WHITE PAPER La strategia Cloud di Microsoft Azure Sponsored by: Microsoft Giancarlo Vercellino Dicembre 2014 IDC OPINION La Terza Piattaforma sta portando allo sviluppo di un ecosistema di servizi sempre più basato sul Cloud. La sinergia che si viene determinando tra la diffusione di nuovi dispositivi mobili, la proliferazione dei social network, la diffusione di nuove tecnologie per l'analisi di grandi masse di dati strutturati e non, rappresenta un circolo virtuoso che ha nel Cloud il proprio catalizzatore. Lo sviluppo di un nuovo ecosistema richiede che i Vendor riescano a superare le resistenze del mercato proponendo soluzioni che consentano non soltanto di portare nuova efficienza nell'IT, ma fare innovazione e trasformazione aziendale. La realizzazione di tale obiettivo richiede un chiara visione tecnologica e la capacità di rivedere lo stesso modello di business dei Vendor. Il nuovo corso di Microsoft inaugurato da Satya Nadella appare come una delle visioni più lungimiranti di come debbano evolvere i Vendor per fronteggiare le sfide poste dalla Terza Piattaforma. Microsoft Azure è la piattaforma di Cloud Pubblico attraverso la quale Microsoft intende sviluppare la propria strategia coopetitiva negli scenari di mercato emergenti, posizionando sul mercato un ampio portafoglio di offerta basato su Infrastructure-as-a-Service (IaaS) e Platform-as-a-Service (PaaS). La strategia coopetitiva di Microsoft si fonda su tre cardini essenziali: Empowering the Business User. Microsoft Azure mette a disposizione della Line-ofBusiness una pluralità di servizi sempre più avanzati per espandere il ruolo dell'IT in azienda attraverso una gestione sempre più sofistica del dato, degli analytics, della mobilità e dei nuovi dispositivi. Open to Open Software. La collaborazione con la comunità Open Source si sta rivelando cruciale per promuovere la diffusione della tecnologia presso segmenti più ampi del mercato. L'esigenza di mantenere un focus costante sull'innovazione ha consentito a Microsoft Azure di aprire significativamente alle tecnologie Open Source. IT as Utility Business. Gli scenari emergenti richiedono un ripensamento del modello di business dei Vendor, la competizione si sposta dalle applicazioni al servizio e alle infrastrutture. In questa prospettiva, la scelta di aprire Microsoft Azure alle principali applicazioni della concorrenza rappresenta una mossa importante. Dicembre 2014, IDC #IDCWP38W INDICE P. Il Cloud come milieu per l’innovazione 1 Azure e la strategia coopetitiva di Microsoft 4 Empowering the Business User. Cosa succede quando Microsoft democratizza l'IT 6 Open to Open. Cosa succede quando Microsoft apre all'Open Source Software 8 IT as Utility Business. Cosa succede quando Microsoft apre alle terze parti 9 Infrastrutture e partnership: una massa critica di investimenti 10 Conclusioni 10 ©2014 IDC #IDCWP38W ELENCO DELLE FIGURE P. FIGURE 1 La Terza Piattaforma 1 FIGURE 2 Adozione di servizi di Cloud Pubblico nelle imprese europee 3 FIGURE 3 L’architettura di Microsoft Azure 6 ©2014 IDC #IDCWP38W IL CLOUD COME MILIEU PER L’INNOVAZIONE Razionalizzando le diverse tensioni evolutive che hanno caratterizzato il settore ICT negli ultimi decenni a livello internazionale, nella visione tecnologica di IDC (Fig. 1) si evidenziano tre momenti distinti di evoluzione del settore in base alle piattaforme tecnologiche fondamentali che hanno costituito la struttura generale dell'ecosistema: la Prima Piattaforma, fino agli anni '80, dove i principali investimenti del settore erano focalizzati sui mainframe e le tecnologie ICT raggiungevano pochi milioni di individui; la Seconda Piattaforma, tra gli anni '80 e i primi anni Duemila, durante la quale il Personal Computer si afferma come modello dominante e vettore di rapida diffusione della tecnologia presso centinaia di milioni di utenti; la Terza Piattaforma, dai primi anni Duemila ad oggi la diffusione di smartphone e nuovi dispositivi mobili sta al centro del rinnovamento e dell'espansione del settore, che si indirizza verso miliardi di utenti. FIGURE 1 La Terza Piattaforma Source: IDC, 2014 Parallelamente a questo processo di globalizzazione delle capacità hardware e di infrastruttura si sono moltiplicate esponenzialmente le applicazioni disponibili, da poche centinaia a decine di migliaia, per rispondere alle esigenze sempre più specifiche e sofisticate dei più disparati comparti industriali. ©2014 IDC #IDCWP38W 1 Secondo IDC i fattori che stanno agendo da acceleratori nei processi di innovazione dentro e fuori al settore sono il Cloud, la Mobility, gli Analytics e il Social Business, in un processo che rappresenta un circolo virtuoso in grado di sostenersi ed espandersi autonomamente. La diffusione dei dispositivi mobili più diversi, che sono diventati di fatto una infrastruttura fondamentale sia nelle relazioni sociali che professionali, catalizza la diffusione di infrastrutture cloud per rispondere alle esigenze di servizio degli utenti in mobilità. L'intreccio tra mobilità e social network sta determinando un flusso tumultuoso e continuo di dati e informazioni che vengono prodotti non soltanto da dispositivi mobili, ma da oggetti di qualsiasi tipo che integrano sensori capaci di registrare e trasmettere qualsiasi parametro personale e ambientale, mettendo a disposizione una quantità sempre più ampia di dati che rappresentano la vera nuova materia prima del Terziario Avanzato, purché si disponga di tecnologie per analizzarli e intuito di business. Nello scenario che si viene determinando, seppure a macchie di leopardo, a livello nazionale e internazionale, si osserva un ecosistema dove l’informazione e la capacità di elaborazione e comunicazione sono ubiquamente pervasive, e la value chain delle imprese di qualsiasi settore si espande sempre di più cogliendo le opportunità che via via si generano per creare valore attraverso l'informazione, con impatti sulle aziende che in taluni casi risultano in trasformazioni radicali del modello di business. In questa prospettiva, il Cloud rappresenta il milieu tecnologico in cui si ibridano soluzioni e tecnologie diverse per fare innovazione tecnologica localizzata. Dal punto di vista empirico, osservando le proposizioni commerciali che si vanno moltiplicando sul mercato da diversi anni, IDC ha prodotto un’ampia mappatura del fenomeno Cloud a livello internazionale. Di fatto, sotto una semplice etichetta commerciale si nasconde un’ampia articolazione di fenomeni, sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo. In estrema sintesi, e senza alcuna pretesa di esaurire il tema, emergono almeno due distinte classificazioni del fenomeno: da una parte una classificazione del Cloud in base alla posizione nello stack dei servizi (e quindi la distinzione tra Infrastracture-as-a-Service, Platform-as-a-Service e Software-as-aService), dall’altra una classificazione in base alla localizzazione del data center (e quindi la distinzione tra Cloud Pubblico, Privato e Ibrido). A livello globale, una parte sempre più importante della spesa IT si sta progressivamente spostando verso soluzioni e architetture di tipo Cloud. Sebbene in valore assoluto, in termini di valore monetario della spesa, il Cloud si possa considerare un epifenomeno rispetto al corso complessivo della spesa IT (sebbene con crescita a doppia cifra), molto più significativo appare il suo impatto in termini di adozione complessiva (Fig. 2, oltre il 60% delle imprese europee ha già adottato almeno tre distinti servizi di Cloud Pubblico, in Italia oltre il 70% ne impiega almeno uno), evidenziando un potenziale estremamente significativo di spiazzamento della spesa IT tradizionale (con effetti imprevedibili e ad ampio spettro, dall’hardware ai servizi), non soltanto per le imprese più consolidate, ma soprattutto per le start-up e il new business: in questa prospettiva, il Cloud potrebbe rappresentare lo standard dei sistemi informativi delle imprese del prossimo decennio e dunque si potrebbe assistere a un rapido mutamento di quelli che sono i criteri di valutazione che portano i decision makers a valutare il trade-off tra infrastrutture on-premise e on-cloud. ©2014 IDC #IDCWP38W 2 FIGURE 2 Adozione di servizi di Cloud Pubblico nelle imprese europee 100% 8,7% 10,9% 3,0% 9,3% 90% 8,0% 16,8% 12,8% 16,3% 80% 13,0% 12,3% 7,9% 13,3% 70% 11,6% 60% 16,7% 12,8% 12,9% 14,7% 12,9% 10,5% 11,8% 20% da 10 a 14 14,6% 15,9% 11,6% 10,0% 25,0% 22,8% 22,9% Francia Germania Italia da 7 a 9 da 5 a 6 10,6% 8,8% 6,8% da 1 a 2 Zero 34,6% 10% 14,6% 15 e oltre da 3 a 4 12,0% 12,2% 18,7% 15,0% 15,8% 30% 12,6% 11,9% 15,1% 40% 15,9% 11,0% 12,2% 50% 12,0% 12,3% 9,6% 29,0% 26,4% 23,9% Paesi Nordici Spagna Gran Bretagna 0% Paesi Bassi Source: IDC, European End-User Software Survey, n=700, 2014 Come premesso in merito all’eterogeneità tecnologico e organizzativa del fenomeno, la tipologia specifica di Cloud non è un fattore ininfluente nelle valutazioni aziendali. Secondo le ultime ricerche condotte da IDC sul fenomeno del Cloud a livello internazionale (IDC CloudTrack survey settembre 2013, European End-User Software Survey, 2014), confermata anche dalle indagini campionarie condotte da IDC sul mercato italiano (IDC Italy, survey marzo 2014), si desume una sostanziale differenza dei fattori inibitori ed abilitanti in base alla tipologia di Cloud: Cloud Pubblico Inhibitors: le principali incertezze rimangono legate alla sicurezza e alla localizzazione del dato (evidenziato come una criticità essenziale da oltre metà dei rispondenti), all’eccesso di standardizzazione delle soluzioni che molto spesso collide con esigenze molto specifiche di conformità normativa (circa un terzo dei rispondenti), seguito dalle incertezze sugli SLA e l’assistenza complessivamente prestata dai Vendor e dai loro Partner in termini di supporto e servizi (meno di un terzo dei rispondenti). Drivers: approfondendo il tema dei fattori che inducono a una trasformazione dell’architettura IT in una dimensione Cloud, gli elementi che emergono con maggiore costanza sono una maggiore rapidità di accesso all’innovazione tecnologica realizzata dai partner tecnologici e dalle terze parti (indicato da due rispondenti su cinque con riferimento all’upgrade automatico delle soluzioni), l’immediata disponibilità di strumenti per creare nuovi prodotti e servizi, la possibilità di razionalizzare il budget IT ottimizzando l’impiego delle risorse disponibili (a questo obiettivo di fondo viene subordinata qualsiasi riflessione relativa al pricing a consumo e alla traslazione da capex a opex). ©2014 IDC #IDCWP38W 3 Cloud Privato Inhibitors: le principali incertezze si rivolgono ad altre dimensioni, come la scarsa trasparenza complessiva nel costo delle soluzioni, l’indisponibilità di infrastrutture adeguate per rispondere alle esigenze prestazionali delle applicazioni critiche (entrambe circa un terzo dei rispondenti), mentre sono molto meno legate alla sicurezza complessiva delle soluzioni (che si riduce a meno di un terzo dei rispondenti e si riferisce ad alcune configurazioni specifiche in cui le macchine risiedono fuori dal perimetro aziendale). Drivers: i fattori abilitanti che guidano l’adozione di soluzioni Cloud convergono più ordinatamente su alcuni temi consolidati, come la necessità di semplificare e standardizzare l’IT aziendale (quasi la metà dei rispondenti), l’esigenza di migliorare la produttività dello staff IT congiuntamente a processi più generali di razionalizzazione della spesa, l’opportunità di mobilizzare le risorse IT sulla base di meccanismi precisi di chargeback, costi standard e prezzi di trasferimento. In molti contesti organizzativi, la dicotomia tra Cloud Pubblico e Privato viene risolta adottando un approccio intermedio tra infrastrutture on-premise e on-cloud, determinando una architettura di Cloud Ibrido che nel complesso consente di mitigare almeno in parte alcune delle criticità che contraddistinguono propriamente le categorie contrapposte. Lo sviluppo di un ecosistema di servizi basato sul Cloud richiede che i Vendor riescano a superare le diffidenze del mercato proponendo soluzioni che consentano non soltanto di portare efficienza, ma fare innovazione e trasformazione aziendale. In questa fase del mercato, caratterizzato da tensioni internazionali e crisi strutturali delle economie, appare più che mai indispensabile ripensare le strategie per andare oltre le azioni tradizionali di business development e sviluppare sinergie comuni per il market development. Sotto questo aspetto, come si vedrà nelle prossime sezioni in merito ad Azure, il nuovo corso di Microsoft inaugurato da Satya Nadella appare come una delle visioni più lungimiranti nel settore. AZURE E LA STRATEGIA COOPETITIVA DI MICROSOFT Sin dalle prime dichiarazioni di febbraio e marzo 2014, è emerso subito con evidenza la consapevolezza di Satya Nadella di promuovere una nuova strategia che coniugasse, da un lato, continuità e sviluppo operativo degli asset tecnologici costituiti da Microsoft in oltre trent'anni di attività, e, dall'altro, innovazione e un nuovo modus operandi, indispensabili per crescere in un ecosistema IT che è cambiato con una celerità straordinaria nell'ultimo decennio. La strategia "Mobile-first, Cloud-first" rappresenta un nuovo principio per comprendere un mercato dominato da device sempre più multiformi e servizi di informazione sempre più pervasivi. Nel processo di consumerizzazione dell'IT divengono sempre meno significative molte di quelle categorie tradizionali che distinguevano tra piattaforme di sviluppo, prodotti IT e prodotti per gli utenti finali. "Mobile-first, Cloud-first" non rappresenta soltanto un nuovo mantra aziendale, ma una strategia di sviluppo in un ecosistema di mercato basato su "ubiquitous computing" e "ambient intelligence". Nell'ambito di una tale visione complessiva del prossimo futuro, Microsoft ha proseguito incessantemente i propri sforzi di sviluppo prodotto secondo una roadmap che negli ultimi sei mesi ha trasformato profondamente la piattaforma complessiva delle soluzioni aziendali, inaugurando un modello di strategia coopetitiva che sta conseguendo risultati senza dubbio significativi (basti ©2014 IDC #IDCWP38W 4 pensare al rilascio di Office su IoS nel marzo di quest’anno, scaricato 12 milioni di volte in sette ore da iTunes). La strategia coopetitiva di Microsoft si fonda su tre cardini essenziali: Empowering the Business User. Democratizzazione dell'IT, ovvero, trasformazione dell'IT da black-box a uso prevalente del dipartimento IT per la gestione dei sistemi informativi aziendali a strumento di business transformation nelle mani della Line-of-Business (LOB). L’obiettivo di Microsoft è quello di trasformazione una black-box in una scatola di Lego a disposizione di chiunque in azienda abbia l’intuito per mettere insieme i pezzi in modo nuovo. Open to Open Software. Gli ultimi decenni di storia dell'IT hanno mostrato quanto l'innovazione nel settore sia sempre più spesso il risultato di un processo di sviluppo autonomo e distribuito affidato a comunità di sviluppatori che trascendono i consueti confini aziendali e nazionali. La collaborazione con questa comunità si sta rivelando cruciale per Microsoft. IT as Utility Business. Un aspetto centrale che consente a Microsoft una sempre maggiore apertura delle piattaforme, infrastrutture e servizi anche alle principali soluzioni della concorrenza deriva da un mutamento di prospettiva: nel nuovo ecosistema i tradizionali operatori competono sempre più spesso come imprese che erogano servizi attraverso la propria rete di infrastrutture, come le tradizionali utility dell’energia, del gas, dell’acqua, dell’elettricità: in questo caso il bene sono i servizi ad alto contenuto di informazione e conoscenza. Azure è la piattaforma di Cloud Pubblico attraverso la quale Microsoft intende sviluppare la propria strategia coopetitiva negli scenari di mercato emergenti, posizionando sul mercato un ampio portafoglio di offerta basato su Infrastructure-as-a-Service (IaaS) e Platform-as-a-Service (PaaS). I servizi per il calcolo, l’archiviazione, la gestione ed elaborazione dati, lo sviluppo applicativo, sono concepiti per consentire l’espansione del data center aziendale in un Cloud Ibrido dove creare e gestire applicazioni, distribuire servizi dentro e fuori il perimetro aziendale, promuovere nuovi modelli di produttività e fare innovazione. La strategia di Microsoft si rivela aggressiva tanto sul piano collaborativo, quanto sul piano competitivo, proponendo un pricing del servizio basato sui minuti di consumo e garantendo l’impegno di allinearsi ai prezzi della concorrenza per i servizi di base. ©2014 IDC #IDCWP38W 5 FIGURE 3 L’architettura di Microsoft Azure Source: Microsoft (per maggiori referenze: http://azure.microsoft.com/en-us/documentation/infographics/azure/) Empowering the Business User. Cosa succede quando Microsoft democratizza l'IT La grande sfida che si pone di fronte ai Vendor nei prossimi anni è quella di mettere a disposizione tecnologie che consentano di trasformare il dato in un nuovo fattore produttivo su cui qualunque azienda possa costruire valore. Non è soltanto una sfida tecnologica, quella di rendere sostenibili e alla portata di tutti le soluzioni tecnologiche più avanzate, ma è soprattutto una sfida organizzativa, perché richiede una sensibilità che molto spesso taglia trasversalmente diversi dipartimenti aziendali, senza risiedere necessariamente in nessuno. I prodromi dello scenario emergente si possono cogliere nella moltiplicazione di casi studio dove l'attore centrale dei processi di trasformazione aziendale è sempre più spesso la Line-of-Business: in tutti questi casi, l'IT non svolge più soltanto una funzione di supporto, ma diventa strumento per portare l'innovazione al centro del core business aziendale. Proponendo una classificazione di massima, esistono almeno due grandi categorie di servizi e di strumenti che Microsoft Azure mette a disposizione della Line-of-Business per espandere la capacità dell’IT: da una parte, i servizi di analytics per i nuovi paradigmi dell’Internet industriale, dall’altra, i servizi per fare spazio alla mobilità e alla consumerization. Servizi per l'espansione dell'IT all'Internet-of-Things Big Data analytics. Microsoft Azure comprende una piattaforma di servizi di Big Data per la gestione dei dati nativi cloud. La soluzione HD Insight, che include soluzioni come Apache HBase e Apache Storm, ed è integrabile con l'appliance Microsoft ©2014 IDC #IDCWP38W 6 Analytics Platform Solution, consente di scalare le esigenze di analisi fino all'ordine del petabyte senza nessun investimento hardware. Real-time analytics. Microsoft Azure ospita una piattaforma di servizi di real-time intelligence articolata su componenti distinti: Event Hubs, l'applicazione capace di registrare milioni di eventi al secondo provenienti da qualsiasi dispositivo; Stream Analytics, lo strumento di correlazione che procede all'analisi in tempo reale di flussi multipli; Data Factory, la piattaforma che integra dati provenienti da fonti e perimetri diversi in una logica di business, creando le strutture dati complesse per l'analisi. Predictive analytics. Microsoft Azure mette a disposizione una piattaforma per l'apprendimento automatico, Machine Learning Studio, basata su tecnologie sviluppate da Microsoft Research e integrata con oltre 350 pacchetti dei principali software di analisi statistica (es. R), consentendo a imprese di qualsiasi dimensione di sviluppare servizi predittivi avanzati in base alle loro specifiche aree di competenza industriale. Sebbene in talune occasioni alcune applicazioni legate ai Big Data e all’Internet-of-things possano sembrare prospettive esclusivamente futuribili, di fatto nel repository dei casi studio di Microsoft è possibile cogliere molti spunti applicativi concreti a diversi livelli di maturazione, dalle sperimentazioni e i proof-of-concept, fino a vere e proprie implementazioni in ambito aziendale e industriale. Esistono già diversi casi studio da guardare con attenzione, forse il più interessante è il lavoro fatto per la London Underground, che ha consentito l'automazione del monitoraggio della metropolitana londinese, affidato a migliaia di sensori e telecamere, gestendo l'enorme mole di dati generati attraverso Azure. Invece, in un differente contesto come quello sanitario, attraverso l'impiego di HDInsight per l'analisi di sei anni di dati, il Leeds Teaching Hospital ha scoperto che su alcune prestazioni diagnostiche non accuratamente registrate non stavano procedendo correttamente con i rimborsi sanitari. Ancora un altro esempio: nell'ambito della distribuzione di prodotti alimentari, la JJ Food Service ha migliorato il processo di customer service impiegando Azure Machine Learning Studio per precompilare la shopping list dei clienti, non soltanto evitando ai clienti il laborioso compito di riempire il basket case, ma aggiungendo raccomandazioni rilevanti per ulteriori acquisti, con un impatto positivo in termini di customer retention. Servizi per l'espansione dell'IT alla mobilità e alla consumerization Cryptography & protection policies. Microsoft Azure mette a disposizione Right Management Services per consentire una gestione della sicurezza centrata sui documenti specificando chi ha diritto di accedere, quando e come, un aspetto essenziale quando informazioni sensibili circolano in ambienti sempre più eterogenei caratterizzati da livelli di sicurezza variabili, riducendo il rischio che la distribuzione accidentale di documenti comprometta il vantaggio strategico dell'impresa e la conformità alle normative vigenti. Identity & access management. Microsoft Azure comprende Active Directory Premium, il servizio di autenticazione multi-fattore per semplificare l'identificazione degli utenti in ambienti ibridi (Windows, IoS, Android, etc.) e consentire l'accesso a una federazione di oltre 2000 servizi cloud (da quelli più comuni come Dropbox, Salesforce, fino alle soluzioni emergenti che si rendono via via disponibili presso gli app-stores). Una parte ©2014 IDC #IDCWP38W 7 sempre maggiore dei task di gestione può essere gestita direttamente dalla Line-ofBusiness, come ad esempio il cambiamento della password e la gestione delle credenziali di gruppo, per realizzare la massima flessibilità di gestione. Mobile device management. Azure ospita Microsoft Intune, un servizio per la gestione applicativa su qualsiasi dispositivo espandendo la produttività aziendale ai più disparati scenari d'uso attraverso qualsiasi punto di accesso attraverso il portale di self-service: le applicazioni, le risorse e i dati aziendali diventano accessibili attraverso gli strumenti più familiari agli utenti finali, pur preservando rigorose policy di sicurezza sulle informazioni aziendali. Anche per i servizi legati alla mobilità e alla consumerization dal repository di Microsoft emerge una casistica di imprese che stanno procedendo più o meno speditamente in quei processi di trasformazione aziendale in cui il Cloud diventa una fattore essenziale per adattarsi a nuovi requisiti di mercato. La mobilità in sicurezza dei sistemi informativi è diventata un tema centrale per qualsiasi settore dove il capitale umano ha un ruolo centrale: ad esempio, una realtà dell'ingegneria civile e delle costruzioni come The Walsh Group, per garantire la massima sicurezza nell'espansione dei servizi IT ai suoi oltre 5000 dipendenti dislocati tra diverse sedi e diversi cantieri nel mondo si è rivolto alla Active Directory Premium. Nell'ambito dell'aviazione civile, operatori come EasyJet si trovano ad affrontare analoghi problemi rivolgendosi ai servizi che compongono la Active Directory per garantire i maggiori livelli possibili di sicurezza. Oltre alla sicurezza, l’intero processo di booking e reservation, dalla ricerca del volo alla prenotazione del posto e l’acquisto del biglietto, sono gestiti in modalità ibrida su Microsoft Azure, assicurando agli utenti la massima disponibilità di informazioni in tempo reale. La sensibilità del mercato sia rispetto al tema della privacy che della sicurezza ha portato Microsoft a espandere la conformità delle infrastrutture di Azure attraverso un ampio portafoglio di certificazioni (ISO/IEC 27018, ISO/IEC 27001, SOC 1 and SOC 2 SSAE 16/ISAE 3402, UK GCloud, HIPAA BAA, EU Model Clauses, Singapore MTCS Standard, FedRAMP, PCI DSS, Australia IRAP): in modo particolare, lo standard ISO/IEC 27018 definisce lo standard per il trattamento dei dati personali nelle infrastrutture cloud, stabilendo regole precise in merito alla restituzione, al trasferimento e alla eliminazione sicura dei dati personali. Open to Open. Cosa succede quando Microsoft apre all'Open Source Software Dopo decenni di focalizzazione, se non esclusiva quantomeno prevalente, su una traiettoria tecnologica autonoma, indipendente e talvolta agli antipodi del software libero, il nuovo corso di sviluppo di Microsoft inaugurato da Nadella prende atto del ruolo fondamentale che l'Open Source ha avuto nello sviluppo del settore, andando ben oltre una semplice apertura di principio di Azure alle esperienze della comunità degli sviluppatori, ma adottando una modello di innovazione che sotto diversi aspetti si avvicina all'Open Innovation. Perseguendo l'obiettivo di rendere Azure una piattaforma su cui sia possibile fare innovazione venendo incontro alle competenze, alle esperienze e alla sensibilità degli sviluppatori, Microsoft ha operato una ampia integrazione dello stack Open Source, rendendo disponibile su Azure circa una settantina di applicazioni, linguaggi e frameworks diversi, tra cui distribuzioni Linux (es. Suse, Ubuntu, CoreOS, CentOS, Debian), ©2014 IDC #IDCWP38W 8 application server (es. Apache, Tomcat), database di riferimento (es. MySQL, CouchDB, MongoDB) e distribuzioni Hadoop (es. Hortonworks Data Platform), Content Management Systems (es. Liferay, Wordpress, Drupal, Joomla) soluzioni verticali (es. Moodle per l'eLearning, Spree e Magento per l'eCommerce) frameworks e ambienti di sviluppo (ed. Eclipse, Mantis, Symfony) linguaggi come Java, PHP, Node.js, Ruby, Python, Django. L'Open Source rappresenta una mossa importante nella strategia di Microsoft per lo sviluppo di un multi-sided market dove l'innovazione sia sempre più aperta, distribuita e collaborativa: di fatto si rivela una leva altamente funzionale allo sviluppo di un ecosistema collaborativo di partner composto da Independent Software Vendors, Value-added Resellers e System Integrators che fanno sviluppo e innovazione su Azure impiegando gli strumenti che catalizzano l'attenzione della comunità internazionale (con risultati peraltro importanti, circa il 35% del business complessivo della piattaforma deriva dalle loro soluzioni). IT as Utility Business. Cosa succede quando Microsoft apre alle terze parti Un aspetto centrale della strategia inaugurata da Microsoft nell'ultimo anno è la progressiva e sempre maggiore apertura delle piattaforme e infrastrutture di Azure alle applicazioni della concorrenza, stabilendo una serie di accordi strategici con i principali operatori internazionali: ecco che su Azure diventa possibile portare gran parte del software SAP (Business Suite Software, Business All-in-One, HANA Developer Edition, Netweaver dalla versione 7 in avanti), Oracle (Java, Oracle Database e Oracle WebLogic Server) e IBM (WebSphere Liberty, MQ, DB2). La strategia si estende ben al di là del solo livello applicativo, istruendo anche la mutua collaborazione a livello middleware, con l'obiettivo di fare della Microsoft Cloud Platform un ambiente di sviluppo eterogeneo. Infatti, nella roadmap di Microsoft è prevista la proposizione di servizi per la replicazione delle macchine virtuali, consentendo una ulteriore espansione della possibilità di impiegare il cloud pubblico come un vero e proprio "playing ground" dove IT e LOB possono sperimentare e fare innovazione nella massima autonomia e indipendenza. Evidenziando in estrema sintesi gli aspetti salienti su cui si basa la strategia coopetitiva di Microsoft, emergono due principi fondamentali a cui si fa affidamento per lo sviluppo organico di un ecosistema cloud quanto più vitale possibile: Portabilità delle licenze. Per consentire la mobilità di applicazioni/ piattaforme nell'emergente ecosistema cloud, un aspetto centrale degli accordi di collaborazione con gli altri Vendor consiste nella mutua apertura delle rispettive infrastrutture alle licenze dei concorrenti così da semplificare i processi di transizione tra on-premise e cloud, e tra cloud differenti. I meccanismi di licensing delle applicazioni/ piattaforme è del tutto separato da quello delle infrastrutture: così i clienti che dispongono di licenze on-premise di SAP, Oracle, IBM potranno distribuirle su Azure in conformità ai criteri delle rispettive licenze cloud, mantenendo del tutto inalterati i meccanismi standard di pricing e servizio dell'infrastruttura Azure sottostante. Sostegno ai modelli Cloud-first. Per facilitare i processi di business transformation, talvolta ostacolati dall'inevitabile inerzia organizzativa legata alla gestione di progetti complessi, sul marketplace di Azure sono disponibili immagini preconfigurate delle applicazioni SAP, ©2014 IDC #IDCWP38W 9 Oracle e IBM con le configurazioni standard più comuni. Se si considera la disponibilità di tale opzione con la semplice modalità di self-provisioning in sei passi, si comprende il potenziale valore di simili iniziative come catalizzatori dei processi di trasformazione aziendale e diffusione del cloud nel mercato italiano. In merito al supporto, un modello di collaborazione così stretto con altri operatori, porta necessariamente Microsoft a intervenire in modo significativo sulle tradizionali modalità di ingaggio e di servizio per costruire sinergie con i diversi partner, operando in taluni casi come punto di contatto primario, in altri come supporto indiretto. Il puzzle della strategia Microsoft prende forma mettendo insieme le diverse componenti emerse finora. In uno scenario di mercato poi non così futuribile, alcuni operatori IT cercheranno di trasformare il proprio business evolvendo da un modello di competizione basato su licenze software a un modello basato su livelli di servizio: la competizione si sposterà progressivamente sulle infrastrutture cloud, adottando un modello di business sotto diversi aspetti assimilabile a quello delle utilities. Infrastrutture e partnership: una massa critica di investimenti La realizzazione di una strategia di così ampia portata ha richiesto un esteso investimento da parte di Microsoft nella creazione di una rete di infrastrutture e di alleanze a livello globale. La Cloud OS Network è un consorzio globale di Cloud Service Providers che operano sulla Microsoft Cloud Platform per servire le esigenze dei clienti a livello locale nelle singole nazioni. La rete comprende circa una settantina di partner per oltre cinquanta paesi (in Italia alla data odierna sono elencati Telecom Italia, Aruba, Dedagroup, Lepida). Dopo oltre 15 miliardi di dollari di investimenti per la propria infrastruttura cloud, la rete di datacenter di Microsoft è operativa in 17 regioni diverse a livello globale con un portfolio che comprende oltre 100 datacenter e circa un milione di server (in Europa sono presenti i datacenter di Dublino e Amsterdam). Nella necessità di garantire livelli di servizio ancora più qualificati, per servire esigenze particolari in termini di affidabilità, disponibilità, sicurezza e latenza delle comunicazioni, Microsoft ha costituito un network di partner globale per i servizi di connettività privata. Il servizio Express Route comprende i principali operatori TLC e CDN, tra cui si ricordano AT&T, Equinix, Level3, Verizon, Orange e, per il mercato italiano, BT. Con Express Route le imprese hanno la possibilità di estendere agevolmente il proprio datacenter proiettandosi in una modalità ibrida che integra sia infrastrutture on premise che on cloud. CONCLUSIONI Come evidenziato nella premessa e come osservato studiando il caso di Microsoft Azure, la diffusione di nuove forme di IT procurement sta rapidamente portando alla maturazione di inediti modelli industriali, e non soltanto nel comparto dell'Information Technology. Nel medio termine si osserverà sempre più chiaramente una netta tensione competitiva tra ecosistemi basati sulle piattaforme di Cloud Pubblico sviluppate dai principali Vendors. Da un lato, la necessità di valorizzare gli investimenti in infrastrutture, dall'altro, la necessità di progredire verso modelli di business che oltrepassano la semplice remunerazione delle licenze software, porterà alla creazione di numerosi multi-sided market attraverso i quali gli interlocutori più diversi, dagli IT manager alla Line-of-Business, dagli sviluppatori freelance agli End-User, potranno negoziare ©2014 IDC #IDCWP38W 10 punto per punto su servizi e applicazioni. In tale scenario, lo sviluppo di servizi basati sul Platformas-a-Service e sull'Infrastructure-as-a-Service rappresentano le fondamenta di un settore che sarà completamente rinnovato nel giro di un decennio. La ristrutturazione dell'Information Technology porterà allo sviluppo di nuovi ruoli nell'ecosistema del Cloud: molti Vendors diventeranno Cloud Service Enablers, mettendo a disposizione ecosistemi di servizio basati sulle rispettive piattaforme Cloud, attraverso i quali le singole imprese finali potranno sviluppare applicazioni e servizi da proporre sul mercato, posizionandosi come Cloud Service Providers. I diversi operatori che operano nella System Integration e nel canale diventeranno Cloud Service Brokers, assumendo un ruolo sempre più consulenziale nell'indirizzare le imprese verso gli ecosistemi in competizione che meglio rispondono alle rispettive esigenze e necessità. La vera grande scommessa del settore consiste nella capacità delle imprese finali di espandere la propria catena del valore, affiancando accanto al core business tradizionale una serie di attività produttive, in senso lato, centrate sull'elaborazione dell'informazione e l'erogazione di servizi ad alto contenuto di conoscenza. Quante imprese saranno capaci di progredire da un impiego contingente del Cloud a una vera e propria trasformazione in Cloud Service Providers? Secondo IDC (CloudTrack Survey 2013), circa il 7% delle imprese sta facendo del Cloud un processo aziendale perfettamente integrato e ottimizzato per fare innovazione. ©2014 IDC #IDCWP38W 11 Chi è IDC IDC (International Data Corporation) è il primo gruppo mondiale specializzato in ricerche di mercato, servizi di consulenza e organizzazione di eventi nei settori dell’Information Technology, delle telecomunicazioni e della tecnologia consumer. IDC, sulla base di elementi concreti e analisi di fatto, aiuta i professionisti IT, i dirigenti aziendali e la community degli investitori a prendere decisioni tempestive ed efficaci su acquisti e strategie di business. Oltre 1100 analisti di IDC in 110 Paesi del mondo mettono a disposizione a livello globale, regionale e locale la loro esperienza e capacità circa le opportunità e tendenze della tecnologia e dell’industria. Da 50 anni, IDC fornisce analisi strategiche per aiutare i propri clienti a raggiungere i loro principali obiettivi di business. IDC fa parte del gruppo IDG, società leader a livello mondiale nel settore dell’editoria, della ricerca e degli eventi in ambito tecnologico. IDC Italy Viale Monza, 14 20127 Milano, Italia +39.02.28457.1 Twitter: @IDCItaly idc-insights-community.com www.idcitalia.com Copyright Notice This IDC research document was published as part of an IDC continuous intelligence service, providing written research, analyst interactions, telebriefings, and conferences. Visit www.idc.com to learn more about IDC subscription and consulting services. To view a list of IDC offices worldwide, visit www.idc.com/offices. Please contact the IDC Hotline at 800.343.4952, ext. 7988 (or +1.508.988.7988) or [email protected] for information on applying the price of this document toward the purchase of an IDC service or for information on additional copies or Web rights. Copyright 2014 IDC. Reproduction is forbidden unless authorized. All rights reserved.