DI ERCOLE MACRÌ
Il comune di Samo è stato sciolto per mafia poiché il terzo cugino dell’assessore avrebbe salutato
il secondo del presunto capo ‘ndrangheta locale.
Chi scioglie un comune deve rapportarsi all’ambiente, e l’ambiente di Samo, Siderno, Africo, San
Luca, fa tendenza. Dal Campidoglio uscivano
buste, bustine e bustarelle come da un ipermercato, cariche fino all’orlo, ma l’ambiente romano
non è quello calabrese, non fa tendenza, solo
scambi di coppia alla cocaina.
Le mani in pasta di cui parlano i giornali sono
reati con molecole d’acciaio, mica riti primordiali
spinaci e castrato.
CONTINUA A PAGINA 6
CONTROCOPERTINA
www.rivieraweb.it
DOMENICA 14 DICEMBRE
3
Il ricordo
a un mese dalla Tragedia della Limina
S
ono passate quattro settimane soltanto da quel terribile attimo di violenza che, inesorabilmente,
strappando alla realtà umana quattro pietre angolari, ha mutato definitivamente le sensazioni di
ognuno di noi che in quei portenti riconosceva: un
amico, un confidente, un compagno di giochi o un
figlio.
Già, un figlio. Quale dolore più grande di questo?
Quale consolazione potranno mai trovare, per rendere
ancora vivibili quelle giornate che sembreranno gelide, i
Padri e le Madri condannati a vivere in cotanta disperazione? E quale forza gli amici, che, perdendo dei punti di riferimento così solidi come i ragazzi, vedranno disancorate le
loro convinzioni, oscillanti i loro pensieri o peggio divelti i
loro baluardi?
A tutto questo dolore non può rispondersi che con la dolcezza, con l'amore; solo l'amore infatti potrà cimentarsi
nella faraonica impresa di colmare i nostri vuoti. L'amore
accompagnato in questa opera colossale dal migliore dei
medici, il tempo. Non che il tempo faccia dimenticare, non
lo penso minimamente, ma pian pianino, con costanza,
riuscirà a spazzare via quantomeno la violenza nei ricordi,
per far luogo alla dolcezza in questi.
Noi amici sappiamo cosa fare per onorare la memoria dei
ragazzi. Provarci. Continuare a vivere come se loro guardandoci possano gioire ancora della nostra convivialità, a
loro ripetutamente dedicata nell'intento di ripercorrere
così i fasti e le godurie dei momenti condivisi. Ai genitori
invece molti, errando, pensano come a persone distrutte
da questo dolore, che verranno sconfitte dalla miseria
della tragicità di un sì mesto evento. Non dovrà essere così,
questo vuole essere un augurio per loro che nel culmine
della sofferenza hanno già saputo dimostrare una dignità
impareggiabile che è servita da monito a tutta la comunità
e che alla stessa ha dato sollievo. In momenti come questi,
tutti sappiamo che le sensazioni si opacizzano, offuscate da
rabbia, sgomento, incapacità di trovare risposte e senso di
smarrimento legato alla umana pochezza di fronte all'assurda e spietata fatalità, feroce e gelida, sfrontata e irrazionale. La vera risposta sta nella fede, in quel Dio consolatore e misericordioso che mai abbandona i suoi figli ma li
traghetta, nella tempesta, fino al porto sicuro della gioia.
Come Cristo fece con la Madre. Donna che subì anzitempo anch'ella la stessa sorte dei genitori di Leo, Bombo,
Luigi e Peppe e a cui Egli affiancò Giovanni, discepolo che
amava, per consolarne il dolore. Così farà con le famiglie
dei nostri amici, non dimenticandosi di esse ma dando loro
conforto e speranza, forza d'animo e coraggio.
La morte purtroppo segna il corso delle nostre fragili esistenze lasciandoci sovente sbalorditi e rendendoci incapaci di trovare quelle risposte che soddisferebbero le coscienze, appagandoci. La vera morte però è quella dell'oblio,
della dimenticanza. Moriranno davvero qualora dovessimo dimenticarli, qualora vanificassimo gli sforzi da loro
compiuti per vivere da buoni figli. Ciò non avverrà perché
trapassando ad altra vita Leo, Bombo, Luigi e Peppe è
come
se
si
fossero
elevati,
divenendo
un'idea, un concetto, uno stile di vita da imitare, pervadendo il nostro essere e albergando in ognuno di noi per non
morire MAI. Le mie parole vogliono essere solo di conforto alle famiglie e agli amici che vivono, anzi viviamo, nello
smarrimento. Il dolore è straziante, lancinante, fa preferire, in alcuni momenti, la morte alla vita. Ma non è questo
quello che i nostri ragazzi avrebbero voluto e per onorare
la loro memoria fa d'uopo stringersi intorno alle loro famiglie e nell'armonia e nella grazia dell'unione favorire quella ripartenza cui anche loro da lassù, dal profondo dei loro
cuori purissimi, sicuramente auspicano. Un abbraccio a
voi Mamme Papà Fratelli e Sorelle.
Un amico
I
l prossimo sedici dicembre sarà celebrato il trigesimo dalla
scomparsa delle sei vittime della strage della Limina. Un
momento dedicato al ricordo di queste persone, aperto ad
amici, conoscenti, familiari e a chiunque volesse condividere il loro ricordo. Sul fronte delle indagini nulla di nuovo.
Mancano le testimonianze e soprattutto, come si era notato nell'immediatezza del fatto, non sono stati riscontrati
segni di frenata sull'asfalto quel giorno reso viscido dalla
pioggia. Tutti bravissimi e normalissimi ragazzi con la testa
a posto. Una mazzata terribile soprattutto per i loro genitori che si
sono sempre sacrificati per cercare di garantire ai loro figli un futuro dignitoso. Belle persone, stimate e benvolute tanto che sia l'intera Siderno che la stessa Platì si sono fermate un mese fa per dare
loro l'estremo saluto. Segno che il loro passaggio sulla terra non è
passato inosservato. E ora sono lì, a guardarci dall'alto dei cieli.
Osanna.
Antonio Tassone
La Poesia
Sarete fiori ed io la Primavera
vi donerò un bel sole tutto l'anno
io vi darò più luce quando è sera
e tutti i fiori a un tratto sbocceranno!
Sarete l'aria ed io l'aquilone
mi cullerete con un po' di vento
e volerò più in alto di un airone
e sopra il cielo io sarò contento!
Sarete note, ed io una melodia
la sentiranno gli Angeli lassù
e forse per amore e per magia
faranno un bel regalo al Buon Gesù.
Teresa Archinà
RIVIERA
ATTUALITÀ
GIUDIZIARIA
Truffe
e truffatori
Frodi e frodati
“Gli ho consegnato la moto e lui mi ha
corrisposto un assegno che non mi
sembrava originale. Per rassicurarmi mi
ha detto di seguirlo in banca per
verificare che tutto era a posto e che il
titolo era coperto. Lui è partito avanti ed
io l'ho seguito poco distante, fino a
quando, io mi sono fermato al semaforo
rosso mentre lui ha proseguito e, da quel
momento, non l'ho più visto. L'assegno è
risultato falso, era una fotocopia a
colori”.
Il fatto è avvenuto nel bresciano alcuni
anni addietro. Ne ha parlato il “frodato”
nel corso della testimonianza resa nel
corso di un processo che si svolge a Locri,
dove tra gli imputati ci sarebbe anche il
presunto truffatore, di origini rom che
avrebbe fatto parte di un sodalizio ben
rodato che avrebbe truffato e frodato
diverse decine di malcapitati in tutta
Italia, per un giro d'affari stimato dagli
inquirenti di circa 2 milioni di euro.
I presunti truffatori monitoravano i
principali siti di annunci, individuavano il
prodotto desiderato, contattavano il
potenziale offerente, gli davano
appuntamento solitamente a ridosso del
fine settimana e pagavano la merce con
un assegno immancabilmente falso che
sarebbe stato controllato dal malcapitato
solo qualche giorno dopo. In questo
modo sono riusciti ad assicurarsi
macchine di lusso, escavatori, mezzi
agricoli, ma anche moto d'acqua e un
martello pneumatico, fino a spingersi
all'acquisto di prodotti dalla dubbia
utilità, come nel caso di un trono di
legno.
Su tutto spicca l'abilità dei componenti
del sodalizio, pratici della Rete così come
nella manipolazione di documenti, e
capaci di conquistare senza fatica la
fiducia delle vittime. E poco importava a
questi impostori se c'era chi contasse su
quegli assegni (falsi) per garantirsi il
proprio futuro.
L'indagine è partita alla fine del 2010,
quando diversi sequestri di tagliandi
assicurativi falsi e innumerevoli denunce
di truffe, hanno fatto rizzare le orecchie
ai carabinieri delle stazioni di Marina di
Gioiosa Jonica e Caulonia Marina, che
sono così arrivati a scoprire un inganno
che ha fruttato alla banda due milioni di
euro e che, dalla Calabria, è arrivato fino
in Val d'Aosta, con vittime residenti in
molte regioni d'Italia, dal Lazio al
Piemonte, dalla Toscana alla Lombardia,
dalla Campania all'Emilia Romagna.
Nei prossimi mesi si giungerà ad una
prima sentenza. Intanto prosegue la
sfilata degli oltre cento truffati,
provenienti da quasi tutte le regioni
d'Italia.
www.rivieraweb.it
DOMENICA 14 DICEMBRE
4
Casa della salute di Siderno:
«Porteremo questo progetto fino
in fondo», parola di MicheleVumbaca
Michele Vumbaca ci crede. «Dalla casa della salute di Siderno
può partire quel cambiamento che porterà la sanità della
Locride dal sottoscala al piano terra e poi più insù». La pensa
così il vicepresidente nazionale dell’associazione “Etica e
Salute” che come sidernese, nonostante da molto tempo
opera da imprenditore nei distretti dove la Calabria decide e
dove in questo momento – ci informa Vumbaca - «si sta discutendo di un passaggio molto delicato, ovvero di ridurre a tre
le aeree di competenza regionali: Reggio Calabria, Catanzaro
e Cosenza»
Ma sono indicazioni del nuovo governatore?
In una riunione avuta a Catanzaro Mario Oliverio è sembrato avere le idee chiare su come intende agire.
In che senso?
La qualità prima della quantità. La Calabria con queste tre
mega aree perderà 600 posti letto e qualche primario, ma
potrà contare su strutture ospedaliere di primo livello che
ridaranno sicurezza e dignità all’ammalato calabrese.
Si punta a ridurre l’emigrazione sanitaria?
Il debito dell’ASL calabrese nei confronti delle altre regioni,
già ammontante a 240 milioni di euro. Non è più sostenibile
ed è offensiva per la capacità mediche che il nostro territorio
esprime.
Torniamo alla casa di salute di Siderno...
Bisogna portare questo progetto fino in fondo. Bisogna tramandare dignità e qualità alle nuove generazioni, noi con
“barba e capelli bianchi” non possiamo vivere con i sensi di
colpa, siamo obbligati a fare tutto ciò che è possibile per consegnare fiducia a chi verrà dopo di noi. Il cambiamento, le
inversioni di tendenza dipendono sì dall’ambizione e dal fatto
che ognuno di noi sa che deve cambiare qualcosa di se stesso,
ma dipendono soprattutto dalla coscienza e dall’appartenenza a un determinato luogo.
Carmelo Carabetta
Sarà una Calabria migliore
quella di Oliverio?
Oliverio annuncia la chiusura
della bottega delle clientele e
l’apertura di quella del merito
C
ome capita sempre nelle grandi incoronazioni, ad accogliere Mario
Oliverio, il nuovo governatore della
Calabria, pacche sincere sulla spalla
ma anche tanti cari sorrisi finti. E poi
gli abbracci autentici delle nipotine Giorgia,
Sofia ed Ester. È stato un insediamento all'insegna della sobrietà, senza effetti speciali, e non
sarebbe potuto essere altrimenti viste le difficili
condizioni in cui versa la nostra regione.
Oliverio ha in mente una profonda opera di
restyling per la Calabria. Del governo precedente non salva nulla e annuncia innanzitutto la
chiusura della bottega delle clientele, che sarà
sostituita da quella del merito. Il suo obiettivo è
quello di recuperare la funzione etica delle istituzioni, la fiducia che è andata smarrendosi.
Servono partigiani della trasparenza: per chi la
ignorerà non ci sarà clemenza alcuna. È prevista,
poi, un’accurata azione di riordino degli enti
para e sub regionali. “C'è assoluta necessità di un
efficientamento della macchina della Regione,
che non può più essere distratta o concentrata su
interessi particolaristici come è avvenuto finora»
- ha dichiarato Oliverio.
Il nuovo presidente non intende perdere tempo
e si è già messo al lavoro sui dossier più scottanti. Tra questi la programmazione dei fondi comunitari e la modifica dello Statuto, con cui si intende eliminare la figura del consigliere “supplente” e introdurre l'incompatibilità tra la figura di
consigliere regionale e quella di assessore. Altro
obiettivo sarà quello di far fronte al rischio di
infiltrazioni mafiose. “Saremo inflessibibili su
questo punto - continua Oliverio - Condivido le
azioni che il governo sta per mettere in campo,
da parte nostra ci sarà una vigilanza alta”.
Insomma, una vera iniezione di fiducia per il
futuro della Calabria. Speriamo non si tratti dei
soliti buoni propositi che verranno puntualmente disattesi. Come capita spesso dopo le grandi
incoronazioni.
Maria Giovanna Cogliandro
IL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE
Ma vediamo la composizione politica dell’Assemblea consiliare. Tra le file del Pd, tre conferme: Carlo Guccione, Antonio Scalzo e Vincenzo Antonio Ciconte. New entry Seby
Romeo, Nicola Irto, Mimmo Battaglia, Michele Mirabello, Giuseppe Aieta, Mimmo
Bevacqua. Volti nuovi anche nella lista Oliverio Presidente, Franco Sergio, Francesco
D’Agostino, Orlandino Greco, Mauro D’Acri e Vincenzo Pasqua. Per La Sinistra, Gianni
Nucera. Conquista tre consiglieri la Lista Democratici Progressisti, Giuseppe Giudiceandrea,
Giuseppe Neri e Arturo Bova. Per Calabria in rete entra Flora Sculco.
Sul fronte dell’opposizione, Forza Italia conquista cinque scranni. Tutte riconferme: Fausto
Orsomarso, Ennio Morrone, Domenico Tallini, Nazzareno Salerno, e Alessandro Nicolò. Per
Casa delle Libertà Giuseppe Graziano, Giuseppe Mangialavori e Francesco Cannizzaro.
Ncd Pino Gentile, Baldo Esposito e Giovanni Arruzzolo.
RIVIERA
COPERTINA
Mortacci tua
Il
ERCOLE MACRI
comune di Samo è stato
sciolto per mafia poiché il
terzo cugino dell’assessore avrebbe salutato il secondo del
presunto capo ‘ndrangheta locale. Chi scioglie un comune deve
rapportarsi all’ambiente, e l’ambiente di Samo, Siderno, Africo,
San Luca, fa tendenza. Dal
Campidoglio uscivano buste,
bustine e bustarelle come da un
ipermercato, cariche fino all’orlo,
ma l’ambiente romano non è
quello calabrese, non fa tendenza, solo scambi di coppia alla
cocaina.
Le mani in pasta di cui parlano i
giornali sono reati con molecole
d’acciaio, mica riti primordiali
spinaci e castrato. Roma non
può essere sciolta per mafia e
neppure New York, né Londra, è
una questione d’immagine anche
per i calabresi, che sono un attimo prima italiani. Bene.
Bene, per la tutela dell’immagine
della nostra capitale. Male, invece, quando un mancato scioglimento significa, come ha più
volte affermato quel luminare di
Alfano, che i romani non sono
mafiosi e i calabresi sì: in questo
caso si calpesta la dignità dell’uomo, che viene prima di qualsiasi
capitale. Addirittura di quell’eterna. Almeno che il concetto di
mafia non sia passato da marchingegno di origine criminale.
Accettare una roba del genere da
parte di un popolo che si sente
italiano ma è
considerato
talebano,
significa continuare a permettere che
Lele Nucera,
arrestato con
due romani,
è in galera da
un sacco di
anni mentre i
compagni
capitolini
sono stati
sempre liberi
di continuare
a godersi la
loro vita da
giovani.
Esseri italiani
prima che
calabresi
significa che
un giovane
politico come
Antonio
Commisso,
che la scorsa
settimana ha
rigassificato,
non sciolto, il
perlage allucinogeno del procuratore De Bernardo, fa galera
perché nipote di un presunto
boss che nel 1991è stato risarcito
dallo stato perché boss non era.
E questo in una congiuntura in
cui la Francia di Sarkozy ha
schierato come ministro della
giustizia Achira Dati, una signora
di origine marocchina che ha
padre, fratelli e una squadra di
parenti in galera. Accettare una
roba del genere significa, soprattutto, permettere a un Gian
Antonio Stella d’annata di dire a
milioni d’italiani che Locri è più
brutta di Casal di Principe, di
Statte, del Trullo e de li mortacci
tua.
“Sciogliere il comune di Roma
è un oltraggio alla democrazia”
«NON CONCORDO CON CHI, DALLA CALABRIA, INVOCA LO SCIOGLIMENTO
DI ROMA QUASI CHE AVER COMPAGNI AL DUOL SCEMA LA PENA»
ILARIO AMMENDOLIA
N
el 2012 l'ex sindaco di
Roma Walter Veltroni è
stato a Locri per partecipare a una iniziativa del
PD. Nelle sue conclusioni
ha polemizzato con il mio
intervento che aveva
avuto come filo conduttore la necessità di non criminalizzare la
Locride ma piuttosto di accompagnarla in
un progetto di sviluppo e di rinascita democratica. Veltroni ha anteposto la lotta alla
'ndrangheta come priorità assoluta e categorica, a prescindere da qualsiasi intervento di
sviluppo e di recupero sul territorio. Scontati
gli applausi degli ipocriti e degli sprovveduti.
Purtroppo la retorica non risolve i problemi
e oggi sarebbe facile togliersi il sasso dalla
scarpa evidenziando che, mentre l'ex sindaco
di Roma insegnava a noi come battere la
'ndrangheta, non si accorgeva della “mafia
romana” che cresceva rigogliosa non nella
sua città ma nei suoi uffici.
Ovviamente non lo farò non perché sia
omertoso ma perché non ne sono convinto.
Io do una mia lettura agli scandali che non è
conforme alla vulgata che va di moda.
Parto con il dire che c'è comunque un diverso uso delle manette. Da noi l'uso è più spregiudicato, crudele e arbitrario, perché il valore della persona umana è infinitamente inferiore. Sebastiano Giorgi, già sindaco di S.
Luca, ha gestito in maniera sicuramente più
oculata una somma infinitamente inferiore
di quella gestita da Alemanno o da Veltroni.
Il rapporto è da uno a un milione e, in
entrambi i casi, è stata contestata l'aggravante mafiosa. Per Giorgi non si è esitato a usare
le manette e a tenerlo in carcere per mesi,
mentre nessuno si sognerebbe (e giustamente) di usare questo metodo barbarico per gli
ex sindaci e amministratori di Roma.
Concordo assolutamente con chi (iniziando
da Renzi) sostiene che sciogliere il consiglio
comunale di Roma per mafia sarebbe un
oltraggio alla Costituzione e alla democrazia.
Coerentemente abbiamo sostenuto questa
posizione per Reggio, Ardore, S. Ilario,
Samo, Siderno, Platì, S. Luca e per tutti i
comuni sciolti con una legge antidemocratica e liberticida. Non è questione di campanilismo ma di dignità. Quella dignità che molto
ESSENZIALE
Sciogliere il consiglio
comunale di Roma per
mafia sarebbe un oltraggio
alla Costituzione e alla
democrazia. Lo stesso vale
per Reggio, Ardore, S. Ilario,
Samo, Siderno, Platì,
S. Luca. Purtroppo da noi
c’è un uso delle manette
più spregiudicato, crudele e
arbitrario, perché il valore
della persona umana è
infinitamente inferiore
spesso manca alla nostra classe “dirigente”.
Non concordo con chi, dalla Calabria, invoca lo scioglimento di Roma quasi che “aver
compagni al duol scema la pena”.
Riguardo gli scandali, in molte circostanze è
evidente un uso oculato e strumentale.
Intanto, più di una volta, sono serviti ad alcuni magistrati per costruirsi percorsi di carriera e di fama spesso esterni alla “giustizia” e,
molto spesso, nascondono fini reconditi che
a noi non è dato sapere.
Faccio alcuni esempi che i più giovani non
ricorderanno:
Felice Ippolito, presidente del CNEL, è stato
arrestato per corruzione. Grande clamore
sui giornali e in televisione. Era un falso. La
verità è che Ippolito aveva avviato le ricerche
per l'uso su vasta dell'energia nucleare e il
“caso” era stato montato ad arte dai petrolieri.
Di analoga natura l'arresto del vicepresidente della Banca d'Italia, Sarcinelli, che poi si
scoprì frutto di forze oscure che speculavano
sulla svalutazione della lira. Il caso
“Montesi” è stato montato per impedire l'elezione di Piccioni a presidente della
Repubblica. Potrei continuare per intere
pagine. Noi abbiamo le esperienze di “Why
Not” o di Platì , relativamente recenti. Se
andassimo al passato scopriremmo che tutti
i grandi scandali della nostra provincia non
solo sono finiti come i salmi, cioè in gloria
ma, spesso, hanno avvantaggiato solo i
“manovratori”.
Stalin e Pol Pot avevano un bisogno vitale
degli scandali, e dei “corrotti” per incanalare
la collera popolare. C'è un bellissimo romanzo “Buio a mezzogiorno” che dimostra l'uso
lucido e strumentale che le dittature hanno
fatto dei processi.
Noi, popolo, abbiamo lo stesso ruolo assegnato al coro nelle tragedie greche, dobbiamo alzare alto il nostro “crocifiggi, crocifiggi”
indirizzando il nostro sdegno e la nostra rabbia sui corrotti di turno, senza mai mettere in
discussione il sistema che li produce.
Sia chiaro, gli scandali in Italia ci sono e
vanno combattuti ma rappresentano la feb-
bricola che si manifesta in un corpo devastato dalla tubercolosi e, spesso vengono utilizzati per tirarci per il naso. Due anni fa abbiamo parlato per mesi di Fiorito, poi dell'Expo,
quindi del Mose. Adesso parleremo della
mafia a Roma. Così di scandalo in scandalo
passa la vita mentre i problemi non si risolvono e soprattutto non si affrontano le ragioni
che stanno alla base della corruzione.
Ai tempi dei Borgia le leggi erano severissime e le punizioni per i corrotti comprendevano la tortura e la pena di morte. La corruzione però toccava livelli altissimi e nessuno
aveva il coraggio (o meglio, la possibilità) di
dire che il focolaio dell'infezione era il Papa
e l'intero sistema di governo della Chiesa. Lo
disse Savanarola ma lo misero al rogo.
Ovviamente per gabbare i gonzi, si possono
elevare le pene a dismisura ma la corruzione
non diminuirà di un solo milionesimo.
Conoscete meglio di me le inutili “grida”
contro i bravi di cui Manzoni parla nei
“Promessi Sposi”. La corruzione è figlia di
questo sistema ammalato dove il 5% della
popolazione possiede il 50% della ricchezza.
Un sistema in cui i pochi appartenenti al
“mondo di sopra” trova il modo di calpestare il popolo che abita il “mondo di sotto”.
Noi portiamo sulla nostra pelle l'uso strumentale che fa si della 'ndrangheta come
arma da brandire contro i calabresi. Non mi
appassiona affatto la storia del “cecato” o di
“Fiorito”, così come non sono interessato ai
destini individuali di “gambazza” o del “tiradritto”.
Sono due facce delle stessa medaglia.
Entrambi prodotto di questa società marcia
e ammalata che non si vuole cambiare.
Il nostro grande conterraneo Tommaso
Campanella lo aveva ben capito e lo aveva
scritto e non a caso l'hanno tenuto in carcere
per 27 anni.
La Costituzione dovrebbe essere la nostra
stella polare. Quella Costituzione che da
quasi 70 anni si vuole ignorare.
PS. Vorrei esprimere la mia solidarietà ai
cittadini di S. Luca impegnati in una lotta
civile e democratica per modificare le assurde tariffe sui servizi indivisibili. Non si può
amministrare un Comune senza la partecipazione attiva dei cittadini, eppure a S. Luca
una legge assurda impedisce l'esercizio di
questo diritto costituzionale.
IN BREVE
In passato i grandi scandali della nostra provincia hanno avvantaggiato solo i“manovratori”.
Noi, popolo, dobbiamo alzare alto il nostro“crocifiggi, crocifiggi”indirizzando il nostro
sdegno sui corrotti di turno, senza mai mettere in discussione il sistema che li produce.
www.rivieraweb.it
DOMENICA14 DICEMBRE
7
IL CONVEGNO
Locri e Siderno unite per iniziare
un nuovo percorso comune
Le due città sembrano ormai pronte ad avviare il procedimento amministrativo che prevede l'approvazione della delibera dindirizzo da inviare alla Regione
B
ANTONIO TASSONE
isogna mettere da parte lo storico campanilismo tra Siderno
e Locri e guardare al futuro
con l'obiettivo di migliorare le condizioni generali del nostro “bistrattato”
territorio. Nessuna chiusura territoriale, nessuna presunzione d'autonomia,
bisogna aprirsi al dialogo e stravolgere
lo stato delle cose. Le due città sembrano ormai pronte ad avviare il procedimento amministrativo che prevede
l'approvazione della delibera d’indirizzo da inviare alla Regione per dare poi
la parola ai cittadini delle rispettive
comunità. Noi di “Riviera” siamo consapevoli che bisognerà spingere dal
basso per far capire ai cittadini le reali
opportunità che potrà offrire l'eventuale conurbazione tra Siderno e Locri e
centri viciniori. Sarebbe sbagliato motivare la fusione solo per ragioni economiche. Serviva organizzare un ampio
dibattito ed avere anche la condivisione di molti cittadini per vincere questa
partita e coinvolgere tutti quanti nella
discussione. Bisogna però premettere
che l'inizio di una nuova era non potrà
prescindere da una vera e propria
fusione culturale tra le popolazioni
interessate poiché a questo progetto
non serve l'imposizione calata dall'alto.
Non ha avuto dubbi Giovanni
Calabrese domenica scorsa sul nostro
giornale, nel dichiarare che «se la Città
Metropolitana sarà intesa come “reggiocentrica” non cambierà nulla e da
coloni della Provincia diventeremo
coloni della Città Metropolitana». Noi
è da anni che parliamo di fusione, ma
per noi la vera fusione da fare, quella
che sarebbe servita davvero alla
Locride, sarebbe stata quella tra
Siderno, Locri e le due Gioiosa, un
locomotore che avrebbe trainato l'economia dell'intera fascia territoriale
attraverso elementi oggettivamente più
solidi e vincenti di molti centri della
regione Calabria. Per noi era ed è questo il baricentro della Locride, quello
dove poter pensare ad uno sviluppo
commerciale, turistico e giuridico-sanitario che andava però studiato e analizzato prima ancora della stesura degli
statuti ormai approvati. Che manchi la
progettualità però qui da noi è cosa
risaputa. Ognuno propone un modello
di sviluppo per il proprio comune e non
si riesce a lavorare mai in sinergia. Per
la maggioranza dei nostri sindaci, Locri
o Siderno sono uguali a Martone o
Caraffa del Bianco. Non c'è nessuna
differenza: per loro vale l'equazione un
comune/un voto. Per uscire dall'impasse sarà allora fondamentale abbattere
gli steccati virtuali innalzatisi tra Locri
e Siderno. Abbiamo voluto organizzare l'incontro di stamattina al Kampus di
Siderno (scelto non a caso come punto
d'incontro in quanto equidistante tra le
due città) perché anche noi siamo consapevoli del fatto che lo sviluppo della
Locride è possibile solo se Locri e
Siderno inizino a dialogare e cammina-
A
OGGI ORE 10,00
bbiamo voluto organizzare
l'incontro di stamattina al
Kampus di Siderno (scelto
non a caso come punto d'incontro in
quanto equidistante tra le due città)
perché anche noi siamo consapevoli
del fatto che lo sviluppo della Locride
è possibile solo se Locri e Siderno
inizino a dialogare e camminare a
braccetto, sullo stesso binario, senza
alcuna differenza.
re a braccetto, sullo stesso binario, senza
alcuna differenza. Locri e Siderno
dovranno diventare un'unica città.
Partendo dalla fusione di queste due
realtà, sull'esempio di quello che è stato
fatto in altre regioni, si potrà creare una
realtà amministrativa di 40-50 mila abitanti, aumentandone così il suo potere
contrattuale. Siderno, Locri, Gerace,
Agnana, Canolo, Portigliola, Ciminà,
Sant'Ilario e Antonimina. Ognuna di
queste località ha delle peculiarità e
delle potenzialità che porterebbero davvero a un progetto di sviluppo interessante. Si potrebbe dare vita ad un collegamento gommato quotidiano, nelle
varie fasce orarie, tra Locri e Siderno. Si
potrebbe pensare anche ad un miglioramento della rete ferroviaria. Potrebbe
prendere corpo l'idea di un unico lungomare che unisca tutti i centri interessati
in cui siano valorizzati gli uffici, i centri
commerciali, gli scavi archeologici,
senza dimenticare Gerace e la montagna. Serve solo la progettualità e ridisegnare scientificamente i servizi. Dare
vita a un'area nuova che andremo a chiamare comprensorio Locride, Epizefiri,
Locri-Siderno. Ma il nome non importa.
L'importante sarà in iniziare a discutere.
Ed è quello che noi vorremmo fare nel
convegno di stamattina. Vi aspettiamo
tutti.
RIVIERA
PRIMO PIANO
www.rivieraweb.it
La rivincita
Diffamazione e malafede
DOMENICA 14 DICEMBRE
8
Dopo chilometri di calunnia, l'albergatore tedesco campione del mondo,
originario di San Luca, ha sconfitto le bettole del pregiudizio. Condannati
per diffamazione Francesco Forgione e l’ex direttore di Calabria Ora
“
Antonio Pelle, emigrante e gentiluomo
ERCOLE MACRÌ
chtung mafia.
Attenzione alla mafia.
Ha titolato così il Die
Zeit. Era il 2009, in
Italia e nella provincia
di Reggio Calabria,
dove la giornalista Petra Reski,
con il suo tichititì tichitità, tacco
punta, punta tacco, faceva la spola
tra procure e questure dello
Stretto per stanare e sbattere in
prima pagina il malo pesce da
fondale, quell'incrocio tra la
vanità del Terzo Reich e la malvagità dei santoni di Polsi. Non gli
bastavano questi ultimi, a nessuno
bastava il capo crimine locale: una
nazionale campione del mondo e
la strage di Duisburg, insieme,
valgono poco meno, a livello di
riscontri e propaganda,
del
Giudizio Universale e delle Torri
Gemelle.
Achtung mafia, tacco e punta,
acchiappandranghetisti e sputa
inchiostro. Made in Calabria.
I tedeschi, però, conoscono più di
chiunque e sulla propria pelle, il
reato di razza ne stanno ancora
pagando le conseguenze, nonostante da mezzo secolo ripudiano
kapo e santoni, i dux.
Antonio Pelle è un tedesco prima
ancora che un sanluchese. Gli
appartiene. S'è fatto lì. Ha sposato una tedesca, esce con i tedeschi, ha fatto gavetta, ha sudato,
faticato, investito e tenuto botta.
Ha vinto. Eppure Francesco
Forgione, ex presidente di quella
potenza che è la Commissione
Antimafia, ha calunniato questo
A
Il tribunale di Locri ha
condannato Forgione
a corrispondere ad
Antonio Pelle la
somma di 20.000 euro
albergatore, l'orgoglio e la dignità
di questo lavoratore capace che
ha ospitato la nazionale campione
del mondo nel
2006 nel suo
Landhaus Milser
Hotel. Più di tre
anni dopo il 30
novembre 2009,
alle ore 15 di un
lunedì italiano,
l'ex presidente
antimafia
l'ha
descritto
dai
microfoni
di
Radio Tre come
uno dei «signori
legati alle stragi
di Duisburg…
citato in tutti i rapporti del Bka
tedesco come uno degli uomini
chiave in relazione della 'ndrangheta in Germania».
Il tribunale di Locri ha condannato Francesco Forgione a corrispondere ad Antonio Pelle la
somma di 20.000 euro.
Achtung mafia, tacco punta e
applausi. Zidane, colpo di testa,
cartellino rosso.
In alto l’Italia campione del
mondo e la Strage di
Duisburg
Qui sopra Antonio Pelle e
Marcello Lippi
Sotto Francesco Forgione
e Piero Sansonetti
Ma i tedeschi non amano lo strascico. Loro i criminali li prendono
con l'amo dalle branchie, li squamano e dopo
avergli tolto stomaco, intestino e
vescica natatoria,
li sfilettano come
si deve. Le associazioni criminali
se non hanno un
piano criminale in
Germania, però,
non
contano.
Senza reato gli
uomini, i tedeschi, gli italiani, i
turchi sono cittadini normali.
Nicola Gratteri si scandalizza:
«Nella Repubblica Federale
Tedesca il reato di Associazione
mafiosa non esiste e il riciclaggio
di denaro sporco è molto più facile che in Italia. Finché le leggi non
cambieranno, in Germania sarà
difficile combattere la mafia in
modo efficace».
Gratteri parla della Germania
dimenticandosi che la Germania,
il Canada, l'Olanda, la Francia
non sono il Burundi o la Corea di
Kim Jong, in questi posti la
dignità di un uomo, l'immagine
che un uomo si è costruito con
ambizione e rispetto, vanno tutelati fino in fondo. Anche quando è
un emigrante, in Germania rimane un gentiluomo.
Poi, se insieme ad altre quattro
briscole o kebab un naturalizzato
tedesco o un tedesco stesso o il
figlio del Cancelliere stanno preparando un piano criminale, il
concetto cambia, in modo subitaneo si capovolge. E l'amo, al contrario dello strascico italiano
usato sommariamente solo contro
i calabresi, non lascia scampo. È
serio nei confronti soprattutto
dell'orgoglio e della dignità di un
popolo che va protetto dai reati e
non dai riti che si svolgono a macchia di leopardo nei McCalabria
all'estero. Con i quali, comunque,
il nostro Antonio Pelle non ha
mai avuto a che fare.
Achtung mafia, tacco punta e
applausi. Fabio Grosso tiro, rete.
Calabria Ora con un articolo a
firma di Peppe Rinaldi ha calunniato Antonio Pelle. Il quotidiano
diretto da Piero Sansonetti il 31
gennaio 2011 scriveva che
«Antonio Pelle (nipote dell'omonimo padrino) e il suo socio Rolf
Milser, famoso pesista, furono al
centro di un'attività investigativa
eseguita dalla Lka Dussenldorf.
Anche Calabria Ora, per il tramite del direttore Piero Sansonetti,
è stata condannata a risarcire con
11 mila euro Antonio Pelle, emigrante e gentiluomo.
Anche Calabria Ora,
per il tramite dell’ex
direttore Sansonetti
deve versare a
Pelle 11.000 euro
RIVIERA
TERRITORIO
UIL: Bombardieri
segretario organizzativo nazionale
Pierpaolo Bombardieri è stato eletto
segretario organizzativo confederale
della Uil nazionale. Il neoeletto segretario generale della Uil, Carmelo
Barbagallo, al termine dei lavori a
Palazzo dei congressi di Roma, ha nominato la nuova squadra di via Lucullo. Nel
suo primo discorso il gioiosano ha tracciato le linee guida della Uil per i prossimi anni; in primo piano ovviamente la
questione lavoro e l'attuazione di politiche attive per implementare l'occupazione nella regione. Il segretario ha posto
l'attenzione, inoltre, sullo sviluppo della
Green Economy con un'accelerazione
sulla raccolta differenziata e sullo sviluppo delle energie rinnovabili. Ha trattato,
poi, la valorizzazione dei beni culturali e
la partecipazione attiva dei cittadini ai
processi decisionali delle pubbliche
amministrazioni.
www.larivieraonline.com
È nata l’Unione dei Comuni
della Vallata del Torbido
È stato firmato domenica scorsa l’atto costitutivo. Sì tratta di un ente di
secondo livello, pubblico, pertanto istituzionalmente riconosciuto.
L’unione consente di mettere insieme i servizi e con essi le risorse umane
ed economiche, in modo tale da avere non più un solo ragioniere per
comune che lavori su più campi, ma un'intera squadra impegnata a
migliorare il servizio nel suo complesso. Il vantaggio non è solo l’unione
dei servizi: vi sarà una rappresentanza politica più forte, visto che non si
rappresenteranno più dai 500 ai 6.000 abitanti, ma ben 21.000.
San Luca: il miracolo della Cacciatori
... il campetto nella mia scuola a San Luca prima e dopo del
lifting miracoloso grazie al "Progetto3 Sport e Legalità"
finanziato dal MIUR e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Il grido di dolore
di Monsignor Oliva
Al termine della veglia di domenica sera il vescovo tuona: «Non possiamo
permettere che l'ospedale venga chiuso. Perderemmo la nostra dignità!»
L
Storia di una
donna scappata
dalla pancia
della Ndrangheta
di Platì
Sposò un Marando, non perché l'amava, ma per onore. Così ha scritto
questa settimana il Garantista registrando una storia successa a Platì
nella prima pagina: “Così ho tradito
i Marando, ora mi vogliono morta»
in cui risponde Maria Stefanelli di
Oppido Mamertina alla giornalista
Simona Musco.
Ora la donna, che sposò Francesco
Marando, fratello del pezzo da
novanta Pasqualino, collabora con
la giustizia, ed ha paura di essere
uccisa.
Dalla padella alla brace: Maria
sposò nel 1990 Francesco Marando
per scappare dall'incubo di uno zio
violento, ma ben presto capì che era
finita in un incubo più grande.
Come tante donne - continua il
Garantista- costretta a convivere
con la 'ndrangheta. “A 18 anni
incontrò l'uomo che pensava
potesse salvarla. Occhi verdi, modi
eleganti, sempre vestito di tutto e
galante lo incontrò che era un latitante. Poi finì in carcere a Torino,
ma da lì continuava a scrivere frasi
d'amore. Un giorno arrivarono
delle rose e quando mio zio le vide
DOMENICA 14 DICEMBRE 10
e fiaccole che illuminavano la fredda
serata di fine autunno tremolavano
allo spirare di una brezza insistente.
Avvolte nei propri giacconi, un centinaio di
persone si erano radunate nel piazzale dell'ospedale di Locri e ascoltavano con attenzione le parole di apertura di una veglia di
preghiera fuori dall'ordinario. Mentre il corteo si muoveva lentamente verso la struttura ospedaliera, le parole del vescovo e di
alcuni fedeli, attraverso la cassa portatile,
scandivano un rosario che assumeva l'aria di
una funzione itinerante, un momento di raccoglimento che volgeva il proprio pensiero
al prossimo e, in particolare, ai degenti che si
trovavano oltre quelle mura.
Le sagome dei pazienti e di chi era andato a
trovare i familiari bisognosi di cure, si affacciavano progressivamente dalle finestre dell'ospedale al passare del corteo, come se si
trattasse di una hola composta e silenziosa,
fatta a sostegno dell'ospedale e di chi lo fa
sopravvivere con il proprio impegno.
Proprio a queste persone ha voluto rivolgere il suo pensiero monsignor Oliva che,
presa per l'ultima volta la parola dopo aver
recitato “L'eterno riposo”, ha sottolineato le
qualità di una società che crede nei propri
servizi nonostante le difficoltà, che aiuta il
bisognosi mettendo solo in secondo piano il
profitto e mette in pratica le virtù cristiane in
contrapposizione al progresso spersonalizzante che ci viene richiesto dalla modernità
globalizzata.
Le parole di congedo del vescovo, dedicate
alle istituzioni, hanno invocato una presa di
coscienza, utile a comprendere che la frettolosa chiusura di un centro sanitario strategico non solo per la città di Locri, ma per l'intera Locride, potrà arrecare solamente
danno. Ciò avverrà nei confronti non solo di
chi è costretto ad affrontare un'emergenza,
ma della società tutta, che perde dignità assistendo a un arresto dello sviluppo e all'oblio
dei lavoratori onesti, che quotidianamente si
applicano per aiutare gli altri.
Tra i volontari di Hospitalité e i cittadini sensibili all'argomento, personalità illustri della
Locride, come il sindaco Giovanni
Calabrese, che si è detto soddisfatto di aver
assistito alla condivisione da parte del vescovo di una battaglia che lui ha portato avanti
per mesi.
«Il sostegno da parte della massima autorità
religiosa del territorio - ha continuato il sindaco di Locri - è veramente molto importante, così come importanti sono state le
parole pronunciate, utili a comprendere
quale percorso potrebbe essere intrapreso
in futuro. Mi ha fatto piacere la partecipazione di tanti cittadini e, soprattutto, di tanti
sindaci della Locride, che hanno dimostrato
di aver compreso quanto la situazione sia
critica, benché non ancora del tutto compromessa. L'ospedale è dell'intera Locride e
questo momento di preghiera promosso da
monsignor Oliva deve scuotere le coscienze
soprattutto nella nuova amministrazione
regionale, alla quale chiediamo aiuto con
grande fiducia».
Jacopo Giuca
Il sogno di Francesco
Rispoli si spegne davanti
all'egocentrismoreggino
Se in politica vigesse un minimo di
“riconoscenza”, alcuni politici nostrani
potrebbero ricevere anche le giuste e meritate gratificazioni. Molti professionisti della
“nobile arte” antepongono spesso il proprio
“ego” rispetto all'impegno di altri amici di
cordata.
È quanto sta accadendo a
Francesco Rispoli, già assessore comunale
del comune di Siderno nel periodo 20012010, che era risultato primo dei non eletti
con la lista “Scopelliti Presidente” alle
elezioni provinciali del 2011. Il neo eletto
consigliere regionale Francesco Cannizzaro
avrebbe potuto dimettersi dalla carica alla
Provincia e liberare così un posto importante per un rappresentante del nostro territorio. Ma non essendoci incompatibilità tra
le cariche di consigliere regionale e provinciale il “sogno” di Rispoli di poter entrare a
Palazzo Foti si è
spento. Nessuno
vuole rinunciare alle indennità, tanto alla
fine pagano i
cittadini.
A.Tassone
mi spaccò il vaso in testa, dice
Maria. Quel gesto la convinse a
cambiare tutto e scrisse una lettera a
Ciccio Marando accettando di
essere sua. Ma i problemi legati alla
detenzione di Ciccio non consentivano il matrimonio in chiesa come
voleva la madre della sposa. Ma in
realtà Maria non voleva sposarsi,
ciò che voleva era che Ciccio facesse
fuori lo zio, o almeno che lo spaventasse»… il resto dell'incredibile storia sul Garantista di questa settimana.
Al via la prima edizione
della Festa dei colori
Il 22 dicembre partirà la 1ª
edizione della Festa dei colori,
presso la scuola Media
“Gesumino Pedullà” di
Siderno, una manifestazione
con cui si intende colmare
quel profondo deficit strutturale degli edifici scolastici calabresi e garantire a chi usufruisce
un'occupabilità dignitosa nel pieno rispetto del vivere sano. Le aziende organizzatrici vi
prenderanno parte in forma gratuita e verrà loro riconosciuto un premio.
Mercoledì 10 Dicembre si è tenuta la riunione avente ad oggetto la nomina ed il successivo insediamento della Giuria Tecnica della Festa dei Colori.
La Giuria è così composta: Giuliano Zucco, Tony Custureri, Saro Lucifaro, Tito Albanese
e Umberto Panetta.
All'unanimità è stato nominato Presidente Tito Aalbanese.
Quando una
buca parla
Tra buche, crepe, voragini, avvallamenti e
saliscendi di ogni tipo, la strada di via Lamia
è la manifesta testimonianza quotidiana del
cancro politico-amministrativo e sociale, del
coma profondo civile e culturale e dell'encefalogramma piatto di un'intera regione, di
una provincia e di un comune.
(Angel Heart Ascensore per l'Inferno. O per Siderno)
“
Bellino
Giocattoli:
il paradiso dei
bambini e il
negozio anticrisi
per i grandi
D
a oltre 34 anni specializzato nelle
migliori marche, Bellino Giocattoli
non ha mai smesso di andare incontro al cliente con giocattoli sicuri, affidabili e certificati, perchè la sicurezza
dei tuoi bambini è importante quanto il loro divertimento. Bellino Giocattoli offre 365
giorni l’anno un vasto assortimento caratterizzato da
un ottimo rapporto qualità-prezzo. Fa parte del gruppo Giraffa, composto dai migliori professionisti del settore, che selezionano da tutto il mondo i giocattoli con
la massima cura e attenzione. Da anni, inoltre, Bellino
Giocattoli partecipa alla Fiera di Norimberga, la più
grande fiera internazionale di giochi e giocattoli, dove
ogni anno vengono presentati circa 70.000 nuovi prodotti tra modellismo, giocattoli tecnici ed educativi,
bambole, multimedia, libri, articoli per la scuola e il
tempo libero.
All’interno di Bellino Giocattoli puoi trovare divertimento per tutte le età, da 0 anni in su, idee per il neonato ma anche per il nonno che ama i giochi di carte e
da tavolo. I tuoi bambini rimarranno estasiati alla vista
di questo straordinario Paese dei Balocchi, un posto
incantato dove non è vietato toccare e dove ci si può
divertire anche solo guardando. Entrando da Bellino
Giocattoli, come per magia, anche i grandi torneranno
bambini, rapiti da una così grande varietà di giocattoli,
dai peluches ai cavalli a dondolo, dalle costruzioni
Lego e Playmobil ai monopattini.
Da Bellino Giocattoli potrai scegliere tra una vasta
gamma di bici e biciclette elettriche Atala (sono già
disponibili i modelli 2015 da acquistare anche con
Findomestic). Fino al 10 gennaio Bellino Giocattoli
propone, inoltre, su un vasto assortimento una vendita
promozionale con sconti fino al 50%.
Perciò, cari bambini, quest’anno, quando scrivete la
vostra letterina da inviare al Polo Nord, ricordate a
Babbo Natale di passare con le sue renne da Bellino
Giocattoli. E ricordatelo anche a quella simpatica vecchietta della Befana. Qui troveranno per voi i migliori
giocattoli del mondo!
GERENZA
Registrata al Tribunale
di Locri (RC) N° 1/14
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione
di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da
intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla
redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti.
I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo per
tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle
rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali,
sono da ritenersi direttamente responsabili.
Direttore responsabile:
ANTONIO TASSONE
Editorialista:
ILARIO AMMENDOLIA
COLLABORATORI:
Ercole Macrì, Maria Giovanna Cogliandro,
Jacopo Giuca, Stefania Gitto, Eleonora
Aragona, Franco Parrello, Lidia Zitara,
Patrizia Pellegrini, Domenico Spanò, Sara
Leone, Sara Jacopetta, Francesca Barranca.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
San Giovanni di
Gerace ed i tributi
comunali“incoerenti”
Quello che sta accadendo a San
Giovanni di Gerace, piccolo centro
della Vallata del Torbido, sembra
abbia del “grottesco”. I bene informati sostengono che in campagna
elettorale il neo Sindaco Pino
Vumbaca prometteva ai suoi concittadini che se fosse stato eletto Primo
Cittadino non avrebbe assolutamente aumentato i tributi.
I fatti invece dicono il contrario. Nel
paese reduce dalla buona amministrazione del sindaco Giovanni
Pittari le cose sono molto cambiate
ultimamente. È stata istituita la Tasi
nonostante quasi tutti i comuni
abbiano fatto salti mortali per abolirla.
Ricordiamo che se fosse stata deliberata dal consiglio comunale entro
il termine ultimo del 10 settembre si
sarebbe potuta evitare la sua istituzione ma lo stesso civico consesso è
stato sì convocato ma per il 29 settembre e, quindi, alle diverse forze
politiche consiliari, non è rimasto
altro da fare che deliberare l’aliquota. Novità anche per quanto concerne il servizio idrico. Negli anni della
precedente amministrazione Pittari,
le tariffe (per come si legge dalla
delibera del 2013) non furono mai
aumentate. L'acqua, infatti, veniva
ceduta ai contribuenti per circa 0,14
al mc fino a 100 mc mentre quest'anno sono aumentate del 400%, così
come si evince dalla delibera del
2014.
Per la Tari, negli anni passati, la tariffa era stata ridotta del 27% (circa
1,26 mq) mentre la nuova amministrazione Vumbaca, per il fatto che i
costi devono trovare copertura del
100%, l'ha incrementata di almeno
il 200% non rivedendo (a quanto
pare) i costi.
Evidentemente l'intento principale
del nuovo Sindaco e della sua
amministrazione sembra essere
quello di recuperare soldi e far cassa
caricando eccessivamente i contribuenti del posto. Ed infine, per dirla
tutta, ecco la beffa delle beffe.
Sembrerebbe che ora anche a San
Giovanni di Gerace l'acqua non sia
più potabile per come riporta un'apposita ordinanza apparsa sul sito
ufficiale del comune.
Non rimarrebbe altro che dire: evviva la coerenza.
Antonio Tassone
Gravissima ingerenza
del direttore della
“Gazzetta di Massa e
Carrara”
Il direttore invade
l'intervista scritta da un suo
collaboratore,
distorcendone significato e
intenzioni: la sua posizione
ora è al vaglio dell'Ordine
Il
18
novembre scorso
quella parte di rete che
parla di diritti delle
donne è stata attraversata da una
notizia che ha dell'inquietante:
dopo aver rilasciato un'intervista
ad un giornalista della « Gazzetta
di Massa e Carrara » riguardo
all'uso della terminologia di genere negli articoli di cronaca, la dottoressa Francesca Rivieri legge la
STAMPA: Martano Editrice
EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048
Siderno
www.rivieraweb.it
Mattoni per una politica migliore
Territorio“mon amour”
FRANCO CRINÒ
Territorio uno di noi, territorio
“mon amour”: discorsi tutti uguali,
fatti da tutta la politica (senza confini e senza particolare ispirazione).
In realtà ognuno si perde nei propri
pensieri. Se ci mettiamo ad esplorarli è peggio, meglio pensare che
questa uniformità geografica e politica data dal “territorio” si chiarisce
andando diritto e diretti sui problemi. Gli avvisi di calamità che si rincorrono in queste settimane avrebbero riguardato tanto Oliverio
quanto la Ferro. Ma adesso tocca al
centrosinistra. La Ferro, indebolita
dal suo schieramento naturale, ha
dovuto esemplificare i temi. Gli
altri, leggi Ncd, hanno scelto di navigare in una zona non meglio precisata. La gente è rimasta a guardare,
ha preferito non votare e restare
demotivata e deresponsabilizzata.
Eppure chiudersi in se stessi significa affidarsi per intero all'impeto di
chi comanda. A Roma e a
Catanzaro il governo è uguale,
l'Alfano marginale o la “supplica”
che il suo partito rivolge per entrare
in maggioranza in Calabria “sanno
uguale”. Certo, le emergenze sono
per tutti: con i rischi per la salute
pubblica a causa dei rifiuti che sommergono le strade, la mancata riorganizzazione della rete ospedaliera
e dei distretti, il gap infrastrutturale
(che passa da mulattiere e strade
della morte ed arriva al porto di
Gioia Tauro), i Beni Culturali che
non vengono valorizzati per generare ricchezza, il fallimento dei commissariamenti davanti alle infiltrazioni mafiose nei comuni (provate o
no), il default di tanti municipi, l'occupazione (che secondo l'Istat in
Calabria riguarda meno della metà
della popolazione), i precari (non
Per richieste di pubblicità rivolgersi a:
PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251
GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore
non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi
riportati sono registrati dai legittimi proprietari.
compresi nel livello della sicurezza
sociale). Chi governa non può pensare che ha di fronte una cosa più
grande del suo compito. Noi, invece, dobbiamo recuperare l'orgoglio
che ci ha supportato nei successi del
passato. In campagna elettorale,
limitatamente al nostro territorio
(eccolo …), personalmente ho
sostenuto le cose più facili e più difficili di questo mondo: il lavoro che
serve, che è tanto, può essere dato
dalla riapertura dei cantieri, laddove i 120 milioni di euro che il Cipe
deve garantire intanto per il tratto di
Statale 106 da Antonimina ad
Ardore non sembrano fuori portata
(ma lo sguardo è anche alle migliaia
e migliaia di maestranze che lavorerebbero per la realizzazione del
Ponte sullo Stretto, per il quale ho
firmato). Ma c'è pure il lavoro che
va preso (migliaia le possibilità ) da
donne residenti con funzioni di colf
e badanti, oggi appannaggio delle
extracomunitarie, senza cancellare i
doveri di una regolare integrazione.
Un lavoro magari detassato, a stesso regime, almeno per i primi tre
anni e per l'aspetto contributivo per
i giovani che decidano di fare
impresa. Risposte parziali sul grave
disagio provocato dalla mancanza di
lavoro portano ugualmente ad un
conflitto sociale, paradossalmente e
per fortuna ritardato da questa
sorta di rinserramento in se stessi
che la gente ha scelto. Dovremmo,
in ogni caso e con una terapia d'urto, trasformare, per dirla con Vito
Teti, “il conflitto in benedizione“, “il
risentimento in riconoscenza” verso
uno Stato finalmente attento, “l'autoassoluzione in consapevolezza”
dei propri errori (che sono tanti).
Sicuramente nella Locride non servono capipopolo a tanto al chilo.
Meglio una posizione forte, non ad
effetto ma progettuale, dei primi cittadini. Ma è necessario concludere
la “improduttiva” discussione sui
forestali o sulla salute che non si
identifica, come dovrebbe, unicamente con la cura della malattia o
con l'attività di prevenzione bensì su
“come si sistema la sanità che milita
nella politica”.
Se non fossimo vicino, o meglio
dentro, ad un'emergenza su più
fronti, pervasi da un'amarezza e da
una preoccupazione che non autorizzano ironie, verrebbe da dire che
stazioniamo dentro una sorta di
recinto di luoghi comuni, tanto per
citare un libro del 2013 edito da
Rizzoli Umberto Broccoli: Luoghi
comuni. Da Catullo a Battisti il
gioco eterno delle passioni. Con
suggerimenti di questo tipo, ad
esempio, per guardare alla crisi economica: “Bisognerebbe incoraggiare l'agricoltura anche se mancano le
braccia” oppure “La gente di campagna è sempre migliore di quella di
città”. E se, invece, queste non fossero solo citazioni ma “mattoni” per
offrire alla politica e alle istituzioni i
contributi giusti di cui c'è bisogno?
DOMENICA 14 DICEMBRE 14
GLI INCENTIVI
ACCORCIANO
LE DISTANZE
La RIVIERA del 8 c.m ha dato spazio ad un mio
articolo con il quale mi dichiaravo a favore della
costruzione della strada BOVALINO-BAGNARA, indicandone anche i benefici. ERCOLE
MACRI' di risposta, dopo aver sostenuto che la
LOCRIDE abbonda di strada e che dotarle di
altre sarebbe inutile, affermava che comunque le
distanze per il turismo, il commercio e lo sviluppo
sono irrilevanti. Il suo discorso forse era valido
prima della caduta del muro di BERLINO e lo
sfaldamento della JUGOSLAVIA di TITO.
Allora infatti era impossibile per il turista del ceto
medio - basso andare a villeggiare, con poche lire,
nelle loro vicine CROAZIA, BOSNIA e nei
paesi dell'est EUROPA in genere, causa la cortina di ferro del comunismo .
Forse, nel fare il paragone con la provincia di
TRAPANI e con SAN VITO LOCAPO in particolare, ERCOLE MACRI' non sà degli incentivi che la REGIONE SICILIA dà ai SICILIANI
che vanno in ferie nella stessa SICILIA, come
anche agli imprenditori del turismo che colà vi
operano. Disconosce inoltre la differenza dei
prezzi che le compagnie aeree praticano per coloro che desiderano portarsi in SICILIA, prezzi
comunque di gran lunga inferiori a quelli praticati a chi vi si reca in CALABRIA. È un discorso di
sovvenzione che la regione SICILIA pratica a
favore dello sviluppo turistico. Bisognerebbe
chiedersi, caro ERCOLE MACRI', perchè la
regione CALABRIA non ravvisa l'opportunità di
fare altrettanto. I cittadini che gravitano dalle
parti di CAPO ZEFFIRIO, non hanno chiesto
né chiederanno, per motivi di campanile, doppioni né nel campo sanitario né nel comparto della
giustizia. Non si vergognerebbero però di chiedere un porto turistico che certamente sarebbe un
serio incentivo allo sviluppo sia turistico che commerciale.
In quanto al sito di ZERVO' ed ai malcelati riferimenti, ci limitiamo a dire : “chi non ha peccati
scagli la prima pietra”. Grazie per il obnubilitato.
Ho preso conoscenza di un altro vocabolo espresso da persona illuminata. Complimenti. Lo scibile umano è vasto, ma non tutto serve a chi serenamente desidera aprire un dibattito ricco di contenuti per lo sviluppo omogeneo della LOCRIDE.
FRANCESCO TALIA
Ciccio l’americano e Bébé Pannunzi
Il numero tre della potente famiglia
mafiosa Gambino degli Stati Uniti,
Francesco Palmeri detto Ciccio
l'Americano, è stato arrestato questa
mattina a New York, insieme ad altre
sette italiani. L'indagine della procura
di Potenza, condotta dagli uomini del
Servizio centrale operativo della polizia, ruota attorno alla tentata estorsione da un milione di euro ai danni di
Lorenzo Marsilio, amministratore
lucano della Sudelettra spa.
La singolarità dell'operazione, che si
muove sullo sfondo di quel sodalizio
tra pezzi di 'ndrangheta e la mafia
newyorkese scoperto un anno fa dall'operazione "New Bridge" dello Sco e
dell'Fbi (26 persone in carcere per traffico internazionale di droga), sta proprio nei ripetuti viaggi di un boss della
caratura di Ciccio l'Americano a
Matera. Missioni che avevano come
obiettivo l'intimidazione dell'imprenditore italiano.
È una storia che si snoda tra l'America
e l'Italia, questa. E che comincia 30
sua intervista posta sotto una luce
completamente opposta al contenuto del suo scritto, con un titolo
sprezzante e a tratti minaccioso,
corredata da una fotografia scabrosa (una ragazza lapidata) e
una chiosa finale dello stesso
direttore, Aldo Grandi.
Un episodio grave e preoccupante, che attraversa in modo trasversale il mondo del giornalismo
Francesco
Palmeri,
detto
Ciccio
l'Americano
anni fa, a New York quando Lorenzo
Marsilio in un momento di difficoltà
economica della sua impresa di prodotti chimici chiese al suo compaesano
che si era trasferito a Brooklin,
Giovanni "Johnny" Grillo, un prestito
di 400 milioni di lire. "Prestito evidentemente troppo oneroso per Grillo che
infatti secondo il racconto di Marsilio si
rivolgeva a Roberto Pannunzi per
avere 120 milioni, effettivamente elar-
e quello delle battaglie femministe.
Inammissibile l'ingerenza del
direttore, che non solo cambia,
ma stravolge un titolo, al punto
da confondere il lettore (l'intervista infatti aveva tono diverso),
mortificare un collaboratore, utilizzare il proprio giornale per
diffondere una sua posizione
ideologica, aggiungendo -cosa
giti". Non un personaggio qualunque,
Pannunzi. Calabrese, classe 1948, ex
dipendente di Alitalia, è stato arrestato
il 6 luglio 2013 a Bogotà per traffico
internazionale di stupefacenti: detto
"Bé bé", è considerato il Pablo Escobar
italiano, l'uomo che ha gestito le più
grosse partite tra il Sudamerica e il
Porto di Gioia Tauro per la ndrangheta. Insomma, il prestito trent'anni fa
viene dato. Ma Marsilio agli inquirenti
sostiene di averlo restituito nei successivi 18 mesi, e di aver dovuto pagare a
Grillo nel tempo altri 600 milioni di lire
in contanti oltre alle spese per gli studi
dei suoi figli. Era nelle loro mani.
Nonostante ciò nel 2012 Giovanni
Grillo si presenta a Matera dall'imprenditore in compagnia di Salvatore
Farina (anche lui arrestato), siciliano di
Castellammare del Golfo, figlio del
boss di Cosa Nostra Ambrogio Farina,
sostenendo che doveva avere un altro
milione di euro. Poteva restituirlo a
rate da 100.000 euro al mese, ma doveva pagare. Marsilio non cede, e allora
gravissima- una postilla all'intervista.
Francesca Riveri, esperta in
comunicazione e Responsabile
Comunicazione del centro
DUNA (Donne unite nell'antiviolenza), non ha perso tempo e
ha reso noto l' episodio, che è
rimbalzato, da blog a blog, da
tweet a tweet, in tutta Italia.
La foto della ragazza lapidata è
entra in scena Ciccio l'Americano.
Palmeri vive sulla Bath Avenue a
Brookling, per i Gambino - tra le altre
cose - ricicla gioielli rubati attraverso la
sua gioielleria Gold Mine. Prima spedisce cartoline a Marsilio, semplicemente firmate "gli amici di Brooklyn".
Non c'era bisogno di aggiungere altro,
per capire chi era il mittente. Poi si presenta sotto falso nome alla reception
della Sudelettra a Matera: "Verso la
metà del luglio 2013 viene alla reception della mia azienda un individuo di
nome Franco Lorenzo, il quale chiedeva di incontrarmi perché doveva darmi
un'ambasciata dall'America". Gli
"amici di Brooklyn" in realtà si erano
scomodati per estorcere quel milione
di euro al piccolo imprenditore materano. Agli arresti, sono finiti - oltre a
Palmeri, Grillo e Farina - Michele
Amabile, Carlo Brillante, Daniele
Cavoto e Francesco Vonella e Raffaele
Valente.
Tratto da Repubblica dell’ 11/12/14
di FABIO TONACCI
stata sostituita, ma sia il titolo,
che la invitava a “farsi un giro
premio nel califfato dell'Isis”, sia
la chiosa sono rimasti.
Al momento la posizione di Aldo
Grandi è al vaglio di una commissione interna all'Ordine che sta
decidendo che tipo di provvedimento disciplinare intraprendere.
Lidia Zitara
PROFILI di Maria Giovanna Cogliandro
6
disuocera
nella Locride
I esemplari
A socera
P
La suocera
ciangiulina
È
quella che ogni giorno, a cadenza regolare, dice che muore ma puntualmente
non muore mai. Ha presunte malattie di
cui probabilmente è venuta a conoscenza tramite Medicina 33, il cui conduttore Luciano
Onder, quello con la voce da cartone animato,
è stato costretto ad andarsene dopo una petizione lanciata da generi e nuore disperate.
C’è, però, una patologia di cui la suocera ciangiulina è realmente affetta ma lo ignora ed è l’
anemofobia: la paura smisurata degli spifferi
d’aria. Lei li immagina come esseri animati che
guizzano come anguille senza darle tregua. La
perseguitano estate e inverno. A proposito di
estate e inverno: la sua litania estiva è
“M’arriva prestu u ‘mbernu”; quella invernale,
di contro, sarà: “M’arriva prestu a ‘stati”.
La suocera ciangiulina è una lamentela continua con un tono di voce irritante e molesto. Un
attimo prima la vedi saltellare allegra e in
splendida forma con quel povero micetto – che
avrebbe tanto preferito non essere salvato dal
marciapiede e morire lì “screnco” e malato di
leishmaniosi – e subito dopo s’ingobbisce perché fiuta nei paraggi la presenza del figlio.
Quando c’è lui ha sempre quell’aria da cagna
bastonata, cammina a tentoni e geme, geme,
geme come non ha mai gemuto, nemmeno
quando l’ha concepito.
Si sente sola e abbandonata. “Tua moglie non
mi chiama mai” ripete al figlio che abbocca alle
sue scenate da vittima indifesa come un pesce
palla senza p... . “Vorrei che veniste a trovarmi
più spesso…” che tradotto significa “Non mi
sento realizzata se non fracasso giornalmente
le ovaie a quella stronza di tua moglie, tanto
che il ciclo sarà per lei solo un felice ricordo
dell’adolescenza”.
La suocera
parassita
È
una specie di predatore da tenere sotto
stretta osservazione perché agisce indisturbata e per vie traverse e incontrollate, servendosi di espedienti sempre meschinamente subdoli.
Una parassita sanguisuga prepotente che finisce per far ammalare la nuora di una vera e
propria depressione ante, intra e post partum.
“Per me sei come una figlia” esordisce in
modalità santasubito davanti al figlio e al marito per mostrare quanto lei sia deliziosa e di
buon cuore mentre tu, nuora, sei una strega
maligna che le ha portato via il figlio.
Dovrebbero nascere associazioni in modo da
attuare una sensibilizzazione sulla “suocera
parassita”. Bisognerebbe davvero prevedere
programmi di neutralizzazione.
Le donne a cui è capitata una “suocera parassita” passano intere notti in bianco a rimuginare su tutte le risposte pungenti e velenose che
avrebbero potuto dare alla suocera ma che, per
mancata prontezza, non hanno dato. E si esercitano per la prossima occasione così da non
farsi cogliere impreparate. Puntualmente si
faranno fregare perché la nuova trovata della
suocera sarà cosi spiazzante da lasciarle ancora una volta senza parole. Perché la “suocera
parassita” è una miniera di creatività. Non è
possibile avere un quadro completo con tutti i
valori grafici relativi a questo tipo di predatore
perché è impossibile prevederne il comportamento sulla base delle azioni già svolte.
Quindi bisogna adoperarsi tutti insieme per
individuare i parametri osservabili e tracciare
le tangenti comportamentali, così da anticipare le probabili evoluzioni.
È necessario stilare dei questionari per fare
uno screening dei casi più eclatanti perché la
“suocera parassita” e davvero un esempio di
violenza domestica: può essere fatale e nello
stesso tempo scatenare reazioni fatali nelle sue
vittime.
Questa è la massima che la nuora di una
“suocera parassita” deve sempre tenere a
mente: “Ricordati che Lei esiste, fa parte
della tua vita, lo farà per sempre e, con
ogni probabilità, ti seppellirà”.
rotagonista indiscussa della tua domenica. “Hai
sposato mio/a figlio/a? Devi venire a mangiare a
casa mia, una domenica sì e l’altra pure”. Non
hai scelta. Stai male? Ti copri bene! La domenica è per
l’uomo la giornata da dedicare al pallone, vorrebbe tanto
essere domenicalmente libero ma no, la suocera ha cucinato con le sue preziose manine ed espressamente per
lui il pranzo dalle venti portate. “Dai, su sono rimasti solo
otto involtini!”. Quegli involtini sono una bomba a idrogeno, e non c’è maalox che tenga. Dopo averli mangiati
ti appare la Madonna. Dentro ci sono gli avanzi di tutta
la settimana, anche i gusci dell’uovo ripescati dall’organico così da dare una maggiore consistenza. Starai male
fino al sabato successivo e quando ti sarai ripreso, tornerai da lei per una nuova intossicazione.
Il pranzo della domenica visto dalla nuora è un po’ diverso. Innanzitutto segue alla messa mattutina. Sì, perché tu,
nuora, la domenica devi accompagnare la suocera a
messa. Noi sei credente? Fingi. L’importante è che i suoi
parenti e i suoi vicini ti vedano a messa con lei e possano
pensare che sei una ragazza ammodo. Naturalmente
dopo “l’andate in pace” del don, non prendere impegni
ma rimani a disposizione per il terzo grado post-messa
delle comari. E sorridi, sorridi sempre. Dopodiché sei
pronta per il pranzo domenicale in famiglia in cui ti sentirai ripetere per l’ennesima volta da tuo marito “Le lasagne come le fa mia mamma...”, una frase che per te è
peggio della depilazione all’inguine fatta con la pinzetta.
Prima, durante e dopo i pasti dovrai anche sorbirti i consigli, non richiesti, in merito all’educazione da impartire
ai SUOI nipoti. Perché, prima di essere tuoi figli, sono i
suoi nipoti. Lei non ha solo diritto di prelazione su tuo
marito ma anche sui tuoi figli. La prima parola che insegnerà ad ogni nipote sarà “Noooon-nnnnna”. I suoi
metodi educativi sono incontrovertibili e comprovati,
non ci sono teorie pedagogiche che tengano.
Altra attività della “socera” vista dalla nuora è la perenne campagna pubblicitaria imbastita a favore della figlia,
tua cognata. Ti sembra di sentire la voce di Antonellina
della Prova del cuoco: “E adesso la réclame!”. E via con
le lodi senza fine per dimostrare che Lei, Lei sua figlia
l’ha cresciuta ed educata come ogni brava madre dovrebbe fare, invece tu, tu sei frutto di un’educazione discutibile – come qualsiasi altra cosa ti riguardi – e deplorevole.
La “socera” ti guarda con disgusto se indossi abiti corti e
succinti, soprattutto se tu puoi permetterteli mentre lei –
con la sua sottopancia, protopancia, pancia, sovrapancia,
rotolo, rotolo, sottopoppa, protopoppa, poppa, sottomento, mento – no! Ci gode tantissimo a fare confronti
tra te e le ex del figlio, e naturalmente l’ago della bilancia
pende decisamente a loro favore.
Nel peggiore dei casi, soprattutto se vedova, pretende di
venire a vivere con voi. E a quel punto non ti restano che
due opzioni: ucciderti o ucciderla.
www.rivieraweb.it
DOMENICA 14 DICEMBRE 17
“
Tu non lo metti in conto quando ti sposi che nel pacchetto troverai anche Lei. Lei che quando vi siete
conosciute ti ha sorriso come una miciona ma che, sotto sotto, pensava: “Piacere, un paio di ciufoli: non mi
piaci e non provare a farti piacere perchè tanto è fatica sprecata. Se non mi sbarazzo di te all’istante è solo perchè
un giorno mi darai un nipotino che potrò spupazzarmi quando e come mi pare. Non dimenticare mai che mio
figlio è mio e lo gestisco io. Ultima cosa: se hai una famiglia d’origine, problemi tuoi, a me francamente non
me ne frega un accidente, e farò in modo che non importi nulla nemmeno a mio figlio”.Questo in sintesi il
quadro generale della suocera della Locride, ma vediamo più nel dettaglio le varie branche specialistiche.
La suocera
Wedding
Planner
N
La suocera
Folletto
A
rriva a casa tua in maniera totalmente inaspettata, oltre che indesiderata, e come un
uragano ti mette sotto sopra un appartamento. Avete presente la suocera della pubblicità,
quella che arriva di primo mattino, butta giù la
porta, e appare urlando con un vestito zebrato:
“Buongiorno, vi ho portato i biscotti! Voilà: le
Macchiale, le Croccale, le Grucciole”. Solo che la
“suocera Folletto” non si limita a darvi il buongiorno e propinarvi la sua colazione, vi stravolge tutta
la giornata. Inizia a tirar giù le tende, a creare correnti d’aria che nemmeno al Colosseo, a disinfettare gli ambienti come se foste un covo di appestati, a passare l’aspirapolvere pure in frigorifero. Poi
si avvicina di soppiatto alla camera da letto in
modalità CSI e attacca: “Nottatona, eh?”.
Insomma la “suocera Folletto” è una campionessa
di improvvisate: si presenta in orari inopportuni,
inizia a fare domande inopportune con fare inopportuno e abbigliamento inopportuno. E, se cerchi di mantenere le distanze e riprenderti i tuoi
spazi, ha l’abilità di farti sentire in colpa.
Poiché la suocera Folletto, è perennemente e
totalmente assorbita dalla pulizia, a casa propria
come a casa tua – mania che giustifica da anni con
un “Non si sa mai, se viene qualcuno…” - ha scarsa fantasia in cucina. E così durante la settimana il
suo piatto forte è “pasta ca sarsa”, mentre la
domenica propone “pasta cu sugu”.
“
on ti ha scelta lui, ti ha scelta lei. Dopo un
accurato lavoro di indagine – grazie al
quale, con l’immancabile contributo delle
sue amiche comari, ha scoperto vita morte e miracoli fino alla tua settima generazione – ha dato
carta bianca al figlio. Carta bianca si fa per dire.
Da adesso in poi la tua vita sarà completamente
nelle mani di tua suocera. A partire dal matrimonio. Lei ha in mente il matrimonio del figlio sin dal
suo primo vagito, figuriamoci se arrivi tu a rovinarle i suoi piani. Ha previsto tutto nei minimi dettagli, dalla chiesa alla guêpière che indosserai la
prima notte di nozze: tu ne eri completamente
all’oscuro ma il matrimonio che sogni da una vita
ha da sempre un contromatrimonio che diventerà
l’unico matrimonio possibile! Sei allergica ai funghi? Come primo: risotto di funghi porcini; secondo: pesce spada ai piopparelli. Tanto la sposa non
può rimanere seduta al tavolo e prendere parte al
suo banchetto di nozze, ma deve intrattenere gli
invitati, quindi nessuno si accorgerà del suo digiuno, finché non cadrà sfinita
durante il ballo col
padre. E in quel
momento vedi la
suocera con il
suo ventaglio
di piume di
struzzo, che
sembra
pronta per
il decollo,
scusarsi con
quel sorrisetto
idiota: “Povera, non
avrà retto l’emozione”.
La suocera
bonacciona
È
una specie in via di estinzione tanto che
WWF e Greenpeace hanno lanciato la
campagna “Adotta una suocera bonacciona! Il tuo contributo è prezioso per portare avanti i nostri progetti di salvaguardia di
questa specie a rischio!”.
La suocera bonacciona è quella che innanzitutto si fa gli affaracci suoi. Prima del matrimonio
permette al figlio di andare a letto con chi
vuole, quando vuole e senza chiedere il permesso, e soprattutto non rimane a origliare.
Cucina da dio, e riserva il pezzo di lasagna più
succulento per te; e naturalmente anche la
fetta di torta che più trabocca di crema e panna
è la tua. Non insiste per venire in vacanza con
voi e non inventa imprevisti affinché voi non
possiate andarci. Ovunque tu vada e qualunque scelta tu faccia il suo augurio è sempre “A
Madonna u t’accumpagna” o, in alternativa,
“Ca paci e ca saluti”. La prima parola che insegnerà a vostro figlio sarà “maaaaam-mmma” e
non cercherà in nessun modo di rubarvi la
scena.
È molto probabilmente la suocera che, da
nuora, ha avuto una “suocera parassita”.
E la suocera perfetta?
Qualcuno una volta disse:
“Vorrei che mia suocera fosse come Marilyn...”
“Bellissima?”
“No, morta”.
RIVIERA
CULTURA E SOCIETA’
Pillole Naturopatiche
NUOVA INIZIATIVA DELL'ALB A SIDERNO
A cura di:
Patrizia Pellegrini
Naturopata Bioterapia Nutrizionale®
Presidente Associazione Culturale Tone
Il torrone classico
allaMANDORLA...
ci piace tanto!
Il torrone classico, quello bianco, arricchito di mandorle oppure di nocciole,
è uno dei dolci tipici del Natale, che però ci arriva invece dalla tradizione
araba, maestra in tutte le preparazioni con le mandorle, e la frutta secca in
genere.
Il torrone bianco è diffuso in tutta Italia, anche se ogni regione ha creato le
sue varianti, a cominciare dalla principale, cioè quella del torrone tenero.
Esistono anche molte altre varianti da nord a sud, in cui si utilizzano ad
esempio le nocciole, i pistacchi, si aggiungono scorzette di frutta, si ricopre
di cioccolato.
PROPRIETÀ DELLA MANDORLA
Sono le regine della frutta secca: sono un vero toccasana e un prezioso contributo naturale per combattere e prevenire numerose patologie. Grazie
all'alta percentuale di grassi “buoni”, le mandorle abbassano il livello di
colesterolo nel sangue. Sono un potente antiossidante naturale, preservano
la giovinezza, la bellezza della pelle e il benessere dei capelli.
Grazie alle elevate quantità di ferro sono un buon rimedio contro l'anemia,
mentre il calcio le rende preziose per la salute delle ossa.
Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che le mandorle hanno effetti positivi
su chi è affetto da diabete di tipo 2, migliorando la sensibilità verso l'insulina. L'effetto sedativo e riequilibrante della mandorla agisce su sistema nervoso antagonizzando l'azione eccitante dello iodio marino e del frequente
consumo di pesce delle popolazioni costiera. La mandorla, tra l'altro,
aumenta la forza vitale e il vigore generale dell'organismo e combatte la sindrome della stanchezza .
AL MATTINO LE MANDORLE RIMINERALIZZANO LE OSSA
Una bevanda particolarmente digeribile, energetica, immunostimolante è il
latte di mandorla. Si prepara con mandorle dolci e zucchero. Le mandorle
vengono immerse in acqua bollente per togliere la pellicina che riveste il
seme. Una volta spellate vengono pestate e lasciate a riposare per circa dodici ore in un contenitore di terracotta, coperte da acqua fredda. Trascorse
queste ore si filtra il composto ottenuto e si porta a ebollizione con lo zucchero per 10 minuti. Bevine un bicchiere la mattina, caldo o tiepido, per
colazione.
Te lo do io il libro:
scambio di libri in piazza
In paesi in cui il libro e la cultura
vengono tenuti in più alto grado
rispetto al nostro, iniziative come
quella promossa dall'ALB sono piuttosto diffuse. Si chiama booksharing,
ma non è altro che il “prestarsi libri
vicendevolmente”, come si faceva
un tempo, quando un giornale veniva letto da almeno tre persone e un
libro faceva il giro di una comunità,
prima di ritornare alle mani del proprietario. Il meccanismo è semplicissimo: è sufficiente portare un libro
con sé e prestarlo a qualcuno che
voglia leggerlo, ricevendo un altro
libro. Gli scambi possono essere
gestiti in maniera indipendente
dall'ALB, cioè tra singoli (basterà
scambiarsi i numeri di telefono per
poi riavere il proprio libro), o tramite l'ALB stessa, che può fungere da
intermediario, in questo caso è
necessario compilare un piccolo
tagliando di prestito. Alcuni libri,
ceduti dal “Premio La Torre”, possono essere ritirati gratuitamente.
L'Associazione, che si è costituita
spontaneamente per poter rivedere
operativa e funzionante la biblioteca
di Siderno, si rende mensilmente
promotrice di eventi e manifestazioni culturali. “Te lo do io il libro” si
ripeterà tutti i primi del mese, in
piazza Municipio a Siderno, a partire dalle 10:30. Auspichiamo che l'iniziativa interessi in modo particolare i giovani.
Lidia Zitara
Walter Pedullà e“Gli Amici del Libro”
L'Associazione Amici del Libro e della
Biblioteca di Siderno Vi invita a partecipare giorno Venerdì 19 dicembre 2014
alle ore 17.00 presso la sala consiliare del
palazzo municipale di Siderno all'incontro
con il prof. Walter Pedullà avente come
tema: Walter Pedullà Racconta il
Novecento. Introduce e Coordina
Domenico Romeo - Deputazione di
Storia Patria per la Calabria
Intervengono: Cosimo Pellegrino Professore Liceo Scientifico Pietro
Mazzone di Roccella Jonica, Rita
Commisso - Professore Scuola Media
Gesumino Pedullà di Siderno e
Francesco Domenico Caridi - Giornalista
Eventi
Oggi “Uno scatto in Paese”,l’evento Sanremo: chi porterà avanti
fotografico organizzato da LIBRA l’orgoglio del profondo Sud?
LIBRA fa un tuffo nel passato di Donisi, evidenziando
come il "volontariato" abbia avuto un ruolo determinante nello sviluppo socio-culturale, economico e anche
infrastrutturale della contrada; il tutto condito da un
clima di coesione sociale e di divertimento.
L'evento sarà così strutturato:
- ore 18.00: inaugurazione Mostra fotografica "Storia di
un tempo: il Volontariato Ieri e Oggi" presso i locali del
Palazzo Falletti di fronte all'Oratorio (con benedizione
del parroco);
- ore 20.30: nel nuovo piazzale (vicino alla Palma) si esibirà il gruppo folkloristico "I Nuovi Tarì".
- Per tutta la serata sarà attivo l'angolo cucina con panini
e salsiccia e bibite.
Sport
Il Coni premia il Karate di Roccella e Vincenzo Ursino
L'A.S.D. centro studi Karate di
Roccella Jonica ha ricevuto dal
Comitato Coni Calabria una Stella di
Bronzo al Merito Sportivo per l'anno
2013. La società, cui è stato riconosciuto serio impegno nella crescita e
affermazione dello sport italiano, è
stata premiata dal presidente del
Coni locale Mimmo Praticò ottenendo un'importantissima gratificazione
a livello nazionale. Ancora una volta
un'attività condotta con impegno e
dedizione da nostri conterranei è
stata riconosciuta di importanza
nazionale per le abilità dimostrate da
tutti i membri di questo gruppo eccezionale. In modo particolare è stata
riconosciuta meritoria l'attività di
Vincenzo Ursino, atleta instancabile
e completamente dedicato alla passione per il Karate, che coltiva da
diversi anni. Ci auguriamo di cuore
che questo sia solo uno dei tanti riconoscimenti dati alla nostra Calabria e,
provando grande orgoglio per questo
premio, che sia solo uno tra i tanti che
la nostra terra continua a meritare
per le proprie eccellenze.
La strada verso Sanremo Giovani parte anche
dalla Calabria.
Un sogno che parte da lontano, dal profondo
Sud sino ad arrivare sul grande palcoscenico
dell'Ariston di Sanremo. Questo il sogno di tanti
talenti ed emergenti calabresi che a suon di note
e falsetti cercano in ogni modo di raggiungere
questa meta. Il cammino è tortuoso ma non
impossibile, se ad aprire le porte principali sono
(presumiamo al di là delle spintarelle delle case
discografiche che investono soldini) i contest e i
concorsi leali che premiano solo la musica, il
talento e niente altro.
L'Accademia di Area Sanremo è la prima meta,
l'avventura da sogno di un bel gruppo di calabresi intraprendenti che ama sognare, una bella storia partita già dal 30 Settembre. Solo 8 dei circa
400 giovani emergenti in gara al contest di selezione avrà la possibilità di salire sul palco magico dell'Ariston del prossimo festival di Sanremo
nella sezione giovani 2015, e chissà se vedremo
qualche promessa calabrese? Presenti quest'anno alle selezioni 350 solisti, 21 duetti e altrettanti 21 gruppi.
Area Sanremo, affidata dal Comune di
Sanremo a Sanremo Promotion s.r.l., è il concorso dedicato ai giovani dai 16 ai 36 anni che
desiderano partecipare al Festival di Sanremo.
Per gli iscritti è prevista la frequenza a uno stage
con alcuni tra i migliori professionisti del mondo
della musica, seguiranno le fasi di selezione con
il brano inedito proposto per il Festival di
Sanremo, davanti alla Commissione di
Valutazione che è composta da: Roby
Facchinetti, Giusy Ferrari, Dargen D'Amico
nella prima fase, a dicembre si aggiungerà
Mogol, il grande autore dei testi delle canzoni di
Lucio Battisti.
Il commento del Direttore Responsabile di
Area Sanremo Paolo Giordano: "È una conferma del grande lavoro fatto in questi anni da tutta
la squadra di Area Sanremo. L'adesione in continuo aumento dei ragazzi dimostra che le capacità e la trasparenza delle commissioni sono la
miglior tutela per chi mette in gioco il proprio
talento". Nutrito il gruppo di partecipanti del sud
Italia, in modo particolare Puglia e Calabria.
A conclusione delle selezioni la Commissione di
Area Sanremo proclamerà i Vincitori che
sosterranno un'audizione davanti alla
Commissione RAI che sceglierà gli artisti che
parteciperanno al Festival della Canzone
Italiana.
Lo scorso anno sono stati diversi i giovani calabresi a cimentarsi in questa avventura, c'è chi è
andato avanti fino ad arrivare alle fasi finali accademici, ricordando alcuni: Nicola Perri,
Francesco Misitano, Vanessa Franco, Carlotta
Chiappetta, Jarni Santoro, Chiara D'Andrea.
Per alcuni di loro un passettino in meno prima
del gradino di ingresso sul grande palco. Alcuni
di loro ritenteranno l'avventura ancora quest'anno, altri invece pieni di speranza ed entusiasmo
si stanno già cimentando per la prima volta in
questa nuova esperienza, sognando e prendendo ad esempio i grandi cantanti calabresi del
passato che hanno solcato già quel grandioso
palco ricevendo consensi e plausi: Mia Martini,
SETTIMANALE
www.larivieraonline.com
L'obiettivo è quello di
promuovere una riflessione
storica sulla Calabria, un
territorio difficile su cui
giacciono inermi cattedrali nel
deserto e mostri di cemento
che deturpano senza pietà
luoghi incantati
TheThird Island, il progetto
per mappare la Calabria offesa
Partire dalla Calabria. Partire da dove
il tempo sembra essersi fermato.
Partire dalle opere rimaste incompiute per via dei fallimenti di un'intera
classe politica. Perché si può sempre
voltare pagina. E ripartire adesso è
assai emblematico.
Quest'anno si celebrano, infatti, due
compleanni simbolici: i 40 anni dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria
e i 20 anni del Porto di Gioia Tauro,
due grandi incompiute del “Pacchetto
Colombo”. Era il 1970 quando questo grande progetto di industrializzazione del Mezzogiorno fu varato dall'allora ministro dell'industria, il
democristiano Emilio Colombo. In
molti hanno a lungo pensato che il
pacchetto fosse una risposta propositiva del governo in seguito ai moti di
Reggio Calabria; in realtà quei provvedimenti erano già stati previsti dalla
Cassa per il Mezzogiono, negli anni
'50 e '60. Provvedimenti rimasti inattuati, promesse disattese, utopie.
Il progetto di ricerca The Third Island
Ag '64 '94 '14, esposto all'interno della
sezione Monditalia della 14esima
Mostra
Internazionale
di
Architettura di Venezia, e poi sbarcato a Reggio Calabria, vuole ripartire
da lì. Dall'incompiuto, dal disatteso.
Dopo l'installazione alla Biennale di
Venezia, il progetto The Third Island,
portato avanti da un gruppo di architetti e guidato da Antonio
Ottomanelli, si è trasformato in un
articolato cartellone di eventi.
L'intenzione è quella di concentrarsi
per otto lunghi mesi (ottobre 2014 maggio 2015) sullo studio interdisciplinare e sulla discussione aperta
riguardo il tema delle grandi opere in
Italia.
Le attività riguarderanno la fotografia, il cinema, l'architettura, la letteratura e il giornalismo, con residenze di
autori, ricercatori, artisti, tavole
rotonde, Lectio Magistralis, mostre e
workshop.
L'obiettivo è quello di promuovere
una riflessione storica ampia sul territorio calabrese, un territorio difficile
su cui giacciono inermi cattedrali nel
deserto, come la Liquichimica di
Saline Joniche, e mostri di cemento
che deturpano senza pietà luoghi
incantati.
La Calabria diventa, quindi, il movente e il campione emblematico per
riflettere sul concetto di paesaggio,
inteso non solo in senso fisico, ma
analizzato anche da una prospettiva
antropologica.
L’evento
Pizzo, tulle e audaci guepiere
protagonisti della 3 ª edizione
dell’open day LinoValeri
Lisa, Rino Gaetano, Loredana Bertè, Sergio
Cammariere.
Il 17 Novembre si sono chiuse le fasi eliminatorie. Il prossimo appuntamento è fissato per il
giorno 1 e 2 dicembre 2014, con le audizioni dei
40 finalisti scelti. Ultima data clou sarà il 3
Dicembre durante la conferenza stampa verranno proclamati gli 8 Vincitori dell'Accademy
Area Sanremo 2014/15 che avranno la possibilità di partecipare al 65° Festival della canzone
Italiana. Attenderemo quella data per sapere se
tra i finalisti ci sarà qualche talento calabrese,
qualche nome interessante da segnare sull'agenda, che potrebbe portare avanti l'orgoglio, l'arte
canora, la cultura artistica e popolare del
profondo sud.
Domenico Spanò
Ed eccoci alla terza edizione dell’open day
Lino Valeri, svolto quest’anno nelle due giornate del 7 e 8 Dicembre in atelier a Marina di
Gioiosa Ionica. L’agenzia Ideeventi in collaborazione con Lino Valeri Atelier organizza l’evento che ha come protagonisti gli abiti per la
sposa, regina indiscussa del matrimonio.
Anche quest’anno, le tante sposine che vi
hanno partecipato, sono state coccolate e consigliate dallo stilista della casa di moda pugliese Diamond Couture Pietro Demita, giovane
talento della moda sposa e cerimonia che con
la sua verve e creatività ha saputo indirizzarle
verso la scelta giusta. Proposte e suggerimenti
inerenti la nuova collezione sposa 2015 tra
pizzo chantilly, gonne in voluttuoso tulle, scollature e guepiere audaci, insomma abiti adatti
a rispondere a tutte le richieste.
Ad affiancare i preziosi consigli dello stilista, si
uniscono quelli della make up artist Rosamaria
Caricari del Centro Estetico Mixage di Siderno
e hair stylist Francesco Falcometà di
Compagnia della Bellezza Siderno.
Hanno partecipato all’evento con i propri servizi e prodotti: Francesco Marrapodi Fiorista
di Roccella Ionica, ServiziFotografici.net di
Reggio Calabria, Lista nozze e bomboniere
Arturo Pasquinucci C.C. La Gru.
È stato un successo, una due giorni d’atmosfera magica del matrimonio mista a quella che si
respira con l’avvicinarsi del Natale e l’atelier ed
il suo staff vi da appuntamento al prossimo
anno!
Maria G. Cogliandro
DOMENICA 14 DICEMBRE 19
RIVIERA
CULTURA
DOMENICA 14 DICEMBRE
www.rivieraweb.it
20
La promozione del territorio passa
attraverso le nuove tecnologie
I
Google Developer Groups
sono gruppi composti da appassionati di informatica che,
in collaborazione con il
più grande motore
di ricerca al mondo,
sfruttano le sue risorse
con il fine di migliorare le tecniche di
sviluppo e realizzare
progetti innovativi
in questo ambito.
Uno di questi
GDG, come li chiameremo d'ora in
avanti, ha
preso forma da
qualche mese anche in
Calabria. Si tratta di GDG Locride,
Oggi a Portigliola
“Natali i na vota”,
con i Quarta
Aumentata
Il libro e la musica dei Quarta Aumentata
“Natali i na Vota” poesie, sonetti e canzoni
della tradizione natalizia calabrese curato da
Polo Sofia e Raffaele Leuzzi, faranno tappa
a Portigliola oggi presso il centro di
aggregazione giovanile con inizio alle ore
17,00. Il prezioso volume vuole recuperare,
attraverso un'opera certosina di ricerca musicale e antropologica, una tradizione musicale che rischia di scomparire.
I temi della Natività, i diversi aspetti della
devozione religiosa e tutta la cultura popolare della nostra regione rivivono nell'appuntamento con Paolo Sofia e Peppe Platani
che proporranno dal vivo alcuni brani più
belli dell'opera.
La tradizione musicale della Novena di
Natale, la consuetudine di “cantare” nelle
strade e nelle chiese le molteplici sfumature
della devozione religiosa consentono al lettore, ascoltatore, di soffermarsi sui contenuti, valori e simbologie legate al tema della
natività nella cultura popolare calabrese, grazie anche alle toccanti recitazioni in vernacolo di Gianni Favasuli.
Il libro è stato suddiviso in tre parti: poesie,
scritti e nenie natalizie di autori calabresi,
alcuni dei quali saranno presentati durante
la serata.
La manifestazione, organizzata dalla Rivista
In Aspromonte e dall'associazione culturale
I Chòra è stata patrocinata dall'amministrazione comunale di Portigliola. L'evento,
aperto con i saluti del sindaco Rocco Luglio,
vedrà la partecipazione oltre ai due musicisti
dei Quarta Aumentata, anche del dott.
Raffaele Leuzzi - coautore ed editore dell'opera - del cantastorie filosofo Gianni
Favasuli e della direttrice responsabile della
rivista In Aspromonte Antonella Italiano.
L'ISTITUZIONEDI GDG NELLA LOCRIDEPOTREBBEDIVENTAREUN'OTTIMAOCCASIONE
PERMETTERCIINPIÙSTRETTACOMUNICAZIONECONILRESTODEL PAESE
che sta offrendo ai giovani
del territorio la possibilità
di
condividere e
mettere al
servizio di
milioni di
utenti
la
propria pas-
sione
informatica.
Gioele Schirripa,
membro di questo
gruppo, ci ha raccontato che
gli ingredienti utili a rendere opera-
tiva questa realtà sono passione, motivazione e capacità di collaborare. Le
prerogative non precludono la strada a
nessuno e chiunque fosse interessato a
divenire parte del progetto è il benvenuto. Non è secondario il ritorno che
un progetto simile potrebbe avere nei
confronti del territorio che, grazie
all'impegno dei membri del gruppo e
alla coordinazione dei responsabili di
Google, ha finalmente la possibilità di
entrare in più stretta connessione con
altre realtà italiane, garantendo l'arrivo
di esperti del settore nelle nostre città.
«L'interesse principale di GDG
Locride - continua Gioele - è quello di
coinvolgere il maggior numero di persone possibile, studenti superiori in
particolare, motivo per il quale abbiamo organizzato un incontro formativo all'IPSIA di Siderno, chiamato
“GDG MeetUp School”».
L'incontro, tenutosi lo scorso 21
novembre, ha catalizzato con successo
l'attenzione di tutti gli studenti, più che
mai sensibili all'argomento “nuove tecnologie”.
«Nonostante la tensione, siamo riusciti
ad affascinare studenti e persino professori attraverso la spiegazione di cosa
si intenda per “mondo Google” e quali
possano essere i processi per creare un
App pur essendo digiuno di conoscenze tecniche specifiche» ha raccontato
Gioele.
Visto il riscontro positivo, l'obiettivo
del GDG è adesso quello di dedicare
altro tempo a questo progetto, cercando di coinvolgere nuovi istituti della
Locride attraverso un costante rinnovo
degli argomenti di cui discutere.
«Qualunque scuola può richiedere
informazioni al nostro indirizzo mail.
A gennaio ripartiremo con nuovi even-
ti, nuovi progetti, nuove tecnologie e
prodotti commerciali. Sono in arrivo
moltissime novità, insomma!»
Non possiamo che sorridere dinanzi
all'entusiasmo di Gioele e credere in
ogni sua parola. In un mondo in continua evoluzione come quello della tecnologia, infatti, il materiale su cui lavorare sarà indubbiamente immenso.
«Si pensi soltanto alla corsa che
Google e Apple stanno facendo per
lanciare i propri “smartwatch”. Uno
dei nostri obiettivi per il futuro è proprio quello di illustrare le potenzialità
di “Android Wear”, versione del celebre sistema operativo pensata proprio
per i dispositivi indossabili. E questo
verrà fatto non più esclusivamente per
gli studenti, ma anche in incontri aperti, dedicati a tutti coloro che sono interessati».
Jacopo Giuca
Vito Barresi
e 45 anni
di storia
della Regione
Calabria
Presentato giovedì 11 a Cosenza, “Da
Guarasci a Scopelliti - Storia della
Calabria (1970 - 2014)”, è l'ultima fatica
letteraria del crotonese Vito Barresi, ex
docente di Comunicazione sociale presso
l'UniCal, saggista e giornalista.
A pochi giorni dalla conclusione dell'ultima tornata elettorale regionale, il saggio,
senza alcuna enfasi retorica, si propone
come guida per un percorso che mostra 45
anni di storia regionalistica della Calabria,
cercando di individuarne i valori,
dinamiche, passioni ed interessi. Ma
soprattutto quelle spinte integrative, e disintegrative, che dal 1970 ad oggi si sono
fatte strada in via autonoma, soprattutto
nel campo economico e sociale, oltre che
nella struttura istituzionale.
A quasi 45 anni trascorsi dall'istituzione
delle regioni a statuto ordinario, sembrava
infatti più che mai necessario, a detta dell'autore, realizzare un bilancio critico, una
valutazione oggettiva, un'accurata pesatura politica, ma non solo, “su risultati e
insuccessi, rischi e opportunità, fallimenti
e realizzazioni, una sintesi più ampia e di
respiro su memoria e problemi, fatti e storia della più importante istituzione democratica della Calabria, la Regione, i
Consigli e le varie Giunte regionali, elette
e avvicendate in questi decenni”.
Problemi, dunque. Ed è forse questo il
motivo di un sempre più crescente astensionismo elettorale. Il saggio potrebbe
infatti porsi come sassolino che dà inizio
ad una valanga di consapevolezza. Che il
motivo del malcontento elettorale sia proprio il regionalismo inteso come tale? Che
il problema sia il funzionamento della
Regione, i suoi meccanismi economici,
piuttosto che la politica in sé? La lettura di
questo lavoro potrebbe svelare alcuni elementi che avvalorano la tesi di un regionalismo decisamente malato.
Antonio Cormaci
RIVIERA
Il potere degli Albanese
Il giornalista del "Quotidiano del Sud"
Michele Albanese beccato dal nostro fotografo sul corso principale di Siderno.
Sembra che sia venuto
nella nostra città per
comunicare al suo collega Pino Albanese le
novità che riguardano le
future elezioni amministrative del maggio
2015. Ma la risposta
di
Pino
Albanese, ormai
riconosciuto in
ambito locale
per le sue
capacità chiaroveggenti, è
stata tassativa: "a mia mu
dici?"
Siderno a Dicembre
Passeggiare sulla spiaggia muta con il mare allegro e placido a fianco, e risentire l'eco delle passate Estati, e degli amori finiti e delle gioie trascorse, mentre il sole calabrese rimbomba indomito accompagnandoci al Natale tropicale delle nostre latitudini. L'ebbrezza del Mare d'Inverno,
e della nostalgia acuta, un male benefico che ridesta il desiderio di bellezza, mai sazio.
"Contrada" di Anton
Francesco Milicia
Lo scorso sei dicembre a Gioiosa Ionica si è svolta la presentazione del nuovo romanzo intitolato
"Contrada" scritto dall'autore locrese, Anton
Francesco Milicia. Ha moderato i lavori il nostro
grande amico Pietro Melia.
Tris sidernese d'eccellenza
Federico Biancospino, Marco Minnella
e Riccardo Ritorto fotografati in occasione dell'inaugurazione del nuovo
negozio AB store a Siderno che illuminerà la nostra città in una delicata fase
di crisi economica. In bocca al lupo!!!
In ricordo di Giuseppe
In questa foto ricordo, la mascotte era Giuseppe Figliomeni (panino) accompagnato dal padre Franco. Riconosciamo i tre fratelli Leonardo (accosciati), il portiere
Alessandro Battaglia, Raffaele Salerno, Mimmo D'Agostino, Antonio Barbarello,
Stefano Iennaro e l'immancabile Michele Bonavita.
Chitarra vagabonda
a Palizzi
Il consigliere comunale di
Palizzi, Tonino Proietto (che
come si evince dalla foto
somiglia moltissimo al noto
presentatore calabrese della
Rai Massimo Proietto) è da
sempre vicino al sindaco
Walter Scerbo. Eccolo mentre
con uno strumento rudimentale intona “Chitarra vagabonda”. “Una chitarra suona nella
notte cantando va dicendo
amore amore
la porta non si apre del balcone un cuore sta morendo per
una donna”.
Un politico
coi fiocchi
Per l'ex vicesindaco di Siderno,
professor Giuseppe Reale, il
tempo non passa mai. Sempre
attento alle dinamiche politiche della nostra città continua
a battersi sempre per l'affermazione della cultura e della
legalità. Della serie : un politico
coi fiocchi.
Quando il vino è buono è buona anche la compagnia
Cinque assi del nostro territorio. L'artista bovalinese Diego Cataldo, il
sidernese Rosario Condarcuri, il vitivinicoltore Anthony Reale, l'ex arbitro
Muscatello ed il barone Francesco Macrì. “…Vino color del giorno,vino
color della notte, vino con piedi di porpora o sangue di topazio, vino, stellato figlio della terra, vino, liscio come una spada d’oro, morbido come un
disordinato velluto, vino inchiocciolato e sospeso, amoroso, marino, non
sei mai presente in una sola coppa, in un canto, in un uomo, sei corale, gregario, e, quanto meno, scambievole…”
Le lampade
allo stadio
Falso allarme
al municipio
Falso allarme al municipio di
Siderno. I Vigili del fuoco erano
accorsi sul posto dopo aver ricevuto una segnalazione telefonica
anonima ma hanno trovato tutti al
loro posto di lavoro, compresi i
commissari straordinari e gli applicati esterni. Scherzi a parte?
Massimo Cataldo
"superstar"
Su 3 tornei Fit di 4 categoria disputatesi a
Roccella , Siderno kampus e Ardore (nella foto)
altrettanti successi per il
tennista sidernese
Massimo Cataldo. Se
vinci una volta può essere un caso, un'altra fortuna, alla terza capisci
che queste cose non esistono.Vai Massi
Centinaia di lampade dell'illuminazione comunale ammassate ai
lati del campetto di calcio in
cemento dello stadio comunale.
Fa specie vedere tale componentistica costata miliardi delle
vecchie lire ormai senza valore.
Forse sotto queste lampade
potrebbe essere rinvenuto il
famoso "cannone di Panetta"
ormai scomparso da anni e di cui
non si è avuta più notizia.
SETTIMANALE
www.larivieraonline.com
DOMENICA 14 DICEMBRE
23
Nick Spatari
e la sua rotula
Nella foto il noto artista
mammolese Nick Spatari
inventore del museo
"Musaba" mentre sdraiato
sul lettino dell'Ospedale di
Locri viene assistito con
cura da Mimmo Gullì.
Sembra che gli sia partita
la rotula del ginocchio
sinistro. Ma lui, imperterrito a 85 anni sfodera il
suo proverbiale sorriso
a 32 denti.
Finalmente aria di natale!!!
è proprio con l'entusiasmante vento natalizio pieno di luci e decorazioni che
diventiamo tutti più buoni, un pò bambini e anche tanto golosi dispensando
tutti i regimi dietetici e rallegrando gli animi gustando a tutta forza le delizie
dei piatti.
Questa settimana non potevano mancare a tavola loro... Franchino e Maria!!!
Lui,preso dalle disavventure della sua amata Inter; lei, dal suo amato lavoro
e dalle sue innumerevoli faccende legali!!!
Chiacchieroni, amanti della grappa, del buon vino, golosi e critici dei primi
piatti proverò a concedere loro un momento di completo relax.
Chissà se riuscirò a metterli a tacere con i miei deliziosi bigoli con fonduta di asiago al pepe rosa, crema di radicchio, speck, e
noci!!!
Ingredienti (per due persone):
Una Palizzi da bere
Una Palizzi da bere
Il Sindaco di Palizzi, Walter
Scerbo, in compagnia del consigliere Toto Romeo noto produttore di
buon vino e Ninni Fiumanò fratello del
presidente del consiglio.
La D'Agostino che non ti aspetti. La ricordavamo candidata alle ultime elezioni regionali con la lista di "Italia dei valori" di Tonino Di Pietro, l’ex pm
tanto amato dalla satira, la ritroviamo dopo cinque anni abbracciata al leader genovese del M5S, Beppe Grippo, di professione comico. Chissà che
la nostra dottoressa, ormai emigrata da tempo fuori dalla Calabria, non
abbia voglia apprendere da lui i "trucchi del mestiere"
Si vede il marsupio?
No, u filoni!!
Alla moda lanciata negli anni
novanta dal noto PR della
discoteca Chiticaca di
Orbetello, interpretato da
Giorgio Panariello, con la
frase: “si vede il marsupio?” risponde dalla lontana Roma lo studente
sidernese Salvatore
Tripodi con la frase:
“no, si vidi u filoni ?”
Colto in
Castagna!
Il nostro amico ciclista Franco
Castagna sponsorizza con la sua
presenza ... la Sagra della Castagna
L’indimenticabile presentatore di “Lascia o raddoppia” e
di “Flash” nonchè re dei telequiz televisivi Mike
Bongiorno insieme all'amico Angelo Laganà, eccellente
musicista roccellese che lo ha conosciuto ai tempi del
suo massimo splendore quando da sopra una mongolfiera in volo, per conto di una famosa marca di grappa,
Mike Bongiorno gridava a pieni polmoni: “allegriiaaaa,
sempre più in alto con grappa......sigillo nero”. Alcune
amicizie sono fatte a mano, la maggior parte in serie.
(Dino Basili)
150 gr di bigoli o fettuccine
100 gr di radicchio
50 gr di noci
50 gr di speck
60 gr di burro
150 ml di panna
150gr di asiago (possibilmente fresco DOP)
brodo vegetale
pepe rosa
sale
Procedimento:
per la fonduta di asiago: sciogliete a fuco lento in una padella 20gr burro,
una volta sciolto aggiungere la panna,i pezzettini di asiago un pizzico di sale
e 10 grani di pepe rosa possibilmente tritato con pestello.
nel frattempo in una casseruola sciogliete 20 gr di burro aggiungendo il
radicchio.
una volta rosolato per un paio di minuti aggiungete 100 ml di brodo vegetale bollente e coprite la casseruola con un coperchio.
una volta che il radicchio a vista è ben stufato passatelo nel frullatore finché
non viene reso a crema e tenetela a caldo.
a questo punto posiamo tagliare lo speck a strisce sottili e tritare le noci
(mantenendo possibilmente qualcuna intera per decorazione).
una volta fatto questo sciogliete in una padella i rimanenti 20 gr di burro
aggiungendo lo speck rosolandolo per qualche minuto e successivamente le
noci, per altri pochi minuti.
ora potete cuocere i bigoli nell'acqua salata e 2-3 minuti prima della cottura
scolarli e versarli nella padella dove avete fatto la fonduta di asiago e pepe
rosa saltandoli per pochi minuti aggiungendo un po' d'acqua di cottura della
pasta se necessario.
aggiungete nella paella lo speck e le noci tritate che avete saltato precedentemente e "spadellare" il tutto ancora per qualche minuto finché non risultino ben amalgamati.
versate qualche cucchiaio di crema di radicchio alla base del piatto e arrotolati i bigoli al forchettone possiamo disporli al centro del piatto aggiungendo ancora qualche cucchiaio di crema di radicchio a piacimento.
colorate il piatto con qualche grano di pepe rosa, un po di noci che avete
lasciato intere per decorazione e...Buon appetito!!!
A cura di Mariangela Restretti
Vincenzo Luly
e le strade di
Reggio
Mike e Angelo : allegriiiaaaaa
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
"Mi rivedo sognante
e vibrante nel centro di Reggio a
guardar vetrine. Tra
i negozi la gente la
fretta dell'ora di
punta tu mi passi
accanto. Non ti
accorgi di un uomo
che adesso cammina da solo in questa giorno che soffia
silenzio e nostalgia
oramai non c'è proprio nessuno sulla
via”. Tratta da le
"Strade di Roma" di
Michele Zarrillo
Scarica

Scarica il pdf