DISTINTA BASE DISTINTA BASE LA DISTINTA BASE (DIBA) ("BOM" DA BILL OF MATERIALS) È L'ELENCO DEI COMPONENTI NECESSARI PER PRODURRE UN BENE O EROGARE UN SERVIZIO, CON IL QUALE SI OTTIENE LA FORMALIZZAZIONE DELPROCESSO PRODUTTIVO. LA DIBA È IL PIÙ DINAMICO DEI DOCUMENTI AZIENDALI, POICHÉ È IN CONTINUO AGGIORNAMENTO A CAUSA DELLE VARIAZIONI DI PROGETTO, DI PREZZO ED ALTRO. LA SUA COMPILAZIONE FORNISCE UN VALIDO AIUTO ALLA GESTIONE DEL MAGAZZINO E ALL'ORGANIZZAZIONE DEGLI APPROVVIGIONAMENTI, PERCHÉ RAPPRESENTA L'ELENCO COMPLETO DELLE MATERIE PRIME NECESSARIE PER LA PRODUZIONE DI UN BENE. IL METODO PIÙ PRATICO E INTUITIVO, UTILIZZATO PER RAPPRESENTARE GRAFICAMENTE LA DISTINTA BASE, È QUELLO DEL DIAGRAMMA AD ALBERO, IN CUI IN ALTO SI TROVA IL PRODOTTO FINITO E NEI GRADINI A SCENDERE VI SONO I SOTTOINSIEMI, I SEMILAVORATI E LE MATERIE PRIME. LIVELLI, LEGAMI E COEFFICIENTI D'IMPIEGO IL DIAGRAMMA AD ALBERO GENERA UNA DISTINTA BASE SUDDIVISA IN DIVERSI LIVELLI. PER CONVENZIONE, IL PRODOTTO FINITO CHE SI TROVA ALLA CIMA DELL'ALBERO OCCUPA IL LIVELLO 0, MENTRE I SUOI COMPONENTI OCCUPANO, I LIVELLI SUCCESIVE LIVELLO 1, LIVELLO 2 ECC. A TITOLO D'ESEMPIO, SI PENSI CHE LA DISTINTA BASE DI UN'AUTOVETTURA HA CIRCA 7÷8 LIVELLI; QUELLA DI UN AEROPLANO HA PIÙ DI 35 LIVELLI. IL COMPONENTE B NON POSSIEDE LIVELLI INFERIORI (NON HA FIGLI), QUINDI LO SI CONSIDERA COME UNA MATERIA PRIMA, MENTRE IL COMPONENTE C È REALIZZATO DA DUE COMPONENTI D ED H, CHE RAPPRESENTANO I FIGLI. LA LINEA CHE UNISCE A E B È DETTA LEGAME (LINK): IN UN LEGAME, CHI OCCUPA LA POSIZIONE SUPERIORE È DEFINITO PADRE, CHI OCCUPA LA POSIZIONE INFERIORE E DETTO FIGLIO. SI DEFINISCE COEFFICIENTE DI IMPIEGO (USAGE RATE), IL NUMERO DI UNITÀ FIGLIO NECESSARIE PER REALIZZARE UNA UNITÀ PADRE. ESISTE UN LEGAME, DETTO LEGAME PADRE-FIGLIO, CHE COLLEGA INSIEME OGNI ARTICOLO CON IL SUO COMPONENTE. IL FILE DELLA DISTINTA BASE VIENE DEFINITO FILE DEI LEGAMI. I PRODOTTI FINITI NON HANNO MAI PADRI, I COMPONENTI DI ACQUISTO NON HANNO MAI FIGLI, E GLI OGGETTI PRODOTTI O ASSEMBLATI DALL'AZIENDA HANNO SEMPRE FIGLI. IL LEGAME PADRE-FIGLIO È RAPPRESENTATO DAL CICLO DI PRODUZIONE, UN DOCUMENTO CHE CONTIENE L'ELENCO DI TUTTE LE OPERAZIONI NECESSARIE PER TRASFORMARE UN FIGLIO NEL PADRE. PER OGNI OPERAZIONE, È DEFINITO UN TEMPO DI OPERAZIONE (TEMPO STANDARD). UNA DISTINTA BASE CHE CONTIENE, OLTRE AI LEGAMI TRA PADRI E FIGLI, ANCHE I COEFFICIENTI D'IMPIEGO, È DETTA FOGLIO DEL PROCESSO OPERATIVO E RAPPRESENTA L'ESPLOSIONE DEL PRODOTTO A NEI VARI LIVELLI. LA DISTINTA BASE, OLTRE ALL'ELENCO DEI COMPONENTI, RAPPRESENTA ANCHE UNA LISTA STRUTTURATA CON LA SEQUENZA DELLE OPERAZIONI NECESSARIE PER LA PRODUZIONE DI UN DETERMINATO OGGETTO E NE PRECISA LA QUANTITÀ DEGLI ELEMENTI NECESSARI (COEFFICIENTE D'IMPIEGO). I DIVERSI LIVELLI PRESENTI NELLA DISTINTA BASE RAPPRESENTANO LE DIVERSE FASI DI REALIZZAZIONE. TIPOLOGIE DELLA DISTINTA BASE L‘IMPORTANZA DELLA DISTINTA BASE RISIEDE NELLA POSSIBILITÀ DI CONOSCERE QUALI E QUANTI COMPONENTI O MATERIALI OCCORRE ACQUISTARE PER PRODURRE UN PRODOTTO. SI HANNO DUE VERSIONI: • DISTINTA BASE DI PROGETTAZIONE, O TECNICA (ENGINEERING BILL OF MATERIAL), CHE CONTIENE LE INFORMAZIONI NECESSARIE PER DEFINIRE UN PRODOTTO (ELENCO DELLE PARTI CON I RELATIVI DISEGNI COMPLETI DI MISURE, TOLLERANZE, ATTREZZATURE E TUTTE LE INFORMAZIONI NECESSARIE PER UNA CORRETTA DESCRIZIONE DEL PRODOTTO. È COMPETENZA DELL‘UFFICIO TECNICO. • DISTINTA BASE DI PRODUZIONE (MANUFACTURING BILL OF MATERIAL), CHE CONTIENE LE INFORMAZIONI INDISPENSABILI A REALIZZARE IL PRODOTTO ED È COMPOSTA DA TUTTA LA DOCUMENTAZIONE RELATIVA AI CICLI DI LAVORAZIONE, AI TEMPI, AI COSTI, AI MACCHINARI E AI MATERIALI. E’ COMPETENZA DELL’UFFICIO TEMPI E METODI. STRUTTURA DEI DATI LA STRUTTURA DEI DATI DEVE ESSERE TALE DA ELENCARE TUTTI I MATERIALI O LE PARTI SEMILAVORATE NECESSARIE PER COSTRUIRE OGNI SOTTOINSIEME E, DA OGNI COMPONENTE, IL PRODOTTO FINALE. DEVE ESSERE ELABORATA DURANTE IL PROGETTO DEL PRODOTTO E AGGIORNATA A OGNI VARIAZIONE DEL PROGETTO O DEL DISEGNO. NELLA QUASI TOTALITÀ DEI CASI, LA DISTINTA BASE È GESTITA A LIVELLO INFORMATICO E PUÒ ESSERE DERIVATA DALLA FUSIONE DI ARCHIVI PRESENTI IN AZIENDA E UTILIZZATI DA FUNZIONI AZIENDALI DIVERSE: IN PARTICOLARE, SONO UTILIZZATI L'ARCHIVIO ARTICOLI E L’ARCHIVIO STRUTTURE. L'ARCHIVIO ARTICOLI, RIPORTA LE INFORMAZIONI CHE RIGUARDANO OGNI SINGOLO COMPONENTE O SOTTOINSIEME: • IL CODICE È NECESSARIO PER L'IDENTIFICAZIONE UNIVOCA DELL'ARTICOLO IN TUTTI GLI ARCHIVI E IN TUTTI I PRODOTTI O PROCESSI. • LA DESCRIZIONE DELL'ARTICOLO E’ COMPLETA DI INFORMAZIONI TECNICHE (CARATTERISTICHE, PROVENIENZA, MODALITÀ DI ACQUISTO O FABBRICAZIONE, PREZZO, TEMPI DI APPROVVIGIONAMENTO, ECC.). • LE INFORMAZIONI RELATIVE ALLA QUALITÀ DELL'OGGETTO POSSONO RICHIEDERE LA MAGGIORAZIONE DEGLI ORDINI A FRONTE DI SCARTI DI PRODUZIONE NOTI O PREVEDIBILI: SI TIENE CONTO DI QUESTO INCREMENTO ASSOCIANDO ALL'ARTICOLO UN COEFFICIENTE DI SCARTO DI PRODOTTO. L'ARCHIVIO STRUTTURE CONTIENE LE INFORMAZIONI RIGUARDANTI L'ARCHITETTURA DI CIASCUN CODICE DI COMPONENTE E LA RELAZIONE CON I CODICI DEGLI ALTRI ELEMENTI: -IL LIVELLO INDICA LA POSIZIONE DEL COMPONENTE ALL'INTERNO DELLA STRUTTURA RELATIVA AL PRODOTTO FINITO. -IL COEFFICIENTE DI IMPIEGO ESPRIME IL NUMERO DI ELEMENTI DI LIVELLO INFERIORE, NECESSARI A COMPORRE UNA UNITÀ DI LIVELLO IMMEDIATAMENTE SUPERIORE (PADRE). -IL COEFFICIENTE DI SCARTO DI PROCESSO È DETERMINATO DALLA NECESSITÀ DI MAGGIORARE I FABBISOGNI PER OVVIARE A SCARTI DI LAVORAZIONE NOTI O PREVEDIBILI, CONNESSI ALLA FASE DI PROCESSO IN CUI L'ARTICOLO E’ UTILIZZATO. DISTINTA BASE MODULARE PUO’ ESSERE CONVENIENTE QUANDO UN PRODOTTO PUO’ ASSUMERE MOLTE CONFIGURAZIONI. PROCESSO DI SVILUPPO DEL NUOVO PRODOTTO LA PRIMA FAVE DEL CICLO DI VITA DI UN NUOVO PRODOTTO COINVOLGE LA FUNZIONE AZIENDALE MARKETING, CHE EFFETTUA L'ANALISI DEL MERCATO, INDIVIDUA I PRODOTTI SIMILI E CONCORRENTI, ESEGUE INDAGINI SULLE ESIGENZE DELLA CLIENTELA, STUDIA I POSSIBILI SVILUPPI DEL PROGETTO E FORNISCE ALLE ALTRE FUNZIONI AZIENDALI LE INFORMAZIONI PER PREDISPORRE IL NUOVO PROGETTO. PER RENDERE OPERATIVA LA NUOVA IDEA DI PRODOTTO SONO COINVOLTE ALTRE FUNZIONI AZIENDALI: - RISORSE UMANE, PER IL REPERIMENTO DELLA MANO D'OPERA. - PROGETTAZIONE, PER PREDISPORRE I PROGETTI OPERATIVI. - COMMERCIALE, CHE SI OCCUPA DI COSTI E DI DISTRIBUZIONE. - ACQUISTI, PER REPERIRE I MATERIALI. - PRODUZIONE PER LA FABBRICAZIONE DEL PRODOTTO. FASI DELLO SVILUPPO DEL NUOVO PRODOTTO - ANALISI DEL MERCATO PER DEFINIRE LE CARATTERISTICHE DEL NUOVO PRODOTTO. - DEFINIZIONE DEL TARGET CUI È DESTINATO E DEL COSTO E PREZZO DI VENDITA. - PROGETTAZIONE E INDIVIDUAZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE. - VALUTAZIONE E VALIDAZIONE DEI PROCESSI DI PRODUZIONE. - STESURA DELLA LISTA DEI FORNITORI. - PRODUZIONE E CONTROLLO QUALITÀ. - DISTRIBUZIONE E VENDITA. EVOLUZIONE DEL RUOLO DELLA DISTINTA BASE I REQUISITI FONDAMENTALI DI UNA DISTINTA BASE POSSONO ESSERE RIASSUNTI NEL SEGUENTE ELENCO: - CODIFICA DEI MATERIALI BIUNIVOCA (A OGNI CODICE DEVE CORRISPONDERE UN SOLO ELEMENTO E VICEVERSA). - DISTINTA UNICA PER TUTTI I PRODOTTI. - DISTINTA MODULARE CON STRUTTURA COMUNE A TUTTI I MODELLI. - CRITERI CONDIVISI DA TUTTI GLI UTENTI PER L'INSERIMENTO DEI MATERIALI. EVOLUZIONE DEL RUOLO DELLA DISTINTA BASE I REQUISITI FONDAMENTALI DI UNA DISTINTA BASE POSSONO ESSERE RIASSUNTI NEL SEGUENTE ELENCO: - CODIFICA DEI MATERIALI BIUNIVOCA (A OGNI CODICE DEVE CORRISPONDERE UN SOLO ELEMENTO E VICEVERSA). - DISTINTA UNICA PER TUTTI I PRODOTTI. - DISTINTA MODULARE CON STRUTTURA COMUNE A TUTTI I MODELLI. - CRITERI CONDIVISI DA TUTTI GLI UTENTI PER L'INSERIMENTO DEI MATERIALI. LA PRODUZIONE DI UN BENE, NELLO SCHEMA DELLA DISTINTA BASE, È VISTA COME UNA SERIE DI LIVELLI, E IL PASSAGGIO DA UNO ALL'ALTRO AVVIENE CON UNA FASE DI LAVORAZIONE. OGNI FASE PREVEDE INPUT MATERIALI (MATERIE, SEMILAVORATI) E INPUT IMMATERIALI (MANODOPERA, MACCHINE, ECC.). LA STESSA FASE AVRÀ, IN USCITA, UN PRODOTTO FINITO O UN SEMILAVORATO, SOTTOPRODOTTI DI LAVORAZIONE, RIFIUTI ECC. ESEMPIO DI DISTINTA BASE SI CONSIDERI L'ESEMPIO DELLA LAMPADA DA TAVOLO, SUPPONENDO CHE LA FABBRICA ACQUISTI DA FORNITORI ESTERNI TUTTI I COMPONENTI, ALCUNI FINITI E ALTRI DA RIFINIRE ALL'INTERNO, PER PERSONALIZZARE LA LINEA DI PRODOTTO. SI PUÒ SUPPORRE DI AVERE DUE SOLI REPARLI PRODUTTIVI: VERNICIATURA E ASSEMBLAGGIO. LA SITUAZIONE PUÒ ESSERE RAPPRESENTATA NEL SEGUENTE MODO: 1. UN PRODOTTO FINITO: • LAMPADA DA TAVOLO. 2. DUE SEMILAVORATI: • BRACCIO SNODATO. • PARALUME CON PORTALAMPADA E IMPIANTO ELETTRICO. 3. LE MATERIE PRIME: • ASTE GREZZE DA VERNICIARE, • PIASTRE FORATE GREZZE DA VERNICIARE. • PERNI FILETTATI. • PERNI PER MOLLE. • MOLLE. • DADI. • ATTACCO PER PARALUME. • PARALUME METALLICO GREZZO DA VERNICIARE. • PORTALAMPADA COMPLETO DI IMPIANTO ELETTRICO. 4. DUE REPARTI DI LAVORAZIONE: • REPARTO DI VERNICIATURA, COMPOSTO DA TRE CENTRI DI LAVORO. - DECAPAGGIO. - VERNICIATURA. - ASCIUGATURA IN FORNO. • REPARTO DI ASSEMBLAGGIO, COMPOSTO DA TRE CENTRI DI LAVORO: - BRACCIO SNODATO. - PARALUME. - ASSEMBLAGGIO FINALE. 5. LE SEGUENTI LAVORAZIONI: • DECAPAGGIO (VERNICIATURA/CENLRO DI LAVORO V1). • VERNICIATURA (VERNICIATURA/CENTRO DI LAVORO V2). • ASCIUGATURA (VERNICIATURA/CENTRO DI LAVORO V3). • MONTAGGIO BRACCIO SNODATO (ASSEMBLAGGIO/POSTO DI LAVORO A2). • MONTAGGIO PARALUME (ASSEMBLAGGIO/POSTO DI LAVORO A2); • ASSEMBLAGGIO LAMPADA (ASSEMBLAGGIO/POSTO DI LAVORO A3). A QUESTO PUNTO PUÒ ESSERE PREDISPOSTA LA DISTINTA BASE CHE RAPPRESENTA LA FORMALIZZAZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO, TENENDO CONTO CHE: • LE SPESE PER LA PRODUZIONE SONO DETERMINATE IN BASE A COSTI ORARI E LA PREDISPOSIZIONE DEL NUMERO DI POSTI DI LAVORO NECESSARI DIPENDE DALLA LORO CAPACITÀ PRODUTTIVA ESPRESSA IN ORE O MINUTI. • IL NUMERO DI COMPONENTI UGUALI NECESSARI PER LA PRODUZIONE DI UN OGGETTO DIPENDE DAL PROGETTO (PER ESEMPIO, NEL CASO DELL'AUTOVETTURA OCCORRONO CINQUE COPERTONI E CINQUE CERCHIONI PER OGNI MACCHINA DOTATA DI RUOTA DI SCORTA). • I COMPONENTI SONO INDIVIDUATI CON UN CODICE ARTICOLO DEFINITO DAL CATALOGO DI MAGAZZINO. • LE OPERAZIONI, O LE FASI, SONO IDENTIFICATE DA NUMERI E RAPPRESENTANO I LIVELLI DELLA DIBA. NELL'ESEMPIO DELLA LAMPADA DA TAVOLO, SI AVRANNO TRE LAVORAZIONI CHE RAPPRESENTANO ALTRETTANTI LIVELLI DI DISTINTA BASE, I QUALI IDENTIFICANO: - LA PERSONALIZZAZIONE DI COLORE PER LE ASTE, LE PIASTRE FORATE E IL PARALUME (LIVELLO 3). - IL MONTAGGIO DEI SOTTOINSIEMI «BRACCIO1» E «PORTALAMPADA» (LIVELLO 2). - IL MONTAGGIO FINALE DEI SOTLOINSIEMI E DEI PARTICOLARI «APPOGGIO» E «ATTACCO PORTALAMPADA» (LIVELLO 1 ). IL MATERIALE IN USCITA DA UN LIVELLO PUÒ RAPPRESENTARE PARTE DEL MATERIALE IN INGRESSO NELL'OPERAZIONE, O LIVELLO SUCCESSIVO. LA TABELLA RIPORTA L'ESEMPIO DI DIBA DELL'OPERAZIONE AL LIVELLO 2: MONTAGGIO BRACCIO SNODATO. OPERAZIONE MONTAGGIO BRACCIO SNODATO LIVELLO 2: LE QUANTITÀ INDICATE SONO DEFINITE VARIABILI (DEVONO ESSERE MOLTIPLICATE PER IL NUMERO DI PRODOTTI FINITI CHE SI VUOLE PRODURRE). NEL CALCOLO DEI PREZZI FINALI DI VENDILA, SI DEVE TENERE CONTO ANCHE DEI COSTI NON SEMPRE DEDUCIBILI DALLA DISTINTA BASE, QUALI: • L'ACQUISTO DELLE MATERIE PRIME E GLI INTERESSI SULLE GIACENZE MEDIE DI MAGAZZINO. • L'AMMORTAMENTO DELLE MACCHINE E ATTREZZATURE. • I TRASPORTI INTERNI. • LE SPESE GENERALI DI PRODUZIONE, DISTRIBUZIONE E MANUTENZIONE. LA FIGURA SEGUENTE RIPORTA IL COMPLESSIVO DEL CRIC PER AUTOVETTURA. 1. COMPONGONO L'ATTREZZO E INDICARE LA LORO FUNZIONALITÀ. 2. COMPILARE LA TABELLA COMPLESSIVO, ATTRIBUENDO A CIASCUN PARTICOLARE LE INFORMAZIONI NECESSARIE (NUMERO, NOME, QUANTITÀ, MATERIALE O SIGLA COMMERCIALE, NOTE, ECC.). 3. FARE LA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA AD ALBERO DELLA DISTINTA BASE, PRECISANDO I LIVELLI E I COEFFICIENTI D'IMPIEGO (QUANTITÀ). PROCEDURA CONSIGLIATA: - CONSIDERARE IL CRIC COME PRODOTTO FINALE PADRE, OTTENUTO CON L'ASSEMBLAGGIO DEI DIVERSI FIGLI. - FARE RIFERIMENTO ALLE FIGURE SEGUENTI. DISTINTA BASE DI UNA CONTROPUNTA ROTANTE LA FIGURA RIPORTA IL DISEGNO COMPLESSIVO DI UNA CONTROPUNTA ROTANTE, UTILIZZATA NELLE LAVORAZIONI AL TORNIO PER SOSTENERE IL PEZZO IN LAVORAZIONE. TUTTE LE INFORMAZIONI GEOMETRICHE E TECNOLOGICHE SONO DESUMIBILI DAI DISEGNI DI PARTICOLARI. IL DISEGNO COMPRENDE UNA SUA DISTINTA, SCHEMATIZZATA IN TABELLA, NELLA QUALE, PER OGNI PARTICOLARE, SONO INDICATI: • IL NUMERO DI RIFERIMENTO. • IL NOME. • LA QUANTITÀ PER UNILÀ DI PRODOTTO. • IL MATERIALE DI COSTRUZIONE PER I SEMILAVORATI. • LA SIGLA PER LE MATERIE PRIME. • I TRATTAMENTI FERMICI E SUPERFICIALI. SI PROCEDE ALL’ELABORAZIONE DELLA DISTINTA BASE CHE SARÀ FATTA A UN LIVELLO RITENUTO OPPORTUNO (QUANTITÀ DI INFORMAZIONI), IN FUNZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE. DOPO UN'ATTENTA ANALISI DEL DISEGNO COMPLESSIVO CHE RAPPRESENTA IL PRODOTTO FINITO, SI PASSA ALLA DEFINIZIONE DEL LAYOUT DI OFFICINA, NECESSARIO PER LA COSTRUZIONE DELLA CONTROPUNTA ROTANTE; ESSO POTREBBE COMPRENDERE I TRE REPARTI, DI SEGUITO ELENCATI, CON I RISPETTIVI CENTRI DI LAVORO COME RAPPRESENTATO NELLA FIGURA: 1. MACCHINE UTENSILI, CON TRE CENTRI DI LAVORO: UNO DI TORNITURA (5), (7), (8), (9), (10) E DUE DI RETTIFICATURA (7) E (10). 2. TRATTAMENTI TERMICI, CON TRE CENTRI DI LAVORO: UNO DI BRUNITURA (5). (8), UNO DI CEMENTAZIONE (7) E UNO DI TEMPRA (7) E (19). 3. ASSEMBLAGGIO E COLLAUDO, CON DUE CENTRI DI LAVORO: UNO DI ASSEMBLAGGIO DEI PARTICOLARI E UNO DI COLLAUDO DEL PRODOTTO FINALE. 1. TRE REPARTI DI LAVORAZIONE: • REPARTO MACCHINE UTENSILI, COMPOSTO DA TRE CENTRI DI LAVORO: -TORNITURA. -RETTIFICATURA ESTERNA. -RETTIFICATURA INTERNA. • REPARTO TRATTAMENTI TERMICI, COMPOSTO DA TRE CENTRI DI LAVORO: -BRUNITURA. -CEMENTAZIONE. -TEMPRA. • REPARTO ASSEMBLAGGIO E COLLAUDO, COMPOSTO DA DUE CENTRI DI LAVORO: - ASSEMBLAGGIO FINALE. - COLLAUDO FUNZIONALE. 2. UN PRODOTTO FINITO: -CONTROPUNTA ROTANTE. 3. DUE SEMILAVORATI: -ALBERO INTERNO. -BUSSOLA ESTERNA. 4. UNA SERIE DI COMPONENTI MATERIALI: -CUSCINETTO A SFERE SKF 4203. -CUSCINETTO REGGISPINTA SKF 51203. -GABBIA A RULLINI SKF RK 101310. -SFERA. 5. LE SEGUENTI LAVORAZIONI: -TORNITURA BOCCOLA (5) (CENTRO TORNITURA). -BRUNITURA BOCCOLA (5) (CENTRO BRUNITURA); -TORNITURA CON SOVRAMETALLO ALBERO (7) (CENTRO TORNITURA). -CEMENTAZIONE ALBERO (7) (CENTRO CEMENTAZIONE). -TEMPRA ALBERO (7) (CENTRO DI TEMPRA); -RETTIFICATURA ALBERO (7) (CENTRO DI RETTIFICATURA ESTERNA). -TORNITURA GHIERA (8) (CENTRO TORNITURA). -BRUNITURA GHIERA (8) (CENTRO BRUNITURA). -TORNITURA ESTERNE INTERNA CON SOVRAMETALLO BUSSOLA (10) (CENTRO TORNITURA); -TEMPRA BUSSOLA (10) (CENTRO TEMPRA). -RETTIFICATURA INTERNA BUSSOLA (10) (C. RETTIFICATURA INTERNA). -RETTIFICATURA ESTERNA BUSSOLA (10) (C. RETTIFICATURA ESTERNA). -ASSEMBLAGGIO FINALE (C. ASSEMBLAGGIO FINALE). -COLLAUDO FUNZIONALE (CENTRO COLLAUDO). LA FIGURA RIPORTA LA DISTINTA BASE. ESSA PUÒ ANCHE ESSERE DIVISA IN TRE DISTINTE BASI, AVENTI COME OUTPUT DELLE PRIME DUE I PRODOTTI FINITI RISPETTIVAMENTE DELL'ALBERO INTERNO (7) E DELLA BUSSOLA ESTERNA (10), CHE COSTITUIRANNO GLI INPUT DELLA TERZA, AVENTE COME OUTPUT IL PRODOTTO FINALE DELLA CONTROPUNTA ROTANTE. LE QUANTITÀ INDICATE NELLA TABELLA SONO VARIABILI E DEVONO ESSERE MOLTIPLICATE PER IL NUMERO DEI PRODOTTI FINITI, (PER FARE TRE PUNTE ROTANTI OCCORRERANNO 9 SFERE).