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Spedizione in abbonamento postale, 70%, filiale di Venezia.
Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 9 · N. 28 · Aprile 2003
EDITORIALE: UNA BANCA
A RESPONSABILITÀ SOCIALE
ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
VENETA S TAMPI
S AN DONÀ: A QUASI
UN ANNO DALL’ APERTURA
S AN MARCO:
LE MONETE
DI «EUROLANDIA »
FATTI
ED AVVENIMENTI
LA FRITTATA
Varmo
Morsano
al Tagliamento
Sesto
al Reghena
Meduna
di Livenza
Gorgo
al Monticano
Motta
di Livenza
Pramaggiore
Cinto
Caomaggiore
Cordovado
Gruaro
Teglio Veneto
Portogruaro
Annone
Veneto
Concordia
Sagittaria
Chiarano
Cessalto
Ronchis
Palazzolo
dello Stella
Latisana Precenicco
Fossalta
di Portogruaro
S. Michele
al Tagliamento
Lugugnana
di Portogruaro
Marano
Lagunare
Pertegada
Cesarolo
S. Stino
di Livenza
Salgareda
Ceggia
Noventa
di Piave
Fossalta
di Piave
Torre
di Mosto
Lignano
Sabbiadoro
*
Bibione
S. Donà
di Piave
Musile di Piave
*
Caorle*
Sede: Fossalta
Eraclea
di Portogruar
Jesolo
SOMMARIO
Bibione
Una Banca
a responsabilità sociale
di Vittorio Canciani Battain
3
Conosciamoci meglio.
Latisana: capitale della bassa
friulana
di Franco Romanin
6
San Donà: buoni risultati
a quasi un anno dall’apertura
di Luciano Sandron
8
Le monete di «eurolandia»:
curiosità nel secondo anno
di uso corrente
di Franco Romanin
9
Attività produttive.
Veneta Stampi: imprenditoria
a Nordest
di Luciano Sandron
10
San Marco e la tradizione
della fortaia
di Franco Romanin
12
Premi allo studio:
riconoscimento all’impegno
13
In breve: fatti ed avvenimenti
di Flavio Ineschi, Fernando Celotto,
Nello Gobbato, Ellesse
14
Caorle
Ceggia
Cesarolo
Cessalto
Gruaro
Latisana
Lugugnana di Portogruaro
Motta di Livenza
Pertegada
Portogruaro
San Donà di Piave
Teglio Veneto
Anno 9 · N. 28 · Aprile 2003
In copertina: primavera
Foto: Fotoreporter di Vinicio Scortegagna.
N.B. Le foto interne sono di: Fotoreporter
di Vinicio Scortegagna, Foto Ottica Franceschetto,
Archivio Banca S. Biagio del Veneto Orientale
e privati.
Editr ice: Banca S. Biagio
del Veneto Orientale
Viale Venezia, 1
Fossalta di Portogruaro/Ve
Telefono 0421/249811
Telefax 0421/789804
Reg. Trib. di Ve
n. 1206 del 22.11.1995
Dir ettor e gener ale:
Vittorio Canciani Battain
Gr afi ca ed impaginazione:
Janna/Pn
Stampa: Tipolito Geromin
Fossalta di Portogruaro/Ve
Dir ettor e r esponsabile:
Luciano Sandron
Comitato di r edazione:
Franco Anastasia · Nello Gobbato
Bruno Mares · Franco Romanin
Segr eter ia di r edazione:
Marina Presotto · Tel. 0421/249811
e-mail: [email protected]
www.bancasanbiagio.it
Distribuzione gratuita
o
Un anno, il 2002 appena trascorso, caratterizzato da brillanti risultati per la «S. Biagio». Conseguenza di scelte e di eventi che
hanno ancora una volta confermato la qualità delle strategie intraprese dal nostro Istituto.
Prima fra tutte l’aumento dei
Soci che nel 2002 da 5.008 sono
passati a 5.958 unità. L’incremento è dovuto ai 550 Soci provenienti dalla Banca di Credito nuove, verso cambiamenti indiCooperativo Sud Friuli incorpora- spensabili nella funzione di una
ta dalla «S. Biagio» (che con la banca che guarda seriamente al
prossima apertura di Lignano futuro. Ciò dimostra che è possiSabbiadoro porta a 15 le Filiali bile la coesistenza di eticità e risul territorio), ma anche da una torno economico.
adesione spontanea frutto di una
Il prodotto etico della Banca
politica commerciale fatta è consistito nell’emissione di un
di prodotti esclusivi, personalizza- prestito obbligazionario di 500
ti, studiati appositamente a condi- mila euro della durata triennale
zioni economiche particolari, una che prevede, in collaborazione
politica che ha sempre messo con i clienti, il versamento autoe mette il socio, linfa vitale per matico del 50% degli interessi
una banca cooperativa, e il suo all’Associazione Onlus «Il Gabbenessere come condizione prio- biano Jonathan».
ritaria della sua stessa esistenza.
A questa iniziativa, che interLa figura del Socio si lega preta gli scopi morali di una parte
idealmente all’atdell’attività della «S.
tività della Banca Sollecitati dalla sensibilità Biagio», ne vanno
di cui il Bilancio dei Soci è stato riservato
aggiunte sempre a
Sociale è espres- nello scorso esercizio un
corredo del Bilansione primaria,
cio Sociale altre fra
occhio di riguardo ad
una specie di fiole quali le Borse di
re all’occhiello iniziative particolari come studio a favore dei
che chiarisce gli i prodotti etici...
soci e dei loro figli,
intenti etici e di
un intervento atconseguenza operativi di un traverso la Caritas diocesana di
Istituto di credito come il nostro Pordenone finalizzato alla cocon il suo ruolo sociale, indispen- struzione di un pozzo nello
sabile oggi nel tipo di trasforma- Zimbabwe, nonché un intervento
zione cui le società occidentali a favore della ristrutturazione della
stanno andando incontro.
Parrocchia di S. Margherita Regina
Sollecitati dalla sensibilità dei di Villanova e il sostegno per l’alSoci è stato riservato nello scorso lestimento della mostra a Latisana
esercizio un occhio di riguardo sulla vita e l’opera della fotografa
ad iniziative particolari come i friulana Tina Modotti.
prodotti etici. Il valore di questi
Con questi presupposti acprodotti testimonia, coniugato al- quistano ancora più valore i risull’utile d’esercizio di oltre 3 milioni tati positivi dell’esercizio 2002; oldi euro, la spinta verso qualità tre all’accennato utile di esercizio,
3
si evidenzia un incremento della
raccolta diretta che si è attestata a
304 milioni di euro (superando di
2 punti percentuali la crescita media delle banche di Credito
Cooperativo regionali). La raccolta indiretta ha raggiunto i 169 milioni di euro, gli impieghi hanno
superato i 200 milioni di euro
(+27,26%), il patrimonio netto si è
attestato a 35 milioni di euro ed il
margine di intermediazione ha
evidenziato un incremento del
23,72%. Per quanto riguarda la
qualità del credito le sofferenze
nette si attestano su 2.581 milioni
di euro ed incidono per meno
dell’1%, esattamente lo 0,96%, degli impeghi. Il dato mantiene la
Banca su posizioni di eccellenza
sia nell’ambito della categoria delle Banche di Credito Cooperativo,
che in quello più ampio del sistema bancario nazionale.
Tali risultati hanno portato in
modo significativo al rafforzamento
della presenza della Banca S.
Biagio del Veneto Orientale, corroborato dai molti altri dati i quali alimentano un certo orgoglio di appartenenza, che si confermerà nella
usuale numerosa partecipazione all’assemblea del 27 Aprile 2003.
editoriale
Una Banca
a responsabilità sociale
Vittorio Canciani Battain
PRIMO
prestito
obbligazionario etico
La compagine sociale
Da tre anni la Banca di Credito
Cooperativo S. Biagio del Veneto
Orientale propone ai propri Soci
il Bilancio Sociale che quest’anno
sarà distribuito, insieme al Bilancio Economico, in occasione
dell’Assemblea Ordinaria.
Strumento di conoscenza con
funzione essenzialmente informativa, il Bilancio Sociale costituisce
un rendiconto complementare
al bilancio d’esercizio sull’attività sociale svolta dalla banca
in attuazione dei suoi valori di
riferimento. Descrive in particolare l’attività nei confronti
dei Soci, l’apporto dell’azienda
alla creazione di ricchezza, le
iniziative di promozione socioculturale a favore del territorio
in cui la Banca opera. Gran parte
delle considerazioni presenti nel
Bilancio Sociale sono incentrate
sulla figura e sul ruolo dei Soci.
La Banca li considera clienti
primari, ne cura l’informazione,
ne promuove la partecipazione
alla vita sociale, organizza iniziative a loro favore.
L’aumento degli sportelli e
dell’operatività bancaria verificatosi in questi ultimi anni ha comportato un forte incremento della
base sociale. A fine 2002 i Soci sono diventati 5.958 (950 unità in
più rispetto all’inizio dell’anno).
Nel corso del tempo la base sociale si è profondamente modificata per numero di componenti,
categorie professionali rappresentate ed età. Riportiamo a titolo
esemplificativo la suddivisione dei
Soci per fasce di età e per zona di
provenienza.
Nello Gobbato
Distribuzione dei Soci
per filiale al 31.12.2002
31.12.2001
Totale Soci 5.008
Distribuzione dei Soci per età
31.12.2002
Totale Soci 5.958
2.643
2.277
1.935
807
Caorle
615
Ceggia
325
Cesarolo (San Michele)
752
Cessalto
132
409
511
28 62
dai 31
ai 50 anni
dai 51
ai 70 anni
oltre
i 70 anni
Società
1.276
Gruaro
406
Latisana
156
Lugugnana di Portogruaro
392
Motta di Livenza
638
4
479
Fossalta di Portogruaro
1.656
fino
ai 30 anni
Bibione
48
Pertegada
399
Portogruaro
578
San Donà di Piave
Teglio Veneto
Totale
48
352
5.958
Janna/Pn
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Conosciamoci meglio
LATISANA: CAPITALE DELLA BASSA FRIULANA
Alla sinistra del Tagliamento, nella bassa pianura friulana, proprio
dirimpetto a San Michele al Tagliamento, sorge Latisana. La cittadina, sede di mandamento, ha
senza dubbio, origini molto lontane nel tempo. Anche se le notizie
storiche ed archeologiche scarseggiano, dalle fonti che si possono consultare, risulta che l’antico
borgo sia sorto da insediamenti di
origine romana. Queste prime
forme di vita sono da ritenersi
ubicate a ridosso della Via Annia,
ossia «Latus Anniae» (a lato della
Via Annia), strada consolare romana, costruita nel II secolo a.C.,
che collegava Concordia ad
Aquileia. Varie sono le dizioni Latisana da Matilde di Bukardo di
che si sono appropriate del nome Mosburg. Per lungo tempo, poi,
Latisana per dare una spiegazione Latisana trasse fiorente sostentaplausibile alla nascita della città. mento da un’economia legata alla
Si può ricordare
floridezza del
Latisana=«Tisana», Alla sinistra del Tagliamento, porto fluviale,
forse da Athisisus nella bassa pianura friulana,
sotto la nominao Tesius con l’arle sovranità del
proprio dirimpetto a
ticolo aggiuntivo
Patriarcato di
che ne ricava il San Michele al Tagliamento, Aquileia. Le dinome per esteso sorge Latisana.
sastrose alluvio«Latisana». Ma è
ni del Tagliadall’XI secolo che il nome La- mento, fecero decadere negli anni
tisana appare su un documento a seguire il ruolo «marinaro», tanto
che prova la sua esistenza. Difatti che l’intera zona assunse una diil 17 luglio 1072 il patriarca di mensione prettamente agricola.
Aquileia Sigeardo consacrò la L’intero territorio passato poi ai
chiesa dell’abbazia benedettina di Conti di Gorizia che mantennero
Michaelbeurn (Austria) e, dall’an- il feudo per un secolo, venne
tico codice conservato in quell’ar- successivamente venduto da quechivio abbaziale, emerge fra le sti ai patrizi veneziani Vendramin.
personalità al seguito del patriarNel 1807 con l’avvento di
ca «...Miles Marcqwart de Lante- Napoleone Bonaparte, per decresana», ossia il cavaliere Mar- to dello stesso, il territorio del
quardo di Latisana.
Regno Italico fu articolato alla
Se questi sono i primi dati francese e quasi tutto il Friuli fu
che evidenziano il nome di incorporato nei due dipartimenti:
Latisana, durante il Medio Evo di Passariano (con sede prefettizia
poi, si ha la notizia della località a Udine) e del Tagliamento (con
per la prima volta sotto la deno- capoluogo Treviso). Conseguenminazione «Portus Latisanae». In temente a questo fatto, il comune
un documento datato 1118 inol- di Latisana venne smembrato in
tre, si parla dei beni posseduti a due distinte municipalità separate
6
dal corso del fiume Tagliamento:
Latisana e San Michele. Con questa imposizione napoleonica San
Michele e il vicino paese di San
Giorgio, che fino ad allora si fregiavano dell’appellativo «di
Latisana», vennero accomunati al
nome tuttora conservato «al
Tagliamento».
Nel 1866 Latisana fu annessa
al Regno d’Italia.
Benché divise geograficamente, le due comunità rivierasche del Tagliamento, San Miche-
le e Latisana, si unirono nel 1873
con la costruzione del primo ponte di legno a cui dopo una quindicina di anni, si aggiunse quello
in ferro per la linea ferroviaria
Portogruaro-Latisana-Udine.
Gli avvenimenti delle due
guerre mondiali furono vissuti da
Latisana in maniera tragica. Nel
primo conflitto mondiale l’incursione di aerei austro-ungarici causò 9 morti e 40 feriti, e successivamente, dovette sopportare
l’occupazione delle stesse truppe
durante la ritirata di Caporetto del
1917.
Ancor più tragici furono i
bombardamenti anglo-americani
del 1940-45 che distrussero parte
dell’abitato e causarono 67 morti
e parecchi feriti.
Dopo il secondo conflitto
mondiale, Latisana risorse e le pagine della guerra vennero cancellate definitivamente. Il 2 settembre 1965, Latisana, ancora una
volta, fu colpita da un’altra tragedia: l’alluvione del Tagliamento,
che causò ulteriori lutti e devastazioni per la seconda volta il 4 novembre 1966. Messa in ginocchio
dalla furia del Tagliamento,
Latisana e i suoi abitanti non si arresero ai tragici eventi e fecero
crescere la cittadina abbellendo
palazzi, costruendo strade e organizzando il commercio, l’artigianato, il terziario e i servizi, nonché
l’indotto turistico con importanti
insediamenti nautici ad Aprilia
7
Marittima, che con i suoi quasi stico e culturale. Ne è un esem2.500 posti barca, è oggi il più im- pio il Duomo di San Giovanni
portante approdo attrezzato Battista, dove all’interno si può
dell’Alto Adriatico. Latisana conta ammirare la celebre opera di
attualmente 11.936 abitanti (di- Paolo Caliari detto il Veronese «Il
cembre 2002), distribuiti su una battesimo di Cristo». Numerose
superficie di 37.73 km2. Nel corso sono inoltre le opere d’arte condegli ultimi dieservate nelle chieci anni si è regi- A Latisana sono a disposizio- se del capoluogo:
strato nella po- ne dei cittadini dieci sporSant’Antonio da
polazione un telli bancari, tra i quali quel- Padova e Madonaumento del nuna della Grazie,
mero di abitanti lo della Banca S. Biagio...
nonché in quelle
pari all’8,34%.
delle frazioni di
Dai rilievi della C.C.I.A.A. risulta Gorgo, Pertegada, Bevazzana e
che è il commercio a primeggiare Latisanotta.
tra le attività produttive del comuUna rarità per Latisana è data
ne di Latisana, distanziando con infine da un albero da «Guinnes
un 29,65% i comparti dell’agricol- dei primati». Lungo Via Vendratura (22,24%), dei servizi (19,83%) min, in pieno centro cittadino, si
e delle costruzioni (19,39%); men- erge maestosa la «Zelkova Cretre l’industria ha la percentuale nata», un raro esemplare delpiù bassa (8,89%). Le altre 1400 l’Antica Zelkova, piantato da Luigi
attività della struttura produttiva Gasparo Gaspari nel 1790. La sua
offrono impiego a 2.600 persone. altezza è di 38 metri con una cirA Latisana sono a disposizio- conferenza di 7 metri.
ne dei cittadini dieci sportelli banFranco Romanin
cari, tra i quali quello della Banca
S. Biagio, che è subentrato alla filiale della BCC Sud Friuli assieme
alla sede di Pertegada, dopo la fusione della stessa con l’Istituto di
credito fossaltese. I depositi bancari si attestano invece sui 10,37
mila euro a persona, contro i 9,62
del valore provinciale.
Se questa è la scheda economica di Latisana, la cittadina «della bassa» conserva un patrimonio
di inestimabile valore storico, arti-
San Donà: buoni risultati
a quasi un anno dall’apertura
Nel contesto di espansione della
Banca S. Biagio del Veneto Orientale, San Donà di Piave è una
delle ultime tappe. Per capire come sta andando siamo andati a
sentire il responsabile di Filiale
Giuseppe Coppo.
La «S. Biagio» come è stata accolta
dai sandonatesi?
Diciamo che il territorio, abbastanza vasto, ha circa una trentina di istituti che operano in un
tessuto che sia a livello imprese
produttive che famigliare, è abituato a vedere l’inserimento di
nuove banche. Subito dopo l’apertura dello sportello abbiamo
lavorato principalmente per acquisire clientela «imprese» senza
peraltro trascurare le «famiglie».
Nel settore dei privati, stiamo
avendo un buon aiuto dai rapporti personali e dalla campagna
di stampa istituzionale dell’Iccrea.
Il numero della clientela acquisita
e i dati patrimoniali fin qui raggiunti ci confortano. Le prospettive per fare bene sono più che
buone pur in presenza di un contesto competitivo come quello di
San Donà di Piave.
Ma la gente ha compreso che il
Credito Cooperativo è un credito
diverso per natura?
La clientela con la quale siamo entrati in contatto ha potuto
apprezzare almeno alcune
delle particolarità che caratterizzano il Credito Cooperativo rispetto
al restante sistema bancario.
Socio-Cliente, o Cliente-Socio che
dir si voglia, la gente ha capito
questa linea operativa?
Sì, ha capito, e noi cerchiamo
proprio di far leva su questo tipo
di coinvolgimento; Socio, quindi
partecipe della vita dell’istituto con
tutti i benefici che ne conseguono.
Le Banche di Credito Cooperativo
per loro natura sono legate al territorio anche per lo sviluppo socio-economico-culturale; avete
iniziato ad operare sotto questo
profilo, e come sta andando?
Fin dall’inizio abbiamo riscontrato un grande interesse da
parte di parecchie associazioni ed
enti, a ricercare il nostro appoggio concreto per la loro attività, e
diverse sono state le richieste accolte. Un esempio è l’intervento
che abbiamo effettuato d’intesa
con don Luciano Casarin, parroco
della parrocchia di San Giuseppe
Lavoratore, dove è situata la no-
stra filiale, a favore della Scuola
Materna «Madonna della Vittoria».
Altri interventi sono stati destinati
invece a favore di alcune società sportive.
Normalmente una Banca che
si posiziona in una nuova zona di operatività, ha bisogno di
un certo periodo per raggiungere
il punto di pareggio e creare
quindi redditività. A San Donà di
Piave a che punto siamo?
San Donà lo sta raggiungendo, o lo farà certamente entro
questo mese di aprile; noi siamo
partiti verso fine giugno, e quindi
in otto mesi penso avremo raggiunto lo scopo. Questo è un punto di partenza per fare ancora meglio, aiutati in questo anche da un
capo area che ci ha affiancato nell’opera di sviluppo presso imprese
artigianali, industriali medio piccole, ed anche grandi aziende, ed
ora stiamo raccogliendo i frutti.
Noi continueremo nella nostra
opera di sviluppo con impegno e
con convinzione dei risultati da
raggiungere.
Quindi un altro investimento positivo della Banca S. Biagio?
Direi proprio di sì, anche
perché il territorio è un territorio
importante che va da zone a noi
molto vicine, che abbracciano il
settore del turismo, vedi Eraclea
Mare, Jesolo, a territori molto sani
dal punto di vista produttivo nel
veneziano ed anche nel vicino
trevigiano molto vivaci industrialmente ed artigianalmente.
La filiera quindi delle Banche di
Credito Cooperativo, che intendono essere tra la gente e per la gente, anche a San Donà di Piave ha
trovato un terreno fertile?
Direi proprio di sì, l’avvio è
stato dei più promettenti e sono
certo che raggiungeremo grandi
risultati.
L. S.
8
Le monete di «eurolandia»: curiosità
nel secondo anno di uso corrente
A chi non sono mai capitate in
mano, le tante monete di «euro»
metalliche, alcune diverse nel disegno, dalle solite che siamo abituati a maneggiare? Ormai, con il
turismo e lo spostamento da un
paese all’altro dei cittadini europei, le monete «euro» girano indisturbate e fanno il loro servizio:
«pagare», siano esse austriache o
belghe, francesi o spagnole, ecc.
Tralasciando le «euro banconote», identiche per tutti i Paesi,
divise in 7 tagli, ciascuna di colore diverso, per quanto riguarda le
monete di «piccolo taglio», ossia le
metalliche, i soggetti sono diversi;
tra un Paese e l’altro.
Aquile reali, immagini di sovrani o di personaggi che hanno
fatto grande la storia dell’europa,
motivi floreali, opere d’arte e monumenti: i cittadini di Eurolandia
da un po’ di tempo hanno cominciato a familiarizzare con queste
nuove monete. È dal primo luglio
2002 infatti che l’euro è diventato
l’unica moneta accettata nel perimetro di Eurolandia. Si sa che le
monete di euro sono suddivise in
otto diversi tagli (1, 2, 5, 10, 20 e
50 cent - 1 e 2 euro). Su uno dei
due lati delle monete appare
un’immagine europea comune a
tutti, mentre a ciascun Paese è
stata lasciata libertà di scegliere la
«faccia nazionale» (fronte).
Tra gli 11 Paesi europei (tralasciando la Città del Vaticano e
San Marino) c’è chi, come l’Italia,
ha adottato 8 soggetti diversi per
ciascun taglio, chi invece ha optato per 3 sole immagini, e chi ne
ha disegnata una sola per tutte le
monete. Otto sono le effigi sulle
euromonete italiane. L’Italia infatti
ha espresso la sua creatività nel
campo delle arti e delle lettere,
proponendo un nuovo modo di
fare comunicazione con la moneta, privilegiando anche il momen-
9
to educativo. Le scelte hanno costituito «un vero e proprio trattato
di storia dell’arte»: l’uomo vitruviano, disegnato da Leonardo Da
Vinci (1 euro), Dante Alighieri visto da Raffaello Sanzio (2 euro),
Marc’Aurelio (50 cent), «L’uomo
che cammina» di Umberto Boccioni (20 cent), il particolare della
«Nascita di Venere» di Sandro
Botticelli (10 centesimi), il Colosseo (5 cent), la Mole Antonelliana
(2 cent) e il Castel del Monte (1
cent). Gli euro tedeschi hanno tre
immagini in tutto: una foglia di
quercia (1, 2, 5 cent), la porta di
Brandeburgo a Berlino (i pezzi da
10, 20 e 50 cent) e un’aquila reale
(1 e 2 euro). Anche i francesi
hanno optato per 3 sole effigi: il
volto della simbolica Marianna (1,
2 e 5 cent), la seminatrice (10, 20
e 50 cent) e l’albero della vita (1
e 2 euro). Otto diverse effigi caratterizzano l’euro austriaco, che
vanno da motivi floreali, tra cui
figurano anche stelle alpine (1, 2
e 5 cent), a monumenti (10, 20 e
50 cent) al ritratto del premio
Nobel per la pace Berta Von
Suttner (2 euro) fino a quello di
Mozart (1 euro). La particolarità
dell’Austria è stata quella di decidere di riproporre il valore della
moneta anche sul lato nazionale,
non solo su quello europeo, come hanno fatto invece gli altri
Paesi. A rappresentare i belgi nell’unione monetaria, è una sola
immagine: quella di re Alberto,
che è stata coniata su tutte le 8
euromonete. In Irlanda la scelta è
caduta su un unico soggetto,
quell’arpa irlandese che già appariva sulle monete nazionali in circolazione. L’arpa è stata coronata
dalle stelle che simboleggiano
l’Unione degli Stati europei. Tre
diverse effigi per la Finlandia: sulle monete da 1, 2 5, 10, 20 e 50
cent è stato impresso il simbolo
araldico di un leone rampante
con la spada in pugno; sulle monete da 1 euro ci sono due cigni
in volo su un lago stilizzato, mentre su quelli da 2 euro le «cloudberry», bacche che germogliano
solo al Polo Nord. Per la Spagna
la scelta è ricaduta su tre simboli
nazionali. Le monete sono infatti
decorate con l’effige di Juan
Carlos (1 e 2 euro), dalla Cattedrale di Santiago de Compostela
(1, 2 e 5 cent) e dallo scrittore
Miguel Cervantes (10, 20 e 50
cent). Tre sole immagini anche
sulle monete del Portogallo: sono
sigilli disegnati nel 1100, ciascuno
costruito attorno a una croce e alla parola Portogallo. Nella circonferenza esterna ai simboli sono riportate le effigi di castelli e
stemmi che apparivano sull’escudo. L’effige della regina Beatrice d’Olanda compare sulle
monete dei Paesi Bassi da 1 e
2 euro. Le altre si differenziano tra loro per i diversi
colori con cui è riprodotto il
ritratto della regina. La moneta
da 2 euro ha inoltre sul dorso zigrinato la scritta «Dio è con noi».
Unica immagine infine in
Lussemburgo, dove sulle monete
del Granducato appare l’immagine del Granduca Jean.
Franco Romanin
Attività produttive: Veneta Stampi
IMPRENDITORIA A NORDEST
L’imprenditoria a Nordest è uno
dei punti di forza di un’economia
basata principalmente sulla iniziativa privata e molto spesso su
persone che sono diventate imprenditori, per una sfida ad un
destino che li aveva collocati nel
gradino più basso, ma più dignitoso della scala dei lavoratori.
Vittorio Furlan anni 58 tre figli
maschi è uno dei prototipi di quest’imprenditoria basata sulla volontà di emergere rischiando in
proprio. La storia della sua Veneta Stampi e d’altre realizzazioni
nell’intervista che segue.
Noi siamo nati nel 1971 iniziando ad operare nell’elettrodomestico con primi clienti la
Zanussi e la Zoppas nel settore
del bianco, (frigoriferi, lavatrici,
lavastoviglie ecc.. n.d.r.) poi nell’ottantasei abbiamo cominciato il
processo di espansione creando
un’azienda a Conegliano la OMSA, nata praticamente dalle ceneri
di un branca della Zoppas nel
frattempo diventata Zanussi.
L’attrezzeria Zoppas, che aveva
cessato la sua attività, è diventato
in sostanza «partner», abbiamo assunto noi tutto il personale, trenta
unità che ancora oggi lavorano a
pieno ritmo, quindi la linea del
bianco è ora a Conegliano.
10
E poi?
Poi nell’87 abbiamo fondato un’altra ditta che si chiama CM
Stampi e che ci consente di operare come costruzione di stampi
in vari settori, dall’elettronica, al
giardinaggio, all’auto ed altro ancora. Tutte queste aziende hanno
come capogruppo la Veneta
Stampi. Oltre al settore del bianco
a Conegliano, ci siamo specializzati qui a Ceggia nella produzione di stampi per auto e come
clienti abbiamo tanto per fare alcuni nomi: il gruppo Fiat, Bmw,
Wolkswagen, Audi. Il nostro fatturato attuale è quindi per l’80% in
questo settore. Il rimanente proviene dal bianco e dal settore sviluppo, perché noi collaboriamo
anche per lo sviluppo di tecnologie ed altro.
L’idea è nata nel 1971, come e
perché? Lei era già nel settore della meccanica?
Io a quattordici anni appena
terminate le scuole, era il 1959,
ho cominciato quale apprendista
proprio in una azienda che
produceva stampi. Lì sono rimasto per una decina d’anni, nel
1968 sono andato a fare il capo
officina e poi mi sono messo in
proprio.
La Sua è una «Sas» a conduzione
famigliare, chi opera con Lei in
azienda?
Io che ne sono il titolare e
«deux ex machina», tiene a sottolineare il signor Vittorio, mia moglie che si interessa dell’amministrazione e i miei tre figli. Perché
oltre agli stampi, nell’86-87 ho intuito che l’espansione poteva avvenire attraverso il prodotto finito,
quindi non solo stampi, ma prodotto finito che ha un margine
contributivo certamente superiore.
Quindi stampi, ma anche prodotto finito?
Esattamente. Le aziende nostre clienti, possono avere stampi
per prodursi in proprio, ma anche
e soprattutto pezzi già pronti per
essere applicati alle macchine,
siano esse auto o frigo o lavatrici.
Questo ci consente di essere partner importanti con maggiori ricavi
per entrambi.
La progettazione è Vostra o del
cliente?
La progettazione dello stampo per produrre il prodotto finito,
è nostra, il cliente ci dà un disegno di come deve essere il prodotto finito, noi progettiamo e costruiamo lo stampo e quindi
diamo il prodotto finito, controllato e pronto per l’uso. Siamo certificati Iso 9002 ed entro giugno
avremo il 14.000. Il prodotto finito viene fabbricato alla Veneta
Stampaggi che è appunto l’azienda pensata per questa linea ed attivata nel 1989.
Quanti sono gli addetti nelle tre
aziende?
Nelle aziende suddette gli addetti sono circa un centinaio tra
operai, tecnici, commerciali.
Ed il management?
La direzione è nelle mani della mia famiglia; ci sono io come
punta della piramide; attraverso di
me passano controlli, acquisti, acquisizioni di ordini, di materiali,
insomma sulla vita delle aziende
c’è sempre il mio O.K.
E gli altri della famiglia?
Mia moglie si interessa di
amministrazione, mio figlio Michele, il maggiore di 33 anni, è
a Conegliano responsabile di
quella Azienda; Mauro 27 anni il
minore, è il responsabile della
produzione della Veneta Stampi;
Roberto 31 anni, mi affianca alla
Veneta Stampi e si occupa degli
acquisti.
Sotto il profilo del lavoro e degli
ordini, c’è crisi oppure no?
Per quanto ci riguarda assolutamente no, noi stiamo vivendo
una primavera splendida, ed il
nostro parco ordini ci consente di
guardare al futuro con ottimismo.
Oltre a Ceggia e Conegliano, ha
anche attività in altri luoghi?
Si, ho un’altra azienda in
Romania acquisita nel 2002 dall’Elettrolux; è una attrezzeria che
aveva cento dipendenti, attualmente ne ha ottantacinque, tutti
rumeni guidati da un’ingegnere di
qui. In questa azienda produciamo pezzi per il mercato del bianco. Questa operazione ci ha consentito di acquisire il mercato
dell’intero Est Europa del gruppo
Elettrolux.
È un’azienda a buona redditività?
Non certamente come le nostre aziende italiane, ma anche le
paghe sono proporzionate; sotto il
profilo qualitativo invece non ci
sono differenze perché collaudi e
controlli avvengono da noi e sotto
la nostra assoluta certificazione.
Queste sue attività quanto hanno
prodotto in soldoni nell’ultimo
esercizio?
In Italia, perché di quelle
stiamo parlando, circa 10 milioni
di euro, cioè venti miliardi di lire.
Oggi Lei è un imprenditore di successo, ma l’inizio come è stato?
Di ritorno da Milano, Torino
e Belluno dove avevo avuto colloqui per impieghi di capo officina, ho deciso che se ero valido
per guidare officine di altri, lo sarei stato anche per una realtà che
fosse mia.
Ed i soldi per partire?
Ero già sposato ed avevo a
disposizione un milione e mezzo.
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Ceggia, dopo essere stato in gioventù un giocatore, per passare a
seguito di un infortunio a fare il
dirigente prima ed il presidente
della «Libertas» poi dal 1976 al
1986 a livello promozione. Poi
per un po’ mi sono ritirato e tre
anni orsono ho ripreso la squadra
in seconda categoria, siamo andati in prima, ed ora vinciamo il
campionato per andare in promozione. Questo lo può scrivere
tranquillamente, perché se non
vinciamo il campionato quest’anno, non lo vinciamo più: la squadra è stata attrezzata per questo e
In una ex birreria, proprio vicina
alla sede della Banca S. Biagio,
ho iniziato l’avventura della Veneta Stampi. Lavoravo con una
decina di operai anche fino alle
dieci di sera, e mai nessuno dei
miei paesani, mi ha creato problemi, anzi, tutti mi incoraggiavano ad andare avanti nonostante
l’inevitabile rumore. Segno evidente che la gente mi voleva bene; con il passare del tempo e la
necessità di ingrandire l’attività,
ho dovuto cambiare posto, e lo
ho fatto sempre nell’ambito del
comune di Ceggia, perché la gente di Ceggia mi ha sempre rispettato, voluto bene e non mi ha
mai creato problemi per rumori o
altro.
Il suo rapporto con la «S. Biagio»?
Le Banche sono come un’osteria, se mi passa il paragone, vai
dove ti trovi bene e dove puoi discutere amichevolmente con tutti
e l’oste è simpatico e disponibile,
altrimenti non ci vai. Con gli operatori della «S. Biagio» mi sono trovato bene e quindi ho iniziato un
rapporto che spero di continuare
con soddisfazione, perché il rapporto personale con le persone,
per conto mio, è molto importante al di là degli interessi che uno
può o non può avere.
Lei da questa chiacchierata mi
sembra un personaggio molto
eclettico con parecchi interessi,
molto legato al suo paese d’origine. Quali altri interessi coltiva al
di fuori del suo lavoro?
Attualmente sono il presidente della squadra di calcio del
questo deve essere. Io pretendo
molto da allenatore e giocatori,
dopo aver dato anche molto agli
stessi per raggiungere i traguardi
che mi sono prefissato. Per me la
squadra è come l’azienda deve
rendere secondo gli investimenti,
da qui non si scappa, come premio avranno inoltre una settimana a Londra dove opera un albergatore ciliense.
Altro?
Beh, c’è la politica, c’è l’associazionismo, c’è insomma la vita,
di uno che vuole bene al suo
paese natale.
Uno con tutti questi interessi ha
bisogno di una giornata molto
lunga?
Dalle sette del mattino alle
otto della sera sono in azienda, il
resto viene di seguito, ed il tempo lo trovo sempre perché in
quello che faccio ci credo e ci
metto entusiasmo.
E lo si è capito dall’intervista,
Grazie!
Grazie a Lei e alla «S. Biagio».
Luciano Sandron
San Marco e la tradizione
della fortaia
Quando si verifica l’ascesa del sole nel cielo boreale e quindi l’arrivo del semestre luminoso, si assiste all’inizio della primavera,
ossia l’equinozio.
Ecco quindi l’inizio delle feste
di primavera, sia religiose che
profane, che mostrano l’anelito di
un rinnovato patto con la natura.
Nel calendario popolare, uno dei
momenti che più incarnano il legame tra l’uomo, la natura e la
conseguente «primavera» è senz’altro la «Festa di San Marco». Festa
religiosa in ricordo dell’Evangelista, soprattutto a Venezia e della
festa nazionale, istituita il 25 aprile del 1945, quale festa della «liberazione». Ma se questi sono gli
aspetti legati alla religiosità e alla
vita civile, il giorno di San Marco
assume un significato più profondo nella gestione della quotidianità in tante persone. Uscire all’aria aperta, godersi la natura,
appropriarsi dei suoi beni nell’atmosfera che dona la primavera di
aprile, è quasi un modo di prendere possesso di un’area vitale
della vita. Con un rituale che si
perde negli anni, il folclore della
«Festa di San Marco» celebra solennemente come in una sagra, la voglia non solo di sano divertimento,
ma di «comunità», di allegria, di
sentirsi appagati anche con un
12
margine parco e non di grandi
banchetti.
All’aria aperta, lungo i fiumi,
gli argini, e sui prati, nei campi,
sull’aia e sotto i porticati di vecchie case coloniche, in un rinnovato slancio di legame con la natura, la ricorrenza di San Marco
offre la tradizione della «frittata»:
una delle poche che ancora resistono all’attacco concentrico di
una modernità che tutto distrugge
e annienta inesorabilmente i legami del passato.
Sarà il santo ebreo di Gerusalemme, che aderì al cristianesimo, autore del secondo Vangelo, o il periodo primaverile in cui
viene festeggiato, tant’è che la
scampagnata della frittata rimane
uno dei momenti più caratteristici
delle feste di campagna. Si può
dire comunque che è grazie a San
Marco se la tradizione è nata, si è
sviluppata in tutto il territorio veneto-friulano. San Marco si ricorda infatti in molti paesi e numerose chiese sono intitolate al suo
nome. La sua presenza viene
ricordata a Roma
e ad Aquileia e Oltre che alle uova, al salame
pare, da fonti e al buon vino, è proprio
storiche, che il in questo periodo che la
famoso «Evange- natura è provvida di tante
liario» non fosse opportunità di primizie...
altro che lo stesso Vangelo scritto da San Marco
durante il suo soggiorno aquileiese. Una leggenda riferisce che il
suo capo sarebbe stato portato nel
IX secolo a Venezia e che la Repubblica lo assumesse allora come suo patrono e protettore. Il
simbolo di San Marco è un leone
alato e il suo vessillo ha accompagnato la storia della Serenissima.
Oltre che alle uova, al salame e al
buon vino, è proprio in questo
periodo che la natura è provvida
di tante opportunità di primizie,
quali le erbe di primavera, gli
asparagi, ecc. E la merenda campestre, «la frittata», «la fortaia», secondo la tradizione che si tramanda da sempre nel Veneto
Orientale e nel Friuli Occidentale,
richiama il detto di «San Marco
fortajer». Oggi è una scampagnata
all’aperto che si usa fare in ogni
luogo ma che un tempo una tradizione religiosa non permetteva di
sedersi sull’erba dei prati finché
questi non erano stati benedetti
dalle Rogazioni.
Nella nostra zona, le feste di
San Marco più tradizionali erano
quelle che si svolgevano a San
Filippo, un borgo di San Michele
al Tagliamento ed alle «pars» località in comune di Teglio ai confini
con Cordovado con la frittata, la
sagra, il ballo all’aperto. Le donne
anziane dei nostri paesi, così ricordano questa tradizione: «Una
ricorrenza che veniva festeggiata
in allegria era il 25 aprile, cioè il
giorno di San Marco: c’era l’usanza di fare la frittata in campagna;
allora però partecipava tutto il
paese e tutti i bambini. Noi donne cucinavano la frittata con il salame e le erbe dei campi come il
«sclupit» o i «vidisons, urtisons»
(luppolo).
Tempi lontani, ora la frittata
della Festa di San Marco viene
fatta un po’ d’ovunque. Le uova
si mescolano con tanti ingredienti
e «il piatto» ne trae un’infinità di
sapori, anche se i più tradizionali
rimangono gli asparagi, il salame
e le erbe.
Per una buona frittata comunque c’è la sapienza «della
nonna» che ha sempre insegnato
che dall’equilibrio perfetto dei sapori deriva il bouquet inconfondibile profumato che fa la fortuna
della frittata. I frammenti degli
ingredienti galleggiano per un
momento sulle uova sbattute, ma
un attimo dopo devono scomparire per riapparire subito dopo,
quando ben si amalgamano al tutto. Allora è il momento opportuno per buttare la miscela nella
«farsora», nella pentola. Si mescola
con perizia e si lascia cuocere
lentamente, per poi gustarla annaffiata da un bicchiere di «quello» buono.
Franco Romanin
Premi allo studio: riconoscimento
all’impegno
Dodici i laureati, 11 i diplomati,
17 i licenziati con il massimo dei
voti Soci o figli di Soci della
Banca S. Biagio del Veneto Orientale con sede a Fossalta di Portogruaro e quattordici filiali che
vanno da Pertegada in Friuli a
San Donà di Piave, nel Veneziano
e Motta di Livenza nel Trevigiano
che hanno ricevuto al Savoy
Beach di Bibione i premi allo studio per l’anno 2001/2002. La cerimonia ha registrato oltre alla presenza dei premiandi, quella di
genitori e parenti, amici, dirigenti
dell’Istituto di Credito, operatori
del mondo della scuola. Una serata che ha voluto sottolineare
ancora una volta come la Banca
di Credito fossaltese abbia una
particolare attenzione verso coloro che si impegnano per ottenere
risultati di rilievo, esortandoli
però a non dimenticare coloro
che per ragioni diverse, non riescono ad ottenere l’eccellenza, in
quello spirito solidaristico che è
nel DNA degli istituti di credito
cooperativo. Ed e questo il filo
che ha legato tutti gli interventi,
oltre – beninteso – il compiacimento per i premiati e per le loro
13
Foto sopra: i licenziati.
Foto al centro: i diplomati.
Foto sotto: i laureati.
famiglie che hanno un ruolo importante nella crescita dell’uomo,
da quello del presidente della
Banca Franco Anastasia, della
rappresentante della media «Tito
Livio» di San Michele al Tagliamento Enza Vio, della preside
dell’Istituto comprensivo di Cesarolo Sartori e del preside del
Liceo XXV Aprile di Portogruaro
Francesco Quacquarelli. Applausi
ed auguri per tutti ed alla fine
un’incontro conviviale per consolidare l’evento.
In breve:
fatti ed avvenimenti
Incontr i con i Soci
I tradizionali incontri con la
base sociale, momenti importanti
di conoscenza, approfondimento
ed aggregazione per la Banca S.
Biagio, dopo quelli del 2002 con i
Soci di Lugugnana, Pertegada e
Latisana, riprenderanno nell’autunno 2003 con i Soci di altre località di operatività.
Car nevale di Ceggia:
un altr o successo
Anche l’edizione 2003 del
«Carnevale dei ragazzi di Ceggia»,
è stato un grande successo, anzi,
uno straordinario successo se si
considera che nelle tre sfilate,
una in notturna e due pomeridiane, è stato calcolato, ma probabilmente per difetto, che oltre
settantamila persone hanno ammirato ed apprezzato le sfilate dei
maestosi cari allegorici e del contorno di maschere e figuranti.
Un Carnevale quello ciliense,
che è nato nel 1954 per una sana
e divertente competizione tra le
varie frazioni e vie che si costruivano i carri per le sfilate. Dal
1964 ha cominciato a chiamarsi
«Carnevale dei Ragazzi» ed è di-
14
ventato uno dei più apprezzati e
partecipati del Veneto, per la validità delle opere realizzate ma anche per le iniziative culturali che
ad esso vi si abbinano. Un ampio
dinamismo culturale permette
quindi a questo «Carnevale dei
Ragazzi» di essere anche un dono
prezioso a una generazione più
giovane di raccogliere questa eredità. Alla costruzione dei carri ed
alla preparazione della manifestazione lavorano dal mese di
Agosto circa 600 persone privati
od in associazione sotto la guida
dei maestri costruttori. Giornali e
televisioni a livello nazionale e
locale dedicano a questo avvenimento ampie pagine video e
scritte. Concorsi ed avvenimenti a
vario titolo rendono la manifestazione ancora più ricca culturalmente e, dati gli scopi che si prefigge, anche socialmente molto
importante. Molto ci sarebbe ancora da dire su questo avvenimento che di anno in anno ha
sempre aumentato il suo fascino,
le ristrettezze di spazio ci impongono di concludere affermando
che comunque è stato uno straordinario successo, e che l’appuntamento è ora per il 2004.
Fernando Celotto
Centro culturale Bafile di
Caorle: un nuovo modo di
proporre anche il turismo
La riqualificazione urbanistica
e architettonica dell’ex scuola elementare «Andrea Bafile» sarà interamente volta alla realizzazione di
un centro culturale ad alta fruibilità, contenente spazi adeguati
per la Biblioteca civica (oggi la
terza per importanza nella provincia di Venezia e ormai troppo
stretta nei locali di via del Passarin), una serie di spazi modulari
per le attività multimediali, sale
esposizioni, ampi spazi da destinare a sede delle associazioni
culturali locali, quindi un auditorium-teatro da 300 posti, una
piazza interna alberata ed una
parte fruibile per manifestazioni
all’aperto. Sotto livello un parcheggio sotterraneo per circa 100
posti auto.
Questa ristrutturazione comporterà anche la variazione della
viabilità, strategica per il centro cittadino, con l’area pedonale del Rio
Terrà che sarà prolungata fino alla
confluenza di Via Roma-Viale Dal
Moro. Il parcheggio di Piazza
Matteotti (80 posti auto) sarà sostituito dalla piazza-teatro e Via delle
Cape sarà allargata per diventare
l’asse di percorrenza principale tra
centro e zona di ponente.
L’identità storica della Bafile,
sarà mantenuta nella sua facciata
frontale, e rimarrà tale e quale
a far corpo con i nuovi volumi
edificatori. La Bafile, insomma,
sarà l’elemento caratterizzante
dell’aggregazione culturale per i
residenti ma anche per i turisti,
che qui potranno trovare spazi e
motivo di richiamo tutto l’anno,
conformemente alle esigenze
espresse dagli operatori del turismo di Caorlotto.
A ristrutturazione ultimata i
numeri saranno:
• sale espositive, mediateca, locali tecnici - m2 1.487;
• biblioteca-emeroteca, bar, sala
associazioni, conferenze - m2 964;
• teatro-auditorium, palcoscenico,
foyer, servizi (2º piano) - m2 1.002;
• parcheggio sotterraneo con annessi tecnici e depositi - m2 3.500
• totale interrati - m2 3.500;
• totale fuori terra - m 2 3.453.
Con questi numeri e con
questa struttura si può ben dire,
quindi, che per Caorle ci sarà
una ulteriore «nuova e diversa
proposta di stagione turistica» anche culturalmente all’avanguardia, che aggiunta al sole ed al
mare sarà in grado, assieme alla
proverbiale capacità e cordialità
degli operatori di Caorle di soddisfare per tutto l’arco dell’anno
residenti ed ospiti.
Flavio Ineschi
L’impr enditor ia si tinge
di… «r osa»
L’imprenditoria deve colorarsi
di «rosa». Ed anche il Ministro delle Pari Opportunità Stefania
Prestigiacomo ha tenuto a sottolineare il concetto, evidenziando la
lenta ma rilevante crescita di imprese a conduzione femminile. In
questa ottica va anche l’iniziativa
comunitaria «Equal Ri.Do», ossia
Risorse Donne che si propone di
educare ed accompagnare «l’altra
metà del cielo» per creare nuove
imprese. Elemento centrale del
progetto il Centro Risorse provinciale ed altri soggetti o partners
15
locali. Nel portogruarese, in prima fila per fare in modo che le
destinazioni finali vadano nel
senso giusto, spicca la dinamica
Cooperativa Ali di Portogruaro.
Recentemente ha trovato una perfetta sintonia con le amministrazioni comunali di Fossalta,
Gruaro, San Michele al Tagliamento e Teglio Veneto dove ha
aperto e gestisce gli sportelli dei
Centri Risorse Equal. Qui nei
giorni e con gli orari stabiliti si
potranno ricevere tutte le informazioni necessarie e conoscere le
opportunità di Regioni, Province,
Comuni per attività e servizi anche di progetto Europeo e di come servirsene. Recentemente la
Cooperativa Ali ha aperto in collaborazione con il comune fossaltese, ed altri che lo hanno finanziato, lo sportello informazioni
per le imprese, presso il «Centro
Culturale Nievo» dove è posta la
sede di coordinamento. Frenetica
l’attività della cooperativa fin dai
primi passi, tanto che la Regione
Veneto ha accreditato recentissimamente la stessa quale: «Ente
Formativo della Regione per la
Formazione Continua» prevedendo anche il finanziamento di un
primo corso per «Esperto in nuovi
manufatti tessili - il Patchwork».
La sede per questo, che inizierà a
maggio prossimo, ed altri corsi
che seguiranno, sarà il restaurato
«Cortino di Fratta» che così incomincerà ad «animarsi» per diventare punto di incontro importante
non solo per la cultura fine a se
stessa, ma anche come volàno
per attività produttive in tutto il
territorio. Il corso per Patchwork
che inizierà a maggio prevede
venti lezioni da quattro ore ciascuna nei giorni e con gli orari
stabiliti e già a conoscenza dei
partecipanti.
Ellesse
Latisana: nuovo
coor dinator e all’U.T.E.
Cambio della guardia al vertice dell’Università della Terza Età
di Latisana. Al Preside prof.
Bruno Galasso che, per ragioni di
salute, ha lasciato l’incarico di
coordinatore, è subentrata la prof.
Danila Ambrosio.
Galasso, originario di San
Giorgio al Tagliamento dove è
nato nel 1919, è una figura istituzionale: insegnante di Lettere,
Preside di Scuola Media a
Lignano Sabbiadoro, Palazzolo
dello Stella, Muzzana, Marano
Lagunare e Latisana, Presidente
della Scuola Infermieri presso
l’Ospedale Civile di Latisana, fondatore e coordinatore dell’Università della Terza Età dal 1991.
Per le sue benemerenze in ambito scolastico è stato recentemente
insignito del premio «Vigilia di
Natale», un riconoscimento particolarmente significativo che
Latisana riserva ai suoi più illustri
concittadini.
La professoressa Ambrosio,
da poco in pensione, è stata a
lungo tempo insegnante di materie letterarie presso la Scuola
Media «P. Gaspari» di Latisana. Nel
nuovo incarico sarà affiancata da
un gruppo di collaboratori di provata esperienza.
L’Università della Terza Età di
Latisana conta circa 200 iscritti.
Nello Gobbato
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san donà: a quasi un anno dall`apertura attività produttive