Università degli Studi di Torino
Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
Anno Accademico 2005/2006
Fondamenti di Sostenibilità
La monetizzazione della natura:
un tentativo di dialogo tra ecologia
ed economia
Elena VASSIO
Organizzazione del lavoro
INTRODUZIONE
Considerare i limiti del pianeta, le risorse non infinite
Consapevolezza che economia ed ecologia non sono svincolate, non devono essere trattate in modo separato
Economia ecologica, sostenibilità…
PUNTI DI VISTA
PUNTO DI VISTA ECONOMICO
Costanza et al. MONETIZZAZIONE: strumento concettuale, natura e i suoi servizi entrano nell’economia con
un valore monetario
PUNTO DI VISTA ETICO
Sachs  Distribuzione delle risorse, differenze tra Nord e Sud del mondo, equità e giustizia
PUNTI DI INCONTRO
Daly  da Banca mondiale poi acquista consapevolezza, cambia punto di vista e direzione d’azione
Dalle curve di Kuznets all’Economia ecologica, differenziare locale/globale; uso di indicatori e indici: strumenti
per sviluppare discorso sostenibilità dal punto di vista dell’economia integrata con altre discipline.
CONCLUSIONI
Individuare i nodi di conflitto tra due visioni dell’eco-eco e reti di relazioni
Commenti e riflessioni sui diversi punti di vista e sistemi di valori
?
Monetizzazione
della natura
Vantaggi o svantaggi?
NATURA
Economia
influenzano
Ecologia
le decisioni di
Sociologia
INDICI
Popolazioni
locali
strumenti
creazione
Politica,
Amministrazione
Temi principali
EVOLUZIONI TEMPORALI
 Da Economia neoclassica a Economia ambientale a Economia Ecologica (1989); nascita del pensiero della
Sostenibilità (anni ’70)  diffusione del pensiero e coinvolgimento di diverse discipline
 Discipline a compartimenti stagni  Multidisciplinarietà  Transdisciplinarietà
 Modello: Mondo Occidentale –sicurezza, potere enorme, dominare e sfruttare illimitatamente la natura e
fiducia sulla tecnologia e sull’industria  Modello Aborigeni – Indiani - Popolazioni del Sud del mondo ancora
a stretto contatto con la natura, rispetto, consapevolezza dei limiti, soddisfacimento dei bisogni principali.
 Sviluppo di un Paese: solo dal punto di vista economico economico  considerare diversi punti di vista
integrare i risultati ( creazioni di indici più complessi del PIL)
MONETIZZAZIONE DEI SERVIZI DELLA NATURA
 Indicatori, indici per misurare lo sviluppo  coinvolgere i più esperti e anche i diretti interessati: le
popolazioni locali; collaborare e confrontarsi per creare indici che si avvicinino di più alla realtà; strumento per
politici ed economisti e cittadini  Processi decisionali di gruppo. Evoluzione dal PIL all’impronta ecologica e
all’ESI.
 Ecosistemi entrano nel mondo dell’economia: prezzo dei beni naturali  se una risorsa è abbondante 
svenduta; se la risorsa scarseggia  prezzo aumenta (visione locale/globale)
 Dialogo tra economia ed ecologia: valore e importanza delle risorse naturali e degli ecosistemi (il loro valore
non è quantificabile, tende all’infinito)
Temi principali
 Intervento anche di discipline quali la sociologia per la creazione di indici e per la trattazione del tema della
sostenibilità.
 Divulgazione: risorse finite e non rinnovabili o rinnovabili in tempi geologici; bisogna attingere con rispetto e
parsimonia (minimo indispensabile)
PUNTI CRUCIALI:
 In 100 anni l’uomo ha sovrasfruttato, depauperato e causato danni incalcolabili
 Differenze tra tempi geologici e umani e generazionali
 Interpretazione della monetizzazione a vantaggio dell’economia  ha un valore, se me lo posso permettere lo
compro; inquino e pago!
 Sviluppo tecnologia
 Dare valore a natura  è possibile, è etico, quali vantaggi? Futuro/i?
Economia - Ecologia
• L'ecologia studia le relazioni tra popolazioni e tra queste e l’ambiente, in
particolare gli scambi di materia e energia tra ambiente e viventi. La parola
deriva da oikos e logos.
• Un modello ecologico di relazioni tra organismi ed ambiente è esplicitato
dall’ipotesi Gaia: già avanzata da Hutton nel 1785 è stata ripresa da
Lovelock che considera l’atmosfera, la geosfera, l’idrosfera, la biosfera come
un unico sistema dotato di meccanismi di autocontrollo e autoregolazione
per mantenere e per ottimizzare le condizioni della vita sulla Terra.
• L’economia studia le relazioni tra individui e organizzazioni nei sistemi
economici. La parola deriva da oikos e nomos.
• Da qui il confitto di logica tra economia e ecologia: «l'economia i massimizza
flussi delle merci esaurendo gli stock naturali; mentre la natura segue logiche di
interdipendenza e di circolarità (cicli biogeodinamici, fotosintesi), l’economia si
fonda su relazioni lineari semplici...». (R. Passet)
Economia - Ecologia
Sistema economico: «le attività di produzione, scambio e consumo, grazie alla combinazione
efficace di mezzi rari suscettibili di usi alternativi, non sono in effetti che una prima sfera
delle attività umane orientata dal proprio scopo finale (soddisfare i bisogni umani), animata
dai propri agenti (famiglie, imprese, stato), caratterizzata da proprie interdipendenze e
coordinata dai suoi meccanismi regolatori (offerta e domanda che determinano il prezzo)...
Sistemi sociale e biologico: «... Ma per quanto fondamentali, queste attività non sono in grado
di comprendere tutte le preoccupazioni umane… L'umano, a sua volta, si apre all'universo
più largo della materia vivente e inanimata - la biosfera - che lo comprende e lo supera…
Tutti gli elementi di un sotto insieme fanno parte dell'insieme più grande che li comprende,
ma non tutti gli elementi di questo fanno parte del precedente: gli elementi della sfera
economica appartengono alla biosfera e obbediscono alle sue leggi, ma non tutti gli elementi
della biosfera appartengono alla dimensione economica né si piegano ai suoi meccanismi
regolatori» (R. Passet)
Sostenibilità
• 1972 - Dichiarazione di Stoccolma sull'ambiente umano
• “noi dobbiamo condurre le nostre azioni in tutto il mondo con più prudente attenzione per le loro conseguenze
sull'ambiente”. La difesa e il miglioramento dell'ambiente sono divenuti “uno scopo imperativo per tutta
l'umanità”, da perseguire insieme a quelli fondamentali della pace e dello sviluppo economico e sociale
mondiale. 26 Principi
• 1980 - Strategia mondiale per la conservazione - WCS
• Negli anni '80 si fa strada l'esigenza di conciliare crescita economica ed equa distribuzione delle risorse in un
nuovo modello di sviluppo. Il principio organizzativo di questo paradigma viene individuato nel concetto di
sostenibilità dello sviluppo: un insieme di valori che interessa tutti i campi dell'attività umana, in modo
trasversale e in una prospettiva di lungo termine.
• "Per affrontare le sfide di una rapida globalizzazione del mondo una coerente e coordinata politica ambientale deve andare
di pari passo con lo sviluppo economico e l'impegno sociale".
• Gli obiettivi: mantenimento dei sistemi vitali e dei processi ecologici essenziali, conservazione della diversità
genetica, utilizzo sostenibile delle specie e degli ecosistemi
• 1987 - Rapporto Brundtland
• Presidente della Commissione Mondiale su Ambiente e Sviluppo, presenta, su incarico delle Nazioni Unite, il
proprio rapporto e formula una efficace definizione di sviluppo sostenibile.
• “Lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le
generazioni future riescano a soddisfare i propri"
• 1992 - Rio de Janeiro
• Individuare un percorso universale per costruire uno sviluppo sostenibile
• Paesi aderenti  problematiche ambientali devono essere affrontate in maniera universale, le soluzioni devono
coinvolgere tutti gli Stati. Hanno partecipato rappresentanti dei governi di 178 Paesi, più di 100 capi di Stato e
oltre 1000 Organizzazioni Non Governative.  Agenda 21: il Programma d'Azione per il XXI secolo, pone lo
sviluppo sostenibile come una prospettiva da perseguire per tutti i popoli del mondo
Sostenibilità
2002 - Johannesburg, Sud Africa
•Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile organizzato dalle Nazioni Unite
•Obiettivo: attenzione sulle nuove sfide da affrontare per realizzare uno sviluppo sostenibile, cioè un modello di
sviluppo che coniughi gli aspetti economici con quelli sociali e ambientali, in grado di assicurare una società più
equa e prospera, nel rispetto delle generazioni future.
•Risultati: adozione di un piano d'azione, sottoscritto da tutti gli Stati presenti, nel quale sono stati individuati i
temi chiave per il prossimo decennio.
•Temi chiave: Povertà e obiettivi di sviluppo del Millennio; Acqua, sanità e igiene per tutti; Energia - Soluzione e
problema per lo sviluppo sostenibile; Salute - Il benessere della popolazione sostiene lo sviluppo; Protezione
dell'ambiente naturale ; Gestire la globalizzazione; Modelli di produzione e di consumo (2,6 pianeti in più per
soddisfare le nostre esigenze);
La sostenibilità ambientale (a livello nazionale): capacità dei diversi paesi di conservare le proprie risorse
ambientali nel lungo periodo
Economisti: interpretazione dello sviluppo sostenibile  non pone alcun vincolo di principio alla conservazione
delle risorse ambientali e naturali; l’importante è che possano essere sostituite in modo tale da garantire anche in
futuro un uguale grado di utilità, cioè di produzione e consumo, ovvero di benessere.
Ambientalisti: si concentrano sull'esaurimento delle risorse naturali e sulla valutazione dei tempi in cui l'attuale
livello di consumi delle risorse può essere mantenuto.
 Possibilità di conciliare lo sviluppo economico con le esigenze dell’ambiente: rapporto con la natura basato
sull’etica della responsabilità (H. Jonas)
Una crescita illimitata non è “tecnicamente” possibile, lo sviluppo per poter continuare da quantitativo deve farsi
qualitativo
L’economia sostenibile deve tener conto della capacità di “sopportazione” del pianeta Terra
Due principi : «a) i tassi di sfruttamento delle risorse a livelli non superiori a quelli dei tassi di rigenerazione
naturali o amministrati; b) l’uso dell’ambiente come “deposito di rifiuti” conforme al principio che i tassi di
scarico non dovrebbero superare i tassi di assimilazione (naturali o amministrati) degli ecosistemi riceventi»
(Pearce).
Economia In Un Mondo “Pieno” Daly
I principi fondamentali dello sviluppo sostenibile:
• la scala dell’intervento umano sui sistemi naturali dovrebbe essere limitato ad un livello che rientra nella
capacità di carico dei sistemi stessi;
• il progresso tecnologico per lo sviluppo sostenibile dovrebbe essere basato sull’incremento dell’efficienza e non
sull’incremento dell’input di materie prime e di energia nel processo economico;
• i tassi di utilizzo dei sistemi naturali non dovrebbero eccedere i tassi di rigenerazione degli stessi;
• le emissioni degli scarti non dovrebbero eccedere la capacità assimilativa dei sistemi naturali;
• le risorse non rinnovabili non dovrebbero essere utilizzate se non ad un tasso tale equivalente alla creazione di
sostituti rinnovabili
• Soluzione alla sostenibilità  Economia di Stato Stazionario (ESS) (Stazionario significa simbiosi tra uomo e
natura e sviluppo di un sistema che si basi su flussi rinnovabili di energia e di risorse, senza accelerare la
crescita e la distruzione delle risorse non rinnovabili e dell’ambiente.
Due condizioni necessarie:
• Equa ripartizione delle ricchezze e delle risorse terrestri tra popoli e tra esseri umani
• Controllo demografico delle nascite: crescita zero
Crescita fisica del sistema economico = 0
 Il throughput deve restare costante
Sviluppo inteso come migliore allocazione delle risorse e/o cambiamento di obiettivi
• L’economia sostenibile deve ad un certo punto smettere di crescere, ma non smette di evolvere
• Sostenuti i bisogni necessari, il benessere e mantenuti per le generazioni future.
• Correzioni: Vita dei prodotti; Crescita del GDP; Commercio; Settore finanziario; Tasse; Impiego – Lavoro;
Felicità
Ambiente e Scelte Economiche - Sachs
• Sviluppo economico  andamento convenzionale che utilizza sempre più risorse della natura - materiali ed
energia - per produrre ricchezza; il numero di paesi economici sul mercato globale continua ad aumentare.
• Prospettiva ecologica  lo sviluppo non può essere esteso nello spazio, globalizzato a tutti i popoli, e non può
essere mantenuto nel tempo  Consapevolezza dei limiti biofisici.
• Le nuove norme ecologiche, imposte spesso dall'opinione pubblica democratica, sono percepite dalle aziende
come un ostacolo e pongono resistenza
• I Paesi riconoscono che ci sono problemi ambientali (rifiuti, riscaldamento della terra, ecc.), ma non li
considerano un vincolo immediato.; devono ridurre il peso della loro impronta ecologica e consumare poche
risorse  riduzione immediata nell’alimentazione.
 “Senza ecologia non ci può essere l'equità”
 L'equità svolge un ruolo centrale
La doppia crisi del mondo:
 Crisi dei combustibili fossili (per duecento anni hanno alimentato la crescita economica, contribuendo all’effetto
serra)
 Crisi delle risorse viventi, le risorse biotiche come le foreste, il suolo, la pesca, l'acqua (più evidente nel Sud del
mondo, anche perché il 30% dell'umanità vive direttamente dalla natura, coltivando, pescando, raccogliendo le
piante medicinali ecc.)
• La politica ambientale europea ha accettato la strategia della ecoefficienza, cioè l'idea che sarà possibile creare
un valore economico con sempre meno input di materiali ed energie.
Scienza sostenibile
“Convergenza” transdisciplinare di riflessioni e ricerche derivanti da discipline diverse che cercano
di analizzare le interazioni dinamiche esistenti tra i sistemi naturali e quelli sociali e di
comprendere i modi migliori per “gestirle”.
Nei sistemi naturali, sociali ed economici appaiono evidenti i regimi di instabilità e le crescenti
disomogeneità spaziali e temporali: continuità e discontinuità si intrecciano continuamente
sistemi complessi lontani dall’equilibrio.
Proprietà emergenti.
Silvio Funtowicz e Jerry Ravetz: nuova fase - “scienza postnormale”. Nuovi problemi di
dimensione globale che emergono dalla relazione tra sistemi naturali e sistemi sociali possono
produrre conseguenze di lungo periodo e con grandi difficoltà di reversibilità.
Comprendere quali sono i limiti nell’utilizzo delle risorse e nella produzione di rifiuti del nostro
sistema economico rispetto alle capacità rigenerative ed assimilative dei sistemi naturali.
Economia ecologica
• Nicholas Georgescu-Roegen, Kenneth Boulding e Herman Daly (allievo)
•  1° numero della rivista internazionale Ecological Economics nel 1989.
• “L’Economia Ecologica riguarda la relazione tra ecosistemi e sistemi economici nel più ampio significato del termine.
Queste relazioni sono il locus di molti dei nostri più pressanti problemi correnti: es. la sostenibilità, le piogge acide, il
riscaldamento del pianeta, l’estinzione delle specie viventi, la distribuzione della ricchezza; ma essi non sono trattati in
modo esauriente da nessuna delle discipline esistenti”. (Costanza)
• Disciplina trasversale all’economia e alla ecologia: crescente esigenza di fornire uno strumento di
interpretazione– Interfaccia tra le due visioni
• Approccio critico rispetto all’economia tradizionale; “crescita” continua impossibile: due limiti fondamentali
biofisico e etico-sociale.
• ”Ciò che è necessario a questo punto non è un’analisi sempre più raffinata di una visione difettosa, ma una nuova visione”.
• Daly  impatto dell’uomo sui sistemi naturali = Plimsoll (terminologia nautica: linea di che costituisce la linea
di galleggiamento a pieno carico. Se il peso è stato distribuito male il livello dell’acqua raggiungerà la linea di
Plimsoll più in fretta).
• Macroeconomia: sottosistema aperto di un ecosistema naturale non illimitato (l’ambiente), vincolato da
equilibri di massa, entropia ed esauribilità; economia: dimensione fisica inferiore alla carrying capacity
(capacità portante) della Terra.
• Capacità di carico (Carrying Capacity): numero di individui in una popolazione che le risorse di un habitat
sono capaci di sostentare.
• Scala sostenibile, distribuzione equa: attenzione agli aspetti ecologici; mantenimento della dinamica evolutiva
degli ecosistemi, biodiversità e servizi ecologici. (Scala = popolazione * risorse naturali pro-capite)
• Equazione dell’impatto individuata da Paul Ehrlich e John Holdren nel 1971.
Economia ecologica
• Obiettivi: come misurare, in modo più completo ed esauriente dell’attuale, il benessere e la ricchezza delle
nostre società (Indicatore più significativo, adottato da tutti i paesi: PIL. Crescita del valore dell’indice = segno
di benessere di un Paese)
• Criteri etico-sociali, di equità, sostenibilità.
• Ampliare il set di indicatori della ricchezza ed il benessere.
• Servizi ecologici: funzioni assolte dai sistemi naturali; base, supporto e protezione per l’esistenza umana
(mantenimento della composizione chimica dell’atmosfera, il miglioramento e la stabilità del clima, il controllo
dalle inondazioni ed il supporto di acqua dolce disponibile, la generazione del suolo, l’impollinazione delle
piante utilizzate dall’uomo, la disponibilità di risorse alimentari, il mantenimento della ricchezza genica,
l’estetica della natura, la capacità di rilassarsi fisicamente e psicologicamente ecc). Fino a pochi anni fa
considerati come scontati e senza valore.
• Capitale di produzione umana = fattore che limitava lo sviluppo  oggi fattore limitante = capitale naturale.
• Dal punto di vista pratico i principali temi trattati dall'economia ecologica riguardano: la crescita e la
decrescita economica; l'impronta ecologica delle attività economiche sull'ecosistema planetario; la ricerca di
specifici strumenti di politica economica ecologica ("tasse verdi" come la carbon tax, incentivi e disincentivi
capaci di indirizzare l'economia verso attività a più bassa entropia, ecc.).
 FUTURO CAMBIO DI PARADIGMA? 
L’economia ecologica suddivide il Capitale in Naturale, Economico e Culturale a seconda che fornisca beni
ecologici, economici o servizi (Folke et al, 1994; Berkers and Folke, 1991; Costanza e Daly, 1992; Daly, 1994).
Capitale Economico
•
“Man-Made” è il capitale creato attraverso attività economica dall'ingegno umano e dalla tecnologia e dei
corrispondenti mezzi di produzione". (Berkers and Folke 1992).
Capitale Naturale
•
Per Capitale Naturale si intende qualsiasi
stock di materiale di origine naturale dal
quali si possa ricavare un flusso di beni e
servizi per il futuro.
Costituito da:
• - Servizi ecologici: benefici sulla
popolazione umana derivanti
direttamente o indirettamente dalle
funzioni ecologiche.
• - Risorse rinnovabili: risorse la cui
quantità non è fissa e può essere
accresciuta se si consente allo stock di
queste risorse di rigenerarsi.
• Risorse non rinnovabili: risorse a quantità
fissa e quindi esauribili in funzione del
loro utilizzo.
Daly, H.E. Economics in a full world. Scientific American 293 (3), 78-85 (2005
Il Capitale Economico non può essere creato e sostenuto senza il Capitale Naturale e
non può sostituirlo.
Monetizzazione
• Risorse Naturali: prezzo, quando esiste, (di norma uguale al solo costo di prelievo dall’ambiente) può anche
crescere al crescere della domanda senza che ciò possa comportare un aumento della disponibilità delle risorse
utilizzate.
• Aumento del prezzo  può comportare una diminuzione dei prelievi delle risorse naturali o può stimolare la
ricerca di beni sostitutivi, ma ciò non impedisce l’esaurimento totale o parziale delle risorse stesse.
• Crescente prelievo netto dall’ambiente, mai contrapposta una fase di riproduzione fondata sul recupero dei
rifiuti (decompositori naturali).
• Costanza del capitale naturale  implica capacità di rigenerazione e di smaltimento dei rifiuti.
• Le politiche economiche: stabilire i ritmi di sviluppo del sistema economico (tasso di crescita), adeguati
“prezzi d’uso” delle risorse naturali finalizzati ad indurre le famiglie e le imprese a finanziare gli investimenti
necessari per ridurre l’impatto ambientale dei processi di produzione di consumo.
• Gli accordi internazionali: adozione di regole di comportamento valide a livello mondiale.
• Beni e servizi del KN non sono oggetto di scambio, mancano di prezzi di riferimento  indispensabile arrivare
alla loro stima per poter disporre di una valutazione economica dell’impatto che i ritmi di sviluppo hanno
sull'ambiente. Necessario disporre di prezzi che possano consentire di valutarne oltre i valori d’uso, anche i
valori intrinseci, o valori di non uso, o valori di esistenza.
• I costi sociali dovuti allo sfruttamento dell’ambiente sono un tipico caso di esternalità negative, in quanto non
figurano per essi transazioni di mercato e quindi non hanno un prezzo.
Monetizzazione
Problemi
• Causa – effetto – causa – effetto
• Difficile valutare valore servizio; differente valutazione a seconda del soggetto a cui si chiede
• Evoluzione nel tempo
• Interdipendenza
• Livello di incertezza nella nostra comprensione dei processi ecologici  sarebbe prudente evitare le linee di
condotta che coinvolgono conseguenze drammatiche ed irreversibili e, invece, aspettare informazioni migliori.
• Costi ed i benefici futuri, difficili previsioni
• La valutazione  organizzazione delle informazioni per aiutare i processi decisionali ma non è una soluzione
definitiva. È uno strumento della politica.
Valore dei servizi degli ecosistemi –
Costanza et al.
Robert Costanza et al.
• 1997 - "Nature“; titolo: "The value of the world's ecosystem services and natural capital”
• Servizi offerti dagli ecosistemi:
 17 categorie; analizzati, stimati e sintetizzati in un "workshop" al National Center for Ecological Analysis and
Synthesis dell'Università della California.
 Comprendono: la regolazione e depurazione dell'acqua, il controllo dell'erosione, i cicli dei nutrienti, la
produzione di cibo, le risorse genetiche, le zone umide ecc. .
• Scopi:
 "aiutare a modificare i sistemi di contabilità nazionale per meglio tener conto del valore dei servizi degli ecosistemi e del
capitale naturale", perchè "non cresce il benessere (welfare), al crescere del GNP".
 I servizi degli ecosistemi se fuori dal mercato e incerti, vengono spesso ignorati o sottovalutati, portando ad
errori nella costruzione dei progetti i cui costi sociali ed economici rischiano di essere superiori ai benefici
indotti.
• Risultati:
 "i servizi dei sistemi ecologici e gli stocks di capitale naturale che li producono sono critici per il funzionamento del
sistema che sostiene la vita sulla Terra. Essi contribuiscono al benessere umano (welfare), sia direttamente che
indirettamente, e rappresentano parte del valore economico totale del Pianeta. Per l'intera biosfera, il valore (la maggior
parte del quale è fuori mercato) è stimato tra 16 e 54 trilioni di dollari (U.S.A.) all'anno, con una media di 33 trilioni di
dollari. Data la natura delle incertezze, questo deve essere considerato una stima minimale. Il prodotto globale lordo
(GNP: global gross national product) totale è circa 18 trilioni di dollari all'anno".
 Il capitale naturale vale circa il doppio del capitale prodotto dall'uomo.
 Calcolo di quanta ricchezza si è persa negli ultimi 20 anni, distruggendo l'ambiente e il lavoro che la natura ci
offre per il nostro benessere  economia sempre più povera in alcune zone del Pianeta (nonostante il valore
del PIL)
Valore dei servizi degli ecosistemi –
Costanza et al.
•









Conclusioni:
“Dal momento che il capitale naturale e i servizi degli ecosistemi saranno sempre più stressati e scarsi in futuro, il loro
valore crescerà".
Passare da fonti energetiche fossili a fonti energetiche rinnovabili e pulite (biomasse, eolico, solare ecc.), da
un'organizzazione basata sull'economia di scala e su grandi insediamenti industriali, ad un'economia diffusa
nel territorio e su piccola scala che difenda i servizi svolti dall'ambiente; costruire uno sviluppo sostenibile
condiviso partendo dalla partecipazione attiva di chi vive in un certo ambiente.
L'effetto serra, le piogge acide, la desertificazione, il buco dell'ozono, l'inquinamento, la distruzione delle
foreste e della biodiversità, l'erosione, l'eutrofizzazione, la disoccupazione indicano l’evidenza che la crescita
"economica" senza limite oltre ad essere impossibile, non porta più al benessere economico.
Costruire un modello di sviluppo sostenibile.
Applicare modelli ecologici basati sugli indicatori di sostenibilità per individuare i settori di intervento.
Usare i dati dei servizi informativi e le esperienze, trasformando gli interventi in un quadro di politica
sostenibile condivisa e in una situazione di "manutenzione - difesa - sviluppo - sostenibile" permanente.
Considerare l'ambiente come risorsa, basarsi su energie rinnovabili e produzioni agroenergetiche integrate
(biomasse), valorizzare i rapporti tra prodotti naturali e artigianato, trattare i rifiuti in veri e propri cicli
produttivi, investire nel capitale naturale anche a livello industriale.
Necessario costruire uno stretto rapporto tra le varie istituzioni, creando una "sostenibilità condivisa", e
individuare le reti che caratterizzano i vari interventi e le varie tipologie di sviluppo sostenibile.
Una visione scientifica della natura quantitativa deve tenere conto dell’ecologia (più qualitativa), delle reti
delle complessità globali e locali e delle dinamiche temporali, dell’estetica e dei valori.
Valore dei servizi degli ecosistemi –
Costanza et al.
• Contestato da coloro che non accettano che l'ambiente venga "calcolato" e "monetizzato" (il calcolo non si
riferisce ai valori estetici o etici, al paesaggio o alla bellezza o alla rarità).
• Siamo passati da un'economia a mondo vuoto ad un'economia a mondo pieno; sul piano politico ed economico
 investire meno nella produzione di merci industriali e investire molto di più nel conservare, difendere
l'ambiente.
• Se si investisse in questo capitale naturale, nella sua produzione rinnovabile, nella sua capacità di produrre
ancor più ricchezza, si costruirebbe benessere e lavoro per le future generazioni, superando la falsa crescita
economica.
Indici
Un indicatore è una misura di qualcosa che permette di capire, in relazione ad un certo obiettivo, “a che punto si
è” o “quanto si è distanti da”. A partire dalle ipotesi sulle quali l’indicatore stesso è stato costruito, esso è una
misura che funge da “sintomo” o “indice” dello stato di sistema e che mostra qualitativamente e/o
quantitativamente le condizioni del sistema.
Un indicatore deve essere una misurazione numerica e quantificabile; deve essere significativo, comprensibile,
verificabile, riproducibile e deve mostrare le interrelazioni tra i settori economico, sociale ed ambientale della
comunità.
Nel passato le analisi venivano svolte da esperti familiari alle loro specifiche discipline; i corrispondenti set di
indicatori erano di solito caratterizzati da preferenze specifiche della disciplina, con il risultato che venivano
omesse importanti aree critiche.

Visione sistemica di sviluppo sostenibile: 6 sottoinsiemi essenziali






Sviluppo individuale
Sistema sociale
Governo
Infrastrutture
Sistema economico
Risorse e ambiente
http://www.dsa.unipr.it/giavelli/Tesi_Sentimenti/
ESI
Indici
Introduzione di indicatori di valore legati al costo energetico, al costo ambientale e al costo in risorse naturali.
Di ogni merce o servizio misurato il «costo ambientale sulla base della quantità di residui o scorie che vengono
immessi nell’ambiente nel corso della produzione o alla fine della vita utile»
Aspetti positivi dell’uso di indici sintetici:
Gli indicatori (ambientali, sociali, economici, di sostenibilità, ecc.) consentono di fornire informazioni accessibili
e utili per far prendere decisioni ai politici ed agli amministratori.
Sono facilmente comprensibili dai non specialisti e possono attirare maggiore attenzione verso le questioni dello
sviluppo umano da parte dei "policy makers".
Strada per diffondere una concezione alternativa dello sviluppo.
La misurabilità pone dei problemi (è difficile e quasi impossibile esprimere in cifre queste qualità di grande
valore), ma ciò aiuta notevolmente il progresso verso la sostenibilità.
PIL
• PIL  indicatore delle prestazioni di un’economia nel corso del tempo; Indicatore grossolano che è diventato il
metro di misura unico con cui i Paesi si confrontano ed in base a cui giudicano i risultati.
• Misura tutte le attività economiche che implicano una transazione monetaria, trascura tutte le attività che non
hanno un riscontro monetario. Questo metodo premia tutto quello che va verso un economia di mercato, dove
ogni azione umana viene monetizzata.
• Non contabilizza i servizi forniti dall’ambiente, ma soltanto le riparazioni dei danni, perchè generano attività
economica. Per cui, inquinare e depurare sembrano produrre maggiore ricchezza di un comportamento
rispettoso che non produca danni all’ambiente. Non si tiene conto della diminuzione del valore dei beni della
natura e dei danni provocati.
• Misura principale per i livelli di sviluppo fra stati, per il benessere degli individui, delle famiglie. e L’obiettivo
delle politiche di sostegno allo sviluppo era l'industrializzazione.
• Negli anni '70 nasce il concetto dei basic needs (elaborato dall'OIL) importanza di ricorrere ad elementi di
valutazione dello sviluppo diversi dal PIL.
Indici
• UNDP (United Nations Development Program)  Indice di sviluppo umano (Human Development Index)
che aggrega con peso identico, dopo averleelaborate, tre variabili principali: il reddito pro-capite, la speranza di
vita alla nascita e il tasso combinato di alfabetismo escolarizzazione; ispirato dal Nobel Amartya Sen, introduce
altri elementi che influiscono sul benessere dell’uomo, tenendo conto il ruolo svolto dalla libertà.
• Redefining Progress - Genuine Progress Indicator (GPI), indice ottenuto attraverso alcune correzioni del PIL;
sottrae i costi sociali legati alla criminalità, ai divorzi, all’inquinamento e al deterioramento delle risorse naturali e
aggiunge al prodotto interno lordo il valore del lavoro svolto all’interno della famiglia e del volontariato; prende
in considerazione la distribuzione del reddito (equità), i servizi e i costi dei beni durevoli e delle infrastrutture, il
capitale preso in prestito dall’estero, la disponibilità di tempo libero.
Dal Summit di Rio del 1992 - il concetto di sviluppo sostenibile: “lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza
compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro necessità” (Rapporto Brutland 1987).
• Impatto sul pianeta - Impronta ecologica  la quantità di natura che ci serve a soddisfare le nostre necessità.
Questo indice si costruisce calcolando l’area territoriale appropriata necessaria pro capite per la produzione di
ognuno dei principali elementi di consumo; si mette poi in rapporto con la superficie di territorio che ognuno di
noi ha a disposizione. (paesi cosiddetti “sviluppati”  deficit ecologico; l’impronta ecologica di un abitante
medio degli Stati Uniti è di 10,3 ettari, mentre il territorio pro capite disponibile è di 6,7 ettari, il che significa che
la pressione sul territorio è eccessiva (+3.6). Anche prendendo in considerazione paesi che hanno standard di vita
molto alti ed una bilancia dei pagamento positiva, come la Svizzera (+3,2) e il Giappone (+3,4), il discorso non
cambia. L’Italia non fa eccezione (+2,9)).
•
•
•
•
Measure of Economic Welfare (MEW)
Index of Sustainable Economic Welfare (ISEW)
Indice di Adempimento Ambientale (Environmental Performance Index, EPI)
Indice di Sostenibilità Ambientale (Environmental Sustainability Index, ESI) - 2005
1971 -
I=PxAxT
• Mutamenti tecnologici, sociali ed economici  Espansione nella produzione globale di beni e servizi
• Mantenere una popolazione molto grande e con un livello di vita elevatissimo per una parte ristretta dell’intera
popolazione
• Capacità di carico per qualsiasi specie vivente: quantità massima di individui di quella specie che un
determinato ambiente naturale può supportare e sopportare, fornendo risorse, cibo, possibilità di territorio e
riproduzione ecc.
• “Science”  individuazione di un’equazione che esprime l’impatto della specie umana sui sistemi naturali
(Ehrlich e Holdren, 1971).
• Ehrlich della Stanford University, durante la “Cassandra Conference”, 1985 all’Università di Austin, Texas:
“Quanti esseri umani possono essere sopportati dalla Terra? Per quanto tempo la popolazione può essere supportata? A
quale livello di vita? Usando quali tecnologie? Sotto quale tipo di organizzazione politica ed economica?”.
• Equazione I = P x A x T
• “L’impatto di qualsiasi gruppo umano sull’ambiente può essere utilmente descritto come il prodotto di tre fattori. Il primo
è il numero di individui (popolazione). Il secondo è una misura del consumo medio di risorsa per persona (che è anche un
indice di affluenza . Infine, il prodotto di questi due fattori – la popolazione e il consumo pro-capite – è moltiplicato per un
indice della dannosità ambientale delle tecnologie che forniscono i beni consumati. Quest’ultimo fattore può anche essere
considerato l’impatto ambientale per quantità di consumo. In breve, Impatto = Popolazione x Affluenza x Tecnologia (I =
PAT)”.
EF - Impronta Ecologica
• Strumento di calcolo, sviluppato ed elaborato da William Rees e Mathis Wackernagel tra gli anni ’80 ed i ‘90,
che permette di stimare il consumo delle risorse e la richiesta di assimilazione dei rifiuti da parte di una
determinata popolazione umana e di esprimere queste grandezze in termini di superficie di territorio
produttivo corrispondente.
• “Quanta terra ciascuna persona richiede per essere supportata?”.
• Cruciali il numero delle persone e le tipologie di produzione, tecnologie utilizzate e modelli di consumo.
• Area totale di ecosistemi terrestri ed acquatici richiesta per produrre le risorse che una determinata
popolazione umana (un individuo, una famiglia, una comunità, una regione, una nazione ecc.) consuma e
per assimilare i rifiuti che la stessa popolazione produce.
• Stimare le risorse consumate ed i rifiuti prodotti ; possibilità che flussi di risorse e rifiuti possano essere
convertiti in una equivalente area biologicamente produttiva, necessaria a garantire queste funzioni.
• Obiettivo: giungere ad avere un’economia realmente “sostenibile” rispetto alle capacità rigenerative ed
assimilative dei sistemi naturali e basata su di un principio di equità.
• Si deve passare dall’attribuire valore a ciò che si misura a saper misurare ciò a cui si attribuisce valore.
Utilizzo globale della Terra
• L’area complessiva del nostro pianeta è di circa 51 miliardi di ettari, dei quali una quota inferiore a 15 miliardi
di ettari è costituita dalle terre emerse (aree coltivate, pascoli permanenti e praterie, foreste ed aree boschive,
suoli ghiacciati e rocciosi, deserti, tundre, laghi e fiumi); circa 0,3 miliardi di ettari di terreni edificati dalla
specie umana.
• La quantità di terra disponibile per l’umanità è una grandezza finita, la produttività è limitata problemi di
equa distribuzione delle risorse
• Quota di terra, la quantità media, su scala planetaria, di terra e mare ecologicamente produttivi che è
disponibile a livello pro capite. La disponibilità attuale di quota di terra media con la popolazione attuale
dimostra una quota di terra che ammonta a circa 2,1 ettari pro capite. (per 9,3 miliardi di persone: 1,2 ettari pro
capite); (EF per l’Italia: 3,11 ettari pro capite, cinque volte superiore a quella calcolata disponibile per il
territorio italiano).
Pos.
Stato
ISU
1.
Norvegia
0,942
2.
Svezia
0,941
3.
Canada
0,940
4.
Belgio
0,939
5.
Australia
0,939
6.
Stati Uniti
0,939
7.
Islanda
0,936
8.
Paesi Bassi
0,935
9.
Giappone
0,933
10.
Finlandia
0,930
18.
Irlanda
0,925
19.
Nuova Zelanda
0,917
20.
Italia
0,913
21.
Spagna
0,913
22.
Israele
0,896
165.
Rep. Centrafricana
0,375
166.
Ciad
0,365
167.
Guinea Bissau
0,349
168.
Etiopia
0,327
169.
Burkina Faso
0,325
170.
Mozambico
0,322
171.
Burundi
0,313
172.
Niger
0,277
173.
Sierra Leone
0,275
HDI – ISU 1990 - Human Development Index
• Sviluppo umano (UNDP): «un processo di ampliamento delle
possibilità umane che consenta agli individui di godere di una vita lunga
e sana, essere istruiti e avere accesso alle risorse necessarie a un livello di
vita dignitoso, nonché di godere di opportunità politiche economiche e
sociali che li facciano sentire a pieno titolo membri della loro comunità di
appartenenza»
• Obiettivi: promuovere la crescita economica sostenibile; migliorare la
salute della popolazione, l’istruzione; promuovere i diritti umani;
migliorare la vivibilità dell’ambiente.
• Al posto degli indicatori che si riferiscono alla sola crescita economica
 nuovo indicatore di sviluppo umano
• Unità di misura per il confronto delle condizioni socio-economiche dei
vari paesi del mondo; evidenziare che il legame tra sviluppo economico e
sviluppo umano non è sempre reale.
• L’indice di sviluppo umano tiene conto dei seguenti fattori: il reddito
(Pil) individuale elaborato (in rapporto all’aumento di benessere); il
livello di sanità (speranza di vita alla nascita); il livello d’istruzione
(alfabetizzazione degli adulti).
• Per ogni Paese, ognuno di questi 3 fattori è espresso da un numero
compreso tra 0 e 1 (massimo e minimo sviluppo). Media dei tre valori 
Indice
I dati si riferiscono all'anno 2000
1995 – Indice di Sviluppo per Genere
Il Gender-Related Development Index (GDI) e il Gender Empowerment Measure (GEM)
L’indice di sviluppo per genere GDI (relativo alle discriminazioni fra i sessi) misura i risultati
raggiunti nelle stesse dimensioni e variabili dell’HDI, ma tiene conto delle diseguaglianze esistenti
tra uomo e donna nei risultati ottenuti.
Ma non forniscono nessuna indicazione sulle discriminazioni ben più vaste esistenti tra donne che
appartengono a classi sociali o gruppi etnici diversi anche all’interno dello stesso paese.
1997 – Indice di Povertà Umana
• Il Rapporto sullo sviluppo umano  introdotto HPI
• Valuta se gli individui all'interno delle loro società dispongano o meno delle opportunità
necessarie per condurre una vita lunga e sana e per godere di un tenore di vita decente. Lo
sviluppo viene quindi giudicato per la prima volta a partire dall'ottica dei poveri.
• Ampia e rappresentativa gamma di variabili.
• Indicatori della privazione, o della esclusione: una vita breve, la mancanza di istruzione di base e
la mancanza di accesso alle risorse pubbliche e private. L’HPI si concentra sulla privazione nei tre
elementi essenziali di vita umana già presi in considerazione nel HDI.
• Tra i 78 paesi per i quali è stato calcolato l'HPI:
• Trinidad e Tobago, Cuba, Cile, Singapore e Costa Rica – la povertà è stata ridotta a meno del 10%
dell'intera popolazione.
• Niger, Sierra Leone, Burkina Faso, Etiopia, Mali, Cambogia e Mozambico: oltre il 50% degli
individui sono vittime della povertà.
EPI Environmental Performance Index
ESI 2005 - Enviromental Sustainability Index
Indice di Sostenibilità Ambientale (Environmental Sustainability Index, ESI) - Gennaio 2005
Yale Center for Environmental Law and Policy della Yale University e del Center for International Earth Science Information Network della Columbia
University e in collaborazione con World Economic Forum di Ginevra e il Joint Research Center della Comunità Europea di Ispra.
Autori dell’ESI: posizione di equilibrio fra punto di vista ecologico ed economico.
ESI
• Strumenti per una razionale politica ambientale
• Fornire un'alternativa al PIL e all'Indice di Sviluppo Umano nella misura del progresso di un
paese Alto valore dell'indice  paesi che hanno maggiore probabilità di mantenere il proprio
ambiente in buone condizioni nel lungo periodo
• Indice aggregato
• Valutare la capacità delle nazioni di proteggere il proprio ambiente nei prossimi decenni, tenendo
conto di una serie di variabili di tipo socio- economico, ambientale ed istituzionale.
• Informazioni che riguardano sia le risorse naturali di un dato paese sia le sue caratteristiche
sociali ed istituzionali
• Misura della dotazione di risorse naturali, della storia ambientale, dello quantità e dei flussi
dell'inquinamento e del tasso di sfruttamento delle risorse come pure dei meccanismi istituzionali e
le potenzialità e competenze finalizzate alla modifica dell'inquinamento e delle traiettorie nell'uso
delle risorse
ESI 2005 - Enviromental Sustainability Index
5 componenti:
1. Ecosistemi
2. Riduzione degli stress ambientali
3. Riduzione della vulnerabilità umana
4. Potenziale sociale e istituzionale
5. Amministrazione globale
ESI 2005 - Enviromental Sustainability Index
• Ogni componente è costituito da un numero da tre a sei indicatori (totale di 21 indicatori)
• Ogni indicatore è costituito da un certo numero di variabili (totale di 76 variabili)
• Aggregazione dei dati raccolti
• Punteggio ESI: determinato dalla media dei 21 indicatori egualmente pesati
• Indicatori: da esame accurato delle conoscenze e della letteratra in campo ecologico, dalla
consultazione di esperti di scienze ambientali, dei governi, del mondo degli affari, di
organizzazioni non governative (ONG), di centri di ricerca, e del settore accademico.
• Dovrebbero includere tutti gli aspetti rilevanti del fuzionamento degli ecosistemi (relazioni fra
cause ed effetti); facilitare l’aggregazione dei dati, essere facilmente quantificabili
• Presenza di risorse naturali
• Bassa densità di popolazione
• Corrette politiche ambientali e di sviluppo
• Effettivo stato di salute naturale
• Analisi dei livelli passati e presenti di inquinamento
• Politiche di salvaguardia dell’ambiente
• Grado di consapevolezza delle imprese private
• Spazio dato alla ricerca per l'applicazione di tecnologie basate su risorse ecologiche e rinnovabili
• …….
ESI 2005 - Enviromental Sustainability Index
La classifica e i punteggi ESI di 146 nazioni considerate (non tutte le nazioni del mondo sono state
inserite, per dati non sufficienti, e secondo le dimensioni del paese) [specifico documento del rapporto ESI si
occupa dei piccoli paesi (cfr Appendice E 'Small States‘]
Le prime posizioni  paesi scandinavi e Uruguay (Paesi con bassa densità demografica e un
ricchezza ambientale)
Tre zone principali:
1.6 paesi con il punteggio più alto
2.il punteggio cala in modo lineare dal valore di 64.4 del Canada, fino a quello di 42.3 delle
Filippine (comprende il maggior numero di paesi - zona media
3.ultimo gruppo di 20 paesi il punteggio ESI decresce in modo più rapido
ESI 2005 - Enviromental Sustainability Index
Confrontare tra loro pochi paesi per volta, all'interno delle diverse categorie di paesi: sviluppati, in
via di sviluppo, sottosviluppati per valutare le politiche sostenibili da quelle che non lo sono.
ESI 2005 - Enviromental Sustainability Index
Confronti tra risultati di diversi indici
ITA
A.A.V.V. 2005 Environmental Sustainability Index. Yale Center for Enviromental Law and Policy, 1-19 (2005).
La correlazione fra ESI e IE appare piuttosto debole: l'IE è un indice puramente ecologico, l'ESI
include anche informazioni di carattere socio- economico e istituzionale.
Robert Costanza
Autori
• Uno dei padri fondatori (con Daly e Odum) della teoria dello sviluppo sostenibile
• Professore di Ecological Economics
• Presidente e co-fondatore della Società Internazionale di "Ecological Economics" (I.S.E.E.), dell'Università del
Maryland
• Editore della rivista Ecological Economics; Direttore del Institute for Ecological Economics all’University of
Maryland; Presidente dell’International Society for Ecosystem Health
• Le sue ricerche: interfaccia tra i sistemi ecologici ed economici, su scale temporali e spaziali vaste, includendo
modelli di simulazioni spaziali; analisi di flussi di materia ed energia attraverso questi sistemi, la valutazione
dei servizi ecosostemici, biodiversità e capitale naturale.
Herman Daly
•
•
•
•
Alunno di Nicholas Georgescu-Roegen
Per 20 anni, Professore di Economia alla Louisiana State University
Co-fondatore ed editore associato della rivista Ecological Economics.
Dal 1988 al 1994 è stato Senior Economist all’Environment Department della Banca Mondiale, come
responsabile della sezione dedicata ai Paesi in via di sviluppo
• Nel 1996 ha ricevuto un Premio per le Scienze ambientali ed il Right Livelihood Award (Svezia )
• Attualmente Professore all’University of Maryland, School of Public Affairs.
Le esperienze che lo hanno fatto riflettere e lo hanno portato a prendere una certa direzione di pensiero:
• Insegnamento di economia nel Brasile settentrionale negli anni ’60
• I suoi interessi sono lo sviluppo economico, l’economia ecologica, della popolazione, delle risorse e l’ambiente
Wolfgang Sachs
•
•
•
•
•
•
•
•
Autori
Studiò sociologia e storia a München, Tübingen, e Berkeley.
1975-1980: Professore all’Università di Berlino
1980-1984: Gruppo di Ricerca sull’Energia e Società all’Università di Berlino
1984-1987: Co-editore della giornale Development , Roma.
1987-1990: Professore alla Pennsylvania State University, USA
1990-1993: Fellow al Wuppertal Institute for Climate, Energy, Environment, Germany.
Dal 1993 Presidente di Greenpeace, Germany
E’ uno dei massimi esponenti mondiali del pensiero ecologico.
Glossario
•Capitale naturale: insieme dei patrimoni della biosfera (materia, energia, specie viventi e processi
dell'ecosistema) e come reddito naturale l'insieme dei prodotti e servizi che questo capitale è in grado di fornire.
•Carrying Capacity: il massimo della popolazione di una certa specie che un determinato habitat può sopportare
senza che venga diminuita in modo permanente la produttività dell'habitat stesso.
•Esternalità: costi sociali creati dalle attività economiche e ignorati dal mondo dell'economia.
•Limite biofisico: limite che il pianeta vivente ha nei confronti della crescita economica.
•Macroeconomia: parte della scienza economica che studia i grandi problemi dell'economia legati
all'osservazione dei redditi, dei consumi, dei risparmi ecc.
•Man - made capital: capitale generato dalle attività economiche della società umana.
•Microeconomia: parte dell'analisi economica che si occupa dei comportamenti economici dei singoli individui.
•Servizi ecologici: funzioni assolte dai sistemi naturali.
•Stock naturali: insieme degli elementi biofisici del capitale naturale, i beni naturali attualmente disponibili.
Bibliografia
A.A.V.V. 2005 Environmental Sustainability Index. Yale Center for Enviromental Law and Policy, 1-19 (2005).
Albertelli, G. Dispensa "Strumenti Teorico-pratici di Economia Ecologica" del Laboratorio territoriale di Educazione Ambientale
"Laura Conti". (2000).
www1.popolis.it/divulgator/ eco/ecpol/ECONOMIAECOLOGICA.PDF
Arrow, K., et al. Economic Growth, Carrying Capacity, and the Enviroment. Science 268, 520 (1995).
Bagliani, M., Battaglia, S. Impronta ecologica e biocapacità: teoria, metodologia e applicazioni. IRES Piemonte, 16 pp.
Bell, S., Morse, S. Sustainability Indicators – Measuring the Immeasurable. Earthscan (1999).
Costanza, R., et al. The value of the world’s ecosystem services and natural capital. Nature 387, 253-260 (1997).
Daly, H.E. Economics in a full world. Scientific American 293 (3), 78-85 (2005).
Mugeri, L. Oil: never cry wolf – Why the petroleum age is far from over. Science 304, 1114-1115 (2004).
Myers, N., Simon, J. Allarmismo e Ottimismo un confronto tra ambientalista ed economista. Muzzio ambiente (1995).
Sachs, W. Ambiente e scelte economiche. Wuppertal Institute for Climate, Energy and the Enviromental, 3 pp.
Sachs, W. Globalization And Sustainability - An essay. Heinrich Boell Foundation (2000). www.boell.de
Smil V. Energy at the crossroads – Global perspectives and uncertainities. Massachusetts Institute of technology, 426 pp (2003).
Siti consultati
http://www.ecosystemvaluation.org/uses.htm
http://www.igbp.kva.se/cgi-bin/php/frameset.php
http://www.mindfully.org/Heritage/Ecological-Human-Overshoot25jun02.htm
http://www.wupperinst.org/
http://www.yale.edu/esi/
Scarica

Elena - sistemi informativi service desk - unito