ALICE FRANCHETTI , ”BARONESSA AL SERVIZIO DEGLI ULTIMI” Alice Hallgarten Franchetti (1874-1911) “la sua modestia è pari alla sua bontà, che vuol dire senza limiti” La baronessa Alice Hallgarten Franchetti,viene descritta dai documenti dell’epoca come una creatura dolce ed umile, che visse con lo scopo di fare il bene al suo prossimo, sull’esempio del suo santo preferito, San Francesco d’Assisi, nonostante non fosse di religione cattolica. Ella, di origine americana e di genitori tedeschi, viaggiò in tutta Europa per imparare e dedicarsi al bene altrui. Fu moglie di Leopoldo Franchetti (1847-1917), nobile proveniente da famiglia israelita, livornese di nascita e trasferitosi a Città di Castello nel 1880 dove diventò Deputato nel Collegio Tifernate, poi Senatore a vita. Per far crescere la patria era convinto che bisognasse smantellare l’assetto feudale nel meridione e puntare sull’istruzione popolare. Le sue competenze in campo agrario e i nuovi metodi da lui introdotti furono un incentivo allo sviluppo agricolo della zona altotiberina. Secondo lui, i contadini dovevano possedere le terre da loro coltivate ed alla sua morte lasciò la sua vasta proprietà ai contadini Il barone Franchetti incontrò a Roma Alice Hallgarten,di trent’anni più giovane, di famiglia aristocratica, appartenente al movimento americano per l’emancipazione femminile e se ne innamorò mentre era occupata nella carità verso i poveri romani. Alice si impegnò in molte opere di carattere sociale in favore dei poveri di Città di Castello: visitava ammalati e contadini poveri portando parole e opere di conforto. Fondò nei primi anni del 1900 le scuole elementari rurali di Villa Montesca, sul colle sopra la città, e di Rovigliano, a circa 10 km dalla Montesca, destinate gratuitamente ai figli dei contadini. I baroni Franchetti furono accomunati dall’attenzione verso gli ultimi e soprattutto sui temi dell’educazione dei bambini poveri, per i quali finanziarono e fondarono degli asili d’infanzia. Essi furono “catalizzatori ” della vita culturale cittadina dell’epoca, ospitando illustri personaggi di cultura. Nel 1908 la baronessa Franchetti volle fondare il laboratorio della “Tela Umbra” dando lavoro a donne di condizioni disagiate e ragazze madri, con annesso un asilo per i bambini delle tessitrici. Allo scopo di contribuire al miglioramento del livello di vita nelle campagne mantenendo le culture artigianali di tradizione popolare, valorizzò l’ arte della tessitura al telaio a mano grazie alla istituzione del Laboratorio : infatti ella aveva avuto modo di osservare che in quasi tutte le case coloniche della sua tenuta vi era un telaio adibito a tessere le tele per la famiglia. Ancora adesso laTela Umbra continua la sua attività, conservando le tradizioni e la cultura del passato della tessitura al telaio. L’incontro e il sodalizio della baronessa Alice con la pedagogista marchigiana Maria Montessori fu determinante e i baroni decisero di chiamarla a tenere il primo corso di Pedagogia scientifica e di istituire una "Casa dei bambini" col metodo Montessori presso Villa Montesca, dove operarono valide maestre, direttrici ed esperte dell’educazione dei bambini. Maria Montessori si trasferì per due anni a Villa Montesca dove perfezionò il suo metodo. A Villa Montesca Alice Franchetti volle fondare inoltre una residenza estiva per maestre indigenti in pensione, che arrivavano alla “Casa delle Maestre” da ogni località italiana ed estera. La pubblicazione del volume “Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei bambini”,di Maria Montessori, edito a Città di Castello dalla Tipografia Casa Editrice di Scipione Lapi fu realizzata grazie a Leopoldo e Alice Franchetti, che vollero finanziare l’opera, fermamente convinti del suo immenso valore scientifico. Nell’opera è contenuta la prima esposizione della peculiare visione della pedagogia, tesa allo sviluppo spontaneo della personalità del fanciullo. Il metodo della pedagogia scientifica era appena uscito e i baroni Franchetti ne furono dei convinti sostenitori. “La grandezza della personalità umana incomincia con la nascita dell’uomo. L’educazione dovrebbe incominciare dalla nascita. Ma come si può educare un bambino appena nato o nel primo o nel secondo anno di vita? Come impartire lezioni ad una creaturina che non capisce la parola e neppure sa muoversi? Durante questo periodo l’educazione deve essere intesa come aiuto alla sviluppo dei poteri psichici innati nell’individuo umano” M.Montessori Maria Montessori definisce il bambino come un “embrione spirituale” nel quale lo sviluppo psichico procede di pari passo allo sviluppo biologico. Nello sviluppo psichico sono presenti dei periodi sensitivi, definiti nebule, cioè periodi specifici in cui si sviluppano particolari capacità. Le fasi di sviluppo sono quella dai 0 ai 3 anni, nella quale il bambino ha una mente assorbente, la sua intelligenza opera inconsciamente assorbendo ogni dato ambientale. In questa fase si formano le strutture essenziali della personalità. Invece nella fase dai 3 ai 6 anni inizia l'educazione prescolastica ed alla mente assorbente si associa la mente cosciente. Il bambino sembra ora avere la necessità di organizzare logicamente i contenuti mentali assorbiti. Alice stessa scrive così sul Metodo Montessori: .. sono tranquilla e fiduciosa nel cambiamento radicale che quest’anno introdurremo nell’educazione primaria col Metodo Montessori. La M. ha promesso, come sai, di tenere durante i 3 mesi di vacanze, dei corsi a Città di C., e ti prometto che dopo questo, tu, io e le maestre sapremo come fare per mettere anche il bambino di campagna sotto 6 anni in grado di sviluppare la propria intelligenza organicamente, come cresce la pianta, da cellula a cellula, e che non sarà più necessario lo sforzo dal niente al troppo. [..] La Montessori durante il corso tenuto alla Montesca dichiarò riconoscente ai baroni Franchetti, a proposito del suo libro sul metodo e della loro generosità: Esistono fortunatamente dei veggenti - e questo ci consola - che aiutano a rischiarare la via anche agli altri. …I Baroni non dettero solo una parola vaga di lode, ma una pronta e vasta azione. Il Senatore disse "Queste parole e questo metodo, non devono vagare di bocca in bocca, ma debbono divenire con mezzo di propaganda". Nel 1916, dopo la morte di Alice Franchetti avvenuta per tubercolosi nel 1911, la Montessori scrive: .. la compianta baronessa Alice Franchetti,la quale, nel suo spirito superiore, aveva avuto un concetto grande di quest’opera; e, benché sofferente, volle ancor vivere e partecipare alla vita con opere che aiutassero le nuove generazioni. Così di Lei restano a ricordarla, oltre all’affetto imperituro di chi ebbe il privilegio d’avvicinare e comprendere il suo animo eccezionale, le scuole che fondò per i bambini dei contadini nella sua tenuta della Montesca (Città di Castello), ove fu posto il mio metodo per i piccolini, e dove Ella stessa, raccogliendo quanto di meglio era al mondo in fatto di educazione, adattò mirabilmente metodi per scuole elementari rurali. E oltre a tale opera educativa, che è quasi la sopravvivenza dell’anima sua là dove entrò sposa del barone Franchetti, anche questo esperimento viene ricordarla.” Anche Leopoldo Franchetti nel 1916 affermò che la scuola di Villa Montesca fondata dalla moglie Alice tutto l’insegnamento fosse considerato una preparazione a condurre una vita sana ed onesta Per più di mezzo secolo la scuola di Villa Montesca operò con il fine di condurre le popolazioni rurali ad acquisire una “educazione pratica” e uno sviluppo armonico della personalità,, tale da poter rendere il contadino “capace di pensare con il proprio cervello” e le popolazioni che abitavano le zone di Villa Montesca e Rovigliano più progredite delle altre. Fattoria Franchetti, foto d’epoca Tela Umbra, Sala Montessori Museo delle tradizioni popolari di Garavelle , telai