1. Enunciare le tre leggi di Newton I Legge. Un corpo non soggeto a forze non subisce cambiamenti di velocità, ovvero resta fermo se era in quiete, altrimenti si muove di moto rettilineo uniforme. II Legge. F = ma. L’interazione del punto con l’ambiente circostante, espresso tramite la forza F, determina l’accelerazione del punto, ovvero la variazione della sua velocità nel tempo; m è la massa inerziale del punto. III Legge. A) Se un corpo A esercita una forza FA,B su un corpo B, il corpo B reagisce esercitando una forza FB,A sul corpo A; B) Le due forze hanno la stessa direzione, lo stesso modulo e verso opposto, esse cioè sono uguali e contrarie: FA,B = - FB,A C) Le due forze hanno la stessa retta d’azione. 2. Definire il vettore quantità di moto p=mXv 3. Dimostrare il teorema dell’impulso della forza Un punto materiale in senso stretto ha massa costante, qualsiasi sia la sua velocità (cosa che però non vale per velocità prossime a quelle della luce). Si può quindi scrivere: = = Come forma più generale della seconda legge di Newton. = = = − = Il termine vettoriale J, integrale della forza nel tempo, è chiamato impulso della forza e la suddetta relazione esprime il teorema dell’impulso: • L’impulso di una forza applicata ad un punto materiale provoca la variazione della quantità di moto • Se la massa m è costante allora: J = m(v v – v0) = mΔv 4. Ricavare la legge oraria per piccole oscillazioni del pendolo semplice = = −senθ #$ a = " # #$ % = − &'($ # " Per θ qualunque, però, la soluzione è analiticamente complicata. Considerando invece piccoli valori di θ e sviluppando senθ in serie otteniamo che per θ≤7°, senθ si può approssimare con θ commettendo un errore relativo sempre minore di 10-3. Quindi per piccole oscillazioni l’equazione differenziale diventa: #$ % + $ = 0 " # + Ponendo *# = , l’equazione diventa quella del moto armonico semplice. È quindi possibile ricavare la legge oraria: $ = $ -.&* + / NOTA: La legge oraria può essere ricavata indistintamente con il seno o il coseno. Nel compito di Giugno tuttavia il professore l’ha scritta con il coseno. 5. Teorema dell’energia cinetica “Qualunque sia la forza che agisce nello spostamento di un punto materiale dalla posizione A alla posizione B, il lavoro fatto dalla forza è uguale alla variazione dell’energia cinetica del punto materiale stesso.” Il lavoro infinitesimo associato ad uno spostamento ds può essere anche visto come: 0 = & = 1 & = 2 & & = 2 = 22 Per un percorso finito dalla posizione A alla posizione B abbiamo quindi che il lavoro svolto corrisponde: 1 1 0 = 22 = 23# − 24# = 78,3 − 78,4 = 78 2 2 4 3 Dove la quantità Ek prende il nome di energia cinetica, la cui formula, come si può dedurre dall’equazione precedente, è: 1 78 = 2 # 2 6. Ricavare l’espressione per l’energia potenziale forza peso ;< ;< 0 = −%ℎ = −% ℎ = −%ℎ# − %ℎ> = −7? ;= 7@ = %ℎ ;= 7. Ricavare l’espressione per l’energia potenziale elastica AB3# AB4# 0 = −ABB = −A BB = − F − G = −7@ 2 2 CE CE CD CD AB # 7@ = 2 8. Definizione forze conservative e non conservative Per tutte le forze conservative il lavoro si esprime sempre come l’opposto della variazione dell’energia potenziale relativa alla specifica forza. Da una forza onservativa non si può ricavare lavoro se il percorso è chiuso. Nelle forze conservative il lavoro non dipende dal percorso ma solo dalle coordinate iniziali e finali. Per le forze conservative si ha che il lavoro corrisponde alla variazione di energia cinetica del corpo su cui la forza è applicata. Per le forze NON conservative invece il lavoro dipende dal percorso o dalla traiettoria effettivamente seguita. In presenza di forze NON conservative l’energia meccanica NON si conserva. 9. Definizione energia meccanica L’energia meccanica di un corpo viene definita come la somma dell’energia potenziale e dell’energia cinetica possedute da un punto materiale. Il principio di conservazione dell’energia meccanica afferma che l’energia meccanica di un punto materiale in presenza di sole forze conservative si conserva, ovvero non varia nel tempo. 7H = 7I + 7? 10. Definizione momento angolare (momento quantità di moto) J = K × 11. Definizione momento della forza M = K × 12. Dimostrare il teorema del momento della quantità di moto “La derivata temporale del momento della quantità di moto di un punto materiale rispetto ad un polo O è eguale al momento della forza se entrambi sono riferiti allo stesso polo fisso O in un sistema di riferimento inerziale.” M = K × M->vettoremomentodellaforza J = K × L->vettoremomentoquantitàdimoto J K = × + K × Poiché per ipotesi il polo, rispetto al nostro sistema di riferimento, è fisso si ha che dr/dt corrisponde alla velocità del punto materiale. Il suo prodotto vettoriale con il vettore quantità di moto sarà quindi nullo, poiché consiste nel prodotto vettoriale di due vettori paralleli, annullando così il primo addendo. J = K × = K × ] = M 13. Dimostrare teorema del momento dell’impulso “La variazione di momento angolare è eguale al momento dell’impulso applicato al punto”. Se la forza viene applicata al punto per un tempo molto breve r risulta praticamente costante: ^ = _ × ` = _ × ` = _ × a = Δb 14. Forze centrali Si definisce forza centrale una forza agente in una certa regione dello spazio con le seguenti proprietà: • In qualsiasi punto la sua direzione passa sempre per un punto fisso O, detto centro della forza • Il modulo è funzione soltanto della distanza dal centro stesso • In un campo di forze centrali il momento angolare rispetto al centro della forza rimane costante nel tempo, si conserva. 15. Leggi di Keplero I. I pianeti percorrono orbite ellittiche intorno al Sole, che occupa uno dei due fuochi dell’ellisse. II. La velocità areale con cui il raggio vettore che unisce il Sole ad un pianeta descrive l’orbita è costante III. Il quadrato del periodo di rivoluzione di ogni pianeta è proporzionale al cubo del semiasse maggiore dell’ellisse T2 = ka3 16. Enunciare la legge di Newton della gravitazione universale. “Date due masse qualsiasi, di dimensioni trascurabili rispetto alla distanza mutua, tra di esse agisce una forza attrattiva diretta lungo la retta congiungente le due masse, il cui modulo dipende direttamente dal prodotto delle masse e inversamente dal quadrato della distanza.” = c > # d# 17. Ricavare l’espressione per l’energia potenziale gravitazionale Per ricavare qualsiasi energia potenziale bisogna prima di tutto trovare l’espressione del lavoro svolto dalla corrispondente forza conservativa. Nel caso dell’energia potenziale gravitazionale: fD e 1 1 1 e e 0 = −c # d = −ce # = ce g − h = c −c d d d d d d 3 4 3 4 fE fE fD 0 = − gc 7@ = −c e e −c h = −7@ d4 d3 e d 18. Legge di Coulomb La forza è direttamente proporzionale al prodotto delle cariche elettriche e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. ` = 1 ll m 4jk d # 19. Teorema di Coulomb n o ∙ mq r = 7r = o= 1 1 l = sr k k s m k t 20. Legge di Gauss Consideriamo una superficie dΣ in una regione in cui è definito un campo E ed orientiamola fissando il verso del versore della normale un. Si definisce flusso del campo E attraverso la superficie dΣ la quantità scalare: /o = o ∙ mq r = 7-.&$r = 7u r /o = o ∙ mq r Se la superficie è chiusa il flusso si scrive: n o ∙ mq r r In questo caso è convenzione orientare la normale verso l’esterno. I contributi positivi alla circuitazione sono quelli per cui E ∙ un > 0, dovuti a quelle zone dove anche E punta verso l’esterno: essi rappresentano un flusso di E uscente dalla superficie. Nel caso di una distribuzione di cariche la legge di Gauss si presenta in generale: /o = n o ∙ mq r = q ε 21. Condensatori in serie ed in parallelo • SERIE l y> l w3 − w4 = y# wx − w3 = wx − w4 = wx − w3 + w3 − w4 = 1 1 1 = + yz{ y> y# l l l + = y> y# yz{ • PARALLELO l> = y> w l# = y# w l| = l> + l# = y> w + y# w = y> + y# w = yz{ w yz{ = y> + y# 22. Resistori in serie ed in parallelo • SERIE wx − w3 = }> ∙ ~ w3 − w4 = }# ∙ ~ wx − w4 = wx − w3 + w3 − w4 = }> ∙ ~ + }# ∙ ~ = ~}> + }# = }z{ ∙ ~ }z{ = }> + }# • PARALLELO ~> = w w ~# = }> }# ~ | = w w w 1 1 1 + = = + }> }# }z{ }z{ }> }# 23. Legge di Ohm In un conduttore sottoposto ad una differenza di potenziale si stabilisce, in regime stazionario, che la densita di corrente j vale: = so Con σ grandezza caratteristica del conduttore, detta conduttività elettrica. La legge di Ohm spesso è scritta nella forma o = Dove la grandezza ρ, detta resistività del conduttore vale: = 1 s Applicando la legge di Ohm ad un conduttore metallico cilindrico di lunghezza h e sezione Σ: ~ = rw = 7ℎ 7 = = w= ℎ ~ r ~ r Chiamando resistenza del conduttore la grandezza: } = ℎ r La legge di Ohm diviene w = }~ 24. Carica e scarica di un condensatore attraverso una resistenza k = w + wx = }~ + ~= } l l y l l l = k − → =− y l − yk }y l 1 l − yk =− → ( g h =− }y −yk }y l − yk { l = yk g1 − ' x h 25. Espressione energia ad unità di volume z = '('d%~1' 'd.&1~-1~1%1~(11 z = '('d%~11(~à~2. ' = 2. '' -.('(&1.d' ℎ = ~&1(1d1 '1d1d'' -.('(&1.d' s = '(&~à~-1d~-1' -1.' 'd.&1~-. Per un condensatore ad armature piano parallele vale la seguente relazione: w = 7 ∙ ℎ 7= perilteoremadiCoulomb l lk srk rk = = ℎ= w sℎ s ℎ l# y #w # 1 # z = = = yw 2y 2y 2 z 1 rk rk 7 # ℎ# k 7 # rℎ k 7 # 1 # z = = g h 7ℎ = = = = k 7 # 2 2 2 ℎ 2ℎ 2 y= 26. Forza di Lorentz Su di una particella in moto all’interno di un campo magnetico agisce la forza ` = l × La cui direzione è ortogonale a quella della velocità. Nel caso della presenza contemporanea di un campo elettrico la forza di Lorentz assume la forma: ` = lo + × 27. Legge di Ampere “L’integrale di linea del campo magnetico B lungo una linea chiusa, è uguale alla somma delle correnti concatenate moltiplicata per µ0.” 28. Legge di Faraday “Ogni qualvolta il flusso del campo magnetico Φ(B) concatenato con un circuito varia nel tempo, si ha nel circuito una forza elettromotrice indotta data dall’opposto della derivata del flusso nel tempo.” k = − Φ Se R è la resistenza del circuito, in essa circola la corrente: ~= k 1 Φ =− } } 29. Legge di Ampere-Maxwell “I campi magnetici sono prodotti sia dalle correnti di conduzioni che da variazioni temporali del campo elettrico.” 30. Equazioni di Maxwell a. ∮ o ∙ mt Σ = { b. ∮ ∙ mt Σ = 0 c. ∮ o ∙ = − d. ∮ ∙ = μ i + ε o 31. Onde elettromagnetiche piane Tutte le funzioni d’onda piane soddisfano all’equazione differenziale di d’Alembert. In sisntesi devono assumere una delle due forme: E(x-vt) , E(x+vt) 32. Onde piane armoniche 7B, = 7 &'(AB ± 2.d'7B, = 7 -.&AB ± 2 7B, = 7 &'(AB ± *.d'7B, = 7 -.&AB ± * * = AB 2j ¡= = 2¢ A 2j ¢= * 33. Vettore di Poynting £ = k - # 7¤m¥ = 1 o× ¦ Il vettore S è chiamato vettore di Poynting. Esso ha direzione e verso coincidenti con quelli della velocità di propagazione ed il suo modulo rappresenta l’energia elettromagnetica che per unità di tempo passa attraverso l’unità di superficie ortogonale alla direzione di propagazione. S si misura in W/m2. Il valore medio del vettore di Poynting invece prende il nome di intensità dell’onda elettromagnetica piana. • L’intensità di un’onda elettromagnetica piana è la potenza media per unità di superficie trasportata dall’onda • L’ntensità è data dal prodotto della densità d’energia media per la velocità di propagazione c. 34. Onde elettromagnetiche sferiche L’ampiezza di un’onda sferica è inversamente proporzionale alla distanza. Di conseguenza maggiore sarà la distanza minore sarà l’ampiezza (questo perché la potenzia media della superficie sferica dell’onda dev’essere pari alla potenza media emessa dalla sorgente). L’intensità invece è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente. 35. Leggi di riflessione e rifrazione di Cartesio 1) i, r, k ed n appartengono allo stesso piano, detto piano d’incidenza 2) L’angolo d’incidenza corrisponde all’angolo di riflessione, ovvero θi = θr 3) Il rapporto tra il seno dell’angolo di incidenza ed il seno dell’angono di rifrazione è costante e dipende dai due materiali. &'($ = -.& &'($8 "7§§7 ¨© ª«7"" → (> &'($ = (2&'($8