STORIA della GILERA Fra i personaggi che, agli inizi del Novecento, hanno contribuito al sorgere dell’industria lombarda, spicca la figura di GIUSEPPE GILERA, in origine Gellera, cognome poi modificato dallo stesso Giuseppe per motivi fonetici. Classe 1887, originario di Zelo Buon Persico, piccolo paese della ‘bassa’ fra Milano e Crema, Gilera nacque (si può dire) appassionato di meccanica e di motori. Ben presto lasciò il paese d’origine per recarsi nella grande Milano ‘ad imparare il mestiere’. Apprendista alle dipendenze della ditta Edoardo Bianchi, passò poi alla Moto-Rève e, in seguito, alla Bucher, migliorando le sue capacità tecniche anche grazie alla frequenza di un corso serale che gli fece conseguire il diploma di perito meccanico. Una professione nuova, questa, molto richiesta agli inizi del secolo scorso. Fu così che, nel 1909, a soli 22 anni, Giuseppe Gilera progettò e realizzò la sua prima motocicletta: applicando un motore di sua fabbricazione ad una bicicletta dalla struttura solida e dalla linea molto semplice, nacque la VT 317, attualmente conservata presso il museo Piaggio di Pontedera. Questa macchina, straordinariamente avanzata in fatto di meccanica, presentava un motore monocilindrico di 317 centimetri cubici, dotato di distribuzione a valvole in testa comandate da aste e bilancieri: sul serbatoio appariva, per la prima volta, in caratteri corsivi, la scritta ‘Gilera’. Nel 1911 Gilera iniziò in modo autonomo l’attività di fabbricazione e di vendita di motocicli con l’aiuto del fratello minore, Luigi Gilera. A Milano, in Corso XXII Marzo 42, la famiglia Gilera aprì la sua prima officina meccanica: specializzata nella fabbricazione di motori a valvole laterali, eseguiva riparazioni su motoveicoli italiani e stranieri. L’esigenza di spazi più ampi e le aumentate attrezzature resero ben presto necessario lo spostamento sull’altro lato del Corso XXII Marzo, al numero 39. Sin da subito emerse la filosofia costruttiva di Gilera: massima semplicità, linearità ed armonia di disegno, perché qualsiasi organo meccanico quanto più è semplice non solo è ‘bello’, ma è anche funzionale e facile da usare e da riparare. Agli inizi della Prima Guerra Mondiale, Gilera si trasferì in Brianza, ad Arcore, inizialmente in un capannone lungo la Statale per Lecco e lo Spluga: questa scelta insediativa si dimostrò per Gilera una decisione oculata, non solo perché esistevano possibilità per un’ulteriore espansione dell’attività, ma anche perché la sua piccola azienda, ancora agli albori, appariva ben localizzata nel contesto delle infrastrutture. In quegli anni, poi, cominciarono a definirsi le tipiche caratteristiche di un’azienda a conduzione familiare, con la moglie Ida Grana (la vera anima della ditta, dispensatrice di consigli e incoraggiamenti, ispiratrice delle più importanti decisioni, coordinatrice dell’operato dei vari dirigenti, addirittura incaricata dei contatti ad alto livello con il Governo e i funzionari ministeriali), i suoi fratelli Angelo, Valentino e Rosolino Grana (concessionari Gilera e, all’occorrenza, anche piloti) e Pierino Bernasconi (amministratore della ditta e cognato di Giuseppe Gilera). E poi, naturalmente, Luigi Gilera, per tutti ‘Luisin’, per anni ombra discreta del fratello maggiore, come suo consigliere e come suo corridore-collaudatore di fiducia. Dopo la Prima Guerra Mondiale, l’azienda di famiglia venne notificata presso la Camera di commercio di Milano con il nome di ‘Fabbrica Italiana Motociclistica’, localizzata ad Arcore, in via Borgo Milano. L’espansione produttiva dell’azienda rese però necessario un ulteriore ampliamento delle strutture: fu così che, nel 1925, Giuseppe Gilera acquistò un terreno alla periferia di Arcore, sulla strada che conduce a Vimercate, dove venne costruita una nuova sede più spaziosa e indipendente. Ed è proprio da questa storica sede, in via Cesare Battisti, che per quasi un settantennio, fino alla chiusura nel 1993, sono uscite molte fra le più belle, veloci e prestigiose moto che l’industria italiana abbia mai prodotto. Quasi tutto viene infatti realizzato con i migliori materiali e con le più moderne attrezzature reperibili, di epoca in epoca, sul mercato. Fino alla metà degli anni Trenta, Gilera resta comunque legato a soluzioni volutamente semplici (valvole laterali, cambio separato e telaio rigido), portate però al massimo della perfezione e del rendimento, con l’accuratezza delle lavorazioni, la ricerca dei materiali migliori e la messa a punto. L’organizzazione commerciale (fatta di una rete capillare che fa capo soprattutto ai fratelli Grana) e i primi successi sportivi (le prestigiose vittorie conseguite alla ‘Sei Giorni Internazionale’ di Grenoble nel 1930 e di Merano nel 1931), contribuiscono all’affermazione della Gilera nel panorama industriale italiano. Ancor più con l’avvento (nel 1948) della Quattro cilindri, che permette alla Casa di Arcore di portarsi all’altezza della più agguerrita e qualificata concorrenza straniera. Come per tutte le altre fabbriche italiane, comunque, il periodo di maggior successo coincide con l’ultimo dopoguerra e con l’avvento della motorizzazione minore: il ‘Gilerino’ 125 prima, i ‘fratelli maggiori’ 150 (nelle due versioni Turismo e Sport, a cui spetta la palma del successo commerciale con 96.000 esemplari prodotti fino al 1960), 175 e 202 poi, e la fortunata serie Giubileo. La Saturno resta comunque la moto più prestigiosa prodotta dalla Gilera, un autentico capolavoro di tecnica. In pieno boom motociclistico internazionale, gli anni Cinquanta sono semplicemente euforici per la Casa di Arcore: anche sull’onda dei successi inanellati dalla Gilera nella classe ‘regina’ del Motomondiale (con Umberto Masetti, iridato, su Gilera Quattro cilindri, nel 1950 e nel 1952, Geoffrey Duke nel 1953, ’54 e ’55 e Libero Liberati nel 1957) e in moltissime altre competizioni, la Gilera vive un decennio straordinario, con l’espansione dell’azienda oltreoceano grazie alla nascita, nel 1954, della Gilera Argentina. Ma è un decennio segnato anche dal grave lutto che colpisce la famiglia e la Casa di Arcore: nel 1956, l’improvvisa e prematura scomparsa di Ferruccio Gilera (figlio del patron Giuseppe) per una malattia tropicale contratta proprio in Sud America, di fatto priva l’azienda del suo naturale e più qualificato continuatore. E per la Gilera è l’inizio della fine. I primi sintomi di crisi si verificano nel corso degli anni Sessanta, per ragioni comunque comuni a tutta l’industria motociclistica italiana: la contrazione del mercato dovuta all’avvento dell’auto utilitaria e una certa staticità di idee accompagnata dalla riluttanza verso il nuovo, soprattutto verso criteri manageriali moderni quali le ricerche di mercato e le pubbliche relazioni. Giuseppe Gilera, fisicamente e psicologicamente provato dalla prematura scomparsa del figlio Ferruccio, non esita a sacrificare il patrimonio personale per risanare il bilancio: la chiusura della ditta è scongiurata, ma occorrono nuovi capitali per proseguire. Gilera si fa da parte (morirà poi nel 1971) ed ecco la cessione della Casa di Arcore al gruppo Piaggio di Pontedera, nel novembre del 1969. Per tutti gli anni Settanta e Ottanta arrivano nuove energie in quel di Arcore: si rinnova lo styling dei modelli, ci si converte al due tempi, si potenzia il settore ciclomotoristico e si dà nuovo impulso allo sport. L’immagine sportiva della Gilera viene infatti alimentata passando dall’enduro al cross, dai grandi rally internazionali (la Parigi-Dakar e il Rally dei Faraoni su tutti) al mondiale di velocità, con risultati alterni ma comunque di tutto rispetto. Poi, però, arriva il ritiro, motivato dal mancato conseguimento degli obiettivi stabiliti, nelle corse come nelle vendite. Fino alla chiusura dello storico stabilimento di Arcore, il 1° novembre del 1993. Registro Storico Gilera. Nasce ad Arcore nel 1999, proprio in occasione del novantesimo compleanno della gloriosa Casa motociclistica Gilera. Il Registro Storico Gilera, oggi presieduto dal Dott. Luca Dalloca, è diretto discendente del Gilera Club Arcore (fondato nell’ormai lontano 1930), e vive grazie alla volontà ed all’impegno di appassionati, di collezionisti, di ex piloti e di ex dipendenti della Gilera. Il suo ruolo è soprattutto quello di tutelare e di conservare il patrimonio storico, tecnico e di costume legato alla famosa marca arcorese. E’ riconosciuto ufficialmente dal gruppo Piaggio di Pontedera (attuale proprietario del marchio Gilera) ed è affiliato alla FMI (Federazione motociclistica italiana). Sede Registro Storico Gilera: via Matteotti 7 - Arcore Tel e fax: 039.617429 - e-mail: [email protected] “Una corsa nel tempo”. Un evento da non perdere e che si profila appassionante non solo per gli amanti delle due ruote. I soci del Registro Storico Gilera di Arcore, attraverso motociclette e cimeli d'epoca, fotografie e filmati, propongono un percorso lungo la gloriosa storia della Gilera, fatta sia di macchine che di uomini, di grandi vittorie e di assoluta dedizione. Impossibile restare indifferenti davanti al fascino discreto ed elegante delle "Signore dei due anelli" soprattutto se si tratta di vecchie glorie quali la GILERA 250 LE SIRIO del 1938 e GILERA 125cc TURISMO del 1949. E’ con emozione che ci si accosta a questi gioielli di meccanica, espressione di geniali intuizioni e di attenta sperimentazione, evocatrici nostalgiche di uno spaccato di storia industriale italiana da citare e ricordare con orgoglio. 28 novembre - 21 dicembre 2006 09.30 - 13.30 e 15.00 – 19.00 domenica e lunedì chiuso Una corsa nel tempo a cura del Registro Storico Gilera Monza via Carlo Alberto 26 – tel. 039.2363 - www.valtortaimmobiliare.it