Cronaca Rimini GIOVEDÌ 30 GENNAIO 2014 l 7 Presidente provinciale e segretario comunale dell’associazione chiedono al Comune di riflettere: “E’opportuno spendere così soldi pubblici?” Nuova piscina, Cna: “Un doppione” “E’ giusto valutare il progetto della Polisportiva Garden” Intanto la Giunta temporeggia sulla presentazione della variante RIMINI - No al progetto della nuova piscina comunale, sì invece al progetto presentato dalla Polisportiva Garden. Cna fa sentire la propria voce mentre dalla giunta comunale si temporeggia (e non a caso, visti alcuni mal di pancia anche in maggioranza) sulla presentazione in consiglio comunale della variante (attesa con ansia da Rimini Fiera perché sbloccherebbe la partita della vendita) relativa ai terreni dell'ex fiera, che include la realizzazione, come opera pubblica, anche della nuova piscina comunale. “E' ancora tempo di impegnare risorse di derivazione comunque pubblica per realizzare infrastrutture di questo tipo? C'èancora spazio per valutare altre ipotesi?” si chiedono in una nota congiunta il presidente provinciale di Cna Fabrizio Moretti e il segretario comunale Davide Ortalli. La Polisportiva Garden – riferiscono - ha dichiarato pubblicamente da tempo la propria disponibilità ad investire, impegnandosi nella realizzazione di un nuovo, grande impianto, del tutto consono alle esigenze della città. Secondo questa ipotesi progettuale, allo scadere del diritto di superficie in capo ai privati, tutti i beni resterebbero di proprietà del Comune di Rimini. La gestione sarebbe regolata da una convenzione dove sarebbero specificate tutte le funzioni di servizio alla cittadinanza che un impianto sportivo deve ovviamente mantenere. Se il Garden dovesse confermare tale disponibilità pensiamo debba esserci ancora spazio per valutare se mantenere l'orientamento verso un investimento pub- blico”. “D'altra parte – continuano Moretti e Ortalli - il progetto di un ulteriore impianto che dovrebbe sorgere nell'area dell'ex-fiera, quando già a poca distanza ne esiste un altro, appunto quello della Polisportiva Garden, suscita naturali perplessità. Si andrebbe a creare un evidente doppione fra infrastrutture tra loro vicinissime, penalizzando inevitabilmente la funzione già esistente del privato. E non sono da sottovalutare nemmeno i problemi di viabilità e parcheggio che una grande piscina andrebbe ad accrescere in un'area dove già c'è il nuovo Palacongressi, cui, a quanto si apprende dalla stampa locale, si aggiungerà un supermercato di considerevoli dimensioni”. Un richiamo forte e chiaro. Possibile la scelta della Fiera. Dal 28 al 30 marzo circa diecimila persone A Rimini il congresso degli alfaniani RIMINI - Il primo congresso nazionale del Nuovo Centro Destra, il partito dei seguaci di Angelino Alfano, si potrebbe tenere a Rimini. Le date fissate sono da venerdì 28 a domenica 30 marzo 2014. E la piazza riminese è tra le favorite. Il congresso si terrebbe alla Fiera ed è prevista la partecipazione di circa diecimila persone. Per l’organizzazione del primo congresso nazionale a Rimi sta ovviamente spingendo il parlamentare riminese Sergio Pizzolante, tra i più convinti sostenitori, sin dalle prime fasi, della scelta di Alfano di staccarsi da Silvio Berlusconi per dare vita ad una nuova formazione di centro destra. Un paio di settimane fa i giovani del nuovo partito si erano ritrovati a Pesaro per una convention alla quale aveva partecipato anche il leader Angelino Alfano. Per il congresso nazionale, invece, gli occhi sono puntati appunto sulla Romagna e su Rimini in particolare. Roberta Ceroni (Filctem Cgil) e Cristian Fabbri (Femca Cisl): “Abbiamo ragionato su più fronti. Oggi vedremo i lavoratori che hanno ovviamente l’ultima parola” Valleverde, spiragli per una soluzione positiva Passi in avanti dopo l’incontro di ieri tra sindacati e curatore fallimentare. Ma per ora nessun accordo RIMINI - (F.R.)“Una lunga e articolata discussione in cui si è ragionato su più fronti. Ma oggi (ieri, ndr) sicuramente non firmiamo nessun accordo. Aspettiamo l'assemblea dei lavoratori in programma domani (oggi, ndr)”. Con queste poche ma chiare parole Roberta Ceroni, segretario generale della Filctem Cgil e Cristian Fabbri, segretario generale della Femca Cisl hanno commentato l'incontro di ieri pomeriggio con Claudia Bazzotti, la curatrice fallimentare che, così come deciso poche settimane fa dal tribunale di Rimini, subentrerà all'attuale dirigenza della Valleverde srl nella gestione dell'azienda. Un cambio di gestione che ha messo in stato in agitazione lavoratori (in tutto 130, provenienti dalla vecchia Valleverde) e sindacati allarmati dalla possibilità che possa essere così compromessa la produzione - e ciò sarebbe paradossale visto che all'azienda, al contrario di altre realtà econo- Sono centotrenta i dipendenti che temono di perdere il posto I dipendenti Valleverde durante il presidio organizzato davanti al tribunale di Rimini miche del territorio, il lavoro non manca affatto – determinando di fatto la chiusura dello stabilimento e quindi la perdita dei posti di lavoro. Un'eventualità che, a giudicare dalle parole dei due sindacalisti, sembra essersi fatta dopo l'incontro di ieri con il curatore fallimentare, fortunatamente più lontana. Se l'esito della vicenda sarà positivo o negativo si saprà però con certezza solo nei prossimi giorni. Una tappa molto importante e non è da escludere - forse addirittura decisiva potrebbe essere proprio l'incontro di oggi con i lavoratori, ai quali ovviamente spetta l'ultima parola sulla proposta avanzata dalla curatrice e a decidere quindi per la firma o meno della bozza dell'accordo. La decisione del tribunale di mettere in curatela fallimentare anche la Valleverde srl è legata alle note vicende giudiziarie della Spes, la vecchia Valleverde, fallita nel 2013 (fallimento per cui è indagato con l'accusa di bancarotta fraudolenta lo storico fondatore del gruppo, Armano Arcangeli) e sulle cui ceneri è appunto nata la nuova realtà riassumendo una buona parte dei lavoratori (una cinquantina quelli che si sono ritrovati invece dal giorno alla notte senza impiego). I macchinari, il magazzino e l'intero immobile dell'attuale Valleverde sono infatti di proprietà della Spes. L’incontro con gli armatori si è concluso positivamente RIMINI - L’assemblea dei la- voratori della pesca a volante approva l’accordo aziendale e revoca lo stato di agitazione. A comunicarlo è Marco Rinaldi, della Flai Cgil. A seguito dello sciopero tenutosi lunedì 20 gennaio, i circa 40 lavoratori che a Rimini sono specializzati nella pesca a volante del pesce azzurro avevano deciso di mantenere lo stato di agitazione ma di sospendere da martedì scorso l’iniziativa di lotta, in attesa di Accordo raggiunto per la pesca del pesce azzurro valutare come sarebbe andato il confronto sindacale. L’incontro tra gli armatori, assistiti dalla cooperativa Lavoratori del Mare di Rimini e dalla Legapesca E.R., ed i lavoratori rappresentati dalla Flai Cgil di Rimini, si è tenuto nella giornata di martedì ed ha dato risultati positivi consentendo anche la sottoscrizione di un accordo. Nell’assemblea tenutasi la sera stessa, i lavoratori della pesca hanno quindi approvato il risultato della trattativa e l’accordo, decidendo di revocare anche lo stato di agitazione. E’ stata apprezzata in particolare la volontà sancita da entrambe le parti a proseguire il confronto per trovare soluzioni condivise sui vari aspetti che durante il rapporto di lavoro rischiano di creare conflitti, in modo da prevenirli. Si è concordato di confrontarsi, all’occorrenza, sugli eventuali dubbi che dovessero insorgere sull’entità della retribuzione. Ma l’intenzione è di proseguire a valutare gli altri aspetti del rapporto di lavoro, già nell’ambito del mese di febbraio. La Flai Cgil sottolinea che la ritrovata serenità nei rapporti tra equipaggi e armatori della pesca è a fondamento anche del lavorare bene ed in sicurezza. Lunedì 3 febbraio Sciopero nei cantieri Ferretti RIMINI - Il coordinamento delle rappresentanze sindacali del gruppo Ferretti ha deciso di proclamare lo stato di agitazione e un primo pacchetto di 8 ore di sciopero di tutte le maestranze del gruppo. Le prime 4 ore saranno effettuate lunedì 3 febbraio (ultime 4 ore del turno di lavoro). Una decisione presa dopo l'ultimo incontro con l'azienda al termine del quale le parti sindacali hanno convenuto sul fatto che vi “siano tutte le condizioni per avviare una vera discussione sulla revisione del piano industriale e respinge con forza l’impostazione dell’azienda che mette inutilmente in discussione tanti posti di lavoro (camuffandoli con dei trasferimenti)”. Il piano dell'azienda prevede infatti risparmi che deriverebbero dalla chiusura del sito di Forlì, risparmi che a regime ammonterebbero a 4,5 milioni di euro, di cui 3 dalla determinazione di 53 esuberi di personale nel gruppo e solo 1,5 di risparmio sui costi fissi del cantiere di Forlì. Per i sindacati “ppare pertanto evidente la sproporzione abnorme tra gli obiettivi che l’azienda si prefigge, in termini di compressione dei costi, e le conseguenze occupazionali e sociali (150 pseudotrasferimenti: 70 a La Spezia e 80 a Cattolica/Mondolfo) che tali scelte determinirebbero”.