DI ERCOLE MACRÌ Il comune di Samo è stato sciolto per mafia poiché il terzo cugino dell’assessore avrebbe salutato il secondo del presunto capo ‘ndrangheta locale. Chi scioglie un comune deve rapportarsi all’ambiente, e l’ambiente di Samo, Siderno, Africo, San Luca, fa tendenza. Dal Campidoglio uscivano buste, bustine e bustarelle come da un ipermercato, cariche fino all’orlo, ma l’ambiente romano non è quello calabrese, non fa tendenza, solo scambi di coppia alla cocaina. Le mani in pasta di cui parlano i giornali sono reati con molecole d’acciaio, mica riti primordiali spinaci e castrato. CONTINUA A PAGINA 6 CONTROCOPERTINA www.rivieraweb.it DOMENICA 14 DICEMBRE 3 Il ricordo a un mese dalla Tragedia della Limina S ono passate quattro settimane soltanto da quel terribile attimo di violenza che, inesorabilmente, strappando alla realtà umana quattro pietre angolari, ha mutato definitivamente le sensazioni di ognuno di noi che in quei portenti riconosceva: un amico, un confidente, un compagno di giochi o un figlio. Già, un figlio. Quale dolore più grande di questo? Quale consolazione potranno mai trovare, per rendere ancora vivibili quelle giornate che sembreranno gelide, i Padri e le Madri condannati a vivere in cotanta disperazione? E quale forza gli amici, che, perdendo dei punti di riferimento così solidi come i ragazzi, vedranno disancorate le loro convinzioni, oscillanti i loro pensieri o peggio divelti i loro baluardi? A tutto questo dolore non può rispondersi che con la dolcezza, con l'amore; solo l'amore infatti potrà cimentarsi nella faraonica impresa di colmare i nostri vuoti. L'amore accompagnato in questa opera colossale dal migliore dei medici, il tempo. Non che il tempo faccia dimenticare, non lo penso minimamente, ma pian pianino, con costanza, riuscirà a spazzare via quantomeno la violenza nei ricordi, per far luogo alla dolcezza in questi. Noi amici sappiamo cosa fare per onorare la memoria dei ragazzi. Provarci. Continuare a vivere come se loro guardandoci possano gioire ancora della nostra convivialità, a loro ripetutamente dedicata nell'intento di ripercorrere così i fasti e le godurie dei momenti condivisi. Ai genitori invece molti, errando, pensano come a persone distrutte da questo dolore, che verranno sconfitte dalla miseria della tragicità di un sì mesto evento. Non dovrà essere così, questo vuole essere un augurio per loro che nel culmine della sofferenza hanno già saputo dimostrare una dignità impareggiabile che è servita da monito a tutta la comunità e che alla stessa ha dato sollievo. In momenti come questi, tutti sappiamo che le sensazioni si opacizzano, offuscate da rabbia, sgomento, incapacità di trovare risposte e senso di smarrimento legato alla umana pochezza di fronte all'assurda e spietata fatalità, feroce e gelida, sfrontata e irrazionale. La vera risposta sta nella fede, in quel Dio consolatore e misericordioso che mai abbandona i suoi figli ma li traghetta, nella tempesta, fino al porto sicuro della gioia. Come Cristo fece con la Madre. Donna che subì anzitempo anch'ella la stessa sorte dei genitori di Leo, Bombo, Luigi e Peppe e a cui Egli affiancò Giovanni, discepolo che amava, per consolarne il dolore. Così farà con le famiglie dei nostri amici, non dimenticandosi di esse ma dando loro conforto e speranza, forza d'animo e coraggio. La morte purtroppo segna il corso delle nostre fragili esistenze lasciandoci sovente sbalorditi e rendendoci incapaci di trovare quelle risposte che soddisferebbero le coscienze, appagandoci. La vera morte però è quella dell'oblio, della dimenticanza. Moriranno davvero qualora dovessimo dimenticarli, qualora vanificassimo gli sforzi da loro compiuti per vivere da buoni figli. Ciò non avverrà perché trapassando ad altra vita Leo, Bombo, Luigi e Peppe è come se si fossero elevati, divenendo un'idea, un concetto, uno stile di vita da imitare, pervadendo il nostro essere e albergando in ognuno di noi per non morire MAI. Le mie parole vogliono essere solo di conforto alle famiglie e agli amici che vivono, anzi viviamo, nello smarrimento. Il dolore è straziante, lancinante, fa preferire, in alcuni momenti, la morte alla vita. Ma non è questo quello che i nostri ragazzi avrebbero voluto e per onorare la loro memoria fa d'uopo stringersi intorno alle loro famiglie e nell'armonia e nella grazia dell'unione favorire quella ripartenza cui anche loro da lassù, dal profondo dei loro cuori purissimi, sicuramente auspicano. Un abbraccio a voi Mamme Papà Fratelli e Sorelle. Un amico I l prossimo sedici dicembre sarà celebrato il trigesimo dalla scomparsa delle sei vittime della strage della Limina. Un momento dedicato al ricordo di queste persone, aperto ad amici, conoscenti, familiari e a chiunque volesse condividere il loro ricordo. Sul fronte delle indagini nulla di nuovo. Mancano le testimonianze e soprattutto, come si era notato nell'immediatezza del fatto, non sono stati riscontrati segni di frenata sull'asfalto quel giorno reso viscido dalla pioggia. Tutti bravissimi e normalissimi ragazzi con la testa a posto. Una mazzata terribile soprattutto per i loro genitori che si sono sempre sacrificati per cercare di garantire ai loro figli un futuro dignitoso. Belle persone, stimate e benvolute tanto che sia l'intera Siderno che la stessa Platì si sono fermate un mese fa per dare loro l'estremo saluto. Segno che il loro passaggio sulla terra non è passato inosservato. E ora sono lì, a guardarci dall'alto dei cieli. Osanna. Antonio Tassone La Poesia Sarete fiori ed io la Primavera vi donerò un bel sole tutto l'anno io vi darò più luce quando è sera e tutti i fiori a un tratto sbocceranno! Sarete l'aria ed io l'aquilone mi cullerete con un po' di vento e volerò più in alto di un airone e sopra il cielo io sarò contento! Sarete note, ed io una melodia la sentiranno gli Angeli lassù e forse per amore e per magia faranno un bel regalo al Buon Gesù. Teresa Archinà RIVIERA ATTUALITÀ GIUDIZIARIA Truffe e truffatori Frodi e frodati “Gli ho consegnato la moto e lui mi ha corrisposto un assegno che non mi sembrava originale. Per rassicurarmi mi ha detto di seguirlo in banca per verificare che tutto era a posto e che il titolo era coperto. Lui è partito avanti ed io l'ho seguito poco distante, fino a quando, io mi sono fermato al semaforo rosso mentre lui ha proseguito e, da quel momento, non l'ho più visto. L'assegno è risultato falso, era una fotocopia a colori”. Il fatto è avvenuto nel bresciano alcuni anni addietro. Ne ha parlato il “frodato” nel corso della testimonianza resa nel corso di un processo che si svolge a Locri, dove tra gli imputati ci sarebbe anche il presunto truffatore, di origini rom che avrebbe fatto parte di un sodalizio ben rodato che avrebbe truffato e frodato diverse decine di malcapitati in tutta Italia, per un giro d'affari stimato dagli inquirenti di circa 2 milioni di euro. I presunti truffatori monitoravano i principali siti di annunci, individuavano il prodotto desiderato, contattavano il potenziale offerente, gli davano appuntamento solitamente a ridosso del fine settimana e pagavano la merce con un assegno immancabilmente falso che sarebbe stato controllato dal malcapitato solo qualche giorno dopo. In questo modo sono riusciti ad assicurarsi macchine di lusso, escavatori, mezzi agricoli, ma anche moto d'acqua e un martello pneumatico, fino a spingersi all'acquisto di prodotti dalla dubbia utilità, come nel caso di un trono di legno. Su tutto spicca l'abilità dei componenti del sodalizio, pratici della Rete così come nella manipolazione di documenti, e capaci di conquistare senza fatica la fiducia delle vittime. E poco importava a questi impostori se c'era chi contasse su quegli assegni (falsi) per garantirsi il proprio futuro. L'indagine è partita alla fine del 2010, quando diversi sequestri di tagliandi assicurativi falsi e innumerevoli denunce di truffe, hanno fatto rizzare le orecchie ai carabinieri delle stazioni di Marina di Gioiosa Jonica e Caulonia Marina, che sono così arrivati a scoprire un inganno che ha fruttato alla banda due milioni di euro e che, dalla Calabria, è arrivato fino in Val d'Aosta, con vittime residenti in molte regioni d'Italia, dal Lazio al Piemonte, dalla Toscana alla Lombardia, dalla Campania all'Emilia Romagna. Nei prossimi mesi si giungerà ad una prima sentenza. Intanto prosegue la sfilata degli oltre cento truffati, provenienti da quasi tutte le regioni d'Italia. www.rivieraweb.it DOMENICA 14 DICEMBRE 4 Casa della salute di Siderno: «Porteremo questo progetto fino in fondo», parola di MicheleVumbaca Michele Vumbaca ci crede. «Dalla casa della salute di Siderno può partire quel cambiamento che porterà la sanità della Locride dal sottoscala al piano terra e poi più insù». La pensa così il vicepresidente nazionale dell’associazione “Etica e Salute” che come sidernese, nonostante da molto tempo opera da imprenditore nei distretti dove la Calabria decide e dove in questo momento – ci informa Vumbaca - «si sta discutendo di un passaggio molto delicato, ovvero di ridurre a tre le aeree di competenza regionali: Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza» Ma sono indicazioni del nuovo governatore? In una riunione avuta a Catanzaro Mario Oliverio è sembrato avere le idee chiare su come intende agire. In che senso? La qualità prima della quantità. La Calabria con queste tre mega aree perderà 600 posti letto e qualche primario, ma potrà contare su strutture ospedaliere di primo livello che ridaranno sicurezza e dignità all’ammalato calabrese. Si punta a ridurre l’emigrazione sanitaria? Il debito dell’ASL calabrese nei confronti delle altre regioni, già ammontante a 240 milioni di euro. Non è più sostenibile ed è offensiva per la capacità mediche che il nostro territorio esprime. Torniamo alla casa di salute di Siderno... Bisogna portare questo progetto fino in fondo. Bisogna tramandare dignità e qualità alle nuove generazioni, noi con “barba e capelli bianchi” non possiamo vivere con i sensi di colpa, siamo obbligati a fare tutto ciò che è possibile per consegnare fiducia a chi verrà dopo di noi. Il cambiamento, le inversioni di tendenza dipendono sì dall’ambizione e dal fatto che ognuno di noi sa che deve cambiare qualcosa di se stesso, ma dipendono soprattutto dalla coscienza e dall’appartenenza a un determinato luogo. Carmelo Carabetta Sarà una Calabria migliore quella di Oliverio? Oliverio annuncia la chiusura della bottega delle clientele e l’apertura di quella del merito C ome capita sempre nelle grandi incoronazioni, ad accogliere Mario Oliverio, il nuovo governatore della Calabria, pacche sincere sulla spalla ma anche tanti cari sorrisi finti. E poi gli abbracci autentici delle nipotine Giorgia, Sofia ed Ester. È stato un insediamento all'insegna della sobrietà, senza effetti speciali, e non sarebbe potuto essere altrimenti viste le difficili condizioni in cui versa la nostra regione. Oliverio ha in mente una profonda opera di restyling per la Calabria. Del governo precedente non salva nulla e annuncia innanzitutto la chiusura della bottega delle clientele, che sarà sostituita da quella del merito. Il suo obiettivo è quello di recuperare la funzione etica delle istituzioni, la fiducia che è andata smarrendosi. Servono partigiani della trasparenza: per chi la ignorerà non ci sarà clemenza alcuna. È prevista, poi, un’accurata azione di riordino degli enti para e sub regionali. “C'è assoluta necessità di un efficientamento della macchina della Regione, che non può più essere distratta o concentrata su interessi particolaristici come è avvenuto finora» - ha dichiarato Oliverio. Il nuovo presidente non intende perdere tempo e si è già messo al lavoro sui dossier più scottanti. Tra questi la programmazione dei fondi comunitari e la modifica dello Statuto, con cui si intende eliminare la figura del consigliere “supplente” e introdurre l'incompatibilità tra la figura di consigliere regionale e quella di assessore. Altro obiettivo sarà quello di far fronte al rischio di infiltrazioni mafiose. “Saremo inflessibibili su questo punto - continua Oliverio - Condivido le azioni che il governo sta per mettere in campo, da parte nostra ci sarà una vigilanza alta”. Insomma, una vera iniezione di fiducia per il futuro della Calabria. Speriamo non si tratti dei soliti buoni propositi che verranno puntualmente disattesi. Come capita spesso dopo le grandi incoronazioni. Maria Giovanna Cogliandro IL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE Ma vediamo la composizione politica dell’Assemblea consiliare. Tra le file del Pd, tre conferme: Carlo Guccione, Antonio Scalzo e Vincenzo Antonio Ciconte. New entry Seby Romeo, Nicola Irto, Mimmo Battaglia, Michele Mirabello, Giuseppe Aieta, Mimmo Bevacqua. Volti nuovi anche nella lista Oliverio Presidente, Franco Sergio, Francesco D’Agostino, Orlandino Greco, Mauro D’Acri e Vincenzo Pasqua. Per La Sinistra, Gianni Nucera. Conquista tre consiglieri la Lista Democratici Progressisti, Giuseppe Giudiceandrea, Giuseppe Neri e Arturo Bova. Per Calabria in rete entra Flora Sculco. Sul fronte dell’opposizione, Forza Italia conquista cinque scranni. Tutte riconferme: Fausto Orsomarso, Ennio Morrone, Domenico Tallini, Nazzareno Salerno, e Alessandro Nicolò. Per Casa delle Libertà Giuseppe Graziano, Giuseppe Mangialavori e Francesco Cannizzaro. Ncd Pino Gentile, Baldo Esposito e Giovanni Arruzzolo. RIVIERA COPERTINA Mortacci tua Il ERCOLE MACRI comune di Samo è stato sciolto per mafia poiché il terzo cugino dell’assessore avrebbe salutato il secondo del presunto capo ‘ndrangheta locale. Chi scioglie un comune deve rapportarsi all’ambiente, e l’ambiente di Samo, Siderno, Africo, San Luca, fa tendenza. Dal Campidoglio uscivano buste, bustine e bustarelle come da un ipermercato, cariche fino all’orlo, ma l’ambiente romano non è quello calabrese, non fa tendenza, solo scambi di coppia alla cocaina. Le mani in pasta di cui parlano i giornali sono reati con molecole d’acciaio, mica riti primordiali spinaci e castrato. Roma non può essere sciolta per mafia e neppure New York, né Londra, è una questione d’immagine anche per i calabresi, che sono un attimo prima italiani. Bene. Bene, per la tutela dell’immagine della nostra capitale. Male, invece, quando un mancato scioglimento significa, come ha più volte affermato quel luminare di Alfano, che i romani non sono mafiosi e i calabresi sì: in questo caso si calpesta la dignità dell’uomo, che viene prima di qualsiasi capitale. Addirittura di quell’eterna. Almeno che il concetto di mafia non sia passato da marchingegno di origine criminale. Accettare una roba del genere da parte di un popolo che si sente italiano ma è considerato talebano, significa continuare a permettere che Lele Nucera, arrestato con due romani, è in galera da un sacco di anni mentre i compagni capitolini sono stati sempre liberi di continuare a godersi la loro vita da giovani. Esseri italiani prima che calabresi significa che un giovane politico come Antonio Commisso, che la scorsa settimana ha rigassificato, non sciolto, il perlage allucinogeno del procuratore De Bernardo, fa galera perché nipote di un presunto boss che nel 1991è stato risarcito dallo stato perché boss non era. E questo in una congiuntura in cui la Francia di Sarkozy ha schierato come ministro della giustizia Achira Dati, una signora di origine marocchina che ha padre, fratelli e una squadra di parenti in galera. Accettare una roba del genere significa, soprattutto, permettere a un Gian Antonio Stella d’annata di dire a milioni d’italiani che Locri è più brutta di Casal di Principe, di Statte, del Trullo e de li mortacci tua. “Sciogliere il comune di Roma è un oltraggio alla democrazia” «NON CONCORDO CON CHI, DALLA CALABRIA, INVOCA LO SCIOGLIMENTO DI ROMA QUASI CHE AVER COMPAGNI AL DUOL SCEMA LA PENA» ILARIO AMMENDOLIA N el 2012 l'ex sindaco di Roma Walter Veltroni è stato a Locri per partecipare a una iniziativa del PD. Nelle sue conclusioni ha polemizzato con il mio intervento che aveva avuto come filo conduttore la necessità di non criminalizzare la Locride ma piuttosto di accompagnarla in un progetto di sviluppo e di rinascita democratica. Veltroni ha anteposto la lotta alla 'ndrangheta come priorità assoluta e categorica, a prescindere da qualsiasi intervento di sviluppo e di recupero sul territorio. Scontati gli applausi degli ipocriti e degli sprovveduti. Purtroppo la retorica non risolve i problemi e oggi sarebbe facile togliersi il sasso dalla scarpa evidenziando che, mentre l'ex sindaco di Roma insegnava a noi come battere la 'ndrangheta, non si accorgeva della “mafia romana” che cresceva rigogliosa non nella sua città ma nei suoi uffici. Ovviamente non lo farò non perché sia omertoso ma perché non ne sono convinto. Io do una mia lettura agli scandali che non è conforme alla vulgata che va di moda. Parto con il dire che c'è comunque un diverso uso delle manette. Da noi l'uso è più spregiudicato, crudele e arbitrario, perché il valore della persona umana è infinitamente inferiore. Sebastiano Giorgi, già sindaco di S. Luca, ha gestito in maniera sicuramente più oculata una somma infinitamente inferiore di quella gestita da Alemanno o da Veltroni. Il rapporto è da uno a un milione e, in entrambi i casi, è stata contestata l'aggravante mafiosa. Per Giorgi non si è esitato a usare le manette e a tenerlo in carcere per mesi, mentre nessuno si sognerebbe (e giustamente) di usare questo metodo barbarico per gli ex sindaci e amministratori di Roma. Concordo assolutamente con chi (iniziando da Renzi) sostiene che sciogliere il consiglio comunale di Roma per mafia sarebbe un oltraggio alla Costituzione e alla democrazia. Coerentemente abbiamo sostenuto questa posizione per Reggio, Ardore, S. Ilario, Samo, Siderno, Platì, S. Luca e per tutti i comuni sciolti con una legge antidemocratica e liberticida. Non è questione di campanilismo ma di dignità. Quella dignità che molto ESSENZIALE Sciogliere il consiglio comunale di Roma per mafia sarebbe un oltraggio alla Costituzione e alla democrazia. Lo stesso vale per Reggio, Ardore, S. Ilario, Samo, Siderno, Platì, S. Luca. Purtroppo da noi c’è un uso delle manette più spregiudicato, crudele e arbitrario, perché il valore della persona umana è infinitamente inferiore spesso manca alla nostra classe “dirigente”. Non concordo con chi, dalla Calabria, invoca lo scioglimento di Roma quasi che “aver compagni al duol scema la pena”. Riguardo gli scandali, in molte circostanze è evidente un uso oculato e strumentale. Intanto, più di una volta, sono serviti ad alcuni magistrati per costruirsi percorsi di carriera e di fama spesso esterni alla “giustizia” e, molto spesso, nascondono fini reconditi che a noi non è dato sapere. Faccio alcuni esempi che i più giovani non ricorderanno: Felice Ippolito, presidente del CNEL, è stato arrestato per corruzione. Grande clamore sui giornali e in televisione. Era un falso. La verità è che Ippolito aveva avviato le ricerche per l'uso su vasta dell'energia nucleare e il “caso” era stato montato ad arte dai petrolieri. Di analoga natura l'arresto del vicepresidente della Banca d'Italia, Sarcinelli, che poi si scoprì frutto di forze oscure che speculavano sulla svalutazione della lira. Il caso “Montesi” è stato montato per impedire l'elezione di Piccioni a presidente della Repubblica. Potrei continuare per intere pagine. Noi abbiamo le esperienze di “Why Not” o di Platì , relativamente recenti. Se andassimo al passato scopriremmo che tutti i grandi scandali della nostra provincia non solo sono finiti come i salmi, cioè in gloria ma, spesso, hanno avvantaggiato solo i “manovratori”. Stalin e Pol Pot avevano un bisogno vitale degli scandali, e dei “corrotti” per incanalare la collera popolare. C'è un bellissimo romanzo “Buio a mezzogiorno” che dimostra l'uso lucido e strumentale che le dittature hanno fatto dei processi. Noi, popolo, abbiamo lo stesso ruolo assegnato al coro nelle tragedie greche, dobbiamo alzare alto il nostro “crocifiggi, crocifiggi” indirizzando il nostro sdegno e la nostra rabbia sui corrotti di turno, senza mai mettere in discussione il sistema che li produce. Sia chiaro, gli scandali in Italia ci sono e vanno combattuti ma rappresentano la feb- bricola che si manifesta in un corpo devastato dalla tubercolosi e, spesso vengono utilizzati per tirarci per il naso. Due anni fa abbiamo parlato per mesi di Fiorito, poi dell'Expo, quindi del Mose. Adesso parleremo della mafia a Roma. Così di scandalo in scandalo passa la vita mentre i problemi non si risolvono e soprattutto non si affrontano le ragioni che stanno alla base della corruzione. Ai tempi dei Borgia le leggi erano severissime e le punizioni per i corrotti comprendevano la tortura e la pena di morte. La corruzione però toccava livelli altissimi e nessuno aveva il coraggio (o meglio, la possibilità) di dire che il focolaio dell'infezione era il Papa e l'intero sistema di governo della Chiesa. Lo disse Savanarola ma lo misero al rogo. Ovviamente per gabbare i gonzi, si possono elevare le pene a dismisura ma la corruzione non diminuirà di un solo milionesimo. Conoscete meglio di me le inutili “grida” contro i bravi di cui Manzoni parla nei “Promessi Sposi”. La corruzione è figlia di questo sistema ammalato dove il 5% della popolazione possiede il 50% della ricchezza. Un sistema in cui i pochi appartenenti al “mondo di sopra” trova il modo di calpestare il popolo che abita il “mondo di sotto”. Noi portiamo sulla nostra pelle l'uso strumentale che fa si della 'ndrangheta come arma da brandire contro i calabresi. Non mi appassiona affatto la storia del “cecato” o di “Fiorito”, così come non sono interessato ai destini individuali di “gambazza” o del “tiradritto”. Sono due facce delle stessa medaglia. Entrambi prodotto di questa società marcia e ammalata che non si vuole cambiare. Il nostro grande conterraneo Tommaso Campanella lo aveva ben capito e lo aveva scritto e non a caso l'hanno tenuto in carcere per 27 anni. La Costituzione dovrebbe essere la nostra stella polare. Quella Costituzione che da quasi 70 anni si vuole ignorare. PS. Vorrei esprimere la mia solidarietà ai cittadini di S. Luca impegnati in una lotta civile e democratica per modificare le assurde tariffe sui servizi indivisibili. Non si può amministrare un Comune senza la partecipazione attiva dei cittadini, eppure a S. Luca una legge assurda impedisce l'esercizio di questo diritto costituzionale. IN BREVE In passato i grandi scandali della nostra provincia hanno avvantaggiato solo i“manovratori”. Noi, popolo, dobbiamo alzare alto il nostro“crocifiggi, crocifiggi”indirizzando il nostro sdegno sui corrotti di turno, senza mai mettere in discussione il sistema che li produce. www.rivieraweb.it DOMENICA14 DICEMBRE 7 IL CONVEGNO Locri e Siderno unite per iniziare un nuovo percorso comune Le due città sembrano ormai pronte ad avviare il procedimento amministrativo che prevede l'approvazione della delibera dindirizzo da inviare alla Regione B ANTONIO TASSONE isogna mettere da parte lo storico campanilismo tra Siderno e Locri e guardare al futuro con l'obiettivo di migliorare le condizioni generali del nostro “bistrattato” territorio. Nessuna chiusura territoriale, nessuna presunzione d'autonomia, bisogna aprirsi al dialogo e stravolgere lo stato delle cose. Le due città sembrano ormai pronte ad avviare il procedimento amministrativo che prevede l'approvazione della delibera d’indirizzo da inviare alla Regione per dare poi la parola ai cittadini delle rispettive comunità. Noi di “Riviera” siamo consapevoli che bisognerà spingere dal basso per far capire ai cittadini le reali opportunità che potrà offrire l'eventuale conurbazione tra Siderno e Locri e centri viciniori. Sarebbe sbagliato motivare la fusione solo per ragioni economiche. Serviva organizzare un ampio dibattito ed avere anche la condivisione di molti cittadini per vincere questa partita e coinvolgere tutti quanti nella discussione. Bisogna però premettere che l'inizio di una nuova era non potrà prescindere da una vera e propria fusione culturale tra le popolazioni interessate poiché a questo progetto non serve l'imposizione calata dall'alto. Non ha avuto dubbi Giovanni Calabrese domenica scorsa sul nostro giornale, nel dichiarare che «se la Città Metropolitana sarà intesa come “reggiocentrica” non cambierà nulla e da coloni della Provincia diventeremo coloni della Città Metropolitana». Noi è da anni che parliamo di fusione, ma per noi la vera fusione da fare, quella che sarebbe servita davvero alla Locride, sarebbe stata quella tra Siderno, Locri e le due Gioiosa, un locomotore che avrebbe trainato l'economia dell'intera fascia territoriale attraverso elementi oggettivamente più solidi e vincenti di molti centri della regione Calabria. Per noi era ed è questo il baricentro della Locride, quello dove poter pensare ad uno sviluppo commerciale, turistico e giuridico-sanitario che andava però studiato e analizzato prima ancora della stesura degli statuti ormai approvati. Che manchi la progettualità però qui da noi è cosa risaputa. Ognuno propone un modello di sviluppo per il proprio comune e non si riesce a lavorare mai in sinergia. Per la maggioranza dei nostri sindaci, Locri o Siderno sono uguali a Martone o Caraffa del Bianco. Non c'è nessuna differenza: per loro vale l'equazione un comune/un voto. Per uscire dall'impasse sarà allora fondamentale abbattere gli steccati virtuali innalzatisi tra Locri e Siderno. Abbiamo voluto organizzare l'incontro di stamattina al Kampus di Siderno (scelto non a caso come punto d'incontro in quanto equidistante tra le due città) perché anche noi siamo consapevoli del fatto che lo sviluppo della Locride è possibile solo se Locri e Siderno inizino a dialogare e cammina- A OGGI ORE 10,00 bbiamo voluto organizzare l'incontro di stamattina al Kampus di Siderno (scelto non a caso come punto d'incontro in quanto equidistante tra le due città) perché anche noi siamo consapevoli del fatto che lo sviluppo della Locride è possibile solo se Locri e Siderno inizino a dialogare e camminare a braccetto, sullo stesso binario, senza alcuna differenza. re a braccetto, sullo stesso binario, senza alcuna differenza. Locri e Siderno dovranno diventare un'unica città. Partendo dalla fusione di queste due realtà, sull'esempio di quello che è stato fatto in altre regioni, si potrà creare una realtà amministrativa di 40-50 mila abitanti, aumentandone così il suo potere contrattuale. Siderno, Locri, Gerace, Agnana, Canolo, Portigliola, Ciminà, Sant'Ilario e Antonimina. Ognuna di queste località ha delle peculiarità e delle potenzialità che porterebbero davvero a un progetto di sviluppo interessante. Si potrebbe dare vita ad un collegamento gommato quotidiano, nelle varie fasce orarie, tra Locri e Siderno. Si potrebbe pensare anche ad un miglioramento della rete ferroviaria. Potrebbe prendere corpo l'idea di un unico lungomare che unisca tutti i centri interessati in cui siano valorizzati gli uffici, i centri commerciali, gli scavi archeologici, senza dimenticare Gerace e la montagna. Serve solo la progettualità e ridisegnare scientificamente i servizi. Dare vita a un'area nuova che andremo a chiamare comprensorio Locride, Epizefiri, Locri-Siderno. Ma il nome non importa. L'importante sarà in iniziare a discutere. Ed è quello che noi vorremmo fare nel convegno di stamattina. Vi aspettiamo tutti. RIVIERA PRIMO PIANO www.rivieraweb.it La rivincita Diffamazione e malafede DOMENICA 14 DICEMBRE 8 Dopo chilometri di calunnia, l'albergatore tedesco campione del mondo, originario di San Luca, ha sconfitto le bettole del pregiudizio. Condannati per diffamazione Francesco Forgione e l’ex direttore di Calabria Ora “ Antonio Pelle, emigrante e gentiluomo ERCOLE MACRÌ chtung mafia. Attenzione alla mafia. Ha titolato così il Die Zeit. Era il 2009, in Italia e nella provincia di Reggio Calabria, dove la giornalista Petra Reski, con il suo tichititì tichitità, tacco punta, punta tacco, faceva la spola tra procure e questure dello Stretto per stanare e sbattere in prima pagina il malo pesce da fondale, quell'incrocio tra la vanità del Terzo Reich e la malvagità dei santoni di Polsi. Non gli bastavano questi ultimi, a nessuno bastava il capo crimine locale: una nazionale campione del mondo e la strage di Duisburg, insieme, valgono poco meno, a livello di riscontri e propaganda, del Giudizio Universale e delle Torri Gemelle. Achtung mafia, tacco e punta, acchiappandranghetisti e sputa inchiostro. Made in Calabria. I tedeschi, però, conoscono più di chiunque e sulla propria pelle, il reato di razza ne stanno ancora pagando le conseguenze, nonostante da mezzo secolo ripudiano kapo e santoni, i dux. Antonio Pelle è un tedesco prima ancora che un sanluchese. Gli appartiene. S'è fatto lì. Ha sposato una tedesca, esce con i tedeschi, ha fatto gavetta, ha sudato, faticato, investito e tenuto botta. Ha vinto. Eppure Francesco Forgione, ex presidente di quella potenza che è la Commissione Antimafia, ha calunniato questo A Il tribunale di Locri ha condannato Forgione a corrispondere ad Antonio Pelle la somma di 20.000 euro albergatore, l'orgoglio e la dignità di questo lavoratore capace che ha ospitato la nazionale campione del mondo nel 2006 nel suo Landhaus Milser Hotel. Più di tre anni dopo il 30 novembre 2009, alle ore 15 di un lunedì italiano, l'ex presidente antimafia l'ha descritto dai microfoni di Radio Tre come uno dei «signori legati alle stragi di Duisburg… citato in tutti i rapporti del Bka tedesco come uno degli uomini chiave in relazione della 'ndrangheta in Germania». Il tribunale di Locri ha condannato Francesco Forgione a corrispondere ad Antonio Pelle la somma di 20.000 euro. Achtung mafia, tacco punta e applausi. Zidane, colpo di testa, cartellino rosso. In alto l’Italia campione del mondo e la Strage di Duisburg Qui sopra Antonio Pelle e Marcello Lippi Sotto Francesco Forgione e Piero Sansonetti Ma i tedeschi non amano lo strascico. Loro i criminali li prendono con l'amo dalle branchie, li squamano e dopo avergli tolto stomaco, intestino e vescica natatoria, li sfilettano come si deve. Le associazioni criminali se non hanno un piano criminale in Germania, però, non contano. Senza reato gli uomini, i tedeschi, gli italiani, i turchi sono cittadini normali. Nicola Gratteri si scandalizza: «Nella Repubblica Federale Tedesca il reato di Associazione mafiosa non esiste e il riciclaggio di denaro sporco è molto più facile che in Italia. Finché le leggi non cambieranno, in Germania sarà difficile combattere la mafia in modo efficace». Gratteri parla della Germania dimenticandosi che la Germania, il Canada, l'Olanda, la Francia non sono il Burundi o la Corea di Kim Jong, in questi posti la dignità di un uomo, l'immagine che un uomo si è costruito con ambizione e rispetto, vanno tutelati fino in fondo. Anche quando è un emigrante, in Germania rimane un gentiluomo. Poi, se insieme ad altre quattro briscole o kebab un naturalizzato tedesco o un tedesco stesso o il figlio del Cancelliere stanno preparando un piano criminale, il concetto cambia, in modo subitaneo si capovolge. E l'amo, al contrario dello strascico italiano usato sommariamente solo contro i calabresi, non lascia scampo. È serio nei confronti soprattutto dell'orgoglio e della dignità di un popolo che va protetto dai reati e non dai riti che si svolgono a macchia di leopardo nei McCalabria all'estero. Con i quali, comunque, il nostro Antonio Pelle non ha mai avuto a che fare. Achtung mafia, tacco punta e applausi. Fabio Grosso tiro, rete. Calabria Ora con un articolo a firma di Peppe Rinaldi ha calunniato Antonio Pelle. Il quotidiano diretto da Piero Sansonetti il 31 gennaio 2011 scriveva che «Antonio Pelle (nipote dell'omonimo padrino) e il suo socio Rolf Milser, famoso pesista, furono al centro di un'attività investigativa eseguita dalla Lka Dussenldorf. Anche Calabria Ora, per il tramite del direttore Piero Sansonetti, è stata condannata a risarcire con 11 mila euro Antonio Pelle, emigrante e gentiluomo. Anche Calabria Ora, per il tramite dell’ex direttore Sansonetti deve versare a Pelle 11.000 euro RIVIERA TERRITORIO UIL: Bombardieri segretario organizzativo nazionale Pierpaolo Bombardieri è stato eletto segretario organizzativo confederale della Uil nazionale. Il neoeletto segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, al termine dei lavori a Palazzo dei congressi di Roma, ha nominato la nuova squadra di via Lucullo. Nel suo primo discorso il gioiosano ha tracciato le linee guida della Uil per i prossimi anni; in primo piano ovviamente la questione lavoro e l'attuazione di politiche attive per implementare l'occupazione nella regione. Il segretario ha posto l'attenzione, inoltre, sullo sviluppo della Green Economy con un'accelerazione sulla raccolta differenziata e sullo sviluppo delle energie rinnovabili. Ha trattato, poi, la valorizzazione dei beni culturali e la partecipazione attiva dei cittadini ai processi decisionali delle pubbliche amministrazioni. www.larivieraonline.com È nata l’Unione dei Comuni della Vallata del Torbido È stato firmato domenica scorsa l’atto costitutivo. Sì tratta di un ente di secondo livello, pubblico, pertanto istituzionalmente riconosciuto. L’unione consente di mettere insieme i servizi e con essi le risorse umane ed economiche, in modo tale da avere non più un solo ragioniere per comune che lavori su più campi, ma un'intera squadra impegnata a migliorare il servizio nel suo complesso. Il vantaggio non è solo l’unione dei servizi: vi sarà una rappresentanza politica più forte, visto che non si rappresenteranno più dai 500 ai 6.000 abitanti, ma ben 21.000. San Luca: il miracolo della Cacciatori ... il campetto nella mia scuola a San Luca prima e dopo del lifting miracoloso grazie al "Progetto3 Sport e Legalità" finanziato dal MIUR e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Il grido di dolore di Monsignor Oliva Al termine della veglia di domenica sera il vescovo tuona: «Non possiamo permettere che l'ospedale venga chiuso. Perderemmo la nostra dignità!» L Storia di una donna scappata dalla pancia della Ndrangheta di Platì Sposò un Marando, non perché l'amava, ma per onore. Così ha scritto questa settimana il Garantista registrando una storia successa a Platì nella prima pagina: “Così ho tradito i Marando, ora mi vogliono morta» in cui risponde Maria Stefanelli di Oppido Mamertina alla giornalista Simona Musco. Ora la donna, che sposò Francesco Marando, fratello del pezzo da novanta Pasqualino, collabora con la giustizia, ed ha paura di essere uccisa. Dalla padella alla brace: Maria sposò nel 1990 Francesco Marando per scappare dall'incubo di uno zio violento, ma ben presto capì che era finita in un incubo più grande. Come tante donne - continua il Garantista- costretta a convivere con la 'ndrangheta. “A 18 anni incontrò l'uomo che pensava potesse salvarla. Occhi verdi, modi eleganti, sempre vestito di tutto e galante lo incontrò che era un latitante. Poi finì in carcere a Torino, ma da lì continuava a scrivere frasi d'amore. Un giorno arrivarono delle rose e quando mio zio le vide DOMENICA 14 DICEMBRE 10 e fiaccole che illuminavano la fredda serata di fine autunno tremolavano allo spirare di una brezza insistente. Avvolte nei propri giacconi, un centinaio di persone si erano radunate nel piazzale dell'ospedale di Locri e ascoltavano con attenzione le parole di apertura di una veglia di preghiera fuori dall'ordinario. Mentre il corteo si muoveva lentamente verso la struttura ospedaliera, le parole del vescovo e di alcuni fedeli, attraverso la cassa portatile, scandivano un rosario che assumeva l'aria di una funzione itinerante, un momento di raccoglimento che volgeva il proprio pensiero al prossimo e, in particolare, ai degenti che si trovavano oltre quelle mura. Le sagome dei pazienti e di chi era andato a trovare i familiari bisognosi di cure, si affacciavano progressivamente dalle finestre dell'ospedale al passare del corteo, come se si trattasse di una hola composta e silenziosa, fatta a sostegno dell'ospedale e di chi lo fa sopravvivere con il proprio impegno. Proprio a queste persone ha voluto rivolgere il suo pensiero monsignor Oliva che, presa per l'ultima volta la parola dopo aver recitato “L'eterno riposo”, ha sottolineato le qualità di una società che crede nei propri servizi nonostante le difficoltà, che aiuta il bisognosi mettendo solo in secondo piano il profitto e mette in pratica le virtù cristiane in contrapposizione al progresso spersonalizzante che ci viene richiesto dalla modernità globalizzata. Le parole di congedo del vescovo, dedicate alle istituzioni, hanno invocato una presa di coscienza, utile a comprendere che la frettolosa chiusura di un centro sanitario strategico non solo per la città di Locri, ma per l'intera Locride, potrà arrecare solamente danno. Ciò avverrà nei confronti non solo di chi è costretto ad affrontare un'emergenza, ma della società tutta, che perde dignità assistendo a un arresto dello sviluppo e all'oblio dei lavoratori onesti, che quotidianamente si applicano per aiutare gli altri. Tra i volontari di Hospitalité e i cittadini sensibili all'argomento, personalità illustri della Locride, come il sindaco Giovanni Calabrese, che si è detto soddisfatto di aver assistito alla condivisione da parte del vescovo di una battaglia che lui ha portato avanti per mesi. «Il sostegno da parte della massima autorità religiosa del territorio - ha continuato il sindaco di Locri - è veramente molto importante, così come importanti sono state le parole pronunciate, utili a comprendere quale percorso potrebbe essere intrapreso in futuro. Mi ha fatto piacere la partecipazione di tanti cittadini e, soprattutto, di tanti sindaci della Locride, che hanno dimostrato di aver compreso quanto la situazione sia critica, benché non ancora del tutto compromessa. L'ospedale è dell'intera Locride e questo momento di preghiera promosso da monsignor Oliva deve scuotere le coscienze soprattutto nella nuova amministrazione regionale, alla quale chiediamo aiuto con grande fiducia». Jacopo Giuca Il sogno di Francesco Rispoli si spegne davanti all'egocentrismoreggino Se in politica vigesse un minimo di “riconoscenza”, alcuni politici nostrani potrebbero ricevere anche le giuste e meritate gratificazioni. Molti professionisti della “nobile arte” antepongono spesso il proprio “ego” rispetto all'impegno di altri amici di cordata. È quanto sta accadendo a Francesco Rispoli, già assessore comunale del comune di Siderno nel periodo 20012010, che era risultato primo dei non eletti con la lista “Scopelliti Presidente” alle elezioni provinciali del 2011. Il neo eletto consigliere regionale Francesco Cannizzaro avrebbe potuto dimettersi dalla carica alla Provincia e liberare così un posto importante per un rappresentante del nostro territorio. Ma non essendoci incompatibilità tra le cariche di consigliere regionale e provinciale il “sogno” di Rispoli di poter entrare a Palazzo Foti si è spento. Nessuno vuole rinunciare alle indennità, tanto alla fine pagano i cittadini. A.Tassone mi spaccò il vaso in testa, dice Maria. Quel gesto la convinse a cambiare tutto e scrisse una lettera a Ciccio Marando accettando di essere sua. Ma i problemi legati alla detenzione di Ciccio non consentivano il matrimonio in chiesa come voleva la madre della sposa. Ma in realtà Maria non voleva sposarsi, ciò che voleva era che Ciccio facesse fuori lo zio, o almeno che lo spaventasse»… il resto dell'incredibile storia sul Garantista di questa settimana. Al via la prima edizione della Festa dei colori Il 22 dicembre partirà la 1ª edizione della Festa dei colori, presso la scuola Media “Gesumino Pedullà” di Siderno, una manifestazione con cui si intende colmare quel profondo deficit strutturale degli edifici scolastici calabresi e garantire a chi usufruisce un'occupabilità dignitosa nel pieno rispetto del vivere sano. Le aziende organizzatrici vi prenderanno parte in forma gratuita e verrà loro riconosciuto un premio. Mercoledì 10 Dicembre si è tenuta la riunione avente ad oggetto la nomina ed il successivo insediamento della Giuria Tecnica della Festa dei Colori. La Giuria è così composta: Giuliano Zucco, Tony Custureri, Saro Lucifaro, Tito Albanese e Umberto Panetta. All'unanimità è stato nominato Presidente Tito Aalbanese. Quando una buca parla Tra buche, crepe, voragini, avvallamenti e saliscendi di ogni tipo, la strada di via Lamia è la manifesta testimonianza quotidiana del cancro politico-amministrativo e sociale, del coma profondo civile e culturale e dell'encefalogramma piatto di un'intera regione, di una provincia e di un comune. (Angel Heart Ascensore per l'Inferno. O per Siderno) “ Bellino Giocattoli: il paradiso dei bambini e il negozio anticrisi per i grandi D a oltre 34 anni specializzato nelle migliori marche, Bellino Giocattoli non ha mai smesso di andare incontro al cliente con giocattoli sicuri, affidabili e certificati, perchè la sicurezza dei tuoi bambini è importante quanto il loro divertimento. Bellino Giocattoli offre 365 giorni l’anno un vasto assortimento caratterizzato da un ottimo rapporto qualità-prezzo. Fa parte del gruppo Giraffa, composto dai migliori professionisti del settore, che selezionano da tutto il mondo i giocattoli con la massima cura e attenzione. Da anni, inoltre, Bellino Giocattoli partecipa alla Fiera di Norimberga, la più grande fiera internazionale di giochi e giocattoli, dove ogni anno vengono presentati circa 70.000 nuovi prodotti tra modellismo, giocattoli tecnici ed educativi, bambole, multimedia, libri, articoli per la scuola e il tempo libero. All’interno di Bellino Giocattoli puoi trovare divertimento per tutte le età, da 0 anni in su, idee per il neonato ma anche per il nonno che ama i giochi di carte e da tavolo. I tuoi bambini rimarranno estasiati alla vista di questo straordinario Paese dei Balocchi, un posto incantato dove non è vietato toccare e dove ci si può divertire anche solo guardando. Entrando da Bellino Giocattoli, come per magia, anche i grandi torneranno bambini, rapiti da una così grande varietà di giocattoli, dai peluches ai cavalli a dondolo, dalle costruzioni Lego e Playmobil ai monopattini. Da Bellino Giocattoli potrai scegliere tra una vasta gamma di bici e biciclette elettriche Atala (sono già disponibili i modelli 2015 da acquistare anche con Findomestic). Fino al 10 gennaio Bellino Giocattoli propone, inoltre, su un vasto assortimento una vendita promozionale con sconti fino al 50%. Perciò, cari bambini, quest’anno, quando scrivete la vostra letterina da inviare al Polo Nord, ricordate a Babbo Natale di passare con le sue renne da Bellino Giocattoli. E ricordatelo anche a quella simpatica vecchietta della Befana. Qui troveranno per voi i migliori giocattoli del mondo! GERENZA Registrata al Tribunale di Locri (RC) N° 1/14 Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. Direttore responsabile: ANTONIO TASSONE Editorialista: ILARIO AMMENDOLIA COLLABORATORI: Ercole Macrì, Maria Giovanna Cogliandro, Jacopo Giuca, Stefania Gitto, Eleonora Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara, Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò, Sara Leone, Sara Jacopetta, Francesca Barranca. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO San Giovanni di Gerace ed i tributi comunali“incoerenti” Quello che sta accadendo a San Giovanni di Gerace, piccolo centro della Vallata del Torbido, sembra abbia del “grottesco”. I bene informati sostengono che in campagna elettorale il neo Sindaco Pino Vumbaca prometteva ai suoi concittadini che se fosse stato eletto Primo Cittadino non avrebbe assolutamente aumentato i tributi. I fatti invece dicono il contrario. Nel paese reduce dalla buona amministrazione del sindaco Giovanni Pittari le cose sono molto cambiate ultimamente. È stata istituita la Tasi nonostante quasi tutti i comuni abbiano fatto salti mortali per abolirla. Ricordiamo che se fosse stata deliberata dal consiglio comunale entro il termine ultimo del 10 settembre si sarebbe potuta evitare la sua istituzione ma lo stesso civico consesso è stato sì convocato ma per il 29 settembre e, quindi, alle diverse forze politiche consiliari, non è rimasto altro da fare che deliberare l’aliquota. Novità anche per quanto concerne il servizio idrico. Negli anni della precedente amministrazione Pittari, le tariffe (per come si legge dalla delibera del 2013) non furono mai aumentate. L'acqua, infatti, veniva ceduta ai contribuenti per circa 0,14 al mc fino a 100 mc mentre quest'anno sono aumentate del 400%, così come si evince dalla delibera del 2014. Per la Tari, negli anni passati, la tariffa era stata ridotta del 27% (circa 1,26 mq) mentre la nuova amministrazione Vumbaca, per il fatto che i costi devono trovare copertura del 100%, l'ha incrementata di almeno il 200% non rivedendo (a quanto pare) i costi. Evidentemente l'intento principale del nuovo Sindaco e della sua amministrazione sembra essere quello di recuperare soldi e far cassa caricando eccessivamente i contribuenti del posto. Ed infine, per dirla tutta, ecco la beffa delle beffe. Sembrerebbe che ora anche a San Giovanni di Gerace l'acqua non sia più potabile per come riporta un'apposita ordinanza apparsa sul sito ufficiale del comune. Non rimarrebbe altro che dire: evviva la coerenza. Antonio Tassone Gravissima ingerenza del direttore della “Gazzetta di Massa e Carrara” Il direttore invade l'intervista scritta da un suo collaboratore, distorcendone significato e intenzioni: la sua posizione ora è al vaglio dell'Ordine Il 18 novembre scorso quella parte di rete che parla di diritti delle donne è stata attraversata da una notizia che ha dell'inquietante: dopo aver rilasciato un'intervista ad un giornalista della « Gazzetta di Massa e Carrara » riguardo all'uso della terminologia di genere negli articoli di cronaca, la dottoressa Francesca Rivieri legge la STAMPA: Martano Editrice EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048 Siderno www.rivieraweb.it Mattoni per una politica migliore Territorio“mon amour” FRANCO CRINÒ Territorio uno di noi, territorio “mon amour”: discorsi tutti uguali, fatti da tutta la politica (senza confini e senza particolare ispirazione). In realtà ognuno si perde nei propri pensieri. Se ci mettiamo ad esplorarli è peggio, meglio pensare che questa uniformità geografica e politica data dal “territorio” si chiarisce andando diritto e diretti sui problemi. Gli avvisi di calamità che si rincorrono in queste settimane avrebbero riguardato tanto Oliverio quanto la Ferro. Ma adesso tocca al centrosinistra. La Ferro, indebolita dal suo schieramento naturale, ha dovuto esemplificare i temi. Gli altri, leggi Ncd, hanno scelto di navigare in una zona non meglio precisata. La gente è rimasta a guardare, ha preferito non votare e restare demotivata e deresponsabilizzata. Eppure chiudersi in se stessi significa affidarsi per intero all'impeto di chi comanda. A Roma e a Catanzaro il governo è uguale, l'Alfano marginale o la “supplica” che il suo partito rivolge per entrare in maggioranza in Calabria “sanno uguale”. Certo, le emergenze sono per tutti: con i rischi per la salute pubblica a causa dei rifiuti che sommergono le strade, la mancata riorganizzazione della rete ospedaliera e dei distretti, il gap infrastrutturale (che passa da mulattiere e strade della morte ed arriva al porto di Gioia Tauro), i Beni Culturali che non vengono valorizzati per generare ricchezza, il fallimento dei commissariamenti davanti alle infiltrazioni mafiose nei comuni (provate o no), il default di tanti municipi, l'occupazione (che secondo l'Istat in Calabria riguarda meno della metà della popolazione), i precari (non Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. compresi nel livello della sicurezza sociale). Chi governa non può pensare che ha di fronte una cosa più grande del suo compito. Noi, invece, dobbiamo recuperare l'orgoglio che ci ha supportato nei successi del passato. In campagna elettorale, limitatamente al nostro territorio (eccolo …), personalmente ho sostenuto le cose più facili e più difficili di questo mondo: il lavoro che serve, che è tanto, può essere dato dalla riapertura dei cantieri, laddove i 120 milioni di euro che il Cipe deve garantire intanto per il tratto di Statale 106 da Antonimina ad Ardore non sembrano fuori portata (ma lo sguardo è anche alle migliaia e migliaia di maestranze che lavorerebbero per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, per il quale ho firmato). Ma c'è pure il lavoro che va preso (migliaia le possibilità ) da donne residenti con funzioni di colf e badanti, oggi appannaggio delle extracomunitarie, senza cancellare i doveri di una regolare integrazione. Un lavoro magari detassato, a stesso regime, almeno per i primi tre anni e per l'aspetto contributivo per i giovani che decidano di fare impresa. Risposte parziali sul grave disagio provocato dalla mancanza di lavoro portano ugualmente ad un conflitto sociale, paradossalmente e per fortuna ritardato da questa sorta di rinserramento in se stessi che la gente ha scelto. Dovremmo, in ogni caso e con una terapia d'urto, trasformare, per dirla con Vito Teti, “il conflitto in benedizione“, “il risentimento in riconoscenza” verso uno Stato finalmente attento, “l'autoassoluzione in consapevolezza” dei propri errori (che sono tanti). Sicuramente nella Locride non servono capipopolo a tanto al chilo. Meglio una posizione forte, non ad effetto ma progettuale, dei primi cittadini. Ma è necessario concludere la “improduttiva” discussione sui forestali o sulla salute che non si identifica, come dovrebbe, unicamente con la cura della malattia o con l'attività di prevenzione bensì su “come si sistema la sanità che milita nella politica”. Se non fossimo vicino, o meglio dentro, ad un'emergenza su più fronti, pervasi da un'amarezza e da una preoccupazione che non autorizzano ironie, verrebbe da dire che stazioniamo dentro una sorta di recinto di luoghi comuni, tanto per citare un libro del 2013 edito da Rizzoli Umberto Broccoli: Luoghi comuni. Da Catullo a Battisti il gioco eterno delle passioni. Con suggerimenti di questo tipo, ad esempio, per guardare alla crisi economica: “Bisognerebbe incoraggiare l'agricoltura anche se mancano le braccia” oppure “La gente di campagna è sempre migliore di quella di città”. E se, invece, queste non fossero solo citazioni ma “mattoni” per offrire alla politica e alle istituzioni i contributi giusti di cui c'è bisogno? DOMENICA 14 DICEMBRE 14 GLI INCENTIVI ACCORCIANO LE DISTANZE La RIVIERA del 8 c.m ha dato spazio ad un mio articolo con il quale mi dichiaravo a favore della costruzione della strada BOVALINO-BAGNARA, indicandone anche i benefici. ERCOLE MACRI' di risposta, dopo aver sostenuto che la LOCRIDE abbonda di strada e che dotarle di altre sarebbe inutile, affermava che comunque le distanze per il turismo, il commercio e lo sviluppo sono irrilevanti. Il suo discorso forse era valido prima della caduta del muro di BERLINO e lo sfaldamento della JUGOSLAVIA di TITO. Allora infatti era impossibile per il turista del ceto medio - basso andare a villeggiare, con poche lire, nelle loro vicine CROAZIA, BOSNIA e nei paesi dell'est EUROPA in genere, causa la cortina di ferro del comunismo . Forse, nel fare il paragone con la provincia di TRAPANI e con SAN VITO LOCAPO in particolare, ERCOLE MACRI' non sà degli incentivi che la REGIONE SICILIA dà ai SICILIANI che vanno in ferie nella stessa SICILIA, come anche agli imprenditori del turismo che colà vi operano. Disconosce inoltre la differenza dei prezzi che le compagnie aeree praticano per coloro che desiderano portarsi in SICILIA, prezzi comunque di gran lunga inferiori a quelli praticati a chi vi si reca in CALABRIA. È un discorso di sovvenzione che la regione SICILIA pratica a favore dello sviluppo turistico. Bisognerebbe chiedersi, caro ERCOLE MACRI', perchè la regione CALABRIA non ravvisa l'opportunità di fare altrettanto. I cittadini che gravitano dalle parti di CAPO ZEFFIRIO, non hanno chiesto né chiederanno, per motivi di campanile, doppioni né nel campo sanitario né nel comparto della giustizia. Non si vergognerebbero però di chiedere un porto turistico che certamente sarebbe un serio incentivo allo sviluppo sia turistico che commerciale. In quanto al sito di ZERVO' ed ai malcelati riferimenti, ci limitiamo a dire : “chi non ha peccati scagli la prima pietra”. Grazie per il obnubilitato. Ho preso conoscenza di un altro vocabolo espresso da persona illuminata. Complimenti. Lo scibile umano è vasto, ma non tutto serve a chi serenamente desidera aprire un dibattito ricco di contenuti per lo sviluppo omogeneo della LOCRIDE. FRANCESCO TALIA Ciccio l’americano e Bébé Pannunzi Il numero tre della potente famiglia mafiosa Gambino degli Stati Uniti, Francesco Palmeri detto Ciccio l'Americano, è stato arrestato questa mattina a New York, insieme ad altre sette italiani. L'indagine della procura di Potenza, condotta dagli uomini del Servizio centrale operativo della polizia, ruota attorno alla tentata estorsione da un milione di euro ai danni di Lorenzo Marsilio, amministratore lucano della Sudelettra spa. La singolarità dell'operazione, che si muove sullo sfondo di quel sodalizio tra pezzi di 'ndrangheta e la mafia newyorkese scoperto un anno fa dall'operazione "New Bridge" dello Sco e dell'Fbi (26 persone in carcere per traffico internazionale di droga), sta proprio nei ripetuti viaggi di un boss della caratura di Ciccio l'Americano a Matera. Missioni che avevano come obiettivo l'intimidazione dell'imprenditore italiano. È una storia che si snoda tra l'America e l'Italia, questa. E che comincia 30 sua intervista posta sotto una luce completamente opposta al contenuto del suo scritto, con un titolo sprezzante e a tratti minaccioso, corredata da una fotografia scabrosa (una ragazza lapidata) e una chiosa finale dello stesso direttore, Aldo Grandi. Un episodio grave e preoccupante, che attraversa in modo trasversale il mondo del giornalismo Francesco Palmeri, detto Ciccio l'Americano anni fa, a New York quando Lorenzo Marsilio in un momento di difficoltà economica della sua impresa di prodotti chimici chiese al suo compaesano che si era trasferito a Brooklin, Giovanni "Johnny" Grillo, un prestito di 400 milioni di lire. "Prestito evidentemente troppo oneroso per Grillo che infatti secondo il racconto di Marsilio si rivolgeva a Roberto Pannunzi per avere 120 milioni, effettivamente elar- e quello delle battaglie femministe. Inammissibile l'ingerenza del direttore, che non solo cambia, ma stravolge un titolo, al punto da confondere il lettore (l'intervista infatti aveva tono diverso), mortificare un collaboratore, utilizzare il proprio giornale per diffondere una sua posizione ideologica, aggiungendo -cosa giti". Non un personaggio qualunque, Pannunzi. Calabrese, classe 1948, ex dipendente di Alitalia, è stato arrestato il 6 luglio 2013 a Bogotà per traffico internazionale di stupefacenti: detto "Bé bé", è considerato il Pablo Escobar italiano, l'uomo che ha gestito le più grosse partite tra il Sudamerica e il Porto di Gioia Tauro per la ndrangheta. Insomma, il prestito trent'anni fa viene dato. Ma Marsilio agli inquirenti sostiene di averlo restituito nei successivi 18 mesi, e di aver dovuto pagare a Grillo nel tempo altri 600 milioni di lire in contanti oltre alle spese per gli studi dei suoi figli. Era nelle loro mani. Nonostante ciò nel 2012 Giovanni Grillo si presenta a Matera dall'imprenditore in compagnia di Salvatore Farina (anche lui arrestato), siciliano di Castellammare del Golfo, figlio del boss di Cosa Nostra Ambrogio Farina, sostenendo che doveva avere un altro milione di euro. Poteva restituirlo a rate da 100.000 euro al mese, ma doveva pagare. Marsilio non cede, e allora gravissima- una postilla all'intervista. Francesca Riveri, esperta in comunicazione e Responsabile Comunicazione del centro DUNA (Donne unite nell'antiviolenza), non ha perso tempo e ha reso noto l' episodio, che è rimbalzato, da blog a blog, da tweet a tweet, in tutta Italia. La foto della ragazza lapidata è entra in scena Ciccio l'Americano. Palmeri vive sulla Bath Avenue a Brookling, per i Gambino - tra le altre cose - ricicla gioielli rubati attraverso la sua gioielleria Gold Mine. Prima spedisce cartoline a Marsilio, semplicemente firmate "gli amici di Brooklyn". Non c'era bisogno di aggiungere altro, per capire chi era il mittente. Poi si presenta sotto falso nome alla reception della Sudelettra a Matera: "Verso la metà del luglio 2013 viene alla reception della mia azienda un individuo di nome Franco Lorenzo, il quale chiedeva di incontrarmi perché doveva darmi un'ambasciata dall'America". Gli "amici di Brooklyn" in realtà si erano scomodati per estorcere quel milione di euro al piccolo imprenditore materano. Agli arresti, sono finiti - oltre a Palmeri, Grillo e Farina - Michele Amabile, Carlo Brillante, Daniele Cavoto e Francesco Vonella e Raffaele Valente. Tratto da Repubblica dell’ 11/12/14 di FABIO TONACCI stata sostituita, ma sia il titolo, che la invitava a “farsi un giro premio nel califfato dell'Isis”, sia la chiosa sono rimasti. Al momento la posizione di Aldo Grandi è al vaglio di una commissione interna all'Ordine che sta decidendo che tipo di provvedimento disciplinare intraprendere. Lidia Zitara PROFILI di Maria Giovanna Cogliandro 6 disuocera nella Locride I esemplari A socera P La suocera ciangiulina È quella che ogni giorno, a cadenza regolare, dice che muore ma puntualmente non muore mai. Ha presunte malattie di cui probabilmente è venuta a conoscenza tramite Medicina 33, il cui conduttore Luciano Onder, quello con la voce da cartone animato, è stato costretto ad andarsene dopo una petizione lanciata da generi e nuore disperate. C’è, però, una patologia di cui la suocera ciangiulina è realmente affetta ma lo ignora ed è l’ anemofobia: la paura smisurata degli spifferi d’aria. Lei li immagina come esseri animati che guizzano come anguille senza darle tregua. La perseguitano estate e inverno. A proposito di estate e inverno: la sua litania estiva è “M’arriva prestu u ‘mbernu”; quella invernale, di contro, sarà: “M’arriva prestu a ‘stati”. La suocera ciangiulina è una lamentela continua con un tono di voce irritante e molesto. Un attimo prima la vedi saltellare allegra e in splendida forma con quel povero micetto – che avrebbe tanto preferito non essere salvato dal marciapiede e morire lì “screnco” e malato di leishmaniosi – e subito dopo s’ingobbisce perché fiuta nei paraggi la presenza del figlio. Quando c’è lui ha sempre quell’aria da cagna bastonata, cammina a tentoni e geme, geme, geme come non ha mai gemuto, nemmeno quando l’ha concepito. Si sente sola e abbandonata. “Tua moglie non mi chiama mai” ripete al figlio che abbocca alle sue scenate da vittima indifesa come un pesce palla senza p... . “Vorrei che veniste a trovarmi più spesso…” che tradotto significa “Non mi sento realizzata se non fracasso giornalmente le ovaie a quella stronza di tua moglie, tanto che il ciclo sarà per lei solo un felice ricordo dell’adolescenza”. La suocera parassita È una specie di predatore da tenere sotto stretta osservazione perché agisce indisturbata e per vie traverse e incontrollate, servendosi di espedienti sempre meschinamente subdoli. Una parassita sanguisuga prepotente che finisce per far ammalare la nuora di una vera e propria depressione ante, intra e post partum. “Per me sei come una figlia” esordisce in modalità santasubito davanti al figlio e al marito per mostrare quanto lei sia deliziosa e di buon cuore mentre tu, nuora, sei una strega maligna che le ha portato via il figlio. Dovrebbero nascere associazioni in modo da attuare una sensibilizzazione sulla “suocera parassita”. Bisognerebbe davvero prevedere programmi di neutralizzazione. Le donne a cui è capitata una “suocera parassita” passano intere notti in bianco a rimuginare su tutte le risposte pungenti e velenose che avrebbero potuto dare alla suocera ma che, per mancata prontezza, non hanno dato. E si esercitano per la prossima occasione così da non farsi cogliere impreparate. Puntualmente si faranno fregare perché la nuova trovata della suocera sarà cosi spiazzante da lasciarle ancora una volta senza parole. Perché la “suocera parassita” è una miniera di creatività. Non è possibile avere un quadro completo con tutti i valori grafici relativi a questo tipo di predatore perché è impossibile prevederne il comportamento sulla base delle azioni già svolte. Quindi bisogna adoperarsi tutti insieme per individuare i parametri osservabili e tracciare le tangenti comportamentali, così da anticipare le probabili evoluzioni. È necessario stilare dei questionari per fare uno screening dei casi più eclatanti perché la “suocera parassita” e davvero un esempio di violenza domestica: può essere fatale e nello stesso tempo scatenare reazioni fatali nelle sue vittime. Questa è la massima che la nuora di una “suocera parassita” deve sempre tenere a mente: “Ricordati che Lei esiste, fa parte della tua vita, lo farà per sempre e, con ogni probabilità, ti seppellirà”. rotagonista indiscussa della tua domenica. “Hai sposato mio/a figlio/a? Devi venire a mangiare a casa mia, una domenica sì e l’altra pure”. Non hai scelta. Stai male? Ti copri bene! La domenica è per l’uomo la giornata da dedicare al pallone, vorrebbe tanto essere domenicalmente libero ma no, la suocera ha cucinato con le sue preziose manine ed espressamente per lui il pranzo dalle venti portate. “Dai, su sono rimasti solo otto involtini!”. Quegli involtini sono una bomba a idrogeno, e non c’è maalox che tenga. Dopo averli mangiati ti appare la Madonna. Dentro ci sono gli avanzi di tutta la settimana, anche i gusci dell’uovo ripescati dall’organico così da dare una maggiore consistenza. Starai male fino al sabato successivo e quando ti sarai ripreso, tornerai da lei per una nuova intossicazione. Il pranzo della domenica visto dalla nuora è un po’ diverso. Innanzitutto segue alla messa mattutina. Sì, perché tu, nuora, la domenica devi accompagnare la suocera a messa. Noi sei credente? Fingi. L’importante è che i suoi parenti e i suoi vicini ti vedano a messa con lei e possano pensare che sei una ragazza ammodo. Naturalmente dopo “l’andate in pace” del don, non prendere impegni ma rimani a disposizione per il terzo grado post-messa delle comari. E sorridi, sorridi sempre. Dopodiché sei pronta per il pranzo domenicale in famiglia in cui ti sentirai ripetere per l’ennesima volta da tuo marito “Le lasagne come le fa mia mamma...”, una frase che per te è peggio della depilazione all’inguine fatta con la pinzetta. Prima, durante e dopo i pasti dovrai anche sorbirti i consigli, non richiesti, in merito all’educazione da impartire ai SUOI nipoti. Perché, prima di essere tuoi figli, sono i suoi nipoti. Lei non ha solo diritto di prelazione su tuo marito ma anche sui tuoi figli. La prima parola che insegnerà ad ogni nipote sarà “Noooon-nnnnna”. I suoi metodi educativi sono incontrovertibili e comprovati, non ci sono teorie pedagogiche che tengano. Altra attività della “socera” vista dalla nuora è la perenne campagna pubblicitaria imbastita a favore della figlia, tua cognata. Ti sembra di sentire la voce di Antonellina della Prova del cuoco: “E adesso la réclame!”. E via con le lodi senza fine per dimostrare che Lei, Lei sua figlia l’ha cresciuta ed educata come ogni brava madre dovrebbe fare, invece tu, tu sei frutto di un’educazione discutibile – come qualsiasi altra cosa ti riguardi – e deplorevole. La “socera” ti guarda con disgusto se indossi abiti corti e succinti, soprattutto se tu puoi permetterteli mentre lei – con la sua sottopancia, protopancia, pancia, sovrapancia, rotolo, rotolo, sottopoppa, protopoppa, poppa, sottomento, mento – no! Ci gode tantissimo a fare confronti tra te e le ex del figlio, e naturalmente l’ago della bilancia pende decisamente a loro favore. Nel peggiore dei casi, soprattutto se vedova, pretende di venire a vivere con voi. E a quel punto non ti restano che due opzioni: ucciderti o ucciderla. www.rivieraweb.it DOMENICA 14 DICEMBRE 17 “ Tu non lo metti in conto quando ti sposi che nel pacchetto troverai anche Lei. Lei che quando vi siete conosciute ti ha sorriso come una miciona ma che, sotto sotto, pensava: “Piacere, un paio di ciufoli: non mi piaci e non provare a farti piacere perchè tanto è fatica sprecata. Se non mi sbarazzo di te all’istante è solo perchè un giorno mi darai un nipotino che potrò spupazzarmi quando e come mi pare. Non dimenticare mai che mio figlio è mio e lo gestisco io. Ultima cosa: se hai una famiglia d’origine, problemi tuoi, a me francamente non me ne frega un accidente, e farò in modo che non importi nulla nemmeno a mio figlio”.Questo in sintesi il quadro generale della suocera della Locride, ma vediamo più nel dettaglio le varie branche specialistiche. La suocera Wedding Planner N La suocera Folletto A rriva a casa tua in maniera totalmente inaspettata, oltre che indesiderata, e come un uragano ti mette sotto sopra un appartamento. Avete presente la suocera della pubblicità, quella che arriva di primo mattino, butta giù la porta, e appare urlando con un vestito zebrato: “Buongiorno, vi ho portato i biscotti! Voilà: le Macchiale, le Croccale, le Grucciole”. Solo che la “suocera Folletto” non si limita a darvi il buongiorno e propinarvi la sua colazione, vi stravolge tutta la giornata. Inizia a tirar giù le tende, a creare correnti d’aria che nemmeno al Colosseo, a disinfettare gli ambienti come se foste un covo di appestati, a passare l’aspirapolvere pure in frigorifero. Poi si avvicina di soppiatto alla camera da letto in modalità CSI e attacca: “Nottatona, eh?”. Insomma la “suocera Folletto” è una campionessa di improvvisate: si presenta in orari inopportuni, inizia a fare domande inopportune con fare inopportuno e abbigliamento inopportuno. E, se cerchi di mantenere le distanze e riprenderti i tuoi spazi, ha l’abilità di farti sentire in colpa. Poiché la suocera Folletto, è perennemente e totalmente assorbita dalla pulizia, a casa propria come a casa tua – mania che giustifica da anni con un “Non si sa mai, se viene qualcuno…” - ha scarsa fantasia in cucina. E così durante la settimana il suo piatto forte è “pasta ca sarsa”, mentre la domenica propone “pasta cu sugu”. “ on ti ha scelta lui, ti ha scelta lei. Dopo un accurato lavoro di indagine – grazie al quale, con l’immancabile contributo delle sue amiche comari, ha scoperto vita morte e miracoli fino alla tua settima generazione – ha dato carta bianca al figlio. Carta bianca si fa per dire. Da adesso in poi la tua vita sarà completamente nelle mani di tua suocera. A partire dal matrimonio. Lei ha in mente il matrimonio del figlio sin dal suo primo vagito, figuriamoci se arrivi tu a rovinarle i suoi piani. Ha previsto tutto nei minimi dettagli, dalla chiesa alla guêpière che indosserai la prima notte di nozze: tu ne eri completamente all’oscuro ma il matrimonio che sogni da una vita ha da sempre un contromatrimonio che diventerà l’unico matrimonio possibile! Sei allergica ai funghi? Come primo: risotto di funghi porcini; secondo: pesce spada ai piopparelli. Tanto la sposa non può rimanere seduta al tavolo e prendere parte al suo banchetto di nozze, ma deve intrattenere gli invitati, quindi nessuno si accorgerà del suo digiuno, finché non cadrà sfinita durante il ballo col padre. E in quel momento vedi la suocera con il suo ventaglio di piume di struzzo, che sembra pronta per il decollo, scusarsi con quel sorrisetto idiota: “Povera, non avrà retto l’emozione”. La suocera bonacciona È una specie in via di estinzione tanto che WWF e Greenpeace hanno lanciato la campagna “Adotta una suocera bonacciona! Il tuo contributo è prezioso per portare avanti i nostri progetti di salvaguardia di questa specie a rischio!”. La suocera bonacciona è quella che innanzitutto si fa gli affaracci suoi. Prima del matrimonio permette al figlio di andare a letto con chi vuole, quando vuole e senza chiedere il permesso, e soprattutto non rimane a origliare. Cucina da dio, e riserva il pezzo di lasagna più succulento per te; e naturalmente anche la fetta di torta che più trabocca di crema e panna è la tua. Non insiste per venire in vacanza con voi e non inventa imprevisti affinché voi non possiate andarci. Ovunque tu vada e qualunque scelta tu faccia il suo augurio è sempre “A Madonna u t’accumpagna” o, in alternativa, “Ca paci e ca saluti”. La prima parola che insegnerà a vostro figlio sarà “maaaaam-mmma” e non cercherà in nessun modo di rubarvi la scena. È molto probabilmente la suocera che, da nuora, ha avuto una “suocera parassita”. E la suocera perfetta? Qualcuno una volta disse: “Vorrei che mia suocera fosse come Marilyn...” “Bellissima?” “No, morta”. RIVIERA CULTURA E SOCIETA’ Pillole Naturopatiche NUOVA INIZIATIVA DELL'ALB A SIDERNO A cura di: Patrizia Pellegrini Naturopata Bioterapia Nutrizionale® Presidente Associazione Culturale Tone Il torrone classico allaMANDORLA... ci piace tanto! Il torrone classico, quello bianco, arricchito di mandorle oppure di nocciole, è uno dei dolci tipici del Natale, che però ci arriva invece dalla tradizione araba, maestra in tutte le preparazioni con le mandorle, e la frutta secca in genere. Il torrone bianco è diffuso in tutta Italia, anche se ogni regione ha creato le sue varianti, a cominciare dalla principale, cioè quella del torrone tenero. Esistono anche molte altre varianti da nord a sud, in cui si utilizzano ad esempio le nocciole, i pistacchi, si aggiungono scorzette di frutta, si ricopre di cioccolato. PROPRIETÀ DELLA MANDORLA Sono le regine della frutta secca: sono un vero toccasana e un prezioso contributo naturale per combattere e prevenire numerose patologie. Grazie all'alta percentuale di grassi “buoni”, le mandorle abbassano il livello di colesterolo nel sangue. Sono un potente antiossidante naturale, preservano la giovinezza, la bellezza della pelle e il benessere dei capelli. Grazie alle elevate quantità di ferro sono un buon rimedio contro l'anemia, mentre il calcio le rende preziose per la salute delle ossa. Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che le mandorle hanno effetti positivi su chi è affetto da diabete di tipo 2, migliorando la sensibilità verso l'insulina. L'effetto sedativo e riequilibrante della mandorla agisce su sistema nervoso antagonizzando l'azione eccitante dello iodio marino e del frequente consumo di pesce delle popolazioni costiera. La mandorla, tra l'altro, aumenta la forza vitale e il vigore generale dell'organismo e combatte la sindrome della stanchezza . AL MATTINO LE MANDORLE RIMINERALIZZANO LE OSSA Una bevanda particolarmente digeribile, energetica, immunostimolante è il latte di mandorla. Si prepara con mandorle dolci e zucchero. Le mandorle vengono immerse in acqua bollente per togliere la pellicina che riveste il seme. Una volta spellate vengono pestate e lasciate a riposare per circa dodici ore in un contenitore di terracotta, coperte da acqua fredda. Trascorse queste ore si filtra il composto ottenuto e si porta a ebollizione con lo zucchero per 10 minuti. Bevine un bicchiere la mattina, caldo o tiepido, per colazione. Te lo do io il libro: scambio di libri in piazza In paesi in cui il libro e la cultura vengono tenuti in più alto grado rispetto al nostro, iniziative come quella promossa dall'ALB sono piuttosto diffuse. Si chiama booksharing, ma non è altro che il “prestarsi libri vicendevolmente”, come si faceva un tempo, quando un giornale veniva letto da almeno tre persone e un libro faceva il giro di una comunità, prima di ritornare alle mani del proprietario. Il meccanismo è semplicissimo: è sufficiente portare un libro con sé e prestarlo a qualcuno che voglia leggerlo, ricevendo un altro libro. Gli scambi possono essere gestiti in maniera indipendente dall'ALB, cioè tra singoli (basterà scambiarsi i numeri di telefono per poi riavere il proprio libro), o tramite l'ALB stessa, che può fungere da intermediario, in questo caso è necessario compilare un piccolo tagliando di prestito. Alcuni libri, ceduti dal “Premio La Torre”, possono essere ritirati gratuitamente. L'Associazione, che si è costituita spontaneamente per poter rivedere operativa e funzionante la biblioteca di Siderno, si rende mensilmente promotrice di eventi e manifestazioni culturali. “Te lo do io il libro” si ripeterà tutti i primi del mese, in piazza Municipio a Siderno, a partire dalle 10:30. Auspichiamo che l'iniziativa interessi in modo particolare i giovani. Lidia Zitara Walter Pedullà e“Gli Amici del Libro” L'Associazione Amici del Libro e della Biblioteca di Siderno Vi invita a partecipare giorno Venerdì 19 dicembre 2014 alle ore 17.00 presso la sala consiliare del palazzo municipale di Siderno all'incontro con il prof. Walter Pedullà avente come tema: Walter Pedullà Racconta il Novecento. Introduce e Coordina Domenico Romeo - Deputazione di Storia Patria per la Calabria Intervengono: Cosimo Pellegrino Professore Liceo Scientifico Pietro Mazzone di Roccella Jonica, Rita Commisso - Professore Scuola Media Gesumino Pedullà di Siderno e Francesco Domenico Caridi - Giornalista Eventi Oggi “Uno scatto in Paese”,l’evento Sanremo: chi porterà avanti fotografico organizzato da LIBRA l’orgoglio del profondo Sud? LIBRA fa un tuffo nel passato di Donisi, evidenziando come il "volontariato" abbia avuto un ruolo determinante nello sviluppo socio-culturale, economico e anche infrastrutturale della contrada; il tutto condito da un clima di coesione sociale e di divertimento. L'evento sarà così strutturato: - ore 18.00: inaugurazione Mostra fotografica "Storia di un tempo: il Volontariato Ieri e Oggi" presso i locali del Palazzo Falletti di fronte all'Oratorio (con benedizione del parroco); - ore 20.30: nel nuovo piazzale (vicino alla Palma) si esibirà il gruppo folkloristico "I Nuovi Tarì". - Per tutta la serata sarà attivo l'angolo cucina con panini e salsiccia e bibite. Sport Il Coni premia il Karate di Roccella e Vincenzo Ursino L'A.S.D. centro studi Karate di Roccella Jonica ha ricevuto dal Comitato Coni Calabria una Stella di Bronzo al Merito Sportivo per l'anno 2013. La società, cui è stato riconosciuto serio impegno nella crescita e affermazione dello sport italiano, è stata premiata dal presidente del Coni locale Mimmo Praticò ottenendo un'importantissima gratificazione a livello nazionale. Ancora una volta un'attività condotta con impegno e dedizione da nostri conterranei è stata riconosciuta di importanza nazionale per le abilità dimostrate da tutti i membri di questo gruppo eccezionale. In modo particolare è stata riconosciuta meritoria l'attività di Vincenzo Ursino, atleta instancabile e completamente dedicato alla passione per il Karate, che coltiva da diversi anni. Ci auguriamo di cuore che questo sia solo uno dei tanti riconoscimenti dati alla nostra Calabria e, provando grande orgoglio per questo premio, che sia solo uno tra i tanti che la nostra terra continua a meritare per le proprie eccellenze. La strada verso Sanremo Giovani parte anche dalla Calabria. Un sogno che parte da lontano, dal profondo Sud sino ad arrivare sul grande palcoscenico dell'Ariston di Sanremo. Questo il sogno di tanti talenti ed emergenti calabresi che a suon di note e falsetti cercano in ogni modo di raggiungere questa meta. Il cammino è tortuoso ma non impossibile, se ad aprire le porte principali sono (presumiamo al di là delle spintarelle delle case discografiche che investono soldini) i contest e i concorsi leali che premiano solo la musica, il talento e niente altro. L'Accademia di Area Sanremo è la prima meta, l'avventura da sogno di un bel gruppo di calabresi intraprendenti che ama sognare, una bella storia partita già dal 30 Settembre. Solo 8 dei circa 400 giovani emergenti in gara al contest di selezione avrà la possibilità di salire sul palco magico dell'Ariston del prossimo festival di Sanremo nella sezione giovani 2015, e chissà se vedremo qualche promessa calabrese? Presenti quest'anno alle selezioni 350 solisti, 21 duetti e altrettanti 21 gruppi. Area Sanremo, affidata dal Comune di Sanremo a Sanremo Promotion s.r.l., è il concorso dedicato ai giovani dai 16 ai 36 anni che desiderano partecipare al Festival di Sanremo. Per gli iscritti è prevista la frequenza a uno stage con alcuni tra i migliori professionisti del mondo della musica, seguiranno le fasi di selezione con il brano inedito proposto per il Festival di Sanremo, davanti alla Commissione di Valutazione che è composta da: Roby Facchinetti, Giusy Ferrari, Dargen D'Amico nella prima fase, a dicembre si aggiungerà Mogol, il grande autore dei testi delle canzoni di Lucio Battisti. Il commento del Direttore Responsabile di Area Sanremo Paolo Giordano: "È una conferma del grande lavoro fatto in questi anni da tutta la squadra di Area Sanremo. L'adesione in continuo aumento dei ragazzi dimostra che le capacità e la trasparenza delle commissioni sono la miglior tutela per chi mette in gioco il proprio talento". Nutrito il gruppo di partecipanti del sud Italia, in modo particolare Puglia e Calabria. A conclusione delle selezioni la Commissione di Area Sanremo proclamerà i Vincitori che sosterranno un'audizione davanti alla Commissione RAI che sceglierà gli artisti che parteciperanno al Festival della Canzone Italiana. Lo scorso anno sono stati diversi i giovani calabresi a cimentarsi in questa avventura, c'è chi è andato avanti fino ad arrivare alle fasi finali accademici, ricordando alcuni: Nicola Perri, Francesco Misitano, Vanessa Franco, Carlotta Chiappetta, Jarni Santoro, Chiara D'Andrea. Per alcuni di loro un passettino in meno prima del gradino di ingresso sul grande palco. Alcuni di loro ritenteranno l'avventura ancora quest'anno, altri invece pieni di speranza ed entusiasmo si stanno già cimentando per la prima volta in questa nuova esperienza, sognando e prendendo ad esempio i grandi cantanti calabresi del passato che hanno solcato già quel grandioso palco ricevendo consensi e plausi: Mia Martini, SETTIMANALE www.larivieraonline.com L'obiettivo è quello di promuovere una riflessione storica sulla Calabria, un territorio difficile su cui giacciono inermi cattedrali nel deserto e mostri di cemento che deturpano senza pietà luoghi incantati TheThird Island, il progetto per mappare la Calabria offesa Partire dalla Calabria. Partire da dove il tempo sembra essersi fermato. Partire dalle opere rimaste incompiute per via dei fallimenti di un'intera classe politica. Perché si può sempre voltare pagina. E ripartire adesso è assai emblematico. Quest'anno si celebrano, infatti, due compleanni simbolici: i 40 anni dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria e i 20 anni del Porto di Gioia Tauro, due grandi incompiute del “Pacchetto Colombo”. Era il 1970 quando questo grande progetto di industrializzazione del Mezzogiorno fu varato dall'allora ministro dell'industria, il democristiano Emilio Colombo. In molti hanno a lungo pensato che il pacchetto fosse una risposta propositiva del governo in seguito ai moti di Reggio Calabria; in realtà quei provvedimenti erano già stati previsti dalla Cassa per il Mezzogiono, negli anni '50 e '60. Provvedimenti rimasti inattuati, promesse disattese, utopie. Il progetto di ricerca The Third Island Ag '64 '94 '14, esposto all'interno della sezione Monditalia della 14esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, e poi sbarcato a Reggio Calabria, vuole ripartire da lì. Dall'incompiuto, dal disatteso. Dopo l'installazione alla Biennale di Venezia, il progetto The Third Island, portato avanti da un gruppo di architetti e guidato da Antonio Ottomanelli, si è trasformato in un articolato cartellone di eventi. L'intenzione è quella di concentrarsi per otto lunghi mesi (ottobre 2014 maggio 2015) sullo studio interdisciplinare e sulla discussione aperta riguardo il tema delle grandi opere in Italia. Le attività riguarderanno la fotografia, il cinema, l'architettura, la letteratura e il giornalismo, con residenze di autori, ricercatori, artisti, tavole rotonde, Lectio Magistralis, mostre e workshop. L'obiettivo è quello di promuovere una riflessione storica ampia sul territorio calabrese, un territorio difficile su cui giacciono inermi cattedrali nel deserto, come la Liquichimica di Saline Joniche, e mostri di cemento che deturpano senza pietà luoghi incantati. La Calabria diventa, quindi, il movente e il campione emblematico per riflettere sul concetto di paesaggio, inteso non solo in senso fisico, ma analizzato anche da una prospettiva antropologica. L’evento Pizzo, tulle e audaci guepiere protagonisti della 3 ª edizione dell’open day LinoValeri Lisa, Rino Gaetano, Loredana Bertè, Sergio Cammariere. Il 17 Novembre si sono chiuse le fasi eliminatorie. Il prossimo appuntamento è fissato per il giorno 1 e 2 dicembre 2014, con le audizioni dei 40 finalisti scelti. Ultima data clou sarà il 3 Dicembre durante la conferenza stampa verranno proclamati gli 8 Vincitori dell'Accademy Area Sanremo 2014/15 che avranno la possibilità di partecipare al 65° Festival della canzone Italiana. Attenderemo quella data per sapere se tra i finalisti ci sarà qualche talento calabrese, qualche nome interessante da segnare sull'agenda, che potrebbe portare avanti l'orgoglio, l'arte canora, la cultura artistica e popolare del profondo sud. Domenico Spanò Ed eccoci alla terza edizione dell’open day Lino Valeri, svolto quest’anno nelle due giornate del 7 e 8 Dicembre in atelier a Marina di Gioiosa Ionica. L’agenzia Ideeventi in collaborazione con Lino Valeri Atelier organizza l’evento che ha come protagonisti gli abiti per la sposa, regina indiscussa del matrimonio. Anche quest’anno, le tante sposine che vi hanno partecipato, sono state coccolate e consigliate dallo stilista della casa di moda pugliese Diamond Couture Pietro Demita, giovane talento della moda sposa e cerimonia che con la sua verve e creatività ha saputo indirizzarle verso la scelta giusta. Proposte e suggerimenti inerenti la nuova collezione sposa 2015 tra pizzo chantilly, gonne in voluttuoso tulle, scollature e guepiere audaci, insomma abiti adatti a rispondere a tutte le richieste. Ad affiancare i preziosi consigli dello stilista, si uniscono quelli della make up artist Rosamaria Caricari del Centro Estetico Mixage di Siderno e hair stylist Francesco Falcometà di Compagnia della Bellezza Siderno. Hanno partecipato all’evento con i propri servizi e prodotti: Francesco Marrapodi Fiorista di Roccella Ionica, ServiziFotografici.net di Reggio Calabria, Lista nozze e bomboniere Arturo Pasquinucci C.C. La Gru. È stato un successo, una due giorni d’atmosfera magica del matrimonio mista a quella che si respira con l’avvicinarsi del Natale e l’atelier ed il suo staff vi da appuntamento al prossimo anno! Maria G. Cogliandro DOMENICA 14 DICEMBRE 19 RIVIERA CULTURA DOMENICA 14 DICEMBRE www.rivieraweb.it 20 La promozione del territorio passa attraverso le nuove tecnologie I Google Developer Groups sono gruppi composti da appassionati di informatica che, in collaborazione con il più grande motore di ricerca al mondo, sfruttano le sue risorse con il fine di migliorare le tecniche di sviluppo e realizzare progetti innovativi in questo ambito. Uno di questi GDG, come li chiameremo d'ora in avanti, ha preso forma da qualche mese anche in Calabria. Si tratta di GDG Locride, Oggi a Portigliola “Natali i na vota”, con i Quarta Aumentata Il libro e la musica dei Quarta Aumentata “Natali i na Vota” poesie, sonetti e canzoni della tradizione natalizia calabrese curato da Polo Sofia e Raffaele Leuzzi, faranno tappa a Portigliola oggi presso il centro di aggregazione giovanile con inizio alle ore 17,00. Il prezioso volume vuole recuperare, attraverso un'opera certosina di ricerca musicale e antropologica, una tradizione musicale che rischia di scomparire. I temi della Natività, i diversi aspetti della devozione religiosa e tutta la cultura popolare della nostra regione rivivono nell'appuntamento con Paolo Sofia e Peppe Platani che proporranno dal vivo alcuni brani più belli dell'opera. La tradizione musicale della Novena di Natale, la consuetudine di “cantare” nelle strade e nelle chiese le molteplici sfumature della devozione religiosa consentono al lettore, ascoltatore, di soffermarsi sui contenuti, valori e simbologie legate al tema della natività nella cultura popolare calabrese, grazie anche alle toccanti recitazioni in vernacolo di Gianni Favasuli. Il libro è stato suddiviso in tre parti: poesie, scritti e nenie natalizie di autori calabresi, alcuni dei quali saranno presentati durante la serata. La manifestazione, organizzata dalla Rivista In Aspromonte e dall'associazione culturale I Chòra è stata patrocinata dall'amministrazione comunale di Portigliola. L'evento, aperto con i saluti del sindaco Rocco Luglio, vedrà la partecipazione oltre ai due musicisti dei Quarta Aumentata, anche del dott. Raffaele Leuzzi - coautore ed editore dell'opera - del cantastorie filosofo Gianni Favasuli e della direttrice responsabile della rivista In Aspromonte Antonella Italiano. L'ISTITUZIONEDI GDG NELLA LOCRIDEPOTREBBEDIVENTAREUN'OTTIMAOCCASIONE PERMETTERCIINPIÙSTRETTACOMUNICAZIONECONILRESTODEL PAESE che sta offrendo ai giovani del territorio la possibilità di condividere e mettere al servizio di milioni di utenti la propria pas- sione informatica. Gioele Schirripa, membro di questo gruppo, ci ha raccontato che gli ingredienti utili a rendere opera- tiva questa realtà sono passione, motivazione e capacità di collaborare. Le prerogative non precludono la strada a nessuno e chiunque fosse interessato a divenire parte del progetto è il benvenuto. Non è secondario il ritorno che un progetto simile potrebbe avere nei confronti del territorio che, grazie all'impegno dei membri del gruppo e alla coordinazione dei responsabili di Google, ha finalmente la possibilità di entrare in più stretta connessione con altre realtà italiane, garantendo l'arrivo di esperti del settore nelle nostre città. «L'interesse principale di GDG Locride - continua Gioele - è quello di coinvolgere il maggior numero di persone possibile, studenti superiori in particolare, motivo per il quale abbiamo organizzato un incontro formativo all'IPSIA di Siderno, chiamato “GDG MeetUp School”». L'incontro, tenutosi lo scorso 21 novembre, ha catalizzato con successo l'attenzione di tutti gli studenti, più che mai sensibili all'argomento “nuove tecnologie”. «Nonostante la tensione, siamo riusciti ad affascinare studenti e persino professori attraverso la spiegazione di cosa si intenda per “mondo Google” e quali possano essere i processi per creare un App pur essendo digiuno di conoscenze tecniche specifiche» ha raccontato Gioele. Visto il riscontro positivo, l'obiettivo del GDG è adesso quello di dedicare altro tempo a questo progetto, cercando di coinvolgere nuovi istituti della Locride attraverso un costante rinnovo degli argomenti di cui discutere. «Qualunque scuola può richiedere informazioni al nostro indirizzo mail. A gennaio ripartiremo con nuovi even- ti, nuovi progetti, nuove tecnologie e prodotti commerciali. Sono in arrivo moltissime novità, insomma!» Non possiamo che sorridere dinanzi all'entusiasmo di Gioele e credere in ogni sua parola. In un mondo in continua evoluzione come quello della tecnologia, infatti, il materiale su cui lavorare sarà indubbiamente immenso. «Si pensi soltanto alla corsa che Google e Apple stanno facendo per lanciare i propri “smartwatch”. Uno dei nostri obiettivi per il futuro è proprio quello di illustrare le potenzialità di “Android Wear”, versione del celebre sistema operativo pensata proprio per i dispositivi indossabili. E questo verrà fatto non più esclusivamente per gli studenti, ma anche in incontri aperti, dedicati a tutti coloro che sono interessati». Jacopo Giuca Vito Barresi e 45 anni di storia della Regione Calabria Presentato giovedì 11 a Cosenza, “Da Guarasci a Scopelliti - Storia della Calabria (1970 - 2014)”, è l'ultima fatica letteraria del crotonese Vito Barresi, ex docente di Comunicazione sociale presso l'UniCal, saggista e giornalista. A pochi giorni dalla conclusione dell'ultima tornata elettorale regionale, il saggio, senza alcuna enfasi retorica, si propone come guida per un percorso che mostra 45 anni di storia regionalistica della Calabria, cercando di individuarne i valori, dinamiche, passioni ed interessi. Ma soprattutto quelle spinte integrative, e disintegrative, che dal 1970 ad oggi si sono fatte strada in via autonoma, soprattutto nel campo economico e sociale, oltre che nella struttura istituzionale. A quasi 45 anni trascorsi dall'istituzione delle regioni a statuto ordinario, sembrava infatti più che mai necessario, a detta dell'autore, realizzare un bilancio critico, una valutazione oggettiva, un'accurata pesatura politica, ma non solo, “su risultati e insuccessi, rischi e opportunità, fallimenti e realizzazioni, una sintesi più ampia e di respiro su memoria e problemi, fatti e storia della più importante istituzione democratica della Calabria, la Regione, i Consigli e le varie Giunte regionali, elette e avvicendate in questi decenni”. Problemi, dunque. Ed è forse questo il motivo di un sempre più crescente astensionismo elettorale. Il saggio potrebbe infatti porsi come sassolino che dà inizio ad una valanga di consapevolezza. Che il motivo del malcontento elettorale sia proprio il regionalismo inteso come tale? Che il problema sia il funzionamento della Regione, i suoi meccanismi economici, piuttosto che la politica in sé? La lettura di questo lavoro potrebbe svelare alcuni elementi che avvalorano la tesi di un regionalismo decisamente malato. Antonio Cormaci RIVIERA Il potere degli Albanese Il giornalista del "Quotidiano del Sud" Michele Albanese beccato dal nostro fotografo sul corso principale di Siderno. Sembra che sia venuto nella nostra città per comunicare al suo collega Pino Albanese le novità che riguardano le future elezioni amministrative del maggio 2015. Ma la risposta di Pino Albanese, ormai riconosciuto in ambito locale per le sue capacità chiaroveggenti, è stata tassativa: "a mia mu dici?" Siderno a Dicembre Passeggiare sulla spiaggia muta con il mare allegro e placido a fianco, e risentire l'eco delle passate Estati, e degli amori finiti e delle gioie trascorse, mentre il sole calabrese rimbomba indomito accompagnandoci al Natale tropicale delle nostre latitudini. L'ebbrezza del Mare d'Inverno, e della nostalgia acuta, un male benefico che ridesta il desiderio di bellezza, mai sazio. "Contrada" di Anton Francesco Milicia Lo scorso sei dicembre a Gioiosa Ionica si è svolta la presentazione del nuovo romanzo intitolato "Contrada" scritto dall'autore locrese, Anton Francesco Milicia. Ha moderato i lavori il nostro grande amico Pietro Melia. Tris sidernese d'eccellenza Federico Biancospino, Marco Minnella e Riccardo Ritorto fotografati in occasione dell'inaugurazione del nuovo negozio AB store a Siderno che illuminerà la nostra città in una delicata fase di crisi economica. In bocca al lupo!!! In ricordo di Giuseppe In questa foto ricordo, la mascotte era Giuseppe Figliomeni (panino) accompagnato dal padre Franco. Riconosciamo i tre fratelli Leonardo (accosciati), il portiere Alessandro Battaglia, Raffaele Salerno, Mimmo D'Agostino, Antonio Barbarello, Stefano Iennaro e l'immancabile Michele Bonavita. Chitarra vagabonda a Palizzi Il consigliere comunale di Palizzi, Tonino Proietto (che come si evince dalla foto somiglia moltissimo al noto presentatore calabrese della Rai Massimo Proietto) è da sempre vicino al sindaco Walter Scerbo. Eccolo mentre con uno strumento rudimentale intona “Chitarra vagabonda”. “Una chitarra suona nella notte cantando va dicendo amore amore la porta non si apre del balcone un cuore sta morendo per una donna”. Un politico coi fiocchi Per l'ex vicesindaco di Siderno, professor Giuseppe Reale, il tempo non passa mai. Sempre attento alle dinamiche politiche della nostra città continua a battersi sempre per l'affermazione della cultura e della legalità. Della serie : un politico coi fiocchi. Quando il vino è buono è buona anche la compagnia Cinque assi del nostro territorio. L'artista bovalinese Diego Cataldo, il sidernese Rosario Condarcuri, il vitivinicoltore Anthony Reale, l'ex arbitro Muscatello ed il barone Francesco Macrì. “…Vino color del giorno,vino color della notte, vino con piedi di porpora o sangue di topazio, vino, stellato figlio della terra, vino, liscio come una spada d’oro, morbido come un disordinato velluto, vino inchiocciolato e sospeso, amoroso, marino, non sei mai presente in una sola coppa, in un canto, in un uomo, sei corale, gregario, e, quanto meno, scambievole…” Le lampade allo stadio Falso allarme al municipio Falso allarme al municipio di Siderno. I Vigili del fuoco erano accorsi sul posto dopo aver ricevuto una segnalazione telefonica anonima ma hanno trovato tutti al loro posto di lavoro, compresi i commissari straordinari e gli applicati esterni. Scherzi a parte? Massimo Cataldo "superstar" Su 3 tornei Fit di 4 categoria disputatesi a Roccella , Siderno kampus e Ardore (nella foto) altrettanti successi per il tennista sidernese Massimo Cataldo. Se vinci una volta può essere un caso, un'altra fortuna, alla terza capisci che queste cose non esistono.Vai Massi Centinaia di lampade dell'illuminazione comunale ammassate ai lati del campetto di calcio in cemento dello stadio comunale. Fa specie vedere tale componentistica costata miliardi delle vecchie lire ormai senza valore. Forse sotto queste lampade potrebbe essere rinvenuto il famoso "cannone di Panetta" ormai scomparso da anni e di cui non si è avuta più notizia. SETTIMANALE www.larivieraonline.com DOMENICA 14 DICEMBRE 23 Nick Spatari e la sua rotula Nella foto il noto artista mammolese Nick Spatari inventore del museo "Musaba" mentre sdraiato sul lettino dell'Ospedale di Locri viene assistito con cura da Mimmo Gullì. Sembra che gli sia partita la rotula del ginocchio sinistro. Ma lui, imperterrito a 85 anni sfodera il suo proverbiale sorriso a 32 denti. Finalmente aria di natale!!! è proprio con l'entusiasmante vento natalizio pieno di luci e decorazioni che diventiamo tutti più buoni, un pò bambini e anche tanto golosi dispensando tutti i regimi dietetici e rallegrando gli animi gustando a tutta forza le delizie dei piatti. Questa settimana non potevano mancare a tavola loro... Franchino e Maria!!! Lui,preso dalle disavventure della sua amata Inter; lei, dal suo amato lavoro e dalle sue innumerevoli faccende legali!!! Chiacchieroni, amanti della grappa, del buon vino, golosi e critici dei primi piatti proverò a concedere loro un momento di completo relax. Chissà se riuscirò a metterli a tacere con i miei deliziosi bigoli con fonduta di asiago al pepe rosa, crema di radicchio, speck, e noci!!! Ingredienti (per due persone): Una Palizzi da bere Una Palizzi da bere Il Sindaco di Palizzi, Walter Scerbo, in compagnia del consigliere Toto Romeo noto produttore di buon vino e Ninni Fiumanò fratello del presidente del consiglio. La D'Agostino che non ti aspetti. La ricordavamo candidata alle ultime elezioni regionali con la lista di "Italia dei valori" di Tonino Di Pietro, l’ex pm tanto amato dalla satira, la ritroviamo dopo cinque anni abbracciata al leader genovese del M5S, Beppe Grippo, di professione comico. Chissà che la nostra dottoressa, ormai emigrata da tempo fuori dalla Calabria, non abbia voglia apprendere da lui i "trucchi del mestiere" Si vede il marsupio? No, u filoni!! Alla moda lanciata negli anni novanta dal noto PR della discoteca Chiticaca di Orbetello, interpretato da Giorgio Panariello, con la frase: “si vede il marsupio?” risponde dalla lontana Roma lo studente sidernese Salvatore Tripodi con la frase: “no, si vidi u filoni ?” Colto in Castagna! Il nostro amico ciclista Franco Castagna sponsorizza con la sua presenza ... la Sagra della Castagna L’indimenticabile presentatore di “Lascia o raddoppia” e di “Flash” nonchè re dei telequiz televisivi Mike Bongiorno insieme all'amico Angelo Laganà, eccellente musicista roccellese che lo ha conosciuto ai tempi del suo massimo splendore quando da sopra una mongolfiera in volo, per conto di una famosa marca di grappa, Mike Bongiorno gridava a pieni polmoni: “allegriiaaaa, sempre più in alto con grappa......sigillo nero”. Alcune amicizie sono fatte a mano, la maggior parte in serie. (Dino Basili) 150 gr di bigoli o fettuccine 100 gr di radicchio 50 gr di noci 50 gr di speck 60 gr di burro 150 ml di panna 150gr di asiago (possibilmente fresco DOP) brodo vegetale pepe rosa sale Procedimento: per la fonduta di asiago: sciogliete a fuco lento in una padella 20gr burro, una volta sciolto aggiungere la panna,i pezzettini di asiago un pizzico di sale e 10 grani di pepe rosa possibilmente tritato con pestello. nel frattempo in una casseruola sciogliete 20 gr di burro aggiungendo il radicchio. una volta rosolato per un paio di minuti aggiungete 100 ml di brodo vegetale bollente e coprite la casseruola con un coperchio. una volta che il radicchio a vista è ben stufato passatelo nel frullatore finché non viene reso a crema e tenetela a caldo. a questo punto posiamo tagliare lo speck a strisce sottili e tritare le noci (mantenendo possibilmente qualcuna intera per decorazione). una volta fatto questo sciogliete in una padella i rimanenti 20 gr di burro aggiungendo lo speck rosolandolo per qualche minuto e successivamente le noci, per altri pochi minuti. ora potete cuocere i bigoli nell'acqua salata e 2-3 minuti prima della cottura scolarli e versarli nella padella dove avete fatto la fonduta di asiago e pepe rosa saltandoli per pochi minuti aggiungendo un po' d'acqua di cottura della pasta se necessario. aggiungete nella paella lo speck e le noci tritate che avete saltato precedentemente e "spadellare" il tutto ancora per qualche minuto finché non risultino ben amalgamati. versate qualche cucchiaio di crema di radicchio alla base del piatto e arrotolati i bigoli al forchettone possiamo disporli al centro del piatto aggiungendo ancora qualche cucchiaio di crema di radicchio a piacimento. colorate il piatto con qualche grano di pepe rosa, un po di noci che avete lasciato intere per decorazione e...Buon appetito!!! A cura di Mariangela Restretti Vincenzo Luly e le strade di Reggio Mike e Angelo : allegriiiaaaaa • • • • • • • • • • "Mi rivedo sognante e vibrante nel centro di Reggio a guardar vetrine. Tra i negozi la gente la fretta dell'ora di punta tu mi passi accanto. Non ti accorgi di un uomo che adesso cammina da solo in questa giorno che soffia silenzio e nostalgia oramai non c'è proprio nessuno sulla via”. Tratta da le "Strade di Roma" di Michele Zarrillo