Corso Regionale di Formazione dei Medici di Medicina Generale Reggio Emilia, 8 gennaio 2014 Giuseppe Finzi Responsabile Day Hospital Dipartimentale Dipartimento Medico Polispecialistico Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma per preparare questo corso mi sono ritirato in un eremo… meditando in una celletta…. lavorando duramente con i miei collaboratori… trascorrendo notti insonni…. chiuso in buie biblioteche…. Non sono le ferite ad essere difficili: è la Medicina ad essere difficile Non malattie ma malati Non una patologia ma più patologie La storia clinica non sempre è chiara L’evoluzione non sempre è prevedibile L’unica cosa chiara deve essere l’obiettivo L’obiettivo non è necessariamente la guarigione Ma è necessariamente un progresso rispetto all’esistente Primum non nocere Programma di percorso Ulcere da decubito Ulcere venose Piede diabetico Certezze (non molte) ed incertezze (parecchie) Ogni tanto le medicazioni presentano difficoltà aggiuntive… La Prevenzione La prevenzione è la miglior cura Il trattamento di una lesione è difficile I tempi sono lunghi Gli insuccessi sono frequenti I costi sono elevati Le soddisfazioni sono scarse Le incazzature sono la regola La Prevenzione Una pressione di 60 – 80 mm Hg per 2 -3 ore è sufficiente a causare una lesione La frizione accelera il processo La malnutrizione lo aggrava La cute vecchia e anelastica è + a rischio L’incontinenza è favorente ma la scarsa igiene lo è maggiormente INDICE DI NORTON: RISCHIO NO > 15 - LIEVE 14 – 12 - ELEVATO < 12 4 3 2 1 Condizio ni generali BUONE DISCRETE SCADENTI GRAVI Stato mentale LUCIDO APATICO COMA APALLICO COMA Mobilità AUTONOMA POCO LIMITATA MOLTO LIMITATA ASSENTE Perdita di feci ASSENTE RARA FREQUENTE CONTINUA (CONTROLLATA DA FARMACI) Intervenire sui fattori di rischio Ridurre la pressione (materassi ad aria statica, circolante, acqua, gel) Evitare la frizione Modificare la postura Accurata igiene Idratanti cutanei non profumati Garantire l’alimentazione e l’idratazione Garantire vitamine ed oligoelementi Correggere l’eventuale anemia CURARE LA LESIONE Wound Bed Preparation: T.I.M.E. Tessuto non vitale Infezione : rimuovere : identificare e trattare Macerazione Epidermide : idratazione : margini vivaci Debridement Debridement: tecniche Chirurgico: efficace ma doloroso; tende ad allargare la lesione; deve essere affidato a mani esperte ed eseguito in ambiente protetto. Se ben condotto rimane una scelta rapida, anche se non inequivocabile. Autolitico: è il più veloce dei sistemi non chirurgici; utilizza un gel amorfo (Nu-gel) che idrata i tessuti necrotici e ne provoca il distacco Idrocolloide: membrana conformabile che mantiene i liquidi nel tessuto, e ne favorisce il distacco; utilizzabile in associazione con il gel amorfo; controindicato in caso di infezione Microgranuli: acido ialuronico e sodio alginato; riempiono la lesione e si trasformano in un gel che ingloba secrezioni, pus, batteri; indicato nelle lesioni infette Controllo dell’infezione Antisepsi locale con clorexidina Carbone attivo e argento (Actisorb Silver®) Garze al povidone iodio Cadexomero iodico (Iodosorb®) Sulfadiazina argentica (Sofargen®) Antibioticoterapia sistemica I margini dormienti Vivacizzare i margini Curettage Rimozione lembi necrotici Affioramento di tessuto vitale In caso di sanguinamento solo asciugatura leggera Rimozione del biofilm Portare l’ulcera a guarigione Materiali di medicazione Garze di schiuma di silicone (Mepilex®) : proteggono i margini – mantengono la normale idratazione della lesione – indicate nelle lesioni poco secernenti – possono essere lasciate in sede sino ad una settimana Garze di calcio alginato (Algosteril®) : elevato potere assorbente – tendono a disidratare i bordi della lesione e vanno quindi sagomati – indicati nelle lesioni secernenti – possono essere parzialmente imbibiti di clorexidina acquosa Materiali di fissaggio (Fixomull®) : attenzione ai possibili effetti devastanti della colla, in termini sia meccanici (strappo) che chimici (intolleranza); provarlo prima in un’area non a rischio (addome) dove andrà lasciato 48 – 72 ore ULCERE VENOSE Non tutte le gambe sono candidate Condizioni più frequenti Sindromi post-trombotiche Insufficienza venosa cronica primitiva Sindrome ipocinetica Traumatismi (anche da calza elastica) Scarsa cura della cute Scarso utilizzo della elastocompressione È un “decubito dall’interno… Ulcere venose Prevenire è meglio che curare… Elastocompressione Materiali adeguati (sliding stockings) Modalità adeguate (delicatezza!) Igiene della cute 1. Saponi non deidratanti 2. Creme reidratanti non profumate Complesso da stasi Eritema Iperpigmentazione Esfoliazione / eczema Lipodermatosclerosi (atrofia bianca) Ulcerazione Terapia della fase preulcerativa Detersione della cute Trattamento cheratolitico Idratazione Contenzione elastica 1. 2. 3. 4. KKL1 = 15 - 25 mm KKL2 = 25 – 35 mm KKL3 = 35 – 45 mm (140 DEN = 18 mm) Ulcere Venose: Trattamento Wound Bed Prepare = stiamo sul pulito Copriamo la lesione = proteggiamo la ricrescita Proteggiamo la cute = preveniamo nuove lesioni Elastocompressione = riduciamo la pressione venosa Fissaggio adeguato = facciamo durare la medicazione 2 layers bandage vs. 4 layers bandage ulcera venosa “naive” curettage lesione detersa protezione con garza non-adesiva Elastocompressione 2 layers (ossido di zinco + benda elastica adesiva) VANTAGGI SVANTAGGI In sede per lunghi periodi Blando effetto antisettico Possibile intolleranza Rapida perdita di pressione Rischio di “lacci” Mano esperta Elastocompressione 4-layers (cotone di Germania + benda elastica no adesiva + benda no-stretch + chiusura selfadesiva) VANTAGGI SVANTAGGI Nessuna intolleranza Mantiene la pressione Mano non esperta Rinnovo frequente (10 gg) “Calda” Disidratazione cutanea Bendaggio a tre strati - FINPAR© ossido di zinco + benda elastocompressiva adesiva + benda coesiva Ha il vantaggio della protezione cutanea con la benda “morbida” all’ossido di zinco, che può rimanere in sede a lungo L’elastocompressione raggiunge facilmente i 40 mm Hg alla caviglia La benda esterna coesiva previene la discesa della benda intermedia Richiede un minimo di addestramento bendaggio all’ossido di zinco 1 - bendaggio all’ossido di zinco Completamento… 2 - elastocompressione continua… 3 - fissaggio con benda coesiva Le ulcere venose tutte guaribili? le ulcere inguaribili… Ancora… di più….. appunto…. DEFINIZIONE “una sindrome clinica caratteristica del diabete, determinata dalla presenza di infezione, ulcerazione, distruzione, di tessuti profondi del piede, associate ad anomalie neurologiche e a vari gradi di vasculopatia periferica degli arti inferiori” International Consensus on the Diabetic Foot , 1999 R. Nesto, TCT 2003 LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA 1996: 120 milioni i diabetici nel mondo 2030: 330 milioni la stima (per difetto?) Oltre 5 milioni in Italia (già adesso) 3-5% della popolazione è diabetica 12-15% le risorse sanitarie assorbite >50% di amputazioni degli arti inferiori sono riconducibili al diabete >85% delle amputazioni sono precedute da ulcere al piede Background Diabetes is the first cause of LEA in the World Diabetics are at 15 to 46 times greater risk for LEA Good care programs to prevent diabetes complications reduce risk of LEA. Lavery L.A. et al., Diabetes Care, 19:48, 1996 Background E.U. and U.S.A. had set a target of reducing LEA in diabetics during the 90s The St. Vincent Declaration, Diabet. Med. 7:360, 1990 Healthy People 2000, U.S. Govt. Print.. Office, n° n° 9191-50213, 1991 The main action in reducing social and economic costs in diabetic foot management should be reduction of major amputations Apelqvist J. Clin Podiatr Med Surg.1998 Jan; 15(1):21-39 I COSTI 7-10.000 dollari la guarigione di un’ulcera 30-60.000 dollari una amputazione >4.000.000 dollari le spese annue per il piede diabetico Integrated approach Multidisciplinary Team AMPUTATION ? NO THANKS What do we need in foot care? We need to consider the whole patient PIEDE DIABETICO piede vascolare o piede avascolare? ARTERIOGRAFIA NORMALE ARTERIOGRAFIA NORMALE PIEDE NORMALE PIEDE NORMALE ARTERIOGRAFIA “DIABETICA” ARTERIOGRAFIA DIABETICA ARTERIOGRAFIA DIABETICA PIEDE DIABETICO AVASCOLARE PIEDE DIABETICO AVASCOLARE PIEDE DIABETICO AVASCOLARE PIEDE DIABETICO AVASCOLARE Piede avascolare infetto ARTERIOPATIA DIABETICA 1 più frequente più precoce più rapidamente progressiva non risparmia le donne è bilaterale e sottogenicolata la gangrena, nei diabetici, è 53 volte nei maschi, e 71 volte nelle femmine, più frequente rispetto ai non diabetici ARTERIOPATIA DIABETICA 2 il tronco tibioperoniero e l’origine della arteria tibiale anteriore sono frequentemente occlusi i circoli collaterali distali si “perdono” con frequenza quadrupla rispetto alle AOP non diabetiche l’arteria peroneale e l’interossea sono solitamente le più “resistenti”, ed il circolo residuo al piede dipende spesso da loro ARTERIOPATIA DIABETICA 3 distribuzione “casuale”: arteriole e capillari sani intervallati a capillari malati aumento delle calcificazioni adiacenti alla lamina elastica interna del circolo tibiale ispessimento dell’intima in prossimità della membrana basale, dovuto alla microangiopatia questo ispessimento si rileva nel 50% dei “prediabetici” è può essere considerato la lesione precoce della microangiopatia ARTERIOPATIA DIABETICA 4 COME E’ FATTA UNA ARTERIA? UNA ARTERIA SCHEMATIZZATA LA PLACCA ATEROMASICA IL PIEDE AVASCOLARE Rende estremamente difficoltosa la guarigione di lesioni anche limitate Favorisce l’insorgenza di infezioni (piede diabetico infetto) E’ fonte di insuccesso di interventi anche minori se non preceduti da ripristino dei flussi Va sempre sospettata e ricercata in quanto la claudicatio è sintomo spesso assente nei diabetici (neuropatia) STUDIARE IL FLUSSO NEI DIABETICI ANKLE-BRACHIAL INDEX NORMALE BORDERLINE PATOLOGICO CRITICO 1 – 1,4 0.9 – 1 < 0.9 < 0.4 COSA FARE SUBITO FARE UNA VALUTAZIONE D’EQUIPE ESEGUIRE UN ANKLE-BRACHIAL INDEX IDENTIFICARE I FATTORI DI RISCHIO E RIMUOVERLI 1. FUMO 2. IPERLIPIDEMIA 3. IPERTENSIONE 4. SCOMPENSO GLUCOMETABOLICO E poi? Sulla lesione? Valgono le stesse regole delle ulcere di altra natura? O ci sono regole speciali? Dobbiamo accontentarci di risultati parziali? MEDICAZIONE DI ULCERA PLANTARE DIABETICA CON NUOVI MATERIALI L’ulcera come appare dopo detersione e curettage NUOVI MATERIALI Particolare della lesione NUOVI MATERIALI MISURAZIONE DELLA LESIONE RICOPERTA DI MATERIALE TRASPARENTE STERILE NUOVI MATERIALI TRASFERIMENTO DEL TRASPARENTE PER LA CONFORMAZIONE DEI MATERIALI: SI CONFEZIONA L’OBLO’ NUOVI MATERIALI PARTICOLARE DELLA MISURAZIONE DEL FORO CENTRALE DELL’ OBLO’ NUOVI MATERIALI LA PROTEZIONE ANTIDECUBITO IN VISIONE FRONTALE: OBLO’ BEN VISIBILE NUOVI MATERIALI LA PROTEZIONE ANTIDECUBITO IN VISIONE LATERALE (SPESSORE) VENGONO UTILIZZATI TRE FOGLI DI 2 mm. SI INTRAVEDE L’OBLO’ (FRECCIA) NUOVI MATERIALI COPERTURA DELL’ ULCERA CON GARZA AL POVIDONE IODIO NUOVI MATERIALI APPLICAZIONE DI GARZA STERILE E APPOSIZIONE DEL MATERIALE PER LA PROTEZIONE DEI MARGINI DELL’ ULCERA: L’OBLO’ NON E’ A CONTATTO DELLA ULCERA NUOVI MATERIALI BENDAGGIO FISSATIVO: SI VEDONO I MARGINI DELL’OBLO’ DI PROTEZIONE (FRECCE) NUOVI MATERIALI: L’ OBLO’ BENDAGGIO TERMINATO. RESTERA’ IN SEDE UNA SETTIMANA: IL PAZIENTE PUO’ DEAMBULARE PER LE NECESSITA’ QUOTIDIANE I diabetici sono pieni di sorprese… non necessariamente “dolci”… Natalia, 60 anni, Moldava…. margini callosi e fondo esuberante Dimensioni considerevoli… Curettage… emostasi Bendaggio “protettivo” Controllo a 15 giorni Controllo a 30 giorni Una situazione particolare… Morbo di Buerger Le prospettive di questo paziente erano una amputazione sottogenicolata Andava “preparato” a questo, con infusioni di prostanoidi ed antibiotici sistemici Come sempre nel Buerger le lesioni arteriose erano discontinue , a tratti, e tutto sommato il circolo alla caviglia non sembrava così male Forse massimizzando il circolo residuo (iloprost a medio termine) e vivacizzando le lesioni… Ottenuto il consenso, perso per perso, abbiamo deciso di provare Wound Bed Prepare : alive and bleeding tissue… Sutura a larghi punti staccati Curettage dell’ulcera alla caviglia Dopo otto settimane di iloprost Quattro mesi dopo Un altro caso particolare Necrosi digitale sclerodermica (ulcera sclerodermica) L’altra mano… Wound Bed Prepare Arteriopatia Obliterante Periferica (AOP) Malattia vasoocclusiva di natura aterosclerotica Polifattoriale :fumo, colesterolo, diabete (x 3 M; x 5.7 F), ipertensione. Colpisce il 15% dei pz > 50 anni M:F = 2:1 tra 50 e 70 anni, ma 1:1 > 70. Il 50% dei pz con AOP è iperteso; il 50% è ipercolesterolemico. AOP PROSSIMALE nei non diabetici (aorta, iliache, femorali, poplitee) DISTALE nei diabetici (sottopoplitea) Stadio di Leriche - Fontaine I : asintomatica II : claudicatio (IIa se IL > 200 m; IIb se IL < 200 m) III : dolore a riposo IV : lesioni trofiche Raggruppamento degli Stadi 1 e 2a rappresentano una malattia in fase “quiescente”, o comunque a prognosi buona, in cui è sufficiente la rimozione dei fattori di rischio 2b identifica una condizione avanzata, che rende necessario l’intervento farmacologico 3 e 4 sono stadi severi, sostanzialmente “corrispondenti”, nei quali il rischio di “vitalità dell’arto” è elevato: - rimozione fattori di rischio (fumo) - terapia farmacologica massimale - valutare rivascolarizzazione Lesioni Trofiche Nei non diabetici la lesione di partenza è solitamente una micosi digitale, od un trauma improvviso (callista) Nei diabetici è solitamente un trauma continuato di bassa intensità (scarpa stretta o irregolare, alluce valgo, sovrappeso) Localizzazione delle lesioni Nei non diabetici le dita e l’avampiede (piccole escare, eritrosi, lesioni umide) Nei diabetici la pianta del piede (1° metatarso, calcagno, margine laterale) Terapia sistemica: medica Prostanoidi (Cochrane) Cilostazolo Anticoagulanti (Hep 1C per le forme acute) Trombolisi (solo se < 14 giorni) ASA (1A se coronaropatia; 1C se no; sempre dopo rivascolarizzazione; + Ticlo dopo PTA) Antidolorifici Terapia sistemica: WALKING E’ l’unico trattamento universalmente riconosciuto come efficace nel migliorare la claudicatio Va attuato con l’ausilio di un “Professionista del Movimento”, che calcoli innanzitutto la WD presente e programmi un esercizio in graduale crescendo Va affiancata ad esercizi di potenziamento muscolare “a basso consumo di O2” Va associata ad una adeguata educazione alla igiene del piede, della cute, degli annessi Assolutamente proscritta nel caso di lesioni non risolte ! I dubbi persistenti ovvero le terapie miracolose che non sempre fanno i miracoli OTI: OssigenoTerapia Iperbarica Lesione detersa Meno efficace se infetta Tempi lunghi Difficilmente conduce a guarigione Utile nelle situazioni “statiche”? Valutazione controindicazioni (claustrofobia, malattie polmonari) Parere Cochrane: Cochrane efficace a breve termine nel piede diabetico, ma giudizio SOSPESO sui risultati a lungo termine e nei non diabetici La contropressione = Topical Negative Pressure Vacuum Therapy Utilizzata nelle ulcere da decubito, nelle ulcere venose, e ovunque vi sia perdita di sostanza Aumenta la velocità “di risalita” cellulare dal derma, e la vitalità Richiede tempi lunghi e costi considerevoli (apparecchiature, trasporto, assistenza etc.) Non alternativa ma aggiuntiva alle terapie standard Giudizio COCHRANE = prove insufficienti Preveniamo le lesioni del piede in tutti i pazienti vasculopatici Scarpe a pianta larga, ½ o 1 numero di più Suola di cuoio, non gomma Calze di cotone o lana, non fibra sintetica Igiene assoluta: saponi non aggressivi, asciugatura accurata, antimicotici topici (polveri) Taglio delle unghie dopo ammollo (podologo) Rimozione dei calli meccanica (podologo): no creme! (unica eccezione: ac. salicilico al 5% in unguento per le ipercheratosi diffuse) Cerotti ipoallergenici (tessuto-non-tessuto) Visita del piede da parte del Medico (un vasculopatico, specie se diabetico, non è compiutamente visitato se il piede non è valutato) Curiamo anche e soprattutto le ferite dell’animo.. Grazie per l’attenzione! Ringrazio per la concessione in uso delle immagini angiografiche i Colleghi Jacque Clerissi e Cesare Massa Saluzzo del Centro Endovascolare dell’Istituto di Cura “Città di Pavia”