1 H. Curtis, N. S. Barnes, A. Schnek, G. Flores Invito alla biologia.blu B – Biologia molecolare, genetica ed evoluzione 2 Codice genetico e sintesi delle proteine 3 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 I geni e le proteine Il DNA contiene le istruzioni per la costruzione delle componenti cellulari. Archibald Garrod (1908) ipotizzò che alcune malattie dovute all’incapacità di svolgere processi chimici fossero ereditarie e coinvolgessero gli enzimi. George W. Beadle (1941) ipotizzò che i diversi colori degli occhi nei mutanti di Drosophila fossero dovuti alla variazione di un solo enzima. 4 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 I geni e le proteine Beadle e Tatum (1941), grazie all’esperimento sulla muffa del pane (Neurospora crassa), conclusero che a un gene corrisponde un enzima. 5 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 I geni e le proteine La comprensione di ciò che un gene può esprimere si ampliò nel tempo: 6 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 I geni e le proteine Per dimostrare la correlazione tra mutazione genica e variazione nella struttura proteica Pauling (1949) utilizzò l’elettroforesi. In un campo elettrico anche piccole differenze nella carica fanno correre le proteine a velocità diverse. 7 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 La struttura dell’RNA L’RNA è formato da nucleotidi costituiti da uno zucchero (ribosio), una base azotata e un gruppo fosfato. Le basi azotate sono: guanina; adenina; citosina; uracile. 8 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 La struttura dell’RNA Le differenze rispetto al DNA: 9 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 La struttura dell’RNA L’RNA differisce per questi elementi: 10 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Il ruolo dell’RNA L’RNA ha un ruolo nella traduzione da DNA a proteine. I primi indizi: cellule molto ricche di RNA sintetizzano molte proteine; l’RNA degli eucarioti si trova nel citosol dove avviene la sintesi proteica; quando una cellula batterica viene infettata da un virus a DNA, viene prodotto RNA. 11 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Il ruolo dell’RNA • L’RNA messaggero veicola l’informazione per la sintesi proteica; • viene trascritto a partire da un filamento di DNA che funge da stampo; • la trascrizione richiede l’enzima RNA polimerasi; • l’enzima si lega a un sito promotore sul DNA; • l’enzima aggiunge nucleotidi in direzione 5ˈ- 3ˈ complementari a quelli del filamento stampo, con uracile al posto di timina; • quando incontra la sequenza di terminazione, la trascrizione si blocca. 12 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Il ruolo dell’RNA 13 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Elaborazione dell’mRNA Gli introni sono sequenze non tradotte all’interno del gene, trascritti in una molecola nota come pre-mRNA e poi eliminati. Gli esoni sono le sequenze codificanti. 14 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Elaborazione dell’mRNA L’appaiamento tra DNA stampo e mRNA maturo non dava una corrispondenza perfetta. Le anse corrispondono agli introni. 15 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Elaborazione dell’mRNA Da pre-mRNA, tramite: capping: aiuta l’uscita dell’mRNA dal nucleo; coda di poli-A: conferisce stabilità alla molecola; splicing: elimina gli introni; si ottiene mRNA maturo. 16 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Elaborazione dell’mRNA 17 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Elaborazione dell’mRNA Splicing: taglio degli introni e unione degli esoni. Spliceosoma: complesso formato da subunità dette small nuclear ribo-nucleo-protein (snRNP). 18 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Elaborazione dell’mRNA Lo splicing alternativo: negli eucarioti a partire da un singolo gene e trascritto si formano mRNA diversi e quindi diverse proteine. 19 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Il codice genetico Il DNA e l’RNA contengono 4 nucleotidi diversi, le proteine invece sono costituite da 20 amminoacidi. Teoricamente si stabilì che solo con 3 nucleotidi era possibile codificare per un numero più che sufficiente di amminoacidi. 1 nucleotide – 4 amminoacidi 2 nucleotidi – 42 amminoacidi = 16 amminoacidi 3 nucleotidi – 43 = 64 amminoacidi Questa tripletta di nucleotidi viene chiamata codone. 20 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Il codice genetico Nirenberg e Matthaei (1968) decifrarono la prima parola del codice: UUU = fenilalanina. Poli-U: RNA artificiale composto solo da base uracile. 21 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Il codice genetico Codice degenerato: i codoni per un amminoacido differiscono per un solo nucleotide finale. 22 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 I ribosomi 23 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 La sintesi proteica La sintesi proteica richiede: •RNA messaggero; •ribosomi formati per 2/3 da RNA ribosomiale e 1/3 da proteine; •RNA di trasporto. 24 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 La sintesi proteica Gli RNA di trasporto sono 20: la terminazione CCA in 3' lega sempre un amminoacido; anticodone complementare al codone sull’mRNA; amminoacil-tRNA-sintetasi: catalizza il legame tra amminoacido e tRNA. 25 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 La sintesi proteica La sintesi proteica si chiama anche traduzione. Avviene in tre fasi: inizio: subunità minore + tRNA + mRNA (complesso di inizio); allungamento: al complesso di inizio si lega la subunità maggiore, la sintesi procede; terminazione: al codone di stop si interrompe la traduzione. 26 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 La sintesi proteica 27 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2011 La sintesi proteica 28 La sintesi proteica 29 La sintesi proteica 30 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Le mutazioni geniche Mutazione: cambiamento nella sequenza o nel numero di nucleotidi di un acido nucleico. Nei gameti: trasmessa alla progenie. Nelle cellule somatiche: trasmessa alle cellule figlie. 31 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Le mutazioni geniche Mutazioni puntiformi: sostituzione, aggiunta o perdita di un singolo nucleotide. Sostituzione di senso: cambia l’amminoacido (per esempio, anemia falciforme), può non avere effetti; non senso: la mutazione genera un codone di stop (per esempio, distrofia di Duchenne); silente: l’amminoacido non cambia. 32 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Le mutazioni geniche Con la perdita e aggiunta di uno o più nucleotidi si sposta lo schema di lettura delle triplette: frameshift mutation. Ne risulta una proteina spesso diversa e non funzionale. 33 Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Le mutazioni geniche Cause comuni di mutazione Descrizione Spontanea Errori nella duplicazione del DNA Un errore della DNA polimerasi può causare una mutazione puntiforme. Prodotti metabolici tossici Alcuni prodotti dei normali processi metabolici (come i radicali liberi) possono alterare la struttura del DNA. Cambiamenti nella struttura nucleotidica A volte il legame tra purine e desossiribosio si può spezzare spontaneamente, cambiamenti nella struttura delle basi possono causare appaiamenti scorretti durante la duplicazione del DNA. Trasposoni Come vedremo, i trasposoni sono brevi frammenti di DNA che si possono inserire in vari punti del genoma. Indotta Agenti chimici Alcune sostanze chimiche (come i benzopireni, presenti nel fumo di sigaretta) possono cambiare la struttura del DNA. Agenti fisici L’esposizione a raggi ultravioletti o raggi X può danneggiare il DNA. Curtis et al. Invito alla biologia.blu © Zanichelli editore 2012 Le mutazioni spontanee vengono corrette dall’attività degli enzimi polimerasi. Alcune mutazioni provengono da processi metabolici interni, altre dall’ambiente: raggi X, UV, materiali radioattivi e sostanze chimiche sono chiamati mutageni. 34