La produzione
La produzione
L’imprenditore
L’imprenditore
nel pensiero
economico
Fattori della
produzione
Funzione
della produzione
Produttività e Legge dei rendimenti decrescenti
Isoquanto
e
Isocosto
Equilibrio del
produttore
Esternalità
Innovazione
tecnologica
Costi di produzione
Economie di scala
Scelta
localizzativa
Efficienza del
lavoro
Aumento della produttività
Riduzione dei costi
Responsabilità
Sociale
d’Impresa
Riduzione dei prezzi
Maggiore benessere collettivo
Un’altra forma di
sviluppo: lo sviluppo
sostenibile
L’imprenditore
ECONOMIA
CICLO PRODUTTIVO: insieme delle operazioni necessarie a
produrre un bene
IMPRENDITORE: ha il compito di organizzare la produzione e
assume su di se il rischio,
sia tecnico (uso di impianti non perfettamente
efficienti)
sia economico (connesso alla mancata vendita del
prodotto).
DIRITTO
“… è imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica
organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi”
(art. 2082 c.c.)
Fattori della produzione
Produzione: qualsiasi attività diretta a
creare ed accrescere l’utilità dei beni e dei
servizi
Non va intesa solo come trasformazione
fisica ma anche come:
•Trasformazione nello spazio (trasporti,
ect.)
•Trasformazione nel tempo (conservazione
del vino per l’invecchiamento, etc.)
Fattori della produzione
1. Terra: tutte le risorse naturali ma anche le condizioni
ambientali che rendono possibile la produzione
2. Capitale: tutti i beni
processo produttivo
strumentali
impiegati
nel
3. Lavoro: attività dell’uomo e accumulazione di abilità e
capacità professionali
4. Ambiente (o Stato): tutti i servizi pubblici
5. Imprenditorialità: l’attività di coordinamento
fattori produttivi con funzione di innovazione
dei
Fattori della produzione
Capitale fisso: impianti macchinari attrezzature
Capitale circolante:
intermedi, scorte
materie
prime,
semilavorati
prodotti
Lavoro umano: attività delle risorse umane
Attività dello Stato: secondo un orientamento assai diffuso, oltre
ad assicurare alcuni servizi istituzionali, interviene per promuovere
lo sviluppo
Capacità imprenditoriale: abilità dell’imprenditore di combinare i
fattori della produzione
Fattori della produzione
A ciascun fattore produttivo compete un compenso
per il contributo apportato alla produzione
Terra
rendita
Capitale
interesse
Lavoro
salario
Stato
Capacità imprenditoriale
imposte
profitto
Fattori della produzione
La molla che spinge l’imprenditore a “mettere su”
un’attività di impresa è essenzialmente il profitto che è:
Incentivo: senza la prospettiva di un guadagno nessun
imprenditore investirebbe i suoi capitali
Segnale: mercati con alti profitti indicano una più elevata
domanda dei beni spingendo gli imprenditori ad entrare in
questi mercati
Forma tipica di autofinanziamento come utili non
distribuiti, consentendo all’impresa di effettuare nuovi
investimenti senza chiedere prestiti o nuovi apporti di
capitale
Funzione della produzione
La funzione della produzione esprime il rapporto tra la
quantità dei fattori impiegati (input) e il prodotto ottenuto
(output)
Y= f (X1,X2….Xn)
Obiettivo dell’imprenditore: allocare in modo efficiente le
risorse disponibili scarse, in modo da massimizzare il livello
di output per ogni livello di input
Funzione della produzione
La variazione della produzione all’incremento dei fattori produttivi
(c.d. rapporto di scala) non avviene sempre nella stessa misura. In
pratica si possono verificare tre possibilità:
• la produzione cresce in misura proporzionale
(rapporto di scala costante);
• la produzione cresce in misura meno che proporzionale
(rapporto di scala decrescente o diseconomia di scala);
• la produzione cresce in misura più che proporzionale
(rapporto di scala crescente o economie di scala).
Produttività
e Legge dei rendimenti decrescenti
In merito ai rapporti di scala analizziamo il rapporto tra la dimensione
dell’impresa e il livello della capacità produttiva utilizzata:
• se l’impresa ha raggiunto la sua massima capacità produttiva un
aumento degli input darà luogo a rendimenti decrescenti, con
conseguenti diseconomie interne.
• se aumenta la quantità di uno solo dei fattori produttivi il prodotto
totale subirà un incremento notevole, ma successivi aumenti dello
stesso fattore saranno accompagnati da incrementi decrescenti del
prodotto totale e ciò è dovuto alla
Legge dei rendimenti decrescenti
Produttività
e Legge dei rendimenti decrescenti
Rappresentazione grafica del rapporto tra incremento della produzione
di grano e aumento della quantità di concime impiegato
Produttività
e Legge dei rendimenti decrescenti
• Il prodotto medio di un fattore è pari
al rapporto tra il prodotto totale e la
quantità di fattore utilizzato
• Il prodotto marginale è l’incremento
registrato dal prodotto totale in
corrispondenza di un’unità aggiuntiva
del fattore impiegato
Produttività
e Legge dei rendimenti decrescenti
Produttività
e Legge dei rendimenti decrescenti
Dal precedente grafico si può evincere come il prodotto
marginale cresca rapidamente, facendo crescere anche
il prodotto medio.
Il prodotto marginale raggiunge il suo massimo livello e poi
decresce fino ad intersecare la curva del costo medio
nel suo punto di massimo. In seguito il prodotto
marginale decresce rapidamente facendo diminuire,
anche se più lentamente, il prodotto medio.
Gli isoquanti
Gli isoquanti sono curve che rappresentano
tutte le combinazioni di capitale e lavoro che
consentono all’impresa di ottenere la stessa
quantità di prodotto.
Gli
Gliisoquanti
isoquanti
B
Un
isoquanto
èun
decrescente.
Infatti,
uso
Ogni
punto,
una
Infine,
gli
isoquanti
non
si
incontrano:
Sugli
assi
indicate
leverso
dise di
Quando
sisono
usa
la
quantità
OC
di
lavoro,
convesso
esprime
Allora,
quanto
maggiore
èquantità
lamolti
quantità
Inoltre,
un
isoquanto
èrappresenta
convesso.
La
combinazione
di
macchine
e proprio
lavoro
F,
Se
c’è
non
solo
modo,
ma
modi
Isoquanti
più
alti
rappresentano
Ma
mano
che
ciquindi,
si
sposta
destra
meno
macchine
produzione
diminuisce.
combinazione
dila
macchine
elavoro
lavoro:
il
giustificate
voi
questa
affermazione
macchine
eimpiegata,
lavoro.
invece,
per
sostituire
DH
=quando
BD
macchine
è
questo
fatto.
Per
esempio,
si
usa
la
lavoro
già
tanto
minore
è!!!
diminuisce
la
produttività
ela
per
esempio,
consente
didel
produrre
stessa
alternativi,
per
produrre
la
medesima
combinazioni
che
assicurano
produzioni
Per
fareE,
la
stessa
quantità
prodotto
di
punto
esempio,
rappresenta
una
aumenta
quella
del
capitale
necessaria
la
quantità
lavoro.
quantità
OA
di
lavoro,
perdisostituire
BD
l’aumento
del
prodotto
ottenuto
diper
prodotto,
QCG
si può
quantità,
possiamo
supporre
si possa
più
alte.
Infatti,
queste
combinazioni
1, cheche
Ciò
significa
ilun’altra
saggio
marginale
di
prima,
quindi,
usare
più
lavoro.
combinazione
che
prevede
l’impiego
macchine
è che
sufficiente
la
quantità
AC della
die
dall’impiego
diladevo
unità
di
produrre
con
combinazione
E.lavoro
costruire
un
isoquanto,
che
rappresenta
contengono
una
quantità
più
alta
di
sostituzione
è decrescente
quantità
OA
dièlavoro
e OB di lavoro
macchine.
lavoro.
tanto
maggiore
la quantità
tutte
le combinazioni
di macchine
e lavoro
almeno
un fattore. Allora,
se l’impiego
di
necessaria
per all’impresa
sostituire
la la
stessa
quantità
che
assicurano
stessa
un’unità
addizionale
di un
fattore
di
macchine
quantità
di prodotto.
contribuisce
a far crescere la produzione ,
la quantità prodotta deve essere più alta.
E
F
D
Q2
H
0
Q1
A C
F
G
Lavoro
Gli isocosti sono curve che rappresentano tutte
le combinazioni di macchine e lavoro che
comportano il medesimo costo per l’impresa.
Gli isocosti
Se
Infine,
l’impresa
se
l’impresa
spende
spende
S
per
comprare
per deiè
Infatti,
quando
cambia
la
La
curva
di
isocosto
è una
retta.
Dati
i prezzi
del
lavoro,
W,quantità
eSun’unità
delle
Isocosti
L’inclinazione
più
alti
rappresentano
curva
di
isocosto
Questa
curva
èdella
decrescente:
quando
se
l’impresa
compra
solamente
comprare
solamente
lavoro,
può
comprare
può
la
fattori
ilrappresenta
loro
prezzo
macchine,
Pdi
,più
la tra
curva
che
pari
combinazioni
al usata
rapporto
costose.
imacchine,
prezzi
Infatti,
dei
fattori,
leil lavoro
l’impresa
usa
lavoro,
se
vuole
addizionale
lavoro,
la
spesa
per
Mdall’impresa,
quantità
comprare
//spendere
P
di
macchine.
non
cambia.
Dunque,
ileun
rapporto
tutte
combinazioni
dipoiché
lavoro
macchine
cioè
combinazioni
-leW
/diSPSaW
.W
che
silavoro.
trovano
su
continuare
la
stessa
somma
M
aumenta
eMallora
quella
per
leisocosto
tra
prezzi
nondiminuire
cambia,
l’inclinazione
che
comportano
la stessa
spesa
fatta
più
contengono
una
quantità
piùcosì
deveibasso
comprare
meno
macchine.
macchine
deve
di
W. èDunque,
della
curva
non cambia.
...
bassa
di la
almeno
un di
fattore.
queste
quando
quantità
lavoroQuindi
aumenta
di
combinazioni
meno.
una unità, percostano
continuare
a spendere la
stessa somma l’impresa deve rinunciare a
W / PM macchine.
S/
PM
C
W
PM
1
B
0
A
S /W
Lavoro
La scelta che minimizza il
Quindi,
rappresenta
Se
vuoleLprodurre
Q, il produttore
Anche
e la
Mcombinazione
consentono
diche
produrre
la le
costo
Consideriamo
l’isoquanto,
definisce
Tra
le combinazioni
di lavoroche
e macchine
decisione
ottima
è quella
sceglierà,
tra
lepuò
combinazioni
disullo
lavoro
e
quantità
perché
si del
trovano
stesso
Infatti,
Il la
produttore
se Q,
il produttore
scegliere
vuole
qualsiasi
produrre
Q,
combinazioni
di
e produttore
macchine
che
consentono
di lavoro
produrre
Q,
quellache
che
rappresentata
dal
punto
l’isoquanto
macchine
che
gli
assicurano
la
produzione
isoquanto
dialE.
Scegliendo
Ldi
olavoro
M,
però,
combinazione
di
lavoro
e macchine
per
sceglierà
una
elasi è
consentono
produttore
didove
produrre
costa
meno
è E,combinazione
che
prevede
l’uso
della
tangente
all’isocosto.
Q,
quella
che
costa
meno.
ottiene
unQ,
risultato
peggiore
di quello
fare
la produzione
che
desidera
ottenere.
macchine
che
si
trova
quantità
egli
lelavoro
curve
di
isocosto,
che che
quantità
OA
di
esull’isoquanto
OB
di macchine.
ottiene scegliendo
L elavoro
M si e
corrispondente
a Q.E: poiché di
definiscono
le combinazioni
trovano su che
rette
di isocosto
piùcosto.
alte,
macchine
hanno
lo stesso
costano più di E.
M
B
E
L
0
A
Q
Lavoro
La funzione di
produrre
quantità
,per
invece,
siè il
Dunque
il costo
basso
quale
Perquesta
Quindi,
se
PLinprocedura
èlaquesto
ilpiù
costo
delQal
lavoro
al
costo
eogni
PM
più
Procedendo
modo
ogni
2 per
1
Se costo
l’impresa ripete
deve usare
la usare
combinazione
F,più
chebasso
prevede
l’impresa
può
produrre
la quantità
Q
basso
costo
delle
si deve
macchine,
la ilcombinazione
costo
E,2 èche
al
quantità
l’impresa
può
individuare
la
l’usox della
quantità
OC
di lavoro
e lavoro
OD
OC
P
+costo
x quantità
P
. più
prevede
quale
l’impresa
della
può
produrre
la di
quantità
e
curva
del
totale,
laOA
curva
che
individuare
ilOD
costo
basso
aldiquale
L l’uso
Mcioè
macchine.
OB
Q
OA
macchine.
x PL +più
OBbasso
x PM.al quale si può
indica
il costo
1 èdi
ogni
quantità.
produrre
ciascuna quantità.
quantità, può
può produrre
D
B
F
E
Q
2
Q
0
A
C
1
Lavoro
Equilibrio dell’impresa
• si definisce il saggio marginale di sostituzione
tra i fattori, in questo caso Capitale e Lavoro
il rapporto tra la variazione di uno e la
variazione dell’altro che, avendo segni diversi,
garantiscono di continuare a produrre la
medesima quantità.
dK PM L
sms  

dL PM K
Il saggio marginale di
sostituzione tecnica
K
Sms = dK/dL
dK
dK’
Q1
dL
dL
L
Il saggio marginale di
sostituzione tecnica
• Il saggio marginale di sostituzione è
rappresentato dall’inclinazione dell’isoquanto
nel punto considerato pari a Sms = dK/dL e
misura l’ammontare addizionale del fattore
capitale che deve essere impiegato quando il
lavoro è ridotto marginalmente. E’ quindi un
rapporto tra due variazioni di segno opposto
cui corrisponde il rapporto tra PmL/PmK la
produttività marginale del lavoro e del
capitale
Il saggio marginale di
sostituzione tecnica
• Per meglio comprendere le ragioni per
cui il SMST è eguale al rapporto tra le
produttività marginali occorre rilevare
che se si facesse variare il lavoro di dL,
la conseguenza sulla quantità ottenuta
sarebbe pari al prodotto tra quella
variazione e la produttività marginale
del lavoro:
• dL· PML
Il saggio marginale di
sostituzione tecnica
• In modo analogo, se si facesse variare il
capitale in misura pari a dK, la
conseguenza sulla quantità ottenuta
sarebbe pari al prodotto tra quella
variazione e la produttività marginale del
capitale:
• dK· PMk.
Il saggio marginale di
sostituzione tecnica
• Trattandosi di curva di isoquanto (per cui
sostituendo L con K il prodotto non deve variare)
si deve porre la condizione che la somma delle due
variazioni deve essere nulla
dQ  PM L dL  PM K dK  0
PM K dK   PM L dL
PM L
dK

dL
PM K
PM L
dK
sms  

dL
PM K
Il saggio marginale di
sostituzione tecnica
K
Sms = dK/dL
Qui si
impiega dK
molto
capitale e la
sua
produttività
è più bassa
dK’
Ma mano che ci si
sposta verso destra
diminuisce la
produttività del lavoro
e aumenta quella del
capitale
Ciò significa che il
saggio marginale di
sostituzione è
decrescente
Q1
dL
dL
L
Il saggio marginale di
sostituzione
• Se si osserva il comportamento delle tangenti man
mano che si impiega sempre più lavoro l’angolo
diviene sempre più piccolo: ciò dimostra che il saggio
marginale di sostituzione è decrescente. Dal grafico
si evince infatti che lo stesso aumento di lavoro dL,
sostituisce un ammontare maggiore di capitale che si
verifica quando si adopera poco lavoro: dK>dK’.
Il saggio marginale di
sostituzione
• Man mano che ci si sposta da sinistra verso destra si
riduce il rapporto tra le produttività marginali, perché
impiegando via via più lavoro la sua produttività
marginale diminuisce, mentre impiegando via via
meno capitale la sua produttività marginale
aumenta.
• Muovendo verso destra infatti occorrerà compensare
con una più elevata variazione di lavoro una piccola
diminuzione di capitale
L’Isocosto
• Si definisce linea dell’ isocosto l’insieme di
tutte le combinazioni di fattori che
comportano lo stesso costo totale.
CT
 pLL  pK K
CT
pL
K 

L
pK
pK
Isocosti= identico costo totale CT
K
CT
pK
CT
 pLL  pK K
CT
pL
K 

L
pK
pK
Il rapporto tra i prezzi
È il coefficiente
Angolare della retta
CT
pL
L
L’isocosto
• Variazioni nei singoli prezzi sposta
l’inclinazione dell’isocosto; così una
diminuzione del prezzo di x consente di
disporne di una maggiore quantità
y
x
L’isocosto
• Variazioni nella capacità di spesa
dell’impresa o mutamenti simultanei e
proporzionali nei prezzi dei due beni
comportano uno spostamento parallelo in
avanti o indietro
y
x
La combinazione ottima
K
dK pL
sms   
dL pK
a
c
K*
d
bQ
L*
L
La condizione di ottimo
dK pL
sms  

dL pK
dK PM L pL



dL PM K pK
PM L PM K

pL
pK
COSTI DELLA PRODUZIONE
L’impresa vuole produrre la quantità che le assicura il
profitto più alto, ma per ottenere il profitto più alto
deve produrre al costo più basso.
Per produrre al costo più basso l’impresa deve
scegliere la combinazione di fattori della produzione,
per esempio macchine e lavoro, che costa meno.
I costi dell’impresa
Obiettivo
profitto
dell’impresa:
max
vincolata
del
Profitto = Ricavo totale - costo totale
Ricavo totale = somma di denaro ottenuta
dall’impresa dalla vendita del prodotto
Costo totale = somma di denaro pagata
dall’impresa per i fattori produttivi impiegati
I costi dell’impresa
Il dilemma
dell’imprenditore:
cosa e quanto
produrre?
I costi dell’impresa
Costi - opportunità
Costi sociali
Costi fissi e
Costi variabili
Costo medio e
Costo marginale
La curva del costo totale, quindi, è la curva che
indica per ogni quantità il costo più basso al quale
l’impresa può produrre ogni quantità. Come può
essere fatta questa curva?
Costo
totale
0
La curva del costo totale è può essere
prima concava e poi convessa
Quantità
Nel lungo periodo l’impresa può modificare
l’impiego di tutti i fattori della produzione,
che sono tutti variabili.
Nel breve periodo l’impresa non può modificare
l’impiego di alcuni fattori della produzione:
alcuni fattori della produzione sono fissi, altri
sono variabili.
Nel breve periodo, dunque, l’impresa sostiene


un costo fisso, pari al costo delle macchine, che
non cambia quando cambia la quantità prodotta
perché la quantità delle macchine è data.
un costo variabile, uguale al costo del lavoro, che
cambia quando cambia la quantità prodotta.
Allora nel breve periodo il costo totale, cioè il costo
che l’impresa deve sostenere per produrre ciascuna
quantità, è uguale alla somma del costo fisso e del
costo variabile
CT = CF + CV
Il costo totale nel breve
…
la
curva
del
costo
totale
è ...
Secosto
il costo
fisso,
variabile
ècurva
rappresentato
può
essere
da
fisso
èdunque,
da
una
retta
Il
variabile
è una
curva
che
passa
periodo
totale
èrappresentato
una
che
non
passa
una l’origine,
rappresentato
retta ... perché
in questo
modo
...quando
orizzontale,
non
cambia
dall’origine,
perché
quando
non
siproduce
produce
per
perché
quando
non
cambia
la deve
quantità
prodotta.
non
si deve
sostenere
questo
costo, edunè
l’impresa
comunque
sostenere
crescente,
il costo variabile
costo fisso,perché
ed è crescente
perché quando
CT
= CF
+ CV
aumenta quando
cresce
quantità
la produzione
illacosto
variabile
prodotta.
aumenta.
CV
CF
0
Quantità
Abbiamo visto che un’impresa, se vuole ottenere il
profitto più alto, deve produrre la quantità in
corrispondenza della quale il ricavo marginale è
uguale al costo marginale.
Possiamo dunque analizzare la scelta dell’impresa
considerando direttamente il suo ricavo marginale e
il suo costo marginale.
Il costo marginale è l’incremento del costo totale
dovuto alla produzione di un’unità addizionale di
prodotto.
Il ricavo marginale è l’incremento del ricavo totale
dovuto alla produzione di un’unità addizionale di
prodotto.
Un’altra utile nozione di costo è il costo medio , cioè
il costo che l’impresa deve sostenere in media per
produrre ciascuna unità, dato dal rapporto tra il
costo totale e la quantità prodotta.
Costo marginale e
medio
Il
costo
marginale,
è costante,
ètotale
Supponiamo
In
questo
caso
ilunità
costo
la che
curva
medio
del ècosto
uguale
al
Infatti,
se
ogniche
addizionale
comporta
rappresentato
una curva
orizzontale.
sia fatta
costo
marginale.
...dacosto
sempre
locosì
stesso
addizionale,
il costo
medio non può aumentare né diminuire,
ed è uguale al costo di ogni unità prodotta.
CT
CMa= CMe
0
Quantità
Costo marginale e
…
la
del
costo
marginale
èmedio
Se
la
curva
del
costo
totale
totale
èfatta
fatta
Ne
segue
che
la
curva
del
costo
èa
Il costo
medio
comincia
adiminuisce
crescere
quando
Infatti,
inizialmente
la
curva
del
costo
Poi
Allora,
il curva
costo
se
ilmarginale
costo
medio
cresce.
Il costo
finocosì
medio
...
così
...incontinua
fatta
questo
modo
il costo
marginale
diventa
superiore
a eil
marginale
è decrescente.
Allora,
medio
quando
è superiore
a diminuire
al...costo
marginale
fino poiché
a quando
quello
se ogni
unitàuguale
aggiuntiva
costo
dimedio:
ogni
unità
addizionale
diminuisce
il
aumenta
costo
marginale
quando
èdiventa
inferiore,
quando
a quello
il
costa medio
più
della
media,
la media
aumenta.
quando
aumenta
lapunto
quantità
medio:
costo
fino
ae quel
marginale
sono
ogniprodotta,
uguali
unità
il il
costo
aggiuntiva
mediocosta
èdiminuisce.
il più
meno
basso
della
possibile.
media,
CT
cosicché la media diminuisce.
CMa
CMe
0
Quantità
Rappresentazione grafica
Costo medio e
marginale
Costo marginale
Costo medio
Punto di fuga
30
7,5
B
0
1
2
3
4
5
Q
6
7
8
9
Quantità prodotta
Il rapporto tra costo medio di breve e di lungo periodo
CM
Quantità prodotta
Economie di scala
Rendimenti di scala costanti
Diseconomie di scala
Le curve di CM di breve e di lungo periodo siano correlate:
la curva di CM ha sempre la forma ad “U” ma nel lungo periodo è più appiattita e
più bassa delle curve di costo medio totale di breve periodo, in quanto le imprese
godono di una maggiore flessibilità potendo pianificare modifiche nella struttura
produttiva mediante investimenti in impianti tecnologicamente più avanzati e
riorganizzazione del personale, sì da mantenere il CM inalterato.
Un’impresa sceglie sempre di produrre la quantità
che le consente di ottenere il risultato migliore.
Nel lungo periodo l’impresa deciderà di produrre
solo se il risultato migliore che può ottenere è un
profitto.
Nel breve periodo, invece, l’impresa può decidere di
continuare a produrre anche se il risultato migliore
che può ottenere è una perdita.
Nel breve periodo il costo totale è uguale alla somma
del costo fisso e del costo variabile:
CT = CF + CV
Quindi nel breve periodo il costo medio è uguale alla
somma del costo fisso medio e del costo variabile
medio:
CTMe = CT / Q
= CF / Q + CV / Q
= CFMe + CVMe
Nel breve
periodo
se non produce
l’impresa
Ciò
significa
che l’impresa
produce
non solosubisce
quando
una perdita pari al costo
quindi,
RT > fisso.
CF +L’impresa,
CV
produce
non
solo quando ottiene un profitto, ma
ma anche
quando
anche quando subisce
perdita
RTuna
< CF
+ CVinferiore al costo
fisso.
se
RT > CV
cioè se il ricavo totale copre il costo variabile e
almeno una parte del costo fisso.
Nel breve periodo, quindi, l’impresa produce solo se
il prezzo è superiore al costo variabile medio.
P > CVMe
Infatti, se P è il prezzo e Q è la quantità prodotta, si
ha
RT > CV
P Q > CVMe Q
P > CVMe
Nel lungo periodo, invece, se non produce
l’impresa non ottiene un profitto ma non subisce
una perdita, perché non deve sostenere alcun
costo fisso.
Nel lungo periodo, quindi, l’impresa produce
qualcosa solo se ottiene un profitto, cioè se il ricavo
totale è superiore al costo totale
RT > CT
La curva di offerta della singola impresa è la curva che
indica per ogni prezzo la quantità che un’impresa
senza potere di mercato è disposta a produrre a quel
prezzo.
La curva di offerta di mercato è la curva che indica
per ogni prezzo la quantità che complessivamente le
imprese sono disposte a produrre a quel prezzo.
Il costo sociale sostenuto per la produzione di
un bene è il costo che la società deve sostenere
per produrre una certa quantità di quel bene.
Il costo sociale è misurato dalla somma più
bassa che i produttori richiedono per offrire
una certa quantità di quel bene.
Un’altra forma di sviluppo
Lo sviluppo sostenibile
Indice
La nascita dello sviluppo sostenibile
Millenium Development Goals
(Dichiarazione del Millennio)
Aree rilevanti nel dibattito sullo sviluppo
sostenibile
Tecnologia e sviluppo sostenibile
Lo sviluppo sostenibile
(Our Common Future, 1987)
“Lo sviluppo è sostenibile se soddisfa i bisogni delle
generazioni presenti senza compromettere le
possibilità, per le generazioni future, di soddisfare i
propri bisogni. Il concetto di sviluppo sostenibile
implica quindi dei limiti, non dei limiti assoluti, ma
quelli imposti dal presente stato dell’organizzazione
tecnologica e sociale nell’uso delle risorse ambientali
e dalla capacità della biosfera di assorbire gli effetti
delle attività umane".
Sostenibilità
 Risorse esauribili sono quelle di cui non è possibile
trovare in natura o attraverso un processo tecnologico
un loro sostituto,es. l’acqua, le foreste, petrolio
 Risorse rinnovabili sono quelle che la tecnologia può
creare dei sostituti o si possono rinvenire in natura
ulteriori giacimenti, es. petrolio energia eolica, energia
solare
Sostenibilità
viene definita sostenibile la gestione di una risorsa
rinnovabile se, nota la sua capacità di riproduzione,
non si ecceda nel suo sfruttamento oltre una
determinata soglia.
per le risorse esauribili, invero, più che di
sostenibilità, quale rapporto tra capacità di
riproduzione e tasso di sfruttamento, è opportuno
parlare di tempi e condizioni di sfruttamento ottimale
di esse.
Pareri a confronto
Gli economisti…
Sostengono che “Se ci fosse un uso troppo intenso di una
risorsa esauribile, la sua scarsità relativa farebbe
aumentare il prezzo e questo porterebbe a una
riduzione della domanda riequilibrando il sistema”
Gli ecologisti…
Sostengono invece che il mercato, e quindi le variazioni
di prezzo, sono incapaci da soli di regolare l’uso di una
risorsa preservandone la sua consistenza…e quindi
occorre un intervento politico
Si può parlare di sviluppo sostenibile
solo se esiste…
Soddisfacimento dei bisogni e delle aspirazioni degli uomini
della generazione presente;
Equità infragenerazionale, il soddisfacimento dei bisogni della
popolazione di uno Stato non deve compromettere la possibilità
per gli altri popoli che vivono sulla terra di soddisfare i propri
bisogni;
Equità intergenerazionale, il soddisfacimento dei bisogni della
generazione presente non deve compromettere la possibilità per
le generazioni future di soddisfare i propri bisogni;
Integrazione fra ambiente e politiche internazionali, in quanto
le politiche ambientali devono essere coordinate insieme alle
politiche economiche e di sviluppo.
Caratteristiche di una politica per lo
sviluppo sostenibile
Dimensione ambientale, sociale ed economica
Visione di lungo periodo
Qualità della vita
Approccio sistemico ai problemi ambientali
Integrazione delle politiche ambientali con le politiche
settoriali
Il nuovo concetto di sviluppo
sostenibile
La Dichiarazione del Millennio, elaborata dalle Nazioni
Unite, rappresenta una posizione sociale globale
compatta in merito agli impegni assunti sia dai paesi in
via di sviluppo, in termini di ricerca e raggiungimento
del progresso, sia dai paesi sviluppati, in termini di
aiuti, di opportunità commerciali e cancellazione del
debito.
Gli otto obiettivi della Dichiarazione
del Millennio
Eliminare la povertà estrema e la fame.
Diffondere l’istruzione elementare a livello
universale.
Promuovere le pari opportunità e dare più potere
alle donne.
Ridurre la mortalità infantile.
Migliorare la salute materna.
Combattere l’Hiv/Aids, la malaria e le altre malattie.
Assicurare la sostenibilità dell’ambiente.
Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo.
Aree rilevanti nel dibattito sullo sviluppo
sostenibile
aspetti
economici
aspetti
demografici
sviluppo
sostenibile
gestione delle
risorse
naturali
insufficienza
delle Istituzioni
Politiche
L’aspetto demografico
Capacità della Terra di sostenere un numero sempre
più crescente di persone, capacità determinata dal
rapporto tra fabbisogno umano, risorse disponibili e
produzione.
Dotazione di risorse naturali, quali l’acqua potabile e il
cibo, come variabile che non può essere accresciuta
indefinitamente: le risorse alimentari cresceranno ma,
contemporaneamente, il rapido incremento della
popolazione diminuirà drasticamente la disponibilità
pro capite di acqua e cibo.
L’aspetto economico
Non si può parlare di sviluppo sostenibile e della sua
effettività se gli Stati non risolvono:
i problemi connessi al cattivo funzionamento delle
tutele (esempio emblematico: il lavoro minorile);
i problemi legati ai flussi migratori sia per i Paesi
riceventi sia per i paesi che esportano manodopera.
La gestione delle risorse naturali
Nel tema della gestione delle risorse naturali, siano esse
rinnovabili o esauribili, si deve includere non solo il
problema dell’impatto ambientale della produzione in
termini di inquinamento ma anche la tematica delle
politiche ambientali.
CONCETTO DI POLITICHE AMBIENTALI
Le politiche ambientali sono
l’insieme dei principi, dei
piani, dei programmi, delle
azioni ed attività che
intendono perseguire
l’obiettivo della protezione
ambientale
Anni sessanta-settanta Fenomeni di
inquinamento diffuso – nascita di un “pensiero
ambientale” – lo sviluppo sostenibile
Oggi
Evoluzione delle politiche ambientali in una
logica di integrazione e di partecipazione
?
Fino al ‘60 Risorse naturali
illimitate – inquinamenti limitati
– inesistenza della questione
ambientale
Domani
Ottanta-novanta Politiche
ambientali internazionali e
comunitarie – strumenti
volontari –
Tecnologia e sviluppo sostenibile
Nodo cruciale è il ruolo della tecnologia in termini di
contributo alla soluzione del problema dello sviluppo
sostenibile
E ciò perché……..
Uno degli elementi tipizzanti delle economie dei paesi in
via di sviluppo è l’uso intenso di energia per unità
prodotta, che si traduce in un elevato uso di risorse
naturali non rinnovabili (acqua e materie prime) e
significative emissioni inquinanti nel suolo, nell’acqua e
nell’atmosfera…….e ciò per l’assenza di tecnologie
efficienti
nonostante le attività di ricerca, nei paesi occidentali,
hanno condotto allo sviluppo di tecnologie di processo
e di prodotto in grado di consentire una riduzione
significativa dell’impatto ambientale negativo……..tali
invenzioni non vengono trasferite nel sud del mondo né
adoperate da quelle imprese che hanno scelto di
localizzare in quei luoghi parte della loro produzione.
Quali sono le cause di questo mancato trasferimento?
Le barriere al trasferimento di tecnologie
più pulite nei paesi in via di sviluppo
assenza di incentivi economici all’adozione e all’impiego
di tecnologie meno inquinanti;
i c.d. costi di acquisizione e di gestione dei brevetti
connessi a queste invenzioni;
L’assenza sia di una politica ambientale restrittiva, e
di un valido strumento sanzionatorio;
assenza di una completa informazione sulle alternative
tecnologiche disponibili, e sul loro impatto ambientale;
presenza di barriere strutturali (in termini di
mancanza di competenze che di capacità adeguate alla
gestione manageriale e di carattere pratico – manuale
di queste invenzioni);
Dalla logica dell’assistenza a quella degli
investimenti
Una soluzione è rappresentata dalla cooperazione
tecnologica ossia un intervento che vede il passaggio
dalle politiche basate su un “atto di liberalità” alle
politiche basate sulla logica degli “investimenti”
La cooperazione tecnologica
emblematico esempio di cooperazione tecnologica è la
c.d.
implementazione
congiunta
prevista
dalla
Convenzione sui cambiamenti climatici (1992 Rio de
Janeiro) e dal suo protocollo firmato a Kyoto nel 1997.
Tale strumento si concretizza come una accordo
attraverso il quale un governo o una impresa di un
Paese
occidentale
offrono
una
adeguata
collaborazione al fine di ridurre le emissioni di gas
serra in un altro Paese che non ha le idonee tecnologie
o sia privo di quei capitali necessari ad apprestare un
sistema di riduzione dell’immissione nell’atmosfera di
gas serra.
Secondo il protocollo, i Paesi che hanno l’obbligo di
riduzione ed investono in un Paese in via di sviluppo
possono far valere queste riduzioni come proprie
sottraendole dal loro obbligo finale.
Le conseguenze positive
dell’implementazione tecnologica
trasferimento di capitali stranieri quale possibilità di
ulteriori investimenti esteri;
possibilità di cooperazione tecnologica in materia di
tecnologie pulite;
ricadute positive sull’ambiente;
formazione scolastica e tecnica.
• I consumatori acquistano beni secondo
un criterio di razionalità economica.
• Il consumatore decide in base al prezzo e
all’utilità.
• Il consumo è un’attività economica di
utilizzo dei beni disponibili, o di servizi.
• Il consumo aggregato è una delle
variabili di un sistema economico; è
considerato
un
indicatore
del
benessere
• “Il dovere sociale dell’impresa è ottenere i
più elevati profitti producendo così
ricchezza e lavoro per tutti nel modo più
efficiente possibile”. (M. Friedman)
• No. Perché? Alcune imprese oggi si
pongono l’obiettivo di contemperare
esigenze economiche, sociali e ambientali.
(Triple Bottom Line). Tutte devono
rispettare le norme ambientali, sulla
sicurezza sul lavoro).
• La differenza è che quelle che seguono il
modello della TBL considerano questo
obiettivo uno strumento di Governance.
• Il profitto in una situazione di mercato
aperto, corretto e competitivo, in cui si
rispettano le regole del gioco, è un
indicatore sintetico di efficienza
allocativa, quindi significa che si crea
benessere e lavoro per tutti.
• In realtà, il mercato non è perfettamente
concorrenziale, il profitto va per la
maggior parte ai proprietari, e allora
interviene la responsabilità sociale di
• Il consumatore “razionale” è un
consumatore cliente, passivo e privo di
strumenti per condizionare le decisione
delle imprese.
• Il consumatore-cittadino è un
consumatore critico che guarda la
rapporto qualità-prezzo, ma vuole
conoscere la filiera produttiva, eventuali
certificazioni di qualità, produzione,etiche.
• No, è un fenomeno crescente, che
riguarda target di mercato medio-alti, però
sta iniziando a fare presa anche sui
giovani,
consumatori
razionali
e
giovanissimi attraverso le campagne
informative e i progetti scolastici.
• Quali prodotti compra il consumatore
critico?
• Quelli delle imprese che si presentano
sul
mercato
come
imprese
che
• Compreresti un pallone fatto da bambini
che sono costretti a lavorare e non
possono andare a scuola (palloni nike),
caffè prodotto da multinazionali che
pagano i contadini una miseria e ti fanno
pagare tanto il caffè per fare profitti e
pagare la pubblicità? Compreresti un
prodotto fabbricato da un’azienda che non
sai che produce mine antiuomo che
uccidono o rendono invalide le persone?
• L’80% dei consumatori europei si
dichiara propenso a favorire lo sviluppo di
imprese impegnate nel sociale; il 72% dei
consumatori italiani ha dichiarato che
sarebbe disposto a pagare un prezzo più
elevato per beni che desse garanzia che le
imprese si sottopongono alla certificazione
sociale, o si impegnano in iniziative
socialmente rilevanti.
• “Il consumatore è sovrano quando,
disponendo liberamente del proprio potere
di acquisto, risulta essere in grado di
orientare, seguendo il suo sistema di
valori, i soggetti di offerta sia sui modi di
realizzare i processi produttivi sulla
composizione dell’insieme dei beni da
produrre”. (J.S. Mill)
•
•
•
•
•
•
Rispetto per l’ambiente
Rispetto per il lavoratore e i minori
Trasparenza degli scambi (prezzi equi)
Eventuale produzione di armi
Sicurezza dei lavoratori
Rispetto degli animali
• L’80% dei consumatori europei e il 72% dei
consumatori italiani premierebbero con i
loro acquisti imprese che si impegnano nel
sociale pagando anche un prezzo
superiore.
• Secondo te, conviene alle imprese
impegnarsi nel sociale e presentarsi sul
mercato come imprese che si sono poste
obiettivi di impegno sociale?
• Gli stakeholder (gli interessati, in questo
caso i consumatori) aumentano perché a
quelli che non hanno preferenze morali (i
consumatori razionali), si aggiungono i
consumatori critici, aumentano i profitti,
aumenta il capitale “reputazionale”. La
responsabilità
sociale
diventa
uno
strumento
per
aumentare
i
profitti…”l’onestà conviene sempre..”
• Purtroppo molte imprese riducono i prezzi
sfruttando i lavoratori, assumendo in nero,
scaricando rifiuti tossici che inquinano le
falde acquifere, truffando i consumatori
sulle reali qualità dei prodotti…quindi
quando paghi di meno un prodotto a volte
lo paghi di meno perché un ragazzo come
te lavora in nero, o con i “contrattini” di tre
mesi… i diritti e il rispetto dell’ambiente
costano.. però forse ne vale la pena
• Sei sicuro:
• che i rifiuti non inquinano le falde
acquifere, il mare e il pesce
• Che nessuno viene sfruttato
• Che non contribuisci alla costruzione delle
mine antiuomo
• Un consumatore critico e per questo
sovrano, influenza il processo produttivo e
spinge le imprese a implementare il
modello della responsabilità sociale, cioè
“un’ adesione volontaria ad un insieme
di norme comportamentali volta al
miglioramento della società in generale
a partire dalla dimensione interna
dell’azienda”, (Definizione del Libro Verde
sulla responsabilità sociale)
L’innovazione tecnologica
L’innovazione, oggi, gioca un ruolo sempre più
rilevante per le imprese, la crescita delle economie,
la competitività delle nazioni, lo sviluppo dei paesi
arretrati, la nascita e il declino di settori e
tecnologie.
Il tema dell’innovazione tecnologica nell’impresa ha
assunto una tale portata da influire sul modo di
agire, crescere, competere e cooperare delle
imprese e degli attori economici.
La rapida e costante evoluzione tecnologica si impone con
ritmi incessanti e accelerati in varietà sempre più
eterogenee di ambiti scientifici, obbligando, chi desidera
tenersi a passo con i tempi, ad una innovazione continua e
senza sosta, oltre che a un adattamento rapido a
cambiamenti quasi mai prevedibili.
L’innovazione come strumento per la competitività
internazionale, la crescita dei paesi avanzati, la nascita di
nuove industrie e nuovi segmenti di mercato a cui
collegare i problemi di trasferimento di tecnologia e suo
assorbimento per i paesi emergenti.
L’innovazione in Joseph A. Schumpeter
(1883-1950)
Centralità dell’innovazione nella dinamica
economica :
l’innovazione quale principale determinante del mutamento
industriale consiste in nuove combinazioni di mezzi di
produzione, crea nuove forme organizzative, genera
l'apertura di nuovi mercati, introduce nuovi beni e/o
nuovi metodi di produzione, al fine di appropriarsi di nuove
fonti di approvvigionamento.
Natura discontinua e disarmonica del mutamento
industriale
La funzione di leadership dell’imprenditore nel
processo innovativo
Il processo innovativo separato dall’invenzione
e dallo sviluppo scientifico/tecnologico
L’invenzione insieme allo sviluppo scientifico e
tecnologico sono considerati esogeni rispetto al sistema
economico, non viene analizzato
l’effetto dei fattori economici e sociali sullo sviluppo
scientifico e tecnologico, né tantomeno la funzione
determinante della trasmissibilità e diffusione delle
innovazioni e la continuità del mutamento.
Centralità delle innovazioni radicali e
marginalità delle innovazioni
incrementali
La prospettiva storica
L’approccio contestualizzato con cui leggere il
fenomeno, secondo J. Schumpeter permette l’emergere
della sua irregolarità e il suo intensificarsi di volta in
volta in settori differenti, dimostrando che le
innovazioni non rimangono eventi isolati e non sono
distribuite in modo uniforme nel tempo ma tendono ad
ammassarsi, a sorgere a "grappoli" all'interno del
sistema economico.
Economia dell’innovazione
Differenza tra:
Tecnica
Tecnologia
Scienza
Scienza
La scienza sviluppa conoscenza astratta
e a-finalizzata, si presenta
come un bene pubblico,
la comunità scientifica ha come
obiettivo quello di una completa
pubblicizzazione dei risultati in modo da
ottenere fama e notorietà scientifica
regolata da priorità nelle pubblicazioni
nelle principali riviste accademiche.
Tecnologia
E’ la finalizzazione del sapere scientifico
a fini utili e obiettivi specifici, si presenta
come bene privato,
nella comunità tecnologica vige il principio
della segretezza,
gli obiettivi sono profitti e quote di mercato
la competizione è regolata dai brevetti e
dalle dinamiche di mercato.
ISTAT: complesso di conoscenza, capacità
professionali, procedure,competenze,
attrezzature, soluzioni tecniche necessarie
per la realizzazione di un prodotto o per
l’esecuzione di un processo produttivo.
Tecnica
E’ la materializzazione della scienza
e tecnologia in progetti, macchine e
prodotti
La distinzione tra invenzione e innovazione
Invenzione
L’invenzione, spesso casuale, non
indotta da motivazioni economiche, o
competitive è rappresentata da una
nuova idea, da un nuovo sviluppo
tecnologico, ovvero da una novità
tecnologica non ancora realizzatasi
tecnicamente e materialmente.
L’innovazione:
• come processo attraverso il quale viene generato un nuovo
processo produttivo o un nuovo prodotto;
• come sistema risultato di una eterogeneità di reazioni e
interazioni fra attori diversi che contribuiscono con
specifiche capacità e specializzazioni a connotare il
fenomeno innovativo come fenomeno collettivo;
•innovazione e dinamica: l’innovazione rappresenta
l’elemento di movimento e di disequilibrio del sistema
economico, è fonte di crescita e sviluppo, è alla base della
dinamica industriale.
Innovazione
.
L’innovazione è la realizzazione dell’invenzione in un nuovo prodotto o
in un nuovo processo produttivo ed il suo sfruttamento commerciale.
L’innovazione comprende:
•la progettazione “design”;
•la realizzazione fisica “manufactoring”;
•la commercializzazione “marketing”.
L’evento innovazione può essere individuato anche nella
ricombinazione intelligente di conoscenza esistente , può riguardare
nuove forme organizzative, ovvero l’applicazione di prodotti già
presenti nel mercato rispetto ad un nuovo tipo di domanda, o
altrimenti l’apertura di nuovi mercati.
NB: non tutte le invenzioni si trasformano in innovazioni e molte innovazioni
non derivano direttamente dalle invenzioni.
Le innovazioni distinte per il grado di novità
rispetto alla tecnologia, all’organizzazione e
alla domanda
Le innovazioni incrementali, numerose, comportano un
miglioramento di un processo, prodotto o servizio
rispetto ad un design dominante, architettura di
prodotto/processo o domanda esistenti.
Le innovazioni radicali, più rare, rappresentano una
rottura con i prodotti o processi esistenti (es. il
transistor rispetto alle precedenti valvole
termoioniche).
Fonti dell’innovazione
Apprendimento
R-S
Conoscenza
Attività di ricerca/sviluppo
Attività organizzata e formalizzata
finalizzata all’introduzione di
innovazione, comprende il lavoro creativo
condotto su base sistematica da parte
dell’impresa per l’aumento del patrimonio
di conoscenze scientifiche e tecniche
per la realizzazione di nuove applicazioni.
Ricerca di base
Ricerca applicata
Sviluppo
Ricerca di base finalizzata all’ampliamento della
conoscenza scientifica.
Ricerca applicata utilizza conoscenze scientifiche o
genera nuove conoscenze tecnologiche per la
creazione di nuovi prodotti/processi produttivi.
Sviluppo consiste nella effettiva realizzazione di un
nuovo prodotto/processo produttivo.
NB: nonostante le tre fasi siano solitamente in sequenza, i
confini che le separano sono spesso indistinti.
Conoscenza
La conoscenza è legata alla comprensione, alla elaborazione e
all’assimilazione delle informazioni in una alta dimensione cognitiva.
La conoscenza tacita si sviluppa con l’esperienza e con le interazioni
personali implicando in tal modo, un elevato grado di specificità ai
soggetti e ai contesti entro cui è localizzata e di connessione con le
attività che la originano; la conoscenza criptata, non “insegnabile”, gioca
un ruolo rilevante nel processo di innovazione e conferisce vantaggi alle
imprese non essendo accumulata o trasmessa attraverso canali o
pubblicazioni formali.
La dinamica della trasformazione e trasferibilità della conoscenza
all’interno di una organizzazione o fra le organizzazioni implica una
stretta interazione tra conoscenza tacita e conoscenza codificata e la
conseguente conversione da tacita a codificata e viceversa.
L’acquisizione da parte dell’impresa della capacità idonea ad identificare,
assorbire e sfruttare la conoscenza scientifica esterna, generica e
complessa scaturisce da un’attività di R-S
in grado di creare
apprendimento.
Apprendimento
La grande maggioranza degli economisti ha considerato
l’apprendimento come un processo automatico e senza costi,
risultato congiunto dell’attività produttiva( quantità di output)
e del passare del tempo capace di generare una riduzione dei
costi medi di produzione.
L’apprendimento và esaminato nella varietà dei sui contenuti , dei
suoi meccanismi (learning by doing learning by using, learning
by interacting, learning by monitoring, learning by searching),
dei legami con le altre fonti di conoscenza e la costante e
profonda relazione con le competenze.
Apprendimento come processo multidimensionale e cumulativo,
con carattere locale, volto all’acquisizione ed accumulazione di
conoscenze da parte delle imprese attraverso, la ricerca,
l’attività produttiva e di marketing. L’apprendimento deve
essere compreso in relazione alle competenze dell’impresa,
quali strutture cognitive in grado di integrare conoscenze
Impresa innovativa
Approccio cognitivo
La visione dell’impresa innovativa di natura
schumpeteriana - evolutiva è basata su una prospettiva
centrata sulla conoscenza, sull’apprendimento e sulle
competenze e riguardante l’innovazione e la produzione
in ambienti “turbolenti”, in rapido cambiamento.
I fondamenti della teoria schumpeteriana - evolutiva
dell’impresa innovativa esaminano l’impresa come una
organizzazione che apprende ed è dotata di competenze
specifiche.
Routine organizzative
Le imprese sono depositarie di conoscenza
specifica incorporata all’interno delle routine
organizzative, quali attività delle imprese
rappresentata da schemi di comportamento
ripetitivi usati in particolari circostanze.
Questi pattern di azione, si configurano come
regole decisionali e procedure
comportamentali di tipo meccanico in base alle
quali le imprese conducono la propria attività
ed operano nel mercato, rappresentando ciò
che l’impresa sa e può fare.
I fattori di localizzazioni e la loro incidenza
sull’andamento economico finanziario dell’ impresa
1. Le economie di agglomerazione
2. L’onerosità del processo di trasferimento dei beni
3. Il lavoro umano
4. Gli incentivi pubblici
5. La componente extra economica
Nella scelta ubicazionale, le aziende, specialmente di piccola e media
dimensione, sono condizionate dalla presenza di fenomeni agglomerativi.
In relazione alle cause che li hanno originati si distingue tra:
Economie di scala (interne all’impresa – derivanti dalle dimensioni
dell’impresa)
Economie di localizzazione (esterne all’impresa ma interne al settore)
Economie di urbanizzazione (esterne all’impresa e al settore)
L’ analisi dei benefici connessi alle economie di agglomerazione è molto compressa:
•Difficoltà di valutazione degli effetti positivi sull’economicità aziendale
•L’analisi va fatta in prospettiva: col trascorrere del tempo le economie possono
trasformarsi in diseconomie (per l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi specie
delle aree e dei fabbricati, la saturazione del mercato di sbocco, la congestione
del traffico, le politiche pubbliche volte a fronteggiare l’inquinamento).
L’ONEROSITÀ DEL PROCESSO DI TRASFERIMENTO DEI BENI
I COSTI DI TRASFERIMENTO CONDIZIONANO LA SCELTA LOCALIZZATIVA?
WEBER Il costo del trasporto è decisivo per la scelta ed è correlato al:
• Peso della merce da trasportare
• Distanza da coprire
• Costi unitari di trasporto
“Il criterio della localizzazione ottima di Weber”:
La localizzazione che assicura i profitti massimi è quella in cui la somma
dei costi di trasporto dei fattori e del prodotto finito è minima
(MINIMIZZAZIONE DEI COSTI DI TRASPORTO).
HOTELLING Il processo di massimizzazione del profitto determina la
configurazione delle aree di mercato di ciascuna impresa.
In ogni caso, la scelta localizzativa rimane influenzata dal grado di
sviluppo del sistema viario e dalla possibilità di effettuare velocemente
operazioni di carico/scarico.
L’azienda, nel giudizio di convenienza comparata tra le varie alternative, deve
accertare una serie di variabili connesse al fattore lavoro.
1. Disponibilità del fattore, in quantità e qualità richieste dall’azienda:
• Personale dotato di elevata professionalità, con qualifiche dirigenziali: fattore non
condizionante per grandi aziende. Fattore condizionante per piccole aziende, che
devono orientarsi su un luogo dove è presente tale personale.
• Personale esecutivo, sprovvisto di speciale qualificazione: fattore non
condizionante, perché tali competenze sono ovunque acquisibili con facilità oppure si
sostituisce il lavoro umano con quello meccanico.
• Personale esecutivo, con speciale qualificazione: fattore assai condizionante,
perché tale personale si concentra in certe zone, caratterizzate da una spiccata
tradizione industriale. Se la formazione di tali competenze in altre zone è troppo
costosa, è preferibile localizzarsi dove sono già presenti.
2. Influsso di manifestazioni improprie del lavoro: assenteismo, conflittualità
ed eccessiva sindacalizzazione sono spesso collegate all’ambiente.
3. Atteggiamento degli enti locali: per verificare se esistono politiche di
sostegno del sistema produttivo.
Gli incentivi pubblici
Si tratta di fattori ubicazionali predisposti in maniera artificiale, allo scopo di contrastare la
saturazione localizzativa connessa alle economie di agglomerazione e la depressione economica che
caratterizza certe aree geografiche del Paese.
Forme di intervento: si canalizzano risorse finanziarie nelle aree depresse (incentivi e agevolazioni) x
stimolare la nascita di fattori agglomerativi.
Domanda: è preferibile localizzarsi nelle aree depresse e beneficiare dell’incentivo o nelle
aree sviluppate?
Occorre effettuare l’analisi comparata dei benefici scaturenti dalle due diverse aree
•Aree depresse: la stima dei benefici economici connessi all’incentivo è agevole, quando si tratta di
facilitazioni creditizie, contributi a fondo perduto, agevolazioni fiscali, sgravi di oneri sociali. E’, invece,
complessa, se l’intervento pubblico è di tipo indiretto (investimenti pubblici in infrastrutture civili e
industriali).
•Aree sviluppate: la valutazione dei benefici connessi ai fattori agglomerativi è difficile.
Il giudizio di convenienza economica comparata è spesso poco significativo.
Gli incentivi pubblici non rappresentano elementi che condizionano fortemente il processo
decisionale, perché difficoltà di ordine sostanziale e remore psicologiche (propensione al rischio
e esigenze di gratificazione sociale) fanno preferire le aree sviluppate.
Viceversa
Le scelte localizzative sono in larga misura influenzate dall’azione pubblica basata su disincentivi
(divieti amministrativi, penalizzazioni) volti a attenuare la saturazione localizzativa. Tali vincoli non
influiscono sul giudizio di convenienza ma sulla concreta disponibilità dei fattori produttivi (es.
terreni e fabbricati).
ESTERNALITÀ
Un’esternalità è l’effetto dell’azione di un soggetto economico sul
benessere di altri soggetti non direttamente coinvolti.
Effetto dannoso: esternalità negativa
Effetto benefico: esternalità positiva
L’interesse sociale non è limitato a quello di compratori e venditori,
perché questi ultimi tendono a non considerare gli effetti esterni delle
loro scelte nel decidere quanto domandare e offrire, e quindi…
L’equilibrio di mercato non massimizza il benessere sociale
Un esternalità compare...
. . . Quando una persona intraprende
un’attività che influenza il benessere
di un altro soggetto non coinvolto e
non paga, nè riceve alcuna
compensazione per tale effetto
Esempi di esternalità negative
Gas di scarico delle automobili
Fumo di sigarette
Cani che abbaiano
Stereo alti in un condominio
Esempi di esternalità positive
Restauro di edifici storici
Ricerca nelle nuove
teconologie
Mantenimento dei paesaggi
agricoli
Esternalità positive nella
produzione
Quando un’esternalità ha effetti
benefici sui soggetti non coinvolti nel
mercato, si ha un’esternalità positiva
I
costi sociali di produzione sono
inferiori ai costi privati di produttori e
consumatori
Esternalità positive nella
produzione
Uno spillover tecnologico è un tipo di
esternalità positiva che esiste quando
l’innovazione di una impresa ha un beneficio
non solo sull’impresa stessa, ma rientra nella
gamma di conoscenza tecnologica della
società e ha un beneficio per la società nel
suo complesso
I metodi per correggere il fallimento del
mercato dal lato della produzione (le
emissioni inquinanti)
• Imposte sulla produzione ( si riduce la
produzione e quindi anche l’esternalità)
• Standard di emissione: il limite imposto
per legge alla quantità che un impresa è
autorizzata a emettere.
• Tassa di emissione: tassa applicata su
ciascuna unità di emissione di un’ impresa
• I permessi di emissione negoziali
Standard di emissione e tasse
sulle emissioni a confronto
•
Vantaggi degli
standard:
1. In presenza di
informazioni incomplete
danno maggiore
certezza riguardo ai
livelli di emissione,
lasciando incerti i costi
di abbattimento. Le
tasse offrono certezza
dei costi di
abbattimento, ma
lasciano incerta la
riduzione dei livelli di
emissione.
•
Vantaggi delle tasse:
1. Ottengono lo stesso
risultato a costi minori
rispetto agli standard
2. Incentivano
l’innovazione
Metodi per correggere il fallimento del
mercato dal lato del consumo: la
gestione dei rifiuti
• Raccolta differenziata obbligatoria (per
funzionare richiedono controlli a campione,
sanzioni gravissime)
• Tassa sui rifiuti (compensano il danno
ambientale ma non incentivano comportamenti
desiderabili)
• Depositi
rimborsabili
(richiedono
una
organizzazione maggiori alle precedenti, e
incentivano comportamenti virtuosi e spontanei)
Equilibrio privato…dell’impresa
inquinante
Prezzo
Offerta
(costo privato)
Equilibrio
Domanda
(valore privato)
0
QMERC
Quantità
Internalizzazione dei costi esterni
dell’inquinamento
Se le imprese producono inquinamento
(esternalità negativa), allora il costo per la
società di produrre carta è più grande del
costo privato sostenuto dai produttori
Internalizzazione
Per ogni unità prodotta,
IL COSTO SOCIALE
include i costi privati dei produttori
più i costi dei soggetti non
coinvolti nel mercato ma colpiti
dall’inquinamento
Inquinamento e ottimo sociale...
Prezzo
Costo
inquinamento
Costo sociale
Offerta
(costo privato)
Ottimo
Sociale
Equilibrio di mercato
Domanda
(valore privato)
0
Qottimo Qmercat
o
Quantità
L’intersezione della curva di domanda e
quella dei costi sociali determina
il livello di produzione
SOCIALMENTE OTTIMALE
Il livello socialmente ottimo di
produzione è minore della quantità di
equilibrio del mercato.
COME INTERNALIZZARE LE
ESTERNALITÀ?
Lo Stato utilizza tasse e sussidi per
allineare il sistema degli incentivi
privati all’efficienza sociale
Le tasse pigouviane sono tasse
imposte per correggere gli effetti di
un’esternalità negativa
SOLUZIONI PRIVATE ALLE
ESTERNALITÀ
• Le esternalità non richiedono
necessariamente l’intervento dello
Stato
• Non solo lo Stato ma anche il Mercato può
correggere le esternalità
(R. Coase, The Problem of Social Cost, 1960)
Teorema di Coase:
Qualunque sia la distribuzione iniziale dei
diritti di proprietà, le parti in causa possono
negoziare un accordo efficiente per
entrambi in grado di risolvere il problema
delle esternalità
Ipotesi:
• inesistenza costi di transazione
• Informazione completa
Ulteriori ipotesi teorema di
COASE
Per preservare la reciprocità dell’esternalità
ammette che:
si
• Gli inquinati subiscono direttamente le conseguenze
negative dell’esternalità
• A fronte di riduzioni di inquinamento per la minor
quantità prodotta, gli inquinati sono disposti a
compensare gli inquinatori per i mancati guadagni
e viceversa
Libertà di inquinamento (COASE)
Vs.
Obbligo risarcimento danni (PIGOU)
COASE:
Stesso ottimo paretiano di PIGOU
Assenza della previsione di un obbligo di
risarcimento
Riconoscere di fatto, ai produttori, il diritto
di inquinare liberamente
Ottimo inquinamento e contrattazione
I
CMlY= inquinante
A
CMlx = inquinato
H
B
S
EQUILIB.
G
C
0
D
Zs
F
ZE
Liv. inquinamento
COASE: “Neutralità” del regime normativo
• In assenza di ostacoli alle transazioni
• Il calcolo di convenienza consente al mercato
di raggiungere la stessa posizione di equilibrio
sia con diritti di proprietà agli inquinati
sia con diritti di proprietà agli inquinatori
Giudizio di valore in termini di benessere
Limite del teorema di Coase:
Vale solo se non vi sono costi di transazione
Qualche volta le soluzioni private falliscono:
i costi di transazione sono talmente alti da impedire
l’accordo privato (Benefici dall’accordo < Costi totali)
Altri problemi:
•negoziazione si protrae troppo o fallisce;
•parti in causa sono molte ed è costoso coordinarle.
Può diventare utile l’intervento dello Stato.
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La produzione