Il termovalorizzatore di San Vittore del Lazio: tra sviluppo del territorio e tutela ambientale Il ruolo dell’Università di Cassino nel monitoraggio ambientale di termovalorizzatori/inceneritori Giorgio Buonanno – Prof. Associato di Fisica Tecnica Ambientale, Università di Cassino 1 Laboratorio LAMI – DiMSAT – Università di Cassino • Centro SIT per: umidità, pressione, temperatura, massa (PalMer), lunghezze (PalMer), acustica (PalMer), grandezze elettriche e misuratori di velocità (autovelox) • Laboratorio accreditato SINAL per CDR, prove meccaniche su metalli e compositi, collettori solari e proprietà termofisiche, certificazione di prodotto su segnali stradali • Laboratorio riconosciuto ai sensi del Dl 182/2000 per l’effettuazione di verifiche metrico-legali (funzione di ispettore metrico – bilance, contatori acqua, gas e energia elettrica, contatori energia termica, tassametri) • Collaborazioni di ricerca ventennali con INRIM, Torino 2 Il ruolo dell’Università di Cassino Dal 2003 assume la responsabilità nel controllo del sistema di monitoraggio dell’impianto di San Vittore del Lazio (FR); nel corso dei successivi 4 anni stipula diversi convenzioni di ricerca con la società E.A.L.L., proprietaria dell’impianto; nel luglio 2006 dell’impianto; ACEA spa diventa proprietaria da fine 2006 ACEA spa ha coinvolto l’Università di Cassino nelle fasi di progettazione del potenziamento dell’impianto previsto (applicazione migliori tecnologie possibili - BAT) nel 2006 coinvolgimento da parte delle Pubbliche Amministrazioni su impianti della Piana Fiorentina (FI), Pozzilli (IS) e Ottana (NU) 3 L’inceneritore di San Vittore del Lazio (FR) CARATTERISTICHE PRINCIPALI | Potenza termica nominale forno circa 52 MWt | Potenza elettrica nominale 10 MWe (cessione rete GRTN): 80.000 MWh/y per complessive 8.000 h di esercizio | Produzione nominale 54 t/h di vapore SH a temperatura di 415°C, e pressione di 42 bar in ingresso turbina | Combustibile termovalorizzato: y | CDR: circa 90.000 t/y Rifiuti di combustione prodotti (% in peso combustibile conferito) Ceneri leggere: circa 6 % y Ceneri Pesanti: circa 14 % y 4 Caratterizzazione camera di combustione (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) Decreto Legislativo 11 maggio 2005, n. 133 Attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia di incenerimento dei rifiuti. Art. 8. Condizioni di esercizio degli impianti di incenerimento e di coincenerimento OMISSIS 3. Gli impianti di incenerimento devono essere progettati, costruiti, equipaggiati e gestiti in modo tale che, dopo l'ultima immissione di aria di combustione, i gas prodotti dal processo di incenerimento siano portati, in modo controllato ed omogeneo, anche nelle condizioni piu' sfavorevoli, ad una temperatura di almeno 850 °C per almeno due secondi. Tale temperatura e' misurata in prossimita' della parete interna della camera di combustione, o in un altro punto rappresentativo della camera di combustione indicato dall'autorita' competente. …una misura impossibile… 5 Caratterizzazione camera di combustione (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) chamber walls v=0, TH2O, heq I valori numerici sottostimano i dati sperimentali T (FLUENT®) S second measurement plane P M L N first measurement plane H F E venturi plane Modello di combustione nella fase solida outflow Modello di combustione nella fase gassosa G secondary flow v, T∞ D B A C secondary air flow v, T∞ ashes exit (FLIC) waste bed primary air flow . V, T∞ 6/19 6 Caratterizzazione camera di combustione (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) 1600 1200 Case 1 - forced Case 2 - forced Case 3 - forced Case 1 - mixed Case 2 - mixed Case 3 - mixed Experimental 900 T (°C) T (°C) 1200 Case 1 - forced Case 2 - forced Case 3 - forced Case 1 - mixed Case 2 - mixed Case 3 - mixed Experimental 800 400 600 Second measurement plane 0 1 2 L (m) 3 4 300 Ceiling of the chamber 0 2 4 6 L (m) 7 Caratterizzazione camera di combustione (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) | Velocity vectors: Forced convection Mixed convection 8 Caratterizzazione camera di combustione (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) | Temperature contours: Forced convection Mixed convection 15 9 Caratterizzazione camera di combustione (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) 10 Caratterizzazione camera di combustione (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) | Particles’ position and temperature after 2 seconds: Forced convection Mixed convection Monodimensional model 11 Caratterizzazione camera di combustione (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) Installazione di un termometro ad infrarossi monocromatico (C02) Land CD1 thermometer Incinerator 12 Caratterizzazione delle polveri emesse dall’impianto in termini di composizione (metalli pesanti – SEM + campionatori gravimetrici) 13 Monitoraggio polveri ultrafini e nanopolveri (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) 1 nm = 10-3 μm = 10-9 m • polveri grossolane (PM10) – Deq<10 μm • polveri fini (PM2.5) – Deq<2.5 μm • Polveri ultrafini - Deq< 0.1 μm • Nanoparticelle – Deq< 0.050 μm (50 nm) 14 Monitoraggio polveri ultrafini e nanopolveri (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) Parametri fisici Parametri chimici Parametri biologici Dimensione Composizione Organo o tessuto coinvolto Forma Corrodibilità Condizioni di salute Area superficie esterna Variabilità individuale Concentrazione Velocità assunzione Radioattività • Primary atmospheric particles: particelle emesse direttamente da una sorgente antropica (combustione, cave, mietitura) o naturale (erosione del terreno da parte del vento e aerosol marino generato da bolle d’aria presenti nelle onde). • Secondary atmospheric particles: particelle che si formano in atmosfera (a partire da NOx, SO2 e composti organici) come risultato di reazioni chimiche che portano alla formazioni di sostanze non-volatili con conseguente condensazione nella fase solida, o liquida e, quindi, formazione di particelle. 15 Monitoraggio polveri ultrafini e nanopolveri (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) • L’aerosol atmosferico è caratterizzato da una distribuzione particelle. delle dimensioni delle • Number distribution, surface area distribution, mass distribution vs. dimensione • Nelle diverse rappresentazioni uno o più picchi (mode) possono essere osservati. • Passando dalla number alla surface area alla mass distribution si osservano mode spostate verso dimensioni maggiori. 16 Misure gravimetriche (PM10, PM2.5, PM1) Monitoraggio polveri ultrafini e nanopolveri (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) L’aerosol atmosferico tipicamente evolve nel seguente modo: 1. le particelle sono generate, in aggiunta a quelle direttamente emesse, per nucleazione di vapori supersaturi; 2. le piccole particelle crescono per coagulazione e/o condensazione in particelle più grandi; 3. le particelle si depositano su superfici (anche di particelle più grandi) per diffusione; 4. le particelle più grandi si depositano per sedimentazione o sono semplicemente “lavate” dall’atmosfera per precipitazione. 17 Numero di particelle in atmosfera • Un adulto inala circa 100.000.000.000 di particelle in città al giorno, 100 volte di più che in zone “incontaminate” • 100 – 1000 part./cm3 nelle remote zone continentali e aree marine • 10.000 part./cm3 nelle aree urbane • 100.000 part./cm3 lungo le strade e durante la formazione di nuove nanoparticelle, generalmente durante periodi di elevata radiazione solare 18 Nonostante la massa emessa di particelle dei motori diesel sia molto maggiore dei motori alimentati a benzina, durante percorsi autostradali i due tipi di motore presentano emissioni in numero simili. 19 The concentration of fine and ultrafine particles decay to about half of the maximum at a distance of 100-150 m at Brisbane 20 Shi et al. observed a faster decline of particle number concentration than mass concentration in Birmingham 21 Scanning Mobility Particle Spectrometer (CPC + DMA) Il classificatore elettrostatico (DMA) effettua l’estrazione di una definita frazione dimensionale delle particelle Condensation Particle Counter (CPC) effettua il conteggio. In alternativa è possibile utilizzare un Water-based CPC Collaborazione con laboratorio cogestito da Università Maryland e NIST del 22 Modeling (Capaldo and Pandis, 2002, Kittelson, 2004) indicates that for typical urban conditions characteristic times and transit distances for 90% reduction of total number (mainly ultrafine) concentrations are on the order of a few minutes and 100-1000 m, respectively. Thus high ultrafine and nanoparticle concentrations from engines are expected to be found mainly on and near roadways – a hotspot problem 23 Municipal waste incineration plant (23 MW) 2000 EMISSIONI MOTORI (3.1 1014 part/km/veh) Kittelson et al., 2004 Gramotnev et al., 2003 Jamriska and Morawska, 2001 Farnlund et al., 2001 Corsmeier et al., 2005 DATI FLUSSO VEICOLARE Volume del traffico sui tratti elementari della rete autostrade per l’Italia. Anni 2003-2004 (edizione Luglio 2005): 2500-3000 veicoli ogni ora sull’A1 EMISSIONI CONTATTO RUOTESTRADA Dahl et al., 2006 1 ora di emissione di nanoparticelle dell’inceneritore corrisponde al passaggio di circa 4000 veicoli per un tratto di 10 km (ESP on e soglia di rilevabilità > 15 nm) 1600 1400 n. auto equiv. EMISSIONI INCENERITORI Zimmermann et al., 2003 (1.1 1017 part/h) 1800 1200 1000 ESP off 800 600 400 ESP on 200 0 0 1 2 3 4 5 km 6 7 8 9 10 24 Supporto dell’Università di Cassino nella progettazione nuovo impianto Ricircolo fumi (O2<10%) a camera di combustione caldaia 220 °C elettrofiltro 215 °C H2O al degasatore Bicarbonato di sodio Econom. Ammoniaca /Urea+idroli si (per sicurezza operatori) Carboni attivi vapore saturo da corpo cilindrico / spillamento turbina Reattore 170°C F.M. 168°C Preriscaldo condensato DeNOX SCR 166°C 190°C 140°C 25 Caratterizzazione acustica dell’impianto (convenzione di ricerca con Univ. Cassino) 26 Progettazione, realizzazione e supervisione scientifica di un laboratorio per la caratterizzazione chimico-fisica del CDR • Data inizio attivita’: 2 agosto 2006 (febbraio 2007) • Analisi chimico-fisica e merceologica • Un responsabile e un operatore • Accreditamento SINAL entro due anni • Inizio monitoraggio nanopolveri: novembre 2007 27 Conclusioni Complessità nelle attività di monitoraggio (coordinamento monitoraggio macro e microinquinanti, caratterizzazione camera di combustione, laboratorio CDR, polveri, caratterizzazione acustica) Necessità di una “competente” gestione impiantistica Sistema di monitoraggio “sinergico” 28 “Sono solito dire che, quando si è in grado di misurare ciò di cui si sta parlando ed esprimerlo in numeri, allora si sa effettivamente qualcosa di esso ma quando non si è in grado di fare ciò allora la conoscenza a riguardo è scarsa e insoddisfacente”. Lord Kelvin (William Thomson), 1824–1907 29