, vengono acquisite tutte le informazioni richieste nei moduli della rilevazione “integrativa”, ad eccezione di quelle contenute nella sezione relativa agli esiti; nel secondo, a partire da luglio dell’anno successivo, vengono acquisite le informazioni relative agli esiti finali dell’anno scolastico appena trascorso (in tale periodo non possono essere in alcun modo modificate le informazioni immesse nel primo periodo). Riguardo all’accessibilità dei modelli di rilevazione, va osservato che questi non vengono diffusi né su pubblicazioni specifiche, né tramite Internet, bensì solo attraverso la rete Intranet del MIUR il cui accesso, come si è visto nel paragrafo 2.1.5, è riservato a pochissimi utenti. Un utilizzatore può dunque ottenere i modelli solo attraverso una specifica richiesta al Ministero. 78 Tabella 2.6. Variabili rilevate dal modello ISTAT M.10 “Rilevazione delle scuole elementari – A.S. 199293” e dal modello MIUR/2b “Rilevazione delle scuole elementari non statali – A.S. 2002-2003”. Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.10 Variabili rilevate dal Mod. MIUR/2b A.S. 1992-93 A.S. 2002-2003 GESTIONE DELLA SCUOLA NOTIZIE SUGLI ALUNNI: • N° alunni iscritti per anno di corso e sesso POSIZIONE GIURIDICA DELLA SCUOLA NON • N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso STATALE N° alunni per anno di nascita (distinti per sesso e anno NOTIZIE SUGLI ALUNNI: di corso) • N° alunni in totale • N° alunni portatori di handicap per anno di corso N° alunni distinti per: in edificio appositamente ( distinti per tipo di handicap) costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico N° alunni che studiano lingue straniere per anno di e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico corso e tipo di lingua N° alunni in turno unico e primo turno (distinti per: in • N° alunni con cittadinanza non italiana ( per anno di edificio appositamente costruito o permanentemente corso) adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente N° alunni appartenenti a comunità nomadi per anno di utilizzato ad uso scolastico) corso N° alunni in secondo e terzo turno (distinti per: in N° alunni in pluriclasse per anno di corso edificio appositamente costruito o permanentemente N° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente religione cattolica per anno di corso utilizzato ad uso scolastico) ALUNNI STRANIERI: • N° alunni iscritti per anno di corso e sesso • N° alunni stranieri per cittadinanza e sesso • N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso NOTIZIE SULLE CLASSI: CLASSI: • N° classi per anno di corso • N° classi per anno di corso N° di classi con orario su 5 giorni per anno di corso N° classi distinte per: in edificio appositamente N° di classi con orario su 6 giorni per anno di corso costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico N° di classi con insegnamento di lingua straniera per e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico anno di corso N° classi in turno unico e primo turno (distinte per: in edificio appositamente costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico) N° classi in secondo e terzo turno (distinti per: in edificio appositamente costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico) SITUAZIONE EDILIZIA: N° aule utilizzate in edificio appositamente costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico (distinte per: aule ordinarie e spazi per attività speciali e laboratori) N° aule in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico (distinte per: aule ordinarie e spazi per attività speciali e laboratori) Esistenza della biblioteca Esistenza di refettori Ubicazione della scuola (in un unico edificio o in più edifici) Esistenza di palestra PERSONALE IN SERVIZIO: • N° personale insegnante di ruolo e non di ruolo per sesso • N° personale non insegnante per sesso N° personale non insegnante per sesso distinto per qualifiche (personale di concetto, personale esecutivo, personale tecnico, personale ausiliario) 79 PERSONALE IN SERVIZIO: N° personale insegnante in totale per sesso N° personale insegnante di ruolo per sesso N° personale non insegnante per sesso SERVIZI: • N° alunni che fruiscono di mensa N° alunni che fruiscono di prescuola N° alunni che fruiscono di scuolabus N° alunni che fruiscono di postscuola Tabella 2.6 (segue). Variabili rilevate dal modello ISTAT M.10 “Rilevazione delle scuole elementari – A.S. 1992-93” e dal modello MIUR/2b “Rilevazione delle scuole elementari non statali – A.S. 2002-2003”. Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.10 Variabili rilevate dal Mod. MIUR/2b A.S. 1992-93 A.S. 2002-2003 CLASSI ABBINATE: N° classi abbinate N° alunni in classi abbinate N° insegnanti titolari in classi abbinate CLASSI NORMALI CON ALUNNI PORTATORI DI HANDICAPS: N° classi con alunni portatori di handicap per anno di corso • N° alunni portatori di handicap per anno di corso N° insegnanti di sostegno (assegnati agli alunni portatori di handicap) CLASSI A TEMPO PIENO: N° classi per anno di corso N° alunni per anno di corso • N° alunni che prendono la refezione per anno di corso N° insegnanti titolari CLASSI CON ATTIVITA’ INTEGRATIVE E/O CON INSEGNAMENTI SPECIALI NON A TEMPO PIENO: N° classi o gruppi di classi interessati N° alunni partecipanti N° insegnanti aggiuntivi addetti ESITI FINALI DELL’A.S. PRECEDENTE: • N° scrutinati/esaminati per sesso e anno di corso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) • N° alunni promossi/licenziati per sesso e anno di corso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° alunni interni non valutati per interruzioni formalizzate per sesso e anno di corso N° alunni interni non valutati per interruzioni non formalizzate per sesso e anno di corso N° alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° alunni portatori di handicap promossi/licenziati (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° alunni interni portatori di handicap non valutati N° alunni con cittadinanza non italiana scrutinati/esaminati (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° alunni con cittadinanza non italiana promossi/licenziati (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° alunni interni con cittadinanza non italiana non valutati DOPOSCUOLA: N° classi o gruppi di classi di doposcuola funzionanti N° alunni N° insegnanti ALUNNI STRANIERI: • N° alunni stranieri per cittadinanza ESITI FINALI DELL’A.S. PRECEDENTE(x): • N° scrutinati/esaminati per sesso e anno di corso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) • N° alunni promossi per sesso e anno di corso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) • N° alunni respinti per sesso e anno di corso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) (X) Gli esiti finali dell’a.s. precedente venivano rilevati dall’ISTAT con il Mod. ISTAT M. 11 – Rilevazione dei dati riepilogativi. LEGENDA: : Variabili non rilevate dal Mod. ISTAT M.10 dell’a.s. 1992-93. : Variabili non rilevate dal Mod. MIUR 2/b dell’a.s. 2002-2003. • : Variabili rilevate sia dal Mod. ISTAT M.10 (a.s. 1992-93) che dal Mod. MIUR 2/b (a.s. 2002-2003). 80 2.2.3.C Le fasi della rilevazione Prima del passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MPI, l’Istat effettuava la raccolta dei dati sulle scuole elementari presso le singole unità scolastiche, d’intesa con il MPI, tramite i Provveditorati agli studi, che collaboravano alle rilevazioni in qualità di organi intermedi di rilevazione. Più precisamente, l’Istat inviava ai Provveditorati i modelli di rilevazione cartacei e le circolari con le istruzioni destinate ai Capi d’Istituto. I Provveditorati distribuivano il materiale alle scuole, raccoglievano i modelli da esse compilati e li trasmettevano di nuovo all’Istat, che curava le fasi di riepilogo, di revisione qualitativa e quantitativa, di registrazione ed elaborazione secondo un piano di tabulazione opportunamente predisposto. L’Istat aveva dei referenti a livello di Provveditorati, ma non organizzava alcuna riunione a scopo formativo con essi. Subito dopo il passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MIUR, le rilevazioni “integrative” venivano effettuate dal MIUR tramite modelli cartacei e poi i dati venivano inseriti nel Sistema informativo dai Provveditorati agli studi. Successivamente, per le scuole statali, si è cominciato ad assistere ad uno spostamento dell’attività di acquisizione dei dati dai Provveditorati verso le istituzioni scolastiche stesse che hanno cominciato ad inserire direttamente le informazioni di propria competenza nel SIMPI. Attualmente il processo di acquisizione dei dati è stato informatizzato. In particolare, a partire dall’a.s. 2000-2001, avvalendosi del collegamento telematico con il Sistema informativo in tutte le istituzioni scolastiche statali, il processo di raccolta e comunicazione dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole statali e di parte delle scuole non statali è stato integralmente delegato alle istituzioni scolastiche. Per le scuole elementari statali è infatti cura degli istituti scolastici statali provvedere autonomamente al prelievo dei modelli dalla rete Intranet del MIUR, alla loro compilazione e all’immissione nel Sistema informativo dei dati in essi contenuti. Generalmente sono i segretari scolastici ad occuparsi della rilevazione e dell’immissione dei dati nel Sistema. Per le scuole elementari non statali, l’iter procedurale si svolge nel seguente modo: per le scuole non paritarie è cura dell’istituto scolastico statale (circolo didattico o 81 istituto comprensivo), tenuto a vigilare su di esse, prelevare il relativo modello di rilevazione e fornire al Sistema le informazioni; nel caso delle scuole paritarie, tale operazione viene espletata o da un istituto scolastico statale previo accordo tra le scuole stesse, o dal CSA se così si è convenuto in sede locale. Il MIUR ha predisposto un apposito “Manuale utente” per illustrare i software messi a disposizione delle segreterie scolastiche collegate telematicamente al SIMPI e le loro modalità di utilizzo per comunicare i dati di propria competenza relativamente alle rilevazioni “integrative”. Per seguire e monitorare il processo di rilevazione, il MIUR richiede - attraverso apposite circolari - agli Uffici scolastici regionali di procedere alla nomina di referenti, a livello regionale e provinciale. Questi referenti hanno il compito, oltre che di sensibilizzare le scuole in materia di acquisizione e circolazione dei flussi informativi, quello di seguire costantemente e da vicino tutte le fasi delle rilevazioni a livello locale, fornendo assistenza alle scuole nella fase di compilazione dei modelli e assicurando nel contempo un monitoraggio dell’andamento delle rilevazioni. Gli Uffici scolastici regionali a loro volta richiedono ai Dirigenti dei CSA la nomina dei referenti provinciali e poi possono decidere di organizzare degli incontri organizzativi con essi76. Va comunque osservato che per quanto riguarda le procedure informatiche utilizzate durante il processo di rilevazione dei dati, queste vengono implementate e gestite da una società informatica esterna scelta mediante una apposita gara d’appalto. L’ufficio di statistica del MIUR non viene consultato per la parte statistica relativa alla gestione del Sistema informativo da parte della società esterna e non ha alcun controllo sull’operato della società stessa. Da ciò deriva che l’ufficio di statistica del MIUR non ha il controllo pieno di alcune fasi del processo di rilevazione dei dati. 2.2.3.D I livelli di copertura Secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat, prima del passaggio l’Istituto riusciva a recuperare – in modo tempestivo - i modelli relativi alla totalità delle scuole. Le scuole venivano infatti raggiunte tutte col tramite dei Provveditorati agli studi che provvedevano a rinviare all’Istat i modelli compilati. Successivamente l’Istat mandava 76 Si sottolinea che tali incontri hanno solo scopo organizzativo e non formativo. 82 dei solleciti alle scuole non rispondenti. Quelle ancora inadempienti dopo il secondo sollecito venivano contattate per telefono per cercare di raccogliere comunque le informazioni mancanti. Dopo il passaggio di competenze, il MIUR ha incontrato diversi problemi nel riuscire a reperire i modelli delle rilevazioni “integrative” relativi alle scuole elementari. Con il passare degli anni i livelli di copertura sono diventati sempre più alti anche se ancora oggi la rilevazione difetta di completezza. I tassi di risposta relativi all’a.s. 20032004 sono infatti pari al 95,6% per le scuole elementari statali e al 75% per quelle non statali. Come si può osservare dalla tabella 2.7, nel corso degli anni scolastici i tassi di risposta non hanno mantenuto un andamento stabile; in alcuni casi si è registrata addirittura una diminuzione. Secondo quanto dichiarato dal Ministero, non è facile individuare con precisione i motivi di tali andamenti, che con molta probabilità sono dovuti a fattori contingenti o locali. Tabella 2.7. Tassi di risposta(1) della scuola primaria (ex scuola elementare) statale e non statale – Rilevazioni “integrative” dall’a.s. 1998/99 all’a.s. 2003/04 (valori percentuali) ANNI SCOLASTICI SCUOLA PRIMARIA Statale Non stat. 1998/99 90,8 83,1 1999/2000 90,5 71,8 2000/2001 90,3 77,2 2001/2002 93,3 72,2 2002/2003 94,4 73,2 2003/2004 95,6 75,0 (1) – Il tasso di risposta è calcolato rapportando il n° di scuole rilevate al n° di scuole risultanti in anagrafe. Fonte: elaborazioni MIUR. 83 2.2.3.E Le procedure di controllo dei dati Prima del passaggio, secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat in sede di intervista, l’Istituto effettuava sui dati raccolti diversi tipi di controlli: (a) un controllo di tipo quantitativo sulle scuole, confrontando i modelli raccolti con l’archivio delle scuole in possesso dell’Istituto; nel caso di scuole non rispondenti, l’Istat contattava direttamente le scuole per sollecitare la compilazione e restituzione dei modelli; (b) un controllo manuale sui modelli cartacei, effettuato prima della registrazione dei dati; in caso di anomalie riscontrate, l’Istat contattava telefonicamente le scuole; (c) controlli di tipo qualitativo, effettuati dopo la registrazione dei dati, utilizzando piani di check opportunamente predisposti; inoltre i dati venivano controllati con il n° degli alunni iscritti nell’a.s. precedente. Con questi tipi di controlli, l’Istat riusciva a recuperare tempestivamente i modelli e i relativi dati della totalità delle scuole e ad effettuare controlli di tipo qualitativo immediatamente al termine della rilevazione. Subito dopo il passaggio, il MIUR non sempre è riuscito a svolgere i controlli nella fase di rilevazione dei dati e, in particolare, ad effettuare una tempestiva validazione statistica dei dati raccolti. Va comunque evidenziato che, negli ultimi anni, si sono registrati notevoli miglioramenti nel controllo dei dati sia nella fase di rilevazione che nella fase ex-post. Per quanto concerne i controlli nella fase di rilevazione e acquisizione dei dati, il MIUR ha predisposto dei controlli durante l’immissione dei dati nel Sistema informativo77. Questi controlli sono diversi a seconda delle scuole statali e non statali. Per le scuole statali, i primi controlli che vengono effettuati durante la fase di immissione dei dati nel Sistema sono i confronti fra i dati acquisiti dalla rilevazione e quelli amministrativi/gestionali relativi all’organico di fatto. Il Sistema visualizza sullo schermo i dati di organico di fatto ed effettua i controlli previsti; il mancato superamento dei controlli viene segnalato. Inoltre sono previsti controlli di coerenza fra i dati inseriti. 77 I tipi di controllo previsti sono indicati nel “Manuale utente” delle Rilevazioni integrative disponibile nella rete Intranet del MIUR. 84 Per le scuole non statali, sono previsti solo controlli di coerenza. I tipi di controlli da effettuare sui dati durante l’immissione, anche se vengono predisposti e inseriti nel SIMPI da una società esterna, sono decisi dall’Ufficio statistico e da un ufficio facente parte del Sevizio per l’automazione e l’innovazione tecnologica del MIUR (la società esterna si limita a inserirli nel Sistema). Ma l’ufficio di statistica non effettua il collaudo delle procedure realizzate dalla società esterna, bensì tale collaudo viene effettuato da un altro ufficio dello stesso Servizio che fornisce all’ufficio di statistica lo stampato dei controlli eseguiti. Non viene quindi effettuato alcun controllo sull’implementazione delle procedure predisposte dalla società esterna e non esiste un vero e proprio monitoraggio delle diverse fasi della rilevazione e correzione dei dati. Per quanto concerne i controlli e le correzioni ex-post, in questi ultimi anni il MIUR, in stretta collaborazione con l’Istat, ha cercato di risolvere il problema della correzione e validazione dei dati. Ad esempio, per l’a.s. 2000/2001 i controlli e la correzione ex-post dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole elementari non statali sono stati effettuati dall’Istat che, per rispondere alle richieste internazionali, ha applicato ai dati grezzi le sue procedure di correzione, ottenendo stime a livello regionale delle principali variabili. Per l’a.s. successivo (2001/2002), l’Istat ha effettuato i controlli e la correzione dei dati delle scuole statali, mentre il MIUR ha svolto quelli per le scuole non statali. Per quanto riguarda l’assenza dei dati dovuta a mancate risposte totali e/o parziali, il MIUR utilizza procedure specifiche: (i) per le scuole non statali, cerca di recuperare i modelli di rilevazione o di ricostruire i dati mancanti tramite i dati degli anni precedenti o successivi; (ii) per le scuole statali, utilizza i dati gestionali/amministrativi dell’anno corrente e quelli degli anni precedenti e successivi. Le correzioni effettuate dall’Istat sono in parte di tipo deterministico e in parte sono imputazioni di tipo probabilistico. Le correzioni che vengono apportate ai dati da parte del MIUR sono invece solo di tipo deterministico. 85 2.2.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo A partire dall’a.s. 1946-47 e fino all’a.s. 1986-87 i risultati delle rilevazioni delle scuole elementari effettuate dall’Istat venivano pubblicati dall’Istat stesso, con periodicità annuale, insieme ai dati degli altri ordini di scuola in un unico volume dal titolo “Annuario statistico dell’istruzione italiana”. A partire dall’a.s. 1989-9078 i dati sulle scuole elementari sono stati pubblicati – sempre dall’Istat – in una nuova serie di volumi: “Statistiche della scuola materna ed elementare”. Subito dopo il passaggio della produzione dall’Istat al MIUR, l’Istat ha continuato a curare la diffusione e la pubblicazione delle statistiche derivanti dalle rilevazioni “integrative” del MIUR (cfr. Tab. 2.8), anche secondo quanto previsto dall’accordo quadro del 18.8.1997 tra Istat e MPI (“la pubblicazione e la diffusione delle statistiche prodotte dal Ministero potrà avvenire a cura dell’Istat”). Allo stato attuale, anche a causa della scadenza dell’accordo quadro79, la pubblicazione e diffusione di tali dati è ferma a diversi anni fa e non si sa chi deve provvedere a pubblicare gli Annuari dell’istruzione. In particolare, gli ultimi dati sulle scuole elementari pubblicati e diffusi negli annuari curati dall’Istat sono quelli relativi all’a.s. 1996/97 (cfr. Tab. 2.8). Dopo tale anno scolastico, gli unici dati diffusi sono quelli inseriti nelle pubblicazioni correnti curate dal MIUR sin dal 1994: “La Scuola Statale: sintesi dei dati” e “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale”. Ma i dati inseriti in tali pubblicazioni, anche se escono tempestivamente e vengono diffusi tramite Internet, derivano dai dati amministrativi – gestiti dal Sistema informativo del MIUR - utilizzati per la definizione dell’organico di fatto (del personale docente) nel caso della prima pubblicazione e dell’organico previsionale (cd. “di diritto”) nel caso della seconda e, inoltre, si riferiscono solo alle scuole statali. Per quanto riguarda invece i dati sulle scuole elementari non statali, i dati derivanti dalle 78 Per le scuole elementari, per problemi tecnici, per gli a.s. 1987-88 e 1988-89 sono stati pubblicati solo i risultati delle elaborazioni dei dati rilevati tramite la rilevazione dei dati riepilogativi delle scuole materne ed elementari per circolo didattico. E’ inoltre opportuno citare che i dati derivanti dalle rilevazioni riepilogative sono stati pubblicati fino all’a.s. 1992-93, ai fini di una rapida diffusione, dapprima sul Supplemento al Bollettino Mensile di statistica e successivamente su un’apposita Collana d’informazione. 79 L’accordo quadro è scaduto il 17.8.2000 e non è stato rinnovato. 86 rilevazioni “integrative” vengono solo sporadicamente diffusi dal MIUR su pubblicazioni specifiche (cfr. Tab. 2.8). Dalle interviste con i responsabili sia dell’Istat che del MIUR è emerso che la mancata diffusione e pubblicazione dei dati sulle scuole elementari non è dovuto soltanto a un problema di competenza o a ritardi nella pubblicazione, bensì all’effettiva mancanza di tali informazioni. In particolare si può osservare che la mancanza di completezza, affidabilità e validazione dei dati è uno dei motivi principali che ha causato il gap informativo e la conseguente mancata diffusione dei dati delle rilevazioni “integrative”. L’attuale disponibilità di microdati sulle scuole elementari è riassunta nella Tabella 2.9. I dati sulle scuole elementari, sia statali che non statali, sono stati ricostruiti sino all’a.s. 1998-99. Per l’a.s. 1999-2000 mancano i dati a livelli micro sia per le scuole non statali che per quelle statali (molto probabilmente il MIUR non riuscirà a ricostruire i dati per quest’a.s.). I microdati sono stati completamente ricostruiti per l’a.s. 2000-2001 e il MIUR, in collaborazione con l’Istat, sta tentando di risolvere i problemi per gli anni scolastici successivi (sono già stati ricostruiti i dati relativi all’a.s. 2001-2002 per le scuole non statali). 87 Tabella 2.8. Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola primaria (ec scuola elementare) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003. SCUOLA PRIMARIA ANNI SCOLASTICI Statale Non statale Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 4, 1995) 1992-93 1993-94 Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna e della scuola dell’obbligo” – Dati sommari (Collana d’informazione n. 3, 1994) Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 5, 1995) + Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 5, 1995) (a) 1994-95 Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 6, 1996) + Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 6, 1996) (a) 1995-96 Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 7, 1998) + Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 7, 1998) (a) 1996-97 Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 8, 2000) + Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna ed elementare” (Annuario n. 8, 2000) (a) 1997-98 (a) + (b) (b) 1998-99 (a) + (b) (b) 1999-2000 (a) + (b) (b) 2000-01 (a) + (b) (b) 88 Tabella 2.8 (segue). Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola primaria (ex scuola elementare) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003. SCUOLA PRIMARIA ANNI SCOLASTICI 2001-02 Statale Non statale (a) + (b) Volume MIUR “Indagine conoscitiva scuola non statale” (*) (Anno 2003) + (b) 2002-03 (a) + (b) (b) (*): disponibile anche su INTERNET (a): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati gestionali derivanti dal Sistema Informativo in appositi volumi (disponibili anche su Internet), tra i quali: - “La Scuola Statale: sintesi dei dati” (pubblicazione con periodicità annuale); - “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale” (pubblicazione con periodicità annuale); (b): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati derivanti dalle Rilevazioni “integrative” in volumi monografici (disponibili anche su Internet), tra i quali: - “Alunni con cittadinanza non italiana – Scuole statali e non statali” (pubblicazione con periodicità annuale); - “L’handicap e l’integrazione nella scuola” (pubblicazione saltuaria) 89 Tabella 2.9. Disponibilità di microdati* sulla scuola primaria (ex scuola elementare) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003. ANNI SCOLASTICI *: X: (a): (b): (c): (d): (e) (f) 2.2.5 SCUOLA PRIMARIA Statale Non statale 1992-93 X X 1993-94 X(a) X(b) 1994-95 X X 1995-96 X X 1996-97 X X 1997-98 X X 1998-99 X X 1999-2000 (c) + (e) (e) +X(f) 2000-01 X X 2001-02 X X 2002-03 (c) + (e) (d) Il “microdato” è l’insieme dei dati elementari rilevati sull’unità di analisi (dal glossario di: www.ds.unifi.it) Disponibilità di microdati completi tratti dalle rilevazioni Istat o Miur Dati derivanti dall’indagine ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) dei dati “riepilogativi” (l’unità di rilevazione è il circolo didattico) e dal Sistema informativo del MPI (Ministero della Pubblica Istruzione). L’unità di rilevazione dell’indagine è il circolo didattico e non la singola scuola. Microdati gestionali completi derivanti dal Sistema informativo del MPI/MIUR Il MIUR sta effettuando il trattamento statistico dei microdati derivanti dalle rilevazioni “integrative”. Microdati non trattati delle rilevazioni “integrative” (livelli di acquisizione inferiori al 100%) Solo variabili principali Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca Per la descrizione del SIMPI e del DWH cfr. il par. 2.1.5. I dati e le variabili consultabili nel DWH relativi alle scuole elementari sono prospettati nella Tabella 2.10. 90 Tabella 2.10. Dati sulla scuola primaria (ex scuola elementare) consultabili nel DWH del MPI ORGANICO DI FATTO(a) 1. Scuole e istituti 1.1. Conteggio plessi: n° plessi; n° circoli; n° plessi associati a istituti comprensivi; n° istituti comprensivi 2. Alunni e classi 2.1. Alunni e classi per anno di corso e tipo di funzionamento della scuola (tempo normale; tempo prolungato) 2.2. Alunni portatori di handicap per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, sost. minorati dell’udito, …), per anno di corso e per tipo di funzionamento della scuola (tempo normale; tempo prolungato) 3. Posti e cattedre 3.1. Posti per tipo di posto/insegnamento (comune, con metodo Montessori, musica, lingua inglese, …) 3.2. Posti di sostegno per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, sost. minorati dell’udito, …) Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2 e 3: nazionale, aree geografiche, regioni, distretti, province, circoli, comuni, anagrafica scuole PERSONALE(a) (b) 1. Docenti 1.1. Docenti titolari per tipo di insegnamento (comune, lingua inglese, per ciechi, …) e per tipo di posto (normale, sostegno, altro) 1.2. Docenti immessi in ruolo per tipo di posto (normale, sostegno) 1.3. Docenti cessati per causale di cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …) 1.4. Docenti collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (con destinazione all’estero, utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, …) 1.5. Personale docente in servizio 1.6. Assenze docenti per tipo di insegnamento (comune, lingua inglese, per ciechi, …) 2. Direttivi (dirigenti scolastici) 2.1. Direttivi titolari 2.2. Direttivi cessati per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …) 2.3. Direttivi collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (con destinazione all’estero, utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, …) 2.4. Personale direttivo in servizio 2.5. Assenze del personale direttivo 3. Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.) 3.1. Personale ATA titolare per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, coll. scolastico, …) 3.2. Personale ATA immesso in ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) 3.3. Personale ATA cessato per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …) 3.4. Personale ATA collocato fuori ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e per causale coll. fuori ruolo (con destinazione all’estero, utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, …) 3.5. Personale ATA in servizio per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, coll. scolastico, …) 3.6. Assenze del personale ATA per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, coll. scolastico, …) 4. Personale educativo (PED) 4.1. Personale educativo titolare 4.2. Personale educativo immesso in ruolo 4.3. Personale educativo cessato per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …) 4.4. Personale educativo collocato fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (con destinazione all’estero, utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, …) 4.5. Personale educativo in servizio 4.6. Assenze del personale educativo Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2, 3 e 4: nazionale, aree geografiche, regioni e province 91 Tabella 2.10 (segue). Dati sulle scuola primaria (ex scuola elementare) consultabili nel DWH del MPI RILEVAZIONI “INTEGRATIVE” 1. Scuola statale 1.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi 1.2. Alunni per anno di corso e sesso; alunni ripetenti per anno di corso e sesso 1.3. Alunni per anno di nascita per anno di corso 1.4. Alunni per lingua straniera studiata per anno di corso 1.5. Alunni portatori di handicap per tipo di handicap per anno di corso 1.6. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso 1.7. Esiti: n° interruzioni formalizzate per anno di corso e sesso; n° interruzioni non formalizzate per anno di corso e sesso; n° alunni esterni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso e sesso; n° alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso 1.8. Alunni e classi in doppio turno 1.9. Altre notizie sugli alunni: n° alunni nomadi per anno di corso; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione cattolica per anno di corso 2. Scuola non statale 2.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi, n° personale docente, n° personale non docente 2.2. Alunni per anno di corso e sesso; alunni ripetenti per anno di corso e sesso 2.3. Alunni per anno di nascita e anno di corso 2.4. Alunni per lingua straniera studiata per anno di corso 2.5. Alunni portatori di handicap per tipo di handicap e anno di corso 2.6. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso 2.7. Esiti: n° interruzioni formalizzate per anno di corso e sesso; n° interruzioni non formalizzate per anno di corso e sesso; n° alunni esterni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso e sesso; n° alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso 2.8. Classi: n° classi; n° classi con insegnamento lingua straniera; n° classi con alunni portatori di handicap 2.9. Personale: n° personale docente per sesso, n° personale non docente per sesso 2.10. Altre notizie sugli alunni: n° alunni nomadi per anno di corso; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione cattolica per anno di corso Livello di disaggregazione territoriale per 1 e 2: nazionale, area geografica, regione, province, comuni, distretti 3. Dati analitici Sono presenti tutte le informazioni acquisite tramite le schede di rilevazione “integrativa” sia per la scuola statale che non statale ed è possibile ottenere su file tutte le informazioni analitiche per singola scuola. (a) Dati derivanti dalle attività amministrative e gestionali del MIUR. (b) Il personale scolastico del MPI viene classificato in cinque differenti categorie: personale docente, Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.), dirigenti scolastici, personale educativo, incaricati per l’insegnamento della religione. Le informazioni disponibili sono relative al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato (di ruolo), annuale e fino al termine delle attività didattiche (non di ruolo), cessato e collocato fuori ruolo. Relativamente al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, le informazioni sono disponibili sia per i titolari che per i cessati e i collocati fuori ruolo. 92 2.2.6 Le indagini campionarie Dal Programma statistico nazionale (PSN) 2004-2006 risulta che il MIUR effettua, oltre alle rilevazioni “integrative”, la rilevazione sugli “Scrutini per anno di corso, esiti degli esami di licenza e giudizi riportati dagli alunni negli stessi esami nelle scuole elementari e secondarie di primo grado statali”. Questa rilevazione è un’indagine campionaria effettuata con periodicità annuale. L’universo di riferimento sono gli scrutini annuali per anno di corso e sessioni di esami nelle scuole elementari e secondarie di primo grado statali. I principali caratteri rilevati sono: alunni scrutinati; alunni promossi; alunni respinti. Il MIUR diffonde con periodicità annuale alcuni dei dati rilevati nel volume “Indagine campionaria sulla dispersione scolastica nelle scuole statali elementari, medie e secondarie superiori”, in cui viene esaminato il fenomeno degli alunni non valutati in sede di scrutinio finale fra i quali possono essere inclusi gran parte di coloro che abbandonano la scuola o che evadono l’obbligo scolastico. In particolare, per quanto concerne la scuola elementare statale, in tale pubblicazione vengono presi in considerazione: - gli alunni ritirati ufficialmente entro il 15 marzo perché trasferiti all’estero e ritirati in istruzione familiare (con esclusione di quelli trasferiti ad altra scuola); - gli alunni non valutati agli scrutini finali per aver effettuato un numero di assenze troppo elevato a causa di malattie, interruzioni di frequenze non formalizzate e mancate frequenze; - gli alunni non ancora valutati al momento della rilevazione perché rinviati alle prove suppletive. I dati sono disaggregati a livello regionale e per anno di corso. Va osservato che, secondo quanto dichiarato dal MIUR, una sintesi dei dati rilevati su alunni scrutinati, alunni promossi e alunni respinti vengono diffusi dal MIUR in appositi notiziari. Per l’a.s. 2003/04 alcuni risultati sono stati presentati in un “Notiziario statistico” redatto dal Servizio statistico I della nuova Direzione Generale Studi e Programmazione del MIUR. Va infine osservato che anche per questa indagine, come per la rilevazione “integrativa”, non esiste alcuna nota metodologica che spiega il processo di rilevazione e non viene in alcun modo diffuso il modello di rilevazione. 93 2.3. Le statistiche della scuola secondaria di primo grado80 (ex scuola media inferiore) 2.3.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio Prima del passaggio della produzione dei dati sulle scuole medie dall’Istat al MIUR81, l’Istat effettuava delle rilevazioni totali (censuarie), svolte con cadenza annuale. L’oggetto di tali rilevazioni erano le scuole secondarie di primo grado sia gestite dallo Stato (scuole statali) che gestite da enti pubblici e privati (scuole non statali). Allo stesso tempo anche il MPI era in possesso di informazioni statistiche sulle scuole medie inferiori derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (in particolare: consistenza degli alunni, delle classi, del personale e delle strutture edilizie delle scuole statali) e inserite nel Sistema informativo del MPI (SIMPI). Il Ministero non rilevava invece i dati sulle scuole medie non statali e alcune informazioni sulle scuole medie statali che l’Istat acquisiva tramite le proprie rilevazioni (in particolare: distinzione per sesso degli alunni iscritti e ripetenti, esiti degli scrutini e degli esami). Dopo il passaggio, con l’accordo quadro siglato il 18.08.1997 tra il MPI e l’Istat è stato stabilito che, limitatamente ai dati non gestiti dal SIMPI, le indagini annuali precedentemente condotte dall’Istat nelle scuole vengano sostituite da indagini “integrative” – con periodicità annuale - la cui titolarità spetta allo stesso Ministero. Allo stato attuale, i dati sulla scuola secondaria di primo grado inferiore vengono prodotti dal MIUR e derivano da: (i) le attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (che riguardano le sole scuole statali); (ii) le rilevazioni “integrative” effettuate per approfondire alcuni aspetti non rilevati dalle attività amministrative e gestionali di cui al punto precedente e in particolare per rilevare informazioni sulle scuole non statali; 80 “La scuola secondaria di primo grado si articola in un biennio e in un terzo anno che completa prioritariamente il percorso disciplinare” (legge 28 marzo 2003, n. 53 – art. 2, comma f). “Insieme alla scuola primaria, costituisce il primo ciclo di istruzione; assicura, altresì, l’orientamento ed il raccordo con il secondo ciclo di istruzione” [MIUR (2004), p. XXII]. 81 Per i tempi del passaggio della produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR cfr. Schema A. 94 (iii) indagini campionarie (solo per le scuole statali) su: esiti degli scrutini e degli esami; giudizio riportato dagli alunni negli esami di licenza; alunni non valutati agli scrutini finali distinti per causalità. Nei paragrafi che seguono del presente capitolo 2.3 verranno descritti – relativamente alle scuole secondarie di primo grado - i principali aspetti delle rilevazioni dei dati di fonte amministrativa e delle rilevazioni “integrative”, le modalità di diffusione dei dati, il Sistema informativo del MPI e il Data Warehouse del Ministero, le indagini campionarie. Nel caso delle rilevazioni “integrative” verranno effettuati dei riferimenti e dei confronti con quanto veniva fatto precedentemente dall’Istat. 2.3.2 I dati di fonte amministrativa I dati sulle scuole secondarie di primo grado statali derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero maggiormente utilizzati per la descrizione del sistema scolastico sono quelli rilevati per la determinazione dell’organico di diritto e dell’organico di fatto. Secondo le definizioni inserite nel Sistema informativo del MIUR (SIMPI), le funzioni di “organico di diritto” sono le procedure informatiche che consentono a ciascuna scuola statale di comunicare al SIMPI le informazioni – basate sulle richieste di iscrizione - sul numero di alunni, classi, posti o cattedre relativi al successivo anno scolastico in modo da definire la propria pianta organica. Invece, con il termine di “organico di fatto” vengono intese le procedure relative all’inserimento nel SIMPI dell’effettiva consistenza degli alunni, delle classi, dei posti e delle cattedre per l’anno scolastico al quale ci si riferisce relativamente alle scuole statali. Questi dati vengono comunicati dalle segreterie scolastiche al SIMPI attraverso il collegamento diretto esistente (cfr. par. 2.1.5). Per quanto riguarda la descrizione del processo di rilevazione82 e comunicazione dei dati per la determinazione dell’organico di diritto, ogni segreteria scolastica deve comunicare i dati relativi a tutte le sedi di propria competenza. Il processo di comunicazione avviene secondo i seguenti passi: 82 La descrizione del processo di rilevazione dei dati per la determinazione dell’Organico di diritto è stata desunta dal sito WebIntranet del MIUR (www.mpi.istruzione.it). 95 1° passo - Reperimento moduli: le segreterie scolastiche devono stampare, direttamente in sede e utilizzando le apposite funzioni del Sistema centrale, la modulistica necessaria per la rilevazione dei dati relativi all’Organico da determinare; 2° passo - Compilazione moduli: le segreterie scolastiche devono reperire le informazioni di interesse e compilare i moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza: (a) numero degli alunni e delle classi sia per il tempo normale che per il tempo prolungato, distinto per anno di corso; (b) numero delle classi di lingua sia per il tempo normale che per il tempo prolungato, distinto per anno di corso; (c) numero degli alunni portatori di handicap distinto per anno di corso e tipologia di sostegno, dei posti interni alla scuola e numero degli alunni portatori di handicap utilizzati nella costituzione di detti posti, distinti per tipologia di sostegno; 3° passo - Comunicazione dei dati al Sistema informativo (SIMPI): le segreterie scolastiche, una volta reperite le informazioni di interesse e compilati i moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza, devono comunicare a Sistema gli alunni, le classi e i dati relativi al sostegno; 4° passo - Invio stampe: le segreterie scolastiche devono inoltrare ai CSA competenti le stampe, riportanti sia i dati elementari comunicati che l’organico determinato dal Sistema, debitamente firmate dal Dirigente scolastico. E’ previsto che il personale di segreteria possa essere assistito, nelle varie fasi del procedimento amministrativo e nell’uso delle funzioni del Sistema informativo, dai referenti dei CSA. Le fasi successive del procedimento amministrativo, finalizzate alla definizione della pianta organica provinciale utile alle operazioni di mobilità, sono di competenza dei CSA, i quali potranno operare solo dopo aver disattivato, alle istituzioni scolastiche, le funzioni di inserimento dei dati. Per quanto concerne l’organico di fatto, le procedure che acquisiscono tali informazioni hanno la caratteristica di aggiornare, se necessario, gli analoghi dati che hanno determinato l’organico di diritto e sono relativi alla situazione ad anno scolastico già avviato. 96 2.3.3 Le rilevazioni “integrative” 2.3.3.A L’unità di rilevazione Come avveniva per le rilevazioni effettuate dall’Istat prima del passaggio, l’unità di rilevazione della rilevazione “integrativa” delle scuole secondarie di primo grado – sia statali che non statali – è l’unità scolastica. 2.3.3.B I modelli di rilevazione Per effettuare la rilevazione “integrativa” delle scuole medie, il MIUR utilizza due modelli di rilevazione: uno per la scuola statale ed uno per la scuola non statale. I due modelli presentano alcune diversità, dal momento che alcuni dati delle scuole statali sono già noti al Sistema informativo del MPI e che la scuola non statale presenta alcune sue proprie peculiarità83. Nella Tabella 2.11 sono riassunte le variabili rilevate dall’Istat per l’a.s. 1994-95 (ultimo anno in cui la rilevazione è stata in carico all’Istat84) e quelle rilevate dal MIUR con il modello relativo alle scuole medie inferiori non statali85 dell’a.s. 2002-2003, evidenziando le variabili rilevate dai modelli Istat e non dai modelli MIUR e viceversa. Come si può osservare, non tutte le variabili che venivano rilevate dall’Istat sono attualmente rilevate dal MIUR; d’altra parte i modelli utilizzati dal MIUR rilevano anch’essi alcune variabili precedentemente non rilevate dall’Istat. Il modello del MIUR relativo all’a.s. 2002-2003 rileva “nuove” variabili importanti per la descrizione del sistema scolastico relative agli alunni (in particolare: anno di nascita degli alunni, alunni appartenenti a comunità nomadi, insegnamento della religione cattolica), alle classi (in particolare: classi con numero di alunni inferiore a 10, classi con insegnamento di lingua straniera), alla situazione edilizia (in particolare: esistenza gabinetti scientifici, esistenza laboratorio di informatica, esistenza laboratorio 83 Si ricorda che i dati relativi alle scuole non statali sono rilevati solo tramite l’indagine integrativa. Fino all’a.s. 1994-95 i dati sulle scuole secondarie di primo grado provenivano da due rilevazioni effettuate dall’ISTAT. La prima, dei dati sommari, rilevava - con il modello ISTAT M.21 – le classi e gli alunni, in totale e al primo anno, al 15 ottobre e i risultati degli scrutini ed esami dell’a.s. precedente. La seconda, sempre riferita al 15 ottobre, rilevava nel dettaglio – con il modello ISTAT M.20 –, per ciascuna scuola sia statale che non statale, i dati sugli alunni, le classi, il personale scolastico, l’edilizia scolastica. 85 E’ stato preso in considerazione il modello della rilevazione delle scuole secondarie di primo grado non statali piuttosto che quello delle scuole secondarie di primo grado statali, perché è il modello che richiede un maggior numero di informazioni. Per le scuole statali, infatti, alcune informazioni (quali, ad esempio: situazione edilizia, personale in servizio) sono già in possesso del MIUR e inserite nel SIMPI, in quanto derivano dalle procedure amministrativo-gestionali del Ministero. 84 97 linguistico) e agli esiti finali dell’a.s. precedente (in particolare: alunni interni non valutati, alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati, alunni con cittadinanza non italiana scrutinati/esaminati, ecc.). E’ evidente che le differenze riscontrate nei due modelli siano in larga parte dovute a nuove sensibilità che sono venute maturando nel tempo e che hanno comportato la necessità di rilevare fenomeni di particolare rilevanza così come l’appartenenza degli alunni a comunità nomadi, la fruizione dell’insegnamento della religione cattolica, gli esiti finali degli alunni portatori di handicap, gli esiti finali degli alunni con cittadinanza non italiana, e l’inutilità di rilevarne altri (quali, ad esempio, alunni e classi distinti per: in edificio appositamente costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico; classi a tempo prolungato). In linea generale si può osservare che le principali variabili richieste dalla gran parte dei fruitori dei dati per descrivere e analizzare il mondo della scuola (quali: sesso degli alunni; distinzione fra alunni in corso e ripetenti; alunni stranieri per paese di origine; alunni portatori di handicap; esiti finali ed esiti degli esami di licenza e di qualifica) sono ancora oggi rilevate. A partire dall’a.s. 2002/2003 le rilevazioni “integrative” delle scuole secondarie di primo grado si svolgono in due periodi distinti, in modo da raccogliere i risultati degli scrutini ed esami conclusivi dello stesso anno tempestivamente e non più, come nel passato, congiuntamente ai dati dell’anno scolastico successivo: durante il primo periodo, che ha inizio nel mese di ottobre/novembre e termina generalmente a marzo, vengono acquisite tutte le informazioni richieste nei moduli della rilevazione “integrativa”, ad eccezione di quelle contenute nella sezione relativa agli esiti; nel secondo, a partire da luglio dell’anno successivo, vengono acquisite le informazioni relative agli esiti finali dell’anno scolastico appena trascorso (in tale periodo non possono essere in alcun modo modificate le informazioni immesse nel primo periodo). Riguardo all’accessibilità dei modelli di rilevazione, va osservato che questi non vengono diffusi né su pubblicazioni specifiche, né tramite Internet, bensì solo attraverso la rete Intranet del MIUR il cui accesso, come è stato precedentemente evidenziato (cfr. par. 2.1.5), è riservato a pochissimi utenti. Un utilizzatore può dunque ottenere i modelli solo attraverso una specifica richiesta al Ministero. 98 Tabella 2.11. Variabili rilevate dal modello ISTAT M.20 “Rilevazione delle scuole medie – A.S. 1994-95” e dal modello MIUR/3b “Rilevazione delle scuole secondarie di I grado non statali – A.S. 2002-2003” Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.20 Variabili rilevate dal Mod. MIUR/3b A.S. 1994-95 A.S. 2002-2003 GESTIONE DELLA SCUOLA SITUAZIONE EDILIZIA: Indicazioni sull’edificio – Se esso è: appositamente POSIZIONE GIURIDICA DELLA SCUOLA NON costruito per uso scolastico; adattato per uso scolastico; STATALE in comune con scuola elementare o materna non statale; in comune con scuola secondaria di II grado NOTIZIE SUGLI ALUNNI: non statale • N° alunni in totale • N° aule ordinarie utilizzate dalla scuola N° alunni distinti per: in edificio appositamente costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico • Esistenza della palestra e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico Esistenza altri impianti sportivi N° alunni in turno unico e primo turno (distinti per: in • Esistenza locale adibito esclusivamente a biblioteca edificio appositamente costruito o permanentemente Esistenza gabinetti scientifici adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente Esistenza laboratorio di informatica utilizzato ad uso scolastico) Esistenza laboratorio linguistico N° alunni in secondo e terzo turno (distinti per: in • Esistenza locale mensa edificio appositamente costruito o permanentemente PERSONALE: adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente • Sesso del capo d’istituto utilizzato ad uso scolastico) • N° docenti in servizio per sesso ( di cui: abilitati; in • N° alunni iscritti per anno di corso e sesso servizio da più di 3 anni nella scuola) • N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso • N° personale non docente per sesso CLASSI: NOTIZIE SUGLI ALUNNI: • N° classi per anno di corso • N° alunni iscritti per anno di corso e sesso in classi a N° classi distinte per: in edificio appositamente tempo normale costruito o permanentemente adattato ad uso scolastico • N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso in classi e in edificio precariamente utilizzato ad uso scolastico a tempo normale N° classi in turno unico e primo turno (distinte per: in N° alunni pluriripetenti nella scuola media in classi a edificio appositamente costruito o permanentemente tempo normale adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente • N° alunni iscritti per anno di corso e sesso in classi a utilizzato ad uso scolastico) tempo prolungato N° classi in secondo e terzo turno (distinti per: in • N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso in classi edificio appositamente costruito o permanentemente a tempo prolungato adattato ad uso scolastico e in edificio precariamente N° alunni pluriripetenti nella scuola media in classi a utilizzato ad uso scolastico) tempo prolungato SITUAZIONE EDILIZIA: N° alunni per anno di nascita (distinti per sesso e anno N° aule utilizzate in edificio appositamente costruito o di corso) permanentemente adattato ad uso scolastico (distinte N° alunni con cittadinanza non italiana per anno di per: aule ordinarie e spazi per attività speciali) corso N° aule in edificio precariamente utilizzato ad uso N° alunni appartenenti a comunità nomadi per anno di scolastico (distinte per: aule ordinarie e spazi per corso attività speciali) N° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della • Esistenza della biblioteca religione cattolica per anno di corso • Esistenza di refettori • N° alunni portatori di handicap per anno di corso Ubicazione della scuola (in un unico edificio o in più N° alunni portatori di handicap distinti per tipo di edifici) handicap • Esistenza di palestra ALUNNI STRANIERI: LINGUA STRANIERA: • N° alunni stranieri per cittadinanza e sesso N° alunni che studiano ciascun tipo di lingua straniera CLASSI A TEMPO PROLUNGATO: N° classi a tempo prolungato per anno di corso N° alunni inseriti in classi a tempo prolungato per anno di corso 99 Tabella 2.11 (segue) . Variabili rilevate dal modello ISTAT M.20 “Rilevazione delle scuole medie – A.S. 1994-95” e dal modello MIUR/3b “Rilevazione delle scuole secondarie di I grado non statali – A.S. 2002-2003” Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.20 Variabili rilevate dal Mod. MIUR/3b A.S. 1994-95 A.S. 2002-2003 N° alunni ripetenti inseriti in classi a tempo prolungato NOTIZIE SULLE CLASSI: per anno di corso • N° di classi per anno di corso ( distinte per: tempo N° docenti su cattedra a tempo prolungato normale e tempo prolungato) N° docenti su cattedra mista N° di classi con numero di alunni inferiore a 10 per anno di corso (distinte per: tempo normale e tempo CLASSI CON ALUNNI PORTATORI DI HANDICAPS: prolungato) • N° classi con alunni portatori di handicap per anno di N° di classi con insegnamento di lingua straniera per corso anno di corso e per tipo di lingua (distinte per: tempo N° alunni in totale delle classi con alunni portatori di normale e tempo prolungato) handicap per anno di corso • N° classi con alunni portatori di handicap per anno di • N° alunni portatori di handicap per anno di corso corso N° docenti di sostegno ESITI FINALI DELL’A.S. PRECEDENTE: PRESIDE: • N° scrutinati/esaminati per sesso e anno di corso Il Preside è: titolare, docente di ruolo incaricato dalla (distinti per: alunni interni e candidati esterni) presidenza, docente non di ruolo • N° alunni promossi per sesso e anno di corso (distinti Il Preside è con o senza insegnamento per: alunni interni e candidati esterni) • Sesso del Preside N° alunni interni non valutati per interruzioni PERSONALE DOCENTE PER QUALIFICHE: formalizzate per anno di corso (solo per alunni interni) N° docenti di ruolo per sesso N° alunni interni non valutati per interruzioni non N° docenti non di ruolo abilitati per sesso formalizzate per anno di corso (solo per alunni interni) N° docenti non di ruolo non abilitati con titolo N° alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati specifico per sesso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° docenti non di ruolo non abilitati senza titolo N° alunni portatori di handicap promossi/licenziati specifico per sesso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° alunni interni portatori di handicap non valutati PERSONALE DOCENTE PER GRUPPI DI MATERIE: N° alunni con cittadinanza non italiana N° docenti per gruppi di materie per sesso scrutinati/esaminati (distinti per: alunni interni e candidati esterni) PERSONALE NON DOCENTE: N° alunni con cittadinanza non italiana • N° personale non docente per sesso promossi/licenziati (distinti per: alunni interni e N° personale non docente per sesso distinto per candidati esterni) qualifiche N° alunni interni con cittadinanza non italiana non ALUNNI STRANIERI: valutati • N° alunni stranieri per cittadinanza ESAMI DI LICENZA DELL’A.S. PRECEDENTE: SCRUTINI ED ESAMI DELL’A.S. PRECEDENTE(x): • N° scrutinati/esaminati per sesso (distinti per: alunni • N° scrutinati/esaminati per sesso e anno di corso interni e candidati esterni) (distinti per: alunni interni e candidati esterni) • N° licenziati per sesso (distinti per: alunni interni e • N° alunni promossi per sesso e anno di corso (distinti candidati esterni) per: alunni interni e candidati esterni) • N° alunni respinti per sesso e anno di corso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) ESAMI DI LICENZA DI SCUOLA MEDIA DELL’A.S. PRECEDENTE(x): • N° esaminati per sesso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) • N° licenziati per sesso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) (X) Gli esiti finali dell’a.s. precedente venivano rilevati dall’ISTAT con il Mod. ISTAT M. 21 – Rilevazione dei dati sommari. LEGENDA: : Variabili non rilevate dal Mod. ISTAT M.20 dell’a.s. 1994/95. : Variabili non rilevate dal Mod. MIUR 3/b dell’a.s. 2002/2003. • : Variabili rilevate sia dal Mod. ISTAT M.20 (a.s. 1994/95) che dal Mod. MIUR 3/b (a.s. 2002/2003). 100 2.3.3.C Le fasi della rilevazione Prima del passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MIUR, l’Istat effettuava la raccolta dei dati sulle scuole medie inferiori presso le singole unità scolastiche, d’intesa con il MPI, tramite i Provveditorati agli studi, che collaboravano alle rilevazioni in qualità di organi intermedi di rilevazione. Più precisamente, l’Istat inviava ai Provveditorati i modelli di rilevazione cartacei e le circolari con le istruzioni destinate ai Capi d’Istituto. I Provveditorati distribuivano il materiale alle scuole, raccoglievano i modelli da esse compilati e li trasmettevano di nuovo all’Istat, che curava le fasi di riepilogo, di revisione qualitativa e quantitativa, di registrazione ed elaborazione secondo un piano di tabulazione opportunamente predisposto. L’Istat aveva dei referenti a livello di Provveditorati, ma non organizzava alcuna riunione a scopo formativo con essi. Subito dopo il passaggio, le rilevazioni “integrative” sono state effettuate dal MIUR tramite modelli cartacei e i dati venivano inseriti nel Sistema informativo dai Provveditorati agli studi. Successivamente, per le scuole statali, si è cominciato ad assistere ad uno spostamento dell’attività di acquisizione dei dati dai Provveditorati verso le istituzioni scolastiche stesse che hanno cominciato ad inserire direttamente le informazioni di propria competenza nel SIMPI. Attualmente il processo di acquisizione dei dati è stato informatizzato. In particolare, a partire dall’a.s. 2000-2001, avvalendosi del collegamento telematico con il Sistema informativo in tutte le istituzioni scolastiche statali, il processo di raccolta e comunicazione dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole statali e di parte delle scuole non statali è stato integralmente delegato alle istituzioni scolastiche. Per le scuole secondarie di primo grado statali è infatti cura degli istituti scolastici statali (segreterie scolastiche) provvedere autonomamente al prelievo dei modelli dalla rete Intranet del MIUR, alla loro compilazione e all’immissione nel Sistema informativo dei dati in essi contenuti. Generalmente sono i segretari scolastici ad occuparsi della rilevazione e dell’immissione dei dati nel Sistema. Per le scuole secondarie di primo grado non statali i CSA inviano i modelli di rilevazione alle scuole non statali per la loro compilazione e curano la raccolta degli stessi per la successiva immissione dei dati al Sistema. Per seguire e monitorare il processo di rilevazione, il MIUR richiede - attraverso apposite circolari - agli Uffici scolastici regionali di procedere alla nomina di appositi 101 referenti, a livello regionale e provinciale. Questi referenti hanno il compito, oltre che di sensibilizzare le scuole in materia di acquisizione e circolazione dei flussi informativi, quello di seguire costantemente e da vicino tutte le fasi delle rilevazioni a livello locale, assicurando nel contempo un monitoraggio dell’andamento delle rilevazioni. Gli Uffici scolastici regionali a loro volta richiedono ai Dirigenti dei CSA la nomina dei referenti provinciali e poi possono decidere di organizzare degli incontri organizzativi con essi86. Va comunque osservato che per quanto riguarda le procedure informatiche utilizzate durante il processo di rilevazione dei dati, queste vengono implementate e gestite da una società informatica esterna scelta mediante una apposita gara d’appalto. L’ufficio di statistica del MIUR non viene consultato per la parte statistica relativa alla gestione del Sistema informativo da parte della società esterna e non ha alcun controllo sull’operato della stessa. Da ciò deriva che l’ufficio di statistica del MIUR non ha il controllo pieno di alcune fasi del processo di rilevazione dei dati. 2.3.3.D I livelli di copertura Secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat, prima del passaggio l’Istituto riusciva a recuperare – in modo tempestivo - i modelli relativi alla totalità delle scuole. Le scuole venivano infatti raggiunte tutte col tramite dei Provveditorati agli studi che provvedevano a rinviare all’Istat i modelli compilati. Successivamente l’Istat mandava dei solleciti alle scuole non rispondenti. Quelle ancora inadempienti dopo il secondo sollecito venivano contattate per telefono per cercare di raccogliere comunque le informazioni mancanti. Dopo il passaggio di competenze, il MPI ha incontrato diversi problemi nel riuscire a reperire i modelli delle rilevazioni “integrative” relativi alle scuole medie. Con il passare degli anni i livelli di copertura sono diventati sempre più alti anche se ancora oggi la rilevazione difetta di completezza. I tassi di risposta relativi all’a.s. 20032004 sono infatti pari al 96,0% per le scuole medie inferiori statali e al 96,9% per quelle non statali (Tab. 2.12). Come si può osservare dalla tabella 3, nel corso degli anni scolastici i tassi di risposta non hanno mantenuto un andamento stabile. Secondo quanto dichiarato dal Ministero, 86 Si sottolinea che tali incontri hanno solo scopo organizzativo e non formativo. 102 non è facile individuare con precisione i motivi di tali andamenti, che con molta probabilità sono dovuti a fattori contingenti o locali. Tabella 2.12. Tassi di risposta della scuola secondaria di I grado (ex scuola media) statale e non statale – Rilevazioni “integrative” dall’a.s. 1998/99 all’a.s. 2003/04 (valori percentuali) SCUOLA SECONDARIA DI ANNI SCOLASTICI PRIMO GRADO Statale Non stat. 1998/99 92,1 90,7 1999/2000 96,0 89,1 2000/2001 90,8 91,5 2001/2002 92,9 93,5 2002/2003 93,8 92,5 2003/2004 96,0 96,9 (1) – Il tasso di risposta è calcolato rapportando il n° di scuole rilevate al n° di scuole risultanti in anagrafe. Fonte: elaborazioni MIUR. 2.3.3.E Le procedure di controllo dei dati Prima del passaggio, secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat in sede di intervista, l’Istituto effettuava sui dati raccolti diversi tipi di controlli: (a) un controllo di tipo quantitativo sulle scuole, confrontando i modelli raccolti con l’archivio delle scuole in possesso dell’Istituto; nel caso di scuole non rispondenti, l’Istat contattava direttamente le scuole per sollecitare la compilazione e restituzione dei modelli; (b) un controllo manuale sui modelli cartacei, effettuato prima della registrazione dei dati; in caso di anomalie riscontrate, l’Istat contattava telefonicamente le scuole; (c) controlli di tipo qualitativo, effettuati dopo la registrazione dei dati, utilizzando piani di check opportunamente predisposti; inoltre i dati venivano controllati con il n° degli alunni iscritti nell’a.s. precedente. 103 Con questi tipi di controlli, l’Istat riusciva a recuperare tempestivamente i modelli e i relativi dati della totalità delle scuole e ad effettuare controlli di tipo qualitativo immediatamente al termine della rilevazione. Subito dopo il passaggio, il MIUR non sempre è riuscito a svolgere i controlli nella fase di rilevazione dei dati e, in particolare, ad effettuare una tempestiva validazione statistica dei dati raccolti. Va comunque evidenziato che, negli ultimi anni, si sono registrati notevoli miglioramenti nel controllo dei dati sia nella fase di rilevazione che nella fase ex-post. Per quanto concerne i controlli nella fase di rilevazione e acquisizione dei dati, il MIUR ha predisposto dei controlli durante l’immissione dei dati nel Sistema informativo87. Questi controlli sono diversi a seconda delle scuole statali e non statali. Per le scuole statali, i primi controlli che vengono effettuati durante la fase di immissione dei dati nel Sistema sono i confronti fra i dati acquisiti dalla rilevazione e quelli amministrativi/gestionali relativi all’organico di fatto. Il Sistema visualizza sullo schermo i dati di organico di fatto ed effettua i controlli previsti; il mancato superamento dei controlli viene segnalato. Inoltre sono previsti controlli di coerenza fra i dati inseriti. Per le scuole non statali, sono previsti solo controlli di coerenza. I tipi di controlli da effettuare sui dati durante l’immissione, anche se vengono predisposti e inseriti nel SIMPI da una società esterna, sono decisi dall’Ufficio statistico e da un ufficio facente parte del Sevizio per l’automazione e l’innovazione tecnologica del MIUR (la società esterna si limita a inserirli nel Sistema). Ma l’ufficio di statistica non effettua il collaudo delle procedure realizzate dalla società esterna, bensì tale collaudo viene effettuato da un altro ufficio dello stesso Servizio che fornisce all’ufficio di statistica lo stampato dei controlli eseguiti. Non viene quindi effettuato alcun controllo sull’implementazione delle procedure predisposte dalla società esterna e non esiste un vero e proprio monitoraggio delle diverse fasi della rilevazione e correzione dei dati. Per quanto concerne i controlli e le correzioni ex-post, in questi ultimi anni il MIUR, in stretta collaborazione con l’Istat, ha cercato di risolvere il problema della correzione e validazione dei dati. Ad esempio, per l’a.s. 2000/2001 i controlli e la correzione ex-post 87 I tipi di controllo previsti sono indicati nel “Manuale utente” delle Rilevazioni integrative disponibile nella rete Intranet del MIUR. 104 dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole secondarie di primo grado non statali sono stati effettuati dall’Istat che, per rispondere alle richieste internazionali, ha applicato ai dati grezzi le sue procedure di correzione, ottenendo stime a livello regionale delle principali variabili. Per l’a.s. successivo (2001/2002), l’Istat ha effettuato i controlli e la correzione dei dati delle scuole statali, mentre il MIUR ha svolto quelli per le scuole non statali. Per quanto riguarda l’assenza dei dati dovuta a mancate risposte totali e/o parziali, il MIUR utilizza procedure specifiche: (i) per le scuole non statali, cerca di recuperare i modelli di rilevazione o di ricostruire i dati mancanti tramite i dati degli anni precedenti o successivi; (ii) per le scuole statali, utilizza i dati gestionali/amministrativi dell’anno corrente e quelli degli anni precedenti e successivi. Le correzioni effettuate dall’Istat sono in parte di tipo deterministico e in parte sono imputazioni di tipo probabilistico. Le correzioni che vengono apportate ai dati da parte del MIUR sono invece solo di tipo deterministico. 2.3.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo A partire dall’a.s. 1946-47 e fino all’a.s. 1986-87 i risultati delle rilevazioni delle scuole medie inferiori effettuate dall’Istat venivano pubblicati dall’Istat stesso, con periodicità annuale, insieme ai dati degli altri ordini di scuola in un unico volume dal titolo “Annuario statistico dell’istruzione italiana”. A partire dall’a.s. 1987-88 i dati sulle scuole medie inferiori sono stati pubblicati – sempre dall’Istat – in una nuova serie di volumi: “Statistiche della scuola media inferiore”. Subito dopo il passaggio della produzione dall’Istat al MIUR, l’Istat ha continuato a curare la diffusione e la pubblicazione delle statistiche derivanti dalle rilevazioni “integrative” del MIUR (cfr. Tab. 2.13), anche secondo quanto previsto dall’accordo quadro del 18.8.1997 fra Istat e MPI (“la pubblicazione e la diffusione delle statistiche prodotte dal Ministero potrà avvenire a cura dell’Istat”). 105 Allo stato attuale, anche a causa della scadenza dell’accordo quadro88, la pubblicazione e diffusione di tali dati è ferma a diversi anni fa. In particolare, gli ultimi dati sulle scuole medie inferiori pubblicati e diffusi negli annuari curati dall’Istat sono quelli relativi all’a.s. 1997/98 (cfr. Tab. 2.13). Dopo tale anno scolastico, gli unici dati diffusi sono quelli inseriti nelle pubblicazioni correnti curate - a partire dal 1994 - dal MIUR: “La Scuola Statale: sintesi dei dati” e “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale”. Ma i dati inseriti in tali pubblicazioni, anche se escono tempestivamente e vengono diffusi tramite Internet, derivano dai dati amministrativi – gestiti dal Sistema informativo del MIUR - utilizzati per la definizione dell’organico di fatto (del personale docente) nel caso della prima pubblicazione e dell’organico previsionale (cd. “di diritto”) nel caso della seconda e, inoltre, si riferiscono solo alle scuole statali. Per quanto riguarda invece i dati sulle scuole medie inferiori non statali, i dati derivanti dalle rilevazioni “integrative” vengono solo sporadicamente diffusi dal MIUR su pubblicazioni specifiche (cfr. Tab. 2.13). Dalle interviste con i responsabili sia dell’Istat che del MIUR è emerso che la mancata diffusione e pubblicazione dei dati sulle scuole medie inferiori non è dovuto soltanto a un problema di competenza o a ritardi nella pubblicazione bensì all’effettiva mancanza di tali dati. In particolare si può osservare che la mancanza di completezza, affidabilità e validazione dei dati è uno dei motivi principali che ha causato il gap informativo e la conseguente mancata diffusione dei dati delle rilevazioni “integrative”. L’attuale disponibilità di microdati statistici sulle scuole medie inferiori è riassunta nella seguente Tabella 2.14. I dati sulle scuole medie inferiori, sia statali che non statali, sono stati ricostruiti sino all’a.s. 1998-99. Per l’a.s. 1999-2000 mancano i dati a livelli micro sia per le scuole non statali che per quelle statali (molto probabilmente il MIUR non riuscirà a ricostruire i dati per quell’a.s.). I microdati sono stati completamente ricostruiti per l’a.s. 2000-2001 e il MIUR, in collaborazione con l’Istat, sta tentando di risolvere i problemi per gli anni scolastici successivi (sono già stati ricostruiti i dati relativi all’a.s. 2001-2002 per le scuole non statali). 88 L’accordo quadro è scaduto il 17.8.2000 e non è stato rinnovato. 106 Tabella 2.13. Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola secondaria di I grado (ex scuola media) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003. ANNI SCOLASTICI SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Statale 1992-93 Non statale Volume ISTAT “Statistiche della scuola media inferiore” (Annuario n. 6, 1995) Volume ISTAT “Statistiche della scuola materna e della scuola dell’obbligo” – Dati sommari (Collana d’informazione n. 3, 1994) 1993-94 Volume ISTAT “Statistiche della scuola media inferiore” (Annuario n. 7, 1995) 1994-95 Volume ISTAT “Statistiche della scuola media inferiore” (Annuario, 1996) 1995-96 Volume ISTAT “Statistiche della scuola media inferiore” (Annuario n. 9, 1998) 1996-97 Volume ISTAT “Statistiche della scuola media inferiore” (Annuario n. 10, 1999) 1997-98 Volume ISTAT “Statistiche della scuola media inferiore” (Annuario n. 11, 2001) (a) + (b) 1998-99 (a) + (b) (a) + (b) 1999-2000 (a) + (b) (b) 2000-01 (a) + (b) (b) (a) + (b) Volume MIUR “Indagine conoscitiva scuola non statale” (*) (Anno 2003) 2001-02 + (b) 2002-03 (a) + (b) (b) (*): disponibile anche su INTERNET (a): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati gestionali derivanti dal Sistema Informativo in appositi volumi (disponibili anche su Internet), tra i quali: - “La Scuola Statale: sintesi dei dati” (pubblicazione con periodicità annuale); - “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale” (pubblicazione con periodicità annuale); (b): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati derivanti dalle Rilevazioni “integrative” in volumi monografici (disponibili anche su Internet), tra i quali: - “Alunni con cittadinanza non italiana – Scuole statali e non statali” (pubblicazione con periodicità annuale); - “L’handicap e l’integrazione nella scuola” (pubblicazione saltuaria) 107 Tabella 2.14. Disponibilità di microdati* sulla scuola secondaria di I grado (ex scuola media) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003. ANNI SCOLASTICI *: X: (a): (b): (c) (d) (e) SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO Statale Non statale 1992-93 X X 1993-94 X X 1994-95 X X 1995-96 X X 1996-97 X X 1997-98 X X 1998-99 X X 1999-2000 (a) + (d) (d) + X(e) 2000-01 X(c) X 2001-02 X X 2002-03 (a) + (d) (b) Il “microdato” è l’insieme dei dati elementari rilevati sull’unità di analisi (dal glossario di: www.ds.unifi.it) Disponibilità di microdati completi tratti dalle rilevazioni Istat o Miur Microdati gestionali completi derivanti dal Sistema informativo del MPI/MIUR Il MIUR sta effettuando il trattamento statistico dei microdati derivanti dalle rilevazioni “integrative”. entro dicembre 2003. Microdati non trattati delle rilevazioni “integrative” (livelli di acquisizione inferiori al 100%) Solo variabili principali 108 2.3.5 Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca Per la descrizione del SIMPI e del DWH cfr. il par. 2.1.5. I dati e le variabili consultabili nel DWH relativi alle scuole medie inferiori sono prospettati nello Schema 2.15. Tabella 2.15. Dati sulla scuola secondaria di I grado (ex scuola media) consultabili nel DWH del MPI ORGANICO DI FATTO(a) 1. Scuole e istituti 1.1. Conteggio scuole: n° scuole; n° istituti principali; n° scuole con sezioni staccate; n° scuole annesse a conservatori; n° scuole annesse a istituto d’arte; n° istituti comprensivi 2. Alunni e classi 2.1. Alunni e classi per anno di corso e tipo di funzionamento cattedra (tempo normale; tempo ridotto); classi con due lingue straniere per anno di corso e tipo funzionamento cattedra; classi lingua francese per anno di corso e tipo funzionamento cattedra; classi lingua inglese per anno di corso e tipo funzionamento cattedra; classi lingua spagnola per anno di corso e tipo funzionamento cattedra; classi lingua tedesca per anno di corso e tipo funzionamento cattedra 2.2. Alunni portatori di handicap per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, …) e per anno di corso 3. Posti e cattedre 3.1. Cattedre per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica; …) 3.2. Cattedre esterne per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica; …) 3.3. Cattedre interne miste per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica; …) 3.4. Cattedre interne prolungate per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica; …) 3.5. Cattedre interne normali per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica; …) 3.6. Cattedre ordinarie per classe di concorso (educ. artistica; educ. fisica; italiano storia ed educ. civica; …) 3.7. Posti di sostegno per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, …) Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2 e 3: nazionale, aree geografiche, regioni, distretti, province, comuni, anagrafica scuole 109 Tabella 2.15 (segue). Dati sulla scuola secondaria di I grado (ex scuola media) consultabili nel DWH del MPI PERSONALE(a) (b) 1. Docenti 1.1. Docenti titolari per tipo di insegnamento (italiano, storia ed ed. civica, geografia; educ. artistica; educ. fisica; lingua straniera, …) e per tipo di posto (normale, sostegno, altro) 1.2. Docenti immessi in ruolo per tipo di posto (normale, sostegno) 1.3. Docenti cessati per causale di cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …) 1.4. Docenti collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, con destinazione all’estero, …) 1.5. Personale docente in servizio 1.6. Assenze docenti per tipo di insegnamento (italiano, storia ed ed. civica, geografia; lingua straniera, …) 2. Direttivi (dirigenti scolastici) 2.1. Direttivi titolari 2.2. Direttivi cessati per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …) 2.3. Direttivi collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, con destinazione all’estero, …) 2.4. Personale direttivo in servizio 2.5. Assenze del personale direttivo 3. Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.) 3.1. Personale ATA titolare per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, collab. scolastico, …) 3.2. Personale ATA immesso in ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) 3.3. Personale ATA cessato per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …) 3.4. Personale ATA collocato fuori ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, con destinazione all’estero, …) 3.5. Personale ATA in servizio per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) 3.6. Assenze del personale ATA per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) 4. Personale educativo (PED) 4.1. Personale educativo titolare 4.2. Personale educativo immesso in ruolo 4.3. Personale educativo cessato per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …) 4.4. Personale educativo collocato fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti per motivi di salute, con destinazione all’estero, …) 4.5. Personale educativo in servizio 4.6. Assenze del personale educativo Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2, 3 e 4: nazionale, aree geografiche, regioni e province 110 Tab. 2.15 (segue). Dati sulle scuola secondaria di I grado (ex scuola media) consultabili nel DWH del MPI RILEVAZIONI “INTEGRATIVE” 1. Scuola statale 1.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi per tipo di funzionamento, n° alunni provenienti da altra scuola 1.2. Alunni per anno di corso e sesso; alunni ripetenti per anno di corso e sesso; alunni in classi normali per anno di corso e sesso 1.3. Alunni per anno di nascita e anno di corso 1.4. Alunni e classi in doppio turno 1.5. Alunni portatori di handicap per anno di corso; alunni per tipo di handicap per anno di corso 1.6. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso 1.7. Classi: n° classi con alunni portatori di handicap per anno di corso; n° classi a tempo normale per anno di corso; n° classi a tempo prolungato per anno di corso 1.8. Esiti: n° alunni esterni esaminati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso e sesso; n° alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso 1.9. Altre notizie sugli alunni: n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione cattolica; n° alunni che fruiscono del servizio mensa 2. Scuola non statale 2.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi, n° alunni provenienti da altra scuola, n° personale docente, n° personale non docente 2.2. Alunni per anno di corso e sesso; alunni ripetenti per anno di corso e sesso; alunni in classi normali per anno di corso e sesso 2.3. Alunni per anno di nascita e anno di corso 2.4. Alunni portatori di handicap per tipo di handicap e anno di corso 2.5. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso 2.6. Classi: n° classi con alunni portatori di handicap per anno di corso; n° classi a tempo normale per anno di corso; n° classi a tempo prolungato per anno di corso 2.7. Esiti: n° alunni esterni esaminati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso e sesso; n° alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso 2.8. Personale: n° personale docente per sesso, n° personale non docente per sesso 2.8. Altre notizie sugli alunni: n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione cattolica Livello di disaggregazione territoriale per 1 e 2: nazionale, area geografica, regione, province, comuni, distretti 3. Dati analitici Sono presenti tutte le informazioni acquisite tramite le schede di rilevazione “integrativa” sia per la scuola statale che non statale ed è possibile ottenere su file tutte le informazioni analitiche per singola scuola. (a) Dati derivanti dalle attività amministrative e gestionali del MIUR. (b) Il personale scolastico del MPI viene classificato in cinque differenti categorie: personale docente, Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.), dirigenti scolastici, personale educativo, incaricati per l’insegnamento della religione. Le informazioni disponibili sono relative al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato (di ruolo), annuale e fino al termine delle attività didattiche (non di ruolo), cessato e collocato fuori ruolo. Relativamente al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, le informazioni sono disponibili sia per i titolari che per i cessati e i collocati fuori ruolo. 111 2.3.6 Le indagini campionarie Dal Programma statistico nazionale (PSN) 2004-2006 risulta che il MIUR effettua una rilevazione sugli “Scrutini per anno di corso, esiti degli esami di licenza e giudizi riportati dagli alunni negli stessi esami nelle scuole elementari e secondarie di primo grado statali”. Questa rilevazione è un’indagine campionaria effettuata con periodicità annuale. L’universo di riferimento sono gli scrutini annuali per anno di corso e sessioni di esami nelle scuole elementari e secondarie di primo grado statali. I principali caratteri rilevati sono: alunni scrutinati; alunni promossi; alunni respinti. Il MIUR diffonde con periodicità annuale alcuni dei dati rilevati nel volume “Indagine campionaria sulla dispersione scolastica nelle scuole statali elementari, medie e secondarie superiori”, in cui viene esaminato il fenomeno degli alunni non valutati in sede di scrutinio finale fra i quali possono essere inclusi gran parte di coloro che abbandonano la scuola o che evadono l’obbligo scolastico. In particolare, per quanto concerne la scuola secondaria di primo grado statale, in tale pubblicazione vengono presi in considerazione: - gli alunni ritirati ufficialmente entro il 15 marzo (con esclusione di quelli trasferiti ad altra scuola) perché: trasferiti all’estero, ritirati in istruzione familiare e ritirati per assolvimento dell’obbligo scolastico; - gli alunni non valutati agli scrutini finali per aver effettuato un numero di assenze troppo elevato a causa di malattie, interruzioni di frequenze non formalizzate, mancate frequenze, assolvimento obbligo scolastico; - gli alunni che hanno interrotto la frequenza in corso d’anno, non formalizzandola, perché non più in obbligo scolastico. I dati sono disaggregati a livello regionale e per anno di corso. Va osservato che, secondo quanto dichiarato dal MIUR, una sintesi dei dati rilevati su alunni scrutinati, alunni promossi e alunni respinti vengono diffusi dal MIUR in appositi notiziari. Per l’a.s. 2003/04 alcuni risultati sono stati presentati in un “Notiziario statistico” redatto dal Servizio statistico I della nuova Direzione Generale Studi e Programmazione del MIUR. Va infine osservato che anche per questa indagine, come per la rilevazione “integrativa”, non esiste alcuna nota metodologica che spiega il processo di rilevazione e non viene in alcun modo diffuso il modello di rilevazione. 112 2.4. Le statistiche della scuola secondaria di secondo grado89 (ex scuola secondaria superiore) 2.4.1 La produzione statistica prima e dopo il passaggio Prima del passaggio della produzione dei dati sulle scuole secondarie superiori dall’Istat al MIUR90, l’Istat effettuava delle rilevazioni totali (censuarie), svolte con cadenza annuale. L’oggetto di tali rilevazioni erano le scuole secondarie superiori sia gestite dallo Stato (scuole statali) che gestite da enti pubblici e privati (scuole non statali). Allo stesso tempo anche il MPI era in possesso di informazioni statistiche sulle scuole secondarie di secondo grado derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (in particolare: consistenza degli alunni, delle classi, del personale e delle strutture edilizie delle scuole statali) e inserite nel Sistema informativo del MPI (SIMPI). Il Ministero non rilevava invece i dati sulle scuole secondarie superiori non statali e alcune informazioni sulle scuole secondarie di secondo grado statali che l’Istat acquisiva tramite le sue rilevazioni (in particolare: distinzione per sesso degli alunni iscritti e ripetenti, esiti degli scrutini e degli esami). Dopo il passaggio, con l’accordo quadro siglato il 18.08.1997 tra il MPI e l’Istat è stato stabilito che, limitatamente ai dati non gestiti dal SIMPI, le indagini annuali precedentemente condotte dall’Istat nelle scuole vengano sostituite da indagini “integrative” – con periodicità annuale - la cui titolarità spetta allo stesso Ministero. Allo stato attuale, i dati sulle scuole secondarie superiori vengono prodotti dal MIUR e derivano da: (i) le attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero (che riguardano le sole scuole statali); (ii) le rilevazioni “integrative” effettuate per approfondire alcuni aspetti non rilevati dalle attività amministrative e gestionali di cui al punto precedente e in particolare per rilevare informazioni sulle scuole non statali; 89 “La scuola secondaria di secondo grado è costituita dal sistema dei licei, che comprende artistico, classico, economico, linguistico, musicale e coreutica, scientifico, tecnologico, delle scienze umane; fabbisogni formativi. I licei hanno durata quinquennale e si concludono con un esame di Stato” [MIUR (2004), p. XXII]. 90 Per i tempi del passaggio della produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR cfr. Schema A. 113 (iii) le indagini campionarie sugli esiti degli esami di qualifica professionale, di licenza di maestro d’arte e sugli esiti degli esami di stato nelle scuole statali di istruzione secondaria di secondo grado. Va subito evidenziato che i dati sugli esiti degli esami di maturità vengono rilevati dall’Osservatorio nazionale sugli esami di stato (ONES), osservatorio istituito presso l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione (INValSI). Nei paragrafi che seguono del presente capitolo 2.4 verranno descritti – relativamente alle scuole secondarie superiori - i principali aspetti delle rilevazioni dei dati di fonte amministrativa e delle rilevazioni “integrative”, le modalità di diffusione dei dati, il Sistema informativo e il Data Warehouse del MPI, le indagini campionarie e la rilevazione degli esiti degli esami di maturità effettuata dall’ONES e, a partire da luglio di quest’anno (2004), dal MIUR. Nel caso delle rilevazioni “integrative” verranno effettuati dei riferimenti e dei confronti con quanto veniva fatto precedentemente dall’Istat. 2.4.2 I dati di fonte amministrativa I dati sulle scuole secondarie di secondo grado statali derivanti dalle attività amministrative e gestionali di competenza del Ministero maggiormente utilizzati per la descrizione del sistema scolastico sono quelli rilevati per la determinazione dell’organico di diritto e dell’organico di fatto. Secondo le definizioni inserite nel Sistema informativo del MIUR (SIMPI), le funzioni di “organico di diritto” sono le procedure informatiche che consentono a ciascuna scuola statale di comunicare al SIMPI le informazioni – basate sulle richieste di iscrizione - sul numero di alunni, classi, posti o cattedre relativi al successivo anno scolastico in modo da definire la propria pianta organica. Invece, con il termine di “organico di fatto” vengono intese le procedure relative all’inserimento nel SIMPI dell’effettiva consistenza degli alunni, delle classi, dei posti e delle cattedre per l’anno scolastico al quale ci si riferisce relativamente alle scuole statali. Questi dati vengono comunicati dalle segreterie scolastiche al SIMPI attraverso il collegamento diretto esistente (cfr. par. 2.1.5). 114 Per quanto riguarda la descrizione del processo di rilevazione91 e comunicazione dei dati per la determinazione dell’organico di diritto, ogni segreteria scolastica deve comunicare i dati relativi a tutte le sedi di propria competenza. Il processo di comunicazione avviene secondo i seguenti passi: 1° passo - Reperimento moduli: i CSA inviano alle segreterie degli istituti i prospetti nei quali i Dirigenti scolastici devono riportare le informazioni richieste; 2° passo - Compilazione moduli: le segreterie scolastiche devono reperire le informazioni di interesse e compilare i moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza: (a) numero degli alunni e delle classi per ogni indirizzo attivo nell’istituto; (b) numero degli alunni e delle classi di lingua straniera per ogni indirizzo attivo nell’istituto; (c) numero delle classi attribuite alle classi di concorso atipiche; (d) numero delle classi articolate fra più indirizzi per ogni gruppo di indirizzi; (e) per i soli Istituti d’Arte, i dati relativi all’eventuale scuola media annessa ed ai corsi di perfezionamento; (f) numero degli alunni, delle classi e delle squadre di educazione fisica; (g) numero delle cattedre e delle ore residue per classe di concorso relativamente agli indirizzi maxi-sperimentali e ai corsi serali degli istituti professionali; 3° passo - Comunicazione dei dati al Sistema informativo (SIMPI): le segreterie scolastiche, una volta reperite le informazioni di interesse e compilati i moduli con i dati di organico relativi a ciascuna sede di propria competenza, devono comunicare direttamente a Sistema i dati di cui al passo precedente; 4° passo - Invio stampe: le segreterie scolastiche devono inoltrare ai CSA competenti i prospetti di cui al passo 1 debitamente compilati e firmati dal Dirigente scolastico. E’ previsto che il personale di segreteria possa essere assistito, nelle varie fasi del procedimento amministrativo e nell’uso delle funzioni del Sistema informativo, dai referenti dei CSA. Le fasi successive del procedimento amministrativo, finalizzate alla definizione della pianta organica provinciale utile alle operazioni di mobilità, sono di competenza dei 91 La descrizione del processo di rilevazione dei dati per la determinazione dell’Organico di diritto è stata desunta dal sito WebIntranet del MIUR (www.mpi.istruzione.it). 115 CSA, i quali potranno operare solo dopo aver disattivato, alle istituzioni scolastiche, le funzioni di inserimento dei dati. Per quanto concerne l’organico di fatto, le procedure che acquisiscono tali informazioni hanno la caratteristica di aggiornare, se necessario, gli analoghi dati che hanno determinato l’organico di diritto e sono relativi alla situazione ad anno scolastico già avviato. 2.4.3. Le rilevazioni “integrative” 2.4.3.A L’unità di rilevazione Come avveniva per le rilevazioni effettuate dall’Istat prima del passaggio, l’unità di rilevazione della rilevazione “integrativa” delle scuole secondarie superiori – sia statali che non statali – è l’unità scolastica. 2.4.3.B I modelli di rilevazione Per effettuare la rilevazione “integrativa” delle scuole secondarie superiori, il MIUR utilizza due modelli di rilevazione: uno per la scuola statale ed uno per la scuola non statale. I due modelli presentano alcune diversità, dal momento che alcuni dati delle scuole statali sono già noti al Sistema informativo del MPI e che la scuola non statale presenta alcune sue proprie peculiarità92. Nella Tabella 2.16 sono riassunte le variabili rilevate dall’Istat per l’a.s. 1997-98 (ultimo anno in cui la rilevazione è stata in carico all’Istat93) e quelle rilevate dal MIUR con il modello relativo alle scuole secondarie superiori non statali94 dell’a.s. 2002-2003, evidenziando le variabili rilevate dai modelli Istat e non dai modelli MIUR e viceversa. Dal confronto fra i due modelli si può osservare che la maggior parte delle variabili precedentemente rilevate dall’Istat vengono a tutt’oggi rilevate dal MIUR. In 92 Si ricorda che i dati relativi alle scuole non statali sono rilevati solo tramite l’indagine integrativa. Per l’a.s. 1998-99 la rilevazione dei dati sulle scuole secondarie superiori non statali è stata effettuata dall’ISTAT, mentre la rilevazione delle scuole statali è stata condotta direttamente dal MIUR. 94 E’ stato preso in considerazione il modello della rilevazione delle scuole secondarie di secondo grado non statali piuttosto che quello delle scuole secondarie di secondo grado statali, perché è il modello che richiede un maggior numero di informazioni. Per le scuole statali, infatti, alcune informazioni (quali, ad esempio: situazione edilizia, personale in servizio) sono già in possesso del MIUR e inserite nel SIMPI, in quanto derivano dalle procedure amministrativo-gestionali del Ministero. Va comunque osservato che nel modello di rilevazione delle scuole secondarie di secondo grado statali vengono rilevate informazioni più dettagliate – rispetto al modello delle scuole non statali – sugli alunni con handicap e sulle biblioteche scolastiche. 93 116 particolare, i modelli utilizzati dal MIUR rilevano “nuove” variabili importanti per la descrizione del sistema scolastico relative agli alunni (in particolare: alunni appartenenti a comunità nomadi, alunni pluriripetenti), alle classi (in particolare: classi con numero di alunni inferiore a 10, classi con alunni in situazione di handicap), alla situazione edilizia (in particolare: esistenza gabinetti scientifici, esistenza laboratorio di informatica, esistenza laboratorio linguistico), ai corsi di recupero, alle attività “integrative” (alunni frequentanti attività integrative, docenti impegnati in attività integrative, ore utilizzate per attività integrative) e agli scrutini ed esami dell’a.s. precedente (in particolare: alunni interni promossi con debito formativo, alunni interni non valutati, alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati, alunni con cittadinanza non italiana scrutinati/esaminati, ecc.). E’ evidente che le differenze riscontrate nei due modelli siano in larga parte dovute a nuove sensibilità che sono venute maturando nel tempo e che hanno comportato la necessità di rilevare fenomeni di particolare rilevanza così come l’appartenenza degli alunni a comunità nomadi, corsi di recupero, attività integrative, alunni promossi con debito formativo. Riguardo all’accessibilità dei modelli di rilevazione, va osservato che questi non vengono diffusi né su pubblicazioni specifiche, né tramite Internet, bensì solo attraverso la rete Intranet del MIUR il cui accesso, come si vedrà in seguito (cfr. par. 2.5), è riservato a pochissimi utenti. Un utilizzatore può dunque ottenere i modelli solo attraverso una specifica richiesta al Ministero. 117 Tabella 2.16. Variabili rilevate dal modello ISTAT M.31/b “Rilevazione delle scuole secondarie superiori – A.S. 1997-98” e dal modello MIUR/4b “Rilevazione delle scuole secondarie di II grado non statali – A.S. 2002-2003” Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.31/b Variabili rilevate dal Mod. MIUR/4b A.S. 1997-98 A.S. 2002-2003 GESTIONE DELLA SCUOLA SPAZI DISPONIBILI: N° totale aule ordinarie • N° aule ordinarie utilizzate N° aule utilizzate, site in edificio non appositamente costruito ad uso scolastico N° laboratori e/o spazi speciali N° laboratori e/o spazi speciali utilizzati N° laboratori e/o spazi speciali utilizzati, siti in edificio non appositamente costruito ad uso scolastico CLASSI E ALUNNI: • N° classi per anno di corso • N° alunni iscritti per anno di corso e sesso • N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso N° alunni qualificati nell’a.s. precedente e iscritti ai corsi post-qualifica per sesso N° iscritti al corso integrativo per libero accesso all’università per sesso • N° alunni per anno di nascita, per sesso e anno di corso N° alunni iscritti al 1° anno che hanno conseguito la licenza media nell’a.s. precedente • N° alunni che hanno scelto di non avvalersi della religione cattolica per sesso e anno di corso SITUAZIONE EDILIZIA: Indicazioni sull’edificio – Se esso è: appositamente costruito per uso scolastico; adattato per uso scolastico; in comune con scuola elementare o materna non statale; in comune con scuola media non statale; in comune con altra scuola secondaria di II grado non statale • N° aule ordinarie utilizzate dalla scuola Esistenza della palestra Esistenza altri impianti sportivi Esistenza locale adibito esclusivamente a biblioteca Esistenza gabinetti scientifici Esistenza laboratorio di informatica Esistenza laboratorio linguistico Esistenza locale mensa PERSONALE: Sesso del capo d’istituto • N° docenti in servizio per sesso (di cui: abilitati; servizio da più di 3 anni nella scuola) • N° personale non docente per sesso in NOTIZIE SUGLI ALUNNI: • N° alunni iscritti per anno di corso e sesso in classi normali • N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso in classi LINGUE STRANIERE: normali • N° alunni che studiano ciascun tipo di lingua N° alunni pluriripetenti nella scuola secondaria di II grado in classi normali ALUNNI STRANIERI: • N° alunni iscritti per anno di corso e sesso in classi • N° alunni stranieri per cittadinanza e sesso sperimentali PERSONALE DOCENTE DELL’A.S. PRECEDENTE : • N° alunni ripetenti per anno di corso e sesso in classi N° docenti di ruolo per sesso (solo per le scuole gestite sperimentali da enti pubblici) N° alunni pluriripetenti nella scuola secondaria di II N° supplenti annuali per sesso (solo per le scuole grado in classi sperimentali gestite da enti pubblici) • N° alunni per anno di nascita, per sesso e anno di corso N° supplenti temporanei fino a termine dell’attività • N° alunni con cittadinanza non italiana per sesso e didattica per sesso (solo per le scuole gestite da enti anno di corso pubblici) N° alunni appartenenti a comunità nomadi per anno di • N° docenti abilitati per sesso (solo per le scuole gestite corso e sesso da enti privati) • N° alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della N° docenti che hanno svolto attività di insegnamento religione cattolica per anno di corso e sesso per sesso (solo per le scuole gestite da Stato, Enti N° alunni in situazione di handicap per anno di corso e locali, altri Enti pubblici) sesso N° giornate di assenza del personale docente per sesso • N° alunni per lingua straniera studiata per anno di N° nomine di supplenti temporanei corso N° giornate complessive retribuite ai supplenti temporanei NOTIZIE SULLE CLASSI: • N° di classi per anno di corso PERSONALE NON DOCENTE DELL’A.S. N° di classi con numero di alunni inferiore a 10 per PRECEDENTE: anno di corso • N° personale non docente per qualifiche N° di classi con alunni in situazione di handicap per anno di corso ALUNNI STRANIERI: • N° alunni stranieri per cittadinanza e sesso 118 Tabella 2.16 (segue). Variabili rilevate dal modello ISTAT M.31/b “Rilevazione delle scuole secondarie superiori – A.S. 1997-98” e dal modello MIUR/4b “Rilevazione delle scuole secondarie di II grado non statali – A.S. 2002/03” Variabili rilevate dal Mod. ISTAT M.31/b A.S. 1997-98 Variabili rilevate dal Mod. MIUR/4b A.S. 2002-2003 RISULTATI DEGLI SCRUTINI DELL’A.S. CORSI DI RECUPERO ED INIZIATIVE PRECEDENTE: DIDATTICHE: N° di corsi di recupero del debito scolastico attivati e/o • N° scrutinati per sesso e anno di corso (distinti per: deliberati dagli organi collegiali per area disciplinare alunni interni e candidati esterni) N° di alunni frequentanti i corsi per anno di corso e • N° alunni promossi per sesso e anno di corso (distinti sesso per: alunni interni e candidati esterni) N° docenti totali impegnati nei corsi di recupero per RISULTATI DEGLI ESAMI DI QUALIFICA O anno di corso LICENZA DELL’A.S. PRECEDENTE: N° docenti in servizio nella scuola impegnati nei corsi • N° candidati interni non ammessi agli esami di di recupero per anno di corso qualifica o licenza per sesso • N° esaminati per sesso (distinti per: alunni interni e ATTIVITA’ INTEGRATIVE: N° alunni frequentanti attività integrative per tipo di candidati esterni) attività • N° qualificati o licenziati per sesso (distinti per: alunni N° docenti impegnati in attività integrative per tipo di interni e candidati esterni) attività (Y) RISULTATI DEGLI ESAMI DI MATURITA’ N° ore utilizzate per attività integrative per tipo di DELL’A.S. PRECEDENTE: attività • N° candidati interni non ammessi agli esami di maturità SCRUTINI ED ESAMI DELL’A.S. PRECEDENTE: per sesso • N° esaminati per sesso (distinti per: alunni interni e • N° scrutinati/esaminati per sesso e anno di corso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) candidati esterni) • N° alunni promossi per sesso e anno di corso (distinti • N° maturi per sesso (distinti per: alunni interni e per: alunni interni e candidati esterni) candidati esterni) N° alunni interni promossi con debito formativo per • N° candidati esterni che non hanno superato l’esame di anno di corso maturità e sono stati dichiarati idonei alla frequenza N° alunni interni non valutati per interruzioni nell’ultimo anno formalizzate per anno di corso • N° qualificati o licenziati e n° maturi per tipo di N° alunni interni non valutati per interruzioni non qualifiche e maturità formalizzate per anno di corso N° alunni portatori di handicap scrutinati/esaminati (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° alunni portatori di handicap promossi/licenziati (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° alunni interni portatori di handicap non valutati N° alunni con cittadinanza non italiana scrutinati/esaminati (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° alunni con cittadinanza non italiana promossi/licenziati (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° alunni interni con cittadinanza non italiana non valutati (Y) RISULTATI DEGLI ESAMI DI QUALIFICA, LICENZA E DIPLOMA DI ABILITAZIONE ALL’INSEGNAMENTO NELLA SCUOLA MATERNA: • N° scrutinati/esaminati per sesso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) • N° qualificati/licenziati/diplomati per sesso (distinti per: alunni interni e candidati esterni) N° qualificati o licenziati per tipo di qualifica o licenza (Y) A partire dal 1999, i risultati degli esami di maturità sono rilevati dall’INValSI. LEGENDA: : Variabili non rilevate dal Mod. ISTAT M.31/b dell’a.s. 1997-98. : Variabili non rilevate dal Mod. MIUR 4/b dell’a.s. 2002-2003. • : Variabili rilevate sia dal Mod. ISTAT M.31/b che dal Mod. MIUR 4/b. 119 Il modello MIUR relativo all’a.s. 2002-2003 non rileva i “risultati degli esami di maturità” che dall’anno 1999 vengono rilevati dall’INValSI, ma a partire dal corrente mese di luglio 2004, il MIUR, nell’ottica di una futura revisione delle modalità di acquisizione delle informazioni sugli esami di Stato, ha iniziato ad acquisire al Sistema informativo le principali informazioni riguardanti gli esiti degli esami di stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore per l’a.s. 2003-2004 (cfr. par. 5.7.10). Inoltre, va osservato che a partire dall’a.s. 2002/2003 le rilevazioni “integrative” delle scuole secondarie di secondo grado si svolgono in due periodi distinti, in modo da raccogliere i risultati degli scrutini ed esami conclusivi dello stesso anno tempestivamente e non più, come nel passato, congiuntamente ai dati dell’anno scolastico successivo: durante il primo periodo, che ha inizio nel mese di ottobre/novembre e termina generalmente a marzo, vengono acquisite tutte le informazioni richieste nei moduli della rilevazione “integrativa”, ad eccezione di quelle contenute nella sezione relativa agli esiti; nel secondo, a partire da luglio dell’anno successivo, vengono acquisite le informazioni relative agli esiti finali dell’anno scolastico appena trascorso (in tale periodo non possono essere in alcun modo modificate le informazioni immesse nel primo periodo). 2.4.3.C Le fasi della rilevazione Prima del passaggio delle rilevazioni dall’Istat al MIUR, l’Istat effettuava la raccolta dei dati sulle scuole secondarie superiori presso le singole unità scolastiche, d’intesa con il MPI, tramite i Provveditorati agli studi, che collaboravano alle rilevazioni in qualità di organi intermedi di rilevazione. Più precisamente, l’Istat inviava ai Provveditorati i modelli di rilevazione cartacei e le circolari con le istruzioni destinate ai Capi d’Istituto. I Provveditorati distribuivano il materiale alle scuole, raccoglievano i modelli da esse compilati e li trasmettevano di nuovo all’Istat, che curava le fasi di riepilogo, di revisione qualitativa e quantitativa, di registrazione ed elaborazione secondo un piano di tabulazione opportunamente predisposto. L’Istat aveva dei referenti a livello di Provveditorati, ma non organizzava alcuna riunione a scopo formativo con essi. Subito dopo il passaggio, le rilevazioni “integrative” sono state effettuate dal MIUR tramite modelli cartacei e i dati venivano inseriti nel Sistema informativo dai 120 Provveditorati agli studi. Successivamente per le scuole statali si è cominciato ad assistere ad uno spostamento dell’attività di acquisizione dei dati dai Provveditorati verso le istituzioni scolastiche stesse che hanno cominciato ad inserire direttamente le informazioni di propria competenza nel SIMPI. Attualmente il processo di acquisizione dei dati è stato informatizzato. In particolare, a partire dall’a.s. 2000-2001, avvalendosi del collegamento telematico con il Sistema informativo in tutte le istituzioni scolastiche statali, il processo di raccolta e comunicazione dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole statali e di parte delle scuole non statali è stato integralmente delegato alle istituzioni scolastiche. Per le scuole secondarie superiori statali, è infatti cura degli istituti scolastici statali provvedere autonomamente al prelievo dei modelli dalla rete Intranet del MIUR, alla loro compilazione e all’immissione nel Sistema informativo dei dati in essi contenuti. Generalmente sono i segretari scolastici ad occuparsi della rilevazione e dell’immissione dei dati nel Sistema. Per le scuole secondarie di secondo grado non statali i Centri Servizi Amministrativi (CSA - ex Provveditorati agli Studi) inviano i modelli di rilevazione alle scuole non statali per la loro compilazione e curano la raccolta degli stessi per la successiva immissione dei dati al Sistema. Per seguire e monitorare il processo di rilevazione, il MIUR richiede - attraverso apposite circolari - agli Uffici Scolastici Regionali di procedere alla nomina di appositi referenti, a livello regionale e provinciale. Questi referenti hanno il compito, oltre che di sensibilizzare le scuole in materia di acquisizione e circolazione dei flussi informativi, quello di seguire costantemente e da vicino tutte le fasi delle rilevazioni a livello locale, fornendo assistenza alle scuole nella fase di compilazione dei modelli e assicurando nel contempo un monitoraggio dell’andamento delle rilevazioni. Gli Uffici scolastici regionali a loro volta richiedono ai Dirigenti dei CSA la nomina dei referenti provinciali e poi possono decidere di organizzare degli incontri organizzativi con essi95. Va comunque osservato che per quanto riguarda le procedure informatiche utilizzate durante il processo di rilevazione dei dati, queste vengono implementate e gestite da una società informatica esterna scelta mediante una apposita gara d’appalto. L’ufficio di 95 Si sottolinea che tali incontri hanno solo scopo organizzativi e non formativi. 121 statistica del MIUR non viene consultato per la parte statistica relativa alla gestione del Sistema informativo da parte della società esterna e non ha alcun controllo sull’operato della stessa. Da ciò deriva che l’ufficio di statistica del MIUR non ha il controllo pieno di alcune fasi del processo di rilevazione dei dati. 2.4.3.D I livelli di copertura Secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat, prima del passaggio l’Istituto riusciva a recuperare – in modo tempestivo - i modelli relativi alla totalità delle scuole. Le scuole venivano infatti raggiunte tutte col tramite dei Provveditorati agli studi che provvedevano a rinviare all’Istat i modelli compilati. Successivamente l’Istat mandava dei solleciti alle scuole non rispondenti. Quelle ancora inadempienti dopo il secondo sollecito venivano contattate per telefono per cercare di raccogliere comunque le informazioni mancanti. Dopo il passaggio di competenze, il MIUR ha incontrato diversi problemi nel riuscire a reperire i modelli delle rilevazioni “integrative” relativi alle scuole secondarie superiori. Con il passare degli anni i livelli di copertura sono diventati sempre più alti anche se ancora oggi la rilevazione difetta di completezza. I tassi di risposta relativi all’a.s. 20032004 sono infatti pari all’89,1% per le scuole secondarie superiori statali e al 95,5% per quelle non statali (cfr. Tab. 2.17). 122 Tabella 2.17. Tassi di risposta(1) della scuola secondaria di II grado (ex scuola secondaria superiore) statale e non statale – Rilevazioni “integrative” dall’a.s. 1998/99 all’a.s. 2003/04 (valori percentuali) SCUOLA SECONDARIA DI ANNI SCOLASTICI SECONDO GRADO Statale Non stat. 1998/99 82,6 * 1999/2000 88,2 84,6 2000/2001 80,1 83,6 2001/2002 84,8 89,1 2002/2003 87,5 84,6 2003/2004 89,1 95,5 (1) – Il tasso di risposta è calcolato rapportando il n° di scuole rilevate al n° di scuole risultanti in anagrafe. * - La rilevazione era effettuata dall’Istat. Fonte: elaborazioni MIUR. Come si può osservare dalla tabella 2.17, nel corso degli anni scolastici i tassi di risposta non hanno mantenuto un andamento stabile; in alcuni casi si è registrata addirittura una diminuzione. Secondo quanto dichiarato dal Ministero, non è facile individuare con precisione i motivi di tali andamenti, che con molta probabilità sono dovuti a fattori contingenti o locali. 2.4.3.E Le procedure di controllo dei dati Prima del passaggio, secondo quanto dichiarato dai responsabili dell’Istat in sede di intervista, l’Istituto effettuava sui dati raccolti diversi tipi di controlli: (a) un controllo di tipo quantitativo sulle scuole, confrontando i modelli raccolti con l’archivio delle scuole in possesso dell’Istituto; nel caso di scuole non rispondenti, l’Istat contattava direttamente le scuole per sollecitare la compilazione e restituzione dei modelli; (b) un controllo manuale sui modelli cartacei, effettuato prima della registrazione dei dati; in caso di anomalie riscontrate, l’Istat contattava telefonicamente le scuole; 123 (c) controlli di tipo qualitativo, effettuati dopo la registrazione dei dati, utilizzando piani di check opportunamente predisposti; inoltre i dati venivano controllati con il n° degli alunni iscritti nell’a.s. precedente. Con questi tipi di controlli, l’Istat riusciva a recuperare tempestivamente i modelli e i relativi dati della totalità delle scuole immediatamente al termine della rilevazione. Subito dopo il passaggio, il MIUR non sempre è riuscito a svolgere i controlli nella fase di rilevazione dei dati e, in particolare, ad effettuare una tempestiva validazione statistica dei dati raccolti. Va comunque evidenziato che, negli ultimi anni, si sono registrati notevoli miglioramenti nel controllo dei dati sia nella fase di rilevazione che nella fase ex-post. Per quanto concerne i controlli nella fase di rilevazione e acquisizione dei dati, il MIUR ha predisposto dei controlli durante l’immissione dei dati nel Sistema informativo96. Questi controlli sono diversi a seconda delle scuole statali e non statali. Per le scuole statali, i primi controlli che vengono effettuati durante la fase di immissione dei dati nel SIMPI sono i confronti fra i dati acquisiti dalla rilevazione e quelli amministrativi/gestionali relativi all’organico di fatto. Il Sistema visualizza sullo schermo i dati di organico di fatto ed effettua i controlli previsti; il mancato superamento dei controlli viene segnalato. Inoltre sono previsti controlli di coerenza fra i dati inseriti. Per le scuole non statali, sono previsti solo controlli di coerenza. I tipi di controlli da effettuare sui dati durante l’immissione, anche se vengono predisposti e inseriti nel Sistema da una società esterna, sono decisi dall’Ufficio statistico e da un ufficio facente parte del Sevizio per l’automazione e l’innovazione tecnologica del MIUR (la società esterna si limita a inserirli nel Sistema). Ma l’ufficio di statistica non effettua il collaudo delle procedure realizzate dalla società esterna, bensì tale collaudo viene effettuato da un altro ufficio dello stesso Servizio che fornisce all’ufficio di statistica lo stampato dei controlli eseguiti. Non viene quindi effettuato alcun controllo sull’implementazione delle procedure predisposte dalla società esterna e non esiste un vero e proprio monitoraggio delle diverse fasi della rilevazione e correzione dei dati. 96 I tipi di controllo previsti sono indicati nel “Manuale utente” delle Rilevazioni integrative disponibile nella rete Intranet del MIUR. 124 Per quanto concerne i controlli e le correzioni ex-post, in questi ultimi anni il MIUR, in stretta collaborazione con l’Istat, ha cercato di risolvere il problema della correzione e validazione dei dati. Ad esempio, per l’a.s. 2000/2001 i controlli e la correzione ex-post dei dati delle rilevazioni “integrative” delle scuole secondarie di secondo grado non statali sono stati effettuati dall’Istat che, per rispondere alle richieste internazionali, ha applicato ai dati grezzi le sue procedure di correzione, ottenendo stime a livello regionale delle principali variabili. Per l’a.s. successivo (2001/2002), l’Istat ha effettuato i controlli e la correzione dei dati delle scuole statali, mentre il MIUR ha svolto quelli per le scuole non statali. Per quanto riguarda l’assenza dei dati dovuta a mancate risposte totali e/o parziali, il MIUR utilizza procedure specifiche: (i) per le scuole non statali, cerca di recuperare i modelli di rilevazione o di ricostruire i dati mancanti tramite i dati degli anni precedenti o successivi; (ii) per le scuole statali, utilizza i dati gestionali/amministrativi dell’anno corrente e quelli degli anni precedenti e successivi. Le correzioni effettuate dall’Istat sono in parte di tipo deterministico e in parte sono imputazioni di tipo probabilistico. Le correzioni che vengono apportate ai dati da parte del MIUR sono invece solo di tipo deterministico. 2.4.4 La diffusione e pubblicazione dei dati: il deficit informativo A partire dall’a.s. 1946-47 e fino all’a.s. 1986-87 i risultati delle rilevazioni delle scuole secondarie superiori effettuate dall’Istat venivano pubblicati dall’Istat stesso, con periodicità annuale, insieme ai dati degli altri ordini di scuola in un unico volume dal titolo “Annuario statistico dell’istruzione italiana”. A partire dall’a.s. 1987-88 i dati sulle scuole secondarie superiori sono stati pubblicati – sempre dall’Istat – in una nuova serie di volumi: “Statistiche delle scuole secondarie superiori”. Subito dopo il passaggio, l’Istat ha continuato a curare la diffusione e la pubblicazione delle statistiche derivanti dalle rilevazioni “integrative” del MIUR (cfr. Tab. 2.18), anche secondo quanto previsto dall’accordo quadro del 18.8.1997 fra Istat e MPI (“la pubblicazione e la diffusione delle statistiche prodotte dal Ministero potrà avvenire a cura dell’ISTAT”). 125 Ma, anche a causa della scadenza dell’accordo quadro97, la pubblicazione e diffusione di tali dati è ferma a diversi anni fa. In particolare, gli ultimi dati sulle scuole secondarie superiori pubblicati e diffusi negli annuari curati dall’Istat sono quelli relativi all’a.s. 1998/99 (cfr. Tab. 2.18). Al momento gli unici dati diffusi sono quelli inseriti nelle pubblicazioni curate - a partire dal 1994 - dal MIUR: “La Scuola Statale: sintesi dei dati” e “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale”. Ma i dati inseriti in tali pubblicazioni, anche se escono tempestivamente e vengono diffusi tramite Internet, derivano dai dati amministrativi – gestiti dal Sistema informativo del MIUR - utilizzati per la definizione dell’organico di fatto (del personale docente) nel caso della prima pubblicazione e dell’organico previsionale (cd. “di diritto”) nel caso della seconda e, inoltre, si riferiscono solo alle scuole statali. Per quanto riguarda invece i dati sulle scuole secondarie superiori non statali, i dati – derivanti dalle rilevazioni “integrative” vengono solo sporadicamente diffusi dal MIUR su pubblicazioni specifiche. Dalle interviste con i responsabili sia dell’Istat che del MIUR è emerso che la mancata diffusione e pubblicazione dei dati sulle scuole secondarie superiori non è dovuto soltanto a un problema di competenza o a ritardi nella pubblicazione, bensì all’effettiva mancanza di tali dati. In particolare si può osservare che la mancanza di completezza, affidabilità e validazione dei dati è uno dei motivi principali che ha causato il gap informativo e la conseguente mancata diffusione dei dati delle rilevazioni “integrative”. L’attuale disponibilità di microdati statistici sulle scuole secondarie superiori è riassunta nel seguente Tab. 2.19. I dati disponibili sono quelli fino all’a.s. 1998-99 (diffusi attraverso l’apposito annuario Istat). Per gli a.s. 1999-2000 e 2000-2001 i dati derivanti dalle rilevazioni “integrative” sono incompleti (ci sono solo stime a livello provinciale e regionale delle principali variabili). Attualmente sia il MIUR che l’Istat stanno lavorando per la ricostruzione dei dati relativi all’a.s. 2001-2002. Nello specifico, il MIUR si occupa di ricostruire i dati per le scuole non statali, mentre l’Istat si occupa delle scuole statali. 97 L’accordo quadro è scaduto il 17.8.2000 e non è stato rinnovato. 126 Tabella 2.18. Pubblicazione dei dati delle statistiche sulla scuola secondaria di II grado (ex scuola secondaria superiore) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003 SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO ANNI SCOLASTICI Statale Non statale 1992-93 Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie superiori” (Annuario n. 4, 1994) 1993-94 Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie superiori” (Annuario n. 5, 1995) 1994-95 Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie superiori” (Annuario, 1996) 1995-96 Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie superiori” (Annuario n. 7, 1997) 1996-97 Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie superiori” (Annuario n. 8, 1999) 1997-98 Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie superiori” (Annuario n. 9, 2000) (a) + (b) 1998-99 Volume ISTAT “Statistiche delle scuole secondarie superiori” (Annuario n. 10, 2002) (*) (a) + (b) 1999-2000 (a) + (b) + (c) (b) + (c) 2000-01 (a) + (b) + (c) (b) + (c) 2001-02 (a) + (b) + (c) Volume MIUR “Indagine conoscitiva scuola non statale” (*) (Anno 2003) + (b) + (c) 2002-03 (a) + (b) + (c) (b) + (c) (*): disponibile anche su INTERNET (a): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati gestionali derivanti dal Sistema informativo in appositi volumi (disponibili anche su Internet), tra i quali: - “La Scuola Statale: sintesi dei dati” (pubblicazione con periodicità annuale); - “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale” (pubblicazione con periodicità annuale); (b): Il MIUR ha pubblicato e pubblica alcuni dati derivanti dalle Rilevazioni “integrative” in volumi monografici (disponibili anche su Internet), tra i quali: - “Alunni con cittadinanza non italiana – Scuole statali e non statali” (pubblicazione con periodicità annuale); - “L’handicap e l’integrazione nella scuola” (pubblicazione saltuaria) (c): Rapporto ONES: “Gli esami in numeri” (pubblicazione con periodicità annuale e disponibile anche su Internet) 127 Tabella 2.19. Disponibilità di microdati* sulla scuola secondaria di II grado (ex scuola secondaria superiore) dall’a.s. 1992-93 all’a.s. 2002-2003. ANNI SCOLASTICI *: X: (a): (b): (c): (d): (e): 2.4.5 SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI Statale Non statale 1992-93 X X 1993-94 X X 1994-95 X X 1995-96 X X 1996-97 X X 1997-98 X X 1998-99 X X 1999-2000 (a) + (e) (e) 2000-01 (a) + (b) + (e) X(d) 2001-02 X X 2002-03 (a) + (e) (c) Il “microdato” è l’insieme dei dati elementari rilevati sull’unità di analisi (dal glossario di: www.ds.unifi.it) Disponibilità di microdati completi tratti dalle rilevazioni Istat o Miur Microdati gestionali completi derivanti dal Sistema informativo del MPI/MIUR Dati provvisori, a livello provinciale, derivanti da elaborazioni dell’ISTAT su alcune variabili dei dati delle rilevazioni “integrative” del MPI. Il MIUR sta effettuando il trattamento statistico dei microdati derivanti dalle rilevazioni “integrative”. entro dicembre 2003 Microdati non trattati delle rilevazioni “integrative” (livelli di acquisizione inferiori al 100%) Il Sistema informativo (SIMPI) e il Data Warehouse (DWH) del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca Per la descrizione del SIMPI e del DWH cfr. il par. 2.1.5. I dati e le variabili consultabili nel DWH relativi alle scuole secondarie di secondo grado sono prospettati nella Tabella 2.20. 128 Tabella 2.20. Dati sulla scuole secondaria di II grado (ex scuola secondaria superiore) consultabili nel DWH del MPI ORGANICO DI FATTO(a) 1. Scuole e istituti 1.1. Conteggio scuole: (n° istituti principali; n° scuole fuori provincia; n° scuole serali; n° scuole sezioni distaccate; n° tot. scuole) per tipo di istruzione e tipo di istituto 2. Alunni e classi 2.1. Alunni e classi per anno di corso e tipo di istituto; classi lingua francese per anno di corso e tipo di istituto; classi lingua inglese per anno di corso e tipo di istituto; classi lingua spagnola per anno di corso e tipo di istituto; classi lingua tedesca per anno di corso e tipo di istituto 2.2. Alunni portatori di handicap per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, sost. minorati dell’udito,…) e per tipo di istituto 3. Posti e cattedre 3.1. Posti per tipo di cattedra (cattedre esterne, cattedre interne miste, cattedre sperimentali, cattedre ordinarie, …), per tipo di istituto e per classe di concorso (italiano, chimica, …) 3.2. Posti di sostegno (esterni, interni) per tipo di sostegno (sost. minorati della vista, sost. minorati dell’udito,…), per area disciplinare e tipo di istituto Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2 e 3: nazionale, aree geografiche, regioni, distretti, province, comuni, anagrafica scuole PERSONALE(a) (b) 1. Docenti 1.1. Docenti titolari per tipo di insegnamento (fisica, informatica, laboratorio, …) e per tipo di posto (normale, sostegno, altro) 1.2. Docenti immessi in ruolo per tipo di posto (normale, sostegno) 1.3. Docenti cessati per causale di cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …) 1.4. Docenti collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti, per motivi di salute, ..) 1.5. Personale docente in servizio 1.6. Assenze docenti per tipo di insegnamento (fisica, informatica, laboratorio, …) 2. Direttivi (dirigenti scolastici) 2.1. Direttivi titolari 2.2. Direttivi cessati per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …) 2.3. Direttivi collocati fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti, per motivi di salute, ..) 2.4. Personale direttivo in servizio 2.5. Assenze del personale direttivo 3. Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.) 3.1. Personale ATA titolare per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, collab. scolastico, …) 3.2. Personale ATA immesso in ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) 3.3. Personale ATA cessato per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, per morte, …) 3.4. Personale ATA collocato fuori ruolo per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) e per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti, per motivi di salute, ..) 3.5. Personale ATA in servizio per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) 3.6. Assenze del personale ATA per tipo di profilo (assistente amministrativo, assistente tecnico, …) 4. Personale educativo (PED) 4.1. Personale educativo titolare 4.2. Personale educativo immesso in ruolo 4.3. Personale educativo cessato per causale cessazione (per dimissioni volontarie, per inabilità, per mobilità, …) 4.4. Personale educativo collocato fuori ruolo per causale coll. fuori ruolo (per utilizzazione in altri compiti, per motivi di salute, ..) 4.5. Personale educativo in servizio 4.6. Assenze del personale educativo Livello di disaggregazione territoriale per 1, 2, 3 e 4: nazionale, aree geografiche, regioni e province 129 Tabella 2.20 (segue). Dati sulla scuola secondaria di II grado consultabili nel DWH del MPI RILEVAZIONI “INTEGRATIVE” 1. Scuola statale 1.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi 1.2. Alunni per anno di corso: n° alunni per anno di corso e sesso; n° alunni ripetenti per anno di corso e sesso; n° alunni in classi normali per anno di corso e sesso; n° alunni in classi sperimentali per anno di corso e sesso 1.3. Alunni per anno di nascita, per anno di corso e sesso 1.4. Alunni e classi in doppio turno 1.5. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso 1.6. Classi: n° classi per anno di corso; n° classi con portatori di handicap per anno di corso 1.7. Esiti: n° alunni esterni esaminati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso e sesso; n° alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso 1.8. Alunni interni promossi con debito formativo per anno di corso e sesso 1.9. Altre notizie sugli alunni: n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione cattolica; n° alunni in situazioni di handicap per anno di corso 2. Scuola non statale 2.1. Notizie generali: n° scuole tot., n° scuole rilevate, n° alunni, n° classi, n° personale docente, n° personale non docente 2.2. Alunni per anno di corso: alunni per anno di corso e sesso; alunni ripetenti per anno di corso e sesso; alunni in classi normali per anno di corso e sesso; alunni in classi sperimentali per anno di corso e sesso 2.3. Alunni per anno di nascita, per anno di corso e sesso 2.4. Alunni con cittadinanza non italiana per stato estero e sesso 2.5. Classi: n° classi per anno di corso; n° classi con portatori di handicap per anno di corso 2.6. Esiti: n° alunni esterni esaminati per anno di corso e sesso; n° alunni esterni promossi per anno di corso e sesso; n° alunni interni scrutinati per anno di corso e sesso; n° alunni interni promossi per anno di corso e sesso 2.7. Alunni interni promossi con debito formativo per anno di corso e sesso 2.8. Personale: n° personale docente per sesso, n° personale non docente per sesso 2.9. Alunni non valutati: n° interruzioni formalizzate; n° interruzioni non formalizzate 2.10. Alunni provenienti da scuola statale; alunni ripetenti provenienti da scuola statale; alunni provenienti da scuola statale iscritti al primo anno 2.11. Altre notizie sugli alunni: (n° alunni nomadi; n° alunni che non fruiscono dell’insegnamento della religione cattolica; n° alunni in situazioni di handicap) per anno di corso Livello di disaggregazione territoriale per 1 e 2: nazionale, area geografica, regione, province, comuni, distretti 3. Dati analitici Sono presenti tutte le informazioni acquisite tramite le schede di rilevazione “integrativa” sia per la scuola statale che non statale ed è possibile ottenere su file tutte le informazioni analitiche per singola scuola. (a) Dati derivanti dalle attività amministrative e gestionali del MIUR. (b) Il personale scolastico del MPI viene classificato in cinque differenti categorie: personale docente, Personale amministrativo tecnico ed ausiliario (A.T.A.), dirigenti scolastici, personale educativo, incaricati per l’insegnamento della religione. Le informazioni disponibili sono relative al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato (di ruolo), annuale e fino al termine delle attività didattiche (non di ruolo), cessato e collocato fuori ruolo. Relativamente al personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, le informazioni sono disponibili sia per i titolari che per i cessati e i collocati fuori ruolo. 130 2.4.6 Le indagini campionarie Dal Programma statistico nazionale (PSN) 2004-2006 risulta che il MIUR effettua una rilevazione su “Esiti degli esami di stato nelle scuole statali di istruzione secondaria di secondo grado”. Questa rilevazione è un’indagine campionaria effettuata con periodicità annuale. L’universo di riferimento sono le sessioni di esami nelle scuole statali di istruzione secondaria di secondo grado. I principali caratteri rilevati sono: studenti ammessi; studenti non ammessi; studenti diplomati; studenti non diplomati; studenti interni statali; studenti esterni privatisti; tipologia di scuola. Il MIUR diffonde con periodicità annuale alcuni dei dati rilevati nel volume “Indagine campionaria sulla dispersione scolastica nelle scuole statali elementari, medie e secondarie superiori”, in cui viene esaminato il fenomeno degli alunni non valutati in sede di scrutinio finale fra i quali possono essere inclusi gran parte di coloro che abbandonano la scuola o che evadono l’obbligo scolastico98. In particolare, per quanto concerne le scuole secondarie superiori, in tale pubblicazione sono analizzate due categorie di studenti: quelli non valutati perché ritirati ufficialmente entro il 15 marzo e quelli non valutati per altro motivo. I dati sono disaggregati per tipo di scuola, anno di corso e ripartizione geografica. 2.4.7 La rilevazione degli esami di maturità 1. A partire dall’a.s. 1998/99, con l’introduzione del nuovo esame di Stato, i dati relativi agli esiti degli esami di maturità vengono raccolti e diffusi dall’Osservatorio nazionale sugli esami di stato99 (ONES), un organismo esterno al Sistan e istituito presso l’INValSI. 98 Va osservato che gli ultimi dati sulla dispersione scolastica delle scuole secondarie superiori statali sono stati diffusi dal MIUR per l’a.s. 2001-2002. La pubblicazione del MIUR relativa all’a.s. 2002-2003 non prende in considerazione le scuole secondarie superiori. 99 L’ONES è stato istituito dal Regolamento del nuovo esame di Stato (DPR 23 luglio 1998 n° 323) che all’art. 14 prevede “presso il Centro Europeo dell’Educazione – recentemente riordinato in Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Istruzione – un Osservatorio nazionale con il compito di monitorare, verificare e valutare l’applicazione della nuova disciplina degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e di costituire un supporto permanente per le commissioni di esame per quanto riguarda la predisposizione della terza prova scritta anche realizzando, in collaborazione con i competenti uffici dell’amministrazione della pubblica istruzione, un apposito archivio nazionale permanente utilizzabile, a tal fine, dalle commissioni”. Il comma 2 dello stesso articolo 131 La rilevazione annuale sugli esiti degli esami di maturità da parte dell’ONES è di tipo censuario, dal momento che l’ONES aveva valutato che, per monitorare l’andamento del nuovo esame, occorreva capire in che modo le singole prove venissero valutate, quali erano le relazioni tra i vari punteggi, quanto influivano le caratteristiche dei candidati sugli esiti formali e pertanto occorreva disporre di dati analitici sui singoli studenti. 2. I dati relativi agli esami di maturità vengono acquisiti tramite le relazioni compilate dai Presidenti delle commissioni di esame100. Il formato del questionario (relazione dei Presidenti di commissione) ha un carattere fortemente strutturato con una prevalenza di richiesta di dati quantitativi, mentre la parte qualitativa – delle opinioni e delle valutazioni sul nuovo esame – è limitata ad una parte libera. La relazione del Presidente si compone di tre parti: (i) la parte A riguarda la composizione della commissione e la questione della sostituzione dei commissari; (ii) la parte B riguarda principalmente la qualità del documento del consiglio di classe e l’adeguatezza dei curricoli allo svolgimento delle prove scritte; (iii) la parte C raccoglie le schede individuali dei candidati. Le principali variabili rilevate per le parti A e B riguardano: la questione delle sostituzioni dei membri delle commissioni, il documento del consiglio di classe, lo svolgimento dei programmi rispetto all’esito delle varie prove, la forma adottata per la terza prova e la seconda lingua utilizzata, le modalità di effettuazione delle votazioni per l’assegnazione dei punteggi. Le schede individuali dei candidati rilevano: candidati interni o esterni; genere; portatori di handicap; anno di nascita; cittadinanza; traccia della prima prova scelta; tutti i singoli punteggi attribuiti ed esito finale. Per semplificare la raccolta e l’elaborazione delle relazioni dell’intero universo delle commissioni, è stato necessario predisporre un questionario fortemente strutturato, recita: “Al fine del monitoraggio dell’andamento degli esami di Stato, i presidenti delle commissioni di esame predispongono, prima della chiusura dei lavori, un’apposita relazione sulla base di criteri predefiniti dall’Osservatorio nazionale di cui al comma 1, che provvede all’esame e alla valutazione degli elementi conoscitivi contenuti nelle relazioni”. Tale obbligo viene ribadito dall’Ordinanza Ministeriale n. 43 dell’11 aprile 2002 all’art. 20 riguardante il voto finale, certificazione, adempimenti conclusivi. 100 L’ONES, sin dall’inizio della sua attività, ha centrato nelle “relazioni dei Presidenti” il momento principale per condurre il monitoraggio dei nuovi esami di Stato. 132 costituito prevalentemente da informazioni – precodificate e prestampate - acquisibili automaticamente mediante lettura ottica. “Ciò, se riduce la libertà di espressione di chi risponde, permette di realizzare elaborazioni più tempestive, utili ai responsabili che governano lo sviluppo del processo di attuazione della nuova normativa” (Bolletta, 2002, p. 4). 3. L’ONES, con l’obiettivo di facilitare il compito aggiuntivo richiesto alle commissioni, ha anche predisposto un programma informatico, denominato “Conchiglia”, che, oltre a consentire l’immissione/acquisizione dei dati sugli esami di Stato, automatizza una serie di procedure documentali a carico delle segreterie e delle commissioni101. Per agevolare l’utilizzo del programma Conchiglia, è stato predisposto un manuale in linea e un fascicolo a stampa che illustra nel dettaglio le varie funzionalità del programma. Inoltre, sono stati attivati dei numeri telefonici a disposizione delle commissioni e delle scuole. Il programma Conchiglia “è stato particolarmente curato per quanto riguarda la sicurezza dei dati. Gli accessi sono protetti da parole di accesso riservate e aggiornabili dai presidenti. Eventuali manomissioni dei dati operate per altra via sono controllate dal programma che riesce a ripristinare la situazione se vi è il sospetto di interventi non autorizzati. Anche in casi di cancellazione del data-base è possibile … ottenere una procedura di ripristino dei dati immessi” (ONES, 2002, p. XXXIII). 4. Per quanto riguarda la procedura di rilevazione e trasmissione dei dati, i questionari/relazioni devono essere compilati dai Presidenti delle commissioni che 101 Anche se l’uso del sistema Conchiglia è facoltativo, tre possono essere i soggetti interessati al suo uso: (i) l’istituto scolastico attraverso la segreteria può avere interesse a costituire una base informativa completa che consente, tra l’altro, di stampare automaticamente tutta la certificazione provvisoria e definitiva di tutti i candidati; (ii) la commissione che può redigere i verbali con procedure estremamente semplificate, pubblicare all’albo gli esiti delle prove scritte e quelli finali, redigere automaticamente la relazione finale da inviare all’Osservatorio; (iii) l’ONES che può acquisire i dati in modo estremamente rapido ed economico accelerando così la fase di restituzione delle analisi dei risultati. Inoltre, Conchiglia consente di stampare sia tabelle riassuntive ad uso dell’attività corrente delle commissioni sia i certificati e i diplomi da parte delle segreterie e rende possibile la restituzione ufficiale degli esiti alla chiusura dei lavori della commissione (Bolletta, 2002, p. 6) 133 possono fornire i dati all’ONES secondo due modalità: (i) attraverso il sistema Conchiglia102; (ii) attraverso la compilazione e restituzione dei modelli cartacei. I dati inviati attraverso il sistema Conchiglia vengono acquisiti dall’ONES in tempo reale e vengono pubblicati giornalmente su Internet103; in tal modo già da luglio vengono diffusi dall’ONES i primi risultati parziali sugli esami. Per quanto riguarda invece i modelli cartacei, le relazioni dei presidenti vengono raccolte dai CSA – tramite le Direzioni regionali – i quali, una volta verificata la raccolta di tutte le commissioni, avvertono l’ONES perché provveda al ritiro mediante corriere. Talvolta si sono verificati alcuni disguidi e ritardi nella raccolta dei pacchi da parte di alcuni CSA, che finiscono per protrarre il periodo di rilevazione. Va comunque osservato che circa il 90% dei modelli in genere viene raccolto entro ottobre/novembre dello stesso anno della sessione degli esami. Uno dei principali motivi dei ritardi registrati è legato al fatto che non tutti i CSA (uffici periferici) monitorano, verificano e, se del caso, sollecitano le commissioni che non hanno ancora risposto. 5. Come già accennato, nei casi in cui non viene utilizzato il programma Conchiglia, la registrazione dei dati dei modelli cartacei avviene tramite lettura ottica. Secondo quanto affermato dall’ONES, tale sistema di registrazione dei dati non presenta problemi dal momento che il questionario di rilevazione è concepito appositamente per favorire l’acquisizione automatica delle informazioni mediante lettura ottica. 6. “Per migliorare l’affidabilità dei dati (completezza, correttezza dei codici delle commissioni e delle scuole, codici degli indirizzi, nome delle sezioni) è previsto l’invio tramite posta a tutte le commissioni di etichette adesive contenenti prestampati i codici a barre che identificano la commissione, la scuola, la classe e l’indirizzo di studio. In tal modo ogni pagina del questionario sarà identificata in modo univoco. Qualora tali etichette non dovessero arrivare in tempo si raccomanda comunque di controllare l’esattezza dei codici utilizzati e di scrivere il nome della classe sempre allo stesso modo” (ONES, 2002, pp. XXIX-XXX). 102 Allo stato attuale circa il 20% dei Presidenti di commissione si avvale del sistema Conchiglia per compilare le relazioni. 103 I dati raccolti attraverso il sistema Conchiglia e diffusi su Internet hanno un valore puramente descrittivo degli esiti delle sole commissioni cui si riferiscono (commissioni che hanno usato il programma Conchiglia). 134 I controlli effettuati sui dati raccolti sono diversi a seconda che le commissioni abbiano utilizzato il programma Conchiglia o i modelli cartacei. Il programma Conchiglia prevede dei controlli on-line di coerenza e di quadratura sui dati inseriti: i modelli non possono essere inviati se presentano delle incoerenze o se sono incompleti. Nel caso dei modelli cartacei, i CSA dovrebbero effettuare dei primi controlli sulla completezza delle schede rilevate, ma si è osservato che tali controlli vengono effettuati in modo più minuzioso ed accurato dai CSA delle province mediopiccole. Successivamente l’ONES effettua i controlli di affidabilità sui dati acquisiti dai modelli cartacei e registrati tramite lettura ottica. 7. La diffusione dei risultati della rilevazione avviene da parte dell’ONES mediante la pubblicazione di dati, tabelle e grafici su Internet e attraverso la restituzione dei risultati alle singole scuole. I dati degli esiti delle sessioni 1999 e 2000 sono stati pubblicati in appositi volumi “Gli esami in numeri”104. I dati acquisiti dall’ONES vengono successivamente inviati al MIUR, il quale, dopo aver applicato le proprie procedure di correzione, li trasmette all’Istat che li utilizza per soddisfare le richieste a livello internazionale e per la formazione del campione dell’indagine sull’inserimento professionale dei maturi. Allo stato attuale, né il MIUR né l’Istat hanno diffuso e/o pubblicato i dati “corretti” sugli esiti degli esami di maturità a partire dalla sessione di esami del 1999. 8. Secondo quanto affermato dall’ONES, “l’approccio censimentario, il formato della relazione, le procedure attuate hanno conferito negli anni alla relazione del presidente una finalità statistico demografica per cui la base dati realizzata è divenuta rapidamente una fonte primaria cui far riferimento per sapere quanti studenti hanno conseguito il diploma a partire dalla sessione 1999. Con ciò si è modificato l’obiettivo conoscitivo iniziale che era prevalentemente di tipo didattico pedagogico e che tendeva ad accertare la qualità docimologia del nuovo esame. Si tratta di un importante valore aggiunto e, pur con tutti i limiti…, i dati forniti … possono essere letti come tipici di un repertorio statistico che descrive la struttura del sistema nel suo complesso e negli aspetti 104 ONES (2000), Gli esami in numeri. Sessione 1999, Franco Angeli; ONES (2002), Gli esami in numeri. Sessione 2000, Franco Angeli 135 particolari più rilevanti che si aggiunge, però, a ciò che più interessa all’Osservatorio, la validità del nuovo esame e la qualità degli apprendimenti degli studenti che escono ” (Bolletta, 2004, p. 2). Su quest’ultimo punto si può osservare che se da un lato il lavoro svolto dall’ONES sia molto apprezzabile e consenta di disporre via via di un archivio (serie storica) di dati, dall’altro tale rilevazione non è stata concepita con finalità statistiche e probabilmente i Presidenti delle commissioni d’esame, i CSA e le Direzioni regionali non comprendono l’importanza che possono avere questi dati da un punto di vista statistico. La rilevazione degli esiti degli esami di maturità non è infatti inserita nel Programma Statistico Nazionale (PSN) e, secondo quanto dichiarato nel PSN stesso, ciò ha creato alcuni problemi. Inoltre non è ben chiaro come avvenga il passaggio dei dati dall’ONES al MIUR, e infine all’Istat, e tanto meno risulta facile comprendere come il MIUR possa correggere e intervenire su dati che non ha rilevato direttamente. 9. Per quanto riguarda i tassi di risposta105, secondo quanto diffuso dall’ONES sul sito internet, questi sono pari a: 72% per la sessione 2003, 69% per la sessione 2002 e 90% per la sessione 2001. Secondo quanto dichiarato dal MIUR in sede di intervista, dalle elaborazioni effettuate dal Ministero sui dati dell’ONES risulta che circa il 4% dei record presentano errori dovuti a mancate risposte o a duplicazioni106. 10. Al termine di questo paragrafo 5.7 vale la pena evidenziare che, a partire dal corrente mese di luglio 2004, il MIUR, su espressa richiesta della nuova Direzione Generale Studi e Programmazione e nell’ottica di una futura revisione delle modalità di acquisizione delle informazioni sugli esami di Stato, ha iniziato ad acquisire al Sistema informativo le principali informazioni riguardanti gli esiti degli esami di stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore per l’a.s. 2003-2004. 105 I tassi di risposta sono calcolati come rapporto tra il n° di modelli compilati e il n° ufficiale delle Commissioni di esame. La numerosità ufficiale è desunta dal file ufficiale utilizzato per la costituzione delle Commissioni d’esame. 106 I controlli fatti dal MIUR si basano sul rapporto: N° diplomati su popolazione residente. 136 Questa rilevazione ha lo scopo di quantificare e descrivere alcune caratteristiche dei diplomati rilevati per scuola e non per commissione esaminatrice come viene fatto dall’ONES. A tal fine è stata aggiunta alle rilevazioni “integrative” dei dati delle scuole secondarie superiori statali e non statali un’apposita sezione destinata alla raccolta dei dati in questione. Le variabili rilevate sono sintetizzate nella Tabella 2.21. Tabella 2.21. Variabili relative agli esiti degli esami di Stato rilevate dai modelli MIUR/4a “Rilevazione integrativa delle scuole secondarie di II grado statali” e dal modello MIUR/4b “Rilevazione delle scuole secondarie di II grado non statali” – A.S. 2003-2004 Variabili rilevate dai Mod. MIUR/4a e MIUR/4b Esiti degli esami di Stato – Scuole statali e non statali A.S. 2003-2004 a. Accesso agli esami di Stato: • Candidati esterni che hanno sostenuto gli esami preliminari per sesso • Candidati esterni che hanno superato gli esami preliminari per sesso b. Risultati degli esami di Stato: • Studenti esaminati per sesso (distinti in interni ed esterni) • Studenti diplomati per sesso (distinti in interni ed esterni) • Studenti non diplomati per sesso (distinti in interni ed esterni) c. Diplomati con cittadinanza non italiana: • Diplomati con cittadinanza UE per sesso • Diplomati con cittadinanza non UE per sesso d. Altre notizie sui diplomati: • Diplomati per anno di nascita e per sesso (distinti in interni ed esterni) • Diplomati per votazione conseguita e sesso (distinti in interni ed esterni) Per quanto riguarda le modalità di rilevazione dei dati, gli istituti scolastici e i CSA dovranno operare con le medesime modalità organizzative messe in atto per le rilevazioni “integrative” riguardanti il corrente anno scolastico. 137 2.5. Gli aspetti problematici: alcuni perché del “gap” informativo 2.5.1. Dalle analisi sinora svolte è emerso che le serie storiche complete delle statistiche sulle scuole sono interrotte a quattro/cinque anni scolastici fa e addirittura a sei nel caso delle scuole materne ed elementari. Infatti, molte delle informazioni statistiche sul mondo della scuola precedentemente pubblicate e diffuse dall’Istat al momento vengono rilasciate in modo saltuario e per di più non con la stessa completezza e con lo stesso livello di disaggregazione territoriale. I dati diffusi dal MIUR con il volume “Sedi, alunni, classi, dotazioni organiche del personale docente della scuola statale”, anche se vengono diffusi tempestivamente, sono quelli utilizzati dal Sistema informativo del MIUR per la determinazione dell’organico di diritto del personale docente ai fini delle operazioni di mobilità, ovvero dell’organico previsionale, basato sulle richieste di iscrizione. Queste statistiche hanno dunque un carattere derivato, in quanto sono la conseguenza di impostazioni di atti amministrativi che interessano direttamente la gestione delle scuole. Per tale motivo, tali dati non possono essere in alcun modo confrontati con le serie storiche dei dati pubblicati negli Annuari dell’Istat che derivavano da apposite rilevazioni svolte ad anno scolastico iniziato e che, come già visto, presentavano una maggiore disaggregazione territoriale e un maggior numero di variabili. Ma il problema non è solo legato al fatto che le statistiche sono ricavate da funzioni amministrative, ma quanto al fatto che la funzione amministrativa non interessa tutto il sistema scolastico ma soltanto quello pubblico che rientra nelle competenze del Ministero. Vi è quindi tutto il settore privato e una serie di variabili che rimangono scoperti e che il MIUR rileva solo attraverso le rilevazioni “integrative”. Le rilevazioni “integrative” potrebbero dunque colmare le lacune lasciate dalle statistiche di fonte amministrativa, ma un altro problema è legato al fatto che il MIUR non diffonde in maniera sistematica tutta una serie di informazioni che vengono raccolte con le rilevazioni “integrative”. In particolare: - la distinzione per sesso degli alunni; - la distinzione fra alunni in corso e ripetenti; - l’anno di nascita degli alunni; - gli alunni stranieri e la distinzione per paese d’origine; - gli esiti finali e degli esami di licenza e di qualifica. 138 Alcune di queste informazioni vengono solo sporadicamente diffuse dal MIUR su pubblicazioni specifiche, ma il massimo livello di disaggregazione territoriale è quello provinciale107. Ad esempio, per quanto riguarda le scuole non statali, i dati sono stati diffusi e pubblicati dal MIUR una sola volta, e solo relativamente all’a.s. 2001/2002, nel volume “Scuola non statale: indagine conoscitiva – a.s. 2001/02” e in tal caso il massimo livello di disaggregazione territoriale è quello regionale. La situazione sin qui descritta è quella che risulta dalla documentazione diffusa, anche se sia il MIUR che l’Istat hanno dichiarato che stanno lavorando in stretta collaborazione per rendere disponibili i microdati completi e corretti relativi agli ultimi anni scolastici108. 2.5.2. Da quanto sinora descritto e analizzato, si osserva che le statistiche fino al momento prodotte dal MIUR non possiedono molte delle dimensioni fondamentali della qualità quali la pertinenza, la tempestività, la regolarità, l’accessibilità, la chiarezza e la comparabilità109. In particolare non soddisfano le dimensioni di: 107 L’Istat diffondeva i dati disaggregati fino a livello comunale. Il MIUR ha anche affermato che i microdati derivanti dalle rilevazioni “integrative” relativi ad alcuni anni scolastici non potranno essere ricostruiti. Per alcuni di questi anni scolastici si hanno a disposizione solo delle stime, a livello provinciale o regionale, relative alle principali variabili rilevate e i microdati non trattati delle rilevazioni “integrative”. 109 Qui di seguito si riportano le definizioni di alcune dimensioni fondamentali della qualità delle statistiche: “- Pertinenza. Indica sia la capacità che i dati hanno di soddisfare agli obbiettivi della ricerca e quindi dell’indagine, sia quella di soddisfare le esigenze conoscitive degli utilizzatori. Nell’ottica del moderno controllo della qualità ha un rilievo primario nel determinare la qualità di un dato. - Accuratezza. Indica la capacità delle stime di avvicinarsi ai valori da stimare incogniti relativi alla popolazione, si tratta pertanto di una valutazione essenziale per giudicare della capacità dei dati di rappresentare il fenomeno. - Tempestività. Riguarda la diffusione dei dati e indica la capacità di produrre i risultati finali in tempi ravvicinati rispetto all’esecuzione dell’indagine. In altre parole, è connessa alla necessità di disporre di dati aggiornati e quindi va valutata con riferimento al fenomeno osservato ed alle esigenze degli utilizzatori. - Regolarità. Riguarda la diffusione dei dati e indica la frequenza con cui l’indagine è ripetuta e i dati sono resi disponibili. Anche in questo caso non esiste una frequenza ottimale ma essa va valutata alla luce del fenomeno considerato. - Accessibilità. Riguarda la possibilità che gli utilizzatori hanno di entrare in possesso o di utilizzare i dati e le difficoltà che sussistono per tale accesso in relazione alle modalità che sono richieste dagli utilizzatori. - Chiarezza. Riguarda la disponibilità di documentazione appropriata relativa alle varie caratteristiche e fasi dell’indagine ed eventualmente la possibilità di ottenere assistenza nell’utilizzo ed interpretazione dei dati. - Comparabilità.. Riguarda se è assicurata la possibilità di effettuare confronti omogenei nel tempo e nello spazio relativamente alla stessa fonte. 108 139 • pertinenza, perché i dati al momento disponibili non riescono a colmare le esigenze conoscitive degli utilizzatori, i quali richiedono un maggior dettaglio di informazione e una maggiore disaggregazione territoriale; • tempestività, perché, ad eccezione delle pubblicazioni dei dati derivanti dalle attività amministrative e gestionali del MIUR, i dati rilevati non vengono diffusi in modo tempestivo o addirittura non vengono diffusi affatto; • regolarità, perché, ad eccezione delle pubblicazioni dei dati derivanti dalle attività amministrative e gestionali del MIUR, i dati non vengono diffusi con regolarità (o non vengono diffusi affatto) anche se le rilevazioni “integrative” sono ripetute con periodicità annuale; • accessibilità, poiché gli utilizzatori non possono accedere (e quindi utilizzare) ai dati rilevati sia perché non sono diffusi o addirittura in molti casi perché non sono disponibili; inoltre, anche quando sono disponibili presso il MIUR, gli utilizzatori incontrano molte difficoltà per avere accesso a tali dati; • chiarezza, poiché la documentazione disponibile sulle varie caratteristiche e fasi dell’indagine è molto poca, frastagliata, e per molti aspetti inesistente; • comparabilità, in quanto non è possibile effettuare confronti omogenei nel tempo e nello spazio con i dati che venivano precedentemente prodotti dall’Istat. Inoltre non possono essere effettuati i confronti neanche fra i primi dati rilevati dal MIUR con le rilevazioni “integrative” e i dati rilevati – sempre con la stessa rilevazione - per gli ultimi anni scolastici dal momento che, come si è precedentemente detto, per i primi si è perso anche il dettaglio territoriale e le informazioni su alcune variabili. Un’altra nota che vale la pena mettere in evidenza riguarda la disponibilità e accessibilità di documentazione sul processo di produzione dei dati da parte del MIUR. Al momento non esiste un documento completo ed organico che descrive le fonti delle statistiche sulle scuole esistenti e i processi di produzione di tali informazioni. Ad esempio, per quanto riguarda le rilevazioni “integrative”, queste non vengono menzionate neanche nel sito Internet del MIUR. Il Ministero non diffonde alcuna documentazione – di tipo metodologico – sul processo di rilevazione e correzione dei dati delle indagini precedentemente viste (rilevazioni “integrative” e indagini - Coerenza. Questo concetto è connesso all’utilizzo di più fonti statistiche, anche con diversa frequenza, e riguarda l’assenza di contraddizioni tra tali fonti” (Buldo, Filippucci, Napoli, Bernardini Papalia (2000), p. 41). 140 campionarie). Non è quindi semplice per l’utente riuscire a ricostruire e a conoscere le modalità di rilevazione. Addirittura il MIUR non diffonde neanche i modelli di rilevazione delle indagini effettuate. Tutto quello che è stato presentato in questo rapporto sull’attuale produzione delle statistiche sulle scuole è stato ricostruito solo ed esclusivamente sulla base delle interviste in profondità ai responsabili del MIUR, della documentazione direttamente fornita dal MIUR (modelli di rilevazione, circolari, ecc.) e al momento non diffusa, e delle informazioni derivanti dal sito Intranet del MIUR al quale possono accedere solo gli utenti abilitati (cfr. paragrafo 2.1.5). Anche per quel che riguarda i dati di fonte amministrativa diffusi annualmente, un semplice utente, dalla documentazione diffusa, riesce solo a sapere che sono dati inseriti nel SIMPI e che derivano dalle procedure gestionali per la determinazione dell’organico di diritto e di fatto. 2.5.3. In merito alla disponibilità e utilizzo dei microdati, i principali utilizzatori dei dati (in particolare: Regioni, Province autonome, uffici di statistica di enti pubblici, ricercatori, ecc.) hanno evidenziato che una reale fruibilità delle statistiche sull’istruzione non può essere intesa solo in termini di pubblicazione tempestiva, ma anche come disponibilità dei dati elementari in formato elettronico, così da poter effettuare tutte le analisi specifiche di interesse. Si potrebbe pensare che tale esigenza possa essere soddisfatta consentendo ai fruitori dei dati l’accesso al Data Warehouse del MPI, che, secondo quanto affermato dal Ministero stesso, è stato costruito proprio con lo scopo di fornire all’utente le informazioni necessarie al supporto alle decisioni. Ma, come è stato evidenziato nei capitoli precedenti, non si ha la certezza che i dati inseriti in tale Sistema abbiano le caratteristiche di copertura, qualità e validazione necessarie per essere utilizzati a fini statistici. Come sottolineato dal MIUR, i dati inseriti nel DWH rappresentano una fotografia dei dati registrati negli archivi del SIMPI senza che sia stato effettuato alcun “trattamento” degli stessi; quindi la “garanzia” che i dati prospettati siano corretti e completi deriva esclusivamente da un adeguato utilizzo delle procedure amministrative automatizzate da cui essi stessi derivano. 141 Per quanto riguarda le informazioni relative alle rilevazioni “integrative”, è opportuno tenere presente che il DWH non contiene i dati di tutte le scuole ma solo di quelle rilevate. Per tale motivo non è assicurato un elevato grado di completezza e affidabilità delle informazioni e di conseguenza non si può pensare di diffondere e di utilizzare questi dati a scopo statistico. Il DWH non può dunque sostituire i prodotti di diffusione dei dati. L’auspicio è che la gran mole di dati che vengono rilevati dal MIUR – sia attraverso le rilevazioni “integrative” che le procedure amministrative e gestionali – possano essere diffusi e messi a disposizione degli utenti. In particolare, sarebbe auspicabile che, una volta superati i problemi di correzione e validazione dei dati, le informazioni statistiche complete e corrette possano essere rese accessibili a tutti. 2.5.4. Il gap informativo e l’impossibilità di utilizzare i dati elementari derivanti dalle rilevazioni “integrative” condotte dal MIUR sono dunque dovuti alla mancanza di qualità, completezza e affidabilità di tali dati, dal momento che il MIUR non riesce a rilevare i dati di tutte le scuole (i livelli di copertura delle indagini sono inferiori al 100%) e ad assicurare i necessari controlli di coerenza e la validazione statistica dei dati raccolti. Alcune delle motivazioni che stanno alla base del deficit informativo esistente sono legate a problemi di coordinamento e di organizzazione delle attività statistiche all’interno del MIUR e alle poche risorse umane con competenze statistiche assegnate all’ufficio di statistica del MIUR rispetto ai compiti che l’ufficio stesso deve svolgere. Neanche l’informatizzazione del processo di acquisizione dei dati ha comportato l’aumento dei livelli qualitativi e quantitativi delle rilevazioni. Prima del passaggio della produzione dei dati dall’Istat al MPI, l’Istat, pur non gestendo in modo informatizzato la rilevazione, aveva il controllo delle fasi strategiche (fasi di riepilogo, di revisione qualitativa e quantitativa, di registrazione ed elaborazione) dell’indagine, mentre, allo stato attuale, l’ufficio di statistica del MIUR non ha alcun controllo sul processo di rilevazione e acquisizione dei dati, che viene gestito da una società informatica esterna. Inoltre, i contatti con la società esterna non sono tenuti dall’ufficio di statistica bensì da un altro ufficio con competenze amministrative. Quindi, sebbene l’ufficio di 142 statistica fornisce delle indicazioni e delle specifiche per la conduzione dell’indagine, non si sa come e se queste vengano trasmesse alla ditta esterna e tanto meno come vengano recepite. Al fine di una corretta gestione dell’indagine e per assicurare la qualità dei dati raccolti, l’ufficio di statistica dovrebbe coordinare i lavori, interagendo direttamente con la società esterna e monitorandone l’operato. Infine, va osservato che, nell’ambito della produzione statistica e della rilevazione dei dati, è stata data importanza eccessiva al settore informatico, il quale, anzichè essere un settore trainante, dovrebbe invece rivestire solo un ruolo ancillare. L’informatica dovrebbe essere al servizio della statistica e non viceversa. Di questa situazione sembra che se ne sia tenuto conto nella riorganizzazione del MIUR di recente conclusa. Infatti, gli uffici di statistica non sono più stati incardinati nella Direzione per l’automazione informatica e l’innovazione tecnologica, bensì nella nuova Direzione generale studi e programmazione sui sistemi dell’istruzione, dell’università, della ricerca e dell’alta formazione artistica musicale e coreutica. 2.5.5. Per quanto riguarda l’informatizzazione del processo di rilevazione dei dati, va evidenziato positivamente che il collegamento informatico diretto con ogni scuola consente di contenere il rallentamento burocratico che si registrava precedentemente anche per il passaggio dei modelli di rilevazione attraverso i Provveditorati agli studi – organi intermedi di rilevazione – che erano peraltro caratterizzati da differenziati livelli di efficienza. Nonostante questa nota positiva va comunque osservato che il processo di informatizzazione è esteso alle sole scuole statali mentre per le private non c’è un obbligo formale, quindi, anche nel caso delle rilevazioni “integrative”, le statistiche sulle scuole non statali hanno una tempestività ritardata rispetto a quelle relativa alle scuole statali. 2.5.6. Nella documentazione disponibile e diffusa – in particolare negli Annuari dell’Istat – sono stati evidenziati solo i vantaggi che sarebbero potuti derivare dal rilascio delle attività di produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR, senza prendere in considerazione gli ipotetici rischi a cui si poteva andare incontro. Infatti, come è già stato ampiamente osservato, dopo il passaggio si sono registrati non pochi problemi nel settore delle statistiche sulle scuole, tra cui l’incompletezza dei 143 dati raccolti e diffusi e la conseguente interruzione delle serie storiche dei dati precedentemente prodotti dall’Istat. In estrema sintesi, si può affermare che il processo di decentramento della produzione delle statistiche sulle scuole dall’Istat al MIUR è stato per molti aspetti un insuccesso, soprattutto a causa delle modalità e dei tempi con cui è avvenuto. Secondo quanto dichiarato dal MIUR, l’ufficio di statistica dell’allora MPI non era d’accordo né tanto meno pronto per affrontare tale passaggio per almeno tre ordini di motivi: (i) aveva già in carico altre rilevazioni (tra le quali quella sul monitoraggio della riforma della scuola elementare); (ii) non aveva mai gestito i dati delle scuole non statali e non aveva gli archivi relativi a tali scuole; (iii) era dotato di poche risorse con specifiche competenze statistiche. La cessione della produzione delle statistiche, infatti, non è stata graduale, bensì è avvenuta tout court, senza valutarne l’opportunità, senza assistenza metodologica e tecnica da parte dell’Istat nella fase del passaggio e per di più “a costo zero”, cioè senza potenziare in alcun modo l’ufficio di statistica del MIUR110. Ciò fa riflettere anche su quanto evidenziato dall’allora presidente della CGIS, prof. Ugo Trivellato, in occasione della VI Conferenza nazionale di statistica: il decentramento della produzione statistica dall’Istat alle amministrazioni competenti “non può prescindere da un potenziamento di funzioni centrali – di indirizzo, di assistenza metodologica e tecnica, di coordinamento, di controllo -, pena drastiche perdite di qualità, se non addirittura l’inutilizzabilità della produzione di tali soggetti” (Trivellato, 2002). 2.5.7. A questa situazione si è aggiunto un altro passaggio con qualche aspetto di criticità: dal 1999 la rilevazione degli esiti degli esami di maturità viene effettuata dall’INValSI, una struttura esterna al Sistan e interessata più agli aspetti qualitativi dei dati raccolti che non agli aspetti quantitativi per fini statistici. Infatti, anche se - secondo quanto affermato dall’ONES - la rilevazione sugli esami di Stato non presenta 110 Questo “insuccesso” può essere confrontato con l’esperienza di positiva interazione fra le attività dell’Istat e dell’allora Ministero dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica (MURST). Il passaggio delle statistiche dell’istruzione universitaria è avvenuto gradualmente e con una costante assistenza da parte dell’Istat che ha reso via via autonomo l’ufficio di statistica dell’ex MURST. Inoltre, mentre il passaggio era ancora in atto, l’ufficio di statistica del MURST è stato potenziato con personale qualificato. 144 particolari problemi, tale rilevazione inizialmente è stata concepita al fine di monitorare l’andamento del nuovo esame e non con finalità statistiche. Inoltre, diventa difficoltoso per il MIUR applicare le proprie procedure di correzione e imputazione a dati che non vengono prodotti all’interno del Ministero. Comunque, la nuova Direzione generale studi e programmazione del MIUR ha già fatto un primo passo proprio nell’ottica di una futura revisione delle modalità di acquisizione delle informazioni sugli esami di Stato. A partire da luglio 2004, il MIUR ha iniziato la rilevazione sugli esiti degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore. 2.5.8. La situazione sinora descritta e analizzata nel presente lavoro implica che i dati sulle scuole al momento disponibili non sono sempre sufficienti per soddisfare la domanda informativa espressa dai soggetti - nazionali e internazionali - che si occupano a vario titolo del mondo dell’istruzione. In particolare, le principali conseguenze del gap informativo sono: (a) interruzione delle serie storiche dei dati sulle scuole che venivano precedentemente diffusi dall’Istat; (b) perdita – per alcuni anni scolastici - di molte informazioni statistiche sul mondo della scuola (ad es. distinzione per sesso degli alunni, distinzione fra studenti in corso e ripetenti, ecc.) e, in particolare, di quelle relative alle scuole non statali; (c) riduzione delle possibilità di effettuare ulteriori elaborazioni da parte dei fruitori dei dati e la conseguente impossibilità di studiare alcuni fenomeni. A titolo di esempio, i dati al momento disponibili non hanno più le caratteristiche di completezza, qualità e affidabilità necessarie per: • effettuare confronti e analisi a livello locale; • calcolare indicatori sulla dispersione scolastica; • stimare la mobilità territoriale degli studenti; • elaborare indicatori del successo scolastico. (d) difficoltà incontrate nel fornire i dati richiesti dagli organismi internazionali (Ocse ed Eurostat), tant’è che proprio a tale scopo, negli ultimi anni, l’Istat ha collaborato e sta tuttora collaborando con il MIUR per la validazione statistica dei dati elementari. 145 A fronte di questa situazione, si rilevano importanti segnali di miglioramento. In particolare, anche secondo quanto affermato dal PSN 2005-2007, “il modello organizzativo della rete statistica Sistan applicato per il settore istruzione prevede che il Ministero competente incrementi e valorizzi il proprio ruolo statistico, e che l’Istat svolga un ruolo di coordinamento, di valutazione e di assistenza tecnica” (Sistan-Istat, 2004, p. 156). Inoltre, “i dati provenienti dalle rilevazioni ‘integrative’ sulle attività delle scuole statali e non statali sono stati trattati statisticamente in vista della ripresa di una diffusione regolare dei risultati all’utenza” (Sistan-Istat, 2004, p. 156). 146 2.6. Riferimenti bibliografici Audasso G. (2003), Nota predisposta per il circolo di qualità del SISTAN del settore “Istruzione e formazione”. Aureli Cutillo E. (2002), Lezioni di Statistica sociale – Fonti, strumenti e metodi, CISU, Roma. Bolletta R. (a cura di) (2001), Conchiglia 2001. Guida all’uso, Franco Angeli. Bolletta R. (a cura di) (2002), Conchiglia 2002. 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Parallelamente, l’attuazione del decreto legislativo n. 322 del 6.9.1989 ha favorito il trasferimento dall’Istat al Ministero delle rilevazioni sull’università e, più in generale, un profondo processo di ristrutturazione delle indagini sull’università che ha comportato la rivisitazione dell’intero patrimonio informativo del settore. La convenzione per lo sviluppo di un sistema informativo, orientato alla valutazione, della formazione e della ricerca scientifica universitaria firmata il 21.10.1994 dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e dall’Istituto Nazionale di Statistica, rappresenta il punto di partenza per il graduale passaggio delle competenze fra Istat e MURST111 e per il rafforzamento delle statistiche sull’università. Gli obiettivi del sistema informativo fissati dalla convenzione prevedevano di: a) fornire una descrizione esauriente dello stato e dell’evoluzione del sistema universitario e delle sue componenti ed evidenziarne tempestivamente gli eventuali squilibri; b) supportare l’attività di programmazione del settore e fornire elementi utili per una corretta allocazione delle risorse; c) fornire strumenti per la valutazione degli effetti prodotti dalle politiche gestionali o da iniziative di riforma del sistema stesso. Un punto qualificante del progetto allegato alla convenzione prevedeva di “assicurare le procedure necessarie perché, in una prospettiva a medio termine, sia direttamente il MURST a garantire una parte importante del flusso di informazioni 111 Il Decreto legislativo n. 300/1999 (Riforma dell’organizzazione del Governo) ha istituito - con decorrenza dall’inizio della XIV legislatura (2001) - il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). Al Ministero sono state trasferite le funzioni precedentemente attribuite al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MURST) ed al Ministero della Pubblica Istruzione (MPI). Nel testo del presente lavoro, le sigle MURST e MIUR vengono utilizzate indifferentemente. 150 correnti sul settore, affiancandosi all’Istat nel ruolo di produttore di dati sull’Università.” [MURST – Istat, 1994, p. 7] A tale proposito, la convenzione stabiliva che il passaggio delle consegne fra l’Istat e il Ministero fosse preceduto ed accompagnato da un adeguato programma di formazione degli operatori chiamati a svolgere questo compito presso il MURST, nonché da una razionalizzazione dei contenuti informativi raccolti e da innovazioni nelle tecniche di acquisizione della documentazione. Si trattava, in particolare, di giungere alla trasmissione telematica della documentazione fra periferia e centro (e viceversa) e di colmare le lacune informative esistenti evitando le inutili ridondanze. Obiettivi fondamentali se si considera che, fino ad allora, le rilevazioni erano realizzate tramite questionari cartacei trasmessi per posta, con conseguente perdita in termini di tempestività e di qualità dei dati raccolti. La convenzione, di durata triennale, individuava la realizzazione del progetto per lo sviluppo del sistema informativo articolato nelle seguenti fasi di lavoro: 1. definizione del quadro di riferimento; 2. scelta degli indicatori e loro definizione; 3. definizione delle modalità di calcolo e della loro periodicità; 4. individuazione del corrispondente fabbisogno informativo; 5. sviluppo degli indicatori per i quali erano già disponibili i dati di base; 6. messa a punto di un sistema informatizzato per la raccolta dei dati presso le università: • predisposizione del software necessario per la trasmissione dei dati; • predisposizione del software necessario per il controllo qualitativo e l’elaborazione dei dati “in loco” e a livello centrale; • sperimentazione delle fasi sub 5. presso alcune sedi universitarie; 7. formazione statistico-informatica per i gestori del sistema presso il MURST; 8. reperimento dei dati non acquisibili tramite le università: • sfruttando i dati eventualmente disponibili presso l’Istat e/o altri enti; • progettando eventuali indagini ad hoc (da effettuarsi a cura dell’Istat e/o di altri enti); 9. presentazione della chiave interpretativa degli output del sistema e stesura di una guida alla lettura dei risultati, per le diverse categorie di utenza. 151 Per effettuare un attento esame delle rilevazioni sull’università è stata acquisita la documentazione pertinente disponibile (pubblicazioni Istat e MIUR, modelli di rilevazione, lettere e circolari Istat e MIUR, informazioni diffuse nel sito Internet del MIUR, ecc.) e sono stati realizzati incontri, interviste in profondità e contatti con: a) dirigenti e ricercatori dell’Istat del settore dell’istruzione; b) dirigenti e ricercatori dell’Ufficio di Statistica del MIUR-URST112. Le due principali rilevazioni sull’istruzione universitaria attualmente sono realizzate con riferimento al 31 gennaio e al 31 luglio. Queste indagini hanno periodicità annuale e sono totali, riguardano cioè tutte le università e tutte le altre istituzioni d’istruzione superiore, statali e non statali, del nostro Paese. La prima rilevazione, detta anche “provvisoria o precoce”, è riferita ai dati sommari e raccoglie la documentazione statistica relativa ad immatricolati ed iscritti al 31 gennaio, ai laureati e diplomati dell’anno solare precedente a quello di rilevazione ed ai corsi ad accesso limitato. La documentazione raccolta dalla rilevazione è provvisoria in quanto, a causa della rateizzazione prevista per il pagamento delle tasse universitarie, la regolarizzazione delle iscrizioni avviene soltanto in data successiva al 31 gennaio. La seconda rilevazione, conosciuta come “rilevazione (o indagine) sull’istruzione universitaria”, è riferita ai dati definitivi e riguarda gli immatricolati e gli iscritti al 31 luglio, i laureati/diplomati e gli esami/annualità dell’anno solare precedente, i percorsi post laurea113. 112 In particolare, il gruppo di lavoro ha incontrato ed intervistato: - dott.ssa Maria Pia Sorvillo, Dirigente del Servizio popolazione, istruzione e cultura (DEM), Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali (DCIS), Dipartimento della produzione statistica (DPTS) dell’Istat (settembre 2003); - dott.ssa Paola Ungaro, Responsabile dell’Unità operativa Formazione universitaria (DEM/E), Servizio popolazione, istruzione e cultura (DEM), Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali (DCIS), Dipartimento della produzione statistica (DPTS) dell’Istat (settembre 2003); - il gruppo di ricercatori dell’Ufficio di Statistica del MIUR-URST-AFAM (Michele Scalisi, Simonetta Sagramora, Alessandro Melchionda, Claudia Pizzella, Paolo Turchetti, Giuliana Matteocci, Claudio Bosi) che si occupano delle rilevazioni dell'Università, dell'Alta Formazione Artistica e Musicale e del Diritto allo studio (luglio 2003). 113 A partire dall’anno accademico 2001-02, oltre a queste due indagini, viene effettuato annualmente anche il monitoraggio degli immatricolati. Si tratta di una rilevazione realizzata in prossimità della chiusura delle iscrizioni (tra ottobre e dicembre) che raccoglie in “tempo reale” i dati riferiti ai soli studenti che si iscrivono per la prima volta ad un corso di studi presso una università italiana (http://www.miur.it/ustat/immatricolati/quattro.asp). 152 Le due indagini, attualmente di competenza del MIUR, vengono condotte dall’Ufficio di Statistica che è stato recentemente inserito nell’ambito della Direzione generale studi e programmazione sui sistemi dell’istruzione, dell’università, della ricerca e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica del Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione. L’ufficio in questione appartiene al Sistema Statistico Nazionale (Sistan) con la responsabilità del coordinamento e della diffusione delle statistiche ufficiali riguardanti l’Università, l’Alta Formazione Artistica e Musicale e il Diritto allo Studio. 3.1. Rilevazione dei dati sommari La rilevazione che, come è già stato evidenziato, fornisce un’anticipazione sui principali aggregati (immatricolati, iscritti, laureati/diplomati, corsi ad accesso limitato), è stata gestita fino al 1994-95 dall’Istat, raccogliendo i soli dati degli immatricolati riferiti al 31 dicembre (Tab. 3.1). Nell’anno accademico successivo la competenza di tale indagine è passata al MURST che, per il 1995-96, ha mantenuto inalterati contenuti e modalità della rilevazione. I cambiamenti più significativi hanno iniziato a prodursi con l’a.a. 1996-97. In quell’anno, infatti, il Ministero oltre a mantenere immutata la data di riferimento della rilevazione sugli immatricolati (31 dicembre), ha allargato l’indagine anche agli iscritti ed ai laureati/diplomati rilevati, rispettivamente, con riferimento al 31 gennaio per i primi ed all’anno solare precedente per i laureati. Per alcuni anni (dal 2000 al 2002) è stata realizzata anche un’indagine sulle preiscrizioni universitarie al fine di rilevare le intenzioni degli studenti dell’ultimo anno della scuola media superiore. L’indagine, a cui partecipavano gli studenti su base volontaria, ha fornito dati di limitato interesse ed è stata quindi abbandonata. 153 Tab. 3.1 - Dati sommari sull’istruzione universitaria: enti/amministrazioni produttori e responsabili della rilevazione ANNI ACCADEMICI Ente/amministrazione 1994-95 1995-96 1996-97 1997-98 1998-99 1999-2000 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04 Istat MURST MURST MURST MURST MURST MURST MIUR MIUR MIUR Data di riferimento 31 dicembre 31 dicembre 31 dic. e 31 genn. 31 gennaio 31 gennaio 31 gennaio 31 gennaio 31 gennaio 31 gennaio 31 gennaio Infine, a partire dall’a.a. 1997-98, la data di riferimento per la rilevazione di immatricolati ed iscritti è stata unificata al 31 gennaio. 3.1.1 Le fasi della rilevazione Fino all’a.a. 1996-97 la rilevazione dei dati sommari si è svolta utilizzando il supporto cartaceo, distribuito e raccolto per via postale. A partire dall’anno successivo, nell’ambito della già menzionata convenzione fra Istat e MURST, è stato prodotto un sistema informatizzato di raccolta e trasmissione dei dati; un sistema basato su questionari informatici “intelligenti” che consentono una raccolta dei dati basata sull’interscambio telematico delle informazioni con le università attraverso Internet. L’ultima rilevazione, quella realizzata nel marzo 2004 e relativa all’a.a. 2003-04, è stata avviata rendendo, come al solito, accessibili attraverso Internet i questionari elettronici e le relative istruzioni e note per la compilazione114 e, contemporaneamente, provvedendo ad informarne Rettori, Direttori amministrativi e referenti statistici di tutti gli atenei. I moduli elettronici sono stati resi accessibili attraverso Internet (con username e password attribuite dall’Ufficio di Statistica) ai referenti statistici di ciascun ateneo. La compilazione dei modelli è stata effettuata direttamente su web oppure scaricando in locale i diversi questionari e provvedendo, successivamente, alla loro compilazione. 114 www.miur.it/ustat/rilevazioni/rilevazioni.htm 154 La conclusione della compilazione su web doveva essere comunicata tramite e-mail all’Ufficio di Statistica del Ministero. Per i modelli compilati in locale occorreva procedere, invece, alla loro esportazione nella banca dati predisposta su Internet dall’Ufficio di Statistica. Lo stesso ufficio, al termine della fase di controllo (comprendente anche la richiesta di eventuali rettifiche) ha provveduto a chiedere ai referenti l’inoltro per posta di una copia cartacea firmata dal Rettore valida come certificazione delle informazioni fornite. 3.1.2 I modelli di rilevazione In questo paragrafo, per dare conto dei cambiamenti intervenuti a seguito del trasferimento dall’Istat al MIUR della rilevazione dei dati sommari, verranno esaminati e confrontati i modelli utilizzati per l’ultima indagine condotta dall’Istat (a.a. 1994-95) e per quella più recente effettuata dal MIUR (a.a. 2003-04). Tab. 3.2 - Dati sommari sull’istruzione universitaria: modelli utilizzati per le rilevazioni a.a. 1994-95 e 2003-04 1994-95 2003-04 Modelli Oggetto della rilevazione M.51 (M.51/B) Immatricolati ai corsi di laurea (diploma/scuole dirette a fini speciali) per genere e corso di studi Modelli Oggetto della rilevazione 1 Immatricolati, iscritti in complesso ed in corso (totale e primo anno) per genere e corso di studi 2 Laureati/diplomati in complesso e fuori corso per genere e corso di studi 3 Posti disponibili per i corsi ad accesso limitato, domande presentate e candidati presenti alle prove per genere Si è già visto (Cfr. Par. 3.1) come, secondo quanto previsto dalla convenzione fra Istat e MURST e successivamente al trasferimento al Ministero delle competenze relative a questa indagine, l’impianto della rilevazione sia stato rivisto ampliando, conseguentemente, gli aggregati per i quali vengono raccolte le informazioni (Tab. 3.2). In particolare, i modelli utilizzati per la rilevazione dell’a.a. 1994-95 erano soltanto due, costruiti per raccogliere i dati essenziali. Il primo modello era riferito agli immatricolati (in complesso e femmine) dei corsi di laurea (M.51); il secondo 155 riguardava gli immatricolati (in complesso e femmine) ai corsi di diploma universitario ed alle scuole dirette a fini speciali (M.51/B). I due modelli riportavano l’elenco dettagliato dei corsi di laurea/diploma che costituivano, con poche eccezioni, l’intera offerta formativa attivata presso gli atenei italiani ed i dati erano raccolti e riportati secondo tale disaggregazione. La compilazione di questi modelli avveniva singolarmente per ogni facoltà presente nell’ambito di ciascun ateneo. L’accresciuto fabbisogno formativo sul sistema universitario italiano ha determinato un consistente e progressivo ampliamento dei contenuti informativi dell’indagine e degli aggregati rilevati. I modelli utilizzati per la rilevazione dei dati sommari dell’a.a. 2003-04 sono tre e riguardano: 1. immatricolati, iscritti in complesso ed in corso (totale e primo anno) per genere; 2. laureati/diplomati in complesso e fuori corso per genere; 3. posti disponibili per i corsi ad accesso limitato, domande presentate e candidati presenti alle prove per genere. I dati vengono raccolti distintamente per ogni singolo corso di studio pre e postriforma previsto dall’offerta formativa di ciascun ateneo. Nei modelli ogni corso di studio viene identificato in base a: facoltà di appartenenza, tipologia115 e denominazione del corso, classe di studio (per i corsi post-riforma) e comune della sede didattica. I dati devono essere riportati nei modelli seguendo questa classificazione. L’indagine pare garantire una copertura estesa all’intero sistema universitario italiano. Le pochissime annotazioni al riguardo, rintracciate su Internet e riferite quindi al periodo più recente, evidenziano la mancata partecipazione all’indagine di realtà marginali ed interessate, al momento della rilevazione, da un processo di trasformazione in atto che prevedeva la chiusura di tali strutture116. 115 Per la tipologia del corso viene operata la distinzione fra lauree pre-riforma, lauree di primo livello, lauree specialistiche a ciclo unico, lauree specialistiche, diplomi universitari e scuole dirette a fini speciali. 116 Per l’indagine 2000-01 viene rilevata l’indisponibilità dei dati relativi agli Istituti di Educazione Fisica de L’Aquila, Palermo e Torino; per quella precedente non è disponibile, invece, la documentazione dell’Istituto di Educazione Fisica de L’Aquila. 156 3.1.3 I controlli di qualità Lo schema per i controlli di qualità eseguiti dall’Istat per le rilevazioni sull’istruzione universitaria riprende sostanzialmente quanto è già stato illustrato in precedenza per le indagini sulle scuole. In particolare, i controlli si articolavano nelle seguenti operazioni: a. verifica sulla copertura dell’indagine e sollecito nei confronti degli atenei non rispondenti; b. primo controllo manuale dei modelli cartacei e successiva registrazione su supporto informatico dei dati raccolti; c. verifiche di coerenza dei dati effettuate attraverso programmi di check opportunamente predisposti e riguardanti principalmente le variazioni delle grandezze rilevate rispetto all’anno precedente. La realizzazione dei controlli previsti in questo piano comportava numerose interazioni con il personale degli atenei addetto alla compilazione dei modelli che finivano per allungare notevolmente i tempi di correzione dei dati, rendendo assai oneroso il mantenimento degli standard qualitativi attesi. La nuova tecnica di rilevazione utilizzata dopo il passaggio dell’indagine al Ministero risulta avere semplificato le procedure di controllo, riducendone anche i tempi di realizzazione. L’utilizzo del modulo elettronico consente, infatti, l’inserimento guidato dei dati richiesti ed un primo controllo delle incongruenze tra i valori inseriti, migliorando la qualità della documentazione trasmessa dagli atenei. I successivi controlli eseguiti dall'Ufficio di Statistica del MIUR, oltre ad accertare la partecipazione all’indagine di tutte le università e di tutte le altre istituzioni di istruzione superiore, sono principalmente volti a verificare, per i singoli aggregati, la coerenza con le informazioni rilevate nell’anno precedente. Un ulteriore controllo viene inoltre effettuato dai referenti di ciascun ateneo sulle copie cartacee dei modelli che, come evidenziato in precedenza, devono essere firmate dal Rettore e trasmesse all'Ufficio di Statistica. Tali copie consentono di individuare eventuali errori macroscopici e di richiedere le opportune rettifiche. 3.1.4 La diffusione dei dati I dati sommari sull’istruzione universitaria sono stati diffusi per l’ultima volta dall’Istat con riferimento alla rilevazione per l’a.a. 1995-96; la prima indagine, come si 157 è visto, condotta dal MURST. Il fascicolo, realizzato in collaborazione con il Ministero, forniva le informazioni essenziali (consistenza complessiva e per genere) sugli immatricolati distintamente per ogni corso di laurea e di diploma (Tab. 3.3). Tab. 3.3 - Dati sommari sull’istruzione universitaria: quadro riassuntivo della pubblicazione dei dati Anni Volumi pubblicati Dati on-line 1995-96 Istat (1996b), Le immatricolazioni nell’anno accademico 1995-96, Informazioni, n. 7 NO 1996-97 MURST-Sistan (1997), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca - a.a. 1996/97 NO 1997-98 MURST-Sistan (1998), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca - a.a. 1997/98 NO 1998-99 MURST-Sistan (1999), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca. Il personale - a.a. 1998/99 SI 1999-2000 MURST-Sistan (2000), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca. Il personale - a.a. 1999/2000 SI 2000-01 SI 2001-02 MIUR-Sistan (2003), Il sistema universitario italiano. Anno accademico 2000/01 e 2001/02 SI 2002-03 -- SI 2003-04 -- SI I risultati della rilevazione dei dati sommari sono andati assumendo nel corso degli ultimi anni una rilevanza conoscitiva via via crescente e, conseguentemente, hanno trovato una diffusione sempre più ampia ed articolata. Il Ministero ha provveduto a pubblicare, a partire dalla rilevazione per l’a.a. 1996-97 e per le cinque indagini successive, il volume Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca, che fornisce un quadro dettagliato dei dati raccolti. In particolare, facendo riferimento all’ultima pubblicazione relativa agli anni accademici 2000-01 e 2001-02, si può segnalare che i risultati testimoniano con un’ampia documentazione quantitativa (oltre 600 pagine) la “turbolenza informativa” determinata dalla prima applicazione della riforma universitaria117. I volumi con i risultati delle ultime due indagini non sono stati pubblicati, almeno fino ad ora. Oltre alla diffusione realizzata attraverso questi volumi cartacei l’Ufficio di Statistica a partire dalla rilevazione dell’a.a. 1998-99 ha reso disponibile sul proprio sito Internet 117 La pubblicazione oltre ai risultati dell’indagine sulla popolazione universitaria riporta anche dati provenienti da altre rilevazioni. Si tratta, in particolare, della documentazione statistica su personale, contribuzione studentesca e diritto allo studio e alta formazione artistica e musicale. 158 una base dati contenente i risultati dell’indagine. Per l’ultima indagine, per esempio, la base dati riporta per ciascun corso di studi attivo nell’a.a. 2003-04 le informazioni relative a: immatricolati, iscritti al primo anno, iscritti in corso, iscritti in complesso, laureati e diplomati (dell’anno solare 2003) in complesso e provenienti da studenti fuori corso. La consultazione dei dati può avvenire attraverso interrogazioni personalizzate specificando il livello di aggregazione desiderato rispetto ad ateneo, tipologia ateneo (statale, non statale), facoltà, tipologia del corso, classe di studio, gruppo di corsi. La metodologia adottata per questa indagine ha consentito anche una significativa riduzione dei tempi con cui vengono resi disponibili i risultati. Facendo riferimento all’ultima rilevazione dei dati sommari portata a termine (2003-04), si può segnalare che l’indagine è stata avviata con la lettera dell’Ufficio di Statistica del 3 marzo 2004. La data di scadenza per la compilazione e l’inserimento su web dei modelli era fissata per il 27 marzo 2004. La comunicazione dell’avvenuta pubblicazione dei risultati sul sito dell'Ufficio di Statistica del MIUR-URST è stata infine trasmessa ai Rettori, Direttori amministrativi, Nuclei di Valutazione e referenti statistici di ciascun Ateneo il 9 luglio 2004. 3.2. Rilevazione dei dati definitivi Fino all’a.a. 1995-96 compreso, la rilevazione dei dati definitivi sull’istruzione universitaria è stata condotta dall’ISTAT con riferimento al 31 gennaio. A partire dall’anno successivo, al fine di “cogliere più correttamente il volume degli studenti, considerato il ritardo con cui vengono perfezionate le iscrizioni, in particolare da parte degli immatricolati e dei fuori corso” [ISTAT, 1998, p. 9], la rilevazione è stata posticipata di sei mesi ed effettuata con riferimento al 31 luglio. La rilevanza di tale cambiamento e le problematiche connesse sono state ampiamente trattate in altra parte del Rapporto (Cfr. Cap.1); in questo caso è sufficiente ricordare che, come indicato dall’Istat, “per effetto della nuova data di rilevazione, tra l’a.a. 199596 e 1996-97, gli immatricolati subiscono un decremento: restano infatti esclusi dalla rilevazione quanti, alla data di luglio, non hanno ancora deciso di perfezionare l’iscrizione”. Nel contempo è aumentata la consistenza degli iscritti fuori corso che, in precedenza, “sfuggivano all’indagine” [Istat, 1998, p. 9]. 159 L’attuazione del piano di lavoro previsto dalla convenzione fra Istat e MURST ha determinato un’ampia rivisitazione delle indagini sull’università e, come è già stato posto in evidenza per la rilevazione dei dati sommari, un notevole ampliamento dei contenuti informativi delle indagini stesse. Per la rilevazione dei dati definitivi, tale ampliamento si realizza con l’ultima rilevazione effettuata dall’Istat, quella relativa all’a.a. 1997-98 (Tab. 3.4), e prosegue anche negli anni successivi dopo il passaggio delle competenze di questa indagine al Ministero. Un’altra importante innovazione si realizza con l’ultima indagine gestita dall’Istat: per la prima volta viene adottata una definizione di iscritto che comprende soltanto quanti alla data della rilevazione (31 luglio) risultano in regola con le tasse118. Tab. 3.4 - Dati definitivi sull’istruzione universitaria: enti/amministrazioni produttori e responsabili della rilevazione ANNI ACCADEMICI 1994-95 1995-96 1996-97 1997-98 1998-99 1999-2000 2000-01 2001-02 2002-03 2003-04 Ente/amministrazione Data di riferimento Istat Istat Istat Istat MURST MURST MURST MIUR MIUR MIUR 31 gennaio 31 gennaio 31 luglio 31 luglio 31 luglio 31 luglio 31 luglio 31 luglio 31 luglio 31 luglio 3.2.1 Le fasi della rilevazione Fino all’a.a. 1996-97 compreso, la rilevazione dei dati definitivi si è svolta utilizzando i modelli cartacei distribuiti e raccolti dall’Istat per via postale. L’accresciuta quantità di informazioni richieste e le opportunità offerte dagli strumenti informatici hanno condotto all’adozione di una tecnica di rilevazione che consentisse di limitare lo sforzo affrontato dalle università, massimizzando la qualità dei dati raccolti. A tale scopo, a partire dalla rilevazione del 1997-98, è stato utilizzato un sistema 118 L’Istat fa rilevare, a tale proposito, che “non tutte le sedi universitarie sono riuscite ad elaborare i dati in maniera coerente” con la nuova definizione di iscritto. La raccomandazione è quindi quella di una “particolare cautela nell’operare confronti a livello di singola sede universitaria, siano essi rispetto al numero di studenti della stessa sede che risultavano iscritti nell’a.a. precedente o rispetto agli iscritti alle altre sedi dell’a.a. 1997-98.” [Istat, 2000, p. XVII]. 160 informatizzato di raccolta e trasmissione dei dati basato su questionari informatici “intelligenti” che consentono una raccolta dei dati basata sull’interscambio telematico delle informazioni con le università attraverso Internet. La considerevole mole di dati rilevati, unitamente al differente periodo di riferimento, hanno determinato la decisione di suddividere la rilevazione in due fasi distinte, con scadenze differenti per la consegna. La prima fase prevedeva la raccolta della documentazione relativa a laureati/diplomati ed alle annualità superate; la seconda, invece, quella riguardante iscritti ed immatricolati (dei corsi di laurea e di quelli di diploma universitario) e corsi di studio post-laurea (specializzazioni, ecc.). A partire dall’a.a. 1999-2000, l’indagine è stata riorganizzata in tre fasi. La prima, relativa all’anno solare precedente quello di rilevazione, riguarda i laureati, i diplomati e le annualità superate (o crediti acquisiti, dopo la riforma). La seconda raccoglie, per l’anno accademico di riferimento, le informazioni su immatricolati e iscritti a corsi di laurea, di diploma ed alle scuole dirette a fini speciali. La terza fase rileva, infine, gli iscritti ed i diplomati dei corsi post-laurea. L’ultima indagine portata a compimento in tutte le sue fasi, quella relativa all’a.a. 2002-03119, è stata avviata nel maggio 2003 con comunicazione ai Rettori, Direttori amministrativi e referenti statistici di tutti gli atenei. Successivamente, per ognuna delle tre fasi, sono stati resi accessibili e scaricabili (con username e password attribuite dall’Ufficio di Statistica) ai referenti statistici di ciascun ateneo tramite Internet i moduli elettronici che consentono l’inserimento guidato e controllato dei dati richiesti. I questionari compilati in locale sono stati inviati all'Ufficio di Statistica del MIUR-URST tramite posta elettronica. Lo stesso ufficio, al termine della fase di controllo (comprendente anche la richiesta di eventuali rettifiche) ha provveduto a chiedere ai referenti l’inoltro per posta di una copia cartacea firmata dal Rettore valida come certificazione delle informazioni fornite. Le date di scadenza fissate per le tre fasi della rilevazione 2002-03 erano le seguenti: - 30 giugno 2003 per laureati/diplomati ed annualità superate (crediti acquisiti); - 10 ottobre 2003 per iscritti e immatricolati; - 15 dicembre 2003 per corsi di studio post-laurea. 119 Al momento della stesura definitiva del presente capitolo (ottobre 2004), la rilevazione per l’a.a. 200304 vede la prima fase già completata (e i risultati già pubblicati), la seconda in corso di svolgimento, la terza ancora in preparazione. 161 3.2.2 I modelli di rilevazione Un esame completo dei questionari utilizzati per la rilevazione dei dati definitivi dell’istruzione universitaria deve necessariamente prendere le mosse dalla modulistica impiegata prima della revisione e dell’ampliamento dei contenuti conoscitivi dell’indagine stessa. Soltanto il raffronto fra l’ultima indagine (a.a. 1995-96) condotta dall’Istat secondo le modalità “tradizionali” (senza alcuna modifica, quindi, rispetto alla data di riferimento ed ai contenuti), e quella più recente (a.a. 2002-03) effettuata dal MIUR possono fornire un quadro di riferimento dei numerosi e profondi cambiamenti intervenuti. In analogia con gli altri capitoli del Rapporto, sono stati riportati (Tab. 3.6) anche i modelli dell’a.a. 1997-98, ultimo anno in cui la rilevazione è stata in carico all’Istat. 162 Tab. 3.5 - Dati definitivi sull’istruzione universitaria: modelli utilizzati per la rilevazione dell’a.a. 1995-96 Modelli Oggetto della rilevazione Periodo di riferimento Corsi di diploma universitari e scuole dirette a fini speciali M.50/B 1. Iscritti (in corso e fuori corso) per anno di corso, corso di studi e genere 2. Immatricolati al primo anno per corso di studi e tipo di maturità 3. Diplomati in complesso e fuori corso per corso di studi e genere 4. Stranieri immatricolati, iscritti e diplomati per genere Iscritti, immatricolati a.a. 1995-96 Diplomati a.s. 1995 M.52 Iscritti in corso per corso di studi, anno di corso e genere a.a. 1995-96 M.53 Immatricolati al primo anno per corso di studi e tipo di maturità a.a. 1995-96 M.54 Laureati in complesso e fuori corso per corso di studi e genere a.s. 1995 M.58 Iscritti fuori corso per corso di studi, n. di anni fuori corso e genere a.a. 1995-96 M.59 Stranieri iscritti in corso, fuori corso al primo anno e laureati per cittadinanza e genere Iscritti a.a. 1995-96 Laureati a.s. 1995 M.55 Domande presentate, presenti agli esami, abilitati e respinti agli esami di stato per genere a.s. 1995 M.57 Scuole e corsi di perfezionamento o di specializzazione, iscritti e diplomati per corso di studi e genere Iscritti a.a. 1995-96 Diplomati a.s. 1995 Personale insegnante per posizione giuridica e genere a.a. 1995-96 Corsi di laurea Post-laurea Personale insegnante M.56 163 Tab. 3.6 - Dati definitivi sull’istruzione universitaria: modelli utilizzati per le rilevazioni degli a.a. 1997-98 e 2002-03 Modelli Rilevazione 1997-98 Rilevazione 2002-031 effettuata dall’Istat effettuata dal MIUR Oggetto della rilevazione Periodo di riferimento Modelli Oggetto della rilevazione Iscritti per a.a. di prima 1/L-M (1/L-F) 2 1/D-M (1/D-F) immatricolazione al primo anno – Maschi (Femmine) a.a. 1997-98 1M (1F) Iscritti per a.a. di prima a.a. 2002-03 immatricolazione e già in possesso di un titolo di studio universitario – Maschi (Femmine) 2/L-M (2/L-F) 2/D-M (2/D-F) Iscritti che nell’a.a. hanno cambiato corso di studi e/o sede universitaria per a.a. di prima immatricolazione al primo anno – Maschi (Femmine) a.a. 1997-98 2 Iscritti per a.a. di prima a.a. 2002-03 immatricolazione che si sono trasferiti rispetto all'a.a. 200102 3/L 3/D Iscritti fuori corso e ripetenti a.a. 1997-98 – Maschi e Femmine 3 Iscritti fuori corso e ripetenti 4/L-M (4/L-F) 4/D-M (4/D-F) Laureati/Diplomati per a.a. a.a. 1996-97 di prima immatricolazione al primo anno – Maschi (Femmine) 4M (4F) Laureati/diplomati per a.a. di a.s. 2002 prima immatricolazione e già in possesso di un titolo di studio universitario – Maschi (Femmine) 5/L 5/D Laureati/Diplomati che hanno conseguito il titolo nella stessa facoltà e presso la stessa sede in cui si erano immatricolati per a.a. di di prima immatricolazione al primo anno – Maschi e Femmine a.a. 1996-97 5 Laureati/diplomati stabili per a.a. di prima immatricolazione a.s. 2002 6/L 6/D Annualità superate dagli iscritti dell’a.a. 1996-97 – Maschi e Femmine a.a. 1996-97 6 Annualità superate e crediti acquisiti a.s. 2002 -- -- -- 7 Iscritti e diplomati 3 ad "altri corsi" Iscritti a.a. 2002-03 Diplomati a.s. 2002 8/L 8/D Iscritti dell’a.a. 1996-97 che a.a. 1996-97 nello stesso a.a. non hanno superato esami – Maschi e Femmine 8 Iscritti all'a.a. 2001/02 che nell’a.s. 2002 non hanno superato annualità o non hanno acquisito crediti a.s. 2002 1 Periodo di riferimento a.a. 2002-03 Le uniche modifiche introdotte nella modulistica relativa alle prime due fasi (laureati/diplomati ed annualità superate/crediti acquisiti; iscritti e immatricolati) della rilevazione a.a. 2003-04 riguardano la reintroduzione del modello 10 (Iscritti già in possesso di un titolo universitario) ed il nuovo modello 32 (Laureati/diplomati già in possesso di un titolo universitario). 2 La numerazione dei modelli, adottata per l’indagine 1997-98 effettuata dall’Istat, individua: con L e con D i modelli riferiti, rispettivamente, ai corsi di laurea ed a quelli di diploma; con M e con F i modelli riferiti alla componente maschile ed a quella femminile. 3 Il riferimento è ai corsi di studio che non sono classificabili in una delle tipologie presenti negli altri modelli. Sono quindi esclusi tutti i corsi di laurea e di diploma, le scuole di specializzazione, i corsi di perfezionamento, i master ed i corsi di dottorato; si tratta quindi dei corsi ai quali possono iscriversi solo studenti con particolari requisiti (ad esempio, studenti già in possesso di un diploma di laurea)e che prevedono il conseguimento di un diploma o di un attestato di frequenza. Ad esempio, sono considerati come "altri corsi" i corsi della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dell'Università di Roma La Sapienza a cui possono iscriversi tutti i laureati e coloro che abbiano completato almeno il biennio di alcuni corsi; i corsi della Scuola di Ingegneria aerospaziale di Roma La Sapienza e del Politecnico di Torino a cui possono accedere i laureati in ingegneria; i corsi che si tengono presso le Università per stranieri di Perugia e di Siena (corsi di lingua e didattica per docenti); gli eventuali corsi per laureati che si tengono presso le Scuole superiori di Pisa Normale e di Pisa S. Anna e presso la Scuola internazionale superiore di Trieste. 164 Tab. 3.6 (segue) - Dati definitivi sull’istruzione universitaria: modelli utilizzati per le rilevazioni degli a.a. 1997-98 e 2002-03 Rilevazione 1997-98 Rilevazione 2002-031 effettuata dall’Istat effettuata dal MIUR Modelli Oggetto della rilevazione Periodo di riferimento Modelli Oggetto della rilevazione Periodo di riferimento 9/L 9/D Immatricolati per la prima volta all’università per tipo di diploma di scuola secondaria superiore – Maschi e Femmine a.a. 1997-98 9 Immatricolati per tipo di diploma di scuola secondaria superiore a.a. 2002-03 10/L 10/D Iscritti già in possesso di un titolo di studio universitario che hanno iniziato un corso di laurea/diploma – Maschi e Femmine a.a. 1997-98 -- -- -- 11/L-M (11/L-F) 11/D-M (11/D-F) Immatricolati per la prima volta all’università per provincia di residenza e facoltà – Maschi (Femmine) a.a. 1997-98 -- -- -- 12/L 12/D Immatricolati per la prima volta all’università per anno scolastico di conseguimento del titolo di scuola secondaria superiore e regione di residenza – Maschi e Femmine a.a. 1997-98 12 Immatricolati per provenienza geografica e anno scolastico di conseguimento del titolo di scuola secondaria superiore a.a. 2002-03 13/L-M (13/L-F) 13/D-M (13/D-F) Iscritti per anno di nascita e regione di residenza – Maschi (Femmine) a.a. 1997-98 13M (13F) Iscritti per provenienza geografica e anno di nascita – Maschi (Femmine) a.a. 2002-03 14/L-M (14/L-F) 14/D-M (14/D-F) Laureati/Diplomati per anno di nascita e regione di residenza – Maschi (Femmine) a.s. 1997 14M (14F) Laureati/diplomati per provenienza geografica e anno di nascita a.s. 2002 15/L 15/D Laureati/Diplomati per titolo di studio posseduto alla data di immatricolazione – Maschi e Femmine a.a. 1996-97 15 Laureati/diplomati per tipo di diploma di scuola secondaria superiore a.s. 2002 16/L 16/D Studenti stranieri immatricolati per la prima volta, iscritti in totale e laureati/diplomati per stato straniero di cittadinanza – Maschi e Femmine a.a. 1997-98 immatricolati e iscritti a.a. 1996-97 laureati/diplomati 16 Stranieri iscritti ai corsi di specializzazione, ai dottorati di ricerca, ai master; stranieri diplomati alle scuole di specializzazione, dottori di ricerca, stranieri che hanno conseguito un master Iscritti a.a. 2002-03 Diplomati, dottori di ricerca a.s. 2002 17/L Scuole di specializzazione – Studenti iscritti e diplomati – Maschi e Femmine a.a. 1997-98 iscritti a.a. 1996-97 diplomati 17 Posti disponibili, iscritti al primo anno, iscritti in complesso, diplomati alle scuole di specializzazione Iscritti a.a. 2002-03 Diplomati a.s. 2002 18/L Corsi di perfezionamento – Iscritti – Maschi e Femmine a.a. 1997-98 18 Iscritti ai corsi di perfezionamento a.a. 2002-03 165 Tab. 3.6 (segue) - Dati definitivi sull’istruzione universitaria: modelli utilizzati per le rilevazioni degli a.a. 1997-98 e 2002-03 Rilevazione 1997-98 Rilevazione 2002-031 effettuata dall’Istat effettuata dal MIUR Modelli Oggetto della rilevazione Periodo di riferimento Modelli Oggetto della rilevazione Periodo di riferimento 19/L Corsi di dottorato di ricerca per settore disciplinare – XIII ciclo a.a. 1997-98 19 Dottori di ricerca per ciclo a.s. 2002 20/L Esami di Stato – Candidati ed abilitati – Maschi e Femmine a.s. 1997 20 Candidati e abilitati agli esami di stato per l'esercizio delle professioni a.s. 2002 -- -- -- 21 Laureati/diplomati per voto di maturità a.s. 2002 -- -- -- 22 Laureati/diplomati per voto di laurea/diploma a.s. 2002 -- -- -- 23 Posti disponibili, ammessi ai corsi di dottorato per il ciclo XVII - -- -- -- 24 Immatricolati per anno di nascita a.a. 2002-03 -- -- -- 25 Immatricolati per voto di maturità a.a. 2002-03 -- -- -- 26 Iscritti ai corsi di dottorato per ciclo a.a. 2002-03 -- -- -- 27 Laureati/diplomati fuori corso a.s. 2002 -- -- -- 28 Iscritti non a tempo pieno a.a. 2002-03 -- -- -- 29 Iscritti ai corsi di master di 1° livello a.a. 2002-03 -- -- -- 30 Iscritti ai corsi di master di 2° livello a.a. 2002-03 -- -- -- 31 Diplomati presso le scuole di specializzazione e dottorati per anno di nascita a.s. 2002 I due schemi riassuntivi (Tab. 3.5 e Tab. 3.6) documentano con estremo dettaglio i contenuti delle diverse rilevazioni e consentono di apprezzare pienamente la portata delle innovazioni conoscitive introdotte e della loro positiva ricaduta sull’attività di monitoraggio e di valutazione del sistema universitario. Il quadro esauriente offerto da tali schemi riassuntivi ed il numero assai rilevante di questionari utilizzati per le indagini fanno ritenere opportuno di tratteggiare soltanto gli aspetti contenutistici più rilevanti degli strumenti di rilevazione alla base delle due indagini considerate. 166 In particolare, i modelli utilizzati per la rilevazione dell’a.a. 1995-96 erano soltanto dodici e riguardavano quattro diversi ambiti: i corsi di diploma universitario e le scuole dirette a fini speciali, i corsi di laurea, il post-laurea ed il personale insegnante. Come appare evidente dalla Tabella 3.5 le informazioni raccolte per i principali aggregati sia dei corsi di laurea che di quelli di diploma, erano tutte disaggregate per genere e, in sintesi, riguardavano: - il tipo di maturità conseguita per gli immatricolati al primo anno; - la condizione in corso e fuori corso degli iscritti; - la condizione in corso e fuori corso dei laureati/diplomati; - gli iscritti e i laureati/diplomati stranieri. Le informazioni, con la sola eccezione di quelle relative alla componente estera, erano rilevate disaggregate per corsi di laurea/diploma. I modelli riportavano l’elenco dettagliato dei corsi di laurea/diploma che costituivano, con poche eccezioni, l’intera offerta formativa attivata presso gli atenei italiani. I modelli (M.50/B 4 e M.59) relativi agli studenti esteri si presentavano, invece, con l’elenco dettagliato degli stati stranieri di cittadinanza. La compilazione di questi modelli avveniva singolarmente per ogni facoltà presente nell’ambito di ciascun ateneo. Il salto compiuto in meno di un decennio, in termini di ampliamento delle informazioni raccolte, è evidente. L’indagine condotta dall’Istat per l’a.a. 1997-98 ha rappresentato il punto di svolta con l’introduzione di nuovi modelli ed uno sviluppo ulteriore nel corso degli anni successivi. La rilevazione 2002-03 è stata condotta con 33 modelli: 11 per ciascuna delle tre fasi in cui si articola l’indagine (laureati/diplomati ed annualità superate/crediti acquisiti; iscritti e immatricolati; corsi di studio post-laurea). Tutti i dati sono raccolti disaggregati per genere a volte prevedendo (come avviene per i modelli 1, 4, 13 e 14) anche due modelli distinti per i maschi e per le femmine120. I corsi di studio pre e post-riforma costituiscono l’unità elementare a cui deve fare riferimento la documentazione statistica relativa a immatricolati, iscritti, laureati/diplomati, annualità superate/crediti acquisiti. Una delle modifiche di maggiore rilievo introdotte a partire dall’indagine per l’a.a. 1997-98 è il passaggio dal criterio di classificazione (e di raccolta dei dati) degli iscritti 120 Con la rilevazione dell’a.a. 2003-04 la duplicazione per genere di questi modelli è stata eliminata. 167 e dei laureati/diplomati basato sull’anno di corso, a quello riferito, invece, all’anno accademico di prima immatricolazione al sistema universitario del nostro paese. Il nuovo criterio classificatorio consente l’analisi delle carriere degli studenti e dei laureati/diplomati in base al numero di anni trascorsi all’interno dell’università. L’anno di corso, adottato in precedenza, aveva finito, invece, per rappresentare “un ostacolo alla confrontabilità del dato sulla «anzianità di servizio» dello studente” a causa della “diversificazione dei criteri burocratici adottati dai vari atenei per la definizione dell’anno di corso” [Istat, 2000, p. XIV]. Un’altra innovazione di notevole rilevanza per l’analisi della diffusione del processo di universitarizzazione, della mobilità per motivi di studio, dei bacini di utenza dei singoli atenei, ecc. è rappresentata dalla rilevazione, avviata a partire dallo stesso anno, delle informazioni sull’anno di nascita e sulla residenza di immatricolati, iscritti, laureati e diplomati. Fra le altre novità che occorre ricordare vi sono quelle relative al percorso preuniversitario degli immatricolati e dei laureati/diplomati, che si arricchisce delle informazioni sull’anno scolastico di conseguimento del titolo di scuola secondaria superiore e sul voto di maturità, nonché alle performance degli studenti, rilevate attraverso il numero di annualità superate e di crediti acquisiti ed i cambi di corso o i trasferimenti di sede. Per i laureati/diplomati vengono inoltre raccolte le informazioni relative al voto di laurea/diploma e le posizioni di quanti hanno completato gli studi nella stessa facoltà e presso la stessa sede in cui si erano immatricolati (laureati/diplomati stabili). Un ampio spazio viene riservato ai corsi di studio post-laurea. La rilevazione si occupa, infatti, dei corsi di perfezionamento, delle scuole di specializzazione, dei master (di primo e di secondo livello), degli esami di stato per l'esercizio delle professioni e, in maniera più approfondita, dei dottorati di ricerca. Uno specifico modello (il n. 16) è inoltre dedicato agli stranieri iscritti e diplomati ai corsi di specializzazione, ai dottorati di ricerca, ai master. La raccolta della documentazione sul personale insegnante viene affidata invece ad una diversa rilevazione121. 121 A fianco dei dati sul personale docente di ruolo di fonte amministrativa (Archivio del ruolo del personale docente gestito dal CINECA), il personale docente a contratto e tecnico amministrativo è rilevato annualmente, a partire dall’a.a. 1997-98, dall'Ufficio di Statistica. 168 Per gli iscritti esteri si rileva la mancata disponibilità di gran parte della documentazione di base necessaria per valutare la riuscita negli studi; la stessa documentazione che è disponibile, invece, per il complesso della popolazione universitaria. Per gli iscritti si tratta dell’anno di prima immatricolazione all’università, delle posizioni fuori corso e ripetenti, della distribuzione per età, delle annualità superate e dei crediti acquisiti; per i laureati dell’anno di prima immatricolazione, della mobilità intersedi, del voto di laurea, della posizione fuori corso, della distribuzione per età. L’indagine pare garantire una copertura estesa all’intero sistema universitario italiano. Le pochissime annotazioni al riguardo, rintracciate su Internet e riferite quindi al periodo più recente, evidenziano la pubblicazione di dati provvisori, per solito, aggiornati in tempi brevi 122. 3.2.3 I controlli di qualità Lo schema per i controlli di qualità eseguiti dall’Istat per le rilevazioni sull’istruzione universitaria riprende sostanzialmente quanto è già stato illustrato in precedenza per le indagini sulle scuole. In particolare, i controlli si articolavano nelle seguenti operazioni: a. verifica sulla copertura dell’indagine e sollecito nei confronti degli atenei non rispondenti; b. primo controllo manuale dei modelli cartacei e successiva registrazione su supporto informatico dei dati raccolti; c. verifiche di coerenza dei dati effettuate attraverso programmi di check opportunamente predisposti e riguardanti principalmente le variazioni delle grandezze rilevate rispetto all’anno precedente. La realizzazione dei controlli previsti in questo piano comportava numerose interazioni con il personale degli atenei addetto alla compilazione dei modelli che finivano per allungare notevolmente i tempi di correzione dei dati, rendendo assai oneroso il mantenimento degli standard qualitativi attesi. La nuova tecnica di rilevazione utilizzata dall’a.a. 1997-98, sviluppata nell’ambito della convenzione Istat-MURST del 1994, risulta avere semplificato le procedure di 122 Il riferimento è alla recentissima annotazione, riportata nella sezione laureati ed esami dell’anno solare 2003, che evidenzia come i dati degli Atenei di Bari, Foggia, Napoli Federico II, Perugia, Roma La Sapienza, Roma San Pio V, Siena, Trieste e della Tuscia sono da considerarsi provvisori. 169 controllo, riducendone anche i tempi di realizzazione. L’utilizzo del modulo elettronico consente, infatti, l’inserimento guidato dei dati richiesti ed i primi controlli di coerenza interna a ciascun modello e di coerenza tra i diversi modelli, in modo da individuare e correggere eventuali errori ed incongruenze tra i valori inseriti. I successivi controlli eseguiti dall'Ufficio di Statistica del MIUR, oltre ad accertare la partecipazione all’indagine di tutte le università e di tutte le altre istituzioni di istruzione superiore, sono principalmente volti a verificare, per i singoli aggregati, la coerenza con le informazioni rilevate nell’anno precedente. Un ulteriore controllo viene inoltre effettuato dai referenti di ciascun ateneo sulle copie cartacee dei modelli che, come evidenziato in precedenza, devono essere firmate dal Rettore e trasmesse all'Ufficio di Statistica. Tali copie consentono di individuare eventuali errori macroscopici e di richiedere le opportune rettifiche. 3.2.4 La diffusione dei dati A partire dall’a.a. 1946-47 e fino all’a.a. 1986-87 i risultati delle rilevazioni sulle università effettuate dall’Istat venivano pubblicati dall’Istat stesso, con periodicità annuale, insieme ai dati di tutti i tipi di scuole in un unico volume dal titolo Annuario statistico dell’istruzione italiana. A partire dall’a.a. 1987-88 i dati sulle università sono stati pubblicati, sempre dall’Istat, in una nuova serie di volumi: Statistiche dell’istruzione universitaria. L’Istat ha continuato a curare la diffusione e la pubblicazione delle statistiche derivanti dalle rilevazioni definitive fino all’ultima indagine che ha realizzato, quella dell’a.a. 1997-98 (Tab. 3.7). Sulla corrispondenza fra anno accademico osservato, anno di riferimento del volume pubblicato e anno di stampa e di pubblicazione effettiva si è già detto nell’introduzione al Rapporto (Cfr. Cap. 1). 170 Tab. 3.7 - Dati definitivi sull’istruzione universitaria: quadro riassuntivo della pubblicazione dei dati 1 Anni Volumi pubblicati Dati on-line 1994-95 ISTAT (1996a), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1994-95, Annuari NO 1995-96 ISTAT (1997), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1995-96, Annuario, n. 2 NO 1996-97 ISTAT (1998), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1996-97, Annuario, n. 3 NO 1997-98 ISTAT (2000), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1997-98, Annuario, n. 4 NO 1998-99 -- SI 1999-2000 -- SI 2000-01 -- SI 2001-02 -- SI 2002-03 -- SI 2003-04 -- SI1 Disponibili soltanto i dati relativi a laureati/diplomati e annualità superate/crediti acquisiti (Ottobre 2004). Il passaggio di questa rilevazione, nell’a.a. successivo, dall’Istat al MURST ha comportato l’eliminazione delle pubblicazioni cartacee e la diffusione dei risultati esclusivamente tramite Internet. Tale operazione è stata realizzata rendendo disponibile, a partire dalla rilevazione dell’a.a. 1998-99, una base dati contenente i risultati dell’indagine. Le tre diverse fasi dell’indagine sono alla base della presentazione e della struttura della documentazione on-line. I risultati della prima fase si trovano nella sezione indicata con Laureati ed Esami, quelli della seconda fase sono collocati nella sezione Iscritti, la sintesi di quelli della terza fase si trovano nella sezione Post Laurea. La consultazione dei dati può avvenire selezionando in primo luogo una delle tre sezioni (Laureati ed Esami; Iscritti; Post Laurea) e, successivamente, l’anno solare (per Laureati ed Esami) o quello accademico (per Iscritti) di interesse e la tipologia del corso (per Post Laurea). Per ognuna delle indagini effettuate è possibile realizzare delle interrogazioni personalizzate su quasi tutte le variabili rilevate, ottenendo come risultato delle tavole in larga parte organizzate secondo gli schemi dei modelli utilizzati per la raccolta dei dati. Con riferimento ai risultati della rilevazione dell’a.a. 2002-03, la tipologia del corso e l’ateneo sono le variabili di selezione sulle quali operare le interrogazioni personalizzate 171 nelle due sezioni Laureati ed Esami, Iscritti. Le variabili che, singolarmente, possono essere scelte per la presentazione dei dati sono: facoltà, classe, gruppo di corsi, singolo corso. Le tabelle ottenute con tali selezioni possono essere importate in locale (in formato excel). Le tavole con un’articolazione più complessa (quelle relative a: immatricolati, iscritti e laureati per provenienza geografica; iscritti e laureati per anno di nascita) sono invece scaricabili in locale, in formato excel, e consentono la massima flessibilità per ogni ulteriore elaborazione. Oltre a ciò, per la sezione Laureati ed Esami e per quella Iscritti, è anche possibile scaricare dal sito Internet dell’Ufficio di Statistica i file con i microdati di ogni indagine in formato Access. La metodologia adottata per questa indagine ha consentito anche una significativa riduzione dei tempi con cui vengono resi disponibili i risultati. Per l’indagine per l’a.a. 2002-03 i dati delle prime due fasi sono stati resi disponibili su Internet alla data: - 31 ottobre 2003 per la sezione Laureati ed Esami (4 mesi dopo la scadenza ufficiale prevista per la consegna dei dati da parte degli atenei); - 21 gennaio 2004 per la sezione Iscritti (poco più di 3 mesi dopo la scadenza ufficiale prevista per la consegna dei dati da parte degli atenei). Facendo riferimento alla prima fase (laureati, diplomati, annualità superate e crediti acquisiti) della rilevazione per l’a.a. 2003-04, si può segnalare che l’indagine è stata avviata con la lettera dell’Ufficio di Statistica del 16 giugno 2004. La data di scadenza per l’invio del file dei dati era fissata per il 15 luglio. La comunicazione dell’avvenuta pubblicazione dei risultati sul sito dell'Ufficio di Statistica del MIUR-URST è stata infine trasmessa ai Rettori, Direttori amministrativi, Nuclei di Valutazione e referenti statistici di ciascun Ateneo il 31 agosto. 3.3. Gli aspetti problematici L’esame condotto sulle statistiche dell’università ha consentito di evidenziare, a più riprese, i positivi risultati conseguiti a seguito del decentramento della produzione di tale documentazione statistica dall’Istat al MIUR. Le informazioni rese attualmente accessibili risultano molto più consistenti di quella originariamente disponibili e con 172 potenzialità conoscitive ben superiori a quelle normalmente utilizzate dagli organi di governo, centrali e periferici, delle università. Anche il quadro conoscitivo reso disponibile con l’avvio della riforma appare soddisfacente e tale da consentire un’essenziale azione di monitoraggio. In questa situazione connotata, come si è visto, da giudizi ampiamente positivi sono ancora presenti, tuttavia, ritardi e limiti che devono essere necessariamente recuperati e superati. La prima segnalazione, che per la rilevanza rivestita richiede un sollecito intervento, riguarda l’accertamento della regolarità e della dispersione universitaria. La documentazione attualmente disponibile, infatti, rende assai problematica l’analisi per coorti e quindi lo studio accurato di tale fenomeno. Un altro aspetto coinvolge gli iscritti ed i laureati esteri per i quali si rileva la mancata disponibilità di gran parte dei dati di base necessari per valutare la riuscita negli studi; la stessa documentazione da tempo disponibile, invece, per il complesso della popolazione universitaria. Permane, inoltre, in questo ambito un settore largamente inesplorato: quello degli studenti che svolgono programmi comunitari (Erasmus/Socrates). L’indisponibilità dei modelli di tutte le rilevazioni compiute e di una documentazione approfondita e sistematica sulle diverse fasi dell’indagine costituiscono, inoltre, un grosso limite all’aspetto chiarezza. La stessa presentazione della pur ricca documentazione attraverso il sito web dovrebbe essere migliorata e resa più user friendly. Per l’utente non completamente attrezzato risulta non sempre agevole comprendere il percorso da compiere per individuare la documentazione cercata. L’aggiornamento continuo delle statistiche pubblicate rappresenta un sicuro salto di qualità che andrebbe valorizzato con una maggiore evidenziazione delle date degli aggiornamenti apportati, aspetto tanto più cruciale soprattutto nella pubblicazione di documentazione statistica. 173 3.4. Riferimenti bibliografici Albergamo C., Salzano G. (2000), I modelli interattivi per la raccolta dei dati sull’istruzione universitaria via Internet, Contributi Istat, n. 2 Cammelli A. (1998), Aspetti del processo di universitarizzazione: 1960-1995, L’Università in Italia. Appunti per un Convegno, Accademia Nazionale dei Lincei Cammelli A., La Rosa M., a cura di, (2004), I laureati in Italia. Le indagini di AlmaLaurea su scelte formative, orientamento al lavoro e occupabilità, Sociologia del Lavoro, n. 94 D’Angiolini G., Micali A. (2000), Concetti e tecnologie nei Sistemi Informativi Statistici: l'esperienza SIU, XL Scientific Meeting of Italian Statistical Society Florence, 26-28 April 2000 Istat (1992), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anni accademici 1987-88, 198889, 1989-90, Collana d’Informazione, n. 2 Istat (1996a), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1994-95, Annuari, n. 1 Istat (1996b), Le immatricolazioni nell’anno accademico 1995-96, Informazioni, n. 7 Istat (1997), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1995-96, Annuari, n. 2 Istat (1998), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1996-97, Annuari, n. 3 Istat (2000), Statistiche dell’istruzione universitaria. Anno accademico 1997-98, Annuari, n. 4 Istat (2003), Lo stato dell’università. I principali indicatori, Indicatori statistici, n. 4 MIUR, CNVSU (2003), Quarto Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario (cartella stampa), 22 Luglio 2003 Luzzatto G. (2001), 2001: l’Odissea dell’Università nuova, La Nuova Italia MIUR-Sistan (2003), Il sistema universitario italiano. Anno accademico 2000/01 e 2001/02, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato MURST-Istat (1994), Convenzione tra il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e l’Istituto Nazionale di Statistica per lo sviluppo del sistema informativo della formazione e della ricerca scientifica universitaria, orientato alla valutazione, 21 ottobre 1994 MURST-Osservatorio per la valutazione del sistema universitario (1996), Quadro Sinottico delle fonti informative attive sul Sistema Universitario Italiano MURST-Sistan (1997), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca a.a. 1996/97, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato MURST-Sistan (1998), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca a.a. 1997/98, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato MURST-Sistan (1999), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca. Il personale - a.a. 1998/-99, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato MURST-Sistan (2000), Il sistema universitario italiano. La popolazione studentesca. Il personale - a.a. 1999/2000, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Sistan (2003), Attività degli altri enti del Sistema statistico nazionale. Anno 2002. Estratto della relazione al Parlamento (art. 24 del d.lgs. 322/89), Giornale del Sistan, n. 24. 174 4. LA PRODUZIONE STATISTICA SULL’ISTRUZIONE IN CAMPO INTERNAZIONALE 4.1. OCSE Una parte consistente della produzione statistica dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) si basa sulla documentazione ottenuta attraverso due indagini che forniscono indicatori comparabili a livello internazionale. La rilevazione UOE (UNESCO-UIS123/OCSE/EUROSTAT) raccoglie la documentazione elaborata dai servizi statistici di ciascun paese partecipante all’indagine (Tab. 4.1) aggregandola sulla base di criteri ed indicatori definiti a livello internazionale. L’indagine PISA (Programme for International Student Assessment) è prodotta per mezzo di un’indagine campionaria ad hoc condotta su scala sovranazionale, orientata alla valutazione dell’efficacia dei sistemi d’istruzione e le capacità cognitive degli studenti. I risultati delle due rilevazioni oltre a dare origine a pubblicazioni, commenti ed analisi vanno a comporre due diverse banche dati direttamente consultabili on-line per mezzo d’interrogazioni mirate. LA RILEVAZIONE UOE (UNESCO-UIS/OCSE/EUROSTAT) 4.1.1 Obiettivi Nel corso degli ultimi 15 anni l’OCSE ha sviluppato e messo a punto un’ampia gamma di indicatori statistici in grado di monitorare in chiave comparativa le performance dei sistemi d’istruzione dei paesi aderenti. Gli indicatori vengono elaborati 123 Nel 1999 è stato creato in seno all’UNESCO un nuovo organo specializzato, l’Unesco Institute for Statistics (UIS), con sede a Montreal, allo scopo di assistere i paesi membri nella raccolta, analisi e divulgazione della documentazione statistica sull’istruzione. Dal momento della sua fondazione l’UIS ha avviato numerose consultazioni con organismi nazionali e internazionali per individuare le priorità dell’informazione statistica sull’istruzione e sviluppare strategie di armonizzazione nella raccolta della documentazione. La mission dell’UIS è efficacemente esposta all’indirizzo: http://www.uis.unesco.org, dove tra le principali attività si annoverano la raccolta statistica internazionale sull’istruzione in conformità a norme e procedure accettate dai paesi membri. Norme e procedure che debbono assicurare la qualità della documentazione e la formulazione di indicatori comparabili a livello internazionale. 175 utilizzando i dati raccolti, a partire dal 1993, della rilevazione effettuata attraverso il modello congiunto UOE124. La raccolta dei dati riguarda i principali aggregati dei sistemi d’istruzione (iscritti, immatricolati, diplomati/laureati, personale, dotazioni finanziarie) già regolarmente rilevati, nella maggioranza dei paesi coinvolti, dalle agenzie statistiche nazionali. Fino alla fine del decennio scorso la principale organizzazione preposta alla raccolta su scala internazionale dei dati ufficiali sull’istruzione era l’UNESCO il quale pubblicava un voluminoso annuario statistico che poneva non pochi problemi ed approssimazioni nella comparazione internazionale dei dati125. Parallelamente è andata aumentando presso questa istituzione l’esigenza di una maggiore qualità dell’informazione statistica, resa ancor più necessaria dopo l’adozione del programma Education for All126 ed alla quale si è inteso fare fronte con la creazione dell’UIS127. La rilevazione basata sul modello UOE coinvolge ancora un numero limitato di paesi, in complesso sono 62 quelli che hanno partecipato alla rilevazione del 2004 (Tab. 4.1); la partecipazione è connessa alla possibilità, da parte delle realtà nazionali coinvolte, di assicurare adeguati standard qualitativi della documentazione statistica fornita. 124 OECD, 2004b. Alcune informazioni circa l’impiego del modello UOE sono state ottenute contattando il dott. Jean-Luc Heller (OCSE, Direzione Istruzione – Divisione Istruzione e Cultura). 125 Si tratta dell’UNESCO Statistical Yearbook, la cui ultima edizione risale appunto al 1999. Nella documentazione UNESCO le discrezionalità dei governi circa la documentazione statistica fornita erano ampie. Si pensi, ad esempio, che nel caso della rilevazione della mobilità studentesca internazionale, sebbene la definizione di studente estero utilizzata fosse riferita agli iscritti esteri che non possedevano la residenza permanente nel paese di studio, molti uffici statistici continuavano ad operare il conteggio sulla base della sola cittadinanza. L’ambiguità, persistente in molti paesi realtà, tra jus sanguinis (cittadinanza come elemento ereditario) e jus loci (acquisizione della cittadinanza come conseguenza dell’integrazione in una comunità nazionale) ha da sempre reso problematica nella comparabilità statistica della mobilità studentesca a livello internazionale (Cammelli A, 1990, pp. 25-29; Cammelli A, 2003, p.129). Paradigmatico è il caso della Germania dove ancora nel 2003 l’OCSE rilevava che circa un terzo dei numerosi studenti stranieri in questo paese fossero in realtà residenti o nati in terra tedesca (OECD, 2003a, p. 274). L’eccessiva disomogeneità della documentazione UNESCO derivava anche da repentine variazioni nella definizione dei collettivi rilevati, sempre nell’ambito degli iscritti esteri, ad esempio, la Gran Bretagna conteggiò fino al 1990 solo gli studenti a tempo pieno salvo poi includere nel conteggio gli studenti part-time (dall’anno 1993) dilatando sensibilmente il collettivo degli studenti esteri rilevato ben oltre la crescita reale (UNESCO, 1997, p. 3-381). 126 Gli obiettivi principali di questo programma, sanciti dalla Conferenza Mondiale sull’Istruzione tenuta a Dakar nel 2000, sono l’universalità del diritto all’istruzione di base, la promozione delle opportunità di apprendimento per giovani ed adulti, l’aumento dell’alfabetizzazione della popolazione adulta, il miglioramento della qualità dell’istruzione e, non ultima, la regolare verifica dei progressi raggiunti attraverso un efficace monitoraggio quantitativo. 127 Cfr. UNESCO-UIS, 2003, pp. 3, 4, 7-9. 176 L’allargamento della rilevazione anche a paesi non aderenti al gruppo OCSE è resa possibile dall’adozione di un programma coordinato da OCSE ed UNESCO denominato World Education Indicators (WEI)128. Grazie alla collaborazione con le istituzioni europee è stato inoltre possibile includere nella rilevazione i paesi del gruppo PHARE129 ed alcuni paesi neo aderenti all’UE ma non ancora membri OCSE; Israele, infine, vi prende parte in qualità osservatore. Tab. 4.1 - Paesi che partecipano alla rilevazione UOE (UNESCO-UIS/OCSE/EUROSTAT) Appartenenza ad Organiz. e Paesi Programmi Internazionali Membri OCSE Membri OCSE ed UE Membri UE Membri OCSE ed EEA* Membro OCSE e Candidato UE Candidati UE Paese EEA* Paesi PHARE Programma WEI Osservatore OCSE Australia, Canada, Corea del Sud, Giappone, Messico, Nuova Zelanda, Svizzera, Stati Uniti Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Repubblica Ceca, Polonia, Repubblica Slovacca, Ungheria Cipro, Estonia, Lituania, Lettonia, Malta, Slovenia Islanda, Norvegia Turchia Bulgaria, Romania, Liechtenstein Albania, Bosnia-Herzegovina, Macedonia Argentina, Brasile, Cile, Cina, Egitto, Federazione Russa, Filippine, Giamaica, Giordania, India, Indonesia,Malaysia, Paraguay, Perù, Sri Lanka, Tailandia, Tunisia, Uruguay, Zimbabwe Israele Totale paesi 8 19 6 2 1 2 1 3 19 1 62 *European Economic Area, area di scambio economico (paesi ex EFTA). 128 Obiettivi di questo programma, avviato nel 1997 e sostenuto della Banca Mondiale, sono la formulazione di politiche comuni per la valutazione dell’istruzione, l’adozione di indicatori statistici e di metodologie di rilevazione comuni. Fino dal suo avvio, il programma ha coinvolto Argentina, Brasile, Cile, Cina, India, Indonesia, Giordania, Malaysia, Filippine, Federazione Russa e Tailandia. Successivamente hanno aderito: Egitto, Giamaica, Paraguay, Perù, Sri Lanka, Tunisia, Uruguay e Zimbabwe. Il primo importante risultato conseguito dal programma è stato il sensibile aumento dei tassi di risposta ai quesiti posti dalla rilevazione UOE e la raccolta di una documentazione sempre più aggiornata e comparabile. 129 La sigla indica un articolato programma di cooperazione allo sviluppo dell’Unione Europea indirizzato all’Europa Centro Orientale. Attualmente il programma opera in 8 paesi recentemente entrati nell’UE (Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia), in 2 paesi candidati all’adesione (Bulgaria e Romania) ed in altri 3 paesi balcanici (Albania, Bosnia-Herzegovina, Macedonia). 177 Ai paesi partecipanti è affidata la raccolta dei dati, l’applicazione delle definizioni comuni, l’adozione di opportuni criteri per il controllo della qualità dei dati, la garanzia circa l’attendibilità della documentazione raccolta e la predisposizione di tutte le informazioni supplementari necessarie ad una sua corretta interpretazione. Tutte le istruzioni, le definizioni e le classificazioni necessarie per la compilazione delle tabelle sono riportate nel Manuale tecnico preparato dall’OCSE130. Tuttavia, laddove nella predisposizione della documentazione perdurino discordanze con gli indicatori definiti secondo gli standard previsti è necessario documentarne i motivi. UNESCO-UIS, OCSE ed EUROSTAT operano congiuntamente per l’organizzazione e la gestione della rilevazione. La cadenza dell’indagine è annuale e la scansione temporale è così articolata: l’indagine UOE 2004, ad esempio, si riferisce all’anno scolastico/accademico 2002/2003 per la rilevazione degli iscritti, all’anno solare 2003 per la rilevazione dei diplomati/laureati, all’anno solare 2002 per la rilevazione delle risorse finanziarie. La rilevazione 2004 si svolge secondo le scadenze indicate nella Tabella 4.2. Il modello elettronico di rilevazione (in formato Excel) è fornito a ciascun ente nazionale incaricato della compilazione (ministeri dell’istruzione, istituti nazionali di statistica, ecc.) e restituito tramite invio per posta elettronica ad un unico indirizzo email localizzato presso EUROSTAT il quale provvede successivamente ad inoltrare la documentazione alle altre istituzioni interessate. 130 Cfr. OECD, 2004a. 178 Tab. 4.2 - Calendario rilevazione UOE 2004 Aggregati rilevati iscritti, immatricolati, diplomati/laureati, personale, risorse finanziarie, dimensione delle classi/corsi di studio, dati demografici, ripartizione ISCED dei corsi e dei livelli d’istruzione EU informazioni specifiche*: lingue straniere, popolazione studentesca ripartita su base regionale Termine per la trasmissione dei dati Termine per la verifica dei dati 30 Settembre 2004 1 Agosto 2004 (paesi WEI) Gennaio 2005 30 Settembre 2004 *Solo per i paesi che intrattengono a diverso titolo legami con l’Unione Europea (UE, PHARE, EEA); Cfr. Tab. 4.1. Nel manuale tecnico UOE Data Collection vengono fornite tutte le istruzioni necessarie per la compilazione dei moduli, in particolare: 1. le definizioni e le spiegazioni relative alle popolazioni considerate in ciascun file131 nonché le linee guida per l’applicazione in ciascun paese di tali definizioni; 2. le istruzioni tecniche per la compilazione delle singole schede di rilevazione che compongono ciascun file; 3. le istruzioni relative al corretto collocamento dei percorsi d’istruzione esistenti nei paesi partecipanti secondo la classificazione internazionale UNESCOISCED 97132. Le responsabilità relative al controllo di qualità della documentazione raccolta risultano essere ripartite: l’OCSE svolge le prime attività di verifica sulla 131 Ogni file corrisponde ad un determinato aggregato (studenti, diplomati/laureati, ecc.) ed è suddiviso in diverse schede di rilevazione ognuna corrispondente ad un foglio elettronico. 132 L’ International Standard Classification of Education (ISCED) creata a metà degli anni ’70, per iniziativa dell’OCSE e la cui ultima revisione risale al 1997, permette di raccogliere la documentazione sull’istruzione di ciascun sistema nazionale in un unico quadro comparato. La classificazione identifica sette diversi livelli d’istruzione: livello pre-scolastico (ISCED 0), primo livello (istruzione di base; ISCED 1), secondo livello inferiore (scuola media dell’obbligo nel caso italiano; ISCED 2), secondo livello superiore (ISCED 3), livello post-secondario (ISCED 4), terzo livello (università e formazione professionale superiore; ISCED 5), terzo livello superiore (ricerca avanzata; ISCED 6). Cfr. OECD, 1999. 179 documentazione proveniente dai soli paesi aderenti all’organizzazione stessa, EUROSTAT controlla la documentazione dei paesi UE, EEA, PHARE non aderenti all’OCSE (Cfr. Tab. 4.1). La documentazione sull’apprendimento delle lingue straniere e sulla ripartizione regionale della popolazione studentesca è di esclusiva competenza di EUROSTAT che ne verifica la qualità per tutti i paesi UE, EEA e candidati all’adesione all’UE a cui è stato somministrato questo supplemento di indagine. Ogni istituzione, nell’ambito delle rispettive competenze, avvia il processo di verifica, controllando la rispondenza del materiale ricevuto ai criteri stabiliti. Nel caso della rilevazione 2004 il termine del processo di verifica è fissato al gennaio 2005 (Cfr. Tab. 4.2). Successivamente l’elaborazione dei dati a fini statistici e analitici è lasciata all’iniziativa delle singole organizzazioni. 4.1.2 Il modello di rilevazione Il modello elettronico inviato agli uffici nazionali competenti è organizzato in 6 diversi file excel. I primi cinque file contengono le informazioni riguardanti: iscritti, immatricolati, diplomati/laureati, risorse umane, risorse finanziarie; il sesto include informazioni di diversa natura. Scendendo nel dettaglio i contenuti dei singoli file sono i seguenti: Iscritti • iscritti per livello d’istruzione, orientamento133 e destinazione134 del corso di studi, tipologia di frequenza135, genere ed età (ENRL1); • iscritti per livello d’istruzione, orientamento e destinazione del corso di studi, tipologia di istituto136, tipologia di frequenza e genere (ENRL1a); • iscritti (secondo l’aggregazione utilizzata per le risorse finanziarie ed umane137) per livello d’istruzione, orientamento e destinazione del corso di studi, tipologia di istituto e tipologia di frequenza (ENRL2); 133 Con l’orientamento del corso di studi si opera una distinzione fra i corsi con contenuti generalistici e quelli con contenuti professionalizzanti. 134 Con la destinazione del corso di studi si intende chiarire se l’obiettivo finale del corso è l’inserimento nel mercato del lavoro oppure il passaggio a studi superiori. 135 La tipologia di frequenza del corso di studi: tempo pieno o tempo parziale. 136 Per tipologia di istituto si intende la natura pubblica o privata, dipendente o indipendente dallo Stato dell’istituto considerato. 180 • iscritti e ripetenti nei corsi ad orientamento generale del primo e secondo livello (ISCED 1, 2, 3) per livello d’istruzione, genere ed anno di corso (ENRL3); • iscritti al primo anno del primo livello (ISCED 1) per genere ed età (ENRL4); • iscritti al terzo livello (ISCED 5, 6) per livello d’istruzione, destinazione del corso di studi, area disciplinare e genere (ENRL5); • iscritti stranieri al terzo livello (ISCED 5, 6) per livello d’istruzione, destinazione del corso di studi e area disciplinare (ENRL6); • iscritti stranieri per livello d’istruzione, destinazione del corso di studi, residenti o meno nel paese di studio, cittadinanza UE/non UE e genere (ENRL7); • iscritti stranieri al terzo livello (ISCED 5, 6) per livello d’istruzione, destinazione del corso di studi e cittadinanza (ENRL8). Immatricolati • iscritti138 (ISCED 3, 4, 5) per livello d’istruzione e destinazione del corso di studi (ENTR1); • immatricolati per la prima volta (ISCED 3, 4, 5) per livello d’istruzione, destinazione del corso di studi, genere ed età (ENTR2). Diplomati e laureati • diplomati (ISCED 3, 4) per livello d’istruzione, orientamento e destinazione del corso di studi, tipologia di istituto, genere ed età (GRAD2); • diplomati e laureati (ISCED 5A, 5B, 6) per livello d’istruzione, destinazione del corso di studi, tipologia di istituto, genere ed età (GRAD4); • diplomati e laureati per livello d’istruzione, orientamento del corso di studi, area disciplinare e genere (GRAD5). 137 Ciò significa che in questa scheda di rilevazione gli iscritti sono disaggregati secondo modalità che rendono possibile l’incrocio di questa documentazione con quella riferita alle risorse umane impiegate nell’istruzione (file 4) e quella sulle risorse finanziarie utilizzate (file 5). 138 Il complesso degli iscritti ad un determinato livello viene suddiviso in tre tipologie mutuamente esclusive: a) immatricolati per la prima volta (new entrants) al livello considerato; b) iscritti “rientrati” (re-entrants) nel livello considerato dopo uno o più anni di assenza; c) iscritti che proseguono il medesimo livello di istruzione dell’anno precedente (continuing students) e che, dal punto di vista calcolatorio, possono essere ottenuti come differenza fra il complesso degli iscritti al livello considerato e la somma dei due aggregati precedenti (new entrants + re-entrants). 181 Risorse umane • personale per livello d’istruzione, orientamento e destinazione del corso di studi, tipologia di istituto, categoria professionale (docenti, assistenti, tutors, personale amministrativo, coadiuvanti, ausiliario, ecc.) e tipologia contrattuale139 (PERS1); • personale accademico ed insegnanti (ISCED 5, 6) per livello d’istruzione, orientamento e destinazione del corso di studi, età, genere e tipologia contrattuale (PERS2); • personale amministrativo-gestionale per livello d’istruzione, eventuali responsabilità d’insegnamento, età e genere (PERS3). Risorse economiche • spese destinate all’istruzione per livello d’istruzione, provenienza dei fondi140, tipologia di transazione141 (FINANCE1); • spese destinate all’istruzione per livello d’istruzione, tipologia di istituto e tipologia di spesa142 (FINANCE2); • spese destinate al pagamento di interessi sul debito (FINANCESUP2)143; • spese destinate alla ricerca (ISCED 5, 6) (FINANCESUP3). Altre informazioni • esempi di applicazione della classificazione ISCED 97 ai sistemi d’istruzione di diversi paesi (ISCMAP); • dimensione media delle classi nel primo e secondo livello (ISCED 1, 2) per livello d’istruzione e tipologia di istituto (CLASS1); • dimensione media delle classi nei corsi ad orientamento generale del primo e secondo livello (ISCED 1, 2) per livello d’istruzione ed anno di corso (CLASS2); • popolazione complessiva per genere ed età (DEM1). 139 Per tipologia contrattuale si intende se l’impiego è a tempo pieno o a tempo parziale. La provenienza dei fondi consente di operare la distinzione fra i trasferimenti governativi (a livello centrale, regionale, locale), quelli provenienti da agenzie internazionali o da altri finanziatori stranieri, quelli erogati da privati. 141 Fra le tipologie di transazione vengono distinte: i trasferimenti diretti alle istituzioni scolastiche, i trasferimenti intergovernativi per l’istruzione, i trasferimenti agli studenti e alle famiglie. 142 La tipologia di spesa distingue fra spese correnti e spese in conto capitale. 143 Vengono aggregati i livelli ISCED 1, 2, 3, 4 e ISCED 5, 6. 140 182 4.1.3 La diffusione dei risultati Banca dati multidimensionale La documentazione raccolta attraverso l’indagine UOE appena illustrata, va a costituire un esteso database interrogabile on-line accedendo all’area dedicata del sito OCSE Corporate Data Environment (CDE)144. La banca dati fornisce documentazione comparativa sugli aspetti chiave dei sistemi nazionali d’istruzione. Si tratta di una banca dati di tipo multidimensionale, è possibile cioè estrarre dati disaggregati sulla base di incroci tra le variabili disponibili. La documentazione è organizzata in 9 diverse categorie di dati (datasets) composte ciascuna da 5 a 10 differenti variabili (dimensions). L’interrogazione desiderata (query) può essere realizzata selezionando per ciascuna variabile specifiche modalità. Tab. 4.3 – Banca dati documentazione UOE. Variabili (dimensions) presenti in ciascuno dei datasets disponibili on line per la consultazione Datasets Dimensions age country country of citizenship duration of programme educational/labour market destination of the programme field of study funding source intensity of participation level of education nature of expenditure service provider sex type of count type of foreign enrolment type of institution type of personnel type of programme type of transaction year students enrolled students enrolled 2 x x x x expenditures expenditures 2 x x x foreign students x x x graduates graduates 2 x x x x x x x new entrants educational personnel x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x 144 x x x x x x Il sito riunisce ben sette diverse banche dati dell’OCSE tra cui è inclusa anche quella relativa all’istruzione, http://www1.oecd.org/scripts/cde/default.asp 183 I datasets disponibili sono i seguenti: 1. Informazioni di base sugli iscritti. 2. Iscritti per livello d’istruzione, orientamento del corso di studi, tipologia di frequenza, età e genere. 3. Spese destinate all’istruzione per provenienza dei fondi, tipologia di transazione e livello d’istruzione. 4. Spese destinate all’istruzione per tipologia di spesa, tipologia di istituto e livello d’istruzione. 5. Studenti stranieri iscritti per paese di cittadinanza. 6. Diplomati/laureati per livello d’istruzione, orientamento del corso di studi, durata del corso, tipologia di istituto, età e genere. 7. Diplomati/laureati per area disciplinare, livello d’istruzione, orientamento del corso di studi, durata del corso e genere. 8. Immatricolati per livello d’istruzione, destinazione del corso di studi, tipologia di istituto, tipologia di frequenza, età e genere. 9. Personale. Nella Tabella 4.3 sono sintetizzate le variabili presenti in ciascuno dei dataset; alcune (Stato, livello di istruzione, anno) sono sempre presenti mentre altre sono correlate alla tipologia di dati contenuti (si riportano per maggior precisione le diciture inglesi così come appaiono sul sito OCSE). La documentazione contenuta nel database copre il periodo 1985-2002, estendendo la disponibilità della documentazione anche ad anni precedenti l’adozione del modello UOE (avvenuta nel 1993) e rendendoli confrontabili. L’ultimo aggiornamento dei dati è stato effettuato il 13 settembre 2004. Oltre a rendere disponibile la documentazione della rilevazione UOE nella sua forma elementare l’OCSE realizza a partire da essa numerose analisi ed indagini. Pubblicazioni Education at a Glance, giunto nel 2003 alla sua XV145 edizione è senza dubbio la pubblicazione analitica sull’istruzione più completa disponibile oggi a livello internazionale. Si basa principalmente sulla documentazione raccolta dalla rilevazione 145 Al momento in cui si scrive è comparsa la XVI edizione dell’anno 2004 il cui impianto e contenuto rispecchia quello dell’edizione precedente. 184 UOE, anche se, a partire dall’edizione 2002, è stata integrata con numerosi indicatori ottenuti attraverso l’indagine PISA146. L’organizzazione degli indicatori contenuta nel volume subisce di anno in anno delle revisioni che non limitano però la confrontabilità con gli anni precedenti, grazie alla disponibilità di dati retrospettivi per molti degli indicatori presentati, anche quelli di più recente formulazione. La costruzione degli indicatori è il prodotto infatti di un processo continuo di miglioramento guidato da tre principi enunciati con chiarezza nella prefazione all’edizione 2001147: • la presentazione degli indicatori deve essere chiara e diretta ma sufficientemente sfaccettata da evitare eccessive semplificazioni della realtà dell’istruzione nei diversi paesi; • gli indicatori devono essere sufficientemente generici da consentire una facile comparazione tra i diversi paesi ma al tempo stesso abbastanza specifici da poter apprezzare le diversità storiche, sistemiche e culturali tra le differenti realtà; • il numero degli indicatori deve essere il più ristretto possibile ma abbastanza ampio da permettere un’efficace utilizzazione in sede di elaborazione delle politiche dell’istruzione. L’edizione 2003 include 34 diversi indicatori, una decina di essi sono di nuova formulazione rispetto agli indicatori presentati nel volume precedente; come è illustrato nell’introduzione dell’edizione 2003, il complesso degli indicatori “rende conto delle risorse umane e finanziarie investite nell’istruzione, del funzionamento e dell’evoluzione dei sistemi di apprendimento, del rendimento degli investimenti fatti”148. Sono oggetto del monitoraggio gli studenti di tutti i livelli, di tutte le età e di tutte le tipologie di corso; l’unica condizione che viene posta è che l’insegnamento impartito abbia come obiettivo principale quello di formare l’individuo. Rimangono esclusi dall’ambito di analisi l’insegnamento tecnico e professionale impartito nei luoghi di lavoro salvo che esso non faccia parte di un programma di formazione più ampio (stage, tirocini, ecc.). Le attività di insegnamento cosiddette “per adulti” o extra scolastiche 146 L’edizione 2003 riporta la documentazione raccolta tramite il modello UOE 2002 e riferita, a seconda dei casi, all’anno accademico 2000-01, all’anno solare 2001 ed all’anno finanziario 2000. La documentazione PISA è quella dell’indagine condotta nel 2000. 147 OECD, 2001a, p. 5. 148 OECD, 2003a, p. 7. 185 sono coperte nella misura in cui esse facciano riferimento a contenuti disciplinari analoghi a quelli dell’insegnamento ordinario o che il titolo finale conseguibile abbia corrispondenza con quelli previsti dall’insegnamento ordinario149. Ogni rapporto annuale è corredato da un’appendice metodologica denominata Annex 3: Sources, Methodes and Technical Notes, disponibile unicamente on-line150, che riporta per ogni indicatore approfondimenti di carattere metodologico come la definizione della popolazione di riferimento o il metodo di calcolo, la sua applicazione nei diversi contesti nazionali e le fonti utilizzate. A titolo esemplificativo, richiamando il caso precedentemente esaminato151 della definizione di “studente estero” utilizzata a livello internazionale, sono riportate, tradotte dal testo originale, le informazioni che l’Annex 3 fornisce circa l’indicatore C3: “Iscritti stranieri al terzo livello”152: Iscritti stranieri al terzo livello. Note generali – Metodologia. Gli iscritti sono classificati come studenti esteri nel caso in cui non siano cittadini del paese nel quale sono stati raccolti i dati. Ai paesi non in grado di fornire, sulla base del passaporto, dati o stime degli studenti esteri presenti è stato chiesto di sostituire questa documentazione con altra ottenuta considerando criteri alternativi, come ad esempio, il paese di residenza, la lingua madre o la provenienza dei familiari (si vedano note sulle eccezioni adottate in alcuni singoli paesi). Il numero di studenti che studiano all’estero è ottenuto dalla documentazione fornita dai paesi di destinazione. Gli studenti che studiano in paesi che non partecipano alla rilevazione UOE non sono inclusi nella rilevazione153. Note sugli specifici paesi – popolazione di riferimento. Belgio. Gli studenti stranieri sono definiti sulla base della cittadinanza, dunque includendo i figli degli stranieri permanentemente residenti nel paese. Il numero di studenti presenti in Belgio per motivi di studio è così sovrastimato. Danimarca. Il numero di studenti esteri per paese di origine riportato è frutto di una stima. Irlanda. Gli studenti esteri sono definiti sulla base della residenza. 149 OECD, 2003a, p. 31. www.oecd.org/edu/eag2003 151 Cfr. Nota 3. 152 OECD, 2003b, p. 45. 153 Il complesso degli studenti esteri rilevato è quindi sottodimensionato rispetto alla mobilità internazionale complessiva a causa del limitato numero di paesi partecipanti alla rilevazione UOE; lo stesso OCSE stima che la mobilità internazionale globale sia superiore del 6% rispetto al dato rilevato (1,65 milioni di studenti, contro 1,54 milioni rilevato attraverso la rilevazione UOE per il 2001). OECD, 2003a, p. 302. 150 186 Nuova Zelanda. Numerosi studenti australiani non sono conteggiati come studenti stranieri. Norvegia. Gli studenti esteri sono definiti sulla base del paese di nascita. Turchia. Solo gli studenti che giungono nel paese a fini d’istruzione sono conteggiati come Stranieri, escludendo così i residenti. Regno Unito. Gli studenti esteri sono definiti sulla base dell’indirizzo di residenza. Svezia. Gli studenti non registrati nel registro nazionale della popolazione (principalmente in provenienza da altri paesi nordici) sono esclusi dal conteggio. Svizzera. Alcuni studenti esteri iscritti all’istruzione di terzo livello non universitaria sono esclusi dal conteggio. Il numero totale di studenti esteri è così sottostimato. Education Policy Analisys è la seconda pubblicazione a cadenza annuale che utilizza in massima parte la documentazione statistica contenuta nel database OCSE sull’istruzione (Cfr. Banca dati multidimensionale). Ciascun volume della collana, ideata nel 1996, è costituito da una serie di approfondimenti tematici definiti secondo le priorità dettate dal dibattito internazionale sui temi dell’istruzione. I principali obiettivi della pubblicazione sono: • assistere i policy-makers e gli operatori dell’istruzione attraverso analisi riferite al contesto internazionale; • condurre, attraverso l’utilizzo della documentazione e degli indicatori definiti dall’OCSE, approfondimenti su temi specifici e sulle loro implicazioni nelle politiche dell’istruzione; • presentare studi, analisi e discussioni in forma sintetica e divulgativa154. Volumi in collaborazione con l’UNESCO. Più recentemente è stata avviata, in collaborazione con UNESCO-UIS e Banca Mondiale, una nuova serie di volumi che presentano la documentazione UOE disponibile per i paesi del gruppo WEI155. L’ultimo volume pubblicato dal titolo Financing Education – Investments and Returns, 2002 Edition (OECD, UNESCO/WEI 2003), il terzo della serie156, tratta il tema degli investimenti del settore dell’istruzione in termini di capitale umano e coinvolgimento 154 OECD, 2002b, p. 133. Cfr. paragrafo 7.1.1. 156 I due volumi precedenti sono: Teachers for Tomorrow School, 2001 Edition (OECD, UNESCO/WEI 2001), Investing in Education, Analysis of the 1999 World Education Indicators (OECD, UNESCO/WEI 2000). 155 187 del settore pubblico e privato. Viene fornita un’ampia documentazione quantitativa che comprende la presentazione di country profiles, uno per ciascuno dei paesi WEI ed analisi comparative con i paesi OCSE. IL PROGRAMMA PISA 4.1.4 Obiettivi Il PISA (Program for International Student Assessment) è un esteso programma avviato nel 2000 che si pone l’obiettivo di monitorare a cadenza triennale, attraverso un’apposita indagine campionaria, le capacità e le conoscenze dei 15enni dei principali paesi industrializzati; la verifica di tali capacità consente, ovviamente, anche una valutazione dell’efficacia dei sistemi scolastici dei rispettivi paesi. Il PISA verifica la capacità dei giovani di saper utilizzare le proprie conoscenze per fare fronte alle attività quotidiane, valutando contemporaneamente le conoscenze e le competenze in lettura157, e nelle discipline matematiche e scientifiche. Vengono inoltre raccolte informazioni sulle strategie di apprendimento degli studenti, sull’ambiente familiare d’origine e su quello scolastico. 4.1.5 Il disegno campionario Dal rapporto sulle attività PISA in Italia è possibile approfondire come è stato costruito il campione a partire dalla popolazione di riferimento rilevata dall’Istat, rappresentata dai nati nel 1984 (15enni nel 2000). Il 98,4% dei nati nel 1984 frequentava la scuola al momento dell’inchiesta. Questa popolazione è stata ripartita secondo gli istituti secondari superiori frequentati (licei/magistrali, istituti tecnici, istituti professionali/artistici) o secondari inferiori nel caso di giovani in forte ritardo scolastico (3,5% dei 15enni studenti). All’interno di ciascuna tipologia di istituti sono state distinte tre categorie di istituti in base al numero di iscritti (piccoli, medi grandi), mentre dal punto di vista geografico il campione è stato stratificato in 5 grandi macroaree (nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole). 157 Le conoscenze e le competenze in lettura (Reading literacy) vengono definite come le capacità di comprendere, utilizzare e riflettere su testi scritti al fine di perseguire degli obiettivi definiti, sviluppare il proprio potenziale di conoscenza ed essere in grado di avere parte attiva nei comportamenti sociali (http://www.pisa.oecd.org/pisa/read.htm). 188 Sono state selezionate, secondo il piano di campionamento, 187 scuole (per un totale di 5087 studenti) alle quali, una volta ottenuta la loro adesione al progetto, è stato chiesto di fornire la lista degli allievi nati nel 1984 indipendentemente dalla classe e sezione di appartenenza. Dagli elenchi completi sono stati estratti casualmente 30 allievi per ciascuna scuola. Il profitto scolastico dei singoli non era un fattore influente nella scelta dei soggetti mentre sono state accettate esclusioni di studenti con particolare disabilità fisiche/psichiche o scarsa conoscenza della lingua italiana (allievi stranieri che frequentano la scuola italiana da meno di un anno). Il campione così ottenuto assicura una buona rappresentatività dell’intero contesto nazionale. La prima indagine, condotta nel 2000, ha coinvolto un campione 265.000 studenti di 32 paesi. 4.1.6 Modelli di rilevazione Nove diversi test su capacità di lettura/sintassi e alfabetizzazione matematico/scientifica sono stati somministrati in modo casuale agli studenti delle scuole coinvolte nell’indagine. Oltre ai test sono stati somministrati agli studenti tre diversi questionari supplementari volti ad indagare: • la struttura familiare, le condizioni abitative, l’abitudine alla lettura, le attività scolastiche e quotidiane; • l’autodisciplina, l’organizzazione nello studio e gli aspetti motivazionali; • la familiarità con l’uso del computer, l’accesso agli strumenti informatici e la frequenza del loro utilizzo. Gli studenti dovevano completare il test cognitivo in 60 minuti, mentre avevano a disposizione 20-30 minuti per il primo questionario, 10 minuti per il secondo e 5 minuti per il terzo. Un quarto ed ultimo questionario era destinato alla direzione delle scuole coinvolte nell’indagine ed era finalizzato alla raccolta di informazioni sulle risorse umane e materiali impiegate nell’istituto e sul modello amministrativo/gestionale adottato. 189 Il programma PISA è stato gestito da un Consorzio Internazionale coordinato dall’Australian Council for Educational Research (ACER)158. I rappresentanti governativi dei paesi aderenti partecipavano ad un organo direttivo (Board of Participating Countries) supervisionato dell’OCSE. Un gruppo di esperti internazionali ha lavorato alla formulazione dei contenuti dell’indagine ponendo particolare attenzione alla comparabilità internazionale ed alla pluralità dei contesti culturali. L’indagine del 2000 ha coinvolto complessivamente 32 paesi: oltre ai 28 paesi aderenti all’OCSE159 hanno preso parte all’iniziativa anche altri 4 paesi non OCSE (Brasile, Federazione Russa, Lettonia e Liechtenstein). Altri 13 paesi hanno deciso nel 2002 di condurre la medesima indagine (Albania, Argentina, Bulgaria, Cile, Cina, Hong Kong, Indonesia, Israele, Lituania, Macedonia, Perù, Romania, Tailandia). In occasione dell’indagine 2003 altri due paesi si sono aggiunti (Slovacchia, Turchia) portando così il numero di paesi aderenti al programma PISA a 47. L’indagine PISA viene realizzata con cadenza triennale e di volta in volta il baricentro dell’indagine viene spostato su un diverso settore cognitivo. Per l’indagine PISA 2003 è stata privilegiata l’analisi delle conoscenze matematiche; obiettivo specifico è quello di monitorare le capacità degli studenti di identificare, comprendere problemi matematici, di definire il ruolo della matematica nella vita quotidiana e di verificare le capacità di risoluzione di problemi complessi160. L’indagine PISA 2006 verterà sulle conoscenze scientifiche, mentre per il 2009 è prevista una nuova verifica delle competenze in lettura. La conduzione dell’indagine PISA 2000 in Italia, venne affidata dal Ministero della Pubblica Istruzione al Centro Europeo dell’Educazione (CEDE). Il Centro, con decreto n. 258/99, è stato trasformato nell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione (INValSI) che ha assunto l’onere della conduzione delle Indagini PISA 2003 e 2006. 158 Gli altri partner del Consorzio erano: National Institute for Educational Measurement (Cito Group Paesi Bassi), Service de Pédagogie Expérimentale – Università di Liegi (Belgio), Westat and the Educational Testing Service (USA), National Institute for Educational Research (Giappone). 159 Australia, Austria, Belgio, Canada, Corea del Sud, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Italia, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Ungheria. 160 La verifica delle capacità di problem-solving viene definita come l’abilità degli studenti di utilizzare processi cognitivi per risolvere problemi reali inter-disciplinari per i quali la soluzione non risulta ovvia (OCDE, 2003c, p. 7). 190 4.1.7 La diffusione dei risultati Banca dati. La banca dati PISA, accessibile dalla pagina web che l’OCSE ha dedicato ai risultati della rilevazione del PISA 2000161, mette a disposizione i dati raccolti dall’indagine secondo forme diverse di fruizione. E’ infatti possibile scaricare la documentazione completa (matrici dei dati, questionari e manuali con la codifica delle variabili), ma anche procedere all’estrazione diretta, per mezzo di menù interattivi, di informazioni disaggregate. Le matrici dei dati sono cinque e contengono, per ogni studente coinvolto nell’indagine, gli esiti dei test di verifica sulle competenze e tutte le informazioni derivanti dai tre questionari precedentemente indicati. In particolare, tre dei cinque file suddetti comprendono la documentazione relativa ai punteggi ottenuti dagli studenti nei test relativi alla lettura, alle conoscenze matematiche ed a quelle scientifiche. Il quarto file contiene le informazioni sulle scuole che hanno partecipato all’indagine, ricavate dal questionario somministrato ai dirigenti d’istituto. Il quinto ed ultimo file denominato assessment items data file riporta le risposte degli studenti ai test espresse in forma codificata. Oltre ai file di dati sono disponibili dei file denominati compendia che consentono di valutare, per ogni paese partecipante, la distribuzione delle risposte per ciascun quesito contenuto nei questionari d’indagine162. Oltre alla disponibilità delle basi dati complete, il sito PISA mette a disposizione pagine interattive in grado di fornire on-line tavole specifiche ottenibili sulla base di specifiche selezioni163. E’ possibile, per esempio, mettere in relazione i punteggi conseguiti nei test con le caratteristiche degli studenti, dell’ambiente d’origine e delle scuole. 161 http://www.pisa.oecd.org/pisa/outcome.htm. Cfr. OECD, 2002f. 163 Sono presenti due modalità di selezione: la prima (interactive data selection) consente di selezionare ed incrociare variabili che descrivono le caratteristiche dello studente con altre che si riferiscono alle caratteristiche degli istituti scolastici, selezionando i paesi di interesse (http://pisaweb.acer.edu.au/oecd/oecd_pisa_data_s2.php); la seconda (multi-dimensional data request) consente di scegliere tra tutte le variabili disponibili fino a quattro variabili contemporaneamente (http://pisaweb.acer.edu.au/oecd/oecd_pisa_data_s3.php). 162 191 Pubblicazioni. Il primo programma PISA 2000 ha dato origine a numerose pubblicazioni con analisi e presentazioni dei risultati ottenuti; complessivamente i volumi pubblicati dall’OCSE ammontano ad otto. Due volumi di carattere generale: Knowledge and skills for life: first results from PISA 2000 (OECD, 2001), il primo rapporto, presenta i risultati dell’indagine condotta nei 32 paesi che per primi hanno aderito al programma. In particolare, viene esaminato quanto gli studenti hanno acquisito delle conoscenze e delle capacità essenziali per il loro pieno inserimento nella società (capacità di lettura e comprensione dei testi, conoscenze matematiche e scientifiche). Viene inoltre approfondito l’esame del contesto familiare e scolastico; PISA, Literacy skills for the World of Tomorrow (OECD, 2003), è il secondo volume uscito. Anche questo lavoro è frutto della rinnovata collaborazione con l’UNESCO. Esso include i risultati dell’indagine PISA effettuata nei 13 paesi non OCSE che hanno aderito al programma nel 2002. Vi sono inoltre riportati ulteriori approfondimenti sulle caratteristiche degli studenti (genere, ambiente familiare d’origine) e di come tali caratteristiche si riflettano sulle loro prestazioni scolastiche. Accanto a questi due volumi di carattere generale l’OCSE intende affiancare una serie di approfondimenti tematici in aree particolarmente rilevanti per la formulazione di politiche dell’istruzione. Sono già stati pubblicati: Reading for Change – Performance and Engagement Across Countries (OECD, 2002), si concentra sugli esiti del PISA 2000 circa le competenze nella lettura (reading literacy). Il rapporto compie inoltre un’analisi comparativa della documentazione PISA 2000 e di quella dell’indagine IALS (International Adult Literacy Study)164; Learners for Life: Student Approaches to Learning, (OECD, 2003), focalizza l’attenzione sulla motivazione degli studenti, gli atteggiamenti e le strategie nei confronti dell’apprendimento. Vengono delineate inoltre le caratteristiche che rendono più probabile negli studenti la crescita della sicurezza personale e dell’autoorganizzazione nello studio; 164 Si tratta di uno studio effettuato in 22 paesi, intervistando, tra il 1994 ed il 1998, campioni rappresentativi della popolazione adulta compresa tra i 16 e i 65 anni. Obiettivo dell’indagine era confrontare il grado di alfabetizzazione ed alcuni fattori che ne influenzano la diffusione, in particolare la formazione continua. Di primario interesse era analizzare come la formazione continua possa incidere sull’economia e sul mercato del lavoro. La ricerca promossa da Statistics Canada ha coinvolto, oltre all’OCSE, altre istituzioni quali US National Center for Education Statistics, US Department for Vocational and Adult Education, EUROSTAT, UNESCO-UIS, Swedish National Agency for Education. Cfr. OECD, Statistics Canada, 2000. 192 Student Engagement at School – A sense of Belonging and Participation (OECD, 2003), riprende il tema precedente mettendo in relazione le motivazioni dello studente con gli esiti dello studio, sottolineando come non sempre questi due elementi procedano di pari passo165. Oltre alle analisi dei dati sono stati pubblicati alcuni volumi di carattere tecnico statistico che forniscono tutte le indicazioni sulla metodologia adottata, l’organizzazione dei dati, la predisposizione dei questionari e le procedure di analisi. PISA 2000 Technical Report (OECD, 2002), è il lavoro più completo sulla metodologia di ricerca adottata. Il volume descrive dettagliatamente la predisposizione dei questionari e dei test di verifica somministrati a studenti e scuole, i metodi di campionamento, il controllo di qualità, la costruzione degli indicatori, ecc.; Manual for the PISA Database (OECD, 2002) è diretto agli operatori che intendono utilizzare la documentazione PISA disponibile on-line. Il manuale fornisce tutte le informazioni tecniche e metodologiche necessarie al corretto utilizzo dei dati; Sample Tasks from the PISA 2000 Assessment (OECD, 2002), nel volume sono riprodotti i test somministrati agli studenti che hanno partecipato al programma PISA. Rapporti nazionali on line. In aggiunta alle pubblicazioni summenzionate sono presenti on-line i rapporti nazionali che descrivono lo svolgimento dell’attività PISA 2000 nei diversi paesi, ciascuno redatto da componenti dei gruppi di lavoro nazionali166. Il documento italiano è stato curato dalla prof. Emma Nardi docente di Pedagogia Sperimentale all’Università di Roma Tre. Nella breve introduzione a questo lavoro si legge che l’Italia rientra nel novero degli 11 paesi (sui 32 partecipanti) che sono stati “capaci di garantire sotto tutti gli aspetti gli standard internazionali della ricerca”; il rapporto sottolinea inoltre “alcune riserve sull’approccio teorico privilegiato dai 165 Due ulteriori approfondimenti sono programmati ma non risultano ancora pubblicati. Il primo dovrebbe concentrarsi sull’analisi dell’ambiente familiare e delle performaces scolastiche degli studenti, sulle politiche pubbliche finalizzate ad attenuare gli effetti delle disparità sociali. Un’indagine ad hoc verrà svolta sui collettivi di studenti PISA con le migliori e le peggiori performance e sui fattori che ne possono aver influenzato l’esito. Un altro volume dovrebbe trattare dell’effetto dell’organizzazione scolastica e delle strutture disponibili sulla qualità e sull’equità dell’istruzione. Verranno analizzati i sistemi di ammissione ai corsi, l’organizzazione amministrativa e dirigenziale, il meccanismo di finanziamento e le performance degli studenti per tipologia di istituto. Un primo studio su qualità ed equità è già stato pubblicato (OCDE, 2002b, pp. 35-63), senza tuttavia coprire per intero i temi anticipati. 166 Tutti i rapporti nazionali sono reperibili alla pagina: http://www.pisa.oecd.org/NatReports/cntry.htm. 193 ricercatori dell’OCSE”167 per ciò che riguarda il tema della capacità di comprensione della lettura. 4.2. EUROSTAT168 Si è già detto come il processo di integrazione europea abbia reso necessaria un’accurata pianificazione di strategie capaci di valorizzare le risorse esistenti particolarmente quelle basate sulla conoscenza, sull’innovazione tecnologica, sulla ricerca e sulla generalizzazione dell’istruzione vista come fattore decisivo per il rilancio dell’economia europea, e come tuttociò abbia comportato un impegno rilevante per gli organismi internazionali impegnati a restituire tempestivamente la documentazione statistica necessaria per monitorare l’evoluzione dei processi in atto. Anche se la porzione di risorse, economiche ed umane, destinate da EUROSTAT alla produzione statistica nel settore dell’istruzione appare limitata169, ad essa è richiesto su questo terreno di conciliare, da un lato la domanda proveniente dall’interno della Commissione Europea circa la predisposizione di efficaci strumenti di monitoraggio di questo apparato, imponente nei fini, di politiche comunitarie e dall’altro di garantire i 167 L’autrice lamenta in particolare “una sensibilità piuttosto carente sul piano del pluralismo culturale. Nonostante le affermazioni di principio, i testi sottoposti alla valutazione dei vari comitati nazionali erano quasi esclusivamente prodotti di area linguistica anglofona.” [Cfr. Nardi E., p. 31] Circa la conduzione dell’indagine PISA oltre al già citato rischio di omologazione culturale delle indagini nazionali secondo standard anglosassoni, la stessa autrice sottolinea come “se è del tutto evidente che, nel caso delle indagine coordinate dall' OCSE spetta al Ministero della pubblica istruzione decidere la partecipazione o meno dell'Italia, dovrebbe essere altrettanto evidente che la conduzione dell'indagine deve essere seguita da chi ha la competenza scientifica per farlo. Nel caso del progetto Pisa, la scarsa chiarezza in questi rapporti ha provocato fraintendimenti e ritardi che hanno avuto ripercussioni pesanti sullo svolgimento dell'inchiesta”. [Cfr. Nardi E., p. 32] Tra queste ripercussioni viene inoltre citata l’assenza di rappresentanti italiani alla riunione tenuta a Melbourne tra le delegazioni degli stati partecipanti al fine di concordare i testi sui quali effettuare le rilevazione sulle capacita di lettura degli studenti. Il momento era particolarmente importante anche proprio per tentare di limitare gli effetti di quell’omologazione culturale sopra ricordata. 168 L’acquisizione delle informazioni e della documentazione pertinente sul ruolo svolto da EUROSTAT nella produzione statistica internazionale sull’istruzione è avvenuta attraverso l’incontro, tenutosi a Lussemburgo il 2 aprile 2004, con il dott. Jean-Louis Mercy, Dirigente dell’Unità D-5 Education and Culture di EUROSTAT. 169 Il bilancio di EUROSTAT ammontava nel 2003 a 56 milioni di euro di fondi propri a cui vanno aggiunti 38 milioni di euro trasferiti da altre DG per la realizzazione di studi specifici. Pur non conoscendo la precisa distribuzione di tali risorse, è possibile evincere dall’esame del suo organigramma che le statistiche sull’istruzione rappresentano una modesta parte della sua attività. EUROSTAT è composta da sei Direzioni attualmente coordinate dal Direttore Generale Michel Vanden Abeele. La Direzione Single market, employment and social statistics è a sua volta composta da sette Unità e, fra queste, l’Unità D-5 Education and Culture si occupa specificamente di Istruzione (6 funzionari), formazione professionale (5 funzionari) e cultura (2 funzionari). 194 propri servizi istituzionali di diffusione della documentazione attraverso il sito internet e la produzione editoriale. Il programma statistico di EUROSTAT per il 2004 sembra confermare una crescente attenzione per le esigenze politiche interne della Commissione Europea laddove nel primo capoverso del capitolo dedicato alle statistiche demografiche e sociali (di cui fanno parte anche quelle sull’istruzione) si legge che le priorità identificate dal programma statistico 2004-07 riflettono le linee guida emerse dalla Conferenza dei Capi di Stato e di Governo tenuta a Lisbona nel 2000170. Si tratta cioè di dare priorità al monitoraggio dei progressi ottenuti in base alla “Strategia di Lisbona”. 170 Commission Européenne, EUROSTAT, 2004, p. 29. 195 Tab. 4.4 - Indicatori per la verifica degli obiettivi fissati dalla Conferenza di Lisbona Insegnanti 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Distribuzione per età degli insegnanti Incidenza sul complesso della popolazione delle classi di età più giovani (0-14 e 15-19) Rapporto studenti/insegnanti per livello d’istruzione Abilità per la società della conoscenza Giovani 22enni che hanno completato con successo il grado più elevato del secondo livello d’istruzione (ISCED 3) Studenti con limitate competenze nella lettura (risultati test PISA) Distribuzione e media dei risultati ottenuti dai test PISA sulle competenze nella lettura Distribuzione e media dei risultati ottenuti dai test PISA sulle competenze matematiche Distribuzione e media dei risultati ottenuti dai test PISA sulle competenze scientifiche Quota di popolazione adulta con un titolo d’istruzione inferiore al secondo livello (ISCED 3) che nelle ultime quattro settimane ha partecipato ad un corso d’istruzione o di formazione per classe di età (25-34, 35-54, 55-64) Discipline matematiche, scientifiche e tecnologiche Incidenza, sul complesso degli iscritti al terzo livello (ISCED 5A, 5B, 6), degli iscritti nelle aree disciplinari matematiche, scientifiche e tecnologiche Incidenza, sul complesso dei laureati/diplomati di terzo livello (ISCED 5A, 5B, 6), dei laureati/diplomati nelle aree disciplinari matematiche, scientifiche e tecnologiche Numero complessivo di laureati/diplomati di terzo livello (ISCED 5A, 5B, 6) nelle aree disciplinari matematiche, scientifiche e tecnologiche Laureati/diplomati di terzo livello (ISCED 5A, 5B, 6) nelle aree disciplinari matematiche, scientifiche e tecnologiche per mille abitanti di età 20-29 anni Investimenti in istruzione e nella formazione Spese pubbliche destinate all’istruzione (% sul PIL) Investimenti privati in strutture educative (% sul PIL) Spese delle aziende destinate ai corsi di formazione professionale (% del costo del lavoro complessivo) Spesa complessiva per studente, per livello d'istruzione Spesa complessiva per studente, per livello d'istruzione (% sul PIL pro capite) Formazione continua Quota di popolazione in età 25-64 anni che ha partecipato ad attività d’istruzione e formazione nelle ultime quattro settimane, 19 per livello d'istruzione 20 21 22 23 Diffusione dell’istruzione e della formazione Ore impiegate in corsi di formazione professionale continua per 1000 ore di lavoro (soltanto per le aziende con corsi di formazione professionale continua), per settore d’attività economica Ore impiegate in corsi di formazione professionale continua per 1000 ore di lavoro (tutte le aziende), per settore d’attività economica Tassi di scolarizzazione per età e per livello d’istruzione Quota di popolazione in età 18-24 con un titolo d’istruzione inferiore al secondo livello (ISCED 3) che non segue alcuna attività di istruzione o di formazione Conoscenza delle lingue straniere 24 Incidenza, sul complesso degli iscritti al secondo livello, degli iscritti che seguono corsi di lingua straniera 25 Numero medio di lingue straniere apprese dagli iscritti al grado più elevato del secondo livello (ISCED 3) 26 27 28 29 Mobilità Mobilità in ingresso ed in uscita degli insegnanti nell'ambito dei programmi comunitari (Erasmus, Comenius, Lingua, Grundtvig, Leonardo da Vinci) Mobilità in ingresso ed in uscita degli studenti/laureati nell'ambito dei programmi comunitari Erasmus e Leonardo da Vinci Iscritti stranieri al terzo livello sul complesso degli iscritti al terzo livello nel paese di accoglienza, per cittadinanza Quota di studenti iscritti al terzo livello (ISCED 5A, 5B, 6) che studia all’estero Sotto il profilo statistico, nel 2002 è stato istituito un gruppo di lavoro incaricato di individuare gli indicatori necessari per la verifica comparativa (benchmarking) del 196 contesto attuale con gli obiettivi stabiliti dalla Conferenza di Lisbona. Nell’aprile 2003 il gruppo di lavoro è giunto alla definizione di 29 indicatori comuni (Tab. 4.4), validi, comparabili e disponibili per ogni paese europeo (compresi i nuovi membri, i paesi che hanno presentato la loro candidatura e quelli EEA)171. 4.2.1 Le principali indagini sull’istruzione Come è già stato evidenziato in precedenza, l’attività EUROSTAT nella raccolta statistica tramite modello UOE è strettamente complementare a quella delle altre due organizzazioni internazionali coinvolte (UNESCO e OCSE). Parallelamente, il ruolo di EUROSTAT è determinante nell’elaborazione della documentazione raccolta con i moduli supplementari al modello UOE relativi alla conoscenza delle lingue straniere ed alla ripartizione regionale della popolazione studentesca e docente, sulla base della classificazione territoriale europea NUTS172. Si tratta di rilevazioni particolarmente significative ai fini dell’indirizzo delle politiche di coesione europee e per la gestione dei fondi strutturali. Tra le attuali priorità di EUROSTAT vi è quella di rendere disponibile on-line, entro l’1/10/2004, l’intera banca dati UOE attraverso il consolidamento della documentazione e la trasformazione dell’attuale banca dati denominata NewCronos173, attualmente ad acceso riservato, in una più ampia fonte di informazione accessibile a tutti e con una nuova interfaccia userfriendly. Un’altra fonte di informazioni statistiche sull’istruzione è l’indagine EUROSTAT sulle forze di lavoro (European Labour Force Survey - ELFS) che raccoglie documentazione sulla partecipazione ad attività d’istruzione nelle quattro settimane precedenti la rilevazione ed informazioni riguardati il livello d’istruzione raggiunto 171 Cfr. European Commission, Commission Staff Working Paper, 2004. Nomenclature of Territorial Units for Statistics. La classificazione ripartisce il territorio dell’Unione Europea e dei paesi candidati in tre livelli regionali gerarchici relativi alla popolazione: NUTS 1 (ripartizione del territorio in aree comprendenti a 3-7 milioni di abitanti, corrispondente in Italia alle 5 macroaree: nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole), NUTS 2 (ripartizione in aree da 800.000-3 milioni di abitanti, corrispondente in Italia alle regioni), NUTS 3 (ripartizione in aree da 150.000-800.000 di abitanti, corrispondente in Italia alle province). Maggiori informazioni possono essere rintracciate all’indirizzo: http://europa.eu.int/comm/eurostat/ramon/nuts/splash_regions.html. 173 NewCronos contiene più di 260 milioni di dati statistici economici e sociali organizzati in forma cronologica relativi agli Stati membri ed ai principali partner economici dell’Unione (http://europa.eu.int/newcronos/). 172 197 secondo la classificazione ISCED174. L’indagine comprende domande sulla partecipazione ad attività d’istruzione nelle quattro settimane precedenti la rilevazione ed informazioni riguardati il livello d’istruzione raggiunto secondo la classificazione ISCED. Nel biennio 2000-2001 EUROSTAT ha condotto l’indagine Continuing Vocational Training Survey (CVTS2), la seconda sul tema175 della formazione continua176, coinvolgendo tutti i 15 paesi dell’Unione più sette altri paesi in preadesione177. L’indagine, riferita al 1999, è stata condotta presso 76.000 aziende europee ed ha consentito di acquisire informazioni sulla consistenza, i contenuti e le politiche di gestione dei corsi di formazione svolti nel settore privato. 4.2.2 Le pubblicazioni Le indagini sopradescritte consentono la redazione di studi ed analisi che, seppure a cadenza sempre più irregolare, rendono conto dello stato dei sistemi d’istruzione in Europa. Education across Europe. Si tratta della raccolta più completa di documentazione statistica nel settore dell’istruzione prodotta da EUROSTAT. L’edizione 2003178 di recentissima pubblicazione è comparsa a quattro anni di distanza dalla precedente, riferita al 1999179. Quest’ultima edizione riporta la documentazione relativa a 32 paesi europei, comprende tutti i livelli di istruzione ed utilizza le informazioni raccolte attraverso una pluralità di fonti (descritte nel precedente paragrafo). In particolare i temi trattati sono: le spese per l’istruzione, le caratteristiche del corpo insegnante, la partecipazione studentesca, la riuscita negli studi secondari, l’istruzione di terzo livello, le competenze matematiche, scientifiche e tecnologiche, la componente straniera, 174 Tale indagine è condotta annualmente a partire dal 1983 e rappresenta la principale fonte di documentazione sulla condizione occupazionale dei cittadini europei. Il questionario e le definizioni degli indicatori sono comuni in ogni paese e basati sulle raccomandazioni espresse dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). 175 Una prima indagine di questo genere è stata condotta nel 1994, con riferimento alle attività di formazione intraprese nel 1993 nei 12 paesi allora membri dell’Unione Europea. 176 La formazione continua è da alcuni anni al centro di un crescente interesse da parte delle istituzioni europee, in quanto requisito necessario per il consolidamento di un sistema economico competitivo e fondato sulla conoscenza così come indicato dal Consiglio Europeo di Lisbona del 2000. 177 European Commission, EUROSTAT, 2002b. 178 European Commission, EUROSTAT, 2004. 179 European Commission, EUROSTAT, 2000. 198 l’apprendimento delle lingue straniere, la ripartizione degli aggregati a livello regionale, la transizione studio-lavoro, la formazione continua. Key data on Education180. Pubblicazione realizzata in collaborazione con Eurydice181 giunta, con la pubblicazione del rapporto 2002, alla sua quinta edizione182. La documentazione statistica è accompagnata da una parte descrittiva sull’organizzazione dei sistemi d’istruzione dei trenta paesi europei esaminati. La documentazione statistica è strutturata secondo i diversi livelli d’istruzione e fa riferimento esclusivo agli output dei sistemi nazionali d’istruzione, escludendo la formazione di base e continua esistente nei diversi paesi. Statistics in Focus. Uno degli strumenti più utilizzati per la diffusione della documentazione statistica prodotta a livello europeo è senz’altro la vasta collana denominata Statistics in Focus, che presenta generalmente degli agili rapporti composti da un numero limitato di pagine. Della serie intitolata Theme 3, Population and social conditions vengono diffusi mediamente 24 contributi all’anno, con alcuni numeri dedicati alle tematiche relative all’istruzione ed alla formazione. Si riportano di seguito alcune delle più recenti pubblicazioni apparse in questa collana nel 2003: • Education in Europe, Key Statistics 2000/01183. Questa pubblicazione riporta alcuni elementi di insieme a partire dall’esame della documentazione UOE, comprese le informazioni sulla conoscenza delle lingue. L’analisi riguarda l’anno scolastico/accademico 2000/01 ed i diplomati dell’anno solare 2001. 180 L’EUROSTAT affianca a questa pubblicazione il rapporto sulla formazione professionale Key data on Training, giunto nel 2001 alla sua terza edizione. Lo studio, oltre a delineare il quadro complessivo della formazione professionale in Europa, le sue differenti linee di sviluppo in ciascun paese, lo stato dell’arte della formazione continua, offre una rappresentazione completa dei percorsi di accesso al mercato del lavoro seguiti dai giovani. L’analisi si avvale di una pluralità di fonti documentarie: l’European Labour Force Survey, la banca dati sull’istruzione professionale e la formazione (VET Vocational Education and Training data collection. La VET ha l’obiettivo di sviluppare un sistema coerente di rilevazione sulla formazione professionale in Europa.) ed il modello ad hoc sulla transizione studio-lavoro. 181 Il network Eurydice sull’istruzione in Europa è stato creato su iniziativa della Commissione Europea e degli stati membri nel lontano 1980 al fine di promuovere la cooperazione nel settore dell’istruzione, aumentare la comprensione ed il confronto tra i diversi sistemi nazionali, monitorare e favorire una maggiore armonizzazione delle politiche dell’istruzione. Dal 1995 Eurydice è parte integrante del Programma Socrates (www.eurydice.org). 182 European Commission, Eurydice, EUROSTAT, 2002. 183 European Commission, EUROSTAT, 2003d. 199 • Public expenditure on Education in the EU in 1999184. Il rapporto analizza in forma comparata lo sforzo finanziario pubblico finalizzato all’istruzione. La documentazione sul finanziamento privato, anch’essa raccolta attraverso la rilevazione UOE, risulta essere ancora carente per alcuni paesi, ponendo problemi di comparabilità e completezza delle informazioni. Per tale motivo non sono stati ancora condotti i necessari approfondimenti185. • Public expenditure on Education in the Acceding countries in 1999186. Si tratta del primo tentativo d’indagine comparativa tra paesi orientali e paesi occidentali sul tema del finanziamento pubblico dell’istruzione, reso possibile dalla progressiva standardizzazione delle rilevazioni statistiche nel quadro dell’indagine UOE. • General indicators on transition from school to work; School leavers in Europe and labour market effects of job mismatches; Youth transitions from education to working life in Europe187, I tre documenti riportano alcuni dei principali risultati ottenuti attraverso il questionario supplementare del Labour Force Survey 2000 dedicato alla transizione studio-lavoro188. 184 European Commission, EUROSTAT, 2003e. Molti paesi ancora non sono in grado di fornire alcune tipologie di dati, ad esempio quelli sul finanziamento privato diretto agli istituti d’istruzione o quelli sui finanziamenti indiretti relativi alla quota di beni e servizi acquistati dalle famiglie per l’istruzione (libri e altri materiali, prestiti bancari, ecc.). Nel caso poi di finanziamenti privati diretti ai programmi di alternanza scuola-lavoro, solo la Germania, peraltro molto sviluppata in questo settore, ne monitora l’entità. EUROSTAT sta conducendo una revisione complessiva sugli indicatori UOE per individuare i settori di indagine dove ancora persistono problemi di comparabilità, il finanziamento privato all’istruzione è uno di questi. Il tema sarà oggetto di un rapporto tecnico che verrà presentato alla fine del 2004. Informazioni ottenute contattando il dott. Pascal Schmidt (EUROSTAT, Unità Istruzione e Cultura), autore dello studio apparso in Statistics in Focus. 186 European Commission, EUROSTAT, 2003f. 187 European Commission, EUROSTAT, 2003a, 2003b, 2003c. 188 La documentazione prodotta nell’ambito di questo progetto di ricerca è in realtà molto più vasta. L’integrale pubblicazione della documentazione è stata curata dal centro studi MZES di Mannheim (Mannheimer Zentrum für Europäishe Sozialforschung), al quale EUROSTAT ha affidato il coordinamento del progetto di ricerca (coordinatori Walter Müller, Irena Kogan). http://www.mzes.unimannheim.de/fs_projekte_e.html. 185 200 4.3. L’esperienza della Francia189 La Direction de l'Ėvaluation et de la Prospective (DEP)190 del Ministère de l’Education Nationale de l'Enseignement Supérieur et de la Recherche è incaricata della produzione, dell’analisi e della diffusione della documentazione statistica relativa al sistema d’istruzione nazionale (dalla scuola materna all’istruzione superiore) e alla ricerca191. Molte informazioni circa le attività, la produzione statistica e le più recenti linee di sviluppo della DEP possono essere tratte dal documento di programmazione a medio termine 2004-2008192 redatto dal Conseil National de l’Information Statistique (CNIS) e disponibile sul sito di questa istituzione193. 4.3.1 Le principali indagini della DEP Indagini sul complesso della popolazione scolastica ed universitaria • Scuola primaria. La rilevazione sulla scuola primaria viene ancor oggi realizzata tramite i questionari cartacei compilati dagli istituti scolastici. Tale indagine, oltre a registrare bassi tassi di risposta, riesce a fornire però soltanto la documentazione aggregata relativa a ciascun istituto scolastico. Un nuovo sistema d’indagine, basato su schede individuali per ogni studente, è in fase di progettazione e l’applicazione è prevista a partire dal 2005. • Scuola secondaria. Per quanto riguarda il secondo livello d’istruzione è già in funzione il sistema denominato SCOLARITE (Remontées d’Information Individuelles sur les Élèves), istituito nel 1993 per gli istituti pubblici ed esteso dal 2003 anche alle strutture private194. Il sistema raccoglie in modo sistematico la documentazione amministrativa nominativa disponibile presso gli istituti di 189 Per la redazione di questo paragrafo sono stati contattati in fase di revisione alcuni interlocutori francesi, nello specifico il prof. Pierre Dubois (Direttore de l’Observatoire des Formations, des Insertion Professionelles, Evaluations – OFIPE; Università di Marne-la-Vallée) ed il prof. Jean-Luc Primon (Observatoire de la Vie Etudiante, Università di Nizza). 190 Si tratta della nuova denominazione della vecchia Direction de la Programmation et du Développement (DPD). 191 Sui compiti della DEP si veda: http://www.education.gouv.fr/stateval/pub_dpd/dep.htm, l’accesso all’insieme delle pubblicazioni è possibile a partire dall’indirizzo: http://www.education.gouv.fr/stateval/. E’ stato inoltre predisposto un sito informativo sulle principali attività della DEP: http://www.education.gouv.fr/stateval/DPD_WEB/index.htm. 192 CNIS, 2003. 193 Il CNIS ha come scopo quello di assicurare la concertazione tra i produttori e gli utilizzatori di statistiche pubbliche. (www.cnis.fr) 194 Nel 2004 il sistema SCOLARITE è esteso all’85% degli istituti privati francesi. 201 insegnamento e permette di produrre una documentazione dettagliata sulle carriere degli studenti a partire dalla prima iscrizione al secondo livello di istruzione. Tale sistema consente la creazione di una banca dati relativa agli studenti195 disponibile, sia per le attività amministrative e didattiche dei singoli istituti d’istruzione, sia per il trasferimento delle informazioni a livello centrale per i censimenti della popolazione studentesca. • Istruzione superiore e universitaria. La rilevazione statistica è attualmente effettuata attraverso il sistema SISE (Système d’Information sur le Suivi des Étudiants). Questo sistema copriva nel 2003 circa 1.400.000 studenti (vale a dire la totalità degli iscritti nelle università). E’ intenzione del Ministero estenderne l’utilizzo anche ad altre strutture d’istruzione superiore (Institut Universitaires de Tecnologie, Écoles Superieures de Commerce, ecc.)196. Peraltro, il processo di riforma degli studi superiori, attualmente in corso, rende indispensabile a breve termine una revisione delle rilevazioni statistiche in questo campo197. Ciò comporterà una riorganizzazione delle rilevazioni statistiche, sia dal punto di vista definitorio sia per ciò che riguarda il supporto informatico per la gestione dei dati e la loro trasmissione dalla periferia al centro. In generale, è evidente che è in via di completamento il processo di transizione dalla metodologia di rilevazione statistica classica per mezzo di modulistica cartacea, capace di raccogliere informazioni solo in forma aggregata, ai sistemi di rilevazione 195 Vengono raccolte informazioni circa il livello di studio, tipologia di corso di studi, genere, età, residenza, esperienza scolastiche precedenti, cittadinanza, professione e classe sociale dei genitori. 196 Queste tipologie di istituti superiori hanno un’organizzazione autonoma rispetto alle Università. 197 Al fine di armonizzare il sistema francese alle linee di sviluppo del processo di Bologna si è inteso rendere maggiormente comprensibili i titoli superiori francesi attraverso le razionalizzazione di un sistema tra i più diversificati d’Europa. Nel 2002 è stato avviato il processo di riforma dell’ordinamento degli studi. La nuova riforma privilegia 3 livelli di diploma superiore: licence (3 anni di studi superiori), master (5 anni di studi superiori) e doctorat (8 anni di studi superiori), da cui l’acronimo adottato riforma: LMD. La riforma comprende anche l’adozione del sistema europeo dei crediti (ECTS) e la semestralizzazione dei corsi. E’ compito delle Università e degli altri istituti superiori ridefinire e riorganizzare la loro offerta formativa, la quale subirà l’esame degli organi ministeriali competenti in concomitanza con il rinnovo delle abilitazioni all’insegnamento che periodicamente devono essere concesse a tutti gli istituti superiori. Tenendo conto del calendario per i rinnovi delle abilitazioni, stabilito su base geografica, la riforma dovrebbe entrare a regime sull’intero territorio nazionale a partire dall’anno accademico 2005-06. Cfr. “Rapporto Paese” presentato dal Governo Francese alla Consiglio Europeo dei Ministri dell’Istruzione, Berlino 18-19 settembre 2003. (http://www.bolognaberlin2003.de/en/national_reports/index.htm). 202 informatizzati in grado di immagazzinare informazioni individuali ed ampliare le opportunità di analisi anche ad un grado elevato di disaggregazione198. L’informatizzazione, ormai completata per i livelli secondario e terziario, una volta estesa anche alla scuola primaria potenzierà sensibilmente l’intero sistema di rilevazione statistica. E’ intenzione del Ministero creare un sistema integrato di banche dati per livello d’istruzione; in tal modo, attraverso l’attribuzione a ciascuno studente di un codice identificativo nazionale (INE199) si potranno realizzare analisi longitudinali ed il collegamento tra le banche dati permetterà un’analisi dettagliata dei percorsi di studio. Sarà inoltre possibile limitare il numero delle informazioni richieste nelle rilevazioni successive a quella effettuata al momento del primo ingresso dello studente nel sistema di istruzione, disponendo già per ciascuno di esso dei dati raccolti in precedenza200. Il Programma a medio termine 2004-2008 pone i seguenti obiettivi per la realizzazione del sistema integrato e ne prevede il funzionamento a pieno regime solamente al termine del periodo considerato: • Attribuzione da parte del Ministero di un codice identificativo nazionale (INE) ad ogni studente che fa il proprio ingresso nel sistema d’istruzione francese; • Istituzione presso il Ministero di un sistema centralizzato d’identificazione che consenta di fornire all’amministrazione scolastica il codice identificativo dello studente proveniente da un diverso livello d’istruzione; • Conservazione per un periodo di tempo limitato, presso le singole strutture d’istruzione, delle informazioni associate al codice identificativo; • Le analisi statistiche e, in particolare, quelle relative ai percorsi formativi saranno garantite dalla trasmissione dei dati alla DEP. Il numero identificativo verrà criptato per impedire di risalire ad informazioni sensibili attraverso l’utilizzo di variabili di ricerca quali nome, cognome, data di nascita, ecc. I dati così immagazzinati saranno conservati a livello centrale (DEP) per lunghi periodi e potranno essere resi disponibili ad operatori e ricercatori. 198 La raccolta informatizzata dei dati nominativi nel settore dell’istruzione è regolamentata nell’ordinamento francese fin dal 22 ottobre 1985. E’ questa infatti la data che porta la delibera n.85-050 della Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL), Recommandation relative aux modalités de collecte d’informations nominatives en milieu scolaire et dans l’ensemble du système de formation (CNIL, 1985). La CNIL è un’autorità amministrativa indipendente composta da parlamentari, alti funzionari dello stato ed esperti del settore designati dalle camere (www.cnil.fr) . 199 Identificateur National Etudiant/Elève. 200 CNIS, 2003, p. 5. 203 Indagini campionarie Anche se lo studio longitudinale dei percorsi scolastici è destinato ad avvalersi sempre più del sistema integrato sopradescritto, le indagini campionarie restano tuttavia lo strumento più idoneo per raccogliere informazioni approfondite sullo studente, il suo ambiente familiare, il sostegno ricevuto negli studi, le attività extra-scolastiche, ecc.. Fino ad ora l’esame dei percorsi scolastici ha riguardato quattro panel: 1973, 1980, 1989 e 1995. L’indagine sull’ultimo panel, quello relativo alla coorte degli iscritti per la prima volta al primo anno della scuola secondaria nel 1995, è attualmente ancora in corso201. Nel documento di programmazione già indicato202 viene espressa la volontà, entro il 2008, di selezionare un nuovo panel fra gli studenti della scuola secondaria al fine di esaminarne l’evoluzione in un contesto caratterizzato da profondi cambiamenti e di sistematizzare (ed ampliare) la raccolta delle informazioni sulla famiglia di origine. La rilevazione sulla coorte 1995 si sviluppa ben oltre la conclusione degli studi secondari. L’analisi di questo collettivo, i cui componenti si trovano ora iscritti al livello superiore oppure hanno fatto il loro ingresso nel mondo del lavoro, proseguirà affrontando i temi relativi all’esame dei percorsi professionali, alla riuscita negli studi superiori, alla formazione continua, al contesto socio-economico203. Indagini sull’apprendimento e le competenze La valutazione sull’apprendimento degli studenti della scuola primaria e secondaria viene condotta, a partire dal 1989, attraverso le Ėvaluations Diagnostiques. Si tratta di uno strumento assai utile per gli insegnanti che, sulla base dei risultati ottenuti, possono individuare i punti deboli degli alunni e modificare conseguentemente la propria attività didattica. L’indagine coinvolge gli studenti della scuola primaria (classe CE2, 201 Ministère de l’Education Nationale, 2004, p. 9. ftp://trf.education.gouv.fr/pub/edutel/bo/2004/special2/statistiques.pdf. 202 CNIS, 2003, p. 5. 203 L’indagine è prevista nel 2004 ed è inserita nel programma Le devenir des bachelier 2002 et des bacheliers du panel d’élèves 1995. L’indagine, oltre ai diplomati (bacheliers) appartenenti alla coorte 1995, è estesa anche ad un campione di diplomati del 2002. Cfr. Ministère de l’Éducation Nationale, 2004, p. 14. 204 corrispondente al terzo anno di corso204) e quelli all’ingresso della scuola secondaria (classe sesta corrispondente al primo anno di corso); viene effettuata all’inizio dell’anno scolastico. Il materiale utilizzato per lo svolgimento di tale valutazione è fornito dal Ministero e messo a disposizione dei docenti205. Il Ministero, proprio sulla base della documentazione di base, provvede inoltre a comporre e ad analizzare un quadro d’insieme dei risultati di tale valutazione206. A partire dal 2003 è stata inoltre avviata un’indagine denominata Ėvaluation-bilan che si basa su di una metodologia analoga a quella della rilevazione precedente e viene svolta, su campioni numericamente consistenti, alla fine dei corsi della scuola primaria e di quella secondaria. L’Ėvaluation-bilan consente quindi di valutare il livello d’apprendimento degli studenti in momenti decisivi del loro percorso scolastico e di individuare i fattori sui quali è necessario intervenire per migliorare il successo scolastico207. Per quanto attiene alle indagini internazionali sulle competenze degli studenti208, la Francia ha rinnovato la sua adesione al programma PISA dell’OCSE ed al programma PIRLS-IEA209, indirizzato agli studenti della scuola primaria. Proseguirà inoltre la collaborazione tra DEP ed INSEE per un’indagine sulle competenze degli adulti. È stata infine programmata per il 2004 l’inchiesta IVQ (Information sur la Vie Quotidienne) indirizzata alle persone a basso livello d’istruzione, anch’essa frutto della collaborazione tra questi due istituti210. 204 La scuola primaria francese è composta da cinque anni di corso: Cours Préparatoire (primo anno), Cours Elementaire1 (secondo anno), Cours Elementaire 2 (terzo anno), Cours Moyen 1 (quarto anno), Cours Moyen 2 (quinto anno). 205 Il materiale è disponibile agli indirizzi: http://cisad.adc.education.fr/eval/ e http://evace26.education.gouv.fr. 206 Sulla base dei risultati dell’indagine 2002 la DEP (ancora denominata DPD) elaborò una Note d’Information (DPD, 2003) e un rapporto (Ministère de l’Éducation Nationale, DPD, 2003). Ai siti indicati nella Nota 83 sono disponibili anche i risultati delle indagini precedenti. 207 Dopo la sperimentazione svoltasi nel 2003, tale metodologia è stata applicata nel 2004 anche alle rilevazioni sulla conoscenza delle lingua madre e delle lingue straniere (Ministère de l’Education Nationale, 2004, p. 27). 208 Alla valutazione delle competenze degli studenti il Ministero ha dedicato un intero portale (http://educeval.education.fr/) dove è possibile reperire informazioni su tutte le indagini nazionali ed internazionali. 209 L’indagine internazionale Progress International Reading Literacy Study, programmata per il biennio 2005-06, è coordinata dall’IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievements). www.iea.nl 210 Parallelamente alle attività summenzionate occorre ricordare che le competenze della DEP sono estese anche al settore della formazione professionale, della formazione continua (in collaborazione con la Direction de l'animation de la recherche, des études et des statistiques collegata al Ministère des affaires sociales, du travail et de la solidarité) e delle attività di istruzione e formazione indirizzate alle persone disabili. 205 4.3.2 La diffusione delle informazioni La documentazione statistica prodotta dalla Direction de l'Ėvaluation et de la Prospective (DEP) è resa disponibile al pubblico sul sito internet del Ministero211. Si elencano di seguito le principali pubblicazioni. Note d’Information. Si tratta del principale strumento di diffusione delle informazioni statistiche sull’istruzione. Ogni nota riporta descrizioni sintetiche sui diversi aspetti del sistema d’istruzione nazionale e pubblica i dati più aggiornati. Dal 2004, allo scopo di limitare il numero eccessivo di pubblicazioni prodotte nella serie principale Note d’Informations (61 numeri nel 2003), sono state create tre nuove serie suddivise per tema. Note Évaluation che affronta gli aspetti relativi alla valutazione del sistema d’istruzione, alle sue modalità di funzionamento, ai fattori che contribuiscono a renderlo maggiormente efficace. Note Recherche dedicato al monitoraggio della ricerca scientifica in Francia. Note Jeunesse et Vie Associative che analizza il contesto socioculturale francese. L’oggetto della serie Note d’Informations è ora limitato alla pubblicazione sintetica dei primi risultati delle più recenti indagini statistiche212. Tab. 4.5. Le schede che compongono il rapporto 2003 L’Etat de l’École Risorse Attività Risultati Dati d’insieme Dati d’insieme Dati d’insieme 01 - Spese per l'istruzione 02 – Personale 03 – Spese per il personale 04 – Durata della scolarizzazione 05 – Istruzione prioritaria* 06 – Sostegno agli studi 07 – Competenze nella lettura 08 – Abbandoni 09 – Titolo di studio conseguito dai giovani usciti dalla formazione iniziale 10 – Livello d’istruzione raggiunto e classe sociale di appartenenza 11 – Livello d’istruzione e rischio di disoccupazione 12 – Situazione sociale e salariale dei diplomati 13 – Riuscita maschile e femminile 14 – Scelte di studio maschili e femminili 211 Vedi Nota 198. Tutte le Note sono direttamente consultabili on-line accedendo dalla pagina principale delle pubblicazioni della DEP. http://www.education.gouv.fr/stateval/default.htm 212 206 Primo livello Primo livello Primo livello 15 – Spese per l’istruzione di primo livello 16 – Scolarizzazione e condizioni all’ingresso del primo livello 17 – Valutazione, all’inizio del sesto anno (primo anno della scuola secondaria), delle competenze acquisite Secondo livello Secondo livello Secondo livello 18 - Spese per l’istruzione di secondo livello 19 – Scolarizzazione al secondo livello 20 – Condizioni all’ingresso del secondo livello 21 – Accesso ai corsi di secondo livello (Baccalaureat, CAP, BEP) 22 – Condizione occupazionale e prospettive professionali dei diplomati di secondo livello Istruzione superiore Istruzione superiore Istruzione superiore 23 – Spese per l’insegnamento superiore 24 – Accesso agli studi superiori dei diplomati di secondo livello 25 – Ingressi negli indirizzi di studio dell’istruzione superiore 26 – Partecipazione all’istruzione superiore 27 – Accesso al secondo ciclo dell’istruzione superiore 28 – Riuscita nel terzo ciclo dell’istruzione superiore 29 – Condizione occupazionale e prospettive professionali dei diplomati/laureati dell’istruzione superiore Formazione continua Appendice 30 – Spese per la formazione continua Definizioni e classificazioni * Programma finalizzato ad agevolare la scolarizzazione dei gruppi svantaggiati della popolazione. L’Etat de l’École. La pubblicazione è organizzata come un rapido vademecum ed affronta i nodi più importanti del sistema d’istruzione nazionale. Tale rapporto annuale si compone di 30 schede suddivise in tre capitoli: i costi, le attività ed i risultati (Tab. 4.5)213. La documentazione statistica presentata è assai articolata ed arricchita da confronti internazionali e da serie storiche. La pubblicazione, giunta nel 2003 alla sua tredicesima edizione, riporta la documentazione dell’anno 2002 ed è direttamente consultabile on-line (ultime tre edizioni)214. Géographie de l’Ecole. Compendio dedicato alle caratteristiche regionali del sistema d’istruzione ed alla sua evoluzione. L’edizione 2003215 esamina un ampio ventaglio di temi, ciascuno corredato da un’ampia documentazione statistica e cartografica. In particolare, i cinque capitoli trattati dalla pubblicazione sono: - il contesto economico e sociale (l’evoluzione demografica, il tessuto economico e sociale, la disoccupazione e la precarietà), 213 Dalla pagina: http://www.education.gouv.fr/stateval/etat/somm.htm, è possibile accedere direttamente a ciascuno degli indicatori indicati. 214 (DEP, 2003a), http://www.education.gouv.fr/stateval/etat/etat.htm. 215 (DEP, 2003b), http://www.education.gouv.fr/stateval/geo/geo.htm. 207 - l’offerta formativa (l’evoluzione della popolazione scolastica, l’offerta formativa ai diversi livelli di istruzione); - le risorse finanziarie ed umane (la spesa per l’istruzione del Ministero e degli enti locali, il corpo insegnante, il personale amministrativo e tecnico); - i percorsi (la scolarizzazione della popolazione giovanile, il ritardo nel completamento della scuola secondaria, la partecipazione all’istruzione secondaria, il proseguimento degli studi superiori, la scolarizzazione femminile); - i risultati (i diplomati tra Baccalauréat generale, tecnologico e professionale, i risultati degli esami, la condizione occupazionale dei diplomati della scuola secondaria sette mesi dopo la conclusione degli studi). Oltre a questi temi la pubblicazione è arricchita da un’appendice che, nell’edizione 2003, contiene tre approfondimenti relativi all’inserimento professionale, alla mobilità geografica dei diplomati tre anni dopo il conseguimento del titolo ed alla ripartizione territoriale degli istituti scolastici pubblici. La documentazione statistica prodotta dalla DEP è talvolta integrata da informazioni provenienti da altre fonti. I percorsi d’inserimento professionale dei diplomati/laureati sono illustrati, per esempio, attraverso la documentazione dell’indagine CEREQ216. Repères et références statistiques. La pubblicazione riporta, in 120 schede tematiche, informazioni dettagliate su tutti i settori dell’istruzione nazionale, fornendo un’ampia raccolta di elaborazioni statistiche organizzate anche in chiave longitudinale con accurate serie storiche di lungo periodo, rese possibili dalla normalizzazione effettuata sui dati in base alle eventuali modifiche degli indicatori utilizzati. Il rapporto risulta inoltre ogni anno arricchito dalla disponibilità di nuova documentazione su temi di particolare interesse. L’edizione del 2003 riporta, per esempio, analisi ad hoc sul personale del settore pubblico e privato con contratti a termine, la scolarizzazione degli immigrati non francofoni, la riuscita al temine degli studi secondari per genere età e classe sociale, l’incidenza dei diplomati della scuola secondaria sul complesso della 216 Centre d’Etudes et de Recherche sur les Qualifications. Centro studi con sede a Marsiglia dipendente dai Ministeri dell’Istruzione e del Lavoro. Il CEREQ conduce studi e ricerche nel settore dell’istruzione e del mercato del lavoro con particolare attenzione all’inserimento professionale (http://www.cereq.fr). 208 popolazione di pari età, l’inserimento professionale dei giovani diplomati. La pubblicazione ha cadenza annuale ed i contenuti sono interamente disponibili on-line217. Atlas Régional. La pubblicazione esamina l’istruzione superiore nelle sue articolazioni territoriali. L’edizione relativa all’anno accademico 2002-2003 analizza, anche attraverso rappresentazioni cartografiche, la distribuzione territoriale della popolazione studentesca e la sua evoluzione recente (serie storiche 1997-2002). E’ inoltre possibile apprezzare la collocazione degli istituti superiori ed universitari sul territorio nazionale (sedi centrali e sedi distaccate), la loro dimensione in termini di iscritti ed il rapporto con la popolazione complessiva dell’area, l’equilibrio tra domanda ed offerta formativa218. Altre pubblicazioni. Oltre alle precedenti pubblicazioni occorre menzionare la rivista trimestrale Education & Formations a cura del Ministero; l’opuscolo Le Grands Chiffres de l’Education che raccoglie alcuni dei principali indicatori statistici presentati in forma aggregata. Il Vademecum statistique che riporta le serie storiche sull’evoluzione del sistema d’istruzione; la collana Dossiers che raccoglie studi ed indagini una tantum dedicati a temi specifici promosse dalla DEP. Tutte queste pubblicazioni sono disponibili sul sito internet della DEP219. 4.3.3 Note conclusive L’organizzazione complessiva del sistema statistico francese nel settore dell’istruzione sembra rispecchiare fedelmente l’impostazione ancora rigidamente centralistica dello Stato transalpino. I dati fluiscono dagli istituti d’istruzione al Ministero secondo uno schema di tipo bottom-up e tramite procedure in via di informatizzazione. Al Ministero dell’Istruzione, spetta il compito di aggregare la documentazione in base all’utilizzo, sia esso di carattere amministrativo (previsioni sui 217 218 (DEP, 2003c), http://www.education.gouv.fr/stateval/rers/repere.htm. (DEP, 2003d), http://www.education.gouv.fr/stateval/atlas/atlas.htm. 219 In aggiunta a questo vasto apparato documentario è ugualmente possibile reperire documentazione sul sistema d’istruzione francese nel già citato sito Regards sur le Système Educatif National Français (http://www.education.gouv.fr/stateval/DPD_WEB/index.htm) che riporta dati d’insieme ed approfondimenti su temi come le conoscenze degli studenti al termine della scuola elementare, la preparazione alla vita professionale, questioni di pari opportunità, la vita a scuola, le risorse finanziarie ed il loro utilizzo, il personale. 209 flussi di studenti ai diversi livelli di istruzione), finanziario (stanziamento delle risorse pubbliche) o informativo (diffusione della documentazione attraverso le numerose pubblicazioni sopradescritte e generalmente di buona qualità). La diffusione della documentazione è di tipo top-down, ed affidata alle pubblicazioni a cura della Direction de l’Evaluation et de la Prospective. E’ evidente che un sistema così strutturato, se da un lato garantisce l’uniformità della documentazione, la completezza su tutto il territorio nazionale, la comparabilità nel tempo e nello spazio, dall’altro lascia ben poco spazio all’iniziativa dei singoli ricercatori. Fra ricercatori ed universitari francesi c’è chi lamenta in particolare l’indisponibilità dei dati individuali degli iscritti all’università rilevati attraverso il sistema SISE che consentirebbe di effettuare indagini per coorte sugli studenti, monitorandone la mobilità nel corso degli studi e rendendo possibili esami comparativi tra i diversi istituti superiori. Il Groupe de Travail sur l’Enseignement Supérieur (GTES), composto da docenti e ricercatori universitari ed animato dal CEREQ, sta negoziando con il Ministero da più di tre anni l’accesso a questi dati ma la Commission Nationale Informatique et Liberté (CNIL), garante della protezione dei dati personali raccolti attraverso strumenti informatici, non ha di fatto mai dato il proprio accordo all’operazione. L’indisponibilità dei dati ufficiali per indagini statistiche promosse da istituti di ricerca indipendenti derivano da due ordini di problemi: in primo luogo, si vogliono proteggere probabilmente in modo forse fin troppo zelante i dati personali e nominativi, e secondo, per quanto riguarda l’istruzione superiore, perdura una decisa resistenza circa la realizzazione di studi comparativi tra le università o tra i numerosi istituti superiori esistenti. La DEP ha prodotto all’inizio del 2004 un panel di 75 indicatori riguardanti le università (indicatori sugli studenti, il personale, le risorse finanziarie gli stabilimenti, ecc.) teso a facilitare le rilevazioni comparative delle performance degli atenei. La conferenza dei rettori francese220 si è però espressa per limitare i confronti dei dati di ateneo alle sole medie nazionali sconsigliando al Ministero la pubblicità e diffusione dei risultati conseguiti dai singoli istituti superiori. Gli stessi limiti alla comparabilità tra istituti d’istruzione è presente anche nel caso delle indagini denominate “Géneration” sui percorsi occupazionali dei giovani francesi condotte dal 220 Conférence des Présidents de l’Université (CPU), www.cpu.fr . 210 CEREQ su un campione di laureati rappresentativo a livello nazionale ma non disaggregato per istituto d’istruzione221 221 I risultati del ultima inchiesta “Géneration ‘98”, effettuata su 135.000 giovani, usciti dal sistema d’istruzione di qualsiasi ordine e grado nel 1998 ed intervistati nel 2001 circa il loro profilo occupazionale ed i loro percorsi nel mercato del lavoro, sono disponibili online al sito CEREQ all’indirizzo http://www.cereq.fr/cereq/G98ind/enquete.htm. L’indagine è stata ripetuta nel 2004 con riferimento alla generazione 2001, i risultati non sono, al momento in cui si scrive, ancora disponibili. 211 4.4. Riferimenti bibliografici Cammelli A. (1990), Studiare da stranieri in Italia. Presenze e caratteristiche degli studenti esteri nelle università italiane. Il quadro internazionale di riferimento, Clueb Cammelli A (2003), Présence et caracteristiques des étudiants étrangeres en Italie, 1945-1998, in Peter H.R., Tikhonov N. (a cura di), Les universités: des ponts à travers l’Europe, Peter Lang. Cammelli A, di Francia A. (2004), Avere una laurea aiuta? Alla ricerca dell’efficacia esterna, in Il Mulino, Rivista Bimestrale di cultura e di politica, n. 3/2004 CNIL (1985), Recommandation relative aux modalités de collecte d’informations nominatives en milieu scolaire et dans l’ensemble du système de formation, delibera n. 85-050 CNIS (2003), Programme Statistique à moyen terme 2004-2008, Parigi, 29 settembre 2003. Documento interno DEP (2003a), L’Etat de l’École, n. 13 DEP (2003b), Géographie de l’Ecole, n. 8 DEP (2003c), Repères et références statistiques sur les enseignements, la formation et la recherche DEP (2003d), Atlas régional – les effectifs d'étudiants en 2002-2003 DPD (2003), Note d’Information 03-19, 03-20, 03-21 Commission Européenne, EUROSTAT (2004), Programme statistique de la Commission pour l’année 2004, documento interno, 23 gennaio European Commission, EUROSTAT (2000), Education across Europe 1999 European Commission, EUROSTAT, Eurydice (2002a), Key data on education in Europe 2002 European Commission, EUROSTAT (2002b), Continuing Vocational Training Survey (CVTS2) – Data 1999, Eurostat European, Social Statistics Series 2002 European Commission, EUROSTAT (2003a), General indicators on transition from school to work, Statistics in focus Theme 3, n. 4 European Commission, EUROSTAT (2003b) School leavers in Europe and labour market effects of job mismatches, Statistics in focus, Theme 3, n. 5 European Commission, EUROSTAT (2003c), Youth transitions from education to working life in Europe, Statistics in focus Theme 3, n. 6 European Commission, EUROSTAT (2003d), Education in Europe, Key Statistics 2000/01, Statistics in focus, Theme 3, n. 13 European Commission, EUROSTAT (2003e), Public expenditure on Education in the EU in 1999, Statistics in focus, Theme 3, n. 22 European Commission, EUROSTAT (2003f), Public expenditure on Education in the Acceding countries in 1999, Statistics in focus, Theme 3, n. 23 European Commission, EUROSTAT (2004), Education across Europe 2003 European Commission, EUROSTAT, CEDEFOP (2001), The transition from education to working life, key data on vocational training in the European Union European Commission, Commission Staff Working Paper (2004), Progress Towards the Common Objectives in Education and Training, Indicators and Benchmarks, Bruxelles 21 gennaio Ministère de l’Éducation Nationale (2004), Bullettin Officiel Spécial, n. 2, 29 gennaio 2004 212 Ministère de l’Éducation Nationale - DPD (2003), Evaluations CE2-SixièmeCinquième, Repères Nationaux, Sett. 2002 Nardi E.(anno di pubblicazione assente), Il progetto OCSE-PISA, Rapporto nazionale, Documento interno, OCSE OECD (1999), Classifying Educational Programmes, Manual for ISCED-97 Implementation in OECD Countries, 1999 Edition OECD (2001a), Education at a Glance, OECD Indicators 2001 OECD (2001b), Knowledge and skills for life: first results from PISA 2000 OECD (2002a), Education at a Glance, OECD Indicators 2002 OECD (2002b), Education Policy Analysis 2002 OECD (2002c), Manual for the PISA 2000 Database OECD (2002d), Reading for Change – Performance and Engagement Across Countries OECD (2002e), PISA 2000 Technical Report OECD (2002f), Manual for the PISA Database OECD (2002g), Sample Tasks from the PISA 2000 Assessment OECD (2003a), Education at a Glance, OECD Indicators 2003 OECD (2003b), Education at a Glance, OECD Indicators 2003. Annex 3: Sources, Methodes and Technical Notes OECD (2003c), PISA 2003 Assessment Framework OECD (2003d), PISA, Literacy skills for the World of Tomorrow OECD (2003e), Learners for Life: Student Approaches to Learning OECD (2003f), Student Engagement at School – A sense of Belonging and Participation OECD (2004a), UOE Data Collection – 2004 Data Collection on Educational Systems, Definitions, Explanations and Instructions OECD (2004b), Conceptual Framework for Data Collection on Education Statistics and Indicators, Parigi, 2004 OECD, Statistics Canada (2000) OECD - Literacy in the Information Age – Final Report of the International Literacy Survey OECD, UNESCO/WEI (2000), Education, Analysis of the 1999 World Education Indicators OECD, UNESCO/WEI (2001), Teachers for Tomorrow School, 2001 Edition OECD, UNESCO/WEI (2001), Financing Education – Investments and Returns, 2002 Edition UNESCO (1997), Statistical Yearbook 1997 UNESCO-UIS (2003), Global Education Digest 2003, Comparing education statistics across the world 213 4.5. Siti Internet consultati - www.cereq.fr www.cnil.fr www.cnis.fr www.cpu.fr www.education.gouv.fr www.education.gouv.fr/stateval http://europa.eu.int www.eurydice.org www.iea.nl http://new.sourceoecd.org www.oecd.org www.pisa.oecd.org www.uis.unesco.org 214 5. LE INDAGINI STATISTICHE SULLA TRANSIZIONE SCUOLA E UNIVERSITÀ/LAVORO Come è stato posto in evidenza nei capitoli precedenti, le indagini sull’istruzione sono state sottoposte negli ultimi anni ad un profondo processo di riorganizzazione che ha comportato la rivisitazione dell’intero patrimonio informativo del settore. Le competenze dell’Istat sulle rilevazioni relative alla scuola ed alla università, sono state progressivamente trasferite ai Ministeri competenti ed oggi risultano in carico al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Parallelamente a ciò l’Istituto Nazionale di Statistica ha ridefinito le sue indagini in questo ambito in modo da offrire una “lettura sistemica e non più settoriale tanto della scuola che dell’università” [Istat, 2001a, p. 11]. Le indagini sulla transizione scuola e università/lavoro hanno assunto in questo contesto un ruolo di primo piano derivante dalla crescente rilevanza delle tematiche relative alla spendibilità dei titoli di studio nel mercato del lavoro e ad una più generale riflessione sull’efficacia esterna dei sistemi formativi. L’Istat ha messo a punto un sistema integrato di indagini triennali, condotte su giovani in possesso di titoli di studio post-obbligo a circa tre anni dal conseguimento del titolo. Tali indagini riguardano: - i percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola secondaria superiore; - l’inserimento professionale dei diplomati universitari; - l’inserimento professionale dei laureati. In merito a queste rilevazioni è necessario ricordare che mentre le prime due indagini sono state avviate ex-novo verso la fine degli anni ‘90 - rispettivamente nel 1998 (diplomati della scuola secondaria superiore) e nel 1999 (diplomati universitari) - quella sull’inserimento professionale dei laureati, realizzata a partire dal 1989, è stata ampiamente rivisitata nel medesimo periodo al fine di garantirne la comparabilità e l’integrabilità con le altre due. La creazione “di un sistema di indagini, diversamente dal caso di più rilevazioni singole, sia pure volte all’analisi di uno stesso fenomeno, rende disponibili informazioni 215 «aggiuntive», derivanti appunto dalla lettura integrata dei loro risultati” [Istat, 1999, p. 11]. Nella Tabella 5.1 sono sintetizzate le informazioni principali relative alle indagini condotte dall’Istat sulla transizione scuola e università/lavoro. Per uniformità con l’impostazione generale del Rapporto, il presente capitolo ricostruisce un quadro di riferimento dettagliato sull’evoluzione e sui contenuti di ognuna delle tre indagini sulla transizione, utilizzando a tal fine l’ampia documentazione pubblicata dall’Istat. Oltre alla raccolta e all’esame della documentazione pertinente disponibile (i volumi cartacei e le informazioni diffuse attraverso il sito Internet dell’Istat, i modelli di rilevazione), si è proceduto inoltre ad incontri, interviste in profondità e contatti con dirigenti e responsabili dell’Istat222. Tab. 5.1 – Indagini Istat sulla transizione scuola e università/lavoro: quadro riassuntivo Generazione sottoposta ad indagine Anno rilevazione Diplomati scuola sec. superiore Diplomati universitari Laureati 1986 1989 −− −− X 1988 1991 −− −− X 1992 1995 −− −− X 1995 1998 X X1 X 1998 2001 X X2 X X Indagine effettuata. 1 L’indagine per i diplomati universitari è stata realizzata nel 1999 ed è riferita a quanti hanno conseguito il titolo nel 1996. 2 L’indagine per i diplomati universitari è stata realizzata nel 2002 ed è riferita a quanti hanno conseguito il titolo nel 1999. 222 Il gruppo di lavoro ha incontrato (settembre 2003) ed intervistato su queste tematiche: - dott.ssa Maria Pia Sorvillo, Dirigente del Servizio popolazione, istruzione e cultura (DEM), Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali (DCIS), Dipartimento della produzione statistica (DPTS) dell’Istat; - dott.ssa Paola Ungaro, Responsabile dell’Unità operativa Formazione universitaria (DEM/E), Servizio popolazione, istruzione e cultura (DEM), Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali (DCIS), Dipartimento della produzione statistica (DPTS) dell’Istat. 216 5.1. L’indagine sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola secondaria superiore 5.1.1 Le fasi della rilevazione Le indagini realizzate nel 1998 e nel 2001 hanno previsto due distinte fasi: la prima di tipo postale rivolta alle scuole, la seconda indirizzata ai maturi e realizzata tramite interviste telefoniche con il sistema CATI (Computer Assisted Telephone Interview)223. Lo schema (Tab. 5.2) riportato di seguito, sintetizza le principali caratteristiche delle due indagini condotte dall’Istat sulla transizione tra scuola secondaria superiore e lavoro. La prima fase era finalizzata ad acquisire presso le scuole-campione gli elenchi dei maturi da intervistare. A tale scopo, gli istituti contattati dovevano compilare per ogni diplomato appartenente al campione (Cfr. Par. 5.1.2) una scheda allo scopo di raccogliere informazioni utili per rintracciarlo (cognome e nome del padre e della madre, indirizzo e recapito telefonico della famiglia) ed altre notizie anagrafiche e relative alla sua carriera scolastica. In dettaglio, la documentazione riguarda: - cognome e nome del padre e della madre; - indirizzo e recapito telefonico della famiglia; - cognome e nome del maturo; - sesso; - data di nascita; - numero degli eventuali passaggi da un tipo di scuola ad un altro; - posizione di privatista all’esame di maturità; - numero degli eventuali passaggi dalla scuola pubblica a quella privata (e/o viceversa); - numero di ripetenze durante gli studi secondari superiori; 223 L’avvio della rilevazione del 1998 è stato preceduto da un’indagine pilota condotta su un campione ragionato di 81 scuole e 800 maturi. L’indagine pilota, oltre a verificare tutti gli aspetti operativi della rilevazione, aveva anche lo scopo di sperimentare una tecnica di somministrazione mista “posta+telefono” che, per metà degli individui selezionati, prevedeva l’invio postale del questionario di indagine e, successivamente, l’intervista telefonica. L’ipotesi sottostante a tale sperimentazione era che la disponibilità preventiva del questionario rendesse più semplice la realizzazione della successiva intervista, riducendo gli errori relativi ai quesiti più complessi (posizione nella professione, settore di attività economica, professione svolta, ecc.) e la durata dell’intervista. I deludenti risultati ottenuti da questa sperimentazione, uniti alle difficoltà organizzative derivanti dalla spedizione preventiva del questionario hanno determinato l’abbandono di tale tecnica nell’indagine definitiva [Micali A., Buldo B., 2001]. 217 - voto di maturità; - anno di conseguimento della licenza media; - giudizio riportato all’esame di terza media. Tab. 5.2 – Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola secondaria superiore: principali caratteristiche delle indagini Istat Indagine 1998 Indagine 2001 campionaria a due stadi I stadio: scuole II stadio: diplomati campionaria a due stadi I stadio: scuole II stadio: diplomati 7.144 7.286 1995 490.348 1998 478.904 postale telefonica (CATI) postale telefonica (CATI) 1.563 21,9 1.752 24,0 38.549 7,9 51.787 10,8 15 settembre 16 dicembre 2 maggio 14 luglio 39 mesi 34 mesi Diplomati campione base 19.481 25.987 Diplomati contattati 30.881 45.033 Diplomati intervistati v.a. % su universo % su campione base % su diplomati contattati 18.843 3,8 96,7 60,8 23.262 4,9 89,5 51,7 2,7 6,3 10’ 00’’ 13’ 20’’ Tipologia indagine Universo scuole da indagare Universo diplomati da indagare - anno conseguimento diploma - n. diplomati Metodologia di indagine: - scuole - diplomati Scuole rappresentate nel campione v.a. % su universo Nominativi diplomati trasmessi dalle scuole v.a. % su universo Periodo svolgimento interviste telefoniche (CATI) Intervallo fra conseguimento diploma e intervista Rifiuti interviste (% su diplomati contattati) Durata media intervista La raccolta di questa documentazione aveva il duplice scopo di consentire controlli di coerenza con alcune delle risposte fornite durante l’intervista, migliorando conseguentemente la qualità delle informazioni raccolte, e di costruire il profilo del “non rispondente”. 218 Le scuole selezionate ed entrate a far parte del campione sono state 1.563 per l’indagine 1998 e 1.752 per quella realizzata nel 2001. I nominativi dei maturi trasmessi all’Istat sono risultati pari a 38.549 nella prima rilevazione ed a 51.787 nella seconda. Nella seconda fase i maturi selezionati sono stati contattati telefonicamente da una società specializzata che ha provveduto a realizzare le interviste con il sistema CATI. Con l’obiettivo di sensibilizzare i rispondenti, prima dell’inizio di entrambe le rilevazioni è stata inviata a tutti i diplomati inseriti nel campione una lettera del Presidente dell’Istat che preannunciava la telefonata. La prima indagine ha riguardato 18.843 diplomati del 1995 (il 3,8% dell’intero universo di riferimento; il 96,7% del campione base; il 60,8% dei diplomati contattati) intervistati fra il 15 settembre ed il 16 dicembre 1998, circa 39 mesi dopo il conseguimento del titolo. Rilevante è risultata la quota di mancati contatti (quasi il 36% di tutti i diplomati contattati) determinati, in particolare, da numeri di telefono inesistenti o errati (11,9%), da diplomati trasferiti e non reperibili (10,3%), da telefonate rimaste senza risposta con fax e segreterie (10,3%). La seconda indagine ha interessato, invece, 23.262 diplomati del 1998 (il 4,9% dell’intero universo di riferimento, l’89,5% del campione base, il 51,7% dei diplomati contattati) intervistati fra il 2 maggio ed il 14 luglio 2001, circa 34 mesi dopo la conclusione dei loro studi secondari. Più consistente, rispetto all’indagine precedente, appare la quota di mancati contatti (oltre il 41% di tutti i diplomati contattati) determinati, in particolare, da diplomati trasferiti e non reperibili (19,7%) e da numeri di telefono inesistenti o errati (12,2%)224. 224 Nel 2004 è prevista la realizzazione dell’indagine sui diplomati del 2001. Le principali caratteristiche di tale indagine sono le seguenti: • Tipologia indagine: campionaria; • Metodologia di indagine: rilevazione postale presso le scuole per la composizione del campione e telefonica (CATI) per le interviste ai diplomati; • Popolazione di riferimento: diplomati dell’anno scolastico 2000-01; • Campione: a due stadi di selezione con stratificazione delle unità primarie: le unità di primo stadio sono le scuole secondarie superiori, quelle di secondo stadio i diplomati. Le innovazioni introdotte riguardano: • Integrazione della rilevazione postale presso le scuole con raccolta mediante WEB dei dati sui diplomati; • Questionario ristrutturato: razionalizzazione flussi e contenuti informativi, adeguamento contenutistico alla nuova normativa del mercato del lavoro, miglioramento della confrontabilità con la nuova Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro. Inoltre, la sezione relativa alla Formazione Professionale è stata ampliata, a seguito di richiesta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con cui è stata stipulata un’apposita Convenzione; • Sviluppo in-house del questionario elettronico CATI tramite il software Blaise; 219 5.1.2 Il disegno di campionamento Il disegno di campionamento adottato in entrambe le indagini sui diplomati della scuola secondaria superiore è a due stadi di selezione con stratificazione delle unità del primo stadio. Le unità del primo stadio sono rappresentate dalle scuole secondarie superiori stratificate per regione geografica, tipo di scuola e dimensione delle stesse in termini di numero di diplomati. Le unità di secondo stadio sono gli alunni che hanno conseguito la maturità, rispettivamente, nel 1995 e nel 1998. Applicando i criteri abitualmente impiegati in questo tipo di indagini, l’Istat ha definito la numerosità campionaria di primo e secondo stadio sulla base di esigenze organizzative e di costo, nonché in relazione agli errori di campionamento attesi per i principali domini di riferimento delle stime225. Con l’obiettivo di migliorare l’efficienza dello schema di ricerca e pervenire, a parità di costi, a risultati più accurati le scuole sono state stratificate in base alla regione geografica di appartenenza ed alla loro tipologia, ottenendo in questo modo circa 350 strati. Il passaggio successivo alla stratificazione è rappresentato dalla selezione delle scuole da inserire nel campione e da contattare affinché procedano, mediante scelta sistematica dalle liste dei diplomati, all’estrazione di un numero approssimativamente costante (pari a 30 per l’indagine 1998) di diplomati campione, rispettivamente, del 1995 e del 1998. Tenuto conto che la rilevazione telefonica nell’esperienza Istat ha dato luogo ad un’elevata percentuale di mancate risposte, si è provveduto a suddividere i nominativi dei diplomati ricevuti dalle scuole in due gruppi di numerosità pressoché identica: un campione base ed un campione suppletivo. Per la prima indagine, i nominativi dei • Nuova procedura di codifica assistita (in corso di intervista) del quesito aperto sulla professione e di quelli sui corsi universitari di iscrizione. L’obiettivo dell’indagine è quello di intervistare circa 20.430 diplomati. 225 Per dominio di riferimento “viene intesa la sottopopolazione per la quale vengono fornite le stime dei parametri oggetto di studio, con la precisione richiesta in sede di calcolo della dimensione del campione.” [Istat, 1990, p. 17]. Per l’indagine sui diplomati, i principali domini di riferimento delle stime sono: a) l’intero territorio nazionale; b) le cinque ripartizioni geografiche (nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole); c) le diciannove tipologie di scuola; d) le quindici modalità ottenute dall’incrocio tra le tipologie di scuole aggregate in cinque gruppi e le ripartizione geografiche aggregate in tre gruppi. Per la formalizzazione del procedimento per il calcolo delle stime Cfr. Istat, 2002a, pp. 181-191. 220 maturi trasmessi dalle scuole all’Istat sono stati così suddivisi in 19.481 nominativi per l’elenco base e 19.068 per quello suppletivo. Per la seconda, invece, l’elenco base e quello suppletivo si componevano, rispettivamente, di 25.987 e di 25.800 nominativi. In questo modo, è stata garantita la tempestiva sostituzione dei diplomati appartenenti al campione base risultati, per un motivo qualsiasi, non rispondenti. Le regole utilizzate per le sostituzioni prevedevano che ogni individuo dell’elenco base non intervistato fosse sostituito con un altro dell’elenco suppletivo proveniente dalla stessa regione geografica e dallo stesso tipo di scuola del diplomato da sostituire. I “sostituti”, ove possibile, dovevano inoltre essere dello stesso sesso ed eventualmente ripetenti, come i diplomati da sostituire. 5.1.3 I modelli di rilevazione Il questionario utilizzato per le interviste telefoniche di entrambe le indagini prevede tre aree tematiche, ulteriormente articolate al loro interno (Tab. 5.3): a) gli studi; b) il lavoro; c) la famiglia di origine e le notizie anagrafiche. Il questionario è stato costruito in modo da consentire l’opportuna confrontabilità con i risultati ottenuti nelle altre due indagini sulla transizione e l’integrazione con altre fonti statistiche, in primo luogo l’indagine sulle forze di lavoro. L’area relativa agli studi analizza il percorso scolastico già concluso (sezione 1), le attività di formazione professionale intraprese dopo il diploma (sezione 2), l’iscrizione e la frequenza di corsi universitari (sezione 3) e la loro eventuale interruzione (sezione 4). L’area dedicata al lavoro esamina non solo l’attività lavorativa eventualmente svolta (sezione 5), ma anche le azioni e le aspettative che hanno guidato l’eventuale ricerca di un lavoro (sezione 6). Nell’ultima area tematica proposta dal questionario vengono raccolte infine informazioni relative alla famiglia di origine (sezione 7) ed al diplomato stesso (sezione 8). La sezione 1, relativa al curriculum scolastico, e le sezioni poste alla fine del questionario (sezioni 7 e 8), dedicate all’approfondimento delle caratteristiche della famiglia di origine e delle notizie anagrafiche del diplomato, sono rivolte a tutti gli 221 intervistati. Le sezioni che affrontano le tematiche del lavoro sono riferite soltanto a quanti al momento dell’intervista risultano attivi, mentre quella relativa agli studi postsecondari si rivolge esclusivamente a chi si trova nella condizione di studente. Il curriculum scolastico è l'obiettivo della sezione 1; quello cioè di “verificare quale sia il rapporto tra il percorso scolastico e le scelte successive al diploma, siano esse di studio o di lavoro, nonché la capacità predittiva della valutazione scolastica rispetto al «successo» futuro dei giovani” [Istat, 2002a, p. 15]. Le informazioni raccolte fanno riferimento al tipo di scuola (pubblica, privata) frequentata, ai passaggi dalla scuola pubblica a quella privata, alla frequenza di scuole per il recupero di anni scolastici, alle classi eventualmente ripetute, ecc.. In occasione dell’indagine 2001 questa sezione è stata arricchita con l’inserimento di alcuni quesiti sul grado di soddisfazione per le conoscenze linguistiche ed informatiche acquisite a scuola. La frequenza di eventuali corsi di formazione professionale organizzati sia dalla Regione che da organismi privati è analizzata nella sezione 2. Le informazioni raccolte sono relative alla durata dei corsi regionali e agli argomenti dei corsi privati (informatica, lingue, ecc.). Agli studi universitari è dedicata la sezione 3. Le informazioni raccolte in entrambe le rilevazioni riguardano l’eventuale iscrizione (al momento dell’intervista) ad un corso di diploma o di laurea, l’anno di immatricolazione all’università, l’ateneo ed il corso frequentato, il numero di esami superati, l’assiduità nella frequenza delle lezioni, le valutazioni sul docente titolare dell’ultimo insegnamento fondamentale frequentato. Questa sezione del questionario è stata largamente rivisitata in occasione dell’indagine 2001. Le modifiche più significative hanno riguardato: − l’eliminazione dei quesiti relativi ai giudizi sulle strutture didattiche della facoltà frequentata, alla fruizione di borse di studio e/o dell’esonero dal pagamento delle tasse, agli eventuali cambi di corso e/o di sede; − l’inserimento di un quesito sugli strumenti utilizzati dal diplomato per acquisire informazioni sull’università. Una misura dell’impegno degli studenti che hanno abbandonato gli studi universitari è offerta dalla sezione 4. In particolare, sono analizzate le principali motivazioni dell’interruzione degli studi e viene richiesta una valutazione sul docente titolare 222 dell’ultimo insegnamento fondamentale eventualmente frequentato. Nella rilevazione 2001, a differenza dell’indagine precedente, non compaiono più le domande sugli eventuali esami sostenuti e superati e quella relativa ai giudizi sulle strutture didattiche della facoltà frequentata. Tab. 5.3 – Struttura e principali contenuti del questionario utilizzato per le indagini Istat sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola secondaria superiore Sezioni questionario Argomenti comuni ai questionari di entrambi le indagini n. quesiti 1998 2001 Differenze fra i questionari delle due indagini 1. Curriculum scolastico - tipo scuola (pubblica, privata) frequentata - passaggi da scuola pubblica a privata - frequenza di scuole per il recupero di anni scolastici - eventuali classi ripetute 9 10 2. Corsi di formazione post secondaria - eventuale frequenza di corsi regionali e loro durata - eventuale frequenza di corsi privati e argomento 6 8 3. Studi universitari - eventuale iscrizione a corsi universitari di diploma o di laurea - ateneo di iscrizione - corso di iscrizione - numero di esami superati - regolarità nella frequenza delle lezioni - valutazioni sul docente titolare dell’ultimo insegnamento fondamentale frequentato 31 16 nuovi quesiti inseriti nel questionario 2001: - strumenti utilizzati per l’orientamento quesiti eliminati dal questionario 2001: - valutazioni sulle strutture didattiche - fruizione di una borsa di studio e di esonero del pagamento delle tasse - intervallo trascorso fra conseguimento del diploma ed immatricolazione univer. - eventuali cambi di corso e/o sede 4. Interruzione degli studi - tipologia corso universitario interrotto - motivo interruzione corso - valutazioni sul docente titolare dell’ultimo insegnamento fondamentale eventualmente frequentato 9 5 quesiti eliminati dal questionario 2001: - numero di esami superati - valutazioni sulle strutture didattiche 223 nuovi quesiti inseriti nel questionario 2001: - grado di soddisfazione per le conoscenze linguistiche ed informatiche acquisite a scuola nessuna differenza significativa 5. Lavoro - opportunità di lavoro dopo il conseguimento diploma - lavori iniziati dopo il diploma conclusi o interrotti - motivo della eventuale non ricerca del lavoro - stabilità del lavoro svolto al momento dell’intervista - lavoro a tempo pieno o part-time - posizione nella professione - professione svolta - settore di attività economica - dimensione azienda - numero di ore lavorate - retribuzione - necessità del diploma per il lavoro svolto - canale utilizzato per trovare il lavoro - eventuale partecipazione a corsi di formazione organizzati dal datore di lavoro 37 57 6. Ricerca di lavoro - tempo intercorso dall’ultima iniziativa concreta di ricerca di lavoro - disponibilità ad iniziare il lavoro entro le due settimane successive all’intervista - aspettative riguardo ad alcuni aspetti del lavoro cercato (tipo di orario, stabilità, lavoro alle dipendenze/autonomo) - attese retributive - disponibilità a lavorare all’estero e a trasferirsi 8 8 7. Notizie sulla famiglia - n. fratelli e sorelle - titolo di studio dei genitori - condizione occupazionale dei genitori - posizione nella professione dei genitori - professione del padre 21 16 8. Notizie anagrafiche - cittadinanza - sesso - anno di nascita - stato civile - posizione rispetto agli obblighi di leva - provincia di residenza 9 9 nuovi quesiti inseriti nel questionario 2001: - eventuale richiesta per accedere al lavoro di una maturità specifica e/o di una votazione di diploma minima - eventuale utilizzo del computer e delle lingue straniere nel lavoro - soddisfazione per diversi aspetti del lavoro svolto - utilità nel lavoro svolto della preparazione tecnicoprofessionale e della cultura generale acquisite nella scuola secondaria superiore - persona che è stata più utile per iniziare l’attività lavorativa nessuna differenza significativa quesiti eliminati dal questionario 2001: - convivenza o meno con la famiglia di origine - professione della madre nessuna differenza significativa L’area del questionario dedicata al lavoro affronta, in primo luogo, l’inserimento lavorativo dei diplomati (sezione 5). I quesiti mirano a documentare le opportunità di lavoro dopo il conseguimento del diploma, i lavori conclusi o interrotti, il motivo dell’eventuale non ricerca del lavoro. La parte più consistente di questa sezione è riservata però all’approfondimento della situazione dei diplomati occupati. I principali aspetti dell’attività lavorativa affrontati riguardano la tipologia del lavoro svolto (saltuario, stagionale, continuativo; a tempo pieno, part-time), la posizione nella 224 professione, la professione svolta, il settore di attività economica, la dimensione dell’azienda, il numero di ore settimanali lavorate, il guadagno mensile netto, la necessità del diploma di scuola secondaria superiore per il lavoro svolto, il canale utilizzato dal diplomato per trovare lavoro, l’eventuale partecipazione a corsi di formazione professionale organizzati dal datore di lavoro. Questa sezione è quella che in occasione dell’indagine 2001 ha conosciuto un ampliamento rilevante del numero di quesiti (passati da 37 a 57) che la compongono. In particolare, gli inserimenti più significativi sono relativi all’eventuale richiesta di una maturità specifica e/o di una votazione di diploma minima per accedere al lavoro, all’utilizzo del computer e delle lingue straniere nel lavoro, alla soddisfazione per diversi aspetti dell’attività lavorativa svolta, all’utilità per il lavoro della preparazione tecnico-professionale e delle conoscenze di cultura generale acquisite nella scuola superiore, alla persona che è stata più utile per iniziare l’attività lavorativa. Sul tema della ricerca di lavoro (sezione 6), accanto alla verifica della reale intenzione del diplomato di cercare un lavoro (tempo intercorso dall’ultima iniziativa concreta per cercare lavoro, disponibilità ad iniziarlo entro le due settimane successive all’intervista), vengono indagate anche le aspettative dell’intervistato riguardo agli aspetti principali del lavoro cercato (stabilità dell’impiego, tipo di orario preferito, lavoro dipendente/autonomo), le attese relative al trattamento economico, la disponibilità a lavorare all’estero e, più in generale, a trasferirsi. Il contesto socio-economico di provenienza del diplomato è ricostruito nella sezione 7. Gran parte delle notizie raccolte sulla famiglia di origine sono riferite a quando il diplomato aveva l’età di 14 anni ed interessano il titolo di studio, la condizione occupazionale e, in dettaglio, la posizione professionale dei genitori. Nel questionario di indagine del 2001 sono stati eliminati i quesiti relativi alla convivenza o meno con la famiglia d’origine; quesiti volti a chiarire se e quanto spesso le scelte di studio (o di lavoro) implichino il mantenimento fuori casa del ragazzo. Infine, le notizie anagrafiche dell’intervistato vengono verificate ed aggiornate nella sezione 8. I quesiti riguardano, in particolare, la cittadinanza, la provincia di residenza, il sesso, l’anno di nascita, la posizione rispetto agli obblighi di leva e lo stato civile. 225 5.1.4 I controlli di qualità Il sistema C.A.T.I. consente l’effettuazione di controlli già nella fase di rilevazione dei dati che si traducono in una più elevata qualità delle informazioni raccolte. Nella pratica, grazie alla rilevazione assistita da computer, tutte le regole applicate nella fasi di revisione, controllo e correzione dei dati, vengono inserite nel primo step dell’indagine statistica: la rilevazione dei dati. In questo modo è possibile prevenire il realizzarsi delle seguenti tipologie di errore [Istat 2001b]: a) errori di range sul dominio delle variabili; b) errori di rotta riguardanti il percorso da seguire nella somministrazione del questionario; c) errori di consistenza, ossia di coerenza tra quanto viene risposto ad una domanda rispetto a quanto dichiarato in una o più domande precedenti; d) errori di compatibilità o verosimiglianza, ossia di coerenza tra quanto viene risposto ad una domanda rispetto a quanto dichiarato in indagini effettuate in tempi precedenti. Al termine di ogni rilevazione effettuata con la metodologia C.A.T.I. possono rimanere tuttavia alcuni errori che devono essere individuati e corretti; si tratta principalmente di mancate risposte parziali226, di valori fuori range nei quesiti aperti e di incompatibilità tra variabili. Facendo riferimento al piano di controllo e correzione dei dati predisposto dall’Istat per l’indagine del 2001 sui diplomati della scuola secondaria superiore, si può rilevare che sono state utilizzate procedure che si avvalgono di criteri deterministici per le variabili quantitative e per quelle i cui valori corretti possono essere desunti da altre informazioni ottenute con l’intervista e di criteri probabilistici per le variabili qualitative. La documentazione pubblicata al riguardo dall’Istat pone in evidenza che per il 30 per cento delle variabili non è stato necessario operare alcun intervento, il 42 per cento circa è stato trattato in modo probabilistico, il 16 è stato sottoposto ad entrambi i tipi di correzione mentre per il rimanente 12 per cento la correzione operata è stata di tipo deterministico. È da notare, tuttavia, che gran parte degli interventi effettuati ha 226 Si tratta, in particolare, delle modalità di risposta “non sa/non ricorda”, “non vuole rispondere” e “non capisce la domanda”. 226 riguardato la riattribuzione delle modalità di risposta “non sa/non ricorda”, “non vuole rispondere” e “non capisce la domanda”. Il quadro complessivo delle correzioni eseguite consente tuttavia di valutare che globalmente è stato corretto solo lo 0,3 per cento del complesso dei dati raccolti. Concentrando invece l’attenzione sui record (uno per ogni diplomato intervistato) che compongono il file con i risultati dell’indagine in questione, si può concludere che il 66,8 per cento dei record non sono stati corretti, per il 28,1 per cento sono stati riscontrati e corretti al massimo due errori e che soltanto per il rimanente 5,1 per cento si sono resi necessari 3 o più interventi di correzione. 5.1.5 La diffusione dei dati I principali risultati delle indagini sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola secondaria superiore sono stati pubblicati dall’Istat all’interno della collana Informazioni (Tab. 5.4). La diffusione della documentazione relativa alla prima indagine, quella sulla leva di diplomati del 1995, è stata realizzata con il volume edito nel 1999, Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati. Nella pubblicazione sono illustrati i contenuti del questionario d’indagine, la metodologia della rilevazione e viene anche fornito un sintetico commento dei principali risultati. Il volume riporta i tassi di sostituzione dei diplomati dell’elenco base, distintamente, per genere, tipo di scuola, voto di maturità, residenza dei diplomati; non sono presenti invece indicazioni sui tassi di risposta relativi alle medesime variabili e le metodologie utilizzate per il controllo dei dati raccolti. Nell’appendice sono riportati i due modelli utilizzati per la rilevazione: la scheda informativa sui maturi compilata dalla scuola ed il questionario utilizzato per l’intervista telefonica ai diplomati. L’ampia documentazione statistica presente nel volume (oltre 200 pagine, per circa 70 tavole) si sviluppa riprendendo il percorso seguito dal questionario. In particolare, il piano di tabulazione affronta i capitoli relativi a: 1. Il curriculum scolastico 2. Occupati, studenti e in cerca di lavoro 3. Il lavoro svolto 4. Le esperienze lavorative e la ricerca di lavoro 227 5. Gli studi universitari 6. L’estrazione sociale. I risultati dell’indagine campionaria sono stati riportati, distintamente per genere e secondo i caratteri di stratificazione, all’universo di riferimento e cioè al totale dei diplomati del 1995. La documentazione pubblicata (dati assoluti e composizione percentuale) è distinta per genere, tipo di scuola e ripartizione geografica (della scuola, della residenza del diplomato). Il volume è corredato da un floppy disk che contiene tutte le tavole statistiche presenti nel volume in formato Excel. Tab. 5.4 – Pubblicazione dei risultati delle indagini sui percorsi di studio e di lavoro dei diplomati della scuola secondaria superiore Generazione sottoposta ad indagine Anno rilevazione Volumi pubblicati 1995 1998 Istat (1999), Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati. Indagine 1998, Informazioni, n. 29 2001 Istat (2002), Diplomati e mercato del lavoro. Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati. Indagine 2001, Informazioni, n. 441 Istat (2003), I diplomati e lo studio. Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati. Indagine 2001, Informazioni, n. 301 1998 1 Volume disponibile anche su Internet (www.istat.it). Assai più ampia ed articolata appare la diffusione dei risultati dell’indagine 2001. La documentazione è stata infatti raccolta in due differenti volumi tematici. Il primo volume, Diplomati e mercato del lavoro (edito nel 2002), approfondisce le intersezioni fra studio, lavoro e ricerca di un’occupazione. In dettaglio, la documentazione statistica (oltre 120 pagine, per 45 tavole) si articola nei seguenti capitoli: 1. Occupati e in cerca di lavoro 2. Il lavoro svolto 3. Le esperienze lavorative e la ricerca di lavoro. La pubblicazione è corredata da un floppy disk che contiene le tavole statistiche presenti nel volume ed altre tavole aggiuntive. In particolare, le 26 tavole aggiuntive, estendendo l’analisi a tutti i diplomati che lavorano in modo continuativo, consentono di approfondire il capitolo 2 (Il lavoro svolto), riferito soltanto a quanti svolgono un’attività lavorativa continuativa iniziata dopo il diploma. La documentazione 228 aggiuntiva assicura, inoltre, la possibilità di effettuare i confronti con i dati dell’indagine precedente. Il secondo volume, I diplomati e lo studio (pubblicato nel 2003), riporta la documentazione relativa al curriculum scolastico, alle scelte di studio post-diploma ed al rapporto fra famiglia di origine e scelte di studio e di lavoro dei diplomati. Le 76 tavole statistiche, presenti esclusivamente nel floppy disk allegato al volume, affrontano le seguenti tematiche: 1. Il curriculum degli studi 2. Gli studi universitari 3. Le interruzioni degli studi universitari 4. Gli studi non universitari 5. Le scelte dei diplomati e la famiglia di origine. I risultati dell’indagine campionaria sono riportati all’universo di riferimento. La documentazione pubblicata in entrambi i volumi (dati assoluti e composizione percentuale) è quindi riferita al complesso dei diplomati ed è presentata distintamente per genere, tipo di scuola e ripartizione geografica (della scuola, della residenza del diplomato). Queste due pubblicazioni riprendono, ampliandola, l’impostazione seguita nel volume relativo all’indagine precedente. Dopo un’analisi sintetica dei risultati più rilevanti emersi, vengono illustrate le caratteristiche principali dell’indagine, il disegno di campionamento e le metodologie utilizzate per il controllo dei dati raccolti. I volumi riportano i tassi di rifiuto, distintamente, per genere, tipo di scuola, voto di maturità, residenza dei diplomati; non sono presenti invece indicazioni sui tassi di risposta relativi alle medesime variabili. Nell’appendice sono riportati i due modelli utilizzati per la rilevazione: la scheda informativa sui maturi compilata dalla scuola ed il questionario utilizzato per l’intervista telefonica ai diplomati. L’intera documentazione dell’indagine 2001 (volumi e tavole allegate) è stata resa disponibile sul sito Internet dell’Istat prima della pubblicazione dei corrispondenti volumi cartacei. 229 É inoltre acquisibile il file standard contenente i microdati di entrambe le indagini227. 5.2. L’indagine sull’inserimento professionale dei diplomati universitari 5.2.1 Le fasi della rilevazione Le indagini realizzate nel 1999 e nel 2002228 sono articolate in due distinte fasi: la prima di tipo postale/telematica rivolta alle università ed alle altre istituzioni d’istruzione superiore (istituti superiori di educazione fisica, ecc.); la seconda indirizzata ai diplomati universitari ed a quanti hanno conseguito un diploma di una scuola diretta a fini speciali e realizzata tramite interviste telefoniche con il sistema CATI (Computer Assisted Telephone Interview). Lo schema (Tab. 5.5) riportato di seguito, sintetizza le principali caratteristiche delle due indagini condotte dall’Istat sull’inserimento professionale dei diplomati universitari. Nella prima fase è stato realizzato un censimento dei diplomati universitari dell’anno solare oggetto di indagine presso tutte le università e tutte le altre istituzioni d’istruzione superiore del nostro Paese. Per portare a compimento tale operazione l’Istituto Nazionale di Statistica ha richiesto ad ogni sede di fornire su supporto magnetico la documentazione necessaria. In particolare, le informazioni richieste per ciascun diplomato riguardavano: - il nominativo; - la residenza (o il recapito); - il numero di telefono; - il sesso; - il mese e l’anno di conseguimento del diploma universitario; - il voto di diploma universitario e la relativa scala (110-mi, 100-mi, ecc.); - il numero di eventuali anni fuori corso; - il corso e la sede universitaria di conseguimento del titolo; - l’eventuale presenza, al momento dell’iscrizione, del numero programmato di immatricolazioni per quel corso; 227 I microdati (file standard) si possono ottenere, “su richiesta motivata e previa autorizzazione del Presidente dell'Istituto, anonimi e privi di ogni riferimento che ne permetta il collegamento con singole persone fisiche e giuridiche (art. 10 d.lgs 322/89)”[www.istat.it]. 228 Quella del 2002 resterà l’ultima indagine realizzata nel campo dell’inserimento professionale dei diplomati universitari. A seguito della riforma universitaria avviata nell’a.a. 2000-01, infatti, i corsi di diploma universitario sono divenuti ad esaurimento o trasformati in lauree triennali. 230 - il numero di eventuali cambi di corso. Questa fase, per l’indagine 1999, è durata oltre un anno a causa dei ritardi determinati dalla complessa individuazione di un referente in ciascun ateneo e della incompleta informatizzazione degli archivi di alcune università. Il superamento di queste problematiche ha permesso di ridurre sensibilmente i tempi della rilevazione censuaria dei diplomati nel corso della seconda indagine. La documentazione raccolta con la rilevazione Istat/Miur sull’istruzione universitaria ha consentito di verificare la completezza degli elenchi trasmessi dagli atenei. Dopo un ulteriore controllo operato sulle informazioni relative alla residenza ed al recapito telefonico, si è proceduto infine alla costruzione dell’archivio base per la rilevazione, costituito dall’insieme dei file inviati dalle università. Nella seconda fase dell’indagine si è proceduto ad intervistare i diplomati dell’archivio messo a punto attraverso le operazioni della fase precedente. In considerazione del numero relativamente contenuto di unità da rilevare, l’Istat ha deciso di procedere ad un’indagine totale contattando tutti diplomati censiti. Analogamente alle altre indagini sulla transizione, la rilevazione telefonica è stata condotta utilizzando un questionario somministrato tramite metodo CATI. Con l’obiettivo di sensibilizzare i rispondenti, prima dell’inizio di entrambe le rilevazioni è stata inviata a tutti i diplomati inseriti nel campione una lettera del Presidente dell’Istat che preannunciava la telefonata. La prima indagine ha riguardato 8.480 diplomati del 1996 (il 65,5 per cento dell’intero universo di riferimento) intervistati fra il 30 marzo ed il 2 giugno 1999, ad un intervallo dal conseguimento del titolo compreso, quindi, tra 27 e 41 mesi circa. Rilevante è risultata la quota di mancati contatti (oltre il 32% del complesso dei diplomati) determinati, in particolare, da numeri di telefono inesistenti o errati (13,6%), da diplomati senza numero di telefono o non rintracciabili (6,2%), da diplomati trasferiti o non reperibili (6,2%). La seconda rilevazione ha interessato, invece, 13.469 diplomati del 1999 (il 73,3 per cento dell’intero universo di riferimento) intervistati fra il 17 settembre ed il 13 dicembre 2002, circa tra 33 e 46 mesi dopo la conclusione dei loro studi. 231 Tab. 5.5 – Inserimento professionale dei diplomati universitari: principali caratteristiche delle indagini Istat Indagine 1999 Indagine 2002 totale totale 63 75 1996 8.480 1999 13.469 Fasi dell’indagine: I. università altre istituzioni istruzione superiore II. diplomati censimento diplomati intervista censimento diplomati intervista Metodologia di indagine: - università altre istituzioni istruzione superiore - diplomati postale telefonica (CATI) postale/telematica telefonica (CATI) marzo 1997 aprile 1998 aprile 2000 ottobre 2000 30 marzo 2 giugno 17 settembre 13 dicembre 27 - 41 mesi 33 - 46 mesi 5.550 65,5 9.870 73,3 2,1 2,8 12’ 42’’ 11’ 30” Tipologia indagine Università e altre istituzioni istruzione superiore interessate dall’indagine Universo diplomati da indagare - anno conseguimento titolo - n. diplomati universitari o di scuole dirette a fini spec. Periodo svolgimento censimento diplomati Periodo svolgimento interviste telefoniche (CATI) Intervallo fra conseguimento diploma e intervista Diplomati intervistati v.a. % su universo Rifiuti interviste (% su universo) Durata media intervista 5.2.2 I modelli di rilevazione Il questionario utilizzato per le due indagini prevede cinque sezioni tematiche, ulteriormente articolate al loro interno (Tab. 5.6) ed è stato costruito in modo da consentire l’opportuna confrontabilità con i risultati ottenuti nelle altre due indagini sulla transizione e l’integrazione con altre fonti statistiche, in primo luogo l’indagine sulle forze di lavoro. Il curriculum scolastico ed universitario nonché le ulteriori attività di qualificazione sono le tematiche affrontate nella sezione 1. Le informazioni raccolte riguardano il tipo ed il voto di maturità, il conseguimento di un altro titolo universitario, le eventuali precedenti esperienze universitarie non concluse, i tratti distintivi del percorso che si è concluso con il conseguimento del diploma universitario (regolarità negli studi, 232 assiduità nella frequenza delle lezioni, partecipazione a stage/tirocinio, attività lavorativa durante gli studi, ecc.). Tab. 5.6 – Struttura e principali contenuti del questionario utilizzato per le indagini Istat sull’inserimento professionale dei diplomati universitari Sezioni questionario Argomenti comuni ai questionari di entrambi le indagini n. quesiti 1999 2002 Differenze fra i questionari delle due indagini 1. Curriculum - tipo maturità conseguita - voto di maturità - eventuale conseguimento di un altro titolo universitario - precedenti esperienze universitarie interrotte - regolarità del percorso di studi relativo al diploma - voto di diploma - principale motivo della scelta del corso di diploma - assiduità nella frequenza delle lezioni - partecipazione a stage/tirocinio - eventuale trasferimento conseguente all’iscrizione all’università - attività lavorativa durante gli studi - valutazione dell’ipotesi di reiscrizione allo stesso corso di diploma - attività di studio/formazione successive al diploma 38 31 quesiti eliminati dal questionario 2002: - area disciplinare dell’eventuale altro titolo universitario conseguito - anno di prima immatricolazione all’università - esami superati nella precedente esperienza universitaria interrotta - valutazioni sul docente titolare dell’ultimo insegnamento obbligatorio frequentato 2. Lavoro - attività lavorative iniziate dopo il diploma concluse o interrotte - motivo della eventuale non ricerca del lavoro - stabilità del lavoro svolto al momento dell’intervista - lavoro a tempo pieno o part-time - posizione nella professione - professione svolta - settore di attività economica - dimensione azienda - numero di ore lavorate - retribuzione - soddisfazione per diversi aspetti del lavoro svolto - necessità del diploma per il lavoro svolto - canale utilizzato per trovare il lavoro - eventuale partecipazione a corsi di formazione organizzati dal datore di lavoro 40 49 nuovi quesiti inseriti nel questionario 2002: - svolgimento al momento dell’intervista di un’attività di formazione retribuita - eventuale richiesta per accedere al lavoro di una votazione di diploma minima - eventuale utilizzo del computer e delle lingue straniere nel lavoro - persona che è stata più utile per iniziare l’attività lavorativa 233 3. Ricerca di lavoro - tempo intercorso dall’ultima iniziativa concreta di ricerca di lavoro - disponibilità ad iniziare il lavoro entro le due settimane successive all’intervista - aspettative riguardo ad alcuni aspetti del lavoro cercato (tipo di orario, lavoro alle dipendenze/autonomo) - attese retributive - disponibilità a lavorare all’estero e a trasferirsi 7 7 nessuna differenza significativa 4. Notizie sulla famiglia di origine - n. fratelli e sorelle - titolo di studio dei genitori - condizione occupazionale dei genitori - posizione nella professione dei genitori - professione del padre 16 15 quesiti eliminati dal questionario 2002: - professione della madre 5. Notizie anagrafiche - cittadinanza - sesso - anno di nascita - stato civile - posizione rispetto agli obblighi di leva - provincia di residenza - provincia di lavoro 12 12 nessuna differenza significativa La ricostruzione della storia lavorativa del diplomato a partire dal conseguimento del titolo (attività lavorative iniziate dopo il diploma concluse o interrotte; motivo della eventuale non ricerca del lavoro) e l’analisi approfondita dei principali aspetti dell’attività lavorativa svolta al momento dell’intervista sono indagati nella sezione 2. L’attenzione, in questo ambito, si concentra sulla tipologia del lavoro svolto (saltuario, stagionale, continuativo; a tempo pieno, part-time), la posizione nella professione, la professione svolta, il settore di attività economica, la dimensione dell’azienda, il numero di ore settimanali lavorate, il guadagno mensile netto, la necessità del diploma universitario conseguito per il lavoro svolto, il canale utilizzato dal diplomato per trovare lavoro, l’eventuale partecipazione a corsi di formazione professionale organizzati dal datore di lavoro, la soddisfazione per diversi aspetti dell’attività lavorativa svolta. La sezione dedicata al lavoro è stata ampliata in occasione dell’indagine 2002; i nuovi quesiti introdotti hanno riguardato l’eventuale svolgimento al momento dell’intervista di un’attività di formazione retribuita (stage/tirocinio, praticantato, borsa di studio o di lavoro, ecc.), la richiesta di una votazione di diploma minima per accedere al lavoro, l’utilizzo per il lavoro del computer e delle lingue straniere, le informazioni relative alla persona che è stata più utile per iniziare l’attività lavorativa. 234 Sul tema della ricerca di lavoro (sezione 3), accanto alla verifica della reale intenzione del diplomato di cercare un lavoro (tempo intercorso dall’ultima iniziativa concreta per cercare lavoro, disponibilità ad iniziarlo entro le due settimane successive all’intervista), vengono indagate anche le aspettative dell’intervistato riguardo agli aspetti principali del lavoro cercato (tipo di orario preferito, lavoro dipendente/autonomo), le attese relative al trattamento economico, la disponibilità a lavorare all’estero e, più in generale, a trasferirsi. Il contesto socio-economico di provenienza del diplomato è ricostruito nella sezione 4. Gran parte delle notizie raccolte sulla famiglia di origine sono riferite a quando il diplomato aveva l’età di 14 anni ed interessano il titolo di studio, la condizione occupazionale e, in dettaglio, la posizione professionale dei genitori. Infine, le notizie anagrafiche dell’intervistato vengono verificate ed aggiornate nella sezione 5. I quesiti riguardano, in particolare, la cittadinanza, la provincia di residenza, il sesso, l’anno di nascita, la posizione rispetto agli obblighi di leva e lo stato civile. La sezione 1, relativa al curriculum, e le sezioni poste alla fine del questionario (sezioni 4 e 5), dedicate all’approfondimento delle caratteristiche della famiglia di origine e delle notizie anagrafiche del diplomato, sono rivolte a tutti gli intervistati. Le sezioni 2 e 3 che affrontano le tematiche del lavoro e della ricerca del lavoro sono riferite, rispettivamente, a quanti al momento dell’intervista risultano occupati ed ai diplomati che (occupati o non) ricercano attivamente un lavoro229. 5.2.3 I controlli di qualità Il sistema C.A.T.I. consente, come è stato evidenziato in precedenza, l’effettuazione di controlli già nella fase di rilevazione dei dati che si traducono in una più elevata qualità delle informazioni raccolte. Al termine di ogni rilevazione effettuata con la metodologia C.A.T.I. rimangono tuttavia alcuni errori che devono essere individuati e corretti; si tratta principalmente di 229 Un percorso particolare riguarda quanti sono in possesso di un titolo universitario conseguito prima del diploma universitario del 1996 (o del 1999). Per questi casi dopo la sezione 1 (curriculum) è previsto un salto alle sezioni 4 (notizie sulla famiglia di origine) e 5 (notizie anagrafiche). Tale scelta è motivata dalla considerazione che l’inserimento professionale di questi diplomati è più legato al titolo conseguito precedentemente che non al diploma del 1996 (o del 1999). 235 mancate risposte parziali230, di valori fuori range nei quesiti aperti e di incompatibilità tra variabili. Il piano di controllo e correzione dei dati predisposto dall’Istat per l’indagine sui diplomati universitari del 1999 è, analogamente alle altre indagini sulla transizione, basato su procedure che si avvalgono di criteri deterministici per le variabili quantitative e per quelle i cui valori corretti possono essere desunti da altre informazioni ottenute con l’intervista e di criteri probabilistici per le variabili qualitative. La documentazione pubblicata al riguardo dall’Istat pone in evidenza che globalmente è stato corretto solo lo 0,6 per cento del complesso dei dati raccolti. Concentrando l’attenzione sui record (uno per ogni diplomato intervistato) che compongono il file con i risultati dell’indagine in questione, si può invece concludere che il 65,3 per cento dei record non sono stati corretti, per il 27,9 per cento sono stati riscontrati e corretti al massimo due errori e che soltanto per il rimanente 6,8 per cento si sono resi necessari 3 o più interventi di correzione. 5.2.4 La diffusione dei dati La diffusione della documentazione relativa alla prima indagine, quella effettuata sulla leva di diplomati universitari del 1996, è stata realizzata con il volume (pubblicato nel 2001) Inserimento professionale dei diplomati universitari (Tab. 5.7). Nella pubblicazione vengono illustrati i contenuti del questionario d’indagine, un sintetico commento dei principali risultati e la metodologia della rilevazione. Il quadro che emerge dal volume appare privo delle informazioni relative al tempo trascorso fra il conseguimento del diploma e l’intervista telefonica, ai tassi di risposta (per genere, ateneo, gruppi di corsi, residenza del diplomato, ecc.). Nell’appendice è inoltre riportato il questionario utilizzato per l’intervista telefonica ai diplomati universitari. L’ampia documentazione statistica presente nel volume (220 pagine, per oltre 60 tavole) propone un piano di tabulazione articolato nei seguenti capitoli: 1. Il curriculum degli studi 2. Occupati e in cerca di lavoro 3. La condizione occupazionale 230 Si tratta, in particolare, delle modalità di risposta “non sa/non ricorda”, “non vuole rispondere” e “non capisce la domanda”. 236 4. Le esperienze lavorative e la ricerca di lavoro 5. L’estrazione sociale. I risultati dell’indagine (dati assoluti e composizione percentuale) sono presentati distintamente per genere, gruppi231 e corsi di diploma e ripartizione geografica (dell’ateneo, della residenza del diplomato). Il volume è corredato da un floppy disk che contiene l’intera pubblicazione, comprese le tavole statistiche in formato Excel. Una sintesi del volume contenente una breve presentazione dell’indagine e l’intera documentazione quantitativa è disponibile sul sito Internet dell’Istat. Tab. 5.7 – Pubblicazione dei risultati delle indagini sull’inserimento professionale dei diplomati universitari Generazione sottoposta ad indagine Anno rilevazione Volumi pubblicati 1996 1999 Istat (2001), Inserimento professionale dei diplomati universitari. Indagine 1999, Informazioni, n. 211 1999 2002 Istat (2003), Inserimento professionale dei diplomati universitari. Indagine 2002, Statistiche in breve2 1 2 Sintesi volume disponibile su Internet (www.istat.it). Pubblicazione disponibile anche su Internet (www.istat.it). I risultati della seconda indagine (condotta nel 2002) sono stati diffusi fino ad ora soltanto attraverso un numero delle Statistiche in breve che illustra i tratti essenziali dell’inserimento professionale dei diplomati universitari 1999. La pubblicazione, oltre a delineare la condizione occupazionale dei diplomati a tre anni dal conseguimento del titolo, analizza la stabilità del lavoro, le retribuzioni, la coerenza fra titolo di studio conseguito e professione svolta, la soddisfazione dichiarata dai diplomati per diversi aspetti dell’attività lavorativa. Ovviamente, anche la documentazione a corredo è costituita da un apparato di tavole e grafici assai contenuto. Anche questa pubblicazione è disponibile sul sito Internet dell’Istat. 231 La classificazione adottata raggruppa i corsi di diploma e le scuole dirette a fini speciali in 11 differenti gruppi: scientifico e chimico-farmaceutico, medico, ingegneria e architettura, agrario, economico-statistico, politico-sociale, giuridico, letterario, linguistico, insegnamento, educazione fisica [Cfr. Istat, 2001a]. 237 Attualmente è in corso di stampa il volume della collana Informazioni I diplomati universitari e il mercato del lavoro che, a breve termine, sarà reso disponibile sul sito dell’Istat. L’Istat, coerentemente alla normativa vigente sulla privacy, non prevede la diffusione dei file standard delle indagini totali, come è appunto quella relativa ai diplomati universitari. Esiste tuttavia la possibilità di consultare tali microdati presso il Laboratorio per l’Analisi dei Dati ELEmentari (ADELE) dell’Istat. 5.3. L’indagine sull’inserimento professionale dei laureati232 5.3.1 Le fasi della rilevazione Ciascuna delle cinque indagini condotte dall’Istat sulla transizione università/lavoro è stata realizzata in due fasi distinte. La prima fase era finalizzata alla costruzione dell’universo di riferimento attraverso il censimento dei laureati presso tutte le università e tutte le altre istituzioni d’istruzione superiore del nostro Paese ed alla successiva estrazione dei laureati da contattare. La seconda fase prevedeva, invece, la raccolta delle informazioni richieste ai laureati attraverso la somministrazione del questionario di rilevazione per posta o, nel caso dell’indagine 2001, tramite intervista telefonica. 232 Il progetto di ricerca sull’inserimento professionale dei laureati fu predisposto nella seconda metà degli anni ’80 da una Commissione presieduta dal prof. Zuliani e composta da esperti interni ed esterni all’Istat. Il progetto, a fianco dell’indagine a carattere trasversale condotta a tre anni dal conseguimento del titolo, prevedeva anche la costituzione di un panel di laureati da sottoporre a successive rilevazioni di tipo longitudinale. Riprendendo e sviluppando queste indicazioni, l’Istat ha effettuato nel 1991 un’indagine longitudinale sugli sbocchi professionali dei laureati, intervistando nuovamente i laureati del 1986 che avevano risposto alla prima indagine del 1989. Il campione era composto da 9.712 laureati (dei 9.760 che avevano compilato il questionario dell’indagine 1989). Anche per questa rilevazione il questionario è stato inviato ai laureati per posta. Il questionario, composto da un numero ridotto di sezioni e di quesiti, era finalizzato a raccogliere informazioni riferite quasi esclusivamente all’ambito lavorativo e, in particolare, ai cambiamenti di stato (passaggi dalla condizione di disoccupato a quella di occupato, e viceversa) intervenuti nei due anni successivi alla prima intervista. Le tre sezioni del questionario affrontavano: le notizie generali dell’intervistato (condizione occupazionale, tipologia contrattuale, eventuale ricerca di lavoro o motivi della non ricerca, cambiamenti intervenuti nell’attività lavorativa svolta nella precedente indagine), le informazioni sul lavoro attuale (necessità della laurea ed utilizzo delle competenze universitarie nel lavoro svolto, posizione nella professione, professione svolta, settore di attività economica, ecc.), le notizie anagrafiche (provincia e comune di residenza, provincia e comune di lavoro). I laureati che hanno risposto alla seconda intervista sono stati pari a 7.090 (il 73% dei laureati ai quali era stato inviato il questionario; il 52,5% del campione selezionato per l’indagine 1989). I risultati dell’indagine, che non è mai stata replicata, sono stati presentati nella pubblicazione Indagine longitudinale sugli sbocchi professionali dei laureati [Cfr. Istat, 1994b]. 238 Lo schema (Tab. 5.8) riportato di seguito, sintetizza le principali caratteristiche delle cinque indagini condotte dall’Istat sull’inserimento professionale dei laureati. La costruzione dell’universo di riferimento si è rivelata, soprattutto in occasione della prima indagine, un’operazione assai lunga e complessa. La predisposizione degli elenchi completi di nome, cognome, indirizzo e corso di laurea degli oltre 72.000 laureati del 1986 si è dovuta infatti scontrare con una situazione dove soltanto il 60% degli atenei aveva informatizzato (a volte parzialmente) i propri archivi studenti/laureati. Proprio la consapevolezza di tale realtà ha indotto l’Istat a richiedere ad ogni sede universitaria l’invio degli elenchi dei laureati su supporto cartaceo. La fase di formazione delle liste individuali dei laureati è risultata più semplice e decisamente più rapida in occasione della rilevazione condotta nel 2001. L’Istat ha impiegato, infatti, soltanto sette mesi - rispetto ai tredici dell’indagine precedente (1998) - per portare a compimento tale operazione. Tuttociò, grazie all’ampia informatizzazione degli archivi degli atenei ed al maggior utilizzo della posta elettronica (la prima fase nelle quattro indagini precedenti era stata svolta interamente attraverso la posta ordinaria). Per l’indagine 2001, gli elenchi informatici, predisposti dagli atenei secondo il tracciato indicato dall’Istituto Nazionale di Statistica, contenevano per ciascun laureato le seguenti informazioni: - il nominativo; - la residenza; - il numero di telefono; - il sesso; - il mese e l’anno di conseguimento della laurea; - il voto di laurea e la relativa scala (110-mi, 100-mi); - il numero di eventuali anni fuori corso. La raccolta di questa documentazione aveva il duplice scopo di consentire controlli di coerenza con alcune delle risposte fornite dagli intervistati, migliorando conseguentemente la qualità delle informazioni raccolte, e di costruire il profilo del “non rispondente”. Le liste dei laureati trasmesse da tutte le sedi universitarie hanno costituito, dopo un’attenta verifica con i dati della rilevazione Istat/Miur sull’istruzione universitaria, 239 l’universo di riferimento dal quale estrarre, secondo il disegno di campionamento definito, il campione dei laureati da intervistare. La seconda fase è consistita nella raccolta delle informazioni sui percorsi universitari e su quelli successivi al conseguimento del titolo dei laureati appartenenti al campione. Tuttociò è stato realizzato nelle prime quattro rilevazioni (1989, 1991, 1995 e 1998) con un questionario postale autocompilato e, nell’indagine del 2001, attraverso interviste telefoniche con il sistema CATI. Tab. 5.8 – Inserimento professionale dei laureati: principali caratteristiche delle indagini Istat Indagini Tipologia indagine 1989 1991 1995 1998 2001 campionaria ad uno stadio campionaria ad uno stadio campionaria ad uno stadio campionaria ad uno stadio campionaria ad uno stadio 60 61 51 59 64 1986 72.124 1988 76.183 1992 88.318 1995 105.097 1998 129.307 censimento laureati censimento laureati censimento laureati censimento laureati censimento laureati intervista intervista intervista intervista intervista postale postale postale postale postale postale postale postale postale/ telematica telefonica (CATI) gennaio giugno gennaio maggio gennaio settembre gennaio settembre settembre dicembre 25- 41 mesi 25- 40 mesi 25- 44 mesi 25- 44 mesi 33 - 47 mesi 13.514 18,7 16.920 22,2 21.173 24,0 25.716 24,5 30.052 23,2 9.760 13,5 72,2 11.952 15,7 70,6 13.511 15,3 63,8 17.326 16,5 67,4 20.844 16,1 69,4 Università e altre istituzioni d’istruzione superiore interessate dall’indagine Universo laureati da indagare - anno conseguimento titolo - n. laureati Fasi dell’indagine: I. università, altre istituzioni d’istruzione superiore II. laureati Metodologia di indagine: - università, altre istituzioni d’istruzione superiore - laureati Periodo svolgimento interviste laureati Intervallo fra conseguimento laurea e intervista Numerosità campionaria v.a. % su universo Laureati intervistati v.a. % su universo % su campione n.d.: informazione non disponibile. 240 La scelta iniziale di utilizzare uno strumento postale è stata dettata dalla considerazione che l’indagine si rivolgeva ad un gruppo di persone selezionate e che il tema proposto era di grande interesse per gli interpellati233. La scelta dell’Istat di adottare per l’indagine 2001 la metodologia CATI è riconducibile, invece, all’esigenza di una maggiore integrazione con le altre due indagini sulla transizione scuola e università/lavoro nonché ai molteplici vantaggi derivanti dall’uso delle indagini telefoniche (maggiore tempestività, maggiore correttezza dei dati rilevati, monitoraggio simultaneo della rilevazione, minori costi)234. Analogamente alle altre due rilevazioni sulla transizione, l’avvio della rilevazione telefonica del 2001 è stata preceduta dall’invio ad ogni laureato di una lettera, firmata dal Presidente dell’Istat, che preannunciava ed invitava a partecipare a tale iniziativa. Limitandosi ad operare un confronto fra la prima e la quinta indagine, quelle che presentano la documentazione a supporto più dettagliata (Cfr. Par. 5.3.5), si può ricordare che l’indagine del 1989 ha riguardato 9.760 laureati del 1986 (il 13,5% dell’intero universo di riferimento; il 72,2% dei laureati a cui era stato spedito il questionario) che hanno compilato il questionario fra gennaio e giugno 1989, ad un intervallo dal conseguimento del titolo compreso, quindi, tra 25 e 41 mesi circa; la quinta rilevazione ha interessato, invece, 20.844 laureati del 1998 (il 16,1% dell’intero universo di riferimento, il 69,4% della numerosità teorica del campione) intervistati fra settembre e dicembre 2001, circa tra 33 e 47 mesi dopo la conclusione dei loro studi. In particolare, le interviste hanno riguardato soltanto il 57,3% del complesso dei 36.373 laureati che si è tentato di contattare. Assai rilevante è risultata, in quest’ultima indagine, la quota di mancati contatti (il 39% di tutti i laureati che si è tentato di contattare) determinati, in particolare, da numeri di telefono inesistenti o errati (13,5%), da laureati senza recapito telefonico o non rintracciabile (10,9%), da assenza del laureato da intervistare (6,3%). Mentre i rifiuti sono stati pari al 2,4% di tutti gli individui che si è tentato di raggiungere. 233 Un’indagine pilota, condotta nel marzo 1988 attraverso un questionario postale inviato ad un campione di 1.602 laureati del 1985 di sette sedi universitarie (Firenze, Genova, Modena, Napoli, Padova, Sassari e Torino), aveva consentito di valutare con attenzione le problematiche connesse a tale tipologia di rilevazione. Tale indagine, in particolare, aveva lo scopo di: a) testare il questionario; b) stimare la variabilità di alcuni caratteri; c) verificare la reperibilità dei laureati; d) valutare la consistenza delle mancate risposte; e) valutare l’efficacia dei solleciti postali e telefonici. L’esito positivo della sperimentazione (75% di rispondenti con un solo sollecito) ha consentito l’avvio, dopo pochi mesi, della prima indagine sugli sbocchi occupazionali dei laureati [Cfr. Istat, 1988]. 234 Cfr. Istat, 2001b. 241 5.3.2 Il disegno di campionamento Il disegno di campionamento adottato nelle cinque indagini sui laureati è ad uno stadio stratificato e la stratificazione delle unità di analisi e di campionamento, i laureati, è stata definita sulla base dell’incrocio tra le seguenti variabili: - sede universitaria e corso di laurea (per le indagini 1989 e 1991); - sesso, sede universitaria e corso di laurea (per le indagini 1995235, 1998 e 2001). La mancata disponibilità della classificazione dei laureati italiani secondo il sesso, la sede universitaria ed il corso di laurea, carenza in larga parte riconducibile alla limitata informatizzazione degli archivi studenti/laureati delle università (Cfr. Par. 5.3.1), ha determinato l’impossibilità di includere il genere fra le variabili di stratificazione delle prime due rilevazioni. Limitandosi ad illustrare gli elementi più rilevanti del campionamento effettuato per l’indagine più recente (2001), si può rilevare che gli strati definiti sono risultati pari a 2.253. La numerosità campionaria complessiva è stata determinata in modo da garantire un prefissato grado di precisione delle stime riferite ai diversi domini di interesse236. Sempre con riferimento al 2001, la dimensione campionaria teorica complessiva è stata determinata pari a 30.052 unità. Una volta definite le numerosità campionarie teoriche negli strati, la selezione delle unità campionarie è stata effettuata senza reimmissione e con probabilità uguali. Per risolvere il problema dell’elevato numero di mancate risposte totali, nel corso della rilevazione è stato necessario selezionare un ulteriore campione composto da 6.321 laureati. 235 Per l’indagine 1995 sono stati progettati due distinti campioni: uno per i maschi ed uno per le femmine; ciascuno stratificato sulla base dell’incrocio tra sede universitaria e corso di laurea. 236 Per l’indagine 2001, i principali domini di interesse sono l’intero territorio nazionale, le cinque ripartizioni geografiche (nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole), i quattordici gruppi di corsi di laurea incrociati con il sesso e, per un numero limitato di stime, le regioni. Per la formalizzazione del procedimento per il calcolo delle stime Cfr. Istat, 2004, pp. 50-58. 242 5.3.3 I modelli di rilevazione La struttura ed i quesiti dei modelli di rilevazione sono mutati in misura assai limitata nel corso delle prime tre indagini sull’inserimento professionale dei laureati (1989, 1991 e 1995). La creazione di un sistema integrato di indagini sulla transizione studio-lavoro ha reso invece indispensabile procedere ad un’ampia rivisitazione dello strumento di rilevazione a partire dall’indagine del 1998. La struttura dei questionari utilizzati per la quarta (1998) e per la quinta indagine (2001) è stata quindi fortemente modificata anche al fine di garantire la confrontabilità con le informazioni raccolte nelle altre due indagini sulla transizione dei diplomati della scuola secondaria superiore e dei diplomati universitari. a) Le indagini 1989, 1991 e 1995 Il questionario utilizzato per le prime tre indagini prevedeva sei sezioni tematiche, ulteriormente articolate al loro interno (Tab. 5.9). Le notizie generali (sezione 1), raccolte con riferimento a tutti i laureati, riguardano le informazioni relative alle eventuali attività di studio/formazione in corso, allo status occupazionale al momento dell’intervista e prima della laurea, al motivo della eventuale non ricerca del lavoro ed ai tempi di inizio della ricerca di lavoro. Le caratteristiche principali dell’attività lavorativa svolta dai laureati occupati al momento dell’intervista (posizione nella professione, professione svolta, settore di attività economica, area aziendale) sono approfondite nella sezione 2. In tale ambito viene anche indagato il grado di soddisfazione per diversi aspetti del lavoro, la necessità della laurea e l’utilità della formazione universitaria per il lavoro svolto, i tempi ed i canali utilizzati per la ricerca del lavoro, l’eventuale svolgimento di una seconda attività retribuita e la ricerca di una nuova occupazione. I quesiti rivolti ai laureati (occupati e non occupati) alla ricerca di un lavoro (sezione 3), analizzano le tipologie ed i tempi delle iniziative di ricerca compiute, gli aspetti più rilevanti del lavoro cercato, le attese relative al trattamento economico, la disponibilità a lavorare nelle diverse aree geografiche. Il percorso universitario di tutti gli intervistati (voto di laurea, eventuali cambiamenti di corso, regolarità negli studi, esperienza lavorativa durante gli studi) viene esaminato nella sezione 4, insieme alle informazioni sulle attività (concluse o interrotte) di studio/formazione successive alla laurea, alla posizione rispetto agli obblighi di leva ed 243 all’eventuale superamento dell’esame di stato. A partire dalla rilevazione 1991, questa sezione è stata rivisitata e leggermente ampliata; i nuovi quesiti inseriti hanno riguardato gli eventuali cambi di sede universitaria, la condizione di fuori sede durante gli studi universitari e la valutazione sulla laurea conseguita in riferimento alla possibile utilizzazione per il lavoro. Il contesto socio-economico di provenienza del laureato è ricostruito nella sezione 5. Le notizie raccolte sulla famiglia di origine riguardavano il titolo di studio, la condizione occupazionale e la posizione professionale dei genitori. Infine, le notizie anagrafiche dell’intervistato vengono verificate ed aggiornate nella sezione 6. I quesiti riguardano, in particolare, il sesso, l’anno di nascita, lo stato civile, la provincia ed il comune di residenza al momento dell’intervista e dell’iscrizione all’università, la provincia ed il comune di lavoro. Tab. 5.9 – Struttura e principali contenuti del questionario utilizzato per le indagini Istat 1989, 1991 e 1995 sull’inserimento professionale dei laureati Sezioni questionario n. quesiti Argomenti comuni ai questionari delle tre indagini Differenze fra i questionari delle tre indagini 1989 1991 1995 1. Notizie generali - attività di studio/formazione in corso - status occupazionale al momento dell’intervista e prima della laurea - stabilità lavoro svolto - motivo della eventuale non ricerca del lavoro - tempi di inizio, dopo la laurea, della ricerca del lavoro 10 10 13 quesiti inseriti a partire dal questionario 1995: - eventuale conseguimento di un’altra laurea 2. Lavoro attuale - posizione nella professione - professione svolta - settore di attività economica - area aziendale - soddisfazione per diversi aspetti del lavoro - necessità della laurea per il lavoro svolto - utilizzazione nel lavoro della formazione universitaria - motivazioni che hanno condotto alla scelta del lavoro svolto - canale utilizzato per trovare il lavoro - tempo intercorso fra conseguimento della laurea e inizio del primo lavoro - tempi di avvio della ricerca e di inizio del lavoro svolto al momento dell’intervista - eventuale svolgimento di una seconda attività retribuita 18 18 19 quesiti inseriti a partire dal questionario 1995: - dimensione azienda 244 - eventuale ricerca di un nuovo lavoro 3. Ricerca di lavoro - tipo lavoro cercato (dipendente/autonomo) - tipo di iniziativa concreta di ricerca di lavoro intrapresa - tempo intercorso dall’ultima azione di ricerca di lavoro - aspetti più rilevanti del lavoro cercato - grado di disponibilità a lavorare nelle diverse aree geografiche 5 5 5 4. Curriculum - tipo maturità conseguita - voto di laurea - eventuali cambi di corso durante l’esperienza universitaria - regolarità negli studi universitari - eventuale lavoro svolto durante gli studi universitari - valutazione dell’ipotesi di reiscrizione all’università - posizione rispetto agli obblighi di leva - attività di studio/formazione successive alla laurea concluse o interrotte - superamento esame di stato 15 21 21 5. Notizie sulla famiglia - titolo di studio dei genitori - condizione occupazionale dei genitori - posizione nella professione dei genitori 8 8 8 6. Notizie anagrafiche - sesso - anno di nascita - stato civile - provincia e comune di residenza al momento dell’intervista e dell’iscrizione all’università - provincia e comune di lavoro 12 11 11 nessuna differenza significativa quesiti inseriti a partire dal questionario 1991: - eventuali cambi di sede universitaria - valutazione sulla laurea conseguita in riferimento alla possibile utilizzazione per il lavoro - condizione di fuori sede durante gli studi universitari quesiti eliminati a partire dal questionario 1991: - conseguimento abilitazione insegnamento nessuna differenza significativa quesiti eliminati a partire dal questionario 1991: - cittadinanza b) Le indagini 1998 e 2001 I profondi cambiamenti introdotti nel questionario a partire dalla rilevazione del 1998 sono testimoniati oltre che da una revisione complessiva delle sezioni e dei percorsi interni, dal significativo incremento del numero complessivo di domande. Dai 77 quesiti contenuti nel questionario utilizzato per l’indagine 1995, si è passati infatti ai 98 ed ai 109 quesiti previsti, rispettivamente, per le due indagini successive. La realizzazione dell’indagine 2001 attraverso interviste telefoniche con metodo C.A.T.I. ha reso indispensabile la revisione del questionario utilizzato al solo scopo di adattarlo alla nuova tecnica di rilevazione adottata. 245 Il questionario utilizzato in entrambe le indagini si articola in cinque sezioni delle quali vengono di seguito illustrati i principali contenuti (Tab. 5.10). Il curriculum degli studi (secondari ed universitari) e le attività di studio/formazione post-laurea sono indagati nella sezione 1. In tutte e due le indagini, il percorso formativo del laureato viene esaminato attraverso le informazioni relative al tipo ed al voto di maturità, alla regolarità del percorso di studi universitari, al voto di laurea, all’assiduità nella frequenza delle lezioni, all’eventuale attività lavorativa svolta durante gli studi, alla valutazione dell’ipotesi di reiscrizione allo stesso corso di laurea, alle precedenti esperienze universitarie interrotte, al conseguimento di un altro titolo universitario. Questa sezione del questionario, oltre ad analizzare l’eventuale superamento dopo la laurea dell’esame di stato per l’esercizio di un’attività professionale, passa in rassegna le principali attività di qualificazione intraprese dopo la laurea (dottorato di ricerca, specializzazione, tirocinio, praticantato, ecc.), distinguendo fra quelle concluse e quelle interrotte. I quesiti sulle attività di studio/formazione postlaurea in corso al momento dell’intervista fanno parte, invece, per l’indagine 1998 della sezione 1 del questionario, mentre nell’indagine successiva vengono trasferite nella sezione 2 e riferite alle sole attività retribuite. Anche le domande sulle opportunità lavorative rifiutate dal laureato dopo il conseguimento del titolo e sulle motivazioni all’origine di tale rifiuto passano, fra il 1998 ed il 2001, dalla sezione 1 alla sezione 2. Gli aspetti dell’attività lavorativa svolta vengono affrontati nella sezione 2. Al fine di apprezzare l’elevata mobilità occupazionale che caratterizza i primi anni di vita lavorativa del laureato, questa sezione si apre con quesiti mirati alla ricostruzione della storia lavorativa dell’intervistato (esperienze di lavoro concluse o interrotte iniziate dopo la laurea) e prosegue poi con un’approfondita analisi delle caratteristiche del lavoro svolto al momento dell’intervista. In questo ambito viene esaminata la tipologia del lavoro svolto (saltuario, stagionale, continuativo; a tempo pieno, part-time), la posizione nella professione, la professione svolta, il settore di attività economica, la dimensione dell’azienda, il numero di ore settimanali lavorate, il guadagno mensile netto, la necessità della laurea per il lavoro svolto, il canale utilizzato dal laureato per trovare lavoro, l’eventuale partecipazione a corsi di formazione professionale organizzati dal datore di lavoro, la soddisfazione per diversi aspetti dell’attività lavorativa svolta. In considerazione dell’estrema importanza nella ricerca del lavoro del 246 patrimonio relazionale dei giovani, è stata introdotta una batteria di quesiti relativi alla persona che si è rilevata più utile per iniziare l’attività lavorativa. Viene inoltre indagato se il laureato è alla ricerca di un nuovo lavoro. Oltre agli spostamenti di quesiti già ricordati, le altre principali modifiche che hanno interessato, fra le due indagini, questa sezione sono relative all’inserimento nel 2001 di domande sul tipo di contratto che regola l’attività lavorativa svolta dal laureato, sull’utilizzo per il lavoro del computer e delle lingue straniere, sull’eventuale richiesta di una votazione di laurea minima per accedere al lavoro. Un altro cambiamento assai importante introdotto con l’indagine 2001 riguarda l’estensione ai laureati impegnati in lavori occasionali o stagionali dei quesiti volti ad acquisire un quadro completo delle caratteristiche del lavoro svolto. I quesiti rivolti ai laureati (occupati e non occupati) alla ricerca di un lavoro (sezione 3), oltre ad indagare sulla reale intenzione del laureato di cercare un lavoro (tempo intercorso dall’ultima iniziativa concreta per cercare lavoro, disponibilità ad iniziarlo entro le due settimane successive all’intervista), analizzano le aspettative dell’intervistato riguardo agli aspetti principali del lavoro cercato (tipo di orario preferito, lavoro dipendente/autonomo, trattamento economico), la disponibilità a lavorare all’estero e, più in generale, a trasferirsi. Il contesto socio-economico di provenienza degli intervistati è ricostruito nella sezione 4. Gran parte delle notizie raccolte sulla famiglia di origine sono riferite a quando il laureato aveva l’età di 14 anni ed interessano il titolo di studio, la condizione occupazionale e, in dettaglio, la posizione professionale dei genitori. Infine, le notizie anagrafiche dell’intervistato sono verificate ed aggiornate nella sezione 5. I quesiti riguardano, in particolare, la cittadinanza, la provincia di residenza al momento dell’intervista e prima dell’iscrizione all’università, la provincia di lavoro, il sesso, l’anno di nascita, la posizione rispetto agli obblighi di leva e lo stato civile. 247 Tab. 5.10 - Struttura e principali contenuti del questionario utilizzato per le indagini Istat 1998 e 2001 sull’inserimento professionale dei laureati Sezioni questionario Argomenti comuni ai questionari di entrambi le indagini n. quesiti 1998 2001 Differenze fra i questionari delle due indagini 1. Curriculum - tipo maturità conseguita - voto di maturità - eventuale conseguimento di un altro titolo universitario - precedenti esperienze universitarie interrotte - regolarità del percorso di studi relativo alla laurea - voto di laurea - assiduità nella frequenza delle lezioni - eventuale trasferimento conseguente all’iscrizione all’università - attività lavorativa durante gli studi - valutazione dell’ipotesi di reiscrizione allo stesso corso di laurea - attività di studio/formazione successive alla laurea concluse o interrotte - superamento esame di stato 30 26 quesiti eliminati dal questionario 2001: - area disciplinare dell’eventuale altro titolo universitario conseguito - anno di prima immatricolazione all’università - valutazioni sul docente titolare dell’ultimo insegnamento fondamentale frequentato quesiti trasferiti nella sez. 2 del questionario 2001 - attività di studio/formazione in corso* - opportunità di lavoro rifiutate dopo il conseguimento laurea 2. Lavoro - attività lavorative iniziate dopo la laurea concluse o interrotte - eventuale non ricerca del lavoro - stabilità lavoro svolto al momento dell’intervista - lavoro a tempo pieno o part-time - posizione nella professione - professione svolta - settore di attività economica - dimensione azienda - numero di ore lavorate - retribuzione - soddisfazione per diversi aspetti del lavoro svolto - necessità della laurea per il lavoro svolto - canale utilizzato per trovare il lavoro - eventuale partecipazione a corsi di formazione organizzati dal datore di lavoro - persona che è stata più utile per iniziare l’attività lavorativa - eventuale ricerca di un nuovo lavoro 32 49 nuovi quesiti inseriti nel questionario 2001: - motivo della eventuale interruzione di un’attività lavorativa iniziata dopo la laurea - motivo della eventuale non ricerca del lavoro - eventuale richiesta per accedere al lavoro di una votazione di laurea minima - tipologia contrattuale - utilizzo del computer e delle lingue straniere nel lavoro quesiti eliminati dal questionario 2001: - area aziendale nella quale viene svolto il lavoro quesiti trasferiti dalla sez. 1 del questionario 1998 - attività di studio/formazione in corso* - opportunità di lavoro rifiutate dopo il conseguimento laurea 3. Ricerca di lavoro - tempo intercorso dall’ultima iniziativa concreta di ricerca di lavoro - disponibilità ad iniziare il lavoro entro le due settimane successive all’intervista - aspettative riguardo ad alcuni aspetti del lavoro cercato (tipo di orario, lavoro alle dipendenze/autonomo) - attese retributive - disponibilità a lavorare all’estero e a trasferirsi 7 7 248 quesiti eliminati dal questionario 2001: - iniziative intraprese per cercare lavoro 4. Notizie sulla famiglia di origine - n. fratelli e sorelle - titolo di studio dei genitori - condizione occupazionale dei genitori - posizione nella professione dei genitori - professione del padre 14 15 quesiti eliminati dal questionario 2001: - professione della madre 5. Notizie anagrafiche - cittadinanza - sesso - anno di nascita - stato civile - posizione rispetto agli obblighi di leva - provincia di residenza al momento dell’intervista e prima dell’iscrizione all’università - provincia di lavoro 15 12 nessuna differenza significativa *Le attività di studio/formazione in corso al momento dell’intervista indagate nella sezione 2 del questionario 2001 sono esclusivamente quelle retribuite. 5.3.4 I controlli di qualità I controlli di qualità effettuati sulla documentazione raccolta dalle indagini sull’inserimento professionale dei laureati differiscono sostanzialmente in base alla tecnica di rilevazione utilizzata. Nell’indagine 1989, condotta con questionario postale, i controlli di qualità prevedevano la revisione dei questionari compilati e la correzione degli errori individuati automaticamente nel corso della registrazione su supporto informatico dei dati raccolti. La revisione dei questionari riguardava principalmente: a) quesiti (voto e mese di laurea, sesso, ecc.) per i quali esistevano informazioni fornite dall’università utili per correggere o integrare quanto dichiarato (o tralasciato) dal laureato; b) quesiti che prevedevano successioni o salti logici nella compilazione delle singole domande del questionario e dovevano pertanto essere revisionati eliminando le parti ridondanti, nel caso di mancato rispetto di tali salti; c) quesiti (posizione nella professione, professione svolta, settore di attività economica) che si autorevisionavano correlando fra loro sequenze di più risposte. La fase relativa al controllo delle informazioni registrate su supporto informatico è stata realizzata con l’ausilio di programmi opportunamente approntati per l’individuazione e la correzione interattiva a terminale degli errori. La correzione 249 avveniva sempre consultando il questionario compilato e ripristinando l’informazione originaria nel caso di errore nella digitazione dei dati. Il piano di controllo e correzione dei dati predisposto dall’Istat per l’indagine 2001 risulta analogo a quello delle altre due indagini C.A.T.I. sulla transizione. La metodologia C.A.T.I. consente, come è stato evidenziato in precedenza, l’effettuazione di controlli già nella fase di rilevazione dei dati che si traducono in una più elevata qualità delle informazioni raccolte. Tuttavia, al termine di ogni rilevazione effettuata con questa tecnica rimangono alcuni errori che devono essere individuati e corretti; si tratta principalmente di mancate risposte parziali237, di valori fuori range nei quesiti aperti e di incompatibilità tra variabili. Il piano di controllo e correzione dei dati per l’indagine 2001 sui laureati è basato su procedure che si avvalgono di criteri deterministici per le variabili quantitative e per quelle i cui valori corretti possono essere desunti da altre informazioni ottenute con l’intervista e di criteri probabilistici per le variabili qualitative. La documentazione pubblicata al riguardo dall’Istat pone in evidenza che globalmente è stato corretto solo lo 0,66 per cento del complesso dei dati raccolti. Concentrando l’attenzione sui record (uno per ogni laureato intervistato) che compongono il file con i risultati dell’indagine in questione, si può invece concludere che il 50 per cento dei record non sono stati corretti, per il 27,7 per cento è stato riscontrato e corretto un solo errore e che per il rimanente 22,3 per cento si sono resi necessari 2 o più interventi di correzione. 5.3.5 La diffusione dei dati I principali risultati delle indagini sull’inserimento professionale dei laureati sono stati pubblicati dall’Istat (Tab. 5.11) all’interno della collana Informazioni (denominata fino al 1996 Collana d’informazione). La diffusione della documentazione relativa alla prima indagine, quella sulla leva di laureati del 1986, è stata realizzata con il volume Indagine 1989 sugli sbocchi professionali dei laureati. In questa pubblicazione del 1990 sono illustrati in dettaglio le operazioni che hanno consentito l’individuazione del collettivo da indagare, la metodologia della rilevazione, i contenuti del questionario 237 Si tratta, in particolare, delle modalità di risposta “non sa/non ricorda”, “non vuole rispondere” e “non capisce la domanda”. 250 d’indagine, il disegno di campionamento, le procedure di stima dei parametri oggetto d’indagine, il grado di partecipazione, il periodo di rilevazione e di compilazione dei questionari. Un sintetico commento dei principali risultati completa la parte a supporto della documentazione quantitativa presentata. Nell’appendice è riportato il modello utilizzato per la rilevazione. Tab. 5.11 – Pubblicazione dei risultati delle indagini sull’inserimento professionale dei laureati Generazione sottoposta ad indagine Anno rilevazione Volumi pubblicati 1986 1989 Istat (1990), Indagine 1989 sugli sbocchi professionali dei laureati, Collana d’informazione, n. 17 1988 1991 Istat (1994), Indagine 1991 sugli sbocchi professionali dei laureati, Collana d’informazione, n. 1 1992 1995 Istat (1996), Inserimento professionale dei laureati. Indagine 1995, Informazioni, n. 10 1995 1998 Istat (2000), Inserimento professionale dei laureati. Indagine 1998, Informazioni, n. 28 2001 Istat (2003), I laureati e il mercato del lavoro. Inserimento professionale dei laureati. Indagine 2001, Informazioni, n. 311 Istat (2004), I laureati e lo studio. Inserimento professionale dei laureati. Indagine 2001, Informazioni, n. 81 1998 1 Volume disponibile anche su Internet (www.istat.it). L’ampia documentazione statistica presente nel volume (oltre 170 pagine, per 180 tavole) si sviluppa seguendo la successione logica delle domande inserite nel questionario. In particolare, il piano di tabulazione realizzato affronta i seguenti capitoli: 1. La condizione occupazionale 2. La condizione occupazionale anteriore alla laurea 3. L’area di attività economica, la posizione nella professione ed il ramo di attività economica 4. I disoccupati e gli inattivi 5. Il secondo lavoro 6. Tempi di accesso al mercato del lavoro 7. Grado di utilizzo della formazione universitaria 8. Modalità per pervenire al lavoro attuale e valutazioni del lavoro svolto 251 9. La ricerca del lavoro 10. La formazione professionale dopo la laurea 11. La mobilità 12. Il curriculum degli studi 13. Estrazione sociale 14. Dati demografici. I risultati dell’indagine campionaria sono stati riportati, distintamente per genere e secondo i caratteri di stratificazione, all’universo di riferimento e cioè al totale dei laureati del 1986 risultanti dagli elenchi trasmessi dalle università. La documentazione pubblicata (dati assoluti e composizione percentuale) è quindi riferita al complesso dei laureati ed è presentata distintamente per genere, gruppi238 e corsi di laurea, ripartizione geografica (dell’ateneo, della residenza del laureato). Il percorso utilizzato per la pubblicazione della documentazione quantitativa dell’indagine 1989 viene mantenuto sostanzialmente inalterato anche per i volumi relativi alle due indagini successive239. Analogamente, i volumi forniscono alcune note sintetiche a commento dei principali risultati delle due indagini e riportano, in appendice, il modello utilizzato per la rilevazione. Le modifiche più rilevanti riguardano, invece, l’apparato metodologico a supporto dei risultati presentati che appare pressoché inesistente per l’indagine 1991 e limitato soltanto al disegno di campionamento per la rilevazione 1995. Il quadro che emerge dai volumi pubblicati appare carente per quanto riguarda le informazioni su modalità e tempi necessari per la predisposizione degli elenchi dei laureati, periodo di svolgimento della rilevazione, tempo trascorso fra conseguimento della laurea e compilazione del questionario, controlli di qualità dei risultati, tassi di risposta (per genere, ateneo, gruppi di corsi, residenza del laureato). Più soddisfacente, seppure incompleto, appare il quadro offerto dalla pubblicazione relativa all’indagine 1998. Il volume Inserimento professionale dei laureati, oltre ad illustrare i principali risultati della quarta indagine, sviluppa un esame approfondito della partecipazione dei laureati all’indagine e del disegno di campionamento. Tuttavia, 238 La classificazione adottata raggruppa i corsi di laurea in 8 differenti gruppi: scientifico, medico, ingegneria, agrario, economico, politico-sociale, giuridico e letterario. 239 Cfr. Istat, 1994b; Istat, 1996. 252 gran parte delle carenze evidenziate in precedenza (modalità e tempi per la predisposizione degli elenchi dei laureati, periodo di svolgimento della rilevazione, tempo trascorso fra conseguimento della laurea e compilazione del questionario, ecc.) caratterizzano anche la pubblicazione dei risultati di questa indagine. La documentazione statistica presente nel volume (circa 230 pagine, per oltre 70 tavole) affronta i seguenti capitoli: 1. Il curriculum degli studi 2. Occupati e in cerca di lavoro 3. La condizione occupazionale 4. Le esperienze lavorative e la ricerca di lavoro 5. L’estrazione sociale. I risultati dell’indagine campionaria sono riportati all’universo di riferimento. La documentazione pubblicata (dati assoluti e composizione percentuale) è quindi riferita al complesso dei laureati ed è presentata distintamente per genere, gruppi240 e corsi di laurea, ripartizione geografica (della sede universitaria, della residenza), ecc.. Il volume riporta in appendice il modello di rilevazione ed è corredato da un floppy disk che contiene tutte le tavole statistiche in formato Excel. Assai più completa ed articolata appare la pubblicazione della documentazione sull’indagine 2001. La diffusione dei risultati è stata realizzata con due volumi tematici riproponendo, in larga parte, lo schema adottato per l’indagine sui diplomati della scuola secondaria superiore svolta nello stesso anno. Il primo volume (edito nel 2003), I laureati e il mercato del lavoro, approfondisce le intersezioni fra studi compiuti, lavoro e ricerca di un’occupazione. In dettaglio, la documentazione statistica (oltre 170 pagine, per 41 tavole) si articola nei seguenti capitoli: 1. Occupati e in cerca di lavoro 2. Il lavoro svolto 3. Le esperienze lavorative e la ricerca di lavoro. 240 A differenza dalle tre indagini precedenti, la classificazione adottata raggruppa i corsi di laurea in 14 differenti gruppi: scientifico, chimico-farmaceutico, geo-biologico, medico, ingegneria, architettura, agrario, economico-statistico, politico-sociale, giuridico, letterario, linguistico, insegnamento, psicologico. 253 La pubblicazione è corredata da due floppy disk che contengono le tavole statistiche presenti nel volume ed altre tavole aggiuntive. In particolare, le 23 tavole aggiuntive, estendendo l’analisi a tutti i laureati che lavorano, consentono di approfondire il capitolo 2 (Il lavoro svolto), riferito soltanto a quanti svolgono un’attività lavorativa iniziata dopo il conseguimento della laurea. La documentazione aggiuntiva assicura, inoltre, la possibilità di effettuare i confronti con i dati presentati nelle edizioni precedenti dell’indagine. Il secondo volume (pubblicato nel 2004), I laureati e lo studio, riporta la documentazione relativa alla carriera universitaria, alle attività di studio e di formazione intraprese dopo la laurea, al rapporto fra caratteristiche socio-economiche della famiglia di origine e scelte di studio o di lavoro dei laureati. Le 28 tavole statistiche, presenti esclusivamente nel floppy disk allegato al volume, affrontano le tematiche seguenti: 1. Il curriculum degli studi dei laureati 2. Le attività di studio post-laurea 3. L’influenza della famiglia di origine sulle scelte di studio e di lavoro. I risultati dell’indagine campionaria sono riportati all’universo di riferimento. La documentazione pubblicata (dati assoluti e composizione percentuale) in entrambi i volumi è quindi riferita al complesso dei laureati ed è presentata distintamente per genere, gruppi e corsi di laurea, ripartizione geografica (della sede universitaria, della residenza). Nel primo volume pubblicato compare inoltre per la prima volta una tavola (cfr. Tav. 1.4) che, distintamente per 53 atenei (sui 64 appartenenti all’universo), presenta la consistenza complessiva dei laureati occupati unitamente alla quota di quanti svolgono un lavoro continuativo iniziato dopo il conseguimento del titolo. L’apparato metodologico a supporto della documentazione quantitativa risulta ampliato rispetto a quello dell’indagine precedente. Entrambi i volumi illustrano in dettaglio la rilevazione presso le università e la rilevazione telefonica, il disegno di campionamento e le metodologie utilizzate per il controllo dei dati raccolti. Non vengono però presentati i tassi di risposta riferiti ad alcune variabili quali ateneo, corso di laurea, ecc. e la documentazione sulla distribuzione dei laureati secondo il tempo trascorso fra il conseguimento della laurea e l’intervista telefonica. In appendice è riportato il modello utilizzato per l’intervista telefonica ai laureati. 254 L’intera documentazione dell’indagine 2001 (volumi e tavole allegate) è stata resa disponibile sul sito Internet dell’Istat prima della pubblicazione dei corrispondenti volumi cartacei. Sono inoltre acquisibili i file standard contenenti i microdati delle ultime tre indagini (1995, 1998 e 2001)241. 5.4. Gli aspetti problematici La crescente rilevanza delle tematiche relative alla spendibilità dei titoli di studio nel mercato del lavoro e la più generale riflessione sull’efficacia esterna dell’istruzione trova riscontro nel sistema integrato di indagini sulla transizione scuola e università/lavoro messo a punto dall’Istat, sulla base dell’esperienza acquisita in precedenza con i laureati, verso la fine degli anni ’90. L’integrazione metodologica delle tre indagini, completata nel 2001 con l’adozione del sistema CATI anche per l’indagine sull’inserimento professionale dei laureati, consente di avere a disposizione un quadro confrontabile ed articolato sulla transizione. Per le indagini 2001 sui diplomati della scuola secondaria superiore e sui laureati si registrano anche miglioramenti significativi nei tempi di diffusione dei risultati. La disponibilità sul sito Internet dell’Istat dei volumi completi delle indagini, ancor prima che questi vengano perfezionati per la stampa, rappresenta una soluzione che permette un utilizzo più efficace delle informazioni statistiche prodotte. Rimangono, tuttavia, da segnalare alcuni aspetti problematici ai quali può essere trovata soluzione prevedendo semplicemente un’integrazione alla documentazione fino ad ora pubblicata ed altri che, soprattutto in prospettiva, esigono un’analisi puntuale ed un ripensamento dello schema di indagine fino ad ora adottato. Il primo aspetto che impone un’attenta valutazione, unitamente al supporto dei dati statistici appropriati, riguarda l’ampiezza dell’intervallo di tempo intercorso fra il conseguimento della laurea/diploma universitario e l’intervista telefonica (o, nel caso delle indagini postali, la compilazione del questionario). 241 I file standard delle due indagini precedenti (1989 e 1991) non sono acquisibili nel formato disponibile attualmente presso l’Ufficio diffusione dati dell’Istat. All’epoca della pubblicazione dei risultati di tali indagini, tuttavia, i microdati erano resi accessibili (fatte salve alcune restrizioni finalizzate a salvaguardare la privacy) direttamente ai ricercatori che ne facevano richiesta. 255 Come è stato rilevato nella pubblicazione relativa alla prima indagine condotta dall’Istat sui laureati: “alcune variabili quali la possibilità di trovare un lavoro, il completamento di corsi di formazione, ecc. sono senz’altro influenzate da questo intervallo essendo strettamente correlate con il fattore tempo.” [Istat, 1990, p. 25] L’andamento crescente dei tassi di attività dei laureati all’ampliarsi dell’intervallo fra conseguimento del titolo e compilazione del questionario, riportati dall’Istat con riferimento all’indagine 1989, testimonia con efficacia queste considerazioni. Lo scarto fra i tassi di attività dei laureati intervistati a 25-27 mesi dalla laurea e quelli di quanti hanno compilato il questionario dopo 37-39 mesi è superiore a 6 punti percentuali e diviene pari a circa 25 punti per lo sparuto gruppo di laureati che hanno risposto dopo 40-41 mesi. La scelta di intervistare un campione di laureati/diplomati che hanno conseguito il titolo in un determinato anno solare implica inevitabilmente una differente esposizione alle opportunità offerte dal mercato del lavoro ed una diversa possibilità di avere portato a termine le eventuali attività di formazione intraprese dopo il conseguimento del titolo. Al fine di fornire una documentazione che consenta una valutazione puntuale dei risultati dell’indagine, è quindi preferibile, sull’esempio di quanto è stato fatto in occasione dell’indagine 1989, presentare sempre la distribuzione degli intervistati secondo il tempo trascorso fra conseguimento del titolo ed intervista affiancata dai relativi dati occupazionali. Le altre principali carenze riscontrate nelle pubblicazioni Istat sono già state illustrate in dettaglio nella trattazione delle singole indagini. A tale riguardo, è sufficiente ricordare che si tratta per lo più di imperfezioni relative all’apparato metodologico a supporto dei risultati presentati e, in particolare per le indagini sui laureati 1991 e 1995, di mancanza di informazioni su modalità e tempi necessari per la predisposizione degli elenchi dei laureati, periodo di svolgimento della rilevazione, controlli di qualità dei risultati, tassi di risposta (per genere, ateneo, gruppi di corsi, residenza del laureato, ecc.). Nel capitolo introduttivo del presente Rapporto è stata ampiamente trattata la necessità dell’incontro fra domanda ed offerta di informazione statistica. A questo proposito occorre rilevare che, per quanto riguarda i laureati, le esigenze conoscitive delle singole università hanno trovato una prima risposta, seppure parziale, soltanto con 256 l’indagine del 2001 che ha consentito di disporre, distintamente per 53 atenei (sui 64 appartenenti all’universo), dei dati sulla consistenza complessiva dei laureati occupati unitamente alla quota di quanti svolgono un lavoro continuativo iniziato dopo il conseguimento del titolo. Tale lacuna informativa dovrebbe avere una risposta più completa con l’indagine 2004. La rilevazione è stata disegnata, infatti, per fornire risultati disaggregati per ateneo ed area disciplinare242. Le esigenze informative degli atenei sono ulteriormente rafforzate dalle recenti disposizioni del MIUR in merito alla valutazione dei risultati di processo che rendono indispensabile la realizzazione del monitoraggio sull’efficacia esterna delle lauree triennali e di quelle specialistiche a ciclo unico ad un anno dal conseguimento del titolo243. A ciò è necessario aggiungere che il quadro relativo all’inserimento professionale dei laureati può essere arricchito in misura significativa attraverso indagini svolte estendendo il campo di osservazione oltre i tre anni. In questo modo si potrebbero cogliere con maggiore puntualità gli esiti della formazione post-laurea di lunga durata (soprattutto per i percorsi di studio giuridico e medico) e, più in generale, nell’accesso alle posizioni lavorative più ambite. 242 Le principali caratteristiche dell’indagine 2004 sui laureati 2001 sono le seguenti: • Tipologia indagine: campionaria; • Metodologia di indagine: coerentemente alle altre indagini del Sistema di indagini Istat sulla transizione istruzione-lavoro, telefonica (CATI); • Popolazione di riferimento: laureati dell’anno solare 2001 in tutte le sedi universitarie italiane; • Campione: a uno stadio, stratificato per sesso, sede universitaria di appartenenza e corso di laurea. Le innovazioni introdotte riguardano: • Ampliamento del campione allo scopo di produrre stime rappresentative a livello di Ateneo e Ateneo incrociato per Grandi aree disciplinari; • Questionario ristrutturato: razionalizzazione flussi e contenuti informativi, adeguamento contenutistico alle innovazioni della normativa relativa al mercato del lavoro, miglioramento della confrontabilità con la nuova Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro; • Sviluppo in-house del questionario elettronico CATI tramite il software Blaise; • Nuova procedura di codifica assistita (in corso di intervista) del quesito aperto sulla professione. L’obiettivo dell’indagine è quello di intervistare circa 26.000 laureati. 243 Le disposizioni emanate con una recente nota del MIUR evidenziano che “A partire dall’anno accademico 2005-2006, le verifiche sull’offerta formativa attivata dalle Università terranno conto, in questa fase solo per i corsi di laurea e di laurea specialistica a ciclo unico, anche dei risultati di processo, con effetto sui criteri di ripartizione delle risorse statali, relativamente ai seguenti indicatori: […] percentuale di occupati, ad un anno dal conseguimento del titolo, in relazione alla diversa tipologia delle lauree ed alla situazione di contesto” [MIUR, 2003, p. 10]. 257 5.5. Riferimenti bibliografici Albergamo C., Pace S. (2001), Indagine Istat sull’inserimento professionale dei laureati: da rilevazione postale a CATI, in Fabbris L. (a cura di), Captor 2000: qualità della didattica e sistemi computer assisted, CLEUP Istat (1988), Indagine sperimentale sugli sbocchi professionali dei laureati, Notiziario, Serie 4, Foglio 41, n. 12 Istat (1990), Indagine 1989 sugli sbocchi professionali dei laureati, Collana d’informazione, n. 17 Istat (1994a), Indagine 1991 sugli sbocchi professionali dei laureati, Collana d’informazione, n. 11 Istat (1994b), Indagine longitudinale sugli sbocchi professionali dei laureati, Collana d’informazione, n. 25 Istat (1996), Inserimento professionale dei laureati. Indagine 1995, Informazioni, n. 10 Istat (1999), Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati. Indagine 1998, Informazioni, n. 29 Istat (2000), Inserimento professionale dei laureati. Indagine 1998, Informazioni, n. 28 Istat (2001a), Inserimento professionale dei diplomati universitari. Indagine 1999, Informazioni, n. 21 Istat (2001b), Indagini sociali telefoniche. Metodologia ed esperienze della statistica ufficiale, Metodi e Norme, n. 10 Istat (2002a), Diplomati e mercato del lavoro. Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati. Indagine 2001, Informazioni, n. 44 Istat (2003b), I laureati e il mercato del lavoro. Inserimento professionale dei laureati. Indagine 2001, Informazioni, n. 31 Istat (2003a), I diplomati e lo studio. Percorsi di studio e di lavoro dei diplomati, Indagine 2001, Informazioni, n. 30 Istat (2003), Inserimento professionale dei diplomati universitari. Indagine 2002, Statistiche in breve, 22 Luglio 2003 Istat (2004), I laureati e lo studio. Inserimento professionale dei laureati. Indagine 2001, Informazioni, n. 8 Micali A., Buldo B. (2001), L’indagine pilota sugli sbocchi professionali dei maturi, in Istat, Indagini sociali e telefoniche. Metodologia ed esperienze della statistica ufficiale, Metodi e Norme, n.10 Micali A., Ungaro P. (1998), Il sistema di indagini Istat sulla transizione scuola-lavoro, Rivista Italiana di Economia, Demografia e Statistica, volume LII – n. 2-3 MIUR (2003), Nota n. 995 con oggetto: D.M. 8 maggio 2001 (programmazione del sistema universitario per il triennio 2001-2003), come ridefinito, per la parte finanziaria, con il D.M. 24 aprile 2002, art.3, 3 luglio 2003 Murgia M., Pace S., Ungaro P. (2002), Automated Coding System: An Application to the Istat School-to-work Transition Survey, Società Italiana di Statistica, Atti della XLI Riunione Scientifica, Cleup. 258 SERIE “RAPPORTI DI RICERCA” 93.01 Valutazioni di procedure di oscuramento delle informazioni individuali e di canoni di pubblicazione di informazioni a minimo rischio di individuazione, (M. Angrisani) 93.02 Gli investimenti pubblici: problemi di contabilità pubblica e di contabilità nazionale, (G. Trupiano) 93.03 Investimenti pubblici lordi e netti: problemi analitici, (V. Selan) 93.04 L’indice dei prezzi al consumo in Italia, (F. Franceschini, G. Marliani, M. Martini) 94.01 Privatizzazione e sistema statistico nazionale, (G. Di Gaspare) 94.02 Stato delle statistiche sociali in Italia, (G.B. Sgritta) 94.03 Statistica sociale e Statistiche sociali, (L. Bernardi) 94.04 Prospettive preliminari per possibili analisi longitudinali nella statistica ufficiale italiana, (U. Trivellato, G. Ghellini, C. Martelli, A. Regoli) 94.05 Analisi di alcune caratteristiche del Programma Statistico Nazionale 1995-1997, (D. Cotzia, S. D’Andrea,E. Mastantuoni) 94.06 Verifica dei ritardi rispetto alle previsioni di stampa delle pubblicazioni ISTAT negli anni 1993 e 1994, (D. Cotzia) 94.07 Analisi sulla tempestività della Produzione di informazione statistica (Esame di alcune rilevazioni ed elaborazioni dell’Istat), (D. Cotzia) 94.08 La suddivisione territoriale della spesa pubblica per investimenti, (G. Trupiano) 94.09 Il consolidamento della spesa pubblica per investimenti, (G. Trupiano) 94.10 Investimenti netti, ammortamenti e spese di manutenzione. Stock di capitale: un’ipotesi censuaria, (V. Selan) 94.11 Le spese per investimenti nelle statistiche Eurostat sui conti delle amministrazioni pubbliche, (M. Colazingari) 94.12 Gli investimenti pubblici del Comune di Roma, (P. Palmarini) 94.13 La revisione del Sistema dei Conti Nazionali: problemi e prospettive per l’Italia, (B. Bracalente, G. Carbonaro, M. Carlucci, M. Di Palma, L. Esposito, G. Ferrari, R. Zelli) 259 94.14 La tutela della riservatezza e l’identificazione dei rispondenti alle rilevazioni statistiche svolte nell’ambito del Sistan: rapporto preliminare, (M. Angrisani, L. Buzzigoli, A. Giusti, L. Grassini, G. Marliani) 94.15 I dati statistici produttivi di effetti giuridici determinati e la loro sindacabilità, (G. Manto) 94.16 Ufficialità del dato e Programma Statistico Nazionale, (G. D’Alessio) 94.17 Valutazioni preliminari sulla qualità dei dati dell’ultimo censimento generale della popolazione e delle abitazioni, (G. De Santis, A. Bonaguidi, A. Santini) 94.18 La revisione del Sistema dei Conti Nazionali: problemi e prospettive per l’Italia - rapporto finale, (B. Bracalente, G. Carbonaro, M. Carlucci, M. Di Palma, L. Esposito, G. Ferrari, R. Zelli) 95.01 Classificazione delle province italiane in clusters e determinazione delle province outliers in riferimento alle correzioni degli errori di coerenza e di range del censimento dell’agricoltura 1991, (S. D’Andrea) 95.02 La qualità dei dati dell’ultimo censimento generale della popolazione e delle abitazioni, (G. De Santis, S. Salvini, A. Santini) 95.03 Stato delle Statistiche sociali in Italia - Sintesi del rapporto, (G. B. Sgritta) 95.04 Lo Stato dell’informazione statistica nei comuni e negli altri enti territoriali intermedi del Sistan: le province di Ferrara e Siena, (A. Buzzi Donato, I. Drudi, M.R. Ferrante, C. Filippucci, G. Gesano, G. Ghellini, T. Giovani, A. Lemmi) 95.05 Analisi delle funzioni del Sistema di Informazione Geografica-GISCO della Commissione delle Comunità Europee, (E. Mastantuoni) 95.06 Stato ed evoluzione delle statistiche ambientali in Italia, (L. Fabbris, M. Lo Cascio) 95.07 Rapporto sugli aspetti statistici nella Legislazione Ambientale - I. Aria, (S. Bordignon, A. C.S. Capelo, G. Lovison, G. Masarotto) 95.08 Il Sistema Statistico delle Imprese in Italia: rapporto preliminare, (S. Biffignandi, M. Pratesi, T. Proietti, L. Schionato) 95.09 Prospettive per possibili analisi longitudinali nella statistica ufficiale italiana, ( U. Trivellato, G. Ghellini, C. Martelli, A. Regoli) 95.10 Per una estensione dei compiti della Commissione per la Garanzia dell’informazione statistica, (G. Calvi, M.T. Crisci, S. Draghi, L. Ferrari, A. Rizzi) 260 95.11 Rapporto sugli aspetti statistici nella legislazione ambientale - II. Rumore, (S. Bordignon, A. C.S. Capelo, G. Lovison, G. Masarotto) 95.12 Innovazioni integrazioni nel sistema dei conti nazionali: Problemi aperti e soluzioni possibili - Sintesi e suggerimenti -, (B. Bracalente, G. Carbonaro, M. Carlucci, M. Di Palma, L. Esposito, G. Ferrari, R. Zelli) 95.13 Disaggregazione spaziale e temporale delle statistiche ufficiali sulla qualità dell’aria, (L. Fabbris) 95.14 Disaggregazione spaziale e temporale delle statistiche ufficiali sulla qualità delle acque, (L. Fabbris) 95.15 L’esercizio della funzione statistica a livello locale: lo stato degli uffici di statistica comunali dopo il d.lgs. n.322/89, (G. Manto) 95.16 Gli uffici di statistica dei Ministeri, (C. Gallucci) 95.17 Le statistiche comunitarie e le statistiche nazionali: evoluzione, coordinamento, integrazione e processi di uniformazione, (G. Di Gaspare) 95.18 Organizzazione ed attività statistica delle regioni nel contesto del Sistan, (G. D’Alessio) 96.01 Rapporto sullo stato dell’informazione statistica nei comuni della provincia di Bari, (C. Cecchi, V. Nicolardi, A. Pollice, N. Ribecco) 96.02 Sistemi Nazionali di statistica: loro organizzazione e funzionamento in alcuni paesi dell’unione europea, (B. Carelli) 96.03 L’attività delle amministrazioni centrali dello Stato per il programma statistico nazionale del triennio 1996-98, (G. Filacchione) 96.04 Rapporto sugli aspetti statistici nella legislazione ambientale - III. Dati mancanti -, (S. Bordignon, A.C.S. Capelo, G. Lovison, G. Masarotto) 96.05 Osservatorio Statistico Locale: Studio di un modello per il Sistan, (P. Bellini, S. Campostrini, T. Di Fonzo, M.P. Bellini) 96.06 La tutela della riservatezza e l’identificazione dei rispondenti alle rilevazioni statistiche svolte nell’ambito del Sistan - rapporto finale, (M. Angrisani, L. Buzzigoli, A. Giommi, A. Giusti, L. Grassini, G. Marliani) 96.07 Analisi dell’organizzazione e delle iniziative del Sistan - Esame delle pubblicazioni presenti nel Catalogo Sistan 1994, (A. De Nardo, S. Sagramora) 96.08 Sistema Statistico delle Imprese, (S. Biffignandi, M. Pratesi, T. Proietti, L. Schionato) 261 96.09 Monitoraggio della diffusione dei dati riguardanti alcuni indicatori dell’Istat su prezzi, lavoro e commercio con l’estero, (A. De Nardo, E. Mastantuoni, M. Notarnicola, S. Sagramora) 96.10 Monitoraggio della qualità e tempestività dell’indice della produzione industriale, (V. Napoli, F. Tagliafierro) 96.11 La qualità dei dati del VII censimento dell’industria e dei servizi: alcune valutazioni dal punto di vista dell’utilizzatore, (R. Guarini, R. Zelli) 96.12 Analisi del processo di revisione corrente delle stime provvisorie dei dati del Commercio con l’Estero, (E. Mastantuoni, S. Sagramora) 96.13 Prime indagini sull’accesso ai dati statistici individuali nell’ambito del Sistan, (L. Buzzigoli, C. Martelli, N. Torelli) 97.01 Interconnessione di basi di dati: problemi di sfruttamento statistico, (A. Cortese) 97.02 La formazione statistica nelle amministrazioni dello Stato: profili comparativi ed elementi propositivi, (F. Covino) 97.03 Rapporto sull’autonomia degli uffici di statistica nelle amministrazioni centrali dello Stato, (F. Covino) 97.04 Rapporto sulle regioni e le province autonome nel sistema statistico nazionale, (N. Belvedere) 97.05 Il sistema statistico europeo. Stato attuale e possibile riforma, (I. Savi) 97.06 Rapporto preliminare sulla statistica in Francia e nel Regno Unito, (E. Marotta) 97.07 Verifica della programmazione nell’attività del Sistan e dell’attività di vigilanza, (F. Bigazzi) 97.08 Indagine sulle statistiche della Sanità, (P. Golini) 98.01 Evoluzione e prospettive della statistica comunitaria: un aggiornamento, (I. Savi) 98.02 L’incidenza sul SISTAN delle leggi di riforma amministrativa e della disciplina in materia di privacy, (N. Belvedere, I Savi) 98.03 Analisi sullo stato di attuazione degli uffici di statistica dei comuni. Analisi preliminari e progetto di rilevazione, (A. De Nardo, M. Notarnicola) 98.04 Documentazione statistica su fenomeni di emarginazione sociale: offerta e fabbisogni: Tossicodipendenze, (B. Colombo, G. Filacchione) 262 98.05 Analisi delle caratteristiche dei non rispondenti con riferimento alle principali indagine campionarie sulle famiglie condotte dall’ISTAT, (E. Mastantuoni, S. Sagramora, F. Tagliafierro) 98.06 La razionalizzazione della statistica giudiziaria, (F. Giusti, S. Andreano, M. Fabri, V. Napoli, R. Santoro) 99.01 Validità e qualità degli indici dei prezzi al consumo. Atti del Seminario, Roma, 12 dicembre 1997 99.02 Analisi della disponibilità delle statistiche di genere, (M.E. Graziani) 99.03 La razionalizzazione della statistica giudiziaria - Rapporto finale, (F.Giusti, S. Andreano, M. Fabri, V. Napoli, R. Santoro) 99.04 Le procedure di destagionalizzazione di serie storiche economiche: esperienze internazionali e pratica nell’ambito dell’Istat, (T. Di Fonzo, B. Fischer, T. Proietti) 99.05 Lo stato dell’informazione statistica sul lavoro, con particolare riguardo alla partecipazione al lavoro ed a retribuzioni e costo del lavoro, (G. Faustini, E. Rettore, P. Sestito) 99.06 Analisi delle caratteristiche dei non rispondenti con riferimento alle principali indagini campionarie sulle famiglie condotte dall’Istat, (E. Mastantuoni, S. Sagramora) 99.07 Statistiche dei rifiuti, (L. Fabbris, G. Nebbia) 99.08 Problemi di adeguamento della legislazione italiana alla normativa comunitaria e internazionale sulla tutela della riservatezza di dati personali utilizzati per finalità statistiche, (N. Belvedere, I. Savi, F. Tufarelli) 99.09 Stato di attuazione degli uffici di statistica dei comuni, (A. De Nardo, M. Notarnicola) 99.10 Il confronto tra censimento ed anagrafe: per un maggior grado di coerenza tra le due fonti, (L. Ciucci, G. De Santis, M. Natale, M. Ventisette) 99.11 Censimenti economici e schedari delle imprese, (R. Castellano, C. Quintano, G. Screpis, F. Tassinari) 99.12 Accesso ai dati statistici individuali: l’esperienza di altri paesi, (L. Buzzigoli, C. Martelli, N. Torelli) 00.01 Analisi della qualità delle operazioni sul campo con riferimento alle principali indagini campionarie dell’Istat sulle famiglie, (C. Filippucci, B. Buldo, V. Napoli, R. Bernardini Papalia) 263 00.02 Analisi delle procedure di correzione/imputazione utilizzate dall’Istat nelle principali indagini sulle famiglie: volume I, (L. Fabbris, C. Panattoni, M. Graziani) 00.03 Analisi delle procedure di correzione/imputazione utilizzate dall’Istat nelle principali indagini sulle famiglie: volume II, (C. Panattoni, M. Graziani, D. Cotzia) 00.04 Indicatori per l’analisi dell’attività della giustizia, in particolare della giustizia amministrativa, (V. Napoli, N. Belvedere, I. Savi) 00.05 Rilevazione delle attività e delle strutture con compiti di raccolta di informazioni statistiche nelle Pubbliche Amministrazioni, (B. Buldo, G. Amendola, F. Ballacci, L. Cataldi, C. Fabi, V. Napoli, C. Panattoni) 00.06 Verso la trasparenza dei dati sulla distribuzione commerciale e i consumi delle famiglie italiane, (G. Marbach, M. Barile, M. Carlucci, V. de Martino) 01.01 Completezza e qualità delle informazioni statistiche utilizzabili per la valutazione della spesa pensionistica, (F. Peracchi, E. Barbi, A. Brugiavini, T. Tamborrini, E. Viviano) 01.02 L’esperienza in tema di indagini multiscopo e dell’European Community Household Panel (ECHP): lezioni e indicazioni nella prospettiva di un’indagine panel sulle famiglie, (A. Schizzerotto, H.P. Blossfeld, B. Buldo, A. D’Agostino, G. Ghellini, V. Napoli) 01.03 L’informazione economica congiunturale a livello locale, (S. Casini Benvenuti, R. Ricci) 01.04 I conti economici regionali: alcune possibili estensioni, (G. Carbonaro, F. Tenna, R. Zelli) 02.01 Attuazione del SEC95: stato delle iniziative, programmi, prevedibili sviluppi e suggerimenti, (M. Di Palma, C. Lupi, G. Pellegrini, G. Parigi) 02.02 Misure di inflazione e sistema di monitoraggio prezzi: esperienze e prospettive, (G.M. Gallo, L. Buzzigoli, B. Pacini, C. Martelli) 02.03 Definizione di un set di indicatori per il monitoraggio e la valutazione dell’attività sanitaria, (P. Bellini, M. Braga, S. Rodella, E. Vendrani, V. Rebba) 02.04 Realizzazione del Sistan e costituzione di uffici di statistica (o simili) estranei al sistema, (I. Savi, V. Napoli, C. Panattoni) 02.05 L’articolazione territoriale delle piccole e medie imprese. Un’analisi delle informazioni statistiche concernenti la gestione industriale, 264 finanziaria e la dinamica dimensionale delle imprese manifatturiere, (A. Giannola, L. Cataldi, A. Lopes, G. Marini, N. Netti, P. Senesi ) 02.06 Le statistiche sugli investimenti diretti esteri e sull’attività delle imprese multinazionali, (N. Acocella, F. Reganati, M.G. Pazienza ) 02.07 Atti del Seminario: “Indicatori per il monitoraggio e la valutazione dell’attività sanitaria”, (Roma, 19 giugno 2002) 02.08 Censimenti 2000-2001, (C. Filippucci, F. Ballacci, B. Buldo, L. Cataldi, L. Ciucci) 02.09 Action Plan comunitario e indicatori congiunturali, (T. Di Fonzo, A. Gavosto, F. Lisi, G. Parigi) 02.10 Indagini sul clima congiunturale e le aspettative degli imprenditori, (F. Giusti, I. Faiella, E. Giovannini, S. Nisticò, A. Russo) 02.11 La rilevazione delle migrazioni internazionali e la predisposizione di un sistema informativo sugli stranieri, (S. Strozza, F. Ballacci, M. Natale, E. Todisco) 02.12 Il campionamento da liste anagrafiche: analisi degli effetti della qualità della base di campionamento sui risultati delle indagini, (G. Leti, G. Cicchitelli, A. Cortese, G.E. Montanari) 03.01 Completezza e qualità dell’informazione statistica ufficiale e assetti istituzionali e organizzativi. Una rassegna, (I. Savi, B. Buldo, F. D’Aprile, M. Pasquali Coluzzi) 03.02 Impegni connessi a indicazioni comunitarie nell’area delle statistiche del lavoro, (A. Amendola, B. Buldo, E.F. Caroleo, S. Destefanis, E. Rettore) 04.01 L’informazione statistica per le politiche ambientali: stato e prospettive, (M. Carlucci, G. Arbia, L. Cataldi, G. Lovison, D. Mendola, P. Postiglione) 04.02 Statistiche sulle attività culturali, (M.C. Turci, G. Arangio Ruiz, A. Di Maio, C. Panattoni, P. Rostirolla) 04.03 Indicatori statistici sulla società dell’informazione, (A.C. Freschi, G. Giacomello, L. Picci, S. Taratufolo, R. Zarro, G. Zezza) 04.04 Stato ed evoluzione delle statistiche dell’istruzione in Italia, (A. Cammelli, B. Buldo, A. Busetta, A. di Francia) Il presente rapporto di ricerca è stato riprodotto nel mese di gennaio 2006. 265