ERSA_news 04.2009
4-03-2010
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Apicoltura
Moreno Greatti
Laboratorio Apistico Regionale
VESPA VELUTINA: UNA POSSIBILE
MINACCIA PER L’APICOLTURA
DELL’EUROPA MEDITERRANEA
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Con il trasporto di ogni tipo di materiale da un luogo all’altro del pianeta, talvolta vengono involontariamente
introdotti in regioni, stati o continenti organismi viventi
che - giunti in una nuova realtà - possono provocare
danni a uomini, animali o vegetali.
Anche il settore apistico non è esente da simili situazioni
e di esempi ce ne sono stati diversi.
È recente la segnalazione (anno 2005) della presenza
in Francia meridionale di Vespa velutina Lepeletier sottospecie nigrithorax Buysson, vespide diffuso originariamente nel sud-est asiatico (India, Indocina, Cina e
Giava). In Francia, V. velutina sembra sia stata introdotta accidentalmente nel 2004 tramite scatole contenenti ceramiche per bonsai, importate regolarmente
dalla regione cinese dello Yunnan.
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Vespa velutina nigrithorax è facilmente distinguibile dal calabrone
per il colore scuro del
torace e di buona parte
dell’addome (foto Sivic)
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Vespa crabro, il comune calabrone
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Nido di Vespa velutina nigrithorax (foto Sivic)
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La pericolosità di V. velutina è in relazione al
fatto che la specie si nutre di api - abilmente
catturate in volo dagli individui adulti - dalle
quali vengono tratte le proteine assieme agli
zuccheri necessari per l’allevamento della covata e per la sopravvivenza della colonia. Particolarmente gravi possono essere gli attacchi
nella seconda parte dell’estate, con forti ripercussioni sulla forza degli alveari.
Di dimensioni simili a quelle di Vespa crabro
L., il comune calabrone, la Vespa velutina si
distingue tuttavia facilmente per il colore scuro
del torace e di buona parte dell’addome. È dotata di pungiglione, ma, se non disturbata, manifesta scarsa aggressività nei confronti
dell’uomo e degli animali. Analogamente alle
“vespe europee”, la regina feconda di V. velutina è l’individuo svernante che in primavera
fonda una colonia di durata annuale.
Nei territori d’origine, le api asiatiche allevate (Apis cerana) sono in grado di difendersi dagli attacchi di V. velutina. Esse infatti
hanno sviluppato un particolare comportamento di difesa nei confronti della vespa
chiamato “fire ball” (palla di fuoco); in pra-
tica, quando una vespa si trova nelle vicinanze dell’alveare, viene attaccata da più
api, stretta a “gomitolo” e infine uccisa dal
calore prodotto dall’aumento del metabolismo delle api che innalza la temperatura del
“gomitolo” fino a circa 46°C, temperatura letale per la vespa, ma non per le api.
Notevole è invece la pericolosità di V. velutina nei confronti delle api europee che, da
un lato, non sono in grado di difendersi,
dall’altro possono essere catturate a migliaia da una singola vespa nel corso della
sua vita.
Nel sud ovest della Francia sono centinaia
gli alveari che la scorsa estate hanno subito
danni più o meno gravi, mentre è facilmente
ipotizzabile un ampliamento dell’areale di
diffusione di V. velutina che potrebbe interessare anche Spagna e Italia.
Si invitano gli apicoltori che avessero rilevato o che in futuro osservassero attacchi
anomali di “vespe”, a contattare il Laboratorio Apistico Regionale presso il Dipartimento
di Biologia e Protezione delle Piante dell’Università di Udine.
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una possibile minaccia per l`apicoltura dell`Europa