Il * IL QUO TIDIANO DEL MOLISE + IL MESSA GGER O eur o1 ,00 QUOTIDIANO MESSAGGER GGERO euro 1,00 Q TAMENTE ARA TABILI SEP CQUIS REGIONE MOLISE - NON A ARAT SEPARA CQUIST ACQUIS uotidiano OCCO A GIULIO R ROCCO DA ONDA ATO D FOND SABA 9 GENNAIO 20 13 - ANNO XVI - N. 1 8 - EUR O1 ,00* SABATTO 1 19 201 18 EURO 1,00* INTERNET .q uo tidianomolise.it INTERNET:: www www.q .quo uotidianomolise.it DIREZIONE, RED AZIONE E AMMINIS TRAZIONE VIA S. GIO VANNI IN GOLF O REDAZIONE AMMINISTRAZIONE GIOV GOLFO 86 100 CAMPOBASSO - TEL. 08 74.48 4623 - FFAX AX 08 74.48 4625 861 087 4.484623 087 4.484625 Perquisizioni e sequestri di documenti in tutta la nazione, rapporto choc al Ministro Sanità malata, maxi operazione del Nas negli ospedali molisani CAMPOBASSO. E’ destinata a esplodere come una bomba la maxi inchiesta che i Carabinieri del Nas stanno conducendo a livello nazionale. Decine di investigatori sono impegnati in controlli anche nelle strutture ospedaliere della regione che hanno portato a perquisizioni dalle quali sono scaturiti sequestri di documenti. AGINA 5 PA SERVIZIO VIZIO A P SER Campobasso VIA S. GIO VANNI IN GOLF O - 86 100 CAMPOBASSO - TEL. 08 74.48 4623 GIOV GOLFO 861 087 4.484623 Prima le perquisizioni, poi i sequestri di documenti. L’operazione viene condotta a livello nazionale Il Nas prescrive la cura agli ospedali Maxi blitz in tutte le strutture della regione Controllare e soprattuto accertare se sui costi della Sanità pubblica gravi un’allegra gestione perché in troppi casi avrebbe prevalso lo sperpero a danno della razionalizzazione e, quindi, al risparmio. E’ partita soprattutto con questa finalità la maxi operazione condotta a livello nazionale (e quindi anche in Molise) dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione Sanità (Nas) per la quale negli ultimi giorni sono stati mobilitati centinaia di investigato- ri specializzati in questo tipo di indagini. Verificare la correttezza nelle procedure di forniture pubbliche, assenteismo, erogazioni di prestazioni sanitarie. Il Nas Molise ha già dato tanto in questo senso (si ricordi il maxi blitz negli uffici Asrem del Basso Molise che ha permesso di scovare decine di impiegati infedeli ndr), ma su quest’ennesima sfilza di controlli non filtrano particolari di sorta. Anche se è comprensibile credere che una parte di essi siano da ricondurre al rapporto choc che il Nas ha consegnato nelle mani del ministro Renato Balduzzi secondo il quale in Italia è inutile un parto cesareo su due con conseguenti ed evidenti costi sulla spesa pubblica nazionale. Si tratterebbe di un fenomeno che fra le altre regioni italiane interesserebbe anche il Molise. Sta di fatto che, seppur le bocche degli inquirenti restino cucite, sembra che siano stati acquisiti (sequestrati) docu- menti contabili e sanitari durante i controlli che sono stati effettuati in tutti gli ospedali della regione. Cartelle cliniche e richieste di forniture sono al vaglio del Nas. Per ciò che riguarda l’anomalia ‘parto cesareo’ i controlli hanno riguardato una ottantina di strutture ospedaliere pubbliche e private distribuite lungo tutto lo Stivale con la relativa acquisizione di oltre tremila cartelle cliniche. “Il comandante generale del Nas, Cosimo Piccinino, ha detto ieri: “Una volta esaminata la documentazione essa verrà trasmessa ad ogni Procura per competenza territoriale, perchè si potrebbero anche configura- re numerose ipotesi di reato a danno del Sistema Sanitario Nazionale che vanno dalle lesioni gravi alla truffa e fino al falso in atto pubblico”. o. red.cr red.cro. SABA 9 GENNAIO 20 13 - ANNO XVI - N. 1 8 SABATTO 1 19 201 18 RED AZIONE CAMPOBASSO REDAZIONE Ora ha 4 mesi ed è in ottima salute Cecilia ringrazia ologia la Neonat Neonatologia FOSSALTO. Il 17 gennaio ha compiuto quattro mesi. Oggi Cecilia è una bimba vivace, allegra, sorridente e gode di ottima salute. Nacque prematura il 17 settembre dello scorso anno e quando venne alla luce pesava appena 590 grammi. Uno scricciolo che stava in una mano. Ma al reparto di Neonatologia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso tutti si sono presi cura con affetto, dedizione, amore e competenza di lei, l’hanno assistita con sollecitudine tanto che dopo quattro mesi ha potuto far ritorno a casa, in contrada S.Agnese a Fossalto. Adesso mamma Rosanna Ricciuto e papà Luciano Cornacchione sentono la necessità di condividere la loro gioia con personale medico e paramedico che si è preso cura della piccola Cecilia. A loro va il più sincero e sentito ringraziamento. Anche da parte dei fratellini di Cecilia, Antonia e Nicola, che adesso hanno attenzioni solo per la piccola di casa Cornacchione. 11 8 13 - ANNO XVI - N. 1 9 GENNAIO 20 18 201 19 SABATTO 1 SABA RED AZIONE ISERNIA REDAZIONE egione Sindacati uniti chiamano in causa Comune e R Regione Carsic, vicenda all’esame del prefetto di Isernia usco co FFusco di Mar Marco Il caso Carsic finisce sul tavolo del prefetto di Isernia. Proprio così. Cgil, Cisl e Uil trovano l’unità sindacale e chiamano il causa non solo il prefetto, ma anche il Commissario Straordinario del Comune di Venafro e l’Assessore alla Sanità della regione Molise. E i lavoratori, nel frattempo, proclamano lo stato di agitazione. Il 20 gennaio si sta avvicinando ma a quanto pare non ci sarebbero margini per l’accredito dello stipendio. A questo punto la situazione si fa veramente critica per la proprietà dell’Istituto di riabilitazione per disabili di Corso Garibaldi. Ricapitoliamo: i circa 130 lavoratori ancora vantano gli stipendi del mese di novembre e dicembre. A questi si sta aggiungendo anche quello di gennaio. La proprietà è riuscita solo a pagare la tredicesima sotto Natale. “Qui ci sono lavoratori- ci hanno dichiarato al Carsic- in grosse difficoltà con le finanziarie e le rate del mutuo. Si stanno facendo prestare soldi a destra e a manca e la proprietà continua a raccontare frottole.” Sono veramente arrabbiati i dipendenti del Carsic e pronti a scendere in piazza con azioni ancora più plateali. La Cgil quindi ha scritto al prefetto per attivare le procedure di conciliazione con la proprietà. Intanto i sindacati sono riusciti ad appurare che nei prossimi giorni e comunque non oltre l’8 febbraio, la struttura di riabilitazione riceverà l’accredito mensile dalla regione. Il Commissario Basso, a quanto pare, anche su pressioni dei sindacati oltre che di esponenti politici, ha chiarito alcuni punti come l’adeguamento della retta ferma al 2007. Occorre passare la retta da 105 euro a 126 euro, secondo l’adeguamento Istat già avvenuto in tutte le regioni, tranne in Molise. Tutto adeguandola all’inflazione. Basso avrebbe dato assicurazioni ai sindacati che la suddetta operazione sarà fatta nonostante il fatto che o enafr sic a V La sede Car enafro Venafr Carsic pende dinanzi al Tar Molise un ricorso su questo argomento. Lo stesso Filippo Basso avrebbe inoltre garantito un ulteriore finanziamento da 200 mila euro. Soldi che servirebbero per saldare tutti gli arretrati ai dipendenti. Ma ora non resta che attendere la convocazione del tavolo istituzionale da parte del prefetto di Isernia. I lavoratori del Carsic sperano che si arrivi a una rapida soluzione della problematica che sta riguardano una delle poche aziende a Venafro che riesce ancora a dare lavoro. Dalla città tidiano del Molise Il Quo Quotidiano Sabat o1 9 gennaio 20 13 Sabato 19 201 TERMOLI 21 Dal Comune tutti i dettagli illustrati nella conferenza stampa di ieri mattina a Termoli Piano sanitario, pronta la diffida Iacovino: “E’ un atto illegale. Colpo di mano del Governo sul Molise” Un moment o della conf erenza sstam tam pa momento conferenza tampa ania TTar di TTania ardiola diola ar “Il Governo ha agito con un colpo di mano nei confronti del Molise, mandando un commissario per stilare il piano sanitario e attuarlo. Ma è un atto illegale in quanto la competenza, come prevede la legge, spetta al consiglio regionale”. Queste le parole dell’avvocato Vincenzo Iacovino, legale incaricato dal Comune per presentare una diffida contro il piano sanitario, duran- te la conferenza stampa che si è svolta ieri mattina in municipio. “Il Molise è l’unica regione dove è stato nominato prima un commissario e poi un sub-commissario per controllare cosa facesse il commissario e per stilare il piano sanitario. Ministero e Governo hanno agito contro la legge in quanto lo studio e l’attuazione del piano spetta agli organi elettivi e quindi al consiglio regionale”. Ed è su questo principio in particolare che si baserà la diffida presentata dall’avvocato Iacovino per conto del Comune di Termoli contro il commissario Filippo Basso, i Ministeri della Salute e dell’Economia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’avvocato ha inoltre evidenziato l’efficacia di presentare la diffida, e un eventuale ricorso qualora il primo atto non dovesse avere i risultati sperati, pro- prio durante questa fase in cui il piano non è ancora definitivo. “E’ proprio adesso che bisogna intervenire e non quando i giochi sono ormai fatti”. Intanto, lunedì prossimo ci sarà la conferenza dei sindaci dove Di Brino illustrerà la diffida ai colleghi primi cittadini chiedendogli di sposare l’iniziativa. Durante l’incontro sono stati ribaditi più volte dal sindaco Di Brino, dal presidente del consiglio comunale Alberto Montano, dal consigliere e avvocato Annibale Ciarniello, i rischi per la salute dei cittadini, la drastica riduzione dei posti letto in base alla popolazione e l’aumento delle spese di mobilità passiva per la Regione (dovute agli spostamenti in altre regioni dei cittadini molisani per motivi di salute) che comporterebbe il piano sanitario. Iacovino ha infine evidenziato come il consiglio regionale sarebbe potuto intervenire con- tro il piano sanitario presentando un ricorso per il conflitto di attribuzione dei poteri ma non lo ha fatto. Bocciato il documento sulla Sanità L’associazione ‘Cuore Molisano’ torna all’azione elice e Di FFelice Il President Presidente difffida mentre legge la dif L’associazione di cardiopatici “Cuore Molisano” torna all’azione contro il piano sanitario regionale. Ha infatti presentato una diffida al commissario Filippo Basso, all’assessore alla Sanità, Filoteo Di Sandro, e al dirigente dell’Asrem, Angelo Percopo. Il testo è stato illustrato alla stampa ieri mattina dal presidente dell’associazione, Liberato Di Felice, durante una conferenza che si è svolta all’ospedale San Timoteo. Con lui, oltre ad un altro membro di Cuore Molisano, c’erano il presidente e il vice dell’associazione Diabetici e l’avvocato, nonché consigliere comunale di maggioranza, Annibale Ciarniello che si è occupato della diffida e a titolo gratuito. Nel testo vengono ripercorse le attività dell’associazione che vanno dallo sciopero alla fame alla raccolta di ben 6300 firme presentate prima in Prefettura e poi al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e i rischi per la salute dei cittadini che comporterebbe il piano sanitario. “Vi riteniamo direttamente responsabili – si legge nel testo - di scelte tutt’altro che condivisibili e delle conseguenze anche mortali che i ritardi quasi certamente ipotizzabile potrebbero verificarsi con l’attuazione del Piano Sanitario nel campo dell’emodinamica”. Per tanto, l’invito è a “Prendere in esame tale doglianza più che legittima” e al contempo si diffida “a riconsiderare la situazione dell’emodinamica a Termoli, centro che, grazie alla presenza di autostrada e ferrovia rappresenta, tra l’altro, il crocevia di collegamento agevole con le TT.T .T altre regioni”. .T.. 8 LE CITTÀ DEL MOLISE Sabato 19 gennaio 2013 TERMOLI Piano sanitario, arrivano due diffide per Basso IL FATTO T ERMOLI. Nuovo Piano Sanitario, da Termoli due diffide al commissario Filippo Basso. Sono due le diffide, partite dalla città costiera, per Filippo Basso, il commissario che con il suo nuovo Piano Sanitario per la regione Molise, è nell’occhio del ciclone ormai da diverse settimane. Nella mattina di ieri, l’associazione dei cardiopatici Cuore Molisano ha inviato la prima diffida e subito dopo, il sindaco della città costiera, all’interno di una conferenza in Comune, ha reso noto di aver dato mandato a Vincenzo Iacovino, avvocato del capoluogo, di inoltrare diffida al commissario. Due provvedimenti giuridici contro Basso partiti in concomitanza dalla città costiera, a voler dimostrare che, così come inciso dallo stesso sindaco, “il San Timoteo non si tocca”. All’incontro presenti gli assessori e alcuni consiglieri di Il Comune e Cuore Molisano contro i tagli al San Timoteo • Nella foto il San Timoteo di Termoli maggioranza, totale l’assenza dell’opposizione. Un’assenza che non è passata inosservata al primo cittadino il quale ha sottolineato come la problematica legata ai tagli alla sanità- che vedrebbe coinvolto drasticamente il nosocomio costiero- riguarda tutti e che, per il bene dell’in- tera comunità, non si dovrebbero “boicottare incontri così importanti”. Di Brino ha ripercorso durante la conferenza, quanto è stato fatto per scongiurare l’attuazione del Piano Sanitario Basso, sottolineando come quest’ultima iniziativa - quella della diffida al commissario- sia frutto di una necessità, quella di muoversi bene e in fretta, con interventi mirati che possano contrastare l’attuazione di quanto proposto da Basso. “Quando il piano verrà approvato sarà già troppo tardi, bisogna muoversi subito per scongiurare il peggio”. Alberto Montano ha sviscerato la problematica, facendo riferimento ai parametri applicati dal commissario, che rispet- L’associazione dei cardiopatici ancora in campo per difendere il nosocomio T ERMOLI. L’associazione cardiopatici “Cuore Molisano” diffida il commissario Filippo Basso; Cuore Molisano di nuovo in campo a difesa dei tagli al San Timoteo pervisti dal nuovo Piano sanitario. Dopo lo sciopero della fame che il direttivo dell’associazione cardiopatici ha sperimentato dal 15 al 21 dicembre 2012, una nuova iniziativa è stata messa in campo da Cuore Molisano: una diffida al commissario Filippo Basso. A renderlo notoall’interno della conferenza • Un momento che si è tenuta nella mattina di ieri presso la sala conferenza del nosocomio costiero- è stato lo stesso presidente dell’associazione cardiopatici, Liberato Di Felice, il quale in un intervento esaustivo, ha spiegato le ragioni della diffida inviata nella mattina di ieri al commissario Basso. L’iniziativa legale- curata dagli avvocati Annibale Ciarniello e Rossella Cannarsa- si è resa necessaria dinanzi alle disposizioni proposte dal commissario all’interno del nuovo Piano Sanitario, per difendere quindi l’ospedale San Timoteo e in particolar modo il reparto di endocrinologia. Al margine del documento ufficiale, si focalizzano quelle che risulterebbero essere le dirette responsabilità imputabili a Basso circa le “conseguenze anche mortali che i ritardi, quasi certamente ipotizzabidell’incontro li, potrebbero verificarsi con l’attuazione del Piano Sanitario nel campo dell’emodinamica”. L’associazione invita il commissario a prendere in esame tali proteste e al contempo diffida Basso a riconsiderare la situazione dell’emodinamica a Termoli. I.P. tano quelle che sono le normative stabilite dal Governo centrale, ma che non possono essere attuate su tutti i territori, senza valutare la peculiarità degli stessi. “Il problema di questo piano- ha esordito Montano- è che difetta di una conoscenza del territorio. Non guarda alla salvaguardia della gente e del diritto alla salute”. Montano ha inoltre riportato quella che sono le perdite effettive che il presidio ospedaliro costiero sperimenterebbe: “negli ospedali di Termoli e Larino verrebbero meno 2 posti letto per mille abitanti”. Lunedì prossimo è in programma la conferenza dei sindaci, all’interno della quale i convenuti, dovranno fornire un parere obbligatorio ma non vincolante sul riordino della rete ospedaliera regionale. I.P. Termoli Sabato 19 gennaio 2013 C.da Colle delle Api - 86100 Campobasso - Tel. 0874 618827 - 483400 - 628249 - Fax 0874 484626 - E-mail: [email protected] Anche l’associazione Cuore Molisano ha presentato una denuncia cautelativa Doppia diffida contro il piano di Filippo Basso Per il comune di Termoli si tratta di un ‘colpo di mano’ TERMOLI. Rilievi di natura penale, civile e amministrativa, quelli su cui si fondano due ricorsi distinti, ma chiaramente convergenti, che puntano a indebolire l’impianto del nuovo piano sanitario regionale del Molise nella parte in cui il presidio ospedaliero San Timoteo di Termoli viene a subire una decurtazione di reparti e posti letto tale da penalizzare un territorio che solo per tre stagioni su 4 conta su almeno 120mila potenziali utenti, per non parlare del picco estivo. In una sorta di road map della sanità da tutelare in Basso Molise, due sono state le diffide presentate ieri in altrettante conferenze stampa. Nella sostanza si va a contestare la riduzione di due posti letto per abitante, mannaia ritenuta insostenibile per la garanzia del diritto alla salute, specie in un territorio orograficamente difficile e con una viabilità interna per gran parte critica. Ma la sostanza aderisce anche alla forma, perché si sarebbe davanti a un vero e proprio colpo di mano capitolino. E’ entrato nel rush finale, dunque, l’iter per la definizione del nuovo piano sanitario regionale del Molise. Lunedì prossimo è in programma la conferenza dei sindaci, assise consultiva che deve fornire un parere obbligatorio ma non vincolante sul riordino della rete ospedaliera sul territorio regionale. Dopo le polemiche seguite al documento predisposto dal commissario Filippo Basso, peraltro bocciato in Consiglio regionale, dalla costa arrivano due atti di diffida legale che vogliono mettere in evidenza i rischi e le anomalie di una ristrutturazione che lederebbe il diritto alla salute di una componente importante della popolazione molisana e per quella turistica che d’estate si sposta tra Montenero e Campomari- no. Rilievi e richieste fino ad ora non sono stati tenuti in considerazione dalla struttura commissariale e allora, in vista della partita finale, si tenta di difendere il territorio con una tutela legale. La prima delle diffide è stata presentata dall’associazione dei cardiopatici Cuore Molisano, per voce del presidente Liberato De Felice, in una conferenza stampa organizzata al San Timoteo. Medesima iniziativa è stata intrapresa anche dall’amministrazione comunale di Termoli, che forte del mandato già conferito all’avvocato Enzo Iacovino (insieme all’avvocato Mauri) di impugnare al Tar Molise il piano sanitario, vuole evitare di arrivare in giudizio e ha fatto scattare una diffida legale basata sul presupposto che il governo centrale abbia fatto un vero e proprio colpo di mano svuotando di poteri l’assemblea di Palazzo Moffa, tenuta ad adot- tare il nuovo documento di programmazione sanitaria, oltre a criticare nel merito la decurtazione inaccettabile di posti letto e lo smembramento dell’attuale organizzazione nel nosocomio termolese. Volontà espresse in una seconda conferenza stampa ospitata in municipio alla presenza di consiglieri e assessori, tra cui il presidente del consiglio Alberto Montano, Verini, De Guglielmo, Di Giorgi, Ciarniello, Fabrizio e Sprocatti. Ma proprio dall'origine delle due iniziative viene fuori una piccola polemica. Il presidente di Cuo- re molisano Di Felice ha evidenziato come si sia avvalso della collaborazione di un giovane professionista termolese, l'avvocato Annibale Ciarniello, che si è messo a disposizione per la causa comune. Lo stesso Di Felice ha bacchettato il sindaco Di Brino per non aver fatto lo stesso, scegliendo un professionista campobassano, con il costo dell'onorario a carico della collettività, sottolineando anche che Ciarniello si è speso in prima persona anche per senso di responsabilità del suo ruolo di consigliere comunale. Emanuele Bracone Le sorti dell’ospedale di Termoli. La necessità di un deciso intervento dei sindaci ANTONIO SMARGIASSI TERMOLI. L’articolo 32 della Costituzione così recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo …”, ovvio quindi che essa può essere assicurata soltanto da una equa distribuzione sul territorio dei presidi sanitari. Ma nel nostro Molise, contro questa disposizione sta prevalendo una logica difficile da capire: concentrazione di ospedali nel capoluogo di Regione e strutture minime a Isernia e a Termoli. Oltre al Cardarelli e alla Cattolica, che per buona parte raddoppiano la tipologia di assistenza, Campobasso infatti registra anche la presenza di due cliniche private in regime di accreditamento. Si tratta di un’offerta decisa- mente sproporzionata rispetto al bacino di utenza: circa 100mila persone mentre sul San Timoteo di Termoli gravita una popolazione di gran lunga superiore: ai circa 120 mila abitanti disseminati negli sperduti paesi montani dell’area Larino-Termoli vanno infatti ad aggiungersi i 10.000 dell’area industriale, un imprecisato numero di persone di transito (autostrada, ferrovia, porto) le quali, in caso di incidente, necessitano di un ben attrezzato ospedale nel giro massimo di 15-30 minuti. Nel periodo estivo i 100mila abitanti dell’area campobassana diminuiscono di almeno un terzo mentre quella basso-molisana, per la presenza dei turisti sulla costa, si avvicina alle 230/240mila persone. Ancora una puntualizzazione: gravita- no sul San Timoteo anche le popolazioni dei paesi dell’alta Puglia. Quanto poi al Nucleo industriale di Termoli va precisato che per il numero e la tipologia delle industrie presenti si tratta di un’area ad alto rischio, aggravato dalla presenza della Diga del Liscione. Sembra un paradosso, ma non lo è: l’area più popolata e più a rischio risulterebbe ulteriormente e fortemente penalizzata rispetto a quella tranquilla del Molise centrale dalle decisioni commissariali. Da questo complesso di ragioni la necessità di avere l’ospedale che la Legge n. 95 del 2012 (Spending Review) ci assegna: un dea (Dipartimento di Emergenza-Urgenza e Accettazione) di I livello, ossia il mantenimento degli attuali re- parti e servizi che meriterebbero un incremento se il Commissario volesse invertire la cosiddetta ‘mobilità passiva’ determinata da numerosi pazienti che anziché recarsi in uno degli scomodissimi presidi di Campobasso optano per altri ospedali. In una situazione del genere altro che risanamento del deficit sanitario! È invece garantito il peggioramento: gli infortunati o i colti da improvvisi malori non vengono sottoposti dai parenti a un rischioso lungo viaggio fino a Campobasso, ma li portano all’Ospedale di Vasto. Ritorna così lo spauracchio della mobilità passiva la quale può essere evitata soltanto se l’ospedale di Termoli verrà consolidato e ampliato in termini di offerta sanitaria. Occorre infine qualche ulterio- re precisazione: il San Timoteo si trova a Termoli ma non è l’ospedale dei termolesi bensì di tutta la popolazione del Basso Molise: da qui la urgente necessità che tutti i Sindaci, quali Autorità sanitarie attente alla salute dei propri concittadini, unitamente al Sindaco di Termoli si mobilitino per contrastare, anche giuridicamente, il Piano del Commissario che sottraendo al San Timoteo più di 200 posti-letto lo condannerebbe inesorabilmente all’emarginazione, facendone un Posto di primo soccorso: una sorta di ospedale da campo. Questo incomprensibile disegno va scongiurato: in fondo la posizione di un commissario può ben essere impugnata. *Ex consigliere del Cda ente ospedaliero San Timoteo Piano sanitario, parte da Termoli la crociata contro il commissario Basso • Prima Pa... Pagina 1 di 2 Piano sanitario, parte da Termoli la crociata contro il commissario Basso Una diffida per ricordare ad alcuni tra i più alti poteri esecutivi nazionali e regionali di aver abusato del loro potere. Il Davide in questione è il Comune di Termoli, nelle fattezze dell'avvocato Enzo Iacovino, che ha ricevuto un mandato preciso: scongiurare che diventi esecutivo un piano sanitario che uccide l'ospedale San Timoteo. Nella conferenza stampa al Comune, insieme con i colleghi di maggioranza Ciarniello, De Giorgi, De Guglielmo, Fabrizio, Montano e Sprocatti, Di Brino ha giustificato la scelta dell'amministrazione. «Siamo convinti che il piano sanitario elaborato dal commissario ad acta Filippo Basso sia frutto di forzature di diverse disposizioni. Per questo, anche prima di ricorrere al Tar, con l'avvocato Iacovino abbiamo deciso di inviare una diffida a chi di questi poteri ne avrebbe fatto un uso improprio, sperando di poter accorciare i tempi di uno stop a questo piano». Lo stesso Di Brino già nelle prossime ore cercherà nella conferenza dei Sindaci che dovrà esprimere un parere consultivo sulla bozza di piano la sponda per rafforzare gli atti che saranno prodotti nelle sedi giudiziarie. Duro il commento dell'avvocato Iacovino, che intravede diversi profili di illegittimità del piano. «Premetto che sia la diffida che Iacovino e Di Brino l'eventuale successivo muovono da considerazioni molto tecniche, che faremo valere punto per punto. In sostanza, però, possiamo dire che nessuno ha mai applicato le sue funzioni in termini di adozione e attuazione del piano elaborato da Basso. Il piano sarebbe dovuto scaturire da regole dettate da altre leggi e organi dello Stato, ma che però non sono state seguite. Attualmente, quindi, il profilo più evidente è sicuramente quello di un abuso di potere da parte del commissario, un'usurpazione delle funzioni e delle attribuzioni del Consiglio regionale da parte dello Stato http://www.primapaginamolise.it/detail.php?news_ID=50735&goback_link=index.php 19/01/2013 Piano sanitario, parte da Termoli la crociata contro il commissario Basso • Prima Pa... Pagina 2 di 2 centrale rispetto alla regione». La partita, dunque, si giocherà su una diversa interpretazione dei poteri che vengono attribuiti al governo centrale nel caso di inadempienza della regione "canaglia" in merito a quanto previsto dal piano di rientro dal deficit. Lo Stato, cioè, subentra ai poteri locali, ma per Iacovino la procedura e le funzioni esercitati sarebbero stati abnormi. Ma il legale scelto dall'amministrazione adriatica va oltre. «Noi diremo anche che a nostro parere andrebbe rilevata anche una condotta poco chiara in questa forzatura, e che sarà nostro compito portarne i relativi elementi all'attenzione delle competenti autorità giudiziarie». Come dire che il caso rischia anche di avere implicazioni di carattere penale per qualcuno dei soggetti che hanno portato a questo piano contro il quale è iniziata ufficialmente la guerra. L'avvocato Vincenzo Iacovino http://www.primapaginamolise.it/detail.php?news_ID=50735&goback_link=index.php 19/01/2013 Rimane bloccata in un montacarichi del San Timoteo, paura per una inserviente Pagina 1 di 1 Rimane bloccata in un montacarichi del San Timoteo, paura per una inserviente TERMOLI. Grosso spavento e conseguente malore per un dipendente della cooperativa Tre Stelle all'ospedale di Termoli due sere fa. Una delle inservienti che si occupano del servizio mensa è rimasta bloccata mentre stava spostando un carrello con un montacarichi in uno degli impianti all'interno del nosocomio di viale San Francesco, ma pare che per una buona mezz'ora nessuno si sia accorto del guasto e la signora sia stata colta da un attacco di panico. Solo dopo questo lasso di tempo abbondante qualcuno è intervenuto per liberare e soccorrere la dipendente, che aveva passato un momento davvero angosciante. Red http://www.termolionline.it/notizie/rimane-bloccata-in-un-montacarichi-delsan-timote... 19/01/2013 LA PROROGA DI CAPODANNO Sanità allo sfascio, ma 10mila € al mese per un primario esterno. Il caso De Santis in Procura Con una proroga firmata il 31 dicembre dai vertici semi-azzerati della Asrem, è stata rinnovata la convenzione per un altro mese al dottor De Santis, ricercatore del Gemelli, che da due anni svolge la mansione di primario nel reparto di Ostetricia del Cardarelli, senza concorso. “Perché pagare 10mila euro al mese quando si potrebbe dare l’incarico a personale interno facente funzioni, quasi a costo zero?” Il consigliere regionale Filippo Monaco presenta un esposto al Procuratore Capo della Repubblica di Campobasso. Marco De Santis è un brillante ricercatore dell’Università Cattolica che ha qualcosa in comune con Silvio Berlusconi o Josè Mourinho. O lo si ama o lo si odia. Le tessere di partito o di squadra però non c’entrano niente: la questione, in questo caso, riguarda la capacità di spaccare radicalmente l’opinione pubblica in due fazioni ostinate e contrarie. Così succede che il professor De Santis, da due anni responsabile del reparto di Ginecologia presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso, risulti gradito ad alcuni e inviso ad altri. Tra i primi ci sono soprattutto le pazienti, quelle che lodano la bravura e le competenze del primario che ha garantito loro un parto tranquillo e risolto le difficoltà nella gestazione. Tra i secondi ci sono anche alcuni medici. Quelli che nella scorsa estate, per esempio, avevano scritto una lettera al commissario alla sanità Filippo Basso scagliandosi contro il metodo Iorio e Asrem molisana. Attaccando, fra le altre cose, i «mille euro ad accesso al professor Bianchi per fare da maestro al figlio del nostro governatore in Chirurgia vascolare e la consulenza al professor Marco De Santis, al quale dal 2009 viene puntualmente rinnovato l’incarico di direttore di Ostreticia e ginecologia a 10.500 euro mensili, trattamenti e ricompense che non sono destinati agli altri». Già. Perché il nodo attorno al quale si aggroviglia il caso, ora finito sulla scrivania del Procuratore della Repubblica di Campobasso con un esposto formale che porta la firma del consigliere regionale di Sel Filippo Monaco, è proprio il presunto spreco di risorse pubbliche da parte di un’azienda sanitaria talmente in rosso da aver avuto bisogno di un tutor inviato dal Governo per mettere il punto a anni e anni di spese allegre e incoscienti. La domanda dirottata sulla magistratura, che ancora una volta è chiamata in causa perché la politica fa orecchie da mercante, riguarda appunto lo stipendio d’oro erogato da una Asrem sul lastrico a un ricercatore innalzato a direttore di unità operativa complessa quando, come sostengono diversi medici e lo stesso Monaco, «con 500 euro in più al mese si sarebbe potuto individuare in uno dei ginecologi già in servizio al Cardarelli il primario facente funzione». La Asrem tuttavia, che in quanto a generosità è imbattibile, ha preferito muoversi diversamente. Così, mentre il buco finanziario si allargava a dismisura, i nodi dei debiti milionari venivano al pettine e i servizi essenziali venivano ridotti e addirittura sforbiciati, ha sistematicamente rinnovato la proroga come direttore di Ostetricia-Ginecologia a Marco De Santis, la cui convenzione è scaduta lo scorso 31 dicembre. Diecimila e cinquecento euro al mese. Con un piccolo colpo di scena che rende la vicenda ancora più interessante: allo scadere della convenzione, l’ultimo giorno di lavoro, proprio “in pizzo in pizzo” come si direbbe da queste parti, ecco la proroga. Notificata a mezzo fax e senza alcuna delibera come pezza d’appoggio al professor De Santis, al direttore sanitario del Cardarelli Di Marzio, e naturalmente all’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’oggetto del’atto, datato 31 dicembre 2012 e firmato da Angelo Percopo e Giancarlo Paglione, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario Asrem, è semplicissimo: “proroga incarico”. Il contenuto stringato: “Si comunica che nelle more delle autorizzazioni e di tutti gli adempimenti consequenziali, la S.V. è prorogata nell’incarico di Direttore dell’Uoc di Ostetricia Ginecologia fino al 31.01.2’13”. Ora: non solo la proroga viene firmata l’ultimo giorno utile, giornata notoriamente di festa che prelude ai bagordi di capodanno. Viene anche firmata dai due massimi dirigenti Asrem, Percopo e Paglione, contro i quali è stata avviata la procedura di azzeramento. Proprio Filippo Basso, nominato dal Governo nello scorso giugno per il risanamento della sanità e l’adozione del nuovo Piano, ha fatto partire il procedimento di sospensione dall’incarico, secondo la norma che si applica in caso di regioni inadempienti rispetto alle indicazioni fornite dal Ministero. Da qui una delle ragioni dell’esposto, fatto arrivare al Procuratore della Repubblica di Campobasso che ora dovrà sciogliere il caso. La convenzione tra la Cattolica e la Asrem per la gestione provvisoria di ginecologia al Cardarelli, ricorda il consigliere Monaco, è stata stipulata il 28 gennaio 2009. «In virtù di tali rapporti il 14 gennaio 2011 l’Asrem ha conferito a un ricercatore della Cattolica l’incarico di responsabile del reparto, e con successive proroghe il dottor Marco De Santis ha continuato a ricoprire tale ruolo di responsabilità fino allo scadere della convenzione, il 31 dicembre 2012». Una scelta, si legge nell’esposto, contraria «ai criteri di valorizzazione e ottimizzazione delle risorse interne già esistenti nonché di risparmio di spesa, in quanto l’incarico in questione è stato affidato, in assenza di concorso pubblico, a un ricercatore esterno, proveniente da una struttura universitaria privata, e il trattamento economico che gli è riconosciuto è di gran lunga superiore a quello percepito dai dirigenti interni Asrem o dai responsabili di altri reparti». Sono d’accordo numerosi altri medici, ginecologi in primis. Visto che uno di loro potrebbe tranquillamente fare il direttore di unità con funzioni di primario percependo 500 euro circa in più sulla busta paga. Con un risparmio notevole per l’azienda. La quale non ne ha voluto sapere, insistendo sulla convenzione a De Santis grazie alla proroga di San Silvestro. «Non si comprende cosa possa aver impedito l’iter più logico e più corretto – va avanti Monaco – cioè la nomina di un dirigente interno titolato quale responsabile di ostetricia Ginecologia». Né Percopo né Paglione hanno voluto rispondere alle richieste informali. Silenzio di tomba. E così, per accertare i fatti e «valutare eventuali profili di illiceità» non è rimasto altro da fare che coinvolgere la magistratura. Con buona pace di quanti hanno avviato nei giorni scorsi una raccolta firme a favore del dottor Marco de Santis, «considerato un fiore all’occhiello per il Molise, per il suo lavoro al Gemelli dove ha contribuito fattivamente ad una serie di progetti rivolti alle donne». Perché De Santis è così, appunto: uno che “spacca”. Ma, al di là delle simpatie e della capacità del medico, i dubbi sono tutti relativi al comportamento dell’Azienda Sanitaria. In molti altri casi, anche molisani, si è preferito dare l’incarico a personale interno facente funzioni, quasi a costo zero. In questo caso, in pieno disastro e con un piano di tagli che sarà oggetto di una feroce campagna elettorale, si trovano diecimila euro al mese senza battere ciglio per pagare un “esterno”. Che sarà anche bravissimo, ma è innegabilmente costoso. E i soldi, di questi tempi, non sono merce diffusa sui conti della Asrem. Che ne dirà il supercommissario Basso? STABILIZZAZIONE, MOBILITÀ E PROMESSE Precari vs “emigranti”: la guerra degli infermieri diventa un ‘affare’ da campagna elettorale Infermieri contro infermieri. Gruppi su facebook contro gruppi su facebook. E in mezzo la promesse elettorali e le facili rassicurazioni dei politici. Da una parte gli infermieri precari mandati a casa dopo anni di lavoro attraverso le agenzie interinali che non si possono più usare per assumere a tempo; dall’altro gli infermieri che hanno vinto un concorso pubblico, lavorano fuori e hanno fatto domanda di mobilità. «Ma la legge in Molise è disattesa da anni». Intanto stanno preparando una lettera da far arrivare ai cinque candidati alla carica di presidente del Molise. Ha i contorni di una guerra tra poveri quella che dalle corsie d’ospedale si sposta sul web e viceversa. Infermieri contro infermieri. Gruppi su facebook contro gruppi su facebook. In mezzo, adesso sì più che in passato, il pericolo di diventare – magari inconsapevolmente – strumenti per raccattare consensi elettorali. da una parte ci sono i precari molisani. Infermieri che hanno lavorato anni nelle strutture di Campobasso, Isernia, Termoli, Larino, grazie a contratti sistematicamente rinnovati attraverso le iscrizioni nelle agenzie interinali. Infermieri mandati a casa nei mesi scorsi perché i contratti sono scaduti e la Asrem non può più ricorrere alla procedura delle assunzioni interinali, ma è stata costretta a rispolverare la graduatoria e a farla scorrere. Così in tanti si sono ritrovati, a 40 anni e con una famiglia e un mutuo, senza lavoro e senza prospettiva. Dall’altra parte ci sono gli infermieri assunti a tempo indeterminato. Che tanto fortunati non sono, visto che lavorano fuori dal Molise pur avendo il desiderio, o addirittura la necessità, di tornare qui. «Ma le nostre domande di mobilità sono ignorate dalla Asrem del Molise. Vorremmo e potremmo tornare, dal momento che gli infermieri in Molise servono tanto che si ricorre alla graduatoria, eppure non possiamo farlo perché non si rispetta la legge». Luigi è di Ururi, ha 32 anni, nel 2010 ha vinto un concorso pubblico presso la Asl del Veneto. Dopo due anni a Cittadella, e in virtù della mobilità presentata per tornare «nella regione in cui voglio vivere», ha ottenuto un contratto per 8 mesi presso l’hospice di Larino. «Ma quando il periodo terminerà, dovrò tornare su. A meno che non cambi qualcosa, finalmente». Sono decine quelli come lui. Hanno vinto un regolare concorso, hanno fatto le valigie, lasciando gli affetti e la loro terra, e lavorano fuori. Le testimonianze si sprecano. Come questa, una delle tante arrivate in redazione: «Io come tanti altri molisani sono andato via da casa rifiutando il lavoro tramite agenzia perché sapevo che non sarei mai stato assunto se non ci fosse stato un concorso. Vogliamo che le cose vadano bene? Allora seguiamo le normative di legge! Non sono gli interinali che devono lamentarsi, perché sotto il punto di vista della legge hanno torto, al massimo devono lamentarsi con i politici e quanti hanno dato loro false rassicurazioni». False rassicurazioni, ovvero la garanzia di una stabilizzazione. Quella stessa garanzia che ora sta per essere rinnovata. Il periodo, si sa, è particolarmente favorevole a strappare promesse ai politici. Promesse che i politici non risparmiamo e non risparmieranno, almeno fino al 24 febbraio prossimo. Poi torneranno in circolo i problemi, e forse le delusioni saranno amplificate ulteriormente. Nel frattempo la protesta si scalda. E corre sul filo di facebook. L’ultimo gruppo nato sul social network si chiama “Gli infermieri molisani in Italia”, e conta una sessantina di membri. Che parlano, discutono tra loro, e promuovono iniziative per far valere le loro ragioni. Come la lettera in fase di preparazione da inoltrare ai cinque candidati alla presidenza del Molise: Michele Iorio, Paolo Frattura, Massimo Romano, Antonio Federico e Antonio De Lellis. «L’obiettivo è quello di far comprendere ai politici che promettere stabilizzazione ai precari non è né giusto né legittimo. I precari devono vincere un concorso, fare la mobilità, seguire la trafila come accade in tutta Italia. la via preferenziale è scorretta, e penalizza noi che abbiamo i titoli e il diritto a tornare in Molise senza essere costretti a licenziarci, perdendo il posto. Cosa che in questo momento sarebbe una follia vera». I precari, da parte loro, non ci stanno e chiedono invece di venire stabilizzati. Cioè assunti a tempo indeterminato in virtù dei tanti anni di lavoro in corsia con contratti ad interim. Hanno già avuto un incontro con Iorio, il quale ha garantito loro che si farà il possibile per la stabilizzazione nella Asrem del Molise. «Sarebbe il colmo» rilanciano i paramedici regolari che sono emigrati, «visto che la mobilità in Molise manca dal 2004, se ora si fa la stabilizzazione dei precari vuol dire che le leggi vengono non solo ignorate, ma calpestate». Tagli sanità, 8 mesi dopo la nomina di Basso la diffida del Comune: "Colpo di mano" Dopo anni di sprechi della sanità regionale l’amministrazione annuncia delle diffide al governo e al commissario ad acta sul piano di rientro che penalizza il San Timoteo, contestando il riordino, compito fino allo scorso giugno nelle mani del governatore del Molise Michele Iorio, che però non ha mantenuto gli impegni. «La procedura del piano di rientro di Filippo Basso è illegittima - questa la tesi dell’avvocato Vincenzo Iacovino che assiste il Comune nell’azione legale - va contro l’autonomia regionale». Il Comune di Termoli avvia una “formale diffida” contro il piano sanitario del commissario ad acta Filippo Basso. L’avvia ora, nel gennaio del 2013, cioè dopo anni di gestione allegra all’insegna degli sperperi della Regione, dopo la prima fase del piano di rientro affidata allo stesso Iorio poi esautorato dal ruolo di commissario mentre il buco della sanità s’ingigantiva ancora, e dopo ben otto mesi da quando il governo ha deciso di inviare il “controllore speciale” di Iorio, ovvero Filippo Basso. L’opposizione al piano di rientro che «riduce il San Timoteo a un poliambulatorio tagliando drasticamente posti letto e reparti» ha imboccato così le vie legali, con un primo passo al quale potrà seguire anche il ricorso al Tar, se la proposta di riordino diventerà esecutiva. «Ero convinto che il commissario Basso non potesse proporre il piano sanitario regionale – ha detto Di Brino in apertura della conferenza stampa della mattina di venerdì 18 gennaio in Municipio – con la modifica dell’articolo 5 della Costituzione sono state assegnate le funzioni legislative alle regioni, non credevo che un commissario da fuori potesse decidere». Lo scorso 11 dicembre l’amministrazione - pochi giorni prima del Consiglio comunale al Palasabetta rivelatosi un flop causa assenza di pubblico - si è rivolta all’avvocato di Campobasso Vincenzo Iacovino per avviare le diffide, rivolte al commissario ad acta, ai Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per il sindaco, il presidente del Consiglio Alberto Montano e per il consigliere Annibale Ciarniello che hanno preso la parola nella conferenza stampa «da un punto di vita numerico Basso non ha tutti i torti, ma è proprio il principio ragionieristico che ha degli effetti inaccettabili sul territorio, dove vanno garantiti i livelli essenziali di assistenza. Se il San Timoteo perderà la sua funzione di riferimento per la sanità bassomolisana, i pazienti emigreranno a Vasto, di certo non si sposteranno a Campobasso». Iacovino è entrato nel merito dell’azione legale finalizzata a bloccare il piano «aberrante», e al tempo stesso invalidare la procedura con cui è stato attuato: «E’ illegittima, c’è stato un colpo di mano da parte del governo centrale». Il legale ha richiamato la legge regionale n. 5 del 2009, che stabilisce che «per il piano sanitario è competente esclusivamente la Regione, non può venire qui un chirurgo dall’esterno e dividere in due la regione, solo un organo elettivo può decidere». L’avvocato contesta non solo tutta la procedura con cui si è arrivati al piano di rientro, ma anche la nomina del commissario Basso: «E’ stata fatta una forzatura con il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 7 giugno del 2012, in cui si dice che il commissario deve adottare e attuare il piano sanitario». Il governo nazionale – ed è il caso di ricordarlo – ha eseguito quanto previsto nell’ambito della Finanziaria del 2008 (ministro Tremonti): per le regioni coi conti della sanità in rosso sono stati nominati dei commissari, coincisi con i presidenti delle Regioni per puro atto di cortesia e buona coabitazione – per la normativa infatti non era un passo obbligato. Nel caso del Molise, la gestione da parte del governatore-commissario non ha sortito gli effetti sperati, anzi, il disavanzo si è aggravato, rendendo necessario il ricorso a un esterno, al quale sono stati conferiti pieni poteri, proprio perché la Regione è stata di fatto commissariata in tema di sanità solo dallo scorso giugno, e quindi Iorio è stato sostituito da Basso per uscire dal dissesto. Per l’avvocato del foro di Campobasso il piano sanitario redatto da Basso rimane «un atto illegittimo, perché non c’è alcuna delega in materia da parte del governo centrale». Il legale ha anche criticato il Consiglio regionale, «che avrebbe dovuto denunciare il conflitto di attribuzione alla Corte costituzionale». L’annuncio delle diffide giunge a poche ore di distanza dalla conferenza permanente dei sindaci che si riunirà lunedì per esprimere un parere sul piano di rientro, il quale però non è vincolante. «Presenterò la nostra azione legale come pregiudiziale, sperando che anche gli altri colleghi si uniscano» ha detto Di Brino. Doppia diffida contro il piano Basso - ONE Reader Pagina 1 di 1 Doppia diffida contro il piano Basso 19-01-2013 La «cura» del commissario non piace ai cittadini, ai malati e alle istituzioni Sanità Il comune di Termoli e il comitato dei cardiopatici contro i tagli alla rete ospedaliera Tony Raga TERMOLI Petizioni, ricorsi e ora anche diffide. La «cura»per la sanità messa a punto dal commissario Basso non piace ai molisani disposti, con ogni mezzo, a bocciare il nuovo piano che mette a rischio il 62% dei posti letto, oltre a ridurre – in alcuni casi in maniera drastica – il servizio sul territorio. Ci si aggrappa ad ogni cavillo, insomma, per chiudere nel cassetto quel provvedimento. Come ad esempio il fatto che deve essere «il consiglio regionale del Molise ad organizzare una programmazione sanitaria del territorio non il funzionario nominato dal Governo». Questo il presupposto alla base della diffida stragiudiziale preparata dall'avvocato di Campobasso Vincenzo Iacovino per conto del Comune di Termoli nei confronti del Commissario alla Sanità Filippo Basso, del Ministero della Salute, del Ministero dell'Economia e delle Finanze e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Secondo il legale che ieri mattina in Municipio ha illustrato in una lunga conferenza stampa le motivazioni di tale impugnativa, il provvedimento di nomina di Basso adottato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 7 giugno 2012, è contrario alla legge regionale numero 9 del 2005, viola la Costituzione e va contro l'autonoma regionale. Di conseguenza l'adozione del Piano sanitario resta in capo ad un organo elettivo: il consiglio regionale mentre l'attuazione del documento spetta al Presidente della Giunta. «Abbiamo fatto un atto di diffida abbastanza forte per conto del Comune – ha detto Iacovino - che ha competenza in materia, al Commissario ad acta affinché si fermi, al Ministero della Salute affinché attraverso il controllo adotti opportuni provvedimenti, al Consiglio regionale che ha dato avvio alla procedura di approvazione del Psr ed al Presidente del Consiglio per la nomina di Basso». Intanto lunedì il sindaco di Termoli Di Brino parteciperà a Campobasso alla Conferenza dei sindaci sul Piano sanitario a cui presenterà la diffida chiedendo a tutti gli amministratori locali di esprimersi a sostegno del ricorso. E sempre ieri mattina i anche i cardiopatici hanno diffidato Basso, per tentare di salvare l’emodinamica. «Il piano prevede un centro Hub (centro di eccellenza) a Campobasso (H 24) e di due centri Spoke (rete servizi) a Termoli ed Isernia ma con orario 8-14 ed a seguire eventuali turni di reperibilità - ha detto Liberato Di Felice Presidente dell'associazione 'Cuore Molisano' - tale organizzazione penalizza i cittadini non residenti nel capoluogo che necessiteranno delle relative cure oltre gli orari di apertura dei centri Spoke». Di Felice ha già protestato insieme agli iscritti dell'associazione con uno sciopero della fame durato una settimana e raccolto 6.300 firme con petizione popolare consegnata in Prefettura, a Campobasso, per farla giungere al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I tagli, secondo i cardiopatici, risultano incomprensibili se si considera che il 24 novembre scorso è stato inaugurato al San Timoteo un nuovo laboratorio di angiografia e Centro di riferimento aritmologico regionale che si è andato ad affiancare all'unità operativa complessa di cardiologia clinica intensiva vascolare ed interventistica. Inoltre il bacino di utenti degli ospedali di Termoli e Larino è di circa 120 mila persone, oltre i pazienti che giungono da Puglia e Basso Abruzzo. Chiudi http://club.iltempo.it/onebrowser/get/xml/ILTEMPO/2013/01/19/xml/04_ABRUZZO-... 19/01/2013 Mobilità alla ex Cattolica I dipendenti scendono in piazza - ONE Reader Pagina 1 di 1 Mobilità alla ex Cattolica I dipendenti scendono in piazza 19-01-2013 Campobasso CAMPOBASSO Nonostante le temperature polari, il personale dell’ex Cattolica è tornato a far sentire la sua voce per dire no alla procedura di mobilità avviata dall’azienda per 47 infermieri. È stato ribadito che senza di loro non si riuscirebbe più a garantire la copertura dei turni di lavoro. Un braccio di ferro che ormai va avanti da mesi. E ora si attende il via libera per il nuovo piano sanitario. «Se è tutto demandato alla Regione Molise – ha detto il consigliere Petraroia - , sorge spontanea la proposta di rilevare la struttura come Asrem e gestirla direttamente come presidio ospedaliero pubblico salvaguardando le prestazioni d’eccellenza, i rapporti con gli specialisti ed i contratti di lavoro col personale. Se ciò non accade e persiste la debolezza progettuale della Fondazione non saranno i 47 licenziamenti a rimettere in ordine il bilancio della struttura ospedaliera. Al contrario, con meno personale, peggioreranno i servizi». Chiudi http://club.iltempo.it/onebrowser/get/xml/ILTEMPO/2013/01/19/xml/04_ABRUZZO-... 19/01/2013